Raffaellino Da Reggio in Vaticano

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Raffaellino Da Reggio in Vaticano 1 Secondo il beninformato Giovanni Baglione, pittore e biogra- te eseguita dal Sabatini2, anche se, come ebbe a sostenere Hess, fo de Le Vite di Pittori, Scultori et Architetti, edite a Roma nel la partecipazione di quest’ultimo al primo piano non andò mai 1642, la direzione dei lavori pittorici nelle Logge di Gregorio oltre una direzione generale3. XIII Boncompagni venne affidata a Lorenzino da Bologna, al Un prestigioso incarico dunque, non ottenuto però grazie agli RAFFAELLINO DA REGGIO secolo Lorenzo Sabatini (1530-1576), conterraneo del pontefice, esclusivi meriti del pittore, come lascia intendere il biografo che “hebbe la soprintendenza delle opere che fece dipingere il Karel van Mander quando allude alla fama ottenuta per il com- Papa […] le quali furono lavorate di ordine, e con disegno di esso pletamento del prestigioso cantiere della Cappella Paolina4, ma Lorenzino […] e parimente nelle loggie vi fece di sua mano di- per privilegio, dal momento che proprio nel 1572, appena eletto IN VATICANO verse historie, e figurine in fresco assai ben concluse, e di buona al soglio pontificio, papa Boncompagni volle agevolare, oltre maniera formate”1. Sabatini, molti altri artisti come lui provenienti dall’Emilia5. Concorda col Baglione un documento dell’archivio Boncompa- Il van Mander, che durante il suo soggiorno romano (1574-1577) (e un disegno inedito di gni trascritto nelle Memorie sulle pitture et fabbriche di Gregorio XIII, pubblicate in appendice al volume IX della Storia dei Papi * di Ludwig von Pastor, dove si ricorda che la decorazione del pri- Lorenzo Sabatini per la Sala Bologna) mo e del secondo piano delle logge vaticane venne espressamen- 2 L. Von Pastor, Storia dei Papi dalla fine del Medio Evo, vol. IX, Roma 1955, p. 916. 3 J. Hess, Le Logge di Gregorio XIII nel Palazzo del Vaticano: i pittori, in “L’Illustrazione Vaticana”, VII (1936), 4, pp. 161-166, in partic. p. 161. di Andrea Alessi 4 M. Vaes, Appunti di Karel van Mander su diversi pittori italiani co- 1 G. Baglione, Le vite de’ pittori, scultori et architetti: dal Pontificato nosciuti da lui a Roma, dal 1573 al 1577, in Atti del II congresso nazionale di di Gregorio XIII del 1572 in fino a’ tempi di Papa Urbano Ottavo nel 1642, I-III, studi romani, Atti del convegno Roma 24-29 aprile 1930, Roma 1931, p. 516. edizione commentata a cura di J. Hess, H. Röttgen, Città del Vaticano 1995: 5 Cfr. J. Marciari, Raffaellino da Reggio in the Vatican, in “Burlington I, p. 18. Magazine”, CXLVIII (2006), 1236, pp. 187-191. * Desidero ringraziare per la revisione accurata del testo, per i tanti consigli e per i preziosissimi suggerimenti i Proff.ri Claudio Strinati e Luciano Palermo. 34 Biblioteca & Società Raffaellino da Reggio in Vaticato e un disegno inedito di Lorenzo Sabatini per la Sala Bologna 35 1 3 Fig 1 - Lorenzo Fig 2 - Lorenzo Fig 3 - Raffaellino da Sabatini e aiuti, Sabatini, Putto in Reggio, La lavanda volta della Sala scorcio preparatorio dei piedi, volta della Bologna, Putto sopra per il putto al di XI campata delle l'astronomo Atlas, sopra di Atlas nella Logge di Gregorio XIII particolare. Palazzi Sala Bologna in ai Palazzi Apostolici Apostolici Vaticani, Vaticano. Casa d’aste Vaticani. Affresco, affresco 1575. di Sotheby’s, disegno, 1576. 1574 circa. annotò le molte informazioni reperite curiosando per cantieri in un diario biografico dato alle stampe nel 1604 col nome diHet schilder-boeck6, descrive Sabatini come “l’uomo di fiducia del Pontefice, il sopraintendente a tutte le opere intraprese. Ma egli stesso lavorava poco; si contentava di sorvegliare l’andamento generale. Si era acquistato fama, in particolare con gli affreschi della Paolina, la lapidazione di Santo Stefano e il battesimo di San Paolo, e non senza un certo orgoglio si faceva vedere mon- tando a cavallo ricoperto di ricca gualdrappa – poi conclude –. Aveva ai suoi ordini un aiutante che provvedeva a tutto per lui, al quale non passava uno stipendio fisso, ma ogni tanto dava una pingue regalia: Raffaellino da Reggio. Questo benché giovanissi- 2 mo, era capo scuola”7. Al di là di alcuni aspetti già evidenziati, questa cronaca mette a fuoco due fatti che riteniamo sostanziali: il primo riguarda Lo- renzino da Bologna, che secondo il biografo olandese, nonostan- te venisse lautamente pagato, soprintendeva solo all’andamento generale dei lavori, senza preoccuparsi di altro; il secondo che Raffaele Motta detto Raffaellino da Reggio (1550-1578), incen- tivato dalla cospicua somma elargita una tantum dal soprinten- dente, provvedeva a tutto il resto. Tali informazioni sembrerebbero trovare ancora una volta ri- scontro negli archivi, in cui non risultano registrati i pagamenti ai tanti artisti impiegati nel cantiere vaticano, i cui nomi sono noti soltanto grazie alla meticolosa descrizione del Baglione8. datata 15739, della Sala Regia, dove il Motta esegue un Angelo che zino da Bologna. Tale foglio, conservato ad Edimburgo presso le Tuttavia, è bene precisare che sebbene Sabatini impiegasse il tiene una tiara10 nella parete opposta all’ingresso, il cui progetto, National Galleries of Scotland11, è complessivo e riguarda tutto il Motta, magari per molte faccende da lui considerate evidente- quadrettato per il trasporto ad affresco, è firmato però da Loren- registro centrale al di sotto della serliana, compreso l’altro ange- mente secondarie e comunque di scarso impatto nell’andamento lo che tiene il globo - che nella traduzione ad affresco avrà invece generale del cantiere, ciò non lo svincolava, come appureremo, una palma -, la cui esecuzione va ascritta, concordemente con le da tutte le sue responsabilità di direttore dei lavori, in primis fonti, certamente al Sabatini12. quella di fornire i cartoni preparatori per i dipinti, da far vaglia- Un altro caso che documenta il ruolo di Raffaellino come mero re direttamente al pontefice. esecutore di progetti di Sabatini è la Sala Bologna, che difatti Difatti, prima della morte del Sabatini, avvenuta nel 1576, 9 Sulla base delle note di pagamento questi lavori sono fissati tra il risulta ultimata nell’anno giubilare 1575, come si evince dall’i- Raffaellino da Reggio, anche se in rapida ascesa rispetto al resto novembre 1572 e il maggio 1573 come ricordano anche J. Gere, P. Pouncey, scrizione posta nel pavimento che corre attorno all’intarsio mar- dei collaboratori impiegati in Vaticano, non si preoccupa mai di Italian Drawings in the Department of Prints and Drawings in the British moreo con l’arme pontificia. Essa, che porta il nome dalla pianta fornire disegni: è sempre un mero esecutore dei progetti forniti Museum, Artist working in Rome, c. 1550 to c. 1640, London 1983, p. 146. 10 G. Baglione, Le vite de’ pittori, scultori et architetti, cit.: vol. I, pp. 26: dal capocantiere. “E nella sala Regia incontro alla cappella Paolina (stanno due Angioli grandi, il Un caso paradigmatico è rappresentato dalla decorazione, sinistro de’ quali con un Regno, che tiene, è di mano di Raffaellino da Reggio”; B. Fantini, Vita di Raffaele Mota reggiano, pittore famosissimo, Reggio Emilia 1616, a cura di G. Adorni Parma 1850, p. 27: “In capo alla Sala Regia, per dove si entra nella Cappella di Sisto, fece un Angelo con un Regno (ossia Triregno) in mano in gran dispostezza e leggiadria, e con le ali si vaghe e belle, che ad 11 National Galleries of Scotland, n. inv. D 904, in K. Andrews, National un altro Angelo ivi appresso fatto a sua concorrenza dallo stesso Lorenzo Gallery of Scotland. Catalogue of Italian Drawings, 2 voll., Cambridge 1968, Sabbatini, fu forza di finire ancor le sue per aver trapassato di gran lunga fig. 757. 6 K. van Mander, Het Schilder-boeck, Haarlem 1604. il concorrente”; G. Celio, Memoria delli nomi delli artefici delle pitture che 12 Nella redazione finale dell’affresco l’angelo tiene le chiavi pontificie 7 M. Vaes, Appunti di Karel van Mander, cit., p. 516. sono in alcune Chiese, Facciate, e Palazzi di Roma, Napoli 1638, ed. a cura e la palma nelle due mani. G. Baglione, Le vite de’ pittori, scultori et architetti, 8 M. Serlupi Crescenzi, Il Palazzo e le Logge. La Sala Bologna, in Il di E. Zocca, Milano 1967, p. 34: “L’Angelo, che tiene il Regno, di Raffaellino cit.: vol. I, p. 18: “Et in faccia della Sala all’incontro della cappella Paolina vi Palazzo Apostolico Vaticano, a cura di C. Pietrangeli, Firenze 1992, pp. 151- da Reggio. L’altro, che tiene la chiave, di Lorenzino da Bologna, sono tutte à sono due Angioli, uno a man sinistra, che tiene una palma nella mano, & è sua 157, in partic. p. 152. fresco”. dipintura, e l’altro è di Randellino da Reggio”. 36 Biblioteca & Società Raffaellino da Reggio in Vaticato e un disegno inedito di Lorenzo Sabatini per la Sala Bologna 37 4 to in scorcio, che riteniamo preparatorio - considerate le strette cantiere, fornirono anche i progetti esecutivi21. Inoltre, ancora analogie - per quel putto seduto sul cornicione che tiene i lembi nelle Memorie dell’Archivio Boncompagni si legge che “sopra Fig 4 - Raffaellino 15 da Reggio, Lavanda del planisfero al di sopra degli astronomi sopracitati . le cinque porte di S. Pietro e tutte le caposcale di palazzo, dove dei piedi, studio Sabatini, come anticipavamo, si avvalse di una nutrita équipe sono dipinti tutti gli atti delli apostoli, furono fatte con ordine e preparatorio per un di professionisti, alcuni dei quali chiamati in causa dalle fonti. disegno di Lorenzo Sabbatini pittore Bolognese”22. apostolo. Gabinetto Ottavio Mascherino ad esempio, secondo quanto ci riferisce Certamente più complessa è la lettura del cantiere nel secondo dei Disegni e delle 16 Stampe degli Uffizi n. Ignazio Danti , realizzò da bravo architetto l’ardita prospettiva piano delle Logge di Gregorio XIII, la cui decorazione va neces- inv.
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