Il Duomo Di Massa Marittima Nel Medioevo

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Il Duomo Di Massa Marittima Nel Medioevo DOTTORATO DI RICERCA IN Storia dell’arte e storia dello spettacolo CICLO XXVI COORDINATORE Prof. Maria Grazia Messina Il Duomo di Massa Marittima nel Medioevo Settore Scientifico Disciplinare L-ART/01 Dottorando Tutore Dott. Calamini Raffaella Prof. Tigler Guido ____________________________ ______________________ (firma) (firma) Coordinatore Prof. Messina Maria Grazia _______________________________ (firma) Anni 2011/2013 I miei più sentiti ringraziamenti vanno a Bianca Maria Aranguren (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana), Riccardo Belcari, Luana Berrettini (Biblioteca Comunale di Massa Marittima), Giovanna Bianchi, Gianluca Camerini (Archivio Vescovile di Massa Marittima), Andrea De Marchi, Giulia Galeotti, Lorenzo Marasco, Giovanni Mariano (Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici di Siena e Grosseto), Matteo Mazzalupi, Marco Paperini, Roberta Pieraccioli (direttrice del Museo d’Arte Sacra di Massa Marittima), Gianna Tinacci (Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Siena e Grosseto), don Sergio Trespi (parroco di San Cerbone), Emanuele Zappasodi. Desidero inoltre ringraziare la mia famiglia, i miei amici e Giovanni. Le abbreviazioni nel testo andranno sciolte nel seguente modo: ACM = Archivio Comunale di Massa Marittima ASF = Archivio di Stato di Firenze ASS = Archivio di Stato di Siena AVM = Archivio Vescovile di Massa Marittima SBAPSI = Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Siena e Grosseto SBSAE = Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici di Siena e Grosseto Indice Introduzione 1) Profilo storico Populonia, la prima sede diocesana: le origini, i vescovi e la cattedrale Il trasferimento della sede episcopale a Suvereto Massa Marittima in epoca prevescovile Massa Marittima sede diocesana L’affermazione del Comune, la costruzione di Città Nuova e i rapporti con Pisa e Siena 2) Il Duomo di San Cerbone Letteratura critica I precedenti Descrizione Materiali L’esterno Facciata Fianco sinistro Fianco destro Cupola Abside Campanile L’interno Controfacciata Navata centrale Navata sinistra Navata destra 3) La fase romanica La prima fase Il portale La seconda fase La differente decorazione dei fianchi La terminazione, la copertura e il presbiterio rialzato dell’antica chiesa L’arredo interno Conclusioni 4) La cattedrale tra il Duecento e i primi decenni del Trecento Gli interventi precedenti l’ampliamento della cattedrale La decorazione della cupola Il fonte battesimale di Giroldo da Como Altre opere massetane di Giroldo da Como La fase gotica L’ampliamento dell’edificio e il completamento della facciata Gli interventi nelle navate Il nuovo arredo presbiteriale 5) Gli interventi trecenteschi e quattrocenteschi Le pitture Le sculture Le vetrate Le oreficerie 6) Gli interventi dal Cinquecento a oggi Apparati Schede delle opere nella cattedrale Schede delle opere nel Museo d’Arte Sacra provenienti dalla cattedrale Bibliografia Introduzione Tra i monumenti romanici più significativi della Toscana, il Duomo di San Cerbone di Massa Marittima manca di uno studio monografico moderno che analizzi l’edificio nell’avvicendarsi delle sue fasi costruttive e nel rapporto tra architettura e decorazione, tra arredo interno e organizzazione dello spazio liturgico. Sebbene validi e recenti studi dedicati alle singole componenti del monumento ne abbiano messo in evidenza la rilevanza nell’architettura medievale toscana, sottolineando la qualità del suo apparato decorativo e l’importanza delle personalità artistiche coinvolte – da Giroldo da Como a Goro di Gregorio, da Giovanni Pisano a Duccio di Buoninsegna –, a tutt’oggi i due principali studi sulla città e sulla cattedrale rimangono i testi di Luigi Petrocchi (1900) e di Enrico Lombardi (1966), trattazioni lodevoli per volontà di completezza, ma connotati dal breve respiro connaturato all’erudizione locale. Dalla volontà di colmare un simile vuoto storiografico nasce questa tesi di dottorato, condotta in continuità con il mio precedente percorso universitario, rivolto principalmente allo studio del Romanico toscano. La ricerca si è avvalsa, oltre che dello studio della letteratura specifica e dell’analisi autoptica dell’edificio, della consultazione di molto del materiale documentario conservato nell’Archivio Comunale e nell’Archivio Vescovile della città e nell’Archivio di Stato di Siena, che ha reso possibile la scoperta di alcune novità sui vari cambiamenti subiti dall’arredo interno della cattedrale. Il testo si articola in sei capitoli. Il primo presenta un breve profilo storico, concentrato sul trasferimento della seda vescovile da Populonia a Massa Marittima e sulle vicende della città nei secoli che videro l’edificazione, in più fasi, della cattedrale. Il secondo capitolo, corredato da un ampio apparato fotografico a cui viene fatto riferimento nelle successive parti del testo, è riservato alla descrizione dell’edificio in ogni sua singola parte. Nel terzo si affronta il problema della genesi del monumento e della sua costruzione romanica, nella quale si individua per la prima volta l’attività di tre differenti maestranze. All’ampliamento di fine Duecento e alla realizzazione del prestigioso arredo interno che seguì la ridefinizione dell’area presbiteriale è dedicato il quarto capitolo, cui segue, nel quinto, l’analisi della decorazione tre e quattrocentesca della cattedrale, in gran parte ancora inedita. Nell’ultimo capitolo vengono illustrate le varie modifiche subite dall’edificio in epoca moderna, la cui conoscenza è indispensabile per la comprensione dell’aspetto primitivo del monumento. Segue un 1 apparato di schede dedicate alle singole opere realizzate per la cattedrale, la maggior parte ancora in loco ed altre ricoverate nel Museo d’Arte Sacra della città. 2 1. Profilo storico Populonia, la prima sede diocesana: le origini, i vescovi e la cattedrale Le travagliate vicende della sede diocesana, situata in origine a Populonia, e i suoi successivi trasferimenti sono ormai cosa nota, grazie soprattutto ai numerosi e recenti studi che hanno chiarito molte delle questioni più problematiche. Il ricordo dell’antico centro costiero da cui Massa ereditò in epoca medievale il titolo di sede episcopale si è conservato nella sua intitolazione (Diocesi di Massa e Populonia) fino al 1978, data del passaggio all’attuale denominazione (Diocesi di Massa Marittima e Piombino). Unico insediamento etrusco sul mare, l’antica città di Populonia era situata sul promontorio di Piombino, distante da Massa una quarantina di chilometri ad ovest. 1 Dalle prime campagne di scavo della metà dell’800 ad oggi la ricerca archeologica ha riportato alla luce numerose tombe, oggetti metallici, ceramiche, tracce di insediamenti abitati, databili a partire dall’Età del Bronzo finale (XII-X secolo a.C.) fino all’età romana imperiale, incluso un tempio di grandi dimensioni riferibile al II secolo a.C. 2 La strategica posizione sulla costa e il controllo sulle miniere metallifere del Campigliese e della vicina Isola d’Elba sono le principali ragioni dell’importanza economica della città, che dovette perdurare almeno fino al I secolo a.C., dato che in seguito alla guerra sociale (91-88 a.C.) a Populonia venne istituito un municipium .3 Al pari di altri centri dell’Etruria settentrionale, la città sostenne Mario nella guerra civile e venne di conseguenza assediata dall’esercito di Silla, subendo presumibilmente una parziale distruzione. Quello che pochi decenni più tardi ci consegna il geografo greco Strabone è infatti il ritratto di una città semiabbandonata, ove non sopravvivono che i templi e poche altre costruzioni; in quell’epoca la popolazione si concentra nell’area portuale. 4 Simile è la condizione di abbandono riportata da Rutilio Namaziano all’inizio del V 1 Sulla storia della città vedi: F. FEDELI , 1983; F. FEDELI , A. GALIBERTI , A. ROMUALDI , 1993; S. GELICHI , 1996, p. 39; G. CAMPOREALE , 2004, pp. 365-372. 2 G. CAMPOREALE , 2004, p. 366; F. FEDELI , A. GALIBERTI , A. ROMUALDI , 1993, pp. 13-19. 3 L’istituzione del municipium trova conferma in alcune epigrafi (F. FEDELI , 1983, p. 155; S. GELICHI , 1996, p. 39). 4 STRABONE , (1988), pp. 97-98 (V, 2.6). 3 secolo: in mezzo alle macerie il poeta romano riconosce dell’antica cittadina solamente le mura. 5 Nonostante le deprimenti descrizioni, all’inizio del VI secolo Populonia è documentata quale sede episcopale. Un Asellus episcopus ecclesiae Populoniensis è infatti tra i partecipanti di due sinodi romani di papa Simmaco il 23 ottobre e il 6 novembre del 502, circostanza che prova l’esistenza di una chiesa già strutturata; lo stesso Asello è presente al sinodo di papa Gelasio I del 13 marzo 495, dove viene però menzionato senza specificare di quale diocesi è vescovo. 6 Nessuna notizia anteriore a tale data ci è pervenuta, ma è stato supposto che l’origine della diocesi sia da collocare nel IV secolo, dopo la pace costantinana e all’interno dell’opera di evangelizzazione della Tuscia partita nel I secolo da Roma e rivolta in particolare alle città di una qualche rilevanza commerciale o politica, in quanto considerate ideali centri di propagazione della nuova fede. 7 Il secondo vescovo noto dopo Asello è Cerbone, santo titolare della cattedrale massetana. 8 Due sono le fonti principali utili per ricostruirne la storia: il capitolo XI del libro III dei Dialoghi di Gregorio Magno (593-594) 9 e la Vita Sancti Cerbonis , nota attraverso due redazioni. 10 Quest’ultima, formatasi secondo studi recenti alla fine dell’XI secolo
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