LIBERTARIA 2015 za: Libertaria,viaVitruvio 7,20124Milano nelle migliorilibrerie. E-mail:[email protected] /corrisponden- gi. Ricordiamo che questa edizione2015dell’annuario,contenenteunaventinadisag- un vero eproprio libro. Eunbellibro dioltre 250pagineèanche 2011 comerivistatrimestrale,èpoirinatanel2013annuario, la rivistanatanel1999(sottotitolo: Presso l’editore Mimesis èuscitoilsecondoannuariodi Questo annuariodi anarchico nella culturapolitica(enonsolo)dilinguaitaliana. ni redazionali, unadellecolonneportantidellarifl secolo (1946-1996)harappresentato, nellesuepurdiversegestio- in diretta continuitàeditoriale)conlarivista Libertaria Libertaria costa eranatasulleceneri(o,sepreferite, il piacere dell’utopia il piacere € 20,00euro e sitrova invendita Volontà essione disegno chepermezzo ). Chiusanel Libertaria ,

Mittente: EDITRICE A • cas. post. 17120 - Mi 67 • 20128 MILANO Mi • In caso di mancato recapito si restituisca al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa.

e Pinelli,originariamente apparsain rivista anarchica n 395 febbraio 2015

mensile • € 4,00 • febbraio 2015 • anno 45 • n. 1 • Poste Italiane Spa - Sp. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano * rivista anarchica rivista All’interno: detto anarchico toscanodifi unpostercon 395 ne ‘800 la tavola diGeorges Wolinski “Spaghetti blues” dopo Charlie Hebdo revolution 1918 proverbi apache rete “salval’acqua” potere • Novara/monumentoaldisertore • • letteradalChiapas segnalibro • posta • Anarchik • cantacronache • oscurantismo • e pubblicata nel numero 11 (marzo1972) epubblicata di Verona/biblioteca “G.Domaschi” • Kurdistan/donneinprimalinea • NoExpo • * letteradalfuturo • • esteticaedeticadeldisordine recensioni • • Milano/cadutaanarchici comunicati • premioBiancaD’Aponte • Messico/ilmassacrodiAyotzinapa • armeni • A“63” • dibattito/economia , su piazza Fontana , supiazzaFontana • • controilnucleare Bakunin/200anni • Libertaria2015 • • Mastrogiovanni Mastrogiovanni arteestoria/ • Basilicata/ • carcere • guida • A

. Nuova sede della Verona Abbonarsi A.A.A.Diffusore nire il punto-vendita oppure se lo dovremo “A” è una rivista mensile pubblicata rego- cercAsi fare direttamente noi. A voi spetta anche il larmente dal febbraio 1971. Siamo alla costante ricerca di nuovi diffusori. compito di verifi care nel corso dei mesi che Esce nove volte l’anno (esclusi gennaio, Basta comunicarci il quantitativo di copie che la rivista arrivi effettivamente (e con quale BIBLIOTECA agosto e settembre). si desidera ricevere e l’indirizzo a cui dobbia- eventuale ritardo) al punto-vendita; di comu- Una copia € 4,00 / arretrato € 5,00 / ab- mo farle pervenire. L’invio avviene per posta, nicarci tempestivamente eventuali variazioni bonamento annuo € 40,00 / sostenitore in abbonamento postale, con consegna diret- nel quantitativo di copie da spedire; di ritirare da € 100,00 / ai detenuti che ne facciano tamente all’indirizzo segnalatoci. Il rapporto (secondo gli accordi che prenderete) le copie “G. DOMASCHI” richiesta, “A” viene inviata gratis. con i diffusori è basato sulla fi ducia. Noi invendute ed il ricavato del venduto, versan- Prezzi per l’estero: una copia € 5,00 / chiediamo che ci vengano pagate (ogni due/ dolo poi sul nostro conto corrente postale. un arretrato € 6,00 / abbonamento annuo tre mesi) solo le copie vendute, ad un prezzo € 50,00. scontato (2/3 del prezzo di copertina a noi, LeAnnaterilegate 1/3 al diffusore). Non chiediamo che ci ven- Sono disponibili tutte le annate rile- IpAgamenti gano rispedite le copie invendute e suggeria- gate della rivista. I prezzi: volume triplo I pagamenti si possono effettuare 1971/72/73, € 200,00; volumi doppi tramite: 1974/75 e 1976/77, € 60,00 l’uno; vo- lumi singoli dal 1978 al 2013, € 35,00 A. Bonifi co sul conto l’uno. Per il 2012, 2013 e 2014 è stato Banca Popolare Etica - Filiale di Milano editrice A necessario (a causa del numero di pa- IBAN: gine) suddividere l’annata in due tomi, IT10H0501801600000000107397 cas. post. 17120 - Mi 67 per cui il costo è di € 70,00 complessi- BIC/SWIFT: CCRTIT2T84A vi per ciascuna delle tre annate (2012, intestato a: Editrice A - Milano 20128 Milano Mi 2013 e 2014). Sono disponibili anche i soli raccoglitori, cioé le co- B. Versamento sul nostro conto tel. 02 28 96 627 pertine delle annate rilegate (cartone corrente postale n.12552204 rigido telato nero, con incisi in rosso sul IBAN: fax 02 28 00 12 71 dorso il titolo della rivista e l’anno, con IT63M0760101600000012552204 relativo numero progressivo) al prezzo CODICE BIC/SWIFT: e-mail [email protected] di € 20,00 l’uno (per i soli 2012, 2013 BPPIITRRXXX sito arivista.org e 2014 € 40,00 perché costituito da intestato a: Editrice A - Milano 2 tomi). I prezzi sono comprensivi delle twitter @A_rivista_anarc spese di spedizione postale per l’Ita- C. Carta di credito lia; per l’estero aggiungere € 15,00 (Visa, Mastercard, Discover, Ameri- qualunque sia l’importo della richiesta. 15 novembre 2014 - L’inaugurazione della nuova sede can Express, Carta Aura, Carta Paypal). mo ai diffusori di venderle sottocosto o di re- della biblioteca ‘’G. Domaschi’’. I pagamenti a mezzo carta di credito si galarle. Spediamo anche, dietro richiesta, dei Archivioon-line possono effettuare esclusivamente dal bollettini di conto corrente già intestati per Andando alla pagina archivio.arivista.org opo quasi quindici anni passati nei sotterra- nostro sito. facilitare il pagamento delle copie vendute. si ha la possibilità di accedere all’archivio on- Dnei del circolo Pink di via Scrimiari, la Biblio- line della rivista, curato da Massimo Torsello. teca G. Domaschi / spazio culturale anarchico di D. Mediante assegno bancario PiazziamolA L’indice è in ordine numerico ed è suddivi- Verona si è trasferita e riapre in una nuova sede: o postale Oltre che con la diffusione diretta, potete dar- so per annate. Ogni rivista riporta l’elenco La Sobilla, in Salita San Sepolcro 6b, vicino a por- intestato a: Editrice A soc. coop ci una mano per piazzare la rivista in edicole, degli articoli di cui si specifi cano: autore, ta Vescovo, quartiere Veronetta. La biblioteca librerie, centri sociali, associazioni e qualsiasi titolo, pagina. Attualmente sono presenti è aperta ogni giovedì dalle 17, con possibilità E. Contrassegno altra struttura disposta a tenere in vista “A” i testi completi dei seguenti numeri: dal di consultazione e prestito e spazio distribu- Verrà aggiunto un contributo di spese ed a pagare ogni tanto le copie vendute a n. 1 al n. 101, il n. 150, il n. 156, il n. 157, il n. zioni. A seguire, fi no alle 21 e qualcosa, “I postali di € 5,00 qualunque sia l’importo voi direttamente oppure a noi. Come fare? 159, il n. 160, dal n. 162 al n. 178, dal n. 180 dell’acquisto. Voi contattate il punto-vendita, concordate il al numero scorso. giovedì de La Sobilla”: microeventi con Per spedizioni voluminose c’è la possibilità quantitativo di copie da piazzare inizialmente, mangia&bevi, voci e suoni di sottofondo. G. Stefano foto della spedizione con corriere senza nessu- ci segnalate tempestivamente nominativo ed SeAnontiarriva... na aggiunta di spese rispetto alla spedizio- indirizzo esatto del posto (cosicché, tra l’al- Il n. 394 (dicembre 2014/gennaio 2015) ne postale. Contattate la redazione. tro, noi lo si possa subito inserire nell’elenco è stato spedito in data 22 novembre 2014 che compare sul sito). Lo sconto lo decidete dal Centro Meccanografi co Postale (CMP) Info: CopiAomaggio voi: in genere le edicole chiedono il 30%, le di Milano Roserio. Chi entro il 20 del mese A chiunque ne faccia richiesta inviamo una librerie il 40%. Per noi l’importante è che non ha ancora ricevuto la copia o il pacchetto [email protected] copia-saggio della rivista. la rete di vendita di A si allarghi sempre di riviste, può comunicarcelo e noi provve- brutticaratteri.noblogs.org più. Fateci poi sapere se sarete voi a rifor- deremo a effettuare una nuova spedizione. facebook “La Sobilla” 395 febbraio 2015 sommario

7 la redazione AI LETTORI/Né pAdroni né padrini 8 Andrea Papi POTERE/La “non democrazia” in agguato 10 Roberto Ambrosoli ANARCHIK/Ottimista per forza 11 Carlotta Pedrazzini NO EXPO/Le ragioni del dissenso

FATTI&MISFATTI 18 Tommaso Proverbio Milano/“Attenzione caduta anarchici” 18 Angelo Pagliaro Caso Mastrogiovanni/ A Salerno si processa la tortura, reato che (ancora) non c’è 19 Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni La tortura? Un reato. 19 Movimento NO-F35 del Novarese Novara/Il monumento al disertore

20 MESSICO/Dietro e oltre il massacro di Ayotzinapa 21 Orsetta Bellani Quattro scioperi nazionali, sit-in, manifestazioni, fl ash mob...

sommario 3 22 Claudio Albertani Il crimine di Iguala e la futura insurrezione

27 Orsetta Bellani LETTERE DAL CHIAPAS.5/ Un’analisi impietosa del sistema mediatico 31 Felice Accame À NOUS LA LIBERTÉ/ Estetica ed etica del disordine

33 Giulia Duca / a cura di Carmelo Musumeci 9999 FINE PENA: MAI/Anno fi ne coraggio: mai 34 Paolo Cossi “A” STRISCE/I proverbi visti da Paolo Cossi 35 Francesca Palazzi Arduini OSCURANTISMO/ Per chi leggono le Sentinelle 40 * * * ELENCO DEI PUNTI-VENDITA 42 * * * TAMTAM/I comunicati

DIBATTITO/Economia 45 Enrico Maltini Il suicidio del capitalismo? 46 David Graeber Il capitalismo selvaggio è tornato (e non si addomesticherà da solo) 52 Nicoletta Vallorani LA GUIDA APACHE/Chi ci guarda

54 Alessio Lega ...E COMPAGNIA CANTANTE/Cantacronache Un mito della canzone attraverso le sue immagini e la sua musica.

58 Sergio Secondiano Sacchi MUSICA/Nel ricordo di Bianca 59 Sergio Staino Un fumetto

63 Loretta Moramarco BASILICATA/Un solo bicchiere d’acqua vale più di mille barili di petrolio

RASSEGNA LIBERTARIA 66 Silvia Papi L’arte del vivere

4 sommario 67 Andrea Papi Decrescita, anarchia, amore, eutéleia 68 Camilla Galbiati Montelupo, nuovo disco di canti anarchici 69 Matteo Pedrazzini Piazza della Loggia, un’opera lirica, il depistaggio 69 Laura Tussi Taranto, città invisibile 70 Nicolò Comotti Cinema, rifl essioni in disordine/Dalla cantina 71 Leonardo Caffo Anarchia e cristianesimo/ Convergenze parallele? 72 Gaia Raimondi Ma il sogno non è il contrario della realtà 73 Stefania Mori Cent’anni di non-solitudine 73 Valeria Giacomoni Una bella fi gura di anarchica, maestra, naturista, femminista 75 Carlotta Pedrazzini Anarchia, rom, amore, Italia 76 Claudia Piccinelli Destini incontrati e raccontati 77 Cosimo Scarinzi Anarchia nel Regno Unito

79 Luigi Rigazzi ARMENI/ Un genocidio dimenticato 83 Roberto Gimmi PORTFOLIO/No Nukes 107 Federico Zenoni PAGINA DA STACCARE/ I segnAlibri 109 Andrea Staid ANTROPOLOGIA E PENSIERO LIBERTARIO/ Kurdistan, donne in prima linea 111 Leonhard Schäfer ARTE E STORIA/Revolution 1918 117 Paolo Pasi LETTERE DAL FUTURO/ Un telefono poco smart

sommario 5 118 * * * 37 ANNI FA/“A” 63

119 BAKUNIN/200 anni dopo 120 Franco Bunciuga Il valore liberatorio dell’arte 122 Giulio Spiazzi Educazione alla ribellione

CAS.POST.17120

126 Carlo Giacchin Padova/A proposito dello sciopero del 14 novembre 126 Renato Foschi Scienza/Il revival lombrosiano tra scienza e rivisitazioni 127 Ettore Pippi Radicamento nel sociale: primo problema 128 Fabio Massimo Nicosia Un radical/anarchico (o anarco-radicale) ci scrive 128 Gabriele Lugaro L’assenza di interessi di classe nelle nuove generazioni 129 Laboratorio Libertario Alfredo López Cuba-USA/Gli anarchici cubani dopo l’accordo 129 le compagne ed i compagni della Fed. Anarchica Milanese Milano/Un appello per la sede FAI

130 * * * I NOSTRI FONDI NERI/ Sottoscrizioni e abbonamenti sostenitori 131 * * * VERONA/Nuova sede della Biblioteca “G. Domaschi” 132 * * * LIBERTARIA 2015/La pratica della libertà e i suoi limiti

Direttrice responsabile Stampa e legatoria ISSN 0044-5592 In copertina: Fausta Bizzozzero Ingraf Industria Grafi ca - Milano Carta Bollani ecologica disegno di Grafi ca e impaginazione Confezione e spedizione Roberto Ambrosoli Grafi ca Roveda - Bollate (Mi) Con.plast - Cormano (Mi) Questa rivista è Registrazione al tribunale di Milano aderente all’USPI in data 24.2.1971 al n. 72 (Unione Stampa Periodica Italiana)

6 sommario ai lettori Né pAdroni né padrini

Con questo numero inizia la 45a annata della nostra rivista. Siamo un piccolo progetto editoriale, minimo se visto nell’ambito del diluvio di informazioni, testate, siti, blog, ecc. disponibili in questo mondo globalizzato. Abbiamo una nostra storia e un’identità precise, siamo uno spazio anarchico aperto alla rifl essione e alla discussione di chiunque senta il dovere di rifi utare le ingiustizie sociali, le discriminazioni, il razzismo, ecc... Di chiunque abbia voglia e piacere di navigare in direzione ostinata e contraria. I nostri consueti 9 numeri intendiamo farli regolarmente anche quest’anno. Non abbiamo padroni né padrini. Anche tu, se vuoi, puoi darci un pur piccolo contributo. E avrai l’onore di leggere il tuo nome nel consueto elenco dei nostri “fondi neri” (su questo numero, a pag. 130). Vuoi mettere? ■

ai lettori 7 potere La “non democrazia” in agguato

di Andrea Papi

La genesi della democrazia avrebbe dovuto trasferire la facoltà di decidere dal re al popolo, il quale non a caso in ogni costituzione viene defi nito “sovrano”. E invece...

neffi ciente e predona com’è, la cosiddetta “de- lico, e annullate le loro corti. Al loro posto sono stati mocrazia rappresentativa” andrebbe superata. fondati i parlamenti, luoghi propriamente atti a parla- I Le ultime elezioni regionali italiane, pur parziali re e confrontarsi come dice la stessa parola. La genesi e limitate, mettono bene in evidenza quanto sia fal- della democrazia dunque avrebbe dovuto trasferire la lace, oltre che menzognera e ingannatrice. È veri- facoltà di decidere e comandare dal re al popolo, il tiero e niente affatto scandaloso affermare che le quale non a caso in ogni statuto o costituzione viene modalità e i termini con cui si pone mostrano, con defi nito con grande rilievo “sovrano”. suffi ciente chiarezza, quanto nel farsi rinneghi se Non solo il fi ne dichiarato è stato eluso, ma bella- stessa e i presupposti su cui s’illusero di fondar- mente raggirato, irretito in maglie truffaldine che lo la i liberal-democratici suoi padri ideatori. Non è hanno snaturato, costringendolo verso scopi e mire neppure azzardato coniugare la sua impostazione che nulla hanno a che fare col senso originario, che con la miriade di ignobili “malaffari” (da tempo non anzi tradiscono sistematicamente. Quando si parla di più straordinari) che costellano i vari palazzi del- democrazia si dovrebbe correttamente intendere una la politica politicante, conseguenza ed anche frutto condizione politica per cui il popolo governa se stesso non secondari del rinnegamento/inganno appena invece di essere governato. Al contrario, dal trionfo sottolineato. Un collegamento neppure troppo sot- della rivoluzione americana in poi abbiamo avuto una tile e una sottolineatura di continuità/contiguità. serie di sviluppi tali per cui la democrazia è stata ine- Seppur apparentemente di natura diversa (teorico/ sorabilmente condotta verso un progressivo concreto gestionale l’una, strettamente pragmatica e bieca- affossamento. mente d’interesse personale l’altra), nella sostanza si tratta sempre di raggiri, truffe e inganni. Poteri Dove starebbe l’imbroglio insito nella democrazia moderna realizzata? Per rispondere chiedetevi per separati che cosa a suo tempo fu pensata e poi costruita, fra A dire il vero gli anarchici di tutte le tendenze, pe- l’altro con notevoli costi di lacrime e sangue. Dichia- rennemente inascoltati, fi n da subito han sempre ratamente per realizzare che il “popolo” (entità socio- tentato inutilmente di smascherarne l’insito inganno. politica astratta dimostratasi irrealistica e surreale) Personalmente ci tengo a sottolineare che non poteva non fosse più governato dall’alto di poteri monocratici essere diversamente. La democrazia avrebbe dovuto e dittatoriali, ma riuscisse a governarsi da se stesso erigere forme e strutture che dovevano essere auten- per non esser più sottomesso da chicchessia. A ri- tica espressione della volontà popolare. Invece fi n da prova il fatto che per raggiungere tale fi ne i monarchi subito ha eretto poteri separati che si sono sempre sono stati decapitati, in senso sia letterale che simbo- imposti, senza troppi problemi anche con la violen-

8 potere za. Pur non essendo affatto l’unica strada, ha scelto si stanno propagando a macchia d’olio, generate e di imporre le sue rappresentanze attraverso i partiti, indotte dalle continue delusioni offerte dai sedicenti i quali crearono immediatamente una dittatura par- democratici all’opera. titocratica occupando con metodo spartitorio tutte Un tale sostrato strutturale, fondato sull’inganno le istituzioni. Soprattutto, la democrazia rappresen- perché sistematicamente dichiara una cosa mentre tativa applicata ha scelto il metodo dell’imposizione ne fa un’altra, crea di fatto le condizioni, prima sim- della maggioranza sulle minoranze. Maggioranza non boliche poi pragmatiche, per costruire inganni su di popolo si badi, ma di delegati fi ltrati e scelti ov- inganni, dando inevitabilmente origine a un brodo viamente dai partiti, eletti sulla fi ducia senza nessun sottoistituzionale che sembra fatto apposta per in- mandato, tanto meno revocabile. vitare il malaffare organizzato a tuffarcisi. Abbiamo L’inganno sta nel fatto che mentre promette di così connivenze e convergenze tra malavita e potere dare voce e decisionalità a politico quasi “naturali”. Ciò tutti, soprattutto le persone che viene presentato all’o- semplici e gli ultimi, le sue È ormai evidente pinione pubblica come una applicazioni realizzano esat- collusione irregolare rappre- tamente il contrario: pochi che la “democrazia senta nei fatti un sistema contano ed hanno potere, rappresentativa” occulto ben radicato, in cui tutti gli altri sono sottomessi politica e malaffare/malavi- e vessati, gli ultimi esclusi non riesce ad essere ta si mescolano e si compen- ad ogni livello. In molte si- diano fi no ad erigere un vero tuazioni i risultati fattuali democratica, né tanto e proprio sistema, a tutti gli non hanno nulla da invidia- effetti organico a quello po- re ai disastri delle monocra- meno rappresentativa litico nel suo complesso. Ad zie e delle dittature. La diffe- ogni livello l’uno rappresen- renza è soprattutto di forma. Nelle democrazie diritti ta un elemento indispensabile per il funzionamento e uguaglianze vengono continuamente affermati (nei dell’altro. Non è un problema che riguarda le singole limiti del possibile rispettati quando non si creano persone. Chiaramente non tutti i politici sono corrotti fastidi), ma sistematicamente umiliati ed elusi dalle o conniventi. È però attivamente egemone un sistema oligarchie al potere. Nelle dittature, che dichiarata- trasversale che abbraccia tutte le anime della politi- mente e di fatto si fondano sull’imposizione e la re- ca istituzionale e che, nell’operare, emargina e rende pressione, non vengono neppure affermati. inoperanti i non coinvolti, ridotti a non contare in un Mentre tutta una serie di poteri costituiti fonda- sistema dove contare è tutto. mentali, come polizie, eserciti e magistratura, ven- gono decisi e scelti dalle élite al potere escludendo Lo stravolgimento ogni intervento di volontà popolare, per la gestione ordinaria ci sono i parlamenti in cui però si può espri- della cooperazione mere solo la casta degli eletti, che nelle ultime torna- Signifi cativo nell’ultimo scandalo romano, battez- te elettorali sono diventati espressione di minoranze zato “mafi a capitale”, il coinvolgimento niente affatto di elettori. Con le ultime elezioni regionali ad esem- secondario del sistema cooperativo, targato fra l’altro pio la quantità degli astenuti, in Calabria il 66% e in “rosso”. Il livello di degenerazione ha raggiunto uno Emilia-Romagna il 73%, è stata di gran lunga la forza stadio talmente avanzato che sembra impossibile maggioritaria. Eppure nei luoghi deputati alle deci- ogni serio recupero. Le cooperative, ormai ridotte dai sioni questa maggioranza non ha rappresentanti né politicanti di professione a strumenti per accalappia- può esprimersi. È la prova della fi nzione ingannevo- re a basso costo mano d’opera ricattata, non sono più le. Salta ogni rappresentanza degna di questo nome neppure vagamente l’ombra di quella meravigliosa snobbando la volontà popolare. La democrazia allora creazione proletaria che voleva realizzare una produ- non è più espressione del demos, ma di un’oligarchia zione autogestita come alternativa allo sfruttamento che lo inganna e lo sottomette con blandi raggiri. È capitalista. Prima con l’intervento corporativo dello ormai evidente che la “democrazia rappresentativa” stato fascista, poi con l’opportunismo partitico/spar- non riesce ad essere democratica, né tanto meno rap- titorio del dopoguerra, consapevolmente sono state presentativa. fatte degenerare per sottrarre un potenziale strumen- Come si può aderire o sostenere, senza esserne to di azione sovversiva dalle mani dei lavoratori. È complici e sostenitori dei suoi inganni e delle sue fal- urgente riappropriarsene, sottrarle alle nefandezze sifi cazioni, un’autoconclamata democrazia che per partitiche che ne hanno consapevolmente distrutto lo compiersi rinnega se stessa? In questo senso giocano spirito originario e riportarle ai valori e ai contenu- sicuramente un ruolo di primissimo piano la diffusa ti primigeni, in modo che rappresentino di nuovo un mancanza di consapevolezza politica, assecondata e luogo dove si attua veramente e consapevolmente so- coccolata dagli intellettuali organici ai poteri costi- lidarietà e cooperazione in antitesi allo sfruttamento tuiti, e una diffusissima educazione sistematica alla e all’oppressione. compiacenza. Senz’altro hanno un ruolo di primo pia- no anche la disaffezione e il senso d’impotenza che Andrea Papi

potere 9 Ottimista per forza di Roberto Ambrosoli

10 Anarchik No Expo Le ragioni del dissenso

testo di Carlotta Pedrazzini foto tratte dalla pagina facebook “Io non lavoro gratis per Expo”

Il 1° maggio si apre l’Expo. Dal 2007 una rete di comitati, associazioni, centri sociali e singoli militanti si batte per denunciarne la pericolosità in termini economici, sociali e ambientali. Proponendo pratiche virtuose e alternative.

’avversione nei confronti delle grandi opere In seguito alla nomina del capoluogo lombardo non è, come alcuni credono, dettata da ideali- quale sede di Expo 2015, il numero di partecipanti Lsmo bensì da un profondo pragmatismo. Chi alle mobilitazioni è cresciuto; sono nati diversi comi- si batte per affermare la dannosità di mega-progetti tati, associazioni e una rete, la Rete No Expo, impe- e mega-eventi lo fa a fronte di un’analisi ponderata gnata a coordinare tutte le soggettività implicate nella delle conseguenze che le grandi opere possono ave- lotta contro il mega-evento tra cui centri sociali, atti- re in termini ambientali, economici e sociali. E pro- visti del sindacalismo di base e singoli militanti. Fino prio una valutazione costi/benefi ci ha portato nel ad ora sono 2007 alcuni cittadini milanesi a mobilitarsi per im- state diverse pedire l’assegnazione dell’organizzazione di Expo, le manifesta- da parte dell’Uffi cio Internazionale delle Esposizioni (Bureau interna- tional des expositions, BIE), alla città di Milano.

No Expo 11 zioni, i presidi, gli scioperi, i climate camp (campeggi grandi marchi) né con il generale svolgimento dei di azione climatica) organizzati per esprimere il forte lavori di preparazione: cementifi cazione di aree verdi dissenso nei confronti dell’evento, della gestione dei e agricole, costruzione ex-novo preferita alla valoriz- lavori ad esso connessi e per proporre una visione zazione delle strutture esistenti, a cui sono seguiti alternativa e antagonista di sviluppo e valorizzazione diminuzione e deturpamento del capitale naturale del territorio. di quella zona. Quella condotta dalla Rete No Expo è una batta- Ma le critiche non si fermano solo al modello di glia volta a smascherare le illusioni in seno all’or- sviluppo; anche i contenuti dell’evento sono stati po- mai imminente esposizione universale e le sue con- sti sotto accusa, ossia il modo di guardare all’alimen- traddizioni, a partire dal tema. Nutrire il pianeta. tazione e al cibo principalmente attraverso l’ottica di Energia per la vita stride infatti con la realtà di una industrializzazione, che tiene maggiormente conto di regione che negli ultimi anni non ha eccelso nella mercati e profi tti, mettendo da parte qualità, cultura salvaguardia del proprio patrimonio agricolo o nella e soprattutto i piccoli produttori. valorizzazione delle produzioni locali; da decenni in A fronte dell’aumento della popolazione mondiale, Lombardia si dissolvono annualmente migliaia di dei consumi alimentari ed energetici, il tema Nutrire ettari di aree agricole a cui, dal 2008, si aggiungo- il pianeta. Energia per la vita risulta calzante; ma le no quelle irrimediabilmente compromesse per dare proposte che saranno presentate tra i padiglioni di spazio al sito Expo e alle infrastrutture ad esso col- Expo 2015 a soluzione di questi problemi (come, ad legate quali TEM (tangenziale est esterna di Milano) esempio, innovazione Ogm-biotech e catena alimen- e il collegamento autostradale Brescia-Bergamo- tare industriale) sono fonte di un aspro disaccordo Milano (Brebemi). da parte della Rete No Expo, per la quale Ogm e in- dustria non costituirebbero affatto una soluzione alle In lotta diffi coltà agro-alimentari mon- diali, ma un’ulteriore fonte di contro il cemento preoccupazione. Gli appartenenti alla Rete No Expo sottolineano come il progetto di sviluppo legato all’esposizione universale, costituito principalmente da cemento, asfalto e mega-costruzioni, non si avvicini in al- cun modo a quella sostenibilità am- bientale ampia- mente propagan- data e conclama- ta. I membri della rete affermano che il modello eco-so- stenibile a cui l’in- tero evento intende ispirarsi non sia compatibile né con gli attori coinvolti (grandi aziende e

12 No Expo Non è tutto. Da tempo i comitati mettono in guar- dia dall’illusoria credenza che effetti positivi possa- no essere generati dall’evento; effetti che sarebbero in grado, secondo gli estimatori dell’esposizione, di risollevare l’economia milanese e quella lombarda, con ricadute benefi che per l’intero paese. Ma la storia recente delle esposizioni universali (Siviglia 1992, Lisbona 1998, Hannover 2000 e Saragozza 2008) ci insegna qualcosa di diverso. Nonostante i copiosi investimenti, questi appuntamenti non hanno goduto della partecipazione di pubblico pre- vista cosicché non solo l’obiettivo di guadagno pre- fi ssato non è stato raggiunto, ma è stato addirittura ingenerato un debito di cui la collettività ha dovuto farsi carico. Il loro fallimento va ricercato nell’ana- cronismo di una fi era campionaria di enormi pro- porzioni al tempo dell’iper-connessione e della ve- locità di movimento. L’esposi- zione è infatti fi glia di un modo

No Expo 13 di pensare che risultava vincente alle porte del XX se ci sarà una ‘‘svendita’’, si aprirà letteralmente secolo, epoca di incipiente industrializzazione, ma una voragine nei conti pubblici che porterà ad un che non può più essere considerato di successo so- possibile intervento della Corte dei Conti oltre alla prattutto oggi, in periodo di piena crisi economica. generazione di un debito a cui i cittadini dovranno Inoltre, i comitati No Expo hanno espresso più far fronte, che lo vogliano o meno. L’orizzonte eco- volte la loro paura riguardo la possibilità che l’or- nomico non si dimostra roseo: nessun guadagno ganizzazione dell’esposizione a Milano potesse tra- per gli enti pubblici che stanno lottando per non sformarsi in un abissale debito e con il passare dei ritrovarsi in perdita, tantomeno per la collettività mesi questo timore sembra concretizzarsi sempre che rischia di doversi accollare un debito che non di più. L’ombra della manovra speculativa volta a ha contribuito a creare. drenare soldi pubblici per l’arricchimento di privati era stata denunciata dai comitati già all’avvio del- Lavoro gratuito? le pratiche di acquisizione dei terreni sopra i quali il sito Expo sarebbe stato costruito. In seguito alla No, grazie nomina di Milano quale sede di Expo 2015, comune Un punto sul quale la mobilitazione della Rete e regione decisero che l’esposizione avrebbe dovuto No Expo si è dimostrata molto incisiva riguarda i avere luogo su terreni di proprietà di soggetti privati, contratti di lavoro. Un accordo in materia, pensato ma da acquistare, va da sé, con soldi pubblici; la specifi camente per Expo 2015 e sottoscritto il 23 lu- società Arexpo Spa (partecipata a maggioranza dalla glio 2013 da Expo Spa e dai sindacati confederali e regione Lombardia e dal comune di Milano) ha così di categoria, prevede il ricorso massiccio all’appren- acquistato i terreni da privati, per la precisione da distato e, in modo ancor più sorprendente, al lavo- Fondazione Fiera Milano e dalla società Belgioioso ro gratuito. 18500 è il numero di (gruppo Cabassi). contratti disponibili per chiunque Per poter rientrare dell’investimento iniziale, da volesse prestare la propria ma- qualche tempo si sta cercando un compratore di- nodopera a Expo senza ottenere sposto ad acquistare il lotto di un milione di metri alcuna retribuzione in cambio. Al quadrati per 315,4 milioni di euro (soglia minima per un rientro dell’investimento). Ma alla gara per la vendita dei terreni con scadenza il 15 novem- bre non si è pre- sentato nessuno. La faccenda sta iniziando a farsi molto seria e di- mostra che le per- plessità avanzate dagli appartenenti alla rete No Expo non erano infon- date; se nessun compratore sarà disposto ad acqui- stare i terreni, o

14 No Expo fi ne di boicottare le previste assunzioni senza retri- buzione, i comitati hanno lanciato la campagna ‘‘Io non lavoro gratis per Expo’’ a cui molti giovani han- no deciso di aderire con l’intento di procurare all’e- sposizione un defi cit di manodopera. Al momento, il numero di volontari dichiaratisi disponibili a pre- stare la propria opera a partire dal 1 maggio 2015 sembra attestarsi a meno della metà di quelli ri- chiesti dagli organizzatori. L’incompiuto raggiungimento del numero di la- voratori non è l’unico obiettivo mancato. I lavori all’interno dei cantieri, infatti, proseguono molto a rilento, complici non solo le mobilitazioni ed i pre- sidi, ma anche le diverse indagini aperte a causa di sospette infi ltrazioni mafi ose, corruzione e irregola- rità. Tra i progetti ancora lontani dalla realizzazio- ne, una ‘‘via d’acqua’’ lunga circa 20 chilometri che dovrebbe collegare il Canale Vil- loresi al Naviglio Grande, pas-

No Expo 15 sando dal sito espositivo. Durante il corteo svoltosi Un altro modo a Milano lo scorso 22 novembre, la Rete No Expo, è possibile insieme ai comitati No Canal che da tempo si batto- no per la cancellazione di questo specifi co progetto, Durante la manifestazione tenutasi l’11 e il 12 ot- ha proposto alla società organizzatrice di stornare i tobre organizzata dalla Rete No Expo, è stato redat- 45 milioni di euro stanziati per un’opera che quasi to un documento politico in cui i futuri intenti dei sicuramente non sarà costruita in tempo, e di resti- membri attivi nelle mobilitazioni sono stati esplicita- tuirli alla cittadinanza. Una richiesta che acquista ti. Non solo ostruzionismo nei confronti di Expo, non ancora più senso se si considerano i danni provocati solo denuncia delle sue caratteristiche devastanti recentemente dalle esondazioni di Seveso, Lambro, per l’assetto sociale-economico-ecologico di Milano Olona e l’emergenza di dissesto geologico riscontrata e dintorni, ma anche una riaffermazione del Diritto in alcune zone della città. alla Città. Perché la Rete No Expo non vuole limi- Il blocco dei lavori di costruzione della cosiddetta tarsi a dissentire, ma propone di rilanciare pratiche “via d’acqua’’, opera che dovrebbe attraversare l’in- virtuose e costruttive, alternative a quelle egemoni. tero polmone verde di Milano, ossia quattro parchi Pratiche di riappropriazione degli spazi cittadini che ad ovest della città, sarebbe una vittoria per i co- fungano da laboratorio per esperimenti di autopro- mitati No Canal che per diverso tempo, ad ogni ora duzione e autogestione e che veicolino il messaggio del giorno e con ogni clima, hanno sfi dato le ruspe che un altro modo di gestione territoriale è possibi- intralciando lo svolgimento dei lavori. le. Un’altra via che non contempli speculazione fi - Ad oggi le varie soggettività implicate nella Rete nanziaria, imposizioni dall’alto, ma che faccia leva No Expo continuano la loro lotta, consci della neces- e incentivi la partecipazione e l’inclusione; che non sità di estendere dissenso e resistenza al mega-even- preveda mega-costruzio- to ad una cerchia molto più ampia di persone. Non ni e cementifi cazione, ma si tratta infatti di una lotta di quartiere, ma di uno che avvenga nel rispetto scontro aperto con tutte le pratiche economiche e dell’ambiente. politiche che Expo incarna e di cui è diretta emana- zione. Non riguarda in prima persona solo i cittadini di Milano, ma l’intera collettività. Sì perché il ‘‘siste- ma Expo’’ risulta essere uno strumento nelle mani di grandi attori economici e fi nanziari, i quali stanno in tutti i modi tentan- do, tramite il dre- naggio di capitali pubblici, il conso- lidamento a livello locale di logiche di accumulazione che beneficiano pochi grandi circuiti e che impediscono la distribuzione della ricchezza prodotta localmente.

16 No Expo L’opposizione a Expo non vuole essere fenomeno temporaneo, ma banco di prova per tutti gli attori sociali impegnati nella costruzione di alternative socio-economiche e politiche. Le lotte alla preca- rizzazione, al consumo di suolo, alla fi nanziarizza- zione, alla corruzione, all’industria agro-alimentare basata su biotecnologie e Ogm, la volontà di riap- propriazione del potere decisionale in materia di gestione dei territori non riguardano solo l’esposi- zione universale di Milano e non svaniranno con la chiusura dei padiglioni il 31 ottobre 2015; conti- nueranno ad alimentarsi e a concepire nuove prati- che di gestione inclusiva dei territori. Nell’assoluta certezza che un altro sistema è possibile. Sempre che lo si voglia trovare.

Carlotta Pedrazzini

No Expo 17 Fatti & misfatti

Milano/ imputati furono prosciolti “perché il fatto smartphone; i vari video sono stati as- non sussiste”. Di tutto questo non se ne semblati e poi diffusi sul web ottenendo “Attenzione parla più, e cosa ci rimane? Niente! Ecco un discreto successo. “Aspetta a but- perché bisogna tener viva la memoria! tarlo giù, fagli avere prima un malore!”, caduta A tal proposito, un gruppo di ragaz- grida un ragazzo che riprende la scena anarchici” zi appartenenti a diversi licei milanesi, col telefonino mentre un altro lascia un hanno deciso di lanciare da una fi nestra cartello con su scritto: attenzione cadu- A 45 anni dalla morte del compagno della rispettiva scuola, un manichino ta anarchici. Giuseppe Pinelli troppe ombre attor- con stampata sul volto l’immagine di Pi- Con un gesto semplice e un pizzi- niano la vicenda. Nel corso degli anni nelli. Questi ragazzi, appartenenti a Mi- co di ironia si è riusciti a riportare nelle le istituzioni hanno cercato di seguire la lano Attiva (un’associazione che si oc- scuole un senso critico e coscienza sto- via della pacifi cazione e della mediazio- cupa di informazione e cultura a livello rica. Una manifestazione del genere non ne: nessuna vittima, nessun carnefi ce. giovanile), hanno fatto partire la campa- poteva che colpire e suscitare interesse Al giorno d’oggi, però, non se ne par- gna “Lancia il Pinelli”. L’iniziativa è stata perché “la memoria è un presente che la più. Tra i giovani miei coetanei, pochi, colta con entusiasmo principalmente non fi nisce mai di passare”, o almeno anzi pochissimi sanno chi era Pinelli. dai ragazzi appartenenti ai vari collettivi, così dovrebbe essere. Non ci si pone neanche più la doman- e successivamente ha suscitato inte- da: il disinteresse è totale. Sebbene la resse anche negli altri. Manzoni, Vittorio Tommaso Proverbio versione uffi ciale sancisca la tesi del Veneto, Parini, Bottoni, Beccaria, Brera, Milano suicidio, resteranno sempre troppi dub- Boccioni, Virgilio: moltissimi sono i licei bi e incongruenze a riguardo. L’omertà che hanno aderito. Ciò è servito ad in- ha vinto coprendo un omicidio di Stato formare tutti quei giovani che non san- e difendendo l’atto squadrista di quat- no cosa accadde in quegli anni. Ogni Caso Mastrogiovanni/ tro poliziotti. Il 27 ottobre del ‘75 tutti gli scuola ha documentato il tutto con uno A Salerno si processa la tortura, reato che (ancora) non c’è

La prima udienza del processo d’appello Si è tenuta venerdì 7 novembre 2014, presso un’affollata aula del Tribunale di Salerno la prima udienza, subito rinvia- ta, del processo d’appello per la morte di Franco Mastrogiovanni. Dei sei medi- ci imputati e condannati in primo grado a pene variabili da due a quattro anni, era presente solo Michele Della Pepa, mentre dei dodici infermieri, tutti incre- dibilmente assolti, solo cinque hanno ritenuto di doversi presentare in aula. Il Presidente della Corte d’Appello di Sa- lerno, Michelangelo Russo, in apertura dell’udienza, ha dichiarato, così come fece Elisabetta Garzo, Presidente del A sinistra: Un gruppo di studenti del collettivo del liceo scientifi co milanese Vittorio Tribunale di Vallo della Lucania nel pro- Veneto. A destra: Uno dei manichini utilizzati. cesso di primo grado, di voler calendariz-

18 cronache sto Stefano, per Mastrogiovanni la prova La prossima udienza è fi ssata per il è agli atti ed è il “video dell’orrore” che 10 marzo 2015. La tortura? dimostra che in Italia esiste la tortura. Il Un reato. fi lmato della durata di oltre 83 ore co- Angelo Pagliaro stituisce una prova “inoppugnabile” e [email protected] Chiediamo, oltre all’intro- “incorruttibile” di ciò che è drammatica- del Comitato Verità e Giustizia per duzione nel nostro ordina- mente successo. Francesco Mastrogiovanni mento del reato di tortura, Per questi aggeggi elettronici è evi- che sia garantito ai familiari dente che non valgono le false testimo- e alle associazioni l’accesso nianze, gli stati di rimozione e negazione in ogni momento ai reparti, e/o le alchimie processuali. I tentativi di Novara/ che i pazienti siano trattati scaricare il barile addosso ad altri (in nel rispetto della propria di- genere ai sottoposti) si infrangono come Il monumento al gnità personale conservando onde del mare sugli scogli davanti alla i propri abiti civili e gli effet- dura realtà delle immagini che si fanno disertore ti personali, che siano posti verità, storia e memoria di una morte di- In piazza delle Erbe a Novara, il 2 nelle condizioni di poter co- sumana, priva di pietas e di dignità dove novembre è stato inaugurato il Monu- municare con l’esterno, sia l’uomo, il medico, l’operatore sanitario ha mento al Disertore. A cento anni dallo attraverso i personali telefoni annullato la propria coscienza non sap- scoppio della grande guerra, vogliamo cellulari che con i telefoni di piamo ancora in nome di quale routine tornare a gridare la nostra opposizione reparto e che sia riconosciuto o ubbidienza. Nonostante la sentenza di all’idea che ci sia sempre un nemico ol- loro il diritto alla propria di- primo grado abbia assolto i dodici infer- tre la frontiera. Il nostro nemico non è fesa e immediata opposizione mieri siamo convinti che, nel processo oltre la frontiera, ma è tra noi. È colui al Tso, anche attraverso l’in- d’appello, il comportamento gravemen- che si arricchisce e manipola l’informa- tervento di familiari, associa- te negligente del personale sanitario in zione e trova in altri la responsabilità zioni o legali di fi ducia. servizio sarà rianalizzato. delle nostre miserie. È colui che ogni A suo tempo, i consulenti tecnici del giorno toglie a noi un pezzo di vita per Comitato Verità e Giustizia GIP Rotondo, dottori Maiese e Ortano, non perdere i propri attuali privilegi e per Francesco Mastrogiovanni parlarono, per il personale medico e pa- l’acquisizione di nuovi. ramedico, nella loro perizia, di negligen- za commissiva nel mettere in atto una Movimento NO-F35 del novarese zare le udienze e concludere il processo contenzione fi sica con le modalità sopra www.noeffe35.org - [email protected] emettendo la sentenza entro il mese di descritte e di negligenza omissiva nel fb: Movimento NO F35 del Novarese dicembre 2015. non controllare, monitorare e nutrire il Alla prima udienza, oltre ai famigliari paziente per tutto il periodo del ricove- del maestro cilentano, erano presenti nu- ro. Da parte nostra vogliamo ribadire, merosi componenti del Comitato Verità e come dimostra il fi lmato, che i dodici in- Giustizia, i legali e i rappresentanti delle fermieri del reparto di psichiatria di Vallo associazioni che si sono costituite parte della Lucania sono stati soggetti attivi civile e l’operaio Giuseppe Mancoletti, nelle 83 ore di contenzione di France- compagno di stanza di Mastrogiovanni sco Mastrogiovanni e hanno agito in che, come si vede nel “video dell’orrore”, prima persona (con autonomia di scel- legato al letto di contenzione, per poter ta e responsabilità così come prevede bere poche gocce d’acqua dovette far il codice) e quindi avevano l’obbligo di cadere una bottiglia sul tavolo. Scene al- denunciare gli abusi e i comportamenti lucinanti che hanno fatto il giro del mon- disumani che si verifi cavano sotto i loro do e che fanno rabbrividire perchè ricor- occhi. dano i lager nazisti, i gulag staliniani e le “Se si potesse chiederemmo che sia- carceri allestite dai torturatori dei regimi no condannati ad essere semplicemente latinoamericani. dei buoni medici ed infermieri”. Con questa battuta il Presidente del Il video dimostra che in Italia Comitato Verità e Giustizia per Franco la tortura esiste Mastrogiovanni, Giuseppe Tarallo, ha Dopo la vergognosa, quanto clamo- sintetizzato lo spirito che ha mosso, sin rosa, sentenza Cucchi vogliamo evitare dall’inizio, i tanti cittadini che tanto han- che anche il processo d’appello per la no dato e continuano a dare tutto il loro morte di Mastrogiovanni abbia lo stesso apporto affi nchè venga affermata un po’ esito. Mentre nel caso di Stefano Cucchi di giustizia visto che la verità, su quanto si spera che qualche testimone racconti è accaduto all’insegnante anarchico, ce la verità sugli autori dei due pestaggi e l’ha raccontata un video della durata di sulle violenze alle quali è stato sottopo- oltre 90 ore.

cronache 19 Due manifestanti travestiti da presidente Enrique Peña Nieto e dalla fi rst lady.

20 Messico Messico Dietro e oltre il massacro di Ayotzinapa

testi di Orsetta Bellani e Claudio Albertani foto di Orsetta Bellani

Dal 26 settembre scorso, quando la Polizia Municipale di Iguala (stato di Guerrero) ha sequestrato e fatto sparire 43 studenti magistrali della scuola di Ayotzinapa, in Messico non si smette di manifestare (si tratta, dal 2006, di oltre 25.000 scomparsi). E si diffondono pratiche assembleari e di gestione dal basso della vita sociale, al di fuori della politica statale.

solidarietà con i 43 desaparecidos e le loro famiglie, e Quattro scioperi ogni giorno sono organizzati sit-in, marce, fl ash mob, vengono occupate strade e autostrade, aeroporti e municipi. In Messico si è formato un vero e proprio movi- nazionali, sit-in, mento che chiede le dimissioni del presidente Enri- que Peña Nieto, considerato responsabile non solo della vicenda degli studenti di Ayotzinapa, ma dei manifestazioni, circa 100mila morti e 23mila desaparecidos che si contabilizzano nel paese dal 2006 ad oggi. La spa- rizione dei 43 studenti è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. fl ash mob... “Il movimento chiede la rinuncia del presidente perché è considerato responsabile della violenza di di Orsetta Bellani stato, e quindi di quello che è successo ai ragazzi”, spiega Román Hernández Rivas del Centro di Di- ritti Umani Tlachinollan, che lavora con le famiglie Dal 26 settembre scorso, quando la Polizia Muni- dei ragazzi scomparsi. “Ad ogni modo gli studenti di cipale di Iguala (stato di Guerrero) ha sequestrato e Ayotzinapa affermano che il problema non è Peña fatto sparire 43 studenti magistrali della scuola di Nieto in sé, ma la struttura su cui si sostiene il siste- Ayotzinapa, in Messico non si smette di manifestare. ma politico, che permette a una fi gura come la sua Sono già stati convocati quattro scioperi nazionali in di stare al potere. Gli studenti stanno cercando reali

Messico 21 garanzie di non ripetizione di quello che è successo, e non le possono chiedere allo stato messicano visto che lui stesso commette violazioni ai diritti umani. Per questo la popolazione ha occupato una ventina di municipi nello stato di Guerrero, dove si sono formati consigli popolari con l’idea di generare un processo di costruzione politica dal basso, che stabilisca spazi dove si possano prendere decisioni collettivamente e fuori dalla politica partitica. È un esperimento che prende ad esempio le Giunte di Buon Governo pre- senti in territorio zapatista”.

Orsetta Bellani @sobreamerica Il crimine di Iguala e la futura insurrezione di Claudio Albertani

Lo scorso 26 settembre, a Iguala, sono stati fatti sparire quarantatré studenti della Scuola Normale Rurale “Raúl Isidro Burgos” di Ayotzinapa, Guerre- ro, altre sei persone sono state assassinate – tra cui cinque normalisti, uno dei quali brutalmente scuo- iato –, in venticinque hanno riportato ferite. Di fron- te a un crimine di tali dimensioni non si può far altro che provare indignazione, raccoglimento e impoten- za. Subito dopo, però, sorgono le domande. Chi sono i responsabili? L’ex sindaco di Iguala, José Luis Abarca, e sua moglie, María de los Ángeles Pineda, presunti man- danti del crimine, fi no a ieri latitanti? tuto farlo? La polizia municipale di Iguala, che ha arrestato Al Procuratore Generale della Repubblica, Jesús gli studenti? Murillo Karam, che non ha agito contro l’ex sindaco, La polizia municipale di Cocula, che le ha dato nonostante le reiterate denunce? una mano? Il Partito della Rivoluzione Democratica, che ha L’esercito federale, che pur assistendo ai fatti, non coperto tanto Aguirre quanto Abarca? è intervenuto? Il Segretario del Governo Osorio Chong, che porta La gang dei Guerreros Unidos, legato ad Abarca, avanti la sua propria guerra contro i normalisti? presunta responsabile della sparizione degli studen- I burocrati dell’Unione Europea, che pur di non ti, dopo che questi erano gli stati consegnati dalla perdere affari lucrosi sostengono “gli sforzi del go- polizia? verno”? Si parla di una rete di complicità. Ma fi n dove ar- Le scuole rurali della Normale fanno parte di un riva? ampio progetto di educazione popolare nato durante Al deposto governatore di Guerrero, Ángel Aguir- la Rivoluzione Messicana. La loro stessa esistenza re, che non ha arrestato Abarca quando avrebbe po- è un grido contro il vigente modello economico, in

22 Messico cui non c’è spazio per i giovani contadini, informati verbale della polizia. Alcuni giorni dopo, il 7 gennaio e critici. La SEP, i burocrati del Sindacato Naziona- 2012, un trattore ha investito un gruppo di normali- le dei Lavoratori dell’Educazione, i mezzi di comu- sti che aspettavano un passaggio lungo la strada fe- nicazione, l’establishment accademico, la polizia, i derale Acapulco-Zihuatanejo. Varie persone hanno ri- giudici, i giornalisti e tutti i principali partiti politici portato ferite e due sono morte. Lo scorso 24 maggio, sono complici del massacro perché, in un modo o Aurora Tecoluapa, studentessa della Scuola Normale nell’altro, hanno contribuito a fabbricare l’immagine Rurale “General Emiliano Zapata”, di Amilcingo, Mo- dei normalisti come dei propagatori della guerriglia e relos, è stata uccisa da una macchina lungo la strada quella degli studenti come individui-canaglie. México-Oaxaca, mentre sei sue compagne hanno ri- Non c’è solo il crimine di Iguala. Il 12 dicembre portato ferite. 2011 la polizia di Aguirre ha ucciso astutamente due Stiamo vivendo una guerra dello Stato messicano studenti sempre della Scuola Normale, Jorge Alexis contro i giovani, soprattutto i giovani ribelli di ori- Herrera e Gabriel Echeverría, durante uno sgombero gine proletaria. Il 2 ottobre 2013 l’attivista liberta- violento dell’Autostrada del Sole. “Bisognava liberare rio Mario González García è stato arrestato a Città la strada”, ha riportato senza troppi giri di parole il del Messico mentre stava andando in autobus a una

Messico 23 manifestazione. Ossia, è stato arrestato senza aver Un crimine come quello di Iguala potrebbe avveni- commesso alcun reato, ma per il solo fatto di esse- re ovunque: certamente in Palestina, Siria, Iraq, ma re un noto attivista, che aveva partecipato alla lotta anche in Francia, negli Stati Uniti, in Italia... La dit- in difesa dei Colegios de Ciencias y Humanidades tatura dell’economia burocratica ha bisogno di una (CCH). Anche se pare assurdo, Mario è stato con- costante violenza. Siamo tutti esseri collettivamen- dannato e tuttora si trova in carcere nonostante non te prorogati con data di scadenza; non siamo più abbia commesso nessun reato, proprio come Josef mortali come individui, ma in quanto gruppo la cui K, il protagonista de Il proceso, il romanzo di Kaf- esistenza è autorizzata solo fi no a ordine contrario. ka. Lo scorso 19 ottobre, mentre nel paese cresceva Come spiegare la reazione (fi no ad ora) modesta l’indignazione per i fatti di Iguala, un altro giovane, del popolo messicano di fronte a fatti tanto terribili? Ricardo de Jesús Esparza Villegas, studente del Più di mezzo secolo fa, Günther Anders – fi losofo Centro Universitario di Lagos, Jalisco, è stato ucciso e attivista antinucleare – rifl etté in maniera lucida dai poliziotti statali nella città di Guanajuato, dove si e spietata sul problema di come il mondo attuale trovava in visita per assistere al Festival Cervantino. produce esseri disumanizzati, che non conoscono Sarebbe sbagliato ritenere che questi crimini ab- rimorso o vergogna alcuna di fronte agli orrendi cri- biano a che vedere con una sorta di “ritardo” del mini da loro stessi commessi. Viviamo una nuova Messico. Sono, invece, eventi assolutamente moder- fase del totalitarismo che trasforma gli esseri uma- ni, “banali” nel senso denunciato da Hannah Arendt ni in parti meccaniche incapaci di reazioni umane. quando, orripilata, parlava della banalità del male. Per quanto infernale possa apparire, esistiamo solo

24 Messico come parti meccaniche o come materiale richiesto dalla macchina. Nonostante tutto, però, non è ancora detta l’ul- tima parola. “Da qualunque angolo lo si guardi, il presente non ha una via d’uscita. Non è la minore delle sue virtù”, scrivevano anni fa gli anonimi au- tori di un celebre pamphlet, La insurrección que vie- ne. E aggiungevano: “la sfera della rappresentazione politica si chiude. Da sinistra a destra è lo stesso nulla che adotta pose canine o arie virginali, sono le stesse teste oscillanti che si scambiano i loro discor- si secondo le ultime scoperte del servizio di comu- nicazione. […] Niente di quanto viene presentato è all’altezza della situazione. Nel suo stesso silenzio, la gente sembra infi nitamente più adulta di tutte quel- le marionette che litigano per governarla”. Queste parole che si riferiscono alla Francia e alla dispera- zione dei giovani migranti nei ghetti delle metropoli europee si possono applicare perfettamente a quello che stiamo vivendo qua e ora. Oggi, in questo Messi- co tanto martirizzato, non abbiamo altra possibilità che rompere il silenzio e inventare la nostra propria insurrezione.

Claudio Albertani traduzione dal castigliano di Arianna Fiore

Messico 25 Tutte le foto in queste pagine sono state scattate durante la manifestazione tenutasi a Città del Messico il 20 novembre scorso.

26 Messico 5 Lettere dal Chiapas Un’analisi impietosa del sistema mediatico

di Orsetta Bellani

È quella sviluppata dagli zapatisti nell’ultimo periodo. E di fronte alla strage di Ayotzinapa e alla mobilitazione in nome dei 43 studenti desaparecidos (di uno è stato trovato il cadavere cremato)... Orsetta Bellani

Una promotora de comunicación zapatista

Lettere dal Chiapas 5 27 Il primo movimento guerrigliero dell’era dell’informazione. Manuel Castells

Corrono i giornalisti su e giù per il corteo, con macchine fotografi che e videocamere alla mano, per catturare immagini di ogni suo momento. Gli zapati- sti marciano a passo svelto e in silenzio per le vie del centro di San Cristóbal de Las Casas, in fi le indiane lunghe e ordinate. Mostrano cartelli che dicono “il vostro dolore è il nostro dolore”, “la vostra rabbia è nostra”, “non siete soli”. Parlano alle famiglie degli studenti di Ayotzinapa, un paese nello stato di Guerrero, che la notte del 26 settembre 2014 sono stati attaccati mentre viag- giavano in autobus dalla Polizia Municipale e da un gruppo di sicari, che hanno sparato contro di loro. Sei persone sono rimaste uccise -tra cui il giovane Julio César Mondragón, a cui sono stati asportati gli occhi e la pelle dal viso, lasciando solo il cranio ricoperto di sangue- e 43 studenti sono desaparecidos, spariti nel nulla. In tutto il paese si manifesta per chiedere giustizia, non solo per i ragazzi di Guerrero ma per i più di 100mila morti e 22mila desaparecidos che si registrano nel paese dal 2006 ad oggi. Un ragazzo con una maglietta attillata e un pas- samontagna di lana riprende il corteo da un muretto leggermente rialzato, mentre un suo compagno segue con la videocamera la testa della marcia. Sono promo- tores de comunicación, comunicatori zapatisti. Sono soprattutto giovani con meno di 30 anni che scattano foto, montano video e audio, scrivono articoli e dise- gnano posters1. Il loro lavoro è la risposta a una ri- chiesta che l’Ejército Zapatista de Liberación Nacional (EZLN) fece nel 1995, quando si sedette a negoziare con il governo nel paese di San Andrés Larráinzar e pretese che ai popoli indigeni venisse garantito l’ac- cesso ai mezzi di comunicazione2. Il Congresso non ratifi cò gli Accordi di San Andrés, e gli zapatisti de- cisero di formare i propri comunicatori avvalendosi Mural nel Caracol di Morelia della collaborazione di collettivi e organizzazioni della società civile. “Organizziamo corsi di formazione in tutti i Cara- di comunicazione e progettano una campagna, che coles, in modo che le comunità siano capaci di creare può consistere in poster e audio per la radio”. da sole un video, dall’inizio alla fi ne”3, spiega Paco Vázquez del collettivo Promedios de Comunicación I promotores Comunitaria, di cui fanno parte attivisti messicani e di altri paesi del mondo. “All’inizio i video venivano de comunicación prodotti più che altro per denunciare all’esterno delle Juana cucina fagioli e prepara tortillas, lava i panni comunità le violazioni ai diritti umani causate dai e allatta il fi glio, mentre la piccola radio a pile ronza gruppi antagonisti all’EZLN, ma a partire dal 2007 gli appesa a un chiodo. Trasmette musica e notizie, pro- zapatisti hanno dato priorità alla produzione ad uso grammi di approfondimento politico, dibattiti sulla interno, per le stesse comunità. Si documentano le lotta zapatista e di altri popoli del mondo. È Radio assemblee, gli accordi a cui si giunge in caso di con- Insurgentes, la voz de los sin voz4 del Ejército Zapatista fl itti risolti dalla Giunta di Buon Governo, gli eventi de Liberación Nacional, un’emittente inizialmente in e le marce. L’idea degli zapatisti è che un prodotto mano ai guerriglieri dell’EZLN che nel 2005 è passata audiovisuale possa essere funzionale alla costruzione ai municipi autonomi zapatisti, ovvero alla base civile dell’autonomia. Ad esempio, se decidono di fare una dell’organizzazione5. Ora Radio Insurgente è un mez- campagna di sensibilizzazione per la vaccinazione dei zo di comunicazione comunitario, gestito dalle basi bambini, uniscono la commissione di salute e quella d’appoggio zapatiste.

28 Lettere dal Chiapas 5 Orsetta Bellani

Nelle comunità autonome esistono cabine radio veniente, perché può essere utilizzato come telefono, e stanze con computer in cui lavorano i promotores radio, lettore mp3, macchina fotografi ca, orologio e de comunicación, montando audio e video, inviando computer. Gli indigeni, come tutti, sono affascina- mail. È un’immagine che può risultare stridente a ti dalla tecnologia perché è intrigante e offre molte un occhio esterno, abituato a considerare i popoli possibilità. Perché ne dovrebbero rimanere fuori?”. indigeni come chiusi in se stessi e portatori di una cultura che attraverso il contatto con la tecnologia EZLN potrebbe contaminare la sua “purezza”. “Alcuni dicono che stiamo cambiando la cultura e i media degli indigeni, ma sono gli indigeni a decidere se e La comunicazione ha avuto un ruolo centrale per come cambiarla. Negli Accordi di San Andrés hanno il movimento zapatista. Dai suoi albori, l’EZLN ha chiesto di poter accedere alla tecnologia, chi siamo trovato un modo originale di raccontarsi e analizzare noi o lo stato messicano per dire ‘voi non potete far- la realtà, soprattutto attraverso la penna ironica e lo’?”, afferma Paco Vázquez del collettivo Promedios de affi lata del subcomandante Marcos. I suoi scritti sono Comunicación Comunitaria. “Nelle comunità indigene stati fondamentali nel rendere il progetto zapatista quasi tutti i giovani hanno uno smartphone, malgrado un punto di riferimento per i movimenti sociali di abbiano una cattiva connessione a Internet. Per una tutto il mondo. persona che non ha molti soldi è l’acquisto più con- Il rapporto dell’organizzazione con i mezzi di co-

Lettere dal Chiapas 5 29 municazione ha attraversato fasi differenti nei suoi 1 Un video sulla “otra comunicación”, la comunicazione autonoma vent’anni di vita. All’inizio il subcomandante Marcos zapatista e il lavoro dei promotores de comunicación si trova all’in- appariva in pubblico spesso e volentieri, anche nei dirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=Uzpqdh6GdQ4 media mainstream. Nel 2006 è entrato negli studi di 2 “È essenziale dotare le comunità di mezzi di comunicazione pro- Televisa, il canale televisivo operante in regime semi pri, che sono un meccanismo chiave per lo sviluppo della loro monopolistico e controllato dal Partido Revolucionario cultura”, dicono gli Accordi di San Andrés. Instistucional (PRI), il partito conservatore che governa 3 Intervista di Orsetta Bellani a Paco Vázquez, San Cristóbal de il paese quasi ininterrottamente da più di 80 anni. Poi Las Casas, Chiapas, novembre 2014. per alcuni anni gli zapatisti hanno congelato quasi 4 La voce dei senza voce. Si può consultare la pagina web della completamente il rapporto con i media, che hanno radio all’indirizzo: http://www.radioinsurgente.org/ riallacciato nella primavera scorsa, ma in un nuovo 5 Azalia Hernández Rodríguez, Radio Insurgente: comunicación formato. desde la autonomía zapatista, XXX Conferencia Anual de ILAS- “L’EZLN ha scelto di cambiare punto di vista, siste- SA sobre Latinoamérica, Universidad de Texas, 5 febbraio 2010. ma di relazioni”, hanno annunciato nell’agosto 2014 6 Luca Martinelli, Il subcomandante Marcos è “morto”, ora parla durante la conferenza stampa offerta nel Caracol della Galeano, quotidiano Il Manifesto, 13 agosto 2014. Realidad ai “media liberi, autonomi, alternativi o come 7 La trascrizione in italiano della conferenza stampa si può si chiamino”, che l’organizzazione ha scelto come in- trovare ai seguenti link: http://enlacezapatista.ezln.org. terlocutori unici. In quell’occasione gli zapatisti hanno mx/2014/08/14/trascrizione-della-conferenza-stampa-del- proposto un’analisi impietosa del sistema mediatico, lezln-con-i-media-liberi-autonomi-alternativi-o-come-si-chiami- che il capitalismo avrebbe mercantilizzato fi no a tra- no-del-10-agosto-2014-a-la-realidad-zapatista-chiapas-mexico- sformarlo in fabbrica del “prodotto informazione”, che prima-parte-parole-del-supg/ e http://enlacezapatista.ezln.org. in realtà disinforma6. L’EZLN ha anche annunciato mx/2014/08/16/seconda-parte-sub-moises/ la creazione dei “tercios compas”, uno sforzo comuni- cativo di cui ancora non si conoscono i dettagli e che vede come protagonisti i guerriglieri, che dovrebbero facilitare l’informazione ai media alternativi7.

Orsetta Bellani @sobreamerica Orsetta Bellani

Un promotor de comunicación zapatista

30 Lettere dal Chiapas 5 à nous la liberté di Felice Accame

brotti? No, festosità. Estetica ed etica La visita analitica del supermercato mi rivela un analogo nelle immagini presenti sulle confezioni di del disordine corn-fl akes ac similia: ce n’è una tazza ricolma, c’è il getto copioso del latte – non il cauto versamento che ciascuno di noi farebbe – e ci sono schizzi e corn- 1. fl akes che saltano dappertutto. Evidentemente ci si È da un po’ che merendine, snack e brioscine varie vuole anche contrapporre ad un concetto realistico di vengono rappresentate con un elemento di contorno “ordine” – in nome di un concetto altrettanto realisti- comune. C’è qualcuno che dà un morso allo snack, co di “disordine”. Potremmo dire che ha preso piede qualcuno che rompe in due una merendina o c’è una un’estetica del disordine di cui questi casi sono sem- brioche aerea che va a planare su un piatto di brio- plicemente un esempio. Potremmo anche farla lunga che e assistiamo – quasi senza accorgercene ad una e riferirci alla rivoluzione impostaci dalla fi sica del piccola catastrofe: una briciolina si stacca improv- Novecento nel rappresentare il mondo che ci circon- visamente da una parete di pan di spagna e frana, da: dimenticando che “ordine” e “disordine” sono due tre o quattro briciole svolazzano sulle croste dorate, categorie mentali e non dati di fatto, il secondo è par- balzano e sbalzano, lasciano il compatto di cui fanno so più conveniente – più applicabile ai risultati delle parte e si sperdono nell’aere o, piuttosto, franano sui nostre teorie – del primo. Le idee – si esprimano esse pavimenti delle case. L’effetto è di questi anni. Nelle in parole o in immagini – si tengono l’una con l’altra pubblicità di un tempo, se qualcosa proprio doveva e nessuna può dirsi tanto asettica da lasciar mai le spezzarsi si ritrovava in due metà perfettamente rita- cose come stanno, a maggior ragione se scaturite più gliate, se una torta doveva tramutarsi in fette, se una o meno in contemporanea. brioche doveva tramutarsi in due bocconi, nulla della Un’intera pagina pubblicitaria del “Corriere della loro materiale e spirituale consistenza – nulla della Sera” (2 dicembre 2014) dice che “C’erano una volta loro unitarietà – andava perduto. i lavori domestici. Ora c’è Irobot Roomba”. L’immagi- La briciola era l’imperfezione e, come tale, andava ne a tutta pagina rappresenta un bambino (la testa emendata. Non rappresentata. non si vede ma la si presume), a piedi nudi, in una casa almeno tanto borghese da poter essere irrorata dalla verde luce di un ampio giardino; un bambino 2. che sta rovesciando sul tappeto una miriade di cereali Favorita dalla tecnologia relativa all’elaborazione che cadono copiosi da una scatola aperta che tieni in dell’immagine, spinge in tal senso anche l’esigenza di mano lungo il fi anco destro. Il testo – passando re- una rappresentazione realista, ritenuta più autenti- pentinamente ad un “io” narrante – prosegue con una ca, più veritiera, rispetto alle rappresentazioni edul- domanda: “Chissà se riesco a correre con la scatola corate di un tempo – la fi sica del minuscolo, quando dei cereali aperta senza farli cadere?”. Chiuse le vir- non dell’invisibile vero e proprio ha il suo fascino e golette, e, quindi, inizia la spiegazione: “Oggi puoi” (e questo fascino viene sfruttato. passiamo al “tu”, così abbattiamo la barriera tra chi vende e chi compra) “fi nalmente dare ai tuoi bimbi la massima libertà di sperimentare… anche sporcando 3. per terra! Perché alle pulizie dei pavimenti ci pensa il Più recentemente – parlo degli ultimi mesi del 2014 robot aspirapolvere…”. E, pronto, infatti, un metro in –, rapportabile a quanto sopra, a mio avviso, è anche là, è il robottino. la pubblicità televisiva che racconta dei fi glioletti che, nel gioioso tripudio della prima mattina, portano la colazione a letto ai genitori. La bimba porta al papà 4. il bicchiere di aranciata e, nel portarlo in mano, crea In proposito, vorrei far notare un paio di cose. In un effetto-onda, uno tsunami in tazza, che spantega quattro e quattrotto, i cereali sono stati ricategorizza- schizzi ovunque, sul pavimento e sulle lenzuola. Di- ti come “Sporco”. Il tragitto da alimento – da cibo, da sperazione per dover mettere tutto in lavatrice? Rim- cibo che “fa bene” – a “sporco” – sporco da emendare

attenzione sociale 31 – si è drammaticamente accorciato. Evidentemente, punto di vista nei confronti di una stessa cosa. Che, abbiamo imboccato l’Alta Velocità anche per le ca- da valorizzazione positiva, passa a valorizzazione ne- tegorie mentali. Recentemente, il neuroscienziato gativa – anche di ordine morale. Lamberto Maffei ha pubblicato un pregevole libret- Non è forse ciò che accade nel momento in cui i to intitolato Elogio della lentezza (Il Mulino, Bolo- cereali caduti non implicano più la necessaria atten- gna 2014) dove fa presente che “proprio per la sua zione affi nché non cadano affatto? O nel momento fi logenesi il cervello umano possiede sia meccanismi in cui le briciole vanno a fi nire dove comunque do- ancestrali rapidi di risposta all’ambiente, automatici vranno essere rimosse da qualcuno? O la robotizza- o quasi automatici, sia meccanismi più lenti, com- zione delle pulizie domestiche – sempre ammesso e parsi successivamente”. Va da sé che questi primi non concesso che di abolizione di una schiavitù si meccanismi siano inconsci e che i secondi implichino tratti, sempre ammesso e non concesso che si tratti ragionamento. E va da sé che “il trend delle società di “massima libertà di sperimentare” – giustifi ca di cosiddette avanzate sembra assegnare ai primi una per sé lo spreco di cibo o, addirittura, la rinuncia a posizione predominante”, mentre una “opinione ge- qualsiasi funzione educativa? nerale” sosterrebbe la tesi che la “rivalutazione dei secondi signifi chi invertire la freccia del progresso”. Si passi dal repentino mutamento di categorizzazio- 5. ne (cereali come cibo valorizzato e sporco) all’uso dei Allora c’è anche un’etica del disordine – non solo telefoni cellulari, ai messaggini, ai videogiochi, alla un’estetica. Diciamo che la nostra coscienza politica frenesia delle relazioni sociali – e si rifl etta sulla pro- deve allertarsi ben presto e mai assopirsi, perché non gressiva depauperizzazione del rapporto umano. c’è neppure una briciola innocua nel gran panettone La seconda annotazione potrebbe anche essere delle nostre rappresentazioni. considerata un’estensione della prima. Il passaggio da cibo a sporco, infatti, implica un mutamento di Felice Accame

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32 attenzione sociale 9999 fi ne pena mai a cura di Carmelo Musumeci

avere. Non mi stupirei di passare un pomeriggio Anno fi ne piacevole al bar con persone qualunque, perché mi devo stupire del tempo ricco e arricchente che ho coraggio: mai passato con voi? Quindi innanzitutto ti ringrazio e vi ringrazio perché mi avete ricordato che il peri- Qualche mese fa una studentessa universitaria colo dello stereotipo è sempre in agguato, la nostra incontra Carmelo Musumeci al polo universitario del mente tende a semplifi care il mondo che ci circonda carcere di Padova e dopo l’incontro scrive questa se non la teniamo allenata a ricercare sempre la lettera. profondità e la complessità delle cose. Grazie ancora per la disponibilità con cui mi avete accolta, trovare ■ l’apertura proprio in un carcere era l’ultima cosa che mi aspettavo. Se puoi ti prego di estendere il Caro Carmelo, ringraziamento a tutti tuoi colleghi. mi chiamo Giulia, se ti ricordi ci siamo incontrati La seconda parte di quello che ti vorrei dire è più la settimana scorsa, quando sono venuta in visita al diffi cile per me da esprimere perché tocca le corde Polo Universitario per il mio progetto di tesi. più profonde del mio cuore. Sono rimasta colpita, È diffi cile spiegare cosa ho provato a conoscerti tra le tante cose che mi hai detto, da una tua frase: e a conoscervi. Credevo di arrivare libera da ogni “Studiare ti fa sentire molto di più il dolore della pregiudizio, invece mi sono stupita del clima che ho pena”. Ho pensato tanto a questa frase, è stata per trovato, delle piacevoli conversazioni che ho avuto, me una chiave che ha aperto un mondo al quale non dell’acutezza e profondità delle cose che mi avete avevo mai dedicato la giusta attenzione. Mi ha fatto raccontato. Ti assicuro che il 70% delle conversa- cambiare totalmente la prospettiva con la quale vo- zioni che ho qui fuori è di un livello nettamente più glio scrivere la mia tesi, che non sarà di sicuro un basso. Mentre guidavo per tornare a casa ho capi- trattato a livello internazionale, ma è mia, e to che questo mio stupore era anche se non la leggerà nessuno, vo- figlio di un pregiu- glio che tratti il tema dalla giusta dizio che non prospettiva: la vostra. sapevo di La sera stessa avevo una fotolia

carcere 33 cena con alcune mie amiche, non potevo smettere di è un contrasto così forte che ci costringe a rimettere parlare di te. Del modo in cui ti sei raccontato. Anco- in discussione la nozione stessa di bene e di male. ra una volta parlando con loro ho scoperto il pericolo La parola “cattivo” non sta bene con i tuoi occhi, con del pregiudizio, attaccato, incrostato dentro di me. i tuoi modi, con la tua umanità, è un po’ come il cal- Mentre mi parlavi non ho mai mai mai visto, ne- zino con i sandali dei tedeschi per capirci, non ci sta. anche per un secondo, un criminale. Chi credevo di Ho parlato di te al mio amore, alla mia famiglia, trovare? Hannibal Lecter? Davanti a me ho visto un ai miei amici e anche alla mia nipotina, che come papà, un nonno, una persona colta ed intelligen- sempre, con i suoi 4 anni ha più ragionevolezza te, un uomo dotato della maggior parte di grande empatia e degli adulti. Forse doti comunicative. Mi chiedo dove sarei adesso non conterà molto Ho visto il mio papà, ma come disse Ma- che è anche nonno, se quando ho sbagliato dre Teresa, se non e che è anche uomo mettessimo la no- intelligente, me lo nessuno mi avesse perdonato stra piccola goccia, hai ricordato tanto. l’oceano sarebbe un Sarà che lui è il papà più bravo del mondo, ma in te po’ più vuoto. Forse non conterà molto ma se posso ho rivisto il papà più bravo del mondo. fare qualcosa, ci sono. Insieme alle mie amiche quella sera abbiamo letto Grazie per la tua forza, per il messaggio che passi tante cose su di te, la tua storia, la tua famiglia, il ai più giovani, per l’impegno, per non fermarti mai di tuo percorso. Io inizialmente non volevo sapere per dire, scrivere, raccontare. Anno fi ne coraggio: mai. quale reato fossi stato condannato. Avevo paura di Ti abbraccio, poter cambiare idea su di te, di spaventarmi delle Giulia Duca emozioni che ho provato ascoltandoti. Ho avuto pau- ra di non riuscire più a vederti come uomo ma solo Nello scorso numero abbiamo parlato del libro Totu come delinquente. E invece no, conoscere la tua sto- sa Beridadi, autobiografi a di Mario Trudu, ergastola- ria mi fa essere ancora più vicina a te come persona no ostativo, condannato per sequestro di persona, in e alla tua causa. Anzi è proprio la tua storia a dare il carcere da 35 anni. Uscito in anteprima con l’associa- vero senso alla tua lotta. zione Strade Bianche, è pubblicato ora nella collana Mi indigno con te di vivere in una società che non Eretica di Stampa Alternativa. Da febbraio in libreria. offre un’altra possibilità ad un uomo, papà, nonno come te. E a tanti altri come te. Mi indigno di un sistema penale che mette anno di fi ne pena 9999, una grottesca ironia, I proverbi visti una sadica dicitura, una pre- sa in giro. Mi chiedo dove “A” strisce da Paolo Cossi sarei adesso se quando ho sbagliato nessuno mi avesse perdonato. Ti ringrazio per il coraggio e la forza che metti nel cerca- re di cambiare le cose. Non solo per te, ma in nome di un senso di giustizia più grande. Forse non conterà molto, ma conoscerti, leggere ciò che scrivi, ascoltare le tue inter- viste, mi ha fatto cambiare idea, mi ha tenuto il pensie- ro e il cuore impegnati per giorni. Ho rifl ettuto tanto sul significato delle parole che usiamo superfi cialmente tut- ti i giorni: colpa, colpevole, criminale, pena, buoni, catti- vi. Il tuo defi nirti “cattivo”, in contrapposizione ai “buoni” che ti condannano ad una punizione senza vie d’uscita,

34 carcere oscurantismo Per chi leggono le Sentinelle

di Francesca Palazzi Arduini

Conservatori e neofascisti si mobilitano contro le teorie sul genere, mistifi cando il discorso sull’orientamento sessuale e sull’omofobia.

’è un termine che ossessiona le notti ed i gior- storico e sociale del sesso biologico. ni dei lettori di periodici cattolici. Eppure a me pare che questa “confusione” sia CSi tratta di un termine di origine anglosas- creata ad hoc proprio dai cattolici teo-politici, abili sone, con effl uvi protestanti, che unisce in un sol manipolatori di un sapere che certo non si sono mai fascio gli irritati neofascisti nostrani con i suscet- scomodati a leggere. Spesso i paladini cattolici in tibili cattolici già sulle spine per il colono sudame- Parlamento sono stati più realisti del re circa que- ricano che si disimpegna senza troppa attenzione stioni riguardanti la sessualità, usando proprio la sulle questioni di principio, soprattutto quando si confusione e l’improprietà dei termini per confon- parla di “sesso” (il dato biologico) o di “genere” (il dere le acque. Basti pensare a quel Buttiglione che dato culturale). durante il dibattito parlamentare negò l’esistenza “Come sapete in tempi recenti gli alunni di al- dell’orientamento sessuale Lgbt nelle persone, con- cune scuole italiane sono stati destinatari di una fondendo questo con ogni tipo di gusto o scelta ses- vasta campagna tesa a delegittimare la differenza suale quali pedofi lia o zoofi lia.2 Pur non ignorando sessuale affermando un’idea di libertà che abilita quanto ribadito dalla sua Chiesa cattolica nel Ca- a scegliere indifferentemente il proprio genere e il techismo, ove invece ben si specifi ca che l’orienta- proprio orientamento sessuale” scriveva la curia mento sessuale Lgbt, defi nito “una prova”, esiste milanese pochi mesi fa, chiedendo ai suoi inse- eccome. gnanti di “segnalare” le iniziative inerenti, per valu- tare “l’effettiva diffusione dell’ideologia del gender”. Da fantasmi Ideologia? Si tratta appunto del termine “Gender” che que- a transformer sti defi niscono “Teoria del Genere” riferendosi a fi - È in corso da tempo una specie di guerra simbo- loni di studi come fossero una teoria monolitica e lica dentro le anime del cattolicesimo, tra negazio- soprattutto come riguardassero una sorta di Com- nisti e progressisti, i primi negano che esista l’og- plotto Lgbt per cancellare le differenze sessuali pla- getto stesso del discorso, i secondi impegnati a ren- smate nell’argilla da dio: “Ebbene sì, è vero, siamo dere emersa una realtà, anche personale. Il “sog- come pesci in un acquario dove ovunque ti giri vie- getto emergente” è la persona omosessuale, bisex ne proclamato questo nuovo dogma di fede occiden- o trans, che dopo decenni di presenza in maschera tale: non ci sono più uomini e donne, non ci sono nei più vari contesti sociali, culturali e artistici del più sessi, né natura, né gerarchie, né differenze”1. Paese, ora esiste anche nella società civile ed ambi- Orientamento sessuale, quindi, confuso con ses- sce ad essere riconosciuta come cittadina in quanto so biologico, e sesso biologico posto in antitesi col tale, portatrice non di un “gusto” o di una “scelta” genere sessuale, cioè col “vestimento” culturale, occasionale ma di un orientamento naturale.

oscurantismo 35 Sull’invisibilità dei soggetti Lgbt il pensiero va nell’articolo con toni sempre più allarmistici sino a allo stesso percorso compiuto in questi decenni denunciare una sorta di complotto Lgbt per cui si dalle donne, anch’esse invisibili nella politica e nel cercherebbe di minare alla radice la credibilità della diritto se non come estensione del sesso maschile; famiglia eterosessuale. il diritto di voto, come saprete, in Italia, è stato con- quistato nel 1945, dopo una guerra che ha sconvol- UNAR bomber to gli equilibri di potere. Eppure anche adesso, quando si parla di “fem- Insomma, una teoria che dovrebbe servire ad au- minicidio’’, usando un termine che esiste in quanto mentare la capacità di combattere gli stereotipi, di- segnale di una sensibilità che è cambiata, perché viene una pericolosa congiura contro l’eterosessua- un tempo fare violenza alle donne era normale anzi lità, come il materiale didattico promosso dall’Unar “naturale” e legittimo - ora no, c’è chi grida allo (Uffi cio ministeriale contro le discriminazioni) ac- scandalo. E, guarda caso, gli argomenti usati con- cusato di esser stato “realizzato unicamente con il tro il termine “femminicidio” sono gli stessi di chi si contributo di 29 associazioni Lgbt” (errore, le 29 as- adopera a smentire le “Teorie del Gender”: il femmi- sociazioni erano state consultate per la campagna nicidio – dicono i detrattori – non esiste in quanto nazionale contro il bullismo nelle scuole), si tratta segnale di sessismo perché anche in Paesi molto in realtà di una serie di opuscoli destinati agli in- paritari come quelli scandinavi la percentuale di segnanti4, in cui esperti in tematiche Lgbt presen- donne-vittima è alta. E lo stesso per il “Gender”: la tavano la possibilità di fornire agli studenti stru- differenza di genere ed il condizionamento cultura- menti per capire l’esistenza delle diverse forme di le – dicono – non esistono, esiste solo la differenza orientamento sessuale non solo eterosessuale. Chi biologica tra i sessi, perché “anche in Paesi molto avrebbe dovuto scriverne, suor Germana? paritari come quelli scandinavi” la percentuale di Per la “Teoria del Gender”, si scrive nel periodico donne che scelgono lavori tradizionalmente femmi- curiale, “la differenza sessuale non si fonda su una nili è molto alta. Potremmo chiamarla “Teoria Scan- realtà biologica”, e così “l’identità sessuale diventa dinava”. una libera scelta”, riassunti un poco superfi ciali e Una teoria che non tiene conto che i dati sulle parossistici delle teorie sul genere come negazioni- violenze alle donne, ad esempio, sono solo una con- ste addirittura della differenza biologica tra i ses- ta delle denunce effettuate, e che spesso proprio i si. Base scandalistica dell’articolo è una puntata condizionamenti culturali fanno sì che una donna, tv (Brainwashing - The gender equality paradox), in Paesi ove è meno tutelata, non denunci. Va te- ahimè anch’essa prodotta in Norvegia, nella quale nuto conto che la Scandinavia non è il Bengodi ove l’autore Harald Heia è riuscito a presentare in un la cultura non possiede cliché sessisti, e anche che confronto senza dialogo alcuni ricercatori e forma- la globalizzazione fa sì che le culture di Paesi più tori sul “gender”, con scienziati che fanno ricerca evoluti sul tema della libertà femminile convivano sulla diversità di conformazione cerebrale di ma- con culture meno libere da questo punto di vista. schi e femmine. Il Regno dell’Ormone contro la Li- Nel caso delle “Teorie del Gender” occorre pri- bertà dalla Convenzione? Non è così semplice. ma vedere cosa intendono sul campo i cattolici Certo nell’articolo de “Il nuovo amico” il propo- per “Teoria del Genere”. Leggendo “Il nuovo ami- sito non è capire in maniera meno superfi ciale ma co”3, ad esempio, un diffuso periodico provinciale ribadire il pericolo di genitori che “non rivelano il di una Curia, scopriamo pagine intere dedicate alla sesso biologico ai propri fi gli, per lasciare a loro la disamina di questo “nuovo nemico”, “La cosiddet- scelta” (la fonte non è citata). La risposta è guar- ta teoria gender, affascinante ma totalmente priva darsi nelle mutande, verrebbe da dire. E la sensa- di basi scientifi che”, come si afferma in un artico- zione che queste persone non abbiano in realtà mai lo intitolato “La teoria del gender nelle scuole”. A letto nessun autore o autrice vero che possa defi - parte il paradosso che un giornale religioso vada nirsi teorico/a del “gender” è confermata quando a questuare sulle basi scientifi che delle teorie, di vediamo citato come unica fonte il fi losofo Vittorio cosa si tratta? Semplicemente del senso di allar- Possenti… membro della Pontifi cia accademia delle me scatenato da una conferenza interscolastica su scienze sociali. esperienze di comprensione degli stereotipi sessuali La fi nalità unica pare la costruzione di un ne- nei bambini e nelle bambine. mico: le pratiche di sostegno alla parità civile delle Solo l’affermare che sul sesso biologico vengono persone Lgbt sono “pericolose”, il “gender” diventa costruite convenzioni sociali che limitano la liber- una “ideologia” tutta dedita alla “propaganda omo- tà di bambini e adolescenti di costruire la propria sessuale”. E in cosa di preciso questa teoria è peri- personalità, sembra scandaloso. Eppure è proprio colosa? Sul periodico cattolico si precisa che “una l’estensore dell’articolo che spiega: “la società ci nuova antropologia secolare oggi infl uenza le politi- obbliga ad assumere ruoli considerati tipici degli che di molti organismi nazionali e internazionali, è uomini o delle donne” senza smentirlo, perché è presente nei media, sta diventando un riferimento così ovvio, ed è proprio su questa ovvietà che teo- per la giurisprudenza; anche nel mondo del lavoro riche e teorici della differenza sessuale e di genere si parla di diversity management, di benefi t speci- lavorano. Ma la ricerca e la teoria vengono dipinte fi ci per Lgbt, di certifi cazioni speciali per aziende

36 oscurantismo gay friendly”. Si capisce quindi come si confonda tuendo’’. La tematica razzista non apparirà più a una serie di teorie con l’applicazione dei criteri an- partire da quel momento, come strumento di lotta ti-discriminazione che fanno parte da decenni dei di un gruppo sociale contro un altro, ma servirà programmi sulla diversità (razziale, sessuale, di ge- alla strategia globale dei conservatorismi sociali”.7 nere) dell’Unione Europea. Ma cosa sono le “Teorie Di qui la sincronia strategica attuale tra conserva- sul Genere”? torismo cattolico, radicalismo religioso e neofascismo. La sintonia tra cattolici e neofascisti è totale sul- Senza Dio la mistifi cazione e costruzione del pericolo “gender”, leggiamo un fl yer delle “Sentinelle”8: “Vogliamo tute- non sei Bio lare i nostri fi gli dall’introduzione di programmi di “Il concetto di “genere” è stato introdotto uffi cial- educazione sessuale infantile promossa dalla Comu- mente nel discorso scientifi co da Gayle Rubin in The nità internazionale e dalla distribuzione nelle scuole Traffi c of Women nel 1975. Nella sua rifl essione, il degli opuscoli UNAR sull’omofobia”. Qui l’impreci- gender system è l’insieme delle disposizioni (proces- sione è ancora più facile da scoprire, meno mediata si, comportamenti, rapporti ecc.) sulla base delle da chiacchiere: si afferma tranquillamente il falso, quali ogni società trasforma il fatto biologico della cioè che gli opuscoli UNAR fossero destinati agli stu- differenza sessuale in prodotto dell’attività uma- denti, e che esista una “Comunità internazionale” (la na e organizza la divisione dei compiti spettanti ad UE?) che impone programmi educativi. ogni sesso.” Spiega la sociologa Alessandra Vincen- Che gli opuscoli in questione, destinati agli in- ti5, ricordando come le teorie (plurime) sul genere segnanti di scuole primaria, media e licei, fossero si riallaccino al discorso femminista sui ruoli, sullo “distribuiti nelle scuole” è stato come si diceva da stereotipo sociale, e siano non un nuovo strumen- subito proclamato e/o insinuato da vari organi di to complottista di una lobby di congiurati Lgbt, ma stampa che hanno volutamente confuso l’iniziativa uno strumento nato negli anni ’70 per analizzare la con alcuni percorsi scolastici dedicati alla differenza costruzione sociale delle identità, che riguarda in sessuale e di genere. principal modo proprio l’eterosessualità maschile e In ballo c’è quindi una sfi da a categorie formate femminile, come “fattore primario del manifestarsi nel tempo, come quella di Natura, per cui la “leg- dei rapporti di potere”.6 ge naturale” viene rivendicata dagli ideologi del loro Dunque quale è il problema? Forse si punta il dito status quo. “Non vogliamo che sia considerato reato contro la visibilità di categorie umane sinora cancel- dire che la famiglia è quella composta da un papà e late e discriminate (LGBT: lesbiche, gay, bisessuali una mamma”, afferma baldanzoso Angelino Alfano e transgender) per distogliere lo sguardo dalla crisi lanciando il Family Day 2014, proponendo una sorta dei modelli familiari tradizionali e anzi incolparne di copyright sulla parola “Famiglia” come se quelle qualcuno. mono-genitore, o ricostituite, o omosex, fossero fa- E qui il pensiero corre al fascismo, alla costruzio- miglie pirata. In questo caso è evidente che Alfano ne del nemico sociale, e alle correnti neofasciste, che confonde la parola “famiglia”, con la defi nizione di tutt’ora basano la loro esistenza sulla costruzione di “nucleo familiare”. Eppure basterebbe guardare ai un bersaglio connotato da attributi “naturali” come più recenti studi Istat per verifi care l’esistenza in il colore della pelle, il luogo di nascita, e appunto Italia di ben 41 forme di famiglia (dalla persona sola l’orientamento sessuale, e si alleano con chi questa alle famiglie costituite da più nuclei), ricordando che battaglia la fa dall’interno delle istituzioni. dal 1991 l’Istat ha cambiato la defi nizione di fami- Signifi cativa la descrizione fatta da Michel Fou- glia: per famiglia di fatto si intende “un insieme di cault di un passaggio storico tipico: “A quel punto persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, appariranno tutti i discorsi biologico-razzisti sulla affi nità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, di- degenerazione, ma anche tutte le istituzioni che, moranti abitualmente nella stessa abitazione”.9 Per all’interno del corpo sociale, faranno funzionare il nucleo familiare, invece, si intende: “un insieme di discorso della lotta delle razze come principio di eli- persone tra loro coabitanti che sono legate dal vinco- minazione, di segregazione, e infi ne di normalizza- lo di coppia e/o rapporto genitore-fi glio (sempre che zione della società. Pertanto, il discorso… abbando- il fi glio sia celibe/nubile)”. Ciò signifi ca che il nu- nerà la formulazione fondamentale delle origini che cleo familiare, a differenza delle famiglie, comprende sosteneva: “Noi dobbiamo difenderci contro i nostri sempre almeno due persone: una coppia, un genito- nemici perché in realtà gli apparati dello stato, la re con fi glio celibe o nubile. legge e le strutture di potere, non solo non ci di- A prescindere da ciò che dice Alfano/Dio, quindi, fendono dai nostri nemici, ma sono degli strumenti queste sono le nostre famiglie, in natura, ed una per mezzo dei quali i nostri nemici ci perseguita- non è per principio peggiore o migliore dell’altra ma no e ci assoggettano’’. Questo discorso scompari- semmai lo sarà nei fatti, perché un bambino non rà. Non si dirà più che “dobbiamo difenderci contro ha “diritto ad avere un papà e una mamma” (Papa la società’’, ma si enuncerà il fatto che “dobbiamo Bergoglio), ad avere la Norma (un papà che lavo- difendere la società contro tutti i pericoli biologici ra e una mamma casalinga, una sorellina bionda e di quell’altra razza, di quella sotto-razza, di quella un’auto station wagon), ma semplicemente la sua contro-razza che, nostro malgrado, stiamo costi- famiglia.

oscurantismo 37 La pelle di pecora mia in Italia, avvenuta nel 199910, è stata fortemen- te osteggiata proprio da coloro che ora reclamano il Non solo cerca il nemico, ma il lupo si atteggia a proprio diritto a defi nire le persone Lgbt “pericolose vittima; citiamo ancora questo testo proveniente da per l’armonia sociale” o “contro natura” nelle loro un fl yer distribuito ad una veglia in piedi delle “Sen- omelie e sulla loro stampa. tinelle”, formazione sostenuta da Forza Nuova: “con Che la tolleranza non sia loro virtù è indubbio, e la legge Scalfarotto chiunque affermi che la famiglia il rischio è che si allarghino due fronti fondamen- naturale sia fondata sull’unione tra un uomo e una talisti contrapposti, come se la coperta corta dei di- donna potrà essere denunciato per omofobia e quin- ritti esistesse veramente e, per dirla di nuovo con di rischiare fi no a un anno e sei mesi di carcere”. Foucault, come se fosse in corso una nuova guerra In realtà il disegno di legge detto “Scalfarotto” (Di- per il possesso di risorse in crisi, come i sussidi alle sposizioni in materia di contrasto dell’omofobia e famiglie: “La legge non nasce dalla natura, pres- della transfobia, approvato dalla Camera nel settem- so le sorgenti presso cui si recano i primi pastori. bre del 2013) propone solo delle Modifi che alla legge La legge nasce da battaglie reali: dalle vittorie, dai 13 ottobre 1975, n. 654, e al decreto-legge 26 aprile massacri, dalle conquiste che hanno le loro date e i 1993, n. 122. La prima legge è la ratifi ca dei prov- loro orrifi ci eroi”. vedimenti contro la discriminazione razziale redatti Soprattutto Forza Nuova, sulla questione del DDL alla Convenzione di NY del 1966, il secondo decreto Scalfarotto, è parsa seguire alla cieca le imbeccate di è la famosa “Legge Mancino” (Misure urgenti in ma- alcuni media ipertro-cattolici11, e formata alla lettura teria di discriminazione razziale, etnica e religiosa). del testo da petizioni prive di fatti come quella pub- Questi provvedimenti concernono il contrasto blicizzata dal sito “La nuova bussola”12, due righe giudiziario di atteggiamenti quali istigazione all’odio che si scordano di citare in quale parte del testo del razziale (vedi gli striscioni negli stadi), religioso o et- DDL sarebbero queste minacce alla libertà religiosa: nico, a questi viene aggiunto il contrasto all’istiga- “Dal 22 luglio la Camera inizierà la discussione di un zione all’odio e alla discriminazione verso omoses- disegno di legge che in nome della lotta all’omofobia suali e transessuali. impedirà la manifestazione della libertà di pensiero e Che l’affermazione delle Sentinelle sia palesemen- minaccerà la libertà religiosa. Firma per chiedere ai te falsa lo capisce chiunque legga il disegno approva- parlamentari di fermare questa legge”. to alla Camera, emendato per non dar luogo proprio Mentre quindi si protesta contro gli opuscoli ai fraintendimenti circa la “libertà di pensiero” recla- Unar, che sarebbero colpevoli di “diffondere l’idea mata da neofascisti e integralisti, cosa che ha susci- che omosessuali si nasce, così come si nasce etero”, tato le ire di alcune fra le associazioni Lgbt che han- mentre si protesta cioè contro l’affermazione della no giudicato gli emendamenti troppo ammorbiditi. realtà scambiandola per ideologia, si grida “Allar- Il Disegno recita: “Art. 1. All’articolo 3 della legge mi!” perché un disegno di legge punirebbe la libera 13 ottobre 1975, n. 654, e successive modifi cazioni, espressione, disegno che consente invece l’espres- sono apportate le seguenti modifi cazioni: a) al com- sione articolata e pubblica di ogni tipo di pregiudizio ma 1, lettere a) e b), sono aggiunte, in fi ne, le se- sugli omosessuali, purché non si arrivi all’incita- guenti parole: «o fondati sull’omofobia o sulla tran- mento all’odio. sfobia»; b) al comma 3, primo periodo, dopo le paro- La scia italiana della libertà di espressione e di le: «o religiosi» sono aggiunte le seguenti: «o fondati scelta è dunque sempre quella a due pesi e due mi- sull’omofobia o sulla transfobia»; c) dopo il comma sure: la stessa delle battaglie della Chiesa per l’in- 3 è aggiunto (emendamento Gitti, Pdl, detto ‘Salva segnamento della religione ai bambini nelle scuole vescovi’) il seguente: «3-bis. Ai sensi della presente pubbliche, per la non obbligatorietà della quale ri- legge, non costituiscono discriminazione, né isti- cordiamolo noi laici italiani abbiamo dovuto svolge- gazione alla discriminazione, la libera espressione e re negli anni Novanta una battaglia giunta sino alla manifestazione di convincimenti od opinioni ricon- Corte costituzionale (1991). È la stessa degli ipocriti ducibili al pluralismo delle idee, purché non istighi- anatemi pubblici (perché si fa ma non si dice) contro no all’odio o alla violenza, né le condotte conformi al il suicidio assistito o l’eutanasia. È sempre quella diritto vigente ecc.”. che confonde la libera espressione con l’istigazione Più chiaro di così, cattolici e neofascisti sono tute- all’odio e alla discriminazione, mentre in ogni altro lati nell’espressione delle loro idee addirittura quali Paese non ingarbugliato da duemila anni di cleri- organizzazioni, ma protestano egualmente. calismo e sofi smi, chiunque riesce ragionevolmente Sarebbe interessante paragonare questa garanzia a distinguere uno spintone da un “sorry”. Del resto della libertà di espressione con quella che tutela dal- “hate speech” è un termine inglese. le offese al loro credo le persone religiose: “Chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole ol- Anche il delirio traggiose, contro la Divinità è punito con la sanzione amministrativa da lire centomila a seicentomila” nel fa brodo cui caso si tratta di offese alla fede e non di critiche Di fronte alla costruzione di una ideologia fi ttizia, ingiuriose o ipotesi discriminatorie verso una perso- dipinta a tinte fosche sia su giornaletti parrocchiali na reale. La depenalizzazione del reato di bestem- che su siti nazionali con frasi del tipo “È già ditta-

38 oscurantismo tura gay dall’Italia all’Inghilterra”, c’è da chiedersi 1 Luigi Amicone, Perché domani saremo al Family Act?, Tempi.it, quanto pesi ai cattolici la manifestazione dei propri 14 novembre 2014. convincimenti con metodiche proprie di una mino- 2 Francesca Palazzi Arduini, Rocco e i suoi fratelli. Colpi di mano, ranza, come nei patetici Family Day, quanto sia duro sotterfugi, sacrestie. Dentro e al di là del dibattito parlamentare il doversi travestire da ebrei perseguitati da presunte sull’omofobia. A rivista anarchica, n.350, febbraio 2010. leggi statali gaye, e sopportare il palese tradimento 3 La “teoria del gender” nelle scuole pesaresi, Il Nuovo amico, set- dei selfi e di Berlusconi con Pascale e Luxuria. timanale di informazione delle diocesi di Pesaro, Fano, Urbino, La realtà è che dietro alla gelosia per le defezioni 10 settembre 2014. si cela una politica della discriminazione ancora ben 4 La stampa cattolica diffonde la falsa notizia che gli opuscoli organizzata, a causa della quale in Italia non esi- fossero destinati agli studenti: “Una circolare del Ministero ste ancora alcun riconoscimento civile per le coppie dell’Istruzione ha bloccato la diffusione nelle classi degli opu- omosessuali. scoli “Educare alla diversità a scuola”, realizzati dall’Istituto A. Ma tutto fa brodo per mantenere le proprie posizio- T. Beck su mandato dell’Unar (che li ha pagati 24.200 euro)”. ni, anche il delirio: tanto che è addirittura un senatore Avvenire online, 4 maggio 2014. già ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, a proporre 5 A. Vincenti, Il genere scelto, in Coltivare la differenza. La socia- il diritto dei genitori (etero) a votare anche per i propri lizzazione i genere e il contesto multiculturale, Unicopli, Milano, fi gli minori. “La dimensione pubblica, nel nome del 2011. diritto naturale e della Carta Costituzionale, sostiene 6 Joan W. Scott, Il genere: un’utile categoria di analisi storica. solo – ed anzi deve sostenere di più – la famiglia com- Trad. italiana in P. Di Cori, Altre storie. La critica femminista posta da un uomo e da una donna uniti in matrimo- alla storia, CLUEB, Bologna, 1996, nio ed orientata 7 Michel Foucault, alla procreazione. corso del 21 genna- Ogni altra relazio- Forse si punta il dito contro io 1976 al Collège de ne affettiva meri- France, in “Bisogna ta considerazione la visibilità di categorie difendere la società”, dal punto di vista Feltrinelli editore, Mi- dei diritti indivi- umane sinora cancellate e lano, 1998. duali codifi cati 8 Sentinelle in pie- nella dimensione discriminate (LGBT: lesbiche, di, Pesaro, flyer di- privatistica. E tale stribuito il 5 ottobre. deve essere la ri- gay, bisessuali e transgender) Signifi cativo anche il levanza pubblica comunicato diffuso della famiglia na- per distogliere lo sguardo dopo il sit in: “Con gli turale in relazione intervenuti all’evento ai fi gli che si può dalla crisi dei modelli e con le associazioni cominciare a con- dei genitori stiamo già siderare l’ipotesi familiari tradizionali pianifi cando delle ini- del voto plurimo ziative per contrastare dei genitori in proporzione ai fi gli minorenni affi nché la folle introduzione dell’ideologia gender nelle scuole dell’infan- la rappresentanza democratica tenga in dovuto conto zia, patrocinata dalla Provincia con il progetto ‘Decostruiamo i l’Italia di oggi e, ancor più, quella di domani.” Ritorno modelli’. Siamo pronti a dare battaglia”. NB: Il progetto citato alla legge dell’Orda? non esiste. Non è un caso che in questo momento di agita- 9 La misurazione delle tipologie familiari nelle indagini di popo- zione e turbamenti, allora, i difensori della libertà si lazione, Istat, Roma, 2010. ritrovino tanto vicini a chi Emanuele Del Medico ha 10 Legge 25 giugno 1999, n. 205. A questo proposito sono da ricor- così ben descritto come coloro che “siedono all’estre- dare le obiezioni di molti religiosi italiani che fecero osservare ma destra del padre”.13 come il punire ingiurie o denigrazioni verso la “Divinità” e non Ricordiamo, a proposito di ideologia, il colpo di verso i simboli e le persone (es. la Madonna) legate alla fede mano per far abolire la L.645/1952 che persegue chi rendesse parziale e ineffi cace l’articolo così modifi cato. fa apologia del fascismo, tentato nel 2011 dalla pro- 11 Del resto lo stesso movimento “mediatico” delle Sentinelle, in- posta di legge del senatore PDL Cristiano De Eccher farcito di militanti di FN, è oggetto di una accesa diatriba della che, negli anni ‘70, fu dirigente di Avanguardia Na- organizzazione Riscossa Cristiana verso Alleanza Cattolica, con zionale. Colpo di mano fortemente sostenuto proprio accuse anche di registrazione indebita del marchio verso il noto da Forza Nuova, attualmente componente cardine Massimo Introvigne, reggente nazionale di Alleanza Cattolica. delle “Sentinelle”. Introvigne ha presentato a Torino il “Manifesto in difesa della La differenza fondamentale, segnalata dalle leggi famiglia tradizionale” alla presenza dell’ex presidente dello Ior, citate, tra istigazione all’odio e alla discriminazione Ettore Gotti Tedeschi e dell’ex sottosegretario agli interni, Al- e libera espressione, non è importante per costoro: il fredo Mantovano. loro obiettivo è sempre la ri-organizzazione. 12 La nuova bussola quotidiana, www.lanuovabq.it 13 E. Del Medico, All’estrema destra del padre. Tradizionalismo Francesca Palazzi Arduini cattolico e destra radicale, Edizioni La Fiaccola, Ragusa, 2004.

oscurantismo 39 ELENCO PUNTI VENDITA “A” si dovrebbe trovare in questi punti-vendita. Le librerie (che nell’elenco sono sottolineate) sono in parte rifornite dalla Diest di Torino. Per favore, segnalateci tempestivamente eventuali imprecisioni o mancanze, scrivendo, telefonando o faxando (recapiti in 2ª di copertina).

Friuli/Venezia Giulia Pordenone Circolo Zapata (v. Pirandello 22, sabato 17.30/20); Ronchi (Go) Linea d’ombra (p. Berlinguer 1); Trieste Gruppo Anarchico Germinal (v. del Bosco 52/a); In der Tat (v. Diaz ang. v. S. Giorgio). Lazio Roma Akab, Anomalia (v. dei Campani 69/71), Fahrenheit, Rinascita (v.le Agosta 17), Odradek (v. dei Banchi Vecchi 57), Lo Yeti (v. Perugia 4), Conta- minazioni (largo Riccardo Monaco 6); Yelets (via Nomentana 251 B), ed. largo Preneste, ed. via Saturnia, ed. p. Sor Capanna, ed. piazza Vittorio Emanuele di fronte al n. 85, ed. via di Tor Sapienza, Torre Maura Occupata (v. delle Abruzzo Averle 18), Infoshop Forte Prenestino (v. Federico Delpino), Biblioteca L’Idea Chieti CSL Camillo Di Sciullo (v. Porta Pescara 27); Pescara K e altre meraviglie (v. (v. Braccio da Montone 71/a), banco libri al Mercato di piazza Pigneto (ogni Conte di Ruvo 139), ed. v. l’Aquila; Roseto (Te) Ubik (piazza Dante Alighieri 11). quarta domenica del mese), Teatro Ygramul (via N.M. Nicolai 14), gruppo C. Cafi ero, sede 19 luglio (v. Rocco da Cesinale 18 - Garbatella), Lettere e Alto Adige/Südtirol Caffè (v. San Francesco a Ripa 100-10); Albano Laziale (Rm) Baruffe (p.zza Bolzano/Bozen Ko.libri. Carducci, 20); Manziana (Rm); Coord. Magma (p. dell’Olmo 13); Latina ed. v.le Kennedy 11. Basilicata Liguria Potenza Magnetica, ed. v.le Firenze 18; Castel Lagopesole (Pz) ed. v. A. Costa. Genova emporio Via del Campo 29 rosso, San Benedetto (via Donizetti 75r - Sestri Ponente), La Passeggiata LibroCaffè (p. di S. Croce 21r), ed. v. di Francia Calabria (altezza Matitone – Sampierdarena), Archivio storico e Centro di documentazione Reggio Calabria Universalia (V. San Francesco da Paola 18), ed. p. Camagna; “M. Guatelli” (v. Bologna 28r – apertura sabato mattina ore 10-12); Camogli Catanzaro ed. v. T. Campanella 47 (S. Antonio); Cosenza ev. degli Stadi; Acri (Ge) Ultima spiaggia (v. Garibaldi 114); Chiavari (Ge) ed. Stazione FS; San (Cs) Germinal. Salvatore di Cogorno (Ge) ed. v. IV Novembre; Dolceacqua (Im) L’insurreale (via della Liberazione 10); La Spezia Il contrappunto (v. Galilei 17, 0187 Campania 731329); Sarzana (Sp) La mia libreria (v. Landinelli 34); Albenga (Sv); ed. Napoli Guida Portalba, Eva Luna (p. Bellini 72), Centro studi libertari (vico v. Piave (vicino uffi ci ASL). Montesanto 14 – 081/5496062), Ass. Arcobaleno Fiammeggiante (vico S. Pietro a Majella 6); Marigliano (Na) Quilombo (via G. Bruno 38); Lombardia Nuova libreria Russomanno; Quarto Librerie Coop (v. Masullo 76); San Felice Milano Baravaj/Osteria dell’Utopia (v. Vallazze 34), Calusca, Cuem, Cuesp, a Cancello (Ce) ed. Parco Pironti; Salerno Bottega Equazione (v. Iannelli 20), Odradek, Gogol (v. Savona 101), Utopia (v. Marsala 2), ed. stazione metro Centro Sociale autogestito Asilo Politico (v. Giuliani 1); ed. stazione ferroviaria Moscova, ed. stazione metro Lanza, ed. v. Savona, ed. v. Lorenteggio 3, ed. v. (p. Vittorio Veneto); Osteria Il Brigante (v. Fratelli Linguiti 4). Bergognone, ed. v. Prestinari 6, ed. v. Solari ang. Stendhal, Centro studi libertari (v. Rovetta 27, 02/26143950), Circolo anarchico “Ripa dei malfattori” (v. Ripa Emilia-Romagna di Porta Ticinese, 83); Gruppo Bruzzi-Malatesta (v. Torricelli 19, 02/8321155), Bologna Circolo Berneri (Cassero di Porta Santo Stefano); Centro sociale X M24 Federazione Anarchica Milanese (v.le Monza 255), Cascina autogestita Torchiera (v. Fioravanti 24); Modo Infoshop (v. Mascarella 24-B); Associazione Liberi (p. Cimitero Maggiore 18), Associazione Elicriso (v. Vigevano 2/a), Lega Obiettori Pensatori (v. Zanolini 41), ed. Due Torri v. Rizzoli 9, ed. via Gallarate 105, ed. di Coscienza (v. Pichi 1); Arcore (Mb) circolo ARCI Blob; Brugherio (Mi) Samsara via Corticella 124, ed. Pianeta Rosso (via Zamboni 24 G - Università); Imola (v. Increa 70); Inzago ed. via Padana Superiore ex SS 11; Magenta (Mi) ed. (Bo) ed. v. Emilia (portico del passeggio), ed. v. Emilia (centro cittadino), Gruppi via Roma 154; Mezzago (Mi) Bloom ed. v. Concordia 9; Novate Milanese anarchici imolesi (v. fratelli Bandiera 19, 0542 25743); Monghidoro (Bo) ed. (Mi) ed. v. Repubblica 75; Segrate (Mi) Centro sociale Baraonda (v. Amendola p. Ramazzotti 4; Ferrara La Carmelina (v. Carmelino 22); Forlì Ellezeta (ed. 1); Sesto San Giovanni (Mi) ed. p.za Trento e Trieste; Bergamo Gulliver, Corso Garibaldi 129, 0543 28166); Modena; Libera Offi cina (v. del Tirassegno Amandla; Brescia Rinascita, Gruppo anarchico Bonometti (v. Borgondio 6), ed. 7); Circolo La Scintilla (v. Attiraglio 66, 059 310735); Carpi (Mo) La Fenice; v. Trento 25/b; Como Einaudi; Erba (Co) ed. v. S. Bernardino; Cremona Centro Ponte Motta di Cavezzo (Mo) Il tempo ritrovato (v. Cavour 396); Piacenza sociale autogestito Kavarna (v. Maffi 2 - q.re Cascinetto); Lodi Sempreliberi Alphaville, Fahrenheit 451, ed. viale Dante 48; ed. p. San Francesco (centro); (Corso Adda), Sommaruga, ed. v.le Pavia; Pavia edicola della Stazione FS, circolo Ravenna ed. v. Paolo Costa; Faenza (Ra) Moby Dick; Reggio Emilia del ARCI via d’acqua (v. Bligny 83); Vigevano (Pv) ed. stazione FS; Chiavenna Teatro, Circolo anarchico (v. Don Minzoni 1b), Archivio/Libreria della Federazione (So) ed. p. Bertacchi 5; Novate Mezzola (So) ed. via Roma 32; Castelseprio Anarchica di Reggio Emilia (p. Magnanini Bondi). (Va) Mercatino dell’usato, 2ª domenica, banco n.69; Saronno (Va) Pagina 18.

40 Elenco PUNTI VENDITA Marche Valle d’Aosta Ancona Circolo Malatesta (v. Podesti 14/b); Fabriano (An) ed. v. Riganelli 29; Aosta Aubert. Jesi (An) Wobbly; Civitanova Marche (Mc) Arcobaleno; San Benedetto del Tronto (Ap) Carton City; Fermo Ferlinghetti (v. Cefalonia 87), Incontri; Pesaro Veneto Il Catalogo (v. Castelfi dardo 25 - 27), Zona Ufo (v. Passeri, 150); Urbino Domus Marghera (Ve) Ateneo degli Imperfetti (v. Bottenigo 209); ed. p. Municipio; Libraria; Fano (Pu) Circolo Papini (via Garibaldi 47), Alternativa Libertaria (piazza Mestre (Ve), Fuoriposto (v. Felisatti 14); Rovigo ed. p. Merlin 38; Castelfranco Capuana 4), Libreria del Teatro; San Lorenzo in Campo (Pu) il Lucignolo (v. Veneto (Tv) Biblioteca Libertaria “La Giustizia degli Erranti” (v. Circonvallazione Regina Margherita). ovest 23/a, tel. 0423 74 14 84); Verona, ed. v. Borgo Trento 35/3, ed. v. Mas- salongo 3-A, Biblioteca Giovanni Domaschi (v. Scrimiari 7), LiberAutonomia c/o Molise edicola (v. Carlo Cipolla 32 D); Nogara (Vr) Osteria Il Bagatto; Vicenza Librarsi; Campobasso Caffetteria Morelia (v. Monsignor Bologna 15); Larino (Cb) Frentana. Padova ed. piazza delle Erbe (vicino fontana); Bassano del Grappa (Vi) La Bassanese (l.go Corona d’Italia 41), ed. Serraglia p.le Firenze, ed. Chiminelli v. Piemonte Venezia; Lonigo (Vi) ed. sottoportico piazza Garibaldi; San Vito di Leguzzano Torino Comunardi, Bancarella del Gorilla (Porta Susa ang. v. Cernaia); Alberti (Vi) Centro Stabile di Cultura (v. Leogra); Il Librivendolo - libreria ambulante (il. Copyright (v. Fidia 26); Gelateria Popolare (v. Borgo Dora 3); Federazione Anarchica [email protected]). Torinese (c.so Palermo 46); Bussoleno (To) La città del sole; Germagnano (To) ed. v. C. Miglietti, 41; Leiní (TO), ed. via Lombardore 8; Rivoli (To) Coop. Il Ponte Argentina (v. Santa Croce 1/A); Torre Pellice (To) ed. v. Arnaud 13; Alessandria ed. v. Buenos Aires Fora (Coronel Salvadores 1200), Biblioteca Popular “José Ingenieros” Cavour, ed. v. Dante, ed. di fronte alla stazione ferroviaria, ed. p. Matteotti; Biella (Juan Ramirez de Velasco 958). Robin, il Libro; Castello di Annone (At) ed. via Roma 71; Cossato (Bi) ed. v. Mazzini 77; Alba (Cn) Milton; Novara Circolo Zabrinsky Point (v. Milano 44/a), Australia ed. p. delle Erbe; Vercelli ed. Supermercato Iper; Borgo d’Ale (Vc) Mercatino Sydney Jura Books (440 Parramatta Rd, Petersham). dell’antiquariato, 3ª domenica, banco n. 168. Austria Puglie Vienna Anarchistische Bibliothek und Archiv Wien (Lerchenfelder Straße 124-126 Bari ed. Largo Ciaia (stazione bus), ed. v. Cardassi 78 ang. v. Abbrescia 56; Alta- Tür 1a); Innsbruck Cafè DeCentral (Hallerstr. 1) mura (Ba) Feltrinelli; Barletta (Ba) ed. F. D’Aragona 57; Bisceglie (Ba) ed. corso Garibaldi (c/o bar Meeting); Molfetta (Ba) ed. Laltraedicola (v. Terlizzi), ed. v. Canada Montreal Alternative (2033 Blvd. St. Laurent). Cardassi 78 ang. v. Brescia; Fasano (Br) Libri e Cose; Foggia Csoa Scurìa (via da Zara 11); Francavilla Fontana (Br) Urupia (contrada Petrosa, 0831/890855); Francia Lecce ed. Massimo Giancane (v.le Lo Re 27/A), Offi cine culturali Ergot; Monte- Besancon L’autodidacte (5 rue Marulaz); Bordeaux du Muguet (7 rue du Muguet); roni di Lecce (Le) Laboratorio dell’Utopia; Taranto Dickens, Ass. Lo Scarabeo Grenoble Antigone (22 rue des Violettes); Lyon La Gryffe (5 rue Gripphe), La (v. Duomo 240), ed. v. Liguria 41; Ginosa (Ta) ed. viale Martiri d’Ungheria 123; Plume Noire (rue Diderot); Marseille Cira (50 rue Consollat); Paris Publico (145 Manduria (Ta) Circolo ARCI. rue Amelot), Quilombo (23 rue Voltaire).

Sardegna Germania Cagliari Cuec (v. Is. Mirrianis 9); Le librerie (c. V. Emanuele, 192-b); Tiziano (v. Berlino A-Laden (Brunnen Str.7); Buchladen Schwarze Risse (Gneisenaustr. 2A, Tiziano 15); Sassari Max 88 (v. G. Asproni 26-b); Messaggerie sarde (piazza 030/6928779); Monaco di Baviera Kafe Marat (Thalkirchner Str. 104 - Aufgang Castello 11); Porto Torres (Ss) Centro Sociale Pangea (v. Falcone Borsellino 2); Basis Buchhandlung (Adalbertstrasse 41). 7 - ex bocciodromo comunale); Serrenti (Vs) ed. v. Nazionale ang. viale Rinascita. Giappone Sicilia Tokyo Centro Culturale Lo Studiolo, Hachioji Shi, Sandamachi 3-9-15-409. Palermo Libr’aria; Garibaldi (v. Paternostro ang. p. Cattolica); Catania Teatro Coppola (via del Vecchio Bastione 9); Nicosia (En) Agorà; Ragusa Società dei Grecia Libertari (v. Garibaldi 2/A); Comiso (Rg) Verde Vigna (c. Billona 211, vicino ex- Atene “Xwros” Tis Eleftheriakis Koultouras, Eressoy 52, Exarchia base Nato); Avola (SR) Libreria Urso (c. Garibaldi 41). Olanda Toscana Amsterdam Het Fort van Sjakoo (Jodenbreetstraat 24). Firenze Ateneo Libertario (Borgo Pinti 50 rosso, apertura: lunedì-sabato ore 16-20); C.P.A. Firenze Sud (v. Villamagna 27a); Feltrinelli Cerretani, Utopia, City Portogallo Lights, bottega EquAzione (v. Lombardia 1-P); ed. p. S. Marco; CSA ex-Emerson; Lisbona Biblioteca dos Operàrios e Empregados da Sociedade Geral (Rua das Empoli (Fi) Rinascita (via Ridolfi 53); Sesto Fiorentino (Fi) Associazione Janelas Verdes, 13 - 1° Esq) culturale Arzach (v. del Casato 18); Arezzo ed. v. San Jacopo; Livorno Belforte, Federazione Anarchica (v. degli Asili 33); Lucca Centro di documentazione (v. Repubblica ceca degli Asili 10); Forte Dei Marmi (Lu) ed. p. Garibaldi; Viareggio (Lu) ed. v. Praga Infocafé Salé (Orebitská 14) Fratti ang. v. Verdi; Carrara (Ms), Circolo culturale anarchico (v. Ulivi 8); Pisa Tra le righe (v. Corsica 8); Biblioteca F. Serantini (331/1179799); Coordinamento Spagna anarchici e libertari di Pisa e Valdera (vicolo del Tidi 20); Pistoia Centro di Barcellona Le Nuvole - libreria italiana (Carrer de Sant Luis 11); Rosa de Foc documentazione (v. S. Pertini, all’interno della Biblioteca San Giorgio); Volterra (Joacquin Costa 34 - Baixes); Acciò Cultural (c/Martinez de la Rosa 57); El Local (Pi) Spazio libertario Pietro Gori - Kronstadt (v. don Minzoni 58). (c. de la Cera 1 bis); Madrid Lamalatesta (c/Jesus y Maria 24).

Trentino Stati Uniti Trento Rivisteria. Portland (OR) Black Rose Bookstore (4038 N. Mississippi Avenue)

Umbria Svizzera Perugia L’altra libreria; Ponte San Giovanni (Pg), ed. stazione FS; Spello (Pg) Locarno Alternativa; Losanna Cira (av. Beaumont 24); Lugano Spazio Edo - CSOA edicola, bottega L’angolo del Macramè; Orvieto (Tr) Parole Ribelli. Molino (v. Cassarate 8, area ex-Macello)

Elenco PUNTI VENDITA 41 TAM TAM Comunicati

poeta e pedagogista Paul pensato di fare ricorso alle 304, € 25,00) libro con due Appuntamenti Goodman. prenotazioni, per coprire i cd. Il volume di Timisoara Le interviste ad amici, pa- costi e sapere quante copie Pinto ripercorre la storia di De André. In direzione renti e ammiratori tessono la stampare. Del Re, cantastorie e corpo- ostinata e contraria è il ti- trama del racconto arricchito Chi fosse interessato fonista, interprete autentico tolo della serata promossa con filmati d'archivio, foto- all'acquisto del libro con cd di una stagione di impegno a Milano presso il Centro grafi e personali, giornali, ma (costo 18 euro) può inviare civile nella quale le canzoni culturale della Cooperativa anche letture di alcune delle comunicazione a: di lotta e di protesta anima- (via Hermada, 14) venerdì sue poesie. [email protected] vano il sogno di una socie- 16 gennaio, ore 21. A par- La pellicola ricostruisce [email protected] tà diversa. Con uno stile e lare del pensiero anarchico non solo l'immagine pubbli- Istituto Ernesto de Martino un linguaggio inconfondibi- del cantautore genovese è ca e privata di Goodman, Villa San Lorenzo al Prato li, schioccando la lingua e Paolo Finzi, redattore di "A". ma anche le caratteristiche Via degli Scardassieri, 47 percuotendo sedie e vali- Prenotazione consigliata: della società americana del- 50019 Sesto Fiorentino (Fi) gie o qualsiasi altro ogget- 0266114499. la metà del XX secolo. Tel: 055-4211901 to che potesse ritmare la Per contatti: Fax: 055-4211940 sua urgenza di vita, è stato Rignano Flaminio info@paulgoodmanfi lm.com Web: http://www.iedm.it protagonista di memorabili (Rm). Venerdì 6 febbraio www.paulgoodmanfi lm.com E-mail: [email protected] esperienze culturali e tea- nella biblioteca di Rignano Skype: istituto.ernesto. trali, da Ci ragiono e canto de.martino Flaminio (Rm), ore 21, con- Grande guerra. La So- 2 agli spettacoli con Nuo- ferenza di Paolo Finzi (rivista cietà di mutuo soccorso Er- Erich Mühsam. È usci- va Scena, il Teatro Operaio "A") sullo sterminio nazista nesto de Martino di Venezia to il disco Erich Mühsam. Di e i Circoli Ottobre, per poi degli Zingari. sta per pubblicare Prendi il poesia, musica e anarchia eclissarsi nella sua Mola di fb: quattro passi nel quarto fucile e gettalo giù per terra. di Cesare Callà. Il musicista Bari, mentre il movimento La guerra 1915-1918 nelle del gruppo punk Causa ha del '77 eleggeva a proprio canzoni (titolo provvisorio) messo in musica tradiziona- inno una sua canzone, La- Editoria di Cesare Bermani e Anto- le alcune poesie del poeta vorare con lentezza. Dalla nella De Palma. Si tratta del anarchico tedesco. viva voce di quanti lo hanno Documentario. Girato sesto volume della collana All'indirizzo http://bit. conosciuto e amato, da Da- da Jonathan Lee e distribuito "Temporale"; un libro con ly/11F4Vfm è possibile rio Fo a Giovanna Marini, da da Zeitgeist Film, il docu-fi lm cd contenente canti e rac- ascoltare alcune delle tracce Antonio Infantino a Vinicio Paul Goodman Changed My conti della grande guerra. incise. Capossela, da Paolo Ciarchi Life (2011, Zeitgeist Films, Si tratta di materiali, molti Il cd è una produzione a Andrea Satta, da Vittorio 89 minuti) è incentrato sul- dei quali inediti, provenienti propria, costa 6,00 euro Franceschi a Piero Nissim, la vita dell'attivista, scrittore, dagli archivi dell'Istituto de (comprese le spese di spedi- il libro, con un signifi cativo Martino, della Società di mu- zione) e può essere ordinato tuo soccorso de Martino e di via email scrivendo all'indiriz- Cesare Bermani. Tutte regi- zo [email protected]. strazioni sul campo effettua- Alla figura di Erich te da vari ricercatori (tra cui Mühsam, ''A'' ha dedicato lo stesso Bermani, GianLu- un articolo dal titolo ''Pietro igi Arcari, Gualtiero Bertelli, Gori e Erich Mühsam, due Gianni Bosio e Clara Lon- poeti anarchici a confronto'' ghini, Luisa Ronchini, Piero (di Leonhard Schäfer, n. 386 Sartori) tra gli anni Cinquan- febbraio 2014). ta e gli anni Ottanta. I contributi pervenuti non Enzo Del Re. È uscito sono suffi cienti a coprire le per Squilibri Lavorare con spese di pubblicazione. I lentezza. Enzo Del Re, il compagni di Venezia hanno corpofonista (2014, pp. Enzo Del Re

42 comunicati corredo fotografico, rico- menti. Anarchismo e movi- struisce la vicenda umana menti radicali nel XXI secolo e artistica di un autore così (a cura di Salvo Vaccaro, iconografi camente arcaico, Milano, 2014, pp. 248, € eppure straordinariamente 15,00). Le riflessioni e le contemporaneo, da rappre- testimonianze qui raccolte sentare, con i ritmi della sua disegnano la mappa immagi- lingua e della sua sedia, un naria di un vasto arcipelago anticipatore e un archetipo resistente – dagli Indignados per tanta cultura musicale spagnoli agli hacker globali giovanile di oggi, come il rap di Anonymous, dai movimen- e la techno. ti Occupy alle rivolte sulle Nel primo dei CD allegati sponde del Mediterraneo al volume, una scelta anto- – che sfugge alle consuete logica del repertorio di una categorie politiche. Nono- voce irriducibilmente con- Economia, stato, anarchia. stante le diversità di conte- Brad Thomson, Gabriella Co- tro, mentre nel secondo CD Regole, proprietà e produ- sto, di motivi scatenanti, di leman, Saul Newman. un tributo alla sua memoria zione fra dominio e libertà aree interessate e di mo- Tra le nuove uscite anche da parte di numerosi artisti (Elèuthera, Milano, 2014, dalità espressive, risultano Lasciarsi. I rituali dell'ab- che, da Vinicio Capossela a pp. 304, € 20,00). L'anar- evidenti tratti comuni che bandono nell'era dei social Teresa De Sio, da Antonio chismo, quando si confron- idealmente concatenano le network di Franco La Cecla Infantino alle Faraualla, da ta con l'economia, lo fa di varie rivolte: niente leader e (Milano, 2014, pp. 168, € Alessio Lega ai Radicanto, norma attraverso altre di- partiti, ma azione dal basso e 15,00). Sembra che la no- dai Têtes de Bois a Tonino scipline. D'altra parte, sono democrazia diretta. È in atto stra società sia incapace di Zurlo, hanno rivisitato alcuni pochi gli economisti che si una carica ultra-democratica far durare i rapporti. In Europa dei suoi brani. confrontano con la visione basata sulla partecipazione l'«amore eterno» dura ormai Squilibri editore anarchica, e spesso lo fanno e la condivisione deliberativa meno di tre anni. Lasciare Viale dell’Università 25 solo per «giustifi care» il ruo- che sfugge alla regola aurea o essere lasciati dovrebbe 00185 Roma lo dello Stato attraverso un dei regimi democratici, ossia dunque essere un fatto del Tel: +39 06 44340148 dialogo in contrapposizione: al principio di maggioranza, tutto banale, e invece ancor Fax: +39 06 92931574 Stato vs. anarchia. Questo mettendo in crisi il principio oggi ci rende i protagonisti di email: [email protected] libro accetta invece la sfi da stesso di rappresentanza. un dramma che spesso non di sviluppare entrambi gli Un insieme di pratiche che sappiamo come vivere. C'è Canzoni d'anarchia. argomenti a partire proprio rimanda alla tradizione anar- una diffusa ignoranza dell'ar- Joan Isaac, Cançons d'amor dal soggetto classico dell'a- chica, ma che si sta reinven- te di congedarsi, ancora più i anarquia (Picap, Barcello- nalisi economica: l'individuo tando nel calore delle piazze, evidente in un'epoca in cui na, 2014, € 15,00) è un dop- razionale mosso dalla ricer- meticciandosi con pratiche gli addii vengono mediati da pio cd con le registrazioni dal ca del suo massimo torna- e culture diverse. Con sag- telefonini, e-mail, sms. E l'a- vivo dell'omonimo spettacolo conto. gi di David Graeber, Michael spetto tragico della fi ne di un messo in scena il 2 marzo a Ma è appunto questo Albert, Noam Chomsky, John rapporto amoroso sta proprio Barcellona al Teatre Juventut. homo oeconomicus costru- Holloway, Alcuni anarchici e nello scollamento tra gli amori Lo stesso spettacolo è stato ito su motivazioni egoistiche anti-autoritari spagnoli, San- concreti e la metafi sica dell'a- poi presentato, con alcune che oggi fa sempre più fatica tiago López Petit, Aurelio more eterno (e del matrimo- variazioni di scaletta, lingua e a dare risposte «effi cienti» alle Sainz Pezonaga, Octavio nio felice), proprio dell'ordine interpreti, il 1 e il 3 maggio a nuove configurazioni socio- Alberola, Uri Gordon, Ruth cattolico e hollywoodiano, Firenze e a Sanremo. In me- economiche, nel cui quadro Kinna, Leonard Williams, che ancora ci spinge a cer- rito a questi appuntamenti, analitico sono entrate variabili care la donna o l'uomo della su ''A'' sono stati pubblicati come l'ambiente o il futuro. nostra vita. Per questo ogni due articoli: il primo dal titolo In questo diverso scenario, «lasciamento» deve essere ''Canzoni e amori d'anarchia'' sono piuttosto i soggetti ca- subito rimosso, deve essere in ''A'' 389 (maggio 2014); il paci di aprirsi a motivazioni veloce e crudele, spesso sca- secondo ''Storie e amori d'a- altruistiche quelli che sembra- tenando il «barbaro che è in narchie (in Italia)" in ''A'' 392 no garantire – a determinate noi»: per poter ricominciare e (ottobre 2014). condizioni – l'effi cienza e l'e- persuadere noi stessi e l'altro Per contatti: quità proprie dell'agire eco- che questa invece è la volta www.picap.com nomico, dimostrando come buona. [email protected] anche l'altruismo sociale pos- elèuthera sa, tutto sommato, risultare via rovetta 27 - 20127 milano Elèuthera. È stato re- conveniente. tel. 02 26 14 39 50 centemente pubblicato il Sempre per i tipi di Elèu- fax 02 28 46 923 volume di Guido Candela thera è uscito Agire altri- [email protected]

comunicati 43 concentrandosi su contesti euro). Processato il 19 lu- sovversiva e ribelle dell’Ot- sociali talvolta drammatici. glio, basta una sola udienza tocento, che si ritrova ora I personaggi delle undici per condannarlo a 20 anni nello scritto e pubblicato da tracce sono figure emargi- e 17 giorni di carcere, che Giuseppe Galzerano Paolo nate che non trovano spa- sconta in una colonia penale Lega. Vita, viaggio, “complot- zio all'interno della società. sarda, dove muore (avvele- to” e morte dell’anarchico Nell', Pisu dà loro una nato, secondo una testimo- romagnolo che attentò alla voce e mette in musica le nianza di Luigi Galleani, rife- vita del primo ministro, Fran- loro storie. rita da Emidio Recchioni) il 2 cesco Crispi (ed. Galzerano, Per contatti: settembre 1896. Scatta una Casalavelino Scalo, 2014, [email protected] durissima repressione: Cri- pp. 1248 con foto a colori, http://www.facebook.com/nicpisu spi e la monarchia profi ttano € 50,00). dell’attentato per far votare Per le richieste (sconto del dal parlamento le famigera- 30% per almeno cinque copie) te leggi speciali e colpire il rivolgersi a Galzerano Editore, Alimentazione. È stato movimento anarchico, socia- 84040 Casalvelino Scalo (Sa), pubblicato per le Edizioni lista e repubblicano, con la tel. e fax 0974.62028 Barricate il libro Anonimo riduzione della libertà e l’isti- o [email protected], fra gli anonimi di Ivan Fantini tuzione del domicilio coatto. c.c.p n. 16551798 (2014, € 15,00). L'autore è Tra Bologna, Ancona, Fi- cuoco e pensatore degli in- renze, sono arrestate quin- gredienti, critico geopolitico dici persone con l’accusa di della cucina e contadino. Il complicità. Molti erano della libro affronta le motivazioni provincia di Ravenna, «col- che spingono molte persone pevoli» solo di aver incontra- al ritorno alla terra e al rifi u- to per caso Paolo Lega nel to delle lobby dell'industria suo viaggio a piedi da Bolo- agroalimentare. Il romanzo, gna a Falconara e di avergli diviso in tre parti, utilizza e Ivan Illich. Per Edizioni offerto un tozzo di pane o un alterna il linguaggio narrativo Museodei by Hermatena è bicchiere d’acqua. Tra gli ar- e quello intimistico, portan- stato recentemente pubbli- restati il conte e poeta anar- do il lettore all'interno di una cato Ripensare il mondo chico Domenico Francolini storia che per tanti aspetti è con Ivan Illich (Bologna, di Rimini. A Firenze, France- comune a tutti noi. 2014, pp. 304, € 21,00) a sco Pezzi e Luigia Minguzzi, Il libro è scaricabile gratu- cura di Gustavo Esteva. Non marito e moglie. Ad Ancona, Germinal. È nato il 12 itamente dal sito dell'autore: un libro accademico, ma una Emidio Recchioni… Proces- dicembre 2014 il n. 120- ivanfantini.blogspot.it. raccolta di saggi brevi che sati, dopo un anno e mezzo 121 di “Germinal”, giornale Per contatti: raccontano, in termini sem- di carcere preventivo, sono anarchico e libertario di Trie- www.barricate.net plici e accessibili, i modi in assolti, ma assegnati al do- ste, Friuli, Isontino, Veneto, [email protected] cui l'opera di Ivan Illich può micilio coatto e il volume Slovenia, ecc. Contiene ar- essere una guida utile per segue minuziosamente gli ticoli su temi rilevanti come: comprendere ciò che sta arresti, l’istruttoria e il «pro- lo sciopero sociale del 14 succedendo nel mondo e cessone». novembre, i tentativi autoge- partecipare alla costruzione Una storia lunga, do- stionari dei curdi, l’antimili- di un mondo conviviale do- cumentata e sconosciuta tarismo di ieri e di oggi, gli tato di senso. dell’altra Italia, dell’Italia omicidi di Stato, l’ecofem- www.mutusliber.it minismo, Joe Hill, la nuova rete di biblioteche e archivi Galzerano. Il 16 giugno libertari, l’edizione spagnola 1894, a Roma in via Grego- delle memorie di Umberto riana, Paolo Lega (falegna- Tommasini, ecc. “G” 120- me-giornalista, originario di 121 ha 16 pagine e costa Musica. Dopo Aba- Lugo, Ra) spara due colpi 2 euro. crasta e dintorni (2008) e di pistola - andati a vuoto Per ordinazioni Storie in forma di canzone - contro il Presidente del e comunicazioni: (2013) è uscito Girotondo, il Consiglio, l'ultramonarchico [email protected] terzo disco del poeta e mu- on. Crispi che, in carrozza, e c.c.p. 16525347 sicista Nicola Pisu. Si tratta si reca al Parlamento. Vie- intestato a Germinal di un album concettuale in ne arrestato e torturato. c/o Centro Studi Libertari-Trieste, cui l'artista pone lo sguardo In tasca ha appena trenta specifi cando la causale. sul mondo che ci circonda, lire (pari a centotrentadue

44 comunicati dibattito Il suicidio del capitalismo?

di Enrico Maltini con uno scritto di David Graeber

Con il suo libro Il capitale nel XXI secolo, l’economista francese Thomas Piketty ha messo in crisi gli adepti dell’attuale struttura capitalistica. Questo sistema sarebbe irrimediabilmente minato dall’aumento insostenibile delle diseguaglianze. Per questo la questione della distribuzione della ricchezza andrebbe oggi posta al centro.

“la libertà politica senza eguaglianza liana di Bompiani, 2014, 22 euro), che chi scrive economica è un inganno, una frode, una bugia” non esita a defi nire sorprendente. Sorprendente in Michail Bakunin primo luogo perché comprensibile ai non addetti e di facile e perfi no piacevole lettura, cosa di per sé “Credo nel capitalismo, nei mercati aperti e nella straordinaria per un testo di economia, poi perché proprietà privata...” sono pa- già nella premessa espone i ri- role di Thomas Piketty che si sultati più signifi cativi, così che possono leggere nell’inserto chi vuole si accontenta e chi non culturale del Corriere della si accontenta può approfondire Sera del 9 ottobre scorso. E i diversi aspetti leggendo i capi- proprio questo è il bello: per- toli relativi, ciascuno dei quali ché uno che nel capitalismo ha un senso compiuto. Sorpren- ci crede, sta provocando da dente infi ne perché ha suscitato qualche tempo una crisi di dibattiti accesi tra gli economisti, sconforto negli adepti dell’at- gettando nella costernazione gli tuale struttura del capita- adepti dell’accademia, egemoniz- le, dei mercati aperti e della zata dal pensiero neoliberale. Il proprietà privata. Contraddi- dramma di quest’ultima è che il zioni in seno al capitalismo? soggetto non può essere tacciato Vediamo. di essere marxista né anarchico Il capitale nel XXI secolo. né comunque un rivoluzionario Con questo titolo temerario, antisistema. l’economista francese Tho- E perché lo sconforto? È che mas Piketty ha pubblicato nel costui ha dimostrato con una se- 2013 un volume di oltre 900 rie di numeri, dati e diagrammi pagine (nella traduzione ita- di “precisione atroce e diffi cil-

dibattito 45 mente confutabile”, che in un regime capitalista, se zione semplice ma fondamentale, quasi tautologi- non intervengono fattori esterni di disturbo, i ricchi ca: in ogni dato momento il mondo, o una parte diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più di esso, ha una ricchezza data, nè più nè meno, poveri, ma alla fi ne inevitabilmente tutto il sistema dunque la questione fondamentale dell’economia, va a rotoli. la sola che davvero conta, è come quella ricchezza si distribuisce fra gli abitanti. Un argomento che Un trattato su uguaglianza gli economisti hanno sempre trattato poco, lascian- dolo semmai ai politici e ai sociologi. Ma politici e e disuguaglianza sociologi non hanno il rigore del ricercatore e han- Il libro tratta del “Capitale” considerandone l’a- no in compenso una ideologia di riferimento che spetto più essenziale e meno dibattuto: la sua di- falsa inevitabilmente l’analisi. Inoltre l’autore del stribuzione tra gli abitanti in tempi e luoghi diversi libro non ha alcuna pretesa di costituire una te- ed è di fatto un grande trattato sull’uguaglianza e oria economica, ma solo di osservare l’andamento la disuguaglianza. L’autore parte da una constata- delle disuguaglianze nell’ambito del sistema reale e

Sembrò commosso dalla mia ingenuità. Il capitalismo In quel periodo c’erano una serie di postulati selvaggio è tornato che chiunque doveva accettare se voleva che gli venisse permesso anche solo di prendere parte a (e non si addomesticherà da solo) seri dibattiti pubblici. Erano presentati come una serie di equazioni auto-evidenti. ‘‘Il mercato’’ era di David Graeber equivalente al capitalismo. Capitalismo signifi ca- va esorbitante ricchezza per i vertici, ma anche rapido progresso tecnologico e crescita economi- I capitalisti diffondono la ricchezza solo ca. Crescita signifi cava aumento della prosperità quando minacciati da rivalità globali, e ascesa di una classe media. A sua volta l’ascesa movimenti radicali e dal rischio di di un’agiata classe media stava sempre a signifi - care governance democratica e stabile. sollevazioni nei loro paesi. Una generazione più tardi abbiamo impara- to che nessuno di questi presupposti può essere Negli anni ’90, ero solito discutere con amici più assunto come corretto. russi sul capitalismo. Era un periodo in cui molti La vera rilevanza del volume di successo di giovani intellettuali dell’Est Europa stavano ac- Thomas Piketty ‘‘Il capitale nel XXI secolo’’ è do- cogliendo con fervore tutto ciò che era associa- vuta al fatto che esso dimostra, in modo meticolo- to a quel particolare sistema economico, anche samente dettagliato, che nel caso di almeno una se le masse proletarie dei loro paesi rimanevano delle equazioni essenziali, i numeri semplicemen- profondamente sospettose. Ogni volta che facevo te non quadrano. Il capitalismo non ha al suo in- notare qualche nuovo abuso criminale da par- terno una innata tendenza a civilizzare se stesso. te dei nuovi oligarchi e dei politici corrotti, che Lasciato ai suoi dispositivi, ci si può di norma stavano privatizzando i loro paesi riempiendo le attendere che crei tassi di rendimento sugli in- loro tasche, alzavano le spalle. ‘‘Se osservi l’Ame- vestimenti molto più alti del tasso complessivo di rica, era pieno di imbrogli come questo nel 19° crescita economica, cosicché l’unico possibile ri- secolo, con le ferrovie e tutto il resto’’ ricordo che sultato sarà di concentrare sempre più ricchezza mi spiegò un gioioso e occhialuto giovane rus- nelle mani di élite ereditarie di investitori. so. ‘‘Siamo ancora nello stato selvaggio. Ci vuole In altre parole, quello che è successo nell’Eu- sempre una generazione o due prima che il capi- ropa Occidentale e nel Nord America approssi- talismo civilizzi se stesso’’. mativamente tra il 1917 e il 1975, quando in ef- ‘‘E pensi davvero che il capitalismo farà tutto fetti il capitalismo creò crescita elevata e minore da solo?’’ ineguaglianza, fu un’anomalia storica. C’è una ‘‘Guarda la storia! In America ci sono stati i crescente presa di coscienza tra gli storici dell’e- baroni-rapinatori, poi, cinquant’anni dopo, il conomia sul fatto che le cose andarono così. Ci New Deal. In Europa c’è stato lo stato sociale…’’ sono molte teorie sul perché. Adair Turner sug- ‘‘Ma Serghei’’ protestai (ho dimenticato il suo gerisce che fu la particolare natura della tecno- vero nome) ‘‘non è successo perché i capitalisti logia industriale della metà del secolo scorso a hanno deciso di essere buoni. È successo perché consentire alti tassi di crescita e un movimento avevano paura di voi’’. sindacale di massa. Lo stesso Piketty sottolinea

46 dibattito individuarne, più che le ragioni primarie, che sono Come in ogni lavoro di ricerca che si rispetti, la materia di più alta speculazione socio-politica e fi - “parte sperimentale” è preceduta da una trattazione losofi ca, le cause contingenti e le loro correlazioni. - quella che nelle pubblicazioni scientifi che prende il L’interesse e l’urgenza, dell’argomento viene rimar- nome di “materiali e metodi” - ove l’autore descrive cata da Piketty perché a suo giudizio tali disugua- le fonti dei dati e la metodologia di elaborazione. Se- glianze possono diventare, e stanno diventando, in- guono l’analisi critica dei dati raccolti, la discussio- sostenibili tanto da pregiudicare lo stesso sistema ne dei risultati e le conclusioni. In verità, in questo capitalistico. “L’economia deve rimettere la questio- caso proprio la ricerca e la raccolta dei dati, attinti ne della distribuzione del reddito al centro dell’ana- da fonti storiche largamente inesplorate e su lunghi lisi economica” scrive, e per far questo la questione periodi di tempo è forse la parte più sostanziosa del deve essere considerata, nella misura del possibile lavoro, tanto che la loro sempilce esposizione è di per - l’economia non è una scienza esatta - con un ap- sè estremamente eloquente. In nome della traspa- proccio scientifi co, politicamente laico, e fondato su renza, e a suo dire per favorire critiche e contribu- numeri, fatti e dati. ti, l’autore ha messo tutti i dati originali e i dettagli

la distruzione di capitale durante le guerre mon- che percepiscono rendite e interessi. Affer- diali e le alte tasse e regolamentazioni che furono ma di conseguenza che la sinistra dovrebbe permesse dalle mobilitazioni di guerra. Altri dan- focalizzare la propria attenzione su governi eletti, no differenti spiegazioni. dedicati a dare vita a meccanismi internazionali che tassino e regolino le ricchezze polarizzate. Al- L’Età dell’oro del capitalismo cune delle sue proposte – una tassa sul reddito del 80%!? – possono sembrare radicali, ma abbiamo Senza dubbio furono coinvolti molti fattori, ma a che fare con un uomo che, avendo dimostrato quasi tutti sembrano ignorare il più ovvio. Il pe- che il capitalismo è un gigantesco aspirapolvere riodo in cui il capitalismo sembrò in grado di pro- che risucchia la ricchezza e la porta nelle mani curare una ricchezza ampia e diffusa fu precisa- di una minuscola élite, insiste nel dire che non mente anche il periodo in cui i capitalisti sentiro- dobbiamo semplicemente staccare la spina alla no di non essere gli unici sulla piazza: quando af- macchina, ma provare a costruire un aspirapolve- frontarono un rivale globale in Unione Sovietica, re leggermente più piccolo che risucchi nella dire- movimenti anticapitalisti rivoluzionari dalla Cina zione opposta. Per giunta non sembra capire che al Mozambico e la possibilità di una sollevazione non importa quanti libri venda o a quanti summit, di lavoratori in casa propria. In altre parole, inve- con luminari della fi nanza o membri delle élite ce di alti tassi di crescita che diedero ai capitalisti politiche, partecipi – il mero fatto che nel 2014, maggior ricchezza da distribuire, il fatto che que- un intellettuale francese di sinistra possa dichia- sti avvertirono il bisogno di corrompere almeno rare, senza correre rischi, di non voler rovesciare una qualche porzione di classe lavoratrice fece il sistema capitalistico ma solo di volerlo salvare confl uire più soldi nelle mani delle persone co- da se stesso, è il motivo per cui tali riforme non muni, creando un aumento di domanda per i beni avverranno mai. L’1% non esproprierà se stesso, di consumo che fu largamente responsabile dei nemmeno se glielo si chiede gentilmente. E ha signifi cativi tassi di crescita economica che carat- speso gli ultimi trent’anni a impedire l’accesso ai terizzarono l’Età dell’oro del capitalismo. A partire media e alla politica, per assicurarsi che nessuno dagli anni ’70, quando ogni signifi cativa minaccia provi a farlo utilizzando gli strumenti elettorali. politica iniziò a svanire, le cose sono tornate alla Dacché nessuno sano di mente si augurerebbe normalità, con un avaro 1% che presidia un ordi- un ritorno di qualcosa di simile all’Unione Sovie- ne sociale caratterizzato da crescente stagnazione tica, non vedremo neanche niente che assomigli sociale, economica e addirittura tecnologica. alla socialdemocrazia della metà del secolo scor- Per essere precisi, fu il fatto che le persone, so, che fu creata per contrastarlo. Se vogliamo come il mio amico russo, credevano che il ca- un’alternativa alla stagnazione e all’impoverimen- pitalismo avrebbe inevitabilmente civilizzato se to, dobbiamo solo trovare il modo di staccare la stesso a garantirgli di non doverlo più fare. spina della macchina e ricominciare da capo. Al contrario, Piketty inizia il suo libro denun- ciando ‘‘la pigra retorica dell’anti-capitalismo’’. David Graeber Non ha niente contro il capitalismo in quanto tale – e nemmeno contro l’ineguaglianza. Desi- traduzione di Carlotta Pedrazzini dera solo che venga controllata la tendenza del originariamente apparso capitalismo a creare una inutile classe di parassiti su The Guardian il 30 maggio 2014

dibattito 47 delle metodologie di elaborazione in un sito internet manda-offerta, determinerebbe il migliore dei mondi consultabile1. possibili3 e il più democratico, frana fragorosamente. Rispetto al quadro storico e geografi co, la tratta- Non a caso uno dei (pochi) tentativi nostrani di con- zione parte dai pochi dati disponibili sulla situazione futare le teorie di Piketty è fi rmato da Oscar Gian- nel XVIII secolo, fi no ai dati e alle statistiche sempre ninio, in un blog che ha come motto “Perchè il mer- più attendibili dei tempi nostri (al 2010-2012 per l’e- cato ha ragione anche quando ha torto”. Tutto dire, sattezza), con un riferimento in particolare a Stati quanto a fanatismo ideologico! Viceversa, il libro è Uniti, Giappone, Germania, Francia e Regno Uni- stato giudicato fondamentale da ben altri economi- to, ma che si estende ad altre parti del mondo. Una sti “eretici” quali il premio Nobel Peter Krugmann e mole di dati davvero impressionante, che giustifi ca Joseph Stigliz. l’entità, anche ponderale del volume. Piketty richiama brevemente le classiche teorie Quanto sono grandi economiche: da Robert Malthus (Saggio sul principio di popolazione, 1798) per il quale l’aumento vertigi- le disuguaglianze? noso della popolazione dei contadini poveri a cavallo Un buon indicatore del livello di disuguaglianza del 19° secolo si prospettava come il vero problema in un paese è la quota di reddito che il 10% (il decile) che terrorizzava la ricca nobiltà, a David Ricardo più ricco della popolazione ha in rapporto al reddito (Principi dell’economia politica e dell’imposta, 1817) globale4. Tale quota risulta, ad esempio negli Stati per il quale la crescita continua della popolazione, Uniti tra il 1910 e il 1920 del 40% circa (ossia il a fronte di una quantità fi nita di terre coltivabili, 10% più ricco si spartiva il 40% del reddito globale, avrebbe alla lunga creato pochi ricchissimi proprie- lasciando il restante 60% per il 90% della popolazio- tari e uno stuolo di contadini miserabili, con inevi- ne), la quota cresceva fi no ad oltre il 45% nel 1940, tabili rivolte e sconquassi sociali. Per inciso Ricardo scendeva improvvisamente al 35% tra il 1940 e il (già allora più avanti di Matteo Renzi?), proponeva 1980, per poi risalire costantemente, raggiungendo come effi cace rimedio una forte imposta fondiaria: il 50% circa nel dato del 2010. Un andamento ad l’aborrita patrimoniale, come diremmo oggi. U che si ripete nei paesi occidentali, con ordini di Cinquant’anni dopo Karl Marx pubblicava il primo grandezza simili. libro del Capitale, ove non più di una società agricola Ma dobbiamo anche sapere che dentro quel 50- si trattava, ma di una dinamica industriale in pieno 60% del reddito che va al 90% dei meno ricchi, si sviluppo e in mano a pochi non più latifondisti, ma nasconde un’altra enorme sperequazione: al 50% veri “capitalisti”, cui faceva fronte lo sfruttamento di dei più poveri, ovvero il 30% della popolazione, toc- schiere non più di contadini ma di un proletariato ca una quota che va dal 2 al 5% del totale (il 4% in industriale, altrettanto miserabile. Con la crescita Francia, il 2% negli USA). della popolazione, l’esodo dalle campagne e il capita- Dati analoghi sono spesso riportati dai media, con le industriale che - a differenza di quello fondiario - una qualche indignazione per la palese ingiustizia non è limitato e consente un’accumulazione infi nita, che descrivono, ma con molto meno impegno nell’in- arriverà quello “spettro che si aggira per l’Europa, lo dagare sulla loro origine e ancor meno sui possibili spettro del comunismo”, che condurrà all’inevitabile rimedi. Tanto ci pensa, come sappiamo, la mano in- vittoria fi nale del proletariato. Non è andata esatta- visibile... mente così... ma quella è un’altra storia. II dati sopra riportati sono un esempio ma nel li- Meriti e demeriti di quelle e di altre teorie meno bro che, ripetiamo, è tutto impostato sulla misura note vengono discussi e una prima osservazione che delle disuguaglianze, troviamo un’infi nità di altri ne deriva è che in economia ogni determinismo, an- dati, rapporti e correlazioni sulle divergenze di reddi- che relativo alle origini delle disuguaglianze, è falla- to e di capitale nei diversi paesi, dagli Stati Uniti alla ce: non esistono meccanismi puramente economici Scandinavia, dal Giappone all’Africa sub-sahariana perché sempre i cambiamenti politici e sociali, l’in- e nelle diverse epoche. Una mole di dati troppo diffi - cidenza di guerre e rivoluzioni, tanto sociali che tec- cile da sintetizzare. nologiche, e/o di altri eventi straordinari, catastrofi ci Diciamo solo che il reddito medio nei paesi ricchi nel senso proprio di “capovolgimenti”, ne modifi cano è oggi di 2500-3000 euro mensili, nei più poveri di l’evoluzione. 150-200 euro mensili e la media mondiale di 600- Una seconda “lezione”, che è tra i nodi centrali 800 euro mensili, è su questi valori medi che si in- del libro, è che “la dinamica della distribuzione delle nestano mostruose disuguaglianze . ricchezze si muove su fenomeni di grande portata” e non esiste alcun naturale meccanismo intrinseco Qual è il primo motore che determina nel tempo una riduzione delle diffe- renze (come è invece tesi di tutte le ideologie liberali, delle divergenze? a partire dalla mitica mano invisibile del mercato, di Il tema dell’origine e dell’evoluzione delle differen- Adam Smith2). Di fronte alla serie storica dei livelli ze è il nucleo centrale del libro: secondo l’autore in di uguaglianza-disuguagliaza nei diversi paesi l’as- un regime capitalistico puro, in assenza di turba- sioma liberista secondo cui il “libero mercato” senza menti extra-ordinari, il fattore principale da cui deri- vincoli e regole e fondato sul solo meccanismo do- vano uguaglianza e disuguaglianza è il rapporto tra

48 dibattito reddito del capitale e reddito del lavoro. Questa la gato da Piketty: spiegazione: “Avviene che nelle società a crescita debole i patri- in un dato tempo e in un dato luogo, in un piccolo moni ereditati dal passato assumono naturalmente villaggio come nel mondo intero, l’economia rispon- un rilievo sproporzionato rispetto al debole fl usso del de ad una equazione semplice: tasso di crescita. In queste condizioni il rendimento la ricchezza R, intesa come reddito nazionale glo- del capitale investito (in azioni, obligazioni, terreni, bale, è data dalla somma dei redditi da capitale r e immobili o altro) supera il reddito del prodotto che dei redditi da lavoro g. si ricava dal lavoro (il cosiddetto tasso di crescita del paese). Persistendo negli anni questa situazione, R = r + g avremo una divergenza crescente tra chi vive della rendita dei capitali e chi vive con i redditi da lavoro: Piketty individua un fattore fondamentale di di- un’esaltazione continua della disuguaglianza. Diver- vergenza quando r > g, ovvero quando, per un pe- samente accadrebbe se un tasso di crescita elevato riodo relativamente lungo, i redditi da capitale sono e un conseguente alto reddito del lavoro, rendesse maggiori dei redditi da lavoro. più conveniente per il possessore di capitali l’investi- Il rapporto fra i due si può valutare in modo con- mento produttivo anziché la rendita”. veniente esprimendo il valore complessivo dei pa- La condizione in cui il tasso di rendimento del ca- trimoni privati (immobiliari, fi nanziari e di investi- pitale supera in misura signifi cativa il tasso di cre- mento, al netto dei debiti) in annualità del reddito scita è stata la più “frequente nel corso della storia, nazionale (cioè del reddito, la ricchezza, prodotta in quantomeno fi no al XIX secolo ed è destinata con un anno nel paese5). Ad esempio in Francia risulta ogni probabilità ad essere la norma nel XXI. In que- che il rapporto capitale/reddito nazionale equivale sta condizione per chi eredita patrimoni dal passato per tutto il XVIII e XIX secolo, fi no al 1914, a circa basta risparmiare una quota anche limitata di red- sei-sette annualità di reddito (cioè i patrimoni dei dito del proprio capitale perché quest’ultimo si ac- soggetti privati avevano un valore complessivo sei- cresca più in fretta rispetto alla crescita economica sette volte superiore al reddito nazionale annuale). nel suo complesso. In tali condizioni, è pressoché Il rapporto crolla bruscamente in conseguenza della inevitabile che i patrimoni ricevuti in eredità preval- prima guerra mondiale, delle crisi tra le due guer- gano largamente sui patrimoni accumulati nel corso re e della seconda guerra mondiale, arrivando negli di una vita di lavoro, e che la concentrazione del ca- anni tra il ‘20 e il ‘50 del secolo scorso a due-tre pitale raggiunga livelli assai elevati, potenzialmente annnualità. Dopodichè il rapporto riprende a salire incompatibili con i valori meritocratici e i principi e da allora ad oggi non ha più smesso di crescere. di giustizia sociale che costituiscono il fondamento Un andamento del tutto simile si osserva nel Regno delle nostre moderne società democratiche”. Unito. Scopriamo così che siamo oggi tornati ad un Nelle ultime due righe si avverte un forte sapo- rapporto patrimonio/reddito della nazione, simile a re di eufemismo, per non dire “incontrollabili rivolte quello della “Belle Epoque”, alla vigilia della grande sociali”. guerra! Come sappiamo e come ci viene ogni giorno ripe- Oggi, in Europa e Stati Uniti, il reddito nazionale tuto, l’Europa non cresce o cresce poco, dunque la pro capite è stimato intorno a 30.000-35.000 euro, prospettiva è che chi dispone di capitali diventerà mentre il capitale privato si aggira intorno ai 150- sempre più ricco a spese di chi vive solo di lavoro, 200.000 euro pro capite (dunque un rapporto tra 5 e destinato a restare sempre più povero. E così po- 6). Pro capite signifi ca che sarebbero questi i numeri trebbe essere ancora per anni, mettendo a rischio per ciascuno di noi, se non ci fossero le micidiali di- “l’essenza stessa della democrazia” dice ancora Pi- suguaglianze di cui sopra. ketty. Tutto questo senza tenere conto della disoc- Per chi - come chi scrive - non mastica più che cupazione, solo pochi anni fa ben lontana dai livelli tanto di economia, è bene ricordare che il reddito attuali. è un fl usso di ricchezza, che ogni anno si produ- ce in un paese, mentre il capitale è uno stock, un serbatoio delle ricchezze accumulate nel tempo dagli abitanti. Di fatto, il reddito nazionale è molto vicino al fatidico pil (prodotto interno lordo), quello che ogni sera ci assilla nei telegiornali. Ma quale è la causa prevalente di un andamen- to economico in cui il reddito da capitale rimane a lungo maggiore del reddito da lavoro? La risposta appare fi n banale: è un regime di crescita relativa- mente lenta, o addirittura nulla ed è esattamente la condizione in cui si trova l’Europa oggi, con un Italia che più che crescere lentamente, non cresce affatto. Il meccanismo che correla una crescita debole a Il grafi co mostra il valore del capitale privato in % del un incremento della disuguaglianza viene così spie- reddito nazionale tra il 1870 e il 2010

dibattito 49 Per contro, continuando il ragionamento su chi Ben vengano allora i turbamenti (lo abbiamo sem- determina cosa, ci si deve chiedere quando e per- pre detto, no?) ed in effetti hanno avuto un effetto ché una crescita anziché lenta può essere rapida positivo, su scala mondiale, le lotte per l’indipenden- e quali altre situazioni sono favorevoli ad una ri- za, la decolonizzazione, la caduta del muro di Berli- duzione della disuguaglianza. Le dinamiche di svi- no, ecc. Certamente una crescita rapida dei redditi luppo degli ultimi tre secoli indicano che tassi di da lavoro ha seguito sempre la fi ne di una guerra e crescita elevati, associati a minori differenze, si ve- la fase di ricostruzione, ma non è proprio un dato rifi cano solo in conseguenza di eventi eccezionali e confortante. non come norma: nel lasso di tempo considerato i Per un’idea dei numeri in gioco: una crescita del più importanti di tali eventi, nel mondo occidentale, pil dell’1% sul lungo periodo è considerata buona, sono stati: la rivoluzione francese nel 1789, la rivo- mentre un tasso del 3-5% annuo si verifi ca solo in luzione tecnologica a cavallo del ‘900, la prima e la condizioni eccezionali e non di lungo periodo. Al con- seconda guerra mondiale e, nei paesi emergenti, il trario, un tasso dell’0,1 o 0,2% annuo è appena suf- forte sviluppo da condizioni di sottosviluppo. fi ciente a mantenere lo statu quo. Sembrano numeri La storia dimostra anche che a favore della con- piccoli, ma il loro effetto cumulato negli anni è molto vergenza, ossia di una riduzione delle differenze, vi maggiore di quel che si immagina. sono essenzialmente i processi di diffusione della co- noscenza e le politiche di investimento in materia di C’è rimedio? formazione ed educazione, processi che consentono al tempo stesso la crescita generale della produtti- Nelle centinaia di pagine del Capitale nel XXI se- vità e la riduzione delle disuguaglianze, sia a livello colo trovano posto moltissime altre osservazioni, dati di ciascun paese, sia a livello mondiale. In effetti un e correlazioni tra i fattori che infl uiscono su ugua- incremento dei livelli glianza e disuguaglian- generali di conoscenza za. Vengono trattate si accompagna sempre È evidente che tra le cause a fondo la questione ai periodi di forte svi- del debito, dell’acces- luppo produttivo e il di turbamento, con effetto so alla conoscenza, i recente sviluppo delle livelli salariali, le spe- economie emergenti ne determinante di riduzione requazioni retributive è una dimostrazione e l’“estremismo meri- palese. delle disuguaglianze, si tocratico”, le politiche Anche se può sem- fiscali, i problemi in brare ridicolo parlare collocano le lotte operaie materia di successio- di riduzione delle disu- ne ereditaria, il ruolo guaglianze, ad esem- e i confl itti sociali dell’Unione Europea e pio nella Cina di oggi, molto altro. È negli ul- si deve tener conto degli abissali livelli di povertà timi capitoli che viene affrontata nei dettagli la que- preesistenti. Piketty non vi insiste troppo, forse per stione dei possibili rimedi. non essere liquidato come comunista, ma è evidente Anche per l’altra faccia della medaglia, quella dei che tra le cause di turbamento, con effetto determi- rimedi, il discorso è lungo, complesso e articolato nante di riduzione delle disuguaglianze, si collocano ma alla fi ne rimane un nucleo centrale che anche le lotte operaie e i confl itti sociali, anche questi tipici qui sfi ora la banalità: occorre un’imposta progressiva dei momenti di forte sviluppo. Per le ragioni che ve- sul capitale6, altrimenti non se ne esce. Piketty evita dremo, gioca a favore anche l’incremento demogra- astutamente il termite patrimoniale, ma il senso è fi co, minimo da noi ma ancora elevato in paesi in quello. via di sviluppo, oltre al ruolo evidente delle politiche Facile a dirsi ma meno a farsi, dal momento che fi scali. richiederebbe una vera trasparenza sulla reale so- Un effetto contrario ha invece il debito pubblico, stanza dei capitali e soprattutto dovrebbe essere questione oggi scottante, che ha l’effetto di far paga- mondiale - o almeno europea per cominciare - e non re a tutti gli interessi versati ai prestatori di denaro compromessa dai paradisi fi scali che lo stesso capi- allo stato. tale si è costruito. Oltre al fatto, possiamo esserne Dunque non vi sono mani invisibili, ma solo mec- certi, che questa soluzione non è gradita a coloro canismi a favore o contro l’uguaglianza e questo che vi dovrebbero provvedere. Va detto che queste stride in maniera evidente con le teorie liberiste se- diffi coltà sono chiaramente esposte e che la propo- condo le quali in un mercato “perfetto” il meccani- sta è analizzata nei particolari, pro e contro. A parte smo domanda-offerta assicura di per sé la promo- l’effettiva realizzabilità, un particolare illuminante zione di crescita e benessere. Anzi, è esattamente si ricava dai dati: di quale entità dovrebbe essere il il contrario: è proprio in un mercato perfetto, non prelievo? turbato da eventi eccezionali, che le dinamiche di Gli ordini di grandezza calcolati sarebbero questi: incremento delle disuguaglianze si instaurano e si un tasso di imposta dello 0% sui capitali (beni im- auto-alimentano. mobili compresa l’abitazione, investimenti fi nanziari

50 dibattito ecc.) fi no a 1 milione di euro; un’imposta dell’1% sui ro”, “sfruttramento”, “lotta di classe”. capitali da 1 a 5 milioni di euro e del 2% oltre i due Sono tutte osservazioni lecite, ma a mio parere milioni. Oppure una maggiore progressività tipo il fuori luogo: l’autore è un riformista e lo dice chiara- 5-10% oltre 1 miliardo di euro, o anche, al contrario, mente, riferisce esplicitamente le sue tesi a periodi lo 0,1 sotto i 200.000 euro e lo 0,5 fi no a 1 milione non turbati da avvenimenti particolari, riferisce le di euro. sue previsioni a questo sistema politico-economico Abbiamo sempre saputo che “se tutti pagassero in questo periodo e solo nel caso che nessun evento le tasse, eccetera”, ma personalmente non avrei mai eccezionale ne modifi chi la dinamica interna. Anche immaginato che prelievi praticamente inavvertibi- i rimedi che propone, per quanto ritenuti abbastanza li per un contribuente sano di mente, come quelli utopici, sono quelli virtualmente possibili all’interno calcolati da Piketty, fossero suffi cienti per rendere di questo sistema e di questo andamento economi- se non altro meno indecente la distribuzione della co. Peraltro, proprio l’aver circoscritto a condizioni ricchezza. In realtà l’effi cacia di prelievi tanto mo- defi nite le sue osservazioni, fa del lavoro di Piketty desti deriva dall’effetto di accumulazione nel tempo, un classico lavoro di ricerca, i cui risultati ognuno analogamente a quanto prima ricordato a proposito può discutere, e non una speculazione teorica cui del saggi di crescita. contrapporre altre speculazioni. Teorie e speculazio- La feroce opposizione liberista a prelievi di simile ni sono confutabili, i dati non lo sono. entità - diffi cile anche defi nirli una patrimoniale - è In defi nitiva un testo che non propone la rivolu- palesemente pura ideologia, o forse pura stupidità. zione ma dà delle informazioni utili sul funziona- Il fatto che anche prelievi di quest’ordine di gran- mento del sistema in cui viviamo, con una concre- dezza siano considerati utopici, perché scatenereb- tezza che ha messo in crisi d’identità l’accademia bero protezionismi e trucchi fi scali tra le nazioni, uffi ciale, quella iperliberista per la quale gli unici ci insegna quali livelli di egoismi estremi siano ai rimedi ammessi sono austerità, rinuncia, scrifi cio, vertici di quella che pudicamente chiamiamo “con- tagli, risparmio, sobrietà, moderazione, parsimonia vivenza”. e chi più ne ha più ne metta, purchè sempre ed in- variabilmente degli altri. Quali critiche, da destra Infi ne, perchè tanta attenzione per le tesi di Piket- ty? Sarà forse perché le dinamiche economiche per- e da sinistra? verse da lui descritte sono esattamente quelle che Diciamo subito che le critiche da destra, essen- stiamo oggi vivendo? zialmente derivate da un articolo di Chris Giles, ca- Sarà forse perchè qualcuno comincia a preoccu- poredattore economico del Financial Times, basate parsi? “Perseverare diabolicum...” titola un sito re- su alcuni errori rilevati nei dati, sono state giudicate censendo il libro. assai deboli. Tutti gli osservatori convengono che in una simile massa di dati qualche errore è inevitabi- Enrico Maltini le, e la loro correzione non infi cia peraltro i risulta- ti. Di “stroncatura fallita” da parte di “negazionisti post scriptum della disuguaglianza” ha scritto perfi no Il Sole 24 A proposito di “contraddizioni in seno al capitale”: ore (6 giugno 2014) a fi rma di Paul Krugman. Tra a Londra, l’11 novembre 2014, il “Financial Times l’altro, ci vien da suggerire che quella de Il capitale Mc Kinsey Book of the Year Award” è stato assegna- nel XXI secolo, è una critica al sistema capitalistico to a Il capitale nel XXI secolo di Thomas Piketty. Ma che non nasce da considerazioni etiche, o politiche o siamo matti? da opposte teorie economiche, ma che individua un meccanismo interno di autodistruzione del sistema 1 http://piketty.pse.ens.fr/capital/21c e ne propone un rimedio. Dunque, alla faccia del Fi- 2 Lo scozzese Adam Smith, 1723-1796, viene considerato il primo nancial Times, possiamo dire che lo scopo ultimo di degli economisti classici. Il suo La ricchezza delle nazioni nel Piketty è la salvezza del capitalismo... ma di che si 1776 diventa il testo di riferimento per tutti gli economisti del lamenta allora la destra? XVIII e XIX secolo. La metafora della mano invisibile, che rego- Più sottili le critiche, non molte in verità, da sini- lerebbe automaticamente gli equilibri in un libero mercato, è stra, ma anche più ideologiche: ad es. il Manifesto tuttora il cardine delle dottrine liberali della deregulation e del defi nisce il libro “una inconfutabile fotografi a del ca- laissez-faire. pitalismo contemporaneo” e ne conferma l’importan- 3 Più precisamente, il sistema creerebbe per tutti sempre mag- za, ma critica essenzialmente il fatto che nella teoria giore ricchezza e benessere, e un possibile incremento delle esposta non viene spiegata la natura primaria, co- disuguaglianze sarebbe un positivo stimolo alla crescita. stitutiva dell’accumulazione capitalista originaria e 4 È lo stesso concetto alla base del movimento “Occupy Wall l’origine della proprietà privata. In un articolo tratto Street”, che defi nisce se stesso “il 99%” e prende di mira l’1% da Le Monde Diplomatique Piketty viene criticato in (il centile) più ricco. quanto riformista, a differenza di Marx che del ca- 5 Il reddito nazionale è la somma dei redditi da capitale e dei pitalismo propone l’abbattimento (ma l’Economist lo redditi da lavoro, in un anno. defi nisce ‘’il Karl Marx del XXI secolo’’). Altre critiche 6 Attualmente è soggetto ad imposte - più o meno alte nei diversi lamentano la mancanza di parole quali “merce lavo- paesi - il reddito del capitale, non il capitale stesso.

dibattito 51 La guida apache di Nicoletta Vallorani

alcuni casi, risultavano strepitosi, a dispetto delle Chi ci guarda mie ingenuità giovanili e nonostante i mille errori che sempre fa chi, come me, viene catapultato in C’è una cosa che mi sono stufata di sentirmi dire: cattedra senza sapere bene che cosa ci si aspetti gli studenti non capiscono niente. È un mantra che da lui/lei. certi docenti ripetono ossessivamente, spesso tra- Gli studenti non capiscono niente. scinando il fi nale della frase in un rap inconsapevo- Poi c’è stato un momento in cui ho cominciato a le e sempre scuotendo la testa come i cagnolini col chiedermi cos’è esattamente che gli studenti non capo snodato che una volta si mettevano sul retro capiscono, e com’è che sono arrivati mostrarsi, in delle macchine. alcune circostanze e con certi docenti, come creatu- Gli studenti non capiscono niente. re disinteressate e passive, concentrate sostanzial- Ora, nei primi anni della mia ormai lunga carrie- mente solo sul loro telefonino. Allora ho capovolto ra di insegnante, consideravo questa affermazione la mia prospettiva. Cosa vedono questi studenti con perplessità incuriosita, domandandomi come che non capiscono niente quando guardano noi, i mai a me capitassero, per strani giochi della sorte, “maestri”? studenti che invece non erano poi male. Anzi, in L’altro giorno sono andata a sentire la lezione www.fl ickr.com/photos/gaia_d/ www.fl

52 scuola di un collega di gran fama. Non era una conferen- sotto l’etichetta di categoria docente, le forme di vita za, ma una lezione normale, dentro un corso per sono diversifi cate, e c’è la tipologia di cui sopra, ma studenti del triennio. Il collega non mi conosceva, anche l’idealista inaffondabile, l’entusiasta appas- dunque ero in incognito: la posizione privilegiata sionato, il trascinatore di folle, e il docente invisibile della mosca sul muro. Mi sono seduta e ho provato (ovvero quello che non va quasi mai in aula). In ad ascoltare con attenzione. Seduto, con davanti quest’ultimo caso, ci va qualcun altro, di norma più alcuni fogli, un tono di voce piatto e cantilenante, bravo, ma non retribuito. Anni fa, ho chiesto a una un disinteresse palese per quel che stava facendo giovane studiosa, ora esule oltreoceano (dove le han- e il disprezzo dipinto sul volto, il collega impartiva no riconosciuto quel che vale) come mai gli studenti nozioni snocciolate nello spazio vuoto tra la catte- non si lamentassero per il fatto che in aula ci andava dra e la prima fi la di studenti, con un entusiasmo sempre lei al posto del docente titolare. Saggiamen- che avrebbe addormentato un ipercinetico, steso te, la ragazza mi ha risposto: “E perché dovrebbero un pugile al primo incontro, annichilito l’idea stes- lamentarsi? Io mi preparo, mi piace quello che faccio sa di interazione educativa, e probabilmente con- e mi prendo cura di loro”. Non fa una grinza, almeno dotto persino Martin Luther King a imbracciare un fi nché ti va bene lavorare gratis al posto di qualcun fucile e sparargli, solo per porre termine a quella altro che invece è pagato. tortura. Dopo 35 minuti, cercavo affannosamente Gli studenti non capiscono niente. il telefonino, senza neanche rendermene conto, ma Non sono particolarmente carismatica e neanche per puro desiderio di faccio di più di quel sopravvivenza. Dopo che dovrei. Mediamen- 47 minuti, volevo mo- L’istruzione è un dialogo, te, essendo una che rire, mi scappava pipì, conta poco o nulla nel- avevo urgenza di inter- e il dialogo, tecnicamente, la gerarchia, ho corsi rompere la cantilena di circa 300 studenti, in qualunque modo e implica un’interazione che sono ritenuti i più volevo socializzare col pesanti. Non ho mai ragazzino di fi anco a me, che in tutta evidenza sta- avuto problemi di attenzione (se non mia, nel senso va dormendo. Alla fi ne della lezione, mi sarei volen- che normalmente arrivo alla fi ne dei corsi stremata) tieri iscritta a un corso di step, giusto per fare un e devo confessare, senza troppa benevolenza, che po’ di movimento, dato che il cervello era defi nitiva- da quei 300 occhi tondi, dall’interesse che ci vedo mente spappolato. dentro, dalla scintilla della scoperta che si accende Dunque, sì, gli studenti non capiscono niente. nel tempo, cambiando per alcuni di loro la direzio- E tuttavia forse c’è un problema. L’istruzione è ne stessa della loro vita, ho imparato di certo molto un dialogo formativo. DIALOGO: appunto. Il dialogo, di più di quello che loro hanno imparato da me. tecnicamente, implica un’interazione, e, come dice Non faccio di più di quello che dovrei, né sono più Foucault, è di necessità un discorso, ovvero un pro- brava dei miei colleghi. Semplicemente, sono con- cesso basato sulla defi nizione di una relazione di po- sapevole di quello che sto facendo: sto cambiando tere. In questa relazione di potere, qui e ora nell’uni- il mondo mentre dimostro ai ragazzi che credo in versità italiana, la posizione one up spetta al docen- quel che faccio. te, ed essa non viene mai messa in discussione. Non Ecco, se questa è fuffa, è vero: gli studenti non solo dagli studenti, che l’unico difetto che hanno è di capiscono niente. sentirsi sconfi tti in partenza e dunque di rinunciare E probabilmente neanch’io. preliminarmente a costruire uno scheletro culturale per comprendere il mondo, ma neanche dai profes- sori medesimi. In questo universo variegato che va Nicoletta Vallorani

scuola 53 ...e compagnia cantante di Alessio Lega

prima apparizione dei Cantacronache ai moderni Cantacronache cortei dei nuovi ribelli, dalle proteste del movimento No-Global di fi ne anni ’90/inizio 2000, alla parata Un mito della canzone dei Centri Sociali che sfi la per le vie di Milano ogni primo di maggio: la Mayday Parade. Non tanto per attraverso le sue immagini le tenute dei manifestanti, che allora sfi lavano con tanto di giacca e cravatta, né per gli striscioni piutto- e la sua musica. sto smorti, quanto perché il corteo era accompagnato da un furgoncino, attrezzato con altoparlanti, che Quello che segue è un estratto da un libro in cor- diffondeva musica. Il progenitore insomma di quello so di preparazione che ricostruisce, attraverso do- che oggi si chiama sound system. La canzone che cumenti d’archivio per lo più inediti, il percorso di più lascerà il segno, fra quelle che accompagnavano questo collettivo che anticipò la canzone d’autore, quel primo di maggio del 1958 a Torino, era come le la canzone popolare e di protesta in Italia. La terra altre nuovissima. della pace, del lavoro… dell’amore. L’autore della musica, un bravo e inquieto compa- gno di 28 anni, militante comunista iscritto al par- Un giorno nel mondo fi nita fu l’ultima guerra, tito, vulcanico musicista di formazione colta, ebreo il cupo cannone si tacque e più non sparò, che ha conosciuto il disonore delle leggi razziali e l’orgoglio della lotta di liberazione, Sergio Liberovici. e privo del tristo suo cibo dall’arida terra, A rendere però, da allora, particolarmente notevole un branco di neri avvoltoi si levò. la colonna sonora di quella manifestazione è l’autore Dove vola l’avvoltoio, avvoltoio vola via del testo, uno degli scrittori italiani più importanti e vola via dalla terra mia che è la terra dell’amor. noti del secondo ‘900: Italo Calvino. Quanti sanno che a lui, e a un manipolo d’intellet- I Cantacronache si materializzarono – ancora sen- tuali torinesi, si deve l’inizio della canzone d’autore za volto – il primo maggio del 1958, in Piazza Castel- italiana? lo, durante la manifestazione sindacale a Torino: la Il brano Dove vola l’avvoltoio – che viene registra- loro prima incisione veniva diffusa da un camioncino to con altri due dai Cantacronache nel loro primo debitamente attrezzato. La sera stessa avrebbero sperimentalissimo 78 giri, e diffuso dagli altopar- tenuto il loro primo concerto. lanti proprio quel primo di maggio del ‘58 – è, per C’è dunque uno strano fi lo simbolico che lega la la cultura musicale del nostro paese, il prototipo

54 percorsi di vita della ballata antimilitarista d’autore. Il tema della che si basa l’unicità e la modernità dell’esperienza denuncia dell’atrocità della guerra è già presente Cantacronache. nel canzoniere popolare, ma di tale repertorio c’è L’avvoltoio è dunque il brano fondativo composto per il momento solo una percezione vaga, anzi, il da uno scrittore che – a parte la vicenda Cantacrona- contributo dei Cantacronache sarà fondamentale che – rimane estraneo alla storia della canzone, e di nel dettare le regole di raccolta e diffusione di tale un musicista poliedrico che sta ancora defi nendo la repertorio. Incideranno loro per primi, nel secondo sua poetica e i limiti della sua area di ricerca, è l’inizio volume dei “Canti di protesta del popolo italiano”, e il compimento assieme di un percorso espressivo, O Gorizia tu sei maledetta, la canzone che di lì a e raccoglie molti stimoli. Il plot del brano parte dalla pochi anni detonerà lo scandalo e le denunce dello rielaborazione di un raccontino pubblicato qualche spettacolo “Bella Ciao” (giugno 1964). anno prima (agosto del ’54) dallo stesso Calvino sulla Il tema antimilitarista è quasi ossessivamente rivista “Il contemporaneo” e mai più ripescato per presente anche nei Songs di Brecht (Legende vom le raccolte in volume (lo trovate solo nelle Opere di toten Soldaten, Kanonen song, ecc.), nelle chansons Calvino della collana Meridiani Mondadori), Dove va di Prévert, Brassens o Vian (Barbara, La mauvaise l’avvoltoio che inizia così: “Per un gran numero di reputation, Le deserteur), che sono fonti d’ispirazione anni, nel mondo c’erano state sempre guerre, una per l’intero gruppo. dopo l’altra. Un giorno, quella che c’era fi nì e il mondo Dove vola l’avvoltoio però costituirà in Italia il ri- si trovò senza guerre tutt’a un tratto. Gli avvoltoi che ferimento per le canzoni che seguiranno, a partire volavano nel cielo di quell’ultimo fronte…”. dalla celeberrima La guerra di Piero di Fabrizio De Il tono è fi abesco, il simbolismo evidente, e – come André, che ne cita l’incipit: per ogni grande scrittore – la versione in versi del brano non è una piatta riscrittura della prosa, ma L’avvoltoio andò dal fi ume racconto e canzone si compendiano mettendo in luce ed il fi ume disse “No aspetti diversi dell’intuizione originaria. Liberovici, dal canto suo, cucendo al testo una musica ritmata nella limpida corrente e drammatica, compie una seconda riscrittura musi- ora scendon carpe e trote cale, un’altra storia attraverso i suoni, che si svolge non più i corpi dei soldati su un altro piano, che ricolloca, fa emergere, mette che la fanno insanguinar” in luce o in ombra le suggestioni del testo, le veste (Calvino) di un abito, le colloca in un ambiente.

Lungo le sponde del mio torrente Il suono voglio che scendano i lucci argentati dei carri armati non più i cadaveri dei soldati Se la scrittura dei bassi che accompagnano il portati in braccio dalla corrente. parlato introduttivo e fi nale fa le funzioni di una (De André) drammatica colonna sonora (in special modo nella versione cantata dalla Di Rienzo e in quella di But- Dunque, a contraddire la vulgata che assegna ai tarelli, accompagnate dal pianoforte dell’autore), il Cantacronache un ruolo del tutto marginale e inin- ritornello, con il coro lugubre che canta in polifonia, fl uente, è proprio De André, il più osannato classico ha una reminiscenza russa, da coro dell’Armata Ros- della canzone d’autore, l’eterno modello di tutte le sa. Calvino era uscito dal Partito Comunista proprio generazioni che l’hanno seguito, che ai Cantacro- in polemica con la mancata condanna dell’invasione nache tributa un debito, prelevando di peso non d’Ungheria del ’56, Liberovici invece era nel Partito, solo un’immagine, ma diremmo un andamento, un ma forse inconsciamente, nel volo dell’avvoltoio così colore, un sentimento musicale. Attraverso De André ben visualizzato dall’intreccio della melodia, si sente questo canto si fa modulo, non tanto per la canzone il cingolato dei carri armati di Chruš ëv triturare le schierata dei poeti della rivolta – Della Mea, Marini, vie e le speranze di Budapest. Pietrangeli, Bertelli –, che dei Cantacronache sono Forse nelle parole di Calvino “ma chi delle guerre i più immediati continuatori, ma getta i suoi semi quel giorno aveva il rimpianto” c’è l’eco che non vuole nell’inquietudine dell’intera musica italiana. più portare i suoni dell’orribile guerra dei tedeschi La particolarissima condizione di isolamento e che massacravano i contadini italiani sulla Linea apertura a ogni esperimento, permette a una can- Gotica, ma anche un’eco più vicina: le alte e terribili zone come questa di nascere da un gruppo addirit- parole del Presidente Imre Nagy condannato a morte tura tetragono nel difendere la propria purezza, che dai servi del potere sovietico: «muoio per dimostrare esordisce impersonalmente diffondendo le proprie che non tutti i comunisti sono nemici del popolo». canzoni durante una manifestazione senza pubbli- Quell’eco separava per sempre il più grande scrittore cizzare nomi e volti degli autori/interpreti, ma che si italiano del dopoguerra dal suo Partito, Imre Nagy misura con un pubblico indefi nito, non solo quello sarebbe stato impiccato di lì a un mese il 16 giugno dei “compagni di strada”. È sulla tensione caratte- del ’58, io in questo momento mi trovo a scrivere a ristica di un collettivo di intelligenze così critiche San Pietroburgo, l’“Eroica Leningrado” dell’assedio,

percorsi di vita 55 56 percorsi di vita come dice l’immane scritta nella Piazza della Sta- [email protected] zione Moskovskaja, a cento metri da qui. Dove vola l’avvoltoio dunque non è solo una canzone, ma è un urlo, è il nobile e indimenticabile crocevia di molte storie che le stanno dietro e davanti fi no a me, fi no a noi. In questa canzone ci sono tragedie immense e la dignità del granello di sabbia che si vuole opporre, imbracciando una chitarra, alle ragioni delle guerre e dei partiti.

Potete forse capire allora come mi tremarono le mani quando, fra i vari documenti d’archivio che scartabellavo, mi capitò proprio il manoscritto originale di questa canzone.

“Che è la terra della pace (cancellato) del lavoro (cancellato) dell’amor”. C’è sempre qualcosa di voyeuristico nell’andare a guardare un manoscritto, il brogliaccio delle inten- zioni, dello svolgersi e dell’arrovellarsi dell’autore, che si perde fra forma e contenuto, quando non sai se è l’una a inseguire l’altro o il contrario… eppure c’è qualcosa di così umano e velleitario nel formarsi l’immagine dello scrittore che pensa, fuma, che si dispera davanti al foglio bianco, che s’inceppa su una rima e corre avanti, torna indietro. Scrive un verso, ne cancella altri dieci. Tutto questo ci dà l’impressio- ne di assistere al mistero della creazione di qualcosa di bello… e invece, poi, ne sappiamo quanto prima, nulla di più ci è stato rivelato, e quanto c’innamorava resta celato agli occhi, invisibile. La terra dell’amore?

Non so se questo caso possa fare eccezione, certo è bello ritrovarsi davanti agli occhi un manoscritto di uno scrittore così grande, anche se quasi solo di prosa. Non sappiamo se questo testo – stranamente di pugno dell’autore e non dattiloscritto – che viene consegnato a Liberovici sia una redazione giunta dopo parecchi tentativi, sembrerebbe di no. La penna scor- re fl uida ma non pare una copia in bella. Tormenta- tissima – fra i ripensamenti a penna e gli appunti a matita – solo la strofa dei tedeschi, ed è comprensibile il perché: diffi cile trovare una chiave corretta che non miri alla colpevolizzazione di tutto un popolo che è stato la prima vittima della disumanizzazione nazista. Per il resto il testo sembra essersi formato già chiaro nella testa di Calvino, prima di venir fermato sul fo- glio. Solo quell’insistito ripensamento per capire se la terra, libera dalla guerra, quella che scaccia gli avvol- toi, sarà la terra della pace (of course!), del lavoro… oppure dell’amore, che tutto comprende. Italo Calvino se n’è andato ormai da tanti anni e Liberovici pure. Questa canzone ancora la si canta, anche perché purtroppo questa non è la terra della pace, né quella del lavoro. Ma sulla ruggine che prima o poi coprirà l’ultimo inutile cannone ce lo scriveremo che questa è la terra dell’amore.

Alessio Lega

percorsi di vita 57 musica Nel ricordo di Bianca

di Sergio Secondiano Sacchi

Da dieci anni ad Aversa si tiene un incontro musicale in ricordo di Bianca D’Aponte, stroncata a 22 anni da un aneurisma. Eccone il resoconto dell’edizione 2014, come sempre ricca di tante belle voci e belle storie. Soprattutto al femminile. E il prossimo 8 marzo, a Barcellona...

enerdì, 24 ottobre: il vignettista Sergio Staino, editorialista di punta dell’Unità, quotidiano a Vun passo dal fallimento, viene intervistato da Repubblica e, alla domanda se nel fi ne settimana si recherà da Renzi alla Leopolda o in piazza San Gio- vanni alla manifestazione sindacale, dichiara: “sarò ad Aversa al Premio Bianca D’Aponte”. Le graduatorie dell’appartenenza vengono così in- sospettatamente riformulate. Molte sono, quindi, le cose da riconsiderare e le domande relative. Innanzitutto: Bianca D’Aponte, chi era costei? L’uso dell’imperfetto non è, purtroppo, dovuto solo al rispetto formale dell’abusata citazione man- Bianca D’Aponte zoniana, ma proprio al fatto che Bianca D’Aponte non c’è più. Da undici anni, ormai. nizzano ogni anno una manifestazione musicale, un Era una bellissima ragazza di Aversa appassiona- concorso per giovani cantautrici in grado di offrire ta di musica che scriveva e cantava canzoni. Poco ad altre ragazze, con aspirazioni simili a quelle del- tempo dopo avere fi rmato un contratto discografi co, la fi glia, un’occasione per segnalarsi in un ambiente venne stroncata da un aneurisma mentre si trovava dove la componente femminile è in netta minoranza. davanti alla televisione. Aveva ventidue anni. La storia e il mercato della canzone italiana hanno avuto proprio nelle donne le interpreti più qualifi - Un rapporto cate grazie alle varie Mina, Milva, Ornella Vanoni, Gabriella Ferri, Patty Pravo, Iva Zanicchi, Caterina squilibrato Caselli, Gigliola Cinquetti, Mia Martini, ma nel cam- Il premio a lei intitolato è stato istituito dai ge- po della cosiddetta “canzone d’autore” le proporzioni nitori che hanno per questo fondato l’associazione s’invertono: basti pensare che nelle 39 manifesta- Sono un’isola. Praticamente a loro totale carico orga- zioni che segnano la lunga storia del Club Tenco,

58 musica le donne rappresentano il 15%. Eppure, scorrendo rale) e all’ormai storico Pigro dedicato a Ivan Gra- l’elenco degli artisti intervenuti, si può asserire che ziani che si divide tra Bolognano e Teramo. In que- non ci si è mai dimenticati di nessuna e che le espo- sto caso le forze motrici sono le vedove, ma non è nenti più signifi cative, da Giovanna Marini a Gianna così per il Premio Bindi di Santa Margherita Ligure Nannini, da Fiorella Mannoia a Petra Magoni, sono diretto da Enrica Corsi, fi glia d’arte, e, soprattutto, contraddistinte da plurime partecipazioni. per quello pensato e organizzato da Nini Giacomelli Questo squilibrato rapporto, dovuto a varie ragio- e Bibi Bertelli, il vivacissimo e articolato Dallo scia- ni non necessariamente connesse a volontà discri- mano allo showman, che per tutti è ormai lo Shoma- minatorie, varrebbe la pena di essere indagato. Ecco no, che ha trasformato la Valcamonica in sede della che un premio come il Bianca D’Aponte si riveste “canzone umoristica d’autore”. Per il cinquanta per anche di indicazioni, di interrogativi e di signifi cati cento, il cherchez la femme vale anche per Aversa che vanno al di là dei contenuti meramente artistici, perché, come già detto, i promotori sono entrambi i pur rimanendone strettamente correlati. genitori, Giovanna e Gaetano. Alcuni dei più importanti festival di canzone d’au- Conosco Gaetano D’Aponte da un po’ di anni tore italiani sono invece gestiti da donne. Penso al perché frequenta le Rassegne del Club Tenco. Ogni Premio Parodi (che è in realtà un festival di world volta mi ha portato il cd della loro manifestazione, music, malgrado una massiccia presenza cantauto- distribuito gratuitamente dietro a un’offerta per

musica 59 Emergency. Ogni volta, la curiosità per l’appunta- mento e il coinvolgimento affettivo per questa perso- na aumentavano. Finché, in occasione della decima edizione, mi decido ad andarci, accogliendo il suo invito. E coinvolgo nella spedizione proprio Sergio Staino, sempre pronto a dare credito agli stimoli culturali e alle curiosità che fi niscono per investirlo.

La mozzarella di bufala, onnipresente Impossibile parlare di un festival di canzone d’au- tore senza riferimenti alla tavola: nelle migliori tra- dizioni del settore, gastronomia e canzone d’autore procedono sottobraccio. Il Tenco deve molto della sua leggenda alle cene dopo-teatro in cui ci si co- nosce e si canta incontrando anche professionisti del settore come Carlo Petrini, Gianni Mura o Gigi Garanzini. Allo Shomano esistono perfi no concorsi tra ristoranti locali e alcune manifestazioni contano sull’apporto economico di produttori vinicoli, come L’isola in collina di Ricaldone, paese natale di Lui- gi Tenco, o Musica da bere che si svolge a Vobano in Franciacorta. A Milano uno dei palcoscenici più vivaci per la scena musicale cittadina è denominato Salumeria della Musica. Del resto anche qui ad Aversa c’è l’emblema ga- stronomico d’eccellenza: la mozzarella di bufala. Che non manca mai né a mezzogiorno né nelle cene nel dopo-teatro, quando si mangia tutti assie- me nel salone di un hotel. L’atmosfera conviviale mi rimanda alle prime edizioni del Tenco, negli anni Settanta: tutti, artisti compresi, si frequentano e non sembra serpeggiare nessun clima di stress o di antagonismo latente.

Solo un’isola, davvero La carovana della manifestazione è assai nutri- al festival: scopro che possiede un auditorium molto ta: musicisti e i cosiddetti “operatori culturali”, ap- bello, ricavato nel seminterrato di un palazzo di re- passionati e giornalisti. Questi ultimi, a dire il vero, cente costruzione, esattamente come quello di Radio scarseggiano un po’ perché i cieli del coraggio e Popolare di Milano. Anch’esso contiene, per motivi dell’intelligenza non sono molto esplorati. Impres- di sicurezza, i classici 99 posti, anche se la pianta a siona la presenza dei reporter RAI: sono qui a tito- “elle” permetterebbe una maggiore capienza. lo personale, l’azienda è, naturalmente, assente. Ci Durante l’intero anno qui si tengono concerti, cor- sono Fausto Pellegrini di RaiNews, Sandro Petrone si di musica ed è ospitata la scuola di musica Armo- del TG1 o le giornaliste radiofoniche Timisoara Pin- nesia che fornisce l’orchestra per le cantautrici del to, Roberta Balzotti e Cristina Zoppa. Le ultime due concorso. Quanto avrebbe bisogno di sostegni tan- fungono anche da presentatrici affi ancando, una gibili una iniziativa del genere: nel territorio amplia- sera ciascuna, Antonio Silva, storico presentatore mente descritto da Roberto Saviano è l’unica sede a del Club Tenco al suo esordio in questa manifesta- promuovere intelligenza e cultura nel campo della zione. Tra le assenze si segnalano anche quelle degli musica giovanile. apporti economici: se la manifestazione può contare Eppure è lasciata sola, affi data ai risparmi di una sull’“adesione” morale del Presidente della Repubbli- famiglia. Sono un’isola: il titolo è quanto mai veri- ca o sul patrocinio del dipartimento ministeriale per tiero. le Pari Opportunità, gli enti pubblici concretamente addetti ai contributi se ne stanno alla larga. Solo il La prima vittoria Comune, di 53.000 abitanti, fa lo sforzo di parteci- pare con 5.000 euro. di Elisa Rossi Eppure, l’associazione non limita la propria attività Quest’anno, le fi naliste del concorso sono undici.

60 musica Da sinistra: Sara Fochesato, Alice Clarini, Giulia Daici, Federica Di Marcello (Marlò), Tonia Cestari, Eliana Tumminelli (NaElia), Alfi na Scorza, Elsa Martin, Gaetano D’Aponte, Elisa Rossi, Anita Vitale, Floriana Cangiano (Flo), Andrea Mirò, Fausto Mesolella, Antonio Silva

Dopo l’esibizione di venerdì sera al teatro Cimarosa Anche qui esistono apposite sezioni e il premio (il musicista, contemporaneo di Mozart, era nativo di della Critica, assegnato da una giuria formata da Aversa) il mattino si ripresentano all’auditorium, per giornalisti e operatori, va a Elsa Martin per la can- giuria e i giornalisti, proponendo una canzone fuori zone in friulano Cjante ambientata nella grande concorso. Non sempre l’impressione della serata vie- Guerra. ne confermata: alcune risultano più convincenti col Il premio per il Miglior Testo viene attribuito a Flo- secondo brano, mentre altre operano nuove scelte riana Cangiano, in arte Flo, per Quale amore, inten- che lasciano un po’ perplessi. Equilibrate le esibizio- sa canzone sul femminicidio, quello della Miglior In- ni della vincitrice Elisa Rossi che, con il brano Pensi terpretazione alla messinese Avita Vitale con Quanto sia possibile, si aggiudica sia premio assoluto, asse- custa. La salernitana Alfi na Scorza con Suona forte gnato da una giuria composta da professionisti del non solo vince per la Migliore Composizione, ma si settore musicale, sia la targa dell’associazione Muo- vede anche proporre da Mariella Nava un contratto viLaMusica di Alberto Salerno, paroliere di successo per l’etichetta discografi ca Suoni dall’Italia. e marito di Mara Maionchi. La ventiseienne ragazza romana, riminese di nascita, proviene dal jazz e ha Il cd “Anima Bianca” studiato sia a Roma che a Saint Louis. Quando le annunciano la vittoria, sale sul palco piangendo e Ma Sono un’isola non è solo un concorso. È an- giustifi ca le lacrime con un disarmante: “scusate, che una famiglia allargata: si esibiscono anche quasi ma io non ho mai vinto niente”. Il che è vero solo tutte le vincitrici delle precedenti edizioni (salvo due, in parte, perché nel suo curriculum esistono ricono- che vivono all’estero). E poi c’è la madrina di turno scimenti raccolti sia a Musicultura che al Mantova che, da tradizione, interpreta un brano di Bianca: Music Festival. Ma si trattava di vittorie settoriali. quest’anno si tratta di Andrea Mirò e lei sceglie Come

musica 61 Doroty. Per l’occasione del decennale viene pubblica- In tante lingue to un disco contenente le versioni delle varie madri- (anche in maori) ne. Si intitola Anima Bianca e, oltre alla Mirò, ci sono Fausta Vetere, colonna storica della Nuova Compa- Partendo con la necessaria scorta di mozzarelle, gnia di Canto Popolare, Elena Ledda, Petra Magoni, abbracciando Giovanna, Gaetano, Fausto, Mimmo Mariella Nava (tutte presenti in teatro dove si esibi- Andreozzi, il colonnello in pensione dedito al volonta- scono con brani del loro repertorio) Rossana Casale, riato che, con i suoi fi gli, ci ha assicurato i vari spo- Cristina Donà, Nada, Brunella Selo e Paola Turci. stamenti, abbiamo la basaltica convinzione del ritor- Il disco comprende anche un’incisione della stessa no. Ma sapendo bene che il prossimo appuntamento Bianca (Un chicco di caffè) e quelle di due ospiti ma- è molto più vicino: a Barcellona, domenica 8 marzo. schili: le anime degli Avion Travel Peppe Servillo e Non poteva essere scelta altra data per la prima espe- Fausto Mesolella. rienza internazionale di Sono un’isola. Che tende a di- Il secondo è da sempre il direttore artistico della ventare arcipelago avendo calamitato nella sua orbita manifestazione e anche in questa edizione non ha fat- Cose di Amilcare associazione che opera nel capoluo- to mancare la sua generosa e talentuosa presenza: go catalano. All’auditorium CAT, Centre Artesanal alla chitarra ha esibito i consueti tocchi di alta classe Tradicionarius, che si trova nell’affascinante quartie- spaziando da Satie a Papaveri e papere, ha formato re di Gracia, si terrà una sorta di Bianca D’Aponte duetti inediti con Petra Magoni e con Enzo Avitabile internazionale, dove varie cantautrici presentaranno (intensissima e struggente la versione di Don Salva- versioni di canzoni di Bianca nelle rispettive lingue. to’) e ha intrecciato un toccante duetto ideale con la Che sono catalano, spagnolo, inglese, tedesco, fran- stessa Bianca recuperando la sua voce da una traccia cese, basco e perfi no maori. Si tratta solo di un primo d’incisione e accompagnandola dal vivo. passo dell’edizione di un disco, che si presenterà ad Perché, se il concorso è riservato alle sole can- Aversa nella prossima edizione, in cui saranno pre- tautrici, lo spettacolo vede anche partecipazioni senti altri idiomi tra cui russo e portoghese. maschili. E così sfi lano, oltre a Enzo Avitabile, Tony Inoltre ci saranno alcune sorprese. La mostra di Bungaro, Francesco Tricarico, Mauro Ermanno Gio- Sergio Staino, Canzone e fumetto non è tra queste: è vanardi, Kaballà, Alessio Bonomo, Mimmo Cavallo, già stata annunciata. Joe Petrosino i Doppiopasso. Tutti, naturalmente, per affetto e amicizia. Sergio Secondiano Sacchi

Andrea Mirò

62 musica Basilicata

Un solo bicchiere d’acqua vale più di mille barili di petrolio

testo di Loretta Moramarco / foto di Sante Cutecchia

L’acqua la capiscono terra di Puglia l’ultimo, in ordine di tempo, è tutti. La banalità dell’e- dato dalle estrazioni petrolifere in Basilicata quivalenza acqua=vita, ed, in particolare, intorno al Pertusillo, uno tuttavia, non è più così dei maggiori invasi che serve l’Acquedotto scontata. Tanti, trop- Pugliese, il più grande d’Europa. Il lago arti- pi sono i rischi fi ciale è circondato, infatti, da pozzi di estra- per questo bene zione, ispezione e reiniezione. (comune) tanto Ad aprile 2014, in seguito alla diffusione di prezioso quan- preoccupanti notizie diffuse da alcuni mezzi to fragile. In di informazione e da diversi comitati lucani, è nata la rete appulo-lu- cana “Salva l’acqua” che riunisce comitati, gruppi e associazioni di cittadini attivi di Puglia e Basilica- ta. Tali informazioni, sup- portate da studi scientifi -

Basilicata 63 Il fi ume di bici pugliesi pronte a partire per incontrare i cittadini attivi “oltre regione” e dar vita ad un’assemblea all’aperto.

ci (ARPAB) fanno sospettare che il lago sia già occasionalmente soggetto a picchi di inquinamento. Appare, dunque, evidente che, in assenza di azioni rivolte a ridurre la pressione antropica (soprattutto per le estrazioni petrolifere) lo stato ecologico dell’invaso sia destinato a peggiorare e, po- potabile con conseguente tenzialmente, ad ol- danno per trepassare la soglia tutta la catena ali- critica. L’inquinamento mentare, dall’agri- La recente ap- non si ferma ai confi ni coltura, all’alleva- provazione del c.d. mento, al turismo e “Sblocca Italia” au- geografi ci alla vita in generale, menta le preoccu- a fronte di benefi ci pazioni. L’obiettivo di raddoppiare le estra- irrisori per il territorio regionale e trascurabili zioni petrolifere, sia sulla terra che in mare, per l’intera nazione. mette ancora più in pericolo il diritto all’acqua La Rete ha organizzato, domenica 23 no-

64 Basilicata Rete appulo-lucana SALVA L’ACQUA Comitato Pugliese AcquaBeneCo- mune, AcquaBeneComune Altamura, ilGrillaio Altamura, QuiBariLibera, Centro Studi Torre di Nebbia, Movimento Aria Fresca, Ass. Car- thage, Rifi utiZero Prov. Bari, AcquaBene- vembre, un’allegra e partecipata ciclopro- Comune Bari, Coord. Acqua Pubblica Basilicata, Mediterraneo NO TRIV, Ass. testa (a petrolio zero) che ha visto fi umi di Ross@, Legambiente Matera, Acqua- biciclette lucane e pugliesi convergere a BeneComune Giovinazzo, AcquaBe- neComune Lecce, AcquaBeneCo- metà strada per riaffermare la priorità mune Brindisi, NO TRIV Terra di Bari. della tutela dell’acqua potabile di fronte ai rischi derivanti dalle estrazioni petro- lifere in terra lucana. L’inquinamento di acqua, aria, suo- #salvalacqua lo non si ferma ai confi ni geografi ci.

Basilicata 65 Rassegna libertaria

L’arte condizione di precarietà che le contrad- discorsi che possono essere unifi cati col del vivere distingue dal punto di vista sia del lavo- termine etero-sessismo. Abbandonata ro “immateriale” che svolgono, sia degli quindi, più o meno felicemente, l’idea Sarà banale incominciare parlando stili di vita, dislocati a livello territoriale, di amore/affettività solo all’interno della di precarietà, visto che non si fa altro complicati dall’assenza di una continui- coppia eterosessuale, monogama – per che ripeterlo, ma il fatto che siamo in tà di reddito e caratterizzati da relazioni quanto inserita in una versione moderna un’epoca così, di precarietà economica affettive e d’amore anch’esse instabili, di coppia-matrimonio-fi gli e famiglia – ini- e lavorativa che condiziona lo scorrere precarie o eccedenti l’idea tradizionale zia il disancoramento da tutta una serie di delle nostre giornate e infl uenza il nostro di coppia, amicizia e famiglia». cornici sentite come autoritarie per entra- umore, crea una precarietà esistenziale La domanda che emerge tra le pagine re in una fase di sperimentazione queer. con la quale si cerca di convivere e sulla è questa: come si vive avendo un lavoro Termine col quale non si va a defi nire quale si provano ad inventare nuove for- che non garantisce uno stipendio fi sso un atteggiamento sessuale non etero- me di resistenza. tutti i mesi su cui poter contare, con la normato ma – e in maniera estremamente L’ordine delle cose è buttato all’aria disponibilità/necessità a spostarsi, per più sfaccettata e complessa – tutto ciò e ciò che ha tenuto per molto tempo tempi più o meno lunghi, in luoghi diversi che ha a che fare con l’identità di genere. mostra crepe da tutte le parti: famiglia, del territorio nazionale e/o all’estero, con Qualcosa che appartiene a categorie sia modelli tradizionali di coppia, ruoli di ge- relazioni affettive, di vario genere, instabili simboliche che materiali, dove la classe nere, sessualità; dal pubblico al privato e sentendo la necessità, oltretutto, di sociale, la razza di appartenenza e il ca- grande è il disordine sotto il cielo. viverle in una maniera che non rientra più pitale culturale hanno ruoli fondamentali. È questo lo tsunami di cui si parla nel nei ruoli di genere stabiliti nella “normal- In breve possiamo dire che questo è libro L’amore ai tempi dello tsunami. mente intesa” coppia e famiglia? Quale il territorio in cui si muove la rifl essione di Affetti, sessualità, modelli di genere signifi cato vanno ad assumere queste questo interessante libro che ha il pregio in mutamento (Ombre corte, Verona, parole – coppia, famiglia - se le si privano di rimane sempre molto interlocutorio/ 2014, pp. 238, € 22,00). Un maremoto di tutti quegli stereotipi su cui è costruito aperto e di non voler mai mettere la paro- che le curatrici cercano di attraversare il nostro immaginario? la fi ne alle questioni che tocca. Tre cose mostrando una serie di esperienze e ri- Ovviamente chi racconta e scrive non fondamentali ci vengono regalate come fl essioni che, raccolte in volume, vanno ha risposte, ma testimonia e rifl ette criti- aiuto per i tempi diffi cili in cui transitiamo: a formare l’insieme, un po’ eterogeneo camente sulle molteplici forme di ribellio- la prima, come già anticipato, è l’evidente ma armonico, del testo. Come a dire, ne a quell’insieme di strutture materiali e possibilità di fare della crisi un’opportuni- in estrema sintesi, che ogni grave crisi tà e, senza banalizzare, signifi ca dire che mostra sempre un’opportunità di tra- visto che la terra trema tanto vale impara- sformazione e cambiamento creativo se re a ballare, cioè non restare rigidamente si hanno gli strumenti e la capacità per ancorati a ciò che sta franando, cercando starci dentro. tutti i modi possibili e immaginabili per Racconti di vita vissuta e rifl essione perpetuare il conosciuto, ma affrontare fi losofi ca costituiscono capitoli di diver- lo sconosciuto, con tutte le diffi coltà e la so impegno che a mio avviso cercano, paura che questo comporta e che il libro sostenendosi a vicenda, di dare testi- mette ben in evidenza. monianza concreta di esperienze molto «[…] il lungo lavoro di indagine e ri- interessanti. flessione che abbiamo fatto per dare Il volume è nato per iniziativa di un’as- visibilità e riconoscimento alla pluralità sociazione culturale bolognese - il cui di traiettorie di vita/lavoro, nostre e al- nome, PrecArt - già la dice lunga. Obiet- trui, mi ha insegnato ad andare oltre gli tivo di questa associazione è quello di va- approcci vittimisti e a vedere come per lorizzare la ricerca (accademica ma non alcune donne e uomini la precarietà e la solo) sulle tematiche di genere, compiuta crisi abbiano costituito anche occasio- da studiose/i che vivono in condizione ni materiali per mettere in discussione di precarietà. Chiara Giuliani, Manuela le regole del gioco e sfuggire ai ruoli Galetto, Chiara Martucci (le curatrici) e che normalmente avrebbero l’obbligo di la maggior parte dei soci/e «vivono una adempiere: nelle scelte di lavoro e abitati-

66 cultura ve, nelle abitudini amorose, nelle pratiche Abbiamo tra le mani un libro molto riformabile, soprattutto non “usabile” affettive, nei ruoli sociali, nelle tipologie di stimolante, che tocca trasversalmente per un cambiamento radicale che rie- consumo. […] Agire soggettivamente la un’infi nità di temi fondamentali e lo fa in sca ad essere liberatorio, liberante e precarietà signifi ca assumersi il rischio e maniera assolutamente non banale. Scar- realizzatore di una libertà sociale diffu- la libertà di prendere parte ad un sistema dina e si interroga, propone alternative e sa, conviviale e condivisa. L’oikonomia, di innovazione capace di sfruttare incer- ne mostra la diffi coltà, pagine estrema- come viene costantemente nominata tezza, moltitudini acentriche e comples- mente vive, che rimestano in quel che si per ricordarne l’origine etimologica, si sità per estrarne nuove forme di valore. sta pensando adesso, in spazi piccoli, di defi nì fi n da subito sui capisaldi dispotici […] Cercando nel frattempo di creare e nicchia certo, forse tra i migliori. Invece tipici della cultura e della visione greca. consolidare pratiche collettive: per co- sui media imperversa la banalità. Il kyrios (il pater familias signore indi- struire reti di protezione e mutuo aiuto scusso) esercitava “[…] la sua autorità da un lato, ma anche per re-imparare ad Silvia Papi sulla moglie, sui fi gli e in misura ancor immaginare e sperimentare possibilità di maggiore sullo schiavo, instaurando con cambiamento nel/del presente». i suoi sottoposti tre diverse tipologie di La seconda riguarda proprio l’idea di relazione: la prima, di coniugalità, con lavoro, di cui si parla sempre di questi Decrescita, anarchia, la moglie; la seconda, di paternità, con tempi in cui il lavoro manca, mentre ci i fi gli; la terza, di padronanza, col servo” spingono verso un’accettazione passiva amore, eutéleia (pag. 32). Così l’oikos, la famiglia, era della svendita del proprio tempo e delle il luogo del potere tirannico, che attra- proprie capacità. Mai come in questo Ho letto con vero piacere Dall’e- verso il nomos era consacrato anche periodo è importante non vivere sen- conomia all’eutéleia (sottotitolo: giuridicamente. si di colpa e avere un’idea chiara del “Scintille di decrescita e di anarchia”. Quando il nomos, cioè le leggi che cosa signifi chi lavoro, per riappropriarsi Edizioni per la decrescita felice, Editori regolano le relazioni, si estese dalla fa- o mantenere salda quella forza interiore Riuniti University Press, Roma, 2014, miglia alla polis, poi allo stato, fi no al che permette i sacrifi ci necessari a riven- pp. 312, € 21,50), rifl essione fi losofi ca mondo intero com’è oggi, si mantennero dicare i propri diritti. Ad esempio si dice: di Alessandro Pertosa. le stesse dinamiche relazionali e cultu- «Mentre tutto cambia, si continua a Con coraggiosa autonomia di pen- rali profondamente diseguali e violente considerare il valore del lavoro come un siero conduce a una visione che, oltre a che erano in uso all’interno dell’oikos dogma indiscutibile e si moltiplicano tabù dichiararsi tale, rientra nell’universo delle originario. L’oikonomia dunque sarebbe e non detti sulla sua mancanza, la sua proiezioni concettuali e prospettiche irriducibile alla libertà perché, come è organizzazione, sui criteri che orientano dell’anarchia. Particolarmente interes- asserito in modo chiaro fi n dal titolo del ciò che si produce e come lo si produce, sante soprattutto se si pensa che è la primo capitolo “L’economia è dominio”. e sul modo in cui si attribuisce valore agli risultante di un percorso personale di Parla di economia in quanto tale, non esseri umani. Si tratta di una coltre di ipo- rifl essione e di studi non movimentista, soltanto quella capitalista, compreso il crisia che continuiamo a tessere tutte e tanto meno militante. Proprio per questo baratto o qualsiasi altro surrogato dello tutti (nostro malgrado?). Una coltre fatta è anche indizio della grandezza insita nei scambio economico. Chiarissimo quan- di silenzi, di fi nzioni, di omissioni, e di con- modi di pensare tendenti al libertarismo do afferma “ogni tentativo di riformare nivenze che bisogna avere il coraggio di anarchico. o ingabbiare l’economia all’interno di vedere e smascherare, se si vuole andare Il libro parte da un’analisi acuta e impianti ideologici fondati su concetti oltre la naturalizzazione dello status quo». profonda, una critica irriducibile dell’e- di giustizia ed uguaglianza risulta vano, Terza cosa che il libro ci regala è l’idea conomia, dei suoi fondamenti e della perché non si può giustifi care o rendere di quanto sia importante la ricerca di sua impostazione, presentata come non perequata una trama di relazioni basate una dimensione autentica in cui vivere essenzialmente sulla violenza e sul do- affettività e amore, compreso quello ge- minio” (pag. 42). nitoriale, che sono sì bisogni primari, ma Un’innegabile radicalità il cui sbocco con molteplici modi d’espressione. Sia- inevitabile è il ripudio tout court delle lo- mo in un’epoca ricca di grande fermento giche e delle pratiche economiche come – e il testo ne porta testimonianza - ma mezzi di scambio e relazione tra esseri estremamente dura e pericolosa. Saremo umani. Liberata la strada si sono così noi, con le nostre scelte a stabilire che aperti i varchi per l’eutéleia, che più o individui stiamo diventando. Quali tipi meno signifi ca far bene seguendo fi ni di rapporto stiamo ingaggiando con i condivisi, conviviali, comunitari e fraterni. desideri, l’amore e il bisogno di riconosci- Una proposta “rivoluzionaria, anarchica e mento mentre lasciamo, ad esempio, che decrescente non ancora concretizzata”, le piattaforme “social” regolino il fl usso come è defi nita a pag. 238. del nostro “capitale affettivo”, togliendolo Pertosa, che insieme a Maurizio sempre più dalla sfera privata? Saremo Pallante cura il sito-rivista www.arte- in grado di costruire forme di vita che decrescita.it, è un convinto sostenitore sfuggano a questi meccanismi pervasivi? della decrescita, non intesa come fatto Quali impegni ci assumiamo per rendere economico legato al pil (data la sua buona la vita? critica radicale all’economia in quanto

cultura 67 tale), ma come progetto rivoluzionario L’insieme dei sentimenti, delle pulsioni, che presuppone l’uscita dalla razionalità delle reazioni psicologiche è ampio e economica e dalle sue logiche perché vasto, confl ittuale e contraddittorio. Se al contrario sono fondate sulla crescita si fonda un assetto su un solo aspetto illimitata dei consumi e dell’uso delle dell’umana condizione, in questo caso risorse. La decrescita è il naturale sboc- l’amore, quando se ne presenteranno co di uscita dalla gabbia della voracità altri facilmente crollerà. economica imperante. Interessante alla fi ne dell’ultimo capi- Eutéleia e decrescita con un’impron- tolo la critica che Pertosa fa ai pensatori ta dichiarata decisamente anarchica, e teorizzatori della decrescita. A Serge che si realizzano soltanto se c’è un ri- Latouche in particolare perché non capi- fi uto diffuso e condiviso degli individui sce l’importanza della pratica anarchica di esercitare qualsiasi potere dispotico per la sua realizzazione, vedendola so- nei confronti degli altri. Una visione non prattutto come ideologia anticapitalista dogmatica che mira “a elaborare forme invece che più semplicemente come una Montelupo e vengono da Roma, preci- appassionate di comunità […], per su- pratica di liberazione. Ma anche a Mauri- samente dalla zona di Guidonia e Tivoli. perare il proudhoniano […] principio zio Pallante che, pur identifi candola come Il progetto Montelupo nasce nel 2012 d’autorità (politica, religiosa, militare, “una strada e non la meta”, non riesce e mira al recupero dei canti anarchici ita- morale e sociale) che governa da sem- ancora ad aver presente l’eutéleia anar- liani. L’attuale formazione della band vede pre l’orizzonte dell’oikonomia” (pag. chica come prospettiva di riferimento. Daniele Coccia alla voce, Eric Caldironi 291). Un anarchismo visto innanzitut- Per usare le sue stesse parole, alle chitarre e Alessandro Marinelli alla to quasi come un suggerimento etico “l’eutéleia – nella mia visione – non è fi sarmonica, ai quali si aggiunge presto che impregna di sé le scelte, gli atti e sinonimo di anarchia. L’anarchia è la Nicolò Pagani al contrabbasso. Agli inizi la qualità delle relazioni all’interno del- modalità con cui si costruisce il nuovo di novembre è uscito il loro primo lavoro le pratiche e dell’orizzonte eutéleico, mondo. Quindi l’anarchia è il mezzo che in studio con l’etichetta “Goodfellas”: possibile solo attraverso il ripudio della mi consente di operare verso l’utopia: Il canzoniere anarchico (2014, € cappa soffocante di ogni impostazione questa utopia è l’eutéleia, che d’anar- 12,95). economica. chia e di decrescita è fatta”, scritte in Appena ho saputo la notizia non ho La coerenza teorica di questa visione una mail di scambi d’opinione. Il suo potuto fare a meno di comprare il loro è completata dall’amore come elemento panorama utopico, l’eutéleia, si realizza disco, un po’ per curiosità, un po’ per la fondante della qualità delle relazioni, sia perciò attraverso modalità anarchiche passione per il canto popolare e più di sociali sia interpersonali, che dovreb- di relazione sociale fondate sul rigetto un po’ per l’amore per quei personaggi be sostituire gli scambi economici. “La dell’economia. ormai dimenticati raccontati dai testi di chiave per cogliere questa rivoluzione Un libro interessante e stimolante queste canzoni. ontologica e antropologica che propon- dunque, perché è innanzitutto un excur- Come ogni buona collezionista di mu- go è l’amore universale; è quell’amore sus teorico e fi losofi co che non pone, sica metto su il cd e leggo il libretto che che supera la scissione nella relazione, né propone, un percorso politico. Da lo accompagna. Non si può non leggere è quell’amore che trasforma in un’espe- una parte analizza a fondo i fondamenti l’introduzione di Alessio Lega che scrive: rienza concreta l’utopia della fraternità” del senso e della qualità delle relazioni “Ma cazzo! Questo è il mio disco! Era da (pag. 251). Il dono senza ricambio o umane e sociali, denunciando sopra un po’ di anni che ce l’avevo in testa”. contropartita quindi senza munus (dono ogni cosa il dispotismo insito nell’eco- La potenza di questo lavoro sta che pretende restituzione), ma donum, nomia, la stessa che non a caso oggi proprio nel fatto che le canzoni non dono che regala senza aspettarsi od determina e impoverisce la qualità dei tradiscono la loro naturale vocazione esigere restituzione o ricompensa, quale vincoli e degli scambi in seno alle so- alla ribellione e alla propaganda, ma si superamento dello scambio economico cietà. Dall’altra parte prospetta come presentano in una veste “svecchiata” che si dà per indebitare, quindi schiaviz- dovrebbe essere al posto di ciò che è, (se mi è concesso usare questo brutto zare e sottomettere. cercando di defi nirne senso, fondamenti termine!) grazie ai nuovi arrangiamenti. Nonostante la sua bellezza indiscu- e signifi cati fondanti. Il lavoro mescola ritmi folk ad arrangia- tibilmente apprezzabile perché tenta di menti più jazz, a cui si intrecciano diver- elevarsi dal piano meramente pratico ad Andrea Papi tenti marcette, fi no all’appassionante un piano valoriale, una tale proposta mi “tango di Caserio”. sembra fragile. Una condivisione sociale Quello compiuto dai Montelupo è un estesa, seppur anarchica, sebbene deb- vero e proprio viaggio nella tradizione ba tendere all’amore per gli altri come Montelupo, anarchica intrapreso attraverso le 17 ben sottolineava Malatesta, per potersi tracce che compongono il cd. Sul libret- realizzare non può fondarsi esclusiva- nuovo disco di to ogni pezzo è introdotto da una breve mente su di esso come strumento di canti anarchici presentazione di Franco Schirone che relazione. La complessità umana non è spiega l’origine del testo, della musica fatta solo d’amore, qui connotato fra l’al- Loro li ho “conosciuti” per caso... o racconta la storia dei protagonisti. tro da tinte talmente elevate che rimanda mentre navigando in rete ascoltavo i Solo per citarne alcune anche se tutte alle esaltazioni cristiane delle origini. miei amati canti anarchici. Si chiamano meriterebbero uguale considerazione

68 cultura non solo per la loro bellezza, ma perchè Piazza della Loggia, Un grande merito di questo spetta- ognuna meriterebbe di essere rievocata colo sta nell’aver portato sul palco, in alla memoria. un’opera lirica, tutta la sua vigliaccheria, l’antagonista Il disco si apre con “La ballata del il depistaggio con cui le indagini sulla strage di piaz- Pinelli” che narra le ultime ore in questura za della Loggia, ma non solo, si sono del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, I quarant’anni della strage di piaz- dovute scontrare: il depistaggio. Ulte- una vicenda relativamente giovane che za della Loggia a Brescia (28 maggio riore monito e ulteriore conferma della racconta la storia di un uomo che molti 1974) hanno avuto in dono un’opera direzione che dovrebbero prendere le compagni, milanesi e non, hanno avuto lirica, Il sogno di un cosa, ideata da decisioni in materia di stragi da parte il privilegio di conoscere. Mauro Montalbetti (compositore), Marco degli organi preposti, intraprendendo Per tornare un po’ più lontano nel Baliani (autore, drammaturgo e regi- così un percorso che possa portare a tempo non si può non nominare “Il fero- sta teatrale) e Alina Marazzi (regista rivelazioni e verità che riguardano tutta ce monarchico Bava”. Nel 1898 in tutto cinematografica). Può sembrare una la popolazione di questo Paese. Pur il paese si erano scatenate numerose contraddizione, ma non lo è: i tre artisti tra polemiche e diffi coltà, il 24 settem- proteste in seguito al rincaro di alcuni arricchiscono la memoria dell’attentato bre 2014, la Camera dei deputati ha generi alimentari di prima necessità. terroristico, che segue di cinque anni la approvato la legge per introdurre nel A Milano il re Umberto I, quello che i bomba di piazza Fontana a Milano, e lo codice penale i reati di depistaggio e “nostri” libri di storia ricordano come fanno seguendo una via nuova: siamo di inquinamento processuale; in attesa “il re buono”, ordinava al generale Bava distanti dall’incedere satireggiante di del parere del Senato, un piccolo, ma Beccaris di sparare sulla folla che chie- Morte accidentale di un anarchico (Da- signifi cativo, traguardo. deva il pane. rio Fo, 1970) e, allo stesso tempo, dal Il sogno di una cosa, espressione di Bellissima la versione contenuta nel teatro civile canonico, con il quale lo marxiana e pasoliniana memoria, decli- canzoniere del Lazio di “Bevi bevi com- spettacolo condivide solo la tematica. nata a Brescia e nel resto d’Italia nell’au- pagno”, nata dall’unione dei testi di “Se Il sogno di una cosa, invece, si ca- spicio e nella partecipazione per costru- nasce l’anarchia” e da quello della canzo- ratterizza per una molteplicità di sti- ire una società migliore in cui vivere e ne d’osteria “La canzone che ammazza li li: musica, la cui partitura è eseguita da lasciare a chi verrà, ci fa intuire, fi n preti”, unifi cate da Sandro Portelli. dall’Ensemble Sentieri selvaggi diretto dal titolo, il carattere collettivo di questa Immancabili i testi del celebre Pietro dal Maestro Carlo Boccadoro, teatro e rappresentazione; un carattere collettivo Gori: “Addio Lugano bella” scritta dopo installazioni video; diretta emanazione che non si deve fermare al palco, ma l’arresto nel 1895 mentre fuggiva dalla dei tre autori del progetto. Ne deriva raggiungere la platea e proseguire per polizia italiana e una versione dei suoi una commistione di generi che ben si via, così da non rimanere solo una bella “Stornelli d’esilio” sulla quale non riu- adatta a uno spettacolo senza una trama serata a teatro. scirete a stare fermi. Vi commuoverete lineare, che procede per quadri: se il fi lo sentendo l’arrangiamento di “Dimmi bel rosso rimane la strage di Brescia, non Matteo Pedrazzini giovane”, poesia internazionalista che mancano riferimenti agli altri episodi che riprende le parole pronunciate da un segnarono la strategia della tensione: giovane per l’ammissione alla Comune piazza Fontana, la stazione di Bologna, di Parigi. Il disco si chiude con il tradi- l’Italicus, Ustica solo per citarne alcuni. Taranto, zionale “Canto dei malfattori”, scritto da Attilio Panizza e che tende a rivoltare la città invisibile continua accusa di “malfattori” con cui lo stato bollava gli anarchici. Venditori di fumo. Quello che gli Numerose le collaborazioni all’interno italiani devono sapere sull’Ilva e di questo primo lavoro dei Montelupo. su Taranto di Giuliano Pavone (Bar- Bianca Giovannini, cantante del com- ney edizioni, Milano 2014, pp. 251, € plesso romano “BandaJorona”, presta la 16,90) esordisce con due citazioni tratte sua voce in alcuni pezzi insieme a tanti dall’ordinanza di sequestro dell’area a altri, come Giancarlo Barbati Bonanni, caldo dell’Ilva di Taranto, disposta dal voce in “Bruceremo le chiese” o Andrea Giudice per le indagini preliminari Patrizia Ruggiero, violinista. Todisco, nel luglio del 2012: “Chi gestiva Che dire... un disco da ascoltare non e gestisce l’Ilva ha continuato nell’attività solo perché piacevole, ma perché vivo. inquinante con coscienza e volontà per la Sarà forse la potenza della musica logica del profi tto, calpestando le più ele- che ci salverà dall’oblio? Questo non mentari regole di sicurezza”. “La gestione posso assicurarlo, ma posso assicurare del siderurgico di Taranto è sempre stata che i Montelupo sono riusciti a sottrarre caratterizzata da una totale noncuranza alla dimenticanza tutte le storie, vicine dei gravissimi danni che il suo ciclo di lontane, collettive e individuali, raccolte lavorazione e produzione provoca all’am- in questo lavoro. La copertina del numero “A” 030 biente e alla salute delle persone”. (giugno 1974-luglio 1974) dedicata L’autore dedica il libro non solo alla Camilla Galbiati alla strage di Piazza della Loggia. memoria del piccolo Lorenzo Zaratta,

cultura 69 tutto. Una città dove regna la convin- il terreno su cui si misurano la credibilità zione che nulla mai possa cambiare, e le autentiche priorità del nostro Paese, in una sorta di anno zero, dopo anni di in una storia profondamente italiana, sostanziale immobilismo: il blocco, da fondata su componenti umane e disu- parte della magistratura, dell’azienda mane di ignavia e di eroismo, di cinismo matrigna, il siderurgico più grande d’Eu- e solidarietà, di scelte avventate e cor- ropa, un colosso esteso che apre dispa- ruzione, di malaffare, di grandi opere e rati orizzonti davanti alla città, dalla crisi omissioni. Dunque, Taranto è ormai la occupazionale e irreversibile a tensioni “città visibile” in assoluto, al centro di sociali fuori controllo, nell’implosione un interesse legittimo, in quanto costi- più totale. tuisce, nella propria esplicita e implicita L’alternativa? Messa a norma de- complessità, un caso che offre strumenti gli impianti, riconversione, bonifi che e per analizzare problematiche dibattute e sostanziale ripensamento dell’econo- per interpretare a fondo i rapporti che mia cittadina, come esempio di nuovo intercorrono tra giustizia e informazione modello di sviluppo ecocompatibile e e tra politica e potere economico. ecosostenibile, per un futuro salubre e prospero. E se il terremoto politico-giu- Laura Tussi diziario si rivelasse l’ennesimo fallimento una delle innumerevoli vittime dell’in- e tutto, ancora una volta, fosse destinato quinamento industriale, ma anche “a a tornare come prima del sequestro de- chi ama Taranto e lo dimostra coi fatti”, gli impianti siderurgici? Cinema, rifl essioni riferendosi agli esperti attivisti che ope- “A Taranto dominava un’accozzaglia in disordine/ rano nell’associazionismo ambientalista di superfi cialità, scarsa preparazione, tarantino e che si spendono e si sacri- fi nta conoscenza dei problemi, mischia- Dalla cantina fi cano quotidianamente per portare alla ta a rozza e insensata sicurezza. In tanti luce la verità, in quanto l’omertà, la men- credevano che l’inquinamento li avrebbe Austria + cantina = Fritzl e Priklopil. zogna e la connivenza a Taranto fanno corazzati e che, respirando un po’ alla Mh. Ci si aspetterebbe, infatti, che Im ancora più rabbia della noncuranza con volta i veleni, si sarebbero immunizzati. Keller (“Nella cantina”) ultimo docu- cui l’industria ha devastato ambiente e Una folle e insensata convinzione che mentario del cineasta Urlich Seidl, sia distrutto vite umane, per la logica spieta- albergava anche nella mente di gente la continuazione, o almeno, la ricerca ta del massimo profi tto dei padroni. Pa- laureata”. Così ha scritto Alessandro della matrice di quelle realtà disturbate rafrasando Italo Calvino, Taranto sembra Marescotti, Presidente dell’associazio- e sotterranee che han fatto rabbrividire una “città invisibile”, in senso letterale, in ne ecopacifi sta PeaceLink, nell’introdu- il mondo intero. Di cine-precedenti già quanto dimenticata e sconosciuta ai più. zione del fumetto “L’eroe dei due mari. ne abbiamo: Michael (2011) di Markus La politica nazionale è sempre rimasta Taranto, il calcio, l’Ilva e un sogno di Schleinzes è un esempio lampante. sorda alle richieste di aiuto giunte più riscatto” (Altrainformazione, 2012). In E invece no. Seidl come al solito la- volte dal capoluogo jonico e, anzi, ha quanto attivista e redattrice di Peace- scia a casa i compiti e ci mostra implici- adeguato l’impianto normativo alle esi- Link - Telematica per la Pace, mi sento tamente il suo vero obiettivo: non l’inve- genze dell’Ilva, della grande industria, di denunciare che il caso Ilva, attualmen- stigazione del singolo, ma la curiosità di piuttosto che pretendere il rispetto delle te, viene semplicemente rappresentato svelare l’anima umana, polverosa e arrug- regole da parte del colosso siderurgi- come una vertenza occupazionale o una ginita, partendo dai suoi “caratteristici” co. La politica locale, inoltre, dopo anni mera questione di politica industriale. connazionali. A quanto pare, quest’anima di stasi sostanziale, sembrava, anche Ma i drammatici dati di malattia e di si trova in cantina. La cantina, infatti, è il grazie alle spinte dell’associazionismo morte, che ancora qualcuno si ostina vero soggiorno per il bourgeois transal- ambientalista e ecopacifi sta tarantino, a mettere in dubbio e a confutare, ven- aver preso a cuore il problema, invece, gono “derubricati a fattore scatenante ha palesemente tradito le aspettative, di un problema esclusivamente econo- mostrando un asservimento perdurante mico”, anziché essere considerati essi alle bieche logiche del profi tto e della stessi il vero problema. Taranto, nella grande industria. “Città invisibile” Taran- sua tragedia lenta, silenziosa, inesorabi- to lo è in senso letterale, perché scono- le, è schiacciata sotto il peso del ricatto sciuta, dimenticata, poco considerata e occupazionale e di relazioni pericolose compresa, abbandonata. e bieche connivenze che l’Ilva ha intrat- Con “Le città invisibili” di Italo Cal- tenuto con coloro che erano preposti vino ha in comune la natura fantastica, a controllare e denunciare le emissioni estrema, fortemente allegorica: doppia inquinanti: i sindacati, le forze dell’ordi- come due sono i suoi mari, piena di ne, gli organi di giustizia, la stampa e la contrasti, liquida e sfuggente. Taranto, in politica fi no ai più alti vertici istituzionali questa congiuntura, sembra visibile, ma …e persino la Chiesa. non è niente. Anche se potrebbe essere Il caso Ilva rappresenta, attualmente, Un fotogramma del fi lm Im Keller

70 cultura pino e transfrancese: l’austriaco tipo si tinieri, ma lasciate che il vostro cervello ne senza Stato, società senza dominio trova a suo agio dove l’italiano tipo di si specchi in queste immagini, lontano e vita senza biopolitica, cristianesimo solito accatasta valigie rotte e vestiti di dal narcisismo, e vicino all’anarchismo. signifi ca parafrasi, seppur rivelata dai venti estati fa. cieli, di molte di queste istanze. Cristo, Seidl ci accompagna in un grotte- Nicolò Comotti si creda o no che sia fi glio di Dio, e certo sco tour del seminterrato: siamo quindi P.S: voi mi chiedete dove e quando non ci credo io che non ho mai abusato ospiti di una coppia estrema sadomaso, vederlo? Eeh… boh?! La rete non mi di stupefacenti particolari, è stato un di un cantante lirico che ha trasformato suggerisce nessuna prossima uscita anarchico con pochissimi preceden- la sua cantina in un circolo di tiro, di un italiana. Vi posso solo dire di tenere gli ti: ribelle all’impero romano, contro le simpatico beone che suona il trombone occhi aperti, un consiglio “legale” può gerarchie del suo tempo, creatore di ed è ossessionato da Hitler e chi più ne essere MUBI, ottima piattaforma online micro-comunità (pensiamo agli apostoli) ha più ne metta. per il cinema d’autore. Per quello para- alternative, e teorico di una fondamen- Ancora una volta, con Seidl, non ci legale… la rete è la rete, ce la caviamo tale distinzione tra giusto e giustifi cato. si ferma mai al primo piano, bisogna così. Anarchici e cristiani, dunque, non una mettere a fuoco tutto. Ben lontano dal dicotomia ma secondo Santoni un’omo- mostrarci il classico caso di fi era degli nimia. Abile nell’unire, l’autore, compren- orrori tipica delle televisioni che som- de che astraendo da tutto, forse da un ministrano al solitomino Silveriano un Anarchia e po’ troppo di questo “tutto”, cristianesi- po’di autostima, ci troviamo a digerire cristianesimo/ mo e anarchia sono due fi losofi e volte a malamente immagini di persone e vite sfumare le distinzioni tra i pronomi della che, per quanto possano essere anti- Convergenze distanza: “io” e “noi”. L’alterità, che sia tetiche con le nostre, ci dicono tanto di per Cristo o per Thoreau, è ciò che rende chi siamo. Così, nella coppia sadomaso parallele? umani: agire per, ovvero fare con uno troviamo la voglia d’amore, nel signorot- scopo che tenda a un altrove abitato, è to dal do di petto e dal grilletto facile la “Cattolici e anarchici” sarebbe una l’unica forma di azione possibile. Penso confusione politica del mondo moderno, strana congiunzione – a mio avviso falsa, dunque siamo, al contrario del solipsi- e nel trombonista pseudo-fi lo-nazista ci perlomeno, a causa dell’incompatibilità smo cartesiano, pare essere la fi rma di troviamo a ridere, non di lui, ma delle dei due congiunti. “Cristiani e anarchi- questo manifesto di Santoni colmo di sue battute. ci”, al contrario, è un’assimilazione che azzardi, e dunque di enunciati interes- Seidl non ha mai nascosto il suo richiama analogie profonde e strutturali. santi, dato che senza azzardo non si fa interesse per le sfumature più torbide Omonimo libro, quello di Lucilio Santoni nient’altro che ripetere già detti senza dell’animo umano, presenti in tutta la (Cristiani e Anarchici: viaggio mil- differenze. sua fi lmografi a, dai primi documentari lenario nella Storia tradita verso Certo: io non so se davvero, come come The Last Men, fi no alla trilogia Pa- un futuro possibile, Infi nito Edizioni, dice Vito Mancuso nella sua prefazione radise. Ma dove i detrattori vedono nel Modena, 2014, pp.144, € 12,00), si ca- al testo di Santoni, l’anarchico sia l’uni- suo cinema un odio manifesto verso il ratterizza come un’articolata rifl essione co vero cristiano, ma certo è che l’anar- prossimo, io vedo un acuto e costruttivo tra il cristianesimo (originario, preceden- chico è l’unico che oggi prende sul serio interesse nell’umanità. Acuto: perché te alle confessioni che ne hanno tradito l’idea che questo sia un mondo che Seidl è un mostro della mise-en-scène molti degli assunti) e le condizioni di vada vissuto senza piegarlo alla logica, reale. Quest’ossimoro fi lmico si materia- possibilità dell’anarchismo. Se anarchia aberrante e capitalista, del self-interest. lizza nei suoi protagonisti, che si aprono signifi ca ribellione alle gerarchie, ordi- Va da sé: il cristianesimo è contro i pa- totalmente di fronte alla camera, nudi e droni in terra, ma rimane ancorato ai inermi e sinceri, come in trance, ci sve- padroni del cielo: e se il potere bieco lano i loro più intimi segreti e passioni. viene rifi utato, un altro strano potere Da buon demiurgo, Seidl li manipola per rimane solido - quello di un qualcuno, l’inquadratura perfetta, ma il succo c’è, sia pure divino, che può controllare ogni si sente, è amaro, ma va giù. tuo fare, e punire ogni tuo dire. Nessu- Costruttivo: perché per chi ha fede na critica, sia ben chiaro, al libello del nell’uomo, per chi ha voglia di conosce- Santoni: perché anche io credo che re, per chi è pronto a confrontarsi con essere anarchici, un po’ come cristiani, le diversità, lo sguardo di Seidl ci porta sia categoria dello spirito. E lo spirito, a una rifl essione continua con e su noi giustamente, può non avere a che fare stessi. Un meccanismo automatico che con Dio, ma esporsi semplicemente al ci guida all’autocritica e alla di(co)stru- suo intendere l’esistere come ricerca zione di molti luoghi comuni che sono della frugalità. inesorabili e onnipresenti, ma si fa presto L’anarchia e il cristianesimo, onesta- a dimenticare, avvolti dalle paccottiglie mente, mi pare continueranno a viaggiare poco riciclabili targate “famiglia”, “patria”, su binari assai lontani ma chissà che, a “società”. furia di correre verso un al di là che non Abbiate pazienza, rabbrividite alla sia solo aldilà, non si ritrovino in questo violenza grafi ca di alcune cantine e can- strano e futuro mondo possibile in cui la

cultura 71 vita umana, come quella animale, prenda nizzare molteplici stili grafi ci diversi, dal potente. Pare essere un sogno (vivi- forma sociale in assenza di geometria realistico al decorativo/stilizzato (non dissimo), infatti, la dimensione entro la statale. so se siano gli aggettivi giusti tecni- quale si muovono gli eventi, prendono camente per defi nire le illustrazioni di l’avvio le rifl essioni e i ricordi della voce Leonardo Caffo Tony!) passando per schizzi da viaggio e che leggiamo. Così scrive Toni Alfano appunti di ogni forma, accompagnate da nell’introduzione dal titolo Pompei: “[…] didascaliche perifrasi o preponderanti le nostre vite, le nostre relazioni, i nostri calligrafi e parlanti, come sibilline chi- ruoli, sono solo frutto di identifi cazioni, Ma il sogno non è mere e assolutamente parte integrante illusioni, destinate ad essere riassor- del disegno. Un dialogo continuo tra se- bite nella forza che le ha generate: un il contrario gno e senso, talvolta sinergico, talvolta sogno”. della realtà dissonante e talvolta silente, criptico e Ma il sogno non è il contrario della misterioso, profondo, quasi oscuro... un realtà, è piuttosto ciò che esiste fuo- Non sono una grande esperta di sogno! Qualcuno l’ha defi nito, in breve, ri dall’interpretazione, dall’utilizzo, dal graphic novel lo ammetto. Dimentico un diario onirico che racconta la ricerca rinvenimento incessante dei signifi ca- troppo spesso quanto sia meraviglioso di sé e degli altri. Una sorta di saggio ti; è il vivere senza appigli, conferme, il poter leggere dando anche nutrimento fi losofi co che stuzzica l’intelletto su più posizionamenti. Leggere questo libro ad un senso estetico visivo oltre che fronti, che fa fare un passo in avanti alla è stata un’esperienza intensa; rilegger- mentale a noi stessi, che l’atto della graphic novel e la spinge dove non era lo per scriverne un’avventura rivelatri- lettura si compie. forse mai arrivata. Non una storia da rac- ce. Grazie anche a una recensione in Peccato perché nelle occasioni in contare, da illustrare ma un’esplorazione particolare, trovata su un blog di let- cui invece mi sono cimentata in questo nei ricordi, nei sogni, negli immaginari e ture, [http://squadernauti.wordpress. doppio viaggio, potenziato in più dire- nei tempi dell’umanità. com/2014/11/25/pompei/ ] mi si sono zioni simultanee dell’apprendimento, in Un’analisi interiore e insieme una ras- rivelate probabilmente solo alcune delle un universo di grafemi molto più ampio segna di stati d’animo comuni a tutti gli migliaia di sottili connessioni, allusio- che il mero alfabeto, ne sono uscita esseri viventi eppure così intimi e privati ni e rimandi che fanno l’occhiolino allo assolutamente soddisfatta e con un da non essere sempre di facile espres- spettatore in uno scenario di lettere e immaginario più completo; una guida sione collettiva. Un appassionante diso- simboli, allegorie poetiche visivamen- visiva esteticamente stimolante che ac- rientamento coglie il lettore-osservatore te penetranti. A quel punto l’ho riletto compagnava una storia avvincente. Si alle prese con quest’opera è legato nuovamente e penso che inizierò ad era trattato per lo più di pubblicazioni all’essere immersi in un immaginario usarlo come il libro delle risposte, avete legate all’ambito libertario, che narrava- potente e frastornante, chiaro e caotico, presente? Quello che apri a caso una no vite di fi gure conosciute o meno del imprendibile e pieno di verità, vario, fatto pagina e ci trovi tu la connessione. L’ho movimento anarchico, in cui la storia di parti irrelate eppure inspiegabilmente già sperimentato in qualche occasione narrata veniva descritta grafi camente tenute insieme. Pompei è viaggio visivo con Pompei e ne sono stata deliziata! da immagini e schizzi di inchiostro con, folgorante, il racconto di una scoperta, Certo, leggerlo tutto dall’inizio alla fi ne devo dire, sempre un bel tratto grafi co è un tentativo di ricondurre all’unità ciò rivela intuizioni e rifl essioni profonde sul- a supporto dell’immaginazione creativa. che nella vita si sgretola o si blocca. lo stato d’essere dell’umano, su realtà e Questa volta invece mi è capitata tra Ad esso fa da sfondo una città riconse- sogno, sulle più recondite angosce del le mani Pompei (NeoEdizioni, L’Aquila, gnata alla modernità nell’istante della vivere, le paure e gli irrisolti, sulla visione 2014, pp.136, € 17,00), una graphic propria distruzione e diventa metafora del tempo e dello spazio, sull’ambiente novel di cui subito la copertina ha rapito per questo romanzo grafi co poetico e che ci circonda e molto altro ancora, in il mio sguardo. Mi si propone di leggerlo maniera apparentemente confusa ma e dare un parere, in realtà mi si fa un in realtà ben articolata con sapiente vero e proprio regalo. Pubblicato nel rifl essione. settembre 2014 da Neo Edizioni, Pom- E il volo conduce il lettore al quarto pei, scritto e disegnato da Toni Alfano, capitolo, ai tre colori e all’inchiostro di Pompei è un bellissimo romanzo grafi co Zeppelin (aperto da una frase di Ovidio), suddiviso in cinque capitoli – ciascuno alla grafi ca e al carattere della prima e introdotto da una citazione – e realizzato della terza parte; durante un viaggio con l’uso di tre colori (bianco, nero e in dirigibile, nella voce del narratore rosso), mediante inchiostro e matita. Ar- compare ancora il motivo della paura, rivato forse nel momento giusto, di esso del disordine da esso generato, di una subito mi hanno colpita le tavole illustra- vita che sfugge, del passato incarnato te. Ancor prima di capire di cosa parlas- dall’infanzia. Si assiste alla pratica di se, e mi aspettavo al solito una storia decontestualizzazione di frasi proprie con un inizio e una fi ne, mi sono sfogliata di certi ambiti (ad esempio, la bambina avanti e indietro quei piccoli capolavori impegnata nell’esercizio ginnico che tra che ogni pagina offriva, fronte e retro. Mi la folla annuncia: “a tutti i passeggeri”, sono persa nel suo linguaggio visivo di p. 112); si ripresenta l’immagine del così eclettico impatto, capace di sinto- mattone rosso (già citato a p. 27) che

72 cultura si può portare con sé senza esitazioni colf e badanti sono una testimonianza solo nell’infanzia, allorché l’agire è un di quest’atteggiamento, si capisce dal gioco libero da scopi e condizionamenti confronto con le leggi sull’immigrazione (“un gioco senza regole, senza ruoli, più rigide, selettive, aggressive. improvvisato e compiuto nella sacralità L’opinione pubblica, come le istituzio- della trasformazione”, p. 112). Con una ni, tendono a minimizzare, a far fi nta di citazione di Tolstoj, si apre Molok. La nulla come se il lavoro di cura fosse un sorgente, il capitolo quinto, che conclu- normale lavoro domestico e che l’ultima de questo multiforme sogno. Qui anche parte della vita non fosse più vita. Sullo la paura avrà fi ne, qui l’umano affl uirà sfondo, la storia sociale della donna che (p. 130) in se stesso, libero, e accet- - serva, colf o badante -, come sempre terà la compresenza di realtà e sogno, nei momenti diffi cili, deve interrompere il dell’abbandono e del restare, della in- suo percorso di emancipazione, lasciare sopprimibile contraddizione dell’essere la sua casa e mettersi al servizio degli al mondo: “C’è un luogo dove la parte quale mi occupo da circa dieci anni ha, altri. Un badante scrive: “La domenica manifesta e quella non manifesta si uni- fra gli altri, lo scopo di dar voce dignità mattina io guardavo il computer, mi col- scono. Dove i sogni possono descrive- e cittadinanza a chi spesso non ce l’ha. legavo con la mia famiglia nel mio pae- re la realtà e viceversa. Questo luogo Questo secondo lavoro dopo Il mondo se e lui diceva: “Dino lo vuoi il caffè?” è sempre accessibile. Le porte sono è il tuorlo di un uovo sodo, rientra nel- rispondevo: “Aspetta vengo io”. Ma non sempre aperte e i segreti che vi sono le attività della Scuola. In questo caso facevo in tempo, dopo un minuto me nascosti, rivelati. Pochi sono però quelli la parola è data ai numerosi assistenti lo portava lui. Anche con Novello sono che decidono di addentrarvisi, perché la domiciliari privati, detti badanti, che ci stato molto bene. Era un amico. Me consuetudine umana, pur cogliendone frequentano. Si tratta di giovani uomini, lo diceva sempre: “Deni siamo amici, il senso, non tollera il paradosso. Non ma soprattutto giovani donne che ven- vero?” Per Novello ero Deni, per Giorgio sopporta che questo sia al contempo gono dalla Romania, dallo Sri Lanka, ero Dino.” Le storie raccolte sono suffi - quello (p. 119). dall’America Latina. È stata una signora cienti a comprendere che solo i rapporti Pompei è allora la rappresentazione dominicana che alla nostra richiesta di umani di solidarietà e di amicizia posso- di un sogno, di un’immagine che si tra- raccontare per iscritto un episodio si- no rendere più accettabile la vita di chi sforma nel tempo; l’io attraversa la plura- gnifi cativo della sua vita e una ricetta è costretto a vivere queste esperienze. lità e la molteplicità (di fi gure, di culture, ad esso collegata - storia che avrebbe Questo nuovo quaderno è collettivo, di specie viventi, di esseri semplici e arricchito il lavoro pubblicato lo scorso nel senso che hanno partecipato diverse composti, di invenzioni disegnate) e si anno -, ha risposto: “perché invece di associazioni che lavorano nel sociale. riunifi ca, pur rimanendo sostanzialmen- occuparvi di storie legate al cibo non Ci sembra un buon viatico per orienta- te dischiuso, e si disperde nel sentire, raccogliete le storie di quelle come noi re la discussione su un problema che, restando corpo. Lo smarrimento dentro che vengono da lontano per occuparsi pur riguardando un numero molto alto il quale ci tiene Toni Alfano con quest’o- dei vostri parenti, che li curano negli ulti- di persone, stenta a uscire dalle mura pera, che è di certo un invito al lettore mi anni della loro vita e li accompagnano domestiche. a mantenere viva una coscienza indivi- verso la morte?”. Abbiamo ascoltato, duale è il perdersi del fare esperienza, letto e trascritto i loro racconti e ci siamo Stefania Mori dell’“abbandono del noto verso l’ignoto”, imbattuti in una serie di elementi che, in- [email protected] un osservare per guardarsi dentro. teragendo, complicano di molto le cose. www.cssvp.com Chi ha bisogno di cura offre un’op- Gaia Raimondi portunità a chi ha bisogno di lavorare, ma a decidere chi, come e quando, sono altri: i parenti di chi deve essere assi- Una bella fi gura di stito. Questi comuni cittadini, spesso anarchica, Cent’anni lavoratori dipendenti sempre più de- privati dei loro diritti, diventano datori maestra, di non-solitudine di lavoro, devono vedersela con leggi di mercato e con diritti altrui. La logica naturista, È uscito il quaderno curato dall’As- è tendere al miglior sevizio possibile femminista socizione Culturale Centro Studi Storici con i costi più bassi. Non si ricercano della Val di Pesa, “Storie di badanti e particolari professionalità, piuttosto la “La paura della libertà possono averla di badati” con saggi e introduzioni di disponibilità a non considerare “lavo- solo i tiranni; la libertà degli altri non può Gabriella Fregoso e Stefania Mori, e ro” il tempo impiegato. Le istituzioni, in in nessun caso nuocere alla nostra, a illustrazioni del laboratorio d’arte Acque- ritardo rispetto al fenomeno dell’invec- meno che non si voglia imporre con la rellando, insieme alla Scuola d’Italiano chiamento della popolazione, tendono a forza; questo è il pericolo di tutti quelli del Circolo ARCI di S.Casciano. Il titolo risparmiare sui costi dello stato sociale e che vogliono far valere la loro ragione su esatto è BADA(n)TE BADarci – Sto- invece di incrementare servizi adeguati quella degli altri; dover ricorrere alla forza rie (offerta libera, pp. 32). cercano di cavarsela fi nanziando solo in per imporla, cosa che deve generare la La scuola d’italiano per stranieri della parte l’iniziativa privata. Le sanatorie per protesta e ribellione dell’oppresso e pro-

cultura 73 duce disarmonia nelle relazioni sociali, gogiche, naturiste, anarcosindacaliste e disarmonia che dev’essere sostenuta femministe, e per gli argomenti che porta da leggi coercitive, eserciti, tribunali ecc. avanti nei maggiori dibattiti dell’epoca si ovvero da tutto ciò che tanto critichiamo può considerare una delle donne che noi che propaghiamo la libertà integra più hanno rifl ettuto sull’anarchismo in dell’individuo come base della perfetta Spagna. organizzazione sociale”1. La Maymón considera che la rige- È uscito la scorsa estate un libro che nerazione della società sia possibile narra la biografia di Antonia Maymón solo attraverso una nuova pedagogia (Carmen Agulló Díaz e Pilar Molina Be- che reintegri l’uomo alla natura in tutti gli neyto, Antonia Maymón. Anarquista, aspetti della vita. L’anarchismo offre una maestra, naturista. Edizioni Virus, Bar- soluzione agli errori sociali e il naturismo celona, 2014, pp. 278, € 20,00), un libro è il mezzo per raggiungere un equilibrio che mi ha aperto gli occhi sulla necessità con il resto delle forme viventi. Per que- della ricerca storica e del recupero della sto porta avanti il nesso indissolubile memoria. Dopo averlo letto mi sembra tra anarchismo e naturismo, criticando impossibile che fi nora potessimo sapere fortemente il vegetarianesimo naturista poco o niente della vita di questa donna, che fa riferimento solo a questioni ali- esempio di coerenza, ma anche prota- mentari, poiché non si tratta solo della gonista in prima persona delle lotte e cura del corpo ma anche dello spirito. Lo coeducazione di bimbi e bimbe, sembra dei dibattiti dell’anarchismo spagnolo. Si sviluppo integrale fi sico è permesso solo che le sue abitudini naturiste e la sua tende a dire che in Spagna ci sia stata a pochi mentre la grande maggioranza difesa dell’amore libero dalle istituzioni abbondanza di anarchici nella pratica ma muore facendo lavori estenuanti e disu- creassero scandalo. A questo propo- che pochi si siano occupati della teoria: mani; da qui il nesso con l’anarchismo sito interviene nel famoso dibattito sul la vita e la grande quantità di scritti di An- perché tutti abbiano diritto a una vita cameratismo amoroso tra Emile Armand tonia Maymón ci lasciano testimonianza sana. Signifi cativo è il concetto appro- e Maria Lacerda da Sousa: la Maymón degli importanti dibattiti di inizo secolo in vato dal Congresso Naturista di Malaga difende relazioni sessuali libere basate cui si delinea il movimento che con tanta del 1927, di cui le era stata assegnata la sull’amore, inteso come comunione di forza arriverà al ‘36; e di come pedagogia presidenza: “Il naturismo non può essere caratteri, crede quindi nella monoga- e naturismo non siano meri interessi degli solo questione di stomaco, bensì di na- mia ma nella libertà di entrambe le parti anarchici bensì caratteristiche intrinse- turalizzazione di tutti gli atti umani, il che di terminare una relazione. Insiste sul che al movimento. è impossibile senza una trasformazione problema della libertà di scelta femmi- La vita privata e professionale di Anto- sociale che permetta lo sviluppo integrale nile che è sottomessa all’indipendenza nia (1881-1959) è stata completamente dell’individuo”. economica: nella società capitalista dedicata all’ideale anarchico. Maestra La critica alla scuola statale come sono impossibili relazioni libere quindi già nel 1899, si orienta presto verso la strumento per perpetuare l’ordine stabi- le donne vendono il loro corpo in modo pedagogia razionalista e vive gli anni dei lito è il motore che la muove: “Come un occasionale (prostituzione) o defi nitivo grandi scioperi nella Saragozza di inizio uccellino, che dopo tanti anni in gabbia e legale (matrimonio). secolo, città che accolse gli espulsi da non sa più volare o si mette a volare Una delle sue rivendicazioni più ri- Barcellona dopo i fatti della Setmana disperatamente scontrandosi contro il petute è la maternità libera, cosciente Tràgica e la fucilazione di Ferrer i Guàr- primo ostacolo che trova, così l’umanità e desiderata. Qui, come fanno notare dia. Tra questi, ricorda in particolare Te- all’uscire dalla prigione infantile, si trova le autrici, il discorso femminista sembra resa Claramunt come sua iniziatrice agli disorientata, diventando alcuni pupazzi sottomesso a un’esagerata importanza ideali anarchici “che apre gli occhi a una dei tiranni, ed altri tiranni dei propri simili, della maternità, che considera di ogni ragazza piena di pregiudizi” e con la qua- e tutti boia di se stessi.”2 donna, e all’importanza di preparare le fonda il Comitato contro la guerra in Abbiamo notizia della sua presenza le bambine ad essere madri già dalla Marocco (causa della Setmana Tràgica). in molte e diverse scuole razionaliste scuola con una materia chiamata ma- Dopo il suo intervento in comizi e mani- della Catalogna ma anche di tutto il ternología. Fa riferimento anche all’eu- festazioni subisce la repressione dello territorio spagnolo dove porta avanti il genetica (nella corrente del neomal- sciopero del 1911, e scappa a Bordeaux modello di Ferrer arricchito da un forte thusianesimo) per evitare di produrre con il suo compagno, dove le segnalazio- legame con la natura e la società. Vari carne da cannone. Considera la madre ni della polizia ci dicono che continua la ex-alunni intervistati ricordano come la come persona che è capace di dare la sua militanza tra i compagni esiliati e gli sua pedagogia li “iniziava alla vita”. I vita non solo fi sicamente ma soprattutto interventi come oratrice. Nel 1917, dopo continui spostamenti sembrano rispon- a livello emotivo e intellettuale, fi gura la morte del suo compagno, la troviamo dere alle chiamate dei compagni dove che rivendicherà in alcuni romanzi di- di nuovo in Spagna dove porta avanti c’era bisogno di una persona compe- fendendo il ruolo della madre adottiva un’instancabile attività; la sua vocazione tente in materia di educazione ma anche e la possibilità di avere fi gli con chi si pedagogica si plasma non solo nell’in- alle forti reticenze esercitate dai circoli vuole e quando si vuole. Scrive anche segnamento ma anche nella scrittura di conservatori dei diversi paesini dove fu racconti infantili contro i personaggi di articoli e romanzi, e nella pronuncia di maestra. Oltre ad essere contrari ad fantasia e la superstizione. conferenze. Collabora con riviste peda- un insegnamento anti dogmatico e alla Nel 1931 con la proclamazione della

74 cultura Repubblica troviamo i suoi articoli più ri- Anarchia, rom, moti popolari del 1898, Bava Beccaris voluzionari che criticano le riforme pallia- e i colpi di cannone sparati sulla folla tive repubblicane. Scrive contro la libertà amore, Italia affamata. “regalata” per legge dal governo dopo Presto le strade dei tre fratelli si di- una dittatura militare: “ay! Questa mer- Ho trovato il volume di Norman vidono, con Ricardo che, ancora quin- ce non si vende né si procura gratis, si Nawrocki su una bancarella a Londra, dicenne, decide di mentire sulla propria ottiene a forza di carne macellata e ribelli letteralmente sommerso da una monta- età e partire per il fronte, ammaliato dalla schiacciati; in quanto dono individuale, gna di libri. In mezzo a tanti testi in ingle- propaganda sulla giustezza della prima non si può trasferire ad altri e per questo se, è stato il titolo Cazzarola!, scritto guerra mondiale. Attraverso gli occhi di quando gli incauti vollero allungare la in capital, ad attirare la mia attenzione; il Ricardo, osserviamo la vita in trincea, mano per prenderla, se la videro sfuggire sottotitolo poi, Anarchy, Romani, Love, vediamo tutti i proclami patriottici dissol- tra le dita. [...] Porque la libertad o se vive ha fatto sì che lo comprassi senza versi di fronte all’insensatezza dell’ucci- o no es tal.”3 pensarci troppo. sione di giovani che si differenziano solo Negli anni ‘30 quindi quando aveva Il libro di Nawrocki (PM Press, per il colore della divisa; poi la decisione già cinquant’anni, si ha notizia di due fi gli Oakland, 2013, pp. 320, € 14,20) mi di disubbidire e l’avvicinamento ai movi- adottivi di circa 20 anni di cui si prende risulta di difficile definizione; viste le menti radicali. Nel libro, il personaggio cura e che danno una mano nelle scuole sue caratteristiche, lo defi nirei impro- racconta la sua storia proprio ad un gio- che gestisce, ma che poi nella sua vec- priamente un romanzo storico, ma an- vane collaboratore di A-Rivista Anarchi- chiaia non la riconosceranno come madre. che - forse sempre impropriamente - un ca, intento a raccogliere testimonianze Con la rivoluzione del luglio 1936 la romanzo realista. Divisibile in due parti, sui disertori. troviamo tra Castellón, Murcia e Valencia, il racconto copre 130 anni di storia ita- Terminato il resoconto di Ricardo, il non vuole incarichi politici per potersi liana e narra le vicende della famiglia lettore si trova catapultato a Torino, tra dedicare completamente alla pedago- Discordia, partendo dal bisnonno nato le mura della fabbrica Fiat in cui Mas- gia, continua comunque a partecipare a nel 1880 tra le montagne dell’Abruz- simo Discordia lavora come operaio; si comizi, si ricorda un intervento in ottobre zo, arrivando ad Antonio, musicista e sta pianifi cando l’occupazione dell’intero ‘36 a fi anco di Federica Montseny in cui studente di fi losofi a, la cui vita si svol- stabilimento: è il 1920. Siamo in pieno afferma chiaramente che la lotta antifasci- ge nel quartiere San Lorenzo a Roma. biennio rosso e di nuovo l’autore ci mo- sta non era solo spagnola bensì mondiale Sono cinque le generazioni che si rac- stra la storia attraverso gli occhi di chi vi e che la guerra doveva essere vista in un contano all’interno dello stesso libro; ha preso parte. processo più ampio di rivoluzione socia- storie ordinarie, di persone comuni, ma Percepiamo così la tensione dei lavo- le. Concetti fondamentali della guerra straordinarie per il loro contenuto. La ratori nel pianifi care l’occupazione, la rab- civile spagnola, vista a posteriori, ma che famiglia Discordia è caratterizzata da un bia che li ha spinti ad agire, la speranza sorprende sapere che fossero così chiari antagonismo che accomuna tutti i suoi nella rivoluzione sociale, la paura che li in quel momento. membri; attraverso i loro occhi l’autore pervade al pensiero che possa soprag- Collabora anche con Mujeres Libres ricostruisce avvenimenti storici signifi ca- giungere l’esercito e che al fallimento tra il ‘37 e il ‘39, troviamo un suo articolo tivi, a cui hanno partecipato individui af- dell’operazione segua il licenziamento. Il nel primo numero della rivista omonima famati di libertà e giustizia sociale come lettore viene trascinato in mezzo a loro, dove critica l’educazione che si da alle il biennio rosso, la resistenza al regime tra gli operai che denunciano il mancato bambine e loda il metodo Pestalozzi. fascista, la settimana rossa. aumento dei salari nonostante il generale Nel 1939 con la vittoria franchista Quello di Nawrocki è un tentativo di fi nisce in carcere ma esce nel 1940 per raccontare la storia italiana dando voce intercessione del prete del paesino mur- ai suoi protagonisti, a chi ha avuto parte ciano dove insegnava e a cui lei aveva attiva in quegli accadimenti e ha creduto salvato la vita nel 1936 col risultato che e lottato per un cambiamento. È, a mio dovranno cambiare parrocchia al prete avviso, un tentativo riuscito di descrizione per le critiche dei conservatori... storica, di cui ho apprezzato la mancanza Negli ultimi anni entra ed esce dal car- di linearità e l’accento sulla correlazione cere e vive precariamente appoggiandosi degli eventi. I personaggi sono uniti da a persone che la apprezzavano ma che un legame di parentela, così gli eventi come lei non possedevano quasi niente. descritti sono accomunati dall’opposizio- Contro la sua volontà termina i suoi giorni ne ad ogni forma di autoritarismo, dalla in un ospedale di suore nel 1959. resistenza alle imposizioni, dalla ricerca di libertà e uguaglianza. Valeria Giacomoni Nella prima metà del libro troviamo le vicende di tre fratelli Discordia, Ricardo, 1 Antonia Maymón: La Verdad, año I, nº9, 21 Rafaele e Massimo, nati nel 1900, decisi agosto 1932 citato a pag.88 a lasciare il villaggio natio in Abruzzo 2 Antonia Maymón: Helios, año VII, nº77, ottobre perché stanchi di una vita da braccianti 1922, pág 201-202 nei possedimenti di un grande proprieta- 3 Antonia Maymón: Estudios, gennaio 1932, rio terriero. Sullo sfondo, l’Italia di inizio pág 62-63 Novecento che non ha dimenticato i

cultura 75 aumento dei prezzi; sembra di sentire il Cinka ci porta per i vicoli romani, dove rumore assordante dei macchinari, il suo- suona il violino, mostrandoci tutte le dif- no stridente del ferro sul ferro, le grida fi coltà di una vita dettata dall’incertezza e dei feriti, numerosissimi in quegli anni a dalla precarietà. In questa seconda parte causa dell’assenza di misure di sicurezza l’autore traccia anche una descrizione negli stabilimenti. Poi la decisione del delle periferie romane in cui aleggiano partito socialista di non appoggiare né tensioni irrisolte, pronte ad esplodere sostenere una rivoluzione e gli industriali da un momento all’altro; una situazione che rientrano, non senza timore, nelle di cui i fatti di cronaca dell’ultimo periodo fabbriche. sembrano darci conferma. L’escalation fascista segue alla paura Con la storia di Antonio e Cinka, si di un possibile sovvertimento dell’or- conclude una narrazione lunga 130 anni. dine politico ed economico costituito, Cazzarola! è un tentativo ambizioso sono in molti a credere nei proclami di presentare quasi un secolo e mezzo mussoliniani; le camicie nere diventano di storia dell’antagonismo e dei movi- sempre più numerose e armate. Poi la menti radicali in Italia, un progetto che marcia su Roma, la dittatura, la nascita richiederebbe forse volumi didascalici degli Arditi del Popolo e la resistenza. e lineari; la scommessa di Nawrocki è È qui che incontriamo Enrico Discordia, invece quella di proporre una soluzio- un partigiano, e sua moglie Isabella, ne diversa, un resoconto incalzante di una staffetta. Sono loro a descriverci testimonianze articolate sotto forma di le diffi coltà della vita passata sui mon- romanzo. ti a contrastare la tirannia. È con loro Non manca l’amicizia, nata in Sarde- che conosciamo le spedizioni punitive, Carlotta Pedrazzini gna, con Peppino Fiori, guida e maestro. le fughe, il confi no. Il racconto è fram- Il giovane Stajano, con la trasmissione mentato, arricchito da notizie tratte da ‘’AZ. Un fatto come e perchè’’, sarà coin- giornali italiani, continuamente riportato volto nell’avventura televisiva. a vicende più contemporanee, come la Destini incontrati Facendo leva sul coraggio della ve- strategia della tensione degli anni ’70, rità, Fiori riuscirà a gettar luce sul caso la diffi cile situazione della popolazione e raccontati Satgia, pastore innocente di Orgosolo rom in Italia e il recente rafforzamento condannato all’ergastolo, dando un de- dei movimenti neofascisti nelle periferie Si sente “un ladro di anime” Corrado cisivo contributo per la sua liberazione. di Roma. Stajano per la curiosità mai sopita che A Milano, Stajano incontra l’amico e Il continuo interrompersi della narra- lo porta a trafugare destini compiuti di maestro sardo impegnato con la troupe zione, i salti temporali, vengono utilizzati uomini e donne (Corrado Stajano, De- di Tv7 per un servizio sui funerali delle dall’autore per mettere in luce la pre- stini, Archinto, Milano, 2014, pp. 192, vittime di piazza Fontana, e nel corteo senza di un comune denominatore che € 15,00). Figure tratteggiate di fi no, funebre dietro le bandiere nere degli accomuna tutti gli eventi descritti, quasi interpreti della storia del Novecento. anarchici, anche Tiziano Terzani, il bravo a segnalare un eterno ritorno della storia Nella raccolta dei ritratti, nell’arco di cir- cronista e “viaggiatore incantato”, con in che ripropone costantemente le proprie ca quarant’anni, la sensibilità di Stajano groppa il fi glio Folco. dinamiche: la violenza compiuta da chi scrittore indaga e accoglie non soltanto Invece, l’esistenza di Claudio Magris, detiene il potere al fine di mantenere il bel mondo popolato da protagonisti mai sentito nominare prima, si paleserà invariato l’ordine costituito e gli aspri indiscussi, distinti, conosciuti. Certo, a Corrado Stajano, mentre insieme a contrasti in seno alla popolazione, tra compaiono amici, maestri, penne note Ermanno Olmi stava conducendo un do- chi si schiera con l’autorità e chi invece e volti di elevata caratura come Alberto cumentario sulla lettura in Italia, nei primi vi si oppone. Cavallari, “testimone di dignità perdu- anni Settanta. Nella biblioteca aperta La seconda parte del volume ruota ta”, autentico artigiano della scrittura e nel cuneese da Giulio Einaudi, l’incontro quasi unicamente intorno alla storia di grande giornalista, incontrato in casa di con un contadino di Dogliani. Voleva due personaggi a noi contemporanei, Elio Vittorini a Milano lungo i Navigli. E, leggere “Il mito asburgico” di Magris, Antonio Discordia e Cinka Dinicu; lui riprendendo i titoletti degli articoli, co- lui, che aveva fatto la guerra contro gli studente di fi losofi a e musicista, vive nel nosciamo i destini dei conti di Collegno, Asburgo. “Si deve conoscere il mondo quartiere San Lorenzo a Roma, lei giova- di padre David Maria Turoldo, “il frate per progredire”, diceva. La saggezza ne rom trasferitasi in Italia dopo la morte rosso”, di Cesare Cases, “ il ragazzo contadina aveva colto nel segno. del padre, vive non senza problemi in un di bottega che umiliò Thomas Mann”. Tuttavia, la prospettiva di Stajano campo nomadi nella periferia romana. A Incontriamo Giulio Einaudi, “l’editore presuppone sempre un’ottica dal basso. scandire la vita di questa coppia, razzi- di un’altra Italia” e Franco Cavallone, “il Riaffi ora nei suoi scritti chi è scivolato smo, incomprensioni, pregiudizi e una notaio che inventò le toffolette”, tenera nelle retrovie della dimenticanza, oppure continua contrapposizione noi-voi che e morbida parola per designare gustosi chi, sconosciuto, in qualche modo vive non permette di vivere liberamente. Un dolcetti americani. Raffaele Mattioli, un ancora nella mente. Destini ai margini, gadjo e una rom, tanto malvisti per le stra- banchiere umanista, illuminato, letterato come quello di Danilo Montaldi, cremo- de di Roma quanto all’interno del campo. e mecenate. nese, classe 1929, morto “annegato

76 cultura coi suoi sogni di rivolta” al modo degli lo, “l’amico della lava nera”, conosciuto a Milano. Firme di artisti, letterati, politici, emarginati dei suoi scritti. I maestri? Un Zafferana Etnea in occasione del premio molti in seguito perseguitati, esiliati, o padre marinaio, condannato per aver letterario “Zafferana-Brancati, nell’au- morti nei lager venivano richieste da scritto una lettera a un anarchico, e un tunno del 1968. Un’amicizia continuata Maria in segno di amicizia, e gli invitati piastrellista, il Butta, che portò in pro- a Milano negli anni di piazza Fontana, le imprimevano su una tovaglia di lino vincia la notizia delle purghe di Stalin. quando Consolo si sentiva ancora un bianco. Poetessa, scrittrice, amante del Accanto, una moglie capace di alle- immigrato. Non riusciva a concludere la teatro, riservata e accogliente, ricamerà viargli la sofferenza di emarginazione, sua seconda opera. La spinta decisiva quei nomi scritti col lapis a punto erba, la stessa toccata ai suoi personaggi. alla conclusione del libro giungerà pro- con il fi lo rosso, per lasciarne indelebile Giorgio Manzini, mantovano, “l’umile prio dalla moglie Caterina: lo incoraggia, traccia. Oggi, la nipote Giovanna con- cronista delle tute blu” degli operai della lo scuote dalla paura di scrivere, dal pu- serva la tovaglia di lino bianco, appesa a Falck di Sesto San Giovanni, e dopo la dore. Pubblicherà il suo romanzo storico una parete. Un’opera senza vetro, senza strage di Piazza Fontana, delle trame “Il sorriso dell’ignoto marinaio”, nel 1976. cornice, a memoria di quei destini tanto che insanguinarono il Paese, il terrori- E le donne di Ermanno Olmi? Una diversi, insoliti, molti tragici. smo. Non cede a compromessi, non è madre di famiglia contadina: saprà far Attraverso lo sguardo d’insieme dei un arrampicatore, si sente un escluso. campare la famiglia in una povera casa di ritratti incontrati -e non sono pochi- si Ha una testa e un’umiltà da contadino, ringhiera, dopo il licenziamento del marito può dire che lo stesso Stajano riper- e allo stesso tempo dell’operaio-uomo- ferroviere, per essersi rifi utato di prende- corra a ritroso anche il proprio destino. massa schiacciato nell’ingranaggio della re la tessera del fascio. Ermanno ancora Compagne di strada? Una passione ripetitività quotidiana. Ma porterà avanti piccolo imparerà a fare il pane, durante empatica, una capacità di vedere dentro fi no in fondo la sua missione. le lunghe estati contadine trascorse dal- le pieghe dell’esistenza. E una scrittura Saverio Tutino, l’amico partigiano del- la nonna a Treviglio, nel bergamasco, chiara, essenziale, profonda, capace di la Val d’Aosta e del Canavese, “guer- mentre si dava da fare come garzone esprimere “Il colore della vita”. rigliero della memoria”, raccoglitore di di fornaio. Donne che apriranno la sua destini di uomini e donne senza nome, sensibilità poetica a quel mondo dalle Claudia Piccinelli scovati nei loro diari. Forse il più famo- tonalità minori, ma cariche di profonda so, quello di una contadina mantovana, umanità. E poi la moglie Loredana, “pre- scritto su un lenzuolo a due piazze. Poi sente anche quando non c’è”, riferimento l’idea di creare un Archivio nazionale dei importante soprattutto nei momenti in cui Anarchia diari, a Pieve Santo Stefano, nell’aretino, è diffi cile mantenere accesa la speranza. per strappare dall’oblio i destini di chi, Romano Bilenchi, “il ribelle di Colle nel Regno Unito senza far rumore, ha gettato le radici Val d’Elsa”, scrittore sempre lucido nel- della storia tra Otto e Novecento. la memoria. Intrappolato nella sua lunga Ovviamente non è fatto di grande mo- Destini compiuti si intersecano con malattia che gli impediva anche di parla- mento ma è bene premettere a quanto quelli di mogli, compagne, sorelle, non- re. Troverà la forza nella presenza inso- scriverò che non sono un lettore abituale ne rimaste dietro le quinte. Presenze stituibile di una donna, la moglie Maria, di Dylan Dog, non mi spiace ma non lo incisive occhieggiano sullo sfondo come compagna di una vita, in grado di leggere leggo regolarmente e se la mia attenzio- fari luminosi, insostituibili guide. le sue parole mute e di farsi tramite del ne è caduta sul fascicolo del dicembre Scorrendo questi destini, ci si chie- suo pensiero di uomo e scrittore, fermo e 2014, che mi è stato segnalato da un de: avrebbero potuto trovare compimen- pronto nell’anteporre in ogni circostanza mio amico, è stato per il titolo e la bellez- to senza la loro presenza? le ragioni della libertà. L’affettuosa amici- za della copertina. Un titolo (Anarchia Come è successo a Vincenzo Conso- zia con Paolo Volponi, avvocato, poeta in Inghilterra, Sergio Bonelli Editore, visionario dai libri dimenticati, “convinto Milano, 2014, n. 339, pp. 100, € 3,20) che i ribelli fossero il lievito della terra” e che rimanda ad una nota canzone dei “la nevrosi la coscienza critica del mondo”. Sex Pistols del 1977, Anarchy In The Errata corrige Direttore dei servizi sociali e culturali alla UK, che propone un’ interpretazione Olivetti di Ivrea, in seguito Volponi soffrirà dell’anarchismo che nulla ha a che ve- Sullo scorso numero (“A” per esserne escluso. Rilevanti fi gure fem- dere né con l’anarchismo comunista e 394, dicembre 2014 - genna- minili puntellano il suo cammino: Giovina classista né con quello umanista, ma io 2015) nell’articolo di Piero Jannello, intelligente, colta, prestigiosa che ha un indubbio fascino o che quan- Brunello “Cent’anni dopo’’ (a assistente personale di Adriano Olivetti, tomeno ne aveva allora per me dal punto p. 124), per un nostro errore sarà al fi anco di Paolo, fermo sostegno di vista estetico. è stato scritto che i proces- agli scossoni dell’esistenza. E un’altra Ne riporto due brani che, a mio avvi- si per infrazione alla legge donna dal forte temperamento fa capoli- so, ne rendono tutto il carattere giova- marziale furono un milione; no: la sorella minore, Maria Luisa, risoluta nilista/nichilista: in realtà gli individui, quasi madre badessa delle Clarisse di Urbania. tutti soldati, incorsi in proce- Sarà un’altra donna ancora, Maria, Io sono un anticristo dimenti penali, furono circa moglie dello scrittore Giuseppe Anto- Io sono un anarchico 400mila. Ce ne scusiamo con nio Borgese a fi ssare la memoria dei Non so cosa voglio l’autore e con i lettori. destini incontrati dal 1915 al 1947, a Ma so come ottenerlo Palazzo Crivelli, a due passi da Brera, a Voglio distruggere un passante

cultura 77 Perché io voglio essere l’anarchia Here lies justice (Qui giace la giustizia) Non uno schiavo e si rende conto che è in azione lo spirito di un agitatore del diciannovesimo seco- Voglio essere anarchico lo, Andrew Keed, assassinato in modo (Oh, che nome) atroce nel 1854 da uomini dei padroni Voglio essere anarchico dell’azienda contro cui si batteva. An- (Sono completamente ubriaco) drew Keed, infatti, portava una maschera per nascondere deturpazioni causategli Torniamo a Dylan Dog, si tratta di un da un incidente sul lavoro e i rivoltosi che detective che ha a che fare con il so- devastano Londra a assaltano la stazione vrannaturale, con mostri di ogni sorta, di polizia portano una maschera simile. A con crimini ai confi ni della realtà. Come questo punto Dylan Dog evade dalla pri- può l’anarchia irrompere nella sua vita? gionia e raggiunge il vecchio stabilimento Avviene che Dylan Dog venga, ingiusta- abbandonato dove Andrew Keed era mente va da sé, fermato e portato in una stato lasciato morire di fame in una cella stazione della polizia dove viene portato segreta e, incendiando il tutto, ne libera anche John Malloy, il leader carismatico lo spirito. Di colpo i ribelli rinsavisco- del News Slaves Riot (nuova sommossa no, le maschere che ne coprono il volto degli schiavi), individuo dall’attitudine scompaiono, la rivolta, che Dylan Dog che oggi l’ordine del mondo è a rischio. non propriamente tenera, una sorta di comprende ma non condivide, fi nisce. Una comprensione che attraverso un macchina della rivolta. I membri del mo- Insomma una singolare anarchia, mera giornale a fumetti viene comunicata a vimento stanno devastando Londra e distruzione ad opera di masse invasate strati della popolazione che la comuni- assediano la stazione della polizia per da uno spirito angosciato, un uguaglia- cazione nostra raggiungerebbe a sten- liberare il loro leader e gli scontri raggiun- mento dell’anarchia alla mera distruzione to. Se poi qualche lettore di Dylan Dog, gono uno straordinario livello di violenza. ma, nel contempo, un’effi cace denuncia incuriosito dal titolo, volesse informarsi Dylan Dog si rende conto che sta av- dell’oppressione sociale sia nel 1854 sull’anarchismo... venendo qualcosa di straordinario, rileva che nel 2014 e, questa è la cosa che più che Malloy canta una vecchia canzone, mi interessa, la comprensione del fatto Cosimo Scarinzi

Nazismo e calcio/ Un calcio al nazismo “Storie di persecuzione e di resistenza nel mondo del cal- cio sotto il nazismo” è il sottotitolo del nostro nuovo dossier La svastica allo stadio. Ne è autore Giovanni A. Cerutti, direttore scientifi co dell’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea nel Novarese e nel Verbano-Cusio-Ossola “Pie- ro Fornara”. Dopo l’introduzione (“La fragilità dei campioni”) pubblicata sul numero “A’’ 394 (dicembre 2014 - gennaio 2015), i quattro ca- pitoli sono dedicati alle vicende di Matthias Sindelar (“I piedi di Mozart”), Arpad Weisz (“Un maestro del calcio europeo in- ghiottito nel nulla”), Ernest Erbstein (“L’uomo che fece grande il Torino”) e della squadra dell’Ajax (“La squadra del ghetto”). Originariamente i quattro scritti sono stati pubblicati nei numeri 374 / 377 di questa rivista, tra l’ottobre 2012 e il febbraio 2013. Trentadue pagine, stampa in bicromia, il dossier costa 2,00 euro e può essere richiesto alla nostra redazione come tutti i nostri numerosi “prodotti collaterali”. Per richieste supe- riori alle 10 copie, il costo scende a euro 1,50. Tutte le informazioni sul nostro sito arivista.org Entro breve il dossier sarà leggibile e scaricabile gratis dal nostro sito. Per organizzare iniziative pubbliche, conferenze, presentazioni nelle scuole, ecc., con la pre- senza dell’autore, contattate direttamente l’Istituto storico della Resistenza sopra citato: telefono 0321 392743 / fax 0321 399021 / sito www.isrn.it / info [email protected]

78 cultura armeni Un genocidio dimenticato

di Luigi Rigazzi

Negati dal governo turco, i due stermini del popolo armeno (1894-1896 e 1915-1918) sembrano essere ignorati anche dalle diplomazie occidentali. A causa di interessi geopolitici.

ccuparsi del genocidio del popolo armeno – a de Male (Metz Yeghèrn)”. In verità lo sterminio del un secolo dalla tragedia immane che si è per- popolo armeno ha avuto luogo in due fasi, di cui Opetrata ai confi ni della nostra realtà europea la prima tra il 1894 e il 1896 sotto il sovrano Abd - è una necessità, un modo di allargare l’orizzon- ul-Hamid. Egli decise di scaricare sugli armeni la te della sua ricerca e soprattutto di sensibilizzare colpa dei fallimenti dell’operato suo e dei suoi pre- l’opinione pubblica sia italiana che internazionale decessori, ed emanò alcune leggi per isolarli dalla sull’argomento, ancora poco conosciuto e studiato. vita civile e renderli reietti dell’impero, un’anticipa- Si tratta del secondo evento che ha avuto questa zione di quello che avrebbero fatto con gli ebrei ne- denominazione, dopo il genocidio degli Herero per gli anni ’30 del ‘900 i nazisti in Germania e i fascisti mano dell’esercito tedesco al comando del generale in Italia. Lothar von Trotha tra il 1904 e il 1907 in Namibia. L’immane carnefi cina, iniziata alla fi ne dell’ot- Ma il termine genocidio è stato coniato per la prima tocento, diventò il problema principale dei Giova- volta da un giurista ebreo polacco, Raphael Lemkin ni Turchi, un movimento politico nato alla fi ne del nel 1944 (che nella Sho’à aveva perso 49 familiari), XIX secolo con il nome di Giovani Ottomani, che si per designare il massacro del popolo armeno. ispiravano alla Giovine Italia di Giuseppe Mazzini, Più o meno tutti hanno sentito parlare dei “Giusti desiderosi di trasformare l’Impero Ottomano ormai per Israele”, cioè quanti vengono riconosciuti tali, in decomposizione in una monarchia costituzionale perché si sono prodigati a rischio della loro vita per moderna. I loro primi obbiettivi erano liberali e co- salvare gli ebrei durante il regime nazi-fascista: essi stituzionali, infatti collaborarono alla stesura della vengono ricordati allo Yad Vashem di Gerusalemme costituzione del 1876. Ma nella volontà di creare con la posa di un albero. A pochissimi è noto che uno stato nazionale turco, che comprendesse tut- dal 1996 esiste a Yerevan, capitale dell’Armenia, il te le popolazioni turcofone, sul modello degli stati Muro della Memoria, sulla “Collina delle rondini,” europei, il problema delle varie etnie (l’armena, la dove vengono poste le lapidi con i nomi dei “Giu- greca, la curda, e quella assira), fu da loro risolto sti per gli armeni” e tumulate le ceneri o la terra con la decisione di sterminarle. delle tombe di tutti coloro che hanno testimonia- I Giovani Turchi iniziarono a mezzo stampa una to o denunciato la pianifi cazione e l’esecuzione del campagna sistematica di diffamazione e di odio, genocidio del popolo armeno da parte dei Giovani considerando la popolazione armena come una Turchi. È stata istituita anche la Giornata della Me- quinta colonna al servizio del nemico, perciò una moria che cade il 24 aprile di ogni anno, a ricordare minaccia per la sicurezza nazionale. Ancora una la stessa data del 1915 legata al cosiddetto “Gran- volta dopo quelli di fi ne ‘800 vi furono massacri

armeni 79 sistematici, fatti passare come condanne per alto Dopo la grande tradimento. guerra Il massacro iniziò la notte del 24 aprile del 1915, a Costantinopoli, con l’arresto e l’uccisione di 500 Alla fi ne della prima guerra mondiale, il sultano intellettuali armeni. Quel giorno a Costantinopoli Mehmed VI, per paura di rappresaglie da parte del- 500 esponenti del Movimento armeno vennero in- le potenze vincitrici, insediò due commissioni d’in- carcerati e poi strangolati col fi lo di ferro. Il piano chiesta, una parlamentare per ascoltare e giudicare fu ben escogitato, colpendo prima gli intellettuali, ministri, funzionari e alti dignitari dello stato coin- i politici, i giornalisti, poi reclutando nell’esercito i volti nel massacro del popolo armeno, l’altra con giovani che, dopo aver prestato servizio nella cam- un decreto del gennaio 1919 che consentì alla Cor- pagna del Caucaso, vennero disarmati dai turchi e te Marziale di giudicare gli autori di “disposizioni e spediti in catene a Kharput col pretesto di utilizzarli massacri”. per la costruzione di una strada. Ma appena giunti Il 13 gennaio 1921 le Corti Marziali furono sciolte vennero giustiziati a colpi di arma da fuoco, e tutti senza che avessero terminato i loro lavori. Lo sta- i cadaveri vennero gettati in una grotta. Infi ne la to turco smise di perseguitare i massacratori degli località di Deir al-Zor, desolata e desertica regione armeni facendo cadere il silenzio su tutta la sto- della Siria, vide la deportazione di oltre 1.200.000 ria, con un negazionismo ad oltranza sui fatti che persone: vecchi, donne e bambini, che con marce avevano portato alla quasi totale eliminazione del forzate, senza acqua, senza viveri, iniziarono a mo- popolo armeno. I tre principali imputati condannati rire di stenti, di malattie e i cui sopravvissuti alla in contumacia furono raggiunti da sicari del Partito fi ne vennero trucidati. Lo sterminio era stato piani- Federazione Rivoluzionaria Armena, conosciuto an- fi cato, con uno studio puntuale e una programma- che come Dashnak. Il 15 marzo del 1921 Soghomon zione in ogni sua fase, a partire dalla primavera del Tehlirian, a Berlino in pieno centro, assassinò Ta- 1914. Allo scopo fu istituita una commissione di tre laat Pasha, ma, dopo essere stato arrestato e pro- elementi composta dal segretario Nazim, da Beha- cessato, fu assolto dal giudice tedesco. ettin Shakir e dal Ministro della Pubblica Istruzione Dal 1927 in Turchia è ancora in vigore una leg- Shoukri, sotto il controllo di Taalat Pascià. ge che vieta l’ingresso nel paese degli armeni e so- prattutto l’art. 301 del codice penale che riguarda “Tanto non interverrà “l’attentato all’integrità turca”. Ne ha fatto le spese nessuno” per primo lo storico e sociologo turco Altug Taner Akcam, uno dei primi accademici turchi a ricono- È interessante ascoltare cosa scrive il segretario scere e a discutere apertamente il genocidio arme- Nazim, nella sua relazione che chiude una riunione no del 1915: arrestato nel 1976, fu condannato a segreta del comitato di Unione e Progresso: “Siamo dieci anni di reclusione per i suoi scritti. in guerra; e non potrebbe verifi carsi un’occasione Poi toccò al grande saggista e scrittore turco pre- migliore per sterminare tutta la popolazione arme- mio Nobel per la letteratura, Orhan Pamuk, che na. In un momento come questo è estremamente venne incriminato nel 2005, in base al medesimo improbabile che vi siano interventi da parte delle art. 301, a seguito di alcune dichiarazioni fatte a grandi potenze e proteste da parte della stampa; una rivista svizzera riguardanti il massacro, da e se anche ciò accadesse tutti si troverebbero di parte dei turchi, di un milione di armeni e tren- fronte ad un fatto compiuto”. Un altro membro del- tamila curdi in Anatolia durante la prima guerra la commissione, Hassan Fehmin, affermò: “Siamo mondiale. Va notato che gran parte dell’opinione nelle condizioni ideali per spedire sul fronte cau- pubblica turca si schierò contro il poeta. casico tutti i giovani armeni ancora in grado di im- Altro martire è stato il giornalista e scrittore tur- bracciare un fucile. E una volta là, possiamo in- co di origine armena Harant Dink. Nel 2005 fu con- trappolarli e annientarli con facilità, chiusi come dannato a sei mesi di reclusione per suoi articoli saranno tra le forze russe che si troveranno davanti dove descriveva i fatti avvenuti tra il 1890 e il 1917, e le forze speciali che piazzeremo alle loro spalle” . Da una stima approssimativa, si presume che nel massacro morirono circa 1.500.000 persone, ma il governo turco non ha mai voluto riconoscere il mi- sfatto e nega che sia mai stato perpetrato un simile delitto. Durante il suo mandato come presidente della Turchia, Sami Suleyman Demirel, non ricor- dando quanto avevano accertato e documentato le commissioni d’inchiesta del 1918, ha sostenuto che “gli armeni non hanno mai subito un genocidio, ma che sono stati vittime di una punizione meritata’’. Questa presa di posizione ebbe conseguenze nefa- ste anche in tempi successivi. Il mutamento e la progressiva riduzione dei territori armeni.

80 armeni apparsi sul suo giornale bilingue Agos. I tribunali ze, donne, bambini: ci portarono tutti nel deserto. avevano ritenuto i suoi scritti un insulto all’identità Così, come un agnellino, mi hanno strappato da turca secondo l’articolo 301 del codice penale tur- mia madre. Mi misero sottoterra, mi seppellirono co. Nonostante questa condanna fosse fortemente lasciando fuori solo la testa e si allontanarono di- criticata dall’Unione europea, H. Dink venne a più cendo “Domani uccidiamo anche questo qui”. Poi se riprese minacciato di morte per le sue prese di po- ne andarono a scegliersi le ragazze più belle: quelle sizione su quanto subito dagli armeni negli ultimi brutte le uccidevano o le gettavano nel fi ume. Apri- anni dell’Impero Ottomano. Infi ne fu assassinato il vano la pancia alle donne incinte, per vedere se il 19 gennaio del 2007 a Istanbul, davanti alla sede fi glio era maschio o femmina. Alle ragazze vergini del suo giornale, con tre colpi di pistola alla gola. tagliavano i capezzoli, mentre alle donne tagliavano Oltre al negazionismo assoluto del governo turco, i seni e glieli mettevano sulle spalle. Io, dal buco quello che è più grave è stato il silenzio assordante dove ero interrato, vedevo tutto con i miei occhi”. di tutte le diplomazie occidentali, che per puri in- Il piccolo Mesrop, dopo aver assistito alla carne- teressi di geopolitica hanno girato la testa dall’altra fi cina, fu salvato grazie a un rapimento: “Un tur- parte, nonostante conoscessero sin dall’inizio ciò co che passava da quelle parti sentì i miei lamenti. che stava succedendo e ciò che alla fi ne fu realizza- Venne, mi tirò fuori e mi portò a casa sua; poi mi to. Infatti le testimonianze di eminenti personaggi condusse dal mullah e mi fece circoncidere. Mi fece- erano già a disposizione di tutte le cancellerie. ro stendere per strada, in mezzo al paese, in modo Ad oggi, nell’anno di grazia 2014, solo 21 paesi che chi passava vedeva che c’era un musulmano in hanno uffi cialmente riconosciuto il genocidio: Ar- più. Io rimasi con il mio padrone turco, badavo alle gentina, Belgio, Canada, Cile, Cipro, Francia, Gre- sue pecore [...] e mi utilizzava come servo”. cia, Italia, Lituania, Libano, Paesi Bassi, Polonia, Un altro grande divulgatore del genocidio ar- Russia, Slovacchia, Stati Uniti d’America, Svezia, meno fu lo scrittore ebreo Franz Werfel, che con Svizzera, Uruguay, Vaticano, Venezuela. il suo romanzo: “I quaranta giorni di Musa Dagh” scritto nel 1929 a Damasco e pubblicato nel 1933, L’orrore affronta e racconta dello sterminio degli armeni da in prima persona parte dei turchi. Il libro poi ispirò la resistenza e la rivolta del ghetto di Varsavia, ed è ancora oggi Tanti furono i testimoni oculari dell’immane una delle migliori testimonianze sul genocidio del eccidio: uno dei primi a denunciare all’opinione popolo armeno. Il testimone oculare più importan- pubblica mondiale quanto aveva visto fu Rafael de te del genocidio fu senz’altro Armin Theolphil We- Nogales Mendez (1879 – 1936), uffi ciale di origine gner (Wuppertal 1886 – Roma 1978). Uffi ciale del venezuelana, che aveva prestato servizio nell’eser- servizio sanitario dell’esercito tedesco, fu inviato cito ottomano, e al rientro in patria pubblicò il libro allo scoppio del prima guerra mondiale in seguito “Quattro anni sotto la mezzaluna”. Secondo Men- all’alleanza militare tra la Germania e la Turchia dez l’ordine dei massacri fu dato dal ministro degli in Medio Oriente, come rappresentante del servi- Interni Taalat Pascia direttamente ai governatori zio sanitario tedesco al seguito del generale Von der delle provincie, e scrive: “[…] di oltre 10.000 tra ar- Golz. Al giovane Wegner giunge voce di deportazio- meni, cristiani nestoriani e giacobiti, lasciarono i ni e di massacri nei confronti della popolazione ar- corpi ignudi in pasto agli avvoltoi e ai cani randagi”. mena stanziata in Anatolia: notizie non nuove per Si conosce pure il dispaccio inviato da Taalat Pa- lui, che ha sentito raccontare dal padre Gustav dei scia al Governatore di Aleppo il 15 settembre 1915: massacri degli armeni avvenuti sul fi nire dell’Ot- “Siete già stato informato del fatto che il Governo tocento. Volendo accertarsi di persona di cosa stia ha deciso di sterminare l’intera popolazione arme- succedendo, si procura una macchina fotografi ca, na […] Occorre la vostra massima collaborazione e approfi ttando dei giorni di permesso raggiunge le […] Non sia usata pietà per nessuno, tanto meno zone della carnefi cina ed inizia a scattare fotografi e, per le donne, i bambini, gli invalidi [...] Per quanto a raccogliere testimonianze, sapendo di trasgredire tragici possano sembrare i metodi di questo stermi- e venir meno ai suoi doveri di uffi ciale dell’esercito nio, occorre agire senza alcuno scrupolo di coscien- tedesco, alleato dell’esercito turco. Tutto quello che za e con la massima celerità e effi cienza”. ha visto e documentato sulle sofferenze del popo- Una toccante testimonianza è stata quella di lo armeno viene da lui descritto nelle lettere alla Mesrop Minassian, che all’epoca dei fatti aveva madre, che poi saranno raccolte nel libro “La via quattro anni ed è uno dei pochi sopravvissuti al senza ritorno”. Il giovane uffi ciale, incurante del di- genocidio: “Nel 1914, quando ebbe inizio la prima vieto di avvicinarsi ai luoghi della deportazione e guerra mondiale, i turchi vennero nel nostro villag- dell’eccidio, non solo prosegue la sua opera di do- gio, radunarono gli uomini armeni e li portarono cumentazione ma la invia agli amici e alle autorità via per arruolarli nell’esercito ottomano. Ma ci fu di tutta Europa. Scoperto, viene rimpatriato in Ger- poi chi portò la notizia che, lungo la strada, li ave- mania, dove continua la sua attività di divulgatore. vano uccisi tutti a colpi di accetta. Tra quegli uomi- Nel 1919 indirizza una lettera al presidente degli ni c’era anche mio padre. […] Arrivarono - continua Stati Uniti d’America, dove descrive gli orrori a cui Mesrop – e ci fecero uscire tutti dalle case. Ragaz- ha assistito: “Non chiuda le orecchie perché è uno

armeni 81 sconosciuto che le parla […] se Lei sfoglierà quei scarcerato e si recò volontariamente in esilio, prima terribili scritti che hanno raccolto su questi avveni- in Inghilterra, poi in Palestina con la moglie, la po- menti Lord Bryce in Inghilterra e Johannes Lepsuis etessa ebrea Lola Landau (1892 – 1990). Infi ne nel in Germania, Lei vedrà che non esagero […] faccio 1936 venne in Italia e visse prima a Positano, poi tra questo con il diritto della comunità umana, con il Stromboli e Roma, dove morì nel 1978. Il Wegner, diritto di promessa sacra. La voce della coscienza nonostante soffrisse la lontananza dalle cose che non potrà mai placarsi in me”. La lettera non ha aveva amato, non volle mai far ritorno in Germania. avuto nessun esito. Per il ruolo che ha avuto nel diffondere e far cono- scere la tragedia del popolo armeno è stato dichia- Non solo rato “Giusto per gli armeni”; Wegner è stato il primo per gli armeni “giusto testimone” che ha ottenuto questo riconosci- mento. Israele nel 1968 lo aveva insignito del titolo Nel 1933, dopo la salita al potere di Hitler, e me- di “Giusto per Israele”, per l’impegno preso in tempi more della sorte toccata agli armeni in Turchia, co- non sospetti a sostegno della causa degli ebrei. noscendo la politica del Führer nei confronti degli Voglio ricordare che, oltre alla Sho’à e al Genoci- ebrei, indirizza una lettera a Adolf Hitler e al popolo dio del popolo armeno, il mondo ha assistito inerme tedesco per denunciare i comportamenti anti-umani e distratto a molti altri genocidi. Dopo tutto questo, che il regime nazista ha iniziato ad attuare contro gli penso che sia cosa importante far memoria di que- ebrei, denunciando tutta la sua indignazione. sti misfatti e vigilare, perché ciò che è accaduto non La risposta fu immediata: fu arrestato, torturato si ripeta più. e internato in vari campi di concentramento a Oran- nienburg, Börgermoor e Lichtenburg, in fi ne venne Luigi Rigazzi

Gli anarchici nella lotta antifascista un dossier sul partigiano anarchico Emilio Canzi un dossier storico sull’impegno 1€ nella lotta antifascista cadauno Sulle barricate, in carcere, al confino, in clandestinità, in esilio.

Editrice A, cas. post. 17120 - Mi 67, 20128 Milano / telefono 02 28 96 627 / fax 02 28 00 12 71 / e-mail [email protected] / sito web arivista.org / conto corrente postale 12 55 22 04 / Banca Popolare Etica Iban IT 10 H 05018 01600 0000 0010 7397 / se ne vuoi una copia-saggio, chiedicela / per informazioni e ordinativi anche sui nostri “prodotti collaterali” (dossier/cd/dvd su Fabrizio De André, dvd sullo sterminio nazista degli Zingari, dossier su ecologia, classici dell’anarchismo, antifascismo anarchico, Simone Weil, bibliografia dell’anarchismo, ecc.) visita il nostro sito.

82 armeni portfolio

No Nukes

foto AFA - Archivi Fotografi ci Autogestiti ricerca iconografi ca a cura di Roberto Gimmi

Dopo i dossier dedicati ai tre elementi naturali - acqua (“A’’ 389 maggio 2014), aria (“A’’ 390 giugno 2014), terra (“A’’ 391 estate 2014) - il nostro collaboratore Roberto Gimmi affronta la questione dell’energia nucleare, i suoi usi ed effetti. E le manifestazioni contro.

portfolio 83 Flamanville (Francia) - Una stele con una pietra della centrale nucleare di Flamanville ricorda le vittime delle radiazioni.

84 portfolio portfolio 85 Hiroshima (Giappone), 12 maggio 1945 - Dopo la bomba atomica.

86 portfolio Hiroshima (Giappone), 30 aprile 1947 - Civili mostrano gli effetti della bomba atomica su Hiroshima.

portfolio 87 Pripyat (Ucraina) - Parco divertimenti della città fantasma di Pripyat abbandonata dopo l’incidente nucleare nella centrale di Chernobyl avvenuto il 26 aprile 1986.

88 portfolio Chernobyl (Ucraina) - Il reattore numero 4 della centrale nucleare che ha causato l’incidente del 26 aprile 1986.

portfolio 89 Sopra: Minsk (Bielorussia) - Bambino vittima del disastro di Chernobyl sottoposto a trattamento medico presso il centro oncologico. Sotto: Kiev (Ucraina) - Vika Cherviinska, bambina di otto anni malata di cancro all’ospedale con la madre. Nella pagina seguente: Kiev (Ucraina) - Vyacheslav Konovalov, che ha studiato le mutazioni biologiche seguite all’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl, mostra un feto umano deformato e scheletrito. Il feto è morto dopo dodici settimane.

90 portfolio portfolio 91 Temelin (Repubblica Ceca) - La centrale nucleare.

92 portfolio Doel (Belgio) - Reattori nucleari.

portfolio 93 Ingegneri nucleari utilizzano sensori in una stazione nucleare.

94 portfolio portfolio 95 Sopra: Camp Buehring (Kuwait) - Alcuni marines tornano alla loro area di decontaminazione dopo aver completato un’esercitazione nucleare, chimica, biologica (CBRN). Sotto: Sverdlovsk (Russia) - Un membro del distretto di difesa militare russo in tuta NBC (nucleare, biologica, chimica) durante le esercitazioni militari annuali. Nella pagina seguente: Oceanside, California (Stati Uniti) - Marines marciano verso una camera a gas in tuta protettiva come parte del loro allenamento nucleare, biologico, chimico (CBRN).

96 portfolio portfolio 97 Mumbai (India), 6 agosto 2014 - Studenti indiani partecipano a una manifestazione di pace per ricordare il 69esimo anniversario del lancio della bomba atomica su Hiroshima.

98 portfolio Metz (Francia), 7 dicembre 2006 - Esercitazione che simula un incidente alla centrale nucleare Cattenom.

Karlsruhe (Germania) - Un cartello posto su un container ferroviario avverte del pericolo di radiazioni nucleari.

portfolio 99 Roberto Gimmi

Scansano (Grosseto) - Proteste contro il sito di scorie nucleari. Roberto Gimmi

100 portfolio Yonggwang (Corea del sud) - Operai controllano la radioattività dei barili contenenti scorie nucleari.

portfolio 101 Sopra e sotto: Magdeburg (Germania) - Attivisti anti-nucleari protestano contro il trasporto di scorie. Nella pagina seguente: Tokyo (Giappone), 9 marzo 2014 - Un manifestante anti-nucleare posa indossando la tuta protettiva durante la manifestazione “No Nukes Day’’. La protesta è stata organizzata per il terzo anniversario del disastro dell’impianto nucleare di Fukushima.

102 portfolio portfolio 103 Sopra: Berlino (Germania) - Un manifestante durante le proteste anti-nucleari contro il trasporto di scorie e lo stoccaggio di rifi uti nucleari. A sinistra: Tokio (Giappone), 15 marzo 2014 - Una manifestante anti-nucleare durante il raduno “Sayonara Genpatsu’’. Sotto: Brema (Germania) - L’adesivo di una manifestazione anti- nucleare (“Energia nucleare? No, grazie’’). Nella pagina seguente: Seabrook, New Hampshire (Stati Uniti) - Manifestanti marciano verso la centrale nucleare.

104 portfolio portfolio 105 Non esiste un nucleare sicuro o a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali. Carlo Rubbia

106 portfolio pagina da staccare

segnAlibri 107 “L’anarchismo ha la sua forza maggiore in quei problemi che i politici solitamente ignorano: la scienza e l’arte, i rapporti umani e la gioia di vivere.” (Bertrand Russell)

Arivista anarchica www.arivista.org disegno di Federico Zenoni

“Le mosche non riposano mai perché la merda è veramente tanta.”

(Alda Merini)

108 segnAlibri Arivista anarchica www.arivista.org disegno di Federico Zenoni Antropologia e pensiero libertario di Andrea Staid

gli attivisti curdi hanno accelerato la formazione di Kurdistan, consigli autonomi radicali. I consigli a seconda della regione hanno differenti orientamenti politici, cultu- donne in prima linea rali, etnici, differenti livelli di urbanizzazione e dif- ferenti livelli di repressione di stato. Da quest’anno, Nello scorso numero, negli spazi della rubrica invece, si è cominciato a parlare del Rojava a causa Antropologia e pensiero libertario, ho pubblicato la dell’avanzata Isis in Iraq e quindi il coinvolgimento, traduzione di un articolo di David Graeber che fa- non solo dei peshmerga, ma anche dei guerriglieri ceva un parallelismo tra Spagna ’36 e quello che sta del Pkk e appunto, dei suoi omologhi siriani del Pyd. succedendo nel Kurdistan tra Turchia e Siria. Sono stati loro, e non i peshmerga iracheni, a creare Su questo numero voglio approfondire cos’è il un corridoio umanitario sul monte Sinjar per per- Rojava in Kurdistan, ovvero un territorio a maggio- mettere a migliaia di yazidi di scappare dall’assedio ranza curda che comprende il nord della Siria e che dei militanti del Califfato lo scorso agosto. si snoda lungo tutta la linea di confi ne con la Tur- Attualmente le People’s Defence Forces (YPG) chia. È la parte occidentale di un ipotetico “Grande stanno addestrando centinaia di yazidi, raggruppati Kurdistan” che prenderebbe porzioni di territorio sotto la sigla del Sinjar Protection Unit. Con il Pyd e anche da Iraq, Turchia e Iran. In Iraq di fatto il Krg, i guerriglieri del Pkk impegnati in prima persona a (Kurdistan Regional Government) è autonomo, an- contenere e fronteggiare quotidianamente i miliziani che se formalmente sempre sotto Baghdad. dell’Isis in Siria. La seconda parte importante per la costruzione Gli uomini del Pyd e del Pkk non combattono solo del “Grande Kurdistan” è proprio il Rojava, anch’es- in Siria o lungo i confi ni dell’Iraq, ma sono arrivati a so di fatto autonomo dal 2012, quando grazie alla dare manforte ai peshmerga anche a Jalawla, a 160 lotta e alla determinazione dei miliziani e delle mili- km da Bahgdad e a Makhmour, a sud di Mosul. ziane è stato cacciato l’esercito di Assad. Importante Purtroppo non sono riuscito ad andare di persona sottolineare che il territorio autogestito dai curdi ad intervistare i protagonisti della lotta di liberazio- non è senza soluzione di continuità. Infatti è diviso ne, ma ho letto molte interviste interessanti; Bujuck in tre regioni, Kobani, Efrin e Cyzire, amministrate dal Kurdish Supreme Committee, formato da ele- menti del Kurdish Democratic Union Party (PYD) e del Kurdish National Council (KNC). I due gruppi, seppur con differenti visioni ideologiche e con fre- quenti scontri a livello politico, hanno segnato un accordo di cooperazione il 12 giugno 2012 al fi ne di gestire con un governo condiviso i territori liberati dalla dittatura Siriana. Importante sottolineare ancora una volta che il braccio armato del Kurdish Supreme Committee sono le Forze di Difesa Popolare, la People’s Defence Forces (YPG) e la Women’s Defence Forces (YPJ), che da oltre due anni stanno combattendo sia contro gruppi ribelli islamisti sia contro l’Isis. I curdi, in special modo quelli del Pys, sono sempre stati molto cauti nelle alleanze, giocando spesso su più fronti. Il rapporto con il governo centrale di Damasco è anch’esso ambiguo, basato sulla non ingerenza reci- proca a livello territoriale. Anche se dei curdi se ne è parlato poco fi no a quest’anno, in realtà dal 2011 si è sviluppato un grande movimento per una democrazia autonoma e Peshmerga curdi

antropologia 109 per esempio lotta contro l’Isis ormai da parecchi mesi. È un’attivista del movimento delle guerrigliere curde e, fi no a un mese fa, ha vissuto sul confi ne Leggere il Kurdistan turco-siriano in un villaggio a pochi kilometri da Kobane. - Tatort Kurdistan, Democratic Autonomy in Kobane si trova nella regione di Rojava, a nord north Kurdistan, the council movement, gen- della Siria, dove i curdi vivono in totale democrazia der liberation and ecology in practice, New o almeno così loro dichiarano, chiaramente stiamo compass press. parlando di una democrazia “quasi” diretta, costru- ita attraverso consigli indipendenti una specie di - Abdullah Ocalan, Liberare la vita, la rivolu- confederalismo democratico non di certo del nostro zione delle donne, Edizioni iniziativa inter- sistema di delega parlamentare. In un’intervista ci nazionale. racconta l’importante ruolo delle guerrigliere curde nel difendere la città dalla barbarie delle milizie nere - Abdullah Ocalan, Confederalismo democra- del califfato e dalle truppe dell’Isis. tico, Edizioni iniziativa internazionale. «Le donne curde hanno un ruolo di leadership nella resistenza di Kobane. Offrono uno straordi- - Dai monti del Kurdistan, edizioni Alpi libere nario supporto militare alla rivoluzione. Combatto- no solo armate di Kalashnikov contro carri armati e mortai. Non si può immaginare una rivoluzione curda senza la presenza delle donne in prima linea. larmente importante per comprendere quello che sta Unirsi ai YPG (l’unità di difesa del popolo curdo) è succedendo nei monti del Kurdistan, dobbiamo stare una forma di liberazione. Le giovani combattenti che attenti all’uso che i mass media stanno facendo di entrano nel YPJ (l’unità di difesa del popolo curdo queste donne, la grande stampa quando ne parla lo fa composto solo da donne) vengono addestrate dalle in modo superfi ciale e non scrive della preparazione donne comandanti. Le donne sono molto più corag- intellettuale di queste donne e della loro convinzione giose in battaglia, non abbandonano mai il fronte, di lottare non soltanto contro l’ISIS ma per costruire preferiscono morire piuttosto che fi nire in mano al un mondo nuovo libero dallo sfruttamento dell’uomo nemico. Le donne curde sono guerrigliere che hanno sull’uomo, con una forte attenzione alle tematiche scelto questo stile di vita». dell’ecologia sociale e del femminismo radicale. Credo che questo aspetto di determinazione nella lotta di liberazione da parte delle donne sia partico- Andrea Staid

Miliziane nel Rojava

110 antropologia arte e storia

quadro di Wolfram Kastner / testo di Leonhard Schäfer

Le pagine storiche poco conosciute della Rivoluzione bavarese dei Consigli, nel 1918-1919, fanno da sfondo al quadro dell’artista di Monaco di Baviera.

l quadro riprodotto nelle prossime due Baviera (Freier Volksstaat Baiern). Kurt Ei- pagine è un’opera di Kastner, un pittore sner ne diventa il presidente. Si costituisce Ilibertario e “action artist” antifascista di il Consiglio Rivoluzionario Operaio (Revolu- Monaco di Baviera, noto per le sue mostre ed tionärer Arbeiterrat- RAR); Mühsam intanto azioni contro guerra, militarismo e chiesa. fonda con altri compagni l’Associazione degli Questo quadro rappresenta gli avvenimenti Internazionalisti Rivoluzionari (Vereinigung della rivoluzione e della Repubblica Bavare- Revolutionärer Internationalisten- VRI). Nel se del 1918 ed i suoi protagonisti principali. Consiglio Centrale ci sono tante tensioni sul Si leggono le parole d’ordine: “Libertà, Pace, come operare. Le decisioni sono a volte con- Giornata lavorativa di 8 ore”. In primo piano fuse e/o non vengono applicate. Mühsam e si vedono Erich Mühsam, Ernst Toller, Kurt altri chiedono invano la proclamazione del- Eisner, Gustav Landauer. la Repubblica dei Consigli. Eisner cerca una mediazione con i Consigli ed il parlamento. La rivoluzione Dalle elezioni per il parlamento bavarese bavarese del 12 gennaio 1919 escono vincitori i par- titi borghesi (tali sono da considerarsi i so- Alla caduta della monarchia Bavarese (la cialdemocratici maggioritari). Il 21 febbraio prima casa reale tedesca che fu cacciata), il Eisner, che voleva rassegnare le dimissio- 7 novembre 1918, vengono eletti a Monaco ni, viene assassinato da un aristocratico di i primi Consigli dei Lavoratori, Contadini e estrema destra. Seguono disordini in tut- Soldati. Sia Kurt Eisner, rappresentante del- ta la Baviera. Il 7 aprile, contro il voto dei la USPD (Socialdemocrazia Indipendente) comunisti, viene proclamata la Repubblica sia Erich Mühsam proclamano: “La Baviera dei Consigli della Baviera (con Ernst Toller, è Repubblica!”, Libero Stato Popolare della B. Traven, Mühsam, Landauer) che divenne

arte e storia 111 112 arte e storia arte e storia 113 nota come “Repubblica dei Letterati” (i più lì inizia, nonostante le diffi coltà, un periodo malvagi la chiamavano “La Repubblica degli molto produttivo da scrittore: scrive una se- ebrei forestieri”) e chiamata dai comunisti: rie di saggi anarco-comunisti e molte poesie “Pseudo-Repubblica dei Consigli”. Il Consi- rivoluzionarie. Viene amnistiato alla fi ne del glio Rivoluzionario Centrale fa appello alla 1924 e si trasferisce a Berlino. Pubblica la Repubblica dei Consigli dell’Ungheria e a Le- sua rivista Fanal ed è molto attivo nel soc- nin. (La risposta di Lenin del 27 aprile con- corso rosso e nella ricerca dell’unità dei co- tiene soprattutto raccomandazioni su come munisti e rivoluzionari contro il fascismo. realizzare la Repubblica dei Consigli). Il 14 Viene arrestato dopo la consegna del pote- di aprile i comunisti con in testa Eugen Le- re a Hitler e ai nazionalsocialisti; torturato viné subentrano nella guida della Repubbli- per 16 lunghi mesi e impiccato nel campo ca dei Consigli. di concentramento di Oranienburg nel 1934. Purtroppo, questa Repubblica ha una vita Oltre alle sue pubblicazioni politiche e di breve. Già da mesi i “bianchi” (le guardie lotta (la più famosa: “La liberazione della so- bianche controrivoluzionarie) si erano pre- cietà dallo Stato”) ci ha lasciato pezzi teatra- parati a rovesciare il governo rivoluzionario li rivoluzionari e proletari quali: “Ragion di ed avevano invaso la Baviera, ma le guardie Stato - per Sacco & Vanzetti” e soprattutto rosse (chiamate l’Armata Rossa) –meno nu- numerose bellissime poesie di rivoluzione e merose- ebbero la peggio. E così il 1 maggio anarchia. È sicuramente il più grande poeta 1919 la rivoluzione bavarese viene soffocata anarchico tedesco. dalle truppe del governo socialdemocratico centrale e da Corpi Franchi (Freikorps, para- Ernst Toller, di origine ebraica, na- militari di estrema destra, fi nanziati dal ca- sce nel 1893 in una cittadina nella Pomera- pitale e da aristocratici). Vengono ammazza- nia orientale (oggi Polonia) in una famiglia di ti Landauer e Leviné; migliaia di proletari e commercianti. Durante gli studi universitari rivoluzionari vengono massacrati. Mühsam in Francia viene sorpreso dallo scoppio della scrive: Monaco annega nel sangue. Oggi a prima guerra mondiale. Volontario in un reg- Monaco sono dedicate piazze e strade a que- gimento bavarese, viene congedato a causa sti grandi rivoluzionari. di una malattia e termina i suoi studi lettera- ri e fi losofi ci presso l’università di Monaco. Erich Mühsam nasce nel 1878 a Nei salotti letterari conosce Thomas Mann e Berlino in una famiglia ebrea borghese bene- Rilke, più tardi Max Weber. stante ed è già ribelle in gioventù a Lubecca. Nel 1918 aderisce alla USPD (i socialdemo- Si trasferisce nel 1900 a Berlino dove entra cratici indipendenti di Kurt Eisner), parteci- in contatto con gli scrittori bohème e con gli pa agli scioperi degli operai delle fabbriche anarchici (Landauer gli diventa maestro). Fa di munizioni e viene arrestato. Prende parte esperienza nel cabaret e nella comunità dei alla rivoluzione di novembre e diventa, dopo “socialutopisti” dei fratelli Hart e incomin- l’assassinio di Eisner segretario della USPD cia a scrivere per riviste satiriche. Risiede e proclama assieme a Landauer e Mühsam per brevi periodi a Monaco e dopo vari viaggi, la Repubblica dei Consigli. Toller, rivoluzio- anche in Italia, si trasferisce nel 1908 defi ni- nario ma soprattutto pacifi sta, diventa co- tivamente a Monaco. Scrive per riviste satiri- mandante del fronte occidentale dell’ “Ar- che e per il cabaret, si interessa alle questio- mata rossa”. Dopo la disfatta viene arrestato ni sociali e sposa defi nitivamente la causa e accusato di alto tradimento. Intervengono proletaria. Pubblica la rivista ‘Kain’ (Caino); in suo favore Max Weber e Thomas Mann: è attivo contro la guerra e viene confi nato. Toller viene soltanto condannato a 5 anni di Mühsam è uno dei più impegnati nella rivo- carcere. luzione del Novembre 1918 e uno dei leader Negli anni del carcere scrive i suoi dram- della Repubblica dei Consigli della Baviera. mi come “Masse Mensch”( Massa-individuo) Condannato nel 1919 a 15 anni di carcere; e “I luddisti” che ebbero un grande successo

114 arte e storia e vengono messi in scena. In carcere Toller una delle cause sono le decisioni contrad- si avvicina di più al comunismo: ciò si evince dittorie e l’incapacità di fornire i servizi di dai suoi drammi ed opere teatrali successi- base. Eisner è sul punto di dimettersi quan- vamente scritte in libertà: capolavori espres- do, il 21 febbraio del 1919, viene assassinato sionisti. Alla presa del potere dei nazisti deve da un nobile nazionalista. (Al suo funerale emigrare e, via Parigi - Londra, si stabilisce partecipa un caporale sconosciuto di nome negli Stati uniti dove - depresso - si toglie la Hitler che aveva passato un breve periodo vita nel 1939. nei Consigli dei Soldati prima di abbraccia- re l’estrema destra) Kurt Eisner, nato nel 1867 in una famiglia della borghesia berlinese di origi- Gustav Landauer nasce a ne ebraica, studia fi losofi a e letteratura te- Karlsruhe nel 1870, fi glio di un piccolo com- desca, ma deve sospendere il dottorato per merciante ebraico. Nella sua città natale fre- motivi fi nanziari. Lavora come giornalista a quenta il ginnasio e studia successivamente Berlino per la Frankfurter Zeitung e si tra- germanistica e fi losofi a a Heidelberg, Berli- sferisce a Marburg nel 1893 per diventare re- no e Strasburgo. Tra il 1891 e il 1899 Lan- dattore politico della Hessische Landeszei- dauer svolge una disordinata e tempestosa tung. Una parodia del Kaiser, pubblicata nel attività politica. È redattore di «Der Soziali- 1897, gli causa nove mesi di carcere. Mem- st», traduttore e agitatore politico, ai margi- bro della SPD (socialdemocratici) cattura ni della socialdemocrazia e vicino a gruppi l’attenzione di Wilhelm Liebknecht, che gli anarchici. Viene anche condannato a due procura la nomina a direttore del Vorwärts mesi di reclusione per aver incitato a forme (il giornale del partito). Ma Eisner non è un di disobbedienza allo Stato. È per Landauer marxista rigido; la sua volontà di collegare un periodo di crisi; la conoscenza della po- socialismo e etica kantiana provoca il suo etessa Hedwig Lackmann (anche traduttrice licenziamento. delle opere di Oscar Wilde e Walt Whitman in Si trasferisce in Baviera per scrivere per tedesco) che diventerà sua moglie, lo aiuta diversi giornali e infi ne è redattore e editore in questo momento diffi cile. La sua attività della Arbeiterfeuilleton di Monaco. Fa parte politica non si limita all’agitazione. Prende del set bohémien del quartiere di Schwabing parte al congresso socialista di Zurigo nel (dove visse più tardi anche Hitler), e la sua 1893 e al congresso di Londra del 1896. conoscenza letteraria lo distingue dai suoi Nel 1902 Landauer trascorre quasi un colleghi socialisti. Il suo pacifi smo lo spinge anno in Inghilterra; nelle vicinanze abita nel 1917 nella schiera dei socialisti indipen- Pëtr Kropotkin, di cui Landauer sarà il pri- denti (USPD) e ne diventa il loro leader. Poi- mo traduttore tedesco. Di nuovo in Germa- ché è organizzatore dello sciopero dell’indu- nia, stringe amicizia con Martin Buber, Erich stria bellica del gennaio 1918 viene arresta- Mühsam e Max Nettlau ed è attivo nel “Sozia- to e incarcerato; ad ottobre viene liberato. listischer Bund”. Scrive nel 1907 “La rivo- Assieme ad altre forze e rappresentanti ri- luzione” e nel 1911 “Appello al socialismo.” voluzionari Eisner forma il primo Consiglio Le sue opere mostrano l’infl uenza di Lev Tol- di Operai, Soldati e Contadini e detronizza stoj e la sua fi losofi a si forma e si perfezio- il re. Il 7 novembre egli proclama la Repub- na sotto l’infl uenza degli scritti di Proudhon blica Bavarese: “lo Stato libero popolare di e le teorie anarchiche di Michail Bakunin e Baviera” (Freier Volksstaat Bayern) diventan- Kropotkin. done il primo presidente. Eisner tenta ad in- Chiamato nel novembre 1918 a Monaco staurare un governo socialista moderato; lui da Kurt Eisner, partecipa alla proclamazio- stesso è poco pratico, proclama “l’età dell’u- ne della Repubblica bavarese, fa parte del manità” e cerca di governare con la “realpo- Consiglio rivoluzionario centrale e vi col- litik dell’idealismo”. Le elezioni del gennaio labora in qualità di incaricato dell’informa- 1919 mettono in minoranza il suo governo: zione. La posizione politica di Landauer, la

arte e storia 115 sua linea politica sono sì coerenti alle sue Ret Marut (B.Traven) nato aspirazioni anarchico-religiose, ma risulta- probabilmente nel 1882 in Germania. Fa for- no confuse e/o diffi cilmente applicabili. Con se il suo debutto come scrittore e attore nel la (seconda) Repubblica dei Consigli guidati 1912 a Düsseldorf, successivamente fa l’at- dai comunisti di Leviné, per Landauer la col- tore e scrive per diversi giornali. laborazione con loro non è facile e infi ne si Si presenta come americano a Monaco nel ritira in campagna. Viene arrestato dai corpi 1917 e diventa un attivissimo elemento di si- franchi il 1 maggio del 1919 e massacrato il nistra. Fonda e dirige la rivista politica “Der giorno successivo nella prigione di Monaco- Ziegelbrenner” (II fornaciaio), molto apprez- Stadelheim. zato nell’ambito anarchico. Su questa rivi- Landauer fu un grande pensatore politico sta compaiono violentissimi articoli contro e il più grande pensatore dell’anarchismo te- la guerra, il capitalismo, il militarismo e la desco: aveva una visione originale del muta- Chiesa. Verso la fi ne della guerra, troviamo mento federativo e nonviolento della società Marut insieme a Kurt Eisner e agli altri le- con al centro l’individuo. ader rivoluzionari a incitare gli operai allo sciopero e alla rivolta. Nella Repubblica ba- Nel quadro, sotto gli attori principali, ve- varese è attivo come responsabile dell’uffi cio diamo al centro una donna, poco conosciu- stampa del Consiglio Centrale ed è membro ta. Si tratta di una fi gura del periodo pre- del comitato di propaganda. rivoluzionario bavarese del 1918. Schiacciata l’esperienza rivoluzionaria ba- varese dalla controrivoluzione socialdemo- Sara Sonja Rabinowitz (la cratica e borghese, Marut viene arrestato e “rivoluzionaria senza volto’’) nasce nel 1882 per puro miracolo sfugge alla corte marziale. a Varsavia come fi glia dello scrittore ebraico Pubblica ancora fi no al ’21, probabilmente a Saul Pinchas Rabbinowitz. Dopo un perio- Cologna, lo “Ziegelbrenner”. Probabilmente, do come insegnante a Varsavia e Odessa, si via Rotterdam-Londra, raggiunge gli Stati Uni- trasferisce nel 1908 a Francoforte sul Meno ti nel 1923. Con ciò fi nisce la storia di Ret Ma- in Germania, dove si impegna nel partito so- rut e inizia quella di B. Traven. Nel 1925 esce cialdemocratico e pubblica in tedesco, russo sul “Vorwärts“, quotidiano socialdemocratico e yiddish. Si laurea nel 1913 con una tesi sul berlinese, l’opera dello sconosciuto B.Traven, movimento operaio russo e si sposa con il residente in Messico: “Il raccoglitore di co- romanista Eugen Lerch a Monaco. Qui, coe- tone” (I Wobbly). Successivamente vengo- rente ai suoi ideali pacifi sti, fonda con Kurt no pubblicate (tra le altre): “ La nave morta” Eisner la USPD, il partito dei socialdemocra- (1926), nel 1927 “Il tesoro della Sierra Madre” tici indipendenti. Con Eisner organizza gli e nel 1929 “La rosa bianca”. Soprattutto que- scioperi degli operai delle fabbriche di muni- sti romanzi hanno un successo mondiale; ne zioni; nel gennaio 1918 viene arrestata. Suo esistono anche versioni cinematografi che. marito chiede il divorzio e sia per questo Erich Mühsam crede di riconoscere nei fatto che per la politica di guerra del partito romanzi “la penna” del suo compagno Ret socialdemocratico di maggioranza, dispera e Marut e nella sua rivista “Fanal” scrive nel si suicida nel carcere. Ernst Toller la immor- 1927: “Dov’è lo Ziegelbrenner?” tala nel suo dramma: “Massa-individuo”. “La rosa bianca” (che circola clandestina- mente anche nel Terzo Reich) diventa lo sti- Manca nel quadro uno tra gli attori prin- molo per il gruppo di resistenza studentesco cipali della rivoluzione bavarese, il più mi- di Monaco dei fratelli Scholl che si chiamerà sterioso. Non esistono di esso né foto né una appunto “Rosa Bianca”. Traven muore nel 1969 biografi a certe. Potrebbe essere l’uomo con in Messico. L’identità Marut - Traven viene con- il berretto proletario a sinistra della donna. fermata da sua moglie, Rosa Elena Lujan. Si tratta di: Leonhard Schäfer

116 arte e storia Lettere dal futuro di Paolo Pasi

di tv, giornali e polizia. Qualcuno, nelle indagini, Un telefono riuscì a trovare un esile appiglio di senso in quella vicenda grottesca e sconvolgente. Dopo ripetute ve- poco smart rifi che e incroci dei tabulati telefonici, notarono che l’unico anello di congiunzione tra le vittime dissolte Sulle prime pensò a una spiacevole coincidenza. Gli era proprio lui, un normale impiegato di 35 anni, dissero che Silvano era scomparso da una settimana. incensurato e ligio alle regole. Per sua sfortuna gli Non si avevano più sue notizie, come fosse morto e ultimi smartphone trattenevano una memoria segreta qualcuno avesse fatto sparire le tracce. Lui sorvolò sul che ricordava perfi no le cancellazioni, recando traccia fatto che, esattamente una settimana prima, aveva di ogni ripensamento del proprietario. Sms scritti e cancellato Silvano dalla rubrica dello smartphone per mai spediti, per esempio. Oppure schede eliminate e manifesta incompatibilità politica. Pensò appunto a numeri telefonici soppressi. una triste combinazione, liquidando il tutto con un Così il suo fi dato apparecchio lo tradì, rivelandolo generico senso di colpa. come persona fortemente sospetta; probabile omicida Ma quando cinque giorni dopo si volatilizzò che aveva cercato di far sparire i contatti con le vittime nel nulla, non poté fare a meno di notare che nello dopo averne occultato i cadaveri. stesso periodo l’aveva soppressa dalla rubrica in un Era una prova schiacciante, e lui avrebbe dovuto moto di stizza che generalmente si riserva alle ex. dare spiegazioni. Si ritrovò da solo in una cella, senza Due coincidenze fanno un sospetto inquietante, più parole, incapace di comunicare. Tagliato fuori da pensò, ma non ancora una prova. tutto. Gli avevano sequestrato anche lo smartphone Fu allora che mise alla prova il suo sospetto che si che, simile a una sentinella della morte, aveva asse- era ben guardato dal confi dare, perché un’ipotesi del condato i suoi propositi di vendetta per poi consegnarlo genere sembrava partorita da una mente allucinata a quell’epilogo. Era peggio che vile sopravvivenza. Era e paranoica. Richiamò dalla rubrica il numero di te- una condizione di non esistenza. Ne ebbe conferma lefono del suo meccanico, cui doveva 700 euro, e lo quando si sentì mancare. Da qualche parte, là fuori, cancellò. Due ore dopo passò in offi cina. qualcuno stava già cancel- lando il suo numero dalla Gli rispose con voce tremante un giovane che si rubrica. passava nervosamente le mani sulla tuta: Lui fi nse partecipazione e si allontanò in modo discreto. Sapeva già ciò che gli altri cominciavano a temere. Nessuno avrebbe più trovato Carmelo. Il meccanico si era estinto, e con lui il debito, ma non era questo il punto. Ormai ne aveva la prova. Il suo smartphone faceva sparire le persone a comando. Un mistero prodigioso. Adesso possedeva un micidiale strumento di potere. Si ripromise di utilizzarlo con parsimonia, ma poi si fece letteralmente prendere la mano. In sole due settimane cancellò nove persone, tra le quali sua suocera. Poi stese la sua rete di giustiziere. Quando qualcuno gli usava una piccola prepotenza, o un minimo sgarbo, si procurava il suo numero di cellulare, lo memorizzava e lo cancellava. In tre mesi le sparizioni defi nite “inspiegabili”

furono così numerose da richiamare l’attenzione depositphotos

racconti 117 Trentasette anni fa a cura della redazione

Detenuti in lotta, sul tetto di un carcere, caratteriz- pertina annuncia zano il fronte e il retro della copertina di “A” 63 (marzo per la fi ne del mese 1978). La scritta in copertina “dal gulag di Pecchioli- di marzo il convegno Cossiga” 37 anni dopo una spiegazione la merita. internazionale di Gulag è l’acronimo delle parole russe che rimanda- studi sui Nuovi Pa- no al reticolo di campi di concentramento nell’Unio- droni, promosso dal- ne Sovietica nella lunga era staliniana. Il riferimento, la rivista anarchica in quel numero di “A”, è alle diverse località da cui quadrilingue Interro- provengono le testimonianze dei detenuti pubblicate: gations e dal Centro Favignana, Lucca, Cuneo, Fossombrone, Avezzano. Studi Libertari di Ugo Pecchioli (1925-1996) era all’epoca senatore e Milano. Gli atti del responsabile della sezione “problemi dello Stato” del convegno saranno partito comunista italiano, mentre il più noto Fran- poi pubblicati dalle cesco Cossiga (1928-2010), democristiano, era allora edizioni Antistato in il ministro degli interni e dieci anni dopo, dopo esser un volume omoni- stato il presidente della camera dei deputati, sarà poi mo, che resta una il presidente della repubblica (1985-1992). Entrambi, delle più interessan- allora, in pieno clima da compromesso storico, erano ti e stimolanti raccolte di testi analitici delle tendenze i massimi rappresentanti mediatici della politica go- di fondo della società di allora, di segno libertario. vernativa e statale di non-dialogo e di repressione dei Il secondo interno di copertina segnala una movimenti antagonisti. serigrafi a per “A”, realizzata dalla compagna Daniela Una copertina di denuncia e di lotta, come vari altri Bognolo, del gruppo “Autonomia visuale”, ispirata alle scritti di quel numero: “La crisi del capitalismo” di tale fi gure di Michail Bakunin e Carlo Cafi ero. Bastavano R.M., “Rotaia selvaggia” di “alcuni compagni ferrovieri 15.000 lire per comprarla, sostenendo al contempo la del Movimento Autonomo di Base – Compartimento di nostra rivista. Eccola. Torino” (tra i quali ricordiamo il ragusano Pippo Gur- ■ rieri, animatore già allora e tutt’oggi del mensile anar- chico Sicilia Libertaria). Al- tri due o tre articoli, qual- che segnalazione e recen- sione, e poi in conclusione del numero la pubblicazio- ne integrale del (primo) do- cumento politico di Azione Rivoluzionaria, che nella premessa redazionale vie- ne defi nito il primo gruppo anarchico (o meglio – come si defi nisce nel documento – anarco-comunista) che in questa fase della storia ha imboccato in Italia la via della lotta armata. La premessa redazionale è drastica nella critica dell’a- nalisi e soprattutto della metodologia di lotta di AR. Il primo interno di co-

118 trentasette anni fa Bakunin 200 anni dopo

testi di Franco Bunciuga e Giulio Spiazzi foto Giulio Spiazzi

Lo scorso luglio si è tenuta a Pryamukhino (Russia) una conferenza internazionale per celebrare il bicentenario della nascita di Michail Bakunin. Dall’Italia sono andati Franco Bunciuga e Giulio Spiazzi. Ecco le loro relazioni.

“Lezioni di Pryamukhino. Conferenza internazionale 2014. M. A. Baku- nin, l’uomo dei tre secoli.”

Bakunin 119 erano ‘zu Klassich gebildet’ – di formazione troppo classica – per osare sparare contro Raffaello”2. Il valore Alcuni storici, come Arthur Lehning danno credi- to a questo consiglio di Bakunin, altri lo considera- no plausibile, altri considerano questa citazione una liberatorio vera bufala3. Certo è che Bakunin non ne ha mai fatto cenno in alcuno scritto. Nel racconto teatrale La sponda dell’utopia, ad esempio, Tom Stoppard fa dire al personaggio Bakunin che lui quelle frasi non dell’arte le aveva mai pronunciate. Per ogni buon conto anche il teatro dell’Opera di di Franco Bunciuga Dresda, dove solo poche settimane prima Wagner aveva eseguito la nona sinfonia per l’entusiasmo di Bakunin venne bruciato durante i moti. Wagner nelle sue opere sull’arte rimarrà sicura- Per Bakunin le forme artistiche mente infl uenzato dalle letture di Proudhon e dalle rappresentano una ribellione alle idee discusse con Bakunin a Dresda: nel ‘49 tornato in Svizzera scrive il saggio Arte e rivoluzione e nel costrizioni di una società oppressiva. 1850 L’opera d’arte del futuro in cui gli infl ussi delle Svelare il mondo e delineare una idee socialiste ed anarchiche sono evidenti. Non abbiamo testi specifi ci di Bakunin sull’arte nuova società sono gli obiettivi o sulla funzione specifi ca dell’artista in una società dell’artista. futura liberata. Dobbiamo ricavare le idee estetiche di Bakunin soprattutto dalle sue frequentazioni e dalla sua attività rivoluzionaria. Bakunin parteci- perà insieme a Richard Wagner all’esperienza della Primo, morire combattendo per la libertà; rivolta di Dresda del ‘49 e frequenterà letterati quali secondo, amore e amicizia; Alexander Herzen, Ivan Sergeevic Turgenev, Nicolaj terzo, l’arte e la scienza; Gavrilovic Cernysevskij, George Sand e, soprattutto, quarto, fumare, Vissarion Grigorevic Belinskij che infl uenzerà pro- quinto, bere; fondamente il suo concetto di arte. sesto, mangiare e settimo dormire. Arte come contemplazione della verità Questi secondo Bakunin i sette gradi della felicità umana. L’arte, come vediamo è al terzo posto, subi- Belinskij nel 1841 scrive in L’Idea dell’arte, un ar- to dopo l’amore e l’amicizia, che tanta parte hanno ticolo incompiuto pubblicato postumo, che “l’arte è avuto nella vita turbolenta e passionale di Michail la contemplazione immediata della verità o una ma- Aleksandrovic Bakunin. niera di pensare per immagini”, partendo da Hegel Ma già “durante lo spensierato soggiorno di stu- e contemporaneamente superandolo, come scrive in dente a Berlino l’amore per la fi losofi a si frammi- una lettera a Bakunin nell’ottobre 1838 in cui sostie- schiò in lui a quello per l’arte, tanto che elencando ne che in fatto di teoria dell’arte: “il mio ardimento e i suoi svaghi preferiti, indicò – seguendo un ordine la mia audacia a questo riguardo vanno tanto lonta- forse non casuale – “la birra, l’arte e la metafi sica”. no che l’autorità stessa di Hegel non rappresenta più In quel periodo, inoltre, frequentò assiduamente i alcun limite”. Negli anni seguenti Vissarion Belinskij concerti settimanali dedicati a Beethoven”.1 “scopre il materialismo antropologico di Feuerbach Da buon romantico di formazione, Bakunin po- ed insieme si appropria di tutte le aspirazioni di li- neva in testa alla graduatoria delle arti la musica e berazione da ogni servaggio delle masse popolari […] Beethoven al di sopra di tutto. Dirà in più occasioni già sono anche in primo (o pieno) sviluppo, proprio che la nona sinfonia è una delle opere d’arte che si a partire da questo articolo, due esigenze fondamen- dovrà assolutamente trasmettere ai posteri anche tali, che da qui in avanti sempre più Belinskij dovrà dopo la rivoluzione. far valere nella sua concezione dell’arte: la sua orga- Forse considerava un po’ meno l’arte fi gurativa. nizzazione per immagini, la sua funzione sociale”.4 Qualche anno dopo l’insurrezione di Dresda del Belinskij in una lettera precedente a Bakunin da- ‘49 (1862-3) Alexander Herzen scriveva: “Bakunin tata 13 agosto 1838 aveva scritto rivolgendosi all’a- si trasformò a Dresda in comandante militare; in mico: “Per te la vita è il controllo della conoscenza, quanto uffi ciale di artiglieria insegnò l’arte militare per me è il contrario. a professori, musicisti, farmacisti… e li consigliò di Il vero esiste non tanto in se stesso, quanto per esporre la Madonna (Sistina) di Raffaello ed i qua- il modo come si presenta: se brilla con lo splendore dri di Murillo sulle barricate cittadine per utilizzarli raggiante di un’immagine – il vero è mio”.5 come scudi contro i prussiani, dei quali diceva che Lo stesso Belinskij sottolinea dunque le differenze

120 Bakunin tra il suo pensiero estetico e le concezioni più orien- che, anche se non sono vive nel senso della vita rea- tate socialmente di Bakunin anche se in modo indi- le, nondimeno provocano nella nostra immaginazio- retto ne riconsce l’originalità delle intuizioni. Infatti ne il sentimento o il ricordo di questa vita […] L’arte in una lettera indirizzata a Nikolai Stankevi datata 8 è quindi, in qualche modo, il ritorno dall’astrazione ottobre 1839 parlando del suo incontro con Bakunin alla vita. La scienza, al contrario, è l’eterno olocausto a Mosca verso la fi ne del 1837 Belinskij dice che “Ba- della vita fugace, effi mera, ma reale, sull’altare delle kunin (in quel momento) fu il primo a dichiarare che eterne astrazioni. […] ciò che predico è, quindi, fi no a la verità si riscontra nell’oggettività e che in poesia un certo punto, la rivolta della vita contro la scienza, la soggettività ne è la negazione, che l’infi nito si può o, meglio, contro il governo della scienza. Non per di- trovare in ogni punto; che nell’arte si può scoprire struggere la scienza – che sarebbe un delitto di lesa per mezzo della forma e non del contenuto poiché il maestà – ma per rimetterla al suo posto”.10 contenuto stesso si esprime attraverso la forma, e “Dalla convinzione, comune anche a Proudhon che dove avviene il contrario non si dà arte”.6 e a Kropotkin, di un contrasto continuo tra il na- “La fi losofi a politica bakuniniana non va comunque turale dinamismo creativo delle masse e gli ordini disgiunta dalla sua rifl essione estetica. Bakunin la politici artifi ciosi ed oppressivi, Bakunin è condotto inserisce all’interno della sua concezione anarchica, a valorizzare in ogni settore, e perciò anche in quel- attraverso l’assunzione del valore progettuale, uni- lo artistico, tutto ciò che rappresenta una ribellione versale, etico e liberatorio dell’arte. Alle grandi opere contro le costrizioni imposte da un mondo sociale del passato attribuisce il privilegio di svelare la parte circostante oppressivo ed inibitorio. L’arte è in gra- inalienabile dell’uomo, il suo diritto alla passione e do di enucleare e rendere manifesta quella tendenza all’azione. Queste opere sono non soltanto espressio- alla libertà che è immanente alle consuetudini, al ni culturali della società, della nazione cui apparten- folklore, alle specifi cità culturali nazionali”.11 gono, ma costituiscono, nella loro universalità, un “Lasciateci avere fi ducia nello spirito eterno che trascendimento ideale delle frontiere del presente. distrugge ed annienta solo perché è la fonte inson- Bakunin istituisce una sorta di corrispondenza dabile ed eternamente creatrice di ogni vita. La gioia tra l’evoluzione delle espressioni artistiche di alcu- della distruzione è ad un tempo una gioia creatrice”12 ne epoche dell’antichità e di altre del mondo moder- no. In entrambi i casi l’arte viene connessa alle leggi L’infl uenza dell’arte dell’evoluzione della civiltà, secondo un movimento oscillatorio che, se talvolta ne valorizza le potenziali- nella società tà rivoluzionarie, talaltra ne mette in risalto il carat- “L’estetica bakuninana appare dunque incentra- tere regressivo”.7 ta su un duplice assunto: che l’arte debba svolgere Bakunin giudica positivamente l’arte greca clas- un’implicita funzione di critica sociale, che essa deb- sica in quanto ha educato alla libertà e insieme a ba saper tradurre in forme estetiche le istanze di rin- quella romana è stata espressione “esclusivamente novamento sociale che sono latenti nella società. […] nazionale”. Un apprezzamento anche per la civiltà La funzione dell’arte consiste nel riappropriarsi della moderna italiana in quanto materialista e portatrice dimensione sociale della vita collettiva, nel diventar- del “libero pensiero”, al contrario di quella tedesca, ne un elemento dinamico, teso all’espletamento dei di matrice essenzialmente idealistica. Anche il pen- bisogni di giustizia e di libertà delle masse, che por- siero di Hegel che Bakunin aveva studiato ed ap- tano in se stesse, sotto forma di aspirazioni latenti, prezzato da giovane viene defi nito nient’altro che l’e- tutti gli elementi della loro futura organizzazione so- spressione ideologica ultima della borghesia e met- ciale naturale. tendo in un solo calderone cultura tedesca, pensiero […] Nella società del futuro, preconizzata da Baku- dei “comunisti tedeschi” Marx ed Engels sostiene nin, tutti prenderanno parte al lavoro collettivo: ar- che “più il mondo ideale dei tedeschi è elevato e più tisti, intellettuali, uomini di genio; allo stesso modo, nella realtà vivente sono odiose e volgari la loro vita tutti i lavoratori dovranno godere dell’istruzione. e le loro azioni”.8 […] Non vi saranno quindi più operai, né scienziati Bakunin tra il mondo ideale e la vita sceglie sem- né artisti, ma, nell’interesse stesso del lavoro, della pre la vita “c’è sempre stato nella mia natura un di- scienza, dell’arte, soltanto degli uomini”.13 fetto capitale: l’amore che ho sempre provato per il L’ideale estetico anarchico delineato da Bakunin fantastico, per le avventure straordinarie e inaudite, e dai pensatori anarchici successivi, Peter Kropotkin per le espressioni che aprono orizzonti illimitati di in primis avrà un’enorme infl uenza sui principali mo- cui nessuno può prevedere il fi nale”.9 vimenti artistici a cavallo del XIX e XX secolo. È nota Bakunin è contro “l’esaltazione della scienza pro- l’importanza del pensiero di Pierre Joseph Proudhon pria sia degli Hegeliani sia dei positivisti, contro la per l’arte di Courbet – suo amico per lungo tempo convinzione dominante di una stretta connessione – e per il Realismo. L’impressionista Pissarro diven- tra progresso scientifi co e progresso civile” (Civolani; ne militante anarchico, come gran parte dei membri p. 33) e ritiene che la scienza “è infi nitamente infe- del Post-Impressionismo e molti simbolisti. Le idee riore all’arte che, anch’essa, ha precisamente da fare sociali di cambiamento anarchiche infl uenzarono con tipi generali e con situazioni generali ma che, per profondamente tutte le avanguardie, in particolare un artifi cio che le è proprio, sa incarnarli in forme la prima fase del Futurismo e tutto il Dadaismo ed il

Bakunin 121 Surrealismo, sino ad arrivare alle nuove avanguar- die del secondo dopoguerra. Nel XX secolo, vista la prevalenza dell’arte d’avan- Educazione guardia in tutti i campi, dalla poesia alla danza, si potrebbe sostenere che l’arte sperimentale è di per se stessa anarchica, se non sempre coscientemente alla ribellione e deliberatamente, perlomeno tendenzialmente. Per Arturo Shwarz, forse il più profondo conoscitore del- le avanguardie del Surrealismo in particolare, l’arti- di Giulio Spiazzi sta, in quanto creatore, è per sua natura archetipo dell’alchimista. “Ma l’alchimista è anche l’archetipo dell’anarchico e più generalmente l’antesignano del dadaista, del surrealista […] Insomma l’archetipo di Nelle opere di Bakunin si trovano ogni individuo che aspiri a realizzarsi pienamente, critiche ai tradizionali sistemi scolastici. a vivere una vita non alienata a livello sociale e non divisa a livello psichico. Per lui l’istruzione integrale, capace di Come l’anarchico, l’alchimista fa suo il motto esi- favorire lo sviluppo di tutte le facoltà gente “Né dio né padrone!” […] Vi è inoltre la serena certezza che l’utopia di oggi, un mondo armonioso umane, era il primo passo verso la dove si potranno accordare le proprie armonie con rivoluzione. quelle della società e del cosmo, sarà la realtà di domani: una società non gerarchizzata dove i valori cardinali saranno la collaborazione e non la compe- “Sono un amante fanatico della libertà, la con- tizione, la fratellanza e non l’odio”.14 sidero l’unica condizione nella quale l’intelligenza, L’artista, nella visione bakuniniana, è l’artefi ce la dignità e la felicità umana possono svilupparsi e che tentando di svelare il mondo con le proprie opere crescere. Non sto parlando di quella libertà che è ne delinea le possibilità future, è l’archetipo dell’uo- puramente formale, concessa, misurata e regolata mo libero che vede nella distruzione delle proprie ca- dallo stato, una menzogna eterna che in realtà non tene la gioia dell’edifi cazione di una nuova società. rappresenta nient’altro che il privilegio di pochi fon- dato sulla schiavitù di tutti; neppure intendo quella Franco Bunciuga libertà individualista, egoista, meschina e illusoria, vantata dalla scuola di J.-J. Rousseau, come da 1 (Donald Drew Egbert, Arte e sinistra in Europa; Milano 1975, tutte le altre scuole del liberalismo borghese, che pag. 227) considera il cosiddetto diritto di tutti, rappresentato 2 (Conversaciones con Bakunin, di Arthur Lehning, editorial Ana- dallo stato, come limite del diritto di ognuno, e ciò in grama, 1978, traduzione di Enrique Hegewicz, pag. 204. Citato effetti porta necessariamente e senza eccezioni alla da Raúl Figueira in Bakunin y las artes.) riduzione a zero del diritto di ognuno. 3 E.H. Carr, bibliografo di Bakunin ad esempio scrive: “the story No, io intendo la libertà che sia veramente degna di that Bakunin proposed to hang the Sistine Madonna on the tale nome, la libertà che consiste nel pieno sviluppo barricades, on the ground that the Prussians where ‘too cultural delle potenze materiali intellettuali e morali le quali to fi re on Raphael’ belongs to the world of picturesque legend.” si trovano allo stato di facoltà latenti in ognuno; la (cit. da David Weir in Anarchy and Culture; USA 1997, pag. 40) libertà che non riconosce altre restrizioni all’infuori 4 (M. Dufrenne –D. Formaggio; Trattato di estetica; Arnoldo Mon- di quelle che sono tracciate dalle leggi della nostra dadori editore. Milano 1981, pag. 376-377) stessa natura: così, propriamente parlando, in guisa 5 (Vissarion Bielinski, Lettere a Bakunin, Botkin, Herzen, Turgheniev, che non vi siano restrizioni, poiché tali leggi non ci Gogol…; Muggiani tipografo-editore, Milano, settembre 1945) sono imposte da qualche legislatore posto forse ac- 6 Conversaciones con Bakunin, de Arthur Lehning, editorial Ana- canto o al di sopra di noi stessi; esse ci sono imma- grama, 1978, traducción de Enrique Hegewicz, pag. 49-50. nenti, inerenti e costituiscono la base stessa di tutto Citato da Raúl Figueira in Bakunin y las artes. il nostro essere, tanto materiale che intellettuale e 7 (Eva Civolani, La sovversione estetica: eleuthera; Milano 2000, morale. Invece dunque di trovare in esse un limite, pag. 30) noi dobbiamo considerarle come le condizioni reali e 8 (M.Bakunin, Etatisme et anarchie; pag 308) come la ragione effettiva della nostra libertà. 9 (Lettera al fratello Pavel, Parigi, 29 marzo 1845. Cit in pag.107) Intendo quella libertà di ciascuno che, lontana 10 (L’empire knouto-germanique et la révolution sociale (1870-1871) dall’arrestarsi come di fronte ad un confi ne davanti pag 124-25) alla libertà altrui, trovi al contrario in quella libertà 11 (Civolani pag.36) la propria conferma ed estensione all’infi nito; la li- 12 (M. Bakunin, La reazione in Germania (1842), Firenze 1981 bertà illimitata di ognuno nella libertà di tutti, liber- pag.263 tà nella solidarietà, libertà nell’uguaglianza; libertà 13 (Civolani pag.36-38) trionfante vittoriosa sulla forza bruta e sul principio 14 (Arturo Shwarz, L’immaginario alchemico, La Salamandra, Mi di autorità che non ne è mai stato altro che l’espres- 1979, pag. 22-23) sione ideale della stessa forza bruta; la libertà che,

122 Bakunin dopo aver rovesciato tutti gli idoli del cielo e della Tutti fanno la gara per essere “meritocratici”, in terra, stabilirà e organizzerà un mondo nuovo, quel- ogni ambiente della nostra società viene citata la pa- lo dell’umanità solidale, costruito sulle rovine di tut- rola magica “merito” come orizzonte al quale tutti, te le Chiese e di tutti gli Stati’’. dai bambini e dalle bambine agli adulti, devono ade- Michail A. Bakunin, guarsi. La comune e lo Stato. Un primo passo opportuno è quindi quello di sa- per distinguere tra talento, merito e meritocrazia Non si può che iniziare con una citazione del che sono tre concetti completamente diversi che grande fi losofo anarchico Michail Bakunin questo invece nella vulgata politico-ideologico della deca- mio intervento proprio qui nella terra natia del “pa- denza odierna, vengono abbondantemente confusi e dre dell’Anarchismo” a Pryamukhino. La maggior mescolati. Vorrei anzi dire che il signifi cato di me- parte degli scritti fi losofi ci di Bakunin, sono inediti rito è opposto al signifi cato di meritocrazia. Baku- in Italia perché non sono contenuti nei famosi “otto nin, scrive esplicitamente tre articoli nel 1869 per il volumi su Bakunin ” usciti da tempo appunto in Ita- giornale L’egalitè di Ginevra sull’istruzione integrale. lia e nemmeno nei sei, dai quali sono tratti e tra- Questi sono gli unici scritti espliciti che lui fa edi- dotti, dell’olandese Arthur Lehning. Bakunin non è tare, ove viene svolta una serrata critica alla scuola un pedagogista, per fortuna sua, non si è occupato e all’educazione della sua epoca (che possiamo fa- esplicitamente di educazione ma, comunque in lui cilmente intuire). Ma gli aspetti senz’altro profondi troviamo ragionamenti di critica dei sistemi scola- del suo, ancora una volta geniale e lucido, pensiero stici e di tenace critica ai principi dei valori dell’edu- sono ben risolti in alcuni incisivi confronti; tra que- cazione in tantissime delle sue opere, in lettere, in sti, spicca una analisi critica di Rousseau. Baku- frammenti, ecc. A parte i tre articoli sull’istruzione nin critica il fi losofo-pedagogista francese perché la integrale dove è chiaro l’argomento che viene tratta- sua (di Rousseau) concezione dell’educazione, è una to, per ritrovare gli importanti frammenti inerenti un concezione ambientalista dell’educazione. Rousseau “discorso sull’educazione bakuniniana” è indispen- infatti “ripone nell’ambiente sociale, culturale fami- sabile affrontare tutti i suoi scritti ed estrarre da essi gliare ecc., il punto centrale dell’educazione”. E quin- i tasselli coerenti di una critica generale e al contem- di Bakunin non può che essere un critico feroce di po di una indicazione costruttiva generale dell’edu- Rousseau, il quale fonda la sua pedagogia sul rap- cazione in quanto tale. Non esiste, per quanto noi porto diretto tra il precettore o educatore e il bambino italiani ne sappiamo, uno scritto specifi co di Baku- e la bambina. E questo è una delle intuizioni in un nin sull’educazione; però, come ho già accennato, ci certo qual modo visionarie di Bakunin che ci ripor- sono tantissimi spunti di questa natura, in quelle tano inevitabilmente alla attualità e durata del suo che non si possono dire essere opere “scritte a tavo- pensiero educativo. lino” ma in un certo qual modo, “opere di sentire”, di “slancio palpitante” del grande rivoluzionario russo. Per un’educazione Ecco, Michail Bakunin, a differenza di Karl Marx, non privatistica non ha passato la sua vita al British Museum o alla British Library di Londra, a studiare, potendo acce- La critica che oggigiorno noi facciamo (e qui cito dere a fonti straordinarie di conoscenza, ma scriveva con riconoscenza il nostro Francesco Codello, stori- partendo da rifl essioni sulla realtà concreta. E tutto co e pensatore del pensiero educativo libertario ita- quel materiale contemporaneo che raccoglieva, sui liano), nel sostenere le scuole libertarie di sentire ba- rapporti politici e sociali del suo tempo (che alle vol- kuniniano, contro il movimento delle homeschooling, te costituiscono per molti non storici, un ostacolo risiede proprio in questo nodo centrale messo in luce “pedante” alla sua lettura), a lui servivano invece per dal grande fi losofo russo. Contro dunque anche l’un- costruire poi una teoria. schooling sviluppata dai Libertarians statunitensi e che ha preso piede anche in Italia, in alcuni settori Istruzione integrale che si dicono “alternativi”, va pure a cadere la luci- e meritocrazia da ed agguerrita critica di Michail Bakunin e di noi che lo seguiamo quotidianamente nella pratica della La grande attualità di Bakunin sono senz’altro le Rete per l’Educazione Libertaria italiana. In questo sue intuizioni. Una di queste grandi intuizioni (oltre Bakunin è senza dubbio “Hegeliano”, perché qui, ri- a quella di aver dato una lettura ancora più profon- prendendo nella critica a Rousseau, il fondamentale da e corretta di Marx in ambito di critica al sistema elemento dell’ambiente in ambito educativo lo legge capitalista tuttora in vigore) è quella del confronto e come Hegel nella sua etica, nel senso di “dimora”. del rapporto tra istruzione integrale e meritocrazia. Ma all’opposto di Hegel e contemporaneamente a lui, Oggi più che mai, questo argomento è sotto gli oc- ovviamente per Bakunin l’ambito e la concezione so- chi di tutti, soprattutto negli ambienti educativi del ciale dell’educazione, era, per usare un termine oggi sistema occidentale. Forse oggi uno dei termini di ritornato in auge (e talvolta ideologicamente “distor- discussione che vorrebbe essere un “punto fermo” to”) “comunitarista”, mentre per Hegel era invece lo per darsi una patente di grandi “rinnovatori” in que- “Stato”, l’“istituzione” il luogo principe che “forma- sto mondo, ruota attorno al concetto di meritocrazia. va” i cittadini. Certamente Bakunin in questo non è

Bakunin 123 hegeliano, lo potrebbe essere solo in quanto prende pensatore. questa idea della “centralità” della dimensione co- Se da un lato è vero che Bakunin riconosce la di- munitaria per una educazione libera, dunque “non mensione sociale dell’educazione come fondante un privatistica” da “precettore roussouiano”, con la fi - rapporto educativo di stampo non-autoritario e li- liera da precettore a ragazzo e così via. bertario, non appartengono però neanche alla socie- Questa precisazione è molto importante tanto è tà i bambini: essi non appartengono che alla loro Li- vero che lui dice che anche “l’intelligenza si svilup- bertà futura. E questa è realmente una grande “sot- pa dall’individuo, soltanto in quanto lui vive nella tigliezza” in ambito educativo, geniale e radicalmente società”, cioè lui riconduce la “centralità” non all’in- rispettosa della dignità dei bambini e delle bambine, dividuo ma alla società. Qui Bakunin, a differenza di dei ragazzi e delle ragazze. Max Stirner, ha questa concezione molto forte della Sempre riferendosi alla centralità dell’ambiente dimensione sociale in ambito educativo, perché dice sociale che produce disuguaglianza e perpetua dif- che anche il genio, quello che noi chiamiamo “genio”, ferenze di classe [ecc...] vi è da sottolineare un’altra non è altro che il “frutto” (non il prodotto) di una breve frase di Bakunin che dice: “Perché il criminale interazione sociale, di un confronto continuo tra lui più incallito, o l’uomo della mente più povera, al- e gli altri. L’intelligenza non è altro che la naturale meno che non esistano lesioni organiche che cau- conseguenza di una relazione sociale, non è dunque sano idiozia e insanità (e qui sarebbe interessante una attribuzione esclusivamente individuale. Questo confrontarsi su Bakunin “tardo-positivista” che esa- è un passaggio estremamente importante per capire spera il ruolo della scienza positiva nella defi nizione quello che Bakunin pensava rispetto all’educazione degli esseri umani), la criminalità dell’uno e la inca- e a queste dimensioni di rapporto individuo-società. pacità dell’altro a sviluppare la coscienza della sua umanità e dei suoi doveri umani, non sono errori im- Il comune progredire putabili a loro, né dovuti alla loro natura (Bakunin dell’intelligenza dunque sembra non avere una idea che esista una “natura predefi nita”, una “natura comune a tutti gli Comunque attenzione però: lui dice che l’intelli- esseri umani”) sono soltanto il prodotto dell’ambien- genza di ciascuno si sviluppa e progredisce (usando te sociale dove sono nati e cresciuti”. Insomma dun- lo stesso schema che ha usato per il concetto di li- que si capisce che per lui il centro dell’educazione, bertà) e si alimenta “proporzionalmente con il pro- sia in senso positivo che in senso negativo come con- gredire dell’intelligenza degli altri”. A proposito della dizionamento, sta nell’ambiente sociale. libertà lui chiarisce che “io sono libero tanto più” in Quindi, Bakunin ribadisce in questi tre artico- quanto “quelli che mi stanno accanto sono liberi”, li che l’educazione è il frutto dell’ambiente sociale. perché, per seguire Bakunin, se io ho accanto delle Nell’articolo “Gli incantatori”, Bakunin scrive: “Noi persone che non sono libere, non posso essere li- siamo così certi che l’istruzione è la misura del livel- bero neppure io (e questa è senz’altro una grande lo di libertà, di prosperità e di umanità che una clas- e originale idea del fi losofo russo dell’anarchismo), se o un individuo può raggiungere, che chiediamo dunque, ritornando all’educazione, che è il tema di per il proletariato non soltanto dell’istruzione, ma l’i- questo intervento, ripeto: “l’intelligenza di ognuno si struzione integrale.” Che cos’è dunque questa “istru- sviluppa e progredisce”, afferma Bakunin “propor- zione integrale” di cui parla il grande fi losofo russo? zionalmente con il progredire dell’intelligenza degli Bakunin prende questa idea di istruzione integrale, altri”. da Proudhon, anche se il fi losofo francese la appli- Inoltre Bakunin aggiunge (e non era certo facile ca all’istruzione politecnica e quindi in Proudhon c’è in quell’epoca esporre pubblicamente questo), cri- in mente l’idea di “formare il lavoratore”, perché il ticando radicalmente il “sistema famiglia”, che “i centro della sua rifl essione è il lavoro. In Bakunin, bambini non appartengono ai loro genitori, come a abbiamo un ampliamento di questo concetto, Quan- nessun altro”. Questo è un concetto importante che do parla di istruzione integrale non ha in mente il tocca ancora una volta il fenomeno attuale dell’ho- lavoratore ma l’essere umano in tutte le sue manife- meschooling: la dannosa “estensione della centralità stazioni, non in quanto e solamente “lavoratore” ma dell’adulto nell’ambito educativo in questi processi principalmente come individuo sociale. di “homeschooling” non fa altro che esasperare un prolungamento dell’ego del genitore nei confronti del L’attualità fi glio” e questo agire va esattamente all’opposto di del pensiero bakuniano quella che è la concezione libertaria dell’educazione che non può che essere sviluppata in una dimensio- Per cui, per Bakunin l’istruzione integrale non è ne sociale. Chiamati a diventare degli “uomini liberi altro che una istruzione che si pone come obiettivo i bambini e le bambine appartengono a loro stessi quello “di sviluppare tutti gli aspetti della personali- e alla loro futura libertà” scrive Bakunin nel 1866. tà degli esseri umani”. Essa quindi è una istruzione “I bambini dei due sessi non saranno considerati che non privilegia l’aspetto cognitivo su quello prati- né come proprietà dei loro genitori né, allo stesso co (questo richiama un tema fondamentale in Baku- tempo, come proprietà della società”. E qui, è mol- nin ovvero la centralità della relazione tra la teoria to importante intendere la forza radicale di questo e la pratica), non privilegia la razionalità sul senti-

124 Bakunin mento, non privilegia cioè una sola sfera dell’attività primi anni di militanza (nel 1869 lo ricordiamo, egli e dell’essere dell’uomo, in quanto ogni personalità è è ancora nell’“Alleanza”, non è già entrato nell’Inter- complessa, variegata e ricca e quindi, sulla base di nazionale e si sta “guardando attorno” nel panorama queste concezioni di base, l’istruzione integrale si- politico dell’epoca), sostiene il principio dell’istruzione gnifi ca (e questo concetto è importante per capire integrale perché non possa esistere “sopra di lui” e la critica alla meritocrazia) mantenere l’importanza cioè “nell’individuo”, per “proteggerlo”, per “dirigerlo” che tutti gli esseri umani siano messi nelle condi- e dunque “per sfruttarlo” “nessuna classe superiore zioni, da parte della società, di sviluppare tutte le per la sua scienza”, “nessuna aristocrazia dell’intelli- loro potenzialità, tutte le loro sensibilità, e qui, non genza”. Qui, si trova chiaramente il nucleo della gran- solo quelle individuali ma proprio pure quelle che at- de sfi da che Bakunin ci pone ancora oggi nella “no- tendono alla sfera della personalità più intima come stra società dei saperi tecnologici”. Ed ha pienamente quella dei sentimenti, quella dello spirito (e anche ragione quando afferma che “tra tutte le aristocrazie, qui sarebbe interessante interrogarci su quello che che hanno oppresso di volta in volta e, talvolta tutte Bakunin intende come “spirito”), quella della sua assieme la società umana, questa sedicente “aristo- manualità, quella del fare, quella della socializzazio- crazia dell’intelligenza” è la più odiosa, la più sprez- ne e così via. zante, la più impertinente e la più opprimente.” La critica feroce che viene fatta alla scuola anche Considerando dunque questo, seguendo critica- contemporanea (e questa è l’attualità del pensiero mente ciò che Michail Bakunin ci ha insegnato e di Bakunin anche in campo educativo), partendo e portando con noi, come un valore attuale, la “ribel- mantenendo dunque le analisi e le proposte di Ba- lione al sistema” che le bambine e i bambini, le ra- kunin, è che i vari sistemi scolastici di ormai tutte gazze e i ragazzi ci esprimono quotidianamente nelle le nazioni sono sempre più votati a sviluppare una nostre scuole, concludo dicendo che: sola parte della personalità a discapito di tutte le al- Per noi “Rivoluzione è Educazione!”: e che, la pra- tre componenti del bambino e della bambina. Quin- tica dell’ “Educazione Integrale è la nostra Forza d’A- di, l’istruzione integrale per Bakunin è un soggetto zione!”. di pratica, irrinunciabile. Già nel 1869, quando Ba- kunin, senz’altro anarchico “in nuce”, affronta i suoi Giulio Spiazzi

L’ingresso di Pryamukhino paese natale di Michail Bakunin. Sullo sfondo una delle strutture palladiane dell’architetto L’vov.

Bakunin 125 Casella Postale 17120

Padova/ Una delle componenti del sindacali- logia lombrosiana con l’idea che quanto A proposito dello smo di base ha avuto un ruolo attivo nel prodotto dalla storiografia del secolo sciopero del 14 promuovere e organizzare questo stra- scorso fosse “ideologico”, malcalibrato novembre ordinario nuovo movimento. Purtoppo i e che in Lombroso, alla luce delle at- contenuti dello sciopero vengono sempre tuali neuroscienze, ci fosse un fondo di Buongiorno compagni, messi in secondo piano, volutamente, dal- buono. Così si produce una storiografi a inviamo queste rifl essioni per smenti- la maggior parte dei media, focalizzando “presentista” che individua qualcosa di re le menzogne mediatiche che, scienti- l’informazione su pochi e marginali episodi progressista nell’opera lombrosiana; una fi camente, organicamente e militarmente che hanno dato il solito alibi alle voci di storiografi a whig a cui dispiace accostar- (consentiteci il gioco di parole), affossano regime per non parlare dei veri problemi lo al razzismo o al “nordicismo” e tende ad ogni occasione i contenuti importanti sollevati dallo sciopero, ossia diritto al la- a ritenerlo comunque parte del processo che hanno determinato la scelta, dolorosa voro, al reddito minimo, alla casa, ad uno storico che gradualmente ha migliorato di questi tempi, di scioperare, e di scende- stipendo dignitoso e a non vedere stravolti l’umanità. re in piazza per difendere non solo i nostri e calpestati diritti conquistati con anni di Condivido con gli attuali storici di diritti, ma la stessa nostra dignità di uomini lotte e di sofferenze. Qualcuno ricorda an- Lombroso l’idea che parlarne è sicura- e donne lavoratori. cora i morti di Reggio Emilia in occasione mente utile, ma credo che lo sia soprat- Il clima sociale che stiamo vivendo è or- dello sciopero del 7 luglio 1960? Lauro tutto come monito affi nché in futuro sia- mai vicino alla rottura della “pace sociale”, Farioli, Marino Serri, Ovidio Franchi, Emilio no evitati gli errori grossolani e pericolosi termine usato per indicare un equilibrio di Reverberi, Alfi o Tondelli, operai scesi in compiuti da Lombroso nell’intento au- fondo che controbilanciava le spinte con- sciopero e uccisi dalla polizia di Tambroni, tocelebrativo di costruzione del proprio fl ittuali tra le classi della società italiana, fa- per ottenere quegli stessi diritti che ora mito. Lombroso è anche utile per indaga- ticosamente raggiunto dopo anni di dure vogliono farci sembrare inutili orpelli di un re il profondo e inevitabile rapporto con lotte, sfociate nello Statuto dei lavoratori, passato. la politica che, in ogni epoca, infl uenza e la classe capitalistica dominante. Noi non scordiamo, anche per questo l’intellettuale. Sotto tali aspetti l’opera Il sistema economico globale, dopo siamo scesi in piazza. lombrosiana e dei suoi allievi è una vera e anni di liberalismo sfrenato, contempora- Ecco, come rispondono i lavoratori, propria fonte inesauribile di esempi. neamente alla progressiva distruzione del organizzati nell’Associazione Diritti Lavo- Come messo “generosamente” in welfare, sta vivendo la sua crisi strutturale ratori - adl cobas. luce da Maria Teresa Milicia (Lombroso più acuta, di cui ancora non è chiaro l’esito Grazie e il brigante) fu sul “presunto” cranio di (remember Weimar?). Per ora viene usato un “presunto” brigante calabrese – Giu- come alibi per far passare scelte ancora Carlo Giacchin seppe Villella – che Lombroso costruì più dure, scaricando sulle categorie meno ADL Cobas il proprio mito scientifi co, intrecciando tutelate (compresi i lavoratori che “godono del Comune di Padova fantasia e realtà. E così le innumerevoli ancora” di qell’articolo 18 rappresentato via Cavallotti 2 - Padova pagine scritte da Lombroso sono piene ormai come l’ostacolo per eccellenza per www.adlcobas.it di storie di persone che varrebbe la pena “ripresa”) le conseguenze drammatiche di riscoprire per evidenziare come la sua un sistema al collasso. Ma fi no a quando tecnica fosse quella del mitico brigante potranno spolpare l’osso delle vecchie Scienza/ Il revival Procuste che seviziava le vittime, stirac- conquiste operaie? Si cerca di dividere lombrosiano tra chiandole e deformandole a suo piaci- i lavoratori con favolette a cui non crede scienza e rivisitazioni mento. Effettivamente sono forse più più nessuno. esemplari le singole storie dei suoi “og- Ma qualcosa, nel fronte degli sfrutta- La ricerca dell’essenza che caratte- getti di studio” (ad es. Salvatore Misdea, ti, siano essi “tutelati” per modo di dire rizza le differenze fra gli uomini (il “neu- David Lazzaretti, ecc.) della storiografi a dall’articolo 18, siano invece i nuovi pro- ro”, il “bio”, il “corpo”, il “gene”) va di pari delle pratiche lombrosiane. letari dell’intelletto, i precari, i disoccupati, passo con la riscoperta di Lombroso. Da A questo punto è legittimo chiedersi le famose “partite iva”, ecc. è cambiato! qualche tempo si assiste infatti alla pub- perché tutta questa letteratura su Lom- Venerdì 14 novembre hanno incrociato blicazione di libri ed articoli nazionali ed broso mentre pochissimo si pubblica su le braccia tutti insieme, lavoratori di serie A, internazionali, a lui dedicati. molti suoi oppositori di sicuro più ap- B, C, e non lavoratori, in quello che è stato Non stupisce, quindi, che alcuni stori- prezzabili. Ad esempio, Zanardelli che defi nito “sciopero sociale”, social strike! ci si consacrino alla difesa dell’antropo- ha incarnato gli ideali della scuola giu-

126 lettere ridica liberale, che ha promosso in an- za necessaria (indispensabile) alla defi - la su cui si confi da nella sua affermazio- ticipo sui tempi una legge sul divorzio, nizione di un operativo progetto politico. ne grazie a una qualche Rivoluzione o a sull’educazione sessuale, sul diritto di Infatti la caratteristica principale di que- una improvvisa (miracolistica) presa di sciopero e favorito gli investimenti nel sta letteratura è indicare come dovrebbe coscienza di massa. Intanto la storia ci mezzogiorno con una visione opposta a evolvere dal punto di vista anarchico una sta insegnando che le rivoluzioni vincenti quella dei lombrosiani. Ad esempio, Na- determinata situazione trascurando però non si fregiano di lettere maiuscole ma poleone Colajanni che di Lombroso e dei come, e con quali strumenti operativi in- hanno sempre vestito i panni dei lunghi lombrosiani si beffava, riconoscendosi in tervenire, nella pratica per realizzare l’in- processi operanti nel tessuto vivo della una concezione avanzata delle scienze tento. È quindi un ininterrotto esercizio società intervenendo costantemente in sociologiche e statistiche. teorico che rimanda “il fare” a un futuro ogni aspetto dell’esistente, anche quello Personalmente ritengo che il ricorso mai defi nito, cosa che dà ragione del no- più secondario, per indirizzarlo nella dire- a Lombroso sia adatto, ancora oggi, a stro isolamento in una nicchia minoritaria zione voluta. giustifi care e a tranquillizzare per mezzo del sociale da cui è impossibile incidere Essere presenti nel cuore della so- della riduzione biologica, i fenomeni più nell’immaginario collettivo di massa dove cietà a contatto con la gente a partire complessi della vita e della società. La anarchismo e principi propri dello spirito dai loro immediati problemi, quelli che storia lombrosiana rivela infatti nel modo libertario sono segnati da quella impro- angustiano la loro come la nostra quo- più trasparente i nodi della biopolitica che ponibilità (se non negatività) che tradizio- tidianità, dovrebbe/deve essere quindi tuttavia risultano marginalmente interes- nalmente il Potere non ha mai trascurato il primo impegno della nostra iniziativa santi per gli storici che oggi si dedicano di attribuirci e che trova pieno passivo che si troverà ad affrontare problemi a questa “riscoperta”, politicamente cor- riscontro nel senso comune. In questa che sono determinati dalla politica e che retta, della pseudoscienza lombrosiana. direzione opera anche la frammentazione devono essere contrastati a partire da del nostro movimento in mille singole re- specifi che posizioni politiche socialmen- Renato Foschi altà che marciano per proprio conto, forti te elaborate. Ma parlando di politica è Roma ciascuna di una interpretazione “perso- necessario chiarire alcune cose prima tra nalizzata” dello spirito libertario, cosa tutte la politica che determina la qualità Di Renato Foschi è stata pubblicata peraltro legittima ma negativa se spin- della nostra vita e se questa qualità sta in “A” 393 (novembre 2014) la ta fi no a trascurare le opportunità che progressivamente scadendo ciò deriva recensione del libro “Lombroso e il perfi no una situazione caotica può offrire da una gestione della politica che tradi- brigante’’ di Maria Teresa Milicia. qualora si decidesse di evolverla in un sce la sua naturale funzione di risolutrice possibile, effi ciente “caos organizzato!” dei problemi sociali trasformati invece per cercare - senza minimamente interfe- dai “politici’’ in strumenti al servizio uni- Radicamento rire sull’autonomia delle realtà coinvolte camente dei loro particolari interessi. nel sociale: primo - di mettere in campo effi caci iniziative Partendo da questo storico dato di fatto, problema alternative al fatto che l’immaginario di negli ultimi decenni del XIX secolo il na- cui sopra è continuamente riplasmato, ri- scente movimento anarchico, individuan- “Verrà un giorno che l’uomo si sveglie- modellato e condizionato dalle forze che do nella politica lo strumento principe del rà dall’oblio e fi nalmente comprenderà storicamente lo manipolano. dominio borghese in esclusiva mano alla chi è veramente e a chi ha ceduto le re- Nel lontano XVIII secolo, con l’affer- stessa borghesia, delegò alla rivoluzione dini della sua esistenza, a una mente fal- mazione dell’Illuminismo, si pensò a una sociale il compito di sovvertire “l’ordine lace, menzognera, che lo rende e lo tiene svolta nella quale il senso critico avrebbe costituito” per rendere giustizia ad un po- schiavo, l’uomo non ha limiti e quando un annullato superstizioni, false credenze e polo vessato, sfruttato, affamato. giorno se ne renderà conto, sarà libero tutti quei prodotti che la metafi sica da Questa posizione che a suo tempo ha anche qui in questo mondo’’ (Giordano millenni sforna a gloria delle caste al po- avuto molte ragioni dalla sua parte, oggi Bruno). tere e, fi nalmente, un’epoca di verità, di appare superata sia per i mutati rapporti Questa profezia diverrà realtà solo giustizia e di libertà si sarebbe inverata. tra politica e masse popolari (seppure con l’affermazione dei valori che defi ni- Successivamente sarà l’idea che sup- mutati solo in parte), sia per il tramonto di ranno umana quella società che una con- portata da una forte componente deter- quella specifi ca prospettiva rivoluziona- sistente fetta di umanità saprà costruire ministica avrebbe dovuto affermarsi si- ria, sia per una progressiva affermazione prima che l’attuale folle dominio capita- stemando al meglio e per sempre le cose della centralità della persona in quanto lista distrugga su questo pianeta ogni con il sorgere - ritenuto imminente - del tale a seguito di un netto ridimensio- forma di vita. Lo strumento vincente sarà, “Sol dell’Avvenire”. namento dei vecchi automatici privilegi pensiamo, quell’anarchismo che stanco Ancora oggi, in pieno XXI secolo - di censo e di casta e a quant’altro che di studiare come organizzare il futuro, de- pur immersi in una realtà tecnicizzata, nell’insieme caratterizzano l’attuale si- ciderà di affrontare il presente, portando robottizzata, informatizzata, segnata dal- tuazione. Questa ci vede contrapporre, nella società una purifi catrice ventata di la svolta epocale decollata negli ultimi all’aggressione di classe del mondo po- spirito libertario. decenni del secolo passato e tuttora in litico (politicista) la sola disponibilità a La grande produzione di letteratura piena evoluzione - vediamo il movimento supportare quei movimenti spontanei di che il movimento anarchico ininterrotta- anarchico di volta in volta coscientemen- protesta - a questi aggregandoci - che mente produce si caratterizza soprattutto te o no, direttamente o meno, ancora in non mancheranno mai di nascere (ed come arricchimento politico/culturale e larga parte sostanzialmente aggrappato estinguersi), ma che non potranno in al- spiega la mancanza di quella concretez- “all’Idea” - quella dalla I maiuscola - quel- cun modo rappresentare un investimento

lettere 127 strategico. Investimento strategico che Ma non si tratta solo di questo. Vediamo tensione ideale e si doterebbero di più rimanendo finalizzato all’abbattimento i dati separatamente tra uomini e don- solida cultura politica. dell’attuale sistema, valutando comples- ne. Tra gli uomini, il 19,7% esprimeva Saluti libertari sità e difficoltà dell’impegno a fronte una preferenza per i radicali, solo il 9,8 delle nostre concrete risorse (tra cui la per LC ad esempio, mentre gli anarchici nostra attuale scarsissima collocazione erano il 7,8% (comunque tanti). Interes- Fabio Massimo Nicosia nel sociale) non può che partire con toni santi anche le indicazioni doppie o triple: Milano bassi seppure forte della convinzione l’11,7% indicava la propria preferenza che la sua prima tappa sarà la conquista per il PR più qualcosa d’altro (LC, PDUP nel sociale di un proprio spazio e di una e AO), mentre il 5,2% indicava una prefe- L’assenza di attiva e riconosciuta posizione di rispetto. renza congiunta per radicali e anarchici. interessi di classe E il terreno su cui agire è oggi offer- Insomma, sommando preferenze sin- nelle nuove to dal disorientamento del popolo della gole, doppie o triple, i radicali erano oltre generazioni sinistra con il quale occorre aprire un il 35% di preferenze, e gli anarchici attor- dialogo per ricercare insieme le cause no al 13%. Un elemento determinante per com- del vuoto politico conseguente l’evapo- Ancora più interessanti i dati per le prendere la cultura politica attuale, e la razione di quel mondo di partiti e partitini donne, data l’incidenza del movimento sua tendenza nei prossimi anni, è l’am- che fi no a ieri sbandieravano un impegno femminista. I radicali da soli avevano an- missione di una totale assenza nelle di sinistra a difesa degli interessi delle che qui la maggioranza relativa (20%), nuove generazioni dei cosìddetti “inte- fasce deboli della società ma che con- ma le anarchiche erano ben il 18,2%. Ma, ressi di classe” (quelli per cui se sei un cretamente operavano contro queste, si badi, chi indicava sia radicali che anar- imprenditore vuoi determinate cose e ti come oggi è clamorosamente e chiara- chici (o cani sciolti) erano, tra le donne, comporti in un certo modo mentre se sei mente acclarato! È partendo da queste ben il 16,8%. Come dire che le preferen- un lavoratore salariato vuoi cose diverse considerazioni che noi della Federazione ze radicali, tra le femmine, raccoglievano e, nella maggior parte dei casi, diame- Anarchica Empolese stiamo mettendo in quasi il 37% e quelle anarchiche il 35%, tralmente opposte). campo, relativamente alle nostre scarse naturalmente i dati vanno sovrapposti. La società dei consumi ha totalmente potenzialità, vari interventi sul territorio. A questo punto chiediamoci: chi era- appiattito qualunque tipo di confl itto di no questi anarco-radicali? A nostro avvi- classe, eliminando quindi dalla cultura Ettore Pippi so si trattava di due categorie: politica delle persone la coscienza di della Federazione Anarchica Empolese a) I radicali che non erano comple- ciò che si sta facendo e le responsabi- tamente appagati dalla politica delle lità che ne conseguono. L’impressione singole issues sui diritti civili, che pure che si ha è che la maggior parte delle Un radical/ erano riconducibili a un unico denomi- persone nate fra la fi ne degli anni 80 anarchico natore, la politica della liberazione del e la fi ne dei 90 abbia sostituito i propri (o anarco-radicale) corpo, ma che intendevano collocare interessi di classe con i propri consumi. ci scrive quest’ultima in un contesto più ampio, Mi spiego, il crimine fondamentale del in uno sfondo ideale, anche utopico, ma consumismo è il far credere alle perso- Cari compagni, più complessivo. ne che, visto che tutti possono permet- ho cinquantasei anni e quest’anno b) Gli anarchici che non condivide- tersi di comprare uno stesso oggetto, ne compio quaranta che sono anarchi- vano la linea astensionista del movimen- questo renda tutti uguali socialmente. co. Ho letto e studiato Godwin, Stirner, to anarchico uffi ciale, e che vedevano La corruzione dettata dalla società dei Proudhon, Bakunin, Kropotkin, Mala- nelle iniziative radicali degli inveramenti consumi porta a far pensare al ragazzi- testa, Merlino, fi nanco Luigi Galleani concreti, anche se graduali, di una pos- no di periferia di poter essere uguale al (sul quale ho scritto su questa onorata sibile politica libertaria, fermo restando fi glio della famiglia ricca, piuttosto che rivista). l’ideale ultimo anarchico. Come si vede, al ragazzo fi glio della classe media, gra- Perché vi dico ciò? Perché se sono queste due posizioni fi niscono con il so- zie agli oggetti che egli può comprare. quarant’anni che sono anarchico, sono vrapporsi. “Se entrambi abbiamo l’ultimo iPho- anche quarant’anni che sono radicale. Perché ritengo di attualità questi dati, ne dove sta la differenza fra noi due?”. Insomma, fi n dai miei sedici anni mi sono e rendo pubblica la mia posizione? Per- Questo elemento emerge particolar- detto anarco-radicale. E non ero isolato. ché nel mondo radicale sono aumen- mente nei pareri sulle nuove politiche A tale proposito, occorre far riferimen- tati coloro che si defi niscono “radicali del governo Renzi, in questo caso non to a un numero di Re Nudo, la storica anarchici”, e sempre di più si diffondono si mette sotto accusa solo la generazio- rivista di controcultura diretta da Andrea posizioni intransigenti su temi come in ne in questione quanto tutti coloro che Valcarenghi, del 1976 che conteneva, ipotesi quello carcerario: ad esempio, hanno abboccato a questo nuovo feno- oltre alla pubblicazione della proposta di abolire il carcere e la pena e non solo meno mediatico. Sta di fatto che si pos- legge radicale sulla droga, i risultati di un riformarli. sono vedere rampanti studenti univer- sondaggio sugli orientamenti politici dei In defi nitiva, penso sia interesse reci- sitari e giovani disoccupati, provenienti lettori. Ebbene, in pieno clima marxista proco di anarchici e radicali che molti dei da famiglie più o meno benestanti, ap- o leninista, la maggioranza relativa dei primi si avvicinino al movimento radicale: poggiare le politiche lavorative proposte lettori esprimeva un orientamento poli- i primi guadagnerebbero in pragmati- da questo governo non domandandosi tico nella direzione del Partito Radicale. smo, i secondi rinforzerebbero la propria minimamente un domani a quale classe

128 lettere apparterranno e come queste politiche menti imposti (da questi stessi governi) è privilegio e ingiustizia; potranno infl uenzare il loro futuro. ai legami umani elementari tra le due Si sta arrivando all’assurdità totale nazioni. Il soocialismo senza libertà secondo la quale il disoccupato chie- 2. Noi condividiamo la felicità di co- è brutalità e tirannia. de che il governo tolga più diritti e tassi loro che sono usciti di prigione e delle meno l’imprenditore credendo che que- loro famiglie che fi nalmente possono Laboratorio Libertario sto, un domani, possa dargli lavoro. riabbracciare i loro cari, in libertà - fi nal- Alfredo López Quest’ultimo discorso può essere mente! - dopo molti anni di incarcera- L’Avana, 19 dicembre 2014 tranquillamente esteso all’attuale set- zione “legale”. tore operaio (con le dovute differenze) 3. Nonostante ciò, conosciamo i ter- traduzione a cura di Selva e Davide ma necessiterebbe di un discorso e una mini di questa negoziazione. Si tratta di contestualizzazione a parte. un colpo di scena che contribuisce a Il sistema capitalistico basato sulla una mentalità che crede nei miracoli e Milano/Un appello competizione e l’individualismo ha infu- ci lascia come spettatori passivi. per la sede FAI so nelle nuove generazioni la credenza 4. Ci preoccupa inoltre che si gene- che la meritocrazia paghi e che la libertà rino nuove opportunità per il capitale Sono 38 anni che i locali ed il salone incondizionata nei settori economici e di sfruttare “più” e “meglio” le nostre di viale Monza 255, sono luoghi di attività commerciali possa portare benefici a genti. sociale, libertaria e rivoluzionaria. Sono tutti quanti. Le nuove generazioni ab- 5. Ci preoccupa che si intensifi chi 38 anni che ci impegniamo a mantenere boccano senza fermarsi a rifl ettere se, il conformismo, l’insignifi canza e la mi- questi locali punti di riferimento per ini- nell’impresa senza diritti del domani, seria, a causa di un maggior consumi- ziative di solidarietà e di lotta, di dibattito occuperanno gli ultimi posti della pro- smo, maggior devastazione dei territori e di rifl essione, di convivialità e di buona duzione o i posti di comando. Si viaggia e maggior invasione della cultura di cucina. verso l’ultracapitalismo con un livello di massa; inoltre… Sono 38 anni che raccogliamo ma- fi ducia che paragonarlo alla fede religio- 6. L’imperialismo nordamericano ri- teriali, pubblicazioni, libri, manifesti per sa è dir poco. mane in piedi. trasmettere memoria, per diffondere co- Il problema vero è: quando arrivere- 7. L’autoritarismo cubano rimane in noscenza. mo alla resa dei conti quante di queste piedi. Ora ci troviamo ad un punto di svolta. persone prenderanno coscienza del loro 8. La Base Navale di Guantánamo Dopo un periodo di inattività dovuto alla sbaglio e sapranno porvi un rimedio? non è stata smantellata e continua ad pesante ristrutturazione dello stabile in E nel frattempo? Cosa sarà successo? ospitare una prigione internazionale seguito al cedimento di un pavimento Questa fede incondizionata nel capi- dotata di un centro di torture. al primo piano, ora stiamo riprendendo talismo, nella competizione e nel libero 9. Non basta liberare un gruppo di possesso non solo dei nostri spazi, ma mercato ci porterà ad un nuovo feudale- prigionieri, né basterebbe chiudere un anche di locali nuovi. simo dei diritti, ci stiamo dando la zappa carcere particolarmente odioso: tutte Il salone è ora in grado di ospitare sui piedi e, nell’arco istituzionale, non le prigioni del mondo devono chiudere. eventi; la cucina è stata completamente c’è nessuna forza politica che voglia far 10. Non basta nemmeno che due rinnovata nel pavimento e nelle dotazioni; emergere questo problema fondamen- Stati smobilitino la loro “guerra fredda” stiamo predisponendo i nuovi locali al tale (cosa che fa dedurre che non ci e si mettano d’accordo sopra una serie primo piano per ospitare ed organizza- sarà un’inversione di tendenza nei con- di punti: la vera riconciliazione tra la re un archivio fi nalmente consultabile e fronti di questo tema da parte della so- gente avverrà quando non ci saranno disponibile. E ci siamo impegnati nell’in- cietà civile). Le classi sociali esistono, più Stati. stallare l’impianto di riscaldamento in più gli interessi di classe sono determinanti 11. Men che meno basta sbloccare locali possibile, in modo da renderli più e spero che, prima o poi, torneremo a dei mercati affinché i possessori dei confortevoli. prenderne coscienza. mezzi di sfruttamento del lavoro altrui Inutile dire che ci siamo sottoposti ad Nel frattempo godiamoci il baratro. e della natura commercino tra loro: tale uno sforzo notevole, e non solo fi sico... sfruttamento deve scomparire subito. Molti lavori (il nuovo impianto elettrico, Gabriele Lugaro 12. Pertanto speriamo che, ora che la posa delle piastrelle in cucina, la demo- Neive - contro-informazione, all’orizzonte si intravede il possibile lizione di pareti, ecc.) sono stati garantiti politica, musica e idee. smantellamento del blocco/embargo, dalla grande generosità di compagni, Savona non solo questo si faccia tramite istan- che hanno offerto le loro competenze e ze esecutive ma che tutti i cubani e gli professionalità; delle attrezzature sono statunitensi vi prendano parte con le state messe a disposizione gratuitamen- Cuba-USA/ loro volontà. te; un frigo nuovo ci è stato regalato, ma Gli anarchici cubani Continueremo la nostra lotta contro altri lavori si possono fare solo ricorrendo dopo l’accordo tutte le dominazioni: lotta ecologista, a prestazioni d’opera. antimperialista, anticapitalista e antiau- Avrete già capito che siamo a chieder- 1. La “normalizzazione” delle rela- toritaria, in solidarietà con i compagni e vi di mettervi una mano sul cuore e l’altra zioni tra i poteri governativi degli Sta- le compagne nel resto del mondo. sul portafoglio e di inviarci un contributo ti Uniti e di Cuba dovrebbe aiutare a – qualunque esso sia – che ci aiuti a por- eliminare numerosi e antiquati impedi- La libertà senza socialismo tare a termine i lavori intrapresi e che ci

lettere 129 faccia sentire la vostra vicinanza. - nuova serratura 100 € bracciamo con affetto e tanta anarchia! Tanto per quantifi care, ecco la lista - scaffalature per archivio 1.291 € delle spese preventivate ed in parte già Per fare fronte a questi impegni lan- le compagne ed i compagni fi nanziate, almeno in piccola parte: ciamo una sottoscrizione con l’obiettivo della Federazione Anarchica - impianto di riscaldamento (salone e di raggiungere 15.000 € in un anno: Milanese locali del piano superiore) 9.000 € pranzi, concerti, iniziative varie non man- - allacciamento impianto a gas 400 € cheranno ma contiamo soprattutto su di Conto corrente bancario intestato - acquisto cucine a gas e tavoli 1.725 € voi e sulla vostra partecipazione ed il vo- a Francesco Ponticelli. Iban: IT 52 S - acquisto plafoniere e materiale elettri- stro sostegno diretto. 03599 01899 050188526465 / Bic: co per illuminazione locali 300 € Certi della vostra solidarietà vi ab- CCRTIT2TXXX I nostri fondi neri

Sottoscrizioni. Paolo Guaitani (San Giuliano Milanese – Mi) 10,00; Giuseppe Loche (Cortemaggiore – Pc) ricordando Aldo Braibanti, 20,00; Nicola Piemontese (Monte Sant’Angelo – Fg) 20,00; François Argenziano (Imola – Bo) 10,00; Fabiana Antonioli (Coassolo – To) 50,00; Enrico Calandri (Roma) 100,00; Libreria San Benedetto (Genova Sestri Ponente – Ge) 4,70; Aurora e Paolo (Milano) ricordando Amelia Pasto- rello e Alfonso Failla, 500,00; Agostino Perrini (Brescia), 20.00; Giancarlo Attena (Napoli) 100,00; Marc Rives (Firenze) 50,00; Biagio Barbaro (Sesto San Giovanni – Mi) 30,00; Gianni Pasqualotto (Crespano del Grappa – Tv) 200,00; Daniele Proietti (Piglio – Fr) per versione PDF, 4,00; Paolo Sandrone (Cherasco – Cn) 10,00; Arnaldo Androni (Vigolo Marchese – Pc) 40,00; Antonio Ciano (Gaeta – Lt) 10,00; Fabrizio Cherubini (Firenze) 10,00; a/m M. Botta (Aymavilles – Ao) parte ricavato dalla festa per Umanità Nova a Chatillon, 40,00; Laura Cipolla (Casalmaiocco - Lo) 10,00; Cristiana Pauletti (Verona) in memoria di Luigi Veronelli, 20,00; Dorotea Cerra (località non specifi cata) 25,00; Giacomo Dara (Certaldo – Fi) 10,00; Giuseppe Posteraro (Amante – Cs) 10,00; Franco Schirone (Milano) 100,00; Master Alarm (Brescia) per un abbonamento a un carcerato, 40,00; Roberto Morolli (San Giovanni in Marignano – Rn) 3,70; Cariddi Di Domenico (Livorno) 100,00; Santi Rosa (Novara) 10,00; Domenico Angelino (Sant’Antimo – Na) 10,00; Daniele Ferro (Voghera – Pv) 20,00; Loredana Palermo (Adrano – Ct) 10,00; Gianni Forlano e Marisa Giazzi (Milano) augurando buon anno ad “A”, 100,00; Mirko Giacomini (Nuvolento – Bs) 4,00; Gianlorenzo Tondelli (Castelnuovo ne’ Monti – Re) 40,00; Roberto Palladini (Nettuno – Rm) 20,00; Massimo Teti (Roma) 10,00; Angelo Zanni (Sovere – Bg) 20,00; Diego Giachetti (Torino) 40,00; Saverio Nicassio (Bologna) 10,00; Carlo Capuano (Roma) 40,00; Benedetto Valdesalici (Villa Minozzo – Re) 10,00; Antonio Pedone (Perugia) 30,00; Rino Quartieri (Zorlesco – Lo) 60,00; Daniele Noè (Dairago – Mi) 12,00: Luca Galletti (Lancenigo – Tv) 20,00; Rolando Paolicchi (Pisa) 10,00; Simone Gatti (Borgo Val di Taro – Pr) 10,00, Tommaso Regazzo (Selavazzano Dentro – Pd) 10,00; Lele Odiardo (Frassino – Cn) 20,00; Gino Perrone (Brindisi Casale) ricordando Paolo Friz, 10,00; Domenico Bevacqua (Leinì – To) 100,00; Alessandro Lelli (Gallese – Vt) 20,00. Totale € 2.193,40.

Abbonamenti sostenitori (quando non altrimenti specifi cato, trattasi di cento euro). Fabrizio Tognetti (Larderello – Pi); Nicola Casciano (Novara) 140,00; Marco Breschi (Capostrada - Pt) 200,00; Renzo Bresciani (Campi Bisenzio – Fi); Luciana Castorani (Malagnino – Cr) 500,00; Andrea Tognina (Berna – Svizzera); Gianni Pasqualotto (Crespano del Grappa – Tv); Renzo Sabatini (New Yor – Usa) 200,00; William Cattivelli (Cremona); Salvatore Piroddi (Arbatax – Og); Loriano Zorzella (Verona); Giorgio Sacchetti (Arez- zo); Milena Soldati (Francia) ricordando Paolo; Marcella De Negri (Milano); Alberto Ramazzotti (Muggiò – Mb) 150,00; Luca Magni (Monza); Aimone Fornaciari (Nattari – Finlandia); Mario Perego (Carnate – Mb) 250,00; Luca Todini (Torgiano – Pg) 150,00; Tomaso Panattoni (Coventry – Gran Bretagna); Angelo Tirrito (Palermo); Luca Denti (Oslo – Norvegia); Giancarlo Baldassi (Sedegliano – Ud); Alfredo Gagliardi (Ferrara) seconda rata abbonamento 2014, 200,00; Massimo Merlo (Lodi); Pietro Steffenoni (Lodi); Nicola Farina (Lugo – Ra); Claudio Stocco (Saonara – Pd); Ettore Valmassoi (Quero – Bl); Giancarlo Gioia (Grottammare – Ap); Loredana Zorzan (Porto Garibaldi – Fe); Giulio Zen (Gualdo Tadino – Pg). Totale € 4.190,00.

No-Tav. Sergio Quartetto (Asti) ci ha inviato 100,00 euro in solidarietà con i No-Tav. Li abbiamo girati alla Federazione Anarchica Tori- nese, da sempre impegnata nella lotta No-Tav e in particolare (anche) nella solidarietà ai No-Tav colpiti dalla repressione.

Fausta Bizzozzero è stata tra le fondatrici della nostra rivista, presente alle tante serate e nottate di progettazione che nel corso del 1970 ne prepararono l’uscita del primo numero, avvenuta poi nel febbraio 1971. Già da qualche anno attiva tra gli anarchici milanesi (ai tempi di Pino Pinelli, per capirci), Fausta è stata responsabile della nostra amministrazione negli anni ‘70 e ha fatto parte del collettivo redazionale di “A” fi no al 1989. Nel 1977 è stata tra i fondatori della Libreria Utopia – allora in via Moscova – e sua anima fi no a pochi anni fa: libraia appassionata e stimata, organizzatrice di presentazioni di libri/mostre/eventi, punto di riferimento culturale per una marea di persone, per decenni. Nel 1978 ha assunto la responsabilità legale di “A” e ha voluto mantenerla anche quando gli impegni connessi con la libreria l’hanno allontanata dalla vita redazionale. E tuttoggi, dopo 35 anni, mantiene questo suo ruolo, tra l’altro avendo sempre provveduto di tasca sua al pagamento delle quote dovute all’Ordine dei Giornalisti per poter sostenere questo ruolo. Complessivamente migliaia e mi- gliaia di euro che non sono mai stati contabilizzati né in bilancio né tra le sottoscrizioni, come pure avrebbero dovuto essere. “Colpa” della sua riservatezza. Ci fa piacere rendergliene pubblicamente grazie in questo spazio riservato ai nostri “fondi neri”. Anche se il sostegno di Fausta va ben ol- tre le fi nanze, perché – certo dopo la libreria cui ha dato anima e l’anima - “A” è sempre stata e rimane anche una sua cosa - e la sua casa. p.f.

130 lettere Nuova sede della Verona Abbonarsi A.A.A.Diffusore nire il punto-vendita oppure se lo dovremo “A” è una rivista mensile pubblicata rego- cercAsi fare direttamente noi. A voi spetta anche il larmente dal febbraio 1971. Siamo alla costante ricerca di nuovi diffusori. compito di verifi care nel corso dei mesi che Esce nove volte l’anno (esclusi gennaio, Basta comunicarci il quantitativo di copie che la rivista arrivi effettivamente (e con quale BIBLIOTECA agosto e settembre). si desidera ricevere e l’indirizzo a cui dobbia- eventuale ritardo) al punto-vendita; di comu- Una copia € 4,00 / arretrato € 5,00 / ab- mo farle pervenire. L’invio avviene per posta, nicarci tempestivamente eventuali variazioni bonamento annuo € 40,00 / sostenitore in abbonamento postale, con consegna diret- nel quantitativo di copie da spedire; di ritirare da € 100,00 / ai detenuti che ne facciano tamente all’indirizzo segnalatoci. Il rapporto (secondo gli accordi che prenderete) le copie “G. DOMASCHI” richiesta, “A” viene inviata gratis. con i diffusori è basato sulla fi ducia. Noi invendute ed il ricavato del venduto, versan- Prezzi per l’estero: una copia € 5,00 / chiediamo che ci vengano pagate (ogni due/ dolo poi sul nostro conto corrente postale. un arretrato € 6,00 / abbonamento annuo tre mesi) solo le copie vendute, ad un prezzo € 50,00. scontato (2/3 del prezzo di copertina a noi, LeAnnaterilegate 1/3 al diffusore). Non chiediamo che ci ven- Sono disponibili tutte le annate rile- IpAgamenti gano rispedite le copie invendute e suggeria- gate della rivista. I prezzi: volume triplo I pagamenti si possono effettuare 1971/72/73, € 200,00; volumi doppi tramite: 1974/75 e 1976/77, € 60,00 l’uno; vo- lumi singoli dal 1978 al 2013, € 35,00 A. Bonifi co sul conto l’uno. Per il 2012, 2013 e 2014 è stato Banca Popolare Etica - Filiale di Milano editrice A necessario (a causa del numero di pa- IBAN: gine) suddividere l’annata in due tomi, IT10H0501801600000000107397 cas. post. 17120 - Mi 67 per cui il costo è di € 70,00 complessi- BIC/SWIFT: CCRTIT2T84A vi per ciascuna delle tre annate (2012, intestato a: Editrice A - Milano 20128 Milano Mi 2013 e 2014). Sono disponibili anche i soli raccoglitori, cioé le co- B. Versamento sul nostro conto tel. 02 28 96 627 pertine delle annate rilegate (cartone corrente postale n.12552204 rigido telato nero, con incisi in rosso sul IBAN: fax 02 28 00 12 71 dorso il titolo della rivista e l’anno, con IT63M0760101600000012552204 relativo numero progressivo) al prezzo CODICE BIC/SWIFT: e-mail [email protected] di € 20,00 l’uno (per i soli 2012, 2013 BPPIITRRXXX sito arivista.org e 2014 € 40,00 perché costituito da intestato a: Editrice A - Milano 2 tomi). I prezzi sono comprensivi delle twitter @A_rivista_anarc spese di spedizione postale per l’Ita- C. Carta di credito lia; per l’estero aggiungere € 15,00 (Visa, Mastercard, Discover, Ameri- qualunque sia l’importo della richiesta. 15 novembre 2014 - L’inaugurazione della nuova sede can Express, Carta Aura, Carta Paypal). mo ai diffusori di venderle sottocosto o di re- della biblioteca ‘’G. Domaschi’’. I pagamenti a mezzo carta di credito si galarle. Spediamo anche, dietro richiesta, dei Archivioon-line possono effettuare esclusivamente dal bollettini di conto corrente già intestati per Andando alla pagina archivio.arivista.org opo quasi quindici anni passati nei sotterra- nostro sito. facilitare il pagamento delle copie vendute. si ha la possibilità di accedere all’archivio on- Dnei del circolo Pink di via Scrimiari, la Biblio- line della rivista, curato da Massimo Torsello. teca G. Domaschi / spazio culturale anarchico di D. Mediante assegno bancario PiazziamolA L’indice è in ordine numerico ed è suddivi- Verona si è trasferita e riapre in una nuova sede: o postale Oltre che con la diffusione diretta, potete dar- so per annate. Ogni rivista riporta l’elenco La Sobilla, in Salita San Sepolcro 6b, vicino a por- intestato a: Editrice A soc. coop ci una mano per piazzare la rivista in edicole, degli articoli di cui si specifi cano: autore, ta Vescovo, quartiere Veronetta. La biblioteca librerie, centri sociali, associazioni e qualsiasi titolo, pagina. Attualmente sono presenti è aperta ogni giovedì dalle 17, con possibilità E. Contrassegno altra struttura disposta a tenere in vista “A” i testi completi dei seguenti numeri: dal di consultazione e prestito e spazio distribu- Verrà aggiunto un contributo di spese ed a pagare ogni tanto le copie vendute a n. 1 al n. 101, il n. 150, il n. 156, il n. 157, il n. zioni. A seguire, fi no alle 21 e qualcosa, “I postali di € 5,00 qualunque sia l’importo voi direttamente oppure a noi. Come fare? 159, il n. 160, dal n. 162 al n. 178, dal n. 180 dell’acquisto. Voi contattate il punto-vendita, concordate il al numero scorso. giovedì de La Sobilla”: microeventi con Per spedizioni voluminose c’è la possibilità quantitativo di copie da piazzare inizialmente, mangia&bevi, voci e suoni di sottofondo. G. Stefano foto della spedizione con corriere senza nessu- ci segnalate tempestivamente nominativo ed SeAnontiarriva... na aggiunta di spese rispetto alla spedizio- indirizzo esatto del posto (cosicché, tra l’al- Il n. 394 (dicembre 2014/gennaio 2015) ne postale. Contattate la redazione. tro, noi lo si possa subito inserire nell’elenco è stato spedito in data 22 novembre 2014 che compare sul sito). Lo sconto lo decidete dal Centro Meccanografi co Postale (CMP) Info: CopiAomaggio voi: in genere le edicole chiedono il 30%, le di Milano Roserio. Chi entro il 20 del mese A chiunque ne faccia richiesta inviamo una librerie il 40%. Per noi l’importante è che non ha ancora ricevuto la copia o il pacchetto [email protected] copia-saggio della rivista. la rete di vendita di A si allarghi sempre di riviste, può comunicarcelo e noi provve- brutticaratteri.noblogs.org più. Fateci poi sapere se sarete voi a rifor- deremo a effettuare una nuova spedizione. facebook “La Sobilla” LIBERTARIA 2015 gi. Ricordiamo che questa edizione2015dell’annuario,contenenteunaventinadisag- un vero eproprio libro. Eunbellibro dioltre 250pagineèanche 2011 comerivistatrimestrale,èpoirinatanel2013annuario, la rivistanatanel1999(sottotitolo: Presso l’editore Mimesis èuscitoilsecondoannuariodi za: Libertaria,viaVitruvio 7,20124Milano nelle migliorilibrerie. E-mail:[email protected] /corrisponden- Questo annuariodi anarchico nella culturapolitica(enonsolo)dilinguaitaliana. ni redazionali, unadellecolonneportantidellarifl secolo (1946-1996)harappresentato, nellesuepurdiversegestio- in diretta continuitàeditoriale)conlarivista Libertaria Libertaria costa eranatasulleceneri(o,sepreferite, il piacere dell’utopia il piacere € 20,00euro e sitrova invendita Volontà essione disegno chepermezzo ). Chiusanel Libertaria ,

Mittente: EDITRICE A • cas. post. 17120 - Mi 67 • 20128 MILANO Mi • In caso di mancato recapito si restituisca al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa.

e Pinelli,originariamente apparsain rivista anarchica n 395 febbraio 2015

mensile • € 4,00 • febbraio 2015 • anno 45 • n. 1 • Poste Italiane Spa - Sp. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano * rivista anarchica rivista All’interno: detto anarchico toscanodifi unpostercon 395 ne ‘800 la tavola diGeorges Wolinski “Spaghetti blues” dopo Charlie Hebdo revolution 1918 proverbi apache rete “salval’acqua” potere • Novara/monumentoaldisertore • • letteradalChiapas segnalibro • posta • Anarchik • cantacronache • oscurantismo • e pubblicata nel numero 11 (marzo1972) epubblicata di Verona/biblioteca “G.Domaschi” • Kurdistan/donneinprimalinea • NoExpo • * letteradalfuturo • • esteticaedeticadeldisordine recensioni • • Milano/cadutaanarchici comunicati • premioBiancaD’Aponte • Messico/ilmassacrodiAyotzinapa • armeni • A“63” • dibattito/economia , su piazza Fontana , supiazzaFontana • • controilnucleare Bakunin/200anni • Libertaria2015 • • Mastrogiovanni Mastrogiovanni arteestoria/ • Basilicata/ • carcere • guida • A

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