L'Ordine Teutonico nel : bilancio storiografico e prospettive di ricerca

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Il primo studioso ad occuparsi della presenza dell'Ordine religioso- militare dei Teutonici in Terra d'Otranto fu il francescano salentino pa- dre Primaldo Coco (1879-1962) che nel 1925 pubblicò a Taranto una monografia dal titolo "I Cavalieri Teutonici nel Salento" con il sottoti- tolo "Appunti e Documenti". L'opera è dedicata a padre Ulrico Hiinte- mann (1869-1936), uno dei due maestri - l'altro era Livario Oliger, a cui Coco dedicò la sua Storia dei Francescani nel Salento - , presso i quali l'erudito salentino si era formato all'Ateneo francescano a Roma'. Nella sua opera Coco sfruttò anzittutto alcuni documenti relativi al Sa- lento, editi, nell'ambito del progetto dei "Regesta chartarum Italiae", nel 1913 da Francesco Camobreco nel suo "Regesto di S. Leonardo di Siponto'". Si tratta di documenti quattrocenteschi che riguardano il de- stino dei possedimenti dell'Ordine Teutonico nel Salento nel periodo immediatamente precedente e successivo allo scioglimento del baliag- gio di Puglia dell'Ordine Teutonico e la concessione dei suoi beni in commenda. Sebbene Coco dia l'impressione di riportare, in appendice, il testo di questi documenti direttamente dagli originali, che erano con- servati nell'Archivio di Stato di Napoli, un attento confronto evidenzia che riprese, in verità, i testi dal Regesto di Camobreco3. L'unico docu-

' Primaldo Coco, I Cavalieri Teutonici nel Salento (Appunti e Documenti), Taranto 1925. La dedica: "Al m. r. p. Ulrico Htintemann, lettore generale giubilato, professore di scienze sto- riche ed archeologiche, che a sì nobili e severe discipline seppe educare l'autore, questo studio circa le possessioni nel Salento dei connazionali, i Cavalieri Teutonici, l'ultimo dei discepoli con affetto riconoscente o. d. c.". Per l'influsso di Hiintemann e di Oliger su Coco cfr. Hubert Houben, . Primaldo Coco (1879-1962): un esponente della storiografia ecclesiastica erudita, in "Miscellanea franciscana salentina", n. 6-7, 1990-1991, pp. 65-76.

2 Regesto di S. Leonardo di Siponto, a cura di E Camobreco, Regesta Chartarum Italiae 10, Roma 1913.

I docc. nn. 5-22 dell'appendice di Coco riportano (in modo non sempre corretto e com- pleto) i testi dei docc. nn. 291, 293, 294, 298, 299, 301, 302, 329, 331, 340, 351, 353, 354, 355, 356, 357, 359, 361, 363 del Regesto di Camobreco. Una prova lampante si trova nel testo del doc. n. 19 (Coco, I Cavalieri Teutonici, p. 113), dove è riportato un rimando interno ("seguit

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mento veramente inedito, contenuto nell'appendice di Coco, è quello del 1191, relativo all'ospedale tedesco di , trascritto nel primo volume del Codice Diplomatico Brindisino, compilato all'inizio del- l' Ottocento dall'arcivescovo brindisino Annibale De Leo (1798-1814)4. L'opera di Coco è caratterizzata da numerosi errori, anche grossola- ni. Basta qualche esempio: sarebbero contemporanei l'origine degli Or- dini cavallereschi (avvenuta in verità durante il secolo XII), il ducato di Roberto Guiscardo (deceduto nel 1085) e la prima crociata (proclamata da Urbano II nel 1095)5! Sorprende la disinvoltura con cui l'erudito sa- lentino riporta, senza alcuna critica, notizie inattendibili e fantasiose come quelle del viaggiatore inglese Martin S. Briggs, secondo cui "i Cavalieri Normanni" in nessuna parte d'Italia si diedero "ai godimenti e allo sfarzo come in Terra d'Otranto ...", e secondo cui "nelle strade sorridenti di Lecce" si sarebbero radunati "mercanti partiti dall'Oriente e pellegrini provenienti dall'Occidente", mentre Roberto il Guiscardo

" profondeva immense somme in banchetti e tornei e in tutti i piaceri di una vita fastosa"6. Nonostante queste riserve sull'appendice documentaria e nonostante i molti errori in essa contenuti, l'opera di Coco ha il merito di aver ri-

doc. 354") che deriva chiaramente dal Regesto di Camobreco (Regesto di S. Leonardo. p. 2861). Soltanto nei docc. nn. 2-4 dell'appendice, Coco indica correttamente che riprende il testo da un'edizione precedente (J.L.A. Huillard-Bréholles, Historia diplomatica Friderici secundi. Pa- ris 1852-1861.2, pp. 163-165, 3, pp. 129-131. 195 sgg.). 4 Coco, I Cavalieri Teutonici, appendice doc. n. 1. pp. 77-79, edito poi in: Annibale De Leo, Codice Diplomatico Brindisino, 1(492-1299), a cura di G.M. Monti. Trani 1940. n. 26 pp. 49- 51. Nel doc. si parla di un ospedale dei tedeschi, non dei cavalieri teutonici. L'ordine monasti- co-cavalleresco dei Teutonici fu fondato soltanto nel 1198: mi permetto di rinviare a Hubert Houben, La presenza dell'Ordine Teutonico a Barletta (secc. XII-XV), in: Barletta crocevia de- gli Ordini religioso-cavallereschi medioevali. Seminario di studio, Barletta 16 giugno 1996, Melitensia 2, Taranto 1997, pp. 23-50, qui pp. 26 sgg. 5.Coco, I Cavalieri Teutonici, p. 2 sg. 6.Ivi citando Martin S. Briggs, Nel Tallone d'Italia, trad. ital. di O. Santarcangelo, Lecce 1913, p. 114 sg. Il Coco (1 Cavalieri Teutonici, p. 4 sg.) riporta poi un brano relativo alla parte- cipazione di"capitani leccesi et rudiani" alla crociata (da Lelli, Dell'origine, edifici e grandez- ze della città di Rugge o Rudia) che è una palese falsificazione moderna. In nota Coco riporta l'indicazione che "Francesco Antonio Piccinno copiò questa cronaca nel 1376, da un vecchio manoscritto conservato da Oronzo Nicolò Prato" e che -alcuni credono che la cronaca del Lel- li sia una delle solite mistificazioni del secolo XVIII"; ma dato che riporta poi il testo, Coco fa intendere che si potrebbe trattare di un testo attendibile.

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chiamato l'attenzione degli studiosi su un manoscritto settecentesco del- la Biblioteca De Leo di Brindisi, tuttora inedito. Si tratta di un codice cartaceo con la segnatura ms. B 61 (al tempo di Coco: n. 81), il cui tito- lo è "Privilegi e Franchigie concesse alla Badia di S. Leonardo dall'Im- peratori, Rè e Regine'''. San Leonardo di Siponto, originariamente sede di una comunità di canonici agostiniani, soggetta direttamente alla Sede Apostolica, nel 1260 era stata data dal papa ai Teutonici8. Dotata di vasti possedimenti terrieri, San Leonardo diventò nel tardo medioevo il cen- tro della provincia, detta baliaggio (oppure "baliato" o "balia", in tede- sco "Ballei") di Puglia dell'Ordine Teutonico. Sembra che l'archivio di San Leonardo di Siponto, almeno per un certo periodo, fosse stato con- servato nell'insediamento dei Teutonici a Torre Alemanna (oggi nel co- mune di Cerignola) presso Corleto (comune di Ascoli Satriano), perché qui esso fu trovato nel 1693 durante una visita pastorale9. Non conoscia-

' Cfr. Le carte del monastero di S. Leonardo della Matina in Siponto (1090-1771), a cura di J. Mazzoleni, Codice Diplomatico Pugliese 31, 1991, pp. XV-XVI, che data il ms. "fine sec. XVIII"; ivi p. 79 è riportato l'"elenco delle terre", una specie di indice, del codice. Paul Kehr, Papsturkunden in Apulien, in "Nachrichten der Kóniglichen Gesellschaft der Wissen- schaften zu Gittingen" Phil.-hist. Kl. 1898, pp. 237-289, rist. in: Id., Papsturkunden in Italien. Reiseberichte zur Italia Pontificia, 1: 1896-1899, Acta Romanorum Pontificum 1, Città del Va- ticano 1977, pp. 273-325, qui p. 256, rist. p. 292, datò il manoscritto brindisino "saec. XVII". Un sicuro "terminus post quem" è il 20 ottobre 1724 (fol. 48r: «1724. 20 ottobre. Ordine della Regia Camera ...»). Nel 1770 il codice era in possesso di un privato come risulta da una nota sul foglio di riguardo: "6 luglio 1770, Ms. della libreria di M. Baldani"; l'acquisto avvenne pro- babilmente precedentemente al 1765, anno della morte di Baldani (v. Le carte del monastero di S. Leonardo, p. XV). Prima di pervenire alla Biblioteca De Leo il codice era stato "Della libre- ria de' sig. Vitale di Ariano" (Francesco Antonio Vitale, 1724-1803). 8. Regesto di S. Leonardo, n. 194 pp. 129-130. Del tutto inattendibile è ciò che scrive Coco, I Cavalieri Teutonici, pp. 13 sgg. su S. Leonardo di Siponto. Ivi p. 115 nota 2 cita un doc. dell'Ar- chivio di Stato di Napoli ("Monasteri soppressi 53, 45-76 — Orig. danneggiatissimo") che egli prende in verità dal Regesto di S. Leonardo di Camobreco, n. 268 pp. 194-196 (qui p. 198: "Mon. Soppr. 53, 4576. Originale, danneggiatissimo") peggiorando non poco il testo ("Romanus Rex" invece di "Romanorum Rex", "in partibus Hiersosolimis" invece di "in partibus Hierosolimita- nis", "fratribus Theutonicorum" invece di "fratribus Theutonicis", ecc.). Con un simile procedi- mento "disinvolto" Coco "dimentica" poi più volte di citare il Regesto di S. Leonardo di Camo- breco: Coco, I Cavalieri Teutonici, p. 17 avrebbe dovuto indicare la derivazione dalla prefazione di Camobreco, Regesto di S. Leonardo p. VIII e n. 352 p. 282. A p. 19 Coco cita Camobreco due volte come "Cambrese", mentre nella bibliografia p. VIII e nell'indice p. 125 come "Cambreco"! Cfr. Antonio Ventura, Il patrimonio dell'abbazia di S. Leonardo di Siponto. Illustrazione e trascrizione del manoscritto di una "visita pastorale" di .fine secolo XVII conservato nella Biblioteca Provinciale di Foggia, Foggia 1978, pp. 83-89: "Inventario dei Privilegi e Bolle ed altre scritture della Venerabile Precettoria di S. Leonardo delle Matine di Puglia ritrovato nel-

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mo le vicende successive dell'archivio e le circostanze della redazione dell'inventario brindisino, già nella seconda metà del secolo XVIII pos- seduto da un privato e pervenuto poi, probabilmente all'inizio dell'Otto- cento, nella Biblioteca De Leo. Coco citò da questo codice, fra l'altro, i regesti relativi a otto documenti sui possedimenti dei Teutonici a Mesa- gne di cui si occupò anche Giovanni Antonucci (1888-1954), magistrato mesagnese con la passione per la storia medievale. Nelle sue "Curiosità storiche mesagnesi", pubblicate nel 1929 a Bergamo, ne elencò nove ag- giungendone due che erano sfuggiti a Coco, e omettendone uno menzio- nato, invece, dallo stesso studioso'''. Antonucci si soffermava poi anche sull'interpretazione data da Coco di un documento del 10 aprile 1221 con cui Federico II confermò al- l'Ordine Teutonico, guidato dal gran maestro Ermanno di Salza, il "ca- strum" di Mesagne con le sue pertinenze ("Mezzaneum castrum, vide- licet in terra Ydronti, quod est inter Brundusium et Oriam cum omnibus justis tenimentis et pertinentiis suis")11. Si trattava, come viene detto esplicitamente nel documento, della conferma di una donazione fatta dal padre di Federico, Enrico VI'. Il privilegio con cui quest'ultimo

l'Archivio della torre Alemanna 1...]". In questo inventario sommario i documenti sono segnati con lettere e numeri. Per esempio il doc. con cui Federico II confermò. nell'ottobre 1204. il pri- vilegio di Enrico VI per S. Tommaso di Barletta (Huillard-Bréholles. Historia diplomatica. 1, p. 110; J.F. Bóhmer - 1. Ficker - E. Winkelmann, Regesta Imperii V. 1. Innsbruck 1881-82, rist. Hildesheim 1971, nr. 571; Pergamene di Barletta del R. Archivio di Napoli /1075-13091, a cu- ra di R. Filangieri di Candida, Codice Diplomatico Barese 10, Bari 1927. nr. 47 p. 69sg.), fu in- dicato con la segnatura G 2 (Ventura, 11 patrimonio, p. 86). L'inventario brindisino riporta in- vece segnature composte soltanto di numeri. Coco, I Cavalieri Teutonici, pp. 29sgg.; Giovanni Antonucci, Curiosità storiche mesagne- si, Bergamo 1929, pp. 31sgg. Per i documenti relativi a Mesagne v. ora Hubert Houben. Federi- co II, l'Ordine Teutonico e il "castrum'' di Mesagne: nuove nothe da vecchi documenti, in -Iti- nerari di ricerca storica (Università degli Studi di Lecce)", n. 10, 1996, Galatina 1997, pp. 31-62; sta anche in -Castrum Medianum. Rivista di Storia - Arte - Archeologia e Tradizioni Popolari del Salento", n. 6, Mesagne 1998, pp. 27-69. Per Antonucci cfr. Pier Fausto Palumbo, Giovanni An- tonucci (1888-1954), in "Studi Salentini", n. 45-46, 1974, pp. 101-139, rist. in: Id., Patrioti, sto- rici, eruditi salentini e pugliesi. Lecce 1980, pp. 233-271, e Giovangualberto Carducci, 11 Me- dioevo bergamasco negli studi di Giovanni Antonucci, in "Atti dell'Ateneo di Scienze, Lettere ed Arte", Bergamo, n. 57, 1994-95, pp. 483-517, e Id., Giovanni Antonucci e la polemica sulle vi- cende feudali di Grottaglie, in "Bollettino storico di Terra d'Otranto", n. 6, 1996, pp. 35-80. " Huillard-Bréholles, Historia diplomatica, 2, pp. 163-165; Bòhmer-Ficker-Winkelmann, Regesta Imperii, V, l, nr. 1316. J. F. Bòhmer - G. Baaken, Regesta Imperii, IV, 3, Miln - Wien 1972, nr. 727 (deperditum).

42 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMA GO - Lecce brt bn aveva concesso il "castrum" di Mesagne all'Ordine Teutonico era però andato disperso ("privilegium imperatoris ejusdem adveniente casu fuerat amissum") al tempo di una violenta irruzione degli abitanti di Brindisi nella casa e nei beni dei Teutonici ("tempore videlicet quo Brundusini contra eamdem domum insultum temerarium facientes in ipsam et bona ejus nequiter et rapaciter irruerunt"). Ora, dato che sulle circostanze dell'aggressione degli abitanti di Brindisi alla casa dei Teu- tonici, che causò la perdita del documento, non si trovano informazioni nelle fonti, Coco aveva avanzato l'ipotesi che si fosse trattato di una ri- volta dei "cittadini di Mesagne, che mal tolleravano la loro dipendenza da un Ordine equestre straniero". Antonucci contestò tale interpreta- zione obiettando che dai documenti relativi a Mesagne, riportati dallo stesso Coco, risultava invece la "benevolenza che circondava i Cavalie- ri Teutonici" a Mesagne". Sia l'opera di Coco che le osservazioni di Antonucci rimasero sco- nosciute a uno studioso tedesco, Bruno Schumacher, che a Keeigsberg (oggi Kaliningrad in Russia) nella Prussia orientale, scrisse un saggio, ancora oggi per molti versi fondamentale, sui baliaggi di Puglia e di Si- cilia dell'Ordine Teutonico, pubblicato nel 1941/42 nella rivista "Alt- preussische Forschungen". Della parte relativa alla Puglia uscì nel 1954 nell'"Archivio Storico Pugliese" un riassunto in italiano, redatto da Guido Libertini, che purtroppo è molto riduttivo e contiene non po- chi errori'. Pertanto la ricchezza dei dati forniti da Schumacher non ha trovato nella storiografia italiana l'attenzione che avrebbe meritato. Lo studioso tedesco si servì delle fonti edite a lui accessibili e del materia- le documentario inedito conservato nell'Archivio Centrale dell'Ordine Teutonico a Vienna. In particolare usò per primo i rendiconti delle en- trate ed uscite della case dei Teutonici in Puglia, risalenti al periodo tra

13 Coco, I Cavalieri Teutonici, p. 26 con riferimento a Antonio Profilo, La Messapografia ovvero Memorie istoriche di Mesagne in provincia di Lecce, Libro secondo, Collana di opere scelte edite ed inedite di scrittori di Terra d'Otranto 22, Lecce 1875, p. 60 14 Antonucci, Curiosità storiche, p. 33. '5 Bruno Schumacher, Studien zur Geschichte der Deutschordensballeien Apulien und Sizi- lien, in "Altpreussische Forschungen", n. 18, 1941, pp. 187-230, n. 19, 1942, pp. 1-25. 6 Bruno Schumacher, Sulla storia della Balia di Puglia dell'Ordine Teutonico, in "Archi- vio Storico Pugliese", n. 7, 1954, pp. 10-23.

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Provincia' di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMI GO - Lecce I' I domeneo il 1433 e il 1448 e redatti in lingua tedesca. Per quanto riguarda la presenza dei cavalieri teutonici nel Salento, sono importanti i rendiconti relativi alla casa di Brindisi, dalla quale di- pendevano i beni dell'Ordine in Terra d'Otranto. Nel menzionato rias- sunto si "parla d una serie di fondi dati in fitto o con amministrazione autonoma a Brindisi, Ostuni, Lecce, Nardò ed in altre località minori della Terra d'Otranto"". Nel saggio di Schumacher si parla più precisa- mente di terreni in Brindisi, Ostuni, Lecce, Nardò, Gallipoli e altre lo- calità più piccole della Terra d'Otranto: "Galatuli, Calarani, Ogenti"", cioè , Casarano e Ugento. Non conoscendo bene i toponimi salentini lo studioso tedesco incorse anche in un piccolo errore. Nel rendiconto delle uscite della casa di Brindisi del 1432/33 è registrato un importo di otto tarì "den Deutschen zu Letzsen", inteso dallo studioso tedesco come "den Deutschen zur Letzung", cioè per il ristoro dei tede- schi. Di conseguenza egli interpretò questa spesa come destinata a pel- legrini tedeschi di passaggio a Brindisi, deducendone ancora nel '400 la sporadica presenza in questa città'''. In verità "zu Letzsen" significa "a Lecce", cioè gli otti tarì servivano per i tedeschi presenti a Lecce. Un breve cenno agli insediamenti dei Teutonici nel Salento fu fatto poi nella storia dell'Ordine Teutonico, pubblicato nel 1955 da Marian Tumler, gran maestro dal 1948 al 197020. Ma le indicazioni qui riporta- te sono poco precise: si parla di beni della commenda di Brindisi in no- ve località della "Getreidekammer Kalabrien, rúmlich zu Meano und S. Pancrazio, Nerito und Ogento, Gallipoli und Galatola, Casaramo, Ter- rapadula und Aquariva". Tutte le località sono situate nel Salento (Me- sagne, San Pancrazio, Nardò, Ugento, Gallipoli, Casarano, Torrepaduli e Aquarica del Capo) malgrado la confusa collocazione in una "Cala- bria" caratterizzata come "magazzino di frumento".

Indicazioni molto più precise e ricche contiene invece lo studio di

Ivi p. 16. 's Schumacher, Studien, p. 215. Ivi p. 215 con nota 133. 20- Marian Tumler, Der Deutsche Orden im Werden, Wachsen und Wirken bis 1400 ,nit ei- nem Abrif3 der Geschichte des Ordens von 1400 bis zur neuesten Zeit, Vienna 1955, p. 76.

Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (EmeroJeMDigitale Salentina) a cura di 1k/AG0 - Lecce brt bn Kurt Forstreuter sull'Ordine Teutonico nel Mediterraneo, pubblicato nel 196721. Del capitolo relativo alla Puglia uscì nel 1972 una buona tra- duzione con un'aggiunta bibliografica di Michele Paone, il quale, qual- che anno prima (nel 1966), aveva riesaminato i contrasti tra l'Ordine e il vescovo di Nardò, Stefano Pendinelli (1436-1451), relativi a S. Maria al Bagno'. Forstreuter usò anche l'opera di Coco, "sinora trascurata dalla ricerca sull'Ordine Teutonico" che "offre non solo numerosi dati circa la storia dell'Ordine nella penisola salentina, ma anche il testo di ventitré documenti degli anni 1191-1489, la maggior parte dei quali erano sconosciuti"23. Quest'ultima affermazione non è corretta, come abbiamo già detto costatando che soltanto uno dei documenti riportati da Coco in appendice era inedito. Dato che Schumacher aveva trattato in prevalenza le vicende dell'Ordine nel '400, Forstreuter si occupò più dettagliatamente delle vicende del baliaggio pugliese in età sveva ed angioina mettendo in rilievo l'abilità dei Teutonici di districarsi nella lotta tra papa e imperatore superando senza danni anche il passaggio dal dominio svevo a quello angioino. Forstreuter fornì poi una serie di indicazioni sulla consistenza numerica dei Teutonici in Puglia e sui no- mi dei commendatori regionali. Per questi ultimi egli compilò una serie cronologica usando anche il materiale archivistico conservato nell'Ar- chivio Centrale dell'Ordine Teutonico a Vienna indicando però soltan- to sporadicamente i documenti su cui si basa'. Pochi anni dopo, nel 1973, padre Klemens Wieser, membro dell'Or- dine Teutonico, pubblicò sull'"Archivio Storico Pugliese" un saggio su "Gli inizi dell'Ordine Teutonico in Puglia" in cui vengono affrontati al- cuni problemi come, per esempio, l'ubicazione dell'insediamento dei

21 Kurt Forstreuter, Der Deutsche Orden ani Mittelmeer, Quellen und Studien zur Geschi- chte des Deutschen Ordens 2, Bonn 1967.

22 Kurt Forstreuter, Per la storia del baliato dell'Ordine Teutonico in Puglia (trad. a cura di P. L. Casarano), in Studi di storia pugliese in onore di Giuseppe Chiarelli, a cura di M. Paone, vol. 1, Galatina 1972, pp. 591-606. Sono state tradotte dell'opera di Forstreuter le pag. 124-134 (con le relative note), ma purtroppo non la relativa appendice documentaria (pp. 246-249). Mi- chele Paone„Stefano Pendinelli, in "Rivista storica del Mezzogiorno", n. 1, 1966, pp. 167-171. " Forstreuter, Per la storia, p. 594 nota 7. 'A Inoltre usò poco i documenti relativi all'Ordine Teutonico editi da Filangieri, Pergamene d Barletta. Cfr. a questo proposito Hubert Houben, La presenza dell'Ordine Teutonico a Bar- letta, pp. 40 sgg.

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Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salem-m) a cura di IMA GO - Lecce ldomeneo Teutonici a Brindisi, senza però apportare nuovi elementi relativi alla presenza dell'Ordine nel Salento". Wieser si limitò a riferire che "il Coco parla anche di altri possedimenti nel Salento, a Brindisi, Nardò, Lecce, Ostuni, Calatone, Casarano, Ugento, Gallipoli, descrivendo la chiesa e il castello di Santa Maria al Bagno presso Nardò", dichiarando poi: "ma non sappiamo se le sue notizie sono esatte. Non siamo in gra- do di esaminarle in modo critico in base di documenti autentici".

Sulla presenza dei Teutonici a Nardò fu richiamata l'attenzione degli studiosi nel 1980 da Benedetto Vetere che vi rilevò la presenza di "due chiese servite dall'Ordine Teutonico, S. Caterina degli Alamanni, cioè, in Pittagio S. Angeli, e S. Nicola degli Alarnanni, che dava il nome ad un vicinio' Alcuni anni più tardi (1986), Salvatore Micali, in un volu- me curato dallo stesso Vetere, ha affrontato i problemi posti dai docu- menti editi da Coco su S. Maria al Bagno, rilevandovi "la mancanza di corrispondenza tra i dati tecnici interni"; non escluse quindi la possibi- lità che i Teutonici, nell'ambito della loro lite con il vescovo di Nardò, avessero fabbricato dei falsi, rimandando comunque l'approfondimen- to del problema ad altra sede". Fu evidenziata anche la presenza di un

2 Klemens Wieser. Gli inizi dell'Ordine Teutonico in Puglia, in "Archiio Storico Puglie- se-, n. 26, 1973, pp. 475-487, qui p. 476. lvi p. 486. 27 Benedetto Vetere, S. Maria di Nardò: un'Abbazia Benedettina in Terra d'Otranto. Profilo Storico-Critico, in Insediamenti benedettini in Puglia. Per una storia dell'arte dall'XI al XVIII secolo. Catalogo della mostra, a cura di Maria Stella Calò Mariani. vol. 1. Galatina 1980. pp. 199- 254, qui p. 222 con le note 106 e 107, in cui si fa riferimento a un documento del 1413 (M. Pa- store, Le pergamene della Curia e del Capitolo di Nardò, Centro di Studi Salentini. Monografie e Contributi 5, Lecce 1964, pp. 148 sgg.) e uno del 1427 (ora edito in Le pergamene del monastero di Santa Chiara di Nardò [1292-1508], a cura di A. Frascadore. Codice Diplomatico Pugliese 25. Bari 1981, nr. 20 pp. 79 sgg.). Per l'ubicazione della chiesa di S. Nicola degli Alamanni v. Bene- detto Vetere, L'ordito urbano, in Autori Vari, Città e monastero. I segni urbani di Nardò (secc. XI- XV), a cura di Benedetto Vetere, Civiltà e Storia 1, Galatina 1986. pp. 163-193, qui p. 192 sg. 28. Salvatore Micali, Dall'insediamento nei casali all'insediamento urbano, in Città e mo- nastero, pp. 11-28, qui pp. 19-21. 11 problema era stato rilevato da Benedetto Vetere. La "Rela- tio de statu veteri et recenti Neritinae ecclesiae et diocesis" dell'abate De Epifanis (1412), in Studi in onore di Mario Marti, 1, Galatina 1981. p. 421 sg. Forti dubbi sull'autenticità dei do- cumenti citati da Coco esprime anche Cosimo Damiano Poso, Insediamenti monastici italo- greci nel Salento normanno (repertorio per i secoli XI-XV), in "Università degli Studi di Lecce. Annali del Dipartimento di Scienze Storiche e Sociali", n. 5, 1986-87, Manduria 1988, pp. l - 65, qui p. 54 nota 248. Secondo Poso "si può affermare che se S. Maria al Bagno fu ceduta ai cavalieri Teutonici, ciò avvenne probabilmente agli inizi del XV secolo e non tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo come sosteneva Primaldo Coco- (ivi p. 54).

Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Etner11§ Digitale Salenti/la) a cura di IMA GO - Lecce brt bn membro dell'Ordine Teutonico (fra Nicola di maestro Giacomo) come esecutore testamentario a Nardò nel gennaio 137829. È stato segnalato, infine, che la chiesa di S. Maria del Canneto di Gallipoli, originariamente detta S. Maria della Visitazione, apparteneva nel Medioevo all'Ordine Teutonico, in quanto risulta nel '500 in pos- sesso di S. Leonardo di Siponto. Si legge infatti nella Visita pastorale del vescovo di Gallipoli del 1660 che "ecclesia Sanctae Mariae de Can- nito extra muros fuit quondam membrum abatiae Sancti Leonardi de Marina (!) seu Ordinis Sanctae Mariae Teutonicorum"".

Gli studi sull'Ordine Teutonico nel Salento che abbiamo fin qui pas- sato in rassegna si basavano su fonti scritte, cioè su documenti. Esiste però in Terra d'Otranto anche una testimonianza storico-artistica della presenza dei cavalieri teutonici. Si tratta di scudi crociati, dipinti sul sof- fitto della chiesa rupestre detta Cripta del Crocefisso a Ugento: "quasi un tendaggio che ricada sulle pareti in forma di padiglione", in cui è evi- dente "la presenza ripetuta e quasi ossessiva dello scudo crociato, enble- ma notissimo dei Cavalieri Teutonici", come ha osservato, nel 1977, Mi- chele D'Elia, il quale propose di identificare la Cripta del Crocefisso con la chiesa dell'Ordine Teutonico a Ugento, attestata nel '40031.

2 Micali, Dall'insediamento, p. 20; Benedetto Vetere, Dal monastero all'episcopio. S. Ma- ria de Nerito tra Greci e Latini, in Città e monastero, pp. 75-94, qui p. 85; Giancarlo Andenna, Le origini del cenobio delle Clarisse di Santa Chiara di Nardò, in Chiara e il secondo Ordine. Il fenomeno francescano femminile nel Salento. Atti del Convegno di studi in occasione dell'- VIII centenario della nascita di Santa Chiara, Nardò 12-13 novembre 1993, a cura di Id. e Be- nedetto Vetere, Università degli Studi di Lecce, Dipartimento di Studi Storici dal Medioevo al- l'Età Contemporanea 36 = Saggi e ricerche 29, Galatina 1997, pp. 167-184, qui p. 173 nota 24. Il doc. è edito in Le pergamene del monastero di S. Chiara, pp. 51 sgg. 3`) Visita di mons. G. Montoya, cit. da Antonio Barbino, Il Santuario di S. Maria del Can- neto in Gallipoli, Discorso per la solenne inaugitrazione del Santuario dopo i lavori di restau- ro, Gallipoli 15 dicembre 1990, Taviano 1990, p. 14. La chiesa fu distrutta nel 1502, riedifica- ta nel 1504 e ceduto, nel 1576, dal cardinale Enrico Cajetani, abate commendatario di S. Leo- nardo di Siponto, alla Confraternita di S. Maria del Canneto: v. ivi p. 15 sg. — Di tipo divulgati- vo, ma ben documentato, anche se con qualche errore e scarsa conoscenza della bibliografia re- cente, è l'articolo di Enzo Filomena, L'Ordine Teutonico in Terra d'Otranto, in "lu Lampiune", Lecce, agosto 1990, pp. 93-105. 3' Michele D' Elia, Aggiunte alla pittura pugliese del tardo Medioevo. La cripta del Croce- fisso a Ugento, in Scritti di storia dell'arte in onore di Ugo Procacci, Milano 1977, pp. 62-67. Il doc. menzionato da D'Elia con riferimento a Coco, I Cavalieri Teutonici, pp. 106-107 (dove è riportata erroneamente la data di MCCCCXXXV invece di MCCCCLXXXV) sta in Regesto

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Il ftt h nll drzn dl fftt trvn nt l d nrrt nh nr d rrt, h ndtt ln tn ptzzr n ttnz d plr nv d t n". S trtt prò d n t p nvnnt prhé nn p l prnz dl d nrrt , nltr, prhé trr l ftt h Unt nn è tttt nn ndnt d plr. Anh nn bb l rtzz h l h d S. Mr d t n Unt, tttt nl 400, f dnt n l ddtt Crpt dl Crf, t pbltà br prò lt prbbl. Gl d rt dpnt l fftt d t h rptr, rlnt prbbl nt l nt llnz dl rnt, rndn n ll prnz dllOrdn tn Unt. Gl d rrt h pnn ll nrrt d tn, ptrbbr r n nr rnd ll d rt dl Ordn rlltr ppr, l lr r nn f ltnt n l lt rtt n ltr nnz n l nr, ptrbbr r n "" r d tn l lOrdn d plr, dl l vvn tt lbt l rl".

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di San Leonardo, a cura di F. Camobreco, nr. 351 (Ugento, 30 luglio 1485) pp. 280-282 (loca- zione dei beni della -ecclesia de Santa Maria Allamanna de la cità de Ogenti" ad Angelo Spano di Ugento, il quale, fra l'altro, è -tenuto ad mantenere la ecclesia cum lampi accesi, cera, mes- sa, et omne septimana dirse una messa"). Cfr. anche Cosimo Damiano Fonseca, A.R. Bruno.V. Ingrosso, A. Marotta, Gli insedicunenti rupestri medioevali nel Basso Salento. Università degli Studi di Lecce, Facoltà di Lettere e Filosofia, Istituto di Storia Medioevale e Moderna. Saggi e Ricerche 5, Galatina 1979, pp. 217-220. 32. Valentino Pace, La pittura delle origini in Paglia. Secoli IX-XIV, in: Autori Vari, La Pa- glia tra Bisanzio e l'Occidente, Milano 1980, pp. 317-400, qui pp. 366, 371. 33 Mi permetto di rinviare a Hubert Houben, Templari o Teutonici? A proposito degli scudi crociati nella Cripta del Crocefisso di Ugento, in Atti del 1° Convegno Nazionale Pavalon. La- boratorio di Studi Templari per le Provincie meridionali, Brindisi-Mesagne 17-18 ottobre 1998, . a cura di G. Giordano, Manduria 1999, pp. 61-69. ". Per l'Ordine Teutonico in Sicilia v. recentemente Kristjan Toomaspoeg, Les premiers

Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (EtnerolegDigitale Salentina) a cura di liVLIGO - Lecce brt bn sediamenti del resto d'Italia. Basta ricordare il baliaggio teutonico di "Lombardia" con insediamenti a Padova, a Treviso, a Precenicco (pro- vincia di Udine), a Venezia, a Bologna e a Parma; nonchè la presenza del procuratore generale dell'Ordine a Roma, presso la curia pontificia, con beni nelle città e nel territorio di Viterbo e Montefiascone". Per quanto riguarda le fonti, bisogna costatare la distruzione dei do- cumenti dell'Archivio di Stato di Napoli, avvenuta nel 1943, dei quali molti riguardanti l'Ordine Teutonico in Puglia. Recentemente ne abbia- mo recuperato una parte attraverso le copie e i regesti fatti da taluni stu- diosi. Alcune pergamene duecentesche erano state trascritte nel 1876 dallo storico Julius Ficker (1826-1902), altre erano state regestate, in- torno al 1899/1900, dallo storico Heinrich Volbert Sauerland (1839- 1910), altre ancora, nel 1904, dall'avvocato e storico napoletano Ric- cardo Bevere (1859-1940). I regesti di Bevere, molto particolareggiati, sono conservati tra il materiale cartaceo dell'Archivio di Stato di Napo- li, non distrutto durante la seconda guerra mondiale; quelli di Sauerland si trovano nell'Archivio Centrale dell'Ordine Teutonico a Vienna, men- tre le copie di Ficker sono nella Biblioteca universitaria di Graz (in Au- stria)'. Di questi materiali, da noi rintracciati nel 1997, abbiamo dato una rassegna in un articolo in corso di stampa nella rivista dell'Istituto di ricerca storica austriaca di Vienna"; in particolare di quello di Mesa- gne abbiamo trattato in una conferenza tenuta nel dicembre 1997 nel castello della stessa città"; di quello di Monopoli in una relazione a un Convegno tenutosi a Fasano nel maggio 1998.39

commandeurs de l'Ordre Teutonique en Sicile (1202-1291). Évolution de la titulature, origines géographiques et sociales, in "Mélanges de l'École Franoise de Rome, Moyen Age", n. 109, 1997, pp. 463-475. Cfr. Forstreuter, Der Deutsche Orden, pp. 135-187. 6 Napoli, Archivio di Stato, ms. Museo 99 C 11; Wien, Deutschordenszentralarchiv (DO- ZA), Findbilcher 177-178 (Apulien I-II); Graz, Universitàsbibliothek, ms. 2048. ". Hubert Houben, Zur Geschichte der Deutschordensballei Apulien. Abschriften und Rege- sten verlorener Urkunden aus Neapel in Graz und Wien, in "Mitteilungen des Instituts fiir Osterreichische Geschichtsforschung", n. 107, 1999, pp. 50-110.

8 Id., Federico II, l'Ordine. Id., Presenza e possedimenti dei cavalieri Teutonici a Monopoli (sec. XIII-XV), in Fasci- no nella storia dei Cavalieri di Malta in Puglia. Atti del Convegno internazionale di studio Fa- sano, 14-16 maggio 1998, in corso di stampa.

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