La corsa in dove rischiano di perdere tutti

Nulla sarà più come prima, o forse alla fine non cambierà nulla.

Certo mai avrebbe immaginato di fare questa corsa per il secondo mandato presidenziale a Palazzo Balbi non solo senza , ma addirittura avendolo come avversario.

Luca Zaia

Con Tosi che dice, candidandosi Presidente, “io non sono abituato a correre per fare perdere qualcuno, e nemmeno per fare vincere qualcun altro, ma solo per arrivare primi”. Evidente che la prima parte è riferita a Zaia, la seconda a Moretti, e la terza a se stesso. La candidata Moretti, invece, cerca di parlare con tutti perché, ha detto sin dall’inizio, “ogni cittadino veneto merita di essere ascoltato”, aggiungendo “il mio competitor è Luca Zaia, non i compagni o le compagne di partito”. “Sono convinta che possiamo farcela”, aggiunse Moretti, e quando le è stata prospettata l’ipotesi della sconfitta, non ha voluto nemmeno prendere in considerazione l’eventualità.

Alessandra Moretti.

Il Sindaco di Verona è stato messo alla porta dalla Lega e lui, che vorrebbe un domani candidarsi quale leader dell’intero centrodestra italiano, si è domandato se ci fosse modo di portare dalla sua parte , poi quando ha capito che i berlusconiani avrebbero sostenuto Zaia si è incontrato e poi alleato con i leader veneti di UDC Antonio De Poli e NCD . E’ invece facile immaginare che la discesa in campo del suo ex Segretario abbia fatto almeno imprecare Luca Zaia spingendolo a commentare cosi: “se qualche leghista si perde per strada è affare suo”.

Flavio Tosi

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Al successore di Maroni alla guida della chi condivide l’azione politica dell’ex Sindaco di Firenze fa venire letteralmente l’orticaria. L’essere alleati a Roma di un lato dell’emiciclo e a Venezia… dell’altro, non gli riesce comprensibile, e quindi per lui che NCD e Faro di Tosi vadano pure assieme. Zaia così però rischia di vedersi sfilare un dieci per cento di voti preziosi proprio da Tosi, con cui mai c’è stato amore. Scenari che terrorizzano , lui infatti sogna ancora un rassemblement che vedrebbe tutti in un’unica squadra: Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia, NCD, UDC e anche Italia Unica di Passera.

Jacopo Berti

Terzo o quarto incomodo, a seconda di dove si voglia collocare Tosi, fra Zaia e Moretti vorrebbe inserirsi il padovano Jacopo Berti scelto per M5S dagli elettori grillini certificati. Persona garbata, convinta, che non teme di dire che tra le sue motivazioni c’è “anche quella, un po’ egoistica, di farlo anche per me, perché stufo di abitare in un Veneto che va in questo modo”, ma mediaticamente un po’ trasparente. Trasparente non certo perché il trentunenne alfiere del Movimento 5 Stelle non abbia qualità, capacità o contenuti, ma semplicemente perché le medesime non sono note alla massa critica degli elettori veneti. Gli altri? I socialisti? I venetisti a diverso titolo seguaci di uno del gruppo Valdegamberi-Foggiato- Guadagnini-Azzano Cantarutti-Comencini? staranno con Zaia, incredibilmente di nuovo assieme per quanto riguarda grandi ex come il veronese Comencini e il trevigiano Foggiato. Anche Indipendenza Veneta, sempre guidata dal noalese Alessio Morosin, incrollabilmente convinto della legittimità del diritto del Popolo Veneto di autodeterminarsi quale Stato autonomo, è scesa in lizza, anche se forse inizialmente disposta a fare un passo indietro e sostenere Luca Zaia se mai la Lega Nord avesse accettato un accordo solidamente indipendentista. Con Morosin si è schierato in maniera inattesa Lucio Chiavegato, che ricordiamo fu con il fondatore della Franco Rocchetta uno dei 22 venetisti assurdamente finiti in carcere per la vicenda del tanko n. 2, e come lui quello che fu il pirotecnico fondatore del LIFE Fabio Padovan.

Alessio Morosin

C’è chi il Presidente uscente della Regione Veneto lo paragona a Vendola, o a Obama, e poi a Renzi, o se preferite Berlusconi. Nessuna similitudine politica, non necessariamente, e nemmeno attitudinale. Il loro segreto è la fascinazione della narrazione, come dire che sanno raccontarla

| 2 La corsa in Veneto dove rischiano di perdere tutti bene, o quantomeno sanno raccontarla così come gli uditori desiderano in quel momento venga loro raccontata per poi sentirsene gaudenti e soddisfatti. Non è che a con la sua Giunta sia infatti andata meglio che a Zaia, e quanto i due siano diversi e distanti lo vedrebbe, senza offesa per i non vedenti, anche un cieco. E nemmeno per Barack Obama sono state esattamente tutte rose e fiori, che senza Marchionne e la Fiat, incredibile a dirsi! rischiava di farsi fagocitare a Detroit dal buco nero della Chrysler. A sinistra c’è poi Laura di Lucia Coletti per con una lista civica, ambientalista e solidale, e – ma sub judice – a destra potrebbe esserci Forza Nuova con Sebastiano Sartori. La politica è l’arte del possibile, e spesso dell’impossibile. Come dicono i Veneti “per capitare non capita, ma se capita…” La corsa in Veneto dove rischiano di perdere tutti was last modified: Febbraio 7th, 2019 by fabio c. fioravanzi

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