LA ZONA LIBERA DEL BASSO ASTIGIANO NEI DOCUMENTI DELL’ ARCHIVIO STORICO DELLA RESISTENZA DI TORINO

I

La zona del Basso Astigiano si presenta, grosso modo, come un grande romboide, avente per lati maggiori: a Nord il corso del Tanaro tra Asti ed Alessandria, e a Sud una linea ideale, congiun- gente, attraverso valli e colline, Alba con Acqui. I lati minori sono dati: ad Ovest dal corso del Tanaro tra Alba ed Asti; a Levante dal corso della Bormida, tra Acqui e Alessandria. La zona confina a Settentrione con l’Alto Astigiano (giova osservare che questa deno» minazione, come quella di Basso Astigiano è, d’altronde, assai in­ certa); a Levante con l’Alessandrino; a Mezzogiorno con le Langhe e a Tramontana con il Basso Monferrato (territorio di Monta, Ca­ nale, ). Tale zona fu, nel passato, quando cioè si crearo­ no le denominazioni che vengono approssimativamente usate anche oggi, ossia nel Basso Medio Evo, divisa in tre parti: a Nord-Ovest (vale a dire sostanzialmente attorno alla Valle del Tiglione) il ter­ ritorio apparteneva alla Contea d’Asti; a Nord-Est (da Castell’An­ none a ) al Ducato di Milano, ed era legato al governo militare di Alessandria; a Sud il territorio era feudo dei Marchesi di Monferrato, onde la denominazione di « Monferrato » sovente erroneamente usata per indicarlo; denominazione che, semmai, spetterebbe solo al Nizzardo. La zona, collinosa, ha all’incirca una superficie di 850-900 km. quadrati. Circondata su tre lati da corsi d’acqua, essa è poi solcata diagonalmente, da Sud-Ovest a Nord-Est, dal Belbo, mentre il suo settore di Nord-Ovest è traversato dal Tiglione. Cinque ponti sca­ valcano il Tanaro tra Asti e Alessandria; nessuno tra Asti ed Alba. Otto ponti traversano la Bormida. Questa è la zona di più facile penetrazione, anche perchè ivi è più dolce il pendio delle colline. }à Raimondo Luraghi

Strade a raggera squadrano il territorio, attorno alla principale, la diagonale Asti-Nizza-Acqui; Nizza forma in ogni caso il nodo stra­ dale e ferroviario principale, poiché colà si incrociano anche le due linee ferroviarie, entrambe ad un solo binario: la Asti-Acqui e la Alba-Alessandria. Dal punto di vista strategico, la zona presentava, ai tempi della Resistenza, condizioni di sicurezza massima nel Eiettore Ovest (dif­ ficilmente attaccabile se non in forze, e facilmente difendibile) e nel settore Sud (perchè, ovviamente, tenuto da altre formazioni e per la distanza da grandi centri logistici nemici). Anche il settore Nord, per le sue condizioni orografiche (colline abbastanza scoscese sul Tanaro), e militari (possibilità per le unità partigiane di oltre Tanaro di prendere sul rovescio il nemico attaccante) non destava eccessive preoccupazioni. Insidiosissimo si presentava invece il set­ tore della Bormida. Quivi il nemico poteva contare su una zona pianeggiante e relativamente sicura alle spalle; sulla vicinanza im­ mediata di due grandi centri logistici: Alessandria ed Acqui; su una zona collinare con scarsi rilievi e di facile penetrazione. D ’altro canto l’aspetto geografico stesso della zona, così ben delimitata, così agevolmente difendibile, così animata, tra la popo­ lazione civile, di vivace ostilità nei confronti dei nazi-fascisti, spin­ geva quasi automaticamente la Resistenza ad occuparla, ad orga­ nizzarla, a creare colà una piccola « repubblica », isola di patriotti­ smo e di libertà in mezzo alla marea nemica.

II

I documenti custoditi nell’Archivio dell’Istituto Storico della Resistenza di Torino che interessano le vicende del Basso Astigiano, sono conservati, per la quasi totalità, nel mazzo A M /F V II, in cui trovansi collezionati anche i documenti indicati dall’inventario co­ me appartenenti agli inesistenti mazzi A M /F V II-A ed A M /F VII-B. Si tratta del carteggio del Raggruppamento Divisioni Garibal­ di del Basso Astigiano, composto dalle Divisioni garibaldine VIII « Asti » e IX « Alarico Imerito », nonché del carteggio delle due Divisioni e delle Brigate entrate poi a far parte delle Divisioni stesse. Il materiale è piuttosto sommariamente distribuito in alcune cartelle, contenute nel mazzo, secondo una suddivisione che deve La Zona libera del Basso Astigiano 33

essere più o meno rimasta tal quale dal momento in cui le cessate unità garibaldine versarono i documenti loro all’Archivio. Inutile dire che manca ogni e qualsiasi specie di inventario del materiale contenuto nel mazzo. I documenti, poi, presentano una particolarità che ne limita indubbiamente l’efficacia: essi,.cioè, non hanno per tema princi- pale la definizione delle vicende della zona, in quanto zona libera; ma essenzialmente lo svolgimento delle operazioni militari partigia- ne nel territorio. La vita quindi della zona libera non vi figura che incidentalmente e di riflesso; tuttavia questa caratteristica, nega­ tiva per un verso, è invece, considerata sotto un altro angolo vi­ suale, del più alto interesse, in quanto raramente è stato possibile vedere in chiaro il problema dei rapporti tra partigiani e popola­ zione civile in una zona libera come attraverso queste carte. "

III

I primi raggruppamenti partigiani di una qualche efficienza, andarono costituendosi nel Basso Astigiano solo nella primavera del 1944. Tentativi verificatisi precedentemente erano finiti in manie­ ra lagrimevole per il tradimento di un tal capitano Davide: i mi­ gliori elementi della banda sfasciatasi se ne erano andati verso le Langhe. I giovani della zona in genere prendevano la strada delle Alpi, dove già dal settembre 1943 si combatteva duramente, o dei nascenti gruppi delle Langhe (1). La primavera, l’indimenticabile primavera del 1944 con lo sbarco in Normandia e la liberazione di Roma, dette l’impulso de­ cisivo: ben presto i gruppi sorsero anche nella zona, spontanea­ mente, formati in genere di giovani contadini decisi a battersi. In data i l luglio 1944, una relazione anonima ci informa che era già stato addirittura tentato un attacco generale sul grosso centro di Nizza, il quale era stato occupato per alcune ore (2). Sebbene Nizza non fosse, allora, presidiata, tuttavia il colpo di mano in una zona lontanissima dalle montagne ed a meno di un’ora dal Comando re­ gionale nazi-fascista di Alessandria può senz’altro considerarsi un

(1) U lisse (Davide Lajolo): Classe 1912, Asti, Arethusa, 1945, passim. (2) Archivio dell’Istituto Storico della Resistenza - Torino - AM/F VII, Note sull’azione svolta a il io luglio 1944. 34 Raimondo Luraghi fatto notevole. Tale documento reca ancora riferimenti assai im- precisi: esso è intestato ad una Brigata d’Assalto « Asti » non me­ glio qualificata, per quanto, la denominazione « d’assalto » essendo quella comunemente usata dalle formazioni garibaldine, l’orienta­ mento della formazione appaia già chiaro. Rapidamente infatti, causa forse le notevoli tradizioni socialiste dell’Alessandrino, i grup­ pi spontaneamente formatisi, come precisa una lettera dal Comando della neo-costituita 45“ Brigata Garibaldi al C LN di Asti (3), as­ sunsero caratteristiche e forma di unità garibaldine. Già da qualche settimana la neo-costituita 45° Brigata Gari­ baldi « A. Garemi » aveva iniziato l’invio regolare di relazioni alla Delegazione delle Brigate Garibaldi per il Piemonte; ed è da una di queste relazioni, la più addietro nel tempo che ci sia pervenuta, in data 22 luglio 1944 (4), che apprendiamo come la zona avesse già subito parecchie azioni di rastrellamento •— già narrate, del resto, nel citato diario di Ulisse (v. nota (1) ) — e come nuovi problemi si presentassero ai garibaldini, derivanti proprio dal fatto di trovarsi ad operare in un territorio fittamente popolato, sparso di villaggi e di cascinali:

« ...si manifestano vari problemi, fra i quali citiamo quelli inerenti ai rapporti con i comitati patriottici locali; ai rapporti con i membri di partito locali (evidentemente del partito Comunista; N.d.A.); alla lotta contro il banditismo; alla formazione di commissari con elementi locali, ecc. ».

I rapporti con la popolazione andavano, del resto, ponendosi su un piano quanto mai soddisfacente. Sempre secondo la citata relazione del 22 luglio, un episodio altamente significativo si era verificato pochi giorni avanti, il 12 luglio 1944:

« ...sotto la minaccia di un rastrellamento preannunciato in un paese, garibaldini locali chiedevano rinforzi ad altro Distaccamento. Accorrevano sul posto oltre che una trentina di nostri elementi, anche un forte numero di contadini non inquadrati. I repubblicani non giungevano sul posto, ma si calcola che ad attenderli vi fossero oltre una quarantina di garibaldini, oltre cento contadini ».

Questo esempio era tale da significare chiaramente che la po­

lì) AISRT, AM/F VII, lettera in data io agosto 1944 dal Comando 45“ Brigata Garibaldi al C .L.N . di Asti. (4) AISRT, AM/F VII, Relazione n. 3, in data 22 luglio 1944. La Zona Ubera del Basso Astigiano Ï5 polazionc locale era matura per l’esperimento dell’autogoverno, e che, d’altronde, le forze nazi-fasciste non potevano validamente opporvisi. Non erano passati molti giorni, e già il 5 agosto con apposita lettera al C LN di Asti veniva segnalata la costituzione di una nuova Brigata Garibaldi in zona: la « Remo Dovano », destinata poi a diventare 98“ Brigata Garibaldi « Martiri di Alessandria » (5). Il mese di agosto vide i garibaldini occupare, senza colpo fe­ rire, le principali località, ivi compresa Nizza, ove si stabilì addirit­ tura il Comando di una Brigata. Le cose tuttavia non andarono su­ bito nel migliore dei modi: in realtà, dai rapporti inviati alla Dele­ gazione Brigate Garibaldi per il Piemonte da vari ispettori, emerge chiaro il fatto che le unità partigiane locali non avevano ancora neppur pensato a porsi il problema della razionale organizzazione politica, amministrativa e militare della zona che si trovava nelle mani loro (6).

IV

Tuttavia furono gli eventi stessi a forzare la situazione. Va detto che le formazioni operanti nel Basso Astigiano presentavano spiccatamente il carattere (del resto comune a tutto il partigianato) di essere uscite dalla iniziativa spontanea di uomini oscuri, per lo più popolani: ciò risulta, apertis verbis, da tutta la documentazione citata, nonché dal già più volte menzionato diario di « Ulisse ». Non è quindi a stupirsi che i combattenti della zona si ponessero un problema per volta, e, nella fattispecie, si ponessero le questioni empiricamente, soltanto allorché esse si presentavano; e le risolves­ sero, per così dire, a pezzi e bocconi, e non organicamente e razio­ nalmente. In questo, per la verità, li aiutò alquanto la presenza nella zona di ispettori inviati in un secondo tempo dalla Delega­ zione Brigate Garibaldi: pochi tuttavia, ed anch’essi, sebbene do­ tati di una più larga esperienza politica e cospirativa, per lo più uomini oscuri, di non grande rilievo. Comunque, una singolare iniziativa fu presa ai primi del set-

(5) AISRT, AM/F VII, lettera in data 5 agosto 1944 dal Comando della 45“ Bri­ gata Garibaldi al C .L .N . di Asti. (6) AISRT, AM/F VII, Rapporto sulla situazione di NiZZfl Monferrato, s. d. 3<> Raimondo Luraghi

tembre 1944. Una lettera fu cioè inviata dalle Brigate Garibaldi operanti nella zona (tre, ormai: oltre la 45a e la 98% anche la 78s « Stella Rossa »), a tutti i parroci locali. La lettera tendeva a sfatare voci e vociferazioni (spesso, forse, di origine nazifascista) contro i partigiani, e in particolare contro i garibaldini (7). La lettera prose- guiva invitando le popolazioni a segnalare sollecitamente alla poli­ zia partigiana ogni caso di vessazione da parte di individui che si autoqualificassero volontari della libertà, e chiedendo la fattiva col­ laborazione dei parroci locali quali intermediari tra i combattenti della Resistenza e i civili. Tuttavia una relazione dell’Ispettore della Delegazione Gari­ baldi segnalava ancora nel mese di settembre una situazione caotica, specialmente dal punto di vista dei rapporti con i civili, in parti­ colare a causa di pochi elementi facinorosi, i quali male impressio­ navano i contadini locali (8). La grande stagione della zona libera del Basso Astigiano, quella che doveva ivi registrare la nascita di qualche cosa di nuovo, di organizzato, di una piccola « repubblica » nel cuore del territorio nemico, venne piu tardi, quando già la stella della fortuna stava per tramontare per i combattenti della libertà, e un secondo, duris­ simo inverno era alle porte. Essa si svolse nei mesi di ottobre e no­ vembre 1944: in quei mesi di bufera, l’astro della « repubblica » partigiana del Basso Astigiano doveva brillare alto nel cielo, mentre già, in un crepuscolo glorioso di lotta era tramontato da tempo quello dell’Ossola. In ottobre l’organizzazione militare della zona libera appariva ormai a punto. In data 1 1 ottobre il Comando della 98” Brigata Garibaldi di stanza a Nizza, provvedeva ad istituire posti di blocco tutto attorno alla città; allo scopo di evitare irruzioni di automezzi nemici armati, si disponeva che tutti gli automezzi partigiani se­ guissero attorno a Nizza un apposito cammino di circonvallazione e che l’agglomerato urbano fosse precluso agli autoveicoli (9).

(7) AISRT, AM/F VII, Lettera ai parroci della zona Basso Astigiano in data .... settembre 1944. (8) AISRT, AM/F VII, Rapporto alla Delegazione comando Brigate Garibaldi in data 30 settembre 1944. (9) A ISRT, AM /F VII, Circolare su « Controllo e regolazione di tutti 1 veicoli in Nizza »> in data 11 ottobre 1944. La £01ta libera del Basso Astigiano 37

Il 15 ottobre, con apposito ordine (io), si provvedeva a porre razionalmente la zona libera in istato di difesa. Mentre in passato la direttiva era di « fare il vuoto » di fronte al nemico (11), ora ci si apprestava a difendere il terreno libero: non si potevano abban­ donare al nemico paesi e cittadine senza difenderle strenuamente, perchè ciò avrebbe mostrato nei partigiani un disinteresse colpevole nei confronti della popolazione. Il peso principale dell’attacco nemico era previsto, come logico, da Acqui e da Alessandria. L ’ordine era di « impedire nel modo più assoluto che (il nemico) possa entrare nella nostra zona ». Veniva data disposizione di interrompere le strade Felizzano-Masio-Corti- glione e Acqui-Baretta-Nizza; veniva ordinata la costruzione di sbarramenti mediante fossati anticarro profondi due-tre metri o pali acuminati piantati nel terreno con la punta rivolta in avanti, o ancora spezzoni di rotaia. Le più sevère disposizioni venivano im­ partite affinchè i comandanti non abbandonassero i reparti e ovun­ que regnasse la più severa disciplina. Contemporaneamente il funzionamento della zona libera ve­ niva armonizzato mediante più profondi contatti con i C LN che erano stati creati in ogni Comune; da una importantissima lettera circolare inviata a tali Comitati il 18 ottobre 1944 emerge che il C LN di Nizza era già stato investito di funzioni di coordinamento, il che era, in sostanza, il preludio alla prossima instaurazione del governo della zona libera (12). Il problema più pressante era quello dei rifornimenti. In tal senso la citata circolare suggeriva:

« ...un rapido e completo censimento di tutte le merci imboscate, il quale permetterà un calcolo rapido delle disponibilità. L ’obiezione che que­ sta misura può provocare una crisi di rifornimenti dal di fuori non è valida : le comunicazioni coll’esterno, per ragioni militari, sono ridotte al minimo' e forse saranno ridotte al nulla. Così che l’entità delle merci in entrata risulta trascurabile rispetto a quelle già sul posto. E’ su queste sole che la popo­ lazione e i patrioti possono fare sicuro affidamento ».

Più oltre si disponeva che gli elementi del luogo conosciuti

(10) A ISRT, AM/F V II, Circolare dal Comando ^8a Brigata a tutti i Comandi di Distaccamento, in data 15 ottobre 1944. (11) Cfr. nota (4). (12) AISRT, AM/F VII, Lettera dal 'Comando 98“ Brigata a tutti i C .L.N . locali. 38 Raimondo Luraghi come fascisti fossero assoggettati a contribuzioni in favore della Resistenza: e che tutte le oblazioni (volontarie o meno) fossero cen- tralizzate presso il CLN di Nizza, che doveva provvedere a smi' starle per i bisogni della guerra. Quasi nello stesso tempo si era provveduto con apposito ma- nifesto a rendere note le razioni viveri spettanti a ciascun garibal­ dino, le quali dovevano essere fornite a cura dei C LN comunali (13); nulla oltre questo spettava ai combattenti che difendevano il ter­ ritorio, il resto dovendosi tenere per la popolazione civile. Contem­ poraneamente ancora veniva deciso di allontanare da Nizza il Co­ mando militare, per avvicinarlo alla zona di combattimento, e di lasciare a Nizza solo le autorità civili della zona libera (14).

V

La prova più dura non doveva tardare: il 20 ottobre, fatale giorno in cui cadeva sotto il ferro e il fuoco nazifascista la « repub­ blica » dell’Ossola, l’offensiva nemica si scatenava con estrema vio­ lenza. In tale giorno, oltre 700 nazifascisti, protetti da autoblindo e muniti di mortai e di un cannone a tiro rapido, attaccavano alle 4,30 del mattino la zona libera nel settore -Bruno, con obiettivo Nizza. Ma lasciamo la parola alla relazione sulla battaglia, stilata il 24 ottobre 1944 dal Comando garibaldino (15):

« ...Le squadre di avvistamento di Mombaruzzo e Bruno entravano su­ bito in azione impegnando le avanguardie nemiche in combattimenti iso­ lati... Le sopraddette squadre... hanno altresì compiuto fino in fondo il loro dovere di avvistamento tenendo in azione i collegamenti telefonici e di staffetta ancora per molto tempo dopo che il loro paese era già invaso dai rastrellatori nemici. Epico esempio di attaccamento al servizio il garibaldino ” Barbeta ” , che cadeva attaccato al microfono, mentre trasmetteva con voce già velata dalla morte l’ultima notizia al Capo di Stato Maggiore, e i due commilitoni delle SAP che pagavano con la fucilazione la loro fierezza... I Distaccamenti Ivaldi... impegnavano in duro combattimento la colonna nemica che puntava su Bruno e con abile manovra e fermo coraggio riu­ scivano a fermarla infliggendole sensibili perdite. L ’altra colonna si spin-

(13) AISRT, AM/F VII, Circolare del Comando g8a Brigata ai Comandi di Di­ staccamento in data 17 ottobre 1944. (14) A ISRT, AM/F V II, Rapporto dalla zona libera alla Delegazione Brigate Ga­ ribaldi, in data 21 ottobre 1944. (15) AISRT, AM/F VII, Ordine del Giorno n. 4, in data 24 ottobre 1944. La Zona Ubera del Basso Astigiano 39 geva, dopo aver incendiato case a Mombaruzzo, fino a e Casa- lotto... La terza colonna tentava di spingersi verso per la rotabile di Incisa, tentando l’accerchiamento di Nizza. Il Comando Bri­ gata a Nizza esaminava la situazione e stabiliva di iniziare un violento con­ trattacco... A tal uopo faceva affluire rinforzi... Si sviluppava così la batta­ glia di Bruno, e ben presto sotto l’impeto delle forze garibaldine attaccanti veniva circondato il nemico, a cui erano inflitte perdite gravi (75 morti) e che veniva costretto alla fuga, che riusciva ad attuare solo servendosi della superiorità delle sue armi pesanti... ».

La grossa vittoria, giunta in un momento cupo per le sorti della Resistenza italiana, veniva premiata con la costituzione, nella zona, deirVIII Divisione Garibaldi « Asti », formata dalle tre Bri­ gate ivi operanti (16). Ma il cerchio andava stringendosi: il 2 novembre era la volta della « repubblica » di Alba, che cadeva in mano nemica. Il 4 no­ vembre 1944 una seconda, grossa offensiva veniva scatenata contro la « repubblica » del Basso Astigiano (17):

« ...i nemici, per la maggior parte tedeschi, erano circa settecento, bene armati. La colonna proveniva da Alessandria. Una parte si diresse su Masio e il resto su Bergamasco... Abbiamo chiesto l’intervento dell’aviazione Al­ leata; due ore dopo nove apparecchi sorvolavano la zona bombardando e mitragliando da bassa quota, tanto che un caccia è stato abbattuto dai te­ deschi e cadde nelle nostre linee. Il combattimento aveva un andamento a nostro netto favore... Come operazione bellica, quest’ultima è riuscita meglio di quella di Bruno in quanto siamo riusciti a fermare il nemico più vicino alle sue basi... ».

Quasi contemporaneamente la situazione di fatto creatasi nella zona veniva sanzionata mediante la creazione, in Nizza, della locale Giunta di Governo. Tale Giunta emanava, il 12 novembre i suoi primi provvedimenti, consistenti nella requisizione di due fabbriche di alcoole, onde produrre combustibili succedanei per gli automezzi partigiani (18). Il funzionamento della « repubblica » del Basso Astigiano era più che soddisfacente, ormai : ce ne fa fede una lunga circolare ema-

(16) A ISRT, AM/F VII, O. d. G. n. 1, in data 22 ottobre 1944, della neo co­ stituita Vili Divisione Garibaldi « Asti ». (17) AISRT, AM/F VII, Relazione in data 6 novembre 1944 alla Delegazione Brigate Garibaldi Piemonte. (18) A ISRT, AM /F VII, Circolare su « La costituzione della Giunta di Gover­ no » dal Com. V ili Divisione ai Com. dipendenti. 4 0 Raimondo Luraghi nata il giorno 6 novembre dal Comando deH’VIII Divisione a tutti i Comandi dipendenti, in cui vengono prescritte minuziose norme riguardanti la disciplina formale e sostanziale (onde i garibaldini dessero sempre più l’impressione di quello che in realtà erano: un esercito) (19);

« ...la disciplina si impone sempre più per i rapporti con la popolazione. La disciplina è la forma migliore per dimostrare alla popolazione che noi siamo i degni soldati della nuova Patria... ».

La stessa circolare dava minute prescrizioni circa le requisì zioni, che dovevano essere effettuate solo in date forme e con dati limiti, e sempre in contatto con le autorità della « repubblica » par- tigiana; mentre allo scopo di organizzare razionalmente l’ordine pubblico nelle retrovie si provvedeva al censimento di tutti gli ex carabinieri locali (20). Il 13 novembre il Comando ritornava sul tasto, ordinando la espulsione dai servizi di polizia di tutti gli ex fascisti, sia pure rav- vedutisi, ed insistendo (21):

« ...(la popolazione) ci ha seguiti con ansia, ci ha visti nei combatti' menti. 11 loro cuore era con noi. Questa nostra gente è di continuo in ansia, perchè teme le rappresaglie degli sgherri nazi'fascisti che anche con loro saranno spietati. E’ il nostro popolo, sono le nostre famiglie... ».

La preoccupazione di difendere le popolazioni e di impedire soprusi nei loro confronti emerge costante: ancora il 30 novembre una lunga lettera veniva diramata a tutti i Comandi inferiori (22), per lamentare che ancora non si fosse fatto abbastanza per fortifi­ care la zona: « ...tutte le altre cose possono passare, devono passare in seconda linea. La difesa della zona è cosa essenziale, la più importante e su questo si de­ vono puntare tutti gli sforzi. Non per questo vogliamo fare della guerriglia

(19) A ISR T , AM /F VII, Circolare su « Disciplina, saluto, requisizioni, opera- Zioni, comunicazioni, scritti » dal Com. V ili Divisione ai Com. dipendenti, in data 6 novembre 1944. (20) AISRT, AM/F VII, Circolare dal Com. Vili Divisione ai Com. Dipendenti, in data 13 novembre 1944. (21) AISRT, AM/F VII, Circolare, in data 13 novembre 1944, dal Comando 98“ Brigata Garibaldi ai Com. dipendenti. (22) AISRT, AM/F VII, Circolare su « Norme tattiche e operative », in data 30 novembre 1944, dal Com. V ili Divisione ai Com. Dipendenti. La Zona libera del Basso Astigiano 41 partigiana una guerra statica... Ma adesso tutti all’opera per fortificare... Questo ci metterà in condizioni di resistere o, se ciò non sarà possibile... impedirà al nemico di portar via dalla zona autocarri pieni di bestiame e altri generi... ».

Dove la preoccupazione di tutelare comunque la popolazione locale è visibilissima e mostra nei garibaldini il vero spirito non già di una accozzaglia di venturieri, ma di un piccolo esercito che di­ fende una sorta di piccola patria. Contemporaneamente, la preoccupazione di evitare vessazioni inutili ai civili emergeva una volta ancora dalla stessa circolare, at­ traverso la dura minaccia di parlare « di campi di concentramento e di spalle al muro » per coloro che persistessero nelle requisizioni arbitrarie. Purtroppo l’ultima ora stava suonando, per la eroica « repub­ blica » del Basso Astigiano. Il 1 dicembre 1944 il nemico, con forze imponenti, scatenava una offensiva convergente contro l’intera zona. Dopo accanita resistenza e violenti combattimenti, che non è qui nostro intendimento di narrare, la piccola « repubblica » cadeva. Essa tuttavia non aveva vissuto invano; e fu proprio grazie ai solidi rapporti stabilitisi tra combattenti della Resistenza e civili se fu possibile riannodare le file, riprendere i contatti, trasformare la V ili Divisione in un raggruppamento, riprendere Nizza e infine prendere Asti, prendere Alessandria. Anche questa esperienza non aveva mancato di dare il suo frutto.

R aim ondo L u r a g h i