Supplemento n. 2 di Piemonte Parchi n. 8/2003 anno XVIII - Poste Italiane Spedizione in a.p. - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - D.C. - D.C.I. Torino FEDE DI CAMMINI art. 2comma20/blegge662/96-D.C. -D.C.I. Torino AnnoXIXn. 1/2004-P oste ItalianeSpedizioneina.p.

GLI SPECIALI GLI SPECIALI

REGIONE PIEMONTE Direzione Turismo, Sport e Parchi Via Magenta 12, 10128 Torino Assessorato Ambiente Via Principe Amedeo 17, Torino Assessore: Ugo Cavallera Assessorato Cultura Via Meucci 1, Torino Assessore: Giampiero Leo R. Valterza R. R. Andorno/Contax-Fowa Torino Andorno/Contax-Fowa R. PIEMONTE PARCHI Mensile Direzione e Redazione Via Nizza 18, 10125 Torino Tel. 011 4323566 - Fax 011 4325919 Email: Sommario [email protected] Direttore responsabile: LA KEFIAH E IL VELO, Gianni Boscolo LA CROCE E LA KIPPAH 1 di Gianni Boscolo Redazione Enrico Massone (vicedirettore), KAILASH Toni Farina, Emanuela Celona (Web e news letter) L’OMBELICO DE MONDO 3 Aldo Molino (itinerari e territorio), di Daniela Pulvirenti Mauro Beltramone (abstract on line) AMNYE MACHEN Paolo Pieretto (CSI – versione on line), Susanna Pia (archivio fotografi co) LA DIMORA DEL SIGNORE DEI FULMINI 8 Maria Grazia Bauducco di Daniela Pulvirenti (segretaria di redazione) INTORNO A PECHINO Hanno collaborato a questo numero: TRA CONFUCIO E TAO Claudia Bordese, D’Alma e Martina Folco 11 Zambelli, Rosalba Graglia, Carola Lodari, di Claudia Bordese Renata Lodari, Milena Ortalda, Mohamed A LUNGO POTREMO GUARDARE Ashmawi Osman, Alberto Moshe Somekh, Daniela Pulvirenti, Carlos Solito LA VETTA DEL FUJI 14 di Carola Lodari Fotografi e: R. Andorno/Contax Fowa Torino, SHATRUNJAYA, DOVE TERRA ACQUA B. Giorgi, D. Folco Zambelli, E CIELO SI CONGIUNGONO M. Ghigliano, C. Lodari, I Minelli, 17 D. Pulvirenti, E. Ros, Carlos Solito, di D’Alma e Martina Folco Zambelli R. Valterza, J. Winde, arch. rivista/ IN PRINCIPIO Boscolo/Fontana, arch. sacri monti/ Belmonte, Crea/Domodossola/Ghiffa/ ERA LA BIBBIA 20 Orta, arch. Ministero Istruzione Sup. di Enrico Massone Arabia Saudita, arch. Polis/Bersani/ V. Travi/F. Klausner,, arch. Realy Easy Star/ IN CAMMINO Cellai/Concina PER NON SMARRIRSI 24 Grafi ca: M. Bellotti di Mohamed Ashmawi Osman PERCHÉ VI AGITATE Cartina: Mario Russo O MONTI FRASTAGLIATI? 28 Copertina: Alba sul Fuji di Carola Lodari di Alberto Moshe Somekh e pellegrino a Compostela di Jacobo Remuñán LA VIA LATTEA VERSO SANTIAGO 31 L’editore è a disposizione per gli aventi diritto per fonti iconografi che non individuate. Riproduzione, di Rosalba Graglia anche parziale, di testi, fotografi e e disegni vietata LA VIA SACRA salvo autorizzazione dell’editore DEI LONGOBARDI 36 Registrazione del Tribunale di Torino di Carlos Solito n. 3624 del 10.2.1986 I SACRI MONTI Manoscritti e fotografi e non richiesti dalla PATRIMONIO DELL’UMANITÀ redazione non si restituiscono e per gli stessi 40 non è dovuto alcun compenso. UN BENE DI TUTTI Abbonamento 2004 UN BENE PER TUTTI 42 14 € su ccp n. 13440151 intestato a: di Enrico Massone Piemonte Parchi - S.S. 31 Km. 22 - 15030 Villanova Monferrato (AL) IN MONTIBUS SANCTIS Uffi cio abbonamenti: tel. 0142 338241 45 Gestione editoriale e stampa: di Renata Lodari CONVEGNO RELIGIONI E SACRI MONTI Diffusioni Grafi che S.p.A. LAVORARE PER IL DIALOGO 48 Villanova Monferrato (AL) Tel.0142 3381, fax 483907 di Milena Ortalda

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Copertina 2 28-07-2004, 9:24 editoriale

I. Minelli Realy Easy/S. Cellai R. Andorno/Contax-Fowa Torino LA KEFIAH E IL VELO, LA CROCE E LA KIPPAH L’idea di questo numero speciale nasce guardare ciò che unisce nella differenza. più si polarizzano pareri e opinioni che dal convegno che si tiene a ottobre sugli Ad apprezzare ciò che la diversità diventano emozioni e sentimenti. Negli aspetti religiosi, storici e artistici dei sacri aggiunge alla nostra esperienza. È un ultimi mesi poi, hanno fatto irruzione nelle monti e sul dialogo tra le grandi religioni invito a guardare quanto il cammino nostre case violenze inusitate. Torture, del mondo. E ha un fi lo conduttore: il degli altri arricchisce il nostro. È un umiliazioni, decapitazioni. Nel mondo di camminare per fede. Pratica e metafora; messaggio di tolleranza. Un invito oggi si tratta di armi. Un tempo “le parole salite che sono materiali ma anche alla tolleranza. Una merce sempre più erano pietre”. Oggi le immagini sono armi. psicologiche, intime, interiori. Non è una rara, preziosa e necessaria: tra noi della Sono armi della guerra santa nel mondo carrellata sulle centinaia di religioni che stessa specie, e della nostra specie nei arabo, per quanto iconofobo. Sono armi ispirano e “guidano” milioni, miliardi, di confronti delle altre. In questi mesi è nella civiltà delle immagini del mondo esseri di questa nostra specie divenuta diventata di uso la metafora occidentale. Sotto il pantano, insidiose dominante e devastante. E nemmeno del pantano riguardo l’Iraq, la guerra, sabbie mobili ci trascinano lentamente, sui vari aspetti, morali ed etici che la lo scontro con il terrorismo. Forse la più ma forse inesorabilmente, verso il basso “religiosità”, con i suoi riti e le sue credenze, appropriata sarebbe quella delle “sabbie e l’asfi ssia. Le immagini e il loro uso con la sua spiritualità, visione fi losofi ca e mobili”. Perché come le sabbie mobili, pongono una questione di fondo proprio politica, comporta. Non è la narrazione più ci si muove e più si viene trascinati alle nostre società democratiche. Il diritto di mitologie e cosmogonie, di ideologie verso il fondo. In questo caso meno si di cronaca che difende i cittadini da abusi e fi losofi e. Non l’esposizione o ricerca depotenzia lo scontro e maggiormente si contro la democrazia deve avere limiti e di comprensione e conoscenza della viene trascinati in una melma indicibile. Il criteri etici con cui viene regolato. Di certo religiosità. Uno dei fatti più universali e confl itto in Iraq nell’ultimo anno e mezzo tutto ci trascina, verso il basso, il fondo, vari del mondo. È un racconto di alcuni, ha tenuto banco sul suo essere o meno, tra i molti, luoghi e modi di camminare una “guerra giusta” alla ricerca di mai per fede e nella fede. Storie di riti, rinvenute armi di distruzione di massa. speranze e fatiche che questo Guerre giuste non ne esistono. Forse comporta. Ma soprattutto è alcune sono inevitabili. E come tutte gli un invito alla speranza, a scontri frontali più passa il tempo e

R. Andorno/Contax-Fowa Torino Andorno/Contax-Fowa R. Ghigliano M. 1

01-02 Sommario/editoriale 1 27-07-2004, 11:47 B. Giorgi R. Andorno/Contax-Fowa Torino I. Minelli

la barbarie, lo scontro di civiltà.Vedere e autodistruttiva per molti motivi. Per nell’oceano dell’intolleranza, dell’ignoranza, prigionieri iracheni umiliati e torturati l’articolazione del linguaggio, per la della paura. Ma non è una sortita “fuori scuote le nostre coscienze. Rischiamo di capacità tecnologiche, per quella di le mura” di coloro che devono e vogliono farci trascinare in una graduatoria delle creare simboli, perché il nostro pensiero occuparsi di natura e ambiente. Non sono brutture. Alimentare una depravata riesce a elaborare, concepire e trasmettere risorse estemporaneamente spese in un discussione: “meglio” scannare con un astrazioni… Compresa quella di creare, “altro” impegno. Apparentemente altro. coltellaccio o torturare con i fi li elettrici? costruirci nemici. Una poesia del poeta Apparentemente. Perché in fondo, il Di certo pare proprio che convertire alla greco Kavafi s racconta di una città che nostro rapporto con il mondo naturale democrazia con embarghi, bombardamenti, aspetta terrorizzata l’arrivo dei barbari. che ci circonda non è altro che il torture porti dalla parte sbagliata. Di certo Quando i messaggeri annunciano che rifl esso dei rapporti tra i rappresentanti c’è che la guerra, anche quella più giusta non arriveranno più, dilaga una sorta di della stessa specie. E probabilmente (o inevitabile) é un vaso di Pandora da delusione: “Quella gente era una specie non cambierà il nostro rapporto con cui tracimano brutali sofferenze e dolori. di soluzione”. la natura, gli animali, l’ambiente, fi nché Le immagini dei terroristi con le teste L’incontro di ottobre con la sua parte di non cambieranno radicalmente quelli mozzate e i corpi decapitati degli ostaggi, testimonianze sul dialogo fra le religioni tra noi uomini. Rappresentanti di quella colpisce lo stomaco. Rispondere con le e soprattutto con la tavola rotonda specie erroneamente autodefi nitasiHomo foto dei terroristi assassini uccisi colpisce conclusiva, assume questo signifi cato sapiens. Che continua, da secoli, millenni, le viscere. più profondo. Un messaggio di dialogo e a procurare e procurarsi, dolori e brutture Abbiamo assistito (e purtroppo saremo tolleranza. Educarci alla tolleranza. Aiutarci per potere, per il controllo delle risorse, costretti ad assistere ancora) a una reciprocamente nella tolleranza. Se la per razzismo. In ultima analisi chi escalation in cui si “alza continuamente tolleranza verso la diversità biologica cammina per fede insegue la stessa il tiro”. Spot dopo spot, in un crescendo di e naturale sta alla base dell’agire delle utopia: una convivenza con l’altro, alla orrori, entriamo in quella che qualcuno aree protette, non è la prima volta che il ricerca dell’Altro. Che salgano a Varallo in ha defi nito “la terza guerra mondiale”. mondo dei parchi cerca di contribuire alla processione, che camminino sul “tetto del Spot dopo spot, in un crescendo di cui tolleranza tra umani. Il Parco nazionale mondo”, prostrandosi a intervalli intorno non si intravede il limite e delle Foreste casentinesi da anni ha al Kailash, che si raccolgano silenziosi alla la fi ne, stiamo franando aperto la strada organizzando soglia di un tempio di Shertrujaya, che rovinosamente nello incontri su “natura e religioni”. si accalchino sulle roventi e polverose scontro di “inciviltà”. Numerose sono le iniziative di strade verso l’Ararat, che festeggino la Siamo diventati specie solidarietà concreta dei parchi primavera nel Kumbh Mela, cercano dominante, del nord del mondo tutti una risposta. Al mistero dell’anima devastante con “gli altri”. Gocce e alla solitudine del cuore.

Gianni Boscolo D. Pulvirenti D. I. Minelli I. 2

01-02 Sommario/editoriale 2 27-07-2004, 11:47 TIBET KAILASH L’ombelico del mondo

testo e foto di Daniela Pulvirenti quattro grandi fi umi del subcontinente sta, presente altresì nei templi di Angkor indiano le cui sorgenti si trovano proprio Vat in Cambogia e Borobudur in Indone- La montagna più bella e più sacra del nelle vicinanze del Sacro monte Kailash sia. La particolarità di questo monte però mondo si trova in Tibet. É il Kailash (6.714 e più precisamente nel raggio di 100 km, è data soprattutto dal fatto che è sacro ai m) che Milarepa ha cantato nei suoi mentre i rispettivi estuari sono a più di fedeli di quattro religioni. Gli induisti lo poemi, conosciuta anche come Kang 2.000 km di distanza l’uno dall’altro. Il considerano la dimora di Shiva che vi Rimpoche, il “gioiello della neve”. Il primo Monte Kailash è la montagna più sacra risiede insieme alla consorte Parvati. Per ad avvistarla nel cuore dell’altopiano ti- di tutta l’Asia e viene considerato l’incar- i buddhhisti è la dimora della divinità betano fu il gesuita pistoiese Ippolito nazione del Monte Meru, l’asse dell’uni- tantrica Chakrasamvara e della sua con- Desideri che nel 1715 annunciò che da verso o “ombelico del mondo” che spesso sorte Vajravarahi. Viene altresì associato questa montagna sgorgano il Gange e viene raffi gurato al centro di un mandala, al Buddha Shakyamuni, Padmasambhava l’Indo. Per l’esattezza si tratta del Karnali, (rappresentazione schematica dell’intera- e Milarepa, quest’ultimo considerato il più importante affl uente del Gan- gire tra energie spirituali e mondo umano) grande mistico della storia tibetana. Per i ge, che con l’Indo, il Brahma- alquanto diffusa presso le varie popola- tibetani di fede Bon che compiono la köra putra e il Sutlej fa parte dei zioni asiatiche di fede buddhista e indui- in senso antiorario, il Kailash è il “gigan- Foto grande,: te di cristallo” sul quale Thonpa Shenrab, Kailash, parete sud. il fondatore della religione Bön, discese A fi anco: sulla Terra dal cielo. Infi ne i jainisti che pellegrini di ogni lo adorano come Monte Ashtapada, il età al passo del Drolma luogo dove il grande saggio e fondatore della religione Rishabhanatha ricevette l’illuminazione. Un viaggio al Kailash è quanto di più suggestivo ci possa essere grazie all’unicità dei luoghi e degli incon- tri con la gente, ma è anche un viaggio interiore da cui si torna diversi. Centinaia di pellegrini provenienti da tutta l’area tibeto-himalayana venerano il luogo dove sorge la sede degli dei, considerato addirittura l’asse dell’universo. Per i ti- betani, famosi per essere il popolo più religioso al mondo, raggiungere al- meno una volta nella vita questo mistico luogo è un sogno da rea- lizzare. Dall’India i pellegrini vi giungono dopo parecchi giorni di cammino a

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03-07 Kailash 3 28-07-2004, 9:07:54 nella vita e quanto più rapidamente, neve lungo la kora misurandola con il lontano 1935. Ha descritto l’atmosfera di Per giungere al Kailash si segue la pista Tibet ora vi arrivano utiliz- maggiormente si riesce a capire il perché loro corpo. Si rimane colpiti dalla resi- questi luoghi in Tibet Ignoto: “… Eccoci che porta verso nord, incassata tra le dell’esistenza. Chi percorre dieci o dodici stenza e dai movimenti cadenzati della dunque a Purang nella prima delle quat- gole del fi ume Karnali e che supera il volte la kora esterna può accedere alla prostrazione dei pellegrini. Al palmo tro prefetture in cui si suddivide il Tibet Gurla La (“La”, passo) posto a 4.590 m kora interna, ossia il percorso ai piedi del delle mani legano dei pezzi di legno; al- Occidentale: il nome dato al distretto è alle pendici meridionali del Gurla Man- versante meridionale della montagna cuni proteggono anche le ginocchia e poi passato a designare la sua capitale, così data, una bella montagna di 7.730 m permesso solo agli iniziati. In camion si via, per un paio di settimane, per venti- come chi dice Guge dice anche oggi ammantata di ghiacciai eterni e sacra agli può giungere sino a Tarboche (ma molti mila volte giungono le mani in fronte e Tsaparang. Ma oltre che col nome di indù quanto ai buddisti. È qui che si ha si fermano a Darchen). La partenza soli- sul petto; si inginocchiano, tracciano una Purang questo paese è conosciuto pure la prima visione della montagna sacra, tamente è all’alba per i fedeli induisti e linea sul punto più lontano e si alzano. con quello di Taklakot, un nome mezzo ed è qui che si rimane incantati. In pri- buddisti che compiono la circumambu- Due piccoli passi, quindi di nuovo giù, tibetano e mezzo indiano, di origine, mavera la strada attraversa campi fi oriti lazione in senso orario. Diversi di loro con gli stessi movimenti. Alcuni sembra- credo, recente: perché Purang, oggi poco dove spiccano i papaveri azzurri. Poco più affrontano l’intero percorso di 52 km in no in trance mentre cantilenando recita- più che qualche decina di case e sparse in là, gli specchi turchesi del Lago di giornata, superando l’alto passo del Drol- no i mantra. Nonostante la fatica, i volti rovine, ha avuto una sua gloria…”. Oggi Manasarovar (4.650 m) e del vicino ge- ma La a 5.630 m, mentre alcuni si ferma- sono sereni. La struggente bellezza dei come allora vi si trovano abbarbicati no dormendo in giacigli di fortuna. Altri luoghi fa restare a bocca aperta. Venendo sulla roccia i resti di antiche fortifi cazioni ripeteranno la fatica ancora per una, due dalla Valle di Humla, nel Nepal occiden- (per Tucci due templi e il palazzo del o più volte. Si spostano da soli, ma il più tale (rimasto ancora intatto come trent’an- prefetto). Fra le moderne e brutte costru- delle volte sono gruppi di famiglie e ni fa) ci si adatta alla quota in una setti- zioni di stampo cinese vi sono interes- amici che incuranti della fatica, della mana e attraverso la frontiera di Sera, si santi abitazioni di stile tibetano e il viva- polvere e del sole che brucia la pelle. Con entra nel Tibet vero e proprio, per poi cissimo mercato dove i pastori nomadi vi i volti arrossati e screpolati, si spostano a proseguire per Purang. Per le vie di Purang convergono da tutto l’altopiano tibetano. migliaia nel vento, nella pioggia o nella torna alla mente Tucci che vi giunse nel

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03-07 Kailash 4 28-07-2004, 9:08:44 03-07 Kailash 5 28-07-2004, 9:09:29 Dawa”, la festa dell’anniversario di Buddha, In queste pagine in alto a sinistra: Una minaccia per la montagna mello Rakshas Tal (“Tal”, vuol dire lago), in una distesa pietrosa a circa 4.600 metri, verso nord sino a Darchen (4.600 m), Il Lago di Manasarovar. 4.543 metri. Secondo le tradizioni buddi- è un paradiso naturale scelto come luogo villaggio con un posto di controllo cine- dove si celebra la nascita, l’illuminazione In alto a destra: Il governo cinese aveva l’intento di co- ste e induiste, Manasarovar è il “Lago del di meditazione da santoni ed eremiti. Si se e base di partenza della kora. Volendo e la morte del grande maestro, il palo al Il campo di Dirapuk a 5.070 m, struire una strada per facilitare l’affl usso sole e di Dio”, perché rappresenta le forze vedono le stesse bellezze naturali e si gli automezzi possono proseguire sino a Tarboche, la base di partenza del trekking e della luce, mentre Rakshas Tal è il “Lago provano le stesse emozioni che hanno Tarboche, luogo chiave del pellegrinaggio. della Luna e dei Demoni”, in quanto avuto i viaggiatori di un tempo. La pira- Bisogna immaginarlo durante la festa del collegato con le forze delle tenebre. Pare mide di granito nero che si erge solitaria “Saga Dawa” che si svolge ogni anno tra che in origine costituissero un unico davanti a noi, imponente e solenne maggio e giugno durante l’ultimo pleni- “nella sua maestosa bellezza”, come la lunio di primavera. Chorten, muri mani, una sorgente, ma la cosa più toccante è il cimitero. Qui si viene a morire e qui si rimane affi nché il cadavere abbandonato sul posto diventi parte della Montagna. In Tibet, contrariamente al vicino Nepal www.italiatibet.org dove i cadaveri vengono cremati, i corpi vengono fatti a pezzi e dati in pasto agli avvoltoi. Fa un certo senso camminare tra ossa affi oranti, resti di vestiti, scarpe, amuleti. Ma la vita continua e la spiritua- lità è forte; in base al proprio karma (se in vita si è stati buoni o cattivi) si deter- minerà la prossima incarnazione. Il luogo è pieno di bandiere e durante il “Saga

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03-07 Kailash 6 28-07-2004, 9:10:26 03-07 Kailash 7 28-07-2004, 9:11:12 CINA

La dimora del signore dei fulmini

montagna era di 9.041 metri, ben più testo e foto di Daniela Pulvirenti Lun che costeggia il bordo meridionale dell’altopiano del Qinghai e costringe alta dell’Everest dunque; ma si trattava di una grossa bugia e di un errore nei Nel Qinghai, una delle il corso del Fiume Giallo (Huang He) a rilevamenti fatti. La sua descrizione province più isolate e compiere un’ampia curva. La montagna però è alquanto coinvolgente “[… ] selvagge della Cina e è la dimora della divinità benevola Mi sedetti su un mucchio di teschi una delle ultime in or- Machen Pomra, venerata dai buddhisti di yak [… ] trattenni il respiro contro dine di tempo a essere anche di fede Bön, ed è sacra al popo- il vento, e lentamente, miglio per aperte al turismo, si trova lo Golok. Machen Pomra è il signore miglio, studiai quel lontano lembo di un baluardo della religio- dei fulmini, della grandine e delle terra, irto e bianco. Nel campo visivo sità buddhista. È il Monte manifestazioni spietate della natura. c’erano soltanto catene di montagne Amnye Machen (6.282 m) Essendo luogo divino e irraggiungibile, seghettate, coperte di neve e di ghiaccio. un’altra delle montagne sacre del secondo i Golok nessuno è mai salito Poi improvvisamente scoprii una bassa Paese delle Nevi. Anch’esso isolato sulla “Montagna”, ma il gigante bianco striscia isolata di nubi in un pezzetto come il Kailash, è però immerso annovera una prima ascensione nel di cielo azzurro pallido, e subito seppi nei verdi pascoli degli altipiani maggio del 1981 da parte di una spe- che là sotto c’era il grande specchio di nella regione dell’Amdo, che dizione giapponese. Tutta la zona ha ghiaccio dell’Amnye Machen …”. Tutta pur non appartenendo geo- sempre attratto studiosi e scienziati e l’area dell’Amnye Machen è impressio- grafi camente al Tibet ne fa sin dal 1820 molti geografi ritenevano nante; circa 28 km di lunghezza per 10 comunque parte per cultura che l’Amnye Machen fosse la vetta km di larghezza con 18 picchi innevati e tradizioni. Siamo nella Cina più alta della terra; alcuni asserivano per tutto l’anno e quattro ghiacciai dai centrale, a circa 1.000 chilome- addirittura che fosse alta ben 9.300 tre ai sette km di lunghezza battuti dal tri da Lhasa e per raggiungere metri, altri 8.300 metri… La cosa che vento e dalle condizioni atmosferiche la base di questa montagna si però sconcertò tutti avvenne nel 1944 alquanto imprevedibili visto che in una percorrono i verdi altipiani quando il pilota di un aereo militare sconfi nati, buon terreno che sorvolava la zona avvisò che pur per il pascolo degli yak volando a un’altezza di 9.000 metri una i cui pastori e allevatori, montagna si stagliava nel cielo ben più sono i Golok (Ngolok o alta di parecchi metri del suo aereo. In questa pagina: Noolok) un tempo temuti Nel 1950 l’americano Leonard Clark Il gruppo dell’Amnye Machen, nel suo Alle sorgenti del Fiume Giallo e un pellegrino. guerrieri. La sacra vetta A fi anco dall’alto: del Monte Amnye Ma- raccontò al mondo intero, con spiccata L’ Amnye Machen. chen, la principale del- fantasia, le sue avventure per giun- Inizio trekking attorno all’Amnye Machen, la catena omonima, fa gere ai piedi della catena dell’Amnye pellegrini in prostrazione e guado. Machen rivelando che l’altezza della Pellegrini di tutte le religioni. parte del gruppo del Kun 9

08-10 Machen 8 28-07-2004, 12:06:50 08-10 Machen 9 28-07-2004, 12:07:16 sola giornata si alternano sole, neve, pioggia e anche grandine. Il giro rituale di 180 chilometri normalmente si per- corre in nove giorni; solo i pellegrini lo coprono in minor tempo, a meno che non decidano di compierlo pro- strandosi a ogni passo, come si vede fare, allora è possibile che impieghino anche mesi. Tutto questo per espiare le proprie colpe, perché ai tibetani non importa la vetta come meta alpinistica, né come fatto sportivo. Come dice il Dalai Lama tutte le montagne sono sacre, anche se non sempre le divinità sono di rilevante importanza, ma è comunque per rispetto a esse che non bisogna invaderne prepotentemente il territorio.

In alto: la pagoda bianca che si incontra verso la fi ne della Kora. A fi anco a sinistra: un piccolo villaggio lungo il percorso, gruppo di tibetani. A fi anco a destra: monaco Sotto: tibetani con i tipici costumi per la festa

Quando andare Documenti: È consigliato il periodo estivo e i Per visitare la Cina/Tibet occorre essere primi mesi autunnali, ma bisogna in possesso del passaporto valido sei comunque considerare che è sem- mesi dalla data di partenza, visto d’in- pre possibile prendere acqua e non gresso e regolare permesso di transito e mancano le nevicate alternate a di trekking. È il tour operator che prov- giornate di sole. vede ai visti e permessi necessari.

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08-10 Machen 10 28-07-2004, 12:07:49 CINA

INTORNO A PECHINO TRA CONFUCIO E TAO testo di Claudia Bordese foto di Beatrice Giorgi Questa necessità di armonia e ordine spiega il profondo interesse dei cinesi per Il Celeste Impero o Paese di Mezzo, Zhong l’organizzazione sociale e la gerarchia, che Guo. L’antichissima storia cinese si intreccia li spinge ad assegnare un ruolo ad ogni con la sua religiosità, assai dissimile da elemento, naturale o non. La forma di un quella trascendente di cui è imbevuta la albero, di una roccia non è mai casuale civiltà occidentale. Negli animi dei cinesi, per un cinese, ma sempre portatrice di un e quindi nel loro modo di vivere e di rela- qualche signifi cato che aiuti a collocarla zionarsi con gli altri e con l’ambiente, non nell’ordine delle cose. Su questo fertile è la metafi sica la chiave di lettura, ma la terreno nel V secolo a.C. si sono sviluppa- costante ricerca dell’equilibrio, naturale e ti quasi contemporaneamente il confucia- sociale. Questa visione dell’universo affon- nesimo e il taoismo. Con il primo, più d a le sue radici nelle dinastie del 1500 etica di stato che religione, si gettano le a.C., quando si originò la teoria basi di una solida organizzazione sociale, dello yin e yang, i due ele- la cui gerarchia si rifl ette anche nella fa- menti primari che rappresen- miglia con precisi ruoli di subordinazione, tano l’opposizione ma insieme il fi glio verso il padre, la moglie verso il la complementarietà dei marito, il giovane verso l’anziano. Il taoismo fenomeni: notte e giorno, invece, pur riconoscendo il valore del ombra e sole, donna e comportamento dell’uomo nella vita so- uomo, terra e cielo, mor- ciale, predica un ritorno all’ordine natura- te e vita, ecc. Su questa le stimolando la pratica dell’eremitaggio concezione si basa anche la per fuggire dolore e corruzione. Riprende medicina tradizionale cine- inoltre le antiche conoscenze della geo- se, che cura ricercando manzia e del controllo della respirazione, In alto: il tempio del Monte sacro Emeil l’equilibrio tra fattori opposti. causando però il formarsi e il radicarsi di sotto monaco del monastero di Labrang 11

11-13 Salire i templi 11 27-07-2004, 14:01 bizzarre. Non fa eccezione il Tempio della Conchiglia Rossa, che esibisce con pudico orgoglio di fronte alla principale sala di preghiera due maestosi esemplari di Ginkgo biloba ultramillenari, una femmi- na e un maschio (il ginkgo è una specie cento anni fa, un pino che, come nel dioica), lo yin e lo yang. Sono considera- tempio di Vietai, abbraccia e protegge una ti una delle tre meraviglie del tempio, pagoda, e una vite che, sottile e sfuggente insieme a una maestosa macchia di bam- come un serpente spaventato, si avvinghia bù, tanto fitta da togliere la luce al visita- al tronco di un maestoso cipresso. Alla sua tore che si incammina al suo interno, e ombra ci si ferma a riposare, sapendo che alla spettacolare convivenza tra un pino il cammino è ancora lunghissimo. Infine millenario, modellato da abili mani per il Tempio della Dimora delle Nuvole e il imbrigliarne la chioma, e un imponente Convento del Buddha Giacente, i cipressi glicine, cresciuto avvinghiato al suo muto del Tempio del Cielo e le magnolie del compagno. Ritorna in queste immagini la Palazzo d’Estate, e tanti altri luoghi di Kunming bamboo temple necessità cinese di trovare l’equilibrio culto, meditazione e spiritualità in irrinun- nella natura, sovente “disciplinata” per ciabile simbiosi con la natura. Natura che soddisfare tale bisogno. Quella dell’osten- in Cina non viene semplicemente ammi- superstizioni. Quando nel primo secolo verso tempietti di sosta per ristorare il fi- tazione delle proprie meraviglie è una rata, ma domata e interpretata alla ricerca d.C. giunge in Cina dall’India il buddhismo, sico e lo spirito, conduce al padiglione caratteristica di molti templi cinesi. Il dell’invisibile legame che a essa ci lega. i cinesi inizialmente confondono l’analoga sulla vetta, da cui lo sguardo spazia sulle monastero buddhista di Jietai, adagiato ricerca di una via di fuga dai dolori del- sottostanti fioriture stagionali. L’architettu- sulle alture Ma’an 35 km a ovest di Pechi- Lama nel tempio l’esistenza con un’altra forma di taoismo. ra degli edifici (i muri rossi, le tegole verdi) no, è per ospitare il più ampio altare di Lijiang Ma in breve realizzano le differenze: non è la medesima che si ritrova nella mag- per l’ordinazione dei monaci risalente solo questa nuova religione predica la gioranza dei templi e dimore cinesi, fatto all’epoca Ming (1368-1644), ornato da salvezza dell’anima con la estraneazione alquanto bizzarro per chi come noi è cento nicchie ospitanti altrettante statuet- da piaceri e desideri ma, in contrasto con abituato a passare da facciate barocche a te di variopinti guardiani. Ma la sua fama gli eremiti taoisti, è supportata da un vero chiese romaniche in poche decine di è dovuta soprattuto a cinque maestosi ordine religioso, con monaci, regole, mo- metri. In Cina i palazzi dei dignitari così pini plurisecolari, meta del pellegrinaggio nasteri. In poco tempo il buddhismo come gli edifici sacri sono stati per secoli della gente quanto le quiete sale di pre- guadagna ampi consensi, e inizia la sua realizzati secondo i medesimi progetti; non ghiera. Imponente è la postura del Pino pacifica convivenza con confucianesimo esisteva infatti la figura dell’architetto che del Drago Reclinato che si protende qua- e taoismo. Il radicato bisogno di ordine ed innovava, ma quella del capomastro, che si orizzontalmente dalle mura del tempio; equilibrio, sociale e naturale, e la tolleran- al meglio copiava e realizzava. E poiché è maestosa quella del Pino dei Nove Draghi, za che ne consegue, hanno infatti evitato sempre stato il legno ad avere la parte del con i rami che da terra si levano verso il ai cinesi scismi, crociate e guerre di reli- leone nelle costruzioni cinesi, indubbia- cielo come draghi alati pronti a spiccare gione, con una generale complementarie- mente più fragile rispetto alla pietra di il volo. Ha un che di materno il Pino che tà piuttosto che contrapposizione tra po- fronte alle intemperie, nel tempo gli edi- Abbraccia la Pagoda, con i suoi due rami tere civile e potere religioso, almeno fino fici sono stati più volte restaurati, ridipin- principali che si stringono attorno all’an- al secolo scorso. Pechino, la capitale. Nei ti, ricostruiti. Come conseguenza, le colon- tica costruzione, quasi a proteggere le re- suoi oltre tremila anni di storia ha visto ne di legno perfettamente laccate, i perfet- liquie in essa conservate. E se il Pino nascere entro e fuori le sue mura centinaia ti ricami lignei che chiudono le finestre, Comprensivo è quasi umano quando, di templi, molti dei quali ancora oggi le decorazioni e le scritte in oro, i dipinti Il Buddha nella roccia grazie alla sua ampissima chioma a om- ammirabili nella loro quiete. Oltre ai fasti dalle tinte vivissime, appaiono a noi eu- di Leshan alto 71 metri brello dai rami strettamente intrecciati, e splendori della Città Proibita, del Tempio ropei un po’ troppo “vivaci” e in stridente saluta chi dolcemente muove un suo ramo del Cielo, del Convento dei Lama vediamo contrasto con la veneranda età del luogo. scuotendosi tutto, il Pino senza Vincoli è alcuni dei templi fuori le mura. Risalgono Ma basta il suono attutito di un gong, una sbarazzino, mentre muove, spensierato e al 348 d.C. le origini del Tempio della figura curva che mormorando litanie tranquillo, i suoi lunghi rami secolari. Conchiglia Rossa, Hongluo Si, a una cin- agita un bastoncino di incenso all’ombra Sette sono invece le meraviglie che danno quantina di chilometri dal cuore della di piante millenarie, e subito si torna a fama al tempio buddhista di Dajue, Dajue capitale. Monastero buddhista, nonché respirare sacralità e meditazione. Proprio Si, ancora sui rilievi a occidente della sede di una delle più famose scuole di le piante sono un elemento caratteristico capitale. Fondato nel 1068, accoglie nelle QiGong (antichissima disciplina fisica e dei templi cinesi, in cui la religiosità del sue sale statue dei buddha risalenti al XV mentale per il controllo della respirazione) luogo è data non solo (e non tanto) dal- secolo. Una stele scolpita nell’anno mille, deve il suo nome bizzarro a una leggenda l’edificio fisico, quanto dagli elementi na- un laghetto rivestito di enormi lastre di di qualche secolo fa che narra di due turali dai quali è magistralmente circon- pietra bianca, e la Piscina del Drago, in enormi conchiglie rosse e luminose che dato. Forse per la frescura che naturalmen- cui zampilla l’acqua purissima di una vivevano nel laghetto dietro il tempio. Il te apportano, forse per le loro virtù cura- sorgente, sono le tre meraviglie dichiara- complesso di edifici sorge ai piedi della tive ben catalogate nei testi di medicina tamente manufatte. A queste si aggiun- Montagna della Conchiglia Rossa, in cinese, o forse per la loro simbologia, nei gono un ginkgo millenario che richiede realtà poco più di una collina, letteralmen- luoghi di culto sono da sempre presenti La Via sacra a Pechino che le braccia di sei uomini per abbracciarne conduce a Shisanling, dove te “scalabile” seguendo un lungo e ripido splendide piante che la natura (e sovente sono sepolti gli imperatori il tronco, una magnolia giunta dalla pro- percorso di centinaia di scalini che, attra- l’uomo) ha modellato nelle foggie più della dinastia Ming vincia meridionale del Sichuan oltre tre- 12 13

11-13 Salire i templi 12 27-07-2004, 14:01 11-13 Salire i templi 13 27-07-2004, 14:01 GIAPPONE A LUNGO POTREMO GUARDARE LA VETTA DEL FUJI

Da sinistra: alba sul Fuji (foto di C. Lodari); monaco mendicante (foto di Polis/V. Travi); dall’alto: santuario di Miyajima a Hiroshima; giardino a Kyoto; statue rupestri (IX sec.) Usuki-Sekibutsu; (foto di Polis/V. Travi). Nella pagina seguente: due stampe giapponesi della serie “trentasei viste del Monte Fuji”. Sotto: Amida Buddha, dipinto su seta

di Carola Lodari Shintoismo, la montagna era venerata con era ritenuto uno dei mezzi utili per raggiun- timore da lontano, pur non essendo mai gere l’illuminazione; l’ascesi dei pellegrini dal “È un dio che veglia sul Giappone - sopra avvertita come una potenza ostile e la con- fango della pianura verso la luce della vetta, Yamato, la Terra del Sol Levante - È il suo quista della sua vetta era ritenuta dissacrante. superando gli ostacoli che l’erto percorso tesoro sacro e la sua gloria: a lungo potrem- A questa si portavano offerte per propiziarsi oppone, è un soggetto ricorrente nei dipinti mo guardare la vetta del Fuji, a Suruga e gli spiriti che rendono fertile la pianura e ab- monocromatici (realizzati con pennellate di non stancarcene mai”. Così recita il brano bondante il raccolto e per farsi perdonare le inchiostro a diverse diluizioni sul foglio bianco) lirico di un anonimo incluso nella raccolta ferite arrecate con il taglio degli alberi. Con il e usato dai maestri sia cinesi sia giapponesi antologica Manyoshu apparsa in epoca Nara diffondersi del Taoismo l’avvicinamento alla per rappresentare il percorso di purificazione (VIII secolo) e costituita di circa 4.500 poesie montagna diventa invece possibile e già dopo Buddhista. Lo Yamabushi, il monaco itinerante di autori diversi. Il Fujisan, il cono vulcanico l’introduzione del buddhhismo, avvenuta nel che conduce vita ascetica appartato in una più bello del mondo, con la sua imponente VI secolo attraverso la Corea, si riteneva che capanna nei boschi, con i suoi spostamenti altezza di oltre 3.700 metri è diventato il il contatto diretto con essa aiutasse il risveglio solitari segue un percorso individuale di de- monte per eccellenza e la sua immagine, spirituale. Se da una parte il Taoismo aveva vozione al culto della montagna, cercando che in certe angolazioni si presenta con li- apportato la leggenda secondo la quale al largo l’unione con la natura e con la divinità fino nee purissime, si identifi ca con il Giappone delle coste orientali della Cina esistevano delle al raggiungimento dell’illuminazione; talvolta stesso. Questo “tesoro” non percepito come isole montagnose abitate da esseri immortali diventa la guida dei pellegrinaggi collettivi in simbolo di un’entità superiore è nella (le isole dei Beati, di cui la più nota è quella quanto a lui compete anche la figura di saggio sua interezza fi sica equivalente a che in giapponese si chiama monte Horai), maestro, di mago, di guaritore. È sempre sui un enorme santuario. In tempi dall’altra il credo buddhista, originatosi nelle fianchi delle montagne che le differenti dottri- remoti il pensiero religioso più montagne himalayane, concepiva l’universo ne Buddhiste trovano il luogo più adatto per diffuso nel paese del Sol Levante come centrato intorno a una splendida cima l’insediamento dei loro templi: la setta Tendai, era senz’altro il culto della monta- che sosteneva il cielo in alto e in basso era secondo la quale l’illuminazione si raggiunge gna. Si credeva, come del resto per circondato da nove catene montuose alternate solo al termine di tutte le esistenze, fonda la ogni altra realtà naturale, che lì dimorasse a otto oceani. Questi diversi concetti riferiti propria nuova “scuola della montagna” sul lo spirito divino e che da essa fl uissero alla montagna in Giappone si compenetrano pendio del monte Hiei a nord di Kyoto; la setta calore ed energie vitali (cosa ben com- venendo a potenziare il culto animistico più Shingon, che propone invece di realizzare la prensibile se si pensa ai numerosi vulcani antico e a costituire un sottofondo culturale Buddhità nella vita reale, stabilisce la propria presenti in quella terra). Nella religione ancor oggi chiaramente rintracciabile. scuola sul monte Koya a sud della medesima animistica originaria del Giappone, lo Nella pratica buddhista il salire sulla montagna città. Anche il monastero Zen in genere sceglie 14 15

14-16 Giappone 14 27-07-2004, 14:02 14-16 Giappone 15 27-07-2004, 14:03 di stabilirsi in vicinanza della montagna, là dove è più facile arrivare a intuirne lo spirito ed entrare in intimo contatto con la natura tutta. In giapponese la montagna ideale che si ritiene situata al centro del mondo Buddhista viene chiamata Sumeru; la sua rappresen- tazione ricorre di frequente non solo nelle opere artistiche ma anche nei parchi e nei giardini che vengono costruiti riproducendo in forma miniaturizzata dei paesaggi naturali veri di particolare pregio estetico o aventi signifi cato religioso. Già prima dell’anno Mille dalla Cina era stato introdotto in Giappone uno stile paesistico per la realizzazione dei giardini che prevedeva immancabilmente la presenza della montagna e dell’acqua; ciò comportava la costruzione di una “montagna artifi ciale” anche di ragguarde- voli dimensioni, più spesso eretta utilizzando la terra ricavata dallo scavo del lago. I grandi giardini che anticamente esistevano nell’area di Kyoto, voluti per puro scopo di godimento estetico, a partire dall’undicesimo secolo si trasformano in “paradisi”, una materializzazione terrestre dell’al di là vagheggiato dal culto del Buddha Amida, cioè in luoghi di preghiera dove non manca fra gli altri arredi anche la collina artifi ciale. Con l’avvento della dottrina Zen si verifi ca una decisa contrazione dello spazio riservato al giardino e la montagna in esso contenuta si riduce alle dimensioni anche solo di una semplice roccia di bella foggia o di tre pietre accostate a simboleggiare la triade Buddhista nel rispetto di prefi ssate dimensioni e secondo una disposizione ar- Kyoto con la capitale Edo (Tokyo): il segnale moniosa tutt’altro che casuale. Un esempio, il d’arrivo era dato dalla cima svettante del pittore Sesshu Toyo (1420-1506) per realizzare Fujisan, l’amato monte che puntualmente il giardino antistante il tempio del Joei-ji a compare con un’inconfondibile sagoma er- Yamaguchi, il cui disegno appunto viene a bosa anche nel giardino di Kumamoto. Non lui attribuito, si sarebbe ispirato al vicino alto- bisogna però credere che questo espediente piano roccioso di Akiyoshidai; secondo altre di riduzione paesaggistica escluda del tutto interpretazioni, vi avrebbe invece rappresen- la montagna vera dalla composizione del tato le più importanti montagne giapponesi giardino. Al contrario, con la tecnica cosid- servendosi di grandi pietre naturali immerse detta del panorama “preso a prestito”, spesso nel prato con una studiata composizione, fra la veduta della montagna in distanza funge le quali si ravvisa innanzitutto il monte Fuji. da sfondo e limite ideale per il grande parco; Ancor più estremo è il caso dei giardini secchi nel giardino molto piccolo, invece, il monte in cui le pietre che emergono dal “mare” di che emerge al di sopra del suo muro di cinta sabbia bianca e i coni di ghiaia fi ne evocano viene inserito come elemento importante o le mitiche isole dei Beati o veri monti sacri nella scena miniaturizzata. Anche nei tem- come il Fuji. pi odierni sopravvive l’usanza di recarsi in Nel periodo Edo (1600-1867) le grandi pellegrinaggio sul Fujisan, durante la bella dimensioni dei giardini consentono invece stagione quando la neve è scomparsa e il fred- di costruire al loro interno dei brevi circuiti do in vetta meno intenso. Il mese di agosto è simboleggianti i luoghi famosi di pellegrinag- quello preferito per questa ascensione che si gio, una pratica compiuta anticamente nella compie di notte in modo da evitare il calore convinzione che lo spostarsi a piedi da un del sole lungo i fi anchi perfettamente spogli tempio all’altro fosse un modo per accedere di vegetazione e arrivare al cratere in tempo al paradiso Buddhista. Nelle nuove creazioni per vedere il grande spettacolo dell’alba. Pur sulla motivazione religiosa prevale però co- nel frastuono che ormai accompagna que- munque quella del piacere scenico. Nel Parco sta salita e nonostante le troppe concessioni del Suizen-ji a Kumamoto sono rappresentate consumistiche questo faticoso percorso non le 53 stazioni della Tokaido, il lungo percorso smette di essere un rituale ancora sentito da non privo di pericolosi passaggi che collegava molti giapponesi. 16

14-16 Giappone 16 27-07-2004, 14:03 INDIA

dove terra, acqua e cielo si congiungono

foto di Enrica Ros di biciclette, di vacche, di risciò, faccendieri artigiani scavano piccole ciotole, cucchiai, con lunghi baffoni, mendicanti e bambini incensieri in sandalo; le donne, con rei- Salendo al Monte sacro Shatrunjaya, l’Athos scheletrici, gioiosi. Tra sterco e mucchi di terati gesti, tessono una sapiente trama dei jainisti, si incontra Palitana. Dall’arco del liquame luccica un piccolo altare a Gane- millenaria. Suore shvetambara (vestite di trionfo si accede alla piccola città, un’unica sh, dio dalla testa elefantina. Conventi per bianco) accudiscono un tempio, recente ma via grande, che sbocca in incredibili “car- religiosi, stamberghe per pellegrini e recinti, prezioso: pavimento a simbolica scacchiera rugi”. L’orologio murato nel comune segna, ospizio agli animali feriti o solamente stan- nero e bianca, alle pareti mensole su cui 17

17-19 La montagna dei 400 17 27-07-2004, 17:30:45 insiste negli acrostici scolpiti a raffi gurare la concezione del mondo: asse della terra il Monte Meru, con al centro l’albero sublime, il Melo rosa. Sotto il caleidoscopio di una cupola la cui sezione da ottagonale si smussa in cerchi, un sacerdote estrae un piccolo idolo dagli occhi fi ammeggianti, coronato di gemme. Lo lava, lo profuma di incenso e d’unguenti, lo ingioiella, poi su una coppa d’oro, a ceselli fi oriti, soffi a: fa uscire l’alito vitale. La folla di pellegrini riunitasi ruota in senso orario nel diagramma del mandala, compie otto cerchi, recita il “Samayika Patha”: ogni uomo provi amore per ciascuna crea- tura. La moltitudine trascina nel rito sacro. Chiedono il nome dei visitatori, lo sillabano nella lenta cadenza del canto, affi nché lo Nella pagina di apertura: stesso Adinath li benedica. Più oltre l’Anagr ingresso ai templi di Palitana (Gujarat). Pir. Su un fuocherello di legnetti bolle un Nella pagina a fi anco, calderone. Vi è versata preziosa acqua, che dall’alto: le monache prima, fi ltrano con sottili garze tempio di Ranakpur in Rajasthan (detto “delle per non nuocere agli insetti; evaporando 1444 colonne”), l’acqua torna al cielo della vita eterna; solo il un pellegrino e una delle rispetto alla natura dissolve il Karma (legge innumerevoli statue. monache compongono fi gure e mandala di si scorge in alto la spianata. Appare come Monaci, dimentichi della materia, sfi lano In questa pagina dall’alto del destino). In una sbrecciatura di un recinto preghiera con mucchietti di riso. La salita per un miraggio nella sella tra due cime, 863 come presenze trasparenti. Sotto lunghe fron- monache Jaina nei in muratura, alta e larga circa un metro, la città-tempio: due ore circa in palanchino templi divisi in due settori, recintati come de di alberi intonsi, pellegrini abbracciano, templi di Palitana; immoto un sadhu vi trascorre l’intera vita, salita con portantina al di forti bambù, retto a spalle dai portantini una fortezza. Il monte è metamorfi zzato baciano, accarezzano i tronchi mormorando Monte Shatrunjaya; meditando sull’ascesi e sulla carità. Lucernari come bilancia. L’andatura lenta, oscillante dalla stalagmitica opera dell’uomo, marmi parole mistiche. L’ingresso ai templi, dagli il tempio di Achalgar sul rischiarano le pareti dei sacelli. I monaci in dà tempo di osservare il Monte sacro Jaina, bianchi come trine, capolavori di scultura. aspri bastioni merlati, è arduo come l’ascesi. Monte Abu in Rajastan; bianco, gli idolatri, depongono offerte votive, interno dei templi di osmosi continua uomo-natura. Panorama La via processionale nell’Isola di Delo Nelle balaustre dei candidi bacini, troneg- Palitana loti, ginestre, orchidee, beole, omaggio ai stupendo all’estremo della penisola del (Grecia), è fi ancheggiata da templi e da giano il dio toro, e il dio Adinath, fi ore dal Tirthamkara, (i ventiquattro patriarchi della Kathiawar da entrambi i lati, l’azzurro del sfi ngi, qui da elefanti e da leoni. cuore ampio e tondo. religione jaina). Mentre due donne, con gesti mare contro con il verde delle agavi, dei fi chi Un fi ume scorre a valle, la terra, l’acqua, il Oltre la porta, scolpito nel marmo, un mimetici, davanti a un tempio implorano Foto M. Folco Zambelli Folco M. Foto d’India dai palmi, delle conifere a ombrello, cielo i più sacri e antichi elementi si con- servo striscia ai piedi di un rajà, fi ero sul Foto M Folco Zambelli la fecondità, un digambara, trasparente di suo elefante. Siedono a terra i portantini, magrezza, con pezza al naso e alla bocca per depongono i palanchini e i bastoni. Chie- non inspirare insetti, spazza con un piumino dono sigarette, qualche rupia, una tazza di ogni centimetro del suo incedere per non latte. È l’ora della puja (adorazione). Sopra calpestare formiche, vermi o minuscoli ragni. il bianco fl usso delle vesti monacali, si Una guida fa cenno di seguirla, promette erge possente la statua di Hanuman, il dio una sacra apparizione. Conduce in meandri scimmia. Tra fregi e ceselli, di fi nissima assolati tra antiche rovine. Indica un albero. fattura, l’occhio rimbalza di meraviglia in È Rayanin, il rifugio del cobra. Già Parshva, meraviglia, sculture a tutto tondo, basso il leggendario fondatore del primo jainismo e altorilievi, rifulge la pietra in minuscoli e contemporaneo al Buddha, sembra indos- abbagli. La sacralità del Monte per i Jaina sasse un cappuccio a squame di serpente. La guida domanda: “Davvero lo volete vedere? Porge- tegli un’offerta nella mano. La verrà a riti- rare”. Sconcer- to e curiosità. Al Rayanin si getta una rupia. Invano… non esce… Ineluttabile il ricordo delle monete gettate nella fontana

Foto I. Minelli I. Foto di Trevi. 19

17-19 La montagna dei 400 18 27-07-2004, 17:31:20 17-19 La montagna dei 400 19 27-07-2004, 17:31:29 PELLEGRINAGGI & CRISTIANESIMO

IINN PRINCIPIOPRINCIPIO EERARA LLAA BIBBIABIBBIA

testotesto didi EnricoEnrico MassoneMassone il primo tempio dedicato al Signore. Oggi il nome al movimento politico-religioso salemme adorerete il Padre, in cui i veri ni, la trasfigurazione e l’ascensione. Ma è fotofoto didi RenatoRenato ValterzaValterza la rocca di Morià è un’ampia piattaforma al per la ricostruzione in Palestina di una adoratori adoreranno il Padre in spirito soprattutto il monte Calvario, testimone centro di Gerusalemme (la “spianata delle patria comune agli ebrei dispersi nel e verità” (Gv 4, 24). Secondo Germano della morte in croce di Gesù, insieme ai LeLe originiorigini ebraicheebraiche moschee”) che i mussulmani accostano a mondo: il Sionismo. Zaccheo, vescovo di , suoi dintorni che furono il teatro della LeLe montagnemontagne dell’Anticodell’Antico TestamentoTestamento sonosono El Aqsa, da dove Maometto salì in cielo l’antico senso del sacro “trova in Cristo passione e della dolorosa Via Crucis, ad metaforemetafore ddaiai ssignifiignifi c acatiti m omolteplici,lteplici, m ama t ututtette accompagnato dall’arcangelo Gabriele. L’insegnamento di Cristo il suo purificatore e nelle sue parole la attirare la devozione dei fedeli. indicanoindicano lala volontàvolontà didi DioDio didi stabilirestabilire unun Mosè riceve le Tavole della Legge sul mon- Quando viene meno l’unità del Regno di desacralizzazione è evidente”. pattopatto didi amiciziaamicizia concon ilil generegenere umano.umano. te Sinai, ai margini del deserto del Neghev David, gli abitanti della Samaria individua- Tuttavia, nel Nuovo Testamento perdu- Il pellegrinaggio AbramoAbramo dádá provaprova delladella suasua incrollabileincrollabile fedefede e muore sul monte Nebo, in vista della no nel Garizim il “loro” monte santo, in rano i riferimenti al monte come luogo La pratica di visitare luoghi santi per ri- sulsul montemonte Morià,Morià, dovedove salesale perper sacrifisacrifi ccareare Terra Promessa. Anche David costruisce la opposizione al Sion di Gerusalemme. Le separato dall’ambiente circostante e cordare avvenimenti eccezionali accaduti ilil fi ggliolio IIsacco.sacco. DDopoopo ll’intervento’intervento ddell’angeloell’angelo capitale del suo regno in un luogo elevato, due montagne diventano così l’emblema caricato di una potenza straordinaria, proprio lì, ha radici profonde che risalgono didi DioDio e l’offertal’offerta dell’arietedell’ariete inin olocaustoolocausto il Monte Sion, celebrato più d’ogni altro della divisione politico-religiosa, e proprio capace di catalizzare le manifestazioni almeno ai tempi del patriarca Giacobbe, R. Andorno/Contax-Fowa Torino Andorno/Contax-Fowa R. inveceinvece ddelel fi g lglio,io, f oforserse p eperr c ocomunicaremunicare a a dalla Bibbia: “Il Suo Monte Santo, altura in quel contrasto, s’inserisce l’episodio del- soprannaturali e di favorire l’incontro ma la prima testimonianza certa di un tuttitutti quellaquella straordinariastraordinaria manifestazionemanifestazione stupenda, è gioia di tutta la terra. Il Monte l’incontro di Gesù con la donna samaritana fra il divino e l’umano, un sito lontano divina,divina, AAbramobramo cambiacambia ilil nomenome deldel luo-luo- Sion dimora divina è la città del grande che rovescia un modello di sacralità, fino dalla materialità quotidiana che consente A destra, in alto La Verna, go,go, chiamandolochiamandolo “Il“Il SignoreSignore provvede”provvede” e sovrano” (Sal 48); “Chiunque invocherà il a quel momento riferito a precisi luoghi di abbracciare spazi immensi con evidenti piazzale della Basilica geografici. Alla domanda della donna su rimandi all’infinito e all’eterno. L’evangelista in basso: pellegrinaggio perciòperciò ancheanche oggioggi sisi dice:dice: “Sul“Sul montemonte ilil nome del Signore sarà salvato, poiché sul In questa pagina in alto La Verna, SignoreSignore provvederà”provvederà” (Gen(Gen 22,22, 14).14). PiùPiù monte Sion vi sarà la salvezza” (Gl 3,5). Il quale dei due monti bisognasse adorare Matteo ad esempio, ambienta sulla cima chiesa delle Sacre Stimmate; tardi,tardi, sempresempre inin quelquel luogoluogo santo,santo, DioDio valore simbolico del Sion rimane inalterato Dio, Egli afferma: “È giunto il momento dei monti episodi importantissimi della In basso: stessostesso oordinardina a SSalomonealomone ddii iinnalzarennalzare per millenni e sul fi nire dell’Ottocento dà in cui né su questo monte, né in Geru- vita di Gesù: la tentazione, le beatitudi- meditazione sul Monte Penna 21

20-23 Pellegrini cristiani 20 28-07-2004, 9:16 20-23 Pellegrini cristiani 21 28-07-2004, 9:16 Foto arch. Parco arch. Foto Foto arch. rivista/Boscolo arch. Foto

pellegrinaggio cristiano in Terra Santa vedono lontane, come in un miraggio, le presto una fonte d’ispirazione per molti uno spesso muro di recinzione ha valore Grandi) che deve aiutare a ritrovare lo risale all’anno 333, quando un anonimo torri della basilica di Santiago!”. altri simili complessi che si diffondono rassicurante e comunica che il luogo è spirito del pellegrino, ma anche la serenità pellegrino scrive nello stile di un diario sull’arco alpino occidentale e nel resto protetto, la fontana zampillante sulla necessaria ad accostarsi a un santuario”. di viaggio l’Itinerarium Hierosolymitanum, Meditazione e devozione d’Europa. Ciascun Sacro monte ha una destra è un chiaro segno purificatorio Qui lo sguardo è catturato dall’immensa riportando minuziosamente le tappe Chi ha fede attinge spesso dagli elemen- ben definita fisionomia, una specifica e di accoglienza ristoratrice, la mano croce di pietra, illuminata giorno e notte, del percorso di pietà e devozione da ti offerti dalla natura quell’essenza vitale identità e riflette le vicende della comu- dipinta sul muro delle cappelle orienta che tutto abbraccia e sovrasta. Lì accan- Bourdeaux a Gerusalemme. Sulle vette indispensabile per intraprendere il cam- nità in cui sorge, ma tutti i Sacri monti il viandante e indica il corretto senso di to si trovano una cascata d’acqua che dei monti sorgono un’infinità di edifici mino interiore dell’autentica conversione sono permeati di una straordinaria forza di marcia, mentre la cappella a pianta circo- rappresenta il Fiume Giordano dove di culto, méta di pellegrinaggi lunghi e e ambienti naturali di particolare forza e attrazione, dove si amalgamano espressioni lare innalzata sul punto più elevato del fu battezzato Gesù e otto campane di faticosi, come il santuario sul promon- carica simbolica come le isole, i deserti e religiose e componenti naturali, creazioni colle (capp. XV - Le stigmate) induce a bronzo che richiamano l’intera scala torio del Gargano, costruito a partire le montagne, aiutano e stimolano anche artistiche e messaggi culturali per dar vita credere che dove cui la terra sfiora il cielo, musicale (dal do al do): nella simbolo- dal 493 attorno alla grotta sacralizzata la nascita di nuovi modelli interpretativi ad complessi unici e originali. Dio si manifesti con maggior evidenza gia cristiana l’otto è il numero perfetto dall’apparizione dell’Arcangelo Michele della religiosità spirituale. nella vita degli uomini. e sancisce l’unione tra l’uomo finito col o il corrispondente Mont Saint-Michel, San Francesco d’ individua nel deser- Uomini e religioni L’antropologo Antony Wallace afferma Dio infinito. Una calibrata mescolanza sospeso tra l’ultimo lembo di terra e l’ac- to verde del Monte Verna, il luogo ideale, Al dedicato a San che le credenze e i rituali sono strutturati di forme e spazi fisici con riferimenti qua dell’oceano o, ancora più a nord, la isolato e solitario, per lasciarsi invadere Francesco, si giunge lungo un sentiero come i gradini di una scala, cioè “la forma liturgici ed emotivi, un alternarsi di chiesetta di Croagh Patrick, eretta sulla dalla pienezza di Dio. E due secoli dopo, acciottolato che dalla riva del lago s’innal- religiosa appartenente al livello più com- assonanze e contrastri, di evocazioni, cima del monte sacro degli irlandesi che un frate francescano edifica a Varallo Sesia za di circa 100 metri e, tra rare aperture plesso contiene le credenze e le pratiche di echi, rimandi… Secondo il sociolo- testimonia la cristianizzazione dell’isola La Nuova Gerusalemme, per ricordare gli panoramiche passa accanto al cimitero, quello più semplice e di conseguenza nelle go Pierre Francastel “gli uomini e le da parte di San Patrizio. Può accadere che episodi culminanti dell’esperienza terrena per poi imboccare un ombreggiato viale società con culti ecclesiastici vi sono anche società non creano il loro ambiente un’altura non abbia una valenza specifi- di Gesù. Vicario della provincia milanese rettilineo che conduce al monumentale credenze e rituali comunitari, sciamanici solo per soddisfare determinati bi- catamente sacra, ma infonda ugualmente e già rettore dei Luoghi Santi di Terrasan- portale d’ingresso. Ancor prima di entrare e individuali”. Così che per raggiungere sogni fisici o sociali, ma anche per speranza e coraggio: è il caso del Monte ta, fra’ Bernardino Caimi inizia nel 1493 si nota il pianoro ondulato e arioso del l’edifico di culto cattolico più grande del proiettare nello spazio reale della loro do Gozo (in spagnolo significa Gioia) sul un’opera monumentale che attraverso Monte e si ha la sensazione di aver lasciato mondo (progettato dallo Studio Renzo Pia- vita speranze, ambizioni e utopie”. Cammino di San Giacomo di Compostela statue e dipinti, cappelle e percorsi al- la fatica alle spalle e di essere arrivati. no Building per contenere 7.200 fedeli è dove, dopo chilometri e chilometri d’in- l’aperto, rievoca gli episodi salienti della L’arco d’ingresso sottolinea il passaggio tra attualmente in costruzione a San Giovanni Da sinistra, Mont S. Michel; terminabile fatica e sudore, il viandante passione, morte e resurrezione di Cristo. la realtà profana e la dimensione sacra del Rotondo, dove visse e morì San Padre La Verna, la basilica arrampicata sulla roccia e immersa nel verde; tira un sospiro di sollievo e pregustando Nasce così il fenomeno dei Sacri monti. luogo e una serie di altri segni rafforzano Pio) si dovrà percorrere un lungo viale Orta vista dal Sacro Monte; la soddisfazione dell’arrivo “ogni ombra di Quella semplice altura immersa nella nel fedele il senso di fiducia e lo invitano pedonale, “un cammino mediato, anche un La Verna, interno basilica: “ascesa stanchezza sembra svanire quando s’intra- cornice boscosa della Valsesia diventa a intraprendere l’itinerario devozionale: pochino faticoso (dice l’architetto Giorgio di Gesù in cielo” dei Della Robbia. 22 23

20-23 Pellegrini cristiani 22 28-07-2004, 9:16 20-23 Pellegrini cristiani 23 28-07-2004, 9:16 In cammino per non smarrirsi (Brano del Corano dove si parla del Monte Arafat)

di Mohamed Ashmawi Osman* divisa in grandi blocchi, ricoperta da un più pittoresco di quello offerto dalla vista sottile strato di spine secche. che ci offrono le vette azzurre alle spalle e L’inizio dell’ultimo sermone pronunciato Con una circonferenza approssimativa di l’enorme accampamento sparpagliato sulla ai musulmani dal Profeta Maometto sul 2.000 metri sorge improvvisamente, con gialla pianura sottostante. Qui infatti si Monte Arafat nel 632 d.C., tre mesi prima un’altezza di circa 60 metri, da una bassa ergono numerosissimi gli accampamenti della sua morte assume un signifi cato pianura ghiaiosa, la piana di Arafat. dei fedeli che a centinaia di migliaia ogni particolare. Sul Monte Arafat infatti i Secondo antiche documentazioni, una vol- anno decidono di compiere questo viaggio pellegrini si riuniscono per meditare e ta la pianura di Arafat era un’area fertile spirituale. Il pellegrinaggio è infatti uno dei rivolgersi umilmente a Dio e invocarne e coltivata e infatti è facile incontrare, pilastri fondamentali dell’Islam, un dovere il perdono, ed è forse il momento più durante il cammino, cisterne di pietra a cui ogni musulmano deve adempiere solenne di tutto il Pellegrinaggio. abbandonate e rovine. Si dice infatti ci almeno una volta nella sua vita. Ricchi e Arafàt, deriva dal verbo arabo “’arafa” sa- fossero sette grandi cisterne, formate dalle poveri di ogni parte del mondo si trova- pere. Si dice che l’archangelo Gabriele, rocce, piene di acqua dove bevevano i no a pregare insieme lo stesso Dio e ne mentre faceva vedere al Profeta Abramo pellegrini con i loro animali. Sul versante implorano il perdono e la misericordia. i luoghi o le stazioni dove si compì il orientale della montagna c’era un largo Secondo antiche tradizioni, Adamo, dopo pellegrinaggio, gli chiedeva in arabo: canale che sgorgava dalle pendici delle essere stato scacciato dal Paradiso, si rifugiò Sia lode a Dio: noi lo lodiamo, gli ”Arafta? (lo sai?)”. colline di Taif e portava acqua alla città chiediamo soccorso, imploriamo il suo Il Monte Arafàt, in arabo chiamato anche santa della Mecca. Oggi quello che si perdono e andiamo a Lui; noi cerchiamo Giabal al-Rahmah “Monte della Miseri- presenta ai nostri occhi è una enorme cordia”, è una massa di granito comune distesa sabbiosa con una tipica vegeta- la sua protezione contro i vizi della zione desertica testimone di un’antica nostra anima e contro le nostre cattive rigogliosità.. I pellegrini giungono sulla A sinistra, azioni. Chiunque è guidato da Dio non si Cairo, moschea Ibn Tulum; piana di Arafat nel giorno 9 del mese di “ donna che legge il Corano (foto I. Minelli); dhul-higgiah, dodicesimo del calendario smarrisce, e chiunque è da Lui perso non in alto, Medina moschea con la tomba musulmano (lunare), dove si svolge la può essere guidato da alcuno… di Maometto (foto p.g.c. Ministero dell’Istruzione Superiore dell’Arabia Saudita); cerimonia chiamata Stazione (Wuquf) di pagine del Corano Arafa. Non si può immaginare spettacolo 24 25 24-27 Pellegrini musulmani 24 “ 6-08-2004, 15:40:48 24-27 Pellegrini musulmani 25 6-08-2004, 15:41:34 un ambiente incontaminato, un deserto del pellegrinaggio, che si spoglia dei suoi privo di qualsiasi amenità e lontano dalla consueti vestiti, privandosi di ogni segno vita materiale. Nonostante l’austerità del di distinzione sociale e di ogni privilegio territorio, il caldo, la sabbia e i disagi, il materiale per indossare, gli uomini due forte bisogno di avvicinamento a Dio è pezzi di stoffa bianca semplice senza talmente forte e profondo che il luogo, in cuciture, uno lo ‘Izar attorno alla vita e realtà, assume un’importanza totalmente l’altro la Rida gettata sulle spalle e avere proprio in questa località, come oggi fanno irrilevante. Si respira una spiritualità così la testa scoperta. Le donne hanno il di- i pellegrini che, ispirandosi all’esempio di profonda che tutto il resto viene annullato, ritto di vestirsi come vogliono (sempre Adamo, si riuniscono qui da mezzogior- la realtà intorno svanisce. nel quadro delle convenienze islamiche no al tramonto allo scopo di ritrovare la Ho sentito l’Inviato di Dio dire: “Chi fa generali e di quelle particolari della vita propria personalità spirituale e morale, in il pellegrinaggio, senza nutrire propositi nei Luoghi Sacri) e hanno la testa coperta. osceni e senza indulgere al disordine, I pellegrini non possono rasarsi, pettinarsi, ritorna com’era il giorno in cui lo ge- tagliare le unghe e profumarsi, devono nerò sua madre”, cita un hadit di Abu osservare la castità assoluta, evitare ogni Hurayra. Ed è a questo che aspira ciascun litigio e discussione e non possono cac- pellegrino, durante la celebrazione dei riti ciare. Il pellegrino, rinnovando la propria sottomissione all’Altissimo, si impegna ad astenersi dall’egoismo, dalla superbia, dall’attenzione verso i privilegi materia- li, da dispute e contese, dalla menzogna, dall’offesa, dalla calunnia, dalla vanità e dalla presunzione.

Nel disegno, l’itinerario dei pellegrini alla Mecca; in basso: La Mecca con la grande moschea e la Kaaba dove si conserva la pietra nera; (foto p.g.c. Ministero dell’Istruzione Superiore dell’Arabia Saudita); nella pagina a fi anco, dall’alto, Cairo facciata di moschea (foto Polis/F. Klausner); Damasco, moschea degli Omayyadi (foto Polis/Bersani); Cairo, al bar durante il Ramadan (foto I. Minelli); pellegrini al Monte Arafat; Cairo, moschea Ibn Tulum (foto I. Minelli); Algeri, preghiera di mezzogiorno (R. Andorno/Contax-Fowat)

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24-27 Pellegrini musulmani 26 6-08-2004, 15:42:11 24-27 Pellegrini musulmani 27 6-08-2004, 15:43:09 PELLEGRINAGGI & EBRAISMO PERCHE- VI AGITATE, O MONTI FRASTAGLIATI?

frangente gli sfuggì un agnellino. Mosé furono creati come Luoghi Santi uno di tradizionale). Mosè salì in cima al monte umile. La condizione essenziale per di Alberto Moshe Somekh* si diede al suo inseguimento con l’idea fronte all’altro”. e, una volta disceso, consegnò al popolo poter recepire l’insegnamento divino, o di punirlo per la fuga. Lo raggiunse sulla Il concetto di “ombelico del mondo”, da le due Tavole con i Dieci Comandamenti se vogliamo, il suo messaggio di fondo. Un antico aforisma rabbinico afferma che riva di un ruscello, dove l’animale si era intendersi insieme come centro e come (Es. 19,1-20,21). Come dice il salmo: “Perché vi agitate il mondo sussiste in virtù di due monta- fermato per dissetarsi. Mosè capì che era punto d’origine del mondo era già pre- Sempre sul Monte Sinai vi trovò rifugio tanto, o monti frastagliati, guardando con gne cui la tradizione ebraica assegna un stata appunto la sete a indurre la bestiola sente a proposito di Gerusalemme nella il Profeta Elia in fuga dal malvagio re invidia il monte che Dio si scelse come signifi cato particolare: il Monte Sinai e il a scappare. Egli se lo prese in grembo Bibbia ebraica in Ezechiele. Inoltre esso Achav, dopo quaranta giorni e quaranta dimora? Iddio certamente l’abiterà per Monte Morià (Midrash Tehillim, Salmo e lo ricondusse al gregge, suscitando il è comune ad altre culture: ad esempio notti di cammino (1 Re, 19,8). sempre” (Salmo 68). 87). La prima attestazione di questo con- beneplacito della divinità: “Hai avuto Delfi nella cultura greca. Il Monte Sinai L’identifi cazione del Monte Sinai è tutt’altro Ma c’è anche un’altra ragione di fondo cetto è già presente nel Libro (apocrifo) dei pietà di un agnellino? Ora guiderai il e il Monte Morià, sono entrambi “sacri”, che semplice. Alla tradizione rabbinica che indusse il “Santo Benedetto” a pre- Giubilei tramandato in greco. Il mondo Mio gregge, il popolo d’Israele”. ma non sono sul medesimo piano. Il Si- importano assai più i contenuti religiosi e ferire questa montagna anonima, situata venne diviso fra i Figli di Noè all’indomani Fino a quel momento la montagna si nai è solamente al centro del deserto, il spirituali dell’avvenimento che non la sua in mezzo al deserto. Non apparteneva del Diluvio: “Ed egli (Noè) sapeva che il chiamava Chorèv, “luogo asciutto”. Fino Monte Sion (Morià) è il centro del mondo esatta collocazione geografi ca. I monaci geografi camente a nessuna nazione. Giardino dell’Eden era il Santo dei Santi a quando Dio si rivelò a Mosè in un e il suo “omphalos”. Epiteto che cristiani, perlopiù provenienti dall’Egit- e la Residenza di Dio, roveto che ardeva, eppure non era di- attribuisce al Monte Morià uno to, che presero a stabilirsi nella zona a che il Monte Sinai vorato dal fuoco. Era la prima volta più elevato, che trova partire dal II secolo, tesero a identifi care era il centro del status che Mosè acquisiva il senso di una ampia conferma nella tra- il Monte Sinai con le vie più accessibili deserto e che il admat qòdesh, “terra sacra”. Lì ricevette, dizione rabbinica. ai pellegrini. A partire dall’età bizantina Monte Sion insieme all’investitura, la promessa che Il Monte Sinai è col- prese piede una tradizione secondo cui il (Morià) il suo popolo schiavo in Egitto sarebbe locato al centro della Monte Sinai va visto nel cosiddetto Gebel l’ombelico stato liberato. Al cinquantesimo giorno penisola omonima, fra Musa (“Monte di Mosè” in arabo) o Gebel del mondo: dall’Uscita dall’Egitto “verrete ad adorarmi il Golfo di Eilat/Aqaba e Katharina, nella parte meridionale della questi tre su questo monte”. E proprio dal roveto, in il Golfo di Suez, fra l’Egitto penisola, dove fu edifi cata una chiesa. Nel ebraico “seneh”, si aggiunse alla montagna (che attualmente vi esercita VI secolo Giustiniano vi aggiunse una quel nome con cui divenne famosa nella la sovranità politica) e Israele. fortezza/monastero dedicata quattro secoli storia di tre religioni, Sinai. Secondo il racconto biblico il più tardi alla fi gura di Caterina d’Ales- Quando Dio decise di rivelare la Torah, popolo d’Israele giunse ad ac- sandria. Nella tradizione rabbinica, la la sua legge, sulla cima di una montagna, camparsi alle falde del Sinai storia del Sinai comincia addirittura con Nella pagina a fi anco ciascuna delle vette si mise in agitazione, il primo giorno del “terzo la creazione del mondo. in alto, Sinai, Serabit nell’aspirazione di risultare la prescelta. Ec- (foto C. Concina/Realy mese dall’Uscita dall’Egitto”, Del monte la Bibbia ebraica parla espli- cetto una: il Monte Sinai. Consapevole di Easy Star). ovvero il mese di Siwàn, citamente allorché Mosè si trova impe- In questa pagina in alto, non avere caratteristiche particolarmente dell’anno 2448 dalla gnato a recare al pascolo le greggi di suo Gerusalemme, attraenti, questa montagna brulla e non il Muro del Pianto Creazione (il 1312 a.E.V. suocero Yitrò, sacerdote nella terra non eccezionalmente alta preferì rimanersene (foto S. Cellai/ secondo la datazione lontana di Midian (Esodo 3). È la prova Realy Easy Star) generale della sua leadership futura. Una in disparte. La scelta cadde invece su di essa proprio perché si era dimostrata

leggenda narra che in quel Minelli) I. (foto

29 R. Andorno/Contax-Fowa Torino Andorno/Contax-Fowa R.

28-30 Pellegrini ebrei 28 28-07-2004, 9:19 28-30 Pellegrini ebrei 29 28-07-2004, 9:20 Nessuno ne rivendicava la proprietà sul piano storico. Se Dio si fosse rivelato su questo monte, nessuno avrebbe potuto dire a priori: “La Torah è esclusivamente mia”. E nessun altro avrebbe potuto a prio- ri schermirsi dall’impegno adducendo a pretesto: “Non sono stato invitato”. L’in- In alto da sinistra, Sinai, resti del castello di Re Salomone segnamento divino era destinato a tutti (foto C. Concina/Realy Easy Star) gli uomini indistintamente e come tale a destra, Sinai popolazione locale (foto C. Concina/Realy Easy Star) doveva essere comunicato. giovani israeliani a Gerusalemme Il Monte Sinai fu, nel pensiero ebraico, (foto S. Cellai/Realy Easy Star) il teatro della consacrazione dell’Uomo da parte di Dio. Dotato di pulsioni come salire questa immagine ad un fenomeno gli animali, ma delle facoltà di ragionare naturale, scrive Martin Buber, o a una e di parlare che lo rendevano un essere terribile tempesta o all’eruzione di un superiore, l’Uomo sarebbe stato la creatura vulcano, ma la complessità del fenomeno più adatta a rappresentare il creato sotto inseparabile da esso, singolare nella sua ogni suo aspetto, se solo avesse sottoposto peculiarità, resiste ad ogni spiegazione… il suo istinto ad una sublimazione, una In ogni caso ogni tentativo di penetrare disciplina. l’immagine biblica per arrivare all’evento Il Monte Morià invece è strettamente reale che vi è nascosto dietro è vano” legato alle vicende di Gerusalemme. non vi possono essere dubbi. (Mosé, Marietti, 1983). Una tradizione biblica, che risale al Fu sul Monte Morià che salì Isacco portan- Diverso è il realismo del sacrificio d’Isacco Libro delle Cronache, scrive infatti che dosi la legna sulle spalle e si lasciò legare sul Monte Morià a Gerusalemme. Afferma “Salomone cominciò a costruire la casa dal padre Abramo all’altare improvvisato. Erich Auerbach in Mimesis: “Questi sono i del Signore a Gerusalemme sul Monte Ma quando questi fu sul punto di colpirlo moniti più importanti della storia d’Isacco: Morià, dove (il Signore) era apparso a suo un angelo lo fermò. Dopo che i romani che Dio tenta anche il più devoto tra i padre David, nel luogo che David aveva ebbero distrutto anche il Secondo Tempio suoi fedeli, che l’unico contegno di fronte designato…” (2 Cronache, 3,1). Secondo e cominciò la grande Diaspora degli Ebrei, a Lui è l’obbedienza assoluta, che però la questa tradizione il luogo del Tempio fu il pellegrinaggio cessò di essere un obbligo sua promessa rimane ferma, che il suo dunque scelto per via della rivelazione e divenne una prassi saltuaria, spesso a decreto può esser sempre tale da suscitare divina al re David, ma è anche il luogo prezzo di grandi rischi e difficoltà. Solo in dubbio e disperazione; ma attraverso tali chiamato “Monte Morià” connesso con epoca molto recente, anche quegli ebrei insegnamenti il testo diventa così grave, il periodo storico più antico, l’età dei che hanno scelto di non risiedere nel così carico di contenuto…, che il credente Patriarchi e in particolare l’episodio del risorto stato d’Israele lo visitano periodi- viene indotto a riprofondarvisi sempre e Sacrificio d’Isacco. camente, recandosi a pregare presso le a ricercare in tutti i particolari l’illumina- Il collegamento è nuovamente ripreso rovine del Santuario del passato. zione rimastagli celata…”. con chiarezza da Giuseppe Flavio. Nelle Monte Sinai e Monte Morià: due espe- Ciascuno vede in Gerusalemme un mo- sue Antichità Giudaiche racconta che rienze religiose per certi versi opposte tivo diverso fra i tanti che caratterizzano Dio ha comandato ad Abramo di far nella coscienza dello stesso popolo. Sul la città, lo considera dominante e ama salire suo figlio Isacco sul Monte Morià, Monte Sinai nel deserto Dio è “sceso” sottolinearlo, fino al punto di risentirsi se di costruirvi un altare e di immolarvelo verso l’uomo; sul Monte Morià l’uomo altri mostrano di prediligere aspetti diffe- in sacrificio dinanzi a Lui (I, 13,1); su si è alzato verso Dio. Le due montagne renti. Ma al di sopra di ogni particolare questo stesso monte il re David avrebbe sacre hanno avuto due destini molto di- Gerusalemme rappresenta una profonda successivamente costruito il santuario versi nella religiosità di questo popolo. Il armonia del tutto. (ibid. 2). Sull’identificazione del Monte Monte Sinai non ha quasi lasciato traccia Morià con il Monte Sion a Gerusalemme di sé. “Si è cercato in diversi modi di far *Rabbino capo della Comunità ebraica di Torino 30

28-30 Pellegrini ebrei 30 28-07-2004, 9:20 EUROPA LA VIA LATTEA VERSO SANTIAGO

testo di Rosalba Graglia pendici del monte Libradón. E foto di Marilaide Ghigliano in sogno gli appare l’apostolo Giacomo che lo invita a scavare Secondo la leggenda, fu un angelo a proprio in quel campo dove guidare una barca senza vele e senza brillano le stelle. Detto fatto, viene timone dalla Palestina fi no alle coste alla luce un’arca di marmo con della Galizia. Era l’anno 44 dopo Cristo il corpo di un uomo decapitato. e quella barca riportava in Spagna le La notizia del ritrovamento della spoglie dell’apostolo Giacomo, fatto tomba dell’apostolo Giacomo si decapitare da Erode Agrippa. Giacomo diffonde in fretta, il re Alfonso era arrivato nell’estremo nord ovest II fa costruire una piccola iberico per predicare il Vangelo “fi no chiesa sopra quel sepolcro, ai confi ni della terra” come aveva e attorno inizia a nascere chiesto Gesù; poi era tornato in Terra un borgo. Comincia così, tra Santa, e qui aveva subito il martirio. I realtà e leggenda, la storia di suoi discepoli ne avevano trafugato il una città-santa, Santiago (San corpo per seppellirlo proprio nei luoghi Giacomo in spagnolo) de della sua predicazione. Poi per secoli Compostela, il “campo delle quella tomba venne dimenticata e se ne stelle” dell’eremita Pelayo. E persero le tracce. Finchè intorno all’813 comincia l’avventura di uno dei un pastore eremita della Galizia, Pelayo, più straordinari pellegrinaggi Santiago de Compostela, inizia a vedere di notte misteriose luci, della cristianità. Un viaggio cattedrale come piccole stelle, su un terreno alle nello spazio e nell’anima da e pellegrini 31

31-35 Il camino d'Europa 31 27-07-2004, 14:12 cui si poteva anche non tornare. Quelli qualcosa del rito di iniziazione. Ma per gialle) e chi sceglie solo alcune tappe. Chi che ce la facevano, portavano con sé una tutti diventa un’esperienza estrema di va a piedi e chi in bicicletta e a cavallo, o conchiglia a pettine, raccolta sulle rive solitudine e silenzi, quasi un viaggio in alterna tratti con mezzi pubblici, oppure dell’oceano dove era arrivata la barca con un mondo parallelo. L’aveva già rivissuta con auto al seguito. Per tutti, l’avventura il corpo dell’apostolo: noi la chiamiamo così nel 1969 il regista spagnolo Luis ha soste obbligate, irrinunciabili. Pettine di San Giacomo o Capa Santa Bunuel, nel fi lm La Via Lattea, percorso Fin dal Medioevo, alcune grandi (dal nome del mantello del santo), per i fi sico e metafi sico di due pellegrini verso strade attraversavano la Francia per francesi è la “coquille de Saint-Jacques”, Santiago, sospeso nello spazio e nel tempo. raggiungere i Pirenei e la frontiera con per gli spagnoli la “concha” o “viera”. E la Via Lattea è un altro dei nomi con cui è la Spagna. Le città di Arles, in Provenza conchiglia e il bastone da viandante sono noto il cammino, perché proprio le stelle (dove arrivavano in genere i pellegrini diventati il simbolo dei pellegrini. della Via Lattea guidavano i pellegrini provenienti dall’Italia), le Puy in Alvernia, verso ovest. La “religiosità” dell’itinerario Vézelay in Borgogna e Orléans, appena 800 chilometri a piedi va al di là delle confessioni religiose. Non a sud di Parigi, erano i punti di partenza A Santiago si va per fede, ma non solo. a caso uno scrittore famoso come Paulo delle quattro “strade giacobee”. La più C’è chi ci va per turismo culturale: Coelho ha percorso la via di Santiago meridionale, che da Arles proseguiva il ”Cammino” è stato uno dei primi nel 1986 e ne ha raccontato l’esperienza verso Tolosa e Oloron, superava i Pirenei itinerari “turistici” della storia, costellato in Il cammino di Santiago. Esperienza al passo di Somport, mentre le altre tre di splendide chiese e di antichi ostelli ripetuta nel 1991 da Shirley McLaine, strade si riunivano a Ostabat, pochi per il pellegrini, e ha avuto una sua star hollywoodiana attratta da percorsi chilometri da Saint-Jean-Pied de Port, “guida” fi n dal 1139, scritta dal chierico di spiritualità e meditazione, e rievocata piccola capitale francese del “Cammino”, strada di Arles confl uiva in quell’unico Da Roncisvalle a Pamplona, il cammino In alto da sinistraFrancia,Ostabat; Castiglia, Ponferrada francese Aymeric Picaud e compresa nel nel suo libro Il Cammino. Anche chi non dove i pellegrini sostavano prima di percorso che ancora oggi ha il nome di prosegue per poco più di 40 km tra castello dei TemplariXII sec.; Codex Calixtinus voluto da papa Callisto crede, vive il cammino come una sorta di iniziare la salita verso le montagne e il “Cammino francese”, secondo il tracciato natura, piccoli borghi antichi, vecchi Navarra, Puente la Reina, ponte dei descritto nel XII secolo da Picaud. ponti di pietra. Si entra a Pamplona dal pellegrini XI sec.; III. L’Unesco lo ha dichiarato “primo percorso interiore che mette in sintonia passo di Roncisvalle. Più in là, anche la Galizia, El Cebrero; itinerario culturale europeo”. Per i patiti l’individuo con l’energia dell’universo. ponte della Maddalena e ci si ritrova sotto, Galizia crocifi sso XIV sec. del trekking è una specie di sfi da, 800 km Dopo di che, ognuno sceglie il “suo” Da Roncisvalle a Pamplona per la prima volta in una vera città, interamente piedi, dai Pirenei a Santiago. cammino. Chi percorre interamente il Roncisvalle è un luogo magico, che con l’animazione delle fi estas raccontate Per molti giovani un’avventura che ha percorso (tutto ben segnalato da frecce evoca l’epopea dei paladini di Carlo da Hemingway, le corse dei tori per Magno e di Orlando/Rolando, caduto S.Firmino e una splendida cattedrale. E’ proprio qui in battaglia per fermare i un po’ il leit-motiv di tutto il Cammino, mori. La leggenda vuole sia sepolto nella questo alternarsi di paesaggi solitari cripta della cappella Sancti Spiritus. Tra con minuscoli villaggi e di paesi e le montagne pare di sentir risuonare piccole città d’arte cresciuti attorno al il corno Olifante... Arrivarci di sera, percorso dei pellegrini. Come Puente quando il piccolo borgo è avvolto da de la Reina, nato attorno a un ponte, nebbie sottili, fa rivivere l’emozione il “ponte della regina” che ha le dato il che dovevano provare i pellegrini del nome, fatto costruire dalla regina Munia In alto da sinistra Medioevo, fi nalmente in un luogo sicuro, nell’XI secolo per facilitare ai pellegrini il Concha Jacobea o Capasanta, dopo la montagna e le foreste… E ogni passaggio sul rio Arga. Il paese è raccolto il simbolo dei pellegrini; Spagna, Roncisvalle sera, si celebra nella collegiata il rito attorno all’unica strada rettilinea, la Calle edifi ci dell’Hospital; della benedizione dei pellegrini, viatico Mayor, percorsa dai pellegrini da secoli. Spagna, Castiglia e Leon, pellegrini stracarichi al rifugio per il viaggio che sta per cominciare. Di tanto in tanto, ci sono curiosità che di S. Nicolas de Puente Fitero Altro viatico indispensabile per chi fa hanno dell’incredibile. Al monastero sul serio la Credencial, che attesta che di Irache, il più antico “hospital” per i si sta percorrendo il Cammino e dove pellegrini della Navarra, la fontana butta vengono apposti i timbri dei vari ostelli vino anziché acqua e i pellegrini possono in cui si alloggia. La si può richiedere alla berne un sorso per ristorarsi. Collegiata (o al centro per i pellegrini di Saint-Jean-Pied-de Port, e in Italia Curiosità & tesori d’arte alla Confraternita di San Jacopo di Poi dalla Navarra si arriva nella regione Compostella di Perugia, tel. 075 5736381, della Rioja che per i vini è davvero [email protected]). famosa. E si attraversano vallate e fertili 32 33

31-35 Il camino d'Europa 32 27-07-2004, 14:13 31-35 Il camino d'Europa 33 27-07-2004, 14:14 In alto da sinistra Dall’alto, Spagna, Galizia Cattedrale di Portomarin; Cattedrale di Burgos, particolare Spagna, Castiglia del nord, Arco de Santa della Porta del Sarmental; Maria a Burgos; la cartina del percorso; pellegrini a Santiago de Compostela; Spagna, Castiglia Fromista Spagna, Aragona Eunate, Basilica XII sec.; chiesa romanica di S. Martin sec XI; Cattedrale di Santiago di Compostela, statua Cattedrale di Santiago de Compostela, di S. Giacomo Pellegrino. Puerta de los Platerias; Santiago Pellegrino, statua romanica a S. Marta de Tera (Benavente).

prosegue per campi e altipiani solitari. Ed testa di quella statua, rito che dovrebbe è sempre un’emozione arrivare fi nalmente trasmettere un po’ della saggezza dello a un monastero, un centro abitato, come storico “architectus” (soprannominato San Juan de Ortega, isolato a 1.000 metri dalla gente “o santo doc croques”, il santo di altitudine attorno al monastero dove dei bernoccoli). Superstizioni innocenti è sepolto San Juan, altro benefattore e religiosità profonda si intersecano del cammino, che collaborò con Santo in un luogo e in una città intera che Domingo nel costruire ponti e ostelli per i unisce sacro e profano. Le feste per San pellegrini. Dopo San Juan inizia la meseta Giacomo, il 25 luglio, sono grandi feste castigliana, infi nito e solitario altopiano di popolari, tra processioni e balli, messe e campi di grano, in estate un vero mare di mangiate di “polpo alla galliega”. Quando giallo. Tappa spettacolare, Burgos, raccolta poi, come quest’anno, il 25 luglio cade attorno a una delle più straordinarie di domenica, è l’anno santo di Santiago, cattedrali gotiche d’Europa. E poi Fromista, vera apoteosi di celebrazioni. La città, con la splendida chiesa romanica di San dichiarata dall’Unesco “Patrimonio Martin. Léon, altra città-gioiello, con la dell’Umanità”, è splendida: animatissima, strepitosa cattedrale gotica di Santa accogliente, coinvolgente. Rimane Maria la Regla e la basilica romanica di un’emozione tutta individuale Sant’Isidoro, dalle volte tutte affrescate andare alla Cappella Mayor pianure, con lunghi tratti totalmente che le hanno valso il soprannome di Lavacolla, il paesino sul rio omonimo dietro l’altare, dove c’è la statua solitari. Fino a Santo Domingo della “Cappella Sistina spagnola”. Astorga, dove i pellegrini si immergevano in un di San Giacomo: sfi orarne il Calzada, la tappa più interessante della con un’altra splendida cattedrale, Santa bagno purifi catore prima di arrivare alla mantello, partecipare alla zona. Frate Domingo dedicò tutta la sua Maria, capolavoro gotico-plateresco e il meta, è poco lontano dall’aeroporto. Il grande messa del pellegrino vita alla strada (la “calzada” appunto) per Palacio Episcopal costruito da Gaudì tra Monte Gozo da dove già si vedono le a mezzogiorno. Chi dimostra, Santiago, costruì un ponte sul fi ume Oja, fi ne ‘800 e inizi ‘900, quasi un castello torri della cattedrale di Santiago, dove nel credencial alla mano, di chiese e ostelli per i pellegrini e quando delle fi abe… Nella Castiglia-Léon sono Medioevo ci si fermava a ringraziare Dio aver percorso almeno morì, nel 1109, venne sepolto nella bella concentrati forse i maggior tesori d’arte per avercela fatta, ha dissolto buona parte 100 km a piedi riceve “la cattedrale. Dove la curiosità maggiore sono di tutto il Cammino. della sua spiritualità tra servizi effi centi Compostela”, il documento i due polli bianchi, vivi e vegeti, ricordo ma senza storia. uffi ciale del pellegrinaggio. perenne di un miracolo accaduto a una Verso Santiago Tutto si dimentica quando si arriva Qualcuno prosegue fi no famiglia di pellegrini, il cui fi glio era Ormai si è verso la Galizia. Da fi nalmente nel cuore antico di Santiago, al mare, dove i pellegrini stato ingiustamente accusato di un furto contemplare dall’alto dei 1.293 metri di davanti alla straordinaria facciata barocca medievali andavano a e impiccato come ladro. Ma San Giacomo O Cebreiro, ennesimo luogo di culto del della cattedrale che conserva la tomba raccogliere le conchiglie lo sostenne per i piedi, e il ragazzo non Cammino, dove i pellegrini sostavano dell’apostolo Giacomo. C’è da rimanere “di San Giacomo”. morì. I genitori si precipitano dal giudice prima di intraprendere il percorso abbagliati dallo splendore del Portico della E’ Finisterre, la fi ne del e quello ridendo dice loro: vostro fi glio fi nale. Da qui, Santiago dista poco più Gloria, capolavoro romanico di Maestro mondo conosciuto per è vivo come questi polli arrosto che sto di 150 km; sono ancora valli solitarie Mateo. Lui, personaggio misterioso, di cui gli antichi. Ed è la fi ne di mangiando. Manco a dirlo, i polli tornano e boschi, monasteri e villaggi sperduti. si sa poco o nulla, si è raffi gurato in una un viaggio che è molto di vivi e si mettono a cantare… Peccato che proprio gli ultimi 20 km statua ai piedi di una colonna, ed è ormai più di uno spostarsi nello Dalla Rioja alla Castiglia-Léon il cammino abbiano perso molto del fascino antico. una tradizione toccare con la fronte la spazio. 34 35

31-35 Il camino d'Europa 34 27-07-2004, 14:15 31-35 Il camino d'Europa 35 27-07-2004, 14:16 PARCO DEL GARGANO LA VIA SACRA DEI LONGOBARDI

testi e foto di Carlos Solito Gesù ed esorta i pellegrini a vivere le promesse battesimali. San Matteo con Il Gargano è un promontorio evocativo il suo vangelo rappresenta la via della che fa rimbalzare alla memoria la sua parola di Dio. Padre Pio e San Leonardo importante sacralità già nota da oltre sono splendidi esempi di uomini che 1.500 anni, quando San Michele Ar- hanno rispettato il Vangelo. La Grotta cangelo apparve tra il 490 e 493 d.C. di San Michele è il punto culminante esprimendo il desiderio di eleggere una dell’itinerario spirituale del pellegrino, grotta, nei pressi di Monte Sant’Angelo, dove l’uomo si trova solo con la sua co- a propria dimora terrena. L’apparizione scienza, sospeso sulla montagna fra cielo dell’Angelo soldato, che guidò le schiere di e terra. Brulle montagne, piccoli borghi e Dio nella lotta contro i ribelli di Lucifero, santuari pennellati dal tempo, guidano avviò la diffusione del culto micaelico sull’antica Via dell’Angelo verso uno dei sono anche due chiostri, uno dei quali è preistorici più importanti d’Italia per la Nella pagina a fi anco Monte S. Angelo, Grotta di S. Michele, nel mondo occidentale a opera dei più luoghi più alti della cristianità, seguendo arricchito da un pozzale cinquecentesco presenza di pitture parietali paleolitiche la statuetta in pietra del santo; entusiasti e fedeli devoti: i Longobardi. Il lo stesso pellegrinaggio che, come 1.500 e da affreschi di San Francesco d’Assisi. (si tratta di fi gure di cavalli e impronte in questa pagina in alto, santuario di Monte Sant’Angelo ebbe così anni fa, continua a esercitare un fascinoso Pochi chilometri più avanti il suggestivo di mani) risalenti a circa 20mila anni fa. Valle dell’inferno; in basso, grande importanza da diventare, al pari richiamo. centro di San Marco in Lamis noto per la L’itinerario per la Via Sacra dei Longobardi particolare del portale della chiesa del Sepolcro di Gesù a Gerusalemme, singolare processione delle fracchie che torna in prossimità del convento di San di Santa Croce a Monte S. Angelo. delle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo Lungo la via sacra seguono la statua dell’Addolorata il Vener- Matteo dove la strada continua per Borgo a Roma e del santuario di Santiago di Attraverso il Tavoliere, che deve il suo no- dì Santo. Il suggestivo centro storico con i Celano (una frazione chiamata anche San Compostela in Spagna, uno dei maggiori me alle Tabulae Censuariae dell’antica Roma, mugnali (gradinate esterne con ballatoi) Marcuccio, preferito punto di partenza centri di devozione di tutta la cristianità San Severo, terra di vigneti. Il paesaggio e l’antica sistemazione dei tetti a schiera, per escursioni) e, appena dieci chilometri, medievale e quindi tappa obbligata dei è colorato da preziosissimi fi lari di viti che abbracciano la chiesa Madre del 1400, ecco San Giovanni Rotondo, sovrastata pellegrini che andavano in Terra Santa. Il che, grazie al lavoro dei viticoltori, offrono è sovrastato dal convento benedettino di dall’alto profi lo di Monte Calvo. lungo tragitto, che partiva da Santiago e vini di qualità riconosciuti col marchio San Matteo già abbazia di San Giovanni Tra alberghi e ristoranti si visita la terza giungeva a Monte Sant’Angelo, prendeva di denominazione di origine controllata. in Lamis. Sorto intorno alla fi ne del VI stazione del pellegrinaggio: la piccola nel suo tratto terminale il nome di Via Dalla pianura passiamo al promontorio secolo su un tempio pagano, fu ampliato chiesa di Santa Maria delle Grazie e il Sacra Longobardorum su cui sono posti in e l’ingresso al Gargano avviene dalla nel IX secolo da Ludovico II dopo aver monumentale convento dei Cappucci- successione e a distanza regolare diversi porta sud-occidentale: la boscosa valle sconfi tto i saraceni che minacciavano le ni, dove migliaia di devoti e pellegrini santuari, cappelle votive, abbazie, eremi di Stignano dove incontriamo la prima coste adriatiche. Circondato da verdi boschi rendono omaggio alla tomba di San Pio e luoghi di sosta muniti di pozzi. L’intero tappa del tour. Qui, nel 1515, per volere che scivolano da Montenero, nel 1311 il da Pietrelcina e alla cella dove era solito percorso identifi cato col trittico medievale del nobile napoletano Ettore Pappacoda, convento fu affi dato prima ai Cistercensi pregare (nella quale sono custoditi i san- Deus, Angelus, Homo esprime uno svilup- signore di Larino e Castelpagano, sorse e poi agli attuali Francescani. Durante dali, le lenzuola, il crocifi sso, l’inseparabile po spirituale progressivo, una strada da il monastero romanico di Santa Maria la visita, da non perdere sono la ricca vangelo e i guanti che gli coprivano le percorrere nella sua interezza in quanto di Stignano (patrona degli agricoltori biblioteca con raccolte archeologiche e stimmate). Tutti i fedeli che ogni giorno rappresenta, nella successione delle tap- e dei campi) che nel 1587 lo studioso codici miniati, un presepe di rilevante visitano il luogo dove Padre Pio è vissuto pe e nella completezza dei suoi richiami Gonzaga descrisse come “luogo solitario valenza artistica e un prezioso organo a per cinquant’anni, seguono, in particolare spirituali, la conversione che il cristiano e boscoso, adatto alla contemplazione, dai canne. Si devia per Rignano Garganico a il 2 luglio (festa patronale di Santa Maria è chiamato a compiere. Un cammino vicini circonvicini è molto stimato per i pochi chilometri, il “balcone della Puglia” delle Grazie con una processione che dal spirituale denso di preghiera e di opere frequenti miracoli che lì avvengono per affacciato in posizione panoramica sul convento dei Cappuccini raggiunge il cen- penitenziali. Il pellegrino partecipava a un un’immagine della gloriosissima Vergi- Tavoliere, il Vulture, le Murge, la Majel- tro abitato), il 14 settembre (anniversario vero e proprio corso di esercizi spirituali ne”. Il complesso è dotato di una chiesa la e il lontano Gran Sasso con candide della manifestazione delle stimmate) e il itineranti, dove i santuari rappresentavano con arcate a tutto sesto che svelano due “casedde” erette intorno a ciò che rimane 23 settembre (anniversario della morte i momenti essenziali del viaggio terreno. dipinti della prodigiosa guarigione del del castello dell’XI secolo e al palazzo con veglia e fi accolata) un piccolo tour La conversione inizia con la benedizione cieco Leonardo di Falco e un altare prin- baronale. Poco fuori l’abitato, a sud est, nel che dal convento dei Cappuccini tocca di Santa Maria di Stignano, attraverso la cipale con una Madonna dai caratteri versante orientale della Valle di Settepen- la chiesa antica costruita nel 1540 all’in- quale Dio dona agli uomini suo fi glio bizantineggianti. Di notevole interesse ne si trova la grotta Pagliacci uno dei siti terno della quale Padre Pio ricevette le 36 37

36-39 Via dei Longobardi 36 27-07-2004, 14:17 36-39 Via dei Longobardi 37 27-07-2004, 14:17 stimmate, la chiesa maggiore di Santa roccia, la croce d’argento di Federico II e de un’intatta cripta a sala e i resti della Maria delle Grazie annessa alla prece- la fonte battesimale. A breve distanza dal basilica paleocristiana emersi durante gli dente, la Casa Sollievo della Sofferenza, santuario micaelico si trovano la chiesa di scavi archeologici. Prima di proseguire per la Via Crucis Monumentale che si snoda San Pietro, il Battistero di San Giovanni l’itinerario conviene una breve virata ai lungo un viale punteggiato da 14 stazioni in Tumba, noto come Tomba di Rotari, vicini ipogei di Capparelli e Scoppa. Oltre, bronzee, il monumento a Padre Pio datato la chiesa di Santa Maria Maggiore e il seguendo le indicazioni per Foggia, si rag- 1987 e la nuova chiesa di Renzo Piano castello federiciano circondato dal fossato. giunge la chiesa di San Leonardo fondata che potrà accogliere migliaia fedeli. A Da Monte Sant’Angelo per una strada nel XII secolo dai Canonici Regolari di San Giovanni si prosegue con altre panoramica si scende a Manfredonia, la Sant’Agostino come ospizio per i pellegrini interessanti architetture religiose come porta meridionale del Gargano, la città e i cavalieri crociati che s’imbarcavano le chiese di San Nicola, San Giuseppe del carnevale Dauno. Il nome deriva dal per la Terra Santa. Splendido esempio Artigiano, Santa Caterina, San Leonardo suo fondatore che la fece sorgere sulle di massima espressione artistica del ro- (o Matrice) e San Giovanni Battista. Da rovine dell’antica Siponto nel 1256: il manico pugliese, sul magnifico portale qui l’itinerario si insinua tra avvallamenti, re svevo Manfredi. Dopo una visita alla spiccano due leoni, severi grifoni, colonne doline e affioramenti rocciosi sfiorando il monumentale cattedrale che troneggia istoriate, capitelli con scene evangeliche polje di Sant’Egidio (fino a qualche secolo nella vasta piazza Giovanni XXIII e alla e un timpano interamente scolpito che fa l’unico lago interno del promontorio) chiesa di San Domenico della fine del reca un Cristo. ed entrando nella valle Carbonara do- XIII secolo, si raggiunge il castello svevo- minata da Monte Sant’Angelo. Dai vicoli angioino sede del Museo archeologico che costeggiano le bianche case a schiera nazionale del Gargano. Qui sono custodite del quartiere Junno, sorto nel X secolo, le preziose stele daune, dei parallelepipedi Nella pagina a fianco, si raggiunge il santuario di San Michele rocciosi con una testa scolpita e numerose Valle Campanile; in alto da sinistra, Arcangelo, sempre popolato da pellegrini. incisioni, databili tra il VII e il V secolo vecchia masseria nei pressi Uno sguardo sull’alto campanile ottagona- a.C. Nei pressi la chiesa di Santa Maria di S. Marco in Lamis; Santuario della Madonna delle Grazie le e poi, attraverso le porte bronzee fuse di Siponto e un’antica colonia romana. a S. Giovanni Rotondo; a Costantinopoli nel 1076, si entra nella L’affascinante complesso dell’XI secolo in basso da sinistra, sacra grotta che conserva autentici tesori con un bel portale impreziosito da un convento di S. Matteo a S. Marco in Lamis; Manfredonia, S. Maria di Siponto; d’arte: la statua di San Michele del 1507, baldacchino con due colonne leonine, qui a destra, Monte S. Angelo, torre il trono episcopale scolpito nella dura tutto in stile romanico pugliese, nascon- ottagonale del santuario di S. Michele.

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36-39 Via dei Longobardi 38 27-07-2004, 14:18 36-39 Via dei Longobardi 39 27-07-2004, 14:18 I Sacri monti patrimonio dell’umanità

Sabato 22 maggio è stata consegnata ufficialmente la targa di “patrimonio dell’umanità” ai Sacri monti del Piemonte e della Lombardia. La cerimonia della consegna delle targhe è avvenuta a Crea e a Varese. Presenti le maggiori autorità delle due Regioni e Francesco Bandarin, direttore del centro del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Il Comitato del Patrimonio Mondiale ha iscritto il sito “Sacri Mon- ti del Piemonte e della Lombardia” durante la XXVII Sessione,

svoltasi a Parigi dal 30 giugno al 5 luglio dell’anno scorso. Il sito Disegno di Mario Russo è composto da nove complessi devozionali. In Piemonte: il Sacro monte o Nuova Gerusalemme di Varallo (1486) nel Comune di Varallo Sesia (Vercelli), il Sacro monte di Santa Maria Assunta di Serralunga di Crea (1589) nel Comune di Ponzano Monferrato (in provincia di Alessandria), quello dedicato a San Francesco a (1590) nel comune omonino in Provincia di Novara e quello della Beata Vergine di Oropa (1617) nel Comune di Biella. E poi, nel comune di Ghiffa (Verbania) il Sacro Monte della SS. Trinità (1646), a Domossola (Verbania) il Sacro monte Calvario di Domodossola (1657) e infine il , (1712) nei comuni di Cuorgnè, Pertusio, e , in Provincia di Torino. Due i sacri monti lombardi: quello dedicato al rosario di 40 Varese (1604) e quello dedicato alla Beata Vergine del Soccorso di 4411 Ossuccio (1635) nel Comune di Como.

40-41cartina Unesco 40 27-07-2004, 14:46 40-41cartina Unesco 41 27-07-2004, 14:46 SACRI MONTI realizzati. Nel 1972 la Conferenza Gene- rale dell’Unesco decide di inaugurare uno Riconoscimenti internazionali speciale elenco per defi nire e conservare alle aree protette del Piemonte il patrimonio mondiale di quei beni “che possiedono importanti valori e devono 1993 - Assegnazione del Comitato UN BENE DI TUTTI, essere preservati per l’intera umanità e dei Ministri del Consiglio d’Europa assicurare la loro protezione attraverso del Diploma europeo delle Aree la cooperazione tra le nazioni”. I primi a protette al Parco naturale Alpi Marit- UN BENE PER TUTTI entrare nella Lista nel 1978, sono i Parchi time, gemellato con il francese Parc nazionali statunitensi di Mesa Verde e national du Mercantour (Il Diploma Yellowstone. Impossibile riportare tutte europeo è stato riconfermato nel 1998 le opere di straordinario valore universa- e nel 2003) per “il suo ruolo di tutela le, localizzate in 155 stati e attualmente del patrimonio naturale e di aiuto al composto da 582 siti culturali, 149 natu- mantenimento delle attività umane di Enrico Massone come non sia facile ottenere l’ambito In cosa consiste esattamente l’iscrizione gli elementi della nostra identità. I siti rali e 23 misti. Questa speciale forma di compatibili con l’ambiente”. riconoscimento. Prima della soddisfa- della Lista? Quali benefi ci può ottenere riconosciuti come patrimonio mondiale, riconoscimento non prevede contributi o Dal 3 luglio 2003, i sei Sacri monti istituiti zione e dell’orgoglio per l’attribuzione il sito che ne entra a far parte? E ancora, non appartengono esclusivamente alla sovvenzioni da parte dell’Unesco per la 2000 - Riconoscimento dell’Unione in Aree protette della Regione Piemonte di quello che può defi nirsi “un premio cosa s’intende per patrimonio dell’uma- cultura che li ha prodotti ma al mon- conservazione e la manutenzione del sito Internazionale per la Conservazione (Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, di eccellenza a livello internazionale”, nità? La rivista Diritto dell’Arte defi nisce il do intero, al genere umano nel suo che acquista, comunque, diversi vantaggi della Natura al parco nazionale Val Orta e Varallo), insieme a quelli di Oropa, occorre rispettare procedure complesse patrimonio come l’eredità del passato, complesso. Si tratta di beni localizzati in termini di valore, prestigio e attenzio- Grande come “esempio tipico di Parco Ossuccio e Varese sono iscritti nella Lista e rigorose e superare minuziose verifi - di cui possiamo godere oggi e che in un preciso àmbito geografi co, frutto ne. É interesse delle istituzioni statali e nazionale”. del Patrimonio mondiale dell’Unesco. Un che dei funzionari dell’Organizzazione trasmetteremo alle generazioni future. di una tradizione locale e ideati in un locali delle singole aree, promuovere e riconoscimento prestigioso che proietta delle Nazioni Unite per l’Educazione I patrimoni culturali e naturali di una determinato momento storico, ma con- valorizzare in modo adeguato i siti, che 2002 - Riconoscimento del Consiglio questi straordinari luoghi di arte e cul- Scientifi ca e Culturale ma, soprattutto, nazione sono sorgenti insostituibili di tengono una pluralità di valenze capaci proprio in seguito alla loro iscrizione nella Internazionale di Coordinamento del- tura religiosa nel panorama universale il bene proposto deve possedere qualità vita e d’ispirazione, sono le nostre pietre di superare i limiti dello spazio in cui Lista, registrano un aumento medio del l’Unesco al Parco naturale Valle del dei beni culturali. Si può immaginare e caratteristiche di primaria importanza. di paragone, i nostri punti di riferimento, sono collocati e del tempo in cui furono fl usso turistico pari al 20-25%. Ticino (piemontese e lombardo) come Riserva della Biosfera. “Il concetto di riserva della biosfera nasce nel 1974 nell’ambito del programma MAB (Man and Biosphere) che tende a ottenere, verifi care, dimostrare e sviluppare un bilancio sostenibile tra gli obiettivi, a volte confl ittuali, di conservazione della biodiversità, di promozione dello svi- luppo economico e di mantenimento dei valori culturali associati”.

2003 - Iscrizione della Lista del Patri- monio mondiale dell’Umanità dei Sacri monti. La motivazione dell’iscrizione approvata nella 27ª sessione del Co- mitato internazionale mette in luce la valenza straordinaria di questi gioielli di storia, arte e natura: “I nove Sacri monti dell’Italia Settentrionale sono Varallo Oropa Varese Ghiffa Ossuccio gruppi di cappelle e altri manufatti architettonici eretti fra il XVI e il XVII secolo e dedicati a differenti aspetti della fede cristiana. In aggiunta al loro signifi cato simbolico e spirituale, pos- siedono notevoli doti di bellezza, virtù e gradevolezza, e risultano integrati in un ambiente naturale e paesaggistico di colline, boschi e laghi. Contengono inoltre reperti artistici molto importanti (affreschi e statue)”.

Varallo

Le fotografi e dell’articolo sono tratte dalla mostra di Jorg Winde 42 Crea Orta Domodossola Belmonte 43

42-44 Unesco 42 27-07-2004, 14:40 42-44 Unesco 43 27-07-2004, 14:42 I beni italiani iscritti nella Lista del Patrimonio mondiale dell’Umanità.

Dal 1979 a oggi, 36 siti della nostra penisola sono iscritti nella Lista del Pa- trimonio mondiale dell’Umanità. Un I libri lungo elenco che comprende città d’arte Atlas è il logo del Centro di docu- e paesaggi incantevoli tra cui spiccano i mentazione sui sacri monti, calvari e centri storici di Firenze, , , complessi devozionali europei che la Napoli, Venezia e la sua laguna, Regione Piemonte ha istituito cinque e il delta del Po, il giardino botanico di anni fa presso il Parco naturale Sacro Padova, Vicenza e le ville Palladiane, monte di Crea. Una struttura dinamica il “Cenacolo” di Leonardo a Milano, la e polivalente che in breve tempo sta Piazza del Duomo a Pisa, i monumenti diventando il più importante punto di e mosaici bizantini a , Assisi e riferimento del settore: suo fi ore all’oc- i luoghi francescani, quasi l’intero Stato chiello è l’aggiornatissimo sito internet www.sacrimonti.net. Oltre all’attività di Città del Vaticano, il centro storico di Ro- catalogazione, elaborazione e classifi ca- ma, la Reggia di Caserta, Castel del Monte zione del materiale proveniente da tutto Atlante dei Sacri Monti, Calvari e Complessi e i trulli di in Puglia, le città il mondo, il Centro promuove iniziative devozionali europei, a cura di Amilcare barocche della Sicilia sud orientale, i Sassi culturali attraverso la propria collana Barbero. Testi di Elzbieta Bilska Wodecka, di Matera, la Costiera Amalfi tana, le zone editoriale che propone opere inedite o Martin Cico, Ermanno De Biaggi, Michaela archeologiche di Pompei, Ercolano, Agri- poco conosciute. Kalinova, Maria Gonzales Lopez, Enrico gento, le Isole Eolie, le incisioni rupestri (Info: tel. 0141 927120; fax 0141 927800; Massone, Gianni Pizzigoni, Francisco Singul della Valcamonica e i Parchi nazionali Email: Lorenzo, Juan José Justicia Segovia, Istvan (Liguria), e Vallo [email protected]). Szilagyi , 2001. di Diano (Campania). Nel 1998, con un’unica iscrizione sono entrati a far parte della Lista Unesco le Residenze della casa reale di Savoia, che comprendono numerosi edifi ci dislocati in vari luoghi del Piemonte. Sono i ca- stelli di Agliè, Venaria, Rivoli, Stupinigi, Racconigi, Moncalieri, La Mandria, Pol- lenzo, Govone, A Torino: il Palazzo Reale e i suoi giardini, il Palazzo Chiablese, la biblioteca e l’armeria reale, l’Archivio e la Zecca di Stato, il Palazzo della Prefettura, l’ex Accademia militare, la Cavallerizza e le scuderie, la facciata del Teatro Regio, il Palazzo Madama, il , il , la e il relativo parco. Alpi e Santuari di Samuel Buttler. Traduzione Saggio Storico sulla devozione alla Via Crucis, di Pier Francesco Gasperetto. Introduzione a cura di Amilcare Barbero e Pasquale di Luigi Zanzi. Regione Piemonte. Parco Magro. Testi di Guido Gentile, Pasquale naturale e Area attrezzata del Sacro Monte Magro, Amilcare Barbero. Introduzione di di Crea, Ponzano Monf.to (AL) 2004. Michele Piccirillo, 2004.

Sacri Monti. L’architettura dei Sacri Monti in Pie- In Montibus Sanctis, a cura di Tullio Galliano. monte e Lombardia, fotografi e di Jorg Winde, Testi di Federico Fontana, Tullio Galliano, testo di Jurgen Zanker, 2003. Chiara Minelli, Paolo Sorrenti, 2003. 44 rivista/Fontana arch. Stupinigi, foto

42-44 Unesco 44 27-07-2004, 14:44 DEVOZIONI IN MONTIBUS SANCTIS di Renata Lodari già affermata e i luoghi furono scelti sia è oggetto di devozione religiosa median- per le loro caratteristiche ambientali ele- te iconografi e diverse, tutte fortemente L’ ascesa di un monte, realizzata con un vate e anticamente dedicate al sacro sia radicate nelle tradizioni popolari anche pellegrinaggio o con una processione, è come recupero di tracce religiose cristiane, nelle chiese non dedicate alla Vergine, un’esemplare esperienza interiore. Simbolo talvolta addirittura pagane, presenti ben come quella del Sacro monte di Orta, do- sacro antichissimo, così come lo erano la prima della loro edifi cazione. ve l’immagine della Madonna della Pietà foresta, le sorgenti e le grotte, ritenute Come già lo erano le Sacre Rappresenta- nella Basilica dei santi Nicolao e Francesco sedi delle divinità, il monte esprimeva zioni, oggi la devozione popolare espres- è oggetto di antica venerazione. Tutte le effi cacemente il desiderio di mantenere sa nei sacri monti è ancora evocatrice festività mariane dell’anno liturgico sono un rapporto fra il terreno e il divino, dell’antichissimo rapporto fra la fede e i celebrate con intensa partecipazione e il mentre la fatica fi sica per raggiungerne luoghi fi sici dove essa si manifesta, anche collegamento simbolico fra i santuari e i la sommità sollecitava l’introspezione se ormai si realizza quasi soltanto con le sacri monti avviene proprio mediante la spirituale. Sappiamo che i signifi cati celebrazioni delle festività previste dal fi gura della Madonna che assume, nelle simbolici di elementi appartenenti a re- calendario liturgico, essendo poche le due entità spaziali, aspetti fi gurativi e ligioni precristiane non furono sempre superstiti tradizioni del passato. La fi gura momenti di devozione diversi e comple- annullati ma talvolta furono usati, in una protettiva della Madonna ha un posto im- mentari. La Vergine ha immagini varie sorta di mescolanza fra sacro e profano, portante in tutti i sacri monti essendo la che sollecitano la grande devozione per la per l’affermazione del Cristianesimo e la sua devozione sempre presente anche nei Madre di Gesù soprattutto nella religiosità montagna è l’esempio più signifi cativo. La complessi dedicati a San Francesco e alla popolare femminile, la quale anticamente, costruzione dei sacri monti si sovrappose Santissima Trinità, come è il caso di Orta ma forse ancora oggi, poteva anche osare quasi sempre a una pratica devozionale e di Ghiffa. Nei Sacri monti la Madonna una sorta di identifi cazione, nelle asprezze

Sacro Monte di Varallo Incoronazione in piazza della Basilica della Vergine Dormiente dopo il furto del 1913 arch. Sacro Monte

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45-47 Devozioni in montibus 45 27-07-2004, 14:48 Da sinistra: della vita quotidiana, con la fi gura di una si tramanda che la Vergine dormiente importante per il Santuario di Nostra Si- sioni sono un momento di raccoglimento diocesi e spesso i motivi storici all’origine , Santuario, Madonna col Bambino 1250 c., donna anch’essa sofferente. La venerazione proviene da Costantinopoli fu portata al gnora di Oropa dove ogni anno si rievoca presente in tutti i sacri monti dove, oltre a di ogni pellegrinaggio sono testimoniati da legno intagliato scolpito e dipinto per la Madonna Assunta gloriosamente Sacro monte dal Caimi stesso, dopo averla la Prima Incoronazione risalente al 1620 quelle della Via Crucis la Settimana Santa, importanti raccolte di ex-voto. In alcuni casi Sacro Monte di Orta, chiesa di San Nicolao, che, da allora, è ripetuta in forma solenne si tramandano diverse forme di tradizioni permangono anche delle tradizioni molto Madonna della Pietà, legno scolpito, in cielo, Incoronata Regina, o ieratica sottratta alla distruzione dell’invasione turca inizio sec. XV immagine dalla carnagione scura, come 1453, è presente sia nella forma trionfale solo ogni cento anni. In alcuni sacri monti locali. Alcune partono da chiese esterne antiche, come quella verso il Sacro monte Sacro Monte di Belmonte, Maria SS. Regina, per lo più è rappresentata nei santuari, dell’Assunta nella cupola del Santuario si aprono le cappelle per ricorrenze an- alsacro monte, come a Varallo dove, la di Varese, dove ogni anno, sin dal 1604, legno intagliato, sec. XV o XIV c. , Madonna nera, trovava poi una forma di completamento sia nei toni più umani della Madonna nuali, come per la Madonna degli Angeli, Domenica delle Palme, l’antica “Processione giunge un pellegrinaggio da Malnate per legno scolpito dipinto e dorato, nelle scene all’interno delle cappelle dei che cuce nella Cappella del Sogno di San la festa francescana della Porziuncola, a delle Sette Marie” si avvia dalla sottostan- rievocare il luogo e l’anno della prima pre- 2° metà del sec. XIII , Madonna di Re, sacri monti, perché la fede dei pellegrini Giuseppe. Le pratiche religiose nei Sacri Orta e a Belmonte, o come quella della te chiesa della Collegiata, o come a Crea dicazione fi nalizzata alla costruzione della cappella del Portale, affresco, 1797 traeva un forte impulso di religiosa pietà monti coinvolgono talvolta i loro percorsi Madonna delle Grazie a Domodossola, dove, annualmente per l’Annunciazione Via delle Cappelle. L’antico pellegrinaggio Sacro Monte di Domodossola, Oratorio della nell’omonima cappella inclusa nel percorso i fedeli giungono in processione con tutta fra il Sacro monte di Orta verso quello di Madonna delle Grazie, affresco del XVI sec. anche per una donna rappresentata devozionali e anche alcune cappelle, ma le nello strazio per la Passione del Figlio, più importanti si svolgono soprattutto nei del sacro monte. La Natività della Vergine, la comunità di Serralunga o come al Sacro Varallo, attraverso il lago e poi il passo della In basso: trepidante per l’Annunciazione del suo santuari e rispettano il calendario liturgico. dedicazione delle chiese dei Sacri monti monte della Trinità, dove la processione Colma, è stato recentemente riproposto e Pellegrinaggio della comunità di Mombello Monferrato al Sacro Monte di Crea, c. 1930 sacro destino oppure intenta, come altre La festività dell’Assunzione di Maria prende di Ossuccio e Belmonte, è un’altra festività notturna che precede il Natale ha, fra riscuote annualmente un grande successo donne del popolo, a quotidiane faccende un carattere di particolare solennità nelle importante, mentre per la ricorrenza del- l’altro, l’importante signifi cato simbolico di partecipazione, così come quello storico domestiche. Un esempio interessante di basiliche ad essa dedicate, Crea, Varallo e l’Annunciazione l’omonima cappella del di ricomporre l’unità pastorale di tutte le che, ogni cinque anni, porta la comunità questa doppia rappresentazione della Varese, dove la vigilia si svolgono anche è aperta ai fedeli parrocchie di Ghiffa. Ancora oggi tutti i religiosa di Fontainemore in Valle d’Ao- fi gura mariana è visibile a Varallo dove suggestive processioni notturne illuminate a mezzanotte per la recita dell’Angelus, Sacri monti e i loro santuari sono meta sta a raggiungere, attraverso un impervio l’immagine della Madonna, contemporanea da torce e fi accole, mentre quella dell’In- al termine di una suggestiva processione di pellegrinaggi individuali o in gruppo percorso in montagna, il Sacro monte di alla costruzione del sacro monte poiché coronazione di Maria è particolarmente illuminata da candele. Anche le proces- dalle comunità religiose delle rispettive Oropa. A sinistra: Sacro monte di Belmonte. Primo pellegrinaggio in auto, (21 luglio 1903) e Processione della Via Crucis (1936). A destra: Sacro monte di Domodossola “Route” dei giovani di Villadossola (1993). Sacro monte di Oropa Processione dell’Istituto delle Figlie di Maria.

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45-47 Devozioni in montibus 46 27-07-2004, 14:49 45-47 Devozioni in montibus 47 27-07-2004, 14:50 CONVEGNO RELIGIONI E SACRI MONTI LAVORARE PER IL DIALOGO

di Milena Ortalda

Religioni, culture e tradizioni diverse L’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia L’Interfaith Dialogue Centre di Sassari possono convivere in pace. (Pisa), attivo dal 1976 e rappresentato infi ne, idealmente collegato ai molti In Italia esiste un universo sociale al convegno di ottobre dal Venerabile altri centri di documentazione e ricerca variegato e poco noto alla continua Lorenzo Rossello, è riconosciuto come che lavorano in Europa nell’ambito del ricerca del dialogo e confronto tra il più importante centro buddhista in dialogo tra confessioni religiose, così religioni differenti. Italia ed uno dei maggiori in Europa. come l’autorevole realtà del PIME Caratterizzato dalla presenza costante (Pontifi cio Istituto Missioni Estere), I rappresentanti di alcune tra le più di due illustri Lama residenti, l’istituto la cui caratteristica peculiare è dare a signifi cative realtà sono stati invitati a ospita ogni anno corsi e ritiri di me- sacerdoti e laici la possibilità di “andare contribuire con le proprie testimonian- ditazione, approfondimento e avvici- e lavorare” in missione senza divenire ze al percorso di ricerca sul tema della namento al buddhismo. membri di una congregazione religiosa, montagna sacra condotto da studiosi www.iltk.it sono rappresentati in via informale da di tutto il mondo che si troveranno al Padre Nicola Manca. convegno di ottobre a Crea. Il Maestro Fausto Taiten Guareschi è www.pimemilano.come l’anima e la guida del tempio bud- Il Sermig (Servizio Missionario Giova- dhista zen di scuola Soto Shobozan ni) di Torino, guidato dal laico cattolico Fudenji, fondato nel 1984 sulle colline Ernesto Olivero, opera dal 1983 nei dell’appennino parmense tra Fidenza e grandi spazi dell’Arsenale della Pace, Salsomaggiore Terme. Il tempio ospita antica fabbrica di armi in disuso oggi una comunità religiosa che vive secon- trasformata in una sorta di “monastero do l’antica regola dei monasteri Zen, e metropolitano”, aperto 24 ore su 24 con accoglie tutto l’anno praticanti prove- la volontà precisa di proporsi come nienti da ogni parte del mondo. “punto di incontro tra culture, religioni, www.fudenji.it schieramenti diversi”. www.sermig.org La missione del Centro di Studi religiosi comparati “Edoardo Agnelli”, guidato Il Gitananda Ashram di Altare (nella dal direttore Andrea Pacini con sede tradizione induista, “Ashram” è un luo- alla Fondazione Giovanni Agnelli di go in cui risiede un Maestro o Guru) Torino, è ben esplicitata nelle fi nalità fondato nel 1984 da Yogasri Svami indicate dall’organizzazione stessa che Yogananda Giri, riunisce persone che si pone come obiettivo fondamentale hanno scelto di dedicarsi all’approfon- “la promozione di iniziative di studio, dimento della tradizione induista, ma ricerca e dibattito culturale sulle grandi accoglie “chiunque desideri dedicarsi religioni, nella prospettiva di una ricer- allo studio di sè e alla riscoperta della ca di valori spirituali e etici comuni”. propria spiritualità” attraverso il con- www.centroedoardoagnelli.it tatto con l’antica tradizione yoga. L’Unione Induista Italiana, di cui il La ricerca delle proprie radici attraverso Gitananda Ashram fa parte, coordina la riscoperta delle regole di preghiera in Italia le attività di pratica e studio e di vita comune dell’antica tradizione della cultura e della religione induista. monastica è il fulcro della Comunità É un’associazione riconosciuta a livello monastica di Bose, fondata sulle colline nazionale e internazionale, che si pro- del Biellese da Enzo Bianchi, che ne pone di “divulgare le antiche tradizioni è oggi priore. favorendo la collaborazione di tutti i Dal 1965 la comunità accoglie uomini gruppi e persone che praticano culti e donne cristiani di diversa confes- induisti, nel rispetto della reciproca sione, cattolici, valdesi, battisti, uniti diversità e libertà”. dal celibato, dal servizio agli uomini www.ashramgita.com e dalla lettura del Vangelo. www.hinduism.it www.monasterodibose.it 48

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