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LINEE eSUONI l’Unità2 9 Domenica 5 ottobre 1997

Intervista a Pedro Ayres che presenta l’ultimo lavoro del gruppo: «Paraíso» Suoni d’altri tempi nel cd di Beppe Gambetta , la melodia lusitana Valzer, tanghi, mazurche Quella Genova raccolta in strada e lungo i fiume d’inizio secolo «La nostra è un’opera in cui tutti i componenti del gruppo possono esprimere la musica che sen- tono». «Perché Paradiso? È l’atmosfera in cui lavoravamo». L’album registrato a Venezia. che ricorda Napoli

DALL’INVIATA ders).Matrailsuccessoeiviaggi,la siche. Credo. Quando siamo arriva- Si dice spesso che il nostro è un e concertista classico rinomato), stabilitàdelgruppovacilla.Chien- ti in sala di registrazione era già tut- paese senza memoria, un paese tutto imperniato su un reperto- LISBONA. Iniziarono ad incontrar- tra e chi esce, la formazione cam- to a posto, tutto piuttosto definito. che dimentica il suo passato e le rio ricavato in buona parte da si nel vecchio convento della Ma- biaalmenounpaiodivolte.Perap- È un disco di musicisti, ci tengo a Il percorso artistico sue radici. A volte sembra che sia vecchie incisioni d’epoca. Si dredeDeus,cheprestodivenneun prodare a questa ultima: sono an- dirlo,perchè tutti esprimonolamu- proprio così e non è un caso che i tratta, come specificano le note luogo di attrazione notturna per dati via prima Rodrigo Leäo, poi sica che sentono e hanno la possibi- che porta al Paradiso musicisti più attenti alla nostra che accompagnano Serenata,di musici, musicanti, attori e amici. Gabriel Gomes e Francisco Ribeiro litàdicomporla». storia e alla nostra cultura musica- brani di derivazione classica e Era il 1986 e Pedro Ayres Megal- e oggi con Pedro Ayres, Teresa Sal- Perche’ilParadiso? le trovino più facilmente acco- folk. Quella che emerge da que- haes già da un anno, con l’amico gueiroeJoséPeixotosuonanoCar- «Ci sono tante ragioni. È un no- Esce il 20 ottobre il nuovo disco dei Madredeus,«O Paraíso», glienza e comprensione all’estero. sto cd è una Genova eclettica e bassista Rodrigo Leao, aveva dato lo Maria Trindade alle tastiere e me che suona bene, è la canzone quattordici canzoni. Un bel disco, con alcuni brani che entre- È accaduto esattamente lo stesso cosmopolita, una città aperta ad ilviaall’avventuradiquellachesa- Fernando Jùdice alla chitarra bas- che personalmente preferisco, è un ranno certamente nella memoria e nel cuore degli appassionati anche a Beppe Gambetta e a Carlo abbracciare il mare che ricorda rebbe diventata, in dieci anni, una so. titolo conseguente agli altri nostri fan del gruppo portoghese: la melodia di «Haja o que Houver», Aonzo che pubblicano in questi sorprendentemente Napoli e i bandinternazionale,iMadredeus. Nella sala del castello reale di lavori. Eppoi è la testimonianza di e di «Carta para Ti», la canzone che da il titolo all’album, «O Pa- giorni Serenata, un cd tutto dedi- suoi cafè chantant. Valzer, ma- In un anno trovarono per caso, Sintra, a 30 chilometri da Lisbona quell’atmosfera di cui parlavo pri- raíso», la musicalità quasi «partenopea» di «Coisas Pequenas» e cato alla Genova dei primi anni zurche, tanghi, serenate, riela- unaseradivagabondaggioaBairro (castello del XV secolo, «unico in maapropositodelnostrolavoro». di «A Tempestade». del Novecento, in Germania borazioni di arie d’opera, boleri, Alto, una cantante come Teresa Europa- giura il sindaco - perché è Quando lavoravate in quella Ed è giusto una tempesta di note, di arpeggi, questo «O Paraíso» (Acoustic Music Records) e negli czardas creano un’atmosfera Salgueiro (allora sedicenne), si ti- l’unico che ha ancora tutta intera sorta di «laboratorio» alla Madre che forma, alla fine, un lungo fiume tranquillo, il dolce Tejo Stati Uniti (Green Linnet). E quasi inebriante, romantica e rarono dentro il fisarmonicista lastrutturaoriginaleenonc’ètrac- de Deus avevate molte gente in- che bagna Lisbona, celebrato in «Ainda». Un bel disco, diceva- non si tratta di un disco noioso, sentimentale. Le composizioni Gabriel Gomes e il violoncellista cia di ristrutturazione»), i Madre- torno a discutere con voi la musi- mo, ma forse con una marcia in meno rispetto ai precedenti. badate. In questo recupero mol- di Pasquale Taraffo, da «Giusep- Francisco Ribeiro e la musica ven- deus hanno cantato, protetti dai ca. Oggi come nascono le vostre Questa grande distesa di acqua sfocia in un mare calmo, troppo to serio e accurato, che fa emer- pina» a «Stefania» (che ricorda- ne fuori. Suadente, dolce. «Volevo cigni reali del soffitto, le loro nuo- canzoni? calmo, uniforme. La musica e i testi, come sempre quasi tutti di gere dall’oblio e dalla polvere vamo in una scintillante inter- ricordare ai portoghesi la tradizio- ve canzoni. C’è qualcosa di «per- «Il nostro è un lavoro che non ha Pedro Ayres Magalhães, (ma anche di Carlos Maria Trindade e del tempo due virtuosi straordi- pretazione di un altro illustre ne della loro musica popolare» ha fetto» che accompagna il gruppo. mai una fine, in questo siamo anco- José Peixoto) hanno la stessa forza, la stessa tensione melodica nari come il chitarrista Pasquale genovese, Armando Corsi) pas- dettopiùvoltePedroAyres. Saranno le luci discrete, appena ra condizionati da quello che ci di- di «» o «Ainda», ma c’è qualcosa che frena il ritmo inter- Taraffo e il mandolinista Nino sando per la «Sonata in La», me- Oggi i Madredeus sono una real- tinteggiate di rosso, la penombra cono gli altri. Le nostre canzoni na- no delle canzoni. Catania, c’è una buona dose di ritavano assolutamente di essere tà forte. Ancora più forte dopo «Li- che sfiora i musicisti a turno, la scono ovunque, catturano sensa- Nella «rinata» formazione (voce, due chitarre classiche, una affettuosa ironia. Quella stessa riprese e portate alle conoscenza sbon story» il film di Wim Wen- presenzadiscretadiTeresa.Insom- zioni, episodi, stati d’animo: duran- chitarra basso acustica e tastiere) mancano le voci della fisar- che potevamo già trovare nelle di un pubblico più vasto, ma è ders che li ha visti protagonisti. maunbelregaloallamusicaporto- te una passaggiata, durante i tour o i monica di Gabriel Gomes e quella del violoncello di Francisco incisioni di Beppe Gambetta, in- bello riascoltare brani famosissi- «Questo è un successo tutto italia- ghese. I Madredeus che inizieran- viaggi di lavoro, su un autobusdi Li- Ribeiro, che, negli arrangiamenti, avrebbero dato una mano a solita figura di suonatore di mi come «La Vergine degli An- no - dice ancora Pedro Ayres - Da no il loro nuovo tour il prossimo sbona, su un traghetto per Vene- «concretizzare» questa rarefatta produzione artistica. Ci si per- bluegrass e folk americano non- geli» di Giuseppe Verdi (da «La voi il film è andato molto bene e giovedì da Città del Messico, arri- zia». de in «Agora’», il brano più lungo, tripudio di chitarre senza fi- chè di appassionato cultore del- forza del destino»), la «Ciarda di quindi anche il nostro disco. Ma veranno in Italia a novembre: il 16 Proprio a Venezia è stato regi- ne, come pure nella malinconia de «O Sonho». La voce, incan- la buona cucina. Un suo libro di Monti» o «Ma se ghe pensu» questo è stato solo per l’Italia. Nel eil17aMilanoedil19aRoma. statoildisco.Comemai? tevole e accorata, di ,è dunque, più ancora che ricette, «Beppe Cooks!», scritto nella versione di Gambetta e resto d’Europa avevamo già il no- E Pedro Ayres, indiscusso leader «Non siamo andati a Venezia per nel passato, il punto forte del nuovo disco. in inglese e pubblicato negli Sta- Aonzo. È davvero un disco pre- stropubblico». di un gruppo, non risparmia le pa- lo studio di registrazione. Si tratta di Il che va bene, ma con altri arrangiamenti, con altri strumenti ti Uniti, ha avuto un grandissi- zioso, Serenata, e ci piacerebbe In effetti, a leggere la non lun- role per raccontare di questa ulti- uno studio medio: non è il massi- (non necessariamente quelli già sperimentati), «O Paraíso» mo successo, creando perfino molto che una casa discografica ghissima biografia, si ha l’impres- mafatica. mo, non è il minimo. Ma Venezia avrebbe segnato una tappa ancora piu‘ significativa nell’evolu- qualche imbarazzo all’autore, italiana provvedesse a distribuir- sione di un gruppo di «forzati» del Dieci anni fa eravate orgogliosi ha un ambiente favorevole alla zione del gruppo. che tiene sempre e comunque lo e a promuoverlo adeguata- tour: dal primo concerto, come di«nonessere ungruppo, ma gen- creazione. Fa bene guardarla, fa be- «Sono sicuro che queste canzoni cresceranno grazie all’acqua alla sua attività di musicista e mente. Prima o poi dovremo li- spalla degli allora più noti «Sètima te che suona insieme», le vostre ne ascoltare i piccoli gruppi che in della vostra attenzione», ha scritto Pedro Ayres nelle note all’al- non vuole confondere troppo le berarci del nostro endemico Legiäo», ad oggi non si sono mai canzoni nascevano dall’improv- piazza San Marco suonano arrivan- bum. Un modo diverso per dire che i Madredeus continuano ad sue passioni. In Serenata rivive il provincialismo e guardarci in- fermati. Nel 1993, intanto, si uni- visazione. È stato così anche per do da tutto il mondo. Si ha la sensa- essere un gruppo che ascolta il pubblico. La risposta a questa a concerto ideato e portato in dietro con legittimo orgoglio. sce a loro un altro chitarrista, Josè questoultimodisco,«OParaíso»? zione che la musica sia veramente questo disco sara‘ allora il punto di partenza per la prossima fa- tournée dalla stesso Gambetta Ne va anche e soprattutto del Peixoto e come sestetto incidono «Abbiamo lavorato benissimo. un“bene”internazionale». tica. [A.Ma.] (eccellente chitarrista) e da Car- nostro futuro. sia «O espirito da paz» sia «Ainda» Tra noi c’è un’atmosfera di pace, di lo Aonzo (mandolinista diplo- (colonna sonora del film di Wen- serenità che ha contribuito alle mu- Antonella Marrone mato al conservatorio di Padova Giancarlo Susanna