Rassegna stampa del LIBERO CONSORZIO COMUNALE DI RAGUSA del 8 marzo 2020 Estratto da “LA SICILIA”

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Rassegna stampa del LIBERO CONSORZIO COMUNALE DI RAGUSA del 8 marzo 2020 Estratto dal GIORNALE DI SICILIA

Mercato ortofrutticolo di Vittoria, scontro sull'apertura

Francesca Cabibbo Vittoria

L'orario di apertura e chiusura del mercato ortofrutticolo di Vittoria divide le categorie. Come ogni anno, si va verso l'adozione dell'orario primaverile, per tre mesi, con apertura anche pomeridiana. Nei giorni scorsi si è svolta una riunione, coordinata dal dirigente del comune, Alessandro Basile, per avviare i nuovi orari fino al 31 maggio. Hanno partecipato i rappresentanti degli agricoltori (Coldiretti), della Cna, dell'associazione dei commissionari ortofrutticoli, dell'Ascomed (mandatari e commercianti).

La posizione, quasi da tutti condivisa, va nella direzione dell'apertura pomeridiana, per permettere agli agricoltori, nel periodo di massima produzione, di raccogliere la merce fresca al mattino e portarla nel pomeriggio al mercato per la commercializzazione. È stato così anche negli anni precedenti, con due ore di apertura pomeridiana.

Ma la Cna ha un'opinione diversa. Ritiene che l'ingresso e la vendita pomeridiana della merce metta «in seria difficoltà il settore più importante e strategico per la filiera: l'autotrasporto. Se ripassasse questa proposta si creerebbero per l'autotrasporto e per la logistica una serie di problemi : il posticipo delle operazioni di carico dei mezzi con la conseguenza che gli orari di partenza per la tratta -Napoli (un solo imbarco alle 23) e Messina-Salerno (un solo imbarco alle 2) sarebbero difficili da rispettare».

L'orario primaverile, quindi, non piace agli autotrasportatori che devono anche fare i conti con le limitazioni degli orari di guida e gli obblighi di riposi e, al contempo, con la necessità di arrivare in tempo utile mercati del sud e nord Italia. Inoltre, secondo il coordinamento autotrasportatori Cna, il doppio orario di apertura determinerebbe una distorsione nelle operazioni commerciali: «È come se ci fossero due mercati con eventuale formazione di prezzo differente tra la contrattazione mattutina e quella pomeridiana».

Diversa la posizione della Coldiretti. Il direttore Gianfranco Cunsolo spiega: «Gli agricoltori hanno la necessità di dedicare le ore mattutine alla raccolta del prodotto, da portare fresco al mercato. L'apertura mattutina del mercato li obbligherebbe a raccogliere i prodotti il giorno prima. Per venire incontro agli autotrasportatori, si può anticipare la chiusura pomeridiana del mercato. In questo modo, i Tir possono partire in tempo». Gino Puccia, presidente dei commissionari, aggiunge: «Non c'è ancora una decisione definitiva. Ci sarà un altro incontro. Marzo è già iniziato. L'orario primaverile si applicherebbe solo per un tempo molto ridotto». (*FCA*)

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I contagi in Sicilia sono a quota 38 Tutti riconducibili ad arrivi dal Nord

Andrea D'Orazio roma Salgono a 38 i contagiati da Covid 19 in Sicilia, con 12 casi in più nel giro di 24 ore, ma c'è anche una paziente guarita. Nel computo totale delle persone risultate infette, il bollettino della Regione parla di 8 degenti, tre a Palermo, altrettanti a Catania, uno a Messina e un altro a Caltanissetta, ma tra i dati, diffusi come di consueto alle 12 di ieri, non era stato ancora conteggiato il carabiniere ricoverato sempre nella giornata di ieri all'ospedale Civico di Palermo, né il medico pensionato attualmente in degenza a Messina. Sono invece 27, secondo il dispaccio regionale, i contagiati in isolamento domiciliare, ma a questi andrebbero aggiunte altre due persone: l'anziano risultato positivo all'ospedale Papardo e la moglie del pompiere di Sant'Agata di Militello ricoverato ieri a Barcellona Pozzo di Gotto, positiva al test come il marito. Quanto agli altri contagiati in isolamento, nel computo risultano ancora i due turisti bergamaschi a Palermo, una persona nel Siracusano e una ventina di casi nel Catanese, mentre da Ragusa arriva una buona notizia: una delle due donne in quarantena domestica, risultata positiva dopo il rientro da Codogno, è ufficialmente guarita, mentre la madre resta ancora annoverata tra i pazienti. Sul fronte ricoverati, l'Asp di Caltanissetta fa sapere che la dottoressa risultata positiva e trasferita venerdì scorso dall'ospedale di Sciacca al Sant'Elia «risulta stabile e tranquilla», mentre il bollettino regionale precisa che nessuno è in terapia intensiva e tutti i pazienti, compresi quelli in isolamento, «sono riconducibili al ceppo delle zone di focolaio del Nord Italia», in particolare, 12 casi possono esser ricondotti a un gruppo proveniente dal Friuli Venezia Giulia. Tra questi ultimi ci sono di certo i tre professori del dipartimento di Agraria dell'università di Catania, che lo scorso 20 febbraio avevano partecipato a un convegno a Udine, e altri 6 contagiati nell'area etnea venuti a contatto con loro, ma nessuno studente universitario, come ha spiegato ieri il rettore dell'ateneo, Francesco Priolo. Riconducibili al gruppo friulano sarebbero anche alcuni casi registrati a Misterbianco, mentre altri due contagiati catanesi potrebbero essere stati infettati da un concittadino ritornato dalla Germania. Dal Trentino proveniva invece il carabiniere ricoverato al Civico di Palermo, ma anche, secondo quanto annunciato ieri dal governo de La Valletta, una dodicenne italiana risultata positiva a Malta. Le autorità sanitarie della provincia di Trento hanno però fatto sapere di non aver «ricevuto fino a questo momento alcuna comunicazione ufficiale né dalla Repubblica di Malta né dalla Regione Sicilia che confermino eventuale contagio in turisti provenienti dal Trentino». Come se non bastasse l'allarme Covid 19, nell'Isola spuntano nuovi casi di H1N1, la cosiddetta febbre suina, che può essere trasmessa dai maiali all'uomo e che dal 2009 non ha mai abbandonato la Sicilia, causando diverse vittime. Una decina di persone contagiate da questo virus - per il quale esiste il vaccino - sono state infatti registrate fra Agrigento e Canicattì e, sottolinea il direttore sanitario dell'Asp agrigentina, Gaetano Mancuso, «trasferite nel reparto di Malattie infettive dell'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta o a Palermo». Nella giornata di ieri c'è da registrare anche un braccio di ferro tra il governatore Nello Musumeci e l'Unità di crisi nazionale. Sul tavolo, la nave da crociera Opera della Msc con oltre 2 mila passeggeri sbarcata a Messina dopo che le autorità maltesi avevano negato l'approdo a La Valletta per un presunto caso di coronavirus a bordo, poi smentito dalla compagnia: il governatore aveva chiesto al Viminale di sospendere lo sbarco per precauzione, ma l'ok è arrivato ugualmente, e la scelta è apparsa a Musumeci «non improntata a spirito di responsabilità. A Roma cercano a parole la collaborazione con le Regioni, ma nei fatti agiscono con arroganza». Nel frattempo, mentre l'assessore alla Salute Razza ribadisce che la Sicilia è pronta a fronteggiare l'eventuale crescita dei contagi, il direttore del dipartimento acque e rifiuti della Regione, Salvo Cocina, ha limitato l'accesso al pubblico degli uffici a un solo giorno, ma sta valutando anche la chiusura totale. (*ADO*)

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Musumeci in autoisolamento: era accanto al collega a un vertice

Antonio Giordano

Alla notizia che il segretario del Pd e presidente della Regione Lazio è risultato positivo al tampone, anche il presidente siciliano Nello Musumeci ha deciso di porsi in autoisolamento. Musumeci, ieri pomeriggio, ha contattato subito i sanitari, come stabilito dal protocollo.

Una nota di Palazzo d'Orléans spiega che Musumeci «non ha alcun sintomo ed è in ottima salute, ma ha deciso di rimanere in isolamento volontario a casa propria. Dovrà controllare la temperatura corporea due volte al giorno ed effettuare un tampone mercoledì prossimo». Come spiegano i medici, infatti, il risultato di un tampone non sarebbe significativo prima di una settimana circa dal contatto con un soggetto positivo. «È una scelta di prudenza doverosa verso gli altri prima ancora che verso me stesso», ha dichiarato il presidente siciliano. «Pazienza. Continuerò a coordinare l'attività del governo regionale e della macchina amministrativa da casa mediante il contatto telefonico. Non ci possiamo fermare neppure per un giorno!».

Il giorno dopo la riunione a Roma Musumeci ha poi incontrato i giornalisti per l'inaugurazione della nuova sala stampa a Palazzo d'Orléans intitolata a Beppe Alfano e poi è intervenuto ad un convegno dell'Ance (costruttori) a Palermo. Se il tampone di Musumeci dovesse risultare positivo allora lo faranno tutti i componenti dello staff del presidente che lavorano a Palazzo d'Orléans e quanti tra gli impiegati sono stati a contatto con lui. In autoisolamento c'è anche un altro presidente di Regione, quello della Basilicata, che aveva incontrato martedì Zingaretti per una riunione sulla velocizzazione della ferrovia Pescara-Roma. Con Marsilio che, informa una nota dello staff lucano «non ha alcun sintomo e al momento gode di ottima salute», in autoisolamento sono andati anche i tre componenti dello staff che lo hanno accompagnato durante la trasferta romana al ministero dei trasporti. (*agio*)

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Il governo chiude tutta la Lombardia Zingaretti choc: «Anch'io positivo»

Marcello Campo Roma Mentre il virus entra nei palazzi della politica, raggiungendo anche un leader nazionale come il segretario democratico , il governo continua a preparare misure per fermarne la diffusione. La scelta di ieri è drastica: chiudere tutta la Lombardia assieme ad undici province del Paese. La Lombardia off-limits Il governo intende blindare l'intera Lombardia e 11 province d'Italia, quasi tutte al Nord.Lo prevede una bozza del Dpcm ancora suscettibile di modifiche da parte di Palazzo Chigi. Nel dettaglio, la bozza prevede che per «contrastare e contenere il diffondersi del Coronavirus» il governo disponga di «evitare in modo assoluto ogni spostamento in entrata e in uscita» nella Regione Lombardia e in 11 province: Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti e Alessandria. Eccezioni all'applicazione delle nuove norme possono essere fatte per «indifferibili esigente lavorative o situazioni di emergenza». Sull'intero territorio nazionale, prosegue la bozza, «sono sospese le attività di pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati» fino al 3 aprile. Sono inoltre previste «specifiche sanzioni in caso di mancato rispetto». Bar e ristoranti possono rimanere aperti se riescono a garantire la distanza di un metro tra una persona e l'altra. Sono confermati gli eventi sportivi a porte chiuse. Nella Lombardia e nelle 11 province chiuse si decide poi di tenere «chiusi gli impianti nei comprensori sciistici». Zingaretti: «È arrivato» Il Coronavirus entra nei palazzi principali della politica e aggredisce il governatore del Lazio e segretario del Pd, Nicola Zingaretti. Nel suo doppio ruolo, in questo periodo ha incontrato tante persone a contatto stretto con il virus. Ora l'allarme è altissimo. E non solo per i suoi più stretti collaboratori, sottoposti ai controlli. I contatti del segretario dem sono stati moltissimi e per questa via arrivati anche a Palazzo Chigi. «Sanificati» i luoghi in cui la presenza di Zingaretti è stata più assidua a partire dal suo ufficio regionale a Roma, in via Cristoforo Colombo, fino alla sede del Pd al Nazareno. La precauzione ha già consigliato molti a procedere con l'autoisolamento. L'ha fatto anche il vice del segretario, Andrea Orlando. Nel video in cui dà la notizia-choc il leader del Pd appare tranquillo e rassicurante: «È arrivato: anche io ho il Coronavirus» annuncia dal web. Ed aggiunge: «Niente panico, combattiamo, darò il buon esempio, seguirò alla lettera le disposizioni della scienza, lavorando da casa». Ma nei palazzi della politica l'allarme è altissimo. Camera e Senato hanno già varato una serie di norme stringenti: termo scanner per la rilevazione della temperatura agli ingressi, stop alle visite guidate, porte chiuse agli esterni e soprattutto riduzione dell'attività parlamentare. Oltre 5 mila contagiati Oltre mille contagiati in più da Coronavirus in Italia, che portano il totale sopra i 5 mila, anche se i morti sono stati di meno nelle ultime 24 ore, 36, e ora risultano in tutto 233. I guariti invece sono 589, 66 in più di venerdì. Ma esplode il caso della Lombardia, arrivata ormai al limite delle proprie capacità di assistenza, con oltre 2.700 malati, 359 dei quali in terapia intensiva. E dalla regione più colpita saranno trasferiti pazienti con altre patologie nelle regioni vicine, Piemonte e Liguria, preannuncia il capo della Protezione civile Angelo Borrelli. Questo per svuotare le terapie intensive e lasciare posti disponibili. L'allarme arriva infatti dagli intensivisti che arrivano a paventare «una catastrofe sanitaria in assenza di tempestive e adeguate disposizioni». Anche il governatore lombardo invoca «misure stringenti e rigorose» in tempi «rapidissimi». Tornano i medici in quarantena I tecnici sono già al lavoro per la scrittura dei primi bandi che faranno entrare medici e infermieri negli ospedali italiani, strutture stremate da anni di tagli e ora colpite dallo tsumani dall'emergenza del coronavirus. La corsa alle riorganizzazioni dei reparti è stata già avviata per rafforzare fino al 100% i posti in terapia sub-intensiva e del 50% nelle terapie intensive. Macchinari (per i quali la protezione civile ha avviato una ricerca già da alcuni giorni sul mercato internazionale) e forze di organico dovranno arrivare in tempi record. E il nuovo decreto per la sanità prevede anche la possibilità di far tornare in corsia i medici e gli infermieri che erano stati messi in quarantena perché venuti in contatto con alcuni malati. Personale sano che verrà sottoposto a stretti controlli ma che dovrà garantire la presenza.

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