Processo Omicidio Costa

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Processo Omicidio Costa Gli atti dei processi per l’omicidio del Giudice Gaetano Costa INDICE Prefazione di: Gianfranco Amenta Pag. 2 Riflessioni di: Giacomo Spadaro « 3 Vincenzo Geraci « 6 Emanuele Macaluso « 11 Rosario Minna « 15 Arringhe - processo di primo grado - 1991: Giancarlo Genovese « 19 (avvocato dello Stato) Giuseppe Zupo « 26 (avvocato parte civile famiglia Costa) Rita Bartoli Costa lettera « 44 Mario Amato « 44 (procuratore della Repubblica) Cristoforo Fileccia « 75 (avvocato difesa) Enzo Trantino « 83 (avvocato difesa) Replica avv. Zupo « 97 Replica avv. Trantino « 99 Salvatore Inzerillo « 101 (imputato) Corte di Assise di Catania Sentenza (con indice) « 102 Arringhe - processo di secondo grado - 1992: Giancarlo Genovese « 137 (avvocato dello Stato) Giuseppe Zupo « 142 (avvocato parte civile famiglia Costa) Ugo Rossi « 151 (procuratore generale) Ugo Rossi - Replica « 157 Enzo Trantino - replica « 160 (avvocato difesa) Corte di Assise d’Appello di Catania Sentenza « 164 Palermo - Maggio 2005 1 PREFAZIONE Il 6 agosto 1980 veniva brutalmente ucciso per impunita mano mafiosa il dr.Gaetano COSTA, Procuratore della Repubblica di Palermo.Oggi, venticinque anni dopo, la Fondazione che porta il Suo nome e che onora il martirio di sì esemplare servitore dello Stato intende celebrarne la memoria. Nella scelta delle modalità per esaltarne il ricordo, da guida è stato il di Lui insegnamento.Il Giudice, come amava nominarsi Gaetano Costa, aveva, per chi ha avuto il privilegio di conoscerlo come me, la concretezza come proprio abito mentale; rifuggiva dalle dissertazioni fini a se stesse, per costruire, con atti concreti e costanti, il perseguimento del proprio scopo.Uomo semplice che aborriva le manifestazioni esteriori, soleva ripetere che un Magistrato deve esprimersi solo attraverso gli atti giudiziari. Orbene, proprio agli atti giudiziari si è voluto far riferimento, pubblicando le sentenze, pronunciate dalla Corte d’Assise e dalla Corte d’Assise d’Appello di Catania, che hanno concluso i due gradi del processo celebrato per il Suo assassinio.Pur nella loro compiutezza, le decisioni non possono rendere con completezza lo scenario che emerge dalle testimonianze, dalle arringhe svolte dalla pubblica accusa, dalla parte civile, dai difensori dell’imputato, presunto palo del delitto.La riproduzione fedele di tali elementi in una pubblicazione organica, offre, all’odierno lettore ed ai posteri, l’imperituro ricordo di uno spaccato sociale in cui venne concepito, realizzato e perseguito il delitto di un uomo delle Istituzioni. Le riflessioni che precedono la trascrizione degli atti processuali sono state formulate da note firme, a cui va il nostro ringraziamento, ed hanno un dato che le accomuna: la serena pacatezza espositiva ed il tecnico riferimento alle risultanze dibattimentali ovvero al tessuto sociale del periodo in cui ebbe a verificarsi l’omicidio. Il volume è stato realizzato dalla fedele trascrizione delle registrazioni delle udienze di primo e secondo grado effettuate da Radio Radicale; l’emittente radiofonica, che ringraziamo, ha donato alla Fondazione tutti i nastri impressi. La pubblicazione è composta da una parte cartacea e da un CD.Nella prima, dopo le riflessioni, sono cronologicamente posti gli interventi del Procuratore della Repubblica, delle parti civili (lo Stato e la famiglia Costa) dei difensori dell’imputato.Conclude la sentenza di primo grado.Allo st?esso modo per la fase d’Appello. Gli interventi delle parti processuali sono stati, per ragioni di spazio, accorciati; il nostro sforzo è stato quello di mantenere inalterato il nesso logico dell’esposizione, evitando interpolazioni, di modo che la trascrizione fosse sempre aderente a quanto rappresentato dall’oratore.Chiediamo scusa per qualche involontario errore. L’integrale trascrizione della registrazione di ciascuno intervento è rinvenibile nel CD, anche se il cambio del nastro o la lontananza dal microfono può essere stata causa dell’omissione di qualche parola.Nessuna opposizione è stata formulata dai diretti interessati e siamo certi che l’Avv.Trantino ci ha perdonato un’involontaria omissione: Radio Radicale non ha registrato o non ha rinvenuto il nastro dell’udienza in cui il difensore dell’imputato ha svolto la propria arringa nella fase d’Appello e pertanto non è stato possibile trascriverla. Nel CD, oltre all’integrale trascrizione delle arringhe delle parti processuali, sono state trascritte tutte le deposizioni rese dai vari testi escussi durante il dibattimento di primo grado.Ovviamente non sono state riportate le sentenze già integralmente trascritte nel cartaceo. Il lavoro viene editato nella certezza di poter offrire uno strumento che possa consentire al lettore di 2 percepire la grande valenza umana e di Magistrato di Gaetano Costa.Il Procuratore ebbe la consapevolezza di rischiare la propria vita, pur di compiere fino in fondo il proprio dovere, ma ebbe a rifiutare qualunque forma di tutela per non mettere a repentaglio altre vite umane.Questo elaborato divenga il mezzo per rinnovare riconoscenza ad un uomo che non ha potuto ottenere quella Giustizia, tanto richiesta dai propri cari ed in particolare dalla moglie, Donna Rita, che tanto ha lottato per non farne mai affievolire il ricordo. Prof.Avv.Gianfranco Amenta Segretario Generale della Fondazione Gaetano Costa Riflessioni Ricorrendo il 25° anniversario dell’uccisione di Gaetano Costa, il magistrato in memoria del quale è sorta la fondazione che porta il suo nome, si è presa la iniziativa di pubblicare in questo volume gli atti più significativi del processo, svoltosi per questo delitto e conclusosi con la sentenza della Corte di Assise di appello di Catania, confermativa di quella di primo grado. Con riferimento a questi atti, che configurano questo delitto per quello di un tipico “delitto di mafia” , e qualificano la personalità dell’ucciso per quella di un magistrato, fortemente impegnato, da Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, in una notevole attività operativa diretta a colpire la criminalità mafiosa, ed in una, altrettanto notevole, acuta ricerca di adeguati strumenti di lotta contro il fenomeno mafioso, mi è particolarmente sentito, da Presidente di questa nostra fondazione, il dovere di dare una introduzione a questa pubblicazione, che riporta anche le riflessioni di alcuni studiosi del fenomeno mafioso. Affido così questa annotazione, e, con emozione, nel ricordo di Gaetano Costa, a due personali testimonianze sulla personalità di questo magistrato. Una che riguarda la sua notevole preparazione giuridica e la sua elevata capacità professionale congiunta ad una equilibrata impegnativa attività operativa; l’altra che attiene al suo pensiero sul fenomeno mafioso, alla sua analisi sulla incidenza negativa di esso sulla società, alle sue proposte sugli strumenti e mezzi più efficaci per combatterla. In ordine alla prima testimonianza, così come ho avuto occasione di dire in vari interventi, alquanto significativo si presenta il giudizio espresso dalla Commissione giudicatrice dei concorsi per la promozione in Cassazione, che fu soppressa nel dicembre del 1970, analogamente a quanto in precedenza era avvenuto per quella dei concorsi per la promozione a Consigliere di Corte di Appello. Facevo parte, come consigliere della Corte di Cassazione, di quella Commissione, presieduta dal primo Presidente della Corte di Cassazione o dal Presidente Vicario, e composta da un Presidente di Corte di Appello, da un Presidente della Corte di Cassazione e da un rappresentante della Procura generale. Al concorso, nel 1970, partecipò per la promozione in Cassazione, Gaetano Costa, che era allora Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Caltanissetta e che io ancora non conoscevo di persona: ne fui io il relatore e, leggendo i suoi titoli, in massima parte costituiti da requisitorie, rimasi toccato dal notevole pregio da cui erano caratterizzati sia sotto il profilo della eccezionale preparazione 3 giuridica che essi rivelavano, e sia sotto i profilo della acutezza e profondità delle argomentazioni, che sostenevano le correlative decisionali richieste; nonché sotto il profilo di una razionale equilibrata ed anche umana valutazione dei fatti, ispirata da un accentuato senso di rendere sostanziale giustizia, dalla considerazione che il corretto esercizio dell’accusa e della difesa si colloca in un rapporto di garanzia della legalità; e toccato, altresì, dai giudizi lusinghieri espressi nei vari rapporti informativi, che ne davano la sua personalità quello di un magistrato di eccezionale valore, e la sua professionalità per quella di un magistrato, in cui la preparazione giuridica, quale conoscenza del diritto, andava ad unirsi alla preparazione tecnica, quale l’applicazione del diritto, che viene a ricevere la sua interpretazione ed applicazione al caso concreto. Prospettando tutti questi dati di giudizio, lo proposi per la promozione alla unanimità; proposta che fu accolta, con vivo apprezzamento, da tutti gli altri componenti e condivisa dal Presidente di quella seduta, il Presidente Vicario della Cassazione Flores, noto come uno di più eminenti giuristi, il quale così si espresse: “ho letto i suoi titoli, il suo curriculum professionale e ritengo di potere dire che ci troviamo di fronte ad un magistrato di notevole valore” (sono queste le testuali parole che riporto ancora vive dopo molti anni nella memoria). In ordine alla seconda testimonianza il ricordo di Gaetano Costa mi riporta alla notevole, impegnativa attività giudiziaria, svolta da Procuratore della Repubblica presso
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