Tributo a nel centenario della nascita temporale e geografico: pubblica- re la “plaquette” a , voleva Il manoscritto “proibito” dire varcare con azzardo il confine di un Paese ormai invivibile, dove e i primi documenti della lingua italiana un potere politico e dittatoriale imponeva la sua autorità con scelte La ricorrenza del centenario so condiviso di coerenza ed one- ai danni del popolo. Ben sapendo della nascita di Gianfranco Conti- stà ispirato dalla condotta del loro che la pubblicazione in Italia non ni (1912-1990) segue di poco quel- docente. La rispettosa ammirazio- sarebbe stata accolta favorevol- la del ventesimo della scomparsa1). ne veniva da lontano, cresciuta via mente, il poeta genovese dunque Anche nel 2010 l’evento si caricò di via negli studenti e ancor più raf- ne tentava l’edizione nella Svizze- uguale rilevanza: nel 1990 la mor- forzata tra il settembre e l’ottobre te di Gianfranco Contini addolo- del 1944, nei quaranta giorni in cui rò profondamente i suoi ex allievi, la passione civile e l’istituzione del- che nei mesi a seguire ne forniro- la Repubblica partigiana dell’Osso- no un ritratto puntuale, con toccan- la imposero a Contini di lasciare ti testimonianze sulle sue indiscus- Friburgo per prendere parte in Ita- se qualità di docente, di critico let- lia alle febbrili attività del Comitato terario, di filologo e divulgatore. di Liberazione Nazionale. Chi per Ripercorrendo quel 1990, le occa- ragioni anagrafiche o per diversa sioni commemorative furono mol- formazione non ha avuto il privile- te perché molti furono “i figli di gio di seguire le sue lezioni, dovrà Contini”, come titolava all’epoca necessariamente affidarsi ai “foto- un articolo di Cesare Segre2). Rac- grammi” rimasti nel fondo della colti attorno alla memoria degli coscienza di chi ne ha evidenzia- anni friburghesi, padre Giovanni to l’altezza morale. Non sarà diffi- Pozzi, Ottavio Besomi, Dante Isel- cile allora richiamare per sugge- la, Giorgio Orelli, Giovanni Bona- stione il preciso momento in cui il lumi, Romano Broggini, solo per trentunenne Contini varcò il con- citarne alcuni, resero un affettuo- fine italo-svizzero in preda all’an- so profilo dell’uomo, del docente sia, per portare clandestinamente e dello studioso che all’occorren- nell’abitazione luganese dell’avvo- za seppe assumere con vigore il cato Pino Bernasconi il manoscrit- ruolo dell’intellettuale militante in to inedito di Finisterre di Euge- difesa della libertà e della demo- nio Montale, edito nel 1943 nel- crazia. Gli allievi attinsero all’ar- la gloriosa Collana di Lugano. La chivio dei ricordi, per molti ancora ricostruzione è agevolata dal per- Finisterre è il titolo di una raccolta di poe- ben vivi, mettendo in luce la soli- sonale e legittimo compiacimen- sie composte tra il 1940 e il ’42 da Euge- da formazione umanistica di Con- to di Contini, che ne La letteratu- nio Montale, che, dimorante a Firenze, si tini negli anni in cui, a far data dal ra italiana dell’Otto-Novecento sot- sarebbe deciso alla pubblicazione di quel 1938, occupò la cattedra di filolo- tolineava con orgoglio: “Portai io suo “libruccio” nella primavera del ’43. Pensò a un’edizioncina di piccolo for- gia romanza presso l’Ateneo sviz- da stampare a Lugano, nel 1943, mato da tirare in “poche”, anzi “pochis- zero, reggendola fino al 1952. Un all’appassionato Pino Bernasconi, sime” copie, da stampare non in Italia, buon numero di pensatori, di stori- il raro fascicolo col nome di Fini- dove neppure intendeva venderla, ma ci della lingua e di valenti filologi si sterre”3). Soddisfatto della pro- a Lugano, affidandone la cura all’amico “sceriffo”, come scherzosamente chia- istruì nelle aule in cui Contini, dal- pria intercessione al punto da rite- mava l’avvocato Pino Bernasconi, allora la stessa cattedra professorale che nere che lo stesso Bernasconi gli direttore delle carceri e magistrato dei in rigorosa successione era stata avrebbe “fatto un monumento”4), minorenni. A fare da tramite fu il comune di Giulio Bertoni, di Angelo Mon- Contini era persuaso dell’autore- amico Gianfranco Contini, all’epoca pro- teverdi e di Bruno Migliorini, tene- volezza poetica e della compostez- fessore a Friburgo, a cui inviò il 21 aprile una sapida lettera che annunciava la spe- va lezione dal lunedì al mercoledì. za stilistica dell’inedita “plaquet- dizione del “fascicoletto di 15 poesie” (è Nell’evocare quegli anni gli ex- te”. Ancor prima della consegna, stata ripubblicata da Dante Isella, cura- allievi riportarono fedelmente ciò Montale gli aveva chiesto un pare- tore di Eusebio e Trabucco. Carteggio di che la permanenza a Friburgo ave- re sull’eventualità di cassare in e Gianfranco Contini, Milano, Adelphi, 1997, pp. 84-85). Così va lasciato nei recessi della loro copertina il titolo Finisterre e di al promotore della “Collana di Lugano”, mente, restituendo di quel conte- modificare il sottotitolo Versi del che allora contava già cinque titoli, riuscì sto ambientale un’idea che non si 1940-42 in Poesie del 1940-42. Il un “colpo maestro”: la stampa in edizione sposava affatto con la ricorrente buon amico suggerì di mantenere originale del nucleo poetico della futura Bufera, come ricordò lo stesso Contini aneddotica, pur gustosa e neces- il titolo di origine, che ben si pre- in una pagina commossa all’indomani saria a stemperare la commozio- stava per sovrassenso a lasciare della scomparsa di Pino Bernasconi (“Il ne; ma si legava piuttosto al sen- nel lettore l’idea di un discrimine Dovere”, , 23 aprile 1983).

33 stesso 1943, e nella stessa Colla- na che andava consolidandosi, la pubblicazione di Bandiere di car- ta di Adolfo Jenni e dell’Almanac- co letterario della Collana di Luga- no, mentre l’anno successivo vide- ro la luce Ultime cose di Umberto Saba8), Nascemmo ignari di tutto di Giannina Angioletti e Né bianco né viola di Giorgio Orelli. Oggi è più che mai dovero- so porre l’accento sulle metafore indicate da un termine così ido- neo per connotare non solo diffe- renze territoriali ma anche concet- tuali. Capo Finisterre, a circa cen- totrenta chilometri da Santiago di Compostela, è il punto estremo La storica fotografia scattata da Gino Pedroli qui riprodotta risale verosimilmente a un dell’Europa occidentale affaccia- mese invernale del 1944 o ’45. Il luogo è il giardino della casa dei Pedroli a Mendri- to sull’Oceano, visitato dai devo- sio, in località alle Banchette, all’incrocio delle strade che dal Magnifico Borgo condu- cevano a Chiasso e Lugano. Sullo sfondo è l’androne della “casina rosa”, la dépen- ti che compiono pellegrinaggi e si dance di casa Pedroli che aveva dato rifugio negli ultimi tempi del suo soggiorno tici- portano nei luoghi della spirituali- nese a G.B. Angioletti. È la testimonianza iconografica di un sodalizio letterario stretto tà per dare completezza alla loro attorno al grande professore friburghese e all’editore della “Collana di Lugano”: Gian- vita interiore. La raccolta montalia- franco Contini è accomodato sulla sdraio da giardino che lo induce quasi a sonnec- chiare, con al fianco, alla sua sinistra, Pino Bernasconi col basco. Gli altri personaggi, na uscì in piena guerra mondiale, tutti riconoscibili, sono l’allievo-poeta Giorgio Orelli, seduto alla sua destra, e, nell’or- quando si moltiplicavano gli esodi dine, Angioletti, il pittore Guido Gonzato, Amleto Pedroli, pure studente friburghese, in di chi avversava il regime figlio di Gino, e dunque padrone di casa, e infine lo scrittore di Mendrisio Pio Ortelli. di Mussolini, o dei molti israeliti L’inedita fotografia, parte di una serie scattata in quell’occasione, si conserva ancora italiani perseguitati dalle esecrabi- oggi nell’archivio del fotografo presso il figlio Ares Pedroli, che ringraziamo per aver- cela comunicata. li leggi razziali. Molti, fra di loro, i disperati a cui solo fu concesso in quegli anni di inserire un ideale ra italiana, ricorrendo alla media- sti che dall’estero lodavano quei messaggio all’interno di una botti- zione di Contini e alla sensibili- versi. Ancor meno l’Italia fascista glia lanciata in mare per invocare tà di Bernasconi, limpido intellet- ora avrebbe potuto approvare l’u- aiuto, ma che la forza delle onde tuale ticinese che avendo studia- scita di una raccolta poetica che spesso infranse proprio sullo spar- to Giurisprudenza all’Università recava in epigrafe un’allusiva cita- tiacque. Dicono i versi della lirica di Roma, dove era entrato in con- zione in lingua originale di Agrip- intitolata Su una lettera non scrit- tatto con molti esponenti di primo pa d’Aubigné, voluta da Monta- ta, inserita nella silloge luganese: piano del mondo culturale e lette- le per denunciare la protervia dei “Sparir non so né riaffacciarmi; rario italiano5), conosceva bene l’a- dittatori, traducibile senza appros- tarda / la fucina vermiglia / della sfittico clima dell’Italia fascista. Un simazione nel modo seguente: “I notte, la sera si fa lunga, / la pre- clima oppressivo di cui anche Con- principi non hanno occhi per vede- ghiera è supplizio e non ancora / tini fu vittima nello stesso anno, re queste grandi meraviglie, / Le tra le rocce che sorgono t’è giunta quando la rivista “Primato” diret- loro mani non servono più ad altro / la bottiglia dal mare. L’onda, vuo- ta da Giuseppe Bottai respinse una che a perseguitarci”7). Il proposito ta, / si rompe sulla punta, a Fini- recensione a sua firma alle Poe- di adottare come titolo per l’opera sterre”9). Finisterre e poi Lugano. sie a Casarsa dell’esordiente Pier di Eugenio Montale l’espressione L’angoscia di un rischioso passag- Paolo Pasolini, uscita invece pun- “Finisterre”, coniugando gli insiti gio di confine e poi la libertà. Il tualmente nel “Corriere del Tici- significati delle liriche con l’anelito pericolo della guerra e la sicurez- no” il 24 aprile 1943 con il titolo di alla libertà, incontrava pertanto il za data dalla neutralità territoriale. Al limite della poesia dialettale6). consenso di Pino Bernasconi, che Di questo era pienamente coscien- Mirando al centralismo linguisti- nella Collana di Lugano fece usci- te il poeta di Ossi di seppia, che in co nazionale, l’orientamento cultu- re dai torchi della Società Anoni- una lettera del 29 novembre 1965 a rale del governo non incoraggiava ma Successori Mazzuconi la sillo- Silvio Guarnieri, scriveva: “...il tito- la produzione di testi poetici in dia- ge in centocinquanta copie nume- lo Finisterre è usato nel senso più letto. Né il regime poteva vedere rate, finite di stampare a Luga- ampio e ambiguo (la guerra reale di buon occhio l’insubordinazione no il 24 giugno 1943, “nel giorno e cosmica)”10); cosciente lo stesso di un friulano ventunenne propen- di San Giovanni”, come si legge Bernasconi, che aiutò gli esuli e i so a rivalutarne i contenuti, soste- testualmente nelle note tipografi- profughi italiani in qualità di pre- nuto per di più da filologi e lingui- che conclusive. Seguirono nello sidente dell’Associazione pro rifu-

34 giati politici. Cosciente ne era infi- ne Gianfranco Contini, quando nel maggio 1943 consegnò a Pino Ber- nasconi il manoscritto di Monta- le, non dichiarato alla frontiera e mescolato ai suoi effetti personali per farlo passare inosservato. L’an- no successivo Contini seppe dare prova della stessa coerenza e del- la stessa onestà intellettuale con il decisivo apporto alla costituzione della Repubblica dell’Ossola e con il ruolo di rappresentante del Par- tito d’Azione in seno al Comitato di Liberazione Nazionale11). Si resta pertanto sorpresi ap- prendendo che lo scorso anno eBay ha posto in vendita sulla pro- pria rete telematica – con una base d’asta di ottanta franchi, ma in bre- ve tempo rimontata a millenove- centoventi –, un esemplare nume- A chiudere alle due estremità l’infilata dei letterati in posa davanti alla macchina del rato della prima edizione luganese valente fotografo Christian Schiefer (i lettori del “Cantonetto” già conoscono la fotogra- di Finisterre. Senza voler critica- fia, resa nota per la prima volta dalla nostra rivista nel n. 3 del 1981, p. 87; ma l’o- re le leggi di mercato, la preziosi- riginale purtroppo non si conserva nel fondo fotografico Schiefer presso l’Archivio di Stato di Bellinzona) sono Gianfranco Contini a sinistra e Pino Bernasconi a destra. A tà dell’edizione è da ascrivere anzi- loro si accompagnano Basilio Biucchi (in piedi), Piero Bianconi, Renato Regli, Fran- tutto ai significati etico-cultura- cesco Chiesa e G.B. Angioletti: siamo verosimilmente al 13 febbraio 1943, in occa- li dell’operazione editoriale voluta sione dell’assegnazione da parte di quella qualificata giuria, al Grand Hôtel Palace, del da Pino Bernasconi a partire dagli neonato Premio Lugano di Letteratura, vinto quell’anno da Felice Filippini autore del romanzo Signore dei poveri morti. È l’epoca in cui Montale, da Firenze, stava per predi- anni Quaranta. La difesa del libe- sporre la stampa della sua raccolta poetica Finisterre, poi fatta uscire di lì a poco di sop- ro pensiero, l’aiuto offerto a quanti piatto dall’Italia per essere affidata ai due principali promotori del rinnovamento cultu- nella vicina Italia pativano le coer- rale del Cantone Ticino, Contini e Bernasconi. Di quella straordinaria stagione di cultura cizioni del Fascismo, portarono e arte dà conto il catalogo della mostra Ticino 1940-1945. Arte e cultura di una nuova con naturalezza Pino Bernasconi generazione, a cura di Simone Soldini, con la collaborazione di Fabio Soldini, Mendrisio, Museo d’arte, 2002: qui tra l’altro è compreso un compendio di lettere scambiate da a farsi promotore di iniziative cul- Contini con Pino Bernasconi in quegli anni. turali nella vicina Lugano dove, al contrario dell’Italia, era ampiamen- te garantita ogni facoltà di espres- su La mentalità giovanile di Vin- anche l’occasione per sperimen- sione. E ancor più inestimabile ci cenzo Gioberti e di altri contribu- tare nei suoi seminari l’efficacia pare il quaderno ove si conside- ti apparsi nella “Rivista Rosminia- di una metodologia innovativa. La ri le fortunose modalità con cui na”12), vi insegnò italiano, latino e cosiddetta “critica della varianti” Gianfranco Contini, docente a Fri- arti dal 1923 al 193013). Per Conti- fece da pungolo ai rifugiati italiani burgo, introdusse il manoscritto in ni la strada era quindi spianata fin e agli studenti italofoni, favorendo Svizzera destinandolo alla stampa. dalla gioventù. Ma non così scon- aperture di cui molti seppero di lì Privilegiare le istituzioni scola- tata, se dalla laurea conseguita a a poco giovarsi come specialisti e stiche della Confederazione e pro- Pavia nel 1933 alla partenza per cultori della materia. Nella Svizze- lungare il suo incarico a Friburgo, Friburgo nell’ottobre del 1938, ra non inquinata da capziose idee fu giustappunto per Contini un’e- ebbe un periodo di noviziato in cui nazionaliste, Contini si avvalse del- sigenza di ordine etico. Un piede testò la sua vocazione all’insegna- la sua cultura per valorizzare non oltre confine l’aveva sempre avu- mento entrando di ruolo al Liceo solo talenti letterari come il gio- to, e non solo per la vicinanza geo- classico di Perugia e perfezionan- vane Pier Paolo Pasolini, ma arti- grafica alla frontiera elvetica dalla do nel contempo a Parigi gli studi sti migrati in Ticino come Mari- natìa Domo, ma anche per la pro- sulla letteratura italiana delle ori- no Marini, presentando nel 1944 fessione del padre Riccardo, fun- gini. Se per Giuseppe Billanovich, le sue Vingt sculptures nella Col- zionario delle Ferrovie Svizzere. Attilio Momigliano, Paolo Arcari e lana di Lugano14); o come Guido Si aggiunga poi che gli anni lice- Arrigo Castellani la docenza pres- Gonzato, pittore nato in provincia ali presso il Collegio Mellerio- so l’ateneo elvetico che per pri- di Verona ma trapiantato giovanis- Rosmini di Domo furono marca- mo istituì una cattedra di italiano, simo in Ticino e di cui Contini si ti dalla presenza del ticinese Lui- fu concepita come volontario esi- occupò nel 1947, vergando pagi- gi Antognini, originario di Magadi- lio, per il ventiseienne Contini il ne che nel 1952 Giuseppe Unga- no: autore nel 1926 di uno studio trasferimento a Friburgo diventò retti apprezzò: “Di questo secon-

35 do merito dell’‘aitante Verone- Pavia. La sua diligente formazione raccogliendo poi il risultato dei se’, Gianfranco Contini ragionò in proseguì poi a Parigi, dove fu allie- suoi metodici studi nella celebre versi e alle sue parole non altro ci vo del filologo romanzo Joseph edizione sulla letteratura in volga- sarebbe da aggiungere se non che Bédier, iniziatore di un nuovo re del Duecento20). Le ricerche dimostrano quanto ad ottimo criti- metodo di allestimento dei testi sull’argomento riconducono ad un co dia luce sentirsi poeta”15). Quan- critici che da lui prese il nome, e felice intreccio fra letteratura, arte do nello stesso 1952 Contini lasciò frequentando al tempo stesso il e gusto per l’antico, accentuate in la Svizzera per la docenza fiorenti- noto provenzalista Clovis Brunel e un atemporale rapporto fra Gian- na, i rapporti con il Ticino non si Georges Millardet, studioso dei franco Contini e i fratelli Papafava interruppero: collaborazioni con dialetti insulari italiani e delle arti- – da cui deriva il nome del Fram- l’“Archivio Storico Ticinese”16), colazioni linguali risalenti alla mento –, possessori del documen- con “Scuola ticinese” e “Il Dove- dominazione cartaginese in Sicilia. to nel periodo che intercorre fra la re”, si registrano ancora tra il 1961 Determinanti furono i contatti con scoperta e la successiva vendita al e il 1979. Nel gioco delle etichette Paul Valéry, che allo studio scienti- Museo patavino. In un momento in “letterarie” con cui talvolta si infar- fico del linguaggio dava spessore cui scritture, pergamene e misteri ciscono per sfizio le storie biogra- esistenziale, tanto da suggerire a legati a grafie da decifrare, fanno fiche, nel 1961 coniò per l’ex-allie- Contini gli elementi costitutivi del- galoppare la mente dei lettori affe- vo Giorgio Orelli la simpatica defi- la critica delle varianti. Ponendo in zionati al Codice da Vinci, il tangi- nizione di “toscano del Ticino”, relazione l’interessamento per i bile Frammento è la dimostrazione riferendosi alla sua raccolta di rac- contemporanei con il progredire di quanto più verosimile e intrigan- conti Un giorno della vita17). Con delle ricerche sui documenti della te sia lo studio dei documenti delle altrettanta naturalezza padre Gio- letteratura delle origini, un modo origini, se condotto con il deside- vanni Pozzi, già promettente negli per evidenziare l’acribia filologica rio di far luce sulle varianti della anni friburghesi, in un denso con- e la competenza di Contini è certa- lingua italiana. Piace infatti consta- tributo del 1986 apostrofò il mae- mente quello di soffermarci a tito- tare come le carte vivano quando stro nel modo a lui più gradito e lo di esempio su un suo peculiare gli uomini le fanno vivere, conser- congeniale, ribattezzandolo con campo di indagine. In quegli anni vandole o dandole in luce per un esplicita intenzione “Gianfranco conseguì buoni risultati negli studi vivificante riguardo nei confronti Contini italiano svizzero”18). di filologia romanza e di stilistica, della storia. L’analisi attenta di Se, come abbiamo rilevato, conducendo accurate ricerche su quelle carte da parte degli studiosi Gianfranco Contini lega il suo un documento importante ai fini diventa così parte integrante di un nome ad alcune qualificate perso- dell’analisi delle strutture poetiche iter conoscitivo in cui le valenze nalità del Novecento con cui delle origini. Di altri – e molti – culturali si intersecano con le dina- instaurò rapporti di amicizia, stima documenti si occupò Contini, ma miche sociali delle nuove genera- e collaborazione, da Bruno Miglio- qui si vuole far risaltare l’attenzio- zioni. Con impegno, uomini di stu- rini a Giulio Einaudi, da Roberto ne riposta dallo studioso di Domo- dio e di grande dottrina hanno Longhi ad Eugenio Montale, da dossola per un frammento che ci saputo tradurre e riproporre i cli- Pier Paolo Pasolini a Marino Mari- permette a distanza di ricostruire mi socio-culturali del passato, ni, diede prova nel contempo di lo spostamento del gusto in perio- anche del più remoto, muovendo saper orientare le proprie riflessio- di diversi, ed accidentati, della dalla tradizione di chi li aveva pre- ni in direzione di ambiti culturali nostra storia, sia in termini estetici ceduti, e in alcuni casi, come fu per distanti dalla contemporaneità. A che letterari. Rispetto al documen- Gianfranco Contini, perseguendo lui si devono importanti saggi e to in questione, l’excursus dell’e- l’obiettivo di perfezionare le meto- approfondimenti sulla letteratura splorazione appare ampio e per- dologie di approccio alle fonti. La italiana delle origini, maturati ed corre quasi tutte le epoche, dal lunga frequentazione degli istituti evoluti nel periodo in cui fu docen- Duecento ai giorni nostri, fino ad e dei circoli culturali elvetici, pro- te di filologia romanza a Friburgo. un recente ritrovamento di cui ha dusse in lui passioni stimolanti, Su basi salde aveva avviato una dato conto nel 2003 Emilio Lippi, convogliate poi in studi accreditati. ricerca sulle fonti durante il perio- studioso e dirigente del Settore Se fino al 1953, anno in cui rientrò do universitario pavese, concluso Biblioteche e Musei di Treviso. Si in Italia per accettare la docenza brillantemente nel 1933 con una tratta della Cantilena di una fem- presso l’Università di Firenze, tesi sulla vita e l’opera di Bonvesin mina che piange suo marito ch’era Contini dispensò il suo sapere ai de la Riva, studi confluiti di lì a lontano per occasione delle Crocia- giovani del luogo e ai molti esuli qualche anno in specifiche edizio- te, o Lamento della sposa padova- italiani rifugiati in Svizzera nel ni19). Né si può tacere l’impulso na, ma meglio conosciuto come periodo bellico21), gli interessi per ricevuto da quel validissimo docen- Frammento Papafava. Del testo la filologia romanza e medievale, te che fu Santorre Debenedetti, poetico contenuto nella pergame- coltivati già nel periodo preceden- guida preziosa nel periodo imme- na, ora conservata alla Biblioteca te al 1938 e sfociati in pubblicazio- diatamente successivo alla laurea, del Museo Civico di Padova, Gian- ni con case editrici e riviste france- quando a Torino Contini perfezio- franco Contini si occupò negli anni si22), crebbero e si alimentarono nò nel 1934 gli studi intrapresi a del lungo soggiorno in Svizzera, proprio durante gli anni friburghe-

36 Il ritratto di Francesco e Alessandro Papafava, primi proprietari del Frammento Papafava, fu dipinto dalla grigionese Angelika Kauffman nel 1803 (si conserva a Padova, collezione Papafava). Nata a Coira nel 1741 e scomparsa a Roma nel 1807, la Kauffman dotò il qua- dro di valenze scenografiche intese come proiezione della corale sensibilità per il recupero dei classici. Un gusto per l’antico da cui, in ambito squisitamente filologico, si sentirà investito anche Gianfranco Contini nel corso delle ricerche sulla letteratura delle origini. Gli esiti delle sue accurate investigazioni sul Frammento, conservato dal 1937 presso la Biblioteca del Museo Civico di Padova, furono pubblicati in Poeti del Duecento. Poesia didattica del Nord. Poesia ‘popolare’ e giullaresca, a cura di G. Contini, vol. I, t. II, Milano- Napoli, Riccardo Ricciardi Editore, 1960, pp. 803-809. Indicata prima dell’acquisto da parte dei Papafava con la designazione di Can- tilena di una femmina, che piangeva suo marito lontano per occasione delle Crociate o di Lamento della sposa padovana, la perga- mena si compone di due elementi cuciti insieme: il maggiore misura mm 384 e il minore, sul verso del quale è vergato il componi- mento, misura mm 140. È custodita a Padova, Biblioteca del Museo Civico, segn. B.P. 4781. si23), culminando nel 1960 nella femmina che piange suo marito tito in Museo, Archivio e citata edizione ricciardiana sui ch’era lontano per occasione delle Biblioteca; ma contrariamente a poeti del Duecento, strumento cri- Crociate, e desumendo il titolo quanto riportato dalla più recente tico e bibliografico di eccellenza. direttamente dal soggetto del com- bibliografia, non si tratterà di La perizia e la conoscenza della ponimento25). Le alterne vicende donazione, bensì di vendita della materia supportarono l’analisi del tempo e l’imperizia degli uomi- pergamena per la somma di lire scrupolosa dei testi risalenti agli ni, fecero sì che per oltre set- 21.000, poi collocata nelle raccolte albori della nostra lingua poetica, tant’anni il frammento fosse poi con segnatura B.P.478127). Volendo rintracciati in molti casi all’interno sottratto all’esame degli studiosi, qui adempiere ad un necessario di atti notarili o inseriti in scritture perché ceduto nel 1810 alla nobile aggiornamento sullo studio del legali di vendita e acquisto, a voler famiglia Papafava dei Carraresi di documento, diremo che in tempi riempire, in una sorta di “horror Padova, che lo acquistò per duemi- più recenti Contini ebbe occasione vacui”, gli spazi vuoti di carte pro- la ducati includendolo nel proprio di visionare la riproduzione foto- tocollari che diversamente sareb- archivio privato insieme alla tra- grafica di un ritrovato frammento bero rimasti inutilizzati. Nella scrizione e al commento del Bru- manoscritto, che pur nella diversa “poesia didattica del Nord” Contini nacci. Solo più tardi, nel 1888, fu intitolazione aveva un’indubbia incluse a pieno titolo il Frammento riscoperto da Vittorio Lazzarini, pertinenza con il precedente28). Papafava, di cui fece emergere tut- ma l’anno seguente fu Francesco Ma volendo altresì essere fede- ta la pregnanza elegiaca24). Cono- Novati a rinominare il documento li all’assunto già espresso in pre- sciuto dagli studiosi con diverse come Frammento Papafava26), in cedenza, secondo cui i temi inda- intitolazioni, il poemetto duecente- onore della famiglia che lo aveva gati da Contini furono di incita- sco si apre con la mestizia non custodito intatto, preservandolo mento a studi più funzionali sul- velata di una donna che vive la dalle mani rapaci e inesperte dei le variazioni estetiche del poetare, potenza del suo amore per il mari- raccoglitori di anticaglie dell’epo- sia qui consentita una divagazione to lontano, un coraggioso crociato ca. Occorrerà attendere tre gene- che ci allontana momentaneamen- imbarcatosi per la Terra Santa. Se razioni prima che il documento te dal Nostro e ci avvicina ai fra- il tema dell’amore lontano è antico possa entrare a far parte dei mate- telli Papafava, per poi ricondurci a quanto il male del mondo, curiosa- riali storico-documentari conser- lui attraverso una riconsiderazione mente fu il sacerdote Giovanni vati al Museo Civico di Padova. dei suoi ambiti culturali, solo appa- Brunacci a scoprire il documento, Sarà Novello Papafava dei Carrare- rentemente differenziati da quel- pubblicandolo nel 1759 – quattor- si (1899-1973), pronipote di Fran- li rinsaldati a Friburgo. Dobbiamo dici anni dopo averlo rintracciato cesco Papafava, a cedere il Fram- riconoscere il merito alla grigio- presso l’archivio dei monaci di mento all’istituto culturale patavi- nese Angelika Kauffman se oggi Praglia – come Cantilena di una no nel luglio 1937, all’epoca tripar- disponiamo della fisionomia degli

37 ultimi possessori della pergame- ti lasciati da uomini illustri31), va de Divagazioni continiane, Fran- na. Ritratti nel 1803, sette anni pri- detto che quattro lettere inedite di co Contorbia Su Contini politico, ma dell’acquisizione del documen- Vincenzo Monti furono pubblicate Giancarlo Breschi su La filologia di to, i due fratelli Alessandro e Fran- in occasione delle nozze di Alberto Gianfranco Contini, Carlo Carena cesco Papafava sono colti con sin- Papafava con Margherita Cittadel- su Il professore Contini a San Qui- rico e Silvano Ragozza su Gianfran- golare naturalezza nella loro casa la Vigodarzere. L’autore dei “nup- 32) co Contini e le lingue “speciali”: dal padovana, càmpiti in uno sfondo tialia” Grazio Ronchi pubblicò gergo degli emigranti verzesi al lin- dove colonne e tempietti ci dico- le quattro lettere del poeta roma- guaggio pascoliano. no di un nuovo e sempre più dif- gnolo, esponente del neoclassici- 2) Cesare Segre, Un grande maestro. fuso gusto per il neoclassicismo29). smo in Italia, quale omaggio augu- Tanti figli di Contini, “Corriere del- Guardando la tela, ne sappiamo di rale per i giovani sposi e in osse- la Sera”, 10 marzo 1990. più sui fratelli Papafava di quan- quio alle propensioni per il colle- 3) Cfr. Gianfranco Contini, La lettera- to ne potremmo sapere sfoglian- zionismo dei Papafava. Fatto è che tura italiana dell’Otto-Novecento, do repertori e registri anagrafici. la professione dei due Papafava e Milano, Rizzoli, 1998, p. 348. Grazie a quei tratti e all’impiego di gli agi della condizione economi- 4) Cfr. in proposito Giulio Nascimbe- ni, Le parole di Montale al tempo tinte delicate, i due fratelli ci paio- ca, permisero loro di tramanda- della bufera, “Corriere della Sera”, no immersi nelle loro suggestioni re uno dei documenti più rilevanti 14 maggio 2003, p. 37. intellettuali, appena distratti dalla dell’italiano antico. La conseguen- 5) Sulla figura e l’attività culturale di presenza della pittrice nella stan- za tutta positiva di quella tutela, Pino Bernasconi, cfr. Fabio Soldi- za, ma pronti a riprendere le loro è che nel disegno intellettuale ed ni, Rapsodia elvetica. Un testo “tici- occupazioni. È un episodio di vita educativo di Gianfranco Contini il nese” di , in Di selva ordinaria, in cui l’artista di Coira Frammento risponderà più tardi in selva. Studi e testi offerti a Pio manifesta un ardente entusiasmo alle caratteristiche necessarie per Fontana, a cura di Paolo Di Stefa- per l’antico, insieme alla sua perso- l’elaborazione di una rimoderna- no e Giovanni Fontana, Bellinzo- nale adesione ai temi allegorici dei ta idea della storia letteraria. Con- na, Edizioni Casagrande, 1993, p. 274. Rendono piena giustizia alla primi anni del secolo. Quella pene- seguenza ancor più diretta sul pia- memoria di Bernasconi le pagine trante consapevolezza emerge dal- no sociale, fu un maggior avvicina- di Mario Agliati, Il tempo e le ope- la precisione analitica con cui sono mento alle discipline umanistiche re della “Collana di Lugano”, “Bloc resi i numerosi oggetti affastellati da parte degli studenti del Ticino notes”, n. 43, giugno 2001, pp. 9-19, sul tavolo: la stanza è popolata di e dei Grigioni, che all’Università di così come nello stesso numero del- figure e di cose che vanificano la Friburgo ebbero riferimenti cultu- la rivista appaiono densi e signi- contemporaneità della Kauffman e rali e linguistici precisi. Anni “epi- ficativi i contributi di Ugo Frey, dei disinvolti Papafava, calati sen- ci” in cui un preparato docente di Amleto Pedroli, Giordano Castel- za inquietudine in una dimensio- nome Gianfranco Contini, all’inter- lani, Pier Giorgio Conti, Giuseppe ne ellenizzante. Uno dei due visio- no della stessa Università si divi- Curonici, Gilberto Isella, Jean-Jac- na una vecchia carta planimetrica, deva con passione fra il manoscrit- ques Marchand, Mario Martelli e Sergio Pautasso, che da angolazio- raccolta con altre in una carpetta to “proibito” di Eugenio Montale e ni diverse rievocano il periodo del- della quale sembra piuttosto gelo- i primi documenti della lingua ita- la Collana di Lugano voluta da Pino so, perché la richiude, appoggian- liana. Bernasconi; cfr. inoltre di Giusep- dovi sopra il braccio, mentre è in pe Muscardini, Pino Bernasconi, posa per il ritratto. L’altro è inten- Giuseppe Muscardini parole che svelano il cuore, “La Rivi- to nella lettura di un libro; lo tiene sta del Mendrisiotto”, n. 4, agosto poco distante dal viso per decifrar- 2010, p. 56. ne la fitta grafia manoscritta. Pre- 1) Nell’ambito delle iniziative promos- 6) Gianfranco Contini, Al limite della ludio alla vicina acquisizione del- se per il ventesimo della scompar- poesia dialettale, “Corriere del Tici- la pergamena, o semplice confer- sa, il 4 febbraio 2010 l’Università no”, 24 aprile 1943. Sul rapporto fra Contini e Pasolini, si veda di Loren- ma di una seduzione esercitata in di Pavia ha dedicato una giornata alla memoria dello studioso, orga- za Bizzotto, Confessione tra lettera- lui dalle carte consunte dai seco- nizzando presso l’Aula goldoniana tura e ‘referto’. Il carteggio Pasolini- li? “Diligenza e voluttà”, potremmo del Collegio Ghislieri – frequenta- Contini, “Nuova antologia”, 1995, dire parafrasando una nota intervi- to in gioventù da Contini – il con- n. 2196, pp. 246-256. sta di Ludovica Ripa di Meana a vegno Contini e la cultura contem- 7) Cfr. Les Tragiques par Théodore Gianfranco Contini30). Due qualità poranea, nel corso del quale sono Agrippa D’Aubigné. Nouvelle édi- morali che appartengono di fatto intervenuti Piero Gelli, Guido Luc- tion, revue et annotée par Ludo- a tutti coloro a cui preme il passa- chini, Aldo Mastropasqua, Clelia vic Lalanne, Paris, chez P. Jannet, to, vettore indispensabile nel fati- Martignoni e Maria Antonietta Gri- 1857, p. 70, dove la citazione ripre- coso percorso che si compie quan- gnani. Rispettivamente il 18 mar- sa da Montale è resa integralmen- te in lingua originale: “Les prin- do si tenta di capire il presente. E a zo e il 23 aprile, Domodossola ha ricordato il suo illustre concittadi- ces n’ont pas d’yeux pour voir ces testimonianza della vocazione col- no con due giornate di studio intito- grand’s merveilles; quand tu vou- lezionistica della famiglia Papafa- late Incontri con Gianfranco Conti- dras tonner, n’auront-ils point d’o- va, e del piacere derivante dal rac- ni. 1912-1990, dove hanno preso la reilles? Leurs mains ne servent cogliere e decodificare documen- parola Raffaele Fattalini, con sapi- plus qu’a nous persecuter; ils sont

38 tout pour Satan, et rien pour te por- aveva insegnato lettere un giova- Contini, in Su/Per Gianfranco Con- ter”. ne docente di Magadino, che poi tini, “Filologia e Critica”, 15, 1990, 8) Cfr. in proposito Andrea Paganini, tornò sul lago e, dopo un periodo pp. 185-190; Regula Feitknecht- Le ‘ultime cose’ svizzere di Umber- a Stresa, viveva a Magadino”. Altra Giovanni Pozzi, Italiano e Italiani a to Saba, “Rivista di letteratura ita- testimonianza è riportata da Brog- Friburgo. Un episodio di storia lette- liana”, 2008, XXVI, 2-3, pp. 105- gini nelle stesse pagine: “Quando, raria all’estero, Fribourg, Éditions 108, numero monografico edito a nell’ottobre del 1944, iniziai la rego- Universitaires, 1991, pp. 19-61; Giu- cura di Giorgio Baroni per gli atti lare frequenza al seminario di filo- seppe Billanovich, Carlo Dionisot- del convegno internazionale Saba logia romanza a Friburgo (che ter- ti, Giovanni Pozzi, Maestri italiani extravagante, svoltosi a Milano il minerà coll’assistentato del 1951) a Friburgo (da Arcari a Contini e 14-16 novembre 2007. lo stesso Contini, incontrandomi in dopo), Locarno, Dadò, 1998; Gio- 9) Cfr. Eugenio Montale, Finisterre. corridoio, mi ricordò il suo docente vanni Pozzi, Dittico per Contini, in Versi del 1940-42, a cura di Dante di lettere a Domo, Luigi Antognini, Alternatim, Milano, Adelphi, 1996, Isella, Torino, Einaudi, 2003, pp. e mi disse della sua riconoscente pp. 526-574; Dante Isella, Friburgo 9-11. amicizia”. Un particolare ringrazia- ’44-’45, in Studi di filologia medie- 10) Cfr. Lorenzo Greco (a cura di), mento al Prof. Raffaele Fattalini, a vale offerti a d’Arco Silvio Avalle, Montale commenta Montale, Par- cui devo la trascrizione di essenzia- Milano-Napoli, Ricciardi, 1996, pp. ma, Pratiche, 1990, p. 57. li resoconti sulla vita culturale del 175-183. Per la collaborazione con 11) Si rimanda in proposito al volume Collegio Mellerio-Rosmini ai tempi il quotidiano ticinese “Il Dovere” Dedicato a Contini, Atti dell’incon- in cui era frequentato da Gianfran- (nel supplemento Cultura e azione) tro Gianfranco Contini e la Giun- co Contini. e con altri periodici ticinesi quali ta provvisoria di Governo dell’Osso- 14) Si veda Vingt sculptures de Mari- “Corriere del Ticino”, “Belle Lette- la (settembre-ottobre 1944), Domo- no Marini presentés par Gianfran- re”, “Libera Stampa” e “Ragioni cri- dossola, Teatro Galletti, 2 febbraio co Contini, vol. n. 11 dei “Quader- tiche”, cfr. Pagine ticinesi di Gian- 2000, estratto da “Almanacco Stori- ni della Collana di Lugano”, Luga- franco Contini, cit.; Ottavio Beso- co Ossolano”, Domodossola, Gros- no, 1944. mi, Contini e il Ticino, in Riuscire si, 2000, che contiene il contribu- 15) Cfr. Le voci tragiche di Guido Gon- postcrociani senza essere anticrocia- to di Renata Broggini, Gianfran- zato, a cura di Giuseppe Ungaretti, ni. Gianfranco Contini e gli studi co Contini dall’impegno per i rifu- Edizioni del Milione, Milano, 1952, letterari del secondo Novecento, Atti giati militari italiani a Friburgo p. 3. del convegno di studio (Napoli, 2-4 alle “Pagine Ticinesi” (1943-45), pp. 16) Cfr. Gianfranco Contini, Modernità dicembre 2002), a cura di Ange- 33-46. e storicità di Carlo Salvioni, “Archi- lo Raffaele Pupino, pp. 23-32. Per 12) Cfr. Luigi Antognini, Rosmini intro- vio Storico Ticinese”, 1961, pp. un inquadramento del più genera- dotto in una discussione tra neosco- 209-218, poi in Altri esercizî (1942- le ambito di indagine di Gianfranco lastici (astrazione e concretezza), 1971), Torino, Einaudi, 1972, pp. Contini in rapporto alla sua ampia “Rivista Rosminiana”, 1921, uni- 325-336. produzione letteraria e scientifica, co, pp. 39-48; Id., L’impostazione 17) Giorgio Orelli, Un giorno della vita, si rimanda a L’opera di Gianfranco rosminiana del problema gnoseolo- Milano, Lerici, 1960. Contini. Bibliografia degli scritti, a gico, ivi, 1923, unico, pp. 6-11; Id., 18) Giovanni Pozzi, Gianfranco Conti- cura di Giancarlo Breschi, Firenze, Sull’impostazione rosminiana del ni italiano svizzero, in Pagine tici- Edizioni del Galluzzo, 2000. problema gnoseologico, ivi, 1925, nesi di Gianfranco Contini, a cura 22) Cfr. Gianfranco Contini, recensio- I, pp. 65-67; Id., La tendenza lette- di Renata Broggini, Lugano, Salvio- ne a Testi volgari anteriori al Due- raria del Gioberti, ivi, 1925, IV, pp. ni, 1986, pp. 261-269. cento, a cura di Angelo Montever- 268-275; Id., La tendenza filosofica 19) Cfr. Gianfranco Contini, Cinque vol- di, “Revue des langues romanes“, del Gioberti, ivi, 1926, I, pp. 35-49; gari di Bonvesin Da La Riva, Socie- tome LXVII, sèrie 7, XIII-XXIV, jan- Id., Sulla natura della conoscenza, tà Tipografica Modenese Editrice vier-décembre 1934, pp. 159-162; ivi, 1926, III, p. 297; Id., Sul concet- in Modena, 1937 e Le opere volga- Id., Sept poesies lyriques du trouba- to rosminiano di sentimento fonda- ri di Bonvesin de la Riva, a cura di dour Bertrand Carbonel de Marseil- mentale, ivi, 1928, 3, pp. 239-247. Gianfranco Contini, Roma, Società le, Toulouse, Privat, 1938. 13) Cfr. 1837-1937. Collegio Mellerio- Filologica Romana, 1941. 23) Alessandro Martini, Contini, Gian- Rosmini Domodossola. Ricordi e 20) Si veda Poeti del Duecento. Poesia franco, in Dizionario storico della documenti, Milano, Edizioni Alfie- didattica del Nord. Poesia ‘popola- Svizzera, t. 3, Locarno, Dadò, 2004, ri, 1938, p. 296; Memorie Centena- re’ e giullaresca, a cura di Gianfran- p. 596. rie del Collegio Rosmini. Domodos- co Contini, vol. I, t. II, Milano-Napo- 24) Tolta la primissima notizia fornita sola 1873-1973, a cura di Giuseppe li, Riccardo Ricciardi Editore, 1960, da Giovanni Brunacci sulla Canti- Airaudo et al., Bisate di Crevolados- pp. 803-809. lena di una femmina, che piange- sola, Industria Grafica ossolana, 21) Sul periodo svizzero di Gianfranco va suo marito lontano per occasio- 1974, e la testimonianza di Roma- Contini, si rimanda a Giovanni Poz- ne delle Crociate, pubblicata nelle no Broggini, Presentazione al volu- zi, Gianfranco Contini italiano sviz- Novelle letterarie, t. VII, Numero me Gianfranco Contini. Domodos- zero, cit.; Romano Broggini, Ricor- 18, Firenze, 6 maggio 1746, p. 286, sola entra nella storia e altre pagine do di Gianfranco Contini, “Verba- si rinvia al recente studio di Emilio ossolane e novaresi, Domodossola, nus”, 11, 1990, pp. 13-24; Ottavio Lippi, Un nuovo frammento del poe- Grossi, 1995, pp. IX-X, dove si leg- Besomi, Mit Lust und Fleiss. Zur metto veneto duecentesco sulla ‘bona ge: “Per noi locarnesi, Domodosso- Erinnerung an Gianfranco Contini, çilosia’, in Id., Contributi di filolo- la era qualcosa di noto: la fine del- “Neue Zürcher Zeitung”, n. 190, 5 gia veneta, Treviso, Edizioni Anti- la Centovallina e il Collegio Rosmi- febbraio 1990; Id., Introduzione alla lia, 2003, pp. 13-45. ni, ove, fra gli anni 1925 e 1929, giornata zurighese: come lavorava 25) Sulla figura e l’opera di Giovan-

39 ni Brunacci, storico e sacerdote di Monselice, si rimanda alla voce curata da Marina Zorzato in Dizio- nario biografico degli Italiani, XIV, Roma 1972, pp. 518-523. 26) Cfr. Francesco Novati, Il frammen- to Papafava, “Giornale Ligustico di archeologia, storia e letteratu- ra”, XVI, 1889, fasc. 5-6, p. 219 ss., poi in Attraverso il Medio Evo, Bari, Laterza, 1905, pp. 211-233; Id., Il frammento Papafava ed i suoi rap- porti colla poesia erotico-allegori- ca del secolo decimoterzo, Genova, Tipografia dell’Istituto Sordomuti, 1889; si veda inoltre la precisazione di Contini in merito all’intitolazione assegnata al poemetto dal Novati, in Poeti del Duecento, cit., p. 803. 27) Cfr. Registri degli Ingressi del Museo Civico di Padova, 7 luglio 1937, n. inv. 160814. 28) Cfr. Emilio Lippi, Un nuovo fram- mento, cit., mentre sul riconosci- mento da parte di Contini cfr. Gian- franco Contini, Frammenti di filo- logia romanza. Scritti di ecdotica e linguistica (1932-1989), a cura di Giancarlo Breschi, Firenze, Edizio- ni del Galluzzo, 2007, 2 voll., vol. I, p. 175. 29) Si veda Tracciati del femminile a Padova: immagini e storie di donne, a cura di Caterina Limentani Vir- dis, Mirella Cisotto Nalon, Padova, Il Poligrafo, 1995, p. 198, scheda n. 64. 30) Cfr. Diligenza e voluttà. Ludovi- ca Ripa di Meana interroga Gian- franco Contini, Milano, Mondadori 1989. 31) Non va qui sottaciuta la compe- tenza del Contini storico dell’arte, disciplina che solo apparentemente esulava dalla sfera dei suoi interes- si, come si può agevolmente verifi- care leggendo il discorso comme- morativo per Roberto Longhi tenu- to all’Accademia dei Lincei di Roma il 13 gennaio 1973; cfr. Gianfranco Contini, Roberto Longhi. Discor- so celebrativo pronunciato dal Lin- ceo Gianfranco Contini nella sedu- ta ordinaria del 13 gennaio 1973, Roma, Accademia Nazionale dei Lincei, 1973, pp. 1-20. 32) Cfr. Auspicatissime nozze dei nobi- lissimi conti Papafava dei Carrare- si Cittadella Vigodarzere in Pado- va [quattro lettere inedite di Vin- cenzo Monti], a cura di Grazio Ron- chi, Rovigo, Minelli, 1859. La prima lettera è diretta al sacerdote Fran- cesco Leopoldo Bertoldi non anco- ra insignito della dignità canonica- le; le restanti tre sono indirizzate al conte Giuseppe Rangoni.

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