IL LAGO TRASIMENO Corciano, Città della Domenica, , Passignano, Tuoro, Le Isole, Castiglion del Lago, Borgo panigale, Città della Pieve.Pieve.

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CONSIGLI UTILI

Questa escursione si estende per la parte del territorio Umbro che confina con la Toscana. La zona è molto bella, specie per chi è amante delle passeggiate tra le colline coltivate a vigneto e uliveto.

Questo percorso si presta particolarmente per il turismo enogastronomico(vedere il riferimento nella pagina REGIONE- ENOGASTRONOMIA). Consigliamo le visite presso le cantine sulla strada dei Vini che propongono degustazioni di prodotti tipici e vini di rilevanza internazionale: Strada del vino del Trasimeno. Ottima produzione di vini DOC , ed olio. Uve Cabernet, Pinot, Merlot, Chardonnay, Riesling italico e Ciliegiolo. L’itinerario si snoda lungo il Parco del Trasimeno passando per Tuoro, Passignano, Magione, Corciano, Città della Pieve, Panigale, , e .

Per raggiungere il Lago Trasimeno, partendo da , occorre seguire la superstrada a 4 corsie ( SS 75 ) direzione Perugia – Firenze – A1 – ed oltrepassare tutte le uscite per Perugia.

Nel caso foste diretti a Città della Domenica o Spagnolia, occorre uscire a Perugia Madonna Alta e seguire le indicazioni stradali.

Gli itinerari del lungolago si raggiungono sempre percorrendo la SS 75 direzione Firenze fino a Tuoro, seguire, poi, le indicazioni per Castiglione del Lago e Città della Pieve.

I traghetti per le Isole partono da Passignano e da Tuoro

Le scarpe ed i vestiti devono essere comodi. In estate meglio indossare abiti leggeri, sandali o calzature da spiaggia e cappello. Non dimenticare la macchina fotografica, il costume da bagno e qualche telo-mare.

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CORCIANO

Secondo una antica leggenda, Corciano deve il suo nome e le sue origini a Coragino, mitico compagno di Ulisse. Le sue origini etrusco-romane sono documentate dal ritrovamento di una necropoli etrusca e dai numerosi reperti oggi raccolti presso la sede municipale. Nel 1242 Corciano era libero , ma la sua se pur strettamente legato alla vicina e dominante città di Perugia. Il periodo rinascimentale fu molto fiorente per la cittadina, che potè permettersi di adornarsi di caratteristiche costruzioni e pregevoli opere d'arte.Entrando a Corciano da Porta S. Francesco, si accede al corso Cardinale Rotelli, la via principale del centro storico. Immediatamente sulla destra si trova il Palazzo municipale, (XVI sec.), in origine residenza dei duchi Della Corgna, che conserva pregevoli decorazioni. Di particolare importanza sono quelle del soffitto della sala del Consiglio (fine XVI sec.), opera degli Zuccari. Proseguendo si incontra il Palazzo del Capitano del Popolo (XV sec.), antica residenza del rappresentante della dominante Perugia, con a fianco il Palazzo dei Priori e della Mercanzia. Si giunge quindi in piazza Coragino, dove si trova un bel pozzo circolare del XVI secolo. Sul lato destro sorge la chiesa di Santa Maria Assunta del XIII secolo. All'interno sono conservate due opere pittoriche di grande valore: il Gonfalone di Benedetto Bonfigli (1472), e l'Assunta del Perugino (1513). Proseguendo si incontra la chiesetta di San Cristoforo, della prima metà del 1500, che ospita una Raccolta di arte sacra. Di particolare interesse è il Museo della Casa Contadina che riproduce, con autentici oggetti domestici e di lavoro, la tipica abitazione corcianese del periodo preindustriale. Notevole è pure l'antico "Spedale" del borgo, che conserva un affresco del 1494 attribuito ad Andrea d'Assisi detto l'Ingegno. Poco oltre si trova il Torrione di Porta Santa Maria, emblema di Corciano, costruito nel 1482, seguito da una bella passeggiata posta sopra le antiche mura, nella quale si possono ammirare due sculture romaniche raffiguranti leoni. La chiesa di San Francesco, gotica, contiene varie opere d'arte, tra cui un Crocifisso cinquecentesco, una tela del Bandiera, una statua di San Bernardino dell'Orsini, e una tavola del Caporali, oltre ad affreschi di scuola umbro-senese dei secoli XIV e XV. Fra le più importanti manifestazioni organizzate nella città merita senza dubbio una nota particolare il Corciano Festival .

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La Città della Domenica Una tappa obbligata per bambini e adulti che giungono in e che vogliono divertirsi a contatto con gli animali e la natura.

40 ettari di parco in località Monte Pulito a due passi dal centro della città , da attraversare seguendo avvincenti percorsi.

Addentrandosi in questo fantastico mondo è possibile osservare un centinaio di animali in libertà, fra cui daini , mufloni e cervi , percorrere l'itinerario zoologico con animali africani e di altri paesi esotici adattati al nostro clima e territorio; come: leone africano , bisonte americano , zebre , yak , lama , dromedari , bue watusso , macaco , struzzi , fenicotteri, gru coronata .

Visitare il piu' grande ed importante centro italiano di riproduzione, conservazione e studio di alcune specie rare di rettili, tra cui: pitoni , cobra albini , iguane ed alligatori . Il parco fa parte dell'unione italiana giardini zoologici ed acquari: un associazione che riunisce solo quelle associazioni iin possesso dei requisiti indispensabili per perseguire le finalità di un moderno girdino zoologico, vale a dire la conservazione delle specie minacciate in natura, la ricerca scientifica e l'educazione naturalistico-ambientale. Alla Città della Domenica è possibile anche entrare nel mondo della fantasia in compagnia di Pinocchio , Biancaneve e i sette nani , Cappuccetto Rosso , avventurarsi nel Forte Apache , nel Cavallo di Troia o nel Castello della Bella Addormentata , fare passeggiate a cavallo nel parco, tuffi in un oceano di palline multicolori, salti nella pancia di Moby Dick o visitare la Base Spaziale , il labirinto, il missile, il bosco delle streghe, scivoli, giochi gonfiabili e il trenino che vi aiuta a fare il giro del parco.

In più troverete attrazioni a pagamento: un maneggio per bambini, pista di go kart, piscina motoscafi, tiro con l'arco, sala videogames, sala gonfiabili e servizi di ristorazione.

Il parco apre il 31 Marzo fino al 16 Settembre 2007 tutti i giorni orario continuato dalle 10,00 alle 18,00.

Dal 17 Settembre al 4 Novembre 2007 solo sabato, domenica, prefestivi, festivi.

I prezzi: ADULTI € 12,00, BAMBINI 4 - 10 anni € 8,00. Il biglietto comprende la visita al parco

COME RAGGIUNGERE "LA CITTA' DELLA DOMENICA" : - Provenendo dalla autostrada A1 direzione nord - sud, uscire a Valdichiana e seguire la superstrada verso Perugia, uscire a Perugia-Madonna Alta.

- Provenendo dalla autostrada A1 direzione sud - nord, uscire a Orte e seguire la superstrada in direzione Terni-Perugia; continuare sulla E-45 per Perugia e uscire a Perugia-Madonna Alta.

INFORMAZIONI :

Città della Domenica - Spagnolia S.r.l. Via Col di Tenda 140 - 06125 Perugia (dal raccordo uscire a Madonna Alta e dirigersi in zona Ferro di Cavallo - Stadio R. Curi) Tel e Fax 075 50 54 941 - 2 [email protected] www.cittadelladomenica.com Pag.5

IL LAGO TRASIMENO

Benvenuti nel cuore blu d'Italia: "il Trasimeno". Questo sito è il luogo ideale per conoscere il lago, le sue sponde, la sua vita, la sua storia e leggenda, usi e costumi, il suo territorio. Cerca ciò che desideri, dal tempo che farà agli orari dei traghetti a come arrivare, gli alberghi e come trascorrere giorni di vero relax .

La Leggenda

Narra la leggenda che la ninfa del Lago Agilla, follemente innamorata del bellissimo principe Trasimeno, lo sedusse trascinandolo nelle sue acque che ebbero così il suo nome. Un'altra versione, forse "più storica", racconta che mentre l'etrusco Amno, figlio di Fauno, spadroneggiava sul Lago, il principe etrusco Tirreno, proveniente dal monte Amato, occupò alcune zone circostanti; per sedare le dispute riguardanti i confini, nate fra le due popolazioni, fu combinato il matrimonio fra Trasimeno, figlio di Tirreno, e Agilla, figlia di Amno, che portò in dote il Lago a cui fu attribuito il nome dello sposo.Nel corso delle storia il Lago Trasimeno ha avuto anche altri nomi: Clitonio, Agillino, Plestino, Lago di Perugia, Lago di Castiglione.

Il Trasimeno, con una superfice di 128 Km. quadrati ed una circonferenza di Km 45, è, per estensione, il maggiore d'Italia peninsulare e quarto del paese. Di origine tettonica, ha natura laminare con profondità di 6 m. circa. E' alimentato da alcuni torrenti, da fossi. Poichè privo di emissari naturali, vide un tentativo di regolamentazione da parte dei Romani, che scavarono un primo emissario artificiale a cui ne fu' aggiunto un secondo alla fine dell'ottocento. Sulle rive del lago si affacciano per tre lati le colline coperte di ulivi con alcuni centri e dalle sue acque,

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ricchissime di pesce, sorgono tre isole: l'isola Polvese, la piu' grande, che è stata di recente attrezzata a parco pubblico e dove è stata istituita una zona per il ripopolamento di uccelli acquatici, l'isola Maggiore, che è l'unica ad essere abitata, e l'isola Minore. Dalle acque del Trasimeno sorgono tre isole, la Minore, la Maggiore e la Polvese, collegate ai principali centri rivieraschi dalle navi dell'Azienda Perugina di Mobilità. Isola MAGGIORE Posta nel territorio del Comune di Tuoro, da dove si parte con il traghetto per la visita, è l'unica abitata. Conserva ancora oggi il caratteristico aspetto del villaggio quattrocentesco creato dai pescatori; forse è anche per questo che ogni anno è meta di migliaia di visitatori alla ricerca di luoghi naturali ed incontaminati. Nel 1213 vi si recò in eremitaggio per la Quaresima S. Francesco di Assisi; è possibile vedere la Cappella che ricorda lo sbarco, dopo la traversata del Lago Trasimeno in tempesta e lo scoglio dove si soffermò a pregare. Il merletto di Isola (o Pizzo d'Irlanda), lavorazione artigianale pregiatissima insegnata da una maestra irlandese fatta venire apposta sull'Isola dalla marchesa Elena Guglielmi nel 1904, è insieme alla pesca e al turismo la base dell'economia delle quaranta famiglie che vi abitano.

LE ISOLE

Isola POLVESE Sorge nel comune di Castiglione del Lago ed è la più estesa delle tre, con i suoi 69,60 ha; è proprietà della Provincia di Perugia ed è destinata a parco pubblico. Abitata da una numerosa comunità fino alla fine degli anni cinquanta, oggi è disabitata. Conserva interessanti memorie storiche, come il Monastero di S. Secondo, la Chiesa di S. Giuliano e un castello del XIV° secolo. Una bella Villa di recente costruzione, la Foresteria ed altri edifici di servizio, ospitano oggi attività scientifiche didattiche e ricreative.

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Tra le ultime più interessanti realizzazioni, è da segnalare il Giardino delle Piante Acquatiche, recupero architettonico e funzionale realizzato dalla Provincia di Perugia nel 1995, della piscina progettata nel 1959/60 dall’architetto romano Pietro Porcinai. Con la riambientazione di una vecchia cava di arenaria abbandonata, venne allora realizzata una piscina interamente scavata nella roccia e attorniata da vasche dette "ninfei" con un ricco campionario di vegetazione acquatica, oggi meravigliosamente recuperata e visitabile accompagnati dal personale del Parco scientifico-didattico dell’isola. E' stato recentemente ristrutturato il Castello, anche in funzione di un futuro utilizzo a fini didattico-culturali (teatro, spettacoli, ecc.)

Isola MINORE Poche sono le notizie pervenuteci sull’isola Minore, la meno estesa delle tre che sorgono dal lago. Chiamata fino ai primi del novecento "isoletta", oggi fa parte amministrativamente del comune di Passignano, è di proprietà privata ed è disabitata.

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MAGIONE

Il nome di Magione, che comincia ad essere menzionato a partire dal 1075, deriva dal Castello dei Cavalieri di Malta, detto appunto la Magione. Oggi l'edificio sorge all'interno dell'abitato, ed è caratterizzato da una pianta quadrata con torrioni circolari e un cortile sul quale per tre lati si affacciano logge sovrapposte in tre ordini. La struttura attuale è tuttavia frutto di un ampliamento del castello preesistente che incorporò anche un'antica abbazia benedettina del XII secolo che si suppone fosse stata sede dell'ordine dei Templari.

MONUMENTI

Il Museo della Pesca , costituisce una preziosa testimonianza di tale attività attraverso i secoli. Aperto al pubblico nel 1964, il museo si propone di documentare la "vita" del Trasimeno attraverso le esperienze vissute in prima persona dalla gente del posto: accanto alle tecniche di pesca sono esposti gli oggetti usati quotidianamente dai pescatori, persino quelli più antichi, il tutto commentato e reso vivo da una variopinta serie di termini dialettali ormai praticamente in disuso.

A Montecolognola, sorge la Chiesa di Santa Maria Annunziata . L'interno, finemente decorato, conserva opere di rilevante importanza artistica provenienti da diverse epoche e scuole pittoriche. Di particolare pregio una "Annunciazione" su piastrelle del 1584, di scuola perugina, e una "Crocefissione" riconducibile agli allievi di Giotto. Da ricordare anche le figure di S. Rocco e S. Sebastiano e un piccolo tabernacolo a muro con incisa la data 1425. Recentemente ristrutturata, la cappella intitolata a Santa Lucia si fregia di un bellissimo affresco del 1984 del pittore Gerardo Dottori.

Il Castello dei Cavalieri di Malta , costruito intorno all'Ospizio dell'Ordine Ospedaliero dei Cavalieri Gerosolimitani nel 1300, constava originariamente della torre campanaria e di una cappella dedicata a San Giovanni Battista. La chiesetta, edificata secondo lo stile romanico, custodisce due affreschi seicenteschi riconducibili alla scuola del Pinturicchio.

La Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista , edificata nel 1571, è dedicata a Giovanni Battista. La maestosa facciata, costruita in laterizio e decorata secondo lo stile barocco, è arricchita da grandi pilastri che racchiudono il timpano curvilineo e sottolineano l'imponenza del portale.

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PASSIGNANO

Il nucleo più antico di è ancora oggi cinto dalle cerchia di mura medioevali che testimoniano in modo significativo lo sviluppo che il centro subì da piccolo borgo agricolo durante l'Impero romano al castello che, dopo la Signoria di Uguccione II nel 917, venne a lungo conteso fra Arezzo, Perugia e Firenze. Pochi sono gli edifici storici della cittadina a causa delle distruzioni dovute ai bombardamenti della II guerra mondiale, rimangono infatti la quattrocentesca chiesa di San Rocco e quella eretta solo pochi anni più tardi, di San Bernardino. Da Passignano si raggiunge in pochi minuti di battello l'Isola Maggiore, sul Lago Trasimeno dove si possono visitare la chiesa romanica di San Salvatore del XII secolo, quella di San Michele Arcangelo del XIV secolo e la Villa Isabella dei Marchesi Guglielmi. Sulla terra ferma, invece, a circa dieci chilometri da Passignano sul Trasimeno, sorge il piccolo borgo di Castel Rigone, dove è stato eretto uno dei pi eleganti edifici rinascimentali di tutta l' Umbria: la chiesa della Madonna dei Miracoli.

TUORO

Tuoro sul Trasimeno si trova esattamente dove si scontrarono nella famosa battaglia del Trasimeno l'esercito di Roma e quello cartaginese guidato da Annibale. La fondazione del paese è però di epoca molto pi recente, infatti, le prime testimonianze del borgo possono essere individuate solo nel XIV secolo. Nei dintorni è interessante visitare Castel Ranieri, appartenuto alla famiglia dei Montemelino, da dove si può godere di una bella vista del lago ed anche la Pieve di Confine, eretta agli inizi del XII secolo e posta solo a qualche chilometro dall' abitato.

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CACACASTIGLIONECA STIGLIONE DEL LAGO

Castiglione del Lago è stata costruita su un promontorio di roccia calcarea sulle sponde orientali del Lago Trasimeno. I primi ad occupare quest'area furono probabilmente gli etruschi, come sembrano suggerire i resti di tombe venuti alla luce nella zona. Dopo l'occupazione romana il borgo appartenne di volta in volta al marchese di Toscana, all'abbazia di San Germano di Campoleone, a Perugia, al Ducato della famiglia Della Corgna fino al 1647, nuovamente al granduca di Toscana e, nel XVIII secolo allo Stato Pontificio. All'interno dell'abitato sono in ottimo stato di conservazione la cerchia di mura medioevali oltre che al Palazzo del Comune e al Palazzo Ducale dei Della Corgna. Quest'ultimo, probabilmente un rifacimento di una struttura preesistente ad opera del Vignola o dell'Alessi, ospita affreschi a tema mitologico di Giovanni Antonio Pandolfi e del fiorentino Salvio Salvini. L'edificio di maggiore fascino di tutto il borgo è, però senza alcun dubbio, il castello che cinto da una possente struttura muraria con quattro torri e un alto maschio rappresenta uno dei più alti esempi di arte militare in Umbria.

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STORIA

Nel periodo etrusco-romano , l'odierno territorio di Città della Pieve apparteneva a Chiusi . Ne sono testimonianza i numerosi reperti archeologici rinvenuti ai piedi del colle lungo la Valdichiana sparsi oggi in vari musei europei . A Città della Pieve rimane comunque un singolare obelisco etrusco del sec. VI a.C. , attualmente situato al pianterreno di palazzo Corgna .

Il primo nucleo urbano nasce intorno al sec. VII d.C. , come postazione fortificata del Ducato longobardo di Chiusi , in avvistamento di Perugia bizantina . Fuori del castrum , situato presso l'odierna via Manni chiamata un tempo non a caso via Lombardia , viene edificata nel sec. VIII una Pieve , chiesa con funzioni battesimali dedicata ai Santi Gervasio e Protasio (martiri di Milano e quindi della "Longobardia"). La Pieve assolve alla funzione di assorbimento delle ultime "schegge" di paganesimo , secondo un procedimento diffuso in tutta la Tuscia : gli individui che entrano nella chiesa per diventare cristiani si riconoscono anche come comunità sul piano civile . Si crea quindi un borgo intorno alla Pieve che verso il Mille viene compreso all'interno di una nuova cinta muraria : si forma così il "Castello della Pieve" , antico nome della città . Il centro originario si ingrandisce per il progressivo impaludamento della Valdichiana : la popolazione della valle tende a salire in alto.

Fin dal 1188 la città è sottoposta al dominio di Perugia , particolarmente interessara al controllo sui territori agricoli del "Chiugi" (tra il lago di Chiusi e il Trasimeno) e alla difesa dei propri confini con la nemica Repubblica di Siena . La borghesia cittadina dedita alla lavorazione del laterizio e di un tessuto particolarmente pregiato , il "panno cremisi" , si ribella continuamente aspirando alle libertà comunali . Al guelfismo di Perugia si opporrà così il pervicace ghibellismo di Castel della Pieve che porterà , sotto la protezione di Federico II di Svezia , all'istituzione del libero Comune a partire dal 1228 , anno in cui l'esercito imperiale e quello senese irrompono in Valdichiana contro le città guelfe di Orvieto e Perugia .

E' di questo periodo la definitiva conformazione urbanistica di Città della Pieve , pervenutaci pressochè intatta fino ai giorni nostri . La maglia urbana presenta soluzioni tipiche della prima civiltà comunale (prima metà del sec. XIII) : le strade larghe e in curva evidenziano la presenza della classe dei cavalieri che andavano alla guerra con il cavallo ; le strade a ridosso , più strette e ad andamento frammentato , indicavano invece la classe dei pedoni (contadini inurbati) che usavano l'arco e la balestra . Così , nello scontro tra le due classi , i cavalieri potevano sfuggire al tiro dei pedoni tramite la curvatura delle strade ; invece i pedoni si difendevano tramite la struttura dei vicoli , impenetrabili al cavallo . Questa pianificazione era già terminata nel 1250 , anno di morte di Federico II . Non è quindi forse un caso che la forma urbana assomigli ad una aquila , simbolo dell'imperatore , che avanza minacciosa verso Roma . Curiosamente le tre parti dell' "aquila" coincidono con i tre terzieri , suddivisioni amministrative della città , che a loro volta alludono alle tre classi sociali : alla testa corrisponde il terziere Castello o classe dei cavalieri ; alla pancia, il Terziere Borgo Dentro o borghesia , all'ala-coda , il Terziere Casalino o classe dei pedoni .

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Nel 1250 Perugia risottomette Castel della Pieve costringendola a fornire tanto mattone da lastricare la piazza pubblica della città dominante . A partire da questa data Perugia impedirà la futura espansione di una città così ribelle . Per le suddette motivazioni di carattere politico e non solo geografico , Castel della Pieve si modella nell'uso dei materiali (laterizio) e nella struttura urbana , su Siena , la grande potenza filoimperiale dell'Italia Centrale in continuo conflitto con Perugia .

Tra la fine del sec. XII e la prima metà del sec. XIV , all'interno della cinta muraria , sorgono numerosi edifici : la nuova Pieve con primi accenni di stile gotico , la Torre Civica ispirata a modelli del romantico , il Palazzo dei Priori , la Torre del Vescovo e la poderosa Rocca perugina , progettata nel 1326 dagli architetti senesi Lorenzo e Ambrogio Maitani , uno degli esempi di edilizia militare più rilevanti della Regione (attribuzione dell'autore) .

Fuori le mura , a partire dalla metà del sec. XIII , si collocano gli insediamenti degli Ordini Monastici : S. Agostino , S. Francesco , S. Maria dei Servi , S. Lucia . Numerose le opere pittoriche di Scuola senese , tra tutte , il gotico affresco dell'Oratorio di San Bartolomeo raffigurante "La Crocifissione" di Jacopo di Mino del Pellicciaio , seguace dei Lorenzetti e di Simone Martini . Castel della Pieve , costantemente antiperugina e antipapale , si allea nel 1375 (Lega della Libertà) con i vescovi di Milano e la Repubblica di Firenze tanto da ricevere nel 1403 l'interdetto di Bonifacio IX .

Nel sec. XV si susseguono nel dominio della città Capitani di Ventura quali Braccio Fortebraccio da e Biordo Michelotti . Si avvicendano interminabili contese con le Comunità limitrofe per continue imposizioni di tasse . La tensione è tale che nel 1464 Perugia proibisce le insegne e le vesti che indicato le fazioni : una tregua si otterrà nel 1488 , quando i commercianti pievesi potranno vendere i propri tessuti nella città dominante . Sullo scorcio del secolo si afferma la Signoria dei Bandini , famiglia al servizio delle armate della Repubblica di Firenze e della Serenissima , che si costruisce una residenza in eleganti forme rinascimentali . Nel 1497 , dopo un'annosa guerra con Orvieto , Bandino Bandini ottiene il possesso di Salci e Fabro . Intorno alla metà del sec. XV nasce Pietro Vannucci detto "Il Perugino" , che lascerà numerose testimonianze della sua arte in patria a partire dalla celebre "Adorazione dei Magi" del 1504 dell'Oratorio di S.Maria dei Bianchi : "Battesimo di Cristo" e "Madonna in Gloria e Santi" della Cattedrale , "Deposizione della Croce" di S.Maria dei Servi , "S.Antonio Abate tra i SS. Marcello e Paolo Eremita" di S.Pietro .

Si devono inoltre ricordare le pregiovoli opere pittoriche di ambiente peruginesco ascrivibili a Giannicola di Paolo e a Domenico di Paride Alfani presenti nella Cattedrale e nel S.Francesco .

Fatti drammatici si susseguono nel sec. XVI . Nel 1503 il Valentino , presente lo stesso Machiavelli , faceva strangolare nella Rocca Paolo Orsini e Francesco di Gravina , mettendo a ferro e fuoco la città . Nel 1525 Castel della Pieve è epicentro di una sanguinosa rivolta contadina contro Perugia .

Nel 1527 , l'anno del "Sacco di Roma" , le truppe francesi inviate in soccorso del Papa assalgono la città in quando filoimperiali , abbandonandosi a stragi e devastazioni .

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Nel 1529 Clemente VII de'Medici toglie definitivamente Castel della Pieve dalla Legazione di Perugia e la sottomette direttamente al potere centrale di Roma : vengono così eletti Governatori Perpetui di nomina papale che

Fuori le mura , a partire dalla metà del sec. XIII , si collocano gli insediamenti degli Ordini Monastici : S. Agostino , S. Francesco , S. Maria dei Servi , S. Lucia . Numerose le opere pittoriche di Scuola senese , tra tutte , il gotico affresco dell'Oratorio di San Bartolomeo raffigurante "La Crocifissione" di Jacopo di Mino del Pellicciaio , seguace dei Lorenzetti e di Simone Martini . Castel della Pieve , costantemente antiperugina e antipapale , si allea nel 1375 (Lega della Libertà) con i vescovi di Milano e la Repubblica di Firenze tanto da ricevere nel 1403 l'interdetto di Bonifacio IX .

Nel sec. XV si susseguono nel dominio della città Capitani di Ventura quali Braccio Fortebraccio da Montone e Biordo Michelotti . Si avvicendano interminabili contese con le Comunità limitrofe per continue imposizioni di tasse . La tensione è tale che nel 1464 Perugia proibisce le insegne e le vesti che indicato le fazioni : una tregua si otterrà nel 1488 , quando i commercianti pievesi potranno vendere i propri tessuti nella città dominante . Sullo scorcio del secolo si afferma la Signoria dei Bandini , famiglia al servizio delle armate della Repubblica di Firenze e della Serenissima , che si costruisce una residenza in eleganti forme rinascimentali . Nel 1497 , dopo un'annosa guerra con Orvieto , Bandino Bandini ottiene il possesso di Salci e Fabro . Intorno alla metà del sec. XV nasce Pietro Vannucci detto "Il Perugino" , che lascerà numerose testimonianze della sua arte in patria a partire dalla celebre "Adorazione dei Magi" del 1504 dell'Oratorio di S.Maria dei Bianchi : "Battesimo di Cristo" e "Madonna in Gloria e Santi" della Cattedrale , "Deposizione della Croce" di S.Maria dei Servi , "S.Antonio Abate tra i SS. Marcello e Paolo Eremita" di S.Pietro .

Si devono inoltre ricordare le pregiovoli opere pittoriche di ambiente peruginesco ascrivibili a Giannicola di Paolo e a Domenico di Paride Alfani presenti nella Cattedrale e nel S.Francesco .

Fatti drammatici si susseguono nel sec. XVI . Nel 1503 il Valentino , presente lo stesso Machiavelli , faceva strangolare nella Rocca Paolo Orsini e Francesco di Gravina , mettendo a ferro e fuoco la città . Nel 1525 Castel della Pieve è epicentro di una sanguinosa rivolta contadina contro Perugia .

Nel 1527 , l'anno del "Sacco di Roma" , le truppe francesi inviate in soccorso del Papa assalgono la città in quando filoimperiali , abbandonandosi a stragi e devastazioni .

Nel 1529 Clemente VII de'Medici toglie definitivamente Castel della Pieve dalla Legazione di Perugia e la sottomette direttamente al potere centrale di Roma : vengono così eletti Governatori Perpetui di nomina papale che

Ma anche sotto il profilo letterario lacittà era un centro di una certa importanza : nasceva infatti nel 1609 Francesco Melosio , famoso per le sue liriche burlesce e per le sue tragedie , animatore del circolo culturale di Cristina di Svezia a Roma .

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Nel 1643 , durante la Guerra Barberina , la città subì l'aggressione dell'esercito toscano con conseguenti gravi devastazioni .

Particolarmente intenso l'intervento architettonico nel sec. XVIII , originale interpretazione del tardo barocco romano , grazie alla stipulata dalla "Concordia" del 1718 tra Stato della Chiesa e Granducato di Toscana e a parziali lavori di bonifica della valle tra il 1733 e il 1736 , seguiti alla grave inondazione del 1729 : Palazzo della Fargna , S Anna degli Scolopi , S. Lucia , Campanili della Cattedrale e di S. Agostino . Nel 1780 veniva siglato nel S. Agostino di Città della Pieve il "Concordato idraulico" tra Papa Pio VI e Pietro Leopoldo Granduca di Toscana per la definitiva bonifica della Valdichiana . La città diventava il centro dei lavori dello Stato della Chiesa sulla Chiana Romana , con l'insediamento della Prefettura delle Acque .

Durante la dominazione francese Città della Pieve è poi Capoluogo di Cantone , favorita anche dal fatto che il Vescovo Filippo Angelico Becchetti si dimostrò apertamente filonapoleonico . Con l'Unità d'Italia la Città è Capoluogo di Mantenimento all'interno del Circondario di Orvieto fino al 1927 , quando furono istituite le provincie di Perugia e Terni .

Nel sec XIX nascevano a Città della Pieve due insigni studiosi : Antonio Verri (1839-1925) , geologo e ingegnere idraulico e Icilio Vanni (1855-1903) , filosofo e sociologo di cultura liberale e positivista .

La prima fase di bonifica della valle (1780-1798) produsse numerosi interventi di gusto neoclassico ad opera dell'architetto ed ingegnere idraulico Andrea Vici , allievo del Vantivelli : Chiesa del Gesù , interni di S.Agostino , di S.Francesco , di S.Lucia , Seminario e Palazzo Vescovile . Dopo lo scompiglio provocato dalla tempesta napoleonica , i lavori riprendevano intorno al 1821 . Da questo momento l'architetto Giovanni Santini è il protagonista dei lavori di abbellimento della città: Teatro degli Avvaloranti , Palazzo Giorgi-Taccini , Palazzo Cartoni , campanile di S. Maria dei Servi .

Si interveniva anche nelle comunicazioni stradali : tra il 1820 e il 1838 veniva costruita la strada per Perugia ; tra il 1828 e il 1834 , la strada da Chiusi a Orvieto via Città della Pieve , allora denominata "Cassia orvietana" . Si rimodernavano le porte e la pavimentazione delle strade della città . Lavori questi , che si protrarranno fin verso l'unità d'Italia e che facevano di Città della Pieve la scenografica entrata nello Stato della Chiesa , provenendo dal Granducato di Toscana . La città si meritò così nel 1857 la visita nel 1857 la visita di Pio IX , l'ultimo Papa-Re . Con queste ultime opere architettoniche il Centro Storico di Città della Pieve assumeva quel particolare fascino dovuto al fatto che in una struttura urbana sostanzialmente medioevale si inserivano con originalità e decoro interventi successivi di carattere rinascimentale , manierista , barocco , rococò , neoclassico , dimostrando la vitalità della città fino alla soglia dei giorni nostri .

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DA VEDERE CENTRO STORICO Dove oggi sorge Città della Pieve, si suppone che già Etruschi e Romani avessero stabilito i loro rispettivi insediamenti. Questo caratteristico borgo non fu immune dalle vicissitudini della storia medioevale, e di fatti, vide alternarsi alla sua guida numerosi signori fino a che Clemente VII lo pose sotto il diretto controllo della Chiesa. Al centro dell' abitato, cinto ancora oggi per buona parte da mura trecentesche e di aspetto tanto medioevale da poter vantare il vicolo più stretto di Italia: la via Baciadonne, sorge il Duomo dedicato ai SS.Gervasio e e Protasio; la sua struttura originaria è da far risalire al XII secolo ma interventi dei secoli XVI e XVII ne hanno modificato le forme più remote, tuttavia la costruzione più antica affiora ancora nei particolari decorativi della zona inferiore della facciata, nell' abside e nel campanile romanico gotico. All'interno opere di Domenico Alfani e di due grandi pittori entrambi nati proprio a Città della Pieve, Pietro Vannucci il Perugino e Niccolo Circignani "de Pomarancio".

MONUMENTI Fuori dalle mura, la Chiesa di S. Pietro (prima di S. Antonio) conserva un affresco del 1508, oramai riportato su tela, S. Antonio abate e i Ss. Marcello e Paolo. Nella Cattedrale dei Ss. Gervasio e Protasio invece, due opere del Perugino, il Battesimo di Gesù del 1510 e una tavola Madonna in Gloria e Santi del 1514. La cattedrale, la Pieve preromanica, ha subito molti interventi nel corso dei secoli; fu ampliata nel primo XIII secolo, mentre l’ultima trasformazione risale alla sua elevazione a cattedrale; il campanile risale al XVIII sec., salvo la sua base, del XII secolo. L’interno offre numerose opere d’arte, oltre a quelle del Perugino, già menzionate. Nell’abside un affresco, Eterno e Angeli, di Niccolò Circignani; al secondo altare destro, tela di Domenico Alfani, Madonna con Bambino, angeli e S. Martino e Maria Maddalena (1521); a destra dell’altare maggiore, Madonna con i Ss. Giovanni Evangelista, Giovanni Battista e il Beato Giocondo Villa, attribuito a Giannicola di Paolo, forse con interventi del Perugino; al secondo altare di sinistra, Sposalizio della Vergine (1620) e Madonna del Carmine (1628), ambedue di Antonio Circignani (il Pomarancio, nato nel 1568 a Città della Pieve); un Cristo Crocefisso ligneo scolpito della scuola del Giambologna della fine del XVI secolo.

Addossata alla Cattedrale, ma solo dopo l’ultimo ampliamento di questa, si erge la Torre del Pubblico , costruita nel XII sec. con materiali di spoglio e sopraelevata con laterizi nel 1471.

Sulla stessa piazza si affaccia il Palazzo della Corgna (o Palazzo Mazzuoli); voluto da Ascanio della Corgna per dare lustro al Governatorato, fu terminato da dal nipote Diomede. Il progetto è attribuito al perugino Galeazzo Alessi, gli interni sono riccamente affrescati dal Pomarancio e da Salvio Savini (1580) con raffigurazioni mitologiche in stile tardo- manierista tosco-romano.

Altro grande edificio della città è il Palazzo Bandini in Via Roma, un grande complesso in laterizio del XIV sec., rinnovato nel 1531 (finestre del primo piano) e nel 1560 (portale principale). Nel Palazzo della Fargna, di misurato stile barocco del XVIII sec., ha sede il comune; all’interno rimangono pregevoli stucchi nelle sale del piano nobile.

Uscendo dalla porta del Casalino, demolita il secolo scorso, alla fine di Via P. Vannucci, ci si imbatte nella Chiesa di S. Agostino . Originaria del XIII sec., la chiesa fu ristrutturata in forme barocche nel 1789; vi si conservano tele di autori umbri dei sec. XVI e XVII e numerose opere di Salvio Savini: 3° altare destro, Madonna della Spiga; nell’abside, tavola con Madonna in gloria e santi (1584) e al 3° altare di sinistra S. Nicola da Tolentino (1606). Pag. 16

Tornando verso la Rocca, di pianta quadrata con quattro torri, più il mastio, dei quali solo tre rimasti dell’altezza originale, eseguita nel 1326 su progetto dei senesi Lorenzo ed Ambrogio Maitani, si arriva alla Chiesa di S. Francesco, oggi Santuario della Madonna di Fatima . La chiesa risale originariamente al sec. XIII, ma fu completamente ricostruita alla fine del sec. XVIII. Al primo altare di destra, si segnala una Madonna in trono e santi di Domenico Alfani (1520) e, al primo altare sinistro, Pentecoste del Pomarancio.

A 3 km dalla città si incontra un Eremo francescano costruito intorno al ‘300 in eleganti forme gotiche: S. Maria degli Angeli. L’interno a sala con archi ogivali conserva numerosi affreschi di scuola senese e orvietana dal sec. XIV al XV. Tra questi, l’Annunciazione del senese Jacopo di Mino del Pellicciaio e la Natività dell’orvietano Leonardelli.

Proseguendo verso sud, oltre Ponticelli, si arriva al borgo-castello di Salci, al confine umbro-toscano: vi si tenevano fiere e mercati. A partire dalla seconda metà del XVI secolo, Salci fu perfino sede di un Ducato che resse fino all’Unità d’Italia.

BORGO

Adagiata sul versante est del monte Petrarvella e definita come la più bella terrazza naturale sul Lago Trasimeno, Panicale offre al visitatore bellezze naturalistiche e testimonianze storico- monumentali. I primi nuclei abitativi risalgono probabilmente al II millennio a.C. Nel corso dei secoli si sono avvicendate popolazioni indoeuropee, umbre, etruschi e romani che hanno più volte mutato l'aspetto della città. Per molto tempo Panicale ha legato le sue vicende a quelle di Perugia, ne è testimonianza lo stemma araldico che porta accanto al simbolo del Castello il grifo perugino. La prima compilazione di uno statuto comunale risale al 1316, redatto in latino dal notaio Pietro di Vannuccio e tradotto poi in volgare nel 1484, per una maggiore divulgazione. Il Rinascimento è per Panicale un periodo di sviluppo economico, urbanistico ed artistico, che vede la realizzazione di opere d'arte di notevole pregio, grazie a presenze come il Perugino ed i suoi allievi. Definita "terra insigne" nel 1543, dal Pontefice Paolo III, è oggi uno dei piccoli borghi italiani più attraenti.

Vari i significati attribuiti al suo nome: dal più verosimile "Luogo dove ardono are al dio Pan" (Pani calet), al poetico "dove tutto è bello" (Pan Kalon), per finire con il significato esplicitato anche nello stemma "luogo dove si coltiva il pan’co" (pan colis).

Conserva ancora la struttura tipica di castello medioevale, un tempo circondato dal fosso d'acqua, con i due ingressi verso Perugia e verso Firenze; con le sue tre piazze inglobate in un giro di ellissi concentriche. Pag. 17

Il punto migliore da dove iniziare una visita di Panicale, è sicuramente la Chiesa di S. Sebastiano , che conserva all'interno il bellissimo affresco del Perugino "Il martirio di S.Sebastiano" (1505). L'opera occupa l'intera parete della Chiesa e colpisce per la sua leggerezza. Lo stesso paesaggio appena ammirato fuori, è riprodotto in tutta la sua leggiadria come fondale per quella che molti definiscono la 'danza degli arcieri' intorno al Santo. Nella stessa chiesa è conservato un affresco raffigurante la Madonna in trono, attribuito allo Spagna, proveniente dalla Chiesa di S. Agostino.

I volti dei personaggi illustri della storia di Panicale, si possono scoprire visitando la Pinacoteca raccolta nelle stanze del palazzo municipale: 31 tele ritraggono uomini di culto, valorosi combattenti, letterati ecc. Questa collezione prende il nome da Francesco Mariottini, che la commissionò nella seconda metà del '700. Il feroce Boldrino, il gesuita Virgilio Ceppari, il famoso Masolino, lo stesso Mariottini sembrano osservare tutto ciò che accade nelle stanze del palazzo.

Se poi si entra in paese da Porta Perugina è la fontana del 1473, in travertino a risaltare per prima: questa era l'antica cisterna del paese, che si estendeva fin sotto tutta la pizza ; si coglie contemporaneamente il retro dell'imponente Collegiata dedicata a San Michele Arcangelo. La Chiesa, risalente al secolo XI, si presenta al suo interno in una veste tipicamente barocca. Nell'abside si ammira "L'Annunciazione", affresco attribuito a Tommasino Fini detto Masolino (1383- 1447). In fondo a sinistra la tavola di Giovan Battista Caporali (1476 - 1560), allievo del Perugino,"L'Adorazione dei pastori" (1519). Da notare l'organo Morettini (1835), restaurato in occasione del Giubileo 2000.

Altre tre tele impreziosiscono la Chiesa: la tela de "L'Ultima cena" (autore ignoto - fine secolo XVIII), la "Crocefissione fra Sant'Ignazio di Lojola, San Filippo Apostolo, San Francesco Saverio e San Girolamo" attribuita a Bartolomeo Barbiani (1640), e il "San Pellegrino" di Tommaso Maria Conca, noto esponente del Neoclassicismo romano.

Di fronte alla Collegiata, si trova la dimora che un tempo fu del valoroso capitano di ventura Giacomo Paneri detto Boldrino da Panicale (1331-1391) "fausto agli amici, infausto ai nemici". Oltrepassata la famosa dimora, si sale verso il punto più alto del paese, Piazza Masolino, dove domina il Palazzo del Podestà del XIV sec. Di stile gotico-lombardo, opera dei maestri comancini, il palazzo custodisce l'archivio storico e quello notarile del Comune, con atti risalenti al 1312. Scendendo attraverso le viuzze, si arriva velocemente al Teatro Cesare Caporali, sorto tra il XVII e il XVIII secolo e ricostruito poi dall'architetto Caproni nel 1858. Uno dei più piccoli teatri umbri, con 154 posti, struttura in legno decorato a stucchi, conserva, ancora il sipario dipinto nel 1859 da Mariano Piervittori, che raffigura la consegna delle chiavi di Perugia a Boldrino Paneri.

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Usciti da Porta fiorentina, fatti alcuni passi si giunge alla ex Chiesa di S. Agostino (XVI), dal 2001 adibita a Museo del tulle, intitolato ad Anita Belleschi Grifoni. Al suo interno resti di antichi affreschi attribuiti alla scuola del Perugino ed il pregevole altare in pietra serena di Giambattista di Cristoforo da Cortona (1513) fanno da cornice ai numerosi manufatti ricamati, tipici esempi di "Ars panicalensis". Il ricamo a mano su tulle riportato in vita, agli inizi del '900, da Anita Belleschi Grifoni, fu esportato oltre i confini regionali e nazionali.

Poco distante dalla Chiesa di S. Agostino, altra chiesa da visitare è quella della Madonna della Sbarra, collocata dove anticamente sorgeva il casello daziario. Costruita nel 1600 per volere del Comune, la chiesa è suddivisa al suo interno in tre navate, con cinque altari. L'altare maggiore è caratterizzato da quattro imponenti angeli dorati, che fanno da pilastri alla struttura architettonica. Al piano superiore l'antico romitorio ospita una raccolta di oggetti e paramenti sacri (dal XVII al XIX sec.) suddivisi in vetrine a rappresentare momenti della liturgia e della fede.

Nel territorio comunale, Tavernelle può essere definita come il cuore economico, produttivo e commerciale. Da vedere la fontana del Leone, recentemente restaurata e la grande piazza centrale. A pochi chilometri da Panicale, un'altra testimonianza del fecondo periodo rinascimentale è il Santuario della Madonna di Mongiovino, da sempre meta di pellegrinaggi. Nato intorno ad un'edicola, il ricco complesso visibile oggi, consacrato nel 1646, vide l'intervento di numerosi artisti di talento durante il Rinascimento e il Manierismo. Mentre la storiografia ottocentesca attribuisce al Bramante il progetto architettonico del Santuario, altri documenti conservati presso la Biblioteca Augusta di Perugia, attesterebbero che fu Rocco da Vicenza l'architetto che lo ideò. All'interno opere di grandi artisti quali Nicolò Circignani , Giovanni Wraghe, Hendrich Van den Broeck . Il Santuario delle Grondici, a circa 10 km da Panicale offre un panorama mozzafiato sulle vallate circostanti. La chiesa custodisce un'immagine che raffigura la Vergine e il Bambino fra i santi Sebastiano e Rocco dipinta su tela nel 1495 da Gregorio Gregori detto il Teutonico.