REGGIO EMILIA

L’avvio della nostra rilevazione coglie una Città in trasformazione che, pur non rinunciando alla naturale vocazione verso i comparti agricolo e lattiero caseario ( era sede del Consorzio del Parmigiano Reggiano), stava affiancando a quelle tradizionali attività una serie d’iniziative, promosse specialmente da aziende medie e piccole, nei settori della meccanica, della ceramica e del tessile. La Succursale Comit operava allora con un solo sportello nella centralissima Piazza Cavour, poi ribattezzata Piazza dei Martiri del 7 luglio e con quel solo sportello continuò a funzionare per oltre vent’anni. Probabilmente, le vicinissime Filiali Comit di , e assicuravano, in quella parte del Paese, una copertura territoriale tale da essere giudicata sufficiente dalla superiore direzione. Il reggente, per l’ultimo anno prima del pensionamento, era Domenico Medici; il vice era Aldo Malagigi che ne prese la successione. I funzionari appena sette. Nel 1970 Malagigi diventò numero uno; il vicario era Marco Becheroni, proveniente da Casale Monferrato. Nel 1974 Malagigi fu trasferito a Biella; al suo posto arrivò da Gallarate Antonio Torti. Assieme a Torti arrivò da pure Vincenzo D’Este, che fu per cinque anni vicario, prima di trasferirsi a come Condirettore. Torti restò a Reggio fino al 1976; divenne poi Condirettore a Milano e successivamente direttore di Ravenna, prima di lasciare definitivamente la Comit nel 1981, per assumere l’incarico di Direttore Generale della Popolare di Luino e Varese. Dopo Torti, nel 1977, arrivò da Catanzaro Mario Carisio: la sua fu una direzione abbastanza lunga, fino al 1984, dopo di che fu trasferito come reggente a Modena, dove chiuse la sua carriera nel 1988. Alla rilevazione del 1979 Reggio Emilia era sempre un monosportello; i Funzionari con firma erano nove, due in più rispetto a dieci anni prima. Torniamo alla reggenza di Carisio. Al suo fianco si alternarono Stelvio Tripepi, Francesco Fahrni e Giancarlo Burnacci, tutti elementi che conseguirono, più avanti, meritati traguardi professionali. Il primo tra quelli citati, Stelvio Tripepi, prese la successione di Carisio nel 1985. Lavorò il primo anno con Franco Grosso come vice, il secondo con Paolo Poli. Nel 1987 Tripepi divenne Condirettore a Roma. A quel punto, Reggio Emilia fu guidata, per un quadriennio, da Roberto Caselli. Caselli arrivava da Ferrara, dov’era vicario. Restò a Reggio fino al 1990, quando lasciò la Banca. Nel 1989 la situazione non era mutata rispetto al 1979. Reggio operava con una singola unità; i Funzionari erano dieci. Uscito Caselli, subentrò Giovanni Navarino. Veniva da Bologna, dove era stato Condirettore; rimase due anni prima di dirigere e Padova. In quel biennio, il vicario fu Guido Celeste. Dopo Navarino, fu il turno di Roberto Ninetti; proveniva da Perugia, presso la quale aveva svolto i compiti di vicario; fu poi destinato come direttore a Prato nel 1997. Con la liberalizzazione degli sportelli finalmente anche Reggio Emilia poté definirsi compiutamente un “Gruppo”. Erano state istituite, infatti, le Dipendenze di Correggio, Sant’Ilario d’Enza e Scandiano. Nel 1995 il Libro Firme registra così la presenza di sedici Funzionari, undici presso la Madre e cinque presso le foranee. Sempre nel 1995 era arrivato, come vicario, Riccardo Zucchetti, già reggente della Metropolitana di Bologna Fiera. Restò nella posizione sino al 1998. Avevamo accennato che Ninetti fu destinato a Prato nel 1997. Dalla Direzione Centrale arrivò Pellegrino Isabella, personaggio conosciuto e stimato poiché sempre disponibile referente per i Colleghi presso la Segreteria del Servizio Personale. Isabella fu supportato nei tre anni di direzione prima dal citato Zucchetti, poi da Cipriano Faletti. Abbiamo memoria che Isabella si trasferì, nel 2000, a Roma come Vicario. Non esistendo il Libro Firme del nuovo Millennio, non siamo in grado di ricostruire gli organigrammi di quel periodo di transizione. Possiamo solo prendere nota che nel 1979 il Gruppo aveva aggiunto, all’assetto precedente, soltanto un’Agenzia di Città in più. I Funzionari con firma, che passarono poco dopo sotto le insegne di Banca Intesa, erano in tutto quattordici.

Enzo Barone ‐ agosto 2020