Interno Di Famiglia Con Tenerezza
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01SPE01A0110 ZALLCALL 12 22:08:32 09/30/97 GLI SPETTACOLI l’Unità2 7 Mercoledì 1 ottobre 1997 ROMA. Dolori sotto l’albero.L’albe- ro di Natale, che poiè anche quello- Dieci anni dopo tra il gergale e il metaforico - delle «pere». Per il suo ritorno dietro la ci- «Mignon è partita» La Golino: nepresa, a due anni da Con gli occhi chiusi, Francesca Archibugi ha la regista si rituffa «L’Italia per scelto un argomento da far tre- mare i polsi. Perché sì, il frutto nei temi che noi attori del titolo allude proprio a quella cosa lì: la droga assunta via endo- ama di più 01SPE01AF02 vena. Ma non pensate a una fo- è un limbo» sca storia di siringhe usate e de- A Roma il set 1.0 gradazione urbana. Ancora una 11.0 Capelli rossi raccolti, volta la trentaseienne regista si de «L’albero delle orecchini esotici a forma di ispira al prediletto e amatissimo serpente, occhi mondo dell’infanzia per raccon- pere» con vistosamente truccati, tare una vicenda familiare in bili- vestito di velluto nero co tra dramma e commedia. «Mi Valeria Golino attillato, calze viola. Valeria piacciono i titoli impressionistici, Golino è Silvia, la mamma un po‘ epici e un po‘ infantili», «Ma è una storia yé-yé - un po‘ spiega la Archibugi, gonnella svo- irresponsabile, un po‘ lazzante e gambe senza calze, du- infelice - di «L’albero delle rante una pausa delle riprese. romantica» pere». Felice di recitare per Si gira a via Galvani, nel cuore Francesca Archibugi, del quartiere romano di Testac- l’attrice si è affezionata a cio, di fronte al tendone di Spazio Silvia, che definisce «una Zero. È qui, al primo piano, che donna morbida e buona, ma lo scenografo Mario Rossetti ha anche un’infingarda, come inventato la minuscola casa, va- lo sono spesso i gamente «alternativa», di Silvia, tossicodipendenti». E quarantenne sciroccata madre aggiunge: «Non è mica una del quattordicenne Siddharta e Dolori madre degenere, lei li ama i della piccola Domitilla. Fuori fa Dolori suoi figli, però sente su di sé ancora caldo, ma dentro è la not- il peso dello scetticismo che te di Natale. Vestito di velluto ne- la circonda. Forse non tiene ro e calza viola, la mamma festeg- conto del danno che è stato gia la ricorrenza insieme ai due fi- già fatto o forse non si gli. Però qualcosa va storto, Sid- accorge di essere diventata dharta s’arrabbia, Domitilla pian- una trappola per i suoi due ge. E intanto sotto il portone si ri- ex mariti». Di nuovo in un trovano, un po‘ increduli un po‘ sotto ruolo materno dopo «Le ridicoli, i due padri Massimo e sotto acrobate» di Silvio Soldini, Roberto, entrambi ex mariti della dove era davvero brava nel donna. Vorrebbero suonare, far disegnare quella giovane festa con la loro famiglia, poi ci mamma proletaria, la ripensano e se ne vanno nel buio. Golino appare più serena e L’albero delle pere è alla terza cordiale di un tempo, settimana di riprese. Distribuirà perfino sorridente. «Mi la Warner, uscita prevista a feb- piace molto il modo in cui braio, nella speranza di essere se- l’Albero Francesca lavora con gli lezionati per il festival di Cannes. l’Albero attori. Ricorda un po‘ il Sorridente e ispirata, la regista Maselli di “Storia d’amore”. tiene molto a questo «piccolo» Con lei mi accorgo di essere film nato insieme-oinalternati- l’interprete di una cosa va?-alVento, l’impegnativo pro- Interno di famiglia molto precisa. È Francesca a getto in costume mai andato in passarmi, a volte, lo sguardo porto. Chiuso tra qualche asprez- e l’intonazione. Non mi za il rapporto con Cecchi Gori, la con tenerezza vergogno a dirlo. Anche se Archibugi è ritornata tra le brac- molti miei colleghi cia del suo affezionato «pigmalio- preferiscono sentirsi liberi di ne» Leo Pescarolo, che produce Valeria Golino in «L’albero delle pere». In alto, la Archibugi con Francesca Di Giovanni improvvisare sul set, di insieme a Guido De Laurentiis e Torna Archibugi portare qualcosa di sé Luciano Martino. dentro i personaggi che Mignon è tornata? «Bah! Men- interpretano». La Golino ha tre scrivevo il copione a Mignon è ché pilastro economico dell’asso- ringa trovata nella trousse della le la sua pretesa di farcela. Mentre te». provera una mancanza di stile. appena finito di girare un partita non pensavo proprio, an- ciazionefamiliare». mamma. Non ci sarebbe motivo scrivevo il copione ho chiesto a mia Che cosa si aspetta dal pubbli- Comerisponde? film indipendente a New che perché nel frattempo sono Povero Siddharta. Con quel no- per preoccuparsi, ma il ragazzo figlia che cosa significasse per lei co? «Che la regia non è quella che si York, «Side Streets», dove fa passati dieci anni. Ma forse è ve- mechesiritrova...». teme qualcosa. È un sospetto che morire. Mi ha risposto: “Quando «Vorrei che lo spettatore uscisse vede, non è un dolly gigantesco su una stilista italiana un po‘ ro, qualche somiglianza c’è». Ma- «Lui dice di chiamarsi come Bud- gli ronza in testa. Consigliato da prendi una malattìa e c’è il traffico”. dal film sicuro di aver conosciuto trenta metri di carrello. Io non la- sfigata che vive nella gari più nella complessità dei rap- dha da magro. Ma è in buona com- un medico interrogato via Inter- Per lei la morte è il traffico impedi- persone vere. E si ricordasse che la scio nulla al caso. Certo, quando fai Grande Mela alla maniera di porti familiari o in quell’afflato pagnia: ho conosciuto ragazzini net, decide di sottoporre la sorel- sce all’ambulanza di arrivare in vita è una cosa preziosa, perché è un film naturalistico cerchi di an- tanti europei: «privilegiati e sociologico che la regista discipli- battezzati dai genitori Pao-Pei o In- la a una serie di esami (Hiv, epati- tempoinospedale». fragilissima». nullare la presenza della cinepresa. isolati». Le piace lavorare al na a uno sguardo quasi romanze- ti, come Inti Illimani. Mi piace mol- teBeC...), senza dire niente ai Quanto c’è di lei in Silvia, la Com’è andata a finire la verten- Per me conta molto la verità, sono di là dell’Oceano, non si sco, fatto di dettagli, di sguardi, to questo quattordicenne. È incol- genitori. Non vuole spaventarli, è mamma... za per «Il vento»? È ritornata in ossessionatadaidettagli,sianolalu- pente di aver interpretato di soprassalti divertenti. «È un to, forastico, come se avesse, negli istintivamente troppo protettivo «Poco, spero. Ma è un personag- possesso della sceneggiatura ac- ce che entra dalla finestra o il mo- una particina in «Fuga da film dal doppio registro», spiega, occhi belli nascosti da una visiera di nei confronti della madre per gio che mi piace molto. Silvia pos- quistatadaiCecchiGori? dello delle scarpe. Per L’albero delle Los Angeles» di John «lieve nel racconto, grave nelle ricci a cavatappi, qualcosa di noioso procurarle dolore e angoscia. Ma siede una dolcezza infingarda che «Preferirei non parlarne. Dicia- pere ho chiesto a Luca Bigazzi una Carpenter («Peccato che sia allusioni, anche se il tono sarà ro- a cui pensare. Un problema da risol- non è facile per un bambino di c’è sempre stata. Oggi, magari, ci si mo che non serbo rancore. Anzi, fotografia realistica e morbida, venuto maluccio») e sfodera mantico e sentimentale». vere, un pacco pesante da ritirare, quell’età. Si ritrova solo, nel ten- separa con più facilità di un tempo. quasi quasi mi dispiace quando per- perchéquesti personaggi li amo all’occorrenza Come definirebbe la famiglia una busta senza indirizzo da spedi- tativo di buttare oltre l’ostacolo il Il suo pessimismo le impedisce di delaFiorentina». molto». un’attendibile pronuncia di«L’alberodellepere»? re». suo giovanissimo cuore coraggio- provocare una relazione giocosa. È In Italia vige davvero la tiran- Lei, invece, non è molto amata inglese. Ma certo ora «È una famiglia “allargata”, con- Insomma, pare di capire che sia so. E alla fine l’angoscia rischierà uno di quei deboli che mettono tut- niadellacommedia? da Paolo Villaggio. Anche qual- preferisce stare in Italia. fusa, abbastanza eccentrica. C’è Sil- lui il vero protagonista della sto- di sopraffarlo». ti sotto. Non per niente, lei tiene al «Constato che è l’unico genere che giorno è tornato ad accusarla Anche se «qui da noi è come via (Valeria Golino), una quasi qua- ria? Insomma, nell’occuparsi della chiodo i suoi due ex mariti, che in- che funziona sul piano commercia- di darsi le arie, di non salutarlo se gli attori non avessero più rantennebella e amorosa, maferma «Per molti versi sì. Siddharta lo sorellina, Siddharta deve con- fatti sono incapaci di rifarsi un’altra le. Possono essere commedie belle, mai,ecceteraeccetera... un ruolo». «Siamo come in da vent’anni a vent’anni fa. Non la- vedo come un grand’uomo... da frontarsi per la prima volta nella vitacondonnediverse». come Ovosodo di Virzì, possono «Non capisco perché continua a un limbo, a differenza di vora, vivacchia di amicizie, relazio- piccolo. È tosto con la madre, la cri- sua vita con l’ipotesi della malat- MeglioMassimooRoberto? essere brutte, e non faccio nomi». insultarmi. Mi dà della “suorina”, quel che accade in Francia ni, espedienti. Poici sonoisuoifigli: tica, ma guai a chi gliela tocca. E lo tia,fors’anchedellamorte... «Rispetto entrambi. Massimo è Rifarebbe oggi un film come dice che sono presuntuosa. Giuro: dove gli attori e le attrici Siddharta (Nicolò Senni), avuto dal stesso vale per la sorellina Domitil- «Sì, è questo il vero tema del film. uno che nella vita gli va tutto abba- «Congliocchichiusi»? l’ho visto una sola volta nella mia vengono addirittura primo marito Massimo (Sergio Ru- la, fragileed esposta, alla quale vuo- Di solito l’idea della morte si affac- stanza male, ma è sensibile, mostra «Come si fa a dirlo? Certo, dispia- vita, tanti anni fa, quando mi con- ”glamourizzati”.