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DDELEL POPOLOPOPOLO

w w w .e d it .h r / la v o c e dalmazia

IL PROLOGO

An no III 7 Il pallido ricordo delle mulattiere • n. 200 6 • Sabato, 9 giugno di Dario Saftich embrano ormai lontani anni luce i tempi in cui venire la “sua corsa” verso meridione, in direzione di e l’autostrada verso Spalato, che dovrebbe realizzar- per raggiungere la Dalmazia era necessario per- Ragusa, non mancano anche altre novità importan- si tra qualche anno. Ma già così i collegamenti hanno Scorrere delle autentiche mulattiere. La costru- ti in campo stradale. Da Carlopago in direzione sud compiuto un balzo di qualità suffi ciente a far lievitare zione dell’autostrada Zagabria-Spalato ha avvicina- è stata rimessa a nuovo la litoranea adriatica: nien- alle stelle i prezzi degli immobili in Croazia. E proget- to la regione dalmata all’Europa centrale, avviando te più buche che mettono a dura prova le sospensio- ti di nuove cementifi cazioni della costa spuntano come forse un cambiamento inesorabile del volto di questa ni, ma un manto d’asfalto perfetto. Per completare funghi dopo la pioggia. Evidentemente non è tutto oro terra. Oltre all’autostrada che proseguirà negli anni a il quadro manca soltanto l’allacciamento tra Fiume ciò che luccica... 2 dalmazia Sabato, 9 giugno 2007 STORIA La magia di una terra troppe volte devastata DDalmazia:almazia: pparadisoaradiso pperdutoerduto

RRagusaagusa

ià negli anni Trenta del se- Brazza un lungo veliero al largo del- loro yacht fra la dioclezianea Spa- cupazione, Spalato offrì in sacri- perduta, patria viva non ha chi di te colo scorso la Dalmazia, l’isola, immobile nel silenzio che a lato, gli arcipelaghi boscosi, le vio- fi cio le rovine romane agli Stukas nacque!”. Glembo solare della Mitteleu- quei tempi rarefatti, privi di strido- lastre e austere bocche di Cattaro. tedeschi, cinquantaquattro furiosi Negli anni d’orrore della Secon- ropa, era stata una meta privilegiata ri volgari, regnava assoluto nei siti Sapevo anche che un celebre regi- quanto incomprensibili bombar- da guerra mondiale anche il simbo- del settembrino turismo d’élite. marini esclusivi. Si percepiva appe- sta di Hollywood, dal buffo e sal- damenti angloamericani fecero di lo più alto dell’autonomismo dal- Ospitalità cosmopolita, con ta- na, dalla poppa lontana, il battito re- tellante nome canino di Hitchcock, Zara la Dresda dell’Adriatico; poi matico, l’aristocratica Repubblica volozza gastronomica multietni- golare di due bandiere nel maestra- che io pronunciavo Hikokko, aveva esodi in massa, crolli di secolari dit- marinara di Ragusa, dal Quattro- ca e speziata, in un susseguirsi di le intermittente: vi si mescolavano scelto come sua annuale residenza te commerciali, attentati terroristici, cento non più serva di Venezia né arcaiche città murate che nell’ora il rosso e il blu dell’Union Jack e estiva l’albergo Argentina nell’anti- cadaveri appesi per la gola su arpio- tributaria della Sublime Porta, ap- del crepuscolo evocavano allego- del vessillo monarchico jugoslavo. ca Ragusa. Molto più tardi un ami- ni di patiboli medievali, saccheg- pariva assediata e muta dietro le sue rici squarci böckliniani; costa fra- Due sagome appoggiate al parapet- co dalmata, l’indistruttibile raguseo gi, genocidii, memoricidii culturali imponenti fortifi cazioni come una stagliata, dirupi profondi, fi ordi cor- to del naviglio, scontornate su un Ottavio Missoni, m’informò che nel retroterra morlacco e bosniaco Troia in attesa del cavallo di Ulis- sari, mare azzurrissimo tempestato abbaglio di controluce, parevano in Alfred Hitchcock usava dire della completarono lo svuotamento del- se. La parola “Libertas”, vergata sui d’isole lussureggianti di verzura e quella vastità silente fi ssare soltanto sua preziosa città natale, ribattezza- l’identità locale avviando un inar- gloriosi stendardi delle torri rinasci- aromi mediterranei. me. Un mattino il papà che mi stava ta Dubrovnik dagli slavi: “Non c’è restabile processo di mutazione an- mentali, che in tempi di pace pre- Un “Paradiso terrestre” esalta- accanto cercò di spiegarmi qualcosa perla più rara sulla crosta terrestre. tropologica della vecchia Dalmazia stavano la loro scenografi a natura- to dal miscredente George Bernard che non riuscivo a capire bene: “Il Tra queste mura vorrei morire, e poi slavolatina. le all’Amleto di Shakespeare, sem- Shaw e bordeggiato a lungo, nel- signore vestito di bianco, che vedi rinascere”. S’avverava come ineludibile brava ormai una beffa. Dopodiché, l’estate del grande scandalo dina- sulla sinistra della signora, è il re La guerra oscurò da un giorno profezia una triste sentenza di Nic- la Dalmazia e in particolare Ragusa stico del 1936, da Edoardo VIII in d’Inghilterra. Fra qualche mese la all’altro quel luminoso e appartato colò Tommaseo. Quel fi lologo prin- conobbero il grigiore di un depresso procinto di gettare alle ortiche la co- signora sarà sua moglie e lui non mondo di frontiera e lo desertifi cò. cipe della lingua italiana, che da Fi- turismo di massa. Risento gli afro- rona e di sposare l’enigmatica Wal- sarà più re”. La morte e il dolore consumarono il renze inviava alla madre a Sebenico ri poveri e vischiosi del socialismo lis Warfi eld Simpson. Avevo nove Altri regnanti, noti artisti e scrit- primo terribile atto della loro ope- lettere in serbo-croato, già un seco- autogestionario inventato da un ma- anni e ogni mattina, appena alzato, tori, attori di fama mondiale, ricchi ra distruttiva e fratricida. Si rivide lo prima s’era rivolto amaramente resciallo comunista che intanto, col correvo a contemplare dal balcone mercanti boemi di scarpe e di birra l’ancestrale coltello balcanico saet- alla sua terra incompiuta e promi- bianchissimo yacht Galeb, scorraz- della nostra villa di San Piero della circolavano nelle canicole estive sui tare fra il viavai delle truppe d’oc- scua quasi rimproverandola: “Illiria zava per le sue lussuose residenze «Buon compleanno Montenegro» Un legame profondo con la Serenissima a compiuto il primo compleanno. Auguri sinceri per ideologico della Jugoslavia avvenuto nel 1991, quattro delle Huna vita gloriosa! Il 3 giugno 2006 veniva infatti pro- sei Repubbliche scelsero la strada dell’indipendenza; la Ser- clamata l’indipendenza della Repubblica del Montenegro, a bia ed il Montenegro rimarranno invece unite fi no al 3 giu- seguito del referendum del 21 maggio col quale i 650.000 gno 2006. abitanti del Montenegro hanno votato a maggioranza per la Oggi il Montenegro è un Paese fortemente proiettato nel- separazione dalla Serbia. Poche settimane più tardi è stato la dimensione europea; sebbene non faccia ancora parte del- uffi cialmente accolto in seno al consesso mondiale delle na- l’UE - il lungo percorso di avvicinamento è stato tuttavia zioni, diventando così il 192° membro effettivo dell’O.N.U. intrapreso - ha gia adottato l’euro come moneta nazionale Più che una “nascita”, quella dello scorso anno è stata in real- e questo agevola enormemente sia gli scambi commerciali tà una “rinascita”! Il Montenegro venne infatti riconosciu- con gli altri Paesi che l’attrazione di investimenti stranieri. I to come Stato sovrano indipendente per la prima volta il 13 confi ni con Serbia, Albania, Croazia e Bosnia ed Erzegovi- L’isolotto della Madonna dello Scalpello luglio 1878 (giorno della festa nazionale) dal Congresso di na, cui si aggiunge il tratto di mare Adriatico che lo separa nelle Bocche di Cattaro Berlino. Ed indipendente rimase fi no al 1918, quando entrò dalla dirimpettaia Puglia, rendono il Montenegro un Paese a far parte del neocostituito Regno dei Serbi, dei Croati e de- balcanico di piccole dimensioni con una posizione fortemen- ha degnamente sostenuto sino all’ultimo l’onore del Veneto gli Sloveni retto dalla dinastia serba dei Karađorđević, poi ri- te strategica. E questa è oggi la formula per un rapido svilup- Gonfalone … Per 337 anni i nostri beni, il nostro sangue, le battezzato nel 1929 Regno di Jugoslavia. I legami con l’Ita- po economico. Più del 74 p.c. dei montenegrini è di religione nostre vite sono state sempre per te, o San Marco...Tu con lia furono sempre molto stretti, soprattutto quando nel 1896 cristiano ortodossa. Un profondo, seppur poco conosciuto, Noi, Noi con Te.”. Elena Petrović Njegoš, fi glia di Nicola principe del Monte- legame “storico” e “spirituale” unisce da tempo il Paese alla Custode di meravigliose bellezze naturali (tra mare, mon- negro (nel 1910 autoproclamatosi re) sposò il futuro re Vit- cultura italiana: le città costiere della Dalmazia montenegri- tagne e parchi naturali) ed architettoniche di stile veneziano, torio Emanuele III. L’animo nobile, generoso e colto della na hanno fatto parte per circa quattro secoli dei possedimen- il Montenegro, è un’area storica europea di altissimo profi lo. bella regina Elena ha lasciato tracce incancellabili nella me- ti della gloriosa Repubblica di Venezia, fi no alla sua caduta Le incantevoli città di Cattaro, nell’omonima baia, dichiara- moria storica delle due popolazioni. Dall’aprile 1941 al set- nel maggio 1797, quando si arrese, senza muovere armi, alle ta Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, Budva, Santo Ste- tembre 1943 il Montenegro subì l’occupazione militare del- truppe francesi di Napoleone Bonaparte che, dopo averne fano, situate lungo i 200 km di costa sull’Adriatico, e l’anti- le truppe italiane. Non riuscì allora il tentativo del Governo violato la neutralità, la cedettero subito dopo all’Austria. Il ca capitale Cetinje, sono da anni ambite mete per il turismo di Roma di istituire lo Stato autonomo del Montenegro e ri- 23 agosto dello stesso anno, al termine di una solenne quan- internazionale. L’attuale capitale Podgorica ha invece una portare sul trono i Petrović Njegoš, andati in esilio nel 1918. to commovente cerimonia, alla presenze di tutte le milizie e funzione prevalentemente istituzionale. A Cattaro, in parti- Terminate le cruente vicende della seconda guerra mondiale di tutto il popolo, il Gonfalone della Serenissima Repubbli- colare, vive una comunità organizzata di circa 500 italiani e della campagna di liberazione, nel 1945 insieme a Serbia, ca fu sepolto dal conte Giuseppe Viscovich, capitano della autoctoni, discendenti degli antichi abitanti illiri, latini e ve- Croazia, Slovenia, Bosnia ed Erzegovina e Macedonia costi- guardia, sotto l’altare del duomo di Perasto, proprio in Mon- neti, che nel corso del tempo ha mantenuto sempre forte la tuì la Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia guida- tenegro, pronunciando le seguenti parole: “Sapranno da noi i propria identità e il legame con l’Italia. ta dal maresciallo Tito. A seguito dello sfaldamento fi sico ed nostri fi gli e, la storia farà sapere a tutta l‘Europa, che Perasto Vittorio Giorgi Sabato, 9 giugno 2007 dalmazia 3 disseminate da Brioni a Spalato fi no ne, privata di luce elettrica, d’acqua, coli non era più un porto importante a Herzeg Novi e all’Antivari del di cibo, visse assetata e affamata né una decisiva postazione strategi- Parco della natura Montenegro. Tito si occultava come sotto le granate nei sotterranei della ca? Si può ben dire che l’ignoran- un fantasma godereccio dietro le cittadella oscurata e prigioniera. La za, a proposito di Ragusa-Dubrov- murate del suo yacht, invisibile alle compattezza petrosa di una struttu- nik, è davvero generalizzata poiché Lagosta «ripulita»: fi umane umane dilaganti sulla pietra ra urbana piena di vicoli ravvicinati, si espande con ottusa distrazione levigata dello Stradone di Ragusa, o di palazzi, scalinate, chiese, conven- dal passato recente ai secoli andati. niente più carcasse “Stradun”, che taglia in due il cuore ti quasi incastrati gli uni negli altri Quanti miliardari italiani, che anco- LAGOSTA – “Via le carcas- cittadino, dedito nell’età d’oro della tutti lontani dai cimiteri fuoriporta, rano le loro barche nel porticciuolo se da Lagosta”. Grazie all’ini- repubblica allo splendore delle arti non concedeva alla gente sfi nita spa- di Gruz, sanno che il latino e l’ita- ziativa intitolata “Ripuliamo e dei traffi ci. Sudori grevi, vociumi zi per la sepoltura delle vittime del- liano erano lingue d’uffi cio negli atti la Croazia dai rottami”, avvia- starnazzanti, panini oleosi, abnormi l’assedio. della repubblica ragusea? Quanti ta congiuntamente da Renault, gelati schipetari, calde bottigliette di L’appello lanciato allora al mon- sanno che Ruggero Boscovich, fon- Cios i Auto blic in tre anni dai Pepsi-cola in stridente contrasto con do da due ministri europei, l’italia- datore dell’osservatorio astronomi- parchi nazionali e dai parchi i palazzi modellati da Michelozzo e na Margherita Boniver e il francese co di Brera, alla cui memoria Mila- della natura in Croazia sono sta- le tele di Tiziano, Pordenone, Vasari, Bernard Kouchner, attivi in missio- no ha dedicato una via importante, te rimosse oltre 10.000 automo- custodite fra incunaboli e pergame- ne umanitaria fra le macerie, dipin- era un illuminato gesuita nato nel bili abandonate. L’iniziativa ha ne nelle basiliche domenicane e nei geva un quadro terrifi cante: “La si- 1711 a Ragusa? Quanti britannici riguardato anche il più “giova- monasteri francescani. C’erano an- tuazione attuale ci mostra bambini ricordano che la parola inglese “ar- ne” Parco della natura, quello che i nuovi ricchi, mescolati a qual- morti sotto le bombe, pietre secola- gosy”, nave mercantile, deriva dal dell’isola di Lagosta (Lastovo) e che indefesso nuotatore eurocomu- ri che si sbriciolano. Le donne e gli nome dei galeoni di Ragusa? Chi del suo arcipelago. Pure lì qual- nista come Santiago Carrillo. Questi uomini accerchiati, privi d’acqua da ormai conosce Ivan Gundulić, au- cuno aveva lasciato arrugginire privilegiati del capitalismo e del so- 45 giorni, non hanno più speranza tore di poemi epici cinquecenteschi delle carcasse... cialismo pranzavano negli storici al- nell’aiuto dei loro simili. Dobbiamo da cui crebbero, da una radice lati- berghi Argentina ed Excelsior, con- salvare la storica Dubrovnik, isola di na, i primi tronchi della letteratura templando dalle terrazze ombreg- pace, città bianca e la sua regione”. croata. giate l’isolotto botanico di Lokrum: Mi chiedo quanto e cosa sanno, Ma la cosa più sconcertante resta lì, fra rare piante esotiche, l’arciduca di quell’orrendo calvario raguseo, l’amnesia ipocrita di serbi e monte- San Benedetto del Tronto e Spalato Massimiliano d’Absburgo, prove- avvenuto quindici anni fa nel cuo- negrini. Ecco. I signori della guerra niente dal castello triestino di Mira- re di un’Europa tranquilla, i molti montenegrini che per conto dei ser- mare, aveva pernottato prima di ri- e danarosi visitatori che, sulle tracce bi bombardavano Dubrovnik, fi nge- Un solido ponte culturale partire su una nave da guerra per il dei duchi di Windsor, stanno risco- vano di non sapere che lo jugosla- Messico dove lo aspettavano Benito prendo oggi la malia di una delle più vismo, l’ideale della fratellanza fra tra le due sponde adriatiche Juarez e il plotone d’esecuzione. belle e struggenti località mediterra- serbi e croati, aveva avuto proprio Giunse poi il secondo ciclo del- nee. Le cronache estive, esaltando nel raguseo Frano Supilo il mis- SPALATO - Continuano i dottoressa Maria Perla De Fazi la distruzione. L’ultima cosiddetta l’improvviso boom turistico di Du- sionario geniale che, parlando alla rapporti di amicizia tra le cit- che ha letto un intervento del “guerra balcanica”. Ragusa, ormai brovnik, “Atene degli slavi meridio- pari con Woodrow Wilson e Geor- tà di San Benedetto del Tronto professor Marco Severi sulle conosciuta dalla pigra comunità in- nali”, estraggono da una massa di ges Clemenceau, seppe imporre con e Spalato. Infatti, si sono tenute fonti dell’Archivio di Stato Mi- ternazionale col nome di Dubrov- anonimi 600 mila viaggiatori alcu- successo la causa unitaria degli slavi nel capoluogo dalmata le gior- lano. Erano presenti con i loro nik, doveva entrare per prima, fi n ni nomi fuori serie: Carlo d’Inghil- meridionali sul tavolo di Versailles. nate dedicate al convegno inter- interventi e contributi scientifi ci, dal 1991, nella lista sempre più tra- terra, Carolina di Monaco, Rania di Concludendo, vale la pena di ri- nazionale per tema “La Fran- per la parte croata, il professor gica delle città martiri Vukovar, Sa- Giordania, la principessa Sayako, a cordare come il pugnace jugoslavi- cia e l’Adriatico (1807-1814)”, Josep Milat, preside della facol- rajevo, Srebrenica - assediate dalle cui s’aggiungono in sott’ordine vip sta Supilo descriveva i contrasti, per organizzato dall’Istituto di Ri- tà di Filosofi a dell’Università di soldataglie agli ordini della cricca cinematografi ci e salottieri come così dire tommaseani, convergenti cerche delle Fonti per la Storia Spalato, la professoressa Ljerka nazionalcomunista di Belgrado. La Michael Douglas, Catherine Zeta- nella sua sfaccettata e ricca perso- della Civiltà Marinara Picena Šimunković titolare della catte- protezione garantita dall’Unesco Jones, Tom Cruise, Christopher nalità: “Sono un dalmata che talora di San Benedetto, l’Archivio di dra di italianistica dell’Universi- alla millenaria città d’arte, “patrimo- Walken, John Malkovich, il magna- traduce in italiano sentimenti slavi, Stato di Ascoli Piceno, l’Univer- tà di Spalato e di quella di Zara, nio dell’umanità”, non bastò a pro- te russo Roman Abramovich. Torno e talaltra in slavo pensieri italiani”. sità di Spalato, la Biblioteca Uni- nonché presidente della “Dante teggerla dalle cannonate della mari- a domandarmi: tutti questi astri del È la storia stessa di Ragusa e della versitaria di Spalato e la “Dante Alighieri” della stessa città, la na serbizzata, dai mortai delle arti- variopinto fi rmamento mondano Dalmazia che si defi nisce così e si Alighieri di Spalato”. L’iniziati- dottoressa Nataša Baić-Žarko, glierie “federali”, dai cecchinaggi e sanno qualcosa del sacco medieva- confessa nelle parole di uno dei suoi va ha rappresentato il terzo ap- direttrice dell’Archivio di Sta- saccheggi perpetrati nel circondario le che nel 1991, per volontà serba, fi gli migliori. puntamento, dopo i primi due to di Spalato, la dottoressa Du- da selvagge bande armate montene- incombeva su una città indifesa, a Enzo Bettiza di San Benedetto del 1995 e del bravka Dujmović della Biblio- grine. Per diversi mesi la popolazio- netta maggioranza croata, che da se- da “La Stampa” 2000, teso a costruire un ponte teca Universitaria, la dottoressa culturale tra le diverse sponde Ranka Radić direttrice del Mu- TTraùraù dell’Adriatico, nell’approfondi- seo di Traù, nonché altri studio- mento della comune storia che si. Hanno presentato i saluti di caratterizza le regioni che si af- benvenuto alcune autorità lo- facciano su questo mare. cali, tra le quali Ante Sanader, L’occasione di questo ultimo presidente della Regione spala- incontro è stata la ricorrenza del tina-dalmata. Quest’ultimo si è 200.esimo anniversario dell’av- a lungo intrattenuto con Cavez- vento del Regno Napoleonico zi esprimendo i più vivi compli- che ha prodotto profondi e deci- menti per l’opera svolta in tanti sivi cambiamenti nelle istituzio- anni dall’Istituto da lui presie- ni e nella vita delle popolazioni duto, nelle relazioni tra le due soggette. sponde, dichiarando un forte La delegazione italiana era interesse a sviluppare ulterior- guidata da Gabriele Cavezzi, mente tali incontri sul piano presidente dell’Istituto di Ri- istituzionale con la Provincia di cerche sambenedettese ed era Ascoli Piceno ed i sindaci della composta dall’ammiraglio Al- costa marchigiana. bero Silvestro, uno degli studiosi Le relazioni presentate dagli più conosciuti d’Italia per la sto- studiosi, tutte di grande signifi - ria della marineria pontifi cia e cato storico, verranno raccolte non solo, dalla dottoressa Laura in un volume che sarà edito en- Ciotti dell’Archivio di Stato di tro la fi ne dell’anno. Ascoli, dalla professoressa Lucia Nel corso delle manifestazio- De Nicolò dell’Università di Bo- ni collaterali al convegno è stata logna, certamente la più apprez- di vivo interesse la visita al Mu- zata studiosa italiana di storia seo della Marineria di Spalato; marinara, in particolare di quel- per l’occasione Cavezzi ha con- la romagnola, dal dottor Giu- segnato ai responsabili dell’isti- seppe Merlini, archivista e sto- tuto un quadro del sambenedet- rico sambenedettese, dall’archi- tese Nicola Romani, conosciuto tetto Maurizio Cavezzi, studioso uomo di mare e testimone di nu- del personaggio Dandolo, e dalla merose storie di pesca. (ab)

SSanan BenedettoBenedetto ddelel TTrontoronto 4 Sabato, 9 giugno 2007 dalmazia Sabato, 9 giugno 2007 5 SPORT L’Hajduk è stato e rimane l’autentica squadra simbolo della regione (15 e fi ne) Una lista infi nita di nomi di spicco In questa lunga carrellata di re pure a livello nazionale ed in- campioni che hanno reso grande ternazionale diversi sono stati ine- l’Hajduk e che si sono fatti vale- vitabilmente «saltati». Come non ricordare: Dalmazia: terra di stelle calcistiche - Aljoša Asanović nazionale del- la Croazia (62 presenze, terzo di Igor Kramarsich posto ai mondiali in Francia) e della Jugoslavia - Zoran Simović portiere 10 volte Sono stati tantissimi i calciatori di cui ab- conta ai fi ni del nostro discorso è il fatto che re le ragioni di questa continua permanenza in nazionale della Jugoslavia biamo riportato le “storiche gesta”. Tanti al- i successi sono stati inanellati grazie in primo nell’Olimpo calcistico da parte della squadra - il difensore e oggi selezionato- tri, purtroppo, sono rimasti fuori giacché la luogo a talenti nati sulla costa dalmata o nel- spalatina. E anche il fatto che il cuore dei ti- re della nazionale della Croa- lista dei campionissimi dalmati è praticamen- l’entroterra. D’altronde l’Hajduk è sempre fosi dalmati, anche quando si sono trasferiti zia, Slaven Bilić (44 presen- te infi nita. I nomi da noi passati in rassegna stato il magnete irresistibile per tutti i cal- lontano dalla loro terra d’origine, magari a ze, terzo posto ai mondiali in rimarranno impressi in maniera indelebile ciatori in erba della Dalmazia e delle regioni Fiume o Zagabria, ha sempre continuato a Francia) nella storia del calcio dalmata. L’Hajduk so- contermini: visto il serbatoio ampio dal quale battere per la compagine spalatina per anto- - l’attaccante Ivica Mornar (22 prattutto grazie a loro ha scritto pagine me- poter attingere, un serbatoio che ha sfornato nomasia. Che è stata e rimane un’autentico presenze) morabili di storia calcistica. E quel che più talenti in continuazione, non è diffi cile spiega- simbolo, una bandiera per la Dalmazia. - l’attuale portiere della nazio- nale Stipe Pletikosa (60 pre- tro (53 presenze, terzo posto ai senze) mondiali in Francia) - il polivalente Igor Štimac, gioca- - (55 presenze, terzo Branko Miljuš, da forte attaccante Aljoša Asanović tore, allenatore, direttore ed al- posto ai mondiali in Francia). a possente difensore di fascia Giocatore polivalente. Un vero voli, ma vince due coppe Jugosla- , un grande portiere jolly in difesa che sapeva pure via: 1983/84 e 1986/87. progredire parecchio sulle fasce in In totale ha giocato ben 357 purtroppo vittima di molti infortuni attacco. Nato a Knin il 17 maggio partite e segnato due reti. 1960, Branko Miljuš è stato nazio- Nell’estate del 1988 è passato Grande portiere dell’Hajduk re. Due anni dopo, nel 1984 par- lo lontano dai campi di calcio per nale jugoslavo. nella fi le degli spagnoli del Real degli anni ’80. Ivan Pudar na- tecipa come portiere titolare alle ben 14 mesi. Rimessosi, per sei Le sue prime esperienze calci- Valladolid. Si è fermato per tre sce a Zemun il 16 agosto 1961 Olimpiadi di Los Angeles dove la mesi ha giocato per il Spartak di stiche le ha nella piccola società di anni prima di andare per due anni e inizia la sua carriera nelle fi le Jugoslavia conquista la medaglia Subotica. Tornato subito a Spala- Ustanik nel paesino di Srb. A soli in Portogallo nelle fi le del Vitoria dello Jadran di Castel San Gior- di bronzo. to vi è rimasto fi no al 1990. Infi ne 14 anni diventa un perno insosti- Setubal. gio (Kaštel Sučurac) dove passa Ha percorso tutta la trafi la del- è arrivata pure l’esperienza inter- tuibile della prima squadra! Be- Nella nazionale seniores del- la trafi la dei pulcini e dei cadetti. le nazionali dell’ex Jugoslavia. nazionale tutta in Portogallo, pri- niamino del pubblico, trova nel la Jugoslavia ha collezionato 14 Viene notato dall’Hajduk e nel- Però anche se la sua esperienza ma al Sao Joao da Madeira e poi locale dentista la sua carta vincen- presenze. Ha debuttato il 2 giu- l’estate del 1979 viene chiamato con la nazionale seniores è lunga, al Boavista di Porto. te. Infatti come grande tifoso del- gno 1984 in un’amichevole con- a militare nelle fi ne della compa- alla fi ne colleziona solo una pre- Però alla fi ne gli infortuni l’Hajduk Slavko Skeja non indu- tro il Portogallo per chiudere con- gine spalatina. senza, quella alla Coppa Nehru sono diventati troppi e ha deci- gia a chiamare la sua squadra del tro l’Eire il 27 aprile 1988. Con la Subito arriva il primo succes- nel 1985 in una partita contro la so di chiude anzitempo la carriera cuore e a raccomandare Miljuš. nazionale ha partecipato agli Eu- so: come nazionale juniores con- Cina il 29 gennaio. di calciatore. Secondo molti una Gli spalatini mandano due leg- ropei del 1984 e alle Olimpiadi di quista gli Europei di categoria. Con l’Hajduk ha vinto due carriera che doveva essere mi- gende, Franjo Matošić e Andrija Branko Miljuš Los Angeles dove ha vinto la me- Nel 1980 arriva il suo debutto in coppe nazionali: 1983/84 e 1986/ gliore se non ci fossero stati tanti Anković a visiore questo giova- daglia di bronzo. prima squadra e già nella secon- 87. È stato pure portiere titolare infortuni. Ivan Pudar ne di belle speranze. Rimangono care in seconda lega nelle fi le del Con l’Hajduk ha partecipato da partita uffi ciale si mette in luce nella grande stagione 1985/86 Decise subito di intraprende- convinti della sua bravura e di lì Solin. Ma vi rimane per soli sei alla stagione d’oro nella Coppa per alcune ottime parate ad Am- quando l’Hajduk è arrivato ai re la carriera di allenatore. Un na conclusa. Inizia con il Šibenik a poco Miljuš fi rma il suo primo mesi tanto sono ottime le sua gare; Uefa nel 1984 quando per un sof- burgo in Coppa Campioni. quarti di fi nali della Coppa Uefa. carriera iniziata in squadra di che porta a fare un strepitoso contratto da professionista. ritorna a Spalato per entrare subito fi o i dalmati non arrivarono nella Per lui una carriera fulminea. In totale la statistica fa registrare secondo livello come Omiš, Val, campionato. Prima del 26 turno Arriva a Spalato nell’estate del in prima squadra nell’Hajduk. Ri- fi nale, “grazie” al Tottenham. , un campione Gia nel 1982, a due anni dal de- per lui 286 partite e quattro reti. Uskok Klis, Solin Građa e Mosor arriva la chiamata dell’Hajduk, 1975. Con le selezioni giovanili marrà un giocatore insostituibile Una carriera iniziata come at- butto seniores, viene chiamato ai Praticamente al culmine del- di Žrnovnica. Ci furono pure tap- in piena crisi. Pudar non ci pensa conquista tutto il possibile e per fi no al 1988. Non riesce mai a vin- taccante puro e fi nita come gran- campionati mondiali in Spagna. la sua carriera, nel 1986, è stato pe dove allenerà le squadra gio- molto e accetta la sfi da che i me- farlo crescere ancora di più prima cere il campionato della Jugosla- de, possente terzino, non importa «bloccato» dall’epatite Anche se rimane sempre in pan- vittima di un gravissimo inciden- vanili dell’Hajduk. Il grande suc- dia davano per sicura per il pros- di prenderlo in prima squadra la via, anche se nella stagione 1978/ di che fascia. Quanto basta per china è un’esperienza da ricorda- te stradale. Tanto grave da tener- cesso arriva nella stagione appe- simo anno. dirigenza nel 1981 lo manda a gio- 79 partecipa a parecchie amiche- renderlo famoso. Ivan Gudelj ha chiuso la car- più giovane capitano, a soli 22 riera calcistica a soli 26 anni, ma anni. dietro di lui rimane un ricco car- La sua carriera è davvero ful- net, pieno di successi. minea e raggiunge l’apice nel Nato a Imotski il 21 aprile 1982 quando diversi giornali 1960 è stato un centrocampi- dell’ex Jugoslavia lo proclama- sta difensivo e nazionale jugo- no miglior calciatore della Ju- slavo. La sua carriera comincia goslavia e la Slobodna Dalma- nel Mračaj di Runovići, all’epo- cija lo proclama miglior sporti- Zoran Vulić, un autentico jolly Robert Jarni, si è messo in luce ca la più importante società del- vo della Dalmazia. Nello stesso l’Imotska krajina. 1982 partecipa ai Mondiali di Il balzo decisivo nella sua Spagna e il giornale francese che si è fatto valere in diversi ruoli sia nel calcio sia nel calcetto carriera avviene nell’estate del Equipe lo inserisce nella squa- 1975 quando su raccomanda- dra ideale. Come capitano è pure La famiglia Vulić è stata sem- meno 18 anni, una rarità all’epo- 1986 contro il Brasile per fi ni- Robert Jarni è stato uno de- dal 1998, del Real di con zione di uno degli allenatori alla testa della nazionale agli Eu- pre legata al mondo del calcio e ca. Il debutto nella stagione 1979/ re il 16 maggio 1991 a Belgrado gli ultimi grandi difensori del- il quale vince la coppa Interconti- delle sezioni giovanili passa al- ropei del 1984. Ivan Gudelj in primo luogo, da vera famiglia 80 nella partita contro il Partizan, contro le Far Oer. Un anno prima, l’Hajduk. Nazionale croato sia di nentale. Seguono due stagioni al l’Hajduk. Solo un anno dopo Jo- Nel suo Hajduk ha giocato in spalatina, all’Hajduk. come centravanti! la sua unica presenza ai Mondia- calcio, sia di calcetto, una vera Las Palmas e poi in Grecia con il sip Duvančić lo prende in prima praticamente in tutte le posizio- vata la diagnosi: epatite B! Dopo Il padre di Zoran è stato por- Essendo un giocatore poliva- li, quelli italiani. rarità. Panathinaikos. squadra. Il suo debutto avviene ni e ha assaporato pure la gioia svariate cure è sempre tornato tiere titolare della compagine dal- lente, dotato di un’ottima visio- È riuscito a giocare pure per la Robert Jarni nasce a Čakovec Nella sua lunga carriera ha al trofeo Marjan nel 1977. La di vincere un campionato nel sui campi di calcio ma prema- mata per eccellenza, nella quale ne del gioco. con il passare de- nazionale della Croazia. In tota- il 26 ottobre 1968. I primi passi giocato pure per la nazionale del prima rete un anno dopo, nel 1978/79 e due Coppe Jugoslavia turamente visto che la malattia ha giocato dal 1951 al 1962. Ha gli anni ricopre tutti i ruoli, meno le tre presenze, tra cui quella pri- li compie nella squadra della cit- mondo. Con la nazionale juniores 1978 contro il Budućnost di Ti- nel 1983/84 e 1986/87. A livello tornava sempre. Capendo che disputato 339 partite e segnato quello del padre: in altre parole ma partita storica disputata a Za- tà natia, l’MTČ. Nel 1985 arriva della Jugoslavia ha vinto nel 1987 tograd. internazionale nelle competizio- ormai non c’era nulla da fare si ben 29 reti! Un’impresa per un non ha mai fatto il portiere. Con gabria contro gli Stati Uniti il 17 a Spalato e solo un anno dopo av- i campionati mondiali. In totale per la prima squadra ni per i club con l’Hajduk ha gio- è ritirato a soli 26 anni. portiere: ovviamente le reti sono l’Hajduk ha vinto tanti trofei. Ha ottobre 1990. viene il suo debutto in prima squa- Ha giocato per la nazionale dell’Hajduk ha disputato 362 cato i quarti di fi nale della Cop- Avendo il calcio nel sangue state tutte messe a segno ai calci vinto la coppa Jugoslavia in due Finita la carriera di calciatore, dra al Trofeo Marjan. Per l’Hajduk della Jugoslavia collezionando un partite segnando 93 reti. pa Campioni nel 1980, i quarti ha deciso di proseguire come al- di rigore. occasioni: 1983/84 e 1986/87. In Vulić è rimasto legato al mondo gioca come seniores per cinque totale di sette presenze e una rete. Passa tutte le nazionali gio- nella Coppa Coppe nel 1978 e lenatore. A soli 27 anni su racco- Se il padre ha fatto molto, il fi - Croazia ha vinto due campionati: del calcio in primo luogo come anni fi no al 1991. In totale per lui Da segnalare la sua partecipazione vanili. È capitano della naziona- le semifi nali della Coppa UEFA mandazione di Miljan Miljanić glio non è stato da meno. Zoran è 1993/94 e 1994/95 e la coppa nel allenatore. Le prime esperienze 232 presenze e 48 reti. Due i tro- ai mondiali italiani del 1990. Se- le juniores che vince nel 1979 i nel 1984. è diventato selezionatore della cresciuto legato al mondo del cal- 1994/95. le ha avuto nella scuola calcistica fei vinti con l’Hajduk: due coppe guiranno altri due mondiali con la campionato europei ed è l’uo- Poco prima del ritiro aveva nazionale Olimpica. In seguito cio: da giovanissimo suo padre lo In totale nel suo carnet ci sono dell’Hajduk, fi no al 1997 quando Jugoslavia nel 1986/87 e 1990/91. Croazia nel 1998 (dove ha vinto la mo guida della nazionale che ottenuto parecchie offerte dal- ha diretto il Primorac di Stobreč portava allo stadio. L’amore per il ben 417 partite giocate e 84 reti è stato chiamato a dirigere la pri- Una volta lasciato l’Hajduk co- medaglia di bronzo) e nel 2002. nel 1980 partecipa ai mondiali l’estero tra cui spiccava quella che ha portato allo storico tra- pallone era inevitabile. segnate. ma squadra nelle ultime cinque mincia il suo girovagare per l’Eu- Con la nazionale della Croazia in Giappone. Nello stesso anno del Real Madrid che gli aveva guardo della Prima lega. Poi è Nato il 4 ottobre 1961 a Spa- Nell’estate del 1988 è anda- partite. ropa. Prima tappa è l’Italia, ovve- ha esordito nel 1990 e ha chiuso prende parte alle Olimpiadi di offerto un contratto preliminare stata la volta dello Zadar, degli lato Vulić ha iniziato come attac- to a giocare all’estero. Per prima Nel 2000 è stato di nuovo ro il Bari. Dopo due anni passa ai mondiali del 2002. Per lui pure Mosca. ben tre anni prima del possibile austriaci del Vorwarts Steyer e cante per fi nire la carriera e rima- per tre anni ha giocato in Spagna chiamato a reggere le sorti del- Zoran Vulić a Torino, prima nel 1993 per un la partecipazione agli Europei del Robert Jarni Nella nazionale seniores de- passaggio, che all’epoca era fi s- del Dubrovnik. Infi ne è diven- nere ricordato come un ottimo di- nella fi le del Mallorca. Prima del la prima squadra. Ed è stato un anno tra i granata e poi pure per 1996. Per la nazionale croata ha butta il 10 settembre 1980 con- sato ai 28 anni d’eta. Però Gu- tato allenatore e selezionatore fensore. ritorno a casa ha trascorso due successo, visto che ha portato La sua ultima esperienza sulla un anno per la Juventus. disputato 81 partite e segnato una Da non dimenticare pure la tro il Lussemburgo, mentre l’ul- delj lo aveva rifi utato. delle nazionali giovanili della Inizia a giocare a calcio per anni in Francia, nel Nantes dove la squadra a vincere lo scudetto. panchina dell’Hajduk al 25.esi- Con la Juventus vince sia lo rete (pesante visto che è stata se- sua carriera di giocatore di calcet- tima partita la disputa il 19 mag- L’ultima partita uffi ciale l’ha Croazia. Ruolo che ricopre tut- il Lavčević, oggi Dalmatinac; in per un breve periodo è stato pure Tre anni dopo ha fatto il bis, an- mo turno del campionato appena scudetto che la . Nel- gnata ai mondiali del 1998). Per to coronata con svariati successi a gio 1986 contro il Belgio. In to- giocato il 13 settembre 1986. t’ora. Nel frattempo una breve parallelo si esibisce pure nelle capitano. che se è stato esonerato a tre turni concluso. Per Vulić un rapporto l’estate del 1995 va in Spagna. sei anni dal 2000 al 2006 è stato il livello nazionale con il MNK Split tale 33 presenze e tre reti. Nel Per affaticamento totale è sta- parentesi di allenatore del suo giovanili dell’Hajduk. Si fa no- Per la nazionale jugoslava ha dalla fi ne. Una vittoria pure nel- molto tormentato, ma il suo lega- Prima per tre anni è membro del giocatore con più presenze in na- e coronata nel 2003 pure con di- 1982 entra nella storia della na- to sostituito nell’intervallo da Hajduk, ma per soli 10 turni, la tare tanto che Tomislav Ivić lo giocato 25 volte segnando una la Coppa Croazia conquistata nel me d’amore con l’Hajduk non è Real di Betis e dopo per un anno, zionale. verse presenze nella nazionale. zionale della Jugoslavia come il Adamović. Dopo un po’ è arri- scorsa stagione. chiama in prima squadra a nem- rete. Ha debuttato il 30 aprile 2002/03. mai venuto meno. 6 dalmazia Sabato, 9 giugno 2007 ONDA BLU Viaggio nelle bellissime isole della Dalmazia centrale, ricche di storia, La Civitas Vetus conserva l’orgoglio della primogenitura di Giacomo Scotti empre sul lungomare, partendo dall’Ar- Decimosesto, con i colori di un Veronese e la senale e andando verso Sud, si arriva luce di un Tintoretto. A questo dipinto è legata Sin località Sridnji Rat, un promontorio una leggenda. Dice che a bordo di una nave in emergente fra due insenature, sul quale sorge, viaggio dalla Dalmazia per Venezia si trovava accanto all’antica rustica chiesa di santa Cro- un passeggero gravemente ammalato, il pitto- ce, il Convento francescano. Siamo di fron- re. Era stato colpito da un male infettivo, per te a un complesso che comprende l’annessa cui i marinai lo scaricarono sulla riva di Lesi- chiesa della Madonna della Misericordia. La na abbandonandolo al suo destino. Sfi nito dal costruzione del convento cominciò nel 1461 male, l’uomo errò per la città bussando di casa e si concluse tre anni dopo, quella della chie- in casa, ma le porte rimasero chiuse oppure sa si protrasse dal 1465 al 1471. Nel 1479 fu venivano rapidamente serrate quando egli si costruito il chiostro conventuale in stile rina- avvicinava. Si temeva la peste. Allo stremo scimentale. Altre opere complementari si pro- delle forze, il pittore raggiunse fi nalmente trassero fi no al 1489, anno scolpito al limite il convento francescano. I frati gli aprirono dell’arco di volta all’entrata del chiostro. Al- la porta, lo accolsero, lo curarono, lo sfama- l’inizio del XVI secolo fu innalzato il cam- rono, lo guarirono. Per esprimere loro la sua panile (il più antico della città) e nello stesso immensa gratitudine, il pittore dipinse gratui- secolo, esattamente nel 1574, la chiesa subì tamente quell’ “Ultima cena” nella quale tutte un restauro per riparare i danni causati dal- le fi gure sono in grandezza naturale e sembra l’irruzione dei Turchi nell’agosto di tre anni che parlino, tanto sono vive. La leggenda ag- prima. Sulla facciata della chiesa, nella lu- giunge che l’ultimo apostolo sul lato sinistro LLesinaesina netta, si vede il rilievo della “Madonna con della tavola è l’autoritratto del pittore. Il qua- Gesù”, opera di Nicolò Fiorentino all’epoca dro è siglato, e la sigla, letta MATT, fu attri- sotto l’infl usso del grande Donatello. La na- buita a Matteo Ingoli. Nel corso della seconda le sulla quale si ammira la lunetta col rilievo Chi ne ha voglia, per esempio, può raggiun- vata centrale è divisa in due parti dal monu- guerra mondiale, per impedire che il quadro dell’Annunciazione che rivela la mano o l’in- gere fuori città la località di Kameni Križ (let- mentale jubè dorato somigliante a un’icono- cadesse in mano ai Tedeschi dopo il ritiro dal- fl usso di Nicolò Fiorentino. Un dipinto raffi - teralmente: Croce di Pietra) ed ammirare un stasi. Gli stalli del coro sono in stile rinasci- l’isola delle truppe italiane in seguito all’armi- gurante la Madonna, del XVI secolo, è posto gigantesco crocifi sso scolpito sulla roccia nel mentale, opera di artisti dalmati. Sull’altare stizio del settembre 1943, i partigiani impac- sull’altar maggiore, mentre una santa Barba- XVI secolo, gettando nell’occasione, da quel maggiore e sui due altari appoggiati sul lato chettarono attentamente la tela e la portarono ra di scuola veneziana e magnifi ci candelabri punto, uno sguardo d’insieme sul bellissimo occidentale del jubè si vedono dipinti del pit- al sicuro sull’isola di Lissa e di lì in Italia. Nel da processione si vedono sull’altare sul lato panorama della città. Ma è anche necessario tore veneziano Francesco da Santacroce, tre dopoguerra è stata rimessa all’antico posto, destro. La chiesa di santo Spirito, secolo De- concedersi un po’ di riposo, in vista del viag- polittici del 1583. Sullo stesso lato per tutta la vestalmente custodita dai francescani. cimoquinto, ha un interessante arco spezzato gio attraverso le altre località dell’isola – per lunghezza dell’iconostasi, sovrastando i due La collezione francescana comprende nu- sul portale e una fi gura romanica di santo al cui consigliamo una sosta in uno dei boschetti altari e la monumentale porta che, nel mezzo, merose altre tele, delle quali meritano men- posto della lunetta; la rosetta è fuori dall’asse di pini, o fra le palme, i pini, i gelsi, i tamarin- porta al coro, si susseguono sei scene del mar- zione: “Il fi danzamento di santa Caterina” di dell’edifi cio. Nell’interno si vedono un dipin- di, le agave e le aloe del lungomare, del quale tirio di Cristo. Altri quadri di notevole valore Biagio da Traù (XV sec.), la “Deposizione to d’altare di Alessandro Varotari di Padova un tratto che porta al convento francescano, è sono “San Francesco che riceve le stimmate” dalla Croce” di ignoto del XVI secolo, la “Te- (1580-1650) e un piccolo quadro del Bosche- chiamato “Viale egiziano”. di Palma il Giovane, nella navata centrale, l’ sta di Cristo” dello stesso secolo, “San Vin- tus del XV secolo, la “Discesa dello Spirito “Ecce homo” di un anonimo pittore dell’Ita- cenzo Ferrer”, opera del Tiepolo, “San Pietro Santo”. Chiesa e convento benedettino fem- Gite nei dintorni lia settentrionale, due icone della scuola ita- di Alcantar” del XVIII secolo, una “Madon- minile si trovano nella Villa di Annibale Lu- Percorrendo il lungomare, passando da- lo-bizantina e un “San Diego” che forse è di na” del secolo Decimosettimo. Fra i rilievi in cio, situata nella parte orientale della città, vanti al convento francescano, con una pas- fuori le mura, un complesso rinascimentale seggiata di un chilometro e mezzo, o facendo ammirevole, sede del Centro per la tutela del in barca un miglio e mezzo di mare, si arriva patrimonio culturale di Lesina. Il comples- a Pokonji dol, una insenatura adatta per i ba- so rappresenta la più pura creazione artistica gni. di Lesina nel secolo Decimosesto. Consta di Una passeggiata “obbligatoria” è da farsi un alto pianoterra rappresentativo con loggia, fi no a Capo Pellegrin. Si va dalla Fortezza al cantina e terrazza sovrastata da un pergolato porto dei traghetti di Vira a Nord e, più avanti, circondato da colonne di pietra, il tutto mera- fi no alla vecchia vedetta austriaca di Smokov- vigliosamente inserito in un giardino nel mez- nik sul dorsale della penisola che termina ap- zo del quale sorge il pozzo. Dal tutto emana punto con Capo Pellegrin. Questo è nudo, ma la luminosità rinascimentale. Non è una villa- la penisola è coperta da un meraviglioso bo- fortezza come quella di Ettoreo che incontre- sco. In questa zona si trova la preistorica grot- remo a Cittavecchia nè un palazzo suburbano ta Markova Spilja, che ha fornito agli esplora- dal quale il padrone poteva vigilare il podere tori-archeologi eccezionali reperti a testimo- CCittavecchiaittavecchia circostante, ma un alloggio non sfarzoso, nè nianza della vita dei cavernicoli. Ci si arriva grande, armonioso, sereno, grazioso, per tra- ovviamente anche per mare; la grotta si apre scorrervi i giorni d’estate nel verde, con ac- proprio presso l’approdo della baia di Parja. Palma il Giovane. Nella cappella di Nord-Est, legno risaltano l’Annunciazione, San Giovan- canto una casetta per i servitori che oltre alla Sul lato meridionale della penisola, attraver- con un recinto marmoreo, spicca un crocifi sso ni (cromato in oro, XVI sec.), San Girolamo. villa badavano anche al giardino. Questa vil- sando una piccola galleria, si arriva all’alber- di Leandro Bassano. Il sepolcro sotto l’altare Tra le rarità bibliografi che ci sono un brevia- la del patrizio scrittore, autore delle più bel- go “Sirena” alle baie di Vela e Mala Grčka maggiore è del poeta Annibale Lucio-Lučić. rio del XV secolo, un Corano del XVII seco- le poesie d’amore ai primordi della letteratu- (letteralmente: Grande e Piccola Grecia) che lo, l’Atlante di Tolomeo stampato nel 1524 a ra croata, autore del primo dramma profano nel Medio Evo servivano da rifugio a galee e Convento francescano: Norimberga, un portolano del Mar Caspio del in lingua croata, vissuto fra il 1485 e il 1553, velieri. Il richiamo alla Grecia insito nel nome il refettorio oggi 1595, cinque antifonari miniati del XV se- passò in eredità a suo fi glio Antonio e dalla colo. A questi preziosi oggetti si aggiungono moglie di costui, Giulia Mazzari, fu lasciata è un museo bellissimi ricami del secolo Decimoquarto e in legato ai benedettini. Questi, al tempo del Dalla chiesa, per una porta secondaria, si del periodo barocco, una collezzione numi- vescovo farense Milani (1644-1667), vi co- entra nel chiostro nel quale si vede la massic- smatica di monete coniate a Lesina. Ben 53 struirono la chiesa e il convento in stile baroc- cia vera del pozzo su un postamento quadrato. incunaboli si contano infi ne nella grande bi- co, con una facciata ornata da motivi araldici. Il pozzo può contenere 300 mila litri di acqua. blioteca i cui inizi risalgono alla costruzione Nell’interno della chiesa si trova un notevole L’acqua veniva fornita anche alle navi ed alla del convento. In una sala speciale è sistema- quadro di Liberale Cozza del 1750. cittadinanza attraverso un canale di cui si ve- to l’Archivio. dono tuttora le tracce davanti alla chiesa, nel Un cipresso secolare spicca, fra pian- Il Palazzo vescovile muro dell’orto sotto i pini. te esotiche, nel giardino del convento, il cui Concludiamo con una visita a uno degli Dal chiostro si passa nel refettorio del con- muro di cinta risale al 1545. Le cappellette edifi ci che sono all’origine della nuova città vento, oggi museo. Un’intera parete è coper- barocche che dalla città portano al convento sorta su quella antica: il Palazzo vescovile, già ta dalla maestosa tela dell’“Ultima cena” che furono fatte costruire da Marino Capello, co- convento benedettino. Fra le molte date incise ha reso celebre Lesina. Lungo otto e alto due mandante della fl otta adriatica nel 1720. a ricordo di restauri e riparazioni susseguitisi metri e mezzo, il dipinto è attribuito dai criti- per secoli ve n’è una del 1249. I mobili delle ci moderni al ravennate Matteo Ingoli (1585- A Lesina numerosi sale sono in parte del XVIII e in parte del XIX 1631), mentre prima era stato considerato i monumenti sacri secolo, risalenti questi all’ultima ricostruzione opera di Matteo Rosselli. Non manca però del 1870. La maggiore biblioteca dell’isola, la chi vede nel quadro un capolavoro di Palma Altri monumenti sacri di Lesina sono Biblioteca del Capitolo, insieme all’archivio il Giovane aiutato dai suoi discepoli. Il qua- la Chiesa di s. Spirito in Città, la chiesa e il capitolare, è sistemata in una sala sopra la sa- dro risale all’epoca di transizione fra il XVI Convento benedettino femminile, la Chie- crestia. La fondò nel 1461 il vescovo Tom- e il XVII secolo, l’intera gamma espressiva sa dell’Annunziata in Borgo. Quest’ultima è masini. Certamente non abbiamo visto tutto rivela la tarda pittura veneziana del secolo del XV secolo con una facciata rinascimenta- quello che meriterebbe di essere ammirato. Sabato, 9 giugno 2007 dalmazia 7 cultura e monumenti di valore (21 e fi ne) delle baie e soprattutto il suono di quello di ta a Cittavecchia arriviamo allo spartiacque di Parja così simile a Pharia, dovrebbero farci ca- Ozrin a un’altezza di 400 metri, da dove la pire che siamo nella zona in cui sorse la prima strada scende nell’abitato di Selca (signifi ca- colonia ellenica sull’isola; siamo infatti nella to: piccolo villaggio) che rimane sulla destra. zona di Cittavecchia/Stari Grad. Via terra, par- Di qui si può compiere un’escursione sulla tendo da Lesina città, vi si arriva percorrendo Gomilica che è la massima vetta dell’isola, la camionabile che attraversa e costeggia la più comunemente detta di san Nicolò. Con- valle di un torrente asciutto, toccando i villag- tinuando invece da Selca per alcuni chilome- gi di Brusje, Grablje e Selca. Avviamoci. tri in discesa si arriva nella piana di Ploča da Poco prima di toccare il primo villaggio dove si entra fi nalmente nella prima città sor- si vedono sulla destra della strada le rovine di ta nell’isola. una cinquecentesca villa estiva patrizia, Njivi- ce. Al quinto chilometro dalla partenza s’in- Una storia intessuta contra Brusje, un villaggio costruito all’ini- di polemiche roventi zio del Cinquecento da pastori che decisero di abbandonare le loro capanne sparse in collina Un capitolo molto interessante potrebbe e riunirsi. Ospitalissimi, per permettere ai pe- essere la storia della storia della cittadina di scatori di compiere i loro doveri religiosi an- Cittavecchia/Starigrad (e dell’isola), intessu- che quando si trovavano fuori di casa, costrui- ta di polemiche, a cominciare dall’opuscolo rono nel 1569 a proprie spese una chiesetta “Lettera del signor dottor Giulio Bajamonti dedicata alla Vergine Maria del Rosario nella sopra alcune particolarità dell’Isola di Lesina” baia di Vela Vira che serviva da porto sussidia- pubblicato a Napoli nel 1790. Per arrivare agli CCittavecchiaittavecchia ddii LLesinaesina rio di Lesina città. Di quella chiesetta restano “Studi storici sull’isola di Lesina” di Giacomo le rovine. Al 1731 risale la chiesa parrocchia- Boglić (Zara 1873) ed alla “Corrispondenza le, due volte ampliata, sulla cui facciata si vede archeologica fra Matteo Capor da Curzola a Il Battistero e 1571, viaggiò in Italia, tradusse le poesie un san Giorgio a cavallo. All’interno vi è un Pietro Nisiteo da Cittavecchia” (Zara 1887). d’amore di Ovidio, egli stesso scrisse poesie notevole quadro d’altare – “Sant’Antonio ab- Qui ci limitiamo soltanto a una controversia paleocristiano erotiche, ma il suo capolavoro resta il poema bate ed altri santi” – di B.Zelotti (1532-1592) fra gli storici Šime Gliubich e Giovanbattista Ed ora una visita ai monumenti. Comincia- “Ribanje” (La pesca). Tra il 1520 e il 1569 si qui portato dal convento domenicano di Lesi- Machiedo. Quest’ultimo sosteneva che l’anti- mo dal Battistero paleocristiano accanto alla fece costruire un palazzo-fortezza che si con- na. Un altro quadro, sull’altare maggiore, raf- ca Pharos era sorta a Lesina-città, ereditandone medievale chiesa di san Giovanni del XII se- serva in tutta la sua mole nel centro della citta- fi gura san Giorgio a cavallo con sullo sfondo il nome, (articolo “Pharia, Città Lesina e non colo. Questa fu costruita sulle fondamenta di dina, con spiritose iscrizioni sulla facciata, una le isole di Brazza e Solta e il canale di Spala- Città-vecchia” ne “La Dalmazia”, 30-33, Zara un tempio paleocristiano del VI o VII secolo piscina circondata da un colonnato ad archi, il to, opera del pittore contemporaneo Ivo Dulčić 1846); il secondo controbatteva nella “Gazzet- dei quali si è appunto conservato il battiste- giardino. Sull’ingresso fece scrivere: “Petrus nativo di Brusje. Si ammira poi la villa estiva ta di Zara” (73-75/1846) con la “Risposta al- ro che a sua volta era sorto sulle rovine di un Hectoreus Marini fi lius proprio sumptu et in- del vescovo Bonajuti (1736-1759) costruita a l’articolo” eccetera, sostenendo, giustamente, tempio pagano. Il fonte battesimale, profondo dustria ad suum et amicorum usum constru- forma di padiglione, oggi casa parrocchiale. che Pharia era sorta a Cittavecchia; e scriveva 115 centimetri con due diramazioni a forma di xit”. L’acquario ha mantenuto il suo aspetto sull’argomento un opuscolo: “Faria Città Vec- croce, è stato parzialmente otturato per ragio- originario con pesci che vengono continua- Famosi gli olii aromatici chia e non Lesina” che sarà pubblicato a Za- ni di sicurezza. La chiesa, già di Santa Maria, mente rinnovati. Anche il giardino è rimasto Dal poggio sul quale sorgono questi edifi ci gabria nel 1873. Cittavecchia/Starigrad conta fu sede primaria del vescovo farense ed è il più intatto, mentre l’interno dell’edifi cio, ad ecce- si ha una bella vista sul panorama circostante circa 1400 abitanti, sorge nella baia, profonda antico luogo di culto cristiano sull’isola. La zione dell’atrio d’ingresso, ha subito trasfor- pressocchè interamente ricoperto da folte mac- 6 chilometri che da essa prende il nome, nel- forma attuale è parzialmente gotica, l’abide e mazioni. Nell’ala destra della villa-fortezza è chie di sempreverde rosmarino, di lavanda e la sua estrema parte orientale. Pur essendo sta- la pianta sono romaniche. La Chiesa parroc- sistemata una collezione etnografi ca. Davanti di piretro. Brusje è famosa per la produzione ta spodestata nel ruolo di capoluogo dell’isola, chiale di santo Stefano fu costruita nel 1605 all’edifi cio c’è il busto del poeta. Fra le case di di olii aromatici ed essenziali. Le distese di alla quale ha dato il nome ed a sua volta per- sul posto di una precedente omonima chiesa. abitazione si distinguono quelle dei Gelineo- questi frutici, piante e fi ori profumatissimi che dendolo, la Civitas Vetus conserva l’orgoglio La piccola piazzetta sulla quale si affaccia, la Bervaldi, dei Bucic-Machiedo (Sei-Settecen- crescono spontanei in vicinanza del mare (e della primogenitura e, grazie alla sua attività di facciata e il campanile del 1753, distaccato, to), dei Politeo (Seicento). Pittoresca è la piaz- il nome stesso di rosmarino – da ros marinus centro marittimo e commerciale, fi no a pochi creano un ambiente intimo e armonioso. Il pit- za “Skor”, nella parte orientale della città, ti- – signifi ca “rugiada di mare” – corrono fi no a decenni or sono è stata la borgata con il mag- tore Francesco da Santacroce vi ha lasciato un pica della concezione urbanistica barocca. Nel Grablje ed oltre. Di cinque “cooperative di ro- gior numero di abitanti dell’isola. bellissimo trittico raffi gurante la Madonna, san palazzo Bianchini (Juraj Bianchini, bano della smarino” sorte in Dalmazia all’inizio del XIX Girolamo e san Giovanni Battista. Ammirevo- Croazia, nato nel 1847 e morto nel 1928) è si- secolo, quattro avevano sede nell’isola di Le- Numerosi reperti li pure gli stalli del coro ed il fonte battesima- stemata una Galleria d’arte con opere di pit- sina:Brusje (fondata nel 1903), Grablje, Pic- archeologici le ereditato dalla precedente chiesa. Un rilievo tori slavi contemporanei. Nello stesso palazzo colo Grablje e Sveta Nedija/Santa Domenica, del campanile raffi gura un’antica nave onera- si può ammirare una Collezione marittima: la producendo fi no a 120 vagoni all’anno di solo Oltre a numerosi reperti archeologici (tom- ria. Interessante sotto il profi lo architettonico “Camera del capitano”, la biblioteca, l’archi- rosmarino disseccato. I contadini di Brusje, be, epigrafi , monete con le effi gi di pino, di ca- è l’ex chiesa di san Girolamo rinascimentale, vio della Capitaneria di porto di Cittavecchia, quando comincia la stagione della falciatura pra e di vasi), si sono conservati undici metri sulla strada che porta allo stabilimento balnea- ritratti dipinti di illustri navigatori di tutta l’iso- del rosmarino, traslocano sui terreni e vi resta- delle mura di cinta greche in via dei Ciclopi: re. Era parte integrante di un ospizio di religio- la, dipinti di velieri, armi da fuoco che serviro- no fi no alla conclusione dei lavori senza torna- grandi blocchi di pietra a secco. Altri resti del- si glagoliti. no per la difesa contro i pirati. re a casa. Ovunque, sulla costa dalmata e sulle la cinta perimetrale si vedono dietro la chie- Il Convento domenicano fu fondato nel Per mare. In motobarca, da Lesina città a isole, non ci sono nozze senza rosmarino, ma sa di san Giovanni. Pietre delle mura vennero 1482 e incendiato dai Turchi nel 1571, ven- Cittavecchia si arriva in tre ore; sono ventidue sull’isola di Lesina che ne è la patria, gli sposi inoltre immurate nel XVII secolo nelle fonda- ne poi fortifi cato con torri laterali e un campa- chilometri di mare, quasi il doppio di quanto e gli ospiti si adornano di felci qui molto rare. menta del campanile della chiesa parrocchiale. nile. Nel 1893 fu costruita la nuova chiesa le se ne fanno via terra. Usciti dal porto di Lesi- Poco dopo Brusje, a sinistra della strada, Una iscrizione sul campanile ricorda che esso cui dimensioni sproporzionate hanno rovinato na, si naviga nel canale lungo la costa con alla ecco le rovine di un’altra villa patrizia esti- sorge nel punto in cui si apriva la porta d’en- l’armonia dell’insieme. In compenso l’interno sinistra le Spalmadori, si doppia il Capo Pelle- va, Moncirovo. Cinque chilometri più avan- trata alla città di Pharos dal mare: dederunt si pregia di alcune notevoli tele: “San Giacin- grin, estremo punto occidentale dell’isola, in- ti, il villaggio di Velo Grablje. Sorse nel Tre- huius primordia molis de moenibus urbis reli- to” di Baldissera d’Anna, un “San Domenico contrando le biaette di Podstine, Mala Garčka dicesimo secolo in seguito all’insediamento di quiae et quae dederat gressum in urbem janua. con santi” di ignoto e un’eccezionale “Deposi- e Vela Garčka; doppiato l’estremo punto oc- due famiglie patrizie, gli Ozori e i Gazzari. Se È chiamato “greco” dal popolo un pozzo posto zione di Cristo nel sepolcro” del grande pitto- cidentale dell’isola che è Capo Pellegrin con si vuole fare una passeggiata seguendo il letto in uno dei giardini al centro dell’antica città… re veneziano Jacopo Robusti-Tintoretto. Raffi - l’omonima baia, si passa sull’opposta costa asciutto di un torrente, si arriva a Malo Gra- Al periodo romano ci richiama un’iscrizione gura un vecchio, una giovane donna, il poeta dove, proseguendo verso oriente s’incontrano blje, due chilometri più in basso; sembra un immurata nella scalinata della chiesa di san Pietro Ettoreo che fu il donatore e sua fi glia ancora le baie di Duga Luka con l’isolotto di covo di pirati, completamente circondato da Rocco, sotto la quale c’erano le terme. Visitan- Lucrezia. Sull’altare maggiore spicca un croci- Duga, Sokolica, Vela Vira. In questa località rocce. In realtà è un villaggio abbandonato, la do in seguito altre chiese troveremo tracce del- fi sso ligneo, opera di scuola locale del Seicen- vi sono i resti di una villa vescovile del Cin- popolazione si è trasferita in nuove abitazioni l’epoca romana paleocristiana. to. Un altro piccolo crocifi sso, ottima fattura quecento, le rovine di due cappelle, i ruderi di nell’assolata baia di Milna, che raggiungere- artigianale del veneziano Giacomo Piazzetta è una villa rustica romana e di un ospizio fran- mo anche noi, ma seguendo la via del mare. Cittavecchia continuò del 1703. Nel convento si possono visitare il cescano, tracce di castellieri illirici e necropo- Riprendendo la strada che da Velo Grablje por- a prosperare lapidario e, al piano sovrastante, una vecchia li. “La sistemazione concentrica dei tumulus – biblioteca e l’archivio, una collezione di qua- chiarisce lo storico Niko Duboković Nadalini Dopo il rapido sviluppo di Lesina città, dri, una collezione numismatica e una raccol- – aveva un signifi cato rituale, in quanto gli spi- continuò a prosperare anche Cittavecchia: ad ta di fossili. riti degli avi stavano a protezione, a guardia”. essa faceva capo il commercio dei prodotti Dopo Vira viene la più boscosa di tutte le inse- agricoli della fertile vallata della parte Nord Una donna nature, Jagodna. Sulla Punta Kosmaca c’è una dell’isola. Al fi orente commercio, soprattutto si fece immurare viva suggestiva pineta. In località Carnica c’è una del vino nella seconda metà del XIX secolo, si grotta carsica con sale sotterranee. L’insenatu- aggiunse la marineria. Nell’anno 1830 Citta- Non molto distante dal convento, sulla ra di Stinica è il porticciolo del villaggio Bru- vecchia registrava 40 velieri di piccolo cabo- strada per il cimitero, sorge la chiesa di san Ni- sje. Una maestosa gola annuncia poi l’ingresso taggio e nel 1890 sei velieri di lungo corso e colò. Vi si trovano ex voto di marinai ed opere al seno di Tatinja. Rocciosa è anche Grabovac 28 di navigazione costiera. Nel 1850 contava scultoree dell’artigianato artistico veneziano e seguita dall’insenatura di Lucisce con le rovi- oltre tremila abitanti. Poi la crisi del vino e del- di Antonio Porri. Nel XVI secolo una donna si ne di ville patrizie e una cappella ben conser- la navigazione a vela alla fi ne del XIX secolo fece immurare viva, per voto fatto al santo dei vata. La successiva baia di Gračišće prende provocarono emigrazioni in massa nei paesi marinai, sullo spiazzo davanti alla chiesa. Ci- il nome dal sovrastante colle sul quale c’era d’Oltremare e quindi la riduzione del numero bandosi di quanto le forniva la pietà del popo- una fortifi cazione preistorica. Un altro castel- degli abitanti. Nel secondo dopoguerra c’è sta- lo, rimase in quella terribile posizione di pri- liere del secondo millennio a.C. sorgeva sul- ta una lenta ripresa con la viticoltura, la picco- gioniera fi no alla morte. la penisoletta di Lompić che chiude la baia (vi la industria, il turismo. Una moderna cantina sono state trovate ceramiche illiriche e dell’età vinicola accoglie annualmente due milioni di Pietro Ettoreo e «La pesca» classica). Stava a sentinella del golfo di Citta- litri di ottimo “Vugava”. Tre sono gli alberghi Cittavecchia ha dato i natali al poeta Pie- vecchia nel quale stiamo ormai addentrandoci. cui si aggiunge un villaggio di “bungalows”. tro Ettoreo-Hektorović (1487-1572) di fami- Costeggiamo altre baie (Radočindol, Kono- La baia è un paradiso per i turisti nautici e i pe- glia patrizia. Fu coinvolto nei sanguinosi moti pljikova, Maslinica) con le residenze estive di scatori dilettanti, le numerose piccole insena- dei popolani del 1510 e del 1514, fu testimo- patrizi e capitani di mare. Sul lato opposto del ture celano altrettante piccole spiagge. ne di due incursioni turche sull’isola nel 1539 golfo ci saluta il promontorio di Kabal. 8 dalmazia Sabato, 9 giugno 2007 TURISMO Inaugurati il belvedere e il luogo per escursioni e gite di Kamenjak Rilancio per il lago di Vrana l Parco della natura del lago zona è stata arricchita con indi- di Vrana si è arricchito di cazioni turistiche, piste, ponti, Inuovi importanti contenuti, nonché punti d’osservazione dai in funzione turistica, che dovreb- quali ammirare le varietà di vola- bero consentire la completa va- titi che popolano l’area paludosa. lorizzazione di quest’area dalla Nel porticciolo di Prosika sono bellezza unica. Alla presenza dei stati effettuati pure interventi per dipendenti del Parco della natura, permettere un’accoglienza quan- degli abitanti del comprensorio to migliore dei visitatori. Il bel- e dei rappresentanti delle Con- vedere e il luogo prediletto per le tee di Zara e di Sebenico e Knin, gite di Kamenjak sono ora i pun- il ministro della Cultura Božo ti centrali cui fanno capo le visi- Biškupić ha inaugurato di recente te turistiche nella zona del Parco il belvedere e il centro per escur- della natura. Sono stati realizzati sionisti e gitanti di Kamenjak. Il nell’ambito del progetto denomi- lago di Vrana è una delle attrat- nato “Sviluppo sostenibile del tu- tive della Dalmazia centrosetten- rismo nel Parco della natura del trionale, è stato inserito nell’elen- lago di Vrana e nei suoi dintor- co delle paludi di rivelanza mon- ni”. Il costo del progetto è stato diale. Con la realizzazione del di 225mila euro: i fondi sono stati belvedere è stata migliorata l’of- stanziati dall’Unione europea per ferta turistica ed è stata permessa il tramite del programma CAR- una migliore presentazione delle DS e dal Ministero della cultura attività legate all’agriturismo nel- di Zagabria. l’area del Parco della natura. La Dino Saffi

Tante le manifestazioni e i progetti comuni Quarant’anni di amicizia tra Ragusa e la Provincia di Ravenna RAVENNA – Il 29 settembre scuola elementare San Vincen- verde urbano come elemento 1967, l’allora presidente della zo de’ Paoli di Ravenna. Nel- importante per la qualità urba- DDulcignoulcigno Provincia di Ravenna, Giusep- l’ambito dei festeggiamenti per na, per uno sviluppo maggior- pe Gambi (in carica dal 15 mar- il quarantesimo anniversario mente sostenibile e per una pro- zo 1965 al 10 maggio 1968), e il del gemellaggio, in collabora- mozione turistica integrata delle sindaco di Ragusa (Dubrovnik), zione con l’associazione Col- città della regione adriatica. Fa gola la costa montenegrina Nikola Grill, sottoscrissero il ge- legium Musicum Classense e i Ragusa e la Provincia raven- mellaggio tra le rispettive istitu- Comuni di Cervia e di Raven- nate collaborano pure nel Pro- zioni i cui territori s’affacciano na, si sono svolti due concerti getto NAP, relativo alla valo- Gli oligarchi russi sul mare Adriatico. “Prendiamo del coro Libertas di Ragusa di- rizzazione delle aree Parco del- impegno di sviluppare ogni ini- all’assalto di Dulcigno ziativa atta a mantenere legami permanenti fra le rispettive co- CATTARO – Il Montenegro minato. L’asta verrà annuncia- munità amministrate, a favorire ha da poco conquistato la sua in- ta solo prossimamente, ma gli una reciproca conoscenza e una dipendenza politica, ma econo- emissari del patron del Chelsea diretta collaborazione sui singoli micamente si sta ritrovando sot- hanno già cominciato a compra- problemi di carattere economi- to a un padrone ben più potente re dai privati case e terreni nella co, sociale e culturale e a con- di Belgrado: i magnati russi stan- zona, per mettere Abramovich in tribuire al crearsi di una salda no investendo capitali in quanti- pole position rispetto ai due pos- amicizia tra le genti”, si legge nel tà specie lungo la costa adriatica, sibili concorrenti, la società un- protocollo del 1967 che si chiude per assicurarsi il controllo del tu- gherese Trigranit e un fondo di con queste parole: “Il presen- rismo, delle industrie più redditi- investimenti degli Emirati ara- te patto, suggellato fra due enti zie e delle infrastrutture. bi uniti. territoriali appartenenti a Pae- Il litorale montenegrino fa Il Montenegro sta diventan- si con struttura sociale diversa, RRavennaavenna gola soprattutto al gigante del- do, dunque, la spiaggia favorita acquista valore nell’affermazio- l’economia russa, il numero uno dei ricchi russi: nel 2005, altri ne dei principi di democrazia, di Roman Abramovich: ha in men- vari imprenditori hanno inve- autodecisione e di pacifi ca coe- retto da Viktor Lenert. “Le cit- l’Adriatico: tra cui le riserve te di trasformare parte della co- stito 73 milioni di euro in pro- sistenza”. A parte il riferimento tà di Ravenna e di Ragusa han- naturali presso Ragusa. Obiet- sta adriatica in una nuova Du- prietà immobiliari, terreni, im- ormai superato ai sistemi sociali no entrambe ricevuto il ricono- tivo principale del progetto è la bai dedicata al turismo di lusso: prese commerciali e quant’altro. diversi, sembrano parole scritte scimento dell’UNESCO come valorizzazione della vocazione punta innanzi tutto all’acquisto L’interesse russo, come sempre, oggi, che non perdono assoluta- città patrimonio dell’umanità. eco-turistica e la fruizione eco- della spiaggia di Velika Plaža, fa lievitare i prezzi: negli ultimi mente pregnanza politica. Qua- Inoltre, la Municipalità di Ragu- compatibile aumentando l’at- nella zona di Dulcigno (Ulcinj), dodici mesi il costo di un metro rant’anni dopo quel genellaggio sa è partner della nostra Provin- trattività della regione adria- una delle più suggestive della quadro di terra nella zona di Dul- presso il Palazzo della Provincia cia in diversi progetti fi nanziati tica. Infi ne, il Progetto FARE- Dalmazia meridionale con i suoi cigno è quintuplicato, passando di Ravenna, si è tenuta una se- con il programma comunitario ADRI col quale s’intende con- 13 chilometri di litorale inconta- da 50 a 250 euro. duta straordinaria del consiglio INTERREG IIIA Transfronta- tribuire al rafforzamento della alla presenza di ospiti illustri an- liero Adriatico 2000-2006” spie- rete istituzionale dei rapporti fra che dalla Croazia. L’inizio della ga il presidente della Provincia le due sponde del mare comune. seduta solenne è stato precedu- ravennate Giangrandi. Si tratta A seguito del kick-off meeting to, come avvenne quarant’an- del Progetto B.A.R.C.A. relativo organizzato dalla Regione Emi- ni fa a Ragusa (Dubrovnik), da alla ricerca e conservazione dei lia-Romagna (lead partner del un’esibizione del gruppo musici Beni archeologici dell’Adriati- progetto) è stato fi ssato l’incon- e sbandieratori del Rione Rosso co. Poi c’è il Progetto INFIORE, tro a Ragusa per il mese di otto- di Faenza, nato negli anni Ses- fi nalizzato alla messa in rete di bre su tre importanti tematiche: santa e conosciuto in tutt’Euro- territori dell’area adriatica per turismo, cultura e trasporti (sia pa, davanti a 100 alunni della un’azione comune sul tema del aereo che marittimo).

Anno III / n. 6 9 giugno 2007 “LA VOCE DEL POPOLO” - Caporedattore responsabile: Errol Superina IN PIÙ Supplementi a cura di Errol Superina Progetto editoriale di Silvio Forza / Art director: Daria Vlahov Horvat edizione: DALMAZIA Redattore esecutivo: Dario Saftich / Impaginazione: Andrea Malnig Collaboratori: Giacomo Scotti, Dino Saffi e Igor Kramarsich Foto: Ivo Vidotto