Regione Piemonte Provincia di

COMUNE DI PETTENASC O VARIANTE STRUTTURALE art.17, comma 4, L.R. 56/77 s.m.i. PIANO REGOLATORE GENER ALE INTERCOMUNALE approvato con D.G.R. n.69 - 5520 del 22 aprile 1991 e successiva VARIANTE GENERALE COMUNALE approvata con D.G.R. n.5 - 5411 del 4 marzo 2002

titolo elaborato: SINTESI NON TECNICA Valutazione Ambientale Strategica DGR n.12 - 8931 de l 9 giugno 2008 s.m.i. fase: PROPOSTA TECNICA PROGETTO DEFINITIVO comma 10 , art. 15, L.R. 56/77 s.m.i. data: otto bre 2017 Proposta Tecnica Progetto Preliminare D.C.C. n. 38 del 30.11.2015 P ubblicazione dal 15.12.2015 al 14.1.2016 consulenza valutazione ambientale :

Progetto preliminar e D.C.C. n. 14 del 24.6.2017 Pubblicazione dal 30.6.2017 al 11.9 .2017

Proposta Tecnica Progetto Definitivo consulenza geologica: D.G .C. n.___ del ______

Approvazione D.C.C. n.___ del ______il progettista il responsabile del procedimento

studio architetto M auro Vergerio – Via Garibaldi n. 10 – 28887 (VB) tel. 0323 - 64.29.06 fax 0323 – 86.70.35 mauro@ studiovergerio .com

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I NDICE

PREMESSA 2

PARTE I – A SPETTI METODOLOGICI 4

1. CONTENUTI E O BIETTIVI DELLA V ARIANTE ( LETT . A DELL ’A LLEGATO VI) 4

C ONTESTO DEGLI INDIRI ZZI DI GOVERNO 14

11. Q UADRO DEL CONTESTO T ERRITORIALE E AMBIEN TALE DI RIFERIMENTO ( LETT . B , C , D DELL ’A LLEGATO VI) 21

12. S CENARIO IN ASSENZA D I P IANO ( LETT . B DELL ’A LLEGATO VI) 27

13. C OERENZA ESTERNA ( LETT . A DELL ’’A LLEGATO VI) 32

14. A NALISI DELLE ALTERNA TIVE ( LETT . F E H DELL ’A LLEGATO VI) 38

15. A ZIONI DI P IANO E V ALUTAZIONE DEGLI IMP ATTI / EFFETTI AMBIENTALI ( LETT . F – H DELL ’A LLEGATO VI) 39

16. C OERENZA INTERNA 41

17. MITIGAZIONI E COMPEN SAZIONI AMBIENTALI ( LETT . G DELL ’A LLEGATO VI) 41

P ARTE II – C OMPONENTI AMBIENTALI , TERRITORIALI E PAES AGGISTICHE 46

18. B IODIVERSITÀ E RETE E COLOGICA 46

19. P OPOLAZIONE 48

20. A RIA 50 1

21. A CQUA 57

22. S UOLO 60

23. S ALUTE U MANA , QUADRO IGIENICO - SANITARIO 65

24. R IFIUTI URBANI E SPEC IALI 70

25. R EQUISITI ENERGETICI DEI FABBRICATI E RIS PARMIO ENERGETICO 74

26. P AESAGGIO 75

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PREMESSA Il Comune di è dotato di Piano Regolatore Generale Comunale dal 19 91 , anno di adozione del Piano Regolatore Generale Intercomunale. Il primo strumento di governo vedeva consorziati i Comuni di Pettenasco e di e veniva approvato con Delibera di Giunta Regionale n. 69 – 5520 del 22 aprile 1991 . Successivamente il Comune ha adot tato , nel 2002, la prima V ariante G enerale Comunale approvata con Delibera di Giunta Regionale DGR n. 5 - 5411 del 4 marzo 2002 . Successivamente, il piano è stato oggetto di variante strutturale approvata con Delibera di Consiglio Comunale n.31 del 5 dicembr e 2011. Attualmente sono seguite 8 varianti parziali: Variante n. 1 – approvata con D.C.C. n. 23 del 28.11.2002 – modifica delimitazione aree a destinazione residenziale a parità di capacità insediativa in Via Francisca.

Variante n. 2 – approvata con D.C.C . n. 24 del 28.11.2002 – modifica delimitazione aree a destinazione residenziale a parità di capacità insediativa in Via Prea Grossa frazione Pratolungo.

Variante n. 3 – approvata con D.C.C. n. 25 del 28.11.2002 – modifica delimitazione aree a destinazione residenziale a parità di capacità insediativa

in Via Crabbia. 2

Variante n. 4 – approvata con D.C.C. n. 26 del 28.11.2002 – modifica delimitazione aree a destinazione residenziale a parità di capacità insediativa in Via Pratolungo.

Variante n. 5 – adottata con D.C.C. n. 24 del 13.9.2005 e non pervenuta ad approvazione – modifica viabilità incrocio S.R. 229 con S.P. 127.

Variante n. 6 – approvata con D.C.C. n. 25 del 4.8.2007 – varianti puntuali relative a: ridimensionamento di un’area a spazi pubblici in fra zione Crabbia; modifiche modalità di intervento in aree residenziali in frazione Pratolungo e in località Punta di Crabbia; variante normativa all’art.15 NTA.

Variante n. 7 – approvata con D.C.C. n. 50 del 24.11.2007 - varianti puntuali relative a: modifi che normative articoli 10 e 15 delle N.T.A.; modifica perimetrazione area residenziale di completamento senza variazione di

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capacità insediativa.

Variante n. 8 – approvata con D.C.C. n. 4 del 30.3.2010 - modifica normativa relativa all’altezza massima deg li edifici nella scheda d’area 6P.

Modifica n. 1 – approvata con D.C.C. n. 42 del 27.11.2012 – correzione errori materiali: area R2 Via Francisca e parametri scheda d’area 4P.

Modifica n. 2 – approvata con D.C.C. n. 26 del 30.10.2014 – correzione errore materiale e precisazioni normative relative all’area disciplinata dalla scheda d’area 3P .

Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in data 24 maggio 2001 è stato approvato il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI), adottato dal Comit ato Istituzionale dell’Autorità di Bacino del Fiume Po con deliberazio ne n. 18 in data 26 aprile 2001 e quindi il comune ha provveduto ad una Variante Strutturale di adeguamento al PAI approvata con DGR n. 13 - 12117 del 14 settembre 2009. Una seconda varian te strutturale è stata approvata con DCC n.31 del 05 dicembre 2011. Tale variante riguarda:

Adeguamento dello strumento urbanistico generale agli “indirizzi generali e criteri di programmazione urbanistica per l’insediamento del commercio al 3 dettaglio in s ede fissa in attuazione del D.Lgs. 31 marzo 1998 n. 114” ai sensi dell’art.29 della D.C.R. n. 563 - 13414 del 29 ottobre 1999 come modificata con D.C.R. n. 59 - 10831 del 24 marzo 2006.

Interventi che per la loro entità quantitativa, pur non modificando l’impi anto strutturale complessivo del Piano, sono ricondu cibili a quanto indicato dal comma 4 dell’art.17 L.R. 56/77 e s.m.i. in ordine alla tipologia di variante proposta qualificata come “variante strutturale” :

Nello specifico la variante ha perseguito le fin alità di riqualificare alcune porzioni di territorio che: per la loro collocazione nell’ambito urbano comunale e per le loro potenzialità edificatorie, in buona parte già attribuite dalla strumentazione urbanistica vigente, necessitano di indirizzi progett uali che sappiano garantire:

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a) un’adeguata qualità dell’intervento urbanistico - edilizio, in relazione al significativo contesto nel quale vanno a collocarsi; b) un’adeguata dotazione di aree da destinare a spazi pubblici, funzionali al soddisfacimento di fabbi sogni sia pregressi che generati dagli interventi proposti; c) idonee forme di convenzionamento con l’amministrazione pubblica, che prevedano misure di compensazione a garanzia della realizzabilità delle opere pubbliche connesse agli interventi p revisti negli ambiti in esame.

Modifica alla carta geomorfologica a s eguito delle opere di riassetto del Torrente Pescone.

Altri strumenti di regolamentazione dell’attività urbanistica ed edilizia su territorio sono rappresentati dal:

Regolamento Edilizio Comunale appr ovato ai sensi della L.R. 8.7.1999 n. 19 con DCC n. 18 del 18.9.2003 modificato con DCC n. 29 del 22.12.2010;

Piano Zonizzazione Acustica approvato ai sensi della L.R. 25.10.2000 n. 52 con Deliberazione del Commissario Prefettizio con i poteri del Consigli o Comunale n. 26 del 7.3.2006 . 4

PARTE I – A SPETTI METODOLOGICI

1. CONTENUTI E O BIETTIVI DELLA V ARIANTE ( LETT . A DELL ’A LLEGATO VI) La Variante, impostata su un percorso trasparente e partecipato, si pone come obietti vo generale i l miglioramento della qualità ambientale, intesa in questo contesto

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come riorganizzazione dell’ ambiente antropizzato e contenimento del consumo di suolo. Il raggiungi mento di tale obiettivo passa attraverso l’adozione di metodi e aspetti dettagliati, che trovano attuazione con la Variante in oggetto, quali:

La ricollocazione sul territorio comunale di aree residenziali di completamento, in lotti interclusi tra aree a capacità insediativa esaurita ;

La riconversione di aree produttive a residenziali e turistiche, riqualificando il territorio laddove risulta dismesso ;

La realizzazione di nuove aree residenziali e turistico ricettive in contesti edificati e dotati di opere di urbanizzazione primaria.

O BIETTIVI GENERALI DE LLA V ARIANTE Gli obiettivi di caratt ere generale che hanno gene rato il progetto si possono elencare di seguito in:

Adeguare lo strumento urbanistico agli atti di programmazione sovraordinati , in particolare al Piano Territoriale della Provincia di Novara (P.T.P.) approvato con DCR n.383 - 28587 del 5.10.2004.

Nello spe cifico le misure di adeguamento dovranno valutare le tematiche individuate dal PTP 5 nell’ambito del territorio comunale, che, con riferimenti all’articolato delle Norme di Attuazione del PTP, riguardano: 1. Art.2.2 – formazione dei “repertori” dei beni paesist ico - ambientali e storico - architettonici presenti sul territorio comunale: corsi d’acqua, aree boscate, centri storici, nuclei rurali, edifici soggetti a vincolo monumentale, edifici o complessi di interesse storico architettonico non vincolati, edifici rur ali di pregio, elementi di archeologia industriale, ecc.; 2. Art.2.3 – norme di tutela e valorizzazione dei beni repertoriati; 3. Art.2.8 sistema del verde provinciale – rete ecologica - misure di salvaguardia sul territorio interessato (Valle del Torrente Pescon e); 4. Art.2.11 normative di tutela e valorizzazione percorsi di fruizione del paesaggio e del patrimonio storico;

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5. Art.2.14 normative di tutela dei centri storici individuati: Pettenasco (categoria E); 6. Art.3.7 individuazione fasce di rispetto dei corsi d’acqua; 7. Art.4.11 recepimento delle direttive sugli indirizzi di governo del territorio “aree di concentrazione di insediamenti e servizi turistici in presenza di elevati valori ambientali” 8. Art.4.13 recepimento delle direttive sugli indirizzi di governo de l territorio “aree di controllo degli effetti ambientali e paesaggistici dello sviluppo insediativi residenziale”; 9. Art. 5.1 recepimento delle direttive sulle reti e infrastrutture per la mobilità per quanto attiene la presenza di tracciati stradali regiona li e provinciali esistenti. 10. Art. 5.8 recepimento delle direttive sulle reti e infrastrutture per la mobilità per quanto attiene la presenza del tracciato ferroviario con previsione di incremento del traffico delle merci (in connessione con il progetto elve tico ALPTRANSIT).

introdurre un’integrazione della cartografia , suddividendo la Planimetria di Piano in due diversi ordini di tavole: la prima riguardante gli usi dei suoli e la seconda riguardante i vincoli. Tale scelta , nella parte relativa ai vincoli pa esaggistici già parzialmente operata nella variante 2011, è stata determinata dalla necessità di migliorare la qualità di lettura delle informazioni a seguito dell’introduzione di numerose altre indicazioni di carattere vincolistico, che, se mantenute sovr apposte alle indicazioni di uso del suolo, rischiavano di 6 determinare una confusione grafica che avrebbe reso la tavola di difficile comprensione;

definire la perimetrazione dei centri abitati secondo la procedura di cui all’art. 81 della L.R. 56/77 e s.m. i. e secondo i criteri disposti del c. 5bis dell’art. 12 della L.R. 56/77 così come introdotto dalla L.R. 3 del 25.3.2013;

accogliere alcune istanze avanzate dai cittadini , e ritenute compatibili con l’assetto generale del Piano in termini di obiettivi e nel rispetto dei dati quantitativi che stanno alla base dell’assetto complessivo dello strumento urbanistico.

In particolare nella selezione delle diverse dichiarazioni di intenti, sottoposte dai cittadini all’Amministrazione comunale, si è operato secondo i seguenti criteri:

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1. privilegiare gli interventi considerati di completamento del tessuto urbano esistente: sia attraverso processi di riconversione di aree produttive incompatibili con il contesto residenziale, che con l’individuazione di lotti interstizi ali o contigui al tessuto residenziale esistente; 2. escludere interventi in aree sottoposte a particolari limitazioni dal punto di vista ambientale e paesaggistico; 3. rispetto dei limiti dimensionali del Piano nella sua struttura vigente in relazione anche ai disposti dell’art. 31 delle Norme di Attuazione del PTR per quanto attiene il co ntenimento del consumo di suolo; 4. l a variante contiene inoltre alcuni aspetti correttivi, soprattutto relativi all’apparato normativo, verificatisi come necessari a seguito dell a esperienza applicativa di questi anni di operatività del Piano.

La tabella che segue riassume gli interventi, meglio dettagliati nella schede dell’elaborato: Codice Vigente Variante 1B R2 R4 2B R2 R4 7B R3 R4 8A E R4 19D P1 R5 7 28D P1 R5 31B R2 R4 43F R4 – P1 R4 – R5 – SP 45E T2 T2 48A E R4 49E E T2 50A E R4 52D RIDEFINIZIONE 55D AT T2 57G RIDEFINIZIONE 65E R2 T3 67D P1 R5 102 E E 107 E P1 109 R4 R2 - E 122 E R2 201 P1 T3 206 E R2 208 SP E

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209 R3 R4 213 R2 R4 219 T2 - SP T2 – SP 221 R4 R2

Legenda delle destinazioni: R1 = residenziale in nuclei antichi R2 = residenziale verde privato - parco R4 = residenziale completamento R5 = residenziale di nuovo impianto P1 = produttiva industriale - artigianale esistente P2 = produttiva industriale - artigianale nuovo impianto E = agricola T1 = aree turistiche campeggio T2 = aree turistico - ricettive T3 = aree terziarie commerciali SP = aree spazi pubblici AT = aree per attrezzature tecnologiche

C ONTENUTI DELLA V ARIANTE

Adeguamento dello strumento urbanistico generale al Piano Territoriale Provinciale (P.T.P.) della Provincia 8 di Novara approvato con D.C.R. n. 383 - 28587 del 5.10.2004. In particolare le misure di adeguamento riguardano le tematiche individuate dal PTP nell’ ambito del territorio comunale, che, con riferimenti all’articolato delle Norme di Attuazione del PTP, sono state così sviluppate:

Art.2.2 – formazione dei “repertori” dei beni paesistico - ambientali e storico - architettonici presenti sul territorio comunal e: corsi d’acqua, aree boscate, centri storici, nuclei rurali, edifici soggetti a vincolo monumentale, edifici o complessi di interesse storico architettonico non vincolati, edifici rurali di pregio, elementi di archeologia industriale, ecc.;

Art.2.3 – nor me di tutela e valorizzazione dei beni repertoriati.

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Predisposizione apposito elaborato illustrativo e descrittivo dei beni sottoposti a tutela contenente. Per ciascun bene repertoriato, le relative norme e i rimandi all’articolato delle Norme di Attuazion e

Art.2.8 sistema del verde provinciale – rete ecologica - misure di salvaguardia sul territorio interessato (Valle del Torrente Pescone).

Individuazione nella carta dei vincoli delle fasce costituenti la rete ecologica individuata lungo il corso del Torre nte Pescone, con l’introduzione dei correttivi che, garantendo la continuità della fascia, vanno ad escludere gli ambiti territoriali urbanizzati. Indirizzi normativi contenuti nelle Norme di Attuazione.

Art.2.14 normative di tutela dei centri storici indi viduati: Pettenasco (categoria E).

Indirizzi normativi contenuti nelle Norme di Attuazione.

Art.3.7 individuazione fasce di rispetto dei corsi d’acqua.

Individuazione nella carta dei vincoli e indirizzi normativi contenuti nelle Norme di Attuazione.

Art.4.11 recepimento delle direttive sugli indirizzi di governo del territorio “aree di concentrazione di insediamenti e servizi turistici in presenza di elevati valori ambientali” 9

Individuazione nella carta dei vincoli e indirizzi normativi contenuti nell e Norme di Attuazione.

Art.4.13 recepimento delle direttive sugli indirizzi di governo del territorio “aree di controllo degli effetti ambientali e paesaggistici dello sviluppo insediativi residenziale”.

Individuazione nella carta dei vincoli e indirizzi n ormativi contenuti nelle Norme di Attuazione.

Art. 5.1 recepimento delle direttive sulle reti e infrastrutture per la mobilità per quanto attiene la presenza di tracciati stradali regionali e provinciali esistenti.

Art. 5.8 recepimento delle direttive sull e reti e infrastrutture per la mobilità per quanto attiene la presenza del tracciato ferroviario con previsione di incremento del traffico delle merci (in connessione con il progetto elvetico ALPTRANSIT).

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Variante alla carta dei vincoli Individuazione nell a carta dei vincoli e indirizzi normativi contenuti nelle Norme di Attuazione. Pur non costituendo di per sé una variante, si dà conto nel presente paragrafo dell’introduzione nella cartografia di Piano della Carta dei Vincoli, suddivisa in tre diverse tav ole:  Tavola 4/3.2 – Planimetria di Piano – Carta dei Vincoli P.T.P. – scala 1:5.000  Tavola 4/3.3 – Planimetria di Piano – Carta dei Vincoli culturali e paesaggistici – scala 1:5.000  Tavola 4/3.4 – Planimetria di Piano – Carta dei Vincoli idrogeologici e in frastrutturali – scala 1:5.000 nell’ambito delle quali vengono fornite le indicazioni, ora in parte presenti nella carta degli usi del suolo, relativamente al regime vincolistico di porzioni di territorio derivante da disposizioni di legge o dalla presenza di infrastrutture soggette a fasce di rispetto determinate per legge o individuate dallo strumento urbanistico. In particolare nella carta sono individuate le seguenti informazioni: a) Vincoli paesaggistici ai sensi degli articoli 142 e 157 del D.Lgs. 22.1.2 004 n.42; b) Vincolo idrogeologico ai sensi del R.D. 30.12.1923 n. 3267; c) Fasce di rispetto acque pubbliche ai sensi dell’art. 96 del R.D. 25.7.1904 n. 523; d) Fasce di rispetto stradali ai sensi dell’art. 26 del D.P.R. 16.12.1992 n. 495 10 e) Fasce di rispetto cimiter iali ai sensi dell’art. 338 del R.D. 27.7.1934 n. 1265 f) Fasce di rispetto ferrovia ai sensi dell’art. 49 del D.P.R. 11.7.1980 n. 753; g) Fasce di rispetto dalle captazioni idropotabili ai sensi dell’art.94 del D.Lgs. 3.4.2006 n.152; h) Fasce di rispetto elettrodo tti 132 kV ai sensi del D.P.C.M. 8.7.2003. i) Vincoli derivanti dalle disposizioni contenute nel P.T.P.

In particolare per i vincoli paesaggistici di cui al precedente punto a), si precisa che il territorio comunale risulta interamente sottoposto al regime vincolistico di cui alla parte III del D.Lgs. 42/2004, in quanto: - con D.M. 24.2.1974 è stato interessat o il territorio costiero del lago, dalla linea ferroviaria sino alla sponda lacustre; - con D.M. 1.8.1985 è stata confermata la parte già vincolata ricomprendendo anche la restante parte a monte della linea ferroviaria;

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- sono presenti inoltre sul territorio l e seguenti categorie di beni che risultano vincolati ai sensi dell’art.142 del D.Lgs. 42/2004: b) territori contermini ai laghi per una profondità di metri 300 dalla linea di battigia; c) i corsi d’acqua inseriti negli elenchi di cui al R.D. 1775/1933 pe r una fascia di 150 metri dagli argini (Torrente Pescone – n.386 e Rivo Bratta – n.385); g) i territori coperti da boschi. m) le zone di interesse archeologico Non sono presenti invece le altre categorie di beni compresi nell’elenco dell’art.142 ivi compr ese le aree assoggettate ad uso civico delle quali ne è stata dichiarata l’inesistenza don i Decreti Commissariali in data 28.5.1935 e 12.5.1939. Un particolare studio di approfondimento è stato svolto da un tecnico specialistico agronomo forestale per qua nto attiene l’individuazione delle aree coperte da bosco secondo i criteri stabiliti dal D.Lgs. 227/2001 e dalla L.R. 4/2009. Studio elaborato nel novembre 2009 e posto a supporto della carta dei vincoli.

P erimetrazione dei centri abitati Su cartografia ba se catastale aggiornata, si è proceduto alla delimitazione della “Perimetrazione degli abitati” ai sensi dell’art. 81 della L.R. 56/77 e s.m.i. che fa parte dei contenuti della presente variante strutturale a norma del c. 5bis dell’art. 12 della medesima L .R. 56/77 e s.m.i. e che risulta 11 elaborata secondo i criteri di cui al Comunicato della Regione Piemonte pubblicato sul B.U.R. n.44 del 31.10.2013.

M odifiche puntuali in accoglimento dichiarazioni di intenti La variante proposta tratta anche altri aspetti puntuali del territorio, ed in particolare prevede interventi di modifica operati a seguito di specifiche esigenze avanzate dai cittadini e vagliate in relazione al principio generale dell’interesse pubblico e della rispondenza agli obiettivi fissati dai v igenti strumenti di pianificazione. Nello specifico gli interventi proposti sono riconducibili alle seguenti tematiche:  riconversione ad altra destinazione di insediamenti artigianali dismessi o sottoutilizzati localizzati nell’ambito del tessuto edilizio residenziale esistente;  individuazione di lotti residenziali di completamento localizzati in aree urbanizzate e costituenti elementi di sutura del tessuto edilizio esistente;

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 modesti adeguamenti di aree destinate ad attività economiche nei settori secondar io e terziario, con particolare riguardo alle esigenze avanzate dagli operatori del settore e ponendo la dovuta attenzione alla particolare contingenza economica che vede, anche sul nostro territorio, un momento di trasformazione delle attività storicament e insediate.

Si rimanda al paragrafo successivo, che tratta gli aspetti dimensionali della variante, la dettagliata esposizione dei diversi interventi operati, anticipando nel presente paragrafo le ragioni di coerenza con gli obiettivi enunciati che hanno portato all’accoglimento delle istanze pervenute dai privati tramite la presentazione delle dichiarazioni di intenti promossa dall’Amministrazione comunale. Si individuano di seguito n. 7 categorie, nelle quali risultano classificate le n. 24 istanze acco lte in sede di dichiarazione di intenti. Tra queste ne risulta anche una, categorizzata a parte (43F), che non deriva specificatamente da una dichiarazione di intenti, ma che risulta riconducibile ad una scelta dell’amministrazione di riorganizzazione di u n’area posta in contiguità con il centro storico del capoluogo e giudicata di rilevanza strategica per la riqualificazione dell’ambito territoriale centrale del paese; ed una seconda, pure categorizzata a parte (57G), relativa alla ridefinizione delle fasc e di protezione della captazione idropotabile in frazione Crabbia. 12 In sede di adozione del Progetto Preliminare sono state apportate alla situazione precedente le seguenti variazioni derivanti:  dall’accoglimento di alcune delle osservazioni presentate a seguito della pubblicazione della Proposta Tecnica del Progetto Preliminare;  dalle osservazioni e proposte contenute nei contributi degli enti partecipanti alla prima conferenza di copianificazione e valutazione; Per ciascuna delle tipologie di interventi individuate si riportano in calce a ciascun capoverso le variazioni intervenute in sede di Progetto Preliminare: A) n. 6 istanze accolte finalizzate alla individuazione di nuove aree residenziali di completamento attualmente con destinazione agricola, per un a superficie territoriale complessiva pari a mq. 8.653 e per un incremento della capacità insediativa residenziale pari a mc 2.400 .

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Si è proceduto allo stralcio di n. 3 interventi (25A – 41A – 51A) riducendo la superficie territoriale interessata a mq. 4.1 78 e l’incremento di capacità insediativa a mc. 1.200. B) n. 5 istanze accolte finalizzate alla riconsiderazione di nuovi lotti di completamento residenziale in aree già azzonate con tale destinazione e attualmente considerate a capacità insediativa esaurita, per una superficie territoriale pari a mq. 6.503 e per un incremento della capacità insediativa residenziale pari a mc 1.800 . Si è proceduto allo stralcio di n. 1 intervento (64B) e alla parziale modifica dell’intervento n. 1B, riducendo la superficie territoriale interessata a mq. 4.388 e l’incremento di capacità insediativa a mc. 1.400. C) n. 2 istanze accolte finalizzate alla trasformazione di aree agricole in aree residenziali edificate a capacità insediativa esaurita, in quanto ne viene riconosciuto i l carattere di pertinenzialità ad edifici a destinazione residenziale esistente, per una superficie territoriale pari a mq 1.038 Tale categoria non comporta modifiche alla capacità insediativa residenziale complessiva del Piano. Entrambi gli interventi (6C – 56C) sono stati stralciati in fase di Progetto Preliminare. D) n. 5 istanze accolte finalizzate alla riconversione all’uso residenziale o terziario di attività produttive dismesse o sottoutilizzate e di aree azzonate con destinazione produttiva ritenute no n più rispondenti agli obiettivi di sviluppo del territorio, per una superficie 13 territoriale complessiva pari a mq 7.045 e per una capacità insediativa residenziale aggiuntiva pari a mc 1.288 . Nella fase di Progetto Preliminare n. 1 intervento (28D) è stat o modificato prevedendo una riconversione all’uso residenziale anziché a quello turistico - ricettivo, come previsto nella Proposta Tecnica al Progetto Preliminare. Conseguentemente la capacità insediativa residenziale risulta incrementata a complessivi mc 6 .188. E) n. 4 istanze accolte finalizzate all’insediamento di nuove attività turistico ricettive per una superficie territoriale complessiva pari a mq 10.316 . Si è proceduto allo stralcio di n. 1 intervento (30E), riducendo la superficie territoriale interess ata a mq. 7.316. F) categoria individuata esclusivamente per la classificazione dell’intervento descritto in premessa del presente paragrafo, che interessa un’area giudicata di rilevanza strategica per la riqualificazione dell’ambito territoriale centrale del paese. L’intervento interessa

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una superficie territoriale pari a mq 8.237 e determina variazioni di capacità insediativa residenziale pari a mc - 292 e di aree a standard urbanistici pari a mq. 3.658 . Le variazioni apportate nella fase di Progetto Prelimi nare hanno confermato il valore della capacità insediativa residenziale con un saldo pari a mc – 292 e una riduzione delle aree a standard a mq. 1.564. G) categoria individuata esclusivamente per la ridefinizione delle fasce di rispetto delle captazioni ad us o idropotabile.

Categoria A) 8 – 25 – 41 – 48 – 50 - 51 Categoria B) 1 – 2 – 7 – 31 - 64 Categoria C) 6 - 56 Categoria D) 19 – 28 – 52 – 55 - 67 Categoria E) 30 – 45 – 49 - 65 Categoria F) 43 Categoria G) 57 In accoglimento a n. 4 delle osservazioni perv enute nella fase di pubblicazione della proposta tecnica preliminare, sono stati introdotti altrettanti nuovi interventi catalogati come segue: 102F - area agricola speciale - superficie territoriale pari a mq. 14.736 14 107G - identificazione area produttiv a esistente - superficie territoriale pari a mq. 1.193 109B - ridefinizione perimetro area residenziale - superficie territoriale pari a mq. 1.096 capacità insediativa invariata 122C – riconoscimento area residenziale esistente - superficie territoriale pari a mq. 1.467 – capacità insediativa invariata.

C ONTESTO DEGLI INDIRI ZZI DI GOVERNO

S TRATEGIE DI SVILUPPO SOSTENIBILE IN CAMP O NAZIONALE Le misure nazionali per la crescita sostenibile in Italia sono descritte nel documento, del 21 Agosto del 2012, “ Pol itiche e misure per la crescita sostenibile dell’Italia – una strategia in 5 punti per lo sviluppo sostenibile in Italia ”. Tale documento è un contributo al piano di crescita che recepisce le direttive europee relative all’argomento e che trovano fondament o nelle strategie comunitarie Europa 2020 ed Europa 2050. Le misure sono raggruppate in 5 macro settori:

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Decarbonizzazione dell’economia italiana , che prevede lo sviluppo della filiera tecnologica nazionale “verde” in campo energetico e chimico, la transiz ione dal Sistema energetico nazionale verso sistemi distribuiti di trigenerazione ad alto rendimento reti intelligenti locali, l’eco efficienza in edilizia, la modifica dei trasporti a favore della ferrovia e del cabotaggio, il recupero e la valorizzazione dei rifiuti, la promozione dell’esportazione delle tecnologie “verdi”; Sicurezza del territorio , che prevede la prevenzione dei rischi sulla base di mappe di vulnerabilità aggiornate, la revisione degli usi del territorio in relazione alla vulnerabilità; Recupero e valorizzazione delle aree industriali dismesse in zone urbane, soggette a bonifica , che prevede il recupero strategico di aree bloccate dalle procedure di bonifica e dai contenziosi e la revisione dei parametri per la messa in sicurezza, l’anali si di rischio e la bonifica sulla base delle esperienze comunitarie (in particolare Gran Bretagna, Germania, Belgio e Olanda che presentano problematiche analoghe); Gestione integrata dei rifiuti , che prevede l’obiettivo del raggiungimento del 70% del recu pero al 2016 e la valorizzazione energetica della frazione residua non riciclata; Gestione integrata delle risorse idriche , che passa attraverso la riduzione dei consumi idrici, il bilanciamento degli usi, il collettamento e la depurazione delle acque refl ue e il riuso delle acque depurate per l’agricoltura e l’industria. 15

S TRATEGIA R EGIONALE PER LA CRES CITA SOSTENIBILE ( PERIODO 2014 – 2020) La Regione Piemonte intende sviluppare la propria programmazione regionale dei Fondi Comunitari 2014 - 2020 assumendo, quali riferimenti sostanziali, le tre priorità della Strategia “Europa 2020”:

Crescita intelligente che prevede di sviluppare un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione per migliorare la competitività internazionale;

Crescita sostenibile volta a promuovere l’uso efficace delle risorse, delle fonti rinnovabili e delle tecnologie “verdi”;

Crescita inclusiva che prevede di favorire la coesione sociale e territoriale attraverso alti tassi di occupazione, lotta contro la povertà e l’esclusione sociale.

Pertanto tutte le politiche e le misure per la crescita e lo sviluppo sostenibile, individuate dalla Regione Piemonte, risultano coerenti con le strategie comunitarie e nazionali.

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La Regione Piemonte, con il Documento Strategico Unitario (D.S.U.) per la Programmazione 2014 - 2020, ap provato con DGR n. 1 - 6617 dell’ 11 novembre 2013, dispone di:

Incentivare una produzione efficiente che punti al miglioramento delle performance ambientali e ad un uso più razionale delle risorse, favorendo un orientame nto del sistema produttivo regionale verso la green economy e la clean production in tutti i settori, con un ruolo di particolare rilevanza per il comparto agricolo e forestale in ragione dell’ampia estensione territoriale;

Valorizzare la biodiversità, gli ecosistemi e il capitale naturale, paesaggistico e culturale quale elemento imprescindibile per uno sviluppo territoriale basato sull’uso intelligente delle potenzialità locali;

Promuovere misure finalizzate all’uso efficiente dell’energia e alla produzio ne sostenibile di energia da fonte rinnovabile, compatibilmente con la disponibilità e conservazione delle matrici ambientali;

Sostenere la multifunzionalità dell’agricoltura e il suo ruolo nella creazione e mantenimento di beni pubblici essenziali;

Promuovere opzioni integrate, anche a carattere territoriale, per favorire il coordinamento, la complementarietà e la sinergia tra gli obiettivi di sviluppo e 16 sostenibilità dei diversi fondi.

I L P IANO T ERRITORIALE R EGIONALE (PTR) Il Piano Territoriale Regi onale costituisce atto di indirizzo per la pianificazione territoriale e settoriale di livello regionale, sub - regionale, provinciale e locale per un governo efficiente e sostenibile delle attività sul territorio della Regione. È , a tutti gli effetti, uno strumento di supporto per l’attività di “governance” territoriale della Regione in quanto consente, in armonia con il PPR, di rendere coerente la “visione strategica” della programmazione generale e di quella settoriale con il contesto fisico, ambientale, culturale ed economico, attraverso un’interpretazione del territorio che ne pone in risalto i punti di forza e di debolezza e ne evidenzia potenzialità e opportunità. Il Consiglio Regionale del Piemonte, con DCR n. 122 - 29783 del 21 luglio 2011, ha approvato il nuovo Piano Territoriale Regionale (PTR che sostituisce il PTR approvato nel 1997, ad

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eccezione delle norme di attuazione relative ai caratteri territoriali e paesistici (articoli 7, 8, 9, 10, 11, 18bis e 18ter) che continuano ad applicarsi fino all’approvazione del Piano Paesaggistico Regionale.

I L PIANO P AESAGGISTICO R EGIONALE

La Regione Piemonte ha avviato nel 2005 una nuova fase di pianificazione dell’intero territorio regionale, che ha comportato in particolare la formazione del Piano paesaggistico regionale (PPR), ai sensi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D. Lgs. 42/2004) e della Convenzione Europea del Paesaggio (Consiglio d’Europa, 2000). Il PPR è stato adottato dalla Giunta Regionale con D.G.R. n 53 - 11975 del 04 agosto 2009. Successivamente, il Pano Paesaggistico Regionale è stato riadottato con DGR n. 20 - 1442 del 18 maggio 2015 “Nuova adozione del Piano Paesaggistico Regionale (PPR) . A far data dalla nuova adozione vige il regime di salvaguardia per le prescrizioni di alcuni articoli di piano e per le prescrizioni d’uso riportate nel Catalogo dei Beni Paesaggistici del Piemonte, Parte Prima. Nel quadro del processo di pianificazione territoriale avviato dalla Regione, il PPR rappresenta lo strumento principale per fondare sulla qualità del paesaggio e dell’ambiente 17 lo sviluppo sostenibile dell’intero territorio regionale. L’obiettivo centrale è perciò la tutela e la valorizzazione del patrimonio paesaggistico, naturale e culturale, in vista non solo del miglioramento del quadro di vita delle popolazioni e della loro identità culturale, ma anche del rafforzamento dell’attrattività della regione e della sua competitività nelle reti di relazioni che si allargano a scala globale. Il Piano Paesaggistico Regionale (PPR) costituisce riferimento per tutti gli strumenti di governo del territorio regionale dettando regole e obiettivi per la conservazione e la valorizzazione dei paesaggi e dell’identità ambientale, storica, culturale e insediativa del territorio piemontese. Le previsioni del PPR sono cogenti per tutti gli strumenti generali e settoriali di governo del territorio alle diverse scale e prevalgono sulle disposizioni eventualmente incompatibili. Il PPR, ai sensi del Codice dei Beni Culturali, art 135, articola il territorio regionale in 76 ambiti di paesaggio.

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Gli ambiti di paesaggio sono ulteriormente articolati in 535 unità di paesaggio (UP), distintamente caratterizzate, la cui delimitazione dovrà essere precisata dalle Province e dai Comuni nei propri strumenti di pianificazione. Il PPR per ogni ambito individua azioni finalizzate:

Alla conservazione degli elementi costitutivi e delle morfologie anche in ragione delle tipologie architettoniche, delle tecniche e dei materiali cost ruttivi, nonché delle esigenze di recupero dei valori paesaggistici;

Alla riqualificazione delle aree compromesse o degradate;

Alla individuazione delle linee di sviluppo urbanistico ed edilizio in funzione della loro compatibilità con gli obbiettivi stess i;

Alla conservazione delle caratteristiche paesaggistiche.

Le UP sono raccolte in 9 tipi, specificate all’articolo 11 delle NTA, diversamente connotate per la dominanza di una componente paesaggistica o la compresenza di più componenti, per la resistenza e l’integrità delle risorse. Nelle suddette tipologie sono previsti indirizzi volti a rafforzare:

La coesione: interventi e forme di gestione devono tendere a potenziare la coesione e la connettività interna delle UP, sia in termini di funzionalità ecosistemica che di unitarietà;

L’identità: cercando di rafforzare i caratteri identitari dell’UP, particolarmente quando 18 tali caratteri abbiano specifica rilevanza in termini di diversità biologica e paesaggistica;

La qualità: interventi e forme di gestione devono tendere prioritariamente alla mitigazione dei fattori di degrado, rischio o criticità che caratterizzano negativamente le UP.

I L P IANO T ERRITORIALE P ROVINCIALE Il Consiglio Regionale ha approvato il Piano Territoriale della Provincia di Novara con Deliberazione del 5 ottobre 2004 n. 383 - 28587. Il PTP della Provincia di Novara è uno strumento di governo per lo sviluppo sostenibile della Provincia, grazie alla sua impostazione volta ad indirizzare e coinvolgere nel processo decisionale ed a ttuativo tutti i soggetti, i Comuni in particolare, e grazie alle condizioni di compatibilità tra le trasformazioni e la difesa dell’ambiente, delle sue risorse, e la prevenzione del rischio idrogeologico.

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In linea generale gli obiettivi del Piano Territor iale Provinciale riguardano il miglioramento ed il rinforzo della competitività del sistema territoriale novarese. In quanto Piano Paesistico, il PTP affronta in modo approfondito le tematiche ambientali e paesistiche, fattori strategici della pianificazi one della Provincia di Novara, che ha nelle risorse ambientali uno dei principali punti di forza. Nel Piano Territoriale Provinciale si ritrovano tutte le indicazioni, gli obiettivi provinciali, le misure possibili e gli indirizzi di pianificazione di rife rimento. Le strategie generali del PTP si esprimono:

2. Rafforzare la vocazione industriale della provincia, favorendo anche la creazione e la localizzazione di nuove imprese ;

3. P untare sulla qualità e sull'innovazione del sistema produttivo. In questo scenario il sistema industriale locale deve puntare su modelli di produzione che facciano leva sul sapere, sulla qualità e sulla continua innovazione. Occorre quindi rafforzare la capacità competitiva del sistema delle imprese locali nei segmenti alti del mercato, accentuando l'offerta di beni di elevata qualità, fortemente differenziati, innovativi, capaci di incorporare servizi e conos cenze a elevato valore aggiunto; 19 4. R afforzare le interdipendenze tra le imprese e tra queste e il sistema dei servizi Inoltr e, è opportuno estendere e infittire il reticolo di interdipendenze infrasettoriali e intersettoriali tra le imprese locali, operando per allungare e rafforzare la filiera produttiva "a monte e a valle", per accentuare la divisione del lavoro e la collabor azione tra imprese locali e per connettere tra loro aziende operanti in settori differenti. In questo quadro, risulta strategico promuovere una decisa crescita del sistema dei servizi, soprattutto nel segmento a supporto delle PMI locali, e nel contempo pr omuovere un'efficiente integrazione tra questi ultimi e il settore industriale.

5. Migliorare la competitività del sistema territoriale p er perseguire questa strategia occorre inoltre intervenire per rendere più efficienti le condizioni ambientali di contest o (infrastrutture, servizi generali, qualità dell'ambiente costruito e non costruito, ecc.) e agire per rafforzare il reticolo di relazioni tra economia, so cietà,

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istituzioni e territorio;

6. Conquistare un ruolo importante nel settore della logistica delle m erci ;

7. Tutelare e valorizzare le risorse ambientali, paesistiche e storico culturali;

8. R idurre e moderare gli impatti ambientali ;

9. Sviluppare un turismo ambientalmente sostenibile ;

10. Adottare metodi di produzione agricola di minore impatto, compatibili con le esigenze di protezione dell’ambiente; favorire la diversificazione colturale.

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11. Q UADRO DEL CONTESTO T ERRITORIALE E AMBIENTALE DI RIFERIMENTO ( LETT . B , C , D DELL ’A LLEGATO VI)

I L C OMUNE DI P ETTENASCO NEL CONTESTO TERRIT ORIALE DI RIFERIMENT O DEL PTR

Sulla base dei quadranti, che rappresentano il quadro interpretativo regionale del PTR, il Comune di Pettenasco appartiene al Quadrante denominato Congiuntura Nord - Est e si colloca all’interno dell’AIT 3 B orgomanero.

La congiunzione nord - est.

Il quadrante nord - orientale risulta composto da ben quattro province (Biella, Novara, V.C.O, Vercelli) evidenziando la natura fortemente policentrica di questo territorio. Il sistema del Nord - Est eredita dalla sua storia una notevole caratterizzazione mani fatturiera, articolata in un certo numero di distretti produttivi (casalinghi, rubinetterie, tessile) a elevata proiezione internazionale. Sottoposti negli ultimi anni a forti tensioni competitive, hanno avviato con alterno successo notevoli sforzi sul pi ano della riorganizzazione della produzione, della ricerca di nuovi sbocchi di mercato, del tentativo di costruzione di leadership di nicchia su produzioni differenziate, di 21 penetrazione nei segmenti di filiera a maggior redditività. L'accrescimento della competitività del settore industriale richiederebbe un adeguato sviluppo del settore dei servizi alle imprese. La ristrutturazione dei servizi offerti dagli enti istituzionali e di categoria, che oggi operano separatamente e forniscono servizi analoghi no n sempre adeguatamente qualificati, potrebbe essere una possibile soluzione. Il sistema della conoscenza è rappresentato nell'area da una dotazione universitaria consolidata e sufficientemente specializzata rispetto alle vocazioni produttive dei territori . Oltre alla Città studi di Biella, uno dei primi esempi di strutture tecnologiche e formative di alto livello in un distretto manifatturiero, è di enorme interesse il potenziale polo medico - farmaceutico, che potrebbe far crescere intorno agli ospedali e a lle strutture universitarie di Novara e Vercelli una seconda punta di eccellenza piemontese nel campo dell'innovazione e della ricerca sanitaria,

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C OMUNE DI P ETTENASCO V ARIANTE S TRUTTURALE AL R EGOLATORE G ENERALE C OMUNALE V ALUTAZIONE A MBIENTALE STRATEGICA attraendo investimenti qualificati di imprese multinazionali in un'ottica di naturale estensione della galassi a chimico - farmaceutica del milanese. Un elemento importante del quadrante del Nord - Est piemontese può essere individuato nel governo del suo assetto insediativo. In queste province si rilevano infatti enormi scompensi tra i territori al confine con la Lom bardia, pienamente investiti dall'estensione dell'area di influenza di Milano (al punto da diventarne quasi dipendente), e una serie di aree alpine o prealpine di difficile accessibilità, fortemente soggette a fenomeni di abbandono. La carta strategica di maggiore rilievo per il territorio è rappresentata dall'organizzazione concreta dello snodo trasportistico tra i due grandi assi dello sviluppo europeo (Lisbona - Milano - Kiev e Suez - Genova - Rotterdam), collocato al centro di quella macroregione padano - alpina che può realisticamente aspirare a evolvere verso la configurazione di zona di integrazione mondiale dell'economia, essendo già oggi una delle aree più prospere in Europa per ricchezza diffusa. L'elevata connettività al porto di Genova e al retroporto ale ssandrino, la prossimità all'hub internazionale di Malpensa (oltre che l'accessibilità all'aeroporto di Caselle), la presenza di una stazione TAV, le opportunità dischiuse dall'insediamento a Rho della Fiera di Milano, l'apertura a nord attraverso il rilan cio dello scalo di Domodossola, la possibile integrazione con i sistemi di mobilità e i valichi del nord - ovest lombardo, costituiscono un insieme di collegamenti dei quali appare difficile sottovalutare il possibile impatto strategico. 22 Date le caratterist iche dei processi economici e insediativi, il territorio del Nord - Est piemontese si presenta tuttavia estremamente sensibile – per certi versi vulnerabile – dal punto di vista delle componenti ambientali e paesaggistiche. Sotto questo profilo, il quadrante è peraltro ricco di risorse quali il patrimonio montano posto ad ovest del quadrante (Val Sesia) e il distretto dei laghi che rappresentano i principali poli turistici del quadrante. L'inevitabile impatto delle trasformazioni infrastrutturali previste pe r quest'area, configura un sistema ambientale la cui evoluzione deve essere considerata parte integrante dei futuri programmi di sviluppo, un parametro di giudizio la cui sottovalutazione potrebbe produrre contraccolpi negativi a medio termine anche sotto il profilo strettamente economico.

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I L PPR E IL C OMUNE DI P ETTENASCO Il Comune di Pettenasco è inserito nell’Unità di Paesaggio n.14 Lago d’Orta, a cavallo delle Unità di Paesaggio 1402, Mottarone e l’alta Riviera d’Orta e 1403, e la rivie ra, visibili nello stralcio della tavola P3, Ambiti e Unità di Paesaggio:

La scheda d’ambito descrive le caratteristiche peculiari del paesaggio in cui si inserisce il territorio comunale, le dinamiche in atto, gli aspetti di criticità e di peculiarità. Nella tavola P6, Strategie e politiche per il paesaggio, sono illustrati gli obiettivi e le strategie regionali per l’area di pertinenza del Comune di Pettenasco:

23

In questa carta ogni strategia, tema ed obiettivo descritto nelle tabelle precedenti è evi denziato e classificato.

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Per il comune di Pettenasco insiste un preciso sistema di strategie, temi ed obiettivi descritto nell’allegato a questa relazione, in cui sono anticipate le analisi di coerenza. Il Piano Paesaggistico è inoltre corredato di un Cat alogo dei beni paesaggistici del Piemonte e sussistono, in questo momento in cui il PPR risulta adottato dalla Regione, misure specifiche di salvaguardia. In particolare, tale salvaguardia sussiste per le aree tutelate ai sensi degli artt. 134, 136 e 157 d el Codice dei beni culturali e del paesaggio. Per il Comune di Pettenasco, è presente nel catalogo dei beni, la dichiarazione di notevole interesse pubblico di una zona intorno al lago d’Orta in territorio comunale del Comune di Pettenasco.

I L PTP E IL CO MUNE DI PETTENASCO OBIETTIVI SPECIFICI DEL PTP PER IL COMUNE DI PETTENASCO (AREE COLLINARI E LACUALI) Strategia Politiche 1. rafforzare e qualificare l’offerta turistica (predisposizione di misure volte ad accrescere la dimensione media d’impresa, azioni di marketing turistico finalizzate all’inserimento dell’area nella

rete dei grandi tour operator , nei circuiti del 24 turismo congressuale e del turismo d’affari) 2. valorizzare alcune aree attraverso iniziative Valorizzare le risorse ambientali e economiche compatibili con l’integrità ricercare sinergie tra politiche dell’ambiente (promozione di “turismo verde”, ambientali, turistiche e di sostegno legato alla valorizzazione dei beni culturali e alle produzioni agricole ad elevato ambientali , incentivazione della realizzazione di valore aggiunto attrezzature sportive, ricreative e per il tempo libero, attivazione di iniziative per l’agriturismo); 3. sostenere le produzioni agricole di qualità (miglioramento delle produzioni tipiche, in particolare vitivinicole; organizzazione di attività formative; predisposizione di servizi di consulenza tecnica, gestionale , commerciale; supporto ad attività agro - i ndustriali; incentivazione di attività

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enogastronomiche; formazione di strutture sovra – aziendali, come consorzi di vendita, gruppi di acquisto, strutture associative) favorire l’accesso degli imprenditori agricoli agli aiuti finanziari di settore, in par ticolare a quelli comunitari.

I L PIANO DI Z ONIZZAZIONE A CUSTICA C OMUNALE – C OMPATIBILITÀ CON LA V ARIANTE Il comune è dotato di Piano di Zonizzazione Acustica approvato con Deliberazione del Commissario Prefettizio con i poteri di Consiglio Comunale n. 26 del 07 marzo 2006. Di seguito una tabella che illustra la classificazione acustica e la compatibilità delle aree inserite nella variante:

n. destinazione urbanistica classificazione giudizio di intervento vigente variante acustica compatibilità B1 R R II compatibile B2 R R II compatibile B7 VP R II compatibile 25 A8 E R II compatibile D19 P R III compatibile D28 P R III compatibile B31 R R II compatibile F43 P – R - SP R - SP II – III compatibile E45 E - T E – T III compatibile A48 E R II compatibile E49 E T III compatibile A50 E R II compatibile D52 T - R T – R II – III compatibile D55 AT T III compatibile G57 E E III compatibile

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E65 R T II – III compatibile D67 P R III compatibile 102F E E III compatibile 107G E P III compatibile 109B R E - R II compatibile 122C E R III compatibile

Legenda: Destinazioni Urbanistiche : R = residenziale T = terziario commerciale e turistico - ricettivo P = produttivo artigianale SP = spazi pubblici standard ex art. 21 L.R. 56/77 s.m.i. VP = verde privato E = agricola AT = attrezzature tecnologiche Classificazione acustica : classe I = aree particolarmente protette; classe II = aree ad uso prevalentemente residenziale; classe III = aree di tipo misto; classe IV = aree di intensa attività u mana; classe V = aree prevalentemente industriali; classe VI = aree esclusivamente industriali.

Non sono state evidenziate, inoltre, le presenze di aree critiche o di accostamento critico che avrebbero necessitato l’introduzione di fasce cuscinetto per il rispetto dei requisiti acustici.

A corredo della documentazione sono state predisposte delle schede di analisi acustica 26 specifiche.

S ISTEMA VINCOLISTICO IN TERRITORIO COMUNA LE Il territorio comunale di Pettenasco risulta interamente assoggettato a vincolo di tutela paesaggistica ex art. 157 del Codice, vincolo apposto da DM 01 agosto 1985 (CD Galassino).

S ono presenti in territorio comunale Manufatti che prevedono fasce di rispetto quali ferroviae manufatti idropotabili , è predisposto il vincolo cimiterial e.

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12. S CENARIO IN ASSENZA D I P IANO ( LETT . B DELL ’A LLEGATO VI) Lo “scenario di riferimento” (scenario zero) rappresenta l’evoluzione che il territorio interessato dalla Variante può subire nel tempo in assenza di attuazione della Variante stessa. In estrema sintesi lo scenario di riferimento esplicita l’evoluzione naturale dei punti di forza e di debolezza individuati nella fase di specificazione. Nella costruzione dello scenario di riferimento, ci si può limitare alla considerazione dei fenomeni interni al s istema territoriale (variabili endogene) considerato oppure assumere come riferimento fenomeni originati in ambito territoriale più vasto (variabili esogene). Ad esempio, nel primo caso si possono considerare l’evoluzione del sistema della mobilità locale o il cambiamento demografico, nel secondo la modificazione della domanda di servizi in relazione alla modificazione delle piramidi di età o, ancora, i rapporti con le dinamiche insediative che avvengono nei territori circostanti. Gli indicatori descrittivi dello scenario di riferimento devono fotografare lo stato di fatto del territorio . Lo scenario di riferimento sarà il punto dipartenza per la valutazione e la redazione del Rapporto Ambientale. La sua descrizione riprende le tematiche ambientali definite nel capitolo precedente e ne approfondisce gli aspetti rilevanti. Un possibile set di indicatori, utilizzabili sia per l a fotografia dello scenario di riferimento che 27 per le altre fasi di valutazione e monitoraggio può essere composto da : ATMOSFERA Aspetto Indicatore Fonte

Inquinamento atmosferico Medie annuali superamento limiti ARPA

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RISORSE IDRICHE Aspetto Indicatore Fonte Acque superficiali - laghi Stato Ecologico ARPA/PTA

Acque superficiali - fiumi Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua ARPA/PTA (SECA)

Acque superficiali - Bollettino acque di balneazione ARPA/PTA balneabilità

SUOLO E SOTTOSUOLO Aspetto Indicatore Fonte Consumo di suolo Superficie urbanizzata Calcolo – SIT Comunale (impermeabilizzata) / Superficie comunale totale (%)

Rischio idrogeologico Superfici interessate da situazioni di Calcolo – SIT Comunale rischio idrogeologico / Territorio comunale (%)

BIODIVERSITA’ E PREGI NATURALISTICI Aspetto Indicatore Fonte Patrimonio vegetale Superficie aree boscate e seminaturali Calcolo – SIT Comunale complessivo / Territorio comunale totale (%) 28

PAESAGGIO Aspetto Indicatore Fonte Tutela del paesaggio Superficie delle aree sottoposte a Regione Piemonte vincolo paesaggistico dal DLgs 42/2004 Pianificazione / Territorio comunale (%) sovraordinata

RUMORE E VIBRAZIONI Aspetto Indicatore Fonte Inquinamento acustico Numero di abitanti presenti Calcolo – SIT Comunale all’interno delle classi di zonizzazione (previa disponibilità dei acustica non idonee alla localizzazione dati geroriferiti della di residenze popolazione)

Per il territorio in esame, i dati disponibili, sono per lo più cartografati in data base regionali disponibili dal sito web di ARPA Piemonte, di cui se ne riportano alcuni estratti:

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Lo scenario di riferimento comunale, utilizzando il set di indicatori proposto, è il seguente:

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i o o o i c s n i r d f o f a e u livello u c B M S S Atmosfera x 30 Laghi x Fiumi x

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d Consumo di suolo x n I Patrimonio vegetale x Tutela del paesaggio x Inquinamento acustico x

Lo stato attuale del territorio comunale risulta di livello medio – buono in riferimento agli aspetti ambientali principali.

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Lo scenario attuale risulta essere, oltre che di riferimento, anche quello che si avrebbe qualora la variante strutturale non fosse attuata, nell’ambito, vale a dire, dell’opzione zero di non realizzazione del progetto. Tale opzione non avrebbe un esito nefasto, nel breve periodo, per le dinamiche in att o in quanto, come visto, la situazione fotografata non è compromessa. Tuttavia la non realizzazione di una variante strutturale al Piano Regolatore non trova ragione per una serie di motivazioni, che hanno spinto l’amministrazione comunale ad attivarsi nel progetto di variante:

La variante strutturale è uno strumento “puntuale” che prevede la messa in campo di azioni puntuali e che non stravolgono il complesso degli obiettivi del piano;

La variante strutturale non tocca le dinamiche messe in atto con i l pia no, ma apporta gli “aggiustamenti” necessari al normale corso ed alle aspetta tive contenute nel piano stesso;

La variante non interviene in modo radicale sul territorio comunale;

Le esigenze specifiche che si sono manifestate nell’ultimo periodo rendono ne cessarie le modi ficazioni da apportare al piano

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13. C OERENZA ESTERNA ( LETT . A DELL ’’A LLEGATO VI) L e analisi di coerenza consistono nella verifica che gli obiettivi della Variante e le relative azioni siano rispondenti alle tematiche ed alle direttive degli strumenti di governo sovraordinati, oltre alla verifica interna di rispondenza delle azioni agli obiettivi dichiarati. L’analisi di coerenza, infine, deve verificare la risponde nza con i criteri di sostenibilità e gli obiettivi di protezione ambientale riconosciuti e stabiliti a livello comunitario nella direttiva di riferimento 2001/42/CE. Tali analisi vengono esplicitate in matrici di coerenza. I criteri che ispirano tale valut azione sono: Pertinenza al raggiungimento degli obiettivi di miglioramento Ambientale; Portata dell’influenza che i piani sovraordinati hanno sulle caratteristiche della Variante ; Misura in cui la Variante stabilisce il quadro di riferimento per progetti e interventi in territorio comunale. Le analisi di coerenza si suddividono quindi in: Analisi di coerenza esterna, a sua vota suddivisa in coerenza verticale e coerenza orizzontale; Analisi di coerenza interna.

Una volta individuati tutti gli strumenti prog rammatici che insistono sul territorio comunale ed 32 averne individuato obiettivi, assi e priorità, si attiva una fase di analisi di pertinenza ed una fase successiva di confronto vero e proprio. In generale le analisi di coerenza verticale si fondano su mat rici di correlazione in cui condurre il confronto mediante cinque differenti livelli, identificati con un colore:

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Matrice dei livelli di coerenza Coerenza diretta : esiste corrispondenza tra le finalità del piano e degli Livello strumenti di pianificazione esaminati. 1 LE AZIONI DI PIANO E GLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ COINCIDONO Coerenza condizionata : l’attuazione del piano dovrà tenere in considerazione Livello direttive specifiche contenute nei piani e nei programmi esaminati. 2 LE AZIONI DI PIANO E GLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ COINCIDONO DOPO LA VERIFICA DI SPECIFICHE DIRETTIVE Coerenza indiretta : quando le finalità del piano e gli strumenti di pianificazione Livello agiscono per macro settori e finalità comuni. 3 LE AZIONI DEL PIANO E GLI OBIETTIVI DI ASOSTENIBILITÀ COINCIDONO A LIVELLO SINERGICO Coerenza indifferente : quando non vi è correlazione tra piano e obiettivi Livello sovraordinati. 4 LE AZIONI DEL PIANO SONO INDIFFERENTI AGLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ Incoerenza : quando non esiste corrispondenza tra le finalità del piano e gli Livello obiettivi sovraordinati. 5 33 LE AZIONI DI PIANO E GLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ SI CONTRAPPONGONO

La matrice di relazione è strutturata, poi, riportando gli obbiettivi specifici de lla Variante , con evidenza per quelli a valenza ambientale, sulle righe, e le norme che danno azione agli obiettivi individuati e sulle colonne gli obiettivi sovraordinati di sostenibilità. La coerenza sarà qualificata secondo lo specifico colore e la lett ura per righe consentirà di valutare quanto un’azione sia in linea con le priorità e le scelte individuate nella programmazione di livello superiore. La matrice conterrà dunque informazioni relative al concetto di coerenza condizionata in modo da poter app rofondire in fase di Progetto Preliminare le specifiche interazioni.

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COERENZA ESTERNA ORIZZONTALE Il Piano Regolatore che governa il territorio comunale di Pettenasco è un piano Intercomunale in consorzio con il Comune di Armeno. La Variante in esame riguarda unicamente il territorio del Comune di Pettenasco e non interviene a modificare l’ossatura portante del Piano Intercomunale, ne ha effetti sugli obiettivi e sulle azioni dello stesso. Non si ravvisano, per conseguenza, le condizioni per condurre u n’analisi di coerenza con gli strumenti di governo limitrofi, in quanto il Piano Regolatore rimane coerente con le linee adottate nella sua costituzione in accordo e coerenza con i Piani Regolatori dei Comuni limitrofi. Il Rapporto Ambientale potrà essere lo strumento di analisi qualora emergessero, nelle successive elaborazioni e fasi di progetto, eventuali criticità con le caratteristiche dei Piani limitrofi.

M ATRICI DI COERENZA Le pagine che seguono esplicitano la coerenza verticale ed orizzontale secondo una serie di matrici, predisposte inserendo nelle righe le strategie e gli obiettivi dei piani e dei programmi, esclusivamente di pertinenza a seguito della precedente analisi, e nelle colonne le linee di intervento della Variante. Dalla composizio ne delle matrici sono emersi i livelli di coerenza tra le strategie che insistono sul territorio comunale e le linee di azione della Variante, in particolare per ogni piano è interessante 34 commentare i livelli di coerenza indiretta e condizionata che sono e mersi. Le coerenze indirette riguardano gli ambiti di intervento che una volta azionati avranno una ricaduta anche in riferimento agli obiettivi specifici come, ad esempio l’uso dei lotti interclusi e delle aree ricomprese in zone edificate dell’abitato di Pettenasco offre la possibilità, indirettamente, di localizzare residenze e strutture alternative impedendo e/o contenendo il pericolo di saldatura urbana tra Orta e i centri limitrofi. Il recupero, il riuso e il contenimento del consumo del suolo agisco no in coerenza indiretta con la tutela dal risc hio idraulico e la prevenzione, seppure non siano legati a norme specifiche in merito.

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Linee Di Intervento

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S TRATEGIE E OBIETTIVI DEL P IANO PAESAGGISTICO R EGIONALE n L c L r L i Contenimento dello sviluppo dell’abitato diffuso, soprattutto nella fascia litoranea occidentale, o la definizione di standard edilizi rigorosi

Riqualificazione/riconversione degli insediamenti industriali esistenti, introduzione di elementi di mitigazione a scala del comparto, pianificazione specifica in rapporto alle aree di maggiore pressione e velocità di trasformazione Evitare saldatura urbana di Orta San Giulio ai nuclei prossimi

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Linee Di Intervento

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q a o a a i

S TRATEGIE E OBIETTIVI DEL P IANO TERRITORIALE R EGIONALE n L c L r L i

1.4.2 Promozione della congruenza morfologica dei nuovi interventi con la E

A 4 L . strutturazione codificata del territorio . E T 1 U T

, 1.5.1 Promozione di processi di riqualificazione, rigenerazione e

E L

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O riconversione fisica, sociale ed economica dei tessuti urbani e dei sistemi I R G O T G

I periferici A R S R E E

A 1.5.2 Promozione di politiche finalizzate alla realizzazione di spazi e servizi T

P

E L E N pubblici urbani ed extraurbani distribuiti …. D O

I E Z N A 1.5.5Contenimento e razionalizzazione della crescita insediativa urbana, ,

C O I I F Z I A L con particolare riferimento al controllo del consumo di suolo 36 Z A Z I U R Q

I 1.5.6 Recupero e riqualificazione degli edifici e delle aree produttive O

R L 5

A . .

1 V 1 esistenti o dismesse o sottoutilizzate per usi residenziali, industriali e terziari 2.1.1 Gestione quantitativa e qualitativa ambientalmente sostenibile dal

1 À . T I 2 punto di vista energetico, agricolo, industriale e civile delle acque , L

I E

A L B I A C A I

Z 2.3.1 Contenimento del consumo di suolo, promuovendone un uso N T T E N E N T E E I G S I sostenibile, con attenzione alla limitazione dei fenomeni di dispersione C R B O I E S F 3

M . . F N

2 A E E 2 insediativa

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Linee Di Intervento

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S TRATEGIE E OBIETTIVI DEL P IANO T ERRITORIALE PROVINCI ALE n L c L r L i Rafforzare e qualificare l’offerta turistica (predisposizione di misure volte ad accrescere la dimensione media d’impresa, azioni di marketing turistico finalizzate all’inserimento dell’area nella rete dei grandi tour operator, nei circuiti del turismo con gressuale e del turismo d’affari)

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14. A NALISI DELLE ALTERNA TIVE ( LETT . F E H DELL ’A LLEGATO VI) Le alternative che sono state perse in considerazione dall’amministrazione per la proposta di variante in esame sono sintetizzate e valutate ne lla matrice che segue. Qualora necessaria, nel rapporto ambientale potrà essere condotta un’analisi approfondita, anche in seguito alle considerazioni che emergeranno in sede di conferenza di copianificazione .

Alternative

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z z z e e a a t n z z n n z z e o i i a i l l d i i z r a a s p a e e VARIABILI AMBIENTALI – POSSIBILI EFFETTI e V R R r O

Aria – variazione della concentrazione di inquinanti

Acqua – aumento del prelievo potabile 38

Suolo – razionalizzazione del consumo di suolo, uso di porzioni intercluse

Paesaggio – alterazione della percezione attuale

Flora fauna ed ecosistemi – consumo di risorse forestali e di habitat

Caratteri socio – economici

Rumore – variazioni del clima acustico

Rifiuti – aumento della produzione di rifiuti

C ARATTERE DELLA COMPA TIBILITÀ C OLORE Effetti positivi Effetti potenzialmente positivi Effetti negativi

Nessuna interazione

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15. A ZIONI DI P IANO E V ALUTAZIONE DEGLI IMP ATTI / EFFETTI AMBIENTALI ( LETT . F – H DELL ’A LLEGATO VI)

VARIABILI AMBIENTALI

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ADEGUAMENTO AL PTP +2 +3 +4 +3 +4

VARIANTE CARTA DEI VINCOLI

RICONVERSIONE AD ALTRA DESTINAZIONE DI INSEDIAMENTI ARTIGIANALI DISMESSI O SOTTOUTILIZZATI LOCALIZZATI NELL’AMBITO DEL TESSUTO EDILIZIO +2 +2 +4 +2 +4 +2 +1 - 1

I RESIDENZIALE ESISTENTE N T

E 39 V

R INDIVIDUAZIONE DI LOTTI RESIDENZIALI DI E T N

I COMPLETAMENTO LOCALIZZATI IN AREE URBANIZZATE E /

E - 2 - 1 +1 - 1 +2 - 2 +2 - 2 T COSTITUENTI ELEMENTI DI SUTURA DEL TESSUTO N

A I O R L ESISTENTE A O V U

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D MODESTI ADEGUAMENTI DI AREE DESTINATE AD

L I E N D

O I ATTIVITÀ ECONOMICHE NEI SETTORI SECONDARIO E I S Z U A TERZIARIO, CON PARTICOLARE RIGUARDO ALLE E SIGENZE AVANZATE DAGLI OPERATORI DEL SETTORE E PONENDO LA DOVUTA ATTENZIONE ALLA PARTICOLARE - 1 - 2 +1 - 3 +1 - 1 - 1 - 1 CONTINGENZA ECONOMICA CHE VEDE, ANC HE SUL NOSTRO TERRITORIO, UN MOMENTO DI TRASFORMAZIONE DELLE ATTIVITÀ STORICAMENTE INSEDIATE Effetto cumulativo/sinergico - 3 +2 +4 +1 +4 - 1 +2 - 2

CHIAVE DI LETTURA:

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Legenda dei cromatismi trascurabile basso medio alto peso 1 2 3 4 Negativo ( - ) Positivo (+)

Effetti cumulativi. Sono la somma degli effetti delle singole azioni sulla variabile nel suo complesso e presi con il peso assegnato (trascurabile, basso, medio, alto) Sono stati riportati al valore massimo quegli effetti che, come sommatoria, ne risultavano superiori, intenden do già descrittivo tale valore. La componente aria è interessata da effetti cumulativi di carattere basso che devono essere risolti con compensazione e mitigazione. L’influenza è riferibile principalmente alla componente relativa alle emissioni da riscaldamento dei possibili incrementi r esidenziali previsti dalla Variante (riconversioni e aree di completamento). Tali emissioni sono confermate dall’effetto cumulativo negativo sulla componente energia, che dovrà essere oggetto di attenta compensazione e mitigazione secondo le disposizioni e le direttive di contenimento dei consumi previste e recepite dal piano in esame. Effetti sinergici e positivi degli interventi in previsione e delle azioni rapportate agli obiettivi di 40 carattere ambientale che vengono recepiti sono evidenziati sulle matri ci Biodiversità, suolo paesaggio ed acqua. Questo effetto sinergico non deve, tuttavia, escludere una comunque forma di compensazione per gli interventi specifici per evitare di vanificare gli sforzi positivi e gli obiettivi di salvaguardia ambientale cont enuti e recepiti in questa Variante .

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16. C OERENZA INTERNA La Variante strutturale n.3 riguarda tipologie di interventi che saranno regolamentati dalle attuali norme tecniche di attuazione. Gli interventi non prevedono l’introduzione di norme specifiche, riguardando riconversioni e riqualificazioni di destinazioni d’uso già normate. le norme, inoltre, risultano attualizzate ed aggiornate, per cui non si ravvisa la necessità, in questa fase, di procedere ad una analisi di coerenza interna, in quanto gli ob iettivi e gli interventi della variante trovano collocazione naturale nella vigente normativa di attuazione.

17. MITIGAZIONI E COMPEN SAZIONI AMBIENTALI ( LETT . G DELL ’A LLEGATO VI)

Gli interventi proposti nella Variante necessitano di essere analizzati anche p er ciò che concerne il carattere di sostenibilità che devono contenere, la mitigazione e la compensazione che si deve attuare al fine di promuovere un uso ragionato e sostenibile del territorio. A tal fine le norm e tecniche di attuazione dovranno comprend ere una specifica norma di carattere sostenibile che ha il fine di tutelare il territorio da interventi non mirati alla tutela ed alla compensazione ambientale.

Di seguito sono descritte le linee di azione più elementari che poss o no attuare interventi 41 mit igativi e compensativi. La mitigazione degli interventi si realizza con l’applicazione di specifici criteri quali: criteri per l’efficienza energetica e l’uso di fonti energetiche rinnovabili; criteri per il basso impatto ambientale degli edifici e per la sostenibilità degli spazi aperti. La progettazione dei nuovi interventi deve essere basata sui caratteri locali, di tipo ambientale, climatico e storico. Al fine di ridurre gli effetti negativi sul comfort abitativo, gli interventi devono sfruttare i benef ici climatici favorevoli e ridurre quelli che hanno ricaduta sfavorevole. Al fine di garantire il ris petto della tipicità ambientale , nella progettazione, devono essere preferite le soluzioni tipologiche che utilizzano materiali locali, a basso consumo energetico, naturali o artificiali eventualmente provenienti da cicli di riuso e/o recupero.

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Le impossibilità oggettive al rispetto dei principi esposti, devono essere tecnicamente motivate e documentate dal progettista incaricato, che propone idonee tecni camente soluzioni alternative. Le condizioni minime per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità sono assicurate mediante il rispetto delle prescrizioni e delle norme cogenti, mentre il raggiungimento di livelli superiori di sostenibilità, attra verso azioni volontarie, può essere incentivata con modalità da definire con apposite azioni amministrative.

Criteri per l’efficienza energetica Per tutte le categorie di edifici, per favorire la riduzione del Fabbisogno di Energia Primaria per riscaldamen to degli edifici (EPI), il valore limite di prestazione energetica EPI dovrà essere calcolato secondo la normativa vigente in materia di rendimento energetico nell’edilizia alla data di presentazione del titolo abilitativo edilizio. Tale limite dovrà rispe ttare i minimi di legge vigente al momento della presentazione del titolo edilizio abilitativo. Per tutti gli interventi e le categorie di edifici dovranno essere rispettate le prescrizioni contenute nella Deliberazione di Giunta Regionale n. 46 - 119368 del 4 agosto 2009, Stralcio di piano per il riscaldamento ambientale e il condizionamento e Disposizioni attuative della Legge Regionale n. 13 del 28 maggio 2007 (disposizioni in materia di rendimento energetico 42 nell’edilizia) Articolo 21, lettere a), b) e q) e successive modificazioni e integrazioni. La rispondenza ai requisiti prestazionali in regime invernale ed estivo non sostituisce in alcun modo le verifiche previste dalla normativa vigente, cosi come non sostituisce le verifiche, gli elaborati e la do cumentazione richiesta all’atto di deposito della documentazione per l’ottenimento del titolo abilitativo (l. 10/1991, D.Lgs 192/2005, D. Lgs. 311/2006 e successive modifiche e integrazioni). La Regione Piemonte, in ottica di continuo aggiornamento ed atte nzione in materia di sostenibilità, predispone Linee Guida che dovranno essere consultate nell’ambito del progetto. La Regione Piemonte, nell’ambito del quadro normativo nazionale e nel rispetto degli indirizzi di sostenibilità comunitari, definisce linee programmatiche di azione ed attiva sistemi di incentivazione finalizzati all’aumento dell’efficienza energetica ed all’incremento dell’utilizzo di fonti rinnovabili.

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C OMUNE DI P ETTENASCO V ARIANTE S TRUTTURALE AL R EGOLATORE G ENERALE C OMUNALE V ALUTAZIONE A MBIENTALE STRATEGICA

Tali linee dovranno essere seguite nell’elaborazione progettuale e nella realizzazione deg li interventi in territorio comunale. Sono preferibili gli interventi che utilizzano fonti energetiche rinnovabili per il riscaldamento degli edifici ovvero che concepiscano la soddisfazione del loro fabbisogno escludendo l’uso di combustibili fossili. Gli impianti termici possono essere funzionanti mediante l’integrazione di differenti tecnologie derivanti da fonti energetiche rinnovabili.

Criteri per il basso impatto ambientale Con la definizione di questi criteri si intende incentivare l’uso di materiali da costruzione locali ed a basso consumo energetico e l’uso di sistemi per il contenimento dei consumi idrici. I materiali utilizzati nelle costruzioni devono garantire la massima compatibilità ambientale e devono essere scelti materiali il più possibile privi di prodotti da sintesi chimica e da fibre o prodotti (ad esempio formaldeide) riconosciuti nocivi e dannosi per la salute umana. I legni da impiegare nella costruzione dovrebbero essere di preferibile provenienza locale o certificati da sistemi di ce rtificazione della gestione forestale. Gli impianti idrosanitari e di riscaldamento devono prevedere dispositivi tecnici capaci di assicurare una riduzione del consumo di acqua potabile, calcolato sul riferimento medio di 180 l/giorno abitante. Le nuove co struzioni devono prevedere sistemi di recupero, per usi compatibili, delle acque 43 meteoriche per consentire la riduzione di consumo di acqua potabile (e/o di falda) e la riduzione di immissioni nel sistema di smaltimento e depurazione. Per la gestione soste nibile delle acque reflue le nuove urbanizzazioni dovranno prevedere la separazione, nella rete fognaria, delle acque bianche da quelle nere e dovranno avere rispondenza con il Regolamento Regionale n.1/R del 20 febbraio 2006, Disciplina delle acque meteor iche e di dilavamento e delle acque di lavaggio di aree esterne. Le nuove costruzioni devono rispettare i requisiti acustici previsti dalla normativa vigente in materia. Per gli interventi vegetativi, in aggiunta a quanto stabilito dalle leggi comunitarie e regionali in materia di tutela ambientale, della flora e della fauna, su tutto il territorio comunale:

non è consentito danneggiare o abbattere alberi che abbiano particolare valenza ambientale o paesaggistica, gli interventi sono subordinati ad autorizz azione rilasciata dagli organi competenti;

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gli interventi di rimboschimento dovranno essere eseguiti con l’impiego di specie ed associazioni forestali di preferenza autoctona e tipica della classificazione fitoclimatica del territorio comunale.

Parte integ rante del progetto edilizio, in particolare nel caso di completa ristrutturazione edilizia o nuova costruzione, dovrà essere previsto un progetto di sistemazione degli spazi aperti che:

preveda il rilievo delle alberature da fusto di pregio qualora present i ed il riporto nelle planimetrie di progetto e, se richiesto, una documentazione fotografica;

per la parte in sottosuolo rispetti tali alberature e ne salvaguardino l’apparato radicale;

organizzi delle zone alberate, a prato, a giardino e la formazione di aree permeabili, compresa, se possibile, la formazione di siepi a ridosso delle recinzioni;

preveda la formazione di piantumazioni in ragione di un albero o arbusto ogni 200 mc di nuova costruzione o ricostruzione, utilizzando specie autoctone appartenent i alla flora tipica dell’associazione fitoclimatica del territorio

comunale, documentando le scelte arboree e arbustive negli elaborati di 44 progetto.

Compensazione ecologica Il consumo di suolo ha un valore ambientale, sociale e culturale, oltre che economi co, fondamentale per la collettività. Sebbene il caso di Pettenasco non sia riferibile a gravi speculazioni edilizie ed a cementificazione indiscriminata è importante prevedere che, per le aree di nuova pianificazione siano introdotti principi di compensaz ione che vadano a contenere la perdita di quei servizi che sono indispensabili al territorio e che solo il mantenimento di permeabilità del suolo può garantire. La compensazione ecologica potrà essere attuata anche attraverso l’introduzione di tecniche per equative o di mantenimento di caratteri paesaggistici, opportunamente indicati e normati, per le porzioni di aree interne a quelle previste e che saranno lasciate libere da nuove edificazioni.

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Il reticolo ecologico diffuso, identificato dal verde privato, dagli orti e dal verde urbano, che andrà a collegarsi con la naturalità del territorio comunale, dovrà essere salvaguardato e incentivato il suo mantenimento. Anche le superfici costruite, ossi a urbanizzate, possono essere rilevanti dal punto di vista ecologico: al fine di offrire alla natura uno spazio vitale più ampio è possibile sistemare a verde tetti e facciate, applicare nei parcheggi, nei vialetti e nei depositi delle pavimentazioni che c onsentano la crescita della vegetazione, create aiuole con fiori selvatici e deviare l’acqua piovana in bacini di ritenzione o n egli stagni decorativi. Per realizzare con successo superfici di compensazione ecologica l’operazione da compiere dovrà prevede re tre fasi, che potranno trovare esplicitazione nel progetto dell’edificato: rilevare le condizioni di utilizzazione e definire il potenziale ecologico (ad esempio con il metodo di Strain); elaborare le misure necessarie in un piano di accompagnamento al progetto; realizzare in fase di costruzione le misure previste nel piano e garantire un’adeguata manutenzione delle superfici prossime allo stato naturale.

Compito dell’amministrazione sarà il controllo e la promozione di queste tecniche all’interno del t erritorio comunale, sensibilizzando e trovando forme di incentivo necessarie. Le compensazioni e mitigazioni previste hanno un carattere blando in alcune azioni e più incisivo in altre. Tale 45 decisione scaturisce dalla particolare situazione socio economica del territorio comunale e per la situazione ambientale che non risulta complessivamente gravemente compromessa già allo stato attuale . L’amministrazione potrà, in funzione del momento socio - economico attraversato, decidere di incentivare sgravando di oner i le misure di compensazione e mitigazione degli interventi. In sede di monitoraggio potranno essere valutati interventi più incisivi qualora si rilevasse uno stato peggiorativo del quadro ambientale di Pettenasco .

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P ARTE II – C OMPONENTI AMBIENTALI , TER RITORIALI E PAESAGGI STICHE

18. B IODIVERSITÀ E RETE E COLOGICA Il territorio comunale, a copertura prevalente boschiva è caratterizzato da formazioni tipiche della zona fitoclimatica del Castanetum , sottozona fredda. La vegetazione di questa zona presenta marcat i caratteri di continentalità ed è composta da specie mesofile e spoglianti. Rappresentativi sono: Quercus: leccio ( Quercus ilex ), farnia ( Quercus robur ), cerro ( Quercus cerris ), roverella ( Quercus pubescens ); Fraxinus: frassino maggiore ( Fraxinus excelsior ) e orniello ( Fraxinus ornus ); Juniperus: ginepro ( Juniperus communis ). Associazioni comuni sono poi quelle di castagno ( Castanea sativa ), acero ( Acer spp .), carpino bianco ( Carpinus betulus ), carpino nero ( Ostya carpinifolia ), tiglio ( Tilia spp .) , ciliegio selvatico ( Prunus avium ), noce ( Juglans regia L .), nocciolo ( Corylus avellana ), betulla ( Betula alba ) e nelle zone umide o lacustri olmi ( Ulmus minor Mill .), ontani ( Alnus glutinosa ) e salici ( Salix spp .). Il sottobosco è ricco e variegato: la v egetazione arbustiva è rappresentata in prevalenza dal sambuco ( Sambucus nigra ), dal rovo (Rubus fruticosus) e dalle felci ( Osmunda, Dryopteris, Athyrium…) . Non mancano rampicanti e erbe da fiore quali anemone dei boschi ( Anemone 46 nemorosa ), dente di cane ( Erythronium dens - canis ) e pervinca ( Vinca minor). Le rive del lago d’Orta vedono poi la presenza della vegetazione acquatica tipica delle zone umide con prevalenza di cannucce ( Phragmites australis ), carice delle ripe ( Carex riparia ), nannufero ( Nuphar luteum ). La fauna selvatica che popola la zona del Castanetum ed il territorio comunale è costituita da piccoli mammiferi e roditori, ma soprattutto da avifauna e fauna ittica. Fra gli uccelli presenti si possono incontrare passeracei (dalle grosse cornacc hie al piccolo scricciolo), stanziali e di passo e varie specie columbiformi, falconiformi e stringiformi ed uccelli acquatici. Non mancano pernici e fagiani in aumento anche in funzione dell’introduzione in tutta l’area provinciale a scopo venatorio così come il silvilago ( Sylvilagus floridanus ) più noto con il nome di minilepre. I piccoli carnivori presenti sono il tasso, la faina e la donnola dividono l’habitat con la volpe e roditori quali la lepre, il ghiro e lo scoiattolo.

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Aspetto rilevante è anche la presenza del Lago d’Orta con una situazione ittiofaunistica in crescita. Il popolamento ittico del lago prima dell’imponente inquinamento, cominciato nel 1926, appariva strutturato dalle specie caratterizzanti i grandi ambienti lacustri subalpini con pres enza di coregone ( Coregonus sp .), agone ( Alosa fallax lacustris ), alborella ( Alburnus alburnus alborella ), persico reale ( Perca fluviatilis ), luccio ( Esox lucius ) e ciprinidi. Le migliorate condizioni dopo il risanamento (a partire dal 1989) hanno permesso la reintroduzione con successo di specie particolarmente pregiate come la trota ed il salmerino, accanto al miglioramento strutturale delle popolazioni di specie già presenti. L’ecosistema lacustre è particolarmente sensibile alle modificazioni di origine antropica che possono produrre impatti notevoli ed avere effetti molto dannosi, soprattutto in queste fasi storiche di ripresa e ripristino degli equilibri danneggiati con le forti immissioni inquinanti dovute allo sviluppo del distretto delle rubinetteri e. L’abbandono delle pratiche agricole lungo i versanti ha lasciato posto alla rivegetazione spontanea di grandi porzioni di territorio. È possibile osservare la progressiva avanzata del bosco verso gli insediamenti abitati e la ripresa della vegetazione b oschiva su ampie porzioni di territorio comunale e, in generale, del comparto lacustre di cui Pettenasco fa parte. La stabilità degli ambienti è comunque da considerarsi bassa e vulnerabile, per effetto della relativa giovane età degli ecosistemi presenti 8dopo l’intervento di ripristino del 1989 il lago 47 presenta una lenta ripresa) e dell’uso incauto soprattutto del bosco consolidato, che vede il prelievo indiscriminato dei grandi alberi ed il degrado dovuto a collassi colturali, incendi ed abbandono. I cor ridoi di rete ecologica sono evidenziati negli elaborati di piano anche in recepimento del PTP.

Aree protette Non vi sono aree protette in territorio comunale.

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19. P OPOLAZIONE Il Comune di Pettenasco appartiene al sistema socio economico locale di Omegna , ogg etto di un dossier puntuale in occasione della costruzione dell’Atlante Nazionale del Territorio Rurale. Il dossier sintetizza in una scheda esaustiva le principali caratteristiche del sistema, che risulta rappresentativa degli aspetti e delle dinamiche so ciali ed economiche prevalenti attualmente in atto sul territorio comunale. Al sistema appartengono 17 c omuni situati nell’intorno del Lago d’Orta, di cui ricalcano l’ambito di paesaggio. Le componenti principali e più evidenti sono gli indicatori socio – demografici che vedono una popolazione residente in cui circa il 20% è rappresentato da individui di età superiore ai 64 anni ed un tasso di occupazione medio del 45 – 50%. Il Piano di Sviluppo Rurale considera l’area come caratterizzata da problemi di svi luppo. Il Comune di Pettenasco ha una popolazione residente di 1.367 abitanti, suddivisi in 601 famiglie c on una composizione media di 2 individui, la maggior parte dei quali di età compresa tra i 15 ed i 65 anni:

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L’età media risulta essere, dunque, di 45 anni ed il reddito pro capite medio di 1 5.3 00 euro. Si assi s te negli ultimi anni sia al ripopolamento stagionale dovuto al turismo, per cui Pettenasco è meta di fruitori d i seconde case, che ad un incremento residenziale dovuto provbabilmente alla favo revole posizione sulle riva del Lago d’Orta:

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I dati sulla popolazione e le dinamiche in atto sono presi dall’ISTAT e reperiti in rete.

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20. A RIA I dati relativi alla qualità dell’aria ed alle condizioni climatiche del Comune sono stati desunti dai Rapport i sullo stato dell’ambiente degli organi di verifica e controllo presenti sul terri torio, quali ARPA e Provincia del Verbano Cusio Ossola e della Regione Piemonte. In particolare, i dati e le descrizioni considerati in questa fase, provengono dal database on line regionale Sistema Piemonte e dal data base Aria Web sempre disponibile in rete. La rete di monitoraggio della qualità dell’aria, operante sul territorio provinciale , è composta da postazioni fisse di proprietà pubblica, da alcune postazioni fisse di proprietà di aziende private e da un mezzo mobile per la realizzazione di campagne di rilevamento dei parametri chimici di qualità dell’aria. A titolo esemplificativo si è riportato un estratto dal sito di Sistema Piemonte per gennaio 2017 e per il Comune di Pettenasco

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livelli di PM10

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livelli di Biossido di Azoto

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Livelli di Ozono Come si evidenzia dai dati reperiti i livelli di inquinanti pr incipali in territorio comunale rimangono 52 di livello basso , medio per l’Ozono, conferendo a Pettenasco una condizione discreta rispetto alla qualità dell’aria. Per quanto riguarda i valori di emissione in funzione della sorgente emissiva, le analisi disponibili presentano una situazione discretamente buona per il territorio comunale , caratterizzato unicamente dalla componente agricola. I dati hanno evidenziato una condizione ottimale come rappresentato già dalle seguenti sintesi cartografiche, contenu te nel Rapporto Regionale del 2012 :

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Gli impatti prevalenti possono essere riconducibili al traffico ed alle sorgenti di riscaldamento 53 delle abitazioni. Per quanto riguarda il traffico la condizione attuale non viene incrementata dalle previsioni di pia no, senza andare in previsione ad incrementare, se non di qualche unità al giorno il traffico veicolare che attualmente è di circa due/quattro veicoli al giorno. Si riporta la tabella reperibile in Sistema Piemonte e relativa al traffico veicolare per l’anno 2010, che fotografa la situazione attuale e può essere di conferma anche per la situazione futura:

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fonte Sistemapiemonte.it – Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera

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Allo stesso modo sono disponibili i dati relativi al riscaldamento:

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Fonte Sistemapiemonte.it – Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera

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Per quanto riguarda l’impatto delle fonti di riscaldamento, anche in questo caso, la situazione delle emissioni si mantiene costante e tutte le norme e gli accorgimenti per il ri sparmio energetico andranno a tutelare e a non incrementare in senso negativo la situazione configurata e attuale. Per quanto riguarda l’analisi climatologica, i l confronto tra le medie mensili climatologiche con le temperature medie mensili, dell’anno 200 8, mostra che, per la stazione di , sia le medie dei massimi che quelle dei minimi sono state inferiori alla media del periodo climatologico di riferimento (1991 – 2005).

56 Le precipitazioni nell’anno 2009 sono state complessivamente superiori alla media annuale del periodo di riferimento: l’apporto più rilevante si è avuto nel mese di aprile mentre il periodo più secco si è registrato nel successivo mese di maggio, collocato al terzo posto tra i mesi di maggio più secchi degli ultimi 50 anni.

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21. A CQUA Il comune di Pettenasco è inserito nel Distretto Idrografico del Fiume Toce e si colloca nella parte relativa al Lago d’Orta .

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Lo stralcio appartiene alla Tavola 1, unità sistemiche di riferimento delle acque superficiali e corpi idrici superfic iali soggetti a obiettivi di qualità ambientale, appartenente al Piano di Tutela delle Acque della Regione Piemonte. La risorsa idrica rappresenta oggi una delle risorse chiave per gli ecosistemi poiché rappresenta un bene scarso e sensibile alle variazion i climatiche.

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L’assetto idrogeologico del territorio è influenzato principalmente dalla permeabilità del substrato roccioso e dei depositi di copertura. L’idrografia superficiale in territorio comunale è rappresentata principalmente dal Torrente Pescone, con andamento principale Nord - Sud,, uno degli immissari del Lago d’Orta, ed oggetto di uno studio geologico ed idraulico di approfondimento in occasione della Variante del 2011. Dal 1996, in cui si è verificato un evento di piena, il torrente non ha subi to modifiche per quanto riguarda il suo percorso e le caratteristiche negli afflussi, per cui nemmeno il regime idraulico si è modificato. L’assetto idrogeologico del territorio è influenzato principalmente dalla permeabilità del substrato roccioso e dei d epositi di copertura. La rete di monitoraggio per il territorio della Provincia di Novara comprende 20 punti di campionamento, concentrati nei tratti di pianura, dove è maggiore il rischio di contaminazione dovuto alle funzioni antropiche. Le analisi prod ucono indici previsti dal D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i.: LIM, Livello di Inquinamento da Macro descrittori, IBE, Indice Biotico Esteso, SECA, Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua, SACA, Stato Ambientale dei Corsi d’Acqua. Tuttavia il campionamento in provincia d i Novara è attivo in aree e lungo aste che non interessano il territorio di Pettenasco, che risulta avere una buona qualità delle Acque superficiali, in linea con la qualità idrografica dei territori dei comuni limitrofi. 58 La componente idrica principale del territorio comunale risulta essere il Lago d’Orta o Cusio, che a partire dal 1926 ha visto un lungo periodo di immissioni inquinanti dovute agli scarichi di solfato di rame e di ammonio dei processi industriali del distretto delle rubinetterie. Le poli tiche di tutela e salvaguardia messe in campo negli ultimi decenni hanno portato ad una lenta ma continua ripresa delle condizioni ecologiche del lago che, al presente, presenta buoni parametri e punti di balneabilità in continuo aumento. Per il territorio di Pettenasco la fotografia attuale è di uno stato di qualità idrica molto buyona che porta ad avere più punti di balneazione in territorio comunale che raggiungono uno stato eccellente:

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Estratto del bollettino acque di balneazione in Piemonte, disponib ile dal Geoportale Regionale di ARPA Piemonte. In merito alle acque sotterranee Pettenasco è caratterizzato da acquiferi fessurati nel substrato roccioso ed acquiferi locali nei depositi quaternari di versante.

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22. S UOLO Il territorio comunale è caratterizza to, in via generale, dalla presenza di versanti collinari e montani che fanno parte dei massicci prealpini che attorniano i laghi d’Orta e Maggiore. Questi territori sono principalmente di origine morenica, caratterizzati dalla presenza di alfisuoli con ac cumuli di argilla, che possono offrire una buona capacità protettiva rispetto alle acque sotterranee. La porzione maggiore del territorio comunale presenta copertura a bosco, con una contenuta urbanizzazione che si concentra nelle frazioni e nel centro urb ano principale. Il bacino imbrifero afferente al Lago d’Orta risulta costituito da rocce intrusive acide e chiuso a sud da importanti depositi morenici. Questa composizione è la spiegazione della bassa alcalinità e del modesto contenuto di soluti che carat terizzava il lago prima dell’intervento di risanamento eseguito nel 1989. Le principali tipologie di suolo e gli usi sono riassunti nelle illustrazioni che seguono (fonte Rapporto sullo stato dell’Ambiente in Provincia di Novara, 2009), la trattazione punt uale è disponibile negli elaborati geologici a corredo della Variante.

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Il consumo di suolo e le previsioni insediative La normativa urbanistica regionale vigente prevede che con il Documento Tecnico Preliminare

siano analizzati i parametri relativi al rispetto dei valori massimi di consumo di suolo e vengano 62 verificate le quantità e le percentuali confrontando l’esistente con le previsioni in progetto. Sebbene una analisi approfondita delle componenti ambientali sia compito del rapporto ambientale, per accompagnare il processo decisionale della Variante è opportuno anticipare uno studio puntuale della componente “consumo di suolo” già in questa fase. Il Rapporto Ambientale potrà essere sia sede di ulteriori approfondimenti sia sede di con ferma delle analisi condotte in fase di specificazione. L’importanza del suolo quale risorsa finita e non rinnovabile è oggi universalmente riconosciuta e la sua protezione è uno dei punti chiave delle politiche di sostenibilità. L’ambito di azione della t ematica del consumo di suolo coinvolge differenti discipline che spaziano dagli aspetti geologici a quelli ambientali o a quelli della pianificazione, si territoriale che urbana.

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Nell’ambito urbano, la problematica da affrontare, rende necessario rivedere gli strumenti e le tecniche urbanistiche adottate, ridefinendone le proprie basi conoscitive e nondimeno quelle attuative. Il tema, sentito in particolar modo nella pianificazione locale e regionale, è ben conosciuto a livello scientifico e politico e gli impatti negativi generabili giustificano la necessità di porre un freno ai fenomeni di espansione urbana e della progressiva cementificazione del territorio che causano la perdita, spesso irreversibile, di una preziosa risorsa ambientale. I costi derivanti dal modello insediativo tradizionale sono oggetto di studi e approfondimenti; un contributo significativo è dato dall’Istituto ISPRA che in collaborazione con il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente ha avviato un programma di monitoraggio e d i valutazione del consumo di suolo che si avvale di dati puntuali acquisiti da ISPRA ARPA E APPA e di cartografia ad alta risoluzione.

Verifica del consumo di suolo per il Comune di Pettenasco In Piemonte il riferimento è l’art.31 del Piano Territoriale Re gionale che prevede la sottoposizione della pianificazione locale alle verifiche sulle previsioni di incremento di consumo di suolo ad uso insediativo. Tali verifiche sono condotte facendo riferimento al testo “Monitoraggio del consumo di suolo in Piemonte ” che contiene sia la metodologia di analisi che i dati territoriali di riferimento. 63 Le analisi condotte in questa fase sono state portate a termine in parallelo con le verifiche urbanistiche ed il risultato ottenuto vede il mantenimento sotto la soglia de l 3% del consumo complessivo. I dati più recenti risultano essere indicativi, poiché condotti a scale nazionali, regionali e provinciali, ma sono un buon riferimento per le successive riflessioni a scala comunale. Per il Comune di Pettenasco sono disponibi li:

Superficie del territorio comunale: mq 862.960

CSU – indice di consumo del suolo da superficie urbanizzata: ha 91,00 (12,87% della superficie totale)

CSI – indice di consumo del suolo per superficie infrastrutturata: ha 11,00 (1,53% della superficie to tale)

CSR – indice di consumo del suolo reversibile: ha 5,00 (0,67% della superficie

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totale)

CSC – indice di consumo di suolo irreversibile ha 107 (15,13% della superficie totale)

L’analisi di dettaglio è stata condotta con i dati riferiti dall’urbanistica , e dalla cartografia di piano aggiornata, e riassunti nelle schede descrittive di ogni area. Per ogni nucleo abitato facente parte del territorio comunale sono state eseguite le verifiche delle soglie massime e delle percentuali rispetto alla superficie t erritoriale, tenendo conto delle misurazioni e degli incrementi dovuti alle aree in previsione riferibili a ciascun nucleo. Per le aree esterne ai centri abitati sono state considerate le perimetrazioni dei centri storici e dei nuclei frazionari, le aree d i completamento e quelle di nuovo impianto previste dal Piano vigente e le aree di completamento e nuovo impianto previste dalla variante. I risultati ottenuti hanno attestato l’incremento del consumo di suolo sul 2,99%. Sintesi delle quantificazioni: Inte rventi previsti dal PRG vigente non ancora realizzati/ non edificati

Cod. Identificazione mc mq a Crabbia, lato Berimbao 600 3.092 b Via Francisca, Piana 1.565 4.022

c Via Pela, Maulini 800 2.211 64 d Via Pela, Filippa 400 2.092 e Pratolungo, vicinanze Albergo Reginato 400 2.768 totale 3.765 14.185

Interventi previsti dal PRG in variante

Cod. Identificazione mc mq 51A Crabbia, Barbotti 400 1.501 48A Crabbia, ferraris 400 1.240 49C SP area turistica Reginato - 3.000 30E SP area turistica Bisetti - 3.000 50A Via Pratolungo, Miazza 400 1.491 41A Via Pela, Licalzi 400 1.400

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totale 1.600 25.817

Le analisi, condotte in autonomia, sia in sede di valutazione ambientale che urbanistica, hanno riportato risultati concordi, tanto da ritenersi corretto il rispetto della soglia massima posta al 3% per le previsioni della Variante in esame, anche in questa sede.

23. S ALUTE U MANA , QUADRO IGIENICO - SANITARIO Nel capitolo riguardante la salute umana sono descritti i principali caratteri am bientali che possono creare rischi di natura sanitaria in territorio comunale e che possono interferire con le previsioni della Variante .

Siti Contaminati L’art. 6 della L.R. n. 42/2000 in materia di Bonifiche e rispristino ambientale dei siti inquinati prevede la necessità di verificare lo stato qualitativo delle aree dismesse. A tale proposito si evidenziano, in territorio comunale, alcune aree dismesse, c he saranno oggetto di cambio di destinazione . Per tali aree, le analisi ed i sopralluoghi effettuati non hanno evidenziato situazioni problematiche o contaminazioni.

Rumore

Il Comune è dotato di piano di Zonizzazione Acustica che classifica tutto il terri torio comunale 65 come specificato nello specifico paragrafo dedicato al Piano di Zonizzazione acustica. Complessivamente, data la conformazione territoriale e la vocazione turistica del territorio comunale nelle porzioni lungo la riva del Lago d’Orta e prettamente agricola nelle porzioni più a monte, le sorgenti rumorose derivanti da attività produttive possono considerarsi nulle e il rumore che può provenire dal traffico in territorio comunale Le previsioni della Variante non portano ad incrementare il rumore generato dal traffico mantengono la situazione sui livelli del presente. Per quanto riguarda la classificazione acustica vigente e la compatibilità degli interventi e delle previsioni inserite nella Variante , l’analisi di Compatibilità acustica non ha evidenziato criticità o accostamenti critici. Gli interventi e l’impianto degli obiettivi della Variante sono pertanto congrui alla Classificazione Acustica Vigente, come specificato anche nel capitolo relativo al Piano di Classificazione Acustica del territorio comunale.

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Non è necessario procedere ad un aggiornamento della cartografia e della classificazione vigente o a modificazioni delle scelte inserite nella Variante .

Elettromagnetismo L’interesse verso i campi elettromagnetici ha assunto un’importa nza crescente negli ultimi anni in cui si è sviluppato l’interesse verso le reti elettriche, la telefonia e la radiodiffusione, legati allo sviluppo delle telecomunicazioni che necessitano di impianti di trasmissione istallati anche in ambito urbano. L’urb anizzazione dei territori una volta disabitati e lo sviluppo della rete elettrica legato alla crescita della domanda di energia hanno contribuito ad alimentare il clima di perplessità circa gli effetti sulla salute. L’inquinamento elettromagnetico è legato alla generazione di campi artificiali, non attribuibili al naturale fondo terrestre od a veneti naturali, ma prodotti da impianti realizzati per trasmettere informazioni attraverso la propagazione di onde elettromagnetiche. Sulla base delle frequenze si p ossono distinguere: Inquinamento generato da campi a bassa frequenza (0 Hz – 10 Hz), nel quale rientrano i campi generati dagli elettrodotti , dalle linee elettriche aeree o interrate per la distribuzione dell’energia elettrica ed agli impianti o sottostazi oni per la sua produzione ; Inquinamento generato da campi ad alta frequenza (10 Hz – 300 Hz), nel quale rientrano i campi 66 generati dagli impianti radio – TV e di telefonia mobile. Per le sorgenti a bassa frequenza, non si rileva in territorio comunale e in prossimità di edificato sorgenti che necessitano l’inserimento di fasce di rispetto. In prossimità dell’area produttiva in riconversione turistica vi potranno essere sorgenti elettriche che saranno tenute in considerazione sia per le distanze di rispetto che per una adeguata schermatura durante le fasi attuative della realizzazione degli interventi di riconversione. In presenza di sorgenti a bassa frequenza, In particolare , per i nuovi insediame nti si dovrà fare riferimento all’obiettivo di qualità 3 µ T (DPCM 8 luglio 2003) e per le abitazioni già esistenti il riferimento, sempre a norma del DPCM 58 luglio 2003, il valore di 10 µ T. Così come no n sono rilevati elettrodotti o sottostazioni, non sono rilevate sorgente ad alta frequenza in territorio comuna le. Attività produttive a rischio industriale Non presenti

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Amianto Presenza di amianto di provenienza antropica Pettenasco fa parte dei comuni coinvolti nella mappatura della presenza di amianto antropico in regione Pi emonte, che ARPA sta svolgendo.

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Fonte http://webgis.arpa.piemonte.it/amianto_storymap_webapp/ Al momento la mappatura non ha ancora dato riswultati circa la presenza di Aminato di origine antropica o bonificato. Pres enza di amianto naturale La mappatura svolta da ARPA circa la presenza di rocce basiche ed ultrabasiche che possono essere sedi locali di concentrazioni minerali asbestiformi non ha rilevato tale presenza in territorio comunale:

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Fonte: http://webgis.arpa.piemonte.it/amianto_storymap_webapp/ R adon La L:R: 5 del 18 febbraio 2010 “Norme sulla presenza dei rischi da esposizione a radiazioni ionizzanti” stabilisce che nelle aree regionali ad elevata probabilità di concentrazione di radon, la pianificazione urbanistico – territoriale locale ed i regolamenti edilizi debbano tenere conto della problematica connessa al gas radon sulla base delle linee guida regionali per la progettazi one e 68 costruzione delle nuove edificazioni, linee guida non ancora disponibili non essendo ancora state emanate le linee guida nazionali di rif erimento. La mappatura di ARPA per il territorio in esame restituisce una concentrazione media a piano terra comp resa fra i 100 e i 200 Bq/mc (cartografata di colore rosso nell’immagine seguente proveniente dal repor t ARPA reperibile sul sito dell’Agenzia)

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Le concentrazioni in territorio comunale non si possono definire come trascurabili .

In carenza di linee gui da non sussiste un obbligo per i Comuni di tener conto della problematica 69 nelle attività pianificatorie.

Qualità dell’ambiente costruito Il sistema edificatorio del comune ricalca e si adatta alla conformazione paesaggistica della zona, come descritto dal capitolo dedicato al paesaggio (Cap. 22). L’ approvvigionamento idrico, e la rete acquedottistica sul territorio sono state implementate durante lo sviluppo del centro abitato e tutti gli edifici sono adeguatamente serviti. Le previsioni di nuove edificazi oni si trovano in posizione limitrofa alle abitazioni esistenti e gli allacci idropotabili sono di facile realizzazione, in sede realizzativa e in ambito di manutenzione della rete sono da effettuare le necessarie verifiche d i controlli. Un discorso analo go vale per le dotazioni di smaltimento delle acque reflue , organizzata in rete di smaltimento.

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Non sembrano presenti problematiche legate alla qualità dei reflui ed agli inquinanti generabili, la rete ed i sistemi di smaltimento risultano in efficienza e in manutenzione programmata dal gestore Acque Novara e VCO.

24. R IFIUTI URBANI E SPEC IALI Il Comune di Pettenasco è consorziato alla Cooperativa Sociale Risorse per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani , del Consorzio Gestione Rifiuti del Medio Novarese . A livello consortile, i dati disponibili in relazione alla raccolta differenziata assestano il Medio Novarese su una percentuale variabile tra il 45% ed il 65%, risultato che porta a livello elevato l’impegno nella campagna di differenziazione e di racc olta sia del comune che dell’area a cui appartiene.

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Alla luce delle caratterizzazioni preliminari delle componenti ambientali e dei criteri, degli obiettivi e delle linee di intervento espressi con la Variante si ritengono maggiormente da approfondire i rapporti con le variabili Atmosfera, Suolo e sottosuolo, Risorse idriche, Ecosistemi, Paesaggio, Rumore. I dati di osservatorio relativi al 2015 riassunti nella seguente immagine :

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Dal confronto tra le due immagini si denota l’incremento della raccolta i n territorio comunale . L’analisi rispetto alle medie regionali e provinciali vede Pettenasco in situazione favorevole e, in considerazione di queste analisi gli impatti sulla variabile generati dalle previsioni della variante potranno essere gestiti e resi trascurabili :

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Il sistema di raccolta attualmente in essere in territorio comunale risulta sufficientemente efficace, poiché i dati vedono una crescita positiva. Le possibilità di incremento di tale servizio, 73 data la conformazione del territorio, l’orga nizzazione del costruito sono di ampio respiro. L’attuazione della Variante e delle sue previsioni incrementali non è valutabile come critica rispetto alla situazione ed al sistema attuale di raccolta differenziata. Più attenzione dovrà essere posta alla g estione delle demolizioni e delle costruzioni ed alla generazione dei rifiuti da queste attività.

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25. R EQUISITI ENERGETICI DEI FABBRICATI E RIS PARMIO ENERGETICO Il patrimonio edilizio di Pettenasco si presta bene al recupero edilizio ai fini abitativi poiché sono parecchie, nei centri abitati, gli edifici in mediocri e buone condizioni che possono essere recuperati e riutilizzati. È possibile sfruttare questa particolare situazione, di cui gli obiet tivi di piano tengono in debito conto e ricomprendono proprio il recupero del patrimonio edilizio esistente, per incrementare il recupero energetico, il risparmio e l’inserimento dei fabbricati nelle politiche di contenimento dei consumi energetici. Tale p atrimonio edilizio, sarà oggett o di interventi normati dalle norme di piano con regole che ne rispettino i caratteri paesaggistici, storici e culturali, qualora riconosciuti e che integrino le norme di contenimento energetico vigenti, in particolare quelle regionali rappresentate in prima istanza dalla L. R. n. 13 del 2007e dalle sue successive disposizioni attuative.

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26. P AESAGGIO I principali caratteri del paesaggio sono descritti nelle schede d’ambito del Piano Paesaggistico Regionale, in particolare nella scheda di caratterizzazione dell’ambito 14, Lago d’Orta a cui appartiene il comune di Pettenasco . L'ambito che si disegna into rno al Lago d'Orta è delimitato dai crinali che a est costituiscono la linea di spartiacque con il bacino del Lago Maggiore e, a ovest, costituiscono i confini delle Valli Sesia e Strona. L'ambito include al suo interno aree morfologicamente differenti, come i declivi montani a ridosso della Madonna del Sasso, storicamente più legati alla Valsesia e fuori dalla giurisdizione speciale della Riviera d'Orta, vasta zona franca che sino al 1767 mantiene il suo status di feudo vescovile. Il lago d'Orta , di evid ente origine glaciale , è contornato da superfici ondulate, e a tratti subpianeggianti, con pianori che si alternano a scaricatori glaciali. Si tratta di morene laterali e frontali modellate dall'erosione dell'antico ghiacciaio che ricoprono rocce acide (micascisti e gneiss). In queste zone più pianeggianti, ove sono ubicate rinomate località di villeggiatura, si trova un uso del suolo sostanzialmente alternato tra boschi e prati, con poche aree agricole. La Riserva Naturale speciale del , del Monte Mesma e della Torre di 75 Buccione, situata sulle colline che sovrastano le sponda orientale del lago d'Orta, è stata istituita dalla Regione Piemonte al fine di tutelare, conservare e valorizzare il patrimonio storico, artistico, religioso, gli aspetti ambientali e naturalistici e di promuoverne la conoscenza e la fruizione. Vi sono ambienti particolarmente freschi in cui sono presenti, all'interno di castagneti, diversi esemplari di tasso e agrifoglio. Tra gli aspetti critici del paesaggio insubrico si possono segnalare:

L’abbandono dei nuclei insediativi montani e lo sviluppo di insediamenti sparsi in prossimità dei nuclei industriali;

Il progressivo utilizzo in chiave alto – residenziale, usi turistici e riedificazioni, in particolare nel teritorio comunale di Pettenasco, con conseguente saturazione della piana ed edificazione sul versante tra Pettenasco e Pratolungo;

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Istallazioni indiscriminate e non regolamentate e nuove realizzazioni nei centri storici ed ampliamenti nelle periferie che non rispondono ai canoni edilizi tradizionali;

Processi di abbandono delle superfici agricole con conseguente rinaturalizzazione spontanea.

Il paesaggio in territorio comunale ed, in generale, del territorio del Lago d’Orta presenta caratteri di unicità e rarità ed è la testimonianza dell’azione dei ghiacciai alpini, rappresentando una realtà naturale che si avvantaggia di caratteristiche climatiche particolarmente favorevoli allo sviluppo della vegetazione. Su una porzione di territorio comunale insiste l a “dichiarazione di notevole interesse pubblico di una zona intorno al lago d’Orta, sita in comune di Pettenasco (DM 25/02/1974).

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La dichiarazione di notevole interesse è riferita alla fascia costiera del territorio comunale, che mantiene un alto valor e paesaggistico dovuto alla varietà di vedute aperte verso il centro del lago, il fulcro dell’Isola di San Giulio e la sponda opposta. Il Piano Paesaggistico individua 78 prescrizioni particolari per questa fascia, in una scheda specifica del catalogo dei ben i.

Patrimonio storico - culturale L’appartenenza di Pettenasco al territorio di riviera del Lago d’Orta si evidenzia anche per i caratteri culturali e storici tipici di questa porzione territoriale. La Riviera d'Orta presenta ancora oggi uno dei caratteri che l'ha connotata nei secoli; posta tra il lago Maggiore (est) e la Valsesia (ovest), tra la Svizzera (nord) e la Bassa lombarda (sud), essa è sempre stata defilata dai traffici commerciali e, a oggi, dal turismo di massa, privilegiando un tipo di fruizione più specialistica. La strada che sul versante occidentale collega i nuclei di Pettenasco , , Armeno è l'antica strada di collegamento occidentale che ha svolto il suo primato sino alla realizzazione della litoranea (1880). Alcuni attestamenti e ritrovamenti archeologici identificano tale percorso come il sedime dell'antica via Francisca, già impiantata sulla strada Settimia.

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La fama delle ville della Riviera, che connotano la zona orientale soprattutto in prossimità della penisola di Orta, e l'unicità dell'isola di San Giulio non devono essere considerati gli unici elementi di valore di un'area che presenta al suo interno caratteri diversi ed eterogenei legati alla periodizzazione del tipo di insediamento e dalla stessa morfologia del sito. La presenza di versanti aspri e scoscesi nel versante occidentale rende, infatti, immediato il passaggio da aree tipicamente lacustri (come l'area di San Maurizio d'Opaglio, sino a Pella, o la zona a sud di Omegna) a veri e propri villaggi montani come le piccole frazioni di Egro, Colma e Grassona che presentano al loro interno inedite e inaspettate visuali panoramiche del lago. A questo fronte risponde il più lieve declivio orientale. Qui ai villaggi montani si sostituiscono ville con parco di gusto eclettico e con insediamenti più consistenti, che si sviluppano linearmente su percorsi di collegamento; attorno alle chiese di impianto romanico sorgono ampi palazzi con fronti a stucco, testimonianza dell'utilizzo di questa parte del lago da parte della nobiltà milanese fin dall'inizio del Seicento, in seguito alla fuga dalla città dovuta alla peste del 1630.

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