RELAZIONE TECNICA BRUMA 2018 Progetto: “Applicazione di strumenti di supporto alle decisioni per la protezione del riso da Pyricularia oryzae in Piemonte – acronimo BRUMA” CUP: J65G17000050002 .

A partire dal 18 giugno 2018 sono riprese le attività di controllo del brusone nelle risaie piemontesi, grazie al finanziamento della Regione Piemonte che ha approvato il progetto BRUMA nell’ambito del Programma di ricerca, sperimentazione e dimostrazione della Regione Piemonte, per il comparto “Territorio e ambiente” e la linea obiettivo: Studi e strategie di contenimento di problematiche fitosanitarie e malerbologiche di particolare gravità ed attualità. Il progetto trae origine dal Progetto “Lotta al Brusone”, attivato nel 2009 dall’Assessorato all’Agricoltura della Provincia di e, anno dopo anno, seguendo l’esempio dell’area vercellese, l’esperienza è stata estesa al territorio novarese grazie all’azione della Fondazione Agraria Novarese (FAN) in collaborazione con la Provincia di Novara. Con il progetto BRUMA per la campagna 2018 si prosegue l’iniziativa realizzata sotto una nuova veste nel 2017 che è stata in grado di ottenere ottimi risultati creando una stretta collaborazione tra un pool di soggetti esperti ognuno con le proprie competenze specifiche. Il progetto è supportato tecnicamente dal Settore Fitosanitario e servizi Tecnico Scientifici della Regione Piemonte, vede come base scientifica l’Ente Nazionale Risi con il Dott. Simone Silvestri nel ruolo di coordinamento e di gestione dei campi sentinella sul territorio e gestione dei captaspore della provincia di Vercelli, la Dott.ssa Marinella Rodolfi, micologa con il ruolo di responsabile delle letture al microscopio e degli aspetti legati alla fisiologia del fungo e il Dott. Massimo Biloni agronomo responsabile della simulazione modellistica. La FAN è l’unità operativa che mette a disposizione un tecnico atto alla gestione del captaspore di Novara, la sede del laboratorio per l’analisi delle spore e i captaspore nel territorio novarese. La Provincia di Vercelli e il Sig. Vecco concedono in uso i captaspore per il territorio vercellese, e la Fondazione Banca Popolare di Novara che garantisce con il suo contributo all’iniziativa.

Monitoraggio sintomi in campo: si è allestita una rete di campi sentinella brusone con lo scopo di monitorare la diffusione del brusone nell’areale risicolo piemontese interessato al progetto. Questi “campi spia”, posizionati a una distanza coerente con i captaspore, sono stati individuati in appezzamenti coltivati con varietà sensibili e mediamente sensibili seguendo le buona pratiche agricole quindi senza squilibri nutrizionali o problemi di coltivazione.

I campi sentinella sono stati così posizionati:

LOCALIZZAZIONE CAMPI SENTINELLA Varietà tollerante N 45,479256 E 8,341790 Varietà sensibile N 45,478702 E 8,342019 Varietà tollerante N 45,381356 E 8,293084 Varietà sensibile N 45,381112 E 8,293867 Vercellese Varietà tollerante N 45,223048 E 8,215601 Varietà sensibile N 45,222809 E 8,215866 Casalvolone Varietà tollerante N 45,2448,88 E 8,285438 Varietà sensibile N 45,2448,88 E 8,285438 Nibbia Varietà tollerante N 45,49140 E 8,562555 Varietà sensibile N 45,49140 E 8,562555 Sozzago Varietà tollerante N 45,225421 E 8,432555 Varietà sensibile N 45,225421 E 8,432555

La suddivisione dei campi sentinella caratterizzati da varietà con un diverso grado di suscettibilità al brusone ha permesso di poter seguire puntualmente il decorso della malattia. I campi sentinella sono stati soggetti a rilievo almeno due volte a settimana, non prima di 24 ore dall’emissione del bollettino in modo da avere indicazioni in tempo reale relative all’infezione per la stesura del bollettino stesso. I tecnici che hanno svolto il rilievo (nella porzione centrale del campo sentinella per evitare influenze esterne) hanno inviato, entro mezzogiorno al coordinatore del progetto un report del sopralluogo utilizzando una scala per la quantificazione dei danni precedentemente concordata dal gruppo di lavoro arricchita da commenti sulla situazione in campo nelle zone limitrofe al campo sentinella. Nella campagna 2018, dove la presenza di spore è stata rilevata per tutta la durata del monitoraggio, il ruolo dei campi sentinella è stato fondamentale per la lettura dell’infezione, facilitando l’interpretazione dei valori ottenuti dal modello e dalla quantificazione delle spore. L’ incidenza del brusone sulla coltivazione è stata rilevata molto presto, con lesioni fogliari se pur lievi nella postazione di Nibbia e Sozzago già il 18 giugno per poi essere rilevati anche nella postazione di Trino nel successivo rilievo. La stagione è stata caratterizzata dall’evolversi di manifestazioni sulle foglie che hanno subito forti rallentamenti in corrispondenza delle alte temperature dei mesi di luglio e agosto.

Captaspore: attivazione e gestione

Queste le 6 postazioni di posizionamento dei captaspore: Camerino, Nibbia e Terdobbiate per la provincia di Novara;, , Trino Vercellese e San Giacomo Vercellese per la provincia di Vercelli. I 6 captaspore, strumenti essenziali per l’esecuzione del monitoraggio aeromicologico di Pyricularia oryzae, sono stati posizionati nelle medesime aziende selezionate per BRUMA - campagna risicola 2017. Tutte le postazioni, infatti, si erano dimostrate adeguate per l’ottenimento di un dato di diffusione del fungo patogeno rappresentativo dell’areale circostante. Inoltre, alcuni dei risicoltori ospitanti i captaspore sono, da anni, collaboratori attivi del progetto, sempre disponibili ad intervenire a supporto dei tecnici in caso di eventi meteorologici estremi e, fatto non trascurabile, a fornire veritiere indicazioni di campo (tempistiche di effettuazione di concimazioni e trattamenti), particolarmente utili per la valutazione critica del dato aereo infettivo. Tutti i captaspore, sono stati attivati dalle primissime ore del mattino di lunedì 11 giugno. La prima sostituzione ufficiale dei nastri di campionamento, sede di impatto delle spore infettive, è avvenuta il lunedì successivo 18 giugno, giornata di emissione del primo bollettino stagionale. Tale azione di prelievo e sostituzione del nastro è poi sempre regolarmente avvenuta ogni lunedì e giovedì, rigorosamente tra le ore 8 e le ore 9. Così facendo, il dato relativo all’eventuale dispersione di spore in corso tra le ore 2 e le ore 6 della giornata medesima (momento più critico per l’infezione) viene completamente registrato e letto. Tra le ore 9 e 9,30 tutti i nastri sono sempre stati recapitati presso la sede di FAN (Novara), dove sono stati immediatamente trasformati in vetrini da sottoporre ad osservazione microscopica.

Microscopi ottici per la lettura del dato aeromicologico

Grazie al supporto della Fondazione della Banca Popolare di Novara, è stato acquistato e donato al progetto un microscopio ottico “Leica DM 500 -DEMO-”. Nelle prime 5 giornate di bollettino, questo è stato l’unico microscopio disponibile e le letture sono state eseguite da una sola persona. Infatti, il microscopio ottico messo a disposizione, con un accordo di strumento a prestito, dall’Istituto Tecnico Agrario Angelini di Novara, essendo particolarmente datato e dotato di un solo oculare, non si è dimostrato adeguato per il delicato lavoro di preciso riconoscimento e conteggio delle aerospore, e non è quindi stato utilizzato. In seguito a tale evidenza, l’Ente Nazionale Risi ha messo a disposizione un proprio microscopio ottico. Il trasferimento del microscopio di ENR presso FAN, sede di esecuzione dei lavori, non si è resa necessaria poiché, a partire dal 6° bollettino (5 luglio), è stato messo a disposizione un nuovo microscopio ottico, acquistato in co-proprietà da due partecipanti al progetto (Massimo Biloni e Marinella Rodolfi).

Elaborazione dati:

Il modello utilizzato denominato SIRBINT è di tipo agrometeorologico meccanicistico e utilizza, come variabili indipendenti, le grandezze atmosferiche quali temperatura minima, temperatura massima, umidità minima, umidità massima e precipitazioni rilevati a cadenza giornaliera. Il risultato del modello è un dato percentuale del rischio di attacco di brusone che viene semplificato in un indice da 0 a 3 di facile interpretazione in modo da segnalare il rischio potenziale presente in una determinata area di sviluppo della malattia e dell’infezione. Le simulazioni sono state avviate a partire dall’inizio del mese di giugno ed hanno utilizzato i dati meteorologici delle stazione della Regione Piemonte localizzate come segue:

LOCALIZZAZIONE STAZIONI METEOROLOGICHE Borgo D’Ale(VC) (VC) Trino Vercellese (VC) Casalbeltrame (NO) Granozzo (NO)

Durante la campagna 2018, le particolari condizioni metereologiche in relazione allo sviluppo della coltivazione hanno fatto registrare forti fluttuazioni di valori che son culminati con due picchi nella prima decade di luglio e nella seconda di agosto. A fine luglio, dopo 15 giorni di valori bassi, è stato rilevato un forte aumento del rischio brusone che, accompagnato dai valori riscontrati dalla lettura dei captaspore e dei rilievi in campo ha permesso di evidenziare con il bollettino la massima criticità per la coltivazione.

Emissione dei bollettini di segnalazione del rischio da brusone

Tutti i bollettini emessi sono stati puntualmente pubblicati sulla pagina web “La Bacheca dei Bollettini” del servizio fitosanitario della Regione Piemonte (http://www.3acloud.it:8000/pan/files.html?grp=BRUSONE_RISO) nelle ore comprese tra le 12,30 e le 14. Nel medesimo intervallo di tempo, sono stati inviati sms (divulgati da Ente Nazionale Risi) e mail (spedite da FAN) a tutti i risicoltori piemontesi e ai tecnici interessati. Le associazioni di categoria e le due principali testate giornalistiche on-line del settore (RisoItaliano e AgroMagazine) hanno costantemente supportato la diffusione del messaggio.

Risultati

La campagna di monitoraggio brusone nelle risaie piemontesi (Progetto Bruma 2018) aperta con il bollettino del 18 giugno ha rilevato, come mai accaduto nelle precedenti annate, la presenza di spore infettive di Pyricularia oryzae per l’intero periodo di osservazione. Infatti, la lettura dei vetrini, realizzata dalla micologa Dott.ssa Rodolfi, ottenuti dai 6 captaspore - strumenti essenziali per l’esecuzione del monitoraggio aeromicologico di Pyricularia oryzae - (situati a Cameriano, Terdobbiate e Nibbia per la provincia di Novara; Olcenengo, Trino Vercellese e San Giacomo Vercellese per la provincia di Vercelli) non ha mai dato esito negativo. I primi picchi rilevanti di aerospore sono stati registrati nelle notti tra il 17 e il 19 giugno, con l’umidità relativa più elevata misurata a Terdobbiate in prossimità dell’alba. Questa sorprendente attività del fungo fin dalle primissime fasi può essere in parte motivata dalle temperature del mese di maggio che in Piemonte son risultate superiore di 1.6°C rispetto alla media climatologica degli anni 1971-2000, con un surplus precipitativo di circa 83 mm, corrispondente a un aumento del 63% (fonte Arpa Piemonte). Per ciascuna delle 6 aree di sorveglianza fitosanitaria, i campi spia hanno permesso di evidenziare, sin dai primi controlli eseguiti dai tecnici dell’Ente Nazionale Risi, una importante presenza di focolai di infezione fogliari, su foglie basali soprattutto delle varietà più sensibili. Similmente, il modello matematico, la cui elaborazione è stata curata dal Dott. Biloni, ha emesso l’indicazione di varie giornate, anche precedenti all’inizio ufficiale del progetto (fine maggio-primi di giugno), caratterizzate da condizioni meteorologiche molto favorevoli dapprima al “risveglio” del patogeno nell’ambiente dopo i mesi invernali e, successivamente, alla sua diffusione. Si sottolinea come una tale situazione di anticipata e territorialmente diffusa aerodispersione del patogeno non sia mai stata riscontrata nel corso dei precedenti anni di monitoraggio. Negli anni precedenti di emissione del bollettino, infatti, il primo numero emesso non aveva mai segnalato un rischio superiore a 0. Dopo i primi bollettini con valore 1 in alcune località, quelli pubblicati a fine giugno e inizio luglio hanno evidenziato un rischio estremamente basso a causa della bassa umidità e delle alte temperature che non hanno favorito l’infezione fungina. Quest’ultima è poi ripartita da Cameriano, Terdobbiate Trino e Olcenengo. In queste ultime due postazioni, l’acuirsi della situazione infettiva ha portato nel bollettino del 12 luglio all’adozione di valori 2 che dal bollettino successivo hanno riguardato anche le postazioni di Cameriano e Nibbia. Si è poi verificata una fase di stallo, registrata nel bollettino del 19 di luglio, e il rischio ha nuovamente raggiunto il livello 2 anche a Nibbia e Terdobbiate (11° bollettino del 23 luglio). Secondo i dati forniti dal modello matematico, la fase più critica della campagna monitoraggio 2018 è stata l’ultima settimana di luglio, quando era presente un forte inoculo infettivo aereo, con valori mai rilevati nelle precedenti campagna di monitoraggio, in corrispondenza della fase fenologica del riso di fine botticella-inizio spigatura: il 12° bollettino del 26 luglio ha, infatti, segnalato il massimo livello di rischio brusone (livello 3) in 4 postazioni su 6 (Trino, Olcenengo, Nibbia, Terdobbiate); a San Giacomo e Cameriano il rischio è stato valutato pari a 2. Per scongiurare futuri attacchi al collo della pannocchia, i risicoltori sono stati allertati sulla gravità della situazione con la pubblicazione di una nota aggiuntiva. La situazione è rimasta tale fino a fine luglio per tutte le varietà (valore 3 in tutte le postazioni tranne a San Giacomo V.se) per poi ridursi gradualmente nei successivi due bollettini a causa delle perduranti condizioni di caldo torrido che non hanno favorito lo sviluppo del fungo. In prossimità di ferragosto, in concomitanza con alcuni eventi temporaleschi che hanno portato al temporaneo abbassamento delle temperature e incrementato l’umidità, c’è stato un aumento generalizzato dell’attività del fungo che ha portato a un maggiore rischio di infezione, evidenziato dal picco nella postazione di Terdobbiate, per le varietà seminate a fine maggio. Il successivo aumento delle temperature ha portato ad una riduzione del rischio di infezione, tranne che nelle postazioni di Cameriano e Terdobbiate dove i valori sono rimasti elevati, come evidenziato dall’ultimo bollettino del 20 agosto. L’azione corale di costante coordinamento operativo frutto di un approccio multidisciplinare tramite la traduzione dei diversi risultati in un unico e chiaro messaggio informativo ha permesso di confermare il raggiungimento dell’obiettivo principale del progetto. Infatti, all’utenza agricola piemontese è stato gratuitamente fornito un nuovo sistema integrato di supporto alle decisioni, finalizzato all’ottimizzazione delle scelte gestionali per la protezione del riso dal brusone. L'iniziativa, così concepita rientra a pieno titolo nelle strategie indicate a livello europeo e nazionale relative all'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Il Piano d'Azione Nazionale sull'uso sostenibile dei fitofarmaci (PAN) all'art A7.2.2 prevede, infatti, l'applicazione di sistemi di previsione ed avvertimento relativi alle principali avversità biotiche delle colture e la produzione di bollettini che forniscano informazioni sull'applicazione della difesa integrata sulla base dei modelli previsionali e delle reti di monitoraggio. Nel prossimo futuro sarà fondamentale incrementare l’aspetto sperimentale per seguire l’evolversi della malattia in annate fuori dalla media. La campagna di monitoraggio 2018 ha, infatti, mostrato come, sebbene il territorio risicolo monitorato sia afferente ad un’unica regione geografica, l’aerodispersione del fungo patogeno sia altamente variabile anno dopo anno, localizzata e pertanto difficilmente prevedibile, rendendo fondamentale la continua raccolta dei dati biologici per garantire una corretta segnalazione di rischio malattia. Pertanto, tutti i dati, sia biologici che di campo, rilevati presso le 6 postazioni di monitoraggio, costituiranno nuove basi di studio per procedere alla continua validazione ed eventuale calibrazione del metodo, così come al perfezionamento della traduzione delle indicazioni ottenute in strumenti di divulgazione sempre più precisi ed affidabili. In una campagna risicola come il 2018, il servizio svolto ha fornito un concreto e affidabile supporto decisionale ai risicoltori piemontesi nel segno della maggiore sostenibilità economica ed ambientale della coltivazione. Bollettino progetto Bruma 2018 Data di pubblicazione Trino V.se Olcenengo S. Giacomo V.se Cameriano Nibbia Terdobbiate del bollettino (VC) (VC) (VC) (NO) (NO) (NO) 18 giugno 0 1 0 0 1 1 21 giugno 1 1 1 0 1 1 25 giugno 1 0 0 0 0 1 28 giugno 0 0 0 0 0 0 2 luglio 0 0 0 0 0 0 5 luglio 0 1 0 0 0 0 9 luglio 1 1 0 1 0 1 12 luglio 2 2 1 1 1 0 16 luglio 2 2 1 2 2 1 19 luglio 1 2 1 1 1 1 23 luglio 1 2 1 1 2 2 26 luglio 3 3 2 2 3 3 30 luglio 3 3 2 3 3 3 2 agosto 2 2 1 2 2 2 6 agosto 1 1 1 1 1 1 9 agosto 2 1 1 1 1 2 13 agosto 2 2 2 2 2 3 20 agosto 1 1 1 2 1 2

Azioni di analisi biologica di campioni con sintomi

Al fine sia di confermare l’effettivo agente causale di alcuni sintomi sospetti (brusone o elmintosporiosi o causa abiotica) che di verificare l’efficacia infettiva delle necrosi nel tempo (capacità e persistenza di fruttificazione delle necrosi nell’arco temporale di 7-14 giorni), vari campioni fogliari provenienti da campi spia e da generiche azioni di scouting effettuate dai collaboratori al Progetto sono stati costantemente sottoposti ad analisi biologica (metodo della camera umida). Si desidera sottolineare come questa azione sia stata effettuata nonostante non prevista nello schema progettuale di BRUMA. Tuttavia, l’elevata criticità della stagione e l’importanza prioritaria della diffusione di un segnale di rischio affidabile hanno portato i vari esperti che collaborano al progetto a farsi carico di questo lavoro diagnostico aggiuntivo, effettuato a proprie spese.