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qwertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwerty MEZZO SECOLO DI GRUPPO ABELE 1981- uiopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasd2013 fghjklzxcvbnmqwertyuiopasdfghjklzx cvbnmqwertyuiopasdfghjklzxcvbnmq wertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyui IL GRUPPO ABELE ATTRAVERSO IL NOTIZIARIO DELL’ANSA opasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasdfg2002 hjklzxcvbnmqwertyuiopasdfghjklzxc vbnmqwertyuiopasdfghjklzxcvbnmq wertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyui opasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasdfg hjklzxcvbnmqwertyuiopasdfghjklzxc vbnmqwertyuiopasdfghjklzxcvbnmq wertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyui opasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasdfg hjklzxcvbnmrtyuiopasdfghjklzxcvbn mqwertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwert MEZZO yuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasSECOLO DI GRUPPO dfghjklzxcvbnmqwertyuiopasdfghjklzABELE 1 xcvbnmqwertyuiopasdfghjklzxcvbnm qwertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwerty IMMIGRAZIONE: LEGGE BOSSI-FINI; NO DA DARIO FO E DON CIOTTI ARCI, IL 19 GENNAIO MANIFESTAZIONE PER DEMOCRAZIA (ANSA) - ROMA, 7 GEN - L'appello contro il disegno di legge Bossi-Fini sull'immigrazione continua a ricevere il sostegno di intellettuali, giornalisti, giuristi. L'Arci, ricordando che il 19 gennaio si terra' una manifestazione nazionale a Roma contro il progetto di legge, afferma che l'appello e' stato sottoscritto, fra gli altri, da Dario Fo e Franca Rame, Bruno Trentin, don Luigi Ciotti, mons. Luigi Bettazzi, Raniero La Valle, Domenico Gallo, Antonio Tabucchi, Cristiana Ali Farah, Ribka Shibatu, Stefano Benni. Per il presidente dell'Arci, Tom Benetollo, ''la manifestazione si sta configurando sempre piu' come momento decisivo per la creazione di un largo e plurale movimento contro il razzismo, in difesa della convivenza civile e della democrazia nel nostro paese''. (ANSA). COM-MAS 07-GEN-02 18:39 2 MEZZO SECOLO DI GRUPPO ABELE NIGERIA: SAFYA; STASERA FIACCOLATA, OTTIMISMO SU SUA SORTE MUSSOLINI (AN), INTERVENGA L'EUROPA CON SANZIONI ECONOMICHE (ANSA) - ROMA, 9 GEN - Safya e' condannata alla lapidazione ma non e' sola, quasi certamente la sua vita sara' salvata. Sull'esito della vicenda della donna nigeriana condannata alla pena di morte da un tribunale islamico per aver avuto (benche' divorziata) un figlio fuori dal matrimonio circola infatti un diffuso ottimismo. Grazie anche all'ampia mobilitazione che vede il mondo politico e quello della societa' civile del nostro paese impegnato a salvare per Safya e che stasera, a Roma, si ritrovera' di fronte all'ambasciata nigeriana nella seconda fiaccolata promossa dal programma radiofonico 'Zapping'. ''Ormai - ha detto Enrico Pianetta, presidente della Commissione parlamentare per i diritti umani - nei confronti di questa vicenda sono state avviate una serie di iniziative che quasi certamente disincentiveranno l'esecuzione. Sono molto ottimista e sono convinto che questo e' anche il risultato della mobilitazione fra associazioni e mondo politico. Ricordo ad esempio la mozione al senato. E' l'esempio di un'azione parallela che produce i suoi effetti. Resta la preoccupazione - ha precisato - per tutte quelle migliaia di donne i cui casi non sono cosi' eclatanti, privi della dignita' di persone''. ''Per quanto ne sappiamo - ha affermato Sergio D'Elia di 'Nessuno tocchi Caino' - il caso e' in via di soluzione, lo scenario che si intravede e' tranquillizzante. La Nigeria di oggi non permettera' che sul suo territorio avvenga una lapidazione, ci sono prese di posizione in tal senso da parte di politici e di giuristi locali. Se anche ci dovesse essere la conferma della condanna il ricorso alla Corte di appello federale non puo' che avere un esito scontato e positivo. Non abbiamo dubbi''. Anche dall'Aidos (l'ong che si occupa di interventi di sviluppo per le donne) ha fiducia nell'eventuale appello alla Corte federale. ''Ma la cosa piu' importante che emerge dalla vicenda - ha affermato Cristiana Scoppa - e' la tendenza delle autorita' locali a rimanere conservatrici, come nel caso dei tribunali islamici nigeriani, rispetto alle amministrazioni centrali e che si traducono sempre per le donne in maggiore discriminazione. Lo stato federale della Nigeria che tende ad avere una visione della legislazione piu' laica guarda con preoccupazione a questo stato di cose''. Scoppa ha sottolineato che la condanna a Safya e' ''propagandistica. Lei e' divorziata e dopo la nascita del figlio ha chiesto al padre gli alimenti. A questo punto l'uomo l'ha denunciata''. La parlamentare di An, Alessandra Mussolini, auspicando una soluzione positiva della vicenda, ha chiesto l'intervento anche della diplomazia europea. ''Queste violenze - ha detto - devono essere cancellate definitivamente. L'Italia ma anche l'Europa deve farsi promotrice di un'iniziativa magari prevedendo sanzioni 3 MEZZO SECOLO DI GRUPPO ABELE economiche''. Secondo don Luigi Ciotti, ''la vicenda di Safya oltre a ricordarci quanto la violazione dei diritti umani non conosce pause e feste, ci insegna una cosa: e' possibile reagire, denunciare, mobilitarsi. E' doveroso non stare zitti e non voltarsi dall'altra parte. Specialmente noi, dall'alto dei nostri privilegi di occidentali, dobbiamo sentire il dovere morale e politico di mobilitarci e di sollecitare le nostre istituzioni e quelle europee, la nostra diplomazia e le nostre imprese su questa vicenda. Per salvare la vita di Safya ma per difendere e riaffermare la dignita' di tutte le donne. Ma anche per riflettere - ha continuato - denunciare e superare in tutto il mondo la barbarie della pena di morte. Sharia o non sharia''. Sostegno alla fiaccolata di stasera anche dalle donne Ds. La coordinatrice Barbara Pollastrini ha sottolineato che l'adesione all'iniziativa ''e' un modo in piu' per ribadire il nostro impegno per Safya e per ricordare che non e' permesso abbassare la guardia di fronte ai diritti umani delle donne, ancora violati e negati in troppe parti del mondo''. Critiche alla stampa italiana dal leader del Movimento Diritti Civili Franco Corbelli. ''Sono profondamente indignato - ha dichiarato - per il silenzio tenuto da quasi tutti i tg e quotidiani nazionali nei confronti di Safya e nonostante la mobilitazione internazionale e le tante iniziative. Non resta che sperare in Chiambretti!''. (ANSA). MAS 09-GEN-02 18:14 4 MEZZO SECOLO DI GRUPPO ABELE GIUSTIZIA: SCORTE; APPELLO PER NON LASCIARE SOLI I MAGISTRATI FIRMATO DA CAPONNETTO,FO,RAME, BORSELLINO; CREATO FONDO SOSTEGNO (ANSA) - ROMA, 10 GEN - Antonino Caponnetto, Rita Borsellino, Franca Rame, Dario Fo e Alfredo Galasso sono tra i firmatari di un ''appello alla societa' civile per non lasciare soli e senza scorta i magistrati ed i testimoni di giustizia''. E per rendere piu' concreta la loro iniziativa hanno creato anche un fondo straordinario di sostegno che verra' messo a disposizione del capo dello Stato. ''Uno dei problemi piu' gravi del governo Berlusconi -dicono- e' sicuramente quello del mancato rinnovo delle scorte a tutela di magistrati impegnati in inchieste contro il crimine organizzato, da Milano alla Sicilia. Alcuni di loro sono stati fotografati da giornalisti mentre affrontano il traffico cittadino privi di scorta. E' una situazione non piu' tollerabile in un paese che si dice civile e della quale riteniamo si debba far carico la societa' tutta, addossandosi le responsabilita' relative alle spese delle rispettive scorte''. Di qui l'idea del fondo e l'invito ''a tutti gli italiani che hanno a cuore il problema di garantire sicurezza ai magistrati e ai testimoni di giustizia che rischiano la vita per noi'' a versare ''uno, dieci, cento, mille euro'' sul ''fondo straordinario di sostegno'', presso la banca popolare etica di Padova (c/c n.511511, abi 5018, cab 12100). ''Questo conto -proseguono- verra' messo a disposizione del capo dello Stato, massima autorita' del Consiglio superiore della magistratura''. E garanti dell'utilizzo del fondo saranno loro, i firmatari dell'appello: Dario Fo, Franca Rame, Antonino Caponnetto, Milly Bossi Moratti, Luigi Ciotti, Alfredo galasso e Rita Borsellino. ''Impegniamoci a fondo per questa giusta causa -concludono-; dovesse mai venire aggredito o ucciso uno di questi magistrati, e non sarebbe il primo, come la metteremmo con la nostra coscienza di persone oneste?''. (ANSA). TAM 10-GEN-02 14:29 5 MEZZO SECOLO DI GRUPPO ABELE RE MAROCCO GRAZIA ITALIANO ARRESTATO PER DROGA ACCOLTA RICHIESTA DI COMUNITA' SANT'EGIDIO PER MOTIVI UMANITARI (ANSA) - ROMA, 11 GEN - E' stato scarcerato Ferruccio Ciotti, italiano detenuto in Marocco per trasporto di hashish. Il re del Marocco ha accolto la richiesta di grazia, inoltrata dalla comunita' di sant'Egidio, per motivi umanitari. La notizia viene diffusa dalla Comunita' che, interessata al problema di Ciotti da mons. Luigi Orengo di La Spezia, aveva inoltrato richiesta di grazia al re. Ciotti, nato a Sassari, era stato condannato in Marocco a quattro anni per trasporto di hashish e aveva scontato piu' della meta' della pena. Viste le sue precarie condizioni di salute, il 13 dicembre scorso la Comunita' ha interessato il primo ministro Abderrahman Youssoufi, chiedendo la grazia per motivi umanitari, e ieri sera Ciotti e' stato scarcerato.(ANSA). CHR 11-GEN-02 13:11 6 MEZZO SECOLO DI GRUPPO ABELE GIUSTIZIA: DON CIOTTI, CRITERIO CHE DEVE GUIDARE LA POLITICA (ANSA) - POTENZA, 16 GEN - ''La giustizia e' il criterio che deve guidare non solo la vita individuale ma anche la politica e dove questa si ferma crescono i soprusi, la logica della visibilita' contro tutto e contro tutti, il prevalere dei privilegi e delle corsie preferenziali e la difesa ad oltranza del proprio benessere'': lo ha detto, in serata a Potenza, don Luigi Ciotti, intervenendo alla prima assemblea