Comune Di SANT'ambrogio DI VALPOLICELLA Provincia Di Verona
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Comune di SANT'AMBROGIO DI VALPOLICELLA Provincia di Verona PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO DI FRANTUMAZIONE E SELEZIONE GRANULOMETRICA DI RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI PROVENIENTI DA SCAVI E DEMOLIZIONI (CON CONTESTUALE SMANTELLAMENTO DELL’IMPIANTO PRESENTE ENTRO L’AREA DI CAVA DENOMINATA “CAVA PREOSA”) RELAZIONE GEOLOGICA, GEOTECNICA, SISMICA ED IDROGEOLOGICA D.M. 17.01.2018: Norme tecniche per le costruzioni Verona, maggio 2020 dott. Paolo De Rossi geologo via Bombardi, 23 37131 V E R O N A tel. 045‐8408069 340‐4501373 e‐mail:[email protected] ‐ [email protected] ‐ [email protected] PROGETTO: PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO DI FRANTUMAZIONE E SELEZIONE GRANULOMETRICA DI RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI PROVENIENTI DA SCAVI E DEMOLIZIONI (CON CONTESTUALE SMANTELLAMENTO DELL’IMPIANTO PRESENTE ENTRO L’AREA DI CAVA DENOMINATA “CAVA PREOSA”) COMMITTENTE: AMBROSI ANGELO SCAVI RESPONSABILE: Dott. Geol. PAOLO DE ROSSI COLLABORATORI: Dott. Geol. Michele De Rossi LOCALITA’: Via La Bella ‐ Domegliara DATA EMISSIONE: 11 maggio 2020 Questo documento non può essere copiato o riprodotto senza autorizzazione, ogni violazione verrà perseguita a norma di legge. 2 INDICE 1 ‐ PREMESSA 4 2 – INQUADRAMENTO GEOLOGICO 6 2.1 – Situazione geomorfologica e geologica 6 2.2 ‐ Idrografia superficiale e idrogeologia 16 3 – SITUAZIONE GEOTECNICA E SISMICA 26 3.1 – Indagini geognostiche 26 3.2 – Caratterizzazione geotecnica 30 3.3 – Caratterizzazione sismica 34 4 ‐ CAPACITA' PORTANTE DELLE FONDAZIONI 39 5 ‐ CONCLUSIONI 44 Allegato 1: individuazione catastale dell’area 45 3 1 – PREMESSA La ditta Ambrosi Angelo Scavi S.r.l. gestisce un impianto di frantumazione e selezione di rifiuti inerti in loc. Cava Preosa del comune di Sant'Ambrogio di Valpolicella. La ditta intende spostarlo in un altro sito che si trova in via La Bella nel medesimo comune. Sono stato incaricato di eseguire uno studio geologico, geotecnico ed idrogeologico dell’area ai sensi della normativa vigente. L’area della ricerca è indicata nella allegata cartografia alla scala di 1:5.000 (carta tecnica regionale). Mentre la cava Preosa è una cava di calcare, l’area di nuovo posizionamento si trova nella pianura alluvionale atesina a sottosuolo ghiaioso. Fig. 1: l’area di intervento (stralcio C.T.R. scala 1:5.000) 4 2 – INQUADRAMENTO GEOLOGICO 2.1 – Situazione geomorfologica e geologica QUADRO GENERALE L’area della ricerca appartiene all’alta pianura alluvionale del fiume Adige. Essa si posiziona in prossimità dello sbocco in pianura del fiume, e quindi quasi al vertice del conoide che il fiume ha formato nel recente passato geologico. I lineamenti morfologici salienti sono costituiti da tre elementi principali: 1 – i monti Lessini a nord; 2 – i rilievi morenici dell’anfiteatro del Garda ad ovest; 3 – il conoide dell’Adige su cui ricade il sito; I MONTI LESSINI sono un tavolato calcareo a forma triangolare che immerge verso sud. Essi sono solcati da una serie di valli subparallele a direzione prevalente nord‐sud che isolano una sequenza di dorsali collinari allineate parallelamente agli assi vallivi. Tali dorsali proseguono al di sotto del materasso alluvionale, come si osserva anche nella zona di ricerca. I monti Lessini costituiscono un blocco dalla forma grossolanamente triangolare con il vertice a nord, lungo la val d’Adige, e la base in corrispondenza del limite con la pianura. Dal punto di vista strutturale quest’area si situa nelle Alpi Meridionali centrali, ed è limitata ad ovest dalla fascia di deformazione delle Giudicarie (NNE‐SSW), mentre a nord e ad est è limitata dal sistema della faglia Schio‐Vicenza (NW‐SE). Verso sud il tavolato lessineo immerge sotto la coltre alluvionale padana verso l’avanfossa della catena appenninica. I Lessini sono formati da una serie di rocce sedimentarie che poggiano sullo zoccolo della dolomia principale sovrastante le filladi quarzifere paleozoiche. Localmente sono presenti rocce vulcaniche e vulcanoclastiche. Le analisi strutturali mostrano che questo settore delle Alpi Meridionali è stato deformato in vari momenti. Le rocce affioranti mostrano evidenze di deformazione del Lias‐Cretacico, quando era attivo il vicino margine occidentale della piattaforma carbonatica veneta, controllato da tettonica sinsedimentaria distensiva (Castellarin, 1972). Le strutture di tale fase hanno generalmente una direzione tra N e NNE. 5 La successiva deformazione, del Paleogene, è ancora del tipo distensivo ed è connessa col magmatismo basico e ultrabasico del Veneto occidentale (Piccoli, 1966). Le strutture hanno prevalentemente una direzione NNW‐SSE (Zampieri, 1995), ma in alcuni settori sono state riattivate anche le precedenti strutture (Zampieri, 2000). La prima evidente deformazione di tipo compressivo è di età Serravalliano‐Tortoniana (Fase Valsuganese). Le strutture di raccorciamento, faglie e pieghe, hanno una direzione tra E‐W e ENE‐WSW (Castellarin e Cantelli, 2000). Nel Messiniano la deformazione transpressiva della fascia delle Giudicarie ha interessato marginalmente anche il versante sinistro della val d’Adige (Faglia del Pastelletto) con sviluppo di strutture orientate NNE‐ SSW, che derivano dall’inversione di strutture distensive Liassico‐Cretaciche ereditate (Castellarin e Cantelli, 2000). Dal Pliocene i Lessini appaiono coinvolti in un basculamento verso sud che interessa tutta l’area tra il lago di Iseo e i Colli Euganei, interpretato come una progressiva incorporazione nell’avanfossa appenninica, in avanzamento verso NE (Doglioni, 1993). Secondo Picotti et al. (1977) quest’area mostra attualmente strutture distensive orientate NW‐SE legate al ruolo di rialzo periferico della catena appenninica. Nel corso di questi eventi si è formata la situazione tettonica che consente a acque termali a bassa entalpia di risalire lungo linee di fratturazione e essere captabili a profondità relativamente basse nella zona circostante il sito di interesse. L’ANFITEATRO MORENICO FRONTALE DEL GARDA è una grande e complessa struttura formata da cerchie collinari subparallele che bordano la porzione meridionale del lago. Esse si incontrano oltre la sponda destra del fiume Adige ad oltre 2 Km dall’area di ricerca. La zona dell’anfiteatro morenico è caratterizzata dalla presenza di materiali clastici trasportati, prima, dal grande ghiacciaio del Garda e poi ripresi dai torrenti scaricatori glaciali. La morfologia dell’anfiteatro è contraddistinta dalla presenza di cerchie collinari intercalate a zone pianeggianti poste in corrispondenza del corso dei vecchi torrenti scaricatori. Le zone collinari testimoniano le posizioni assunte nel passato dalla fronte glaciale. In queste posizioni per effetto dello scioglimento del ghiaccio, si depositavano in maniera caotica e senza selezione granulometrica, i 6 materiali solidi inclusi nel ghiaccio. Tali materiali, costituiti da rocce, terra, sabbia, erano stati raccolti e trasportati dal ghiacciaio nel suo cammino attraverso le Alpi. Essi provenivano dalle montagne che fiancheggiavano la valle glaciale, per effetto delle periodiche frane e della costante caduta di frammenti rocciosi. La conseguenza di questa dinamica deposizionale è la natura litologica delle colline moreniche: esse sono costituite infatti da una mescolanza caotica di ciottoli, anche di grandi dimensioni, sabbia e ghiaia, immersi in una matrice limoso argillosa. I ciottoli ghiaiosi appartengono ai litotipi meno degradabili che costituiscono il bacino montano del ghiacciaio e sono di natura calcarea o dolomitica, o silicea. Le zone pianeggianti, presenti fra le cerchie collinari, si sono formate ad opera dei torrenti scaricatori glaciali che hanno ripreso i materiali ghiaiosi e sabbiosi depositandoli. Il CONOIDE DELL’ADIGE, sui cui giace l’area di interesse, è una zona subpianeggiante con pendenza verso sud‐est. I lineamenti morfologici più evidenti sono i terrazzi fluviali che talora sono molto marcati, come si osserva per esempio tra le località di Domegliara, Montindon, Balconi, a nord e a sud‐est dell’area di studio e anche nella fascia di territorio compresa tra il sito di studio e il corso attuale del fiume. Il conoide digrada da N‐O a S‐E con pendenza media dello 0,04 %. La porzione superficiale del terreno è costituita da un suolo agrario di color bruno, commisto a ghiaie e sabbie, generalmente dello spessore di 50‐70 cm. Ad esso soggiacciono alluvioni fluvio‐glaciali prevalentemente ghiaioso‐sabbiose, talora limose. Tali alluvioni ghiaioso‐sabbiose presentano uno spessore di oltre 100 metri, come si può desumere dalle stratigrafie dei pozzi per acqua della zona. Il sottosuolo dell’area di progetto è di origine alluvionale ed è dovuto alla deposizione di sedimenti da parte del fiume Adige. Nella zona sono note numerose stratigrafie di pozzi e sondaggi che evidenziano un sottosuolo di natura esclusivamente ghiaioso‐sabbiosa con presenza di livelli cementati e di grossi ciottoli. Le ghiaie del sottosuolo sono ad elementi poligenici arrotondati costituiti dai litotipi meno degradabili e più stabili delle formazioni rocciose presenti nel bacino del fiume. Si osserva la presenza di elementi calcareo‐ dolomitici, di porfidi, gneiss e altre rocce silicee. 7 MORFOLOGIA L’Adige ha deposto le alluvioni della pianura e le ha poi reincise, venendosi così a trovare in una fascia depressa che costeggia il suo corso attuale. La quota della zona di progetto è di circa 115 m s.l.m. mentre quella del fiume è di circa 85 metri s.l.m. Le attività umane hanno sovrapposto ai connotati morfologici naturali una serie di strutture