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AGGIUNTE A BRAMANTINO

CARSE, incerte, ma soprattutto confu.se son rono tre circostanze: che l'influsso bramantesco, Sle notizie intorno a Bartolomeo Suardi. Non come è noto, si manifesta non nelle primissime è noto infatti ·nè l'anno della sua nascita, nè quello opere del Suardi (Cristo del Mayno, Adorazione della sua morte, come non un solo quadro reca Ambrosiana, di New York) ma nelle la sua firma o porta una data. Così che mentre successive (Pietà della Chiesa del S. Sepolcro, solo approssimativamente si possono segnare i Argo del , Cristo della Badia limiti della sua esistenza, indicare le tappe della di Chiaravalle; 2) che Bramante appare in Milano sua carriera, per comprendere e seguire lo svol­ a lavorare nella Chiesa di S. Maria presso San gimento dell' arte sua Satiro circa il 1480 (esi­ non si può che porsi in stono,idocumenti del diretta comunicazione 1482); ed infine, che con le sue opere. 1'Argo Sforzesco 3) è Il soprannome di anteriore al 1500 anno " Bramantino " ci dice della seconda e de­ del suo alunnato presso finitiva caduta del Bramante da , Moro. alunnato che dovette ne­ Come per altre opere cessariamente svolgersi del Suardi così pure per innanzi al 1499, anno l'affresco sforzesco la della caduta di Ludovico datazione si era basata il Moro e della conse­ unicamente sull' esame guente partenza di Do­ stilisti co facendolo por­ nato per Roma. Ma il re fra i più tardi lavori Suardi non lasciò come del primo periodo lom­ molti altri artisti, la me­ bardo, poco innanzi cioè tropoli Lombarda all' ar­ il 1508, anno in cui, se­ rivo dei francesi con condo un documento Luigi XII. Nel 1503 egli della Corsiniana " Bar­ è infatti ricordato in un tholomeus Suardus alias documento dell' archivio Bramantino pictor fa ri­ del Duomo di Milano cevuta di ducati 130 a come partecipante ad un buon conto delle pitture giudizio su certi lavori da farsi inVaticano in ca­ inerenti a quel monu­ meris p,tiS. D.N.pp.". mento. È questa la pri­ E la complessa persona­ ma data del curriculum lità artistica dellombar­ vitae di Bramantino. I) do, le profonde-se pur Ma se nulla permette di non intime differenze precisare 1'epoca della del suo stile.- avevano sua nascita, tuttavia si potuto giustificare e fare può, con una certa ap­ accettare la tarda posi­ prossimazione, po'da zione dell' Argo. È noto verso il 1470. come la grande pittura

A spiegare e sostenere MILANO, MUSEO DEL CASTELLO - BRAMANTINO venisse scoperta nel simile ipotesi concor- NOLI ME TANGERE 1895 dal Miiller-Walde

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il cui dominio furono eseguiti così la decorazione a fresco come la su­ perelevazione della volta che quella ricoperse e danneggiò sia lo stesso Ludovico il Moro che fervore nuovo di lettere e di arti impresse nella vita del Castello. Con la ricca pubblicazione di documenti della corte sforzesca 6) si può seguire agevolmente la serie di trasformazioni e abbellimenti compiuti dal duca nel Castello e specialmente nella Rocchetta. Gran­ di lavori furono infatti eseguiti da Ludovico sul finire del 1496 in occasione della nascita di quel figlio che doveva costare la vita a Beatrice d'Este, ma più se ne eseguirono nel 1498 allorchè fu affrescata anche la famosa Saletta Negra e nel 1499 quando Ludovico, quasi conscio della sua caduta cerca di legare il suo nome ad ogni pietra del Castello. MILANO, PINAC. AMBROSIANA - BRAMANTINO: ADORAZIONE DEL BAMBINO Logico è quindi far rientrare la decorazione della Sala del Tesoro durante la sua campagna di ricerche leonarde­ in questo ultimo ciclo di lavori, la Sala essendo sche nel Castello ed attribuito a Leonardo per fra le più importanti della Rocchetta e avendo troppo fervore ed entusiasmo. 4) sempre il Moro custodito nella stanzetta della L'affresco, come ancor oggi si vede dopo la Torre le proprie enormi ricchezze. Del resto liberazione dall'intonaco, è ben conservato, un'altra conferma viene dalla stessa sala: sfor­ ma nella parte superiore a sinistra la sovrappo­ zeschi sono infatti gli altri peducci della volta sizione di un peduccio di volta ha irrimedia­ nei cui stemmi si osservano le imprese di bilmente rovinato quell'angolo di architettura Ludovico, peducci che per stile e fattura sono dipinta e la testa dell' Argo. del tutto simili ai capitelli di un lato del por­ Su tale peduccio, e sugli altri simili lungo tico della Rocchetta elevato dal duca. le pareti, s'impostano le vele della volta che si Così la datazione, anche se non precisa, della incurva ad altezza molto maggiore di quella dei volta, fa collocare l'affresco circa il 1498. Del soffitti delle sale adiacenti, sale che formano resto a ben riguardare, prescindendo anche dai tutto un corpo di fabbrica omogeneo in questo rapporti storici, la figura allegorica e tutta la angolo della Rocchetta. Altri rilievi costruttivi composizione architettonica s'inquadrano nel­ spiegano in modo chiaro come la volta della l'attività suardiana della fine del . sala non costituisca la copertura primitiva ma Nell' Adorazione ambrosiana, la sua seconda sia opera di un susseguente restauro; e che questo opera, tutta aderente al Foppa e al Butinone, fosse compiuto sotto gli Sforza lo dice esplici­ già si trova nel personaggio laureato il primo tamente lo stemma scolpito sul peduccio in momento dell' impostazione dell' Argo sforzesco, questione recante l'aquila inquartata coi gigli. 5) come vi si trova quel pilastro prettamente Un complesso di ragioni d'indole storico, poli­ quattrocentesco tutto tagli e spigoli di cornici, tico ed artistico fanno ritenere che lo Sforza sotto ed il panneggiare ad angolo, che dal Cristo ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

COLONIA, MUSEO - BRAMANTINO : LEGGENDA DI FILEMONE E BAUCI del Mayno al Filemone e Bauci fino al tardo e logica di un atteggiamento che poteva sembrare stanco Noli me tangere del Castello Sforzesco, alquanto incomprensibile. Il Bramantino, pur ritornerà costante pur attraverso l'amplificazione conservando sempre la propria individualità del secondo periodo lombardo. Ma fra la Ado­ mostra di accostarsi e di lasciarsi influenzare razione ambrosiana e l'Argo è passato Bra­ da altri artisti ai quali poteva, per alcuni aspetti, mante: quello che là era pure disegno diviene aderire. Se egli avesse iniziato la sua carriera qui forma robusta, sostanza ampia e nutrita, solamente circa il 1500 si sarebbe ritrovato nel senza tuttavia perdere nel modellato quel senso pieno fiorire di Leonardo a Milano. Strano deterministico, non del tutto esatto, che solo sarebbe pensare che egli chiudesse completa­ molti anni di Roma potranno allentare. mente gli occhi a tanta luce quando più tardi, La posa eroica della figura seminuda riapparirà ritornando a Milano dopo il soggiorno romano, nell'arte suardiana variamente espressa, con que­ mostrerà con un gruppo di opere il suo vivo, gli sviluppi cioè che apporterà la visione diretta se pur non intimo, accostamento a Leonardo. del classicismo: più prossima all' Argo nel File­ Se poter datare, con stretta approssimazione mone e Bauci, più lontana e più compiuta nel pos­ l'affresco del Castello di Milano permette di sente disegno del Museo Bonnat e Bayonne 7) nel­ chiarificare il periodo giovanile del Suardi, po­ la figurazione del Febbraio negli arazzi trivulziani. ter datare gli affreschi della Cappella Carafa in E arretrando di alcuni anni la nascita e l'esor­ S. Domenico Maggiore a Napoli,8) annulla quel­ dio di Bramantino si trova anche la spiegazione la soluzione di continuità, quella incongruenza ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte evolutiva evidenti con la datazione al 1511, da­ trova la sua ragion d'essere nel carattere del­ tazione suggerita dalla lapide apposta dal Carafa l'artista squisitamente architettonico, così che con la dedica della Cappella alla Natività. Le per un suo quadro come per una sua architet­ pitture di Napoli ancora intimamente legate alla tura vien da pensare a quella sovrana armonia tradizione quattro­ dei numeri di al­ centesca, troppo bertiana memoria. lontane dalle com­ Si può anzi dire che posizioni trivulzia­ dalla sua prima ma­ ne, eseguite agli nifestazione fino al­ inizi del secondo l'ultima vi sia come periodo lombardo un filo conduttore circa il 1513, for­ che non si spezza mano buon anello neppure quando la fra la tavola di Co­ esasperazione di lonia e quella di una ricerca lo con­ Londra. Porli al duce fatalmente alla 15II sa.rebbe se­ decadenza, quando gnare un regresso cioè smarrisce sè o per lo meno un stesso per voler an­ punto d'arresto nel­ dare al di là di quel l'arte di Bramanti­ segno che poteva no, costituirebbe un considerarsi come assoluto con tras to l'elevazione maSSI­ con quello che è la ma del suo spirito più intima essenza tradotto in imma­ del suo spirito. Poi­ gini di bellezza. chè se pure egli si Le ragioni stili­ estrinseca in modi stiche che, prime, diversi, se è inne­ hanno indotto ad gabile che egli vada anticipare la data accostandosi a mae­ degli affreschi Ca­ stri in antitesi fra rafa trovano confer­ loro per intendi­ ma dai rilievi stori­ menti estetici, per ci. Il Chioccarelli MILANO, CASTELLO SFORZESCO - BRAMANTINO: ARGO concetti informati- nella sua storia sulla vi, per ricerche intellettualistiche, tuttavia anche famiglia Carafa afferma infatti come il cardinale attraverso questo vario oscillare di influenze egli Oliviero Carafa, Arcivescovo di Napoli, fra gli sa conservare integro il proprio carattere. ultimi anni del 400 e i primi del 500 provve­ Bramantino infatti, che anche come pittore desse a far decorare tutto il Cappellone del fu un costruttore per eccellenza, aveva chiara Crocefisso. Dai documenti raccolti e pubblicati in sè una concezione pittorica dove tutto, colore dal Filangieri di Satriano risulta che il 4 ago­ e disegno, forma e composizione è inteso secondo sto 150710 scultore Belverte promette di scolpire un principio di rapporti in misura; concezione in legno pel Presèpe della Cappella 28 figure sempre desta e operante così nella sua prima ed altri particolari per il prezzo di 85 ducati. maniera, sentita ed espressa soprattutto disegna­ Quando tutta la decorazione era completamente tivamente, come nella sua seconda, creata dall'ur­ finita fu dunque posta la lapide con la quale gente desiderio di un'astrazione attuata da tra­ nel 151 I si dedicava la Cappella alla Natività, va­ dursi in sintesi monumentale. E tale concezione rio tempo dopo cioè l' ornamentazione pittorica, ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

MILANO, RACCOLTA DEL PRINCIPE TRIVULZIO - BRAMANTINO : ECCE HOMO ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

NAPOLI, S. DOMENICO MAGGIORE, CAPPELLA CARAFA NAPOLI, s. DOMENICO MAGGIORE, CAPPELLA CARAFA BRAMANTINO: UN PROFETA BRAMANTINO: UN PROFETA che, anche per ovvie ragioni di necessità pra­ ziosa vitalità cromatica. Basterebbe la figuretta tica, dovette essere la prima ad eseguirsi. del fanciullo alla finestra con la chioma bionda Anticipate così ai primi anni del Cinquecento, lucente pel sole ed il corsetto verde smeraldo for­ poste fra il quadretto di Colonia e quello di temente schiarato, assolutamente viva nella bianca Londra, le pitture napoletane riacquistano il incorniciatura, per attestare delle qualità colori­ loro significato di coerenza evolutiva nell'arte stiche sviluppatesi nel Suardi a Roma. Nella sce­ di Bramantino, che affinando nel ricco e vario na, che ha perso qualcosa della fissità di certe ambiente romano le proprie possibilità adegua ad opere anteriori, l'artista non ha fermato nessun intendimenti architettonici sensibilità più pro­ accento drammatico; egli ha creato come sempre priamente pittoriche preparandosi all' opera sua qualcosa di spiritualmente molto pacato che si più compiuta e più bella: gli arazzi Trivulzio. scuote soltanto per lo svariare delle tinte. Prossima agli arazzi, anteriore al gruppo di Sulle superfici piane impreziosite dal rosa opere della maturità, credo debba ritenersi una delle cornici squillano i gialli, i rossi, i verdi, gli tavoletta inedita, presso il Principe Trivulzio a azzurri tutti battuti da luce piena nel panneggio Milano rappresentante l'Ecce Homo. 9) Lo spunto ampio e cadente dimentico di ogni frattura ante­ che il soggetto offriva alla creazione di un am­ riore. E qui, in modo forse P1Ù evidente che biente architettonico è stato valorizzato al mas­ altrove, si comprende come il colore fosse simo; l'artista senza nessun artificio ha dato il inteso dall' artista non tanto come un accordo di massimo risalto allo sfondo creando un edificio armonie ma come una risultanza di giustappo­ tipicamente quattrocentesco, dove gli aggetti son sizione, frutto anch' esso di rigore geometrico. ridotti al minimo, dove cornici e pareti, tabelle e Tuttavia un affinamento nuovo è costituito dalla paraste sono soltanto linea e stesura. Sviluppo figura di Cristo il cui gran manto rosso sembra della tavola londinese nella composizione e nei voler dominare con la tonalità oltre che con l'am­ tipi, il quadretto acquista nuovo valore nella pre- piezza, ove sembra ripetersi quella deli'arcata,

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ROMA, RACCOLTA PRIVATA - BRAMANTINO: RITRATTO ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

timo equilibrio dell' artista: egli co­ Struisce questa figura con profonda coscienza della forma per mezzo di linee dal ritmo ampio e pacato per­ fettamente adeguato al cromatismo denso e parco delle vesti. Dalle sue delicatezze primitive, dai rapporti coloristici degli affreschi di N apoli attinge ogni succo migliore per creare, con fare largo e nutrito, lo squisito accostamento del viola malva leggermente spento del man­ tello col rosso ramato del corsetto che versa calore sull'ambra della camicia. Distribuita con sapienza pittorica la luce scende da sinistra, rileva l'oro della parrucca ariosa, illumina per tre quarti il volto di un pallore lunare - dove il modellato è morbida consistenza per passag­ gio di piani appena accennati - si arresta con lo stesso fulgore sulla mano raccolta in perfetto scorcio LONDRA, - BRAMANTINO : L'ADORAZIONE DEI RE MAGI per stendersi, nel cammino, a guisa di pulviscolo sulle vesti. Contorno per quell' insopprimibile bisogno di rispondenze fluido ma schietto, pieghe larghe e doppie svol­ per cui l'armigero in corazza gialla sotto al bal­ tate con lunghezza nitida di curva per spes­ cone continua la verticale costituita dalla figura sore di stoffa, zone larghe di chiare concre­ di Cristo, bilanciato in netto triangolo dagli altri tezze perse in un' ombra costruttiva realizzano due in avampiano. la massa del busto in un sintetismo formale Alquanto più tarde sono invece due tavole e cromatico pienamente adeguato a tutta la paca­ anch' esse inedite con un Ritratto di giovanetto tezza del quadro scaldato dal raggio veneto. l'una, in collezione privata a Roma con un Ed è questo il panneggiare proprio di Bramantino Presèpe, l'altra, in collezione privata ad Amster­ a partiti compatti voltati in curve complessive dam; tavole che insieme al S. Sebastiano e alla con quelle rovescie già applicate nell' Arcangelo Fuga in Egitto di Locarno IO) costituiscono quel Michele dove si ritrova un cenno della massa gruppo di opere da porsi intorno tra il 15I5- ricciuta di chiome, simile un po' a tutti i leo­ I520 eseguito sotto !'influenza di Leonardo, in­ nardeschi per l'uso di quella acconciatura, che fluenza che già visibile nell' Arcangelo Michele trattata dai migliori con senso di levità deco­ della tavola ambrosiana significò un provvido rativa diverrà poi cifra stanchevole come nei punto d'arresto alla fatale decadenza del Suardi. metallici attorcimenti di Agostino da Lodi. Contro una quinta di roccia soppannata di Al S. Sebastiano si avvicina massimamente muschi, la figura dell'adolescente, tagliata appena questo ritratto per il taglio generale, per il più giù della vita, si volge di leggero sghembo chiaro impasto delle carni che diviene essenza con lento moto, mentre a destra lontano su un luminosa, per la viva aderenza al mondo di Leo­ lembo di paesaggio gravano i vapori del primo nardo sentita ed espressa allo stesso modo nella tramonto. Una dolcezza nuova fatta di sempli­ quinta di roccia, nel chiaroscuro leggero, nel cità raffinata sembra essersi innestata sull'in- paesaggio annegato in umido re diffuso. Ma

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guardando più a fondo si ritrova ancora il mo­ squadrata su un lontano paesaggio tutto pic­ dulo del Cristo del Mayno, con quella stessa chi e rocce popolato dalle consuete costru­ volontà di avanzare la figura perchè maggior zioni verticali. Inginocchiati presso la man­ rilievo acquisti sullo sfondo allontanato. Ed è giatoia, deposta in terra con lo stesso spirito questa costante fedeltà al proprio mondo inte­ con cui furon deposte le urne dell' Adorazione riore che permette a Bramantino di mantenere di Londra, stanno Maria e Giuseppe, con un un suo posto anche in mezzo alla schiera nume­ senso di trepida soavità mai prima espresso, rosa troppo spesso stucchevole dei pittori leo­ mentre da destra in avampiano avanza un pastore nardeschi. Ma come il soggiorno di Roma gli la cui massa è bilanciata a sinistra più dall'asino aveva offerto nuove possibili conquiste, così eretto che dal bue chino verso il Bambino. La 1'accostamento a Leonardo gli fa abbandonare composizione allenta un poco certo rigore gli sfondi a tipiche architetture spaziate per geometrico fortissimo in altre opere precedenti raccogliere le figure entro re cessi opachi di umide per corrispondere alla nuova morbidezza che rocce brune contro tremolii di acque e vapori di involge persone e paesaggio; il segno lieve cielo, facendo prevale­ re sull' intelletto sempre desto del!' archi tetto qualità più precisamen­ te pittoriche. Qualità che permettono al pit­ tore di creare i rossi più belli e più vari da quelli della Natività ambrosiana a quelli dell' Adorazione di Lon­ dra fino a questo ramato fondo e caldo che per il suo accostamento al bianco piegolinato della camicia riporta alla Lu · crezia di casa Sola. Chi rosse il pallido gio­ vinetto, che 1'emble­ matica freccia c'indica forse come un Seba­ stiano, non sappiamo, nè alcun cenno si trova nella letteratura e nelle fonti bramantinesche. Nel Presèpe di Am­ sterdam, costruendo la scena secondo uno schema già largamente usato nelle figurazioni dei Mesi, pone il grup­ po entro una capanna aperta con la gran por­ ta scura rigidamente LOCARNO, SANTUARIO - BRAMANTI NO : LA FUGA IN EGITTO

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AMSTERDAM, RACCOLTA PRIVATA - BRAMANTINO: PRESEPE ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte appena definisce le forme così che la luce e dal profondo carattere intellettualistico, egli che l'ombra soltanto determinano il corpo chino di tale aspetto non ebbe mai, vi si accosta senza Giuseppe. penetrarne la più riposta essenza, solo sfioran­ Come nell' Ecce Homo Trivulzio Bramantino dane la grandiosità innovatrice attraverso una s'impreziosisce qui di raffinati accostamenti cro­ intuitiva sensibilità pittorica. matici, a cui si adegua la pennellata più fluida Ma la esasperante ricerca prospettica, l'assillo e più lunga quasi aderente all'andamento delle dello scorcio, la manìa dell'amplificazione svalu­ piaghe o delle rocce, del fiume cristallino o tarono ben presto questa influenza leonardesca delle costruzioni rosate, tutto trattando con per condurre nelle opere tarde ad una sorta di lieve sostanza. Nuovi sono il verde smeraldo programmatismo come nel S. Giovanni inPatmos intensissimo del manto della Vergine e il giallo presso i Principi Borromeo all' Isola Bella. dalle profonde ombre viòlacee del panno su Seduto di pieno prospetto sopra un banco cui posa il Bambino: e se già usati nella tavola petrosa - tipo di seggio caro all'artista - e di Londra sono il verde e il rosso delle vesti di Giuseppe quelli della giacca e delle calze del pastore contro il marrone tendente al giallo dello scialle, preannunciano la ricca e gu­ stosa vitalità coloristica degli Arazzi. Accanto a tali realizzati ten­ tativi di colore il Suardi, come già nel Ritratto di Giovanetto, con sensibilità procedente da Leonardo affina il profilo del volto della Vergine e mentre questo è materiato di caldo pallore quello di Giuseppe di un rosso intenso a piccole luci preannunzia l'intonazione af­ focata che diverrà cifra nelle opere più tarde. Il grottesco volto del pa­ store - tipo già usato nella tavola di Londra e che ritor­ nerà in quella di Brera con la Madonna e il Bambino - par tratto da certi schizzi di Leo­ nardo quali quelli per la battaglia d'Anghiari, come ispirato ai più tipici sfondi leonardeschi è il paesaggio flu­ viale evanescente in un'atmo­ sfera che Bramantino non è però riuscito a far circolare attorno alle figure. Poichè tro­ ISOLA BELLA, RACCOLTA DEI PRINCIPI BORROMEO - BRAMANTINO vandosi dinanzi ad un maestro S. GIOVANNI IN PATMOS 57! ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

come raccolto nell'abside rOCClOsa, il Santo VIsIone di paesaggio cupo, greve di ombre nelle volge verso l'alto il capo in uno scorcio violento fronde compatte dove non filtra lama di. luce, che trattato con un voluto sintetismo non sor­ nella roccia scalpellata tagliente appena sfiorata retto da sodezza di modellato finisce in uno squi­ dal riverbero del manto fortemente schiarato. librato appiattimento tutto pervaso da un'unica Interessante, se non bella, per questo nuovo tonalità rossastra; più concreta di valore pla­ ed esacerbato senso di affocamento la tavola stico e prospetti co è la mano che scrive, secondo Borromeo si può ben considerare come l'ultima momento, ma già affiacchito, della perfetta opera nutrita di vere qualità, dove sembrano mano nel Ritratto di giovanetto. Ripetizione essersi rifugiate calde tonalità venete giunte al parziale della Lucrezia, la figura è sommersa lombardo per vie secondarie. nel greve avvolgimento di stoffe dove costante La fibra di Bramantino è ormai allentata irrime­ si ritrova l'azzurro della tunica, nuovo invece diabilmente: più nulla di sostanziale riesce ormai per intensità opache di soffice lana il manto a trovare in sè stesso tranne il perfetto ritmo rosso. Gli alberi del S. Sebastiano, i Castelli della composizione, parte essenziale della sua della Fuga in Egitto, le insenature d'acqua delle più vera mentalità che vive per vita propria, lontane Madonne di Berlino e di New York si non per apporti acquisiti e che sole con lui compenetrano in questo sfondo per creare una stesso finisce. MARIAROSA GABBRIELLI

I) Il Bramantino si trova esattamente nominato: il 4) MULLER- VALDE, Beitrage zur Kentiss des L. d. 23 febbraio e il 22 giugno 1503 in un documento del­ V. in Jarbuck der R. K. S., 1897. l'Archivio del Duomo di Milano per un giudizio sul 5) Fu Gian Galeazzo Sforza ad assumere i gigli di modello della porta di Compedo (soppressa posterior­ Francia in virtù dei legami di parentela conIa Casa di mente); il 4 dicembre 1508 in un documento della Francia per il suo matrimonio con Isabella di Valois Corsiniana per i lavori in Vaticano a Roma (CAVALCA­ (1372) figlia di Giovanni XII e per quello della figlia SELLE e CROWE, Vita di Raffaello, Firenze 1890, voI. II, Valentina con Luigi di Valois (1387J. Da quell'epoca si pago 13); il 28 settembre 1513 in un atto notarile rogato trova sovente nell'araldica sforzesca l'aquila inquartata dai Monaci di Chiaravalle per un'ancona rappresentante coi gigli. Cristo deposto dalla Croce da loro commessa a Braman­ 6) LUCA BELTRAMI, Il Castello di Milano sotto il tino, abitante nella parrocchia di S. Babila, e destinata dominio dei Visconti e degli Sforza, Milano, 1894. all'altare di S. Saba in S. Croce in Gerusalemme a Roma. L. BELTRAMI e G. MORETTI, Resoconto dei lavori di (CAFFI, L'Abbazia di Chiaravalle, pago 52); il 19 mag­ Restauro eseguiti al Castello di Milano, Milano, 1898. gio 1519 in un'altra consultazione tenuta nel Duomo; il 7) Fu identificato e pubblicato da A. VENTURI in IO maggio 1525 nel diploma Ducale di Francesco II Sforza Studi dal Vero, Hoepli, 1927, pago 363. che lo nomina pittore e architetto ducale (MONGERI, Ro­ 8) Gli affreschi Carafa furono genialmente attribuiti vine di Roma, pago 21); i12 ottobre 1525 in una ricevuta di al Bramantino da G. FIOCCO (Il periodo romano di Bar­ canone livellario dalla quale si ricava che abitava ancora, tolomeo Suardi in L'Arte, 1914); attribuzione accolta nella parrocchia di S. Babila in Porta Orientale (ora anche dal VENTURI (Storia dell' Arte, voI. VII, parte IV, P. Venezia) (MONGERI, op. cit.); nel 1536 nel contratto pago 994). di nozze della figlia sposa a Giacomo da Monza. 9) La tavoletta si è rivelata opera sicura di Braman­ 2) Per il Cristo di Chiaravalle dato dalla tradizione tino dopo la recente ripulitura. a Bramante, il FRIZZONI ne L'Arte, 1902, proponeva per IO) La firma apposta al quadro, su di un sasso, in la prima volta l'attribuzione al Suardi, attribuzione basso è falsa, aggiunta posteriormente e rifatta ancora variamente contestata, ma accolta in pieno da A. VEN­ nelle ultime lettere. TURI che pubblicava la tavola ne L'Arte, 1924, fasc. V-VI. È noto come la Fuga in Egitto sia stata ripetuta a fresco 3) L'Argo Sforzesco, già dato dal MALAGUZZI VALERI al dal Luini nella cappella Camuzio nella Chiesa di Santa Bramante (La Corte di Ludovico il Moro, Hoepli, Milano, Maria degli Angeli a Lugano. voI. II) fu da ROBERTO LONGHI rivendicato al Bramantino II) Il quadro fu attribuito a Bramantino dal FRIZ­ e pubblicato dal VENTURI ne L'Arte (1924, fasc. V-VI). ZONI.

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