Le interviste impossibili: Vincenzo Giordano di Tommaso D’Angelo

Il 13 aprile del 2009 moriva l’ex sindaco Vincenzo Giordano. Riproponiamo per la serie le interviste impossibili, quella “realizzata” con lo stesso Giordano. Sempre di grande attualità pur essendo stata scritta nel 2013

In lontananza la sua voce è inconfondibile: “Tre tre e napoletana a coppe”. Vincenzo Giordano, secondo incontro del mio viaggio nell’aldilà, non ha perso la passione per il tressette. Alle sue spalle guardano la partita gli inseparabili Raffaele Galdi e Franco Amatucci. Saluto l’ingegnere Amatucci con lo stesso affetto con cui la domenica mattina prendevamo l’aperitivo a Torrione. Erano gli anni del post arresto, quando gli amici dei tempi d’oro – (e di d’oro non era rimasto nemmeno il compasso) erano scomparsi, e Franco era rimasto praticamente solo. Alla fine sei stato bravo, il famoso elicottero non l’hanno mai trovato. La mia battuta lo fa sorridere. “Come il mio memoriale –di rimando Amatucci- di cui si sono perse le tracce. E poi dicono che la giustizia non fa acqua…”. (Per chi non ricorda quello che doveva essere una grande inchiesta sull’ex acquedotto di Salerno finì in una bolla di sapone, unitamente allo scritto consegnato ai magistrati dallo stesso Amatucci n.d.r.). “Silenzio” –arriva la voce di Giordano a bloccare la nostra breve conversazione. “Sapete che odio essere interrotto mentre gioco a tressette”. Brutti ricordi essere interrotti, caro sindaco (così chiamavo Giordano)… “Ignobili ricordi che mi portano a quella sera del 31 maggio 1993 quando gli uomini della polizia giudiziaria si presentarono a casa mia mentre facevo una partitella a tressette per arrestarmi”. Si dice che De Luca, da poco eletto sindaco al suo posto grazie al voto dell’ex socialista Marco Siniscalco, portato di forza in Aula consiliare, lo avesse avvertito dell’imminente provvedimento giudiziario. “Andate a rivedervi qualche mia intervista o chiedete al vostro collega Bianchini. Io sono ormai dall’altra parte del mondo. Ma poi caro direttore, cosa volete da me. La mia storia è arci nota e quello che avevo da dire l’ho detto e anche scritto grazie a voi e a Cronache che ogni sabato ospitava la mia rubrica Controcanto”. Ricorda ancora la rubrica, mi fa piacere. Come nacque l’idea? “Caro direttore ricordo che quando ero sindaco finivo spesso, per non dire tutti i giorni, nel suo mirino. Continui attacchi televisivi. Poi l’ho incontrata anni dopo quando ero praticamente in pensione e nessuno più mi chiamava. Ricordo che facemmo una pessima cena a Torrione (naturalmente pagando Bianchini non potevo aspettarmi di meglio) e fu proprio il professor Amatucci a pungolarmi. E così venne fuori l’idea di questa rubrica settimanale che faceva il controcanto alle dichiarazioni del sindaco De Luca in tv”. Bei ricordi ma c’è voglia di conoscere un po’ il Giordano pensiero. Per esempio sul Crescent. “Dico solo che se avessi fatto una cosa del genere all’epoca non solo mi avrebbero arrestato ma buttato le chiavi. E’ una colata di cemento che non so quali benefici potrà dare alla nostra città. Le linee guida del mio sindacato puntarono a valorizzare le caratteristiche di Salerno, avviammo una serie di progetti incredibili dopo anni di immobilismo democristiano. Aggiungo che trovai grande sintonia con l’assessore Bonavitacola: quando realizzammo il Corso da Re regalammo una scossa ai salernitani che passarono dal grande caos di corso Vittorio Emanuele ad un’isola di pace e di passeggio che ancora oggi è un fiore all’occhiello nonostante una manutenzione non proprio eccezionale”. Beh l’elenco è lungo e tutti riconoscono che lo stesso De Luca ha raccolto quanto da Lei ha seminato. “Basta dare un’occhiata agli atti: lo stadio, il Verdi, il trincerone, ristrutturazione dell’ex seminario e altro ancora. Era una giunta compatta perché avevamo un solo voto di maggioranza e i consiglieri Milo ed Erberto Manzo che ogni volta ci facevano penare. Però resistemmo e alla tornata elettorale successiva Salerno divenne la città più socialista d’Italia. Ho visto questo progetto sul porticciolo di Pastena. Roba vecchia, date un’occhiata al progetto che preparò Franco Amatucci e confrontatelo con questo. Ne vedrete delle belle anche leggendo le motivazioni per cui fu bocciato”. Lei ha citato Bonavitacola, compagno di sventura in una vicenda giudiziaria che vi ha visto poi innocenti. “Una persona perbene e preparata. E con lui Aniello Salzano, avversari politici ma una grande persona. Il tempo cura le ferite ma non ci ha ridato quello che ingiustamente ci tolsero i magistrati. Ho sentito dire che Bonavitacola potrebbe essere il successore di De Luca così come Enzo Napoli: due ottime persone”. E su De Luca: sindaco e vice ministro. “Io rinunciai ad una comoda candidatura al Senato (avrebbe evitato anche l’arresto n.d.r.) per restare e combattere a Salerno. Si deve scegliere. La mia più grande soddisfazione era essere chiamato il sindaco della gente, ricordo che il buon Ientile (capo della segreteria del sindaco n.d.r.) lavorava giorno e notte perché la solidarietà e l’aiuto sociale erano un punto fermo del nostro programma, oltre alle grandi opere. Vedo che oggi chiudono negozi e fabbriche, la disoccupazione è a mille ma non ci sono interventi di sostegno per le famiglie. Si cerca di indossare il vestito delle grandi occasioni ma sotto abbiamo la maglia con i buchi. Noi ereditammo i guasti del terremoto ma non lasciammo mai sole le persone”. E su Carmelo Conte “Anche Lui ha pagato la ferocia della magistratura a caccia di socialisti. Mi pare che i fatti e soprattutto le sentenze lo dimostrino. Ha pagato però personalmente, chiudendo quasi subito una carriera politica che sembrava destinata al successo. Poi la divisione dei socialisti ha fatto il resto. Col senno del poi possiamo dire che politicamente fece un errore (22 maggio 1993) a far votare De Luca e fare un accordo con l’ex Pci, gettando alle ortiche il grande feeling che c’era con Scarsi e i repubblicani. Quella sera non doveva farsi prendere dalla paura di un ribaltone Del Mese-De Luca. Un errore di strategia pagato a caro prezzo”. I compagni di tavolo lo reclamano e il tressette prende il sopravvento sulla politica. Almeno una battuta sindaco su questa richiesta bipartisan di intitolarle una strada o una piazza. “Ho letto che in un convegno di socialisti o ex qualcuno ha sottolineato la dimenticanza di ricordare il mio nome da parte dei compagni di una volta. Questo è un dolore che porto nel mio cuore, e non basta una piazza a ripagarmi di questo anche se ringrazio tutti. Ripeto: mi basta essere rimasto nel cuore delle persone, mi basta essere per sempre il sindaco della gente”. (continua)

“Dobbiamo dare il massimo per far capire ai cittadini l’importanza di votare no, solo così possiamo evitare questa sciagura”, Nicola Parisi presenta il comitato socialista per il no al referendum di Erika Noschese “Sono eretici che devono giustificare le tante cose dette e le poche cose fatte”. E’ un fiume in piena Nicola Parisi, sindaco di Buccino e presidente del comitato salernitano socialista per il no che, ieri mattina, con il presidente nazionale del comitato ha ribadito le ragioni del no al taglio dei parlamentari. “E un referendum che andrebbe a penalizzare ulteriormente le aree interne del territorio locale”, ha infatti dichiarato il primo cittadino. Sindaco, lei è il presidente del comitato socialista per il no. Perchè ha aderito al comitato? “Io penso che tutti i sindaci, a mio modesto avviso e al di là delle appartenenze, dovrebbero partecipare al comitato per il no perchè il sindaco impersonifica il rapporto quotidiano con la gente, la comunità ed è un rapporto importante. Noi sappiamo tutti che il più grande furto alla democrazia rappresentativa è stata l’attuale legge elettorale che ha allontanato la politica dai territori e, in particolare, alla gente. Innanzitutto, è un taglio lineare che non ha nè testa nè cosa e il sì al taglio dei parlamentari non è strutturato, l’unica differenza è dovuta al fatto che la legge non è votata con un numero x ma numero y e questa è l’unica differenza. Questa famigerata riduzione della spesa politica ci può stare ma noi abbiamo già avuto esempi negativi per i territori, prima con la riduzione dei consiglieri comunali, poi con la soppressione delle province. Se qualcuno ci teneva a far risparmiare lo Stato poteva proporre l’abbattimento del 50% dell’indennità da parlamentare, senza neanche il referendum. Sono eretici che devono dare una giustificazione a quello che è stato detto fino ad ora e quel poco che è stato fatto e vanno avanti verso il sì. Il no sta recuperando alla grande, noi dobbiamo fare ammenda a noi stessi perchè fino a qualche settimana fa campeggiava solo il sì, c’era quasi timore di parlare ma spiegando le motivazioni e le ragioni i cittadini stanno capendo. Altra considerazione che mi ha spinto ad assumere questa funzione è che la riduzione dei parlamentari e questo referendum è contro le aree interne e la mancanza di rappresentanza porterebbe le aree interne a morire, più di quanto non stia già accadendo, con il no conserviamo almeno il diritto di critica”. Cosa potrebbe accadere se dovesse vincere il sì? “In maniera molto semplice e banale, i rappresentanti del Comune di Milano, inteso come entità territoriale, ci sono stati e ci saranno, i rappresentanti del territorio di Buccino invece non ci saranno più e noi dobbiamo correre ai riparti votando per il no”. Stamattina (ieri per chi legge ndr) era presente anche Bobo Craxi. Un comitato, il vostro, che ha il compito di spiegare perchè votare no… “Se c’è una critica da fare, questa è stata una caratteristica di tutti i referendum: fino a qualche settimana fa non si parlava del referendum, anzi e ancora oggi, soprattutto nei comuni dell’entroterra dove non c’è la scadenza amministrativa legata al Comune, molta gente non lo sa nemmeno. Dobbiamo fare un’azione incisiva in questi giorni per informare tutti e far sì che questa sciagura non si abbatta sull’Italia ma soprattutto sulle aree interne. Noi non ci troviamo di fronte ad una riforma, come dicono, strutturata nel senso che ci può essere una riduzione del numero dei parlamentari ma deve esserci una modifica dei regolamenti perchè è lì che si dovrebbero incidere in quanto l’iter legislativo resta lo stesso e non si incide sull’efficenza del parlamento e quando dicono questo mentono sapendo di mentire”. Mancano pochi giorni al voto e si cerca di far capire ai cittadini quanto sia importante votare. Se potesse lanciare un appello agli elettori per impedire questa astensione di massa cosa direbbe? “Con la dovuta accortezza, sicurezza, circostanziata ai fatti e ai momenti ognuno di noi, al di là di quello che è un dovere civile come impartisce la costituzione, dobbiamo fare ogni sforzo per andare a votare, per il referendum votando per il no e per le regionali, ovviamente – per quanto ci riguarda – per Vincenzo De Luca. E’ un dovere, stiamo vivendo un momento difficile sotto l’aspetto socio sanitario ma tutti insieme possiamo superarlo, con la dovuta accortezza”. Silvano Del Duca: “La nostra democrazia non può valere meno di una tazza di caffè” “Questo referendum è uno scempio democratico”. Così Bobo Craxi a proposito del referendum per il taglio dei parlamentari. Il presidente nazionale del comitato per il no del Psi ieri mattina è intervenuto a Salerno, con il segretario provinciale del Psi Silvano Del Duca e il presidente provinciale del comitato, il sindaco di Buccino Nicola Parisi per spiegare le ragioni del no al taglio dei parlamentari. “No perchè è un referendum sbagliato che non riforma ma taglia la rappresentanza parlamentare e da un cattivo segnale democratico al resto dell’Europa e del mondo. Il mondo va verso versioni neoautoritarie, neoreazionarie contro la democrazia e la politica e gli italiani non possono orientarsi verso quell’orizzonte. E’ sbagliato nel merito, non cambia alcunché e la politica deve cambiare e non si ragiona così; l’argomento principe che era quello del taglio operato per ragioni economiche non sta in piedi perchè si vogliono fare dei tagli ci si comporta in altro modo – ha dichiarato Bobo Craxi – E’ una concessione ad un anti politica che sta mostrando la corda e sta arrivando al capolinea, la coscienza democratica di molti cittadini rovescerà l’orientamento maggioritario del parlamento. Questo referendum sta facendo fare una brutta figura al parlamento perchè comunque vada i no saranno una valanga. E’ stato fatto un errore, l’unico rimedio è non parlarne ma di più: è stato messo questo referendum accompagnandolo alle elezioni per il voto regionale e amministrative locali, suscitando un certo imbarazzo perchè non si può scegliere, in contemporanea, una cosa che dura per sempre come la costituzione e una cosa che dura 5 anni, cioè l’amministrazione locale. E’ una vera e propria offesa nei confronti dei cittadini e quindi si preferisce non parlarne, tenerlo sotto traccia ma in questi giorni, lo ripeto, sta montando una coscienza democratica che, intendiamoci, non è quella che vuole difendere la poltrona o la mala politica ma vuole difendere ciò che si è conquistato: la rappresentanza del popolo e non si può tagliare in nome del popolo, è uno scempio democratico”. Del comitato per il no fanno parte, oltre al sindaco di Buccino che – tra le altre cose – sta facendo un percorso di riavvicinamento alla casa socialista, anche Massimiliano Natella, capogruppo Psi al Comune di Salerno e vice segretario provinciale del partito e Marco La Monica, vice segretario regionale per la Campania. “Vogliamo dare un forte slancio al no, per un referendum che punta ad una riforma che noi riteniamo scellerata e lo abbiamo fatto mettendo a capo del comitato un sindaco che rappresenta la vicinanza agli elettori, visto che questa riforma punta ad abbattere ed abolire la rappresentanza territoriale”, ha dichiarato il segretario provinciale del Psi Silvano Del Duca. “Siamo fortemente ancorati ad un no per tre ragioni: è una bufala il ragionamento legato all’abbattimento dei costi in quanto si risparmia non più di un euro a cittadino l’anno e la nostra democrazia non può valere meno di un costo di caffe; noi vogliamo abolire e abbattere i costi di gestione, ridurre gli stipendi dei parlamentari ma non uccidere la democrazia perché stiamo presentando una proposta miope, non c’è una riforma che prevede le regole del gioco e lascia il bicameralismo perfetto intatto e questo è un ossimoro – ha aggiunto Del Duca – Noi abbiamo bisogno di rivedere il sistema del bicameralismo perfetto e dobbiamo chiedere ai parlamentari meglio e bene e non alla democrazia di pagare lo scotto di un gruppo di parlamentari che non fa bene il proprio loro”. Per il segretario provinciale del Psi, infatti, si andrebbe a penalizzare ancor di più le aree interne, le piccole province che rischiano di non essere rappresentate in parlamento mentre i poteri forti, i ricchi e le lobby “continueranno a tenere sotto scacco e governare il parlamento”.

«La mia candidatura? Chissà Bene la coalizione allargata» di Adriano Rescigno

Elezioni regionali alle porte. Scalda i motori anche il Partito Socialista Italiano alla ricerca della riconferma a Palazzo Santa Lucia. Enzo Maraio, segretario nazionale del Psi ed assessore regionale delegato al turismo: «Se occorre una mia candidatura, sono pronto, ma la priorità è la formazione di una rosa di nomi il più competitiva possibile».

La sua ricandidatura dovrebbe essere una faccenda scontata dunque…

«Prima la lista, poi si vedrà. Saremo presenti in tutti e cinque i collegi con giovani dalle belle speranze e con tanta voglia di fare per i propri territori, affiancati da nomi d’esperienza. In particolare nel collegio di Salerno ci sono Salvatore Bottone – ex sindaco di Pagani- Antonello Di Cervo – a rappresentare la Valle dell’Irno – e Giovanni Cardaropoli – consigliere comunale a Bracigliano – Per quanto mi riguarda, sono al lavoro per il partito. Se ci sarà l’esigenza, sono pronto».

Certo è che se Pd e M5S non si siedono ad un tavolo questa campagna elettorale rischia di partire con estremo ritardo.

«Sono stupito che le due formazioni dialogano di più sui giornali che dal vivo. Bisogna partire da un dato, cioè quello di riproporre le stesse alleanza che attualmente governano l’Italia, quindi bene una coalizione allargata a sinistra con il Movimento 5 Stelle e quindi bene anche all’apertura che ha fornito Sinistra Italiana. L’importante è che si parta da un programma condiviso che possa permettere la riconferma a Palazzo Santa Lucia».

Quindi De Luca è la conditio sine qua non di questa coalizione.

«Questo è un nodo che sarà possibile sciogliere solo al tavolo nazionale, ma se il Partito democratico ha confermato De Luca come candidato, a meno che non suceda qualcosa di imprevisto, credo proprio che si riparta da Vincenzo De Luca candidato presidente».

E’ però un dato certo l’incompatibilità di De Luca con la formazione allargata. Verrà sacrificata l’alleanza o il candidato presidente secondo lei?

«Questo è “il” nodo da sciogliere, ma non tocca a me nè agli altri. Tutto questo è in mano esclusiva del Partito democratico al quale tocca la decisione più delicata, roba da chiamare gli artificieri: coalizione allargata e quindi sacrificare De Luca oppure sacrificare la coalizione… Dopo la loro decisione, si vedrà. Noi il nostro sostegno non l’abbiamo mai fatto mancare».

Tirando le somme di questo quinquennio cosa ancora bisogna migliorare? «La somma è positiva, il cruccio rimane il turismo, c’è ancora da rilanciare e valorizzare e per questo lavoriamo. Temo gli effetti inflazionari del Coronavirus sull’economia turistica. Ho sentito amici del settore avere disdette per il 30 per cento. C’è tanta psicosi».

Maraio avverte il Pd: «Si rompa il silenzio per il bene di tutti» di Erika Noschese

«Il Pd prima rompe il silenzio assordante, prima scioglie la riserva è meglio è per tutta la coalizione». Una stoccata in piena regola quella lanciata dal segretario nazionale del Psi, Vincenzo Maraio al partito democratico che, ad oggi, sembra essere ancora incerto sul nome del candidato alla carica di governatore con lo stesso De Luca in forse. Ma se nel Pd c’è ancora incertezza, i socialisti non hanno alcun dubbio, riconfermare De Luca presidente. «Questa è un’occasione utile per rimettere insieme tutta l’area socialista che negli ultimi anni, per un sistema elettorale maggioritario che ha imposto alleanze spurie, ci ha visto sempre lontani – ha infatti dichiarato il segretario Maraio, tra le altre cose favorevole all’alleanza con i 5 Stelle – Per le regionali noi abbiamo confermato la nostra posizione, saldamente ancorata al centro sinistra, saldamente ancorata a questi anni di amministrazione in Regione Campania, con la guida di Vincenzo De Luca che noi vogliamo riconfermare presidente». Da qui poi la stoccata al Pd: «vogliamo cogliere l’occasione per chiedere al partito democratico che prima rompe il silenzio assordante, prima scioglie il nodo e prima è meglio per tutta la coalizione ma per i socialisti non c’è dubbio, bisogna continuare sul percorso avviato».

Stefania Craxi a Salerno per ricordare Bettino: «Con lui l’Italia contava nel mondo, oggi no» di Erika Noschese

Il mondo socialista si riunisce sotto il segno – e il nome – di . Ieri, al Mediterranea hotel, è stato ricordato lo storico leader del Psi, nel corso del convegno, organizzato dal giornalista Gaetano Amtruda, “Craxi ed il governo delle città, il socialismo dei comuni”, promosso dalla Fondazione Craxi nel ventennale della scomparsa dell’ex segretario del Psi e che ha visto la partecipazione di Stefano Caldoro, capo della opposizione di centrodestra in Consiglio regionale della Campania e già esponete del Psi; Carmelo Conte, ex Ministro delle Aree Urbane, ed Enzo Maraio, segretario nazionale del Partito Socialista. ««Su Craxi non è matura la riflessione solo a sinistra per il resto credo che vent’anni siano un tempo sufficiente per riflettere sull’opera e la figura di Craxi – ha dichiarato Stefania, figlia di Bettino e parlamentare di – È un’opera immensa , un lavoro che ha fatto, tutta la vita con passione e con onestà, per il bene del suo Paese e per affermare a sinistra la cultura riformista. Vent’anni sono anche un tempo sufficiente per fare un bilancio tra l’Italia di ieri e l’Italia di oggi, ricordo che l’Italia di ieri cresceva del 4%, diventava la quinta potenza economica mondiale, contava nel mondo, aveva voce nel Mediterraneo. Oggi l’Italia vive un declino che sembra inarrestabile, non contiamo nulla sullo scenario internazionale e ci è scappata di mano perfino la Libia».

Agenzia delle Entrate, chiude la sede di Sala Consilina: il caso approda in consiglio provinciale di Erika Noschese

La chiusura del team dell’ufficio controlli di Sala Consilina, disposta dalla direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate, approda in consiglio provinciale. Il consigliere del Psi Giovanni Guzzo ha infatti presentato una mozione per chiedere a tutto il consiglio provinciale di Salerno di impegnarsi a farsi parte attiva nei confronti del governo nazionale e al ministero dello Sviluppo Economico affinché vengano intraprese tutte le possibili iniziative per garantire i servizi alle imprese, ai professionisti e alla collettività di un importante ufficio sul territorio quale può essere l’Agenzia delle Entrate, evitandone di fatti la chiusura parziale dell’ufficio in località Tressanti. Di fatti, nella disposizione di servizio a firma del direttore provinciale dell’agenzia, la soppressione viene motivata da “ragioni di ordine organizzativo atteso che il team ha perso la consistenza numerica richiesta, era privo di capo team titolare e comportava una gestione oggettivamente inefficiente, inefficace ed antieconomica dei procedimenti funzionali e della struttura organizzativa”. La chiusura della struttura, sottolinea anche il consigliere Guzzo nella mozione presentata al consiglio provinciale, comporta un aggravio dei costi per le imprese e i privati in quanto le parcelle dei professionisti aumenteranno in seguito alla necessità di dover andare a Salerno anche solo per discutere le contestazioni agli accertamenti fiscali. ”Togliere il team controlli dall’ufficio di Sala Consilina è un fatto gravissimo che segna non solo la perdita dell’ennesimo servizio per Sala Consilina e per il Vallo di Diano ma avrà delle gravi ripercussioni a livello territoriale con ulteriori oneri e disagi nel dover avere come interlocutori gli uffici di Salerno – si legge nella mozione presentata dal consigliere socialista – L’ufficio territoriale di Sala Consilina, ubicato il località Tressanti, a poche decine di metri dall’ex palazzo di giustizia, ha una componente territoriale molto vasta che va anche oltre i confini del Vallo di Diano e si estende a parte dall’area del Tanagro e degli Alburni, abbracciando 19 comuni”. Questo depotenziamento, secondo Guzzo, infatti, potrebbe essere l’anticamera della chiusura di tutti gli uffici dell’Agenzia delle Entrate di Sala Consilina. Intanto, a chiedere l’intervento del presidente della Provincia Michele Strianese anche i consiglieri provinciali di Forza Italia, Roberto Celano e Giuseppe Ruperto che chiedono «di bloccare l’emorragia di servizi nel Vallo di Diano», chiedendo un urgente ed energico intervento del presidente sulla direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate per indurre ad una differente riorganizzazione del personale ed evitare la soppressione di un servizio che rappresenterebbe un danno notevole per professionisti, contribuenti e per l’intero territorio del Vallo di Diano. Sul piede di guerra anche spiega Fabio Condemi, commercialista iscritto all’Ordine dei Dottori Commercialisti di Sala Consilina che parla di una «prospettiva futura per niente rosea». Il presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Sala Consilina, Nunzio Ritorto, e il presidente della Comunità Montana, Raffaele Accetta, hanno convocato per lunedì, 27 gennaio, alle 17 nella sede della comunità montana, a Padula, un incontro per discutere della soppressione del team controlli dell’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate di Sala Consilina. Da almeno una settimana il presidente Nunzio Ritorto è al lavoro per evidenziare le problematiche che deriverebbero da tale decisione. «Una scelta – secondo Ritorto – fuori da ogni logica e un ennesimo smacco al territorio. Eliminare il servizio da Sala Consilina significa privare l’intera area del sud della provincia di un punto di riferimento importante e potrebbe scatenare un effetto domino pericoloso».

Craxi, Del Duca (Psi) plaude a De Luca e attacca il Pd di Erika Noschese

“De Luca ha avuto il coraggio di raccontare in maniera lucida le vicende politiche del tempo mentre dispiace registrare ancora reticenze di chi tenta di sminuire la sua figura non riuscendo a metter da parte l’immagine di Craxi costruita, a tavolino”. A parlare così il segretario provinciale del Psi di Salerno Silvano Del Duca, dopo le recenti dichiarazioni del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, in merito al ventennale della morte di Bettino Craxi, storico leader socialista. “Apprezziamo le dichiarazioni del Governatore Vincenzo De Luca sulla rivalutazione storica della figura di Bettino Craxi, a 20 anni dalla sua scomparsa, a testimonianza del riconoscimento politico di un pezzo importante della storia del socialismo italiano e di uno dei più grandi Statisti d’Italia, forse l’ultimo – ha dichiarato Del Duca – Lo ringraziamo perché ha avuto il coraggio di raccontare in maniera lucida le vicende politiche del tempo mentre dispiace registrare ancora reticenze di chi tenta di sminuire la sua figura non riuscendo a metter da parte l’immagine di Craxi costruita, a tavolino, durante le vicende giudiziarie del 1992, commettendo un vero e proprio atto di disonestà intellettuale”. Il segretario provinciale sembra dunque amareggiato dal comportamento avuto dal segretario nazionale del Pd, Nicola Zingaretti: “Ci saremmo aspettati la stessa onestà intellettuale dimostrata dal Governatore De Luca”.

Hammamet, in mille intorno alla tomba di Craxi: fiori, abbracci e l’Ave Maria

“Un gesto del Quirinale”: e’ quello che si aspetta la figlia Stefania, dopo la tre giorni di Hammamet in cui il popolo socialista ha ricordato Bettino Craxi a 20 anni dalla morte. “Sono venuti in mille, come quelli di Garibaldi”, sorride pensando alla passione del padre per l’eroe dei due mondi. “Un incontro? Il presidente Mattarella saprà trovare le forme giuste”, crede la senatrice di Forza Italia. Probabilmente Stefania Craxi sara’ ricevuto con la Fondazione Craxi, come gia’ accaduto in passato. “Il dibattito sulla sua figura finalmente si e’ aperto”, esulta Claudio Martelli, ex numero 2 di Craxi. E dalla Lega Giancarlo Giorgetti dichiara: “Sarei andato a Hammamet, era un politico lungimirante”. Nel cimitero della cittadina tunisina dove l’ex presidente del Consiglio trascorse gli ultimi 6 anni di vita, intorno alla tomba ombreggiata da fronde, centinaia di militanti e dirigenti del Psi di un tempo (con qualche giovane) rendono omaggio al segretario che si considerava in esilio, inseguito dai processi. Occhi lucidi e molti che per l’eta’ si muovono a fatica tra le lapidi. La vedova Anna Craxi, 84 anni, si appoggia a Stefania. “Sono molto commossa dalla fiducia degli amici e dei compagni, piu’ grande di quanto mi aspettassi”, dice la moglie, che non ha quasi mai parlato dal 19 gennaio 2000. E’ rimasta a vivere qui. Sulla lapide bianca appoggiata sulla nuda terra mazzi di garofani rossi, il simbolo dei socialisti. Dietro la tomba, accanto alle bandiere italiana e tunisina, quelle del Psi e del Nuovo Psi, oltre al vessillo dei giovani socialisti, per una diaspora che molti si augurano di ricomporre. All’arrivo della famiglia, un cantante intona l’Ave Maria di Schubert. Qualcuno sul libro delle dediche scrive ‘Craxi l’immortale’. Anziani si chiamano ‘compagno’ tra loro. Il nipote di Craxi, il figlio di Bobo, nel vialetto innalza orgoglioso un mazzo di garofani. “E’ il piccolo Bettino”, commenta qualcuno. Paola Sacchi, cronista che tante volte e’ stata ad Hammamet, assicura: “c’e’ piu’ gente del giorno del funerale”. “Fu vittima di una persecuzione senza pari, come disse il presidente della Repubblica 10 anni fa”, lo ricorda il figlio Bobo, citando Giorgio Napolitano. “Il Pd e la Lega sono assenti? Possiamo fare a meno di entrambi, come molti italiani”, sferza il figlio di Bettino. Della Lega – che nel ’93 era tutta con i pm di Milano e un tempo alzo’ il cappio anche contro Craxi – ad Hammamet si e’ visto solo Armando Siri. Intanto il senatore dem e giornalista Tommaso Cerno esorta a “non fare l’ennesimo favore alla destra, che sulle spoglie di un democratico laico e progressista vuole avere la scusa per liberare dai processi i potenti che delinquono. Diamo a Craxi la tessera del Pd”.

Caldoro: “Finalmente verità su Bettino, un grande leader”

Politica estera, intuizioni economiche, desiderio di innovazione, finalmente la storia consegna a Craxi il giusto tributo. Pagine di verita’ vengono scritte, grazie a chi chi ha creduto, alla Fondazione Craxi, a tanti che rileggono, con piu’ attenzione, quegli anni”. Cosi’ da Hammamet Stefano Caldoro, gia’ esponete del PSI ed oggi capo della opposizione di centrodestra in Consiglio regionale della Campania. L’ex Presidente della Regione, conversando nei vicoli della Medina, ha ricordato le lunghe passeggiate con Craxi “ero con lui al Rapahel, ho avuto modo di rivederlo in Tunisia. E’ stato un grande leader, uno statista”.

Il governatore De Luca: “Che la figura di Craxi sia consegnata alla storia”

“E’ tempo che la figura di Craxi, con i suoi limiti, la sua grandezza, la sua dimensione tragica, sia consegnata alla Storia. Egli ci appare oggi come una delle grandi personalità della nostra Repubblica”. Lo scrive il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, secondo cui “a vent’anni dalla morte di Bettino Craxi il mondo politico, le forze intellettuali, i progressisti sono chiamati a una riflessione di respiro, al di là di ogni residuo ideologismo, e di ogni forma di permanente ipocrisia. E tempo – aggiunge – che si cominci a valutare la sua vicenda in una prospettiva storica, riflettendo sul senso complessivo della sua esperienza politica”. Secondo De Luca “colpisce oggi, sul piano umano, il coraggio con cui Craxiha affrontato nei suoi ultimi anni la sua malattia, il suo tramonto politico, i tanti tradimenti subiti. Egli si è aggrappato tenacemente alla volontà di rimanere uomo libero, in un contesto nazionale segnato da un clima di aggressività nei suoi confronti, di mancanza di serenità, di scomparsa di ogni sentimento di umanità”. “Colpisce – prosegue il governatore campano – l’imbarazzo con cui ancora oggi ci si avvicini alla sua figura, senza riuscire a valutare con obiettività i suoi limiti ed errori, ma anche le grandi intuizioni e le decisioni coraggiose sul piano nazionale e internazionale. Egli ha certamente sottovalutato la necessità di unire le forze progressiste del Paese, come precondizione per una grande riforma, cedendo a illusioni politiche non sorrette dai rapporti di forza reali. La sua ricerca permanente di una egemonia politica ha dato luogo negli anni ad una competizione per il potere che in tante realtà del Paese è stata ossessiva”. Ma, sottolinea De Luca, “Craxi ha anche combattuto con coraggio scorie di ideologismo nel campo delle politiche economiche e delle relazioni sociali. Egli ha letto in anticipo le trasformazioni della nostra società e i ceti urbani moderni; ha dato all’Italia una politica estera che ci ha garantito dignità, sicurezza e peso internazionale; ha sollevato con forza il tema di una riforma istituzionale che fosse in grado di tirare fuori l’Italia e il suo sistema democratico dalla palude burocratica che ancora oggi paralizza le istituzioni e le energie dinamiche del Paese. E tutto questo lo ha fatto da dirigente e da militante socialista, collocandosi sempre con coerenza, in Italia e in Europa, nel campo dei riformisti, senza mai abbandonare la lezione di Matteotti, di Nenni e di Pertini, coltivando i valori risorgimentali dell’unità d’Italia”, conclude.

Craxi e “Hammamet”: «Il film? Diciamo Psi, questa è la vera storia del leader»

Di Andrea Pellegrino

La comunità socialista e non si è ritrovata al cinema per vedere il film ‘Hammamet’ di Gianni Amelio, con la straordinaria interpretazione di Pierfrancesco Favino nei panni del leader socialista, Bettino Craxi. Il film racconta gli ultimi anni in Tunisia, fuggiasco per alcuni ed esule per altri. La pellicola ripercorre il dramma dell’uomo lontano dal suo Paese, il legame forte con la ‘sua Italia, la sofferenza. Per la comunità socialista è il momento dell’orgoglio perché il film contribuisce a consegnare una nuova narrazione della vicenda del garofano rosso. Passati gli anni è sempre più forte e condiviso, infatti, l’apprezzamento per le intuizioni di Craxi. In sala si sono ritrovati i socialisti di ieri e di oggi. In platea Salvatore Aversano, ex potente del Psi, l’ex parlamentare Michele Ragosta, Antonio Fasolino del Nuovo Psi, con Lello Buonfiglio e Manuel Gatto, e poi ancora i socialisti di Forza Italia, Alessandro Carrazza, Giovanni Iuorio e Giuseppe Ruberto, consigliere provinciale. Folta la delegazione del Psi di Enzo Maraio, con il consigliere comunale di Salerno Massimiliano Natella, Marco La Monica ed ancora Antonio Iannello e Giuseppe Fattorusso dall’agro. In sala molti giovani che Craxi ed il Psi mai lo hanno conosciuti come Raffaele Romeo e Davide Scermino, imprenditori noti e società civile. A vedere la prima anche il professore Aniello Salzano, volto storico della Democrazia Cristiana e sempre attento alla lettura di tutti i fenomeni. Ci ha pensato, fra gli altri, il giornalista Gaetano Amatruda ad organizzare una parte del gruppo. “Su Bettino Craxi – ha detto – sta cambiando la narrazione. Il 2020 è l’anno del ventennale, sarà l’anno per ricordare e per rilanciare un metodo: quello riformista che governa i processi e disegna il futuro. Ricordare Craxi non è consegnarsi alla liturgia delle commemorazioni, è denunciare le storture di un sistema, rivendicare il primato della politica sui poteri finanziari, è la nostalgia del futuro”. Il giornalista salernitano ha poi ricordato il punto di partenza ed i primi ‘compagni di viaggio’. “Se tanti passi in avanti abbiamo fatto – ha scritto – e’ grazie soprattutto all’impegno della famiglia, alla forza ed alla dignità della signora Anna, è merito di Bobo e, consentitemi, soprattutto di un donna eccezionale, Stefania Craxi. La Fondazione, che lei ha voluto, negli anni ha fatto cose incredibili. Ha documentato le verità, ha contribuito a riscrivere la storia, ha smontato i luoghi comuni. Ho avuto l’onore di conoscere Stefania nel 2000, con Enzo Giordano e Marcello Sorrentino”. “Il suo coraggio – ha aggiunto- mi ha affascinato da subito e sono felice di aver trascorso questi venti anni, in parte, al suo fianco”. E sui social non si è fatta attendere la risposta della figlia dello statista socialista “Grazie Gaetano a te e ai compagni che negli anni hanno sostenuto la mia battaglia. Non moltissimi per la verità” ha ricordato la Craxi. Dopo il film continuerà la battaglia dei socialisti per la verità. Per il 19 Gennaio in tanti partiranno per Hammamet e poi è in cantiere un convegno nazionale a Salerno. Sarà l’occasione per ricordare e per rilanciare la stagione socialista che ha cambiato Salerno, sarà l’occasione per ricordare Vincenzo Giordano, e sarà, dicono i bene informati, l’occasione per far tornare la memoria a chi pare l’abbia persa. E le frecciatine sono tutte al Sindaco Vincenzo Napoli.

Verso le regionali, il Psi annuncia la candidatura di Salvatore Bottone di Erika Noschese

SalvatoreBottone entra a pieno titolo nella squadra del Partito Socialista Italiano e scende in campo per le prossime elezioni regionali. Ad annunciarlo il segretario nazionale dei socialisti Enzo Maraio, nel corso del consueto Brindisi di fine anno tenutosi sabato sera presso la sede locale del partito. Poco prima di tracciare il bilancio di fine anno i socialisti hanno voluto omaggiare Marta Naddei, la nostra collega scomparse condizioni drammatiche la notte tra venerdì e sabato. A ripercorrere le tappe più importanti di questo 2019 socialista il segretario provinciale Silvano del Duca che ha ricordato la vittoria del consigliere provinciale Giovanni Guzzo e la nomina di Maraio a segretario nazionale, senza dimenticare il ritorno nella giunta del Comune di Salerno con la nomina di Tonia Willburger ad Assessore alla Cultura e al Turismo. “Ci auguriamo che anche nel 2020 i risultati si confermino positivi e significativi per noi”, ha dichiarato il segretario nazionale nonché consigliere regionale. “Nell’ottica di rilancio del partito nel 2019 abbiamo fatto una cosa significativa che ci porterà ad essere ricordati nei secoli: il ritorno al Garofano, simbolo del lavoro, dell’entusiasmo, della speranza”, ha aggiunto Maraio. Da qui l’annuncio della candidatura del ex sindaco di Pagani, Salvatore Bottone che scenderà in campo in occasione delle prossime regionali. Al momento dunque quello dell’ex primo cittadino del comune dell’Agro Nocerino sarnese sembra essere l’unico nome certo ma il segretario ha già annunciato che Bottone sarà affiancato da un altro candidato; sorprese anche nella valle dell’irno dov’è il nome potrebbe essere annunciato già nei prossimi giorni e due saranno i rappresentanti del Cilento. Delicata la situazione a Salerno: troppi candidati per pochi posti, ragion per cui si renderà necessario fare una selezione ma quello del segretario provinciale Silvano del Duca potrebbe essere il primo nome che verrà confermato già nei prossimi giorni. “Avremo una lista forte, con nomi competitivi e vi posso già dire ti avremo una lista di donne attualmente impegnate come assessori in vari comuni della provincia di Salerno”, ha aggiunto il numero uno dei socialisti.