TAXE PERÇUE TRIESTE POSTE ITALIANE SPA Iniziativa realizzata spedizione in abbonamento postale con il contributo del Governo italiano D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 Quarantena e riflessioni TASSA RISCOSSA ITALY n° 46), art. 1, comma 2, DCB Trieste ai sensi della Legge 72/2001 e successive proroghe L’ARENA DI POLA – Registrata presso il Tribunale di Trieste n. 1.061 del 21.12.2002 Anno LXXVI 3.440 – Mensile n. 4 del 30 APRILE 2020

Fondata a Pola il 29.07.1945 – Mensile di attualità, storia e cultura giuliano-dalmata – Organo dell’Associazione Italiani di Pola e - Libero Comune di Pola in Esilio Direttore responsabile: Viviana Facchinetti – Redazione: Via Malaspina 1, 34147 Trieste – Cell. (0039) 388 8580593 – [email protected] - www.arenadipola.it Quote associative annuali: Italia ed Europa € 35,00, Americhe € 40,00, Australia € 40,00, da versare sul conto corrente postale n. 38407722 intestato a L’Arena di Pola, Via Malaspina 1, 34147 Trieste, o tramite bonifico bancario intestato a Libero Comune di Pola in Esilio, Via Malaspina 1, 34147 Trieste; IBAN dell’UniCredit Agenzia Milano P.le Loreto IT 51 I 02008 01622 000010056393; codice BIC UNCRITM1222 – Le copie non recapitate vanno restituite al CPO di Trieste per la restituzione al mittente previo pagamento resi Sperando in un nuovo domani Fra Pasqua e virus anniversari e attesa 28 aprile 2004 - 2020 Il Giorno del Ricordo ha 16 anni istituzione del «Giorno del ricordo» in memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orien- L'tale e concessione di riconoscimento ai congiunti degli infoibati, compare nella Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 86 di martedì 13 apri- le 2004, riportando in calce: La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sarà inserita nella Rac- colta ufficiale degli atti normativi della Repubblica Italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Sta- to. Data a Roma, addì 30 marzo 2004 CIAMPI Visto, il Guardasigilli: Castelli Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri Il provvedimento entrò in vigore il successivo mercoledì 28 aprile. È di nuovo aprile. Sono trascorsi 16 anni dalla significativa data della pro- mulgazione da parte del Presidente della Repubblica della Legge n. 92, che ha segnato una svolta nel sofferto percorso delle genti giuliano-dal- mate, per troppo tempo rimasto in attesa di riconoscimento e di dignitosa classificazione nella storia. Quel giorno si raggiungeva un traguardo nell'iter complesso, iniziato con la prima proposta di legge relativa alla "Concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati" presentata alla Camera dei Deputati l'11 luglio 1995. Come più volte sottolineato da qualificati relatori, fra le finalità fondamen- tali del Giorno del Ricordo c'è quella diretta alle giovani generazioni, per far loro conoscere la verità storica, per sviluppare un rapporto sereno con il territorio delle radici, su cui vivono o che i loro familiari dovettero un gior- no lasciare; devono comprendere a fondo le brutture di una guerra e delle dittature, che hanno trasformato genti, avvinte da secoli alla propria terra, in un popolo in esilio.

Puntuale e beneaccolto, ci è arrivato da Londra il disegno augurale realizzato per Pasqua dalla nostra affezionata socia Silvia Sizzi. Sempre attiva e partecipe ad iniziative collegate alla sua Pola ed alle vicende dell'esodo, nella dolcezza delle sue immagini ci piace anche ritrovare la sua romantica disponibilità a regalarci il prezioso valore della sua memoria storica.

ncora una volta, la storia subìta si è in- Valerio Valenti, dal Governatore della Regione crociata con la storia appresa, avvolta Autonoma Friuli Venezia Giulia Massimiliano Anella cronaca dell’evento che, di anno in Fedriga, da sei rappresentanti del Comitato per anno, si ripete, per onorare la memoria di tutti la Difesa dei Valori della Resistenza e da un coloro che, 75 anni fa, furono martiri di un’im- rappresentante della Comunità Slovena. A mane tragedia collettiva; nell’auspicio comune completare la cerimonia c'è stata la deposizio- che il male non prevalga e non si ripeta. In for- ne di una corona, in omaggio ai Caduti della za delle disposizioni di legge attinenti all'attuale Resistenza, cui è seguita la lettura di un breve emergenza da Covid-19, quest'anno però la ri- messaggio condiviso da tutti i Sindaci, sia in correnza del 25 aprile è stata celebrata alla Ri- italiano che in sloveno. siera di San Sabba a Trieste in un'atmosfera Luogo di culto e della memoria, la Risiera di quasi surreale, con la presenza limitata esclu- San Sabba è in qualche modo raccordo fra due sivamente alle sole Autorità istituzionali, rap- periodi di atroce oscurantismo del secolo bre- presentate dal Sindaco di Trieste Roberto Di- ve: fabbrica di orrori nazisti negli ultimi anni del piazza assieme ai Sindaci dei Comuni di Duino conflitto mondiale, a guerra finita divenne il pri- Aurisina, Monrupino, Muggia, San Dorligo della mo rifugio per i profughi istriani, in fuga dagli Valle-Dolina e Sgonico, dal Prefetto di Trieste orrori perpetrati da Tito nelle loro terre. (VF) ... in questo numero I concerti virtuali Sul sentiero Beato Dendi l'enigmista Pasqua con di Toni Concina Francesco Bonifacio che conquista pinze uova e... PAGINA 2 PAGINA 10 PAGINA 11 PAGINA 12 2 L'ATTUALITÀ L’ARENA DI POLA n. 4 del 30 APRILE 2020 Lo svarione storico geografico RAI sull'Istria ome avevamo dato notizia nello estratti qui di seguito riportati: scorso numero, gli autori del pro- (…) Cgramma televisivo L'Eredità erano Banijay opera in oltre 16 territori con 60 di- incorsi in un vistoso errore nella collocazio- verse società occupandosi di produzione, ne storico geografica della penisola istria- creazione e distribuzione di contenuti spa- na. Numerose sono state le segnalazioni di ziando in tutti i generi di intrattenimento, protesta indirizzate all'emittente. Fra esse, drama, game show, factual, reality, docu- quella inviata da Lorenzo Salimbeni, re- drama, kids, fiction, attualità e approfondi- sponsabile dell'Ufficio Stampa dell'Asso- mento.(...) ciazione Nazionale Venezia Giulia e Dal- Paolo Bassetti Chairman & Ceo, Fabrizio mazia – qui di seguito riportata - analoga- Ievolella Ceo Banijay Italia, Stefano Torrisi mente a quanto fatto dai dirigenti del soda- Executive Vice President, Danila Battaglini lizio e da quelli di altre associazioni di esuli Chief Operating Officer, Leopoldo Gaspa- istriani, fiumani e dalmati, oltre che da esuli rotto Head Of Programmes, Francesco stessi. A detta lettera è seguita la risposta Lauber Chief Creative Officer, Isabella L’ac- della redazione de "L'Eredità" pervenuta il qua Chief Financial Officer, Daniela Buon- 3 aprile 2020. Copia di entrambe le missive vino Head Of Production Roma, Danilo Bo- sono più avanti pubblicate. ve Head Of Digital & Brand Solutions, Silvia Mentre risulta senz'altro apprezzabile la ri- Gandolfi Head Of Artistic Resources & Ca- sposta giustificativa, spontanea esce qual- sting, Sara Testino Head Of Human Re- che riflessione in merito alla firma prodotta in calce alla altrettanto l'estensore della risposta? Sicuramente si sa- sources, Nicole Plaidit Production Supervisor, Angelo stessa, rapportata ad una non ben identificata Redazio- rà trattato di un involontario disguido, perchè di nomi con Fabbrocini Business Affairs, Gian Massimo Barbaria Bu- ne, priva del nominativo di un responsabile. Salimbeni si relative qualifiche, nel sito di presentazione della Banijay siness Affairs. è rivolto alla Redazione, firmandosi; perchè non ha fatto Italia S.p.A se ne leggono tantissimi, come dai passaggi Viviana Facchinetti Spettabile Redazione, Copia della lettera Copia della risposta nella puntata del programma "L'eredità" andata in Gentile Sig. Salimbeni, onda il 22 marzo 2020, è stata posta la seguente do- inviata alla RAI rispondiamo volentieri alla sua mail. Noi siamo sem- della Redazione de manda nella parte finale (Il duello): "Quale penisola dall'ANVGD pre molto attenti, ma per quanto riguarda il dato stori- "L'Eredità" serbo-croata è stata annessa dall'Italia dopo la Prima co lei ha ovviamente ragione: la formulazione della guerra mondiale?". La risposta data come corretta è stata "Istria". domanda era errata. L'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, la più antica e rappresentativa Desideriamo però anche spiegare il motivo dell'errore: la nostra domanda si riferiva tra le associazioni dei 350.000 esuli istriani, fiumani e dalmati costretti all'esilio dopo all'attuale amministrazione politica croata dell'Istria (anche se una piccola parte, come aver subito il martirio delle foibe e l'annessione alla Jugoslavia del dittatore comunista i comuni di Muggia e di San Dorligo della Valle, appartiene politicamente all'Italia e Josip Broz "Tito" delle terre dell'Adriatico orientale in cui vivevano radicati da secoli, vi un'altra piccola parte alla ), ma purtroppo, per un errore che ci è sfuggito e di segnala che l'Istria non era una penisola "serbo-croata", bensì italiana. Non solo con- cui ci scusiamo, abbiamo scritto invece "serbo-croata". siderazioni di carattere geografico ed orografico affermano l'appartenenza dell'Istria Ma non era assolutamente nostra intenzione né sminuire la realtà storica né tantome- alla regione italica, ma anche lingua, cultura e tradizioni di questa provincia, così come no mancare di rispetto a tutti coloro che, nel passato come nel presente, hanno difeso di Trieste, Gorizia, Fiume e Zara, attestavano la presenza di una comunità italiana e sostenuto il Tricolore italiano. Soprattutto in questo momento difficile per il nostro autoctona, ma rimasta sotto il dominio dell'Impero Austro-Ungarico al termine del Ri- Paese e per tutti coloro che, per lingua, tradizioni e cultura – come giustamente lei ci sorgimento italiano, essendo stata annessa al Regno d'Italia solamente dopo la Prima ricorda – al nostro Paese sono legati da un profondo rapporto di appartenenza. guerra mondiale, che per tanti patrioti istriani, fiumani e dalmati fu combattuta come Per questo motivo la preghiamo, in quanto Responsabile dell'Associazione Nazionale una Quarta guerra d'indipendenza. Venezia Giulia e Dalmazia, di estendere le nostre scuse a tutti i membri dell'Associa- Chiediamo cortesemente che venga fatta una rettifica nella prossima puntata del pro- zione stessa. gramma "L'Eredità", per rispetto dei soldati italiani e dei volontari istriani che persero la Purtroppo, proprio a causa della terribile pandemia in corso, le registrazioni della no- vita onorando il Tricolore italiano nella Prima guerra mondiale, nonché nello spirito stra trasmissione sono interrotte, il che rende impossibile per il momento provvedere della Legge istitutiva del Giorno del Ricordo (L. 92 del 30/03/2004), grazie alla quale alla rettifica richiesta da lei e da altri membri dell'Associazione. ogni 10 febbraio si ricordano le atrocità titine, le migliaia di civili e militari morti nelle Ringraziandola ancora per la sua segnalazione, della quale terremo certamente conto foibe e nei campi di concentramento jugoslavi e l'esodo degli istriani in tutto il mondo. in futuro, rivolgiamo a lei e a tutti i membri dell'Associazione i nostri più cordiali saluti Ringraziando anticipatamente per l'attenzione che vorrete dedicarci, inviamo distinti saluti Redazione "L'Eredità" Lorenzo Salimbeni Banijay Italia S.p.A Ufficio Stampa ANVGD La liberazione (effimera) di Trieste avvenne il 30 aprile om’è risaputo, la liberazione della Penisola in città a ritirarsi su alcune ridotte come il porto, il tribuna- maggio disarmarono i membri del CLN al termine di un dall’occupazione nazifascista, simboleggiata dal- le e il castello di San Giusto. Il CLN giuliano era compo- incontro avvenuto nei pressi dei Portici di Chiozza, co- Cla festa del 25 Aprile, a Trieste e nella Venezia sto solamente da forze non comuniste, essendosi que- stringendo in tal modo i suoi membri – costituiti in preva- Giulia non rappresentò altro che il prologo dell’insedia- ste ultime dissociate dallo stesso Comitato di Liberazio- lenza da cattolici – a un repentino ritorno alla clandestini- mento in questi territori di un’altra dittatura. Più che di li- ne alla fine del 1944. Una scissione dovuta proprio alle tà. Che terminerà solamente alla fine dei 42 giorni di oc- berazione, infatti, per le nostre terre a conti fatti si può velleità nazionalistiche slovene e croate, malcelate cupazione, avvenuta grazie alla firma degli accordi di parlare di tentativo – più o meno riuscito – di rioccupazio- all’interno di un movimento comunista i cui componenti Belgrado stilati tre giorni prima, con i quali si sancì il ne da parte della Jugoslavia comunista. Al noto grido di caldeggiavano la futura annessione della Venezia Giulia passaggio della città dall’occupazione militare jugoslava “L’altrui non vogliamo, il nostro non diamo” i cosiddetti li- alla Jugoslavia di Tito. Mire espansionistiche jugoslave all’amministrazione provvisoria angloamericana. Qua- beratori concentrarono le loro forze per arrivare prima che, come dimostrano le foto di fresca ritinteggiatura che rantadue giorni segnati da nuove delazioni, lutti, depor- degli alleati su Gorizia, Trieste e l’Istria, soprassedendo si possono ritrovare lungo il corso di superficie del Tima- tazioni e assassinii e dalla scoperta di una nuova parola, in un primo momento alle più logiche velleità di liberazio- vo, evidentemente nel 2020 non sono ancora passate di foiba, che i giuliani tutti impararono ben presto a cono- ne di altre città, da sempre slovene o croate come Zaga- moda. scere. Quelli che altrove furono giorni di vera liberazio- bria o Lubiana, preferendovi invece i territori della Vene- L’insurrezione del 30 aprile anticipò così di un giorno l’ar- ne, quindi, per Trieste – e per Monfalcone e Gorizia – fu zia Giulia per perseguire un chiaro disegno annessioni- rivo dei primi presidi del IX Corpus titino. Gli stessi tede- un’appendice dell’orrore vissuto fino a quel momento. stico. La liberazione a Trieste pertanto non arrivò il 25 schi non si arresero ai liberatori con la stella rossa, bensì Un orrore che in Istria proseguì negli anni a venire e che aprile, bensì cinque giorni più tardi, grazie all’insurrezio- attesero nei presidi dov’erano asserragliati di conse- costrinse la maggioranza italiana della sua popolazione ne del 30 aprile. Una liberazione – quella vera – durata gnarsi, appena il 2 maggio, ai reparti neozelandesi del autoctona all’esodo forzato. purtroppo poco più di 24 ore e che fu preparata nei giorni generale Fryberg giunti nel frattempo da ovest. Le arma- Renzo Codarin precedenti fin nei più minuti particolari dal CLN guidato te jugoslave, intanto, in un clima rappresentante tutt’altro Presidente ANVGD da Marzari, che costrinse gli ultimi tedeschi presenti che una comunione di intenti, nel pomeriggio del primo

entre si inserisce nell'avvicendarsi di splendidi tico e una breve sosta nelle Marche, la destinazione de- tramonti, la dolcezza della primavera - che co- Toni Concina finitiva divenne Orvieto, la base da cui Toni Concina si è Mmunque imperterrita si è presentata ad avvol- staccato per frequentare la Nunziatella a Napoli e per gere questo strano periodo d'ombra di forzata clausura e il suo virtuale angolo di piano bar incontrare un po' tutto il mondo, in scia alla laurea italia- - di giorno in giorno è avvalorata dalle magiche note na in giurisprudenza e quella americana alla Harvard del pianoforte di Toni Concina, ideatore di un omaggio Academy. Di Orvieto per alcuni anni è stato anche il in musica agli amici, che lui quotidianamente racco- sindaco, mantenendo però sempre un legame affettivo glie, sempre più numerosi ed antusiasti, in un virtuale con la terra d'origine, come del resto lo aveva fatto suo angolo di piano bar. È un appuntamento atteso quello padre, operativo nell'ANVGD. A riprova del suo rappor- ideato da Concina, inizialmente dedicato ad una stret- to con Zara, sottolinea la sua attività ed il suo incarico ta cerchia di amici suoi coetanei, per alleggerire in di vicesindaco nell'ambito dell'ADIM – LCZE. In tutto una decina di minuti le ore di quotidiana quarantena, questo si inserisce da sempre la passione per la musi- fissando sul pentagramma ricordi e momenti vissuti. ca, che ha costellato di successi la sua vita. “Mai stata Abbiamo voluto parlarne con lui, ripassando anche le una carriera, solo un percorso” – precisa. Ma di impor- tappe salienti del suo intenso percorso di vita, iniziato tanti soddisfazioni ed apprezzamenti da parte di grandi nel 1938 a Zara, da cui la sua famiglia dovette stac- nomi, aggiungiamo noi. Ne è prova il servizio che la carsi cinque anni dopo, a causa dei bombardamenti. Rai ha dedicato a quest'ultima esperienza, in cui via “Una famiglia composita la mia, – ci spiega il nostro whatsapp Fiorello cantava “Il cielo in una stanza”, che interlocutore – ramo paterno in Dalmazia fin dagli inizi Concina eseguiva al piano. dell'800, quello materno riuniva origini montenegrine, Viviana Facchinetti austriache ed italiane.” Dopo aver attraversato l'Adria- L’ARENA DI POLA n. 4 del 30 APRILE 2020 L'ATTUALITÀ 3 Il progetto Egea e la nostra memoria asce a Fertilia, articoli di giornale ed in Sardegna, un Un grande programma a cui tutti possono contribuire con materiale e testimonianze inserirli in un grande NEcomuseo per “Tenere accesa una Luce portale internet, consentirà infatti di ricostruire e sulla Memoria” delle popolazioni dell’Istria, di far conoscere questi eroi anche dalle nuove ge- Fiume e della Dalmazia che, a seguito dell’Eso- nerazioni, perché la storia non abbia più a ripe- do, sono state sparse per tutti i 5 continenti del tersi. “Ecco perché rivolgiamo un appello agli pianeta. Un museo che, partendo dai circa 4000 eredi di questa grande famiglia, ovunque siano, esuli che giunsero in questo lembo della Sarde- affinché vogliano inviarci le copie di questi docu- gna nord-occidentale, intende ricostruire le tra- menti in formato digitale, se non anche gli origi- me delle migrazioni di un popolo che, dapprima nali, con adeguate didascalie, in modo da con- distribuito in oltre 110 Centri Raccolta Profughi sentirci di garantire anche a coloro che oggi sono sparsi sul territorio nazionale, ha poi raggiunto più lontani, di poter essere ricordati ed in modo ogni angolo del Pianeta. Lo scopo del Museo è da riallacciare i fili recisi dalla storia. Questo è un dapprima quello di ricostruire la Storia della Co- progetto importante – afferma Mauro Manca, fi- munità di Esuli Giuliano Dalmati che transitò per glio di esuli Fiumani e Direttore Organizzativo Fertilia, per poi tentare di censire, raccogliendo dell’Associazione EGEA – per il quale abbiamo testimonianze, fotografie, documenti e quant’al- creato un gruppo di lavoro di grande valore; ne fa tro, l’intera comunità degli Esuli in ogni luogo, attraverso polo che si è voluta negare attraverso una polverizzazio- parte il dottor Mauro Rossetto, già Direttore Scientifico la realizzazione di un portale su Internet nel quale si pos- ne in tutto il pianeta dei circa 350.000 esuli. “Vogliamo dei Musei Manzoniani della Città di Lecco, la prof.ssa sa ricreare un enorme album di famiglia, una nuova Ve- infatti evitare che con la morte dei protagonisti di questa Marisa Brugna, esule di ORSERA ed autrice di un libro nezia Giulia virtuale. Questa parte del progetto, chiama- vicenda storica” – dice Elena Fustini, Presidente della intitolato Memoria Negata, la prof.ssa Luisa Morettin, ta “Riuniamo i fili della nostra Storia”, estremamente Coop SOLOMARE – “venga a cancellarsi definitivamen- storica, preside della facoltà Londinese dell’Università complessa e difficile, potrà svilupparsi solo grazie alla te una pagina di storia che ad oggi in pochissimi cono- NCI e numerosi altri esperti. Abbiamo poi avviato e con- disponibilità di coloro che vorranno collaborare, fornen- scono. È infatti un dovere di noi tutti, eredi di questo Po- solidato altre importantissime collaborazioni con azien- do o spedendo direttamente i materiali in formato digita- polo di Italiani due volte, quello di non dimenticare e di de, Enti ed Associazioni a livello nazionale che sono de- le, così da consentire la loro pubblicazione. Il sito, in fase non far dimenticare coloro che hanno scritto la Storia terminanti e che testimoniano la volontà di collaborare di completamento, è già on-line all’indirizzo www.proget- con il loro sacrificio”. “Sentiamo forte il bisogno di racco- per ricostruire una storia condivisa ed una memoria col- toegea.org e raccoglie per ora i nomi delle circa 200 fa- gliere, prima che sia troppo tardi” – afferma Federico lettiva”. Fra le collaborazioni, di particolare importanza è miglie che sono giunte a Fertilia lasciando memoria del Marongiu (figlio di Giulio, esule da Pola) – “tutte le testi- quella con la Fondazione Decima Regio “Olga e Rai- loro passaggio. Verrà completato una volta terminato il monianze, i ricordi, le fotografie, i documenti ed i raccon- mondo Curri” e l’università di Sassari, che stanno sup- lungo lavoro di raccolta dei materiali, delle testimonianze ti che possono contribuire a mantenere viva la loro storia portando la ricerca storica, con il Centro Studi Fiumani di e delle immagini già avviato. ed il loro coraggio nel ricostruire la propria vita lontani dal Roma, punto di riferimento imprescindibile, con la Fede- Il percorso espositivo, realizzato in uno dei luoghi simbo- luogo in cui sono nati. Riteniamo infatti che il rischio rEsuli, con l’ANVGD e con l’Associazione Giuliani nel lo, il Ponte Romano - sul quale attraccarono le imbarca- maggiore sia quello di perdere le testimonianza che pos- Mondo, che svolgono un lavoro preziosissimo. Indispen- zioni con cui gli Esuli giunsero a Fertilia - sarà composto sono essere invece rese immortali, grazie alla tecnologia sabile anche il supporto di soggetti tecnici di grandissimo oltre che da pannelli espositivi, che parleranno delle vi- moderna”. Digitalizzare fotografie, documenti, lettere, profilo, tra cui quello della società UNO Srl, Azienda lea- cende storiche, delle testimonianze der nel settore informatico, rappre- dirette e della vita a Fertilia, anche sentata da Giancarlo Rosa, esule di da una parte multimediale che, at- seconda generazione. traverso video, filmati ed attività È un progetto di grande respiro, che esperienziali, consentirà ai visitatori gli organizzatori hanno voluto intito- di conoscere la storia di tali Eroi in- lare ad Egea Haffner, la bambina consapevoli. Con questo Ecomu- con la valigia, icona inconsapevole seo, voluto dalla Cooperativa So- dell'esodo e della sua gente. Un ciale SOLOMARE, in collaborazio- progetto in via di realizzazione gra- ne con l’Associazione EGEA voglia- zie ad un finanziamento regionale mo rendere “Immortali” coloro che cui si aggiungeranno, com'è spe- hanno vissuto questa diaspora, re- ranza dei curatori, i contributi di stituendo loro quella Identità di po- quanti vorranno sostenerlo.

olto tempo è ch’io fra i miglio- “Delle antichità italiche”, data alle stampe ri ornamenti d’Italia avea Nell'anniversario della nascita nel 1788. L’anno successivo avrebbe vi- «M considerato particolarmente sto scatenarsi la rivoluzione francese, le antichità tuttavia esistenti in Pola, Città uno dei cui lasciti fu il concetto di “nazio- posta all’estremità della Provincia dell’I- di un intellettuale capodistriano ne”, al quale Carli si era pertanto in qual- stria, e Colonia un tempo di Roma»: ini- a Trieste e Pietro Kandler, triestino di na- er lungo tempo l’articolo “Della pa- che misura già approcciato. zia così la “Relazione delle scoperte fatte scita ma appassionato di storia istriana, tria degli Italiani” comparso anoni- Carli rientra a tutti gli effetti tra quegli nell’anfiteatro di Pola nel mese di giugno per poi culminare nella fondazione della Pmo sulle colonne del numero 2 del istriani, fiumani e dalmati che nel corso del 1850 dal Conte Gian- Società Istriana di Arche- giornale illuminista “Il dei secoli sono stati par- rinaldo Carli-Rubbi” scrit- ologia e Storia Patria. In Caffè” è stato attribuito a tecipi del percorso cultu- ta dall’erudito capodi- , effetti, però, Carli ammet- Pietro Verri. In realtà quel Le esplorazioni di rale, letterario ed artistico striano Gian Rinaldo Carli patriota ante litteram te che il suo viaggio vuole testo datato 1765 era italiano, dimostrando che poco più che trentenne e verificare se la teoria del opera di Gian Rinaldo Gian Rinaldo Carli il mare Adriatico univa e da poco vedovo della pri- e illuminista istriano suo amico Marchese Sci- Carli, raffinata figura di nell'arena di Pola manteneva in collabora- ma moglie, il cui cogno- pione Maffei, veronese intellettuale, economista zione le comunità italofo- me aveva unito al proprio. ed autore di opere di stu- e storico nato a Capodi- ne radicate su entrambe Tipica figura di intellettuale settecente- dio sulle arene romane, è vera, ovvero stria l’11 aprile 1720, esattamente 300 le sponde. Il Giorno del Ricordo comme- sco a tutto tondo, con interessi che spa- che a Pola non si trova un anfiteatro, anni fa. mora la tragedia più recente dell’italianità ziavano dalle lettere antiche alla numi- bensì un «semplice teatro di nuova for- Tanto nella riscoperta della storia istriana nella costa adriatica orientale, ma esisto- smatica, dall’economia alla storia, Carli è ma». Coordinando operazioni di scavo quanto nei suoi lavori di carattere econo- no e devono essere riscoperti o ulterior- famoso soprattutto per le sue frequenta- che portano in superficie nuovi elementi mico, Carli denotò un grande acume di mente valorizzati personaggi in moltissi- zioni dei fratelli Verri e dell’illuminismo del basamento interno, effettuando accu- ricercatore e di teorico: un suo tentativo mi ambiti che testimoniano la pluriseco- milanese. Egli dedicò tuttavia varie opere rate rilevazioni sulle dimensioni, le arcate imprenditoriale non ebbe successo, ma lare presenza italiana in Istria, Carnaro e pure alle vestigia ed alle vicende stori- ed i posti a sedere collocati sulla collinet- fu comunque per 15 anni presidente del Dalmazia. L'anniversario della nascita di che dell’Istria antica, a partire dalle “Anti- ta inglobata dalla poderosa costruzione, Supremo Consiglio dell’Economia del Gian Rinaldo Carli può rappresentare chità di Capodistria” per giungere a “Del- Carli giunse a confutare le conclusioni Ducato di Milano, all’epoca sotto il domi- l’occasione per sviluppare iniziative fina- le antichità romane dell’Istria” in due vo- del nobile amico: al termine del libello, nio degli Asburgo. Trasferitosi in Lombar- lizzate a dare lustro all’economista, all’e- lumi (in cui riprende molti concetti qui alcuni disegni da lui stesso vergati testi- dia ebbe così modo di affinare la propria rudito ed al patriota originario di quella abbozzati), senza dimenticare l’inseri- moniano l’accurata analisi effettuata dal formazione illuminista e di collaborare Capodistria che avrebbe poi regalato al mento dell’Istria e della Dalmazia nella ricercatore capodistriano. Concluse tali con i fratelli Verri in quella fucina di idee risorgimento Carlo Combi ed all’irredenti- monumentale opera “Delle antichità itali- ispezioni, l’illustre archeologo spostò la rappresentata dalla rivista “Il caffè”. Il suo smo . che”. sua attenzione sui resti delle mura (più lealismo nei confronti dei sovrani austria- Renzo Codarin L’arrivo dal mare alla località istriana, che volte distrutte nel corso dei secoli), del ci non gli impedì di sviluppare un senti- Presidente ANVGD da tempo il nobile istriano si riprometteva teatro, del tempio di Augusto e del «ma- mento patriottico ante litteram, che di visitare, mette l’estensore della breve gnifico celebre Arco funebre, eretto a sarebbe sfociato nel già ricordato “Relazione” subito a confronto con l’og- foggia di trionfale». articolo che contestava l’eccessivo getto del suo interesse: «Molte miglia La passione per l’archeologia diffusasi asservimento dei suoi connaziona- prima d’imboccare il vasto Porto di Pola nel Settecento condizionò il gusto neo- li nei confronti delle dominazioni si vede dal mare quel superbo edifizio, classico ed in epoca romantica si tradus- straniere che avevano portato alla che Arena chiamano; né può abbastanza se nella ricerca delle radici storiche di frammentazione dell’Italia in una spiegarsi qual grandiosa idea della ro- una comunità nazionale, il ché per gli ita- miriade di Stati e staterelli. E la na- mana magnificenza in esso si rappresen- lofoni dell’Adriatico orientale significava tia Istria era considerata, non solo ta. Concorre ogni circostanza per rende- dimostrare l’appartenenza plurisecolare per l’appartenenza alla Repubblica re questa scena assai deliziosa». all’ecumene latino rappresentato da Ro- di Venezia, come parte integrante Siamo in un’epoca in cui sono tornate al- ma, in contrapposizione al mondo ger- della comunità di lingua, cultura e la luce Pompei ed Ercolano e questa manico e a quello slavo che si affaccia- tradizione italica, come ebbe modo esplorazione di Carli può ben sembrare il vano su queste terre ancora sotto domi- di documentare e ribadire, anche capostipite di un filone di erudizione loca- nio degli Asburgo. con riferimento alla Dalmazia, nel- le che proseguirà con Domenico Rossetti Lorenzo Salimbeni la sua poderosa opera in 5 volumi 4 L’ARENA DI POLA n. 4 del 30 APRILE 2020 Mailing List Histria Proroga dei termini di presentazione degli elaborati perando che la situazione attuale possa presto risol- Si precisa inoltre che il CONCORSO NON È SOSPESO, versi al meglio per i bambini, i ragazzi, gli insegnanti quindi potete continuare ad inviare i vostri lavori alla Se- Se per tutti noi, la Mailing List Histria, come artefice e greteria nelle modalità descritte nel bando www.mlhistria.it promotrice del Concorso, comunica che Causa Emergen- o www.adriaticounisce.it. za COVID-19, la scadenza del XVIII° Concorso Letterario Specifiche informazioni possono essere richieste via mail Internazionale "Mailing List Histria" 2020 è stata prorogata contattando Segreteria del Concorso MailingList HISTRIA al 25 Ottobre 2020. 2020 [email protected] Si precisa che tutti i lavori, inviati Walter Cnapich [email protected] sia per posta elettronica che per Maria Rita Cosliani [email protected] posta raccomandata, saranno am- La Presidente della Commissione La Pasqua di messi soltanto se INVIATI entro il Maria Grazia Belci 25 Ottobre 2020. Ci permettiamo di inserire un piccolo post scriptum per ri- un tempo a Fiume Nel caso di spedizione tramite po- cordare che venerdì 14 aprile 2000 nasceva la Mailing List i cominciava col Venerdi Santo e e così la migliore soluzione era quella sta raccomandata farà fede la data Histria. I nostri auguri di felice anniversario e buon prose- tutti tenevamo un comportamen- di portarle nei forni dei panifici. Ma an- indicata sul timbro postale. guimento. VF Sto controllato senza eccessi e che così a volte capitava la sorpresa strida. Le Maestre ci avevano dato dei cioè che le pinze non si fossero alzate compiti a casa, mentre in Parrocchia - diventando dure come “pieracotte” con Il primo giorno del nuovo mondo dove i Crocifissi erano avvolti in panni recriminazioni tra fornai e mamme. I viola a rappresentare il Lutto della forni in Cittavecchia erano: Calcich Chiesa - i Sacerdoti ci facevano gioca- Giovanni in Calle dei Canapini 24; eniamino delle nostre gen- re ma con morigeratezza. Le campane Chiopris Carlo in Via G. Simonetti 3; ti, inseriamo ancora una erano “legate” e non suonavano. I Pre- Lorenzini Giovanni in Piazza Tre Re 9. volta in queste pagine Si- ti celebravano la Messa ma non dava- Nel giorno di Sabato Santo noi giovani B mone Cristicchi, con i versi da no l’Eucaristia. Chi aveva la radio la eravamo in strada, ma con l’occhio sul lui recentemente composti, ispi- teneva al minimo volume e i program- rubinetto dell’acqua perché alle 11 ci randosi al dramma che attual- mi non prevedevano canzonette ma sarebbe servito. Infatti alle 11 le cam- mente tutti stiamo vivendo e che per lo più musica da camera. E poi non pane venivano “sciolte” e suonavano a lui spiega così: “Ho immaginato il si sentiva cantare per rispetto della ri- Festa per annunciare la Resurrezione momento esatto in cui torneremo correnza. di Gesù e tutti correvamo a bagnarci alla nostra vita quotidiana, spero Un anno, noi Aspiranti del Duomo an- gli occhi per mondarci dei nostri pec- rinnovati nello spirito, e con uno dammo in ritiro al Vescovado, dove cati. La Resurrezione avveniva dopo i sguardo diverso sul mondo. È il mio Don Severino Scala ci aveva promes- tre giorni della Passione e Morte. Fi- piccolo contributo, un pensiero di speran- so scorpacciate di mele cotogne tra nalmente arrivava la Domenica di Pa- za nel futuro che ci attende”. una preghiera e l’altra, ma ci toccarono squa e le nostre mamme si recavano solo le preghiere. Quasi tutta la cittadi- alla prima Messa delle 6 e trenta por- Il primo giorno con l’unico scopo dopo la lunga ricreazione. nanza faceva la visita dei Sepolcri nel- tando avvolto su una salvietta bianca del nuovo mondo di restare vivi. Furono loro alla testa le varie chiese - le pie donne ne visita- un pezzo di pinza, la scalogna detta ci svegliammo Il primo giorno della rivoluzione. vano sette - e la visione cadeva so- luk, le uova sode e il prosciutto per la a un accenno dell’alba del nuovo mondo Il primo giorno prattutto sulla immagine della Madon- Benedizione. Sarebbero servite alle 9 salutando con gli occhi come soldati tornati dal fronte del nuovo mondo na Addolorata in lutto, trafitta da un per la solenne Marenda di Pasqua del- il ritorno del sole. ammutoliti dallo stupore fu il tempo di uscire pugnale. Analoga effigie c’era in Salita la famiglia, sulla tavola imbandita con Nell’aria un profumo scendemmo tutti in strada, al di fuori di noi Calvario dove c’erano le Tre Croci. le tovaglie della festa e con il caffè e il di pane sfornato nel silenzio interrotto soltanto dalla Terra imparammo Nel frattempo le nostre mamme e le latte bollenti e fumanti. Dopo la Maren- e un’improvvisa voglia dai nostri “buongiorno”, la grande lezione nostre nonne stavano preparando le da le briciole e gli altri avanzi venivano di capriole. e da qualche risata. rinati alla vita, pinze e i sisseri che erano d’obbligo raccolti dalla tovaglia e bruciati nello “Io sono qui” – disse il mondo I sopravvissuti più umani di mai per questa grande Festa. In Cittavec- sparket, perché benedetti. Il Signore a raggi unificati chiesero un sorso d’aria Così al suo segnale, chia c’era un continuo andirivieni tra le era risorto e il Giorno di Festa aveva “E voi dove siete stati?” l’abbraccio negato in mondovisione mamme che portavano su una tavola inizio. E questa usanza era seguita Noi nella tana in letargo rivedere il mare, ci scrollammo di dosso sistemata e in equilibrio in testa, le pin- anche dagli Ebrei e dai Greco-Orto- a dormire mangiare un gelato: il mille e novecento ze lavorate e lievitate per il forno. Tutti dossi, anche se la loro Pasqua non Noi coi gerani ad ornare cose inestimabili e i sospiri di sollievo avevamo lo sparket con il forno per ar- coincideva con la nostra. Ci legava la i balconi a buon mercato. divennero il vento. rostire, ma quella volta non c’erano gli consapevolezza di essere tutti fiumani. Noi rinchiusi nei giorni I bambini tornarono a scuola, aggeggi per regolarne la temperatura Rodolfo Decleva lunghi secoli come andassero a una festa Simone Cristicchi La scuola della Guardia di Finanza a Pola opo la Prima Guerra Mondiale si rese necessario re. Il corso per finanziere semplice aveva durata di sei al pianterreno le aule, mentre ai piani superiori erano costituire un gruppo formativo per gli allievi mare mesi ed ogni bimestre giungevano nuovi arruolati pres- ubicati gli alloggi per allievi ed Istruttori, nonché circoli, Ddella Regia Guardia di Finanza. La scelta cadde so l’Istituto. Le materie di studio ed insegnamento com- mense, refettori ed uffici. E’ interessante notare che alla sulla città di Pola, habitat perfetto per avviare il persona- prendevano istruzione militare, marinaresca, nonché Scuola era stata data l’impostazione tipica di una nave le addetto ai ruoli marinareschi. Gli allievi furono avviati leggi ed ordinamenti relativi al settore tributario. da guerra, affinché fra gli studenti si sviluppasse fin da al Battaglione Guardia di Finanza in località Veruda, fra- Gli allievi Sottufficiali venivano invece selezionati tra le subito lo spirito e l’attitudine marinaresca. In tal senso i zione costiera a sud della città, ed inquadrati nella ca- “guardie” sulla scorta di requisiti legati all’anzianità ed al pavimenti, erano stati ricoperti da linoleum e gli allievi serma San Giovanni (meglio nota come “Baracche” ndr) curriculum ed il loro corso aveva durata di nove mesi. avevano il compito di lucidarli costantemente con la naf- un tempo sita sulla strada che da Veruda porta a Punta Nei primi due anni di attività, la Scuola Nautica “brevet- ta. Verudella nei pressi della “Capanna del Pescatore”, no- tò” 144 sottufficiali, 37 Sottufficiali A.C. (con abilitazione Nelle camerate, gli allievi avevano a disposizione bran- to ristorante sin dall’epoca austriaca. al comando), 1320 marinai, 32 motoristi navali, 69 fochi- dine angolari in ferro, verticali a due posti. Inizialmente il Reparto di Istruzione dipendeva dalla Le- sti abilitati, 204 fochisti ordinari, 82 marinai con qualifica La Scuola disponeva inoltre di un’officina meccanica e gione di Trieste. Dal 28 febbraio1923, l’Istituto fu posto di “padroni di imbarcazione”, 10 operai carpentieri, 15 di una sala dotata di materiale idrografico. Alle spalle alle dipendenze della Legione Allievi ed elevato al rango furieri e due elettricisti. dell’edificio, un’apposita superficie era attrezzata per di Battaglione. Gli allievi provenivano da varie parti d’Italia, ma princi- l’attività ginnica che poi prevedeva anche esercitazioni Sin dai primi anni Venti, il naviglio del Corpo fu incre- palmente dalle regioni meridionali. congiunte di canottaggio e vela con gli atleti della locale mentato con imbarcazioni a motore, motoscafi e rimor- Nella nuova sede dell’ex hotel Riviera trovavano posto Società Nautica Pietas Julia. chiatori per la necessità di dar vita ad un La Scuola di Pola svolse la sua funzione unico reparto di istruzione in grado di acquisendo notevole prestigio fino al ter- preparare personale specializzato per il mine del secondo conflitto mondiale, al- servizio sul mare. lorquando l'Italia dovette cedere l'Istria e Un evento importante che caratterizzò la la Dalmazia. storia del Battaglione di Pola fu l’incen- Il gravoso problema di individuare una dio che nella notte del 14 gennaio 1926 nuova sede fu risolto nel 1948 con la distrusse la Manifattura Tabacchi della scelta della città di Gaeta, che offriva Città. L’intero Reparto partecipò pronta- una stupenda rada naturale e la disponi- mente alle operazioni di spegnimento e bilità d'infrastrutture idonee ad ospitare soccorso manifestando grande spirito di un reparto di istruzione navale. Oggi, la abnegazione e sacrificio. Scuola Nautica di Gaeta rinnova, ali- La Scuola Nautica fu istituita nel 1927 e menta e perfeziona i militari del contin- primo comandante venne nominato il gente di mare del Corpo che superano le Capitano Vittorio Rossi che mantenne 5000 unità, addestrando annualmente l’incarico fino al 1931. Necessità logisti- circa 800 militari, tra Ufficiali, Ispettori, che e di espansione fecero cambiare ra- Sovrintendenti, Appuntati e Finanzieri. pidamente sede alla Scuola che trovò Sul muro della caserma di Gaeta spicca nuova collocazione, dal 21 giugno 1928, la targa di fondazione della Scuola Nau- nell’imponente struttura dell’ex Hotel Ri- tica: Pola e Gaeta idealmente unite per viera posto sul lungomare di Pola. sempre nel nome della Guardia di Finan- Presso la Scuola venivano svolti due za. corsi principali, rispettivamente per Ugo Gerini Guardie di Mare e per Sottufficiali di ma- L’ARENA DI POLA n. 4 del 30 APRILE 2020 5

n ano go rivà cior za agnel” ga dito mama. Do- ferie più lunghe e tor- El Agnel de Pasqua po zena, mio zio me ga ciamà in nar in Istria per Pasqua. disparte disendome: “Domani noi an- Gavevo voia de veder quei posti Roberto Stanich deremo de contadini che mi conosso in un Uche me ricordavo tuti brusai del sol de estate, paese qua vizin e ti vederà che agnel che com- in primavera, quando che scominzia el bel tem- se ofendi, ghe ga dito mio zio, e quanto che el preremo, lori i aleva le bestie ancora come una po, vien fora le prime foie, i alberi xe tuti in fior e vol per uno? El omo ghe ga dito una cifra per mi volta e i agnei i ciuccia solo el late de la mama, xe tuto bel verde. Xe anche stagion de sparisi più che ragionevole ma mio zio ghe ga subito no i ghe da late in polvere, come là de voi in che xe boni con la fritaia ma, sopratuto, Pa- risposto che el xe mato, che no se ga mai sentì Italia.” Mi no go dito gnente ma scominziavo a squa xe l’ocasion per far quele bele magnade un prezo compagno per un agnel, picio, magro, gaver seri dubi sule capacità de combinar afari in bona compagnia che dopo se se ricorda per tuto ossi e forsi anche malado, che forsi lui ghe de mio zio. E infati el giorno dopo noi gavemo tuto l’ano. Un brodin, per scominziar, dopo fusi daria la metà de quel che el ghe domanda, ma girà tuti i paesi del circondario ma agnei gnen- col sugo de galina, dopo ancora capuzi garbi squasi per farghe un piazer, perché el ga biso- te. L’unica roba bona xe stada che, intanto che con luganighe e panzeta, agnel con le patate gno de soldi. El omo alora el se gà incazzà e el zercavimo, se fermavimo in tute le osterie de roste, che xe obbligatorio per Pasqua e, a la fi- ga dito: “Ti sa cossa, va a comprar el agnel de ogni paese e cussì, quando che semo tornai a ne, le pinze, tuto acompagnado con malvasia e qualche altra parte, mi no go bisogno de i tui casa, no se ricordavimo gnanche cossa che teran. Semo rivai con un per de giorni in antici- soldi” e noi semo andadi via. Mi iero un poco ierimo andai a zercar, iera tardi e semo andai po e gavemo scominzià a parlar per trovar la preoccupà perché no gavevimo combinà el driti a dormir. Ma la matina dopo, come che me roba per ‘sto grande pranzo. El primo problema afar ma mio zio me ga dito: “xe andà ben, noi son sveià, me xe subito vignù in amente che iera l’agnel perché, per el resto, iera tuta roba adesso anderemo pulito in osteria, magneremo risciavimo veramente de restar senza agnel de casa. Mio zio che el se se credeva un gran- una porzion de tripe, che qua i fa bone, bevere- per Pasqua. E alora,senza dirghe gnente a de afarista, nonostante el gavessi provà tuti i ti- mo un mezo de teran e dopo torneremo indrio nissun, mi son andà drito in becheria. “Cossa pi de comerci, però finidi mal, ga dito subito: de l’omo. Ti vederà come che el gavarà cambià posso darghe?” me fa el becher. E mi: “Voleria “Per l’agnel ghe penso mi. “Del becher no xe idea e el ne venderà el agnel per el prezo che un bel agnel per far pranzo per Pasqua”. El me de andar perché el xe imbroion, el fa vignir tuti i ghe go dito mi. Dopo 1 ora e aver magnà e varda e po’ el fa: “veramente xe un poco tardi, agnei surgeladi de fora chisà dove remenghis, bevù in osteria, semo tornai de l’omo per com- bisognava ordinar per tempo, tuti vol l’agnel e li vendi come bestie de late nostrane. Noi in- prar l’agnel. Come che semo rivai là, no te ve- per Pasqua e le bestie che go procurado le xe veze, bel pulito, anderemo in fiera e la compre- demo che i agnei no xe più e l’omo tuto conten- prenotade dei mii clienti. “Mi go fato la facia di- remo un bel agnel nostran, a bon prezo, dei to che el se ingruma la roba per andar a casa. A spiasuda e ghe go dito: “La sa, mi vegno de l’I- contadini che mi conosso”. Per non ofenderlo, mio zio che ghe domanda dove che xe i agnei e talia, se trovemo dopo tanto tempo tuta la fami- no volevimo contraddirlo. Andando in fiera, du- el mato ghe rispondi che xe vignù el becher de glia e volessimo far un bel pranzo de Pasqua rante el viagio mio zio me ga racomandà: “Ti no Pola e che ghe li ga compra tuti a un bon prezo. tuti insieme in alegria, ma ghe se vol l’agnel, se sta mai parlar perché, se ti parli, i capissi subito “Ma come”, ghe fa mio zio, “che ierimo in parola no no par gnanche Pasqua.” El becher el se ga che ti son italian. Lori i sa che i italiani xe richi e che uno lo compravo mi?” “No che no ierimo in inpietosì, el xe andà in frigider e el xe tornà con alora i ne ciava sul prezo.” Rivadi in fiera, parola”, ghe rispondi l’omo, “che anzi ti ti ga di- un bel agnel. “Xe de quei boni?” ghe go do- “Bon”, ga dito mio zio, “partimo a l’ataco, ti scol- to che l’agnel iera picio, magro, che no iera mandà “altro che” el ga dito lui, “lo go comprà ta e impara come che se fa i afari” e semo an- gnente de lui e che forsi el iera malado”. “Ma mi dei contadini in fiera l’altro giorno”. Mi no go di- dai del primo che vendeva ‘sti agnei. Iera un go dito cussì per dir”, ghe fa mio zio, ma intanto to altro anche quando che el me ga fato el con- ometo de meza età, picio,magro e con una fa- i agnei iera andai. Alora gavemo fato de corsa to e el prezzo iera squasi el dopio de quel che cia triste. Mio zio lo ga saludà, el ghe ga dà la tuta la fiera per veder se iera restà qualche al- el omo in fiera ne gaveva domandà. Son tornà man, el ghe ga domandà come che ghe xe con tro agnel, ma el becher de Pola el gaveva netà a casa e ghe lo consegnà a mia mama che la la moglie che la iera in ospedal? Che abastan- tuto. E cussì no gavemo concluso afari a la fie- iera zà in cusina a prontar per el grande pran- EL CANTONZIN DEL NOSTRO DIALETO za ben, grazie,ga risposto lui. Se el fio ghe xe ra. I disi: “Chi troppo vuole, nulla stringe” e an- zo. E xe stado veramente un grande pranzo tornà de militar? Che sì che el xe tornà ma che che “chi disprezza compra”. A mi me xe vegnù per Pasqua. El agnel rosto con le patate el iera el xe ancora a casa senza lavor e cussì avanti. in amente un altro proverbio “I furbi i combina e squisito, le pinze le se iera levade ben e el vin Tutintun, mio zio ghe domanda: “cossa ti vendi i mona va a magnar tripe”. Ma intanto ierimo iera ecezionale. Gavemo magnà, bevù, cantà, questi agnei?” Mi go pensà tra de mi: “me par senza agnel. Durante el ritorno, mio zio me ga contà storie, ridesto, pianto de la contenteza. logico, se uno li porta in fiera, xe per venderli” dito: “Ti no sta contar gnente a casa, lassa par- Solo verso la fine, mio zio, el afarista, el me xe L’ARENA DI POLA ma po’ me son anche dito: “questo farà parte lar mi”. Quando che semo rivai, mia mama ga vignù vizin e el me ga dito: “domani anderemo de la tatica per far i afari”. “Li vendo perché go domandà de l'agnel e mio zio “i agnei a la fiera i a comprar persuto e formajo de quel bon de Direttore responsabile: bisogno de ciapar qualche soldo per riparar el iera magri, pici, forse anche maladi, no iera de contadini che mi conosso”. Ghe go impinì el bi- Viviana Facchinetti teto de la casa” ga dito l'omo. E mio zio: "Ma i comprarli”. E mama: “Ma adesso dove andere- cer e “bevi” ghe go dito “domani vedaremo”. [email protected] xe magri, pici, no xe gnente de lori, no sarà che mo a zercarlo che xe squasi Pasqua e chi ga- Editore: i xe maladi?” L’omo ga cambià facia: “come veva i agnei li ga zà vendudi?” E zio: “Ti no sta Associazione Italiani di Pola e maladi?I xe pici perché i xe ancora de late ma i pensarghe, che de rif o de raf mi l’agnel lo pro- Istria - Libero Comune xe sani come tute le mie bestie”. Bon, che nol curo”. “Ma che no vadi a finir che restemo sen- Che cori el tempo... di Pola in Esilio Mulete via Malaspina 1 - 34147 Trieste coi libri de scola Redazione: Che cori el tempo... Din don dan nel zaineto Din don dan Via Malaspina 1 Xe tornade le rondinele che pica de le spale, sonava le campane 34147 Trieste (TS) e le se ciama con passo franco sventolando nel cel Cellulare: 388 8580593 una co l’altra le va verso el doman. [email protected] aria de festa mostrandose i nidi, Me torna su anche se pioveva. Redazione Milano: fra svoli che l’aria co un sussulto De una cesa a l’altra Piero Tarticchio ricama de zighi. la mia stagion dei fiori, le rintocava Cellulare: 338 8915437 I glicini sazi de sol (ieri, me par, come man che se ciapa [email protected] regala profumi e inveze…). per far un girotondo. Sito www.arenadipola.it: e spiana el nervoso E‘l mio caminar, Risorto El iera! Curatrice: Maria Rita Cosliani pe’l bus che no riva, ‘desso, Ogi xe sol cussì che far tardi no xe più quel, Archivio storico: sui bronzi che xe quasi un piazer. se sa, epur www.arenadipola.com scampana Che cori el tempo la vita mi la vivo e gnente vento. Consiglio di Redazione: che fermarse no pol, come quel tempo, Come ieri Lucia Bellaspiga, Bruno Belletti, più no bazilo vagando come domani Maria Rita Cosliani, e vado spasseti ne la fregola de spazio Anna Maria Crasti, Lino Vivoda e per l’eternità portando i pensieri che xe mio. no xe el tempo Stampa: a ‘negarse nel mar. Altro, né prima né dopo, quel che fa la storia, Art Group Graphics no conosso. via Malaspina 1 - 34147 Trieste ma el Cristo che con noi camina. Graziella Semacchi Gliubich L’Arena di Pola:”Come eravamo” - Cultura, Arte, Fatti e Tradizioni a cura di Piero Tarticchio

omeo e Giulietta è una La più bella storia d’amore gliersi la vita. tragedia di William Frate Lorenzo apprende da fra- R Shakespeare composta mai raccontata: te Giovanni il mancato recapito tra il 1594 e il 1596, la storia d'a- della missiva a Romeo, poiché more più popolare del mondo. Mantova è sotto quarantena per la peste. Romeo raggiunge Nel prologo il coro racconta co- precipitosamente Verona e in me due nobili famiglie di Vero- Romeo & Giulietta segreto si inoltra nella cripta na, i Montecchi e i Capuleti, si dei Capuleti determinato a osteggino da generazioni e che di PIERO TARTICCHIO unirsi a Giulietta nella morte. «dai fatali lombi dai due nemici Qui incontra Paride, anch'egli discenda una coppia di amanti, in lutto venuto a piangere Giu- nati sotto una cattiva stella, il agito per vendetta. nio con Giulietta per lietta. Ne nasce un duello nel cui tragico suicidio porrà fine al Romeo deve lasciare giovedì. Immediata- quale Paride rimane ucciso. conflitto». Verona prima dell’alba mente giunge la ragaz- Romeo – dopo aver guardato La tragedia incomincia con una del giorno seguente al- za, la quale per conge- teneramente Giulietta un'ulti- rissa di strada tra le servitù del- trimenti sarà messo a darlo è costretta a farsi ma volta beve il veleno e muore le due famiglie, interrotta dal morte. baciare da Paride. Poi si pronunciando la famosa frase: principe di Verona, il quale am- Giulietta apprende rivolge disperata a fra- «E così con un bacio io muoio». monisce che – in caso di ulterio- l’uccisione di Tebaldo te Lorenzo, esperto di Giulietta intanto si sveglia e ve- ri scontri – i capi delle due fa- (suo cugino) e del ban- erbe medicamentose. dendo Paride e Romeo morti miglie sarebbero stati conside- do inflitto a Romeo e Quest’ultino escogita accanto a lei, si uccide trafig- rati responsabili e avrebbero chiede disperata alla una soluzione al dram- gendosi il petto con il pugnale pagato con la vita. balia di trovare Ro- ma e consegna a Giu- del suo sposo. Il conte Paride, un giovane no- meo, portargli il suo lietta una pozione-son- Nella scena finale le due fami- bile, chiede ai Capuleti in mo- anello e chiedergli di nifero che la porterebbe glie, come anticipato nel prolo- glie la figlia Giulietta, poco me- incontrarla per l'ulti- a uno stato di morte ap- go, sono riconciliate dal sangue no che quattordicenne. Il capo- mo addio. La balia si parente. dei loro figli e giurano di porre famiglia Capuleti lo invita ad reca da frate Lorenzo, Nel frattempo il frate fine alle loro sanguinose dispu- attendere perché ritiene la fi- dove Romeo ha trova- manda il suo fidato as- te. Il Principe pronuncia la fa- glia ancora troppo giovane, ma to rifugio e insieme al- sistente, frate Giovan- mosa frase «Una triste pace gli permette di farle la corte. la balia concordano di ni, a informare Romeo porta con sé questa mattina: il Durante un ballo in maschera, far incontrare i due affinché egli la possa sole, addolorato, non mostrerà il rampollo sedicenne dei Mon- sposi. raggiungere al suo ri- il suo volto. Si parlerà a lungo tecchi, Romeo su invito di Mer- Nel frattempo il casato sveglio Giulietta. Tor- di questi tristi eventi. Alcuni cuzio (amico di Romeo e con- dei Capuleti decide di nata a casa Giulietta avranno il perdono, altri il ca- giunto del principe) e Benvolio affrettare le nozze di finge la propria appro- stigo, ché mai vi fu una storia (cugino di Romeo) decidono di Giulietta con il conte vazione alle nozze ma così piena di dolore come que- andare mascherati nella casa Paride fissando la data di notte beve la pozio- sta di Giulietta e del suo Ro- dei Capuleti per divertirsi. Du- per il prossimo gio- ne e si addormenta di meo.» rante il ballo, il giovane Mon- vedì. Romeo e Giulietta passa- darla e cacciarla da casa. Giu- un sonno profondo, come mor- tecchi incontra Giulietta. no insieme un'unica notte d'a- lietta chiede conforto alla sua ta. Al mattino seguente la balia uasi certamente le pri- I due ragazzi si scambiano po- more, svegliati all’alba dal can- fedele Balia e poi, fingendo un si accorge della "morte" di Giu- me repliche della tra- che parole, ma sufficienti a farli to dell'allodola, messaggera del ravvedimento, manda questa a lietta. La giovane viene sepolta Q gedia di Romeo e Giu- innamorare fino a spingerli a mattino (che vorrebbero fosse il chiedere ai suoi genitori il per- nella tomba di famiglia dove ri- lietta avvennero al Globe, ri- baciarsi. La balia rivela a Giu- canto notturno dell'usignolo). messo di andare a confessarsi posano anche le spoglie di Te- costruito nel 1996 sul sito ori- lietta il nome di Romeo, il quale Romeo fugge a Mantova. La da frate Lorenzo per espiare il baldo. ginario. Il debutto si tenne pri- a sua volta apprende che la ra- mattina dopo Giulietta appren- torto fatto al padre con il suo ri- Nel quinto atto Romeo viene a ma del 1597. gazza è la figlia dei Capuleti de dai suoi genitori della data fiuto. sapere della morte della sua L'opera deve esser stata inter- storici nemici di casato. Il se- delle nozze con Paride ma al Il quarto atto inizia con un col- sposa e disperato si procura un pretata dagli attori della Lord condo atto inizia con Romeo suo rifiuto viene redarguita dal loquio tra frate Lorenzo e Pari- veleno con l'intento di dare l'e- Chamberlain's Men, la compa- che si congeda dai suoi amici e, padre, che minaccia di disere- de, che gli annuncia il matrimo- stremo saluto a Giulietta e to- gnia del ciambellano Hunsdon a rischio della vita, si trattiene che, nel 1603, prese il nome di nel giardino dei Capuleti dopo King's Men. Nella compagnia la fine della festa. Durante la fa- recitavano Richard Burbage e mosa scena del balcone i due lo stesso William Shakespeare. ragazzi dichiarano reciproca- Burbage potrebbe essere stato il mente il loro amore e decidono primo attore a interpretare Ro- di sposarsi in segreto. Il giorno meo, con il giovane Robert Gof- seguente frate Lorenzo, aiutato fe nella parte di Giulietta. dalla balia, unisce in matrimo- Il dramma sarebbe stato rap- nio Romeo e Giulietta, speran- presentato nel teatro, costruito do che la loro unione porti fi- nel 1596 dal padre di Burbage e nalmente la pace tra le due fa- chiamato The Theatre, "Il Tea- miglie. tro", in seguito smantellato dai Nel terzo atto le cose precipita- Burbage stessi e ricostruito co- no quando Tebaldo, cugino di me Globe Theatre e al Curtain, Giulietta e di temperamento costruito nell'anno successivo, bellicoso, incontra per strada entrambi nella periferia di Lon- Romeo e cerca di provocarlo in dra. Entrambi gli edifici erano un duello. Romeo rifiuta di anfiteatri di forma assai simile combattere contro colui che or- nei quali il pubblico assisteva in mai considera suo cugino, ma Mette tristezza vedere i vecchi piedi in una sorta di corte inter- Mercuzio ignaro di tutto racco- vittime del coronavirus, che se ne vanno in silenzio. Le salme caricate su camion militari, na scoperta, oppure al coperto glie la sfida. Nel vano tentativo senza cortei funebri, né familiari al seguito se ne vanno senza nemmeno seduto sui palchetti. Le rappre- sentazioni si tenevano di gior- di separarli Romeo si frappone un tocco di campana. Di Tiziana Sozzi su FB. tra i duellanti permettendo a no sfruttando la luce naturale e “Se ne vanno. il prezzo del biglietto era in ge- Tebaldo di ferire Mercuzio, che Mesti, silenziosi, come magari è stata umile e silenziosa la loro vita, fatta di lavoro, di sacrifici. muore augurando «la peste a nere di un penny. Come nella Se ne va una generazione, quella che ha visto la guerra, ne ha sentito l’odore e le privazioni, tra maggioranza delle rappresen- tutt'e due le vostre famiglie». In la fuga in un rifugio antiaereo e la bramosa ricerca di qualcosa per sfamarsi. Se ne vanno mani un impeto d’ira per vendicare tazioni del teatro elisabettiano indurite dai calli, visi segnati da rughe profonde, memorie di giornate passate sotto il sole co- il dramma si svolgeva su un l’amico Mercuzio Romeo ucci- cente o il freddo pungente. Mani che hanno spostato macerie, impastato cemento, piegato fer- de Tebaldo. Sopraggiunge il palco centrale, che era circon- ro, in canottiera e cappello di carta di giornale. Se ne vanno quelli della Lambretta, della Fiat dato per tre lati dal pubblico, principe mentre Romeo fugge 500 o 600, dei primi frigoriferi, della televisione in bianco e nero. Ci lasciano, avvolti in un len- disperato. Benvoglio racconta mentre la mancanza di sceno- zuolo, come Cristo nel sudario, quelli del boom economico che con il sudore hanno ricostruito grafie elaborate lasciava il com- al Principe i fatti e chi abbia questa nostra nazione, regalandoci quel benessere di cui noi delle nuove generazioni abbiamo provocato la rissa mortale e ag- pito evocativo interamente alla approfittato. Se ne va l’esperienza, la comprensione, la pazienza, il rispetto, pregi oramai di- maestria degli attori. giunge come Romeo abbia ten- menticati. Se ne vanno senza una carezza, senza che nessuno stringa a loro la mano, senza tato invano di placare le offese. nemmeno un ultimo bacio. Se ne vanno i nonni, memoria storica del nostro Paese, patrimonio Il Principe condanna Romeo al- della intera umanità. Tutta l’Italia deve dirvi GRAZIE e accompagnarvi in quest’ultimo viag- l'esilio, dato che Mercuzio era gio con 60 milioni di carezze…” RICEVUTO dal Dott. Begher, pneumologo! suo congiunto accusandolo di boa L’Arena di Pola:”Come eravamo” - Cultura, Arte, Fatti e Tradizioni a cura di Piero Tarticchio

le differenze tra le sei parlate sono evidenti, è interessante. L’ulivo, a Dignano, è il vulèio, a Valle l’ulìo, l’insalatiera a Rovi- gno è la puàdana a Sissano la L’ANGOLO piàdina. Un istrioto unitario in realtà non esiste”. Come si ve- de, la similitudine con il veneto DELLA POESIA è molto parziale e non basta certo a spiegare le origini di un di BIAGIO MARIN idioma che è sì romanzo (l’I- stria era regione romana), ma basato su un substrato istro, con apporti lasciati dalle varie El Faro dominazioni: bizantina, longo- barda, veneziana, austriaca, ita- Gera una volta, in meso del palù, liana. un faro vecio duto carolao; Fu il glottologo Graziadio Isaia la dosana lo veva colegao, Ascoli a coniare per il favelà il termine “istrioto”, nato quindi ma ben o mal el steva incora su. a tavolino. Ma che bei timpi quili in zoventù Il dibattito sulle origini è anco- Così resiste ra aperto nell’ambito degli stu- cò i lo veva piantao la sul canal, diosi, storici e linguisti, sulla vestio de rosso comò un gardenal sua origine; persino la politica col sielo vasto e alto a tu per tu. l’istrioto, “favelà” lo ha orientato, nel primo nove- cento, tra coloro che sottolinea- Che festa alora cussì drito e novo di un popolo vano la matrice veneta e, da per sfida messo a ninbi e fortunali; parte slava, l’originalità rispetto duto 'l mondo riflesso in t'i fondali, ai dialetti italiani. duto quel mondo belo 'l gera sovo. Lucia Bellaspiga (nella foro sopra), parla Quel che è certo è che per secoli dell’antico dialetto istrioto in procinto di essere la lingua è stata solo orale e, cu- Vigniva a gara i ciapi de corcali riosamente, la prima testimo- su la so testa a coronalo in bianco; inserito nel “Red Book of seriously nianza scritta risale al 1835 e si deve al canonico Pietro Stanco- elo, da re, el steva drito e franco endangered languages”, il libro rosso degli idiomi vich, che tradusse la parabola in meso al svolo dei bei vassali. quasi scomparsi e quindi patrimonio dall’Unesco. del Figliol Prodigo così: “Oun omo al viva du fiuòi. El pioun E 'l sol, che festa! e l'aqua, quanti basi! di LUCIA BELLASPIGA peicio da luri ga deis a su pa- che notade cò l'aqua verdulina! dre: misàr pare, dime la parto basi la sera, basi la mantina: de la ruoba ca ma tuca” – dam- e quela rispondeva tasi, tasi. ucia Bellaspiga, giornali- mondiale l’esodo degli italiani, mi la parte di patrimonio che sta della testata “Avveni- in fuga dal nuovo regime jugo- mi spetta. Po, co la gera stanca, 'l palo rosso re” ha gentilmente con- slavo, svuotò l’Istria e, nella E ora? “Dopo questo festival – specieva drento de ela la so fiama L spiega Demarin – il prossimo sentito l’utilizzo di un suo arti- diaspora, gli esuli portarono e comosso al penseva: si la me ama... colo apparso il 22 novembre, con sé, dovunque, anche la par- obiettivo è far dichiarare uffi- del quale proponiamo ampi lata; si stima che oggi, nel mon- cialmente l’istrioto “patrimo- e gera sogni in quel so cavo grosso. stralci, un reportage su di un te- do, siano in tremila a parlare l’i- nio culturale immateriale” da ma che analizza un aspetto del- strioto, in gran parte sul territo- parte della Repubblica di Croa- Cussi sognando 'l se desmentegheva la cultura istriana, quello del- rio italiano. Spiega il presidente zia, delle Regione Istriana, dei dei nuoli colorai e de le stele l’antico dialetto istrioto. Lucia è della CI di Sissano, Paolo De- sei comuni in cui è parlato e e no 'l vegheva più passà le vele, un raro esempio di quella se- marin “Sono loro ad aver man- della intera realtà italofona, perso in t'el baucà de la so freva. conda generazione che ha in- tenuto l’istrioto originale, per- quindi della Repubblica Italia- troiettato il dramma dell’esodo ché chi va lontano cristallizza la na, così che venga tutelato”. E 'na vogia i vigniva tormentosa della prima, diventandone una lingua senza più modificarla; Un’annotazione particolare su de colegasse su quel'aqua queta; testimone attiva, impegnata a per questo abbiamo deciso di Fasana, dei sei il comune più colpito dall’esodo; in quanto ma l'aqua la diseva: speta, speta, sollecitare, a promuovere ini- mettere a confronto i nostri re- colorandosse duta de un bel rosa. ziative, programmi, contatti sidenti e coloro che partirono imbarco per Brioni, luogo vil- con le comunità italiane, e con per il mondo; tocca a noi giova- leggiatura preferito dal mare- Colegasse su ela e puo 'ndà via l’autorità locale attraverso loro, ni tenere in vita il patrimonio sciallo Tito, quindi il più “jugo- avendo come stella polare il ri- identitario dei nostri nonni”. slavizzato”, non è stato possibi- lontan, per sempre, fra i so brassi moli, pristino della cultura italiana Ed ecco il “Festival dell’Istrio- le trovare alcun fasanese di ma- comò che 'ndeva via pel sielo i nuoli, nei luoghi dove ha dominato to” che ha riunito i “Rimasti” e drelingua in vita da partecipare cò la luse festosa in conpania! per secoli. Inoltre è nostra ca- gli “Andati”, raccolti tappa do- al festival; “speriamo che ne ri- rissima amica, ci legge da tem- po tappa da un pullman partito manga ancora qualcuno nella Senpre più zoso, senpre più sbandao, po e ha anche espresso giudizi da Torino e passato per Nova- diaspora, là fuori in qualche an- senpre più stanco, senpre più sbiadio, favorevoli: da professionista ra, Milano, Padova e approdato golo del mondo” è stato il com- el vecio faro un dì ze 'ndao con Dio, qual’ è ne possiamo andar fieri. a Sissano con il suo carico di mento. perchè l'amor lo veva consumao. anziani, ma anche di figli e ni- ome gli ultimi dei Mohi- poti che in casa hanno impara- Questo articolo ridotto da Fu- cani. Seduti al banco, to un istrioto rimasto inalterato rio Dorini è apparso su “La Ca- C’era una volta nel mezzo della palude,/ un faro vecchio tutto C con quaderni e diziona- dal 1945. ravella” n.71. - Sotto: il mani- tarlato;/ la marea lo aveva inclinato,/ ma bene o male restava ri, come fossero scolari, anche Tre giorni di laboratorio lingui- festo del Festival. ancora su.// Ma che bei tempi quelli della gioventù / quando lo se i capelli spesso sono bianchi. stico hanno riportato alla me- avevano piantato lì sul canale,/ vestito di rosso come un Si consultano, confrontano vo- moria vocaboli e proverbi del cardinale / col cielo vasto e alto a tu per tu.// Che festa allora caboli e pronunce, recitano favelà quasi dimenticati. così diritto e nuovo / messo per sfidare i nembi e fortunali;/ proverbi ereditati dai bisnonni, Tra i testimoni più attivi c’è il tutto il suo mondo riflesso nei fondali,/ tutto quel mondo bello traducono poesie e canti. Sono maestro Luigi Donorà, 84 anni, era suo.// Facevano a gara i voli dei gabbiani / sulla sua testa a gli ultimi a ricordare l’“istrio- direttore d’orchestra e compo- coronarlo in bianco;/ lui, da re, restava dritto e franco/ nel to”, una lingua autoctona del- sitore, arrivato da Torino. mezzo al volo dei suoi bei vassalli.// E il sole che festa! e l’acqua l’Istria meridionale considerata Per decenni ha raccolto dagli quanti baci!/ che nottate con l’acqua verdolina!/ baci alla sera, dall’Unesco in grave pericolo anziani i canti della tradizione baci alla mattina:/ e quella (gli rispondeva) taci, taci.// di estinzione e perciò inserita popolare della sua terra e li ha Poi nei momenti di calma, il palo rosso/ specchiava in lei la sua nel “Red Book of seriously en- armonizzati. “Sono partito esu- fiamma/ e commosso pensava: sì lei mi ama…/ e erano sogni dangered languages”, il libro le da Dignano e a Torino ho nella sua testa grossa.// Così, sognando, si dimenticava/ dei rosso degli idiomi quasi scom- sempre parlato bumbaro (la nuvoli colorati e delle stelle/ e non vedeva più passare le vele/ parsi. Per questo sono stati con- versione dignanese dell’istrio- perso nel farneticare della sua febbre.// E una voglia gli veniva vocati in Istria: per richiamare to), con mia figlia Giuliana sto tormentosa/ di stendersi su quell’acqua quieta/ ma l’acqua gli in vita un idioma prima che si scrivendo un dizionario dei no- rispondeva, aspetta, aspetta/ colorandosi tutta di un bel rosa.// spenga per sempre. Oggi resi- stri vocaboli” “Qui al Festival Stendersi su di lei e poi andare via/ lontano, per sempre, fra le ste solo in sei località: Rovigno, di Sissano - dice Giuliana - è co- sue braccia molli/ come vanno via per il cielo i nuvoli/ con la Valle, Dignano, Gallesano, Sis- me mettere la macchina dell’os- luce festosa in compagnia!// Sempre più in basso, sempre più sano e Fasana, e sarebbe affida- sigeno a un malato e vedere se inclinato,/ sempre più stanco e sempre più sbiadito,/ il vecchio to alla memoria degli anziani si rialza; sono felice di osserva- palo un giorno è andato con Dio,/ perché l’amore lo aveva del posto se… non fosse che al- re in una sola aula tante perso- consumato. la fine della seconda guerra ne appassionate e di tutte le età; 8 L’ARENA DI POLA n. 4 del 30 APRILE 2020 Ancora auguri! maggiori e più dettagliate informazioni, oltre all'indirizzo mail sotto riportato, rimangono quelli dei mittenti della no- Gentilissimi Tutti, anche se quest’anno le festività saranno Ci scrivono ta: "MILANO COMITATO ANVGD" e Marino Micich della Società di Stu- di BUONA PASQUA. Con i più cordiali saluti si è tenuta proprio a Tarcento dove ho vissuto la seconda par- di Fiumani info@fiume-.it Amina Dudine te della mia infanzia non ho resi- Con lo spirito di fare cosa utile e gradita, in particolare per www.danteisola.org chi proviene da Fiume o discendente di Esuli Fiumani se- Comunità degli Italiani “Dante Alighieri” di Isola d’Istria stito a contattarti e a esprimerti il mio rammarico per non aver potuto partecipare all' incon- gnaliamo che il Comune di FIUME ha approntato una lista Seppur in ritardo, ma per cause indipendenti dalla nostra tro, ma spero … di Tombe, del Cimitero di COSALA, che verranno consi- volontà, contraccambiamo gli auguri, anche nell'auspicio derate abbandonate in quanto non si hanno più i riferi- che possano arrivare tempi migliori (VF) Grazie gentile amico per l'attenzione e la stima. Sono cer- menti di eredi e/o proprietari. Pertanto gli Esuli o loro di- ta che passati questi momenti bui, non mancherà l'occa- scendenti che riscontrano interesse nell'elenco allegato si Alla ricerca del padre sione per un'altra possibilità di condivisione ed approfon- possono eventualmente attivare per evitare che la tomba Vilma Tomaro ci scrive chiedendo notizie su suo padre, dimento di momenti non solo di storia ma anche di grandi venga venduta. Chi conoscesse eventuali eredi faccia da Antonio Feletti. Le informazioni in suo possesso sono po- emozioni. (VF) portavoce e informi gli eventuali interessati. Tutti si posso- che e frammentarie: nato intorno al 1920/30, probabilmen- W San Marco no informare scrivendo una e-mail, in italiano, direttamen- te a Cherso, da dove è esiliato durante (o dopo) la secon- te al cimitero. Di seguito l'indirizzo: [email protected] da guerra mondiale in Italia. Qui è stato accolto nel campo A Orsera, il primo merendin al scoio de San Sorsi-Giorgio. profughi di Aversa (CE), dove ha incontrato Giuseppina, la Tutti attraversavano quel breve tratto di mare e la Messa i Benvenuto madre di Vilma. Visse in quel campo profughi per diverso canti le chitarre i giochi dei bambini le ciacolade, infinite, Lorenzo! tempo negli anni '50, nel 1957/58, dopo aver ricevuto gli scherzi le remenade: l’essere tutti insieme, paese co- Un arrivo importante a un'offerta di lavoro dall'Australia, emigrò in quel continen- munità, ancora una volta con la protezione di San Marco. Chioggia nella famiglia te, dove risiedeva già uno dei suoi fratelli ... e poi le sue Annamaria Crasti Pugiotto, di origini istria- tracce sono andate perdute! ne e di cui avevamo rife- Chiunque abbia notizie o informazioni è invitato a mettersi Poche righe che significano tanto e grazie per aver condi- rito a suo tempo in meri- in contatto con la figlia, che lo sta cercando da molti anni, viso questo ricordo (VF) to alla circumnavigazio- al seguente indirizzo: [email protected] ne dell'isola di Cherso in La Signora Vilma ringrazia per qualsiasi informazione utile Tempi difficil ed il messaggio fiumano kayak. Speciale la culla per risolvere il problema. che il nonno ha predi- sposto per il tanto atteso Una notizia da pubblicare nipotino, a cui rinnovia- Come ci scrive Giorgio Varisco e che volentieri pubblichia- mo i nostri auguri di buo- mo. na navigazione in acque sempre serene. (VF) L’Ateneo Veneto di Scienze, Lettere ed Arti di Venezia bandisce la VII edizione del concorso “Achille e Laura Antichi ricordi fra Pola e Rovigno Gorlato”. Il premio e stato indetto per legato testamentario Mi chiamo Riccardo Rossi, sono un giornalista missiona- dalla prof. sa Laura Gorlato, socia dell’Ateneo, per onora- rio, sono nato a Napoli da Antonia e Arturo. Mio padre è re la memoria del padre Achille, storico ed etnografo istria- nato a Pola nel 1937 e ha vissuto i primi anni della sua vita no. (…) Il premio biennale di € 3.000 (tremila) sara asse- con la sorella Pierina e con la mamma Maria Paliaga a gnato a uno studio inedito e originale, contenuto tra le FIUMANI SPARSI IN ITALIA.. NEL MONDO.. A FIUME.. E Rovigno in Istria. Mio nonno Ubaldo, che era un marinaio cento e centocinquanta cartelle di duemila battute ciascu- AMICI NOSTRI! In questi tempi difficili ricordare ci aiuta italiano, invece in quegli anni era prigioniero in Africa degli na, su argomenti di storia istituzionale, artistica e culturale, sempre! Un pensiero particolare agli amici che stanno a inglesi. Mio padre ha pochi ricordi della sua prima infan- di antropologia e di geografia economica e umana delle Bergamo e dintorni. È questa Fiume esule in Italia e nel zia, racconta di quando andava al mare con uno zio a Venezie e dell’Istria. (...) Le domande dovranno essere mondo, la Fiume minoritaria oggi in città che fanno anche catturare grossi granchi. Ricorda anche che nel 1944 suo presentate entro e non oltre il 23 novembre 2020. Con- parte, a pieno titolo, della capitale europea della cultura zio Giordano, fratello di sua mamma Maria, li avvisò di tatti: [email protected]. 2020. In allegato due foto 1) Nascita della Lega Fiumana scappare subito perché lì erano in pericolo di vita. Mia Un augurio di tutto cuore di Napoli 3 dicembre 1950 – (tra le due bandiere Mario nonna Maria prese con sé i due figli e andò a Napoli, città Stelli il primo presidente di quella lega e papà di Giovanni natale di mio nonno, dove vennero ricoverati all’Albergo Oggi mia mamma Carmen Stelli) 2) Pallacanestro femminile a Fiume anni ’30 – Fina- dei Poveri. Tornato Ubaldo in Italia dalla prigionia si ricon- esule da Pola compie 94 an- le del campionato italiano di I divisione – Dopolavoro fem- giunse con la moglie, ma ben presto i due si separano. ni. Non la vedo da due mesi minile “Silurificio Whitehead” contro Dopo lavoro “BER- Nacquero le prime incomprensioni, che col tempo sfalda- per l'isolamento, che com- GAMO”. Auguri di italianità fiumana a tutti voi dall’Archivio rono la famiglia. Maria tornò in Istria dove partorì un’altra pleanno assurdo. Ma auguri, Museo di Fiume! figlia, Silvia; Ubaldo si rifece una nuova vita. La piccola mamma! Marino Micich Pierina fu cresciuta dalle suore, mio papà fu messo in ri- Lucia formatorio e a 16 anni si arruolò nella marina italiana. Ar- turo da adulto si è sposato, ha avuto tre figli (Riccardo, AUGURISSIMI alla nostra si- Maurizio e Renato), ma con il tempo ha tagliato tutti i ponti gnora Carmen Bellaspiga, con i parenti, anche con le sorelle Pierina e Silvia. Io sono benvoluta da tutti noi uniti in un sincero abbraccio, anche cresciuto con il desiderio di conoscere i miei parenti che se solo virtuale per causa di forza maggiore. (VF) mi erano stati negati a causa di rancori di altri e di vedere Un incontro ed un saluto almeno una volta i luoghi dove aveva vissuto mio padre da piccolo. Non era facile, non avevo riferimenti precisi, Buona sera Viviana, mi chiamo Marco Rompato, sono na- tranne qualche sbiadito ricordo di due cugini Nino e Clelia, to a Udine nel 1934 ma ho vissuto tutta la mia infanzia a figli di mia zia Pierina. Un giorno nel mio profilo social mi Fiume (anzi a Cantrida) dove mia madre era maestra e arriva un messaggio “Buonasera volevo chiederti se sei il mio padre militare, ho vissuto a Fiume fino al '44-45, e, da figlio di Arturo Rossi?”. A contattarmi era proprio mio cugi- bambino ho vissuto il periodo dell' occupazione prima dei no Nino, che mi ha individuato grazie alla mia somiglianza tedeschi, poi dei bombardamenti, e anche l' arrivo dei titini. Importante comunicazione di servizio al nonno Ubaldo. Organizziamo così un incontro a Vero- i miei ricordi sono quelli di un bambino ma risento ancora il Sottolineando l'attenzione che va senz'altro riservata na, dove già da anni i miei genitori si erano trasferiti e do- senso di angoscia che provavo alla vista dei soldati di Tito. all'informazione, pubbichiamo la nota pervenuta tramite ve scopro che vivono anche mia zia Pierina e due mie cu- L' esodo fu difficile, più volte cercammo di raggiungere Marino Micich, in collaborazione con l'ANVGD di Milano. gine, a pochi passi gli uni dagli altri. E così dopo 46 anni ci Trieste su mezzi di fortuna, alla fine riuscimmo a lasciare La limitatezza dello spazio redazionale non ci consente di siamo finalmente riuniti. Che emozione! Con Nino deci- Fiume e arrivare a Tarcento dove avevo i miei nonni ma- pubblicare l'elenco nominativo completo, più avanti men- diamo allora di programmare un viaggio in Istria alla ricer- terni. Ed ecco perché quando ho letto della cerimonia che zionato e riferito a 124 tombe. I contatti di riferimento per ca delle nostre radici. Con le rispettive mogli ci dirigiamo a Rovigno per incontrare Gianfranco Paliaga, 72 anni, figlio Il 22 aprile di quest’an- vita” (1958). Negli anni di zio Giordano, colui cioè che ha salvato la vita a nostra no si celebra il 55° an- Quarantotti Gambini Cinquanta e Sessanta si nonna e ai due figli, avvisandoli di scappare. E’ stato emo- niversario della morte patriota istriano ma "italiano sbagliato" dedicò anche alla saggi- zionante conoscere Gianfranco, sentirlo parlare del suo di Pier Antonio Qua- stica e al giornalismo: lavoro di pescatore e dei nostri parenti, della nostra bi- rantotti Gambini, narratore e giornalista figlio dell’Istria. “Primavera a Trieste” (1951), “Sotto il cielo di Russia” snonna paterna Santa Fonio, che aveva un panificio a Quarantotti Gambini venne a mancare prematuramente (1963), e “Luce di Trieste” (1964), sono opere che ebbe- Rovigno, che le consentiva una vita agiata. nel 1965 ad appena 55 anni, a causa di un infarto provo- ro poi una certa diffusione in Italia e all'estero. Rovigno è una cittadina veramente bella, dove si mantie- cato da un’accesa discussione in un salotto di quella La vicenda personale di Quarantotti Gambini si configu- ne ancora la lingua italiana in tanti cartelli. Siamo andati Venezia che lo vedeva ospite dopo l’esodo, in una sorta ra come quella di un autore irregolare rispetto ai canoni nel luogo dove ha vissuto mio padre da piccolo, è stato di volontario esilio che lo portò a dedicarsi quasi esclusi- stereotipati del suo tempo. Come usava sostenere lui tutto molto intenso, come se avessi recuperato una parte vamente alla scrittura. Nato a Pisino nel 1910, figlio di stesso parlando di sé «Se un giorno dovessi scrivere la di me. Tornando a Palermo alla Missione Speranza e Ca- rovignese e di capodistriana, Pier Antonio trascorse l'in- mia autobiografia, la intitolerei “Un italiano sbagliato”. rità, che ospita più di mille persone, tra cui tanti migranti, fanzia e l'adolescenza a Semedella, presso Capodistria, Come uomo, sento di essere qualcosa di simile a uno dove opero occupandomi della comunicazione, ho riflettu- luogo evocato spesso nelle sue creazioni letterarie. Du- straniero in Patria. Proprio quel modo di essere e di pen- to sul fatto che da figlio di profugo capisco molto di più chi rante la Seconda guerra mondiale, Quarantotti Gambini, sare che poteva fare di me un cittadino normale in un’i- scappa dalla guerra, dalla fame o solo per la speranza di trasferitosi a Trieste, venne incaricato della conduzione potetica Italia un po’ nordica e molto europea, mi mette una vita migliore. Capisco quanto sia importante avere della biblioteca civica Attilio Hortis. Al termine del conflit- fuori fase tra la maggior parte dei nostri connazionali». una memoria storica per non ripetere più certe nefandez- to si stabilì a Venezia, ove diresse per quattro anni Parole che meglio non potrebbero descrivere i senti- ze. Ringrazio Dio per avere ritrovato tanti familiari e per- (1945-1949) Radio Venezia Giulia, emittente prettamen- menti provati nei decenni da tanti istriani, fiumani e dal- ché il mio vissuto mi ha permesso di diventare empatico e te antijugoslava e finanziata dalla Democrazia Cristiana mati nei confronti della tanto anelata madrepatria, un’Ita- di lottare con tutte le mie forze perché ogni uomo sia sem- di Alcide De Gasperi. Sempre negli anni immediatamen- lia cercata fino allo stremo ai tempi della dominazione pre accolto dignitosamente. te successivi alla fine della guerra, Quarantotti Gambini asburgica fino a idealizzarla con qualcosa che in realtà Riccardo Rossi conobbe il successo del grande pubblico grazie al suo non era, scoprendo così sulla propria pelle nel corso de- Gentile Riccardo, con piacere pubblichiamo la tua storia romanzo più famoso, “L'onda dell'incrociatore”. La fama gli anni che la loro Italia, così come molti l’avevano so- contando, come già successo, di poter contribuire a farti dello scrittore si consolidò negli anni successivi, grazie gnata, in realtà non esisteva. ritrovare ancora altri amici e parenti. Buon proseguimento ad alcune pregevoli opere di narrativa fra cui “Amor mili- Renzo Codarin nel 2020. VF tare” (1956), “Il cavallo di Tripoli” e soprattutto “La calda Presidente ANVGD L’ARENA DI POLA n. 4 del 30 APRILE 2020 LA MEMORIA 9 Addio a Honorè Pitamiz Un ultimo saluto a punto di riferimento e memoria storica degli esuli i ha lasciato a 96 anni sparpagliato in tutto il mondo. Vittorio Minisci d’età, ma ancora lucido Le sue testimonianze, le sue Il 16 marzo 2020 è scomparso a Milano il caro Vittorio e partecipe delle vicen- ricerche sulla storia delle terre Minisci, marito di Marina Rangan che è esule da Pola C ed è stata per lungo tempo Consigliere del Libero Co- de dell’associazionismo della dell’Adriatico orientale e l’atti- diaspora adriatica, Honorè Pi- vismo nelle nostre associazio- mune di Pola in Esilio e del Comitato di Milano tamitz. ni (è stato presente pure all’ul- dell’ANVGD. A Marina Rangan ed ai Famigliari l’AIPI- Esule da Zara e trapiantato in timo raduno dei dalmati) rap- LCPE presenta sentite condoglianze per la grave per- Lombardia, Pitamitz fu tra i pa- presentano un patrimonio che dita. dri fondatori dell’Associazione aveva già trasmesso alla figlia Tito Sidari Nazionale Venezia Giulia e Diadora (referente regionale Dalmazia, di cui è stato per dell’A.N.V.G.D. in Lombardia) L'abbraccio mancato a molteplici mandati Consigliere e che oggi noi tutti siamo chia- nazionale oltre che Presidente mati a portare avanti anche don Albino Sossa del comitato provinciale di Va- nel rispetto della sua memo- Come si legge nel quotidiano triestino, proprio in coin- rese. Generoso nel sostenere ria. cidenza con il cinquantanovesimo anniversario della i giuliano-dalmati durante il Assieme ai grandi rappresen- sua ordinazione sacerdotale, è mancato don Albino non sempre facile inserimento tanti dell’esodo dalmata venuti Sossa, 86 anni, vittima anche lui del micidiale Co- nel nuovo contesto sociale a mancare in questi ultimi anni vid-19. Esule da Matterada, era arrivato in Piemonte, d’insediamento, ironico e at- (Silvio Cattalini, Lucio Toth e dove divenne sacerdote a Bollengo (To) il 25 marzo tento osservatore delle vicende italiane, ha poi svolto un Tullio Vallery), Honorè è tornato nella sua Zara, cui è sta- 1961. Insegnante e direttore di oratori salesiani, dopo ruolo importantissimo anche in seno al Libero Comune to sempre profondamente legato. aver operato per quattro anni come missionario in Ni- di Zara in Esilio, con particolare riferimento alla capacità Renzo Codarin geria, si stabilì a Vigliano Biellese, dove fu vicario par- di mantenere i contatti con i dalmati che l’esodo aveva Presidente ANVGD rocchiale, curando vari incarichi pastorali e seguendo con spirito salesiano le attività dei giovani. I funerali si sono svolti in forma strettamente privata a Torino, in ot- Honoré Pitamitz è mancato a Varese il del Ricordo negli anni più recenti. Esu- temperanza alle disposizioni ministeriali e della curia 14 aprile 2020. La nostra associazione La partecipazione le da Zara nel pieno vigore della gio- vescovile. La salma è stata traslata momentaneamen- AIPI-LCPE si stringe con profondo do- dell'AIPI – Libero Co- ventù, giunse a Varese nel 1948; per te nella tomba dei salesiani di Muzzano, sempre nel lore ai famigliari, in particolare alla Si- lunghi anni fu la guida molto apprezza- biellese, per poi essere tumulata nel cimitero di gnora Piera e alle figlie Marina e Dia- mune di Pola in Esilio ta del Comitato di Varese della ANVGD Sant’Anna a Trieste nella tomba dei confratelli salesia- dora. Nato da famiglia zaratina ad An- e Consigliere e poi Senatore dell’ADIM ni. tibes il 1° aprile 1924, aveva appena compiuto i 96 anni - Libero Comune di Zara in Esilio. La figlia Diadora ne contornato dai suoi famigliari, dopo qualche problema di segue le orme come attivissima componente del Comi- salute. Chi lo ha conosciuto lo ricorda sempre presente tato di Milano della ANVGD. Però un altro nostro capo- Lutto a Fertilia e attivo nei momenti cruciali e nelle manifestazioni di saldo rimane sguarnito. È mancata a Fertilia Daria Battaia in Muzul, profuga da italianità, sia per la inaugurazione di un monumento, Tito Sidari Fiume. In FB Mauro Manca le ha rivolto il suo ultimo con qualsiasi tempo, sia per la celebrazione del Giorno presidente AIPI-LCPE saluto. Era arrivata a Fertilia con i miei nonni dopo che aveva- Honorè Pitamitz all’età di 96 anni è 1992 nel 45° dell’Esodo l’ANVGD Va- no condiviso tre anni e mezzo di campo profughi nel tornato alla casa del Padre. Il “varesi- rese”. Ogni anno, durante la Celebra- carcere militare di Gaeta, dove è nata mia madre. no “ della Dalmazia era molto cono- Il ricordo del Comitato zione della ricorrenza del 2 Novembre, Quando mio nonno ed il marito di Daria, Otto Muzul, sciuto e stimato in città per il suo impe- di fronte a questa lapide il Comitato, ANVGD di Varese sono arrivati a Fertilia in “avanscoperta” hanno manda- gno culturale e storico. con la presenza di tutte le autorità civi- to alle famiglie un telegramma che diceva: - Trovato Spesso lo si poteva incontrare in Cor- li, militari e religiose della città e della Paradiso Terrestre. Venite subito. so Matteotti, il “salotto buono” della città di Varese, per provincia, depone una corona di alloro e si raccoglie Per loro, amanti della pesca subacquea mio nonno Ma- un commento sui recenti avvenimenti politici nazionali e con gli Esuli in un momento pubblico di riflessione e pre- rio Kucich e della caccia Otto, era veramente un para- internazionali o semplicemente per fare due ciacole. ghiera. diso; per le mogli quel luogo selvaggio e poco abitato, Nativo di Zara ed esule dalmata nella seconda guerra Honorè incarnò perfettamente lo spirito dalmata, man- abituate ad una città come Fiume, non fu altrettanto fa- mondiale, dopo la prigionia in Germania, arrivò a Vare- tenendo per decenni intensi legami epistolari con diver- cile. Una donna forte e determinata, classe 1925, che se nel 1948. Fu tra i fondatori e punto di riferimento per si esuli di Zara in tutti i continenti. A Varese inoltre riuscì lascia un grande vuoto nella nostra comunità. Una del- il Comitato Provinciale dell’ANVGD, tanto da diventarne a coltivare e mantenere rapporti di stima e amicizia con le ultime testimoni che, tuttavia, non amava molto par- Presidente per molti anni. Suo successore fu Argeo Ottavio Missoni, campione dello sport zaratino. In parti- lare dei suoi ricordi. Un carattere forte ma riservato. Un Benco già sindaco del Libero Comune di Pola in Esilio. colare Honorè è stato grande amico della pallacanestro caro abbraccio. Honorè, da sempre partecipe, non ha mai smesso di dalmata e questo legame ha rappresentato un ponte essere presente sino all’ultimo giorno alle riunioni del con quella di Varese, mantenendo sempre forte la pas- direttivo. La sua visione e il suo impegno costante gli sione per lo sport. Un saluto al hanno permesso di creare, durante il suo periodo di pre- Il Comitato di Varese - non appena sarà consentito - sidenza, grandi raduni di esuli sul territorio e di dar vita vuole ricordarlo assieme alla famiglia con le bandiere, le "dotor in segadura" ai primi importanti segni di presenza. Si è anticipata musiche e i canti della nostra tradizione. In quello spirito così di gran lunga la legge del giorno del ricordo, facen- che lo ha sempre contraddistinto. do conoscere alla città di Varese e alla sua provincia Ci mancherai Honorè, grazie per i preziosi ricordi che ci una storia appartenente a tutta l’Italia. Infatti nel cimitero lasci e per la forza con cui ti sei dedicato alla nostra monumentale di Belforte a Varese, sulla parete del Sa- amata storia. crario dedicato ai caduti, c’è una grande targa di marmo Lo ricordano Pier Maria Morresi Presidente del Co- posta durante un suo anno di presidenza. La targa reci- mitato Provinciale ANVGD Varese e Giacomo Fortu- ta: “Agli Istriani Fiumani e Dalmati caduti in guerra, infoi- na Vicepresidente, prima e terza generazione degli bati, scomparsi tutti in esilio in patria e nel mondo. 1947- esuli da Pola.

A dieci anni dalla scomparsa di Una gran bella persona ci ha lasciato: ARRIGO PE- l 10 maggio 2010 più quell’argomento. TRONIO Maestro d'Ascia, nato a Pirano nel 1928, am- mio padre ci ha lascia- Graziano Udovisi Non mi piaceva parlarne. mirevole ed ammirato non solo per i traguardi che ha Ito, è “andato avanti”. Capii dopo, molto tempo do- saputo tagliare, per la sua determinazione e la capacità Sarebbe dovuto morire a di- po. Quello che lui cercava di di scelta di fronte ai bivi che la vita gli presentò; ma an- ciannove anni nella foiba di raccontarmi non era la “sua che e soprattutto per la vitalità e l'amabilità del suo Fianona, in Istria, ma il Si- storia”, era un pezzo impor- porgersi. Anche lui ha rappresentato un tassello dell'I- gnore gliene ha regalati altri tantissimo della “nostra Sto- stria che fu e che ha continuato altrove il suo futuro. sessantacinque. ria italiana”, sconosciuto, ne- In omaggio alla sua memoria, riproponiamo il link del Per la nostra famiglia, per gli gato, oscurato, seppellito per video che, a suo tempo, avevamo allegato alla nostra esuli istriani, per i famigliari decenni insieme ai morti. Era Arena; in esso Arrigo Petronio si raccontava e parlava delle vittime delle foibe ha la storia di migliaia di italiani della sua passione... https://bit.ly/2rYlgLm sempre rappresentato una massacrati in modo barbaro, voce, un simbolo di quella bestiale, orrendo e fatti Con rammarico comunico la recente prematura tragedia che solo molto tardi scomparire nelle viscere del- scomparsa della Dottoressa CHIARA VEGGIAN, ha potuto testimoniare. la terra. figlia di polesani. Il padre lavorò per lunghi anni come E quel silenzio sofferto, pe- Era la storia di centinaia di bibliotecario del Collegio Navale Francesco Morosini sante, assurdo, imposto dalla migliaia di italiani costretti di Venezia. Viveva tuttora nel sestiere di Castello, in situazione politica del tempo, durato decenni è stato per dalle circostanze politiche del tempo ad abbandonare la una delle case assegnate agli esuli istriani di Venezia lui una seconda profondissima voragine in cui vedeva propria terra, le proprie cose, i propri affetti, ad andare nel 1970. Pazienti e amici ricordano soprattutto il suo inghiottito il dramma che quotidianamente riaffiorava profughi in Italia e nel mondo. essere medico nel senso più profondo del termine. nella sua mente. Nel suo libro “Foibe: ultimo testimone”, composto poco In suo ricordo da ROMANA DE CARLI Ricordo che mi raccontò per la prima volta solo una par- prima di morire, papà ha lasciato in eredità a tutti noi la € 10 pro “Arena”. te della sua terribile storia, quando stavo terminando sua storia allucinante insieme a quella dei Martiri delle l’Università. Non capivo il perché di tanta ferocia in quel- Foibe e delle Vittime dell’Esodo. Se la portava scritta Cara SILVANA, da un anno ci hai lasciato. la storia. Sì, le guerre sono mostri orrendi, ma quello che dentro da quel lontano 14 maggio 1945. Il suo ultimo re- Il ricordo della tua persona rimane intatto, sigillato dai mi si presentava andava ben oltre ciò che immaginavo in galo. preziosi doni d'affetto ed amicizia che ci hai un fronte di guerra. Il nostro ricordo possa restituire a tutti loro ciò che il si- generosamente affidato. Papà mi mostrò le foto dei corpi degli infoibati recuperati lenzio, l’indifferenza, la negazione hanno tolto. Con affetto FAMIGLIA GRUBISSA ANGELA dai Vigili del Fuoco, su cui belve, non uomini, si erano ROSANGELA e ROBERTO accaniti. Inorridivo incredula e decisi di non affrontare Raffaella Udovisi 10 NOTIZIE E SPIGOLATURE L’ARENA DI POLA n. 4 del 30 APRILE 2020 Piemonte d'Istria bana è vissuto ben 31 anni – attende di celebrare il cente- te ammirare non poche balene, mentre dei delfini si sono nario del “christifidelis laicus” cui l'Azione Cattolica, sia esibiti in danze spettacolari davanti a Spalato. goriziana che triestina, saranno partecipi. Auguri! Trieste Dalla stampa locale si apprende che, compatibilmente con l'emergenza sanitaria conseguente alla pandemia Corona virus, per quest'estate è previsto al Museo dell'Irci l'avvio di una mostra dedicata all''ampia e variegata rac- colta di pregiati pezzi d'impronta marinara, appartenenti alla collezione del triestino Carlo Sciarelli. Come riportato dal quotidiano, tale piccolo grande tesoro stava per anda- re disperso in quanto la Casa d’aste Cambi di Genova stava per procedere alla messa in vendita. Guido Crechi- ci, presidente della storica azienda triestina Modiano, l'ha salvato con un’offerta che ha permesso di mantenerlo in toto a Trieste. Ad integrare la rassegna espositiva, è previ- sta anche una mostra dei principali elementi di pregio provenienti dall'archivio Modiano, che da poco ha festeg- giato i 150 anni di attività. Anche quest'anno non è mancato l'appuntamento con la Compleanno di un isolano famoso: il 26 aprile Nino Ben- tradizione per la Comunità di Piemonte d'Istria, che ha or- Sebenico venuti ha compiuto 82 anni. ganizzato la "Rogazion de S.Marco", decima edizione Come sottolinea Andrea Marsanich nel Il Piccolo di Trie- della passeggiata libera a Piemonte d'Istria sugli antichi ste, l'assenza di traffico marino, conseguente all'emer- Fiume sentieri... Stante l'emergenza pandemia in corso, la crea- genza Covid-19, ha indotto grandi cetacei a risalire anche Si legge nella nota informativa inviata da Roma da Mari- tività degli organizzatori ha ideato un programma virtuale l'Adriatico. Così nel mare pulito e senza navi si sono potu- no Micich, direttore dell’Archivio Museo di Fiume: “Rinviati nel corso della giornata, che ha visto una entusiastica sine die i programmi a Fiume della Società di Studi Fiu- adesione di 102 partecipanti. Il commento degli organiz- mani come anche il raduno fiumano organizzato dall’A- zatori a fine giornata: “anche questa è stata una gran bella FIM Associazione fiumani italiani nel Mondo per le giorna- Rogazione, con tanti amici che hanno voluto partecipare te di San Vito (metà giugno 2020). La Società di Studi contribuendo in vario modo. Siamo stati in bella compa- Fiumani, pur non essendo coinvolta ufficialmente in nes- gnia consumando le suole e... le tastiere”. sun progetto ufficiale organizzato dall’Ufficio per la Cultura Barbana di Fiume, dovrà anch’essa rinunciare quest’anno a orga- nizzare un convegno - in collaborazione con la Comunità Dopo l'ampio programma di iniziative realizzato lo scorso degli italiani e l’AFIM - sul tema dell’esodo da Fiume anno, l'emergenza virus quest'anno ha fatto rimandare a (1945-1952), la ricostituzione delle organizzazione fiuma- data da definire la tradizionale cerimonia celebrativa alla ne in esilio e i rapporti, dopo il 1990, con la città di origine. memoria del Venerabile Egidio Bullesi. Scrive Walter Ar- Rinviato anche il concorso dei premi letterari “San Vito” zaretti: Il Comitato “Ven. Egidio Bullesi” - coordinato dai per gli studenti delle scuole in lingua italiana presenti a frati nella persona di padre Marciano Fontana, che a Bar- Fiume. Sul sentiero Beato Francesco Bonifacio

arlare del Sentiero Beato Francesco Bonifacio si- tro significato nell’idea che sottende allo sviluppo di que- menti ai giovani dell’Azione Cattolica, insegnamenti che gnifica ripercorrere le tappe più importanti della vi- sto camminare, ed è quello di portare alla luce una storia hanno contribuito a formare veri uomini e donne e veri Pta di questo sacerdote martire e dei luoghi in cui – quella di don Francesco Bonifacio - che potrebbe es- cristiani. egli è vissuto e ha svolto il suo breve ma intenso ministe- sere definita carsica, come le terre che l’hanno ospitata. C’è un’ultima, ma non secondaria considerazione fatta ro. Significa camminare e immergere il proprio corpo e il Perché, dopo il suo martirio, purtroppo poco si è saputo nell’anno del Grande Giubileo del 2000 dall’allora vesco- proprio spirito in un ambiente particolare in cui natura e di lui, della sua azione pastorale, del suo amore per i vo di Trieste, mons. Eugenio Ravignani: riguarda il tema storia si incontrano, per riflettere, rigenerarsi, cercare e poveri e per i giovani, della sua grande fedeltà al Vange- della purificazione della memoria. Riferendosi alla dolo- trovare nuovo vigore e nuovi significati per la nostra vita. lo e alla sua gente. Come un torrente carsico, questa rosa storia delle nostre terre, così ricordava mons. Ravi- Significa anche rimeditare sulla nostra storia, quella vis- storia si è inabissata, nascosta come i suoi poveri resti, gnani: «Anche questo secolo è davvero poca cosa, ma suta in anni dolorosissimi, nei quali il nostro Beato donò in modo che più nessuno potesse ricordarla. Questo è racchiude gli anni in cui l’uomo ha continuato a vivere le la sua vita a Cristo per rimanere fedele a Lui e alla gente. avvenuto sicuramente per paura, almeno nei primi anni sue intime contraddizioni dibattendosi tra bene e male. Significa ancora incontrare storie, volti e persone simili a dopo la scomparsa di don Francesco, ma anche per […] Ha sognato un mondo senza confini e barriere tra i noi, e con esse intessere nuovi rapporti per ricucire e ri- omertà o per fedeltà al giuramento di tacere fatto a quel popoli, e nella violenza di guerre e conflitti ha seminato costruire quello strappo che la storia e la cattiveria degli tempo da chi sapeva qualche cosa. nuove ragioni di divisione e di odio. […] Ancor oggi nei uomini hanno prodotto. Ora però, con il contributo del Sentiero Beato Bonifacio e nostri cuori ci sono ferite aperte che sanguinano. Non si Sono veramente tanti i significati che si possono dare delle tante iniziative fatte in questi ultimi anni (nuove tratta di rimuovere la memoria di questi fatti, bensì di pu- all’idea di percorrere questo sentiero, che da Trieste arri- pubblicazioni, pellegrinaggi, incontri di studio e di pre- rificarla nel perdono chiesto e donato che apra nuovi va a Cittanova in 6 tappe, attraversando tre Stati: tra ghiera) la storia di don Francesco è riaffiorata, è divenu- spazi alla fraternità e alla concordia». colline, mare e cielo, il sentiero tocca i luoghi principali ta motivo di ricerca, di riflessione, di voglia di conoscere, Proprio a questo orizzonte, certo non facile, guarda an- della vita del Beato (il Duomo e il Battistero di Pirano, di sapere. Soprattutto voglia di approfondire la figura di che il progetto del Sentiero Beato Francesco Bonifacio, dove fu battezzato, i luoghi dove esercitò il suo ministero questo semplice e umile sacerdote, ma vero gigante nel- perché percorrendolo potremo incontrare persone e a Cittanova, Crassiza e Tribano, e infine il luogo del suo la fede, per conoscere la sua spiritualità, i suoi insegna- FOTO del gruppo di Isa Malve da Padova genti che con noi condi- rapimento) e gli antichi vidono questi obiettivi segni della fede delle e, insieme, si potrà con- nostre terre (le catte- tribuire a costruire vera- drali di san Giusto e mente un nuovo mondo san Nazario, la basilica di pace e di giustizia. di Muggia Vecchia), at- traversando luoghi do- Mario Ravalico ve la natura e il lavoro e Giulio Bartoli dell’uomo si incontrano Per info: pagina Face- (la riserva della Val Ro- book Sentiero Beato sandra, le saline di Sic- Francesco Bonifacio o ciole e Strugnano, la segreteria@azionecat- Parenzana). tolica.trieste.it C’è però ancora un al- L’ARENA DI POLA n. 4 del 30 APRILE 2020 LE RUBRICHE 11 Tre per una è un paese in Istria, nel suo cuore più fertile, do- Gli itinerari di Marina Parladori raggiunge Sovignacco, dove si trova la parrocchiale di ve i tre elementi caratterizzanti il territorio istria- San Giorgio, sulla cui fiancata nord orientale si apre una C’no si incontrano: a monte verso Nord-est trovia- vista spettacolare, che supera la vallata sottostante e mo l’Istria bianca del calcare, a occidente l’Istria verde guarda verso Stridone e le alture della Cicceria. dell’arenaria che ben accoglie i boschi di latifoglie, a sud Alberi maestosi circondano la chiesa, offrendo ombra e l’Istria della terra rossa ricca di minerali ferrosi, pratica- riparo; sulla piazza, l’antico lodogno è ancora oggi cono- mente un tricolore. sciuto come l’albero del consiglio, sotto il quale si riuni- Questo paese è Sovignacco, piccolo centro abitato po- vano gli anziani consiglieri, che poi suggellavano le loro sto sulle immediate alture a sinistra del corso del Quieto decisioni presso la vicina osteria, ancora oggi attiva per lungo la strada che proviene da Pinguente e procede dare ristoro al viandante di passaggio. verso Montona. Intorno le umili case sono la quinta teatrale della storia Sulla cima della collina che ospita il paese, anticamente ormai passata, dell’occupazione dei Veneziani agli albori esisteva un castelliere, testimone di un luogo dal quale del Rinascimento, della presenza di un castello, oggi so- facilmente si controllava la valle sottostante e che nel lo un cumulo di rovine, dove si trova il cimitero e che ri- punto dove sale l’antico tracciato viario presenta oggi troviamo nella toponomastica del luogo. Detto castello, come allora una strozzatura naturale. piuttosto il nome, che da solo dice tutto, rimasto ad altro insieme a quelli di Draguccio, Rozzo e Vetta, facevano Alla base dell’altura che porta a Sovignacco, nel XV se- villaggio, ovvero Germania, conseguente ai numerosi parte della linea difensiva usata dai Veneziani per difen- colo molti del luogo erano impieganti nella minie- minatori sassoni impegnati a lavorare in quel giacimen- dersi dalle incursioni degli Uscocchi. ra di San Pietro dalla quale si estraeva il vetriolo, sali di to. L’attività estrattiva portò in queste terre un certo be- Quante vicende, quanta storia! l’Istria interna non smette allume e pirite. Lungo queste contrade infatti troviamo nessere e, dopo fasi alterne che dal cinquecento la vide- mai di sorprendere ed testimonianza dell’antica pratica estrattiva nei nomi dei ro più o meno attiva, venne abbandonata del tutto negli insegnare a chi sa leg- paesi del circondario. Non deve così meravigliare il visi- anni ’30 del ‘900. gere nelle sue pieghe le tatore la presenza di un paese denominato Miniera, ma Sulla cima della collina e dei suoi 291 metri di quota, si umane gesta di chi ci ha preceduto. Chi ne conosce la lin- gua lo può leggere nella disposizione dei suoi assi viari, nell’orienta- mento delle case e della sua vegetazione, nei sottili segni grafici che i muschi e i licheni trac- ciano sulle pietre e sui tronchi secolari.

Cognomi istriani L'appuntamento con Marino Bonifacio GIRÀLDI Antico cognome duecentesco di Pirano, Giorgio Dendi, detto in origine e nel corso del tempo Giroldo / Ghi- rardo / Ghiroldo / Girardo / Giraldo, il cui capostipite l'enigmista che conquista non è Dominicus Giroldi attestato nel 1290, bensì il rillante, veloce, sinteti- carlo per allenare le squadre fratello Petrus de Ghirardo; questi ebbe tre figli, tra i co, essenziale, riesce nostrane. Come il gruppo in- quali Chiconus qm. Ghiroldi nel 1338, i cui discen- ad affascinare anche ternazionale che riuniva i denti sono proseguiti dal ʼ400 come Giraldo e dalla B fine del ʼ500 quali Giraldi. Un componente del casato, chi guarda con occhi estranei candidati provenienti dall'a- al complesso mondo della rea, che da Treviso si esten- Giovanni Battista Giraldi di Angelo da Pirano, dimo- matematica. Ecco tracciato deva a Trieste e Pola. Colpi- rante a Umago, ha sposato a Isola il 27/8/1753 Fran- l'identikit di Giorgio Dendi, sce il suo modo di porgersi, cesca di Bortolo De Grassi fu Giovanni, originando pluripremiato matematico ed che incuriosisce l'interlocuto- così i Giraldi umaghesi. Nel 1945 cʼerano 7 famiglie enigmista di livello internazio- re mentre spiega il procedi- Giraldi a Umago; di esse oggi continuano ancora 2 a nale. Contattato per compli- mento per calcoli mentali ve- Umago, 1 a Morno, 1 a Metti, 1 a Zagabria, mentre mentarci con lui, dopo aver loci, anche di numeri a più ci- altre 6 famiglie Giraldi umaghesi esodate vivono a ammirato una sua partecipa- fre; oppure la creazione di Trieste, ove naturalmente la rimanente maggioranza zione televisiva, abbiamo an- giochi enigmistici, rebus o dei Giraldi viene da Pirano. Adattatosi nel tempo al che scoperto le sue origini anagrammi. “Probabilmente latino e al francese, Giràldo (detto anche Giròldo e istriane. “Le mie radici sono anche il teatro ha contribuito Giràrd), Il cognome istriano piranese e umaghese di Pisino, al centro dell'Istria, a darmi i tempi giusti.” - ci Giràldi deriva dal nome di origine germanica Gerhardt però a Pola viveva una sorel- spiega, precisando di far par- / Gerhold “lancia potente”. la della mia mamma” - precisa, aggiungendo anche di te anche dell'Armonia, compagnia teatrale amatoriale - aver insegnato nel liceo Dante Alighieri della città, invita- “Quando propongo un giochetto, lascio sempre un atti- Cuore e sapore to da un insegnante dell'istituto, che l'aveva ammirato mo di tempo per il ragionamento, prima di dare la solu- durante una gara interscolastica a squadre. Dagli innu- zione.” Impiegato bancario, istintivamente informatico fin nella cucina tradizionale istriana merevoli traguardi vittoriosi raggiunti con i suoi allievi nel dall'infanzia, la sua passione da sempre è rappresentata corso di ogni tipo di gara matematica, è conseguita an- dalla matematica e da tutte le sue sfumature. Sempre di La treccia pasquale che la proposta dell'università di Trieste di tenere le sue un entusiasmo contagioso mentre parla delle sue espe- Cari amic,i cari lettori, cara Direttore, ecco una treccia lezioni presso l'ateneo giuliano: antefatto questo che l'ha rienze, osserva che purtroppo la superficialità fa dare pasquale veramente squisita, ottima da gustare in portato a concludere i suoi studi universitari. “Mi manca- frettolose risposte senza controllo. Ci racconta come i qualsiasi momento dell'anno. vano 3 esami e mi laureai a Brescia per rimediare alla ragazzi restino affascinati nell'apprendere i suoi percorsi INGREDIENTI posizione di 'docente irregolare'. Era il 2000. Avevo vinto di calcolo veloci. “La grammatica ha verbi regolari e irre- Per l'impasto: gr. 600 farina 00, 1 cubetto lievito di a Parigi i mondiali di giochi matematici, organizzati dall'I- golari, la matematica ha solo numeri regolari” - la sua birra, gr. 120 zucchero, gr. 120 burro, gr. 140 latte tie- talia per la Bocconi.” - racconta - “L'Italia partecipa ogni osservazione. Vincitore di tutti i tipi di concorsi enigmisti- pido, 2 uova più 2 tuorli, gr. 8 sale, scorza di limone anno, meno che quest'anno per i noti motivi di emergen- ci, campione italiano delle gare riservate agli autori della Per il ripieno: gr. 350 noci macinate, gr. 80 zucchero, za sanitaria.”- precisa, illustrando il meccanismo della Settimana Enigmistica, campione di composizione critto- gr. 100 miele, gr. 50 burro, gr. 125 latte, 1 uovo, 2 cuc- selezione - “Generalmente in Italia ci sono all'incirca grafica, Cavaliere al Merito della Repibblica Italiana, an- chiai di rum 50.000 candidati, provenienti da scuole di ogni ordine e che in questo periodo di isolamento ha organizzato dei PREPARAZIONE grado. Dopo rigorose tappe selettive, rimane un ristretto corsi online per i suoi studenti. Gli abbiamo proposto di Sciogliete il lievito di birra nel latte tiepido e unitelo al- numero di concorrenti ammessi alle finali parigine. C'è regalarci qualche appuntamento con l'enigmistica. Oltre la farina ollo zucchero il burro morbido le uova e il sa- sempre una partecipazione triestina di livello”. Dopo il al rebus allegato, ecco anche l'anagramma del Liceo di le. Mettere l'impasto i un luogo caldo a lievitare per successo di quell'inizio secolo, cominciarono a convo- Pola dove ha insegnato e Dante Alighieri è diventato “hai almeno 2 ore. l'arte di geni” Preparate nel frattempo il ripieno: fate bollire il latte Viviana Facchinetti con il burro il miele lo zucchero le noci macinate Quando i composto è freddo aggiungere il rum e l'uo- vo e mescolare bene. Stendere l'impasto cm 45x50 e dividerlo in 3 strisce. Spalmare il ripieno di noci su ogni striscia in parti uguali arrotolarle e formare una treccia. Mettere nuo- vamente a lievitare per 40 minuti sempre al caldo( la temperatura è fondamentale negli impasti lievitati). Infornare a 180 gradi per 30 minuti. A metà cottura, per ottenere un bel colore dorato, spennellate la treccia con un uovo sbattuto con un poco di latte. Un caro abbraccio a tutti voi Gemma Pizziga 12 L’ARENA DI POLA n. 4 del 30 APRILE 2020

Mai come quest'anno, la luminosità della Pasqua ha dovuto attraversare momenti bui. L'ob- bligata lontananza da amicizie ed affetti è stata però mitigata da tante testimonianze di spon- taneo affettuoso slancio, postate nei social in una virtuale vicinanza. Pasqua 2020 Gli auguri con pinze, uova... e mascherine

n abbraccio a tutti i polesani e Buona Pasqua de con un zestelin in man. Ucuor! Da noi a Fiume inveze una bela roba che mi me ricordo Ester Carloni era la marenda de Pasqua. La mia mama la meteva su la tavola una tovaja bela, de quele ricamade a man co- desso che credo de gaver tuto... anche se manca la piade da “Mani de Fata”, e verso le diezi de matina se libertà de girar perchè son ai "ARRESTI DOMICILIA- A magnava pinza fata a casa - o magari preparada a casa RI", go però Pasqua in tel calendario, ma... me manca el empo di Pasqua, ma sempre fervida l'inesauribile e portada in forno dal pek perché la vegniva mejo - per- "Din Don" de le campane de Sant'Antonio, me manca... creatività di Erminia Bernobi che ha realizzato, oltre T suto coto, ovi coloradi e scalogna. Non mancava mai i la fila de pinze profumade che fasseva mia mama e che alle mantelle, anche le mascherine personalizzate, qui sisser con uno o due ovi. Se beveva ciocolata (cacao) mi ghe iutavo a portar nel forno de Via Flacio sora quela indossate dal figlio, dott. Sergio Bernobi e dalla signora bojente. lunga tola, me manca... la mia "titola", me manca...la co- Anna Zupanch dell'Istituto fisioterapeutico Città Di Trie- Per Pasqua a noi muli, de solito i ne comprava el vestito stoleta de quel povero agnel che mia nona gaveva tirado ste. novo co le braghe briges e noi andavimo el giorno de su per... la "Santa Pasqua" (no per lui), me manca... la Pasqua a la Messa in Sabiza dai Capuzini, per farse ve- "bonaman" dei parenti che i me dava quando andavo a der da le mule. dirghe "Bona Pasqua", me manca... i vestiti lavadi con el uona Pasqua a tutti, sperando Perlin e profumadi de neto che metevo quel giorno per che porti tempi migliori... andar in Cesa, me manca... la "Pasqueta" del giorno do- B Visto il momento difficile che si sta po tuti insieme in Siana a sercar a sercar violete per le passando e la non reperibilità di mame, me manca..., me manca... e ancora me manca! mascherine, ho deciso di fare il Claudio Bronzin possibile per aiutare gli altri nel rea- Cara Novella Bačić lizzarsele in casa. Ho deciso di quanti ciclamini e spiegare come ho fatto la mia e ho violette go ingruma- cercato di farlo il prima possibile. do in bosco Siana arissimi Isolani, diciamolo pure quest`anno per tutti Ho usato il mio sito internet di sar- ho tanti ricordi ti au- Cnoi sarà una Pasqua tutta diversa… Staremo chiusi toria sul quale in realtà sto ancora guro una Buona Pa- in casa, sperando tempi migliori Auguriamo a tutti una lavorando. il materiale immesso è squa, un caro saluto Serena Pasqua e che presto tutto possa tornare alla nor- poco e non ben organizzato... In dalla lontana Austra- malità Auguri dal Canada, ma con Isola nel cuore. realtà avrei aspettato di renderlo lia. Un Grande Abbraccio da Mario e Franca Lorenzutti più ricco prima di renderlo pubbli- co, ma vista la situazione mi è sem- Noemi Bernardi Cristina Scala, ha brato il veicolo più veloce e semplice per aiutare più per- are amiche e corredato i suoi au- sone amici, xe una guri fiumani con una Ileana Macchi C testimonianza del Pasqua insolita, che l mio abbraccio pasquale. non dimentichere- papà, tratta dai Ri- Niki Giuricich - Johannesburg mo, ve fasso tanti cordi Fiumani e Cia- I auguri, e ve prego, colade di Giulio se volemo che finissi Scala, di cui ripor- presto, stemo a casa. Xe più giorni che luganighe, recu- tiamo qualche pas- pereremo! saggio: Fulvia Siscovich Sizzi Sto ano xe Pasqua l nostro Presidente, a Viviana Facchinetti e a tutta la “bassa” perché la Aredazione, agli amici dell’ AIPI e del LCPE, i miei mi- casca ai primi de gliori auguri di Buona Pasqua e altrettanti ringraziamenti april e questo per el con la speranza che tutto il mondo ritorni alla normalità. fato che anca el ultimo de Carneval era già a metà de Bruno Carra febraio. Qua i tedeschi i gà anca lori tradizioni pasquali. Presempio el giorno de Pasqua lori i scondi in giardin de Grazie a tutta la redazione per il vostro bel giornale e casa o in campagneta nelle graie ovi coloradi e de cioco- uona Pasqua dall'Australia. Buona Pasqua nonostante covid-19. lata e i fioi, muleti e mulete, i se diverte a zercar sti ovi B Denise Perentin Carmen “Guarda che i crauti con il maiale e l’agnelletto. Quando mia madre devi lavorarla era bambina la tradizione voleva anche che suo nonno meglio quella Finalmente la pinza comprasse un prosciutto ben stagionato e iniziasse a pasta” mi dice za. Ore di preparazione e lievitazione per riavere indietro tagliarlo, rigorosamente a mano, già dalla mattina per la mamma soltanto un vago ricordo di quella originale. una merenda a base di pane fatto in casa e un bicer de mentre impa- Mi ricordo ancora quando, inebriante e da far venire l’ac- vin. Il nonno cercava solitamente di trovarne uno simile, sto. È difficile e quolina in bocca, il profumo delle Pinze istriane invadeva ma non uguale purtroppo per gusto, a quello di Dignano. la pasta si scre- l’androne delle scale nel condominio, qui in via Brigata A Genova bisognava arrangiarsi un po’ con quello che si pola. “Forse ho Salerno a Genova. Trenta appartamenti per trenta fami- trovava. Le vicine di mia nonna che venivano da Fiume, sbagliato qual- glie, tutte provenienti dall’Istria e da Fiume. Il dialetto, ad esempio, erano solite cucinare le “sarme” per Pa- cosa o forse seppur mischiato ormai tra fiumani e polesani, sopravvi- squa. Degli involtini ripieni di riso, carne macinata e ci- non la sto impa- veva al ricordo così come le tradizioni culinarie. polla soffritta avvolti nelle foglie dei capuzi garbi, quasi stando bene” Tutte le donne del palazzo – chi veniva da Fiume, chi da del tutto introvabili a Genova. Per averle le donne del penso, mentre Pola e chi da Rovigno – cominciavano il sabato mattina condominio se le facevano arrivare infatti da un paesino mia madre con- e finivano la sera a cucinare per la Santa Pasqua del dell’entroterra ligure, Busalla, dove esisteva un’altra, più tinua a darmi giorno dopo. numerosa, comunità di fiumani che riusciva a preparale direttive fino a Mia madre –nata a Genova, ma cresciuta in mezzo a mettendo nelle botti di legno a fermentare sotto sale le che – dopo aver quella comunità di esuli – si ricorda ancora quando da teste dei capuzi interi. lavorato la pa- bambina sentiva alla sera tardi prima di andare a dormi- Tradizioni e sapori che con il tempo sono andati forse sta per almeno re il rumore del tavolo della vicina di sotto che, appoggia- sfumando e di cui a me rimane solo un piccolo ricordo, venti minuti – la to al muro, al movimento delle mani che lavoravano an- trasmesso da mia nonna prima e ora da mia madre che lasciamo riposare qualche ora perché possa lievitare. cora una volta la pasta delle pinze, sbatteva contro la in questo momento così particolare che stiamo vivendo, Un piccolo panetto dorato tutto liscio, dal dolce profumo parete. per colpa del covid-19, insegna a me e alle mie cugine – di limone, che con il passare delle ore si gonfia e si allar- Certo i primi tempi qualcuno vedendole da fuori forse la terza generazione di esuli – in una videochiamata co- ga. “Ora lavorala di nuovo e falla bella tonda” mi dice mia deve aver pensato ma quanti dolci cucinano? A Genova me fare la Pinza. madre e aggiunge “Non devono esserci buchi!”. Lavoro infatti la tradizione pasquale prevede una torta, ma sala- Per questo motivo, oggi poter sentire di nuovo finalmen- la pasta e le do la forma di una piccola pagnotta. Ora è ta: la famosa torta Pasqualina, fatta con carciofi e uovo te, anche se solo per un istante, quel dolce profumo di pronta per il taglio delle forbici che incidono sulla rotondi- sodo. L’uovo sodo nelle case di via Brigata Salerno inve- Pinza uscire dal forno, mi ha fatto pensare che fino a che tà una specie di “Y”. È finalmente pronta per essere in- ce veniva usato a Pasqua non certo per il salato, bensì nelle scale di questo palazzo il sabato prima di Pasqua fornata. “Non aprire il forno per almeno mezzora e poi per un altro dolce, le titole. Piccole trecce di pasta della si sentirà ancora l’odore della Pinza appena sfornata, controlla”, continua a darmi istruzioni mia madre. Dopo pinza con incastrato l’uovo all’apice. forse la tradizione non smetterà di essere tramandata e una decina di minuti la casa si è già riempita del deciso e Oltre ai dolci il menù di Pasqua comprendeva gnocchi di il ricordo delle origini rimarrà intatto. avvolgente profumo di quel dolce tipico istriano: la Pin- patate fatti a mano con il sugo di carne e come secondo Petra Di Laghi