Allegato n° 2 REGIONE AUTONOMA PROVINCIA DI Data: 22/10/2014

COMUNE DI FLAIBANO

PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE

VARIANTE n° 15 - GENERALE

L.R.5/2007 e s.m.i.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

SINTESI NON TECNICA (All. VI al D.lgs. 152/2006, e s.m.i.)

Professionista incaricato Dott. Arch. Emma Taverna:

Consulente Dott.ssa Benedetta Rollo

INDICE

1. PREMESSA ...... 4 2 PERCORSO INTEGRATO VARIANTE- VAS ...... 6 2.1 Suggerimenti e pareri per la formazione del Piano ...... 6 3 ILLUSTRAZIONE DEI CONTENUTI DEGLI OBIETTIVI PRINCIPALI DEL PIANO E PROGRAMMA ...... 6 1.1. Obiettivi generali e azioni ...... 7 2. Obiettivi e rapporto con altri Piani e programmi ...... 11 2.1. L’analisi di coerenza ...... 11 2.2. Piano urbanistico regionale generale ...... 11 2.3. Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2007 - 2013 ...... 11 2.4. Piano d’azione regionale per il miglioramento della qualità dell’aria ...... 12 2.5. Piano di azione regionale in materia di inquinamento atmosferico ...... 12 2.6. Piano per l’assetto idrogeologico dei bacini idrografici del Fiume Isonzo, Tagliamento, Piave, Brenta- Bacchiglione ...... 12 2.7. Piano regionale di tutela delle acque ...... 13 2.8. Piano energetico regionale ...... 13 2.9. Piano regionale delle infrastrutture di trasporto, della mobilità, delle merci e della logistica ...... 13 2.10. Piano regionale della mobilità ciclistica ...... 14 3. ANALISI DEL CONTESTO AMBIENTALE ...... 15 3.1. Il contesto territoriale ...... 16 3.2. Il clima ...... 16 3.3. La componente acqua ...... 18 3.3.1. Le acque superficiali ...... 18 3.3.2. Le acque sotterranee ...... 20 3.4. La componente aria...... 21 3.5. La componente suolo ...... 24 3.5.1. Caratteristiche – geomorfologia ...... 24 3.5.2. Rischio compattazione ...... 25 3.5.3. Rischio nitrati ...... 25 3.5.4. Rischio idrogeologico ...... 26 3.6. Uso del suolo ...... 27 3.7. Vegetazione e fauna ...... 30 3.7.1. Aspetti vegetazionali...... 30 3.7.2. Aspetti faunistici ...... 31 3.8. Ecosistemi ...... 32 3.9. Paesaggio ...... 34 3.10. La popolazione...... 36 3.11. Il sistema economico ...... 37 3.12. La mobilità ...... 38 2

3.13. Le reti ...... 40 3.14. La salute ...... 41 3.14.1. Radiazioni ionizzanti ...... 41 3.14.2. Radiazioni non ionizzanti ...... 41 3.14.3. Radiazioni elettromagnetiche ...... 41 3.15. Rifiuti ...... 43 3.16. Il rumore ...... 44 4. INTESI DEL QUADRO CONOSCITIVO ...... 46 5. OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE STABILITI A LIVELLO INTERNAZIONALE, COMUNITARIO O DEGLI STATI MEMBRI, PERTINENTI AL PIANO O AL PROGRAMMA ...... 48 5.1. Strategia tematica per la protezione del suolo ...... 48 5.2. Programma attuativo di sviluppo e coesione ...... 48 5.3. DIRETTIVA 2012/27/UE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 25 ottobre 2012 sull'efficienza energetica...... 49 5.4. EEA report -10/2006- Urban sprawl in Europe ...... 49 5.5. IL SESTO PROGRAMMA COMUNITARIO D’AZIONE IN MATERIA AMBIENTALE 2002-2012 ...... 49 5.6. LA STRATEGIA DI AZIONE AMBIENTALE IN ITALIA CIPE 157/2002 ...... 50 6. AZIONI DELLA VARIANTE ...... 51 6.1. Descrizione della variante ...... 51 6.2. Le modifiche della variante ...... 51 7. VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI ...... 52 7.1. Carattere cumulativo degli effetti ...... 52 8. ALTERNATIVE ...... 58 9. MITIGAZIONI ...... 58 9.1. Consumo di suolo ...... 58 9.2. Ambiti di interesse ambientale - paesaggistico ...... 60 9.3. Popolazione ...... 60 10. MONITORAGGIO ...... 62 10.1. Descrizione delle misure in merito al monitoraggio ...... 62 BIBLIOGRAFIA ...... 66

3

1. PREMESSA

L’adozione da parte del Parlamento e del Consiglio dell’UE della direttiva “Concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente” (n.2001/42/CE del 27/06/01, meglio nota come direttiva sulla VAS) individua nella valutazione ambientale un “... fondamentale strumento per l’integrazione della dimensione ambientale nell’elaborazione e nell’adozione di piani, in quanto garantisce che gli effetti dell’attuazione dei piani siano presi in considerazione durante la loro elaborazione e prima della loro adozione”. Tale valutazione non si riferisce alle opere, come nella nota Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA), ma a piani e programmi, assumendo per queste caratteristiche più generali la denominazione “strategica”. La VAS riguarda i processi di formazione dei piani più che i piani in senso stretto. La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) rappresenta un processo sistematico di valutazione delle conseguenze ambientali di piani e programmi destinati a fornire il quadro di riferimento di attività di progettazione. Essa nasce dall’esigenza, sempre più radicata sia a livello comunitario sia nei singoli Stati membri, che nella promozione di politiche, piani e programmi, insieme agli aspetti sociali ed economici, vengano considerati anche gli impatti ambientali. Si è infatti compreso che l’analisi delle ripercussioni ambientali applicata al singolo progetto (propria della Valutazione d’Impatto Ambientale) e non, a monte, all’intero programma, non permette di tenere conto preventivamente di tutte le alternative possibili.

La direttiva 42/2001 L’articolo 1 della Direttiva 2001/42/CE in materia di VAS definisce quale obiettivo del documento quello di "garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile". Più precisamente, la valutazione ambientale prevede l'elaborazione di un rapporto di impatto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni e la messa a disposizione, del pubblico e delle autorità interessate, delle informazioni sulle decisioni prese. In base alla stessa Direttiva, la VAS ha come oggetto i piani e i programmi, preparati e/o adottati da un’autorità competente, che possono avere effetti significativi sull'ambiente. Si applica ai settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli.

Il livello nazionale A livello nazionale la Direttiva europea è stata recepita con il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale” successivamente modificato e sostituito integralmente alla parte seconda dal D.lgs 16 gennaio 2008, n. 4, entrato in vigore il 13 febbraio 2008. Quest’ultimo provvedimento legislativo ha adeguato i contenuti inerenti la procedura di VAS ai canoni della Direttiva Comunitaria 2001/42/CE, facendo uscire di fatto l’Italia da alcune procedure di infrazione a cui era incorsa successivamente all’entrata in vigore della parte II del Dlgs 152/06. La procedura risulta delineata agli artt. 13-18 del medesimo decreto, mancando di fatto, allo stato attuale una regolamentazione a livello regionale.

Il livello regionale La Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, aveva legiferato in materia con propria legge 11/2005, successivamente abrogata negli artt. 4-11, con un esplicito rimando alle disposizioni di carattere nazionale. (cfr. LR Legge regionale 30 luglio 2009, n. 13) L’unica disposizione legislativa vigente in materia di VAS, aggiornata ai contenuti della Legge regionale 30 luglio 2009, n. 13, è l’art. 4 della Legge regionale 5 dicembre 2008 n.16, “Norme urgenti in materia di ambiente, territorio, edilizia, urbanistica, attività venatoria, ricostruzione, adeguamento antisismico, trasporti, demanio marittimo e turismo. Tal articolo stabilisce quanto segue:

4

Art. 4 (Valutazione ambientale strategica degli strumenti di pianificazione comunale)

1. Per le finalità di cui all'articolo 6 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), limitatamente alla pianificazione urbanistica comunale, si intende per: a) proponente: l'ufficio comunale o il soggetto privato che elabora il piano urbanistico; b) autorità procedente: la pubblica amministrazione che elabora il piano o il programma soggetto alle disposizioni della presente legge, ovvero nel caso in cui il soggetto che predispone il piano o il programma sia un diverso soggetto pubblico o privato, la pubblica amministrazione che recepisce, adotta o approva il piano o il programma; c) autorità competente: la Giunta comunale; d) (ABROGATA); 2. Ai sensi dell'articolo 6, comma 3, del decreto legislativo 152/2006, sono considerate piccole aree a livello locale: a) le aree oggetto di varianti non sostanziali agli strumenti urbanistici comunali di cui all'articolo 63, comma 5, della legge regionale 23 febbraio 2007, n. 5 (Riforma dell'urbanistica e disciplina dell’attività edilizia e del paesaggio); b) le aree interessate dai piani particolareggiati comunali ancorché' comportino variante agli strumenti urbanistici nei limiti di cui alla lettera a). 3. Per i piani urbanistici di cui all'articolo 6, comma 3, del decreto legislativo 152/2006, che determinano l'uso di piccole aree a livello locale così come definite al comma 2 e per tutti i piani e varianti agli strumenti urbanistici comunali di cui all'articolo 6, comma 3 bis, del decreto legislativo 152/2006, l'autorità competente valuta, sulla base della relazione allegata al piano e redatta dal proponente con i contenuti di cui all'allegato I della parte II del decreto legislativo 152/2006, se le previsioni derivanti dall'approvazione del piano possono avere effetti significativi sull'ambiente. 3 bis. Qualora, ricorrendone i presupposti, uno strumento urbanistico comunale possa essere variato con accordo di programma, ai sensi dell'articolo 24 della legge regionale 5/2007 e successive modifiche, con le procedure di cui all'articolo 19 della legge regionale 20 marzo 2000, n. 7 (Testo unico delle norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso), e successive modifiche, la valutazione ambientale strategica o la verifica di assoggettabilità di cui all'articolo 12 del decreto legislativo 152/2006 e successive modifiche, viene fatta sugli elaborati previsti per lo strumento urbanistico che si intende variare, relativamente all'ambito oggetto dell'accordo di programma e al suo congruo intorno. Note: 1Aggiunto il comma 3 bis da art. 35, comma 1 lettera b ), L. R. 13/2009 2Sostituita la lettera b ), comma 1 da art. 35, comma 1 lettera a ), L. R. 13/2009 3Abrogata la lettera d ), comma 1 da art. 3, comma 25, L. R. 24/2009

Estratto - Legge regionale 5 dicembre 2008 n.16, art. 4

Valutato che l’Amministrazione comunale di Flaibano ha l’obiettivo di procedere alla revisione del proprio Piano regolatore generale, nel traguardare tale obiettivo, l’applicazione delle disposizioni legislative in materia ambientale, prevede l’attivazione della Valutazione ambientale strategica, intesa come quel processo contenuto, che si sonda lungo l’interno ciclo di vita del piano allo scopo di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’elaborazione e approvazione di piani e programmi.

5

2 PERCORSO INTEGRATO VARIANTE- VAS

2.1 Suggerimenti e pareri per la formazione del Piano

I soggetti competenti in materia ambientali coinvolti nel processo di VAS, consultati in fase di Rapporto ambientale preliminare, hanno fatto pervenire i pareri sintetizzati di seguito:

ARPA FVG (parere del 24/09/2012- protocollo 0009272-24/09/2012) I suggerimenti dell’ARPA FVG si riferiscono all’elaborazione del Rapporto ambientale attraverso i contenuti dell’allegato VI del Decreto legislativo 152/2006 e smi. Con particolare attenzione alle problematiche riguardanti le zone vulnerabili da nitrati, al SIC Magredi di Coz, e alla Zona Umida IWC.

REGIONE FVG - DIREZIONE CENTRALE AMBIENTE – ENERGIA E POLITICHE PER LA MONTAGNA (parere del 01/08/2012 –protocollo 26155) Si chiede di evidenziare le eventuali significatività delle azioni della variante generale al PRGC rispetto al SIC IT3320024 Magredi di Coz soprattutto in rapporto a nuove aree di espansione edilizia e/o interventi infrastrutturali in prossimità delle aree tutelate.

AZIENDA PER I SERVIZI SANITARI n 4 “Medio Friuli” - (parere del 20/08/2012 –protocollo 66690/DD4) Il parere dell’ASS 4 Medio Friuli concorda con il documento di scoping riguardo la scelta di utilizzare il modello DPSIR sia in fase di analisi che di monitoraggio e invita ad approfondire soprattutto alcuni aspetti che riguardano eventuali inconvenienti dovuti agli allevamenti zootecnici, alla presenza di una cava, all’agricoltura intensiva.

3 ILLUSTRAZIONE DEI CONTENUTI DEGLI OBIETTIVI PRINCIPALI DEL PIANO E PROGRAMMA

Le finalità della variante in oggetto sono state definite prendendo in considerazione le principali dinamiche e criticità comunali al fine di garantire: un utilizzo razionale del territorio la valorizzazione e la tutela del sistema paesaggistico e naturale uno sviluppo coerente con gli schemi internazionali, nazionali e regionali.

Per arrivare alla formulazione delle macro tematiche generali che rappresentano gli ambiti di intervento e i relativi quattro sistemi (declinati poi in sottosIstemi)

SISTEMA INSEDIATIVO Soddisfare il bisogno abitativo contenendo il consumo di suolo SISTEMA PRODUTTIVO Consolidare le attività esistenti, incentivando le migliori tecnologie per limitare gli impatti sull’ambiente SISTEMA AMBIENTALE Conservare e tutelare le risorse ambientali e la qualità del paesaggio SISTEMA INFRASTRUTTURALE Migliorare il sistema della mobilità interna e esterna e la sicurezza dei cittadini

Fino ad arrivare alle azioni: le scelte della variante dirette e regolative che la variante individua per raggiungere gli obiettivi prefissati.

6

1.1. Obiettivi generali e azioni

Nel processo di formazione della variante, prendendo in considerazione gli indirizzi generali dettati dalla LR 5 del 2007 e dalle informazioni ricavate dal Quadro Conoscitivo elaborato, si è giunti ad una più specifica formulazione degli obiettivi specifici correlati ai sistemi territoriali, riportati nella tabella seguente:

SISTEMA INSEDIATIVO URBANO ricercare , per quanto riguarda il centro storico del Capoluogo e di San Odorico, forme di assetto che garantiscano una maggiore gestibilità urbanistica ricalibrare lo sviluppo insediativo residenziale, soprattutto in funzione del recupero delle aree storiche centrali indirizzare la rimanente necessità di insediabilità nelle aree di completamento e di espansione poste lungo direttrici tendendo, per quanto possibile, al consolidamento della struttura insediativa esistente, nella salvaguardia dell’assetto urbanistico storico dimensionare la dotazione di aree per attrezzature e servizi per le reali esigenze della collettività

SISTEMA AGRICOLO confermare e favorire il suo sviluppo recuperare sotto il profilo ambientale e paesaggistico le aree riordinate favorire una migliore compatibilizzazione degli allevamenti esistenti anche attraverso la loro rilocalizzazione in aree adeguate, per distanza, dai centri abitati, utilizzando eventualmente anche le aree riordinate nell’ambito di un auspicabile recupero ambientale, senza tuttavia ridurne la produttività

SISTEMA INDUSTRIALE-ARTIGIANALE favorire il consolidamento di tale area, mirando all’insediamento di attività che non determinino eccessivo impatto, in relazione all’eventuale coinvolgimento del Comune nel Distretto alimentare e, comunque ricercando tutte quelle forme di mitigazione paesaggistica e ambientale che richiede il contesto, soprattutto quello residenziale valutare la possibilità di individuare aree idonee alla sosta prolungata dei mezzi pesanti, anche attrezzate, in posizione tale da evitare conflittualità con gli insediamenti residenziali e con la viabilità, soprattutto con riferimento a quella territoriale riconfermare e favorire – all’interno di una verifica di compatibilità urbanistica e ambientale – la convivenza di attività artigianali di servizio all’interno dei centri urbani, nel rispetto delle esigenze igienico-sanitarie e ambientali, nel tentativo di rivitalizzare i centri stessi e restituire lo storico rapporto tra residenza e luogo di lavoro

SISTEMA COMMERCIALE soddisfare il fabbisogno primario della popolazione attraverso l’incentivazione di tali tipologie commerciali all’interno delle aree centrali delle frazioni ed eventualmente dettare le forme per risolvere i problemi di carenza di funzionalità urbanistica degli esercizi esistenti con riferimento alla tutela della viabilità, all’esigenza di parcheggi, all’organizzazione delle aree ed alla razionalizzazione degli accessi

SISTEMA AMBIENTALE E PAESAGGIO valorizzare le valenze ambientali e paesaggistiche anche favorendo fruizioni per attività compatibili con l’agricoltura, quali quelle per lo svago e il tempo libero, senza che ciò produca alterazione dei caratteri peculiari del sistema ambientale naturale.

SISTEMA VIABILITA’ confermare le previsioni vigenti sulla viabilità territoriale, ricercando le soluzioni più praticabili per superare i nodi di maggiore conflittualità con i sistemi insediativi e con le viabilità di livello inferiore, in armonia con le previsioni del Piano regionale delle infrastrutture di trasporto, della mobilità delle merci e della logistica garantire la funzionalità e la sicurezza della viabilità presente attraverso il controllo dell’apertura di eventuali nuovi accessi o l’adeguata attenzione su eventuali nuovi innesti, oltre a migliorare le connessioni interfrazionali sviluppare il sistema in modo organico e completo su tutto il territorio comunale, in connessione con i percorsi presenti o previsti nei Comuni limitrofi, ripercorrendo dove possibile i tracciati storici esistenti e valorizzando con le connessioni le valenze paesaggistiche/ambientali e le permanenze storiche

7

Sistema obiettivi e azioni della variante

Sistema Obiettivi generali Ambiti AZIONI 1 riconoscere l’ area il tumulo protostorico AMBITI DI per il rilevante carattere storico culturale e INTERESSE promuovere le necessarie conservazione e STORICO valorizzazione

. 2 tutela, il recupero e la valorizzazione del complesso Villa Marangoni-•Masolini e degli elementi storico-•architettonici presenti

3 Conservare e valorizzare l’assetto edilizio

urbanistico dei centri soprattutto dei fronti

strada e delle parti a pettine recuperando le

forme compositive della tradizione locale OB1 ricercare , per quanto riguarda il 4 Promuovere il recupero del centri storici centro storico del Capoluogo e di San attraverso una semplificazione normativa e Odorico, forme di assetto che attraverso la ricucitura delle aree sfrangiate garantiscano una maggiore gestibilità con l’individuazione di nuove aree da urbanistica; utilizzare in forma diretta e, per un caso, OB2 ricalibrare lo sviluppo insediativo attraverso il piano attuativo. residenziale, soprattutto in funzione

del recupero delle aree storiche 5 A7 Ambiti pertinenziali di valorizzazione centrali; delle valenze ambientali e di protezione delle

OB3 indirizzare la rimanente necessità compagini edilizie e insediative storiche di insediabilità nelle aree di

completamento e di espansione poste 6 B1 e 2 Conservazione e recupero dei lungo direttrici tendendo, per quanto AMBITI DI caratteri storici ancora presenti possibile, al consolidamento della COMPLETAMENTO struttura insediativa esistente, nella salvaguardia dell’assetto urbanistico storico; 7 saturazione dei lotti liberi secondo un disegno funzionale assicurando continuità OB4 dimensionare la dotazione di urbana aree per attrezzature e servizi per le reali esigenze della collettività. 8 Riorganizzazione del disegno insediativo AMBITI DI compattando la nuova edificazione ESPANSIONE

Sistemaresidenziale e dei servizi

AMBITI 9 inedificabilità delle aree di VP, consentendo INTERSTIZIALI esclusivamente modesti interventi edilizi per attività agricola complementare e ad attrezzature private di supporto alla residenza

10 riconoscere le attrezzature esistenti OB5 confermare nella loro razionalizzandole e completandone il localizzazione le infrastrutture a rete SERVIZI disegno, la dotazione e le connessioni esistenti, con le relative servitù.

OB 6 garantire il corretto inserimento paesaggistico delle eventuali nuove infrastrutture 11 Sulla base del progetto generale approvato Realizzazione degli impianti secondo le necessità evidenziate dagli specifici Enti (nuova centrale SNAM)

12 disciplinare la collocazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili , individuando le aree per due impianti idroelettrici

8

Sistema Obiettivi generali Ambiti AZIONI 13 consentire il completamento dell’area OB7 favorire il consolidamento AMBITO esistente a sud-ovest, confermando quanto già dell’ area esistente, mirando ARTIGIANALE- previsto in termini di mitigazione ambientale e INDUSTRIALE all’insediamento di attività che paesaggistica non determinino eccessivo 14 Prevedere per l’area a nord di S. Odorico impatto, in relazione all’eventuale un’ organizzazione esclusivamente per la coinvolgimento del Comune nel sosta e la manutenzione degli automezzi Distretto alimentare per trasporto 15 riconoscere gli insediamenti singoli OB8 valutare la possibilità di esistenti, consentendone il consolidamento individuare aree idonee alla sosta in loco prolungata dei mezzi pesanti, 16 Consentire lo sfruttamento dell’area per anche attrezzate, attività estrattive ricercando tutte le forme possibili di mitigazione paesaggistica 0B9 riconfermare e favorire all’interno di una verifica di compatibilità urbanistica e ambientale la convivenza di attività artigianali di servizio all’interno dei centri urbani, nel rispetto delle esigenze igienico-

sanitarie e ambientali, nel tentativo di rivitalizzare i centri stessi e restituire lo storico rapporto tra residenza e luogo di lavoro

17 Area alberghiera riconoscere lo stato di AMBITO fatto, apportando i correttivi possibili al fine di

Sistemaproduttivo OB10 riqualificazione e recupero COMMERCIALE?? migliorare la compatibilità con il sistema viario di fabbricati fattiscenti per funzione principale. compatibile

OB11 confermare e favorire lo AMBITO sviluppo agricolo; AGRICOLO 18 Limitare gli usi impropri del territorio rispetto alla attività agricola intensiva apportare OB12 recuperare sotto il profilo correttivi di carattere ambientale e ambientale e paesaggistico le paesaggistico per cercare di restituire la aree riordinate; complessità del paesaggio

OB13 favorire una migliore compatibilizzazione degli allevamenti esistenti anche attraverso la loro rilocalizzazione 19 confermare l’esistente e consentire negli in aree adeguate, utilizzando estesi territori riordinati la localizzazione di eventualmente anche le aree allevamenti zootecnici industriali per riordinate nell’ambito di un garantire il proseguo di questa attività in auspicabile recupero ambientale, condizioni ambientali e paesaggistiche senza tuttavia ridurne la adeguate produttività.

9

Sistema Obiettivi generali Ambiti Obiettivi di progetto/AZIONI 20 Creare una fascia cuscinetto tra l’ARIA e

il territorio agricolo riordinato OB14 recepire e confermare le indicazioni sovraccomunali specifiche, 21 Mantenere i prati stabili nella loro OB15 valorizzare le valenze ambientali naturalità biologica e paesaggistiche favorendo fruizioni per attività compatibili con l’agricoltura, quali quelle per lo svago e il tempo 22 Creazione di un’area di filtro inedificabile libero, senza che ciò produca tra l’edificato e l’agricolo VP alterazione dei caratteri peculiari del sistema ambientale naturale. 23 Riconoscere l’alto valore ecologico dell’ARIA suddividendolo in 4 sottozone per maggior tutela

24 Salvaguardia del SIC Magredi / Prati di

Coz ripristinando le parti degradate

Sistemaambientale del e paesaggio

Sistema Obiettivi generali Ambiti Obiettivi di progetto/azioni

OB16 confermare le previsioni AMBITO 25 Connessioni con i luoghi più rappresentativi

vigenti sulla viabilità territoriale, INFRASTRUTTUR del territorio comunale, al fine di costituire una

ricercando le soluzioni più E rete di collegamento ciclo/pedonale anche con

praticabili per superare i nodi di altre realtà urbane limitrofe maggiore conflittualità con i sistemi insediativi e con le viabilità di livello inferiore, 26 Una attenta progettazione degli accessi

OB17 garantire la funzionalità e la sicurezza della viabilità presente attraverso il controllo dell’apertura

di eventuali nuovi accessi o Sistemainfrastrutture l’adeguata attenzione su eventuali nuovi innesti, oltre a migliorare le connessioni interfrazionali.

10

2. Obiettivi e rapporto con altri Piani e programmi

2.1. L’analisi di coerenza

Ai sensi del D. Lgs. 152/06 e della Direttiva Comunitaria 2001/42/CE, il Rapporto Ambientale deve prevedere l’illustrazione della coerenza del Piano/Programma con altri Piani e Programmi pertinenti. Nel caso in esame, valutati i contenuti delle direttive impartite dal Consiglio comunale è stata effettuata una ricognizione dei Piani e Programmi vigenti presso il Comune di Flaibano e della strumentazione sovraordinata. A tal fine, i Piani e Programmi che saranno oggetto di analisi e successiva verifica di coerenza con gli obiettivi prefissati, risultano essere i seguenti:

1) Piano urbanistico regionale generale 2) Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2007 - 2013 3) Piano regionale per il miglioramento della qualità dell’aria 4) Piano di azione regionale in materia di inquinamento atmosferico 5) Piano per l’assetto idrogeologico dei bacini idrografici del Fiume Isonzo, Tagliamento, Piave, Brenta - Bacchiglione 6) Piano regionale di tutela delle acque 7) Piano energetico regionale 8) Piano regionale delle infrastrutture di trasporto, della mobilità, delle merci e della logistica 9) Piano regionale della viabilità ciclistica

2.2. Piano urbanistico regionale generale Coerenza con gli obiettivi generali

Obiettivi del Sistema dell’ambiente e del paesaggio La variante risulta coerente con il Piano Urbanistico Regionale, come si può constatare dall’analisi degli obiettivi che riguardano la salvaguardia delle valenze ambientali favorendo la fruizione senza compromettere le risorse naturali, ambientali e paesaggistiche. (OB15).

Obiettivi del Sistema degli insediamenti (residenza e produzione e commercio) Il nuovo Piano persegue l’uso razionale delle risorse soprattutto attraverso obiettivi di completamento e riqualificazione del tessuto insediativo, limitando il consumo di suolo (OB2) e incentivando il recupero delle aree storiche. Sviluppare l’obiettivo di favorire il consolidamento delle aree esistenti attraverso verifiche di compatibilità ambientale (OB7 e OB9) e recuperare i fabbricati fatiscenti (OB10)

Obiettivi del Sistema delle infrastrutture L’obiettivo (OB16 e OB 17) di razionalizzare la viabilità esistente prevede di realizzare interventi per la gestione del flusso veicolare interno favorendo al sicurezza della popolazione concorda con la finalità del PURG

2.3. Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2007 - 2013

Coerenza con obiettivi generali

Obiettivi del Sistema dell’ambiente e del paesaggio Il nuovo Piano promuove l’ agricoltura attraverso la valorizzazione del paesaggio e dell’ambiente (OB11-OB12) favorendo le realtà esistenti al fine di creare le condizioni per sostenere la formazione di nuove strutture agricole.

11

Obiettivi del Sistema degli insediamenti (residenza e produzione e commercio) Gli obiettivi del nuovo Piano sono coerenti con le indicazioni del PSR rivolte a promuovere uno sviluppo degli allevamenti (OB13)riducendo gli impatti negativi sull’ambiente attraverso l’innovazione delle aziende

Obiettivi del Sistema delle infrastrutture -non pertinente

2.4. Piano d’azione regionale per il miglioramento della qualità dell’aria

Coerenza

Obiettivi del Sistema dell’ambiente e del paesaggio La conferma della superficie naturale esistente, la promozione di una agricoltura compatibile, favorisce la riduzione dell’inquinamento atmosferico (OB15), nello specifico la creazione di un’area filtro tra il perimetro dell’ARIA e la zona agricola estensiva aiuta a migliorare la qualità dell’aria

Obiettivi del Sistema degli insediamenti Il nuovo Piano persegue l’obiettivo di limitare le emissioni inquinanti in atmosfera soprattutto attraverso gli obiettivi che portano alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente (OB2recupero delle aree storiche centrali), favorire il consolidamento delle imprese insediate perseguendo un miglioramento dei livelli di compatibilità ambientale (OB7)

Obiettivi del Sistema delle infrastrutture Essendo il traffico veicolare una tra le principali fonti di emissioni in atmosfera, gli obiettivi del piano promuovono la mobilità sostenibile attraverso interventi di ristrutturazione della viabilità locale

2.5. Piano di azione regionale in materia di inquinamento atmosferico

Coerenza obiettivi generali

Obiettivi del Sistema dell’ambiente e del paesaggio Gli obiettivi del nuovo Piano d’azione presuppongono la tutela e la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, le finalità perseguite dal piano sono coerenti per quanto riguarda l’attenzione per le risorse naturali, ambientali e paesaggistiche

Obiettivi del Sistema degli insediamenti Gli obiettivi del nuovo Piano sono in coerenza in quanto volti a favorire edifici con elevati standard di comaptibilità ambientale

Obiettivi del Sistema delle infrastrutture Gli obiettivi che favoriscono la mobilità sostenibile e la razionalizzazione della rete viaria locale vanno nella stessa direzione delle finalità del piano d’azione regionale incentivando la mobilità ciclo-pedonale.

2.6. Piano per l’assetto idrogeologico dei bacini idrografici del Fiume Isonzo, Tagliamento, Piave, Brenta- Bacchiglione

Coerenza

Obiettivi del Sistema dell’ambiente e del paesaggio Il nuovo Piano tutela le parti di territorio di interesse naturalistico, forestale, idrogeologico e paesaggistico garantendo nel contempo il mantenimento delle attività agricole in atto in modo che possano concorrere alla salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio

12

Obiettivi del Sistema degli insediamenti Le previsioni del nuovo Piano riguardanti il sistema insediativo recepiscono le prescrizioni PAI che individua le criticità del territorio (NTA)

Obiettivi del Sistema delle infrastrutture Le previsioni del nuovo Piano riguardanti il sistema infrastruttturale recepiscono le prescrizioni PAI che individua le criticità del territorio (NTA)

2.7. Piano regionale di tutela delle acque Coerenza

Obiettivi del Sistema dell’ambiente e del paesaggio Gli obiettivi del nuovo Piano riguardano la salvaguardia del sistema idrico disciplinando gli usi e le funzioni delle aree limitrofe ai corsi d’acqua principali (OB14 e OB15)

Obiettivi del Sistema degli insediamenti Il nuovo Piano persegue l’uso razionale delle risorse idriche attraverso obiettivi di riqualificazione degli usi agricoli compatibili, attraverso il miglioramento delle strutture produttive esistenti, riducendo gli impatti negativi sulle risorse naturali (OB9 e OB13)

Obiettivi del Sistema delle infrastrutture Non pertinente

2.8. Piano energetico regionale

Coerenza Obiettivi del Sistema dell’ambiente e del paesaggio L’obiettivo mantenere la superficie naturale esistente realizzando la fascia di decellerazione tra l’ARIA e la parte agricola produce sicuramente un miglioramento della qualità dell’aria.

Obiettivi del Sistema degli insediamenti

Il nuovo Piano persegue l’obiettivo di limitare le emissioni inquinanti in atmosfera e migliorare la

qualità dell’aria attraverso gli obiettivi di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e

attarverso l’inserimento di nuove infrastrutture per la produzione di energia sul territorio

comunale (OB 6)

Obiettivi del Sistema delle infrastrutture Razionalizzare il sistema viario esistente porta ad un miglioramento dei flussi di traffico e ad una diminuzione degli inquinanti in atmosfera

2.9. Piano regionale delle infrastrutture di trasporto, della mobilità, delle merci e della logistica

Coerenza obiettivi principali

Obiettivi del Sistema dell’ambiente e del paesaggio Non attinente

Obiettivi del Sistema degli insediamenti Non pertinente

Obiettivi del Sistema delle infrastrutture Gli obiettivi del nuovo Piano razionalizzano la viabilità del territorio comunale nelle confluenze della viabilità locale esistente in un’ottica massimizzare la sicurezza per i cittadini, soprattutto a

13

livello di intersezioni che interessano ambiti commerciali.(OB16)

2.10. Piano regionale della mobilità ciclistica

Coerenza con obiettivi principali

Obiettivi del Sistema dell’ambiente e del paesaggio Gli obiettivi del nuovo Piano vanno verso una direzione di mitigazione dell’impatto delle infrastrutture sul territorio anche attraverso la connessione con percorsi ciclabili-pedonali

Obiettivi del Sistema degli insediamenti Non pertinente

Obiettivi del Sistema delle infrastrutture Gli obiettivi del nuovo Piano promuovono la realizzazione di percorsi ciclo-pedonali alternativi e sostitutivi all’uso dei mezzi a motore che valorizzino le aree a valenza naturalistica e paesaggistica. Inoltre razionalizza alcune parti della viabilità del territorio comunale in un’ottica di sicurezza per i cittadini. (OB17)

14

3. ANALISI DEL CONTESTO AMBIENTALE

La rappresentazione dello stato dell’ambiente e delle risorse del territorio necessita della raccolta delle informazioni esistenti per costruire un quadro rappresentativo della situazione reale sintetico e che riesca ad individuare chiaramente le relazioni fra lo stato delle risorse, le attività umane e i fattori di pressione. E’ un’operazione complessa, effettuata attraverso l’utilizzo di una serie di indicatori. Gli indicatori, dunque, sono gli strumenti che danno una rappresentazione sintetica del fenomeno indagato, traducendo in dati facilmente comprensibili informazioni di tipo quantitativo che di tipo qualitativo. Secondo l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), per essere efficaci gli indicatori devono avere le seguenti caratteristiche:

Rilevanza Consistenza analitica Misurabilità.

Quindi la scelta degli indicatori può variare a seconda delle caratteristiche del territorio e degli scopi dell’analisi. I requisiti ritenuti fondamentali per la scelta degli indicatori sono stati individuati in queste caratteristiche:

 pochi  semplici  strategici  di processo (trend)  calcolabili (monitorati statisticamente)

Lo schema che più comunemente viene utilizzato è denominato DPSIR, cioè Driving forces, Pressure, State, Impact e Response, elaborato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) e usato dall’ANPA per lo sviluppo del sistema conoscitivo e dei controlli in campo ambientale. È stato adottato dalla EEA (European Environmental Agency), con il fine di proporre una struttura di riferimento generale, un approccio integrato nei processi di reporting sullo stato dell’ambiente, effettuati a qualsiasi livello europeo o nazionale.

Nei casi possibili, vista la limitatezza dei dati disponibili, si è scelto di utilizzare lo schema DPSEEA dell’OMS, consigliato dai dell’ASS 4 Mediofriuli, che suddivide ulteriormente gli impatti prodotti sul sistema dalla trasformazione in: esposizioni (livello di) ed effetti (salute e benessere e sostituisce le Risposte con le Azioni.

Per il territorio di Flaibano sono stati raccolti i dati disponibili che riguardano gli aspetti ambientali di interesse comunale per fornire un quadro globale ed integrato delle condizioni dell’ambiente e del territorio. Il set di indicatori scelti, dunque, non sono solo di carattere ambientale, ma anche di ordine economico e sociale al fine di rappresentare un utile e completo strumento di conoscenza e orientare le scelte verso i principi di sostenibilità ambientale, economica e sociale. L’eventuale difficoltà di reperire le informazioni necessarie ad un completo ed esauriente quadro della situazione del territorio è legata al fatto che è ancora molto limitata la disponibilità di banche-dati. Inoltre gli indicatori che sono stati ritenuti utili per spiegare il territorio e la sua evoluzione, sono stati organizzati secondo i temi definiti all’interno della Direttiva Europea 2001/42/CE. Le tipologie di indicatori usati: Indicatore quantitativi con standard di legge Valori quantitativi con “soglia di legge”, consentono di calcolare il grado di sostenibilità Indicatori quantitativi senza standard di legge E’ possibile effettuare una valutazione quantitativa sulla base di specifici criteri, quali una soglia fisica definita ad hoc (ad esempio il consumo di suolo, la portata di acqua potabile, la capacità di depurazione dei reflui, ecc)

15

3.1. Il contesto territoriale

E’ necessaria, per effettuare una iniziale valutazione degli orientamenti della variante, una sintetica descrizione delle principali tematiche ambientali che compongono il territorio comunale di Flaibano e per individuare le possibili criticità presenti e orientare le linee guida per la formulazione del piano. Le problematiche emerse da questa prima analisi saranno tenute in considerazione per l’elaborazione della variante di piano al fine di salvaguardare l’ambiente e il paesaggio, per costituire uno strumento di pianificazione nell’ottica della sostenibilità e ottenere un miglioramento della qualità della vita dei cittadini.

I principali dati dimensionali del comune sono i seguenti:

Superficie territoriale 17,24 Kmq Popolazione residente 1.209 Frazioni e località San Odorico al Tagliamento, Fari, San Duri

3.2. Il clima

Il clima del territorio comunale di Falibano può essere classificato come temeprato-umido. Infatti il sistema alpino ripara la regione dal diretto afflusso dei venti settentrionale, mentre da ovest e da est arrivano altre masse d’aria. I dati disponibili riguardanti la situazione meteoclimatica derivano dalle stazioniOSmer di e , a circa 10 e 15 km di distanza da Flaibano Dallo Studio di Impatto ambientale redatto per la centrale SNAM risulta che per il sito di la direzione prevalente dei venti è NNE, e iv enti sono molto frequenti da tutto il quadrante NE, con una velocità media complessiva tra 1 m/s e 2.6 m/s. 16

Per quanto riguarda l’umidità relativa la figura ne mostra la distribuzione , la maggior pare dei valori supera il 70%.

La temperatura media mensile ha un tipico andamento “a campana” con picchi soprattuttonei mesi di luglio e agosto. Nell’analisi delle precipitazioni totale annuale misurata nelle stazioni di Fagagna e Codroipo si osserva che i valori relativi a fagagna sono compresi tra i 941 mm del 2003 e i 2013 mm del 1998, mentre per Codroipo tra i 906 mm del 2001 e i 1514 mm del 1998.

anno Fagagna (mm) Codroipo (mm) 1997 1236 ND 1998 2103 ND 1999 1328 ND 2000 1496 1219 2001 1251 906 2002 1661 1440 2003 941 966 2004 1659 1514 2005 1447 1153

Andamento precipitazioni mensili

Parametri e Indicatore Unità di Componenti indicatori Descrizione Fonte DPSEEA misura DPSEEA Fornire informazioni S Temperatura Gradi OSMER FVG su eventuali S Precipitazioni mm/h OSMER FVG Clima problematiche S Vento esistenti Km/h OSMER FVG

17

3.3. La componente acqua

3.3.1. Le acque superficiali

Al confine ovest del territorio comunale scorre il fiume Tagliamento, mentre all’interno del territorio sono presenti due canali: la roggia di S. Odorico e il canale Giavons. Il fiume Tagliamento è il più importante corso d’acqua del territorio regionale; nasce dalle sorgenti ubicate sotto il Passo della Mauria (1195 m) sulle pendici orientali del monte Miaron; il suo corso iniziale raccoglie numerosi affluenti tra i quali Lumiei, Degano e But. Il primo tratto si sviluppa per circa 60 km con direzione da ovest ad est fino alla confluenza in sinistra idrografica con il fiume Fella (presso la località di Carnia).Da qui il corso piega verso sud e sud-ovest per scavalcare l’anfiteatro morenico dell’alta pianura friulana per poi attraversarla fino a sfociare nel mare Adriatico dopo aver percorso circa 158 km. L’area totale del bacino idrografico consta di 2560 kmq alla foce. A valle del bacino montano il Tagliamento ha un alveo ampio, completamente occupato solo in condizioni di piene eccezionali; infatti l’alveo attivo è largo qualche centinaio di metri, del tipo pluricursale intrecciato con fondo ghiaioso-sabbioso.

Tra Pioverno e la stretta di Pinzano le acque si infiltrano nel materasso ghiaioso, alimentando la falda subalvea e soprattutto l’acquifero della Piana di -Gemona. Questo acquifero sotterraneo ha importanza fondamentale nell’idroeconomia del Friuli, in quanto costituisce una grande riserva d’acqua di buona qualità, utilizzabile specialmente per uso potabile. Nella parte meridionale della Piana è infatti presente la presa acquedottistica di Molin del Bosso in Comune di , gestita dal CAFC S.p.A., che fornisce acqua potabile a gran parte dei Comuni della Pianura friulana udinese fino al mare. Per il Comune di Flaibano:

L’altro importante corso d’acqua esistente sul territorio comunale è la Roggia di S. Odorico che attraversa l’omonimo centro abitato ed è tutelata dal punto di vista paesaggistico..Il reticolo idrografico del territorio, quindi, è costituito da corsi d’acqua fortemente alluvionati, generalmente con alvei secchi (le acque scorrono di norma in subalveo) e da una rete di canali artificiali e rogge. Nel poligono dei riordini fondiari in provincia di

18

Udine l’idrografia superficiale è limitata al canale del Giavons completamente sistemato con sponde in cemento.

Il canale Giavons nasce dalal derivazione delle acque del Tagliamento nei rpessi di Gemona, risulta interrato nel tratto dia ttraversamento dell’abitato di Flaibano fino al confine comunale., in questo tratto, Il suo tracciato è stato rettificato successivamente riemerge per riprendere il tracciato originario. Il territorio di Flaibano è interessato da un reticolo di canali di irrigazione (talora in cemento) sopprasso quasi interamente dal riordino fondiario L’ARPA, per valutare la qualità dello stato ecologico dei corpi idrici superficiali, ha effettuato un monitoraggio sul territorio regionale classificando 424 corpi idrici interni in base a un giudizio esperto formulato sulla base della presenza di tre elementi biologici rilevati dall’analisi (diatomee, macrofite e macroinvertebrati). Dalla classificazione dei corpi idrici regionali, illustrata nella figura seguente, è possibile osservare che le condizioni migliori sono state rilevate nella zona montana, mentre lo stato ecologico peggiora avvicinandosi alle zone della bassa pianura friulana Per quanto riguarda le stazioni di monitoraggio, si segnala che sul territorio comunale di Flaibano non sono presenti stazioni di campionamento. La postazione più vicina è localizzata in Comune di lungo il Fiume Tagliamento, per il quale si segnala uno stato ecologico “sufficiente” ma un giudizio esperto complessivo “buono”, come mostrato dalla scheda seguente

Localizzazione del sito di monitoraggio della qualità delle acque lungo il Fiume Tagliamento in Comune di Dignano.( ARPA FVG).

Parametri e Indicatore Unità di Componenti indicatori Descrizione Fonte DPSEEA misura DPSEEA ARPA: Stato di Valutare lo qualità delle Acque Potenziale stato dei corpi Classi di S acque superficiali ecologico idrici qualità superficiali superficiali interne

19

3.3.2. Le acque sotterranee

Il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2012 elaborato dall’ARPA, fornisce un quadro qualitativo sulla situazione di 61 corpi idrici sotterranei (Figura 6.8) che sono stati monitorati per valutare lo stato chimico e il rischio di inquinamento delle acque in riferimento agli standard comunitari individuati dal D.Lgs 30/2009 che fissa i seguenti valori di legge: - Nitrati: 50 mg/l - Sostanze attive nei pesticidi: 0,1 μg/l

Le principali cause di contaminazione delle acque sotterranee sono determinate dalle pressioni di natura agricola e industriale, e in particolar modo dalla concentrazione di nitrati e fitofarmaci che percolano nel terreno alterando la qualità delle falde freatiche e artesiane. Per quanto riguarda il Comune di Flaibano, le figure sottostanti, estrapolate dal RSA 2012 mostrano la presenza di concentrazioni poco significative di nitrati.

L’analisi dei dati raccolti a livello regionale ha permesso, in base al principio di cautela, di “considerare in buono stato chimico il corpo idrico nel quale sono rispettati, per ciascuna sostanza controllata, gli standard di qualità o i valori soglia in ognuno dei siti individuati per il monitoraggio (stazioni)” (ARPA, RSA 2012. Qualità delle acque sotterranee). Pertanto, l’attuale situazione dei corpi idrici è evidenziata nella Figura sottostante, dalla quale si può osservare che i corpi idrici sotterranei presenti all’interno del territorio comunale di Falibano sono classificati con una qualità buona (P05B), ad esclusione di un’area che presenta qualità scarsa, localizzata all’estremo orientale del territorio (P06).

Indicatore Parametri e Unità di Componenti Descrizione Fonte DPSEEA indicatori DPSEEA misura

Concentrazione di Valutare lo stato Acque ARPA, RSA S nitrati e di dei corpi idrici % sotterranee 2012 fitofarmaci superficiali

20

3.4. La componente aria

Class Soggiacenza La normativa vigente in materia di qualità dell’aria, rappresentata dal D.Lgs. 155/2010 del 13 agosto 2010, in e (m) applicazione della Direttiva 2008/50/CE "Relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in 10 0.0 2.0 Europa", si allinea definitivamente alla legislazione europea, imponendo il rispetto di valori limite di 9 2.0 3.5 concentrazione in atmosfera degli inquinanti considerati. Il Decreto, oltre a fornire una metodologia di riferimento per la caratterizzazione delle zone (zonizzazione), 8 3.5 5.0 definisce i valori di riferimento che permettono una valutazione della qualità dell’aria, su base annuale, in 7 5.0 7.0 relazione alle concentrazioni dei diversi inquinanti, fornendo inoltre le soglie di informazione e di allarme per 6 7.0 10.0 l’ozono 5 10.0 14.0 Per quanto riguarda la qualità dell’aria gli unici dati reperibili risalgono ai rilievi elaborati dalle centraline più 4 14.0 20.0 vicine al territorio di Flaibano. In linea d’aria sono ubicate nel territorio comunale di Udine, come si può 3 20.0 30.0 verificare dalle figure seguenti. Dall’analisi del territorio si stima che le fonti principali di inquinamento 2 30.0 60.0 atmosferico siano il traffico veicolare e i processi industriali presenti nella zona, oltre che la produzione di 1 >60.0 energia e riscaldamento domestico. Si rileva che in Comune di Flaibano non sono presenti centraline dedicate all’analisi della qualità dell’aria; le postazioni più vicine si trovano a Udine Per quanto riguarda gli ossidi di azoto, l'inquinamento appare generalmente fortemente localizzato nei pressi delle sorgenti di emissione, a causa dei tempi relativamente brevi di permanenza degli ossidi di azoto in atmosfera. Relativamente al sito in analisi, non sono disponibili dati tali da poter descrivere in modo analitico la situazione; pertanto, facendo riferimento al Piano di risanamento dell’aria del Friuli Venezia Giulia, si riportano i dati rilavati a livello regionale. I limiti previsti dal DM 60/2002 sono i seguenti: valore medio annuale del NO2 -

Fonte: Piano di risanamento dell’aria del Friuli Venezia Giulia

21

Dal medesimo documento è stata tratta la figura seguente relativa le concentrazioni di PM10. I limiti previsti dal DM 60/2002 per le polveri sottili sono i seguenti:

Comuni che presentano un maggior carico emissivo di polveri e indicazione delle emissioni puntuali. Fonte: Nuovo Piano di risanamento dell’aria del Friuli Venezia Giulia

La valutazione dei livelli di PM10 e il numero di superamenti ha permesso di identificare i Comuni da classificare nelle Zone di Risanamento. Tra questi non è compreso il comune di Flaibano.

22

zonizzazione per le polveri sottili

Parametri e Indicatore Unità di Componenti indicatori Descrizione Fonte DPSEEA misura DPSEEA Raggiungere ARPA, RSA Monitoraggio livelli di qualità Numero 2012, Piano delle sostanze dell’aria che non superament Aria S/P/E comportano Regionale inquinanti (NOx- i valori impatti per la miglioramento PM10-CO) soglia salute umana e qualità aria gli ecosistemi

23

3.5. La componente suolo

3.5.1. Caratteristiche – geomorfologia Il territorio del comune di Flaibano è situato nel tratto di pianura a sud dell’anfiteatro morenico del fiume Tagliamento e ricade all’interno della “Pianura pedemorenica”. La copertura che rappresenta la Pianura friulana poggia su un basamento riconducibile al cenozoico , il Flysch e in modo secondario al periodo mesozoico (rocce carbonatiche) Il Comune di Flaibano, secondo la classificazione dei suoli fornita dall’ERSA FVG, è caratterizzato per la quasi totalità del suo territorio da suoli Flaibano franchi molto ghiaiosi, sottili e suoli Flaibano franchi ghiaiosi, moderatamente profondi, facenti parte dell’unità cartografica B3 - Terrazzi e porzioni distali dei conoidi del sistema tilaventino, così definita: L’unità è costituita dalle porzioni distali dei conoidi costruiti dai principali scaricatori dell’anfiteatro morenico del Tagliamento e loro incisioni, attualmente occupate da corsi d’acqua sottodimensionati come il Corno ed il Côrmor, capaci di una debole azione deposizionale solo in prossimità dell’alveo attuale. I suoli che si trovano in questi grandi paleoalvei sono simili a quelli che si sono sviluppati sulle superfici principali dei conoidi, che risultano mediamente più profondi. Ciò significa che sebbene siano ovviamente più recenti dei sedimenti in cui sono scavati, la sedimentazione attiva all’interno di questi grandi alvei è cessata in tempi molto antichi, paragonabili a quello di deposizione dei conoidi principali.I terrazzi sono di tipo convergente, per cui i dislivelli tra le superfici tendono a diminuire fino ad annullarsi verso sud, dove è possibile che le superfici più recenti si sovrappongano a quelle più antiche.Il materiale parentale, che si rinviene inalterato a debole profondità, è costituito da ghiaie sabbiose litologicamente riconducibili al bacino montano del Tagliamento. Nell’unità si distinguono alcune aree particolarmente omogenee che corrispondono ai settori in cui c’è stato il riordino fondiario a scopo irriguo; gli appezzamenti hanno forme regolari e sono assenti le siepi, elemento che caratterizza, per contro, il paesaggio agrario delle porzioni non interessate dal riordino e frammentate in molti fondi di forma più irregolare. (ERSA FVG) Le aree limitrofe al corso del Fiume Tagliamento, sono invece classificate con l’unità cartografica D3 - Aree golenali medio-prossimali coltivate del Tagliamento, caratterizzate da Suoli Osoppo franco-sabbiosi molto ghiaiosi pietrosi, molto sottiliSuoli Iutizzo franco-sabbiosi ghiaiosi, sottili. L’unità cartografica è rappresentata dai terrazzi del Tagliamento che si trovano all’interno della zona golenale e che sono delimitati da scarpate; destinati ad un uso prevalentemente agricolo e solo in parte colonizzati da vegetazione ripariale o gestite a prato. Queste aree si possono considerare sufficientemente riparate e vengono esondate solo in occasione di eventi di piena eccezionale. La morfologia dovuta ad un corso d’acqua di tipo braided è ancora ben riconoscibile sul terreno con tracce recenti delle divagazioni del corso d’acqua. La granulometria dei depositi è varia, con prevalenza di frazioni grossolane quali ghiaie e sabbie. La litologia è prevalentemente calcarea.

Flaibano fa parte di una vasta area della alta pianura friulana che nel corso degli anni ’70 ed ’80 è stata interessata da una serie di interventi di riordino fondiario che avevano lo scopo di contrastare la frammentazione fondiaria attraverso la completa riprogettazione del paesaggio e la ridistribuzione delle proprietà sotto forma di appezzamenti rigorosamente rettangolari denominati “minime unità particellari”. Questo intervento, legato ad un’agricoltura puramente produttivistica, portarono a profonde modifiche alla struttura originaria del territorio, eliminando parte degli elementi caratteristici e delle infrastrutture ecologiche presenti: “Il terreno è povero di elementi nutritivi, ricco di scheletro e poco profondo. Rimane asciutto e scoperto dalla vegetazione per lunghi periodi dell’anno”. La copertura vegetale, infatti, è data dalla presenza esclusiva dell’avvicendamento colturale con mais, soia, medica, altri cereali, coltivata in grandi appezzamenti regolari, serviti da stradoni rettilinei tra loro ortogonali.

24

Struttura del territorio a nord ovest di Flaibano prima dei riordini fondiari. A destra: mappa progettuale di ricomposizione fondiaria, basata sulla creazione di “minime unità particellari” e di una rete viaria a maglia estremamente regolare fonte: Riqualificazione paesaggistica in un'area di riordino fondiario dell'Alta pianura friulana” FACCHINETTI - PERESSOTTI - ZERBI- TOMAT - ZULIANI

Il comune di Flaibano è quindi caratterizzato da un’estrema uniformità del territorio riordinato e da una regolarità geometrica della maglia costituita dalla viabilità rurale. Solo lungo le rive del fiume Tagliamento si possono riconoscere delle fasce semi-naturali che si diversificano notevolmente dal resto del paesaggio: tutta l’area è dominata da seminativi che hanno semplificato notevolmente la matrice strutturale dei luoghi e la biodiversità.

3.5.2. Rischio compattazione

Una delle criticità che riguarda la risorsa suolo del comune di Flaibano e la sua qualità è il rischio di compattazione: la compattazione è la “compressione” del suolo in un volume minore a seguito della diminuzione degli spazi esistenti tra le particelle che lo compongono , di norma interessa la parte più superficiale del suolo e comporta una riduzione della disponibilità d’acqua e di ossigeno a carico degli apparati radicali con limitazione della capacità dia assorbimento. Dall’analisi della carta del rischio emerge che circa il 30% dell’intero territorio di pianura e delle colline moreniche mostra un rischio forte. Le principali cause che generano il fenomeno della compattazione sono di tipo naturale, ma soprattutto antropico: traffico di macchine agricole, lavorazioni del suolo, pascolamento. La compattazione, a sua volta, può portare ad un aumento del ruscellamento superficiale e a fenomeni erosivi, favorendo anche la diminuzione del tasso di biodiversità e provocando la riduzione delle rese colturali e un abbassamento dei prodotti agricoli. La compattazione è dovuta al passaggio delle macchine operatrici: la pressione provocata provoca l’aumento della densità del suolo, riduzione della porosità, diminuzione del tasso di crescita delle radici e infiltrazione da parte dell’acqua.

3.5.3. Rischio nitrati

Il comune di Flaibano rientra tra le zone definite “zone vulnerabili da nitrati.In aree fortemente antropizzate l’origine dell’azoto è dovuto a due fattori:reflui civili e la fertilizzazione delle colture.Il problema derivante dai reflui civili è stato limitato grazie all’utilizzo di sistemi di depurazione efficienti.Per quanto riguarda invece, la fertilizzazione delle colture si può dire che la necessità di aumentare le produzione agricole per ettaro, l’utilizzo di piante esigenti in termini di azoto (per esempio il mais), l’abbandono dell’alternanza delle colture, lo 25 smaltimento dei rifiuti zootecnici come concime organico hanno generato una forte pressione che può tradursi in eccessivo apporto di nitrati nelle acque. Questo produce un eccessiva presenza di nutrienti negli ambienti acquatici con conseguente squilibrio delle situazioni naturali.Oltre a danni riguardanti gli ambienti acquatici, i nitrati presenti nelle acque potabili possono causare effetti nocivi sulla salute umana, tanto che la normativa vigente fissa un limite di 50 mg/l. Al fine di limitare l’apporto di n nutrienti, secondo la Direttiva 91/676/CEE, la regione FVG con Delibera di Giunta num 1246 del 26 iugno 2008, ha individuato la zona vulnerabile da nitrati di origine agricola. Questa zona comprende 67 comuni e si estende da Artegna a . e ha approvato con Delibera di Giunta num 1947 del 25 settembre 2008 il Programma di azione per conseguire il risanamento da nitrati di origine agricola.Si tratta di un regolamento che prevede divieti e limitazioni alla fertilizzazione, modalità e tempistiche di applicazione dei fertilizzanti, stoccaggi degli effluenti di allevamento. Tutto questo tenendo conto della modalità i conduzione dei terreni agricoli (rotazione, impiego concimi organici e inorganici) della vulnerabilità dei terreni.

3.5.4. Rischio idrogeologico

Il territorio di Flaibano, come anticipato nel paragrafo relativo alle acque superficiali, è attraversato dal Fiume Tagliamento , che scorre in direzione nord – sud lungo la fascia orientale del Comune, identificata dall’Area di Rilevante Interesse Ambientale ARIA n.– Fiume Tagliamento. Il PAI - “Piano Stralcio per l'assetto idrogeologico dei bacini dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave, Brenta- Bacchiglione,” fornisce dati e cartografie relativi al rischio idrogeologico dei territori limitrofi ai fiumi stessi. Le aree attraversate da torrenti, fiumi e corsi d’acqua fferenti ai relativi bacini, vengono classificate dal PAI in base a vari fattori, tra i quali la pericolosità idraulica che indica la probabilità, propria di una determinata area, di essere interessata da eventi di esondazione ed allagamento. La classificazione delle aree va da una pericolosità moderata (P1) a una pericolosità molto elevata (P4). Nell’immagine riportata di seguito, tratta dalla cartografia del PAI, sono individuate le aree fluviali presenti nel UC B2 Suoli Flaibano franchi molto ghiaiosi, sottili territorio comunale limitrofe all’ambito del Fiume Tagliamento, per le quali non si riscontra alcuna pericolosità idraulica.

UC B2 Suoli Flaibano franchi molto ghiaiosi, sottili Suoli Flaibano fr Suoli Flaibano fr anchi ghiaiosi, moderatamente profondi

Cartografia PAI relativa alla pericolosità idraulica per il comune di Flaibano

26

3.6. Uso del suolo

Attraverso la carta di uso del suolo, che rappresenta lo stato attuale di utilizzo del territorio, è possibile individuare gli elementi naturali e antropici che caratterizzano l’ambito del comune di Flaibano. La tabella e il grafico sottostanti mostrano l’estensione delle diverse aree presenti sul territorio comunale, calcolate rispetto all’intera superficie del Comune, pari a 17ettari. Si può subito osservare che la percentuale maggiore è occupata dalle zone agricole a seminativo, estese a più della metà del Comune.

Superficie Ambiti del territorio mq Aree urbane 939.603 Seminativo 287.808 Aree agricole antropizzate 915.850 Riordino 12.020.993 Vegetazione glericola/igrofila 637.808 Frutteti, vigneti 80.745 Rimboschimento 164.006 Bosco 271.584 Boschetti 17.910 Pioppeti 29.734 Prati stabili 132.229 SIC magredi 95.687 Prati arborati 129.268 Prati magri 210.880 Aree estrattive dismesse 13.516 Aree estrattive 224.482 Discariche abbandonate 4.489 Discariche di inerti 10.831 Corsi d’acqua 890.274

estensione degli ambiti presenti sul territorio calcolati rispetto a alla superficie complessiva del Comune.

Di seguito si riporta la mappa dell’uso del suolo per il Comune di Flaibano

27

Uso del suolo

28

All’interno della prima parte del progetto SUSPLAN, Pianificazione sostenibile in aree montane INTERREG VI Italia-Austria 2007-2012 PROGETTO SUSPLAN, è stata elaborata dal gruppo di lavoro PUNTO 3 - dott. Marco Duriavig, la “mappa dei valori” per tutto il territorio della Comunità collinare. La mappa tiene conto del valore determinato dalle risorse storico-culturali, ambientali, sociali e produttive per ogni singolo comune appartenente alla Comunità collinare. Il risultato per il Comune di Flaibano, individua come aree di grande valore l’ambito del fiume Tagliamento, i nuclei storici dei centri abitati e il SIC Magredi di Coz.

Il “valore” del territorio comunale di Flaibano

Indicatore Parametri e indicatori Unità di Componenti Descrizione Fonte DPSEEA DPSEEA misura Agricoltura Tipologia di agricoltura P intensiva/esten % Comune prevalente siva Limitare il Uso del suolo Suolo P/S/A consumo di mq/% Comune (impermeabilizzazione) suolo Limitare il Saturazione dei Piani di P/S consumo di % Comune attuazione suolo

29

3.7. Vegetazione e fauna

3.7.1. Aspetti vegetazionali

Per quanto riguarda le vegetazione non esistono studi approfonditi sull’area oggetto di indagine. Per questo motivo le informazioni sono state ottenute da osservazioni in campo e dai dati riportati sulla pubblicazione “Manuale degli Habitat del Friuli Venezia Giulia, Strumento a supporto della valutazione d’impatto ambientale (VIA), ambientale strategica (VAS) e d’incidenza ecologica (VIEc)”, 2006, realizzato dalla Regione in collaborazione con il Dipartimento di Biologia dell’Università di . Di seguito si riportano gli habitat presenti nel territorio comunale e le principali specie vegetali che li caratterizzano.

Per quanto riguarda le unità vegetazionali presenti sul territorio comunale si possono, quindi rilevare:

Vegetazione di greto e ripariale L’ambito golenale è sicuramente uno a delle aree più importanti dal punto di vista vegetazionale. I grandi gruppi ai quali si può fare riferimento sono: vegetazione pioniera erbacea di greto, saliceti pionieri di greto costituiti da arbusti (salix eleagnus e purpurea), boschi di salice bianco e pioppo nero, ontani ripariali e ontani bianchi (Salix alba, Populus alba, Populus nigra)

Boschi misti di latifoglie I boschi misi di latifoglie si localizzano lungo la scarpata golenale del fiume Tagliamento, terreni difficili da coltivare, e nel contesto planiziale, dovuti alla ri-forestazione. I boschi sono costituiti da farnia (quercus peduncolata), olmo (Ulmus minor), robinie e pioppi. Mentre sono presenti numerosi arbusti: nocciolo (Corylus avellana), biancospino (crataegus monogyns), sanguinella (Corpus sanguinea) prugnolo (Prunus spinosa) acero campestre (Acer campestris) e sambuco (Sambucus nigra)

Prati aridi Esistono ancora poche porzioni residue di territorio che possono essere definite come tali e sono formazioni erbacee che si sono mantenute nel tempo grazie al pascolamento. L’area più importante è senza dubbio quella denominata Prati di Coz, dove si trovano xerogramineti di tipo substeppico.

Siepi e filari Le siepi e i filari sono quasi del tutto assenti sul territorio di Flaibano. Le essenze maggiormente presenti negli sono costituite in prevalenza di specie arboree quali il platano - anche se raramente - (Platanus x hybrida), la farnia (Quercus robur), la robinia (Robinia pseudoacacia). La componente arbustiva che costituisce i filari esistenti è composta da prugnolo (Prunus spinosa), berberis vulgaris, sanguinella (Cornus sanguinea), ligustro (Ligustrum vulgare) e rovo (Rubus ulmifolius).

Vegetazione dei canali E’ costituita soprattutto da vegetazione idrofila e igrofila come la cannuccia di palude (Phragmites australis) giaggiolo acquatico (Iris pseudacorus)

Vegetazione di aree agricole Il territorio di Flaibano è stato interessato dal riordino fondiario e quindi per la maggior parte formato da aree coltivate ad agricoltura intensiva che si basa su specie annuali per la coltivazione e caratterizzato da una scarsa biodiversità.

30

3.7.2. Aspetti faunistici

Per quanto riguarda il territorio comunale non esistono monitoraggi della fauna o censimenti. Per questo motivo, per avifauna, rettili e anfibi si fa riferimento alle informazioni riportate sulla pubblicazione “Manuale degli Habitat del Friuli Venezia Giulia, Strumento a supporto della valutazione d’impatto ambientale (VIA), ambientale strategica (VAS) e d’incidenza ecologica (VIEc)”, 2006, realizzato dalla Regione in collaborazione con il Dipartimento di Biologia dell’Università di Trieste, mentre per i mammiferi si fa riferimento ai dati riportati sul Piano Faunistico Regionale 2008, che analizza la distribuzione di alcune singole specie tra le più importanti in Regione.

Avifauna La presenza della area golenale del Tagliamento, del SIC Prati di Coz e di vaste aree coltivate permette di riconoscere sul territorio di Flaibano un grande numero di specie ornitiche. Questa varietà va dalle specie più comuni legate alle aree agricole, ai boschetti e alle siepi presenti: tortore, cuculo, rondine, usignolo, merlo, cinciallegra, ghiandaia, cornacchia, passere, fringuello, verdone. A specie meno comuni come pendolino, strillozzo e picchio, piro piro piccolo, la sterna, l’occhione, al quaglia, l’averle, la cappellaccia, lo strizzalo.

Anfibi e rettili: Le specie di anfibi censite a Flaibano sono in numero modesto rispetto ai territori limitrofi, si tratta di:

rospo comune, rospo smeraldino, rana agile, rana di Lataste rana verde

Questa scarsità di specie è sicuramente dovuto alla povertà di ambienti umidi del territorio comunale, l’unico ambito che contribuisce a costituire un habitat necessario alla vita di questi animali è l’area golenale del fiume Tagliamento.

Mammiferi: Le specie dei mammiferi che caratterizzano il territorio di Flaibano si possono annoverare tra quelle legate alle compresenza delle attività antropiche: ricci, toporagni, talpe, piccoli roditori (topi campagnoli e selvatici), mentre lungo il fiume Tagliamento trovano rifugio faine, tassi e volpi. E’ stata rilevata anche la presenza di diverse specie di chirotteri.

Pesci Un ruolo fondamentale per quanto riguarda la biodiversità acquatica riscontrata sul territorio comunale è quello legato al Fiume Tagliamento. Qui si possono trovare: la lampreda padana, il vairone la trota mormorata il ghiozzo padano lo scozzone il barbo il luccio

31

3.8. Ecosistemi

Sul territorio comunale di Flaibano è presente un’ area sottoposte a vincolo di tutela : il SIC IT3320024 Magredi di Coz.

SIC IT3320024 Magredi di Coz

I Magredi sono una delle poche superfici comunali a rimanere intatti dal riordino fondiario che ha interessato Flaibano. Al suo interno si trovano specie xerofile e termofile, orchidee e altre specie vegetali poco comuni.

SIC Greto del Tagliamento

SIC Magredi di Coz

Essendo uno dei pochi ambiti naturali del territorio comunale, i Magredi di Coz sono diventati anche luogo di rifugio e riproduzione per la fauna locale , qui si possono vedere specie animali di interesse comunitario come il Gufo di palude, l’Albanella reale, l’Averla piccola e il Falco pellegrino, oltre ai mammiferi come la volpe, la faina, la talpa e la lepre. In allegato le scheda del SIC dal sito della regione FVG

32

Zona IWC (International Waterbird Census)

L’ambito del greto del Tagliamento rientra tra le zone umide: I.W.C. (International Waterbird Census), si tratta di un ambito ancora ben conservato con ampie zone di vegetazione pioniera (per esempio Chondrilla chondrilloides e Leontodon berinii), prateria magra e saliceti pionieri. E’ una zona, quindi, molto importante soprattutto per le specie di pesci presenti e per la varietà ornitologiche di interesse comunitario come il tarabusino, la garzetta (Egretta garzetta), il nibbio bruno (Milvus migrana), il grifone (Gyps fulvus), il Falco di palude (Circuì aeruginosus), l’albanella minore (Circui pgardus), il falco pescatore (Pandion haeliaetus), la gru (Grus grus) , il falco pellegrino (Falco pelegrinus), la tottavilla ( Pullula arborea) e molte altre.

individuazione della zona umida IWC nel comune di Flaibano (webgis Regione FVG).

Parametri e Indicatore Unità di Componenti indicatori Descrizione Fonte DPSEEA misura DPSEEA Ridurre il tasso Estensione aree S/A di perdita di ha Comune protette Biodiversità biodiversità

33

3.9. Paesaggio

Il territorio comunale di Flaibano è caratterizzato da quello che può essere definito “paesaggio rurale”. I riordini fondiari hanno cancellato il paesaggio tradizionale, anche se permangono ancora sul territorio degli elementi puntuali di interesse storico-culturale, come i resti delle civiltà pre-romane (tombe a tumulo, castellieri) e romane (cippi, ville e pavimentazioni di strade), oltre alle secolari chiese di campagna, che andrebbero adeguatamente valorizzati. Caratterizzato da una distesa continua dei campi, orientata in modo uniforme, ha cancellato i segni dell’antico particellare e le corrispondenti forme paesaggistiche. L’organizzazione agraria tradizionale dell’area non esiste più, tuttavia si possono riconoscere i piccoli centri rurali presenti ben conservati, una sorta di testimonianza residuale ed isolata.

LIVELLO DI QUALITA’ PAESAGGISTICA Molto basso: area con perdita di elementi connotativi

Tuttavia il territorio è caratterizzato dalla presenza di una zona A.R.I.A. (come identificata dalla LR.42/1996 “Norme in materia di parchi e riserve naturali regionali”, art. 5) che si configura come ambito fluviale dotato di qualificanti valori ambientali tali da richiedere un'azione di tutela paesaggistica e dal configurarsi come ambito destinato alla ricostruzione dell'ambiente naturale compromesso negli anni dagli interventi antropici connessi con l'agricoltura.

ARIA - N. 8 – inquadramento geografico

ARIA - N.8– caratteristiche Nome ARIA num 8 - Fiume Tagliamento Tipo Area di rilevante interesse ambientale (A.R.I.A.) Regione Continentale Superficie in Ha 7316.00 Comuni Codroipo, Flaibano, Latisana, Morsano al Tagliamento, , San Vito al Tagliamento, , , , , San Martino al Tagliamento Provvedimento D.P.G.R. n. 0143/Pres del 17.05.2002 BUR Supplemento Straordinario n. 12 del 24 giugno 2002

34

Inoltre sul territorio comunale di Flaibano, sono presenti le aree tutelate ai sensi dell’art. 142 del D.Lgs 42/2004 costituite dal Fiume Tagliamento e dalla Roggia di S. Odorico.

N° identificativo Fiume Normativa di riferimento 151 Fiume Tagliamento art. 142 del D.Lgs. 42/2004

437 Roggia di S. Odorico art. 142 del D.Lgs. 42/2004

Zone sottoposte a vincolo paesaggistico. Regione Friuli Venezia Giulia.

Il territorio di Flaibano è quindi caratterizzato dalla quasi totale assenza di corsi d’acqua ( tipico dell’alta pianura friulana) e dal riordino fondiario che ha determinato un cambiamento totale del paesaggio originario dei luoghi, determianndo la scomparsa degli elementi caratterizzanti come siepi e filari a favore di vaste aree a coltivo sottoposti ad agricoltura intensiva,. Questo modo di operare ha portato al massima sfruttamento dello spazio, con un apporto di nutrienti e la limitazione della biodiversità vegetale (e conseguentemente animale) lungo il Tagliamento la colonizzazione in quanto la trasformazione è stata rallentata dalle particolarità geomorfologiche del corso d’acqua. Gli anni ’70 e ’80 hanno prodotto alcune importanti trasformazioni nelle forme del paesaggio dell’alta pianura friulana introducendo alcuni riordini fondiari di grande dimensione: una distesa di campi continua, uniforme, che ha cancellato tutti i segni dell’antico particellare e le corrispondenti forme paesaggistiche, creando una nuova trama fondata sulla produzione.

Indicatore Parametri e Unità di Componenti Descrizione Fonte DPSEEA indicatori DPSEEA misura Superficie degli Valenze ambiti Tutela del paesaggisti S Kmq Comune paesaggistici paesaggio che tutelati 35

3.10. La popolazione

L’analisi storica dei dati relativi alla popolazione evidenzia che al censimento del 2001 (penultimo censimento ISTAT in ordine cronologico, ma ultimo per pubblicazione dati comunali), la popolazione residente nel Comune di Flaibano ammontava a 1.188 unità, con un decremento in valore assoluto rispetto al Censimento 1991 di 34 unità, mentre al Dicembre 2012, secondo i dati forniti dal Comune, le unità risultavano pari a 1.184 con decremento di 4 unità rispetto al 2001. Passando in rassegna i dati relativi agli anni 2001-2012 si rileva un andamento complessivamente negativo, nonostante un saldo migratorio pressocchè costantemente positivo dovuto esclusivamente al saldo migratorio. Per quanto riguarda la distribuzione della popolazione nei centri abitati negli ultimi anni, il Capoluogo conferma il primato rispetto a S.Odorico

ANNI CENSUARI POPOLAZIONE VARIAZIONE DECENNALE RESIDENTE assoluta percentuale 1991 1.222 ------2001 1.188 - 34 - 2,78% Dicembre 2012 1.184 - 4 + 0,34% andamento della popolazione (Dati forniti dal Comune di Flaibano).

ANNI RESIDENTI VARIAZ. SALDO SALDO MIGR. assoluta NATURALE RIO 2001 1.188 ------2002 1.214 + 26 + 11 + 15 2003 1.217 + 3 - 7 + 10 2004 1.196 - 21 - 10 - 11 2005 1.210 + 14 + 2 + 12 2006 1.184 - 26 -8 - 18 2007 1.190 + 6 -9 + 15 2008 1.195 + 5 -6 + 11 2009 1.210 + 15 + 1 + 14 2010 1.209 - 1 -6 + 5 2011 1.198 - 11 -3 - 8 2012 1.184 - 14 - 23 + 9 TOTALI - 4 - 58 + 54 Popolazione residente dal 2001 al dicembre 2010

CENTRI ABITATI 2001 31.12.2012 FLAIBANO 903 940 S.ODORICO 285 244 TOTALE 1.188 1.184

Ripartizione abitanti residenti nei centri abitati al censimento 2001 ed al 31.12.2012

Al calo della popolazione scolare fa riscontro la crescita del numero delle famiglie, con un aumento di 11 unità nel decennio 1991/2001 (con una media di 1,10 nuove famiglie/anno) ed un ulteriore incremento di 47 unità negli undici anni successivi 2001/2012 (con una media complessiva di 4,27 nuove famiglie anno).

ANNO n° FAMIGLIE n° componenti DIM. MEDIA 1991 462 1.222 2,6 2001 473 1.188 2,5 2012 520 1.184 2,3

Numero delle famiglie e loro dimensione media (componenti/fam)

36

Parametri e Indicatore Unità di Componenti indicatori Descrizione Fonte DPSEER misura DPSEER Popolazione P Numero residente Verificare

Popolazione l’andamento della Comune di Flaibano S Saldo migratorio popolazione Numero e saldo naturale

3.11. Il sistema economico

I centri abitati di Flaibano conservano ancora ilc arattere di piccoli insediamenti urbani le cui attività commercilai sono inseerite nel tessuto residenziale e sono costituite da piccoli negozi di vicinato. Sul territorio sono presenti due aree industrial. La più importante dal punto di vista dimensionale è localizzata in frazione S.Odorico, lontana dal nucleo abitato e attualemnte non è ancora stata saturata. L’altra, invece è di dimesioni minori ed è inteerconnessa con il tessuto urbano. Tuttavia è l’attività agricola, come si evince anche dai dati sotto riportati, l’attività più praticata nel comune. Si tratta di un’agricoltura di tipo intensivo. Le aziende agricole, circa una settantina, sono quasi tutte di piccole dimensioni e sono a conduzione familiare. I dati, forniti dalla Camera di Commercio della Provincia di Udine, per gli anni 2010 e 2012 relativamente al numero di imprese attive sul territorio, nei vari settori, (Tabella sottostante), mostrano sostanzialmente una situiazione in negativo delle attività presenti in Comune di Flaibano, con una diminuzione pari al 4,03 %.

Struttura produttiva relativa alle unità locali attive per tipologia, 2012 e 2010 (Fonte: CCIAA Udine)

STRUTTURA PRODUTTIVA al 31/12/2012 Imprese attive 134 Imprese attive per 10mila abitanti 1130,8 Imprese artigiane 37 Agricoltura 46,85% Industria 4,90%

Unità locali attive 143 Costruzioni 16,78% Commercio, Alberghi e Pubb. 13,99% Eserc. Servizi 15,38% Unità locali attive per km 2 8,3 Variazione % delle unità locali -4,03% 2010/09 STRUTTURA PRODUTTIVA al 31/12/2010 Imprese attive 140 Imprese attive per 10mila abitanti 1158,0 Imprese artigiane 36 Agricoltura 51,35% Industria 6,08%

Unità locali attive 148 Costruzioni 14,19% Commercio, Alberghi e Pubb. 18,24% Eserc. Servizi 10,14% Unità locali attive per km 2 8,6 Variazione % delle unità locali -1,33% 2011/10

37

Parametri e Indicatore Unità di Componenti indicatori Descrizione Fonte DPSEER misura DPSEER Numero di Quantificare Attività S attività l’andamento Numero CCIAA Udine produttive produttive attive economico

3.12. La mobilità

Il sistema della viabilità sul territorio Comunale è costituito dalle arterie: - Strada Regionale 464 – pedemontana occidentale - che collega Udine con Spilimbergo (con andamento Est-Ovest); - Strada Regionale 463 – del Tagliamento - che collega Codroipo con Gemona (con andamento Nord-Sud ); - Strade Provinciali “n. 39 del Varmo “ e n.60 di Flaibano” , che si incrociano in corrispondenza del Capoluogo. Quindi analizzare i problemi che riguardano la mobilità, cioè costi economici ed energetici dovuti al traffico, inquinamento acustico e atmosferico, rischi per i ciclisti e i pedoni, vuol dire trovare soluzioni per incrementare la qualità dell’ambiente e diminuire i rischi di incidenti e i costi sociali correlati.

Tasso di motorizzazione:

Il consumo di risorse energetiche nel settore dei trasporti è la causa dell’immissione in atmosfera di numerose sostanze dannose per l’ambiente. Il traffico veicolare è una delle cause principale dell’inquinamento atmosferico. Uno degli indicatori principali è il tasso di motorizzazione dato dal numero di automobili e di veicolo circolanti per ogni 100 abitanti (autoveicoli/popolazione*100). Lo scopo dell’indicatore è fornire una sintesi quantitativa tra il sistema della mobilità individuale e il sistema infrastrutturale. Il numero totale dei veicoli circolanti è fornito dal Pubblico registro Automobilistico

Consistenza del parco veicolare nel Comune di Flaibano

2010 2011 2012

AUTOBUS 2 2 2

AUTOCARRI MERCI 83 81 83

AUTOCARRI SPECIALI 10 11 11

AUTOVETTURE 759 745 741

MOTOCARRI 2 2 2

MOTOCICLI 104 112 114

RIMORCHI SPECIALI 2 2 2

RIMORCHI MERCI 3 3 3

TRATTORI 4 3 3

ALTRI VEICOLI - - -

TOTALE 969 961 961

Tasso di motorizzazione (Fonte ACI-autoritratto)

38

Tasso d’incidentalità

Per quanto riguarda l’incidentalità rilevata lungo la Strada Regionale 463 “del Tagliamento”, il Piano Regionale della sicurezza stradale del 2006, non evidenzia particolari criticità relative alla pericolosità del tratto che attraversa il territorio di Flaibano, classificandolo con densità chilometrica di incidentalità compresa tra 0 e 2.

Densità chilometrica dell’incidentalità stradale. (Piano Regionale della sicurezza stradale)

Indicatore Parametri e Unità di Componenti Descrizione Fonte DPSEEA indicatori DPSEEA misura Quantificare il Tasso di numero di veicoli Veicoli/abit ACI – Autoritratto P/S Mobilità motorizzazione presenti sul anti 2012 territorio

39

3.13. Le reti

La distribuzione e la gestione delle acque potabili, nel comune di Flaibano, è gestita dall’Acquedotto CAFC S.p.A., come si può notare dalla cartografia, i centri abitati sono tutti serviti da rete fognaria

Reti tecnologiche del capoluogo

A livello locale, nel territorio del comune di Flaibano non sono repsenti pozzi di alcun tipo ( a parte un pozzo ad uso irriguo, oggi non più utilizzato).

Indicatore Parametri e Unità di Componenti Descrizione Fonte DPSEEA indicatori DPSEEA misura Presenza di S Trattamento e Numero depuratori Reti gestione delle Comune Estensione della A acque reflue km rete fognaria

40

3.14. La salute

3.14.1. Radiazioni ionizzanti Tra le radiazioni ionizzanti, sono stati effettuati studi specifici sul radon, gas radioattivo che fuoriesce dal terreno e che per esposizioni prolungate in ambienti chiusi può costituire un rischio per la salute. Nella mappa sottostante sono contenuti i risultati delle misure di concentrazione di radon indoor effettuate dalla sezione di Fisica Ambientale in collaborazione con la Protezione Civile regionale tra il 2005 e il 2006, nell’ambito della campagna per la definizione delle aree a elevata probabilità di alte concentrazioni di radon, dalla quale si possono ricavare le misurazioni rilevate per il Comune di Flaibano che si attestano su valori medi corrispondenti alla fascia compresa tra 200 e 400 Bq m3

3.14.2. Radiazioni non ionizzanti Tra le radiazioni non ionizzanti rientrano le onde elettromagnetiche ad alta frequenza (tra 100 kHz e 300 kHz) generate dagli impianti per le radio-telecomunicazioni (telefonia mobile e fissa, diffusione radiotelevisiva, ponti radio).Attualmente all’interno del territorio del Comune di Flaibano non sono presenti impianti per le radiocomunicazioni ma, come emerge dalla cartografia del Catasto degli impianti radioelettrici dell’ARPA, sono stati individuati tre nuovi siti per le future realizzazioni degli impianti per la telefonia che hanno ottenuto parere favorevole

3.14.3. Radiazioni elettromagnetiche

Le linee di trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica ad alta e altissima tensione (AT/AAT) generano campi magnetici che possono costituire una rilevante criticità per il territorio e per la popolazione. Nel 2005 l’ARPA ha condotto uno studio specifico sui tracciati degli elettrodotti ad alta e altissima tensione nella Provincia di Udine analizzando la frazione di superficie edificata e di popolazione residente nelle fasce di attenzione limitrofe agli elettrodotti . Il comune di Flaibano presenta una percentuale media compresa tra il 2% e il 3%.

La L.R. n. 19/2012 ha istituito il catasto informatico regionale degli elettrodotti con tensione superiore a 130 kV, affidandone la realizzazione e la gestione ad ARPA. Il Comune di Flaibano, è attraversato da due differenti tracciati delle linee elettriche aeree gestite da Terna S.p.a., come si può osservare dalla figura sottostante, estrapolata dal sito web di ARPA FVG

Industrie insalubri

Sul territorio comunale di Flaibano è presente una sola attività che rientra nella procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), prevista dal D.lgs 152/2006, allegati VIII e XII. Il decreto impone per le aziende appartenenti a specifici comparti produttivi o con determinate dimensioni, l’obbligo di prevedere misure tali da evitare, oppure ridurre, le emissioni nell’aria, nell’acqua e nel suolo al fine di ridurre l’inquinamento e conseguire un livello elevato di protezione dell’ambiente nel suo complesso. La tabella sottostante riporta i dati dell’unica azienda di Flaibano che ha ottenuto l’Autorizzazione per la realizzazione di un impianto di combustione con potenza termica di oltre 50 MW mentre, la figura sottostante, raffigura la distribuzione territoriale degli stabilimenti rientranti in AIA della Regione FVG, aggiornate a dicembre 2011.

Aziende che hanno richiesto l’Autorizzazione Integrata Ambientale. Azienda Settore Autorizzazione

1 Snam Rete gas s.p.a. Autorizzata

41

Distribuzione degli stabilimenti rientranti in AIA. (ARPA, RSA 2012). Di fianco la localizzazione dell’impianto autorizzato,ma non ancora realizzato.

Parametri e Indicatore Unità di Componenti indicatori Descrizione Fonte DPSEEA misura DPSEEA Numero celle ARPA, Catasto P/E Numero regionale telefonia mobile radiofrequenze Frazione di superficie Protezione edificata e di della salute ARPA, Catasto Radiazioni popolazione residente della degli elettrodotti P/E nelle fasce di popolazione % della Provincia di attenzione limitrofe Udine agli elettrodotti

42

3.15. Rifiuti

Uno dei parametri per valutare la qualità di vita della popolazione in un determinato territorio, oltre che la qualità ambientale ed il possibile impatto sul territorio stesso, è la produzione e la gestione dei rifiuti. A partire dal 2009 la percentuale di raccolta differenziata ha raggiunto livelli rilevanti passando dal 48,54% del 2007, al 85,70 % registrato nel 2009 (Figura sottostante), superando pertanto l’obiettivo del 65% previsto dall’art. 205 D.Lgs. 152/06.Tale situazione è frutto di scelte che indicano una maggiore sensibilità nei confronti delle problematiche ambientali e di una maggiore attenzione alla qualità della vita dei cittadini. È importante quindi sottolineare come, nel territorio comunale, sia in atto un forte processo di sensibilizzazione in riferimento alla problematica della crescente produzione di rifiuti e come si siano raggiunti importanti risultati positivi per quanto riguarda la differenziazione e il riciclaggio

Grafico che riassume l’andamento della raccolta differenziata e non, nel territorio comunale, dal 2007 al 2012 (Dati Catasto rifiuti ARPA FVG.)

Confrontando i dati comunali del 2012 con quelli relativi alla Provincia di Udine e al territorio Regionale, la percentuale di raccolta differenziata registrata nel Comune di Flaibano risulta nettamente superiore

Rifiuti Urbani Rifiuti Rifiuti Raccolta (RU) (t/a) indifferenziati (t/a) differenziati (t/a) Differenziata (%)

Flaibano 384,524 70,850 313,674 81,57

UDINE 249.374,49 90.003,42 159.371,07 63,91

560.918,64 229.136,12 331.782,51 59,15 FVG

Confronto tra la percentuale di raccolta differenziata registrata nel comune di Flaibano, in Provincia di Udine e nell’intero territorio regionale.(ARPA FVG)

Parametri e Indicatore Unità di Componenti indicatori Descrizione Fonte DPSEEA misura DPSEEA Percentuale Catasto Rifiuti A raccolta % Promuovere il ARPA differenziata Rifiuti riciclo e il Produzione di t/anno, riutilizzo Catasto Rifiuti P rifiuti totale e pro- kg/anno ARPA capite abitante

43

3.16. Il rumore

L’inquinamento acustico rappresenta un rilevante problema ambientale, specialmente nelle aree urbane, dove i livelli di rumore sono spesso elevati a causa delle sorgenti presenti quali, infrastrutture di trasporto, attività produttive e commerciali, cantieri stradali ed edili temporanei. Con la legge quadro sull’inquinamento acustico, L. 447/1995 e in seguito, con il DPR 30 marzo 2004, n. 142, “Disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell’inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare”, è stato stabilito l’obbligo per i Comuni di dotarsi di Piani specifici per la suddivisione del territorio in classi di destinazioni d’uso, a ciascuna delle quali corrispondono valori massimi di rumore ammessi. La Regione FVG ha recepito il decreto con la L.R. 16/2007 e con la delibera DGR 463/2009 ha disciplinato la realizzazione del Piano Comunale di Classificazione Acustica (PCCA) da predisporre entro il 25 marzo 2012 a livello di ogni singolo Comune. Attualmente il PCCA del Comune di Flaibano è stato adottato, come risulta dalla cartografia sottostante estrapolata dal sito ARPA FVG e aggiornata al 23 gennaio 2014.

Stato di avanzamento dei PCCA – ARPA fVG

Per quanto riguarda le emissioni sonore derivate dai flussi di traffico, la figura di seguito riportata, mostra le potenziali criticità dei tronchi stradali più impattanti, valutate in base al flusso veicolare e alla popolazione esposta a tali flussi in una fascia di 100 metri dall’asse stradale. Come si può osservare, il territorio Comunale di Flaibano non presenta tratti critici, dal momento che la rete stradale presa in considerazione presenta con impatto basso (colore verde) ad esclusione di un breve tratto della SP 39, classificata con impatto medio (colore arancione).

44

Individuazione dei tronchi stradali più impattanti per il Comune di Flaibano. (ARPA, RSA 2012)

Parametri e Indicatore Unità di Componenti indicatori Descrizione Fonte DPSEEA misura DPSEEA Tutela della Popolazione popolazione residente entro esposta Numero Comune di Rumore A/E 300 metri dalle all’inquinamento residenti Flaibano strade ad alta acustico e intensità di traffico atmosferico

45

4. INTESI DEL QUADRO CONOSCITIVO Per fornire una visione complessiva degli indicatori presi in considerazione, si riporta la seguente tabella riassuntiva

Indicatore Parametri e indicatori Unità di Componenti Descrizione Fonte DPSEEA DPSEER misura Gradi S Temperatura Fornire informazioni su eventuali mm/h OSMER FVG Clima S Precipitazioni problematiche esistenti S Vento Km/h

ARPA: Stato di Acque Valutare lo stato dei Classi di qualità delle acque S Potenziale ecologico corpi idrici superficiali qualità superficiali superficiali interne.

Acque Concentrazione di Valutare lo stato dei % ARPA, RSA 2012 S corpi idrici sotterranei sotterranee nitrati e di fitofarmaci Raggiungere livelli di Monitoraggio delle ARPA, RSA 2012 qualità dell’aria che Numero Piano regionale per emissioni delle non comportano superamenti il miglioramento Aria S/P/E impatti per la salute valori soglia della qualità sostanze inquinanti: umana e gli dell’aria ecosistemi NO2, PM10, O3, CO

Tipologia di agricoltura Agricoltura % P intensiva/estensiva prevalente Suolo Comune Uso del suolo Limitare il consumo mq/ % P/S/A di suolo (impermeabilizzazione)

Estensione delle aree Ridurre il tasso di ha Comune Biodiversità S/A perdita di biodiversità protette Comune Superficie degli ambiti S Kmq Valenze paesaggistici tutelati Tutela del paesaggio Comune paesaggistic Numero autorizzazioni he A paesaggistiche Numero rilasciate Verificare Popolazione P Popolazione residente l’andamento della Numero Comune popolazione

Quantificare Attività Attività produttive S l’andamento Numero CCIAA Udine produttive attive economico

Quantificare il Tasso di ACI – Autoritratto numero di veicoli Veicoli/abitanti Mobilità P/S 2012 motorizzazione presenti sul territorio

46

Quantificare i Km di piste realizzate percorsi destinati alla A Km/ % Comune e km di piste previste mobilità dolce sul territorio

Numero S Presenza di depuratori Trattamento e Reti gestione delle acque Comune Estensione della rete reflue A km fognaria ARPA, Catasto Numero celle telefonia P/E Numero regionale mobile radiofrequenze

Frazione di superficie Protezione della edificata e di salute della Radiazioni Catasto degli popolazione residente popolazione P/E % elettrodotti della nelle fasce di Provincia di Udine attenzione limitrofe agli elettrodotti

Percentuale raccolta % A differenziata Promuovere il riciclo Rifiuti ARPA, Catasto e il riutilizzo t/anno, Produzione di rifiuti rifiuti P kg/anno totale e procapite abitante Popolazione Tutela della residente entro 300 popolazione esposta Numero Rumore A/E metri dalle strade ad a fonti di Comune inquinamento residenti r alta intensità di acustico traffico

47

5. OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE STABILITI A LIVELLO INTERNAZIONALE, COMUNITARIO O DEGLI STATI MEMBRI, PERTINENTI AL PIANO O AL PROGRAMMA

Per la redazione della Piano si è tenuto conto dei seguenti documenti di carattere comunitario e nazionale:

1. il sesto programma comunitario d’azione in materia ambientale 2002-2012 2. la strategia di azione ambientale in Italia CIPE 157/2002 3. DIRETTIVA 2012/27/UE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 25 ottobre 2012 sull'efficienza energetica 4. Programma attuativo di sviluppo e coesione e Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) 5. Strategia tematica per la protezione del suolo 6. EEA report -10/2006- Urban sprawl in Europe

5.1. Strategia tematica per la protezione del suolo

Coerenza con gli obiettivi principali

Obiettivi del Sistema dell’ambiente e del paesaggio Gli obiettivi del nuovo Piano presuppongono attenzione alla risorsa suolo naturale attraverso la valorizzazione delle valenze ambientali e del paesaggio (OB15)

Obiettivi del Sistema degli insediamenti Il PRG persegue l’obiettivo di controllo dello sviluppo urbano in maniera tale che esso sia mirato e limitato evitando ulteriori fenomeni di dispersione insediativi (OB3) l’incentivare i processi di recupero e riqualificazione dei nuclei storici (OB1 e OB2) contenendo il consumo del suolo

Obiettivi del Sistema delle infrastrutture Il nuovo Piano individua obiettivi di valorizzazione degli ambiti naturali attraverso la realizzazione di viabilità ciclo-pedonale (OB 17)

5.2. Programma attuativo di sviluppo e coesione

Coerenza con obiettivi principali

Obiettivi del Sistema dell’ambiente e del paesaggio Gli obiettivi del nuovo Piano incentivano l’agricoltura di qualità, valorizzando gli elementi caratteristici del paesaggio per uno sviluppo territoriale equilibrato. (OB14 e OB15) Salvaguardare le risorse ambientali esistenti, favorendo peraltro anche una riqualificazione delle aziende agricole oggi presenti; (OB11)

Obiettivi del Sistema degli insediamenti -

Obiettivi del Sistema delle infrastrutture L’obiettivo OB16 di trovare soluzioni ad aree critiche della viabilità di interesse comunale è coerente con le finalità del programma.

48

5.3. DIRETTIVA 2012/27/UE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 25 ottobre 2012 sull'efficienza energetica.

Coerenza con gli obiettivi principali

Obiettivi del Sistema dell’ambiente e del paesaggio L’obiettivo del nuovo Piano finalizzato a valorizzare gli ambiti naturali presenti sul territorio permettono di limitare l’impermeabilizzazione del suolo e di contribuire a riequilibrare il clima locale portando a un consumo minore di energia

Obiettivi del Sistema degli insediamenti Il nuovo Piano persegue gli obiettivi della strategia comunitaria attraverso la riqualificazione e completamento del tessuto edilizio. L’ OB3 favorisce la compattazione della forma urbana per evitare ulteriori fenomeni di dispersione insediativi

Obiettivi del Sistema delle infrastrutture L’obiettivo si concretizza nell’ individuazione dei percorsi ciclopedonali per collegare il centro abitato ad altre parti di territorio.

5.4. EEA report -10/2006- Urban sprawl in Europe Coerenza con gli obiettivi principali

Obiettivi del Sistema dell’ambiente e del paesaggio Gli obiettivi OB15 Mantenere la superficie naturale esistente, e la definizione di una fascia cuscinetto tra l’ARIA e l’agricolo permettono di ridurre l’espansione

Obiettivi del Sistema degli insediamenti Il nuovo Piano persegue la riduzione delle aree antropizzate attraverso il completamento del tessuto edilizio esistente (residenziale e produttivo) cercando di completare il disegno urbanistico esistente (OB3) e attraverso la recupero delle aree storiche centrali (OB1 e OB2)

Obiettivi del Sistema delle infrastrutture La compattazione dell’edificato e la riqualificazione dell’esistente permetterà di non realizzare nuove strade di collegamento,

5.5. IL SESTO PROGRAMMA COMUNITARIO D’AZIONE IN MATERIA AMBIENTALE 2002-2012

Coerenza con i principali obiettivi

Obiettivi del Sistema dell’ambiente e del paesaggio Gli obiettivi della variante sono coerenti con il programma di conservazione e tutela delle risorse naturali e la biodiversità preservandole e salvaguardando gli elementi che connotano il territorio, come per esempio le aree dell’ARIA oppure il verde storico funzionale alla residenza (verde di protezione)

Obiettivi del Sistema degli insediamenti Recuperare il patrimonio edilizio del centro storico(OB1 e OB2), contenendo le aree di nuova espansione (OB3), favorire le attività produttive meno impattanti (OB9) sono obiettivi in linea con le strategie del Programma comunitario.

Obiettivi del Sistema delle infrastrutture Il nuovo piano propone un sistema di percorsi ciclo-pedonale. (OB45) che contribuisce ad un elevato livello di qualità della vita e di benessere sociale per i cittadini attraverso un ambiente in cui il livello dell’inquinamento non provoca effetti nocivi per la salute umana e l’ambiente

49

5.6. LA STRATEGIA DI AZIONE AMBIENTALE IN ITALIA CIPE 157/2002 Coerenza

Obiettivi del Sistema dell’ambiente e del paesaggio Il nuovo Piano considera come obiettivo fondamentale la tutela e a salvaguardia della biodiversità, con particolare riferimento a quelle per la gestione delle aree naturali con elementi caratteristici dei luoghi, per la tutela di habitat e specie faunistiche (OB 7- OB8)

Obiettivi del Sistema degli insediamenti Gli obiettivi del nuovo Piano limitano del consumo di suolo e tutelano le aree agricole, al fine di evitarne la frammentazione promuovendo il recupero del patrimonio storico(OB2), incentivando il consolidamento dell’esistente (OB7) al fine di evitare ulteriori fenomeni di dispersione insediativi sia residenziali che produttivi (OB10)

Obiettivi del Sistema delle infrastrutture L’implementazione di sistemi di mobilità sostenibile migliora la qualità della vita in termini di sicurezza e di contenimento degli impatti ambientali indotti.(OB17)

50

6. AZIONI DELLA VARIANTE

6.1. Descrizione della variante

La variante generale in oggetto intende, secondo le Direttive dell’Amministrazione verificare e completare l’assetto urbanistico del territorio in un disegno organico, nel rispetto dei seguenti obiettivi strategici:

rivisitare il piano struttura nei suoi indirizzi programmatici, salvaguardando gli elementi naturalistici,ambientali e paesaggistici del territorio; revisionare la relazione di flessibilità nell’ottica di consentire un maggior grado di elasticità per cogliere appieno le dinamiche di sviluppo sottese e soprattutto per favorire il riuso del patrimonio edilizio storico esistente, pur nel rispetto dei valori storici, ambientali e paesaggistici del territorio secondo principi di omogeneità ed equilibrio aggiornare il quadro normativo in funzione del vigente Codice dell’edilizia (L.R. n. 19 del 11/11/2009) che ha rinnovato e modificato in modo organico le disposizioni previgenti in materia, migliorare, se e dove necessario, l'applicabilità delle norme, per renderle più efficaci e gestibili. migliorare, se e dove necessario, l'applicabilità delle norme, per renderle più efficaci e gestibili

Da una analisi generale, si può rilevare che il Comune conserva nelle zone centrali dei centri abitati l’impianto strutturale e la tipologia edilizia rurale e sono facilmente riconoscibili segni delle successive trasformazioni, soprattutto lungo le viabilità principali.

Si propone di seguito uno schema di sintesi tra lo stato di fatto e le azioni del nuovo strumento urbanistico al fine di valutare le strategie utilizzate e soprattutto gli effetti raggiunti nel periodo di gestione del piano stesso, per trarre eventuali spunti propositivi per la fase di progetto

6.2. Le modifiche della variante

Per quanto riguarda le modifiche proposte dalla variante, è stato fatto un raffronto tra il Piano Regolatore Generale vigente e la Variante in oggetto, per mettere a confronto le variazioni delle zone. Prendendo atto della flessione della popolazione negli anni e della mancata completa attuazione delle aree C di espansione residenziale previste dal PRGC vigente, la variante punta al consolidamento dell’esistente (zone B) e alla riqualificazione degli edifici storici del centro (zone A). Come più sopra descritto la variante conferma in modo sostanziale le previsioni contenute nel PRGC vigente. Si riporta di seguito la tabella riassuntiva delle superfici dei vari ambiti

VARIANTE n°14 VARIANTE °15

A 6.289 A1 7.672 A.0 100.463 A0 132.140 ------A7 64.677 B.1 151.932 B1 98.714

B.2 278.178 B2 318.194

B.2 libere 88.771 B2 libere 71.018 C 29.919 C 32.104 D.2 30.578 D2 24.375 D.3 29.960 D3 28.101 D.4 224.015 D4 224.375 H.3 8.502 H3 8.908 Zona Attrezz. 148.303 Zona Attrezz. 444.367 ------Zona S2. 61.542

51

7. VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI

Per valutare la sostenibilità ambientale della variante è necessario stimare gli effetti che le sue azioni andranno a causare sull’ambiente. Al fine di elaborare una descrizione completa degli effetti si è proceduto prima per macro-azioni individuando gli impatti apportati all’interno di ogni sistema considerato dalla variante, quindi con un’analisi egli effetti cumulativi negativi, positivi prodotti dalle singole azioni della variante di piano sulle componenti ambientali.

7.1. Carattere cumulativo degli effetti

Nella precedente matrice sono stati messi in evidenza gli effetti significativi, stimati relativamente alle principali azioni previste dal Piano. In esito a tale operazione si ritiene necessario valutare anche l’effetto cumulativo degli stessi, al fine di poter evidenziare in modo chiaro ed esaustivo quali siano le azioni di piano che avranno i maggiori effetti in termini di impatto ambientale negativo, così da individuare le aree preferenziali di intervento sia per quanto riguarda le attività di mitigazione e che di monitoraggio. A questo scopo si è scelta una metodologia suggerita dall’ARPA FVG che fa riferimento al STRATEGIC ENVIRONMENTAL ASSESSMENT TOOL KIT, Natural Scotland-Scottish Executive, 2007.

Per una più immediata comprensione, è stato assegnato un valore numerico ad ogni livello di impatto, come di seguito sintetizzato:

Effetto effettio negativo Non sono previsti effetto molto negativo Effetto positivo significativo effetto rilevanti positivo limitato 2 1 0 -1 -2

Ad ognuna di queste viene assegnato un punteggio, da -2 (molto positivo) a +2 (molto negativo): relativamente ogni singolo aspetto ambientale; i punteggi vengono quindi sommati e il risultato ottenuto dalla somma dei singoli punteggi per ogni aspetto ambientale viene assegnato ad una di cinque categorie, come di seguito schematizzato, in base alle quali sono identificati gli aspetti ambientali che subiscono maggiore impatto e quelli che quindi necessitano di attività specifica di monitoraggio e/o interventi di mitigazione.

effetto estremamente positivo; l'azione non necessita di specifici ≤ - 20 interventi di mitigazione effetto positivo; l'azione non necessita di specifici interventi di (-10) – (-6) mitigazione

(-5) - 0 effetto non rilevante

effetto negativo; l'azione deve essere monitorata nel tempo e 1 - 5 dovranno essere valutate eventuali misure correttive

effetto negativi significativi: l'azione di piano necessita di interventi 6-20 di mitigazione e monitoraggio periodico

52

Descrizione effetti Aspetti Sistema Ambito Num Uso del Traffico inquinam Suolo Biodiver Paesagg socio- Acqua Aria Energia suolo e ento TOT (qualità) sità io economic (consumo) mobilità acustico i

1 -2 -2 -2 -2 -8

2 -2 -2 -2 -6

Ambiti di interesse 3 -2 -2 -2 -6 storico (Zone A)

4 -2 -2 -2 -2 -8

5 -2 -2 -2 -2 -8

Ambiti di 6 -2 -2 -2 -6 completa mento Zone B 7 -2 -2 -2 -6

SISTEMA DELLA RESIDENZA E DEI DEI E SERVIZI SISTEMARESIDENZA DELLA Ambiti di espansio 8 1 1 -1 -1 1 1 -2 1 1 -2 0 ne (zoneC)

Ambiti interstizi 9 -2 -2 -2 -2 -8 ali

53

Descrizione effetti

Aspetti Sistema Ambito Num Uso del Traffico inquina Suolo Biodiver Paesagg Energi socio- Acqua Aria suolo e mento TOT (qualità) sità io a economi (consumo) mobilità acustico ci

10 -2 -2

11 2 2 2 2 -2 2 2 -2 8

Servizi

SISTEMA DELLA 12 2 2 2 -2 -2 2 -1 3

RESIDENZA E DEI DEI E SERVIZI RESIDENZA

54

Descrizione effetti

Uso del inquina Sistema Ambito Num Aspetti Suolo Biodiver Paesag suolo Traffico e mento Acqua Aria Energia socio- TOT (qualità) sità gio (consum mobilità acustic economici o) o

13 1 -1 -1 -1 1 1 -1 1 1 -2 -1

Ambito artigiana 14 2 2 2 2 2 2 2 2 2 -1 17 le e industri ale (Zone D) 15 -1 -1 -2 -4

16 1 2 2 2 2 2 2 2 -1 16

Ambito commer 17 1 -1 1 1 -1 -2 -1 SISTEMA PRODUTTVO SISTEMAPRODUTTVO ciale (zone H)

18 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -2 -8

Ambito agricolo 19 -1 -1 -1 -1 -2 -6

55

Descrizione effetti

Sistema Ambito Num Uso del inquina Aspetti Biodiver Paesagg Traffico e Acqua Suolo Aria Energia suolo mento socio- TOT sità io mobilità (qualità) (consumo) acustico economici

20 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -16

21 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -14

E

22 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -16 Zone

23 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -14 SISTEMAAMBIENTALE

24 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -14

56

Descrizione effetti

Uso del inquina Sistema Ambito Num Aspetti Suolo Biodiver Paesagg suolo Traffico e mento Acqua Aria Energia socio- TOT (qualità) sità io (consumo mobilità acustic economici ) o

25 -2 -2 -2 -2 -2 -2 -6

Ambito

SISTEMA

26 -1 1 -2 -1 -2 -5 RELAZIONALE

infrastruttturale

57

8. ALTERNATIVE

La Valutazione Ambientale Strategica prevede che siano proposte e valutate situazioni alternative rispetto ai piani e programmi oggetto di analisi: “individuare, descrivere e valutare”, secondo le indicazioni del D.Lgs. 152/2006, “le ragionevoli alternative che possono adottarsi in considerazione degli obiettivi e dell'ambito territoriale del Piano o del programma stesso Nell’ambito della pianificazione urbanistica del Comune di Flaibano ci si confronta con una realtà territoriale già consolidata nel tempo con poco margine di trasformazione e molto difficile da modificare radicalmente. L’amministrazione Comunale, in sede di formazione delle direttive, nell’ottica di perseguire una politica di riduzione delle criticità associate allo sprawl urbano, ha impartito i seguenti indirizzi: limitare il consumo di suolo e soprattutto incentivare la riqualificazione dell’esistente. Nel caso della formazione della variante generale del Comune di Flaibano è stato utile partire dalle previsioni inattuate del piano vigente al fine di determinare gli effetti che tali scelte pianificatorie sono in grado di generare ed elaborare i primi orientamenti del nuovo piano. Quindi dall’analisi dello stato di fatto (quadro conoscitivo) e dalle proposte del piano vigente sono scaturire diverse alternative che immaginano lo sviluppo del territorio secondo scelte differenti strategiche.

. Ambito di sosta per autotrasporti . Ambiti residenziali

9. MITIGAZIONI

Dall’analisi fin qui effettuata, si nota che la variante che non modifica in modo sostanziale il territorio, ma conferma le scelte già effettuate, cercando di migliorare gli effetti derivanti dalle trasformazioni proposte attraverso delle azioni di mitigazione. Parte di queste misure trovano diretta applicazione nelle Norme tecniche di Attuazione, come risultato del processo di Valutazione Ambientale Strategica, parte troveranno soluzione all’interno del piano di monitoraggio.

9.1. Consumo di suolo

Il suolo è una fonte non rinnovabile, se non a scala temporale geologica. Quindi, uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e parsimonioso del suolo, rispettando tassi di sfruttamento che non pregiudichino le possibilità riservate alle generazioni future. Nel contesto urbanizzato, il suolo rappresenta una risorsa per la fruizione di aree libere ed il riequilibrio ecologico parziale; nel contesto agricolo, il mantenimento qualitativo del suolo rappresenta un fattore economico determinante per lo sviluppo. La variante predisposta per il Comune di Flaibano,non incrementa il consumo di suolo, ma , come precedentemente chiarito, propone alla saturazione delle zone C rimaste libere e cercando, d’altra parte, di attivare, attraverso normative efficaci, la riqualificazione dei centri storici. I principi che ispirano il concetto di sviluppo sostenibile prevedono, inoltre, che vengano preservate tutte le caratteristiche di quei siti o zone rappresentativi di un determinato periodo o aspetto, che forniscano un particolare contributo alle tradizioni e alla cultura locale. Per il territorio di Flaibano, quindi, considerando la necessità di mantenere i nuclei compatti, evitando lo sprawl urbano, e nello stesso tempo, avendo un patrimonio edilizio storico da valorizzare la variante propone un progetto di sviluppo residenziale articolato attorno alla riqualificazione del costruito mediante: la ritessitura di parti di città, la rivalutazione del patrimonio architettonico e ambientale esistente. Le Norme tecniche concretizzano gli obiettivi della variante: Per quanto riguarda gli ambiti produttivi la variante prevede l’ adozione di misure di verde di mitigazione paesaggistica e ambientale verso le aree esterne, l’adozione di accorgimenti tecnologici e logistico localizzativi finalizzati al contenimento dell’inquinamento ambientale; per quanto riguarda lo spazio individuato per attività di autotrasporto, a nord di San Odorico, lungo la S.R.463, la variante ah elaborato all’interno delle Norme adeguate misure di integrazione e mitigazione. Di seguito una tabella che spiega le variazioni territoriali proposte dalla nuova variante rispetto al piano vigente

58

IL“CONSUMO DEL SUOLO”

Per il calcolo del Consumo di suolo è stata utilizzata la tabella predisposta e suggerita dall’ASS 4 Medio Friuli e già sperimentata in altri Rapporti ambientali. Questa tabella permette di avere immediatamente individuabili le quantità di territorio trasformato. Nel caso della variante di Flaibano, l’aggiornamento della cartografia con l’introduzione del “riordino fondiario” ha modificato l’area totale del territorio comunale e questo ha determinato alcune discordanze, per esempio, l’area SIC risulta ridimensionata rispetto alla superficie della precedente variante oppure l’ARIA che nella variante 14 risulta di 2.665.893 mq, mentre nella variante 15 è di 2.670.387. Quindi risulta chiaro che, la nuova variante non va a trasformare zone ambientali ma, le eventuali differenze riscontrabili sono dovute alla revisione cartografica. Inoltre si può notare che sono state introdotte nuove classificazioni zonizzative, non presenti nel vecchio PRGC, come i “prati stabili” ( 215.760 mq). Dalla tabella allegata, si può anche notare che le aree destinate a nuove edificazioni non vanno ad incrementare il consumo del suolo, le superfici delle zone industriali rimangono praticamente invariate, mentre le aree destinate a zone commerciali risultano in diminuzione. Il totale delle superfici delle zone che compongono il territorio non risulta, nel caso di Flaibano, pari a 0, ma di -40881 mq, questa è la parte di territorio comunale che, sempre per la sistemazione cartografica dovuta al “ riordino fondiario”, è stata ripartita tra i comuni contermini.

59

9.2. Ambiti di interesse ambientale - paesaggistico

In relazione agli obiettivi di salvaguardia dell’ambiente e degli elementi che compongono il paesaggio, si evidenzia come le previsioni della variante generale del PRGC , in considerazione dell’elevata sensibilità di alcune parti di territorio, prevedano la In relazione agli obiettivi di salvaguardia dell’ambiente e degli elementi che compongono il paesaggio. La variante conferma gli ambiti paesaggistici individuati per norma di legge, aggiornando sia l’assetto zonizzativo delle aree comprese in funzione delle singole peculiarità, sia quello normativo in relazione agli obiettivi di salvaguardia e valorizzazione dei valori ambientali e paesaggistici presenti, ha anche ritenuto necessario prevedere una fascia di decelerazione (zona E5.2) dei citati valori tra il perimetro A.R.I.A. e la zona agricola estensiva lungo la S.R. 463 per mediare il brusco passaggio tra le due zone territoriali. Per quanto riguarda il settore agricolo, il piano evidenzia le aree agricole riordinate a produzione intensiva da riqualificare dal punto di vista paesaggistico ed ambientale, per superare la semplificazione biotica che caratterizza il riordino fondiario. La variante propone di destinare la parte di zona di riordino fondiario, ubicata ad ovest della S.R. 463, alla creazione di una fascia cuscinetto tra l’A.R.I.A. ed il rimanente territorio agricolo riordinato dove consentire solo interventi di rinaturazione, con funzione di arricchimento delle diversità ambientali e paesaggistiche, trasferendo all’esterno dell’ambito interessato delle relative potenzialità edificatorie. mentre per la zona E6 (agricola periurbana) il nuovo strumento urbanistico limita la possibilità di realizzare nuovi interventi, ma solo azioni di consolidamento delle attività agricole produttive già insediate, e blocca il carico allevabile in atto per gli allevamenti zootecnici esistenti, vietandone la realizzazione di nuovi, ad ulteriore tutela della risorsa idrica sotterranea e del suolo da fenomeni di contaminazione. (Regolamento per la disciplina dell’utilizzazione agronomica dei fertilizzanti Azotati in attuazione della Legge Regionale 5/2008, num 16 e della LR 25 agosto 2006, num 17 e della LR 30 dicembre 2009, num 24, pubblicato sul BUR num 4 del 23/01/2013)

9.3. Popolazione

Per quanto riguarda l’area destinata alla centrale di compressione SNAM, la variante regola con la norma 6.1 le distanze e le altezze, lasciando al progetto approvato le mitigazioni ambientali e paesaggistiche.

6.1 Norme particolari per i servizi tecnologici ST/G 6.1.a Centrale di compressione gas (ST/G)

Rientra in questa categoria l’area destinata ad accogliere la “Nuova centrale di compressione gas di Flaibano” della potenza di 100MW, da realizzarsi dalla SNAM Rete Gas secondo le seguenti prescrizioni: R.C. max: 5% del lotto H max: 13,00m D.C. min: 75,00m D.S. min: 60,00m da viabilità vicinale Recinzione: pannelli in grigliato zincato ancorati su trave in c.a., di H max: 2,50m Interventi di mitigazione paesaggistica. Per tali interventi si deve fare riferimento al progetto approvato.

Per quanto riguarda la realizzazione della nuova centrale di compressione SNAM della potenza di 100MW, questo intervento consentirà di incrementare la capacità di trasporto sulle linee di importazione immediatamente a monte e a valle di Flaibano, incrementando nello stesso tempo l’affidabilità e la sicurezza del trasporto anche per le infrastrutture esistenti. La nuova centrale sarà localizzata in un’area di proprietà di SNAM rete gas in adiacenza al sito in cui è ubicato l’esistente impianto (“nodo di Flaibano). L’opera è di interesse pubblico. Il progetto è stato sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale e Valutazione d’incidenza secondo normativa. In sintesi, il documento composto dell’analisi dello stato di fatto ambientale e le interazioni dell’intervento con l’ambiente e della descrizione del progetto e della capacità produttiva e dei rilasci nell’ambiente circostante, quindi vengono individuate le criticità e predisposto un piano di monitoraggio per il controllo della centrale a sicurezza dei cittadini. Dall’esame delle azioni progettuali e dalla successiva analisi degli ambiti eseguita nell’ambito di ogni componente ambientale risulta che il rumore e le emissioni atmosferiche di NOx (ossidi di azoto) e Co (monossido di carbonio) possono essere considerate le uniche potenziali cause di rischio indiretto per la salute umana legate al progetto, anche se al di sotto delle soglie limite secondo normativa e mitigate dagli 60 accorgimenti ingegneristici del progetto. Mentre per quanto riguarda l’impatto sul paesaggio, questo risulta “non trascurabile”, considerata la localizzazione limitrofa al SIC Prati di Coz, un’area dal forte significato ambientale e paesaggistico in quanto ultimo lembo di un paesaggio agrario di un tempo. L’intervento quindi necessiterà di opere per mitigare la vista dei lati pio esposti della centrale. La flora e la fauna esistente sono in gran parte costituite da specie comuni tipiche delle aree di agricoltura intensiva, quindi secondo la valutazione dello Studio di Impatto Ambientale le interferenze dell’opera risultano molto basse. Inoltre, secondo la valutazione d’incidenza elaborata assieme alla VIA, data la distanza che intercorre tra SIC e area di centrale (distanza di 270 metri), non si riscontrano influenze apprezzabili sul Sito tutelato, in quanto non si verificherà nessuna sottrazione, frammentazione o alterazione di habitat protetto. La procedura di VIA si è conclusa con esito positivo con la Delibera di Giunta Regionale del 25 gennaio 2008, num 151, con prescrizioni che dispongono in sintesi di mitigare l’intervento attraverso le misure a a tutela dell’ambiente, del paesaggio e dei cittadini, di cui si allega degli estratti:

61

10. MONITORAGGIO

10.1. Descrizione delle misure in merito al monitoraggio

Il monitoraggio, secondo l’art. 10 della direttiva 2001/42/CE, ha una duplice funzione: − fornire le informazioni necessarie per valutare gli effetti ambientali delle azioni messe campo dal PAC, consentendo di verificare se esse sono effettivamente in grado di conseguire i traguardi di qualità ambientale che la direttiva si pone; − permettere di individuare tempestivamente le misure correttive che eventualmente dovessero rendersi necessarie. Il monitoraggio ha lo scopo di valutare l’efficacia ambientale delle misure del PAC è quindi di controllare gli effetti ambientali significativi, che comprendono in linea di principio tutti i tipi di effetto (positivi, negativi). Parte di tali effetti sono pressoché ridotti grazie alla previsione di opportune misure di mitigazione, indicate nella fase di valutazione delle azioni di PAC; altri effetti invece devono essere monitorati in quanto possono causare impatti negativi del lungo periodo o non sono stati previsti nella fase di elaborazione del R.A.. Le risultanze del monitoraggio non devono essere confinate all’utilizzo a livello tecnico, ma anzi devono essere pensate soprattutto in funzione della comunicabilità ad un pubblico vasto, di non addetti ai lavori. Il programma di monitoraggio produce con cadenza un report, che presenta informazioni e considerazioni in forma qualitativa discorsiva, basate sulla quantificazione di una serie di indicatori. Gli indicatori sono elementi fondamentali dell’analisi quantitativa della valutazione di compatibilità e rappresentano determinate tematiche in maniera sintetica e di esprimere numericamente lo stato di una componente ambientale o di una situazione. Il sistema di monitoraggio predisposto, è stato organizzato a seguito dei contributi e delle osservazioni avanzate dall’Agenzia Regionale per la protezione dell’Ambiente durante la fase di consultazione sul documento di Scoping. - Indicatori di Processo: descrivono lo stato o il grado di attuazione del Piano (indicatori di monitoraggio del Piano) - Indicatori di Contesto: descrivono l’evoluzione del contesto ambientale (indicatori di monitoraggio del contesto) - Contributo delle varianti agli indicatori di contesto: indicatori che misurano il contributo del Piano alla variazione dell’indicatore di contesto. Si tratta di indicatori che “traducono” l’attuazione del Piano in effetti sul contesto ambientale, relazionandoli agli indicatori di contesto. Al fine di ottenere un sistema di monitoraggio realmente efficace, è buona norma che gli indicatori per il monitoraggio rispettino le seguenti proprietà:

. popolabilità e aggiornabilità: devono essere disponibili, con adeguata frequenza di aggiornamento, i dati per il calcolo di ogni indicatore; in assenza di tali dati, occorre ricorrere ad un indicatore proxy, cioè a un indicatore di tipo “indiretto”, che descrive il fenomeno in maniera meno efficace ma che è più semplice da calcolare o da rappresentare, rispetto all’indicatore di partenza; . costo di produzione e di elaborazione sufficientemente basso; . sensibilità alle azioni di Piano: ciascun indicatore deve essere in grado di riflettere le variazioni significative indotte dall’attuazione delle azioni di Piano; . tempo di risposta adeguato: ogni indicatore deve riflettere in un intervallo temporale sufficientemente breve i cambiamenti generati dalle azioni di Piano; in caso contrario, gli effetti di un’azione potrebbero non essere rilevati in tempo per riorientare il Piano e, di conseguenza, dare origine a fenomeni di accumulo non trascurabili sul lungo . periodo; . comunicabilità: ciascun indicatore deve essere semplice, di agevole rappresentazione e facilmente comprensibile anche a un pubblico non tecnico. Ciò rende infatti possibile l’espressione di commenti, osservazioni e suggerimenti in merito alle dinamiche in atto sul territorio da parte di tutti i soggetti interessati.

62

CONTRIBUTO DEL OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA’ INDICATORI DI INDICATORI DI PIANO AGLI OBIETTIVI DEL PIANO AZIONI DEL PIANO PROCESSO CONTESTO INDICATORI DI CONTESTO conservare e valorizzare ricalibrare lo sviluppo l’assetto edilizio insediativo residenziale, urbanistico dei centri numero di pratiche soprattutto in funzione del % di interventi di variazione di interventi soprattutto dei fronti presentate per recupero delle aree recupero e di recupero e strada e delle parti a interventi di storiche centrali; riqualificazione riqualificazione pettine recuperando le ristrutturazione

forme compositive della

tradizione locale

indirizzare la rimanente necessità di insediabilità saturazione dei lotti liberi nelle aree di secondo un disegno Limitare i completamento e di funzionale assicurando fenomeni di espansione poste lungo % di nuova continuità urbana SUOLO sprawling urbano direttrici tendendo, per stato di attuazione superficie variazione uso del (edificato) (espansione quanto possibile, al dei comparti di trasformata e resa suolo disordinata e a consolidamento della nuova espansione impermeabile riorganizzazione del macchia d’olio) struttura insediativa disegno insediativo esistente, nella compattando la nuova salvaguardia dell’assetto edificazione urbanistico storico;

prevedere per l’area a valutare la possibilità di nord di S. Odorico un’ individuare aree idonee % di attuazione di organizzazione alla sosta prolungata dei % superficie nuova superficie variazione suolo esclusivamente per la mezzi pesanti, anche impermeabilizzata piantumata di fasce impermeabilizzato sosta e la manutenzione attrezzate, di mitigazione degli automezzi per

trasporto

63

limitare gli usi impropri

del territorio rispetto alla salvaguardare il SUOLO attività agricola intensiva benessere delle % aree impiegate (agricoltura) recuperare sotto il profilo apportare correttivi di persone rispetto per la incremento di ambientale e paesaggistico carattere ambientale e variazione uso del all'inquinamento rinaturalizzazione estensione di le aree riordinate; paesaggistico per suolo delle acque, del rispetto alla superfici boscate cercare di restituire la suolo, acustico ed superficie agricola complessità del atmosferico paesaggio

valorizzare le valenze ambientali e paesaggistiche favorendo fruizioni per attività promuovere salvaguardia del SIC incremento diversità BIODIVERSITA’ compatibili con principali tipi di l’integrazione Magredi / Prati di Coz delle specie variazione degli e PAESAGGIO l’agricoltura, quali quelle habitat sul territorio paesaggistica, ripristinando le parti vegetazionali sul elementi ambientali e per lo svago e il tempo comunale ambientale e degradate territorio comunale paesaggistici rilevanti libero, senza che ciò naturalistica produca alterazione dei caratteri peculiari del sistema ambientale naturale disciplinare la ENERGIA Promuovere collocazione di impianti garantire il corretto num impianti per la l’impiego e la per la produzione di approvvigionamento inserimento paesaggistico produzione di variazioni consumo diffusione di fonti energia da fonti energetico da fonti delle eventuali nuove energia da fonti energetico energetiche rinnovabili , individuando rinnovabili infrastrutture rinnovabili rinnovabili le aree per due impianti idroelettrici

64

I soggetti individuati all’interno del Piano di Monitoraggio, ed in particolare gli uffici comunali dell’ente che adotta e approva il presente Rapporto ambientale, dovranno ottemperare alla redazione del piano di monitoraggio così come strutturato in tabella. Insieme ai soggetti con competenze ambientali, dovranno essere individuate le risorse finanziarie, strumentali e umane per la realizzazione di quanto richiesto e previsto. Nel caso specifico, in via preliminare, gli Enti da contattare nel merito delle informazioni contenute nei documenti di monitoraggio sono: - Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente – FVG; - Direzioni o in alternativa i servizi di competenza della Regione Friuli Venezia Giulia; - Azienda per i Servizi Sanitari n.4 “MEDIO FRIULI”;; - Uffici Comunali; In fase di monitoraggio potrebbero essere coinvolti ulteriori enti per le loro specifiche conoscenze settoriali in materia di ambiente.

Il documento di monitoraggio verrà inviato agli enti preposti per le loro specifiche competenze alla valutazione dei dati raccolti e a disposizione del pubblico interessato: - Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente – Fvg; - Direzioni o in alternativa i servizi di competenza della Regione Friuli Venezia Giulia; - Azienda per i servizi sanitari n.4 “MEDIO FRIULI”; - Uffici comunali.

65

BIBLIOGRAFIA

1. www.arpa.fvg.it 2. www.regione.fvg.it 3. www.istat.it 4. www.isprambiente.gov.it 5. AAI - Associazione analisti ambientali, Valutazione ambientale – quaderni associazione 6. AAI - Associazione analisti ambientali, Valutazione ambientale – Dossier compensazione ambientale – Edicom edizioni 7. ARPA Emilia, Verso un monitoraggio della biodiversità – quaderni ARPA 8. ARPA FVG, Rapporto sullo Stato dell’ambiente 2008 9. ARPA FVG, Rapporto sullo Stato dell’ambiente 2012 10. Di Fabbio, Fumanti – APAT, Il suolo. La radice della vita (2007) 11. Garano e Zoppi, La valutazione ambientale strategica nella pianificazione territoriale (2003) 12. ISPRA, Rapporto finale sulle attività svolte nell’ambito della Convenzione “per la definizione di indicatori utili per l’attuazione della VAS” tra ISPRA e ARPA regionali. 13. Osservatorio nazionale sul consumo di suolo, Primo rapporto – 2009 – Maggioli Editore (2009) 14. Polli S, Il clima della regione, in “Enciclopedia Monografica del Friuli Venezia Giulia (1971) 15. Progetto Enplan - Linee Guida per la valutazione ambientale di Piani e Programmi 16. Regione Friuli Venezia Giulia, Documenti propedeutici alla definizione delle analisi del PTR regionale 17. Regione Friuli Venezia Giulia, La Regione in cifre (2008 – 2009 – 2010) 18. Regione Friuli Venezia Giulia, Risorse idriche sotterranee del Friuli Venezia Giulia sostenibilità dell’attuale utilizzo” (2011) 19. SIA - Centrale di compressione SNAM a Flaibano – maggio 2007 – SNAMprogetti 20. Gestire il consumo di suolo – I Quaderni dell’osservatorio _ Provincia di Pordenone 21. ERSA – Zone vulnerabili da nitrati – G- Michielutti e S. Barbieri 22. ARPA FVg- regione FVG Monitoraggio delle acque in Friuli Venezia Giulia 23. Sergio Malcevschi/ Maria Belvisi, Impatto ambientale e Valutazione strategica (2008) Virginio Bettini , L’impatto ambientale – tecniche e metodi (1995)

66