Rapporto Dell'evento Meteo-Idrologico Dal 30 Gennaio Al
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Rapporto dell’evento meteo-idrologico dal 30 gennaio al 3 febbraio 2019 A cura di: Miria Celano, Unità Radarmeteorologia, Nowcasting e Meteorologia da Satellite Andrea Selvini, Rosanna Foraci Area Centro Funzionale e Sala Operativa Previsioni Michele Di Lorenzo, Unità Reti di monitoraggio BOLOGNA, 20 febbraio 2019 1 Riassunto Nelle giornate del 30 e del 31 gennaio il rapido passaggio di un'onda depressionaria associata all'afflusso di correnti polari marittime ha determinato iniziali deboli precipitazioni diffuse, a carattere nevoso anche in pianura. Successivamente nelle giornate dell'1 e del 2 febbraio l'afflusso di correnti di libeccio, associate al ramo ascendente di una profonda saccatura con minimo sul golfo di Biscaglia in spostamento verso il Tirreno, ha causato precipitazioni intense sul crinale appenninico associate al parziale scioglimento del manto nevoso accumulato nelle precedenti giornate, originando inoltre fenomeni di pioggia congelante al suolo sulle vallate del settore centro-occidentale e causando venti forti con raffiche sull'Appennino centro-orientale. Le abbondanti precipitazioni hanno generato piene su tutti i corsi d’acqua appenninici, significative sia per i livelli che per i volumi raggiunti su Reno, Panaro, Secchia ed Enza, parzialmente laminate nei tratti vallivi grazie all’azione di scolmatori e casse di espansione. Sul fiume Reno la piena ha raggiunto i massimi storici registrati nella sezione di Vergato e nella sezione di Bonconvento, qui il colmo di piena ha raggiunto 12,84 metri, massimo di sempre. Poco a monte di Bonconvento una rotta arginale in destra ha causato l’allagamento di un’area di circa 27 kmq nei Comuni di Castelmaggiore, Argelato e S. Giorgio di Piano. In copertina: in alto a sinistra: neve a Brisighella (RA), dai rilievi dei Carabinieri Forestali; in alto a destra: gelicidio nel Piacentino (da “piacenzasera.it”); in basso: la piena del Reno (foto Andrea Valentini) 2 INDICE 1. Evoluzione generale e zone interessate ........................................................................................ 4 2. Analisi meteorologica sull’Emilia-Romagna ............................................................................... 7 3. Analisi dell’evoluzione alla mesoscala sull’Emilia-Romagna ................................................... 12 4. Effetti connessi al gelicidio ........................................................................................................ 17 5. Analisi della neve e degli effetti al suolo connessi ..................................................................... 19 6. Analisi della precipitazione cumulata sull’Emilia-Romagna ..................................................... 26 7. La piena del fiume Reno ............................................................................................................. 29 7.1. Analisi pluviometrica a scala di bacino 30 7.2. La propagazione della piena lungo il corso d’acqua 32 8. Le piene sui fiumi affluenti di destra del Po ............................................................................... 40 8.1. La piena del fiume Panaro 41 8.2. La piena del fiume Secchia 45 8.3. La piena del fiume Enza 50 9. Effetti al suolo connessi al passaggio delle piene ....................................................................... 53 10. Analisi del vento ......................................................................................................................... 56 11. Effetti connessi alle mareggiate .................................................................................................. 58 12. Le attività del Centro Funzionale per la previsione ed il monitoraggio degli eventi ................. 60 3 1. Evoluzione generale e zone interessate Nella giornata del 30 gennaio un'onda ciclonica in quota di breve ampiezza (Figura 1) si è rapidamente portata dalla Francia verso il Tirreno settentrionale facendo confluire sulla nostra penisola una massa d'aria polare marittima e determinando la formazione di un minimo depressionario al suolo (Figura 2), associato a precipitazioni diffuse a carattere nevoso anche in pianura sull'Emilia-Romagna. Il 31 gennaio l'onda depressionaria si è portata verso est (Figura 3), chiudendo un minimo sull'Italia centrale associato ad un fronte freddo occluso che ha mantenuto debole instabilità in aria fredda sulla nostra regione, con precipitazioni di scarsa consistenza che hanno prevalentemente interessato il settore orientale e i rilievi appenninici, assumendo carattere nevoso solo a quote collinari. Al seguito del transito dell'onda depressionaria verso sud-est una nuova saccatura (Figura 4), molto più estesa della precedente, si è approfondita dalle isole britanniche verso il bacino del Mediterraneo, determinando l'afflusso di veloci correnti sud-occidentali nel suo ramo ascendente, che si sono intensificate nella giornata dell'1 febbraio, apportando precipitazioni intense sull'Appennino associate ad un rapido innalzamento del campo termico e a venti forti con associate raffiche sui rilievi centro-orientali. Nella giornata del 2 febbraio la saccatura (Figura 5) con minimo chiuso sul Tirreno settentrionale si è portata verso est, mantenendo flussi di correnti sud-occidentali in area fredda sulla nostra regione associati a deboli precipitazioni diffuse, con nevicate solo sulle cime più elevate dell'Appennino. Figura 1: Mappe di analisi (da modello IFS-ECMWF) di geopotenziale, temperatura e vento a 500 hPa del 30- 01-2019 ore 12 UTC centrata sull’Italia. 4 Figura 2: Mappe di analisi (da modello IFS-ECMWF) di pressione sul livello del mare e del vento a 10 metri dal suolo del 30-01-2019 ore 12 UTC centrata sull’Italia. Figura 3: Mappe di analisi (da modello IFS-ECMWF) di geopotenziale, temperatura e vento a 500 hPa del 31- 01-2019 ore 12 UTC centrata sull’Italia. 5 Figura 4: Mappe di analisi (da modello IFS-ECMWF) di geopotenziale, temperatura e vento a 500 hPa del 01-02-2019 ore 12 UTC Figura 5: Mappe di analisi (da modello IFS-ECMWF) di geopotenziale, temperatura e vento a 500 hPa del 02-02-2019 ore 12 UTC centrata sull’Italia. 6 2. Analisi meteorologica sull’Emilia-Romagna Nella giornata del 30 gennaio, il rapido il passaggio dell'onda depressionaria sull'Italia del nord ha determinato precipitazioni diffuse che, ad iniziare dal settore occidentale al mattino, hanno gradualmente interessato l'intero territorio regionale nel corso del pomeriggio. Le precipitazioni si sono mantenute nevose sul settore occidentale nell'intero arco della giornata, mentre sul settore centro-orientale l'afflusso di una massa d'aria più mite proveniente dall'Adriatico ha fatto sì che le precipitazioni abbiano dapprima presentato carattere di pioggia mista a neve, per divenire nevose nel corso della serata, ad esclusione della fascia costiera settentrionale dove l'azione mitigante dell'aria proveniente dal mare ha mantenuto le precipitazioni prevalentemente in forma di pioggia. In Figura 6 si può osservare il cuneo di aria calda esteso da Rimini fino a Bologna nel primo pomeriggio, con altezza dello zero termico intorno a 800 metri, in flessione a Reggio-Emilia, e il cuneo di aria fredda localizzato tra Piacenza e Parma, dove l'altezza dello zero termico scende rapidamente ai 200 metri, per portarsi al livello del suolo sul Piacentino. La Figura 7 relativa alle ore 00 UTC del 31 mostra che durante il pomeriggio la massa di aria fredda si è portata verso est, e conseguentemente l'altezza dello zero termico ha raggiunto il livello del suolo sull'Emilia, completamente interessata dalle nevicate anche in pianura. Figura 6: Sezione verticale del campo termico dal suolo fino a 3500 metri (asse delle ordinate) da Piacenza a Rimini delle ore 12 del 30/01/2019 – Previsione modello Cosmo5M, corsa delle ore 00 U.TC. del 30/01/2019 Nella giornata del 31 gennaio, al seguito del passaggio dell'onda instabile del giorno precedente, si sono verificate deboli precipitazioni in aria fredda che hanno assunto carattere nevoso a quote collinari e sui rilievi, e occasionalmente in pianura, in Figura 8 si nota come l'altezza dello zero termico nel primo pomeriggio si sia lievemente innalzata rispetto la notte precedente, con altezza compresa tra i 300 metri del Piacentino e i 600 metri del settore orientale, limitando alla fascia appenninica le nevicate nella tarda mattinata e nel pomeriggio-sera. 7 Figura 7: Sezione verticale del campo termico dal suolo fino a 3500 metri (asse delle ordinate) da Piacenza a Rimini delle ore 00 del 31/01/2019 – Previsione modello Cosmo5M, corsa delle ore 00 UTC del 30/01/2019 Figura 8: Sezione verticale del campo termico dal suolo fino a 3500 metri (asse delle ordinate) da Piacenza a Rimini delle ore 12 del 31/01/2019 – Previsione modello Cosmo5M, corsa delle ore 00 UTC del 31/01/2019 8 L’1 febbraio la nostra regione è stata interessata correnti di libeccio con avvezione di aria calda e instabile, in scorrimento sul pre-esistente cuscinetto di aria fredda di origine polare che stazionava sulla Valpadana dalle precedenti giornate. L'avvezione calda ha investito il crinale appenninico, innalzando rapidamente le temperature fino a portare l'altezza dello zero termico al disopra dei 2000 metri, causando un parziale scioglimento del manto nevoso accumulato in precedenza e determinando precipitazioni piovose anche sulle cime più alte. Nel corso della giornata le correnti calde sono riuscite a penetrare nella pianura orientale e sulla collina centro-orientale, mentre sulle colline da Piacenza a Modena il ristagno di aria fredda intrappolata nelle vallate