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ROSELLA CARLONI

UNA TRACCIA PER GIOVANNI BATTISTA BONCORI E LA SUA SCUOLA a Flavia

Una ricogmzlone cntlca complessiva dell'attività di al pubblico dal Salerno nel suo volume dedicato ai pittori Giovanni Battista Boncori manca ancora oggi nella lette­ di paesaggio, ha tentato di fare il punto sulle conoscenze ratura artistica, in quanto il pittore è stato solo citato che attualmente si hanno dell'artista. 2) per la sua partecipazione alle decorazioni del tardo Sei­ La scarsa fortuna critica goduta dal Boncori contrasta, cento all'interno di chiese romane e come allievo di Pier in realtà, con il giudizio positivo che i suoi principali Francesco Mola. I ) Fa eccezione la recente pubblicazione biografi, Nicola Pio e Lione Pascoli, diedero della sua di Busiri Vici che in occasione del ritrovamento di una abbondante produzione, purtroppo in gran parte dispersa, gradevole pittura di cavalletto del Boncori, già presentata di destinazione pubblica e privata, commissionata que-

I - ROMA, - GIOVAN BATTISTA BONCORI : I PASTORI RITROVANO ROMOLO E REMO (DISEGNO)

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spostata al 1633 a Campli, in base all'atto di morte, avvenuta a Roma il 22 maggio 1699 all'età di sessantasei anni. 8) Dall' Abruzzo il Boncori sarebbe giunto a Roma, se­ condo una testimonianza postuma, a circa ventisei anni di età, 9) e qui avrebbe dimorato fino alla morte, salvo uno o più viaggi, nella parrocchia dei Santi Vincenzo e Anastasio a Trevi. lO) Circa la sua formazione i biografi sono concordi nel ritenerlo un allievo di (1612-1666, a Roma dal 1647 fino alla morte), anche se il Pio precisa che "ebbe i principi del disegno nella scuola di " e solo dopo un viaggio a Venezia passò allo studio del pittore comasco. ll) Questo fatto però, sebbene la componente cortonesca sia presente nelle opere ri­ maste, non è stato finora documentato in altro modo e pertanto non si è potuto verificare l'attendibilità delle asserzioni del Pio nè respingerle. Comunque anche il Pascoli sottolinea l'importanza del viaggio compiuto dal Boncori, ritenendo lo però un corollario al lungo appren­ distato presso il Mola, pittore che per primo aveva in­ trodotto a Roma i modi neoveneti. La scelta di città come Parma, Venezia, Ferrara e Cento, dove il Boncori si trattenne più a lungo per co­ piare i maestri veneti e il Guercino, " da lui venerato arte­ fice ",'2) confermerebbe così quanto già notava il Lanzi a proposito degli allievi del Mola e cioè che essi "aspi­ rando alla gloria del colorito lo cercarono a quelle fonti ai quali l'aveva istruito il maestro e viaggiarono per tutta Italia". 13) La conoscenza diretta delle pitture bolognesi e venete non provocò una svolta secondo il Pascoli, ma irrobustì il suo stile e rafforzò a Roma il successo critico, cosicchè 2 - ROMA, ACCADEMIA DI SAN LUCA il Boncori "se prima che ne partisse ebbe stima, e con­ GIOVAN BATTISTA BONCORI: IL SACRIFICIO DI NUMA POMPILIO (DISEGNO) cetto per alcuni quadri che v' aveva fatti... non minor ne acquistò quando imbevuto della vaga, spiritosa, e forte maniera dei veduti nel viaggio altri ne fece dappoi" 14) e li espose in una pubblica mostra, secondo una tradizione già diffusa tra coloro che per un certo periodo si erano st'ultima da prestigiose famiglie romane come i Costaguti, allontanati dalla città. 15) Benincasa, Paolucci, Tarugi, Sacchetti 3), a cui oggi occor­ Grazie al successo riscosso ebbe "maggior animo, e re aggiungere il nome dei Mancini, Colonna, Albani ed s'introdusse in casa del marchese Costaguti ... ed egli in­ altri, in base al recente spoglio dei documenti d'archivio. troducendolo in altre cospicue non ebbe più bisogno di Inoltre la fama dell' artista dovette oltrepassare i limiti protezione, e d'aiuto, nè gli mancò mai da lavorare pel locali se le sue opere furono richieste o comunque in­ privato non meno, che pel pubblico". 16) A questo punto, viate altrove, come testimoniano le fonti e solo in parte secondo il racconto del Pascoli, si apre per il Boncori confermano i ritrovamenti in 10co di alcune tele, non solo una nuova fase, caratterizzata da importanti commis­ a Campli sua terra d'origine, ma ad Ascoli Piceno, Fo­ sioni pubbliche e private che solo in parte ci sono note, ligno, Taranto, nonché in Spagna e Gran Bretagna. 4) mentre rimangono sconosciute le testimonianze artistiche Eppure anche se questa abbondante produzione legit­ del periodo giovanile. Unica eccezione sono le prove con tima il diffuso credito goduto dal Boncori presso i con­ le quali partecipò ai concorsi banditi dall' Accademia di temporanei, "spezialmente de' professori" come ci narra San Luca alla fine del 1663 e del 1664. 17) I disegni, il Pascoli, 5) si sono accumulati nel corso del tempo im­ finora menzionati dal Pirotta e dal Salerno, ma mai pub­ precisioni, dimenticanze - come quella del Missirini che blicati, 18) si conservano presso l'Accademia e sono slgni­ nel 1823 non lo elenca tra i Principi dell'Accademia di ficativi per ricostruire la personalità artistica del Boncori San Luca 6) - e silenzi che, favoriti anche dalla perdita poichè ne documentano la formazione oltre a costituirne delle principali opere pubbliche romane in Santa Maria le prime opere certe. in Aracoeli e in Santa Maria in Aquiro, 7) hanno reso La prima prova a cui concorre il pittore (fig. I) aveva l'artista quasi uno sconosciuto. come titolo I I pastori ritrovano Romolo e Remo '. 19) È stato necessario pertanto un attento lavoro di con­ Il Boncori sceglie di rappresentare il fatto secondo fronto tra fonti letterarie, documentarie e figurative per un'angolazione diversa da quella degli altri concorrenti rimuovere alcune in esattezze e tentare di ricostruire, sep­ che incentrano il racconto sul preciso istante della sco­ pure in modo non del tutto esauriente, la sua personalità perta o sul momento successivo al ritrovamento, come nel artistica. caso del Camassei. Evita il clamore della scoperta a favore Il primo problema è sorto intorno alla data e al luogo del silenzio della radura, dove un pastore, quasi timoroso di nascita, che il Pascoli fissa al 1643 a Campli (Abruzzo) di turbare la quiete di quella scena, mostra la lupa che e il Pio a Roma nel 1640, ma che in realtà dovrebbe essere allatta i piccoli agli attoniti compagni. ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

Questa impostazione più intimista, me more del clas­ sicismo bolognese, prende l'avvio dal limitato numero di persone, disposte secondo un criterio già impiegato da Giacinto Gimignani nell'omonimo soggetto affrescato in Palazzo Pamphili a Piazza Navona,20) ma è accentuata dalla delicatezza con cui il pittore tratteggia la lupa in atteggiamento materno e la scena di vita agreste sul fon­ do, ed infine dalla fresca notazione paesistica. Sotto il profilo tecnico-stilistico, il foglio presenta un'incisività di segno, soprattutto nelle figure dei pastori che con l'uso della biacca si arricchisce di bei contrasti chiaroscurali e luministici, e una chiara individuazione delle teste, tanto in quella di tre quarti in fondo, quanto nell' altra di profilo a destra, più classicheggiante. Il disegno mostra il peso esercitato dall'opera di Pietro da Cortona sulla formazione del Boncori sia nel caso di un'influenza diretta del maestro, come suggerisce Nicola Pio, o con la mediazione di Pier Francesco Mola nel momento cortonesco, quando cioè affresca 'Giuseppe riconosciuto dai fratelli' nel Palazzo del Quirinale. 21) Ma il gusto del paesaggio, pur risentendo della sugge­ stione del Mola, che proprio negli anni Sessanta avvicinava " la sua visione romantica del paesaggio all'ideale classico del Poussin ",22) lo accosta a Giovan Francesco Grimaldi, di cui il Boncori viene detto allievo in una rubricella del 1664, conservata nell'archivio dell' Accademia di San Luca. 23) Meno caratterizzato risulta invece il secondo disegno con il quale il pittore ottenne il terzo premio al concorso del 1664.24) Il tema proposto, 'Il sacrificio di Numa Pompilio' (fig. 2), viene sviluppato in altezza, per pre­ 3 - ROMA, CHIESA DI SANTA MARIA IN ARACOELI sentare i vari personaggi della storia su piani diversi: al CAPPELLA MANCINI centro il re sacerdote in atto di compiere il sacrificio, in GIOVAN BATTISTA BONCORI SU PROGETTO DI CARLO RAINALDI : alto la ninfa Egeria con un' altra figura allegorica tra le DECORAZIONE DELLA VOLTA nuvole del fumo, in basso il popolo romano accorso at­ torno all' ara. Si avverte l'esigenza di un chiaro ordine inventivo, che ricorda la linearità espositiva di stampo marattesco, ma Quirinale, dimenticando che quest'ultimo passò dai Man­ la composizione non soddisfa pienamente sul piano nar­ cini ai Rospigliosi solo nel 1704, quando cioè il Boncori rativo, specie nel gruppo centrale, dove la posa teatrale era morto da diversi anni. 28) e manierata del re e la piatta ripetizione della tipologia Proprio negli anni 1670-'71 il cardinale Mancini, di sacerdotale non danno quel vigore e quella espressività cui il Boncori eseguì un ritratto non finito, elencato nel­ necessaria all'azione rappresentata, mentre in primo piano l'inventario dei suoi beni, 29) volle rinnovare la cappella si ripresentano modelli cortoneschi. In questa esecuzione di famiglia in Santa Maria in Aracoeli, dedicata a San il Boncori non si distacca dai dettami del classicismo ac­ Giacomo, e affidò l'impresa a un team di artisti di valore: cademico, che proprio in quell'anno ricevevano un forte a Carlo Rainaldi (architettura), a Francesco Brunetti impulso da e Giovan Pietro Bellori, 25) e (scultura), a Giovan Battista Boncori che eseguì la pala l'artista, forse preoccupato di mostrarsi pittore "d'histo­ d'altare con ' I Santi Jacopo, Stefano, Ippolito' e la ria ", dimentica quella scioltezza del disegno, già prece­ decorazione della volta e delle pareti laterali con affreschi dentemente esibita. e stucchi. Questa debolezza, implicita nel discorso narrativo, fa Purtroppo il suo intervento è andato perduto con il risaltare di più la fresca notazione paesistica del prece­ rifacimento ottocentesco della cappella, oggi dedicata a dente disegno e conferma il successo che il Boncori ri­ San Michele Arcangelo, voluto dal marchese Luigi Ma­ scosse come pittore di paesaggio. Narra infatti il Pio: rinii scomparso il dipinto del Boncori dall'altare mag­ " Fece anco de' paesi e di belle vedute e per la sua virtù, giore sono rimasti gli stucchi della volta, ove intorno ad il cardinal Rospigliosi gli faceva dare l'abitazione nel suo una ghirlanda centrale spiccano teste alate di cherubini, palazzo ". 26) palmette e festoni (fig. 3). Questa decorazione però fu Il riferimento dello scrittore alla famiglia Rospigliosi da lui eseguita, secondo gli studiosi, su ideazione di Carlo non può ritenersi esatto. Il Boncori infatti, nel 1670 e Rainaldi che diresse tutti i lavori. 30) nel 1671 , risiedeva nella dimora a "Montecavallo" che La protezione del cardinal Mancini probabilmente fa ­ il cardinal Francesco Maria Mancini (1606-1672) aveva vorì l'introduzione dell'artista presso la nobile famiglia avuto in godimento dal cardinal Mazarino i inoltre il Colonna. La presenza infatti di alcuni dipinti nell'inven­ pittore dal 1673 fino alla morte dimorò nei pressi di quel tario della casata del 1783 e l'esistenza, almeno fino a palazzo cioè "nell'orto de' Sig.ri Fiorentilli al p.nte quella data, di una pittura "a guazzo" nella volta di de' Sig.ri Mazzarini". 27) una sala del " palazzetto alla pilotta", rappresentante Si può ipotizzare perciò che il Pio abbia fatto riferi­ , Alessandro all'assedio della Fortezza di Tiro ', 31) pos­ mento non alla famiglia, ma al Palazzo Rospigliosi al sono essere spiegati, oltre che dal mecenatismo di Lorenzo

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4 - ROMA, CHIESA DEI SANTI AMBROGIO E CARLO AL CORSO, NAVATA DESTRA GIOVAN BATTISTA BaNCaRI: UMILTÀ, ORAZIONE, FORTEZZA E PERFEZIONE

Onofrio (I637-I689), dai legami familiari esistenti tra le diversi anni le immagini dei loro Santi. Il dipinto sarebbe due famiglie dopo il matrimonio tra Maria Mancini, pertanto da associare a quelli eseguiti da Lazzaro Baldi nipote del cardinale, e il Gran Connestabile del regno di con l'illustrazione di episodi della vita dei Santi clemen­ Napoli. 32) tini, presenti nello stesso inventario. 36) Sono infatti i loro due figli, Carlo e Filippo II, ad in­ L 'importante commissione al Boncori può essere spie­ viare negli anni Ottanta e Novanta alcuni dipinti del gata nell'ambito delle sue relazioni con l'ordine dei Do­ Bancari di soggetto religioso e paesistico alle mostre della menicani, magari con la mediazione dei suoi primi pro­ Santa Casa di Loreto. 33) tettori, i Costaguti, legati particolarmente all' ordine di Allo stesso periodo in cui il Boncori decorava la cappella San Domenico a Roma e nella Tuscia, o dei Colonna che Mancini all' Aracoeli dovrebbe risalire un dipinto con aiutarono padre Francesco Antonio Gonzales de Acufia "Santa Rosa da Lima e Santa Rosa da Viterbo ... " , nella realizzazione della cappella di Santa Rosa da Lima elencato nell'inventario Rospigliosi del I7I3. 34) alla Minerva. 37) La denominazione di Rosa da Lima con l'appellativo Il credito raggiunto dal pittore è altresì avvalorato dalla di santa fa infatti supporre una datazione non di molto nomina ad Accademico di San Luca che il Boncori rice­ anteriore alla sua canonizzazione, avvenuta il I2 aprile vette il IO luglio I678 e che dimostrò di apprezzare con I67I in San Pietro insieme ai Santi Francesco Borgia, una partecipazione assidua alle riunioni dell' Accademia, Ludovico Beltrand, Filippo Benizi, Gaetano Thiene. 35) ricoprendo le tradizionali cariche di festarolo (I678), Anzi la pittura potrebbe essere stata eseguita in previsione custode dell' Accademia (I680, I68I), stimatore ecc., e di quella cerimonia ed inviata qualche tempo prima al svolgendo attività didattica nelle scuole accademiche dal cardinal Flavio Rospigliosi, cardinal "consultore", cioè settembre I683 fino alla morte. 38) impegnato nel processo di canonizzazione, su commis­ Si fa inoltre più intensa l'attività pratica di cui a partire sione dei Domenicani, i quali come gli altri ordini reli­ da quegli anni rimangono alcune testimonianze, come la giosi, Teatini e Gesuiti, erano impegnati a divulgare da sua partecipazione, nel I679, alla decorazione della navata 60 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

destra della Chiesa dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso con una fitta schiera di pittori, per lo più accademici, sotto la direzione di Giacinto Brandi, che già vi aveva realiz­ zato altri affreschi, esprimendo " un momento di effettivo trionfo della Chiesa " dopo la vittoria sui Turchi del 1664.39) AI Boncori fu affidato l'affresco con l' ' Umiltà, Orazione, Fortezza e Perfezione ', per il quale ricevette un acconto di cinquanta scudi il 14 settembre 1679 e preparò ben due bozzetti, enumerati nell'inventario dei suoi beni. 4°) Probabilmente gli fu richiesta una .. prova di abilità " prima di affidargli l'incarico, come fa supporre la tela da "testa" con il ' Ritrovamento di Mosè ', citata in un inventario della chiesa del 1701, che comprende altri piccoli dipinti dei pittori intervenuti nel ciclo decorativo. 41) Le quattro Virtù (fig. 4) raffigurate dal Boncori in base ai dettami iconografici del Ripa per rispondere alle esi­ genze e alle finalità della propaganda religiosa della Chie­ sa, 42 ) sono concepite secondo l'effetto del sotto in su, per cui al centro sono poste le figure della Fortezza, del­ l'Umiltà e dell'Orazione, mentre ai lati e in basso volano gli angeli con i loro simboli (colonna, agnello, lancia ecc.), fino alla Perfezione verso la quale tendono le altre Virtù e gli sguardi degli spettatori, secondo l'illusiva rappre­ sentazione barocca della continuità tra terra e infinito celeste. Il pittore non ignora l' ' Allegoria della Clemenza' del Maratta in Palazzo Altieri, ma si serve di effetti di colore alla Guercino giovane, che lo distinguono dalla grazia quasi settecentesca degli affreschi del Garzi e dalle .. for­ me più spigliate dei barocchi " d'ispirazione classica come 43) e contribuiscono a rendere questo ciclo d'affreschi un .. indice della situazione del gusto figurativo romano in questo preciso momento". 44) Qualcosa di più sull'influsso marattesco in questo pe­ riodo ci avrebbe potuto dire la 'Visitazione' dell'altare maggiore di Santa Maria in Aquiro del 1681 circa, scom­ 5 - CAMPLI (TERAMO), CHIESA DELLA MISERICORDIA parsa nella metà del secolo scorso che, secondo il Lanzi, GIOVAN BATTISTA BONCORI : è da apprezzare .. piuttosto che la tavola dei vari santi PRESENTAZIONE DELLA VERGINE AL TEMPIO in Aracoeli ". 45) Il dipinto, eseguito durante i lavori della tribuna, fu ritenuto in un primo momento dal Titi un'opera del Maratta. 46) artIstIca dominante nell'ambiente romano dopo la morte In effetti negli Atti della Visita Apostolica di Santa del Sacchi (1661), Poussin (1665), Mola (1666), e Pietro Maria in Aquiro del 1825 si dice espressamente: .. Nel- da Cortona (1669). 1'Archivio esiste l' obligo di Carlo Maratti di dipingere il La 'Presentazione al tempio' di Campli, ricca di una quadro a questo altare per la somma di s. 600 i ma il calda tonalità neoveneta negli azzurri e nei toni rosso­ presente dicesi di Gio: Batta Boncori " . 47) È probabile bruno delle vesti, ha una impostazione classica che ri­ perciò che in un primo momento il dipinto fosse com­ prende soluzioni spaziali molto diffuse, specie in ambito missionato al Maratta e che poi fosse sostituito per motivi marattesco (due gruppi figurati lungo una linea obliqua), a noi ignoti con la tela del Boncori, il quale, secondo le sebbene il Boncori si distacchi dalle tante composizioni fonti della epoca, 48) decorò anche la tribuna con stucchi, religiose dell' epoca per una maggiore concisione nel rac­ come già era accaduto per la cappella Mancini all'Ara­ conto, grazie al risalto dato ai personaggi essenziali e coeli. per una diffusa animazione luministica ed espressiva. Ricordi del Maratta si possono cogliere nelle opere tra­ Permangono forme cortonesche accanto al ricordo della dizionalmente attribuite al Boncori che ancora si con­ , Predica di San Barnaba' del Mola in San Carlo al Corso servano fuori Roma : la 'Presentazione della Vergine al nella figura del sacerdote, ma è evidente un suo parti­ tempio' della Chiesa della Misericordia a Campli (fig. colare gusto realistico nella raffigurazione quasi popola­ 5 e TAV. I), la 'Madonna con il Bambino, Sant'Anna resca della Vergine in forme teneramente infantili e nella e San Giovannino adorati da San Giacinto e San Vin­ resa attenta della cesta con le colombe, simbolo di pu­ cenzo Ferreri' nella Chiesa di San Pietro Martire ad rezza. 50) Ascoli Piceno (fig. 6). 49) La prevalenza dell'influsso veneto in quest'opera fa Si ha però l'impressione che il pittore, senza rinunciare supporre che il dipinto sia stato eseguito intorno al 1670, alle proprie radici che affondano nel particolare classi­ dopo cioè il viaggio che il Boncori dovette compiere tra cismo del Mola e nell' animazione barocca del Cortona, il 1665 e il 1669, anni in cui non risulta presente a Roma voglia mostrarsi soprattutto aggiornato sui nuovi fatti negli Stati d'Anime dei Santi Vincenzo e Anastasio a Trevi. della pittura e pertanto non può essere considerato, allo La tela di Ascoli Piceno (databile intorno agli anni stato attuale delle ricerche, un seguace vero e proprio Ottanta, successivamente all' affresco in San Carlo al del Maratta, che peraltro veniva ad essere la personalità Corso) è invece una testimonianza delle mature capacità

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Il motivo del traghetto, che fa la spola da una sponda all'altra di un fiume, era stato largamente impiegato nei paesaggi dalla scuola bolognese 55) e in seguito fu diffuso a Roma da Giovan Francesco Grimaldi, che di quell'orien­ tamento seguì le tracce; in particolare lo utilizzò nel tema della 'Fuga in Egitto', come ci rivela la sua più celebre incisione. 56) Esso inoltre è presente nel ' Ritorno dal­ l'Egitto' di (1629-30, Londra, Dulwich College; l'altra versione, dubitativamente attribuita al maestro e databile. al 1633-'34, si trova a Cleveland, Mu­ seum of Art) e nel capolavoro di Pietro Testa, ' La strage degli Innocenti ' (circa 1640-'50, Roma, Galleria Spada): opere che non potevano certo sfuggire all'attenzione del Boncori, tanto più che questi artisti erano particolarmente apprezzati dal suo maestro Pierfrancesco Mola. Il Boncori riprende questo motivo e se ne serve per creare una scenetta di vita quotidiana, quasi popolaresca se non ci fossero gli angeli che aiutano San Giuseppe a tirare la cavezza dell' asino. L 'invenzione dovette riscuotere successo perchè fu imitata dalla sua cerchia di allievi. 57) Opere di questo genere ed anche bambocciate, battaglie, soggetti religiosi incontravano il gusto non solo di cardinali e aristocratici residenti a Roma come Orazio Albani,58) ma anche di una cospicua fascia di amateurs appartenenti al ceto borghese, che possedevano discrete raccolte di pitture contemporanee, come l'abate Giovanni Braccese, colto collezionista anche di medaglie, 59) il pittore Giuseppe Ghezzi, l'architetto Francesco Bizzaccheri, 60) lo spedi­ zioniere Francesco Alessandro Sensini. Quest'ultimo, più noto alle cronache del tempo per il suo infelice matri­ monio con la figlia di Prospero Cimarra, commissionò nel 1692 al Boncori due dipinti 61) e altri dovette acqui­ starne come dimostra il ' Mosè che calpesta la corona di Faraone ', esposto alla mostra di San Salvatore in Lauro del 1703 e proveniente da quella collezione. 62) Il rapporto esistente tra il Boncori e la sua vasta clien­ tela rientra nella storia delle relazioni tra artista e so­ cietà, così come è stato individuato dallo studio dell'Ha­ 6 - ASCOLI PICENO, CHIESA DI SAN PIETRO MARTIRE skell; 63) anzi il caso del Boncori sembra emblematico GIOVAN BATTISTA BONCORI: poichè sperimentò nel biennio 1670-'71 la Il servitù par­ MADONNA COL BAMBINO, SANT'ANNA E SAN GIOVANNINO ticolare ti presso il cardinal Mancini con tutte le oppor­ ADORA TI DA SAN GIACINTO E SAN VINCENZO FERRER tunità che quella situazione offriva, partecipò negli anni Ottanta e Novanta alle mostre di San Salvatore in Lauro,

di sostenutezza formale e abilità compositiva raggiunte dall'artista senza rinunciare a colte citazioni, 51) per la sapiente costruzione architettonica, il calibrato contrap­ porsi di spazi vuoti e pieni lungo la direttrice diagonale, la naturalezza dei gesti, accentuata dalla dolcezza espres­ siva della Madonna che siede su un classico seggio, l'at­ tenzione alla varietà cromatica dei marmi ed infine per l'improvviso rischiararsi della luce sul paesaggio di fondo che giustificano nel complesso il giudizio che il Lanzi diede di lui come Il pittore sempre di grande effetto ti. 52) La stessa deliziosa figura della Vergine, di gusto ma­ rattesco, si ritrova nella pittura di cavalletto con la ' Fuga in Egitto' (fig. 7) - probabilmente dello stesso periodo della tela di Ascoli - della collezione Marefoschi. 53) Qui il pittore rivela pienamente l'amore per il paesaggio, classicamente rappresentato tra antiche rovine e con la piramide posta sulla sponda opposta a quella della Sacra Famiglia, come segno dell'imminente arrivo in terra egi­ zia. Mentre la Madonna riposa, variazione sul tema della , Fuga " 54) San Giuseppe in un manto agitato dal vento, cerca di spingere il recalcitrante asino sulla barca tra­ 7 - ROMA, COLLEZIONE PRIVATA (GIÀ COLLEZIONE MAREFOSCHI) ghettata da un giovane nocchiere. GIOVAN BATTISTA BONCORI : LA FUGA IN EGITTO ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte TAV. I

CAMPLI (TERAMO), CHIESA DELLA MISERICORDIA - GIOVAN BATTISTA BONCORI : PRESENTAZIONE DELLA VERGINE AL TEMPIO ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

ebbe per compratori amici e colleghi dell' Accademia di San Luca, ma anche viaggiatori stranieri, come quel ca­ valiere piemontese, "che qualche tempo si fermò in Roma per suo divertimento, e in discorrere seco giornal­ mente si divertiva", e agenti per l'estero. 64) È grazie a tale variata fascia clientelare che il Boncori arrivo a conquistare quella posizione sociale di cui ci parla il Pascoli: " E seguitando sempre indefesso a lavorare s'era fatto un capitale da poter vivere comodamente, nè più se ne curava. Imperocchè quattro in cinque anni prima che morisse lasciò quasi affatto il lavoro, ed attendeva solo a spassarsi in divertimenti leciti, e onesti, ed in pen­ sare alla salute del corpo, e dell'animo. " 65) D'altronde, anche se tardi, arrivò la consacrazione ufficiale da parte del mondo accademico con l'elezione del Boncori a Principe della Accademia di San Luca. Purtroppo la nomina, avvenuta l'II gennaio 1699,66) durò solo quattro mesi a causa della malattia che lo portò alla morte, mentre stava ancora lavorando. Ce lo con­ ferma l'inventario dei beni del pittore, redatto il 22 mag­ gio 1699, giorno della sua morte, dal notaio Cardelli su 8 - ROMA, ACCADEMIA DI SAN LUCA - LORENZO NEL LI : richiesta dell'amico Ciriaco Severini che, sostenendo di SUSANNA E I VECCHIONI essere il nipote, aspirava ai suoi beni. Ne nacque una controversia con la Reverenda Camera Apostolica, che diede origine alla compilazione d'ambo le parti di rela­ Si ha comunque l'impressione che la " quadreria " del zioni, inventari e stime dei beni, particolarmente utili Boncori non costituisca il nucleo di una collezione vera per la conoscenza dell'artista. 67) e propria, magari modesta rispetto a quella di altri artisti All'interno della casa, situata "in via quae à Quiri­ dell' epoca,?6) ma il frutto dei rapporti artistici che egli naIe, et praecise à caupona nuncupata de' Cavalleggieri aveva con l'ambiente romano e della volontà di offrire retro Palatium Ex.mi Ducis de Nivers descendit ad via m modelli alla sua scuola. Numerose sono infatti le copie vulgo de' serpenti, "68) si conservavano sessantotto qua­ di celebri dipinti, come il ' San Pietro Martire ' di Ti­ dri, soprattutto del Boncori, tra i quali abbozzi, opere non ziano e la ' Presentazione dei Magi' del Veronese, ese­ finite e pitture ultimate, ma ancora da consegnare al com­ guite dallo stesso pittore ed esposte nello "studio de' mittente come il "Mosè con la regina nel fiume fatto à giovani ", accanto ad una replica che un suo giovane posta per il Sig.re Sensini, del quale si dice non esser allievo, Michele Mecocci, diede d'un paesaggio carrac­ stato pagato ". 6g) cesco e soprattutto ci sono le riproduzioni delle opere del Sfortunatamente gran parte dei dipinti non è stata Mola, oltre a quella di un quadro del Borgognone. 77) identificata per la genericità del soggetto descritto nel­ D 'altro canto tutte le fonti sottolineano la sollecitudine l'inventario come quel "quadro d'una Madonna, e due che il Boncori aveva verso i suoi allievi, quasi fossero dei Frari Domenicani abbozzati" nel quale si potrebbe rav­ figli, e l'alto numero di coloro che accorsero alla sua visare uno studio per la tela di Ascoli ; sono state invece scuola. 78) individuate le opere di cui si indica il luogo di destina­ Tra questi ultimi si staccano dall'anonimato Lorenzo zione, grazie anche al confronto con gli altri documenti. Nelli, Accademico di San Luca nel 1697, di cui si con­ È il caso dei bozzetti per San Carlo al Corso, Santa Maria servano due soli dipinti presso l'Accademia stessa (figg. 0 in Aracoeli e la Chiesa degli Orfanelli. 7 ) 8 e 9),79) e Angelo Aleri. In questo elenco delle opere del Boncori colpisce la Poche notizie abbiamo anche di questo artista nato a varietà dei temi pittorici, segno di versatilità, ma anche Cave intorno al sesto decennio del secolo XVIII, che fu di adeguamento alle richieste " di un mercato che piut­ ben presto accolto nella casa del Boncori dove rimase tosto che guidare o controllare desidera assecondare i gusti per circa vent'anni, prima come servitore e poi come del pubblico "; 71) prevalgono soggetti religiosi (26 quadri), pittore. So) molti dei quali però dovevano essere lo spunto per la crea­ Nel 1679, poco dopo la nomina del suo maestro ad zione di un paesaggio come il 'Sogno di San Giuseppe', Accademico di San Luca, 81) gareggiò nella prima classe la • Fuga in Egitto' o gli episodi della vita di Mosè; 72) di pittura, ottenendo il terzo premio. In seguito parte­ seguono le pitture di genere (2) , le nature morte con frutta cipò ai concorsi del 1681 e del 1692, conseguendo lo (4), gli "scherzi di putti " (2) , ritratti, teste e .. teste di stesso risultato. vecchio" (6) , soggetti mitologici (3), paesaggi (I). 73) Nell'archivio dell' Accademia di San Luca sono cu­ Nell'inventario però non mancano i dipinti di altri stodite le uniche sue opere cioè i disegni della prima ed artisti contemporanei, la cui scelta ribadisce la preferenza ultima competizione, mentre la fi gurazione grafica del del Boncori per la pittura di paesaggio e per l'indirizzo concorso del 1681 e le prove che i concorrenti compo­ classicista : tra tutti predominano le tele e gli abbozzi del nevano il giorno della gara sono andati perduti. 82) La Mola, a conferma del legame esistente tra maestro e al­ prima composizione, rappresentante • Mosè salvato dalle lievo ; ci sono poi opere del Grimaldi, di Giacinto Ca­ acque' (fig. IO), sembra ispirarsi, oltre ai prototipi di massei che eseguì anche un ritratto a " lapis rosso " del Paolo Veronese, in parte allo stesso soggetto eseguito da presunto nipote del Boncori,74) del Viola,75) ed infine Luigi Garzi, oggi nei depositi degli Uffizi. 83) Purtroppo viene enumerata una " testa di creta cotta d'una M a­ essendo persa una versione del medesimo tema del Bon­ donna fatta dal Fiammengo ", da identificare probabil­ cori, 84) non possiamo valutare la influenza diretta del mente con il Duquesnoy. maestro sull'allievo e neppure quali rapporti intercorres- ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

non solo dal libro delle Congregazion accademiche, ma anche dalla testimonianza epistolare di uno dei concor­ renti, Benedetto Luti, che così scriveva: " ... per soggetto della prima classe hanno dato, quando Iddio comanda a Mosè che si fabbrichi il Tabernacolo, e vogliono che si figuri quando il popolo concorre quanto il suo potere per servizio di detto Tabernacolo " . 88) L'Aleri segue in modo letterale il tema assegnato e con il Dio Padre che siede tra nubi ed angeli, Mosè posto davanti ad una drappeggiata tenda barocca ed infine con le molte figure disposte lungo una serie di diagonali, non si discosta dalla soluzione del Barigioni, un altro concor­ rente attardato su una tradizione cortonesca, se non per un maggior effetto di concitazione, l'uso di un contorno più marcato e per tagli di luce su alcune figure di primo piano. Ma l'aspetto più interessante è il decorativismo delle suppellettili, ognuna qelle quali è indagata nei particolari ornamentali. La spiegazione di una tale attenzione agli oggetti potrebbe venire da una maggiore conoscenza del­ l'ambiente in cui ha operato il Boncori che fu pittore non solo di paesaggi ma anche di nature morte, come te­ stimonia l'inventario dei beni. Sg) Comunque l'Aleri già al momento del concorso del 1692 non era noto nello stesso ambiente accademico, se il Luti poteva scrivere così, dopo il risultato della gara: "I concorrenti non posso notificarli, perché non mi sono molto palesi; so bene che il primo è un allievo di Ciro, e il secondo è scolare di Lazzaro Baldi, e il terzo è un tal Barigioni; l'altro poi non so ... " . go) .

9 - ROMA, ACCADEMIA DI SAN LUCA - LORENZO NELLI: Desidero ringraziare tutti coloro che mi sono stati di aiuto nelle RITRATTO DI FANCIULLO ricerche con la loro disponibilità e cortesia: la prof.ssa Angela Cipriani dell' Accademia di San Luca, la dott.ssa Bianca Maria Colasacco della Soprintendenza dell'Aquila, Don Sandro Corradini dell'Archivio del Pio Sodalizio dei Piceni, Alberto Laudi, il prof. Harald Olsen, la dott.ssa Anna Maria Ruggeri dell'Archivio di Stato di Roma. sero tra i due accademici di San Luca, il Boncori ed il Un grazie anche ai parroci Don Emidio Mazzitti (Campli) e Don Garzi, coetanei ed entrambi attivi in quegli anni nella Emidio Fabiani (Ascoli Piceno) e ai fotografi Tiberio Carradori e chiesa lombarda al Corso. 85) Sandro Riga che hanno facilitato la conoscenza e la riproduzione delle Rispetto alla pittura garziana, l'Aleri semplifica la scena opere del Boncori. del ritrovamento del bambino, collocandola al centro della composizione, tra le calcolate simmetrie dei tronchi d'albero, le cui fronde, indagate con calligrafica perizia, I) Il nome dell'artista si presenta con varia grafia: Boncore, Boncori, Bonocore, Boncuore, Buoncuore; il ritrovamento di una lasciano apparire le costruzioni classiche di una città, ricevuta di pagamento, firmata dall'artista con la forma Boncori mentre in un angolo, semina scosta dalla vegetazione, ap­ pone fine ad ogni dubbio (Roma, Archivio di Stato, Notai della pare l'allegoria del Nilo (di cui non si scorge la testa) con Reverenda Camera Apostolica [d'ora in poi RC.A.], vol. 1932, accanto la sfinge e quella cornucopia colma di frutta tanto cc. 302-305, 329-330, 332; in particolare c. 305). 86Y Per notizie sulla vita e l'attività del pittore si vedano: N. PIO, cara all'iconografia di Poussin. Le Vite di Pittori Scultori et Architetti in compendio, 1724, Biblio­ L'artista sembra intendere superficialmente la soluzione teca Vaticana, Cod. Capponi 257 (ed. critica a cura di C. e R ENG­ classica del Garzi, che in quest'opera dimostra di aver GASS, Roma 1977, pp. 85 e 86, Il8, 222); L. PASCOLI, Vite de' Pittori S cultori ed Architetti moderni, I, Roma 1730, p. 129, II, Roma 1736, assimilato più di altri" alcuni aspetti più intimi dell'arte pp. 276-287; P.A. ORLANDI, Abecedario pittorico, Venezia 1753, di Poussin ", 87) e risulta impacciato nella costruzione p. 271; L. LANZI, Storia pittorica della Italia. Dal Risorgimento delle della scena principale soprattutto nella raffigurazione della Belle Arti più presso alla fine del XVIII secolo, II, Bassano 1809, principessa e delle ancelle al suo fianco destro, disposte p. 175; P. ZANI, Enciclopedico metodo critico-ragionato delle Belle Arti dell'Abate D. Pietro Zani, V, Parma 1820, p. III; S. TICOZZI, su assi paralleli, mentre raggiunge risultati migliori nel Dizionario degli architetti, scultori, pittori, I, Milano 1830, p. 193 ; paesaggio, indagato con amorevole cura in tutti i par­ V. BINDI, 'Artisti abruzzesi, Napoli 1883, pp. 56-59; G. CECI, s.v. ticolari. Boncori Giovanni Battista, in U. THIEME, F. BECKER, Allgemeines Lexikon der bildenden Kiinstler, IV, Leipzig 1910, p. 277; C. BIBBO', Ci sono elementi garzi ani nelle posizioni e in alcuni s.v. Bonco re Giovanni Battista, in Dizionario Biografico degli Ita­ gesti delle donne del corteo, ma la tipologia femminile liani, XII, Roma 1970, pp. 291 e 292. R COKE, Pier Francesco ricorda ancora Pietro da Cortona, sebbene addolcita dai Mola, Oxford 1972, pp. 9, 65, 70 e 71, attribuisce al Boncori due opere tradizionalmente considerate del maestro; S. RUDOLPH, P.F. modi di Ciro Ferri. Si tratta comunque di una cultura Mola: la monografia di R. Coke e nuovi contributi (recensione), in composita, certamente legata a quella del Boncori, quale Arte Illustrata, 1972, 50, pp. 346-3:>6, contesta l'attribuzione affer­ si manifestava con un più ampio retroterra e maggiore mando che " l'affresco con l'allegona della Perfezione in San Carlo autonomia negli affreschi di San Carlo al Corso. al Corso del 1679.. . lo rivela incontestabilmente della generazione del Chiari, del Garzi, del Benaschi ecc ... per cui se fossero da spo­ Più spiccatamente cortonesca è l'impostazione del di­ stare opere del Mola come la " Maddalena Pallavicini " ... o il quadro segno del 1692 (fig. II), in cui il soggetto ci è tramandato .. Giove Mercurio e Iride" (Burghley House, collezione del mar- ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

IO - ROMA, ACCADEMIA DI SAN LUCA - ANGELO ALERI: MOSÈ SALVATO DALLE ACQUE (DISEGNO)

I I - ROMA, ACCADEMIA DI SAN LUCA - ANGELO ALERI: MOSÈ FA COSTRUIRE IL TABERNACOLO (DISEGNO) ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

chese di Exeter) non dovrebbe venire in mente di affibbiarle a codesto '63 dimorò, insieme al pittore Ludovico Sisti da Foligno, nel se­ facile pittore tardo barocco" (p. 352, nota 21). condo cortile del Palazzo del Quirinale, nel biennio 1670-'71 fu Un ritratto dell'artista fu eseguito da Antonio Crecolini per illu­ ospite presso il cardinal Mancini e dal 1673 fino alla morte visse strare le Vite del Pio; in proposito cfr : P.J. MARIETTE, Description nell'" horto Mazarini " con uno o più allievi, per lo più sconosciuti, sommaire des dessins du feu M.r Crozat, Paris 1741; A.M. CLARK, come Angelo Aleri, Tancredi Maschietti, Michele Micocci, Leonardo The Portraits of Artists Drawn for Nicola Pio, in Master Drawings, Contini, Giuseppe Sirti, Diego Antonio Morica (Roma, Archivio V, 1967, I, pp. 3-23. del Vicariato, Santi Vincenzo e Anastasio a Trevi, Stati d'anime, Il ritratto del Boncori si trova attualmente nel Nationalmuseum 3, 1653-1666, cc. 172, 205v; 4, 1667-'82, c. I , cc. non numerate di Stoccolma. dal 1671 al 1676 compreso e per il 1678, mentre per i rimanenti anni cfr. cc. 3, 2V, 2V, 5, 7; 5, 1683-'99, cc. 9, 71 , 138,209, 261, 2) L. SALERNO, Pittori di paesaggio del Seicento a Roma, III, Roma 1 v 0V v 8v 1980, p. 932, fig. IIa; A. BUSIRI VICI, La Fuga in Egitto di Giovanni 296, 363, 408v, 453, 487V, 5 9, 544 , 573, 64 , 681V, 744 , 77 ). Battista Bonocore, in Scritti in onore di Federico Zeri, Roma 1984, II) PIO, op. cit., p. 86. II, pp. 730-735. 12) PASCOLI, op. cit., pp. 276 e 277, In particolare p. 276. 3) Cfr. PASCOLI, op. cit., pp. 278, 281, 285. 13) LANZI, op. cil., p. 173· Il monsignor Benincasa che commissionò al Boncori una • bat­ 14) Il Pascoli (op . cit., p. 277) precisa anche i soggetti delle opere taglia' dovrebbe identificarsi con quell'Alessandro (1649-1694) che eseguite a Roma prima della partenza (" Martirio di San Gaetano nel 1676 si trasferì da a Roma per proseguire la sua carriera nella villa Medici in tempo del sacco di Roma", "Sant'Andrea in campo giuridico ed ecclesiastico. Fu uditore di Rota (1682) ed Avellino quando fu sfregiato dal sicario " , "La strage degli inno­ ebbe altri incarichi che dovevano portarlo alla nomina di cardinale, centi" e la "Deposizione di N.S. dalla croce ", ritoccati dal Mola quando improvvisamente morì. Uomo di vasta cultura, fece parte secondo" gl'intendenti " , " Sant'Antonio di Padova colla Madonna dell'Arcadia (Alceo Trapezunzio, 1691) e partecipò con vari dipinti ed il Bambino ") e dopo ('. Gesù colla croce", "La Crocifissione "), alla mostra di San Salvatore in Lauro del 1693 (V.I. COMPARATO, di cui per ora non si sono trovate tracce. s.v. Benincasa Alessandro, in Dizionario Biografico degli Italiani, 15) F. HASKELL, Art Exhibitions in XVII Century , in Studi VIII, Roma 1966, pp. 517 e 518; A.M. GIORGETTI VICHI, Gli Ar­ Secenteschi, I, 1960, pp. 107-121, cita a tale proposito il caso del cadi dal 1690 al 1800, Roma 1977, p. II; G. DE MARCHI, Mostre Boncori e del Benaschi (p. 108 nota 2) . di quadri a S. SalvalOre in Lauro (1682-1725). Stime di collezioni romane, note e appunti di Giuseppe Ghezzi, Roma 1987, pp. 49-55). 16) PASCOLI, op. cit., p. 278. Secondo il Pascoli fu più stretto il rapporto di amicizia tra il pittore 17) Le fonti non danno alcuna notizia della frequenza del Boncori e l'abate Paolucci che gli ordinò due quadri di soggetto religioso, ai corsi dell'Accademia di San Luca, anche se la presenza del giovane uno con lo • Sposalizio della Vergine " l'altro con la • Visitazione di artista sembra logica, dato che il Mola vi fu eletto Principe nel 1662 Sant'Elisabetta'. Si tratta probabilmente di Giuseppe Paolucci (1661- e ricoprì quella carica per alcuni anni, come risulta da MrSSIRINI , 1730), membro dell'Arcadia (Alessio Cillenio, 1690), Accademico op. cil., p. II9. d'onore di San Luca (1696), canonico di Sant'Angelo in Pescheria e 18) L. PIROTTA, Contributo alla Storia dell'Accademia Nazionale segretario del cardinal Spinola. Anche lui inviò alcuni dipinti alla di San Luca, in L' Urbe, XXVII, 1964,7, pp. 5-9 (in particolare p. 6); mostra di San Salvatore in Lauro del 1705 (GIORGETTI VICHI, op. L. SALERNO, La collezione dei disegni, composizioni, paesaggi, figure, in cil., p. 13; DE MARCHI, op. cit., pp. 195, 205). L'Accademia di San Luca, Roma 1974, p. 337· Il monsignor Tarugi che invece commissionò al Boncori una • Madonna ', è forse quel Domenico Tarugi (1656-1696) tanto 19) Il disegno fu eseguito a matita, tempera e biacca su un foglio stimato dal cardinal Chigi, che ottenne da Innocenzo XI la nomina di carta avana per il concorso (la classe di pittura) del 1663, come di avvocato concistoriale (1682) e dal suo successore quella di uditore si evince dal Libro delle Resoluzioni, et Decreti fatti nelle Congrega­ di Rota. Arcade acclamato (Egerio Daseo, 1691), fu cardinal diacono di zioni Accademiche ... (1663) presso l'archivio dell'Accademia di San Santa Maria della Scala (1696) e vescovo di Ferrara, città dove morì Luca, voli. 42 e 43, rispettivamente cc. 176r e 153 V. e fu sepolto (G. MORONI, Dizionario di erudizione storico-ecclesia­ Il Boncori ottenne il quarto premio, altri furono distribuiti tra stica, LXXIII, Venezia 1855, pp. 4 e 5; R. RITZLER, P. SEFRIN, Giacinto Camassei, Nicola Penson, Carlo Ascenzi, Francesco Cem­ Hierarchia Catholica medii et recentioris aevi, 1667-1730, Patavii mi, Zaccaria Veri e Francesco Spier. 1952, V, pp. 20, 200; GIORGETTI VICHI, op. cit., p. 13). Sul margine inferiore del disegno è stato annotato a penna: Il marchese Sacchetti, secondo il Pascoli, voleva commissionare "(premis qu)arto Sig.r Gio : Battista Boncore n. IO" e anche al pittore alcuni affreschi, ma a causa degli impegni già assunti dal "B 39" che dovrebbe riferirsi ad un antico inventario dell'Acca­ Boncori, fu costretto ad accordarsi con un altro artista. demia. In alto a destra sono indicate due sigle: " 20" e " Ao02 "; quest' ultima appartiene all'attuale catalogazione. 4) A Campli e ad Ascoli Piceno si conservano due dipinti, non citati dalle fonti, ma tradizionalmente attribuiti al pittore; cfr. il 20) Si tratta degli affreschi della Sala delle Storie Romane nel testo alle pagine seguenti. Palazzo Pamphilj, datate dalla critica intorno al 1649, come da Non si hanno notizie dei quadri destinati, secondo il suo princi­ G. DI DOMENICO CORTESE, Percorso di Giacinto Gimignani, in Com­ pale biografo, alle altre città italiane e straniere, in particolare dei mentari, 1977, II-III, pp. 187-206 (197). quattro dipinti inviati in Spagna, nè delle cinque soprapporte com­ Per lo studio dell'affresco con il • Ritrovamento di Romolo e Re­ missionate dall'arcivescovo di Taranto (Tommaso Sario? Francesco mo ' si veda : A. BLuNT, H.L. COOKE, The Roman Drawings of the Pignatelli ?), di cui quattro rappresentavano le vittorie di Annibale XVII e XVIII Centuries in the Collection of Her Majesty the Queen at a Canne, sul Ticino, la Trebbia, il Trasimeno e la quinta il trionfo Windsor Castle, London 1960, fig. 32, cat. n. 179· dei romani sul Metauro e la conseguente morte di Asdrubale (PA­ 21) Cortoneschi a Roma, catalogo della mostra a cura di A. MA­ SCOLI, op. cit., II, pp. 280, 282-285; A.E. PEREZ SANCHEZ, Pintura RABOTTINI, Roma 1956, p. 9; N. VIBIRAL, Contributi alle ricerche italiana del siglo XVII en Espafia, Madrid 1965, p. 248; BIBBO', sul cortonismo in Roma, in Bollettino d'Arte, XLV, 1960,4, pp. 123- op. cit., pp. 291-292). 165 (in particolare su Pier Francesco Mola p. 143, fig . 32). 5) PASCOLI, op . cit., p. 286. 22) Il motivo dei tronchi arborei incrociati, tipico del paesaggio 6) M . MISSIRINI, Memorie per servire alla Storia della romana del Mola (SALERNO, Pittori di paesaggio ... , cit., II, 1978, p. 574), Accademia di San Luca fino alla morte di Antonio Canova compilate si ritrova in questo disegno. da Me/chior Missirini, Roma 1823. S. Rudolph, Contributi per Pier Francesco Mola, in Arte Illustrata, 1969, 15-16, pp. 10-25 (in particolare pp. 20 e 21). 7) Cfr. note seguenti. 23) Roma, Archivio dell'Accademia di San Luca, Nomi dei Gio­ 8) PASCOLI, op. cit., p. 276; PIO, op. cit., p. 86. vani studiosi, Pittori Scultori et Architetti, voI. 66, c. 5V; la notizia Per l'atto di morte cfr. Roma, Archivio del Vicariato, Santi Vin­ è riportata anche da PIROTTA, op. cil., p. 9. cenzo ed Anastasio a Trevi, MorIi 2 (1652-1700), cc. non numerate, dove si legge: "Maggio 16991 Adì 22 dettol s. 3.501 Gio Batta 24) Il disegno, eseguito a sanguigna su foglio unico di carta avana, Boncore da Camuli diocesi di Ascoli in età di ani 66 figlio del q. fu realizzato per il concorso del maggio 1664 come si ricava dal da l'istesso paese morì improvvisamente nella casa nell'orto di Libro delle Resoluzioni, et Decreti fatti nelle Congregazioni Acca­ Mazarino e fu sepolto à S. Luca Pittore insigne ". demiche ... (1664) presso l'Archivio dell'Accademia di San Luca, voI. 43, cc. 159V, 160r; voI. 44, cc. 6v, 7, 7v, 8. 9) L'età che il Boncori aveva all'arrivo a Roma si ricava con una Oltre al Boncori, che si collocò al terzo posto, vi parteciparono certa approssimazione dalle dichiarazioni fatte dal Severini, presunto Nicola Penson, Luigi Garzi ed infine Girolamo Troppa della Roc­ nipote, a proposito degli "alimenti prestati Il al pittore dalla zia chetta. per venti due anni, prima che venisse a Roma e delle" diverse bian­ Alla base del foglio sono state aggiunte a penna, in tempi diversi, carie" mandate dalla stessa per quarant'anni (cfr. Appendice II, le seguenti scritte : "30. Sig.r Gio: Battista Buoncore n. 24. Poi sotto "Debbiti deU'Heredità ... "). accademico di San Luca 13 B 15 ". Quest' ultima iscrizione dovrebbe IO) Dallo spoglio degli Stati d'anime della parrocchia dei Santi appartenere ad un antico inventario. In alto a destra è segnata l'odier­ Vincenzo e Anastasio a Trevi risulta che il Boncori negli anni 1662- na sigla di catalogazione" A 010". 66 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

25) SALERNO, Op. cit., 1974, p. 334. Su tale fenomeno e sulla produzione di Lazzaro Baldi in questa 26) PIO, op. cit., p. 86. occasione cfr. V. CASALE, La canonizzazione di San Filippo Benizi e l'opera di Baldi, Berrettoni, Garzi, Rioli, Maratti, in Antologia 27) Roma, Archivio del Vicariato, Santi Vincenzo e Anastasio a di Belle Arti, 1979, 9-12, pp. 113-131; IDEM, I quadri di canonizza­ Trevi, Stati d'Anime, 4, 1667-1682 (1675), cc. non numerate. Sul­ zione: Lazzaro Baldi, Giacomo Zoboli. Produzione, riproduzione e l'eredità Mazarino e il cardinal Mancini cfr. A. SCHIAVO, Palazzo qualità, in Paragone, XXXIII, 1982, 389, pp. 33-61. Mancini sede del Banco di Sicilia in Roma, Roma 1969, p. 45. 37) I Costaguti, oriundi di Genova, furono creati marchesi di 28) Sull'acquisto compiuto dai Rospigliosi cfr. F. ZERI, La Gal­ Sipicciano nel 1645 e signori del vicino Roccalvecce nel viterbese leria Palla vicini in Roma, Firenze 1959, p. 15 . e ciò spiega la protezione che accordarono al convento domenicano 29) Appendice I, n. 65. Il ritratto non è citato nella .. stima dei di Santa Maria della Quercia, presso Viterbo, inviandovi un pittore beni Il voluta dal Severini. come il Mola ad affrescare il chiostro. Inoltre tre sorelle Costaguti erano quelle suore domenicane che avevano contribuito alla realiz­ 30) Per quest'impresa si vedano : F. TITI, Studio di pittura, zazione della cappella gentilizia nella chiesa romana dei Santi Do­ scoltura et architettura nelle chiese di Roma (edizione comparata a menico e Sisto, la cui tela d'altare è opera del Mola. Cfr. L. LOTTI, cura di B. Contardi e S. Romano), Roma 1987, voI. I, p. IlO: C 171, I Costaguti marchesi di Sipicciano e il loro palazzo in piazza Mattei, E 209 ; PIO, op. cit., pp. 86 e 222; Padre CASIMIRO ROMANO, Memorie in Palatino, IV, 1960, 7-8, pp. 108-IlI; 9-10, pp. 134-137; E. Istoriche della chiesa e convento di Santa Maria in Aracoeli di Roma, SCHLEIER, Pier Francesco M ola a Santa Maria della Quercia, in Roma 1736, p. 192; PASCOLI, op. cit., II, p. 278; C. PIETRANGELI, Antichità Viva, XVI, 1977, 6, pp. 12-22. Da Santa Maria in Aracoeli al Museo di Roma, in Bollettino dei Le cappelle di Santa Rosa da Lima e di San Ludovico Beltrand in Musei Comunali di Roma, XXI, 1974, 1-4, pp. 13- 21 (sull'intervento Santa Maria sopra Minerva furono ripristinate in occasione della del Boncori pp. 16-21); J. HEIDEMAN, The Cappella di S. Giacomo, festa per il trasporto degli stendardi dei due Santi per volere di Later Rededicated to S. Michele Arcangelo, in S. Maria in Aracoeli monsignor Gonzales de Acuiia come si dice espressamente nella in Roma. A Contribution to the Oeuvre oJ Carlo Rainaldi and Otto­ Relazione del sontuosissimo apparato fatto nella chiesa di Santa Maria cento" Addenda ", in Antichità Viva, 1987, I, pp. 24-35 (sul Bon­ sopra Minerva in occasione di solennizzarsi la festa della canonizza­ cori pp. 25, 31 nota 13, 35)· zione di S. Ludovico Bertrando e S .ta Rosa da S. Maria, in Roma La presenza nel suo studio di terrecotte, come le teste di San Carlo per Nicol'Angelo Tinassi 1671, (Roma, Archivio di Stato, Cartari e del cardinal Ximenes, pone comunque il problema del Boncori Febei b.83 A.S., pp. 144-148 (in particolare 147V). Sulla figura come plasticatore (vedi Appendice I, nn. 66-67). di Francesco Antonio Gonzales de Acuiia, che ottenne da Papa 31) Catalogo dei quadri, e pitture esistenti nel palazzo dell'Eccel­ Alessandro VII Chigi la riapertura della causa di beatificazione e lentissima Casa Colonna in Roma coll'indicazione dei loro Autori di ­ canonizzazione della Santa peruviana e che commissionò l'impor­ viso in sei parti secondo i rispettivi Appartamenti, Roma 1783, pp. tante statua per i domenicani di Lima a Melchiorre Caffà, cfr. E.B. 157 n. 1226 (" un quadro nell'angolo misura di testa per traverso DI GIOIA, Un bronzetto della Santa Rosa da L ima di Melchiorre Venere, e Marte = Buoncuori Scolare del Mola sullo stile venezia­ Caffà nel Museo di Roma, in Bollettino dei Musei Comunali di Roma, no "), 162. Per la collocazione dell'inventario vedi nota seguente. N.S. I, 1987, pp. 39-53 (in particolare p. 42 nota 9). Sul contributo dei Colonna alla sistemazione delle due cappelle alla Minerva cfr. 32) Secondo F. HASKELL, Mecenati e pittori, ed. cons. Firenze CARTOTTI ODDASSO, DEL RE, op. cit., col. 409. 1966, p. 248, Lorenzo Onofrio Colonna (1637-1689) che successe al padre nella carica di Gran Connestabile del regno di Napoli nel 38) Roma, Archivio dell'Accademia di San Luca, L!bro delle 1659, fu " il più interessante e influente me cenate di quella famiglia, Risoluzioni, et Decreti fatti nelle Congrega zioni Accademiche e Gene ­ che con la sua passione per i paesaggi contribuì a lanciare, o almeno rali ... , voI. 45, cc. 57V, 58, 59, IlOV ; voI. 46, cc. 21, 21 v, 49v, 76v, a consolidare, una moda che per altro non incontrava la generale 84, 89V; Libro nel quale d'ordine del Sig.r Cav.r Bernardino Gagliardi approvazione dei critici ". È probabile perciò che il Boncori, paesag­ Prencipe del corrente anno 1655 dell'Accademia di San Luca dei SS.ri gista e allievo del Grimaldi, fosse già noto al principe Colonna. Pittori e Scrittori di Roma sono stati da me Gioseppe Moro Notaio L 'elenco degli inventari della collezione Colonna, conservati nello Secr.o di essa notati, e scritti tutti gli infrascritti SS.ri Accademici ... archivio della famiglia, è pubblicato in : Catalogo sommario della voI. 69, c. 296 (Ilr); Nomi degli Accademici di Merito Pittori S cultori, Galleria Colonna in Roma. Dipinti, a cura di E.A. SAFARIK, Busto et Architetti, voI. 28, c. 6v. Arsizio 1981, pp. 19 e 20. Non mi è stato possibile consultare le carte Nei verbali del1 'Accademia di San Luca del 12 aprile 1694 si di questo archivio a causa dei lavori di catalogazione a cura della legge che il Boncori effettuò con Pietro Locatel1i la stima di un quadro Soprintendenza per i Beni Archivistici e Librari di Roma. Sulla figura del pittore reatino Filippo Zucchetti, collocato in una cappel1a di di Maria Mancini, figlia di Lorenzo Mancini, fratello del cardinale, Sant'Antonio dei Portoghesi. La notizia è citata da DE MARCHI, e sul suo matrimonio: cfr. SCHIAVO, op. cit., p. 64. op. cit., p. 67 nota 7. 33) Carlo Colonna (1665-1739), referendario d'ambo le Segna­ 39) L'intervento del Brandi in San Carlo viene interpretato in ture per volere di Innocenzo XII (1696), poi cardinale (1706), questa chiave da A. PAMPALONE, Per Giacinto Brandi, in Bollettino espose nel 1687 un • Paesino ' del Boncori, mentre Filippo II d'Arte, LVIII, 1973, pp. 123-166 (p. 148). (1663-1714), Gran Connestabile di Napoli e cavaliere del Toson d'Oro (1689), partecipò alla mostra del 1691 con un • San Giro­ 40) Il pagamento è trascritto da G. DRAGO, L. SALERNO, SS. lamo'. Ambrogio e Carlo al Corso e l'Arciconfraternita dei Lombardi a Roma, (Le Chiese di Roma illustrate - 96), Roma 1967, p. 107. Entrambi inviarono numerosi quadri di altri autori alle successive Oltre ai due quadri" a bozzetto " di San Carlo al Corso si elenca mostre di San Salva tore in Lauro (DE MARCHI, op. cit., pp. 16, una " tela dà testa a bozzetto depinto con un S. Carlo al Corso " 19, 26, 31, 33, 35-37, 49, 50, 204, 419, 489) . di difficile identificazione (Appendice I, nn. IO, 32, 51). Nell'inventario compilato nel 1714 alla morte di Filippo II e pubblicato da SALERNO, Pittori di paesaggio .. . , cit., II, 1978, p. 1226, 41) Roma, Archivio dell'Arciconfraternita dei Lombardi a Roma, si trova un altro quadro del Boncori, rappresentante • Moisè nella Inventario della Venerabile chiesa dei SS. Ambrogio e Carlo al Corso culla posta vicino al Fiume '. anno 1701, attuale numero d'inventario 406, (Stanza della Congre­ gazione), n. 6 (comunicazione del1'arch. Alessandro Viscogliosi). 34) Si tratta dell'inventario del duca Giovan Battista Rospigliosi Purtroppo le opere elencate nell'inventario sono state vendute (1646-1722) che in seguito sposò Maria Camilla Pallavicini, cfr. nel 1806 e disperse (A. VISCOGLIOSI, 1/ Tesoro di San Carlo al Corso ZERI, La Galleria Palla vicini ... , cit., p. 323 n. 599. e la Repubblica Romana del 1798, in Alma Roma, gennaio-aprile 35) Sulla figura di Santa Rosa da Lima ed il suo processo di 1985, 1-2, pp. 26-32 (32 n. 7)· beatificazione e canonizzazione si veda il manoscritto conservato 42) La figura con l'elmo e la lancia rappresenta la Fortezza; al nell' Archivio della Basilica di Santa Sabina in Roma : Archivium suo fianco un putto trasporta una colonna, principale simbolo ICO­ Generalis Ordinis Praedicatorum (A.G.O.P.) Ms. X 2767, Limana nografico di questa Virtù, mentre in alto volteggia un'aquila che Beatificationis, et Canonizationis venerabilis servae Dei Rosae de SanCla stringe tra gli artigli una spada, dove è avviticchiata una serpe. I Maria L imanae in Regno Peruano tertiis Ordinis SanCIi Dominici ; due animali alludono alla fortezza e al valore del corpo uniti alla A cta Sanctorum, Aug. V, Parisiis et Romae 1868, pp. 892-899; prudenza del1'animo, grazie ai quali gli uomini salgono da umili L. REAu, L'iconographie de l'Art chrétien, III, Paris 1959, p. 1171; condizioni ai trionfi della milizia. N. DEL RE, A. CARTOTTI ODDASSO, s.v. Santa Rosa da Lima, in In basso è dipinta l'Umiltà mentre calpesta una corona d'oro e Bibliotheca Sanctorum, Grottaferrata 1968, XI, coli. 396-413. reca in alto un cesto ricolmo di datteri, simbolo dei frutti che questa 36) La ca nonizzazione dei cinque Santi c1ementini diede origine Virtù reca, e con ai suoi piedi due putti che stringono tra le braccia a numerose commissioni da parte degli ordini religiosi interessati foglie di palma ed un agnellino. alla diffusione delle immagini canoniche dei loro Santi. Nell'inven­ Al suo fianco appare l'Orazione, avvolta da un semplice manto, tario Rospigliosi si trovano alcuni dipinti raffiguranti Santa Rosa mentre si inginocchia per riverenza a Dio e offre un incensiere. da Lima di autori ignoti ed altri con San Francesco Borgia, San In alto grandeggia la Perfezione, raffigurata con lo scettro in una Filippo Benizi ecc. mano e nell'altra un compasso che serve a disegnare il cerchio, segno ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

della perfezione delle leggi. (C. RIPA, Iconogia, Roma 1593, ed cons. le varie tappe della carriera ecclesiastica che lo condussero alla no­ Venezia 1669, pp. 226, 268, 482, 455; E . MALE, L'art religieux de mina di cardinale nel 1724. la fin du XVI' siècle, du XVII' siècle ... , Paris 1951, pp. 391 e 396. Aderì all' Arciconfraternita della Santa Casa di Loreto e fu uno 43) G. SESTIERI, Per la conoscenza di Luigi Garzi, in Commentari, degli espositori di quadri alle mostre di San Salvatore in Lauro dal 1691. XXIII, 1972, 1-2, pp. 89-1 II (93). Legato all'Accademia di San Luca, di cui fu Accademico d'onore 44) DRAGO, SALERNO, op. cit., p. 102. (1724) e all'Arcadia (Filo te Sofidio, 1726), morì a Roma e fu sepolto 45) LANZI, op. cit., p. 175. in un degno monumento in San Salvatore in Lauro nel 1732 (Mo­ RONI, op. cit., XLII, 1847, pp. 269 e 270; RITZLER, SEFRIN, op. cit., 46) TITI, op. cit. , 1987, I, p. 189: F 359; 1254 (l'attribuzione al V, pp. 36, 133, 180; GIORGETTI VI CHI, op. cit., p. 127; DE MARCHI , Maratta è solo nell'edizione del 1721); PIO, op. cit. , pp. 86 e 222; op. cit., pp. 36, 40, 169, 360). PASCOLI, op. cit., II, p. 278 e gran parte della guidistica romana a partire da F. DE ROSSI, Descrizione di Roma moderna, Roma 1697, 54) H . Voss, Die Fliicht nach Aegypten, in Saggi e Memorie di p. 430, l'attribuisce al Boncori. Storia dell'arte, I, 1957, pp. 27-61. 47) Roma, Archivio Segreto Vaticano, Miscellanea 1825, voI. 55) L'ideale classico del Seicento in Italia e la pittura di paesaggio, 145, cc. non numerate. catalogo della mostra, Bologna 1962. 48) DE ROSSI, op. cit., p. 430; PIO, op. cit., p. 86; Roma Sacra e 56) Per l'incisione, classificata dal Bartsch come la migliore del­ Moderna già descritta dal Panciroli ed accresciuta da Francesco Po­ l'artista, si veda : P. BELLINI, Giovan Francesco Grimaldi : catalogo sterla ... E di nuovo con somma diligenza, e studio riordinata da Gio: completo delle incisioni, in I quaderni del conoscitore di stampe, 1974, Francesco Cecconi, Roma 1725, p. 189; G. ROISECCO, Roma antica pp. 6-27 (25 n. 53) · e moderna, voI. II, Roma 1745, pp. 41 e 42; G. MELCHIORRI, Guida A Firenze si conserva una copia ad olio su rame, coeva dell'acqua­ metodica di Roma e i suoi dintorni, Roma 1840, p. 317 (si specifica forte del Grimaldi, che dimostra la diffusione di questo motivo pae­ che il Boncori dipinse a fresco anche la volta della tribuna); J. Do­ saggistico (AA.VV., La fondazione Roberto Longhi a Firenze, Milano NOVAN, Rome ancient and modern and its environs, II, Roma 1844, 1980, p. 261 cat. 71). p. 19· Sulla figura del Grimaldi, come autore di paesaggi, si rimanda a 49) N . PALMA, Storia della città e diocesi di Teramo, voI. IV, SALERNO, Pittori di paesaggio ... , cit., II, 1978, pp. 578-580. Teramo 1981 (ristampa anastatica dell'ed. 1893), p. 244 n. 43 (nella 57) Ne è un esempio la tela (cm 40 X 28), ascrivibile alla cerchia nota viene riportato un brano tratto dalla Visita Pastorale, compiuta di Giovanni Boncori, passata per l'asta di Christie's a Roma del 27 a Campli nel 1833, con l'attribuzione del dipinto, intitolato .. La maggio 1987 e raffigurante appunto • Il traghetto della Sacra Fa­ Visitazione di Maria ", al .. clarissimi pictoris Joannis Baptistae de miglia durante la fuga in Egitto' (fig. 12). Boncoribus Camplensis "); N. ROZZI, Breve monografia di Campli, Teramo 1909, p. 178 afferma di aver conservato e poi restituito al 58) In un inventario di casa Albani del 1790, copia di una tra­ guardiano della locale Chiesa di San Bernardino dei Frati Minori scrizione più antica, risalente agli inizi del sec. XVIII, si trova Osservanti (padre Isidoro Stanislao Letti) una tela con • San Gio­ Il Un quadro in tela di 3 e 2 rappresentante S. Maria Maddalena vanni Battista in età giovanile " opera di un discepolo del Boncori nel deserto con una testa di morto, e varj Angeletti... comprato con qualche pennellata del maestro. In effetti il dipmto è citato nelle da me Orazio Albani in Roma ... scudi 30" (AA.VV., Il cardinal guide fino al 1965 (AA. VV., Abruzzo e Molise, Guide del T.C.I., Alessandro Albani e la sua villa. Documenti, in Quaderni sul neo­ Milano 1965, p. 152); BUSIRI VICI, op. cit., p. 734 nota 7, cita l'opera classico, 5, Roma 1980, p. 38; nel testo il nome del pittore è erro­ del Boncori alla Misericordia con il titolo di .. Discussione di Gesù neamente riportato come Boncosi). al tempio". Dei committenti citati dal Pascoli (cfr. nota 3), solo monsignor La tela di Ascoli Piceno è menzionata come un dipinto del Domenico Tarugi, poi cardinale, è citato tra le carte d'archivio. Boncori da : B. ORSINI, Descrizione delle pitture sculture architetture In un elenco degli oggetti del Severini, depositati in casa del defunto ed altre cose rare della insigne città di Ascoli, Perugia 1790 (rist. ana­ e perciò sotto sequestro, si trova una scatolina d'acciaio donatagli statica Bologna 1977), p. 213 (" È un quadro ben disposto, e ben dal segretario del cardinal Tarugi (Roma, Archivio di Stato, Notai impastato di tinte; ed ha stile riposato "); L. LEPORINI, Ascoli della R.C.A., voI. 1932, C. 303, Nota di Robbe, e Mobili Spettanti Piceno, Ascoli Piceno, 1964, p. 84; BIBBÒ, op. cit., p. 291 , che attri­ al Sig.r medico Ciriaco Severini lasciati dal med.o in custodia del buisce al pittore anche una • Maddalena ' nella stessa chiesa, invece q.m Sig.r Gio : Battista Boncore). riferita a Tommaso Nardini (1665-1720) da A. RODlLOSSl, Guida 59) Giovanni Braccese fu un noto collezionista, citato più volte dalle di Ascoli Piceno, Ascoli Piceno 1972, p. 86; BUSIRI VICI, op. cit., fonti dell'epoca (cfr. l'anonima Nota degli Musei, Librerie, Gallerie e p. 734 nota 7, che ascrive al nostro artista solo la suddetta • Mad­ ornamenti di Statue, e Pitture nè Palazzi, nelle Case, e nè Giardini di dalena '. Roma, con prefazione e commento di E. Zocca, Roma 1976, p. 27). Gli studiosi sopraelencati individuano nei due Santi domenicani, Alla festa della Santa Casa di Loreto del 1687 espose una" Bam­ effigiati nel dipinto, le figure dei Santi Giacomo e Vincenzo Ferrer, bocciata" ed un .. Paesino " del Boncori, mentre Giuseppe Ghezzi ma l'immagine del primo non corrisponde all'iconografia di San presentò alla mostra del 1712 una" Istoria della nascita di Moisè" Giacomo intendendo il francescano San Giacomo della Marca, (DE MARCHI, op. cit., pp. 15 e 270). ma piuttosto a quella di San Giacinto, sovente raffigurato con l'abito domenicano a cui apparteneva e con l'ostensorio, mentre adora la 60) M. CARTA, Un architetto collezionista: Carlo Francesco Biz­ Vergine, secondo un celebre episodio della sua vita. Per l'icono­ zacheri, in Paragone, 1985, 429, pp. 112-130 (p. 128 nota 142: vi grafia dei due Santi si vedano: V. KOUDELKA, s.v. San Giacinto sono stimate due tele .. di mezza testa piccole", che .. si crede del in Bibliotheca Sanctorum, voI. VI, Grottaferrata 1965, collo 326- Boncore ", rappresentanti un .. S. Girolamo con angelo" ed una 331; S. M. BERTUCCI, s.v. San Vincenzo FeTTer, ibidem, voI. XII, .. Madalena che contempla una testa di Un morto con due cheru­ Grottaferrata 1969, collo II 68-II76. bini in un paese "). 50) In particolare si veda la tela dello stesso soggetto di Federico 61) I due quadri, di cui sono stati ritrovati gli acconti di paga­ Barocci alla Chiesa Nuova in Roma, a cui il Boncori sembra fare mento, dovevano rappresentare" Soldati dal naturale" e il .. Ri­ riferimento in qualche dettaglio. trovamento di Moisè". Solo quest'ultimo è citato nell'inventario dei beni (Appendice I , 51) La figura della Vergine è vicina ai modelli del Maratta, mentre n. 16), probabilmente perchè l'altro era già stato consegnato: cfr. il Santo inginocchiato ricorda il San Carlo Borromeo della grande Roma, Archivio di Stato, Notai della R.C.A. , voI. 1932, C. 305. tela con • Madonna e Santi' del Maratta nella cappella Spada di Alla c. 304 dello stesso volume è contenuta la risoluzione della Re­ Santa Maria della Vallicella (Roma). verenda Camera Apostolica del settembre 1699 che concede al Sen­ 52) LANZI, op. cit., p. 175, che aggiunge : .. ma talora un po' sini di rientrare in possesso di un dipinto del Boncori in parte già pesante " . pagato, presumibilmente il • Ritrovamento di Mosè '. 53) Il quadro, già esposto al pubblico nella mostra Pittori di 62) Francesco Alessandro Sensini organizzò nel 1702 una vendita~ paesaggio a Roma 1600-1750 (Galleria Gasparrini, Palazzo Ruspoli, mediante .. estrazione del lotto" della sua .. quadreria" e del Roma 4-20 dicembre 1978), catalogo a cura di L. SALERNO, Roma mobili per un valore di tredicimila scudi. 1978, pp. 34-35 n. 60, è stato attribuito al Boncori grazie ad una Gli oggetti furono esposti .. nella casa habitata dal detto Sensini scritta sul retro. In proposito si vedano anche: SALERNO, Pittori di nella piazzetta dove termina il vicolo che da piazza Colonna tra i paesaggio ... , cit., III, 1980, p. 932 fig. Ila; BUSIRI VICI, op. cit., palazzi Lancia e Veralli guida alla fontana di Trevi" e successiva­ pp. 730-735· mente .. in una bottega tutta di nuovo sotto il Palazzo de gl'Orsini Il dipinto, acquistato direttamente dall'ultima discendente dei a Pasquino " . Marefoschi nel 1974, apparteneva al cardinal Prospero, come risulta L'estrazione avvenne dal 17 settembre al 2 ottobre 1703 .. fino da un antico inventario. a mezz'hora di notte ". Il 3 febbraio 1705 fu affissa la notificazione Prospero Marefoschi, nativo delle Marche, si trasferì a Roma per tutto ciò che era rimasto e che fu esposto .. in una bottega delle nel 1695 per intraprendere l'attività di avvocato; in seguito percorse case nuove del convento della Minerva dirimpetto i Seminario 68 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

Romano " (F. VALESIO, Diario di Roma, a cura di G. Scano, Milano 1978, II, pp. 148, 290, 291, 300, 697, 71 l; III, pp. 308 e 309). La stima della collezione fu eseguita da un accademico di San Luca rimasto ignoto. Nell'esposizione in San Salvatore in Lauro del 1703 partecipò il signor Giovanni' Andrea Piscina con il quadro del Boncori, " vinto al lotto di S. Marta e Sensini " (DE MARCHI , op. cit., p. 177). 63) HASKELL, op. cit., pp. 29 e 30. 64) Il Boncori espose dei quadri, di cui forse era l'autore, alle mostre di San Salvatore in Lauro del 1686, 1693 e 1695 (DE MARCHI , op. cit. , pp. 6, 49, 70). Per la citazione si veda: PASCOLI, op . cit., II, pp. 282 e 283. L 'agen­ te, ricordato dal bio~rafo, rappresentava a Roma un canonico di Sivi­ glia che commissiono al pittore due quadri, di cui non si conos­ cono i soggetti. 65) PASCOLI, op. cit., II, p. 285. 66) Il Boncori, già qualche mese dopo la sua elezione, si ammalò e Carlo Maratta fu nominato viceprincipe (Roma, Archivio dell'Ac­ cademia di San Luca, Libro delle Risoluzioni ... cit., voI. 45, cc. 175, 177v; voI. 46, cc. 95v, 97, 98V) . 67) L 'artista morì senza lasciare testamento, nè moglie o parenti accertati. Ciriaco Severini, medico, che aveva vissuto con il Boncori negli anni 1673-1678, 1681 (Roma, Archivio del Vicariato, Santi Vin­ cenzo e Anastasio a Trevi, Stati d'anime, 4, 1667-'82, cc. non nu­ merate ad eccezione dell'anno 1681 per il quale cfr. c. 5), rivendicò l'eredità a sè e al fratello Filippo, .. Auditore dell'Altezza Serenis­ sima di Parma", in lunghi memoriali inviati alla Reverenda Camera Apostolica in cui si dichiarava suo nipote ed affermava di aver pagato tutti i debiti del defunto (Roma, Archivio di Stato, Congregazioni Camerali, Atti e cause, voI. 7, 1699, cc. 81-84V, 107-I08v). A tale scopo fece redigere prima un inventario dei beni e poi una stima a cura di due Accademici di San Luca, Lorenzo Nelli, già allievo del Boncori, e Carlo Ascenzi (Appendice I e II). La Reverenda Camera Apostolica incamerò l'eredità non ritenendo sufficientemente provata la parentela, nonostante le suppliche del Severini, ma lasciò a quest'ultimo l'uso della casa del pittore, dove infatti il presunto erede andò ad abitare con la famiglia dal 1700 fino al 1720, anno della sua morte (Roma, Archivio del Vi cariato, Santi Vincenzo e Anastasio a Trevi, Stati d'Anime, 6, 1700-1718; 7, 1719-'29; Morti 3, 1700-'57, c. 58). Altri documenti riguardanti Ciriaco Severini e sua moglie si con­ servano a Roma, Archivio di Stato, Depositeria urbana editti, voI. 89, c. 125· Tutta la controversia ereditaria tra il Severini e la Reverenda Ca­ mera Apostolica era già nota al Pascoli, (op. cit., II, pp. 285 e 286). Secondo la stima fatta redigere dal Severini, il Boncori doveva eseguire una tela per i frati Cappuccini di Teramo e uno stendardo 12 - ROMA, CHRISTIE'S (GIÀ) per la comunità di San Gregorio della diocesi di Tivoli, quando fu CERCHIA DI GIOVANNI BONCORI: LA FUGA IN EGITTO colto dalla morte. La stima dei beni del pittore che a sua volta la Reverenda Camera Apostolica fece redigere dal Ghezzi (Giuseppe?) non è stata rin­ tracciata tra le carte dell'Archivio di Stato e sulla sua esistenza ci si Molteplici dovevano essere state le occasioni di contatto e forse deve basare solo su quanto riferisce il Severini in un suo memoriale di amicizia tra lui e il Boncori, infatti il Camassei partecipò al con­ (Appendice II., "Debbiti dell'eredità... "; Roma, Archivio di Stato, corso dell'Accademia di San Luca nel 1663 e divenne Accademico Congregazioni Camerali, Atti e Cause, voI. 7, 1699, c. 8Iv). il 1 ottobre 1679, cioè poco dopo l'elezione del nostro pittore (S. 68) Roma, Archivio di Stato, Notai della R.C.A., Antonio S. VASCO, s.v. Giacinto Camassei, in Dizionario Biografico degli Ita­ Tartaglia, voI. 1931, cc. 738-740v; 759-761 (in particolare c. 738). liani, XVII, Roma 1974, pp. 83 e 84; cfr. nota 19). Quest'inventario, redatto dalla R.C.A. il 19 giugno 1699 e compren­ 75) Il Viola è citato solo nella stima: Appendice II, n. 8. Dovrebbe dente anche i beni che nel frattempo il Severini, traferitosi nella casa trattarsi del pittore di paesaggi Domenico Viola, per il quale si del defunto, vi aveva portato, non si differenzia da quello curato dal vedano: HASKELL, op. cit., p. 219 e SALERNO, Pittori di paesaggio ... , presunto nipote. cit., II, p. 504. 69) Appendice I, n. 16. 76) Erano diffuse anche" collezioni" formate dalle proprie opere, 70) Appendice I, nn. 67, IO, 32, 51; II, n. 9, 14-15, 55· come nel caso di Lazzaro Baldi (Disegni di Lazzaro Baldi, catalogo Il Boncori era solito custodire i disegni e gli abbozzi dei suoi della mostra a cura di A. PAMPALONE, Roma 1980, pp. 147-156). quadri; nota infatti il Pascoli (op. cit., II, p. 282) a proposito delle 77) Appendice I, nn. 18, 19; 3, 4, 59 ; 6. opere inviate in Spagna (" Natività" e .. Circoncisione di N.S. ") Gli autori delle tre copie sono dichiarati nell'inventario della e purtroppo giunte sfigurate: •• E conservando ancora i disegni, e RC.A. (Roma, Archivio di Stato, Notai della RC.A., Antonio S. glt studi, ... si esibì di rifarle ... ". Tartaglia, voI. 1931, c. 760v) . 71) A. CONTI, L'evoluzione dell'artista, in Storia dell'arte italiana, Michele Mecocci è probabilmente la forma italianizzata di un II, L'artista e il pubblico, Torino 1979, p. 230. nome e cognome straniero, come suggerisce la diversa grafia usata dai compilatori degli Stati d'Anime della parrocchia dei Santi Vin­ 72) SALERNO, Pittori di paesaggio .. . , cit., I, 1977, p. XXIII; Ap­ cenzo e Anastasio a Trevi, dove visse per diversi anni (1680, 1688- pendice I, nn. 9, 16, 39, 44. 1690, 1694-(695) con il Boncori. È citato più volte come testimone 73) Appendice I, nn. 41, 42 ; 30, 36, 60-61 ; 27, 43; 15, 29, 35, nei documenti relativi alla controversia ereditaria (Roma, Archivio 46, 53, 57, 65; 2, 5, 37, 38; 58. del Vi cariato, Santi Vincenzo e Anastasio a Trevi, Stati d'Anime, 4, 1667-1682, c. 2V; 5, 1683-1699, cc. 71, 296, 363, 408v, 544V, 573 ; 74) Appendice I, nn. 7, 21, 28; 33, 56; 12-13; Roma, Archivio Roma, Archivio del Pio Sodalizio dei Piceni, busta Varie, cc. non di Stato, Notai della R.C.A., voI. 1932, c. 303, Nota di Robbe, e numerate (cfr. Appendice II) ; Roma, Archivio di Stato, Notai della Mobili spettanti al Sig.T medico Ciriaco Severini ... RC.A., voI. 1932, c. 332, Robbe lasciate dal Sign.r D. filippo Seve­ Scarse sono le notizie su Giacinto Camassei, di cui non si sa se Tini suo Ir.ello Comprate I dopo le nozze del Sig.r Lorenzo Mazzoni ... ). fosse fratello, nipote o cugino del più famoso Andrea. Non si conoscono sue opere pittoriche. 69 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

Anche Angelo Aleri, altro allievo del Boncori, eseguì alcune copie, dall' Archivio dell' Accademia di San Luca, Libro delle Risoluzioni ... , presenti nell'inventario della R.C.A., come si specifica nella stima cit. , voI. 45, c. 97· dei beni redatta dai pittori accademici, senza però indicare quali L 'Aleri ottenne il terzo premio insieme a Pasqualino Manini. tra quelle elencate (Appendice II). Gli altri partecipanti furono Giorgio Simonowitz, Michele Probener, Tiziano eseguì ben tre versioni del 'San Pietro Martire', oggi Gabriele Veglioni, Rocco Forniti, Francesco Leoni ed un anonimo. perdute, per cui è difficile indicare quale delle tre sia quella riprodotta È andata perduta anche la prova extemporanea dal titolo: .. L 'isto­ dal Boncori. Va comunque ricordato che il soggetto ebbe grande ria della comparsa delli tre angeli ad Abramo". successo nel Sei-Settecento e molteplici furono le copie e le incisioni 83) Con questo disegno Angelo Aleri risultò vincitore del terzo diffuse nel mondo artistico, specie della prima versione, posta nella premio con Rinaldo Quatrucci al concorso dell'ottobre 1679 (prima Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia e distrutta da un in­ classe di pittura), come si evince dall' Archivio della Accademia di cendio del 1867 (M.A. CHIARI, Incisioni da Tiziano, Catalogo del San Luca, Libro delle Risoluzioni ... , cit., voli. 45, cc. 70-72; 46, fondo a stampa del Museo Correr, Venezia 1982, on. 3, 88, 168). c. 27 bis ; Miscellanea Concorsi sec. XVII, 1679, foglio volante. Una riproduzione del' San Pietro Martire " appartenente a Pietro Alla gara parteciparono anche Giovan Battista Lenardi, Raimondo da Cortona e poi passata a Lazzaro Baldi, serviva ad arredare la Lafage, Bartolomeo Sibilla, Giuseppe Nasini. chiesa dell'Accademia di San Luca il giorno della festa del Santo patrono (Disegni di Lazzaro Baldi, cit., p. 159 n. 149). I giudici della prova di pittura furono : Ciro Ferri, Giovanni Battista Garalli, Giovanni Maria Morandi, Giovanni Bonati, i La presenza di un dipinto del Veronese conferma l'attenzione quali estrassero a sorte il seguente tema della prova extemporanea del pittore verso la scuola veneta, peraltro riconosciuta e sottolineata andata perduta: .. L'istoria di Daniele quando nel logo dei Leoni dagli stessi contemporanei (si veda in proposito la nota 31). Per le Abacuch portato dall'Angelo gli portò da mangiare " . Il disegno copie di Pier Francesco Mola raffiguranti" San Girolamo ", .. Due reca la seguente scritta sul bordo inferiore : .. Prima classe - 3° sol da tini con una femina con paesi" e la .. Predica di San Giovanni " Premio Angelo Aleri 1679 43 - Bi". Queste ultime iscrizioni come cfr. Appendice I, nn. 3-4, 59. L 'artista comasco eseguì diverse ver­ le altre .. 54 = 6 " sul recto in alto e .. nO 4 B" sul verso non sono sioni del ' San Girolamo', e della 'Predica del Battista'; si vedano identificabili. in proposito COKE, op. cito e J. GENTY, Pier Francesco Mola Pittore, Lugano 1979, pp. 99 (' San Girolamo in Preghiera " già a Londra, L'odierno numero di catalogazione, con il quale è conservato Sotheby), 156 (' San Girolamo', Buscot Park, Faringdon), 85 (' La presso l'Archivio dell' Accademia di San Luca, è Il A041 " . predica del Battista " Londra, National Gallery), 141 (' La predica Il disegno si ispirerebbe alla versione del Veronese, oggi conser­ del Battista', Parigi, Museo del Louvre); IDEM, Pier Francesco vata al Prado di Madrid (T. PIGNATTI, Veronese, Venezia 1976, Mola nelle collezioni private svizzere, Lugano 1986, pp. 14 e 15 fig. 560, cat. 240, p. 146). (' San Girolamo nel deserto '), pp. 16 e 17 (' San Girolamo peni­ Le opere del Veronese, in particolare il soggetto con 'Mosè tente nel deserto '). salvato dalle acque ', sono state oggetto di varie copie nel Sei­ Risulta difficile l'identificazione del pittore indicato col nome di Settecento (M. FERRETTI, Falsi e tradizione artistica, in Storia del­ Borgognone, tra Jacques Courtois (1626-1675, dal 1640 a Roma) l'arte italiana, X, Conservazione, falso, restauro, Torino 1981 , pp. e Guglielmo Courtois (1628-1679), anche perchè non si precisa il 118-192, fig. 187). soggetto della riproduzione. (Appendice I, n. 6) . Per Luigi Garzi si veda: SESTIERI, op. cit., p. 104, fig. 16. Lo studioso alla nota 38, p. IlO elenca altre pitture del medesimo 78) Pro, op. cit., p. 86; PASCOLI, op. cit., p. 278. soggetto sparse in Italia e all'estero; la versione oggi agli Uffizi 79) Lorenzo Nelli, Accademico di merito (1697), Virtuoso al Pan­ non è datata, ma il Sestieri la ritiene precedente a quella conservata theon (1701), donò all'Accademia di San Luca un quadro con la a Roma nella Galleria Nazionale. .. Historia di Santa Susanna " di evidente matrice veronesiana 84) Si tratta del " Mosè nella culla posta vicino al fiume", opera nonchè un delizioso ritratto di fanciullo. elencata nell'inventario Colonna del 1714, come da SALERNO, Pit­ L'artista eseguì anche un ritratto di Ciriaco Severini, elencato tori di paesaggio ... , cit., III, p. 1126 (si veda pure nota 33). Le altre tra i dipinti che quest'ultimo aveva portato in casa del Boncori due versioni sono citate nell'inventario dei beni del pittore (Appen­ (Roma, Archivio di Stato, Notai della R.C.A., voI. 1932, c. 303, dice I, n. 16) e in quello della Chiesa dei Santi Ambrogio e Carlo Nota di RoMe, e Mobili Spettanti al Sig.r medico Ciriaco Severini ... ). (cfr. nota 41). Nel lu~lio 1706 il pittore non impedì, come sottocustode della Accademia, che l'architetto Domenico Martinelli strappasse un 85) Per gli affreschi del Garzi: DRAGO, SALERNO, op. cit., pp. 108, editto affisso nella sala del Palazzo Carpegna e per tale motivo gli 112; SESTIERI, op. cit., pp. 92 e 93. fu richiesto, invano, di consegnare tutte le chiavi di cui aveva la 86) Cfr. J. THUlLLIER, Nicolas Poussin, Novara 1969, fig . 91, custodia. Morì all'improvviso di .. idropisia di petto " il 29 ottobre cat. 91 ; si tratta del ' Mosè esposto sul Nilo " incisione di Poussin, 1708 (Roma, Archivio dell'Accademia di San Luca, Libro delle 1672, presso la Biblioteca Nazionale di Parigi, Gabinetto delle Risoluzioni ... cit., volI. 45, cc. 170, I7IlJ; 46, c. 9IlJ ; 46/A, cc. I, 63, Stampe. Su questo tema ricorrente in Poussin cfr. G. WILDENSTEIN, 65, 100). Les gravures de Poussin au XVII sièc/e, in Gazette des Beaux-Arts, La perduta pittura con' Maria Vergine, Gesù, San Giovanni, San luglio-dicembre 1955, pp. 81-371, rispettivamente al n. 9, pp. I IO Giuseppe e Sant'Elisabetta ' nella distrutta Chiesa di San Nicola e III ; n. II p. II4; n. 12 p. 115. dei Cesarini era opera sua su disegno del Boncori (TITI, op. cit., 1987, p.87: C 131, E 153, 632 ; PASCOLI, op. cit., II, p. 278). Il dipinto, 87) SESTIERI, op . cit. , p. 105. di cui le fonti non concordano sulla tecnica (per il Titi era un af­ 88) Il disegno è ricordato come terzo premio, diviso con Filippo fresco, per il Pascoli un quadro d'altare), fu ben presto tolto dalla Luti, nella Miscellanea concorsi, secolo XVII, 1692, foglio volante, chiesa, perchè non figura nelle Visite Apostoliche effettuate dal presso l'Archivio dell'Accademia di San Luca. 1694 in poi, come risulta da : Roma, Città del Vaticano, Archivio AI concorso parteciparono anche Benedetto Luti, Giovanni An­ Segreto Vaticano, Miscellanea 1700, X (anni 1694-1726), nn. 9, tonio Martinetti e Giovanni Antonio Barigioni che furono giudicati IO, 12; G. PIETRANGELI, Rione IX Pigna, parte l'', Roma 1977, da Luigi Garzi ed Agostino Scilla. p. 14 (elenco dei dipinti al 1729). La rappresentazione grafica presenta una piccola targhetta, sulla Secondo alcuni studiosi, l'artista espose a Roma tre opere in quale è stato scritto a penna : .. Angelo Aleril P.a classe ". Il nome cui il maestro era intervenuto (ORLANDI, op. cit., p. 347). Lorenzo dell'autore è registrato con la data anche sul verso del foglio. Le Nelli fu anche incisore e dubitativamente il Nagler gli attribuisce isq·izioni .. 69 " sul recto e .. 41 " sul verso non sono identificabili. un'incisione fino a ora ritenuta del Ribera (G.K. NAGLER, D. An­ dresen Die Monogrammisten, IV, Leipzig 1919, p. 435 n. 1365; ti A097 " è l'odierno numero di catalogazione. THIEME, BECKER, op. cit., s.v. Nelli Lorenzo, XXV, Leipzig 1931, M .G. BOTTARl, S. TICOZZI, Raccolta di lettere sulla pittura, scul­ p. 385)· tura ed architettura scritte dai più celebri personaggi dei secoli XV, XVI e XVII, Milano 1822, voI. II, p. 73 . 80) Sul luogo d'origine dell'Aleri si veda : Roma, Archivio della La lettera, datata al 2 settembre 1691, è citata da E.P. BOWRON, Accademia di San Luca, Libro delle Risoluzioni ... , cit., voI. 45, c. 97. The Paintings of Benedetto Luti, Ph. Diss., New York University, La data di nascita è ricavata, con una certa approssimazione, dagli 1979, p. 79· Stati d'Anime in particolare da quello della parrocchia dei Santi Vincenzo ed Anastasio a Trevi del 1690, quando l'Aleri risulta avere 89) Inoltre il Boncori fu maestro di personalità come Arcangelo ventiquattro anni (Roma, Archivio del Vicariato, Santi Vincenzo e Resani (1670-1740), operante soprattutto in Emilia dopo un periodo Anastasio a Trevi, Stati d'Anime, 5, 1683-1699, c. 408v.). di attività in Roma per il quale si vedano: L. SALERNO, La natura morta italiana, Roma 1984, p. 360, che lo considera allievo del nostro 81) Cfr. nota 38. pittore secondo la testimomanza dell'Oriandi; M . PACE MARZOCCHl, 82) I disegni sono citati in PIROTTA, op. cit., pp. 6 e 7; SALERNO, Nuove precisazioni su Arcangelo Resani, in Paragone, 1986, 431-433 op. cit., 1974, p. 337. (Gli allievi in onore di Carlo Volpe), pp. 98-102, che ne esamina Il disegno con l''' Istoria dell'edificazione della torre di Nembro! .. la produzione pittorica. è tra quelli presentati al concorso dell'ottobre 1681, come risulta 90) Cfr. BOTTARI, Tlcozzl, op. cit., p. 74.

7° ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

ApPENDICE c. 300V quali rappresenta S. Girolamo e l'altro due soldatini con La controversia ereditaria tra la Reverenda Camera Apostolica e una femina con Paesi copiate dal Mola. Ciriaco Severini, presunto nipote del Boncori, ha dato origine ad una serie di incartamenti, conservati per lo più n eli' Archivio di 5) Un'altra dà testa rappresentante il Sacrificio di Pulisena Stato di Roma e qui in parte riprodotti, che contribuiscono a de­ non finito. lineare meglio la vita e le opere dell'artista. Tra le numerose carte rinvenute sono state scelte quelle che illu­ 6) Una tela quadra fuori di mesura con cornice bianca strano meglio la personalità artistica del pittore: l'inventario e la copia del Bergognone. stima dei beni, qui trascritti solo nelle parti in cui descrivono la " quadreria" del Boncori. 7) Un quadretto fuori di mesura rappresentante la Susanna Va ricordato che alla morte del Boncori furono stilati due in­ abozzo del Mola. ventari: uno voluto da Ciriaco Severini il giorno stesso del decesso, l'altro redatto dalla Reverenda Camera Apostolica qualche tempo 8) Un altra tela di tre palmi rappresentante il Sacrificio di dopo; qui è stato riprodotto il primo non solo perchè enumera i Salomone originale. quadri così come erano stati disposti dal pittore quando ancora era in vita, ma soprattutto per l'accurata descrizione che compie dei sog­ 9) Un altra da quattro palmi rappresentante la fuga d'Egitto. getti dei dipinti, a cui accompagna per lo più il nome dell'autore. IO) Un altra simile con cornice bianca à bozzetto della Tri­ Anche la stima dei beni fu compilata in due copie dalle parti in buna dell'Orfanelli. causa e i dipinti furono valutati rispettivamente dai pittori Ghezzi (Giuseppe?) per la Reverenda Camera Apostolica e da Lorenzo 1 l) Un tondo d'una Sant'Orsola. Nelli e Carlo Ascenzi per il presunto nipote. In questo caso però non si è potuto operare una scelta tra le due stime, perchè è stata 12-13-14) Tre tele da mezza testa rapp.te uno una Venere rintracciata solo la seconda presso l'archivio del Pio Sodalizio dei l'altro Argo, e Mercurio di Giacinto Camassei e l'altro Piceni. L'abbiamo comunque riportata, senza la note delle suppel­ un Paesino copia. lettili e degli altri beni, in quanto completa l'elenco dei quadri, già presente nell'inventario, con alcune precisazioni sui soggetti e 15) Una testa d'un vecchio fuori di mesura. gli autori dei dipinti, fornisce alcune notizie inedite sull'arrivo del 16) Una tela d'otto, e sei rappresentante Moise con la Regina Boncori a Roma e sugli ultimi impegni da lui assunti e soprattutto costituisce, al momento, l'unica testimonianza, magari di parte, sul nel fiume fatto à posta per il Sig. re Sensini, del quale si valore commerciale che all'epoca avevano le singole opere dell'artista. dice non esser stato pagato. Nella presentazione dei documenti si è conservata l'interpunzione, 17) Una tela da testa con una Madonna e S. Giovannino, l'irregolare uso della maiuscola e le varianti di nomi comuni, ma si è cercato di rendere più agevole la lettura sciogliendo la maggior parte delle abbreviazioni. C. 301 I documenti si succedono in ordine cronologico e hanno un nu­ mero progressivo romano per permettere nel testo il riferimento preciso. Per lo stesso motivi i quadri elencati nell 'inventario e un S . Giuseppe et il Bambino. nella stima sono affiancati da un numero arabo progressivo. Nella Stanza dello Studio 18) Un quadro fuori di mesura copia di S . Pietro Martire di Tiziano. I - INVENTARIO DEI BENI DEL BONCORI FATTO REDIGERE DA CIRIACO SEVERINI 19) Un altro fuori di mesura copia di Paolo Veronese rap.te la Venuta de' Maggi. Roma, Archivio di Stato, Francesco Antonio Cardelli notaio 20) Un quadro tondo con cornice intagliata rap.te il Riposo Capitolino, uff. 35 (1699 istrumenti da maggio), cc. 300- della Madonna. 30 3v, 336-338v. 21) Una tela d'Imperatore con un Paese abbozzato dal Mola. 22) Una tela da testa con cornice bianca rap.te una Mada­ lena nel Deserto. c. 300 23-24) Due quadri fuori di mesura a bozzetti rapp.te un Descriptio pro D . Cyriaco Severino c. 30lV Die vigesima secunda Maij 1699 Indictione Septima Pon­ tificatus Innocentii PP. XII anno eius octavo. I) S. Giacomo et altri Santi, e l'altro il Diluvio Universale. Haec est descriptio omnium, et singulorum bonorum mobilium haereditariorum repertorium Domi solitae habi­ 25-26) Due quadretti fuori misura uno Susanna, e l'altro tationis, per q. lo: Baptistam Boncori, dum vixit inhabitan. Gioseppe ebreo. fact pro parte, et ad instantiam Perill.is et Ex.mi D . Medici Phisici Cyriaci Severini Nepotis, et ab intestato haeredis 27) Una tela dà testa abozzetti con putti. in gradu proximiori q. Ioannis Bapt.ae animo tamen adheundi 28) Una tela dà testa con Cornice dorata Paese del Mola. illius haereditatem cum benef. legis et inventarii vigore mandati de describendo coram IIImo D . Locotenente per 29) Una tela fuori di mesura rappresentante il Ritratto del acta mei etc. expedita quod prae manibus habens mihi etc. Defonto. tradidit, et consignavit, ad affectum hic inserendi et alligandi Due sotto coppe di maiolica figurate. tenoris et sunt sequentia vid[elicet]. 30) Una tela dà mezza testa con certi frutti non finiti. Gessi, e cere diverse per uso di studio. Alcuni Cavalletti, et altre bagattelle di poco rilievo. Nella stanza dove dormiva il detto q. Gio. Battista

l) Una tela dà Imperatore rappresentante Christo, e la Nella prima stanza Madalena con cornice nera originale. 31) Un quadro fuori di mesura con Paese abbozzato con S. 2) Un altra dà tre palmi rappresentante Ercole con li vitij Eustachio. e la virtù originale. 32) Una tela dà testa abozzetto depinto con un S. Carlo 3-4) Due altre da mezza testa con cornicette, uno de al Corso. ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

33) Una teletta con Paese di Gio: Francesco Bolognese 68) Un'altra testa del Card. Ximenes. fatto in carta. Due tavolini di pietra con li piedi intagliati con sette 34) Un Paese in tela dà testa copia. figurine di terra cotta.

c. 302 69) Un quadro abbozzato della Visitatione di Santa Elisa­ 35) Una tela dà testa con una testa non finita. betta. 36) Una tela dà testa con frutti. 70) Un quadro d'una M adonna, e due Frati Domenicani abbozzati. 37) Un'altra d' Imperatore con Circe abbozzata, e non finita. Una tela designata di sette, e cinque. 38) Una teletta fuori di mesura con una pioggia d'oro. 71) Un quadretto in tavola depinto in tutte due le parti. 39) Una tela fuori di mesura con il Sogno di S. Gioseppe. 40) Un Paese fatto à guazzo.

II - STIMA DEI BENI DEL BaNCaRI (A CURA DI DUE PITTORI ACCADEMICI CHIAMA TI DA CIRIACO SEVERINI) c. 302V Nella Sala Roma, Archivio del Pio Sodalizio dei Piceni, busta Varie, cc. non numerate. 41-42) Due quadri di tela d' Imperatore con cormCI mta­ gliate rappresentanti un Gioco di carte, e l'altro il gioco di cappelletto mezze figure. Stato dell'heredità del q.dam Si gO Gio: Batta Boncori 43) Un quadro di sette, e cinque con un scherzo di Putti. Havere 44) Un quadro di quattro palmi con cornice dorata rappre­ sentante il Sogno di S. Giuseppe. I) quadro di tela d' Imp. c d'un gioco di carte stimato scudi 2) ...... 25 45) Una tela dà tre palmi rappresentante la Pietà con cornice bianca copia. 2) quadro compagno al medo di gioco a cappelletto stimato scudi ...... 25 46-47) Due quadretti dà mezza testa con due teste. 3) quadro di quattro palmi predica di S.Gio :Batta copia 48) Una tela dà mezza testa con due teste. stimato scudi ...... 6 49) Una tela dà mezza testa con un S. Pietro, et una Ma­ 4) quadro di quattro palmi di S. Brunone copia stimata donna à bozzetto. scudi 3) .. • ..•• ...•.• ...... •.. . . •• . . • . •• ... •• 4 50) Una tela dà trè palmi con cornice dorata copia del Sa- 5) quadro di sette e cinque scherzo di putti stimato scudi crificio di Salomone detto disopra. venti ...... 20 51) Una tela fuori di mesura à bozzetto di S. Carlo al Corso. 6) tela di quattro palmi di mezza figura che sona l'arciliuto 52) Una tela dà mezza testa con uno S. Giovanni che scrive. stimato scudi quattro 4) •••.•.•• . •• . • . . .•.•. . ...•. 4 53) Una tela dà quattro palmi con due Ritratti. 7) tela di quattro palmi sogno di S. Giuseppe copia stimata scudi tre 5) ...... • . . . . . • • ...... 3 8) tela d'Imper.c con mezzo paese abbozzato dal Viola stimato scudi uno ...... I c. 337 9) quadro di quattro palmi abozzato delle tribuna dell'or- 54-55) Due tele fuori di mesura con cornici, copie uno de' fanelli stimato scudi quindici ...... 15 quali rappresenta la Predica di S. Gio. e l'altro un Paese. IO) quadro di quattro palmi la Visitazione della Madonna, 56) Un quadretto bislongo con cornice dorata con un Paese di Gio: Fran.co Bolognese. e S. Elisabetta stimato scudi otto ...... 8 57-58) Due quadretti una testa originale, et un paesi no. I I) quadro di quattro ~almi d'una Fuga d'Egitto abbozzato stimato scudi diece) ...... IO 59) Una Predica di S. Gio : copia del Mola con cornice. 12) quadro d' Imper.e con mezza figura piccola cominciato, 60-61) Due quadretti bislonghi con frutti. stimato giulij sei ...... - .60 62) Una tela dà quattro palmi con cornice dorata rappresen­ 13) quadro di nove, e sei rappresentante moise stimato scudi tante S. Brunone copia. trenta 7) ...... • . • ...... • • • • • . . . • • • . . . 30 63-64) Due quadri di tela dà testa con cornice, una dorata, somma, e segue 151.60 e l'altra bianca, uno rappresentante la Natività di N .ro Signore, e l'altro la Predica di S. Gio : Batta. 14-15) Dui abozzetti d'un opera fatta a S. Carlo al Corso stimato scudi otto 8) • ...... • ...... • . . . 8 65) Una tela dà testa con il ritratto del Cardinal Mancini non finito. 16) Un quadro di tre palmi con sacrificio di Salomone sti- mato scudi trenta 9) ...... • .. . . . • ...... 30 17-18) Dui quadri di tre palmi con dui ritratti stimati scudi tre ...... 3 19-20) Dui quadri da testa uno la Natività di N .S. l'altro c. 337V la pre.dica di S. Gio :Batta compagni stimati scudi tren- 66) Una testa di creta cotta d'una Madonna fatta dal Fia­ ta IO) •• . • . .••..••.•••• . •• . •. . • . •• .. •••• •• • • •• • • 30 mengo. 21) Un quadro da testa con la Madonna, S. Gioseppe e S. 67) Una testa di S. Carlo di terra cotta. Gio : con il bambino stimato scudi quattro ...... 4 72 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

22) Un quadro da testa abozzato d'una Madonna S. Anna 55) Un quadretto in carta con l'abozzetto del quadro d'Ara- con due altre figure scudi quattro Il) ...... 4 coeli stimato un scudo 24) ••.•. . .••. . ••.•...... 23) Un tondo con il Riposo d'Egitto stimato scudi diece 12) IO 56) Un quadro piccolo fuor di misura con un sogno di S. Joseppe copia stimato scudi dui ...... 2 24) Un quadro da testa con la M addalena stimato scudi sette 13) ...... 7 57) Un quadro da testa abbozzo e non finito con il sacrificio di Polisena stimato giulij quindeci ...... 1.50 25) Un quadro dà testa con puttini stimato scudi quattro 14) 4 58) Tela da mezza testa con una venere stimata giulij quin- 26) Un quadro da testa con un ritratto del Defonto stimato deci ...... 1.50 scudo I 15) ...... I 59) Un quadro da mezza testa con la pioggia d'oro stimato 27) Un quadro da testa con paese a guazzo stimato giulij giulij quindeci ...... 1.50 sei 16) . . . . • . • • • . • ...... • . . . • • • . . • . - .60 0 28) .l!n quadro da testa con paese copia stimato giulij quin- 3 4.30 dicI ...... 1.50 Somma, e segue 304.30 29) .l!n quadro da testa con paese copia stimato giulij quin- 60) Un quadretto da mezza testa con la predica di S. Gio- dicI ...... 1.50 vanni copia stimata scudi sei 25) ...... 6 Somma e segue 256.20 61) Un quadretto in piccolo di S. Giovanni evangelista stimato un scudo ...... I 30) Un quadro da testa con il ritratto stimato giulij do- deci ...... 1.20 62) Studio di cera e gessi stimato scudi dui ...... 2 31) Una tela disegnata di sette e cinque stimata giulij 63) Tutte le figure di terra cotta di diversi scudi trenta .. 30 sette ...... - .70 64) Studio di disegni che stà nel canterano con stampe e 32) Una tela piccola di fuor di misura abbozzato del Mola libri stimati scudi cento ...... 100 d'una Susanna stimato scudi tre ...... 3 Tutti li sopradetti quadri e studio di gessi, figure di terra, 33) Un quadro di mezza testa con un paese soldatini copia disegni, e libri sono stati stimati nel modo sopradetto dal stimato scudi due 17) ...... •...•...... •... . . 2 sig' Carlo Ascentij, e Sign' Lorenzo Nelli Pittori Accade­ 34) Un quadro dipinto su carta paese di Gio:Fresco Bolo- mici come appare dalla loro sottoscritione nello originale gnese giulij quindici ...... 1.50 443.30 35) Un quadro bislongo copia di S. Pietro Martire stimato scudi otto 18) . . • • ...... • • • • • . • ...... • • . • . . . 8 36) Un ottangolo copia rapresentante l'adorazione dei Maggi stimato scudi tre 19) ...... •...... 3 Debbiti dell'Heredità del q.dam Sig.' Gio: Batta Boncori 37) Un quadro di mezza testa con una Madonna S. Pietro Dare e S. Paulo abozzetto stimato giulij quindici ...... - 1.50 38-39) Dui quadri di mezza testa con dui ritratti stimati scudi tre ...... 3 Si devono restituire alla comunità di S. Gregorio Diocesi 40) Un quadro di mezza testa del Mola ritratto stimato di Tivoli scudi diece nove per caparra havuto per un scudi dui 20 ) . .• . • .. • ...... ••..•. . ••••. • . . .•• 2 stendardo che doveva fare e non principiato ...... 19 41-42) Dui quadri di mezza testa con paese copia, e l'altro Si devono bonificare alli Padri capuccini della città di Teramo opera di Giacinto Camassei stimato scudi dui 21) ...... 2 scudi quaranta per messe nO quattrocento celebrate per un quadro che il medemo doveva fare ed non principiato 40 43-44) Dui quadri da testa con due teste una d'homo e l'altra di donna copie stimate scudi tre ...... 3 453.18 45) Un quadro piccolo con una testa copia stimata uno Somma e segue 453.18 scudo ...... I Pegni fatti al monte della Pietà scudi cinquanta quattro 54 288.10 somma, e segue 288.10 507. 1 8 46) Un tondino con S. Orsola stimato giulij quindeci 1.50 Per diverse biancarie mandate ad esso Boncori dalla madre, e sorella d'esso med. Severini per lo spatio d'anni qua­ 47) Un quadro di mezza testa con un vecchio stimato uno ranta come suo frello cugino come si giustifica scudo ...... I Per alimenti prestati ad esso Boncori nella casa della zia 48-49) Due altre teluccie una finita cioè la Susanna, e l'altro, e madre del detto med. Severini per spatio di venti dui Joseppe Hebreo (?) stimati scudi ...... 3 anni pa di venire a Roma 50) Un quadretto in tavola da una parte con moniche l'al- tra parte un paese stimato giulij tre 22) ...... - .30 L'altri quadri che non sono descritti nella presente lista 51) Una tela da testa con frutti stimato giulij sei tela da mez- ma bensì descritti e notati nell'inventario della R.C. si za testa con frutti abbozzati stimato giulij tre '" .60 devono restituire al Sig' Angelo Aleri scolaro del me demo * - Boncori e son quadri fatti e copiati dal medemo Aleri 52-53) Dui altre teluccie con frutti bislunghi stimate giulij cinque ...... - .50 Un'altra copia non descritta nella p.ente ma bensì nell'in­ ventario della R.C. si deve al Sig' Michele Mecocci pari­ 54) Un quadro piccolo bislungo con il diluvio stimato giulij mente scolaro del sud. Boncori come dalle medemi si quindici 23) ...... •• ...... 1.50 giustificano . • L'altri quadri e diverse robe notate nell'inventario della R.C.

.. La cifra, per errore segnata -.60 da l compil atore, è chia ramente da jnten­ non specificato nelle p.ente appartengono al med. seve­ dersi -.go. rini e filippo severini come dalli medemi si giustificano

73 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

I) Sul margine slmstro del foglio è la scritta : .. 8" xbris 1709 13) Potrebbe corrispondere alla • Maddalena nel deserto ' del­ solvit alias C.A. de Aurelis p.Archia" . l'altro inventario (n. 22). 2) Rispetto all'inventario fatto redigere dal Severini (numeri 14) Nell'inventario fatto redigere del Severini (n. 27) si precisl corrispondenti 41-42) si specifica che questo quadro e il seguente che è un abbozzo. sono formati da mezze figure. 15) Nell'altro inventario viene considerato (n. 2g) una tela fuori 3) Nell'inventario fatto redigere dal Severini (n. 62) è descritta di misura. anche la cornice. 16) Rispetto all'altro inventario (n. 40) si precisa che è un quadro 4) Questo soggetto non trova corrispondenza nell'altro inven­ di H testa". tario. 17) Nell'altro inventario (n. 4) si descrive il soggetto e si speci­ 5) Rispetto all'inventario fatto redigere dal Severini (n. 44) si fica che è una copia del Mola. precisa che è una copia. 18) Rispetto all'altro inventario (n. 18) è indicata la forma del 6) Rispetto all'altro inventario (n. g) si aggiunge che è un quadro quadro. abbozzato. Ig) L'autore del quadro (Veronese) da cui è stata tratta la copia 7) Manca il nome del committente del quadro, indicato invece è indicato nell'altro inventario (n. Ig). nell'inventario fatto redigere dal Severini (n. 16), dove è però errata 20) Rispetto all'altro inventario si specifica l'autore (Mola). una delle dimensioni del dipinto, qui correttamente descritta. 21) Il soggetto del secondo dipinto è precisato nell'altro inven­ 8) Nell'inventario fatto redigere dal Severini si elencano tre boz­ tario (n. 13). zetti per San Carlo al Corso (nn. IO, 32, 51). 22) La descrizione del soggetto non risulta nell'altro inventario g) Nell'altro inventario (n. 8) si precisa che il quadro è un origi­ (n. 71). nale. 23) Nell'altro inventario (n. 24) si dice che l'opera è un bozzetto. IO) Si descrivono le cornici di questi quadri nell'altro inventario (nn. 63-64). 24) Potrebbe corrispondere al n. 6g dell'altro inventario, dove si descrive il soggetto, ma non si specifica la chiesa cui era de­ II) Il soggetto non trova corrispondenza con l'elenco dei quadri stinato. voluto dal Severini, anche perchè si indicano solo due figure. 25) Nell'altro inventario (n. 59) si afferma che il quadro era una 12) Nell'altro inventario (n. 20) si descrive la cornice. copia di un'opera del Mola.

N.d.R.: Mentre questo articolo era in stampa, è uscito lo studio di A. CIPRIANI, I disegni di figura dell'Accademia di San Luca, Roma

1988 (1989), che riporta i disegni del Boncori, I I pastori ritrovano Romolo e Remo' (p. 17; trafugato nel 1987), e I Il sacrificio di Numa Pompi/io' (p. 25).

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