Rapporto Anziani
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AGROPOLI OSSERVATORIO CITTADINO SUGLI ANZIANI Rapporto di ricerca Marzo 2009 MINISTERO DEL REGIONE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI PROVINCIA CITTÀ ASSESSORATO ALLA LAVORO E DELLE CAMPANIA DI SALERNO DI SALERNO DI AGROPOLI SOLIDARIETÀ POLITICHE SOCIALI SOCIALE ASL SALERNO 3 PIANO SOCIALE DI ZONA AMBITO SALERNO 7 A cura di Dr.ssa Sandra De Vita – Dr.ssa Daniela Di Spirito Dr.ssa Angela Piazza INDICE Presentazione p. 5 Capitolo 1 Introduzione generale al fenomeno dell’invecchiamento della popolazione in Italia p. 7 Capitolo 2 Inquadramento generale della popolazione anziana di Agropoli p. 11 Capitolo 3 I servizi socio - sanitari offerti dal Comune di Agropoli, Piano Sociale di Zona SA 7 e ASL SA 3 - I servizi sociali offerti dal Comune di Agropoli p. 15 - I servizi socio-sanitari offerti dall’ASL SA3 p. 21 - I servizi sociali offerti dal Piano di Zona SA7 p. 27 - Servizi di altre struure presenti sul territorio p. 33 Capitolo 4 Conseguenze e relativi rimedi al fenomeno dell’invecchiamento della popolazione p. 39 Capitolo 5 Analisi del Campione statistico p. 41 Appendice - Tabelle riassuntive del questionario p. 54 - Curriculum vitae autrici p. 79 3 PRESENTAZIONE La pubblicazione del primo rapporto sulla condizione degli anziani nella nostra cià intende fornire un quadro il più possibile organico e deagliato del panorama dell’offerta socio-assistenziale oggi esistente nel territorio ciadino. Il prolungamento della vita, che ha determinato un progressivo fenomeno di invecchiamento della popolazione e, al suo interno, la significativa espansione del segmento degli ultraoantenni, ci pone di fronte ad una complessità delle problematiche che investono la popolazione anziana. La prevenzione, l’aività fisica e l’invecchiamento, la depressione, i disturbi cognitivi, la solitudine e la riabilitazione, lo stato psico affeivo sono temi che richiedono un’aenzione sempre più stringente. Ad un innalzamento della domanda delle prestazioni socio-sanitarie fa da riscontro uno spero ampio degli interventi praticati dai diversi organismi preposti in campo assistenziale, sanitario, riabilitativo, aggregativo. Non sempre però vi è il dialogo e la necessaria sinergia fra di essi, ne fra gli utenti destinatari dei servizi appare diffusa la consapevolezza delle prestazioni messe in campo. Lo studio che proponiamo intende superare questo punto di criticità favorendo una effeiva interazione fra i soggei che compongono il sistema socio assistenziale e meendo in correlazione i dati della domanda con quelli dell’offerta. Ma il rapporto che presentiamo si configura come un fondamentale strumento conoscitivo per chi, soggei istituzionali e operatori del seore voglia intraprendere una efficace e razionale programmazione delle politiche del welfare locale più aderenti alle effeive esigenze del territorio. L’utilizzo consapevole delle informazioni raccolte è condizione necessaria e indispensabile per una buona amministrazione, per migliorare la fruibilità delle prestazioni, per rendere concretamente esigibili i dirii dei ciadini. Obieivo del nostro lavoro è la realizzazione di una rete di protezione sociale che sia sempre più includente e che sappia affrontare con serietà e scientificità i problemi delle condizioni umani e materiali e dell’invecchiamento aivo. Angelo Coccaro Assessore alla Solidarietà Sociale 5 CAPITOLO 1 Introduzione al fenomeno dell’invecchiamento della popolazione in Italia. In Italia, come in tui i paesi occidentali, la popolazione anziana sta rapidamente crescendo, sia in termini assoluti sia come quota percentuale sull’intera colleività, e continuerà a crescere. La causa principale dell’in- vecchiamento della popolazione è stato il drastico declino della natalità, infai l’Italia detiene un preoccupante record negativo e si colloca ben al di soo di paesi tradizionalmente caraerizzati da bassi livelli di fecondità quali la Francia o la Svizzera. Nel nostro panorama nazionale l’area dove si riscontrano più anziani è il nord, soprauo la parte occidentale con Ligu- ria e Piemonte e il Friuli-Venezia Giulia, con punte anche in Emilia-Roma- gna e Toscana. In rapporto all’estensione urbana gli anziani si concentrano soprauo nelle grandi cià e nei piccoli centri con meno di 2000 abitanti. Nei due casi, si evidenziano modelli di vita e problematiche tra loro molto differenti. L’invecchiamento demografico è destinato a continuare; soprauo in piccole zone ad alta concentrazione e nei centri delle grandi cià il processo di invecchiamento sarà sempre più acuto. Il benessere degli anziani è molto legato al contesto familiare in cui sono inseriti, dato che l’anzianità porta oggeivamente a una riduzione di occasioni di contao sociale. In generale, gli uomini continuano a vivere in coppia (e se restano vedovi tendono a risposarsi), mentre le donne, se non hanno qualche figlio che si ferma nella famiglia di origine o che le accoglie nella nuova famiglia, vivono sole. Vi- vere da soli non significa necessariamente che gli anziani siano isolati e ab- bandonati, anche se spesso è proprio così. Oggi, all’interno dei servizi socio- assistenziali, a causa dell’invecchiamento della popolazione che colpisce il nostro paese, gli operatori del seore si trovano a lavorare con una consi- stente fea di utenti anziani, anche se in Italia la percentuale di persone che necessitano di interventi socio-assistenziali è molto più contenuta rispeo ad altri paesi, questo grazie all’esistenza di un modello di organizzazione sociale basato sulla famiglia, che si fa carico dell’assistenza delle persone non autosufficienti, soprauo anziane. Per la persona anziana la propria salute costituisce, più che per qualsiasi altro individuo, un aspeo fonda- mentale dell’esistenza. Salute significa benessere psicofisico: la salute non è data solo dall’assenza di patologie, ma anche dalla percezione positiva del 7 proprio stato di salute (O.M.S.). In generale, anche in presenza di malaie croniche, molti anziani tendono a definire discreto il proprio stato di salute. E’ un diverso aeggiamento verso la malaia, che consente a molti di con- vivere con i propri problemi. Ciononostante gli anziani rappresentano la parte di popolazione che ha più necessità di cure e di servizi socio-sanitari e per maggior durata di tempo. Infine questa fascia di popolazione risulta essere mediamente più disagiata di altre. Tra le fonti di reddito, il lavoro e il patrimonio rappresentano un livello superiore alla pensione. Con il cresce- re dell’età anziana la pensione diventa predominante rispeo al lavoro, con conseguente diminuzione del reddito. Le famiglie più disagiate sono quelle di donne anziane, perché le loro pensioni sono generalmente più basse di quelle degli uomini (a causa di carriere lavorative più brevi o perché si trat- ta di pensioni di reversibilità). Di fronte all’aumento numerico, assoluto e relativo, della popolazione anziana e alla crescita di bisogni che comporta, uno degli errori più comuni, è quello di prevedere la semplice moltipli- cazione di quello che esiste (più ospedali, più case di riposo, più servizi etc.), generando così una visione apocaliica del futuro peso economico dell’assistenza agli anziani e anziani disabili. Altre volte invece il rimedio a ciò diviene la negazione della reale dimensione del problema, ipotizzan- do una diminuzione di domanda assistenziale che non si è capito bene da che dovrebbe dipendere; o ancora si fanno ipotesi di totale disinvestimento pubblico dal seore affidandosi agli automatismi del mercato; oppure al contrario c’è chi si aggrappa agli enunciati costituzionali per rivendicare la cura gratuita a carico del SSN degli anziani malati cronici, soovalutando di fao il problema economico conseguente. La tesi che si vuole sostenere è: che vi è e vi sarà un reale aumento “quantitativo” dei bisogni della po- polazione anziana, ma che la risposta a tali bisogni deve tenere conto an- che dei cambiamenti “qualitativi” presenti in loro e nel contesto famigliare e sociale. Questi cambiamenti hanno messo in crisi il conceo di malaia come indicatore unico del bisogno dei malati, così come la visione statica del supporto sociale, rendendo necessari dei nuovi paradigmi operativi. Il pensare che la soluzione stia solo nella “equità” distributiva di quello che esiste, genera una gestione “autorizzativa” dell’accesso ai servizi, produ- cendo inefficienza e nuovi costi. In conseguenza di ciò le Unità Valutative Geriatriche invece di rappresentare una novità favorevole per i nuovi biso- gni degli anziani stanno correndo il rischio di divenire strumenti burocrati- ci, lontani dalla loro origine e dai loro obieivi. Lo studio intrapreso, che prevede la realizzazione di un osservatorio ciadino sugli anziani, vuole essere il modo più immediato e semplice di 8 analizzare una micro realtà territoriale in relazione alle problematiche lega- te al complicato mondo della terza età. Pertanto, conoscere e capire tui gli aspei di tale realtà in una cià come Agropoli, è diventata una esigenza sempre più pressante e necessaria, infai interrogarsi sui bisogni di assistenza alla persona, sulla qualità dei servizi socio – sanitari offerti dal Comune, dalla ASL e dal Piano Sociale di Zona competenti, diventa inevitabile. La realtà oggeo di analisi si colloca all’interno di un territorio che è la provincia di Salerno che detiene già il primato di essere una tra le province più estese d’Italia, rientrante nella giu- risdizione sanitaria dell’ASL Salerno 3, è tra i centri più importanti dell’area cilentana svolgendo la funzione di riferimento sia amministrativa che poli- tica di tuo l’area. 9 CAPITOLO 2 Inquadramento generale della