STUDIO DI MICROZONAZIONE SISMICA LIVELLO 2 Relazione illustrativa SISMICA

31 maggio 2018 Comune di TV: microzonazione sismica livello 2

SOMMARIO

1 INTRODUZIONE E GENERALITA’ 3 1.1 Generalità ...... 4 1.2 Riferimenti normativi ...... 5 1.3 Ambiti di studio ...... 7 2 DEFINIZIONE DELLA PERICOLOSITA’ DI BASE 9 2.1 Generalità ...... 9 2.2 Definizione della pericolosità di base ...... 11 2.3 Sismicità storica del comune ...... 13 2.4 Sismicità minore e strumentale ...... 17 2.5 La classificazione sismica del territorio comunale ...... 18 2.6 I sistemi di faglie attive ...... 20 2.6.1 Le sorgenti sismogenetiche responsabili di terremoti distruttivi ...... 24 2.6.2 Pericolosità sismica locale ...... 30 3 ASSETTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO DELL’AREA 32 3.1 Inquadramento geologico-geomorfologico ...... 32 4 DATI GEOTECNICI E GEOFISICI 34 4.1 Breve descrizione dei metodi ...... 34 4.2 interpretazioni ed incertezze ...... 35 4.3 Esito Indagini geognostiche ...... 36 5 MODELLO DEL SOTTOSUOLO 38 5.1 Microzone sismiche del livello 1 ...... 38 6 LIVELLO 2 42 6.1 Metodologia di studio livello 2 ...... 42 6.2 elaborati cartografici ...... 47 6.2.1 Carta delle Indagini ...... 47 6.2.2 Carta delle Frequenze Naturali dei Depositi ...... 48 6.2.3 Carta di Microzonazione Sismica ...... 50 6.2.3.1 Valutazione degli effetti morfologici 52 6.2.3.2 Valutazione degli effetti litologici 59 6.2.3.3 Zona di fondovalle 64 6.2.3.4 Instabilità di versante 64 6.2.3.5 Liquefazione 71 6.2.3.6 Densificazione terreni insaturi 71 6.2.3.7 Comportamenti differenziali 72 7 PROPOSTA DI NORMA TECNICA 73 8 CONCLUSIONI 74 9 BIBLIOGRAFIA 76 10 ALLEGATI 79

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1 INTRODUZIONE E GENERALITA’

Con determinazione del responsabile di Servizio n. 186 del 30-11-2016, l’ufficio tecnico del comune di Segusino () mi ha affidato, unitamente a MATE s.c., l’incarico dello studio di Microzonazione Sismica (di seguito indicata come MS) di livello 2 e l’adeguamento del Livello 1 alla DGRV 1572/2013 del territorio comunale ai fini dell’attuazione del Piano di Assetto del Territorio (PAT) ed in preparazione del Piano degli Interventi PI.

Il comune di Segusino è stato classificato sismico, sismicità massima S = 9 M.C.S. - dal D.M. 14.05.1982, “Aggiornamento dell’elenco delle zone sismiche della Regione ”; oggi ricade in zona sismica 2, a seguito della OPCM3274/2003, entrata in vigore il 8/5/2003, recepita dalla Regione Veneto con DGR n. 67 del 3/12/2003 ovvero con sismicità medio-alta. L’accelerazione di riferimento per il comune è ag= 0, 228804 come riportato in all. 7 della OPCM 4007/2012.

La presente relazione illustra i dati riguardanti gli approfondimenti effettuati e fa riferimento alla cartografia allegata ma anche alla documentazione del livello 1; le varie cartografie riportano l’ubicazione delle indagini, l’individuazione delle microzone omogenee e le relative condizioni predisponenti l’amplificazione delle onde sismiche.

La metodologia, disciplinata a livello nazionale, prevede tre livelli di approfondimento con grado di dettaglio in ordine crescente:

1° LIVELLO (eseguito in prima battuta dal dott. geol. Cristano Mastella nel 2013, con riferimento alla DGRV 3308/2008 e poi aggiornato dal sottoscritto nel 2018 adeguandolo alle Linee Guida attuali in concomitanza con il presente incarico): si applica in sede di P.A.T. consente di delineare gli scenari della pericolosità sismica ed identifica, nella carta MOPS, le parti del territorio comunale suscettibili di effetti locali: amplificazione del moto sismico, cedimenti, instabilità dei versanti, liquefazione, rottura del terreno.

2° LIVELLO (oggetto di questo studio): ha come obiettivo la redazione della MS e si applica in sede di P.I. a tutte le parti del territorio suscettibili di amplificazione sismica individuati nella precedente fase e per le quali si prevedono trasformazioni urbanistiche del territorio od incremento dei carichi urbanistici e per il territorio compreso nel perimetro del “centro abitato” così come previsti dalla normativa vigente.

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3° LIVELLO: restituisce una Carta di Microzonazione Sismica con approfondimenti su tematiche o aree particolari.

La definizione della velocità sismica dei primi 30 m di sottosuolo e delle frequenze proprie di risonanza dei terreni, argomenti principali dello studio di Microzonazione Sismica (di seguito indicata come MS), sono la prima importante fase per lo studio di Microzonazione Sismica (MS) vero e proprio (cfr. Allegati A DGR 3308 del 4/11/2008 e DGR 1572 del 03/09/2013) come specificato negli indirizzi e criteri emanati a scala nazionale.

Il documento tecnico di riferimento per la realizzazione degli studi di microzonazione sismica è rappresentato dagli ICMS (Indirizzi e Criteri di Microzonazione Sismica) approvati il 13 novembre 2008 dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome in accordo con la Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Dipartimento della Protezione Civile. Gli standard per la stesura della cartografia e la loro informatizzazione sono quelli indicati dalla commissione tecnica per la microzonazione sismica (articolo 5, comma 7 dell’OPCM 13 novembre 2010, n. 3907) con le linee guida 2012 della Protezione Civile nazionale “standard di rappresentazione e archiviazione informatica” versione 4.0 ottobre 2015. A questo si aggiungono le “linee guida per gli studi di microzonazione sismica” pubblicati come allegato A alla DGRV 1572 del 03/09/2013.

1.1 Generalità Gli studi di MS si propongono di:

- identificare e perimetrare le aree a differente pericolosità sismica locale (microzone, solitamente grandi alcuni ettari o alcuni isolati); - stimare le risposte dei terreni delle diverse microzone, in modo da stabilire gerarchie di pericolosità e fornire elementi conoscitivi per una pianificazione del territorio e progettazione delle opere, adeguate alla pericolosità sismica del sito.

Nella sua interezza il documento nazionale ICMS intende costituire un elemento utile all’approfondimento della pericolosità sismica locale, necessario all’analisi del rischio sismico, applicabile ai settori della programmazione territoriale, della pianificazione urbanistica, della pianificazione dell’emergenza e della normativa tecnica per la progettazione. Il documento individua e determina criteri, metodi e procedure per l’esecuzione di azioni di microzonazione a diverse scale e con diversi livelli di approfondimento. La figura seguente rappresenta schematicamente tali livelli di utilizzo.

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La microzonazione sismica (MS) ha lo scopo di riconoscere ad una scala sufficientemente grande (scala comunale o sub comunale) le condizioni locali che possono modificare sensibilmente le caratteristiche del moto sismico atteso o possono produrre deformazioni permanenti rilevanti per le costruzioni e le infrastrutture. In sostanza, lo studio di MS viene sintetizzato in una carta del territorio nella quale sono indicate le zone in cui il moto sismico viene modificato rispetto a quello atteso in condizioni ideali di roccia rigida e pianeggiante e, pertanto, gli scuotimenti attesi sono superiori a quelli forniti dagli studi di pericolosità di base.

1.2 Riferimenti normativi Il lavoro è stato svolto in accordo con la D.G.R. 3308/2008 e la D.G.R.V. 1572/2013 per arrivare alle cartografie definite “livello 2” in quest’ultimo documento, avendo come base di partenza gli elaborati della relazione geologica di compatibilità sismica e relative cartografie del PAT e del PRG, oltre allo studio di MS livello 1.

Altre norme considerate:

• L. 02.02.1974, n. 64, " Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche "; • D. M. 14.05.1982, " Aggiornamento dell'elenco delle zone sismiche del Veneto ";

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• D.M. 11.03.1988, " Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l'esecuzione e il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione "; • Circ. LL. PP. 24 settembre 1988, n° 30483 " Norme tecniche per terreni e fondazioni - Istruzioni applicative "; • Circ. Reg, Veneto 05.04.2000, n. 9, “ Indirizzi in materia di prescrizioni tecniche da osservare per la realizzazione di opere pubbliche e private. Obblighi derivanti dalla L. 02.02.1974, n. 64 e dal D.M. 11.03.1988 ”; • Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20.03.2003, “ Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per la costruzione in zona sismica ”; • D.C.R. n° 67 del 3 dicembre 2003 “Nuova classificazione sismica del territorio regionale ”. • Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3431 del 03.05.2005 “ Ulteriori modifiche ed integrazioni all'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, recante «Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica» ”; • D.M. 14.09.2005, " Norme tecniche per le costruzioni ”; • Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3519 del 28.04.2006 “ Criteri generali per l'individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l'aggiornamento degli elenchi delle medesime zone ”; • Legge n. 77 del 24 Giugno 2009, “ Interventi urgenti di Protezione Civile in materia di prevenzione del rischio sismico ”. • Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 ottobre 2007, “ Valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle norme tecniche per le costruzioni ”. • D.M. 14.01.2008, “ Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni ”. • D.G.R. del Veneto n. 71 del 22 gennaio 2008, “Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 28 aprile 2006, n. 3519 “ Criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l’aggiornamento degli elenchi delle medesime zone ”. Direttive per l’applicazione.

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• Circolare 02 febbraio 2009 n. 617/C.S.LL.PP.. • Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3907 del 13 novembre 2010. • Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 4007 del 29/02/2012. • Deliberazione della Giunta Regionale n. 1496 del 20 settembre 2011, “ Fondo statale per interventi di prevenzione del rischio sismico di cui all'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3907 in data 13 novembre 2010 ”. • D.G.R. del Veneto n. 1572 del 03/09/2013 (BUR del 24/09/2013) allegato A: Linee Guida Regionali per la Microzonazione Sismica. • DGR del Veneto n. 1896 del 14 ottobre 2014, allegato B: Indagini di microzonazione sismica di cui all’art. 2, comma 1, lett. a) dell’OCDPC 171 del 19/06/2014. • D.G.R. del Veneto n. 1664 del 21 ottobre 2016 “ Attuazione dell'articolo 11 del decreto- legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24.06.09, n.77. O.C.D.P.C. 293 del 26 ottobre 2015 (G.U. n. 257 del 4 novembre 2015). O.C.D.P.C. 344 del 09 maggio 2016. (L. 77/09, art. 11) ” • D.M.I.T. 17.01.2018, Aggiornamento delle “Norme Tecniche per le Costruzioni ”.

1.3 Ambiti di studio Nell’ambito della pianificazione territoriale del comune di Segusino, all’interno del P.I., in funzione delle varie scale e dei vari livelli d’intervento, lo studio di MS è stato condotto su quelle aree per le quali le condizioni normative consentono o prevedono l’uso a scopo edificatorio o per infrastrutture, o la loro potenziale trasformazione a tali fini. Sono stati privilegiati quindi gli ambiti di sviluppo insediativo, sia esso a destinazione residenziale, produttiva, dei servizi o infrastrutturale segnalati dall’amministrazione comunale. Per completezza le indagini sono state estese anche a siti dove non sono al momento previste trasformazioni urbanistiche ma puntando alla caratterizzazione di aree presumibilmente omogenee dal punto di vista geologico.

Nell’ambito della pianificazione territoriale del comune di Segusino, all’interno del P.I., in funzione delle varie scale e dei vari livelli di intervento, lo studio di MS è stato condotto su quelle aree per le quali le condizioni normative consentono o prevedono l’uso a scopo edificatorio o per infrastrutture, o la loro potenziale trasformazione a tali fini. Sono stati privilegiati quindi gli ambiti di sviluppo insediativo, sia esso a destinazione residenziale, produttiva, dei servizi o infrastrutturale. Per completezza le indagini sono state estese anche

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Come per il Livello 1, è stata fin dall’origine stralciata (cioè non studiata) una parte della porzione settentrionale del territorio comunale che ricade all’interno del SIC-ZPS IT3240024 “Dorsale prealpina tra e Serravalle” e la fascia lungo il f. Piave che ricade all’interno del SIC IT3230088 “Fiume Piave dai Maserot alle grave di ”, come previsto dalla DGR n. 1896 del 14 ottobre 2014, allegato B.

Il territorio comunale di Segusino (circa 18,14 kmq), collocato nella parte settentrionale della Provincia di Treviso, confina con i comuni di Alano di Piave (BL), Quero Vas (BL) e Valdobbiadene (TV). Si estende dalla sponda in sinistra del f. Piave attraverso la conca di Segusino per risalire le pendici delle Prealpi Trevigiane fino al m. Doc. L’altitudine minima è di 173 m s.l.m. in prossimità del ponte di Fener mentre l’altitudine massima è di circa 1.394 m s.l.m.

I caratteri litologici dei terreni quaternari sono ascrivibili a depositi fluvioglaciali wurmiani e prewurmiani presenti nella zona occidentale del comune caratterizzata da un andamento da sub pianeggiante a debolmente ondulato. La zona ad altezza collinare e poi i versanti montani evidenziano invece terreni carbonatici (calcari più o meno marnosi) con coperture di alterazione di qualche metro su substrati consistenti. Il centro abitato di Segusino si estende principalmente sui depositi quaternari mentre le frazioni di Stramare e Milies si impostano su plaghe di detrito grossolano derivante in parte da antiche frane ed in parte da cataclasi del substrato.

Per quanto riguarda i terremoti storici che hanno colpito l’area si è fatto riferimento al Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI), disponibile al sito http://emidius.mi.ingv..it/CPTI04/ , frutto di un progetto portato avanti da un Gruppo di Lavoro formato da ricercatori dell'Istituto Nazionale di Geofisica (ING), del Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti (GNDT) del CNR, della società SGA Storia Geofisica Ambiente (SGA) e del Servizio Sismico Nazionale (SSN). Il catalogo viene aggiornato periodicamente sulla scorta delle nuove conoscenze. Dalla prima formulazione del 1999 (CPTI99), ne è seguita una seconda nel 2004 (CPTI04), una terza nel 2008 (CPTI08) ed una quarta nel 2011 (CPTI11) che aggiornava quella precedente per gli anni dal 1901 al 2008. Gli

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Per quanto riguarda le faglie capaci che interessano il territorio comunale si è invece fatto riferimento al catalogo ITHACA “ HAzard from CApable faults”, disponibile on-line all’indirizzo: http://www.isprambiente.gov.it/it/progetti/suolo-e-territorio-1/ithaca-catalogo- delle-faglie-capaci .

Alcuni aspetti sono stati definiti anche sulla scorta dell’osservazione allo stereoscopio delle fotoaeree IGMI volo del 1993 e delle immagini CGR del 1998-99, 2003 e 2007 nonché Telespazio 2007, DigitalGlobe 2011, TerraItaly 2012 e GoogleEarth 2010, 2014 e 2015.

2 DEFINIZIONE DELLA PERICOLOSITA’ DI BASE

2.1 Generalità La pericolosità sismica di base, definita ai sensi del D.M. 14/01/2008, è la componente della pericolosità sismica dovuta alle caratteristiche sismologiche dell’area (tipo, dimensioni e profondità delle sorgenti sismiche, energia e frequenza dei terremoti). Essa calcola (generalmente in maniera probabilistica), per una certa regione e in un determinato periodo di tempo, i valori di parametri corrispondenti a prefissate probabilità di eccedenza, con riferimento a condizioni ideali di bedrock sismico affiorante e privo di irregolarità morfologiche (superficie topografica orizzontale) e fornisce le caratteristiche del terremoto di riferimento (velocità, accelerazione, intensità, ordinate spettrali). La scala di studio è solitamente regionale e costituisce una base per la definizione del terremoto di riferimento per studi di microzonazione sismica.

Questo presuppone un affinamento della pericolosità sismica di base attraverso studi appropriati sulla risposta sismica locale. La risposta sismica locale è la modificazione in ampiezza, frequenza e durata dello scuotimento sismico dovuta alle specifiche condizioni lito- stratigrafiche e morfologiche di un sito. Si può quantificare mediante il rapporto tra il moto sismico alla superficie del sito e quello che si osserverebbe per lo stesso evento sismico su un ipotetico affioramento di roccia rigida con morfologia orizzontale. Se questo rapporto è maggiore di 1, si parla di amplificazione locale.

L’obiettivo del presente studio di Microzonazione Sismica è quello di costruire un modello di velocità di propagazione delle onde elastiche, in modalità trasversale, nei primi 30 metri di

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In funzione dei diversi contesti e dei diversi obiettivi gli studi di MS possono essere effettuati a vari livelli di approfondimento, con complessità ed impegno crescenti, passando dal livello 1 fino al livello 3:

- il livello 1 consiste in una raccolta di dati preesistenti oltre alla esecuzione di indagini mirate ad acquisire i parametri sismici del sottosuolo, elaborati per suddividere il territorio in microzone qualitativamente omogenee rispetto alle fenomenologie sopra descritte; - il livello 2 definisce la Carta di Microzonazione Sismica; consente di meglio definire il modello geologico del sottosuolo e di fornire per ciascuna microzona identificata una quantificazione numerica degli effetti, ottenuta con metodi semplificati (abachi); lo studio in corso attiene a questo livello; - il livello 3 restituisce una Carta di microzonazione sismica con approfondimenti su tematiche o aree particolari o su ambiti di rilevanza strategica; è il livello di maggiore approfondimento per la definizione e caratterizzazione delle zone suscettibili di amplificazioni o di instabilità, perché consente di risolvere le situazioni geologiche e geotecniche complesse, ad esempio inversioni di velocità, non risolvibili con abachi o metodi semplificati, modificando sostanzialmente le carte di microzonazione di livello 1 e 2. Il livello 3, naturalmente richiede un impegno di risorse economiche e professionali importante, giustificato, ad esempio, nel caso di una fase di ricostruzione post-terremoto ma anche, in fase preventiva, nelle aree a più elevato rischio sismico.

Come detto in precedenza il presente studio costituisce il livello 2, in quanto si occupa dell’acquisizione dei dati di base utili per individuare i valori numerici di amplificazione locale riferiti alle microzone (o porzioni di esse) già individuate al precedente livello 1. Inoltre definisce e dirime alcuni aspetti relativi alle zone suscettibili di amplificazione topografica e/o instabilità rimandando, per alcuni di questi, agli approfondimenti del livello 3.

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2.2 Definizione della pericolosità di base La più recente normativa sismica italiana, entrata in vigore il 08/5/2003 con la pubblicazione sulla G.U. dell’Ordinanza P.C.M. n. 3274, recepita dalla Regione Veneto con DCR n. 67 del 3/12/2003, suddivide il territorio italiano in quattro zone sismiche, abbandonando la precedente terminologia di categorie sismiche. In linea teorica, l’ingresso in zona sismica è agganciato al valore dell’accelerazione orizzontale di picco (Peak Ground Acceleration, PGA, indicata anche come accelerazione massima orizzontale) riferita ad un terreno a comportamento assimilabile alla roccia, ottenuta per un predeterminato livello di probabilità da studi di pericolosità sismica a carattere nazionale. I valori di PGA convenzionalmente associati alle zone sismiche sono riportati nella tabella successiva. Zona Accelerazione con probabilità di superamento Accelerazione di ancoraggio dello pari al 10% in 50 anni (ag/g) spettro di risposta elastico (ag/g) 1 > 0.25 0.35 2 0.15 ÷ 0.25 0.25 3 0.05 ÷ 0.15 0.15 4 < 0.05 0.05

Un ulteriore affinamento delle zone sismiche è stato fatto con l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 28 aprile 2006, n. 3519 recante " Criteri generali per l'individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l'aggiornamento degli elenchi delle medesime zone ", pubblicata nella G.U. dell'11 maggio 2006, n. 108, in cui sono state stabilite nuove disposizioni per l'individuazione a livello regionale delle zone sismiche che supera il concetto di categoria legato alle suddivisioni amministrative della precedente Ordinanza. Con il medesimo provvedimento è stata approvata la mappa di pericolosità sismica di riferimento nazionale che contiene le accelerazioni orizzontali massime convenzionali al suolo di tipo A, necessarie per redigere il calcolo sismico delle costruzioni.

Quindi la OPCM 3519 di fatto supera il concetto stesso di zonazione, imponendo valori discretizzati nello spazio: la stima della pericolosità sismica, intesa come accelerazione massima orizzontale su suolo rigido (V s30 >800 m/s), viene definita mediante un approccio “sito dipendente” e non più tramite un criterio “zona dipendente”. Ciò comporta delle non trascurabili differenze nel calcolo dell’accelerazione sismica di base rispetto alle precedenti normative.

In sostanza si è passati da una mappa di pericolosità sismica (2004) utilizzabile dalle Regioni come riferimento per aggiornare l’assegnazione di un Comune a una delle 4 zone sismiche a

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I valori dei parametri ag, Fo e T*c determinati sono relativi a situazioni geologiche corrispondenti ad un sito con assenza di effetti locali dei terreni (Categoria A), ovvero con presenza di substrato sismico (Vs30 > 800m/s) affiorante o subaffiorante ed in condizioni morfologiche pianeggianti. Sulla base di quanto detto sopra e utilizzando un software specifico disponibile in rete (Geostru PS Parametri Sismici v. 1.5 oppure EdiLus-MS ACCA), il valore mediato del moto sismico rispetto ai quattro punti di maglia che lo comprendono e riferito al Municipio in Corte Finadri, n.1, a Segusino, può essere descritto convenientemente dallo spettro di risposta elastico in accelerazione delle componenti orizzontali del moto che tengono in debito conto delle amplificazioni locali (stratigrafiche e topografiche). La categoria topografica è la T1 in quanto pendio con inclinazione media inferiore ai 15°. Nella tabella sotto sono riportati i dati di ingresso e quelli di uscita, deducibili come detto dallo spettro di accelerazione, da utilizzare nelle verifiche allo stato limite di salvaguardia della vita SLV come richiesto dalla normativa mediando dai valori di griglia del Ministero.

Da notare l’attribuzione di classe d’uso II che è propria di edifici residenziali e non di fabbricati strategici. I dati di longitudine e latitudine del sito sono stati desunti da Google Maps.

SLV Coordinate ED50 Coordinate WGS 84 N 45.917606 N 45.916708 Latitudine e Longitudine sito E 11.955220 E 11.954216 Dati di ingresso Dati in uscita Vita nominale dell’opera 50 anni Classe d’uso II Fo 2,397 Tc* 0,320 Accelerazione orizzontale max al sito ag(g) 0,225 Tipo terreno B

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Il valore di accelerazione orizzontale max al sito ag(g) = 0,225 sarà impiegato nel calcolo della instabilità potenziale sismoindotta nella seconda parte della relazione.

2.3 Sismicità storica del comune Per quanto riguarda i dati sismici storici di Segusino e stato utilizzato sia il catalogo NT4.1 (Camassi e Stucchi, 1996) e sia il Data Base Macrosismico Italiano del 2004 (DBMI04) e l’aggiornamento 2011: entrambi non danno notizia di eventi significativi nell’area in epoca storica. Per i valori di intensità risentita sono stati invece utilizzati i dati contenuti nel solo Data Base Macrosismico Italiano del 2004 (DBMI04, il database delle osservazioni macrosismiche dei terremoti italiani utilizzate per la compilazione del catalogo parametrico CPTI04), redatto dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), disponibile nel suo ultimo aggiornamento al sito http://emidius.mi.ingv..it/DBMI15/ . Secondo il database nel territorio in esame, come detto sopra, non sono stati registrati eventi specifici con magnitudo superiore a 4.5 della scala Richter, ma è stata interessata da scuotimenti sismici di una certa entità (intensità registrata al sito Is ≥ 5) in occasione dei terremoti con epicentro in località vicine. I dati riassuntivi delle osservazioni in merito all’intera storia sismica sono riportati nella tabella sottostante Storia sismica di Segusino

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Di seguito vengono riportati i dati sismici storici relativi ai comuni circostanti quello di Segusino: Storia sismica di Valdobbiadene

Storia sismica di Quero Vas (Quero)

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Per il terremoto dell’asolano del 1695 risultano le seguenti caratteristiche:

Per il terremoto del feltrino del 1943 risultano le seguenti caratteristiche:

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Inoltre vengono inseriti i riferimenti di due ulteriori eventi sismici di importanza regionale con epicentro alcune decine di km a Est di Segusino: il terremoto dell’Alpago del 1873 e quello del Cansiglio del 1936.

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Ulteriori dati possono essere tratti dai cataloghi citati.

2.4 Sismicità minore e strumentale L’analisi della sismicità minore del Veneto attraverso apparecchiature di rilevamento strumentale, è iniziata in seguito al terremoto del Friuli, nel 1976. Attualmente sono presenti 8 stazioni di misura che hanno misurato finora circa 1200 sismi con magnitudo compresa tra 2 e 3. Gli epicentri si sviluppano statisticamente ad una profondità compresa tra 7 e 15 km.

La figura seguente riporta la distribuzione di tutti i terremoti registrati dalla rete OGS nel Triveneto nel periodo del 1977 –2014. È lampante come essi si concentrino nella fascia prealpina compresa tra il lago di Garda ed il Friuli.

Nella immagine che segue, tratta da INGV, abbiamo i terremoti strumentali con M>3 registrati entro una distanza di 20 km dal comune di Segusino; si tratta di 12 eventi tra il gennaio 2000 e maggio 2018. È manifesto dalla tabella come la maggior parte dei fenomeni si attesti a profondità inferiore a 10 km e con magnitudo comprese tra 3 e 4.

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2.5 La classificazione sismica del territorio comunale Il comune di Segusino è stato classificato sismico, sismicità massima S = 9 M.C.S. - dal D.M. 14.05.1982, “Aggiornamento dell’elenco delle zone sismiche della Regione Veneto”; oggi ricade in zona sismica 2, a seguito della OPCM3274/2003, entrata in vigore il 8/5/2003, recepita dalla Regione Veneto con DGR n. 67 del 3/12/2003 ovvero con sismicità medio-alta. L’accelerazione di riferimento per il comune è ag= 0,228804 come riportato in all. 7 della OPCM 4007/2012.

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In base alla zonazione attualmente adottata dall’INGV (ZS9), il territorio di Segusino si trova nella zona sismotettonica ZS905 (Friuli – Veneto Orientale, vedi figura a lato e quella seguente), unione delle zone 4, 5 e 6 della precedente ZS4.

Zonazione sismogenetica ZS9 per il Nord Italia (bordi in nero e blu) a confronto con la zonazione adottata dal progetto SESAME (bordi verde, da Jiménez et al., 1991)

La magnitudo massima attesa Mwmax per la ZS905 è di M=6.60 come risulta da ICMS (tabella seguente).

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Il meccanismo di fagliazione responsabile dei terremoti che si sono verificati in questa zona è di tipo faglia inversa, con “profondità efficace” (profondità alla quale avviene il maggior numero di terremoti) ipocentrale media stimata di 8-12 km.

2.6 I sistemi di faglie attive Negli anni ’60 e ’70 del XX secolo furono raccolti un gran numero di dati sull’attività Plio- Quaternaria delle faglie dell’Italia del NE, poi sintetizzati nella “Mappa Neotettonica dell’Italia” (CNR-PFG 1987). In questa furono mappati i maggiori sistemi di thrust sud- vergenti che bordavano le pianure Padana e Veneta-Friulana ed influenzavano il dominio pre- Alpino, come strutture continue attive durante il Pliocene ed il Quaternario (faglie capaci).

Lavori successivi, tra cui Castaldini e Panizza (1991), hanno evidenziato tre thrust principali, con andamento ENE-WSW e vergenza verso sud (linee Bassano-Valdobbiadene, di Aviano, di Sacile). A nord di questi tre thrust principali, gli autori hanno riportato un'altra struttura compressiva, più lunga di 100 km (linea della Valsugana) .

Ancora più tardi Galadini et al . (2001b) hanno mappato 4 principali strutture compressive dirette ENE-WSW: le linee Valsugana Sud, Bassano-Valdobbiadene, Aviano e Sacile, insieme con un gran numero di faglie minori.

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Una revisione a scala regionale delle faglie attive che interessano la fascia Prealpina ha permesso di segmentare il fronte della deformazione attuale in diverse strutture sismogenetiche individuali che possono essere potenzialmente responsabili di terremoti con magnitudo M ≥ 6 (ricordiamo che l’energia rilasciata dipende dalla dimensione della sorgente). Sono state così riconosciute 9 strutture tettoniche potenzialmente sismogenetiche rispetto alle quali il territorio di Segusino ricade nel settore Bassano-Cornuda (settore 2 della figura seguente).

Mappa delle sorgenti sismogenetiche nel settore Thiene-Udine della catena delle Alpi Meridionali orientali: (1) Thiene- Bassano; (2) Bassano-Cornuda; (3) Montello-; (4) Cansiglio; (5) Polcenigo-Maniago; (6) Arba-Ragogna; (7) Gemona-Kobarid; (8) Susan-Tricesimo; (9) Trasaghis; (10) Medea. Le sorgenti contornate da rettangoli neri sono state definite principalmente attraverso dati geologici (superficiali e profondi); quelle dai rettangoli bianchi da dati misti geologici- sismici (da Galadini et al. , 2005)

Una successiva rivisitazione critica del lavoro ridusse ulteriormente il numero di faglie attive.

In ogni caso la sorgente Bassano Cornuda è ritenuta in grado di generare sismi di Magnitudo pari 6,49 quindi con l’energia tra le più elevate dell’intero settore. Di seguito si riporta quanto indicato nel lavoro di Galadini F., Poli M. E. and Zanferrari A. 2005, riguardo le sorgenti sismogenetiche.

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Ulteriori elaborazioni eseguite dagli stessi e da altri autori hanno modificato leggermente i valori di M riportati ma si tratta di variazioni in genere nella seconda cifra decimale.

Nelle elaborazioni che seguiranno si farà però riferimento alla magnitudo massima di Zona prevista dagli ICMS che prevede, per SZ905, il valore di 6,60.

La presenza di faglie capaci (faglie che si sono “rotte” almeno una volta negli ultimi 40.000 anni, raggiungendo la superficie e producendo una rottura del terreno) nel territorio oggetto di studio può essere verificata consultando il catalogo delle faglie capaci ITHACA “ITaly HAzard from CApable faults” disponibile on-line all’indirizzo http://www.apat.gov.it/site/it- IT/Progetti/ITHACA _-_Catalogo_ delle_ faglie_ capaci . Il catalogo riporta tutte le informazioni disponibili sulle strutture tettoniche attive in Italia, con particolare attenzione ai processi tettonici che potrebbero generare rischi naturali.

Di seguito lo stralcio cartografico, tratto dal webgis ISPRA, in cui si vede che il solo tratto di faglia capace che interessa il territorio di Segusino è la faglia di Vas (codice 74500) mentre la faglia di (numero di codice 74200) lambisce il territorio comunale in corrispondenza del ponte di Fener.

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Faglia di Vas

1.1.1.1.1.1.3 Faglia di

1.1.1.1.1.1.2 Faglia 1.1.1.1.1.1.4 Faglia di

Faglia di Montebelluna Faglia Bassano -Valdobbiadene

La faglia di Vas entra nel territorio comunale all’estremità orientale, alle pendici del m. Perlo, attraversa la conca poco a monte del centro di Segusino per passare poi in comune di Quero Vas oltre la dorsale spartiacque del m. Valina; le principali caratteristiche di questa linea tettonica sono riportate nella tabella seguente.

FAULT NAME Vas FAULT CODE 74500 MACROZONE 2 REGION NAME Veneto SYSTEM NAME Vas RANK AVERAGE STRIKE 150 DIP 0 LENGTH (Km) 13 GEOMETRY SEGMENTATION

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DEPTH (Km) 0 LOCATION RELIABILITY (MAPPING SCALE) 1: LAST ACTIVITY ACTIVITY RELIABILITY Low reliability RECURRENCE INTERVAL (yr) 0 SLIP-RATE (mm/yr) 0 MAX CREDIBLE RUPTURE LENGTH 0 MAX CREDIBLE SLIP (m) 0 KNOWN SEISMIC EVENTS MAX CREDIBLE MAGNITUDE (Mw) Study Quality Low

Per entrambe le faglie (Vas e Montebelluna) già nel livello 1 sono state fatte alcune considerazioni che hanno portato ad escludere il loro inserimento nella carta MOPS. In particolare i due nodi principali sono:

1. Pur costituendo, entrambe, elemento strutturale tra blocchi tettonici soggetti a deformazioni attive, i riferimenti bibliografici dai quali risulta il loro inserimento nel catalogo ITHACA sono tutti molto datati, i più recenti sono dell’inizio degli anni ’90. Ed in ogni caso il catalogo stesso considera bassa la loro affidabilità. In altre parole: non ci sono riscontri di rottura in superficie dopo l’ultima glaciazione.

2. Nei comuni adiacenti, Quero Vas (MS livello 1) e Valdobbiadene (MS livello 2 e 3), entrambe le faglie sono state considerate attive ma non capaci. Per continuità si ritiene logico assumere tale attribuzione anche per Segusino.

2.6.1 Le sorgenti sismogenetiche responsabili di terremoti distruttivi Per quanto riguarda la fascia Prealpina, l’elaborazione di un gran numero di dati ha permesso di segmentare il fronte della deformazione attuale in diverse strutture sismogenetiche individuali che, come già detto, possono essere potenzialmente responsabili di terremoti con magnitudo M ≥ 6.

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Il riferimento più recente, del 2011, è contenuto nella pubblicazione Distretti sismici del Veneto (M. SUGAN e L. PERUZZA) dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS).

In questo lavoro vengono riconosciuti due Distretti: Pedemontana-Sud e Pedemontana-Nord (vedi figura seguente) con caratteristiche sismogenetiche particolari.

Distretti sismici del Veneto (in rosso): sigle descritte nel testo (da Sugan e Peruzza, 2011).

Seguendo la suddetta suddivisione, il territorio di Segusino si pone a cavallo dei due distretti. Per il Pedemontana Sud PS la struttura tettonica che più influenza la zona in esame è quella denominata sovrascorrimento del Montello (M) mentre per il distretto Pedemontana Nord PN le principali attività registrate sono derivate dal PS e si manifestano lungo strutture compressive-trascorrenti con direzione NW-SE quali la faglia di Montebelluna. In ogni caso l’attività della zona indagata è collegata all’innalzamento che deriva dei sottostanti sovrascorrimenti ciechi.

Il territorio di Segusino non è attraversato da lineamenti tettonici principali; all’interno dell’area di interesse coesistono altresì strutture minori alcune delle quali rivestono grande importanza per capire l’assetto strutturale a livello locale (vedi figura seguente):

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• lungo il margine dei rilievi montani delle Prealpi la grande flessura Bassano- Valdobbiadene-, elemento neotettonico principale di tutta l'area allargata; • la Faglia di Longhere o della Valcalda: grossomodo si snoda al piede e parallelamente alla flessura Bassano-Valdobbiadene, sul fondo della Vallata; si tratta di un fascio di faglie inverse con direzione WSW-ENE, rigetti complessivi dell’ordine di 4 km e lunghezza di circa 25 km; • Al limite settentrionale della Valbelluna abbiamo i fronti di ricoprimento della linea Valsugana e linea di Belluno.

Distretti sismici del Veneto: Distretto Pedemontana Sud e Pedemontana Nord. A N dei sovrascorrimenti di Bassano-Cornuda (BV) e Montello-Conegliano (M) si possono notare le aree ripiegate. Al limite settentrionale il trust della Valsugana VV e la linea di Belluno BL (da Sugan e Peruzza, 2011)

• più a Sud-Ovest la sinclinale del Soligo, con asse parallelo ai rilievi collinari e cerniera all’altezza del centro di . • Anticlinale Grappa Tomatico Cesen che attraversa il territorio di Segusino. Essa appare distorta rispetto alle direttrici regionali per la presenza di complicazioni locali in parte ereditate da retaggi paleogeografici. • Anticlinale del Montello: costituisce il rilievo che chiude a S la pianura del Quartier del Piave, ed è formato da strati conglomeratici piegati ad anticlinale con fianchi molto aperti che tende a chiudersi lateralmente (brachianticlinale); • Faglia del Montello: la piega del Montello è il riflesso superficiale di questa deformazione tuttora attiva prodotta dal suo movimento inverso ad alto angolo immergente a NNW che rappresenta la faglia più esterna della catena Sudalpina orientale;

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• Faglia di Montebelluna: si insinua dentro la stretta di Biadene e prosegue poi a monte sulla traiettoria del f Piave (dove dà ragione della spaccatura della dorsale prealpina; si tratta di una faglia trascorrente sinistrorsa a trend Dinarico (NW-SE); Da notare che non è riportata la sinclinale Alano-Segusino a causa della sua limitata estensione e per l’assenza di implicazioni sismo genetiche. Una diversa prospettiva, complementare, è quella proposta dal DISS Working Group (2015) Database of Individual Seismogenic Sources (DISS), Versione 3.2.0, da cui è possibile ricavare una compilazione di potenziali sorgenti sismiche di magnitudo maggiore di M = 5.5 in Italia (http://diss.rm.ingv.it/diss/, © INGV 2015).

La mappa del DISS mostra tre tipologie di sorgenti sismogenetiche.

• Sorgenti individuali (IS), per le quali viene proposta una rappresentazione tridimensionale semplificata del piano di faglia. Questo tipo di sorgente esibisce caratteristiche definite di estensione, movimento e massima magnitudo attesa. • Sorgenti composite (CS): sono regioni estese contenenti un numero non specificato di sorgenti minori allineate che non è ancora conosciuto singolarmente. Le sorgenti composite non sono associate ad uno specifico gruppo di terremoti storici. • Sorgenti dibattute (DS): sono zone proposte in letteratura come potenziali sorgenti, ma considerate ancora non sufficientemente attendibili per entrare nel database. Nella Figura seguente sono riportate le caratteristiche geometrico-cinematiche delle sorgenti sismogenetiche che interessano l’area di Segusino.

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In questo distretto, DISS, identifica una sorgente composita principale denominata Bassano- Vittorio Veneto (ITCS105), che interessa la dorsale delle Prealpi dal Grappa fino al Col Visentin, entro la quale si pone il territorio comunale di Segusino.

Questa Fonte Composita CS si estende a cavallo della regione tra le colline pedemontane Veneto-Friuli a metà strada tra le città di Belluno (a nord-ovest) e Pordenone (a sud-est). Questa fonte CS appartiene al sistema generale di spinta della Catena Sudalpina orientale che confina con la pianura veneto-friulana. La parte anteriore del sistema è formata da sovrascorrimenti vergenti verso SE tra cui il trust di Bassano.

Cataloghi storici e strumentali (Boschi et al., 2000, Gruppo di Lavoro CPTI, 2004; Pondrelli et al., 2006; Guidoboni et al., 2007) mostrano sismicità intermedia (4.5

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Essa, come le altre sorgenti composite verso Est e verso Ovest, rappresenta un segmento di sovrascorrimenti vergenti NW-SE, implicati nella sismogenesi degli eventi maggiori fino a profondità modeste (7-9 Km) e frammentati da elementi trasversali.

La figura seguente, sempre tratta dal DISS, mostra il possibile andamento in profondità della superficie di faglia Bassano Vittorio Veneto localizzando anche, pallini grigi, le posizioni degli ipocentri a profondità dell’ordine dei 6-15 km, a partire dagli ipocentri dei terremoti storici.

MT Montello Trust, MB Montello back-trust, BT Bassano trust

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2.6.2 Pericolosità sismica locale La distribuzione e caratterizzazione delle zone sismogenetiche finora riconosciute e descritte in precedenza è stata tradotta in una carta di pericolosità sismica, valida su tutto il territorio nazionale ed entrata in vigore con l’O.P.C.M. n. 3519 del 28 Aprile 2006.

Secondo la mappa di pericolosità sismica elaborata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia si vede come il comune di Segusino è compreso nella fascia di accelerazione massima al suolo (riferita a suolo rigido di tipo A) tra 0,225÷0,250g.

Pertanto i valori di riferimento da utilizzarsi nella progettazione degli edifici, secondo il D.M. 14/01/2008 e D.M. 17/01/2018, devono essere compresi entro questa fascia. A partire dalla griglia dell’INGV è anche possibile eseguire il calcolo della disaggregazione della pericolosità: questa ha lo scopo di individuare il maggior contributo alla pericolosità del sito in termini di magnitudo - distanza di un evento. Le tabelle riportate sotto sono relative al punto della griglia denominato 10524 che è il più prossimo al confine comunale, sulle pendici

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Espresso in altri termini, il processo di disaggregazione in M-R fornisce il terremoto che domina lo scenario di pericolosità (terremoto di scenario) inteso come l’evento di magnitudo M a distanza R dal sito oggetto di studio che contribuisce maggiormente alla pericolosità sismica del sito stesso. Per Segusino: un evento di Magnitudo 5,24 ad una distanza di 7,36 km.

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3 ASSETTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO DELL’AREA

Per l’inquadramento geologico dell’area si riprende quanto riportato nella relazione MS di livello 1.

3.1 Inquadramento geologico-geomorfologico

Come si può dedurre dalla cartografia C.T.R., usata come base per le carte tematiche e dagli elaborati del P.A.T., il territorio del Comune di Segusino si estende su una superficie di 18,14 kmq. Sostanzialmente allungato in direzione N-S, risulta costituito da versanti prealpini del massiccio del m. Cesen, di età mesozoica (Dorsale calcarea Col Visentin – Monte Cesen) e a sud dalla conca con depositi alluvionali lungo il corso del f. Piave. Come riportato dalla Relazione di Compatibilità Sismica del PAT del dott. geol. Cristiano Mastella, ma in precedenza anche dal collega dott. Eugenio Colleselli per gli studi geologici per il PRG comunale, l’impronta geomorfologica del territorio presenta una connotazione divisa chiaramente in due parti distinte: la parte settentrionale del comune è caratterizzata da paesaggi di bassa e media montagna, con pendenze a luoghi accentuate; la parte più bassa vede invece morfologie dolci ed arrotondate. In maggior dettaglio il territorio può essere diviso in 6 tipi geomorfologici: • a Ovest la porzione pianeggiante sulla sinistra del fiume Piave, caratterizzata da alluvioni recenti, con la presenza di argini e terrazzi fluviali; • le aree di conoide, con pendenze minori a 15°, dei torrenti Fossà e Riù e degli altri corsi d’acqua minori che scendono dalle vallette disposte a ventaglio come la val Cornera e la val delle Tese; • I terrazzi alluvionali su cui sorgono gli abitati di Riva Grassa e Riva Secca. Questi ripiani morfologici sono costituiti da alluvioni antiche più o meno cementate. Si rilevano importanti incisioni torrentizie, con scarpate di erosione laterali alte mediamente 20-25 m. Tali accumuli si sono formati specialmente durante la fasi finali dell’ultima glaciazione ed in tempi immediatamente successivi, quando le condizioni climatiche erano diverse e le acque correnti più abbondanti. Oggi comunque sono in genere in situazione di erosione attiva con possibile presenza di crolli e smottamenti; • Le aree di versante con valori di pendenze locali molto elevate, dell’ordine di 45÷60%, localmente 70÷80% in corrispondenza alle diverse scarpate strutturali ed in parte di frana poste principalmente lungo la valle del Torrente Riù, ed altre

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valli quali la val Cingie che confluisce poco prima dell’abitato di Riva Grassa nello stesso torrente Riù, le valli dei Lastè, delle Cune, dei Pani e delle Pale che scendono dalla dorsale presente in comune di Valdobbiadene che si eleva fino al monte Orsere (1496 m); la valle della Scaletta e la val della Fontana nel territorio comunale di nord est; • Le dorsali e le linee di cresta a quota circa 1.400÷1.500 m s.l.m. per le creste disposte verso E. In tutta la superficie si riscontrano varie doline generalmente con limitato sviluppo. Tali caratteri sono legati all'azione di dissoluzione e di erosione meccanica (e trasporto) operata dalle acque meteoriche sui calcari. Diffuse poi appaiono le forme di origine glaciale, l’area infatti fu interessata da importanti coperture glaciali in diverse riprese nel corso del Quaternario; • Le aree sub pianeggianti e o lievemente ondulate dei declivi prativi nei pressi di Milies formate dalle falde detritiche al piede delle scarpate e da alcune conoidi delle valli che scendono parallelamente da nord dalla sommità del monte Zogo o monte Doc (1394 m) e dalla val delle Pale da est. Tornando al modello generale della struttura del sottosuolo, si riporta di seguito uno schema dei rapporti stratigrafici delle formazioni pre-quaternarie, valido per l’area della conca di Segusino, tratta da Bondesan A., Busoni S., Preto N. (2013):

Per maggiori particolari si rimanda agli studi geologici del PAT e del PRG.

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4 DATI GEOTECNICI E GEOFISICI

Per la redazione della seguente relazione ci si è avvalsi dei dati provenienti da indagini e rilievi geologico-geotecnici effettuati nel corso di numerosi anni e documentate nel PAT.

Nel complesso le indagini utilizzate sono state 53 come da tabella seguente. In neretto sono evidenziate le indagini che saranno poi impiegate per il livello 2 per la definizione del profilo sismostratigrafico da inserire nei modelli di calcolo semplificati delle amplificazioni stratigrafiche.

Tipologia di prova Quantità Prove pregresse PAT o altro Pozzetto o trincea Pozzi per acqua 1 Sondaggi a carotaggio continuo 4 Penetrometriche pesanti 2 Penetrometriche medie HVSR 4 ReMi 1 Prove Livello 1 – 2 Sismica a rifrazione 9 ReMi 9 MASW 9 HVSR (TROMINO ®) 14

In allegato alla presente relazione sono riportate solo le schede descrittive delle indagini utilizzate dal sottoscritto (in neretto nella tabella precedente) per il presente studio di livello 2. Per quelle non allegate si rimanda allo studio di livello 1 ed agli allegati di tale documentazione.

4.1 Breve descrizione dei metodi Per le nuove indagini abbiamo utilizzato le tecniche MASW, ReMi e HVSR; il metodo MASW, che in pratica si può definire una SASW multicanale, è classificabile come tecnica di indagine sismica simile alla sismica a rifrazione e alla sismica a riflessione, perché il principio alla base della prova sperimentale in sito è analogo e consiste nel misurare le onde superficiali sul suolo. Rispetto alla sismica a rifrazione i metodi MASW e ReMi presentano i vantaggi di superare i problemi legati alla presenza di strati soffici compresi tra strati più rigidi o di strati più rigidi compresi tra strati più soffici; o nel caso di sismica a rifrazione con onde P alla presenza della falda superficiale, che nasconde gli strati di terreno con velocità delle onde P

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4.2 interpretazioni ed incertezze Gli ambiti di indagine sono quelli a sviluppo insediativo, sia esso a destinazione residenziale, produttiva, dei servizi o infrastrutturale: questi ambiti si distribuiscono in maniera abbastanza concentrata entro il territorio comunale con alcuni borghi e nuclei abitati lungo il pendio montano con la sola eccezione della conca di Milies. Le nuove indagini sono state indirizzate anche ad aree dove non sono al momento previste trasformazioni urbanistiche ma puntando alla caratterizzazione di aree presumibilmente omogenee dal punto di vista geologico.

Di seguito vengono riassunte le caratteristiche principali dei parametri di acquisizione utilizzate per tutti i siti di indagine:

Lunghezza stesa Distanza Recording Time sismica intergeofonica rifrazione 46 m 2 m 0.3 s MASW 46 m 2 m 0.3 s ReMi 46 m 2 m Più acquisizioni da 44 s Frequenza Recording Time HVSR 128 Hz 20 o 26 min

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Ulteriori dettagli riguardanti i parametri dell’acquisizione vengono riportati in allegato all’interno del rapporto di elaborazione di ciascuna prova.

I dati di campagna sono stati elaborati con i programmi GeoMASW, GeoReMi e SismaCon (ProgramGeo - Carpenedolo BS) , softwares per l’interpretazione e l’archiviazione rispettivamente di prove MASW, ReMi e sismica a rifrazione. Per i dati HVSR è stato usato l’apposito software Grilla ® (Moho srl).

I dati di campagna delle indagini sismiche sono stati elaborati con l’apposito software determinando il profilo di velocità delle onde di taglio verticali Vs ancorandone l’elaborazione o su riscontri geologici del sito oppure su altre indagini presenti in zona. In altre parole, la determinazione del profilo di rigidezza finale è il risultato di un compromesso tra informazioni a priori sul sito, metodo manuale e procedura automatica.

Le diverse tecniche di indagini geofisiche forniscono dettagli differenti rispetto ai risultati e pertanto, questi ultimi, devono essere adattati al relativo modello geologico. In particolare, attraverso il modello geologico del sito, si schematizza l’andamento del profilo di velocità delle Vs con la profondità, in ogni unità geologico-geofisica individuata. Se il modello permette di assegnare una profondità al substrato rigido vengono estrapolati i dati sperimentali fino a tale profondità; se, al contrario, il modello geologico non permette di assegnare una profondità al substrato rigido, in via cautelativa, vanno considerati solo i dati sperimentali, assegnando implicitamente il substrato rigido alla profondità di fine indagine.

Per le prove HVSR, al fine di consentire una rapida valutazione della bontà del dato, è stato utilizzato il metodo di controllo della qualità denominato SESAME.

4.3 Esito Indagini geognostiche Per le prove sismiche eseguite (rifrazione+ReMi+MASW e HVSR) per il presente livello di Microzonazione Sismica vengono riassunte nella seguente tabella alcune delle caratteristiche principali precisando che in questa sede si dà risalto alla Fo ed al relativo picco (compreso tra 0,1 e 20 Hz) e, se non coincidente, al picco con massima amplificazione fmax. Il primo troverà poi riscontro nella carta delle frequenze mentre il secondo (o anche altri picchi secondari) sarà impiegato per valutazioni di tipo stratigrafico (spessore delle coperture).

Le misure di velocità effettuate nel territorio del Comune di Segusino, unite ad alcune delle indagini pregresse, hanno consentito di ottenere una serie di informazioni sul campo di

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Prof. Vs Categoria Vsh Vs30 Categoria località indagine substrato subst. di m/s m/s topografica m m/s sottosuolo Segusino Cont ReMi 1,5 350 1000 800 A T1 Viale Italia SGS_SMC1 25 500 640 530 B T1 Via Col Lonc SGS_SMC2 10 400 600 450 B T1 Via delle Pose SGS_SMC3 24 420 600 450 B T1 Via de la Nona SGS_SMC4 18 420 600 470 B T1 Via Codalunga SGS_SMC5 17 500 725 600 B T1 Via Zancaner SGS_SMC6 23 500 700 550 B T1 Via Cavarne SGS_SMC7 15 500 600 510 B T1 Via San Valentino SGS_SMC8 9 400 700 530 B T1 Via Milies SGS_SMC9 40 350 700 350 C T1

Fmax località indagine Fo Hz H/V H/V Hz Rivasecca HV 5,5 3,2 Via della Centa Baldotto HV1 6,7 2,7 Via della Centa Baldotto HV2 5,8 5 Via della Centa Baldotto HV3 5,6 4,9 Viale Italia SGS_HVSR1 11,4 4,4 Via Col Lonc SGS_HVSR2 5,6 2,6 Via delle Pose SGS_HVSR3 6,5 3 11,2 3,2 Via de la Nona SGS_HVSR4 4,7 3 17,2 3,2 Via Codalunga SGS_HVSR5 4,3 2,2 33 4,3 Via Zancaner SGS_HVSR6 4,5 2,2 Via Cavarne SGS_HVSR7 3,1 5,5 Via San Valentino SGS_HVSR8 5,1 2,8 Via Milies SGS_HVSR9 4,3 2,3 Via Milies Nord SGS_HVSR10 5 3,7 Via Stramare SGS_HVSR11 15,6 4,1

Via Col del Vent SGS_HVSR12 3,2 7,9 Via Monte Grappa SGS_HVSR13 9,7 4,9 Via San Rocco SGS_HVSR14 6,4 2,8

A scanso di equivoci, si precisa ancora una volta che vi è una netta differenza tra “bedrock sismico” e “substrato geologico” (o semplicemente “bedrock”). Le definizioni riportate nel

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5 MODELLO DEL SOTTOSUOLO La base di partenza di questo studio di Livello 2 sono state le cartografie della MS di Livello 1 che già suddividono il territorio in zone omogenee in prospettiva sismica impostando per ciascuna zona un modello geologico-stratigrafico di riferimento con i relativi valori delle Vs. Il criterio utilizzato per la carta della MOPS è stato prevalentemente basato sui dati geologici e geofisici specifici utili alla conoscenza dell’andamento delle velocità relative alle onde S (Vs) nei primi 30 m del sottosuolo. L’intero territorio è stato considerato come stabile suscettibile di amplificazione sismica e, potenzialmente, risulta localmente instabile. Infatti, è stato verificato che il moto sismico è modificabile rispetto a quello atteso in condizioni ideali di roccia rigida e pianeggiante, a causa delle caratteristiche litostratigrafiche e morfologiche locali. 5.1 Microzone sismiche del livello 1 Nel livello 1, per l’effetto di amplificazione stratigrafica, attraverso il profilo delle velocità unitamente alla geologia dei siti, sono state definite sei zone stabili suscettibili di amplificazioni locali di tipo stratigrafico. I modelli litostratigrafici sintetici sono ovviamente molto schematizzati e, soprattutto in profondità, in alcuni casi accomunano litologie diverse ma che dal punto di vista delle trasmissione delle onde sismiche presentano caratteristiche analoghe.

Zona 1 - Categoria di suolo B

Appartiene a questa categoria gran parte dei versanti montuosi del territorio comunale. I sismostrati rilevati evidenziano un primo livello, molto sottile, in genere fino a 3 m, con velocità attorno a 150-200 m/s a cui seguono rocce stratificate; i valori di Vs risultano compresi tra 500 m/s e 700 m/s.

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Geologicamente si tratta di una coltre sciolta (detrito e colluvio) per spessori di pochi metri che si poggiano sulla parte decompressa e fratturata del substrato costituito da calcari marnosi e marne calcaree.

Zona 2 - Categoria di suolo B

La zona è posta al margine del centro di Segusiono, sulle prime balze del pendio che risale verso il m. Cesen. I sismostrati rilevati evidenziano un primo livello, molto sottile, in genere fino a 3 m, con velocità attorno a 150-200 m/s a cui seguono alternanze di rocce stratificate; i valori di Vs risultano compresi tra 500 m/s e 650 m/s.

Geologicamente si tratta di una coltre sciolta (detrito e colluvio) per spessori di pochi metri che si poggiano sulla parte decompressa e fratturata del substrato costituito da marne ed arenarie in facies di flysch.

Zona 3 - Categoria di suolo B

Tale Zona occupa la gran parte della piana di fondovalle a cui si aggiungono le aree montane in cui si hanno notevoli spessori di materiali detritici, di conoide piuttosto che di accumulo di frana. La coltre superficiale sciolta, per uno spessore di circa 10-20 m, è formata da ghiaie sabbiose in matrice prevalentemente limosa che si poggiano sulla parte decompressa e fratturata del substrato costituito sia da rocce calcaree stratificate che dal flysch.

I sismo-strati rilevati evidenziano un primo livello con velocità attorno a 300- 350 m/s a cui segue il substrato alterato con valori di Vs compresi tra 400 m/s e 700 m/s.

Zona 4 - Categoria di suolo B

Tale Zona occupa i lembi di antico terrazzamento di Rivasecca e Rivagrassa a cui si aggiunge una fascia in località Col Lonc. La coltre superficiale sciolta, per uno spessore di circa 10-20 m, è formata da sabbie e ghiaie in matrice prevalentemente limosa che si poggiano sulla parte decompressa e fratturata del substrato costituito sia da rocce calcaree stratificate che dal flysch.

I sismo-strati rilevati evidenziano un primo livello con velocità attorno a 300

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Zona 5 - Categoria di suolo B

Tale Zona occupa alcuni piccoli lembi a monte di Milies ed in corrispondenza di corpi di frana lungo le pendici montuose. In prevalenza si tratta di depositi con importante frazione fine, limosa, ma con anche componente granulare che, in alcuni corpi di frana diventa prevalente (infatti alcuni corpi di frana sarebbero GM) Gli spessori sono in genere dell’ordine dei 5-6 m ma possono arrivare ai 10 m. Tali terreni poggiano sulla parte decompressa e fratturata del substrato costituito da calcari marnosi della zona 1.

I sismostrati rilevati evidenziano un primo livello con velocità attorno a 250- 300 m/s a cui segue il substrato con valori di Vs inferiori a 650-700 m/s. Zona 6 - Categoria di suolo C

Tale Zona occupa esclusivamente la conca di Milies. La coltre superficiale sciolta, costituita da ghiaie di vecchia frana unitamente a materiali cataclasati da fenomeni tettonici, per uno spessore attorno a 20 m, poggia sulla parte molto fratturata del substrato costituito da calcari stratificati.

I sismostrati rilevati evidenziano un primo livello con velocità attorno a 200- 300 m/s a cui segue il substrato con valori di Vs talvolta superiori a 600 m/s da cui risulta una Vs30 molto vicina a 360 m/s. In realtà la velocità va considerata in un ragionevole intorno del dato proveniente dalle elaborazioni sperimentali ( ± 10%), per cui i terreni con velocità borderline come nel nostro caso, vengono cautelativamente attribuiti alla categoria inferiore, ossia la categoria di suolo C.

In carta MOPS, tra gli elementi tettonico strutturali , sono state ripresi i principali elementi strutturali già presenti nel PAT integrati da ulteriori conoscenze geologiche non presenti in tale documento. Le principali forme strutturali, di superficie e sepolte sono:

• le scarpate di varia origine con altezza maggiore di 10 m e di 20 m. In molti casi si tratta di strutture morfologiche che non hanno alcuna interferenza con le aree insediate ma in alcuni casi i centri abitati si collocano in vicinanza al ciglio o al piede di scarpate di altezza significativa.

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• Allo stesso modo le posizioni di cresta, di picco isolato o di dorsale sono da valutare quando il dislivello altimetrico minimo (h) è maggiore od uguale a un terzo del dislivello altimetrico massimo (H) ed inclinazione dei versanti maggiore o uguale a 15°. Anche in questo caso si tratta di strutture morfologiche che non hanno alcuna interferenza con le aree insediate. • Abbiamo poi come forme di superficie i vari conoidi alluvionale della conca di Segusino e le falde detritiche in alta quota attorno a Milies. • Infine alcuni settori del territorio comunale caratterizzati da calcari affioranti o sub affioranti sono segnalati come aree con cavità sepolte per la presenza di diffusi fenomeni carsici. Anche in questo caso si tratta di strutture morfologiche che non hanno alcuna interferenza con le aree insediate.

Passando poi alle instabilità di versante nella carta MOPS sono state riportate le medesime frane ed aree franose inserite nella “carta delle fragilità” del PAT e ricavate dal catalogo IFFI, dal PAI del fiume Piave e da altre documentazioni d’archivio.

Rimanendo negli ambiti urbanizzati e quindi interessati dal presente livello di MS è notare che per le varie frane lungo il t. Riù esiste già una perimetrazione con attribuzione del livello della pericolosità con la gradazione P2, P3 e P4 dal PAI Piave.

Si sottolinea comunque che le forme di instabilità riportate nella carta MOPS del livello 1 come ZAfr sono già penalizzate nella cartografia del PAT (Carta delle Fragilità) per cui risultano quasi sempre inedificabili oppure, marginalmente, edificabili a condizione.

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6 LIVELLO 2 Scopo del Livello 2 di approfondimento, secondo la DGRV 1572/2013, è di supplire le incertezze del Livello 1 con nuovi approfondimenti volti ad attribuire quantificazioni numeriche, tramite abachi e leggi empiriche a determinate aree soggette a modificazione locale del moto sismico in superficie e/o fenomeni di deformazione permanente. Tale obiettivo si raggiunge prendendo in considerazione alcuni fattori di amplificazione e di instabilità e quantificandoli, per quanto possibile, in forma numerica stimando i fattori di amplificazione e i fattori di sicurezza.

In particolare, per gli scenari P3 e P4 (vedi in seguito) la quantificazione numerica degli effetti sarà rappresentata dai fattori amplificativi FA (fattore di amplificazione a basso periodo in termini di accelerazione) e FV (fattore di amplificazione a periodo proprio in termini di pseudo velocità), calcolati tramite procedura semplificata.

6.1 Metodologia di studio livello 2

Va ribadito che il livello 2 non ha interessato l’intera superficie del territorio comunale ma solo le parti associate a insediamenti urbanistici significativi. Sono state tralasciate le porzioni prettamente montane con l’esclusione del ripiano morfologico di Milies e il borgo di Stramare. Per le aree escluse l’interesse urbanistico è certamente marginale: si tratta di zone poco o nulla infrastrutturate e con al più qualche casa sparsa o piccoli nuclei abitati.

La microzonazione non ha interessato le aree Natura2000, come del resto era stato fatto con il livello 1.

Sulla base di quanto detto , come specificato anche nell’All. A della DGR 1572 del 03/09/2013, la procedura di microzonazione sismica viene applicata ai vari scenari di pericolosità sismica locale:

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L’applicazione avviene in maniera differenziale e conseguente secondo il seguente schema:

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Sempre prendendo dal citato allegato A DGRV 1572/2013: “Il risultato fondamentale del 2° livello è la CARTA DI MICROZONAZIONE SISMICA (scala di rappresentazione adeguata, es. 1:5.000), ottenuta associando la quantificazione numerica degli effetti, alle parti del territorio suscettibili di amplificazione sismica.

La quantificazione numerica degli effetti sarà così rappresentata: - per gli scenari P1c e P2 da differenti parametri quantitativi; - per gli scenari P3 e P4 dai fattori di amplificazione FA e FV.

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I valori dei fattori di amplificazione, ottenuti con la procedura semplificata di secondo livello per gli scenari P3 e P4, consistono nei valori di FA, fattore di amplificazione a basso periodo, e di FV, fattore di amplificazione a periodo proprio. Il primo corrisponde al fattore di amplificazione determinato intorno al periodo proprio per il quale si ha il massimo della risposta in accelerazione. Il secondo corrisponde al fattore di amplificazione a periodo proprio per il quale si ha la massima risposta in pseudovelocità.”

Seguendo quindi le indicazioni previste dall’allegato A della DGR 1572/13 (ma con anche il riferimento degli “Indirizzi e criteri per la microzonazione sismica” ICMS nazionali) sono state analizzate le condizioni specifiche del territorio comunale individuando gli elementi oggetto di approfondimento nell’ambito della MS di livello 2.

In particolare, viste le condizioni oggettivamente peculiari del territorio comunale e considerando il nuovo Piano degli Interventi, è stata prevista una posticipazione alla fase progettuale di alcune analisi puntuali proprio per renderle più efficienti in base all’ubicazione dell’intervento, alla sua complessità e alla tipologia. Nella tabella seguente viene esplicitata, per ogni singola tipologia di instabilità/amplificazione, la presenza sul territorio comunale, inteso come urbanizzato/urbanizzabile, e le procedure applicate nel presente studio, per le porzioni di territorio zonate. Scenario di pericolosità Presenza Procedura utilizzata nel territorio SIGLA SIGLA

Per le frane lungo il t. Riù esiste già Zona caratterizzata da SI perimetrazione PAI con attribuzione dei P1a movimenti franosi attivi livelli di pericolosità.

Per le frane lungo il t. Riù esiste già Zona caratterizzata da SI perimetrazione PAI con attribuzione dei P1b movimenti franosi quiescenti livelli di pericolosità. Analisi dello spostamento apparente in Zona potenzialmente franosa o caso di pendii in terra (e della distanza di SI P1c esposta a rischio di frana rotolamento massi in caso di pareti rocciose). Zona con terreni di fondazione Le indagini disponibili, PAT e MS liv. 1, particolarmente scadenti quali NO non hanno individuato zone significative

P2a depositi altamente per area urbanizzata. compressibili, ecc.

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Zona con depositi granulari fini Le indagini disponibili PAT e MS livello saturi NO 1, non hanno individuato zone

P2b significative per area urbanizzata.

Zona caratterizzata da coltri di NON Le indagini disponibili PAT e MS liv. 1, terreno di riporto o che hanno significati non hanno individuato zone significative

P2c subito riempimenti antropici va per area urbanizzata.

Linea di ciglio H>10 m Analizzate le situazioni principali con (scarpata, bordo di cava, SI valutazione semplificata delle nicchia di cava, orlo di terrazzo amplificazioni sulla base degli abachi. P3a fluviale o di natura antropica, ecc...) Zona di cresta e/o cocuzzolo: L’esame dei dati disponibili hanno appuntita – arrotondata SI portato già nel livello 1 ad escludere tale

P3b condizione per le aree urbanizzate.

Zona di fondovalle ampie e di Già analizzate le situazioni principali nel pianura con presenza di SI Livello 1. Applicati metodi semplificati

P4a depositi alluvionali e/o fluvio- per valle larga. glaciali granulari e/o coesivi Zona di fondovalle stretta L’esame della morfologia e dei dati (C>0.25) od in presenza di NO disponibili sulla profondità del substrato forme geometriche sepolte tali hanno portato ad escludere tale

P4b da non permettere di condizione per le aree urbanizzate. considerare il modello geologico monodimensionale Zona pedemontana di falda di Analisi di livello 2 con i dati disponibili. detrito, conoide alluvionale e SI Le amplificazioni le aree di futura

P4c conoide deltizio-lacustre espansione demandato il livello 3 alla fase progettuale. Zona morenica con presenza di L’esame dei dati disponibili hanno depositi granulari e/o coesivi NO portato già nel livello 1 ad escludere tale

P4d (compresi le coltri loessiche) condizione per le aree urbanizzate.

Zona con presenza di argille L’esame dei dati disponibili hanno residuali e terre rosse di origine NO portato già nel livello 1 ad escludere tale

P4e eluvio-colluviale condizione per le aree urbanizzate.

Linea di contatto stratigrafico NON L’esame dei dati disponibili ha portato ad e/o tettonico tra litotipi con significati escludere tale condizione per le aree

P5a caratteristiche fisico- va urbanizzate. meccaniche molto diverse Zona ove sono presenti o NON L’esame dei dati disponibili ha portato ad potenzialmente presenti cavità significati escludere tale condizione per le aree

P5b sotterranee o sinkhole va urbanizzate.

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6.2 elaborati cartografici Le attuali Linee Guida Regionali per la microzonazione sismica riportate nella Deliberazione della Giunta Regionale N. 1572 del 03 settembre 2013 prevedono i contenuti degli studi di MS di livello 2 in termini di grafie e di elaborati da presentare, che sono:

• Carta delle Indagini : la localizzazione delle indagini per la predisposizione del secondo livello sarà riportata nella suddetta carta che andrà ad integrare la carta delle indagini già predisposta nel livello 1. • Carta di Microzonazione Sismica: la carta riporta i risultati delle analisi per la quantificazione numerica degli effetti di amplificazione o di instabilità nelle zone individuate nella fase di livello 1. La carta sarà costruita sulla base dei valori di amplificazione ottenuti per ciascuna zona attraverso l’uso degli abachi e sulla base dei valori numerici attribuiti con le metodologie semplificate prescritte; in tale carta saranno eventualmente segnalate anche le aree dove sono previste nuove indagini per la predisposizione del conseguente livello 3 di approfondimento. • Carta delle Frequenze Naturali dei Depositi: ricavata dalla precedente carta delle indagini riprendendo le sole indagini HVSR indicando in carta, per ciascun punto

indagato, la frequenza del picco fondamentale f 0 (considerata nell’intervallo di frequenza compreso tra 0,1 e 20 Hz) con la relativa misura del rapporto H/V da specifico grafico.

• Carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica MOPS : da redigere in caso di eventuali modifiche da apportare alla carta MOPS di livello 1.

Nel nostro caso la Carta MOPS del Livello 1 viene confermata.

6.2.1 Carta delle Indagini La carta delle indagini del Livello 1 rimane inalterata anche per il livello 2; essa indica l’ubicazione delle stesse e la tipologia secondo gli Standard di rappresentazione e archiviazione informatica (versione 4.0).

Le varie categorie di indagini sono tutte riportate nel database softMS nella specifica cartella “indagini”. In allegato alla presente relazione si inserisce soltanto la documentazione relativa alle indagini che sono state utilizzate per il calcolo delle amplificazioni stratigrafiche. Ovviamente anche delle indagini non inserite si è tenuto conto per la ricostruzione del

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Dall’esame della carta emerge chiaramente come la maggior parte delle indagini sia concentrata all’interno dei centri abitati o nelle aree più prossime a questi poiché la quasi totalità è finalizzata a scopi edificatori e sono quindi ricavate da documentazione progettuale per interventi edilizi archiviata presso il Comune. Le aree prettamente agricole o boscate sono quasi del tutto scoperte ma, in considerazione che la MS di livello 2 ha come obiettivo primario gli ambiti urbani, tale differenza può essere ammessa.

6.2.2 Carta delle Frequenze Naturali dei Depositi

A causa dell’elevata variabilità morfologica, geologica e litostratigrafica, nonostante una buona serie di misure di frequenza propria dei terreni, risulta difficile produrre una carta delle frequenze naturali con campiture di isofrequenza a fasce di livello.

Sarebbero necessarie infatti una notevole quantità di misure HVSR che, probabilmente, non avrebbero in ogni caso portato a dei risultati sufficienti a coprire tutto il territorio indagato con un notevole spreco di risorse.

Si ritiene quindi più utile/efficiente che le indagini HVSR siano effettuate direttamente sui singoli siti oggetto di indagine in sede di progettazione.

La carta delle frequenze naturali con indicazioni puntuali di frequenza e rapporto di amplificazione H/V è stata predisposta, con le HVSR disponibili, definendo la dimensione dei simboli in base all’ampiezza del picco di risonanza ed indicando, per ciascun punto indagato la frequenza del picco fondamentale f 0 (considerata nell’intervallo di frequenza compreso tra 0,1 e 20 Hz) con la relativa misura H/V da specifico grafico.

In funzione di questi risultati dell’ampiezza H/V è possibile fornire indicazioni qualitative (e relative) sull’entità del contrasto di impedenza responsabile del fenomeno di risonanza e informazioni sullo spessore delle coperture che ne sono responsabili.

Sulla base delle frequenze di risonanza determinate, sperimentalmente, sarà poi possibile fornire una stima degli spessori h(m) responsabili dei possibili fenomeni di risonanza osservati come riportati nella tabella di seguito (da Albarello 2011).

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Naturalmente non è detto che il picco con la massima amplificazione corrisponda alla fo che, generalmente, viene considerata corrispondere al picco a frequenza più bassa.

A questo punto può essere inserita una considerazione in merito all’interazione terreno-strutture edilizie in occasione di un terremoto.

Per le costruzioni la situazione più pericolosa in termini di fenomeni di amplificazione si verifica quando la frequenza dell’eccitazione armonica (w) è pari ad una delle frequenze fondamentali del terreno (wn). Quando si verifica tale condizione (w=wn) si ha la risonanza dello strato, ed il fattore di amplificazione è teoricamente infinito. E’ quindi di fondamentale importanza porre attenzione ai fenomeni di “doppia risonanza”, cioè la corrispondenza tra le frequenze fondamentali del segnale sismico così come trasmesso in superficie e quelle dei fabbricati.

Dal punto di vista empirico, è noto che la frequenza di risonanza di un edificio è governata principalmente dall’altezza e può essere pertanto calcolata, in prima approssimazione, secondo la formula (cfr. Es. Pratt):

Freq. naturale edificio = 10 Hz / numero piani

E’ la coincidenza di risonanza tra terreno e struttura:

Freq. naturale edificio = Freq. fondamentale di risonanza del sito ad essere particolarmente pericolosa, poiché dà luogo alla massima amplificazione e deve quindi essere oggetto di studi approfonditi.

Di seguito due grafici che consentono una stima di massima degli intervalli di frequenza che danno i maggiori effetti sui fabbricati in relazione al numero di piani.

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6.2.3 Carta di Microzonazione Sismica

La Carta di Microzonazione Sismica costituisce il documento fondamentale del livello 2 di approfondimento. Tale carta deve essere redatta ad una scala adeguata di rappresentazione (es.1:5.000). La carta riporta i risultati delle analisi per la quantificazione numerica degli effetti di amplificazione o di instabilità nelle zone individuate nello studio di microzonazione di primo livello.

È opinione del sottoscritto che non abbia molto senso implementare ed attivare codici di calcolo particolarmente elaborati quando i dati di input, oltre che essere numericamente limitati, presentano ampia variabilità sia in termini di caratteristiche geotecniche/geofisiche che di successione stratigrafica. L’applicazione di abachi o procedure semplificate, scelte con oculatezza in riferimento al modello sismostratigrafico di zona e dopo aver escluso condizioni di particolare penalizzazione, costituisce ancora la strategia migliore, nel contempo cautelativa e realmente applicabile.

Per il caso presente è stato impiegato uno specifico software per la microzonazione sismica di livello 2 prodotto dalla Ditta ProgramGeo di Brescia: il programma SICodes v. 1.0.

La carta di MS e nella relativa legenda esplicativa, come riportato nella DGRV 1572/2013, sono contemplate due tipologie di zone:

a) Zone stabili suscettibili di amplificazione (colore da giallo a rosso) nelle quali sono attese amplificazioni del moto sismico, come effetto della situazione litostratigrafica e

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morfologica locale. Le zone di questa categoria saranno caratterizzate numericamente dai valori di FA e FV dedotti dagli abachi e dalle tabelle. b) Zone suscettibili di instabilità (colore verde) nelle quali gli effetti sismici attesi sono riconducibili a deformazioni permanenti del territorio. Le zone identificano delle categorie di effetti deformativi: - Le eventuali instabilità di versanti in terra saranno contrassegnate dalla sigla FRT e da un retino in base alle classi di massimo spostamento atteso (cm) individuate. Le instabilità di versante in roccia saranno contrassegnate dalla sigla FRR e da un retino in base alle classi di massima distanza di arrivo dei blocchi (m) individuate. - Liquefazione. Queste aree saranno contraddistinte dalla sigla LQ e da un retino in base alle classi di potenziale di liquefazione individuate. - Densificazione di terreni insaturi. Queste aree saranno contraddistinte dalla sigla DE e da un numero progressivo da 1 a n in base alle classi di cedimento individuate.

Nel caso di sovrapposizione di zone suscettibili di instabilità e zone stabili suscettibili di amplificazione, il colore di fondo indicherà la zona stabile suscettibile di amplificazione locale, mentre la zona suscettibile di instabilità sarà rappresentata dal retino sovrapposto.

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Queste indicazioni sono poi state parzialmente modificate con la pubblicazione degli standard di rappresentazione 4.0 delle linee guida nazionali.

Va infine precisato che, seguendo le indicazioni delle linee guida nazionali, sono stati fatti i vari arrotondamenti e suddivisioni in classi dei parametri FA (e FV) seguendo le seguenti modalità:

classe uguale a 1.0: sono comprese tutte le zone con amplificazioni fino a 1,04. classe 1,1-1,2 sono compresi valori di amplificazione da 1,05 a 1,24, classe 1,3-1,4 sono compresi valori di amplificazione da 1,25 a 1,44 classe 1,5-…….. e così via.

Ovviamente, per la progettazione di opere importanti si dovranno eseguire indagini specifiche, come del resto previsto dalle vigenti Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14/01/2008 e D.M. 17/01/2018) e in tale occasione potrà essere applicata al sito la valutazione della risposta sismica locale RSL.

6.2.3.1 Valutazione degli effetti morfologici

Il territorio comunale di Segusino è caratterizzato dalla presenza di numerose variazioni morfologiche dettate dalla presenza di condizioni orografiche che si estendono dalla piana alluvionale lungo il f. Piave, ai pendii montani del m. Cesen in cui i vari orizzonti litologici a diverso grado di resistenza, possono rappresentare delle condizioni litologiche e stratigrafiche tali da generare scarpate, in alcuni casi anche acclivi, e dorsali o creste più o meno arrotondate.

Una considerazione merita anche il fatto che la maggior parte del territorio urbanizzato ha pendenze modeste, inferiori a 15°, seppur di poco. Di seguito si riporta uno stralcio ripreso dalla Carta delle acclività del PAT in cui sono riportate le aree con pendenza superiore a 15° (circa 27%) e superiore a 35° (circa 70%).

Si nota come la gran parte del territorio si attesti nella classe tra 15° e 30°, che corrisponde alle pendici del m. Cesen in cui si inseriscono vallecole e irregolarità morfologiche con inclinazioni superiori a 30°. Le fasce con pendenza minore coincidono con quelle impegnate dagli insediamenti urbani: il settore a quote più basse con la piana lungo il f. Piave, i ripiani di

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Rivasecca e Rivagrassa ed infine la conca di Milies oltre ad alcuni altri lembi quali la località Stramare.

Nella tavola delle pendenze, riportata in allegato alla presente relazione, la parte studiata del territorio comunale è stata suddivisa in tre fasce di inclinazione, rispettivamente inferiori a 15°, superiori a 30° e compresa tra tali valori.

Per gli interventi che ricadono entro le fasce con inclinazione superiore a 15°, oltre al fattore di amplificazione stratigrafico dovrà essere applicato anche il fattore di amplificazione topografico St del D.M. 14/01/2008 e D.M. 17/01/2018. Naturalmente la condizione di inclinazione superiore al valore-soglia deve estendersi per almeno un centinaio di metri rispetto al sito di applicazione del calcolo: in altre parole non si applica per i pendii di limitata estensione, dell’ordine delle decine di metri.

Per gli elementi morfologici compresi nell’area zonata al livello 2, partendo dalle forme segnalate nello studio di MS di livello 1, la valutazione è stata compiuta tramite l’analisi della CTR che, pur con i limiti di precisione propri di questo supporto, ha permesso di effettuare stime e valutazioni sugli eventuali effetti legati alle amplificazioni di tipo morfologico. Per le sezioni verificate è stata compiuta anche una ricognizione sul posto per verificare la corretta rispondenza di quanto cartografato con lo stato dei luoghi.

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I limiti di questa valutazione, come già accennato, sono insiti nella precisione della cartografia; per approfondimenti ed affinamenti dei fattori di amplificazione specifici per ogni sito, si dovranno eventualmente effettuare rilievi topografici in grado di meglio definire la geometria ed i limiti delle scarpate e dei relativi cigli piuttosto che delle creste e dei cocuzzoli.

6.2.3.1.1 Zona di scarpata

Le zone di scarpata che possono essere suscettibili di amplificazioni morfologiche devono possedere dei parametri che superino specifici limiti dimensionali esplicitati in modo semplificato dalla seguente figura tratta dall’Allegato A) della DGR 1572/2013 e da ICMS.

In pratica l’altezza deve essere maggiore di 10 metri e contemporaneamente l’angolo del pendio deve superare i 15°, inoltre il fronte superiore deve essere pari almeno all’altezza della scarpata o comunque non inferiore ai 15-20 metri. Per essere considerate scarpate inoltre bisogna che l’angolo di pendio sia almeno 5 volte l’inclinazione della superficie superiore (β inferiore o uguale ad un quinto di α) e h minore ad un terzo di H;

I fattori di amplificazione legati alle caratteristiche geometriche delle scarpate sono riassunte nella tabella a lato.

L’abaco delle scarpate fornisce per ciascuna classe altimetrica (H) e classe di inclinazione ( α) il valore di FA per l’intervallo di periodo 0,1-0,5 s e il valore della relativa area di influenza (Ai). Il valore di FA determinato è assegnato al ciglio del fronte superiore, mentre all’interno della relativa area di influenza, il valore è scalato in modo

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Venendo allo specifico di Segusino, si osserva che: le scarpate con altezza superiore a 10 m, ricavate dallo studio geologico del PAT e riportate nella carta della MOPS, sono presenti in varie parti del territorio, ma in zone che non vengono interessate dalla presente zonazione di livello 2. Fanno eccezione le scarpate della valle del t. Riù tra Rivagrassa e Rivasecca e poi la cornice morfologica che sovrasta il centro di Segusino.

Zona di Piazza Roma-Rivasecca:

Zona cimitero:

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Valle del t. Riù tra Rivagrassa e Rivasecca:

Come però visibile nelle schede precedenti, i tre profili confermano la possibilità di amplificazione topografica che viene riassunta nella tabella seguente:

n. località Altezza H Area influenza Fa attribuito 1 piazza Roma - Rivasecca H=27 m Ai = 20 m 1,2 2 cimitero H=18 m Ai = 18 m 1,1 3 Rivagrassa – t. Riù H= 20 m Ai = 15 m 1,2 3 Rivasecca – t. Riù H= 13 m Ai = 13 m 1,1

Per queste creste si raccomanda di applicare il fattore di amplificazione topografica.

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Per la modalità di applicazione della fascia di influenza a monte del ciglio scarpata per l’area di influenza Ai e lungo la scarpata si rimanda all’allegato A della DGRV 1572/2013, da cui è ripresa, con modifiche, la figura seguente. In pratica il valore di Fa è assegnato alla sommità della scarpata, mentre all’interno della relativa area di influenza, il valore è scalato in modo lineare fino al raggiungimento del valore unitario alla distanza pari all’area di influenza e al piede del pendio. Operativamente: se il valore al ciglio scarpata è 1,2, al piede del pendio sarà 1,0; divido il versante, dal ciglio al piede, in due fasce di pari larghezza attribuendo 1,2 a quella superiore e 1,1 a quella inferiore; stessa cosa all’interno dell’area di influenza a monte Ai. Ovviamente se il valore in cresta è 1,1 esso si estenderà sull’intera area di influenza a monte e fino al piede della scarpata. Per non appesantire la Carta di Microzonazione Sismica si è seciso di non inserire in tale carta le fasce di amplificazione topografica; va da seè che gli utilizzatori dovranno, per interventi lungo la scarpata oppure all’interno dell’area diu influenza Ai, come sopra determinata, applicare il fattore di amplificazione. A titolo esemplificativo di seguito si riporta uno stralcio della carta di MS FA in cui è stata applicata la fascia di amplificazione topografica: • la linea nera indica il ciglio scarpata; • le linee rosse indicano la fascia con il relativo valore di amplificazione: 1,2 oppure 1,1, determinati come illustrato sopra. Trattandosi di un esempio, la reale estensione delle fasce di amplificazione sarà applicata all’occorrenza a partire da un rilievo più preciso della forma che genera l’amplificazione definendo in particolare la posizione del ciglio superiore della scarpata e definendo, rispetto ad esso la posizione dell’intervento in progetto.

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6.2.3.1.2 Zona di cresta e/o cocuzzolo

Anche la morfologia di cresta o cocuzzolo può costituire causa di amplificazione locale delle omde sismiche. Lungo il profilo topografico vanno applicati i limiti geometrici indicati nella figura seguente dove sono riportati i parametri necessari a classificare la cresta o dorsale e poi a distinguere tra la condizione “appuntita” e “arrotondata”. Sono inoltre riportate le modalità di calcolo del fattore di amplificazione FA.

Anche in questo caso l’applicazione degli abachi di cresta richiede (vedi figura seguente) che la Vs dei terreni presenti sia superiore a 800 m/s e quindi che la morfologia sia in roccia.

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In realtà, nel territorio di Segusino, le dorsali o creste si collocano sempre all’esterno delle aree urbanizzate o urbanizzabili ed inoltre il profilo interessa coltri di terreni sciolti e decompressi, con spessore superiore a 3 m oppure il substrato geologico con Vs che non arrivano agli 800 m/s. Per questi motivi la determinazione dell’eventuale amplificazione topografica da cresta o dorsale non è stata applicata.

6.2.3.2 Valutazione degli effetti litologici

Per la valutazione degli effetti litologici, la normativa vigente indica che per la microzonazione di livello 2, si possa far ricorso a metodi semplificati che prevedono l'uso di abachi. Allo stato attuale non sono disponibili abachi specifici per la Regione Veneto per cui, come indicato nella DGRV n. 1572 del 3 settembre 2013 – Allegato A, si possono utilizzare quelli inseriti nel Volume “Indirizzi e Criteri per la Microzonazione Sismica “ della Protezione Civile Nazionale. Gli abachi forniscono due valori di amplificazione sismica FA ed FV così definiti

• FA: fattore di amplificazione a basso periodo (determinato intorno al periodo proprio per il quale si ha il massimo della risposta in accelerazione);

• FV: fattore di amplificazione a periodo proprio (per il quale si ha la massima risposta in pseudovelocità).

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Gli abachi assumono l’ipotesi che il sottosuolo sia assimilabile ad una successione di strati approssimativamente piano paralleli, con modeste irregolarità morfologiche. Per tali condizioni sono ipotizzabili differenti procedure da adottare da parte della regione, conformemente al proprio contesto normativo, a partire dal confronto fra l’azione sismica dedotta dagli abachi con quella che si ottiene utilizzando la categoria di sottosuolo e lo spettro per essa previsto dalla norma.

Per il calcolo delle amplificazioni si è fatto ricorso ad uno specifico software per la microzonazione sismica di livello 2 prodotto dalla Ditta ProgramGeo di Brescia: il programma SICodes v. 1.0. Il software produce la zonazione del rischio sismico attraverso una modellazione monomensionale secondo le normative sismiche nazionali e regionali (NTC, ICMS, legge Regione Emilia Romagna e legge Regione Lombardia) partendo dalla localizzazione del punto (e quindi l’inserimento nella griglia per la determinazione dell’accelerazione di base PGA e da questa l’utilizzo degli abachi adatti, in questo caso quelli per ag = 0,26g) e passando poi al profilo verticale delle Vs nel terreno di copertura, identificando come bedrock il primo livello stratigrafico caratterizzato da una velocità delle onde S maggiore o uguale a 800 m/s da cui viene ricavata la velocità media dei terreni di copertura, stimata con la seguente relazione:

Va poi a calcolare i valori di FA e FV rispetto al bedrock con modellazione simile a quella adottata dagli abachi ICMS ovvero assumendo una granulometria prevalente per la coltre sciolta e un andamento della variazione di rigidità verticale del profilo sismostratigrafico

compreso tra velocità (V SH ) costante lungo tutto lo spessore del deposito e velocità crescente con la profondità con il gradiente massimo; situazione interposta tra le precedenti è quella con profilo di velocità crescente con la profondità con gradiente intermedio tra i due precedenti.

Per i territorio considerato nel corso del presente studio nessuno dei sondaggi eseguiti ha mostrato profilo costante mentre nella gran parte dei casi si è visto il profilo intermedio; solo in alcuni casi, da prove HV, si è visto quello con brusco aumento di velocità. Quindi è stato utilizzato prevalentemente il profilo con gradiente intermedio .

Per quanto riguarda la litologia gli abachi nazionali prevedono soltanto tre tipologie di depositi sciolti: ghiaie, sabbie e argille; nelle necessarie semplificazioni per poter utilizzare gli

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In considerazione del fatto che le litologie prevalenti nel territorio comunale sono quelle granulari grossolane, si sono assunti i parametri relativi alle ghiaie .

La stima dei Fa litostratigrafici è stata ottenuta tramite il profilo delle Vs ricavato da indagini MASW, REMI e HVSR, sia pregresse che eseguite per il presente livello 2. La stima dello spessore dei depositi quaternari è stato desunto dall’interpolazione dei dati geofisici sopra citati, nonché dall’osservazione delle prove pregresse a disposizione. Le diverse tecniche di indagini geofisiche forniscono dettagli differenti rispetto ai risultati e pertanto, questi ultimi, devono essere adattati al relativo modello geologico. In particolare, attraverso il modello geologico del sito, si schematizza l’andamento del profilo di velocità delle Vs con la profondità, in ogni unità geologico-geofisica individuata che deve avere almeno uno spessore h ≥ 3 m e una differenza di Vs con l’unità contigua di almeno 50 m/s, arrotondando i singoli valori di Vs alla decina.

Nel caso in cui l’indagine geofisica evidenzi la presenza di un’unità sismica con Vs > 700 m/s per uno spessore almeno di 10 m; tale unità rappresenta il substrato rigido; nel caso in cui l’indagine geofisica non evidenzi la presenza di un’unità sismica con Vs > 700 m/s ci si basa sul modello geologico del sito. Se il modello permette di assegnare una profondità al substrato rigido vengono estrapolati i dati sperimentali fino a tale profondità, utilizzando un gradiente di Vs di tipo lineare; se, al contrario, il modello geologico non permette di assegnare una profondità al substrato rigido, in via cautelativa, si devono considerare solo i dati sperimentali, assegnando implicitamente il substrato rigido alla profondità di fine indagine.

In molti casi il substrato geologico non raggiunge la velocità Vs prossima od uguale a 800 m/s (substrato sismico). L’utilizzo degli abachi in questi casi non sarebbe corretto poiché com’è ben specificato negli Indirizzi e criteri per la microzonazione sismica: “…… Si ricorda che tutte le elaborazioni effettuate prevedono la presenza di un bedrock sismico avente Vs =800 m/s al di sotto della profondità H. ….” . La stima è stata comunque effettuata, come previsto dagli stessi ICMS utilizzando velocità e spessori apparenti e maggiorando il risultato del 10%. Questa operazione viene fatta in automatico dal software SICodes v. 1.0.

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Riassumendo, pur nella consapevolezza che l’utilizzo di metodi semplificati presenta dei limiti, soprattutto in un’area pedemontana e montana come quella del territorio di Segusino, le scelte di input per il calcolo dei fattori di amplificazione sono state fatte con i criteri abbastanza cautelativi assumendo il profilo intermedio di velocità e la litologia prevalente ghiaie.

Nella tabella seguente sono riportate le aree indagate e i dati che permetteranno di valutare i relativi Fattori di amplificazione FA e FV.

Località -via tipo 1° strato 2° st rato 3° strato 4° strato Vs30 m m/s m m/s m m/s m m/s m/s Viale Italia SGS_SMC1 9 460 18 520 25 590 >25 650 530 Via Col Lonc SGS_SMC2 4 300 10 400 >10 580 450 Via d Pose SGS_SMC3 8 400 24 460 >24 560 450 Via la Nona SGS_SMC4 6 350 10 380 18 530 >18 590 470 V Codalunga SGS_SMC5 5 450 10 530 18 600 >18 720 600 Via Zancaner SGS_SMC6 3 400 12 500 23 600 >23 700 550 Via Cavarne SGS_SMC7 5 370 13 490 29 550 >29 600 510 V S Valentin SGS_SMC8 9 400 16 600 >16 700 530 Via Milies SGS_SMC9 3 280 7 32 0 22 350 >22 450 350 Rivasecca HV 3 320 28 590 >28 1200 540 Via d Centa 1 HV1 6 290 13 320 32 490 >32 530 400 Via d Centa 2 HV2 4 290 10 320 30 490 >30 510 410 Via d Centa 3 HV3 4 290 11 330 32 500 >32 520 420 Viale Italia SGS_HVSR1 15 380 >15 1500 950 Via Col Lonc SGS_HVSR2 5 230 24 470 >24 760 430 Via d Pose SGS_HVSR3 4 180 18 390 >18 650 390 Via d l Nona SGS_HVSR4 17 310 >17 610 355 V Codalunga SGS_HVSR5 2 260 24 590 >24 1050 590 Via Zancaner SGS_HVSR6 19 340 >19 660 410 Vi a Cavarne SGS_HVSR7 24 260 >24 630 300 V S Valenti SGS_HVSR8 15 310 >15 640 420 Milies SGS_HVSR9 18 310 >18 610 390 Milies Nord SGS_HVSR10 16 315 >16 690 420 Via Stramare SGS_HVSR11 6 400 >6 870 690 Col del Vent SGS_HVSR12 31 350 >31 860 350 V M Grappa SGS_HVSR13 13 460 >13 1060 680 Via S Rocco SGS_HVSR14 15 380 >15 770 510

Nella tabella che segue invece sono riportati i valori di Fo e del rapporto H/V, almeno per le indagini da cui è stato possibile ricavare tali dati. Fo con il relativo rapporto di amplificazione H/V è stato poi utilizzato per la carta delle frequenze.

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Inoltre vi è il risultato del calcolo ottenuto, usando il software SICodes v.1.0, per la valutazione di FA ed FV e l’attribuzione dei valori calcolati alle varie classi del parametro di amplificazione.

Località -via tipo Fo (Hz) H/V FA classe FV classe Viale Italia SGS_SMC1 1,3 1,3 -1,4 1,22 1,1 -1,2 Via Col Lonc SGS_SMC2 1,44 1,3 -1,4 1,28 1,3 -1,4 Via d Pose SGS_SMC3 1,47 1,5 -1,6 1,32 1,3 -1,4 Vi a la Nona SGS_SMC4 1,39 1,3 -1,4 1,32 1,3 -1,4 V Codalunga SGS_SMC5 1,2 1,1 -1,2 1,12 1,1 -1,2 Via Zancaner SGS_SMC6 1,26 1,3 -1,4 1,17 1,1 -1,2 Via Cavarne SGS_SMC7 1,36 1,3 -1,4 1,28 1,3 -1,4 V S Valentin SGS_SMC8 1,3 1,3 -1,4 1,16 1,1 -1,2 Via Mili es SGS_SMC9 1,54 1,5 -1,6 1,79 1,7 -1,8 Rivasecca HV 5,5 3,2 1,31 1,3 -1,4 1,23 1,1 -1,2 Via d Centa 1 HV1 6,7 2,7 1,4 1,3 -1,4 1,66 1,7 -1,8 Via d Centa 2 HV2 5,8 5 1,49 1,5 -1,6 1,53 1,5 -1,6 Via d Centa 3 HV3 5,6 4,9 1,39 1,3 -1,4 1,59 1,5 -1,6 Viale Itali a SGS_HVSR1 11,4 4,4 1,61 1,5 -1,6 1,61 1,5 -1,6 Via Col Lonc SGS_HVSR2 5,6 2,6 1,53 1,5 -1,6 1,42 1,3 -1,4 Via d Pose SGS_HVSR3 6,5 3 1,6 1,5 -1,6 1,55 1,5 -1,6 Via d l Nona SGS_HVSR4 4,7 3 1,6 1,5 -1,6 1,54 1,5 -1,6 V Codalunga SGS_HVSR5 4,3 2,2 1,27 1,3 -1,4 1,31 1,3 -1,4 Via Zancaner SGS_HVSR6 4,5 2,2 1,56 1,5 -1,6 1,46 1,5 -1,6 Via Cavarne SGS_HVSR7 3,1 5,5 1,69 1,7 -1,8 2,18 2,1 -2,2 V S Valenti SGS_HVSR8 5,1 2,8 1,55 1,5 -1,6 1,45 1,5 -1,6 Milies SGS_HVSR9 4,3 2,3 1,60 1,5 -1,6 1,58 1,5 -1,6 Milies Nord SGS_H VSR10 5 3,7 1,54 1,5 -1,6 1,44 1,3 -1,4 Via Stramare SGS_HVSR11 15,6 4,1 1,62 1,5 -1,6 1,45 1,5 -1,6 Col del Vent SGS_HVSR12 3,2 7,9 1,52 1,5 -1,6 1,95 1,9 -2,0 V M Grappa SGS_HVSR13 9,7 4,9 1,47 1,5 -1,6 1,32 1,3 -1,4 Via S Rocco SGS_HVSR14 6,4 2,8 1,38 1,3 -1,4 1,22 1,1 -1,2

Nella suddivisione in zone della carta di Microzonazione sismica, nei casi in cui erano presenti, a pochi metri di distanza indagini diverse (SR, MASW, ReMi e HVSR) si è preso, a seconda dei casi, o il valore di amplificazione più elevato oppure quello prevalente su più prove.

La carta MS è stata divisa in microzone con le classi dei valori di FA e in corrispondenza di ciascun punto di misura sono inseriti i valori calcolati sia di FA che di FV. Il valore di FA puntuale è stato esteso ad un intorno per il quale esso può essere considerato rappresentativo. Nel caso in cui più punti vicini dessero valori discordanti si è assunto il valore più verosimile in base al modello geologico di zona.

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Questa procedura ha portato a zonare una serie di “macchie” di territorio che corrispondono ai centri abitati e frazioni principali in cui la tonalità di colore contraddistingue il valore della classe di FA di tale microzona.

6.2.3.3 Zona di fondovalle

Le zone di fondovalle possono dare origine ad amplificazioni anche significative del moto sismico; per tale motivo devono essere analizzate nei casi in cui la conformazione della valli stesse rientri in specifici parametri fissati dagli Indirizzi e criteri per la Microzonazione sismica. In particolare occorre innanzitutto classificare la morfologia della valle in stretta o larga sulla base di un Coefficiente di forma C (C = h/l) in cui h è lo spessore della coltre alluvionale ed l la semiampiezza della valle riferita alla parte occupata da depositi sciolti:

• valle stretta C > 0.25 • valle larga C < 0.25

Nel caso di valle stretta la valutazione degli effetti morfologici viene demandata al livello 3 attraverso un’analisi bidimensionale 2D.

Se abbiamo invece valle larga gli effetti di amplificazione si possono configurare come litostratigrafici.

Nel caso di Segusino non è stata individuata, negli ambiti di interesse urbanistico-insediativo, nessuna valle da valutare.

6.2.3.4 Instabilità di versante

La DGR 1572/2013 all. A prevede che la valutazione degli effetti d’instabilità di versante di livello 2 dovrà essere effettuata nelle aree P1c (aree potenzialmente in frana) che interessano aree di trasformazione urbanistica e/o abitati esistenti. Per le aree P1a (frane attive) e P1b

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(frane quiescenti) che interessano abitati esistenti e/o infrastrutture a rete si procederà con il terzo livello di approfondimento.

Nella carta delle MOPS del livello 1, sono state riportate tutte le frane ed aree franose inserite nella carta delle fragilità del PAT che coincidono con quelle che in Carta Geologico Tecnica sono state dichiarate avere una potenziale attività oppure essere quiescenti o non definite, indipendentemente dallo stato in cui si trovano attualmente. Le altre frane, tutte di vecchia data, sono invece state considerate inattive e quindi non compaiono.

Da notare che per molte delle frane esiste già una perimetrazione con attribuzione del livello della pericolosità eseguita con specifico studio modellistico ai fini della redazione della carta delle fragilità del PAT. Poiché tale attribuzione comprende già le valutazioni in condizioni sismiche, esse non vengono considerate. Da tener presente che le grafie ICMS versione 4.0 . nelle valutazioni del livello 2 è previsto di confermare l’indicazione di ZA già presente nel livello 1 la quale non distingue i diversi stati di pericolosità previsti dal PAI Piave e riportati nel PAT.

Nella carta CGT del livello 1 sono indicate anche altre piccole frane che poi non sono state riprese nella carta MOPS e che interessano soprattutto la microzona 1. Considerato che si tratta della coltre sciolta che ricopre il substrato geologico in spessori di pochi metri, tale potenziale instabilità verrà trattata con le metodologie proprie delle “frane in terra”.

Nei casi in cui la fascia con instabilità individuata come ZAfr dovesse essere interessata da previsioni urbanistiche che ne incrementino il “carico” (oppure interessi aree urbanizzate), in sede di modifiche, adeguamenti o ristrutturazione degli edifici esistenti si dovrà procedere con l’analisi di livello 3 al fine dell’individuazione perimetrazione delle Zone di Suscettibilità ZS e delle Zone di Rispetto ZR.

6.2.3.4.1 Frane in pendii nell’ambito delle terre

La valutazione e la classificazione delle aree potenzialmente in frana, nell’ambito della MS di livello 2, avviene tramite la stima di un parametro definito come “massimi spostamenti attesi” in caso di sisma, che può fornire una classificazione sulla pericolosità delle varie aree interessate. Va sottolineato che tale parametro non è uno spostamento reale ma piuttosto un indicatore di pericolo.

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Tale valutazione possiede un mero valore relativo permettendo il confronto tra aree diverse ma deve essere considerato solo come indagine territoriale e non come valutazione di sito come peraltro specificato anche nell’allegato A) alla DGR 1572/2013 che recita: “ Si precisa che i risultati ottenuti con tali metodi hanno solo valore comparativo e non possono essere esportati a scala del manufatto ”.

Per il caso in esame, tra i vari metodi indicati nell’allegato citato e negli ICMS, si è utilizzato quello illustrato da Romeo R.W. (Seismically induced landslide displacement: a predictive model. Engineering geology, 58, 337-351 – [2000]) che è sembrato il più adatto all’ambito territoriale di Segusino, sia come estensione sia per tipologia di dati disponibili.

Tra le varie espressioni previste dallo studio di Romeo per determinare lo spostamento in caso di sisma è stata scelta quella indicata nella pubblicazione Indirizzi e Criteri per la Microzonazione Sismica ICMS e che in forma matematica viene espressa come segue:

In cui: M = Magnitudo attesa RE = Distanza in chilometri dall’epicentro K = Coefficiente che dipende dall’accelerazione di picco, dall’angolo della superficie di frana e dal fattore di sicurezza S = Coefficiente che varia tra 0 e 1 in base alle Vs dei terreni (1=terreno soffice, 0 = terreno duro).

Per la Magnitudo attesa M è stata utilizzato il valore di 6,60, previsto per la SZ906;

La distanza dall’epicentro del terremoto RE è stata ricavata a partire dai dati del sito http://esse1-gis.mi.ingv.it/ , disaggregando l’unico nodo di griglia che ricade in prossimità del confine del territorio comunale, come già riportato al precedente paragrafo 2.6.2.

Si è quindi assunta una distanza di 7,36 km.

Il coefficiente K si ricava dalla seguente espressione (indicata anche nella pubblicazione Indirizzi e criteri per la MS II - Linee guida, a pagina 99):

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Dove: kc = coefficiente sismico critico (kc = ac/g) g = accelerazione di gravità a max = accelerazione di picco in caso di sisma assunta pari a 0,225g (circa 2,21 m/s 2)

Infine l’accelerazione critica a c si ricava dalla seguente formula:

dove:

FS = Fattore di sicurezza g = Accelerazione di gravità α = Angolo di inclinazione della superficie di scorrimento

Per il calcolo dell’angolo della superficie di scorrimento α, con una modesta approssimazione, si è ritenuto di equiparare questa inclinazione con l’inclinazione del pendio, dato più facilmente generabile in uno studio a livello territoriale.

Ipotizzando quindi una superficie di scorrimento piana e corrispondente all’inclinazione del pendio, quest’ultima è stata calcolata tramite GIS partendo dal modello tridimensionale del terreno fornito dalla Regione Veneto con maglia di 5 m, DTM 5m, suddividendo in classi di angoli diversi l’inclinazione del pendio con assegnazione di un codice di riferimento.

In considerazione dell’ampiezza del territorio indagato, ed in mancanza di dati specifici che permettessero di valutare il FS per ogni singola situazione si è stimato il suo valore in riferimento all’angolo del pendio. Poiché il Fattore di Sicurezza diminuisce con l’aumentare della pendenza è stata utilizzata una relazione di confronto tra FS e spostamento atteso e tramite processi interattivi è stato individuato un valore di FS per ogni classe di pendenza, in modo tale che la distanza di spostamento apparente variasse in modo lineare al solo variare di FS e dell’angolo del pendio (mantenendo costanti cioè tutti gli altri parametri). Le classi relative all’angolo del Pendio e del Fattore di sicurezza sono in pratica coincidenti come rappresentato nella tabella seguente. Classe pendenza Angoli pendio α Valore FS 1 0°-5° 3,0 2 5°-10° 1,8 3 10°-15° 1,5 4 15°-20° 1,3

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5 20°-25° 1,2 6 25°-30° 1,12 7 30°-35 1,05 8 >35° 1,01

Infine il coefficiente S il quale varia in base alla Vs; per la valutazione è stata utilizzata la Carta Geologico Tecnica del Livello 1, assegnando alle diverse litologie un valore che considerasse le condizioni e le caratteristiche dei terreni interessati. Il coefficiente varia da 0 a 1 in base alle Vs del terreno (1=terreno soffice; 0=terreno rigido). Alle aree in frana, riprese dalla carta MOPS, è assegnato il valore 0,9, anche se sono dichiarate inattive. Sigla terreno Coefficiente S GM Ghiaie limose, miscela di ghiaia, sabbia e limo 0,5 GC Ghiaie argillose, miscela di ghiaia e sabbia 0,5 GW Ghiaie pulite, miscela di ghiaia, sabbia e argilla 0,5 SW Sabbie pulite, miscela di ghiaia e sabbia 0,6 LPS Substrato lapideo stratificato 0,2 ALS Subtrato con alternanza di litotipi 0,3 frana Frana attiva, quiescente, inattiva 0,9

Come accennato, per il calcolo dello spostamento apparente è stata utilizzata la formula semplificata già riportata in precedenza (adottando per l’ultimo termine il valore positivo +0,418, tranne che per le celle con inclinazione inferiore a 10° per le quali il fattore è stato posto uguale a zero) e tramite applicazioni GIS si è arrivati alla redazione della carta dello spostamento apparente D suddividendo in classi i valori stimati secondo la seguente tabella: Classi Valore spostamento spostamento apparente apparente (cm) 1 0-1 2 1-2 3 2-4 4 4-6 5 6-8 6 8-10 7 10-20 8 20-50 9 50-100 10 >100

Dall’esame della tabella si desume che le prime classi, a minor spostamento e quindi a minore rischio frana, rappresentano le zone subpianeggianti mentre le ultime classi possono effettivamente indicare un significativo rischio di movimenti gravitativi in caso di sisma.

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Sono quindi state plottate solo le ultime quattro classi, con spostamento apparente maggiore di 10 cm. La classificazione in cartografia MS riporta quindi le classi con gli intervalli dei valori di spostamento determinati dal modello: 10-20, 20-50, 50-100 e maggiore di 100. Essi sono riportati con la simbologia grafica delle aree instabili di tipo FRT prevista dall’Allegato A della DGRV 1572/2013.

Si nota come molte zone del territorio siano effettivamente interessate da questo indice di instabilità potenziale che, in molti casi, va a sovrapporsi a edifici esistenti o a scarpate stradali. È questo un difetto insito nella metodologia di calcolo che non discrimina tra pendii naturali e cambi di pendenza di origine antropica i quali spesso sono sostenuti da apposite opere di contenimento.

Vale poi la pena di ricordare che lo scuotimento sismico può essere un fattore scatenante dell’instabilità ma che esso ha comunque una probabilità di accadimento molto inferiore rispetto ad altre cause scatenanti, prima fra tutte la saturazione del terreno a seguito di precipitazioni particolarmente intense.

Pur rappresentando un valido aiuto alla comprensione del comportamento sismico del territorio comunale si giudica quindi che l’analisi qui effettuata possa essere ritenuta maggiormente significativa o per ambiti più ristretti all’interno dei quali sia possibile assegnare i valori dei parametri di ingresso in modo puntuale e specifico, oppure su areali più ampi dove le analisi di tipo statistico-probabilistico appaiono maggiormente valide.

6.2.3.4.2 Frane in roccia

Per la valutazione della pericolosità delle frane in roccia l’Allegato A alla DGR 1572/2013 e gli ICMS prevedono l’utilizzo di un metodo semplificato applicato al profilo topografico della parete rocciosa: esso prevede in via preliminare la classificazione della suscettibilità di frana sismo indotta in base all’indice di qualità dell’ammasso roccioso e poi considera l’utilizzo di due distinte modalità di calcolo per valutare le possibili traiettorie di caduta. In base all’altezza relativa della base della parete rocciosa ed al ciglio della stessa si applica il metodo del cono d’ombra oppure il metodo dell’angolo equivalente, secondo quanto riportato da ICMS da cui è tratto lo schema seguente.

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Premesso che la ricognizione è stata fatta solo per le pareti segnalate nella carta MOPS di altezza superiore a 10 m e solo nella fascia del territorio comunale immediatamente circostante agli insediamenti che erano interessati dalla microzonazione di livello 2, escludendo a priori quelle che sono già state oggetto di studio geomeccanico specifico per la perimetrazione PAI (valle del t. Riù). Tale studio ha portato, tra le altre cose, a rivestire le pareti principali di interesse “urbanistico” con reti metalliche oppure a creare delle barriere passive oppure sottomurazioni o crontafforti o ancia raggi e chiodature. È quindi evidente che con tali apprestamenti di sicurezza il metodo semplificato sopra rappresentato diventa automaticamente non applicabile.

Si è così verificato che, in realtà, non ci sono pareti rocciose su cui applicare la metodologia se non al di fuori della fascia zonata. Ad esempio ci sono varie pareti che incombono sulla strada di collegamento tra Rivagrassa e Milies ma tale settore non è zonato.

Va da sé che le condizioni di stabilità di altre pareti potrà essere eventualmente valutata in sede successiva (livello 3) applicando i metodi appropriati (e non semplificati) effettuando le opportune indagini geomeccaniche per ogni parete e/o porzione di parete che interessasse aree di trasformazione urbanistica e/o abitati esistenti.

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6.2.3.5 Liquefazione

Il fenomeno della liquefazione dei terreni si può verificare in concomitanza con eventi sismici e condizioni litostratigrafiche specifiche e consiste nel quasi totale annullamento della resistenza a taglio del terreno con comportamento assimilabile ad un fluido.

In caso di sisma vengono prodotti nel terreno una serie di cicli di sforzo tali da far eguagliare la pressione interstiziale alla pressione di confinamento e annullando in pratica la resistenza al taglio. Poiché la pressione di confinamento s’incrementa con la profondità, l’effetto di liquefazione, per la tipologia di terremoti caratteristici dell’area in esame, si ritiene non possa manifestarsi ad una profondità maggiore di quindici metri da piano campagna.

La questione è già stata trattata nel Livello 1, usando metodi semplificati da livello 2. Tali valutazioni hanno portato a considerare la pericolosità da liquefazione molto bassa e quindi il rischio di liquefazione è nullo.

Un’eventuale verifica di questi aspetti, attraverso l’acquisizione di specifici parametri geotecnici in merito alla valutazione del grado di addensamento dei depositi, può comunque essere demandata alle successive fasi progettuali dei singoli interventi edilizi, come previsto dai D.M. 14/01/2008 e D.M. 17/01/2018.

6.2.3.6 Densificazione terreni insaturi

Riprendendo dall’allegato A della DGR 1572/2013, la compressione volumetrica dei terreni granulari non saturi in condizioni sismiche deve essere valutata sulla base di prove in sito e in laboratorio, esplorando un numero di verticali adeguato all’estensione dell’area di indagine e sufficiente ad accertare la variabilità spaziale delle caratteristiche stratigrafiche e geotecniche del deposito. Dovrà anche essere determinata con appropriate rilevazioni l’entità delle fluttuazioni dei livelli di falda e nelle analisi dovrà considerarsi la condizione meno cautelativa.

L’entità dei cedimenti per densificazione deve essere valutata in ognuna delle verticali esplorate, tenendo conto dell’amplificazione locale della risposta sismica.

Al fine di stimare il profilo dell’a max con la profondità z dovranno essere effettuate prove dinamiche in sito per la misura di Vs (del tipo DH o CH o SCPT o SDMT) e in laboratorio per la determinazione della curva di variazione del modulo di taglio G e del rapporto di smorzamento D con la deformazione di taglio γ.

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Nel caso di Segusino nessuna delle indagini disponibili ha caratteristiche adatte a compiere tali valutazioni. D’altra parte, la eterometria dei materiali e l’ aging dei depositi presenti porta, verosimilmente, ad escludere il rischio di densificazione.

6.2.3.7 Comportamenti differenziali

Ancora riprendendo dall’allegato A della DGR 1572/2013: nell’analisi di livello 2 dovranno essere valutate le zone di contatto stratigrafico e/o tettonico tra litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche molto diverse (P5a) che possono produrre effetti differenziali, sia di amplificazione che di cedimento.

6.2.3.7.1 Contatto stratigrafico o tettonico

Per la valutazione dei comportamenti differenziali, legati alla presenza di zone di contatto stratigrafico e/o tettonico tra litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche molto diverse, deve essere valutata sulla base di prove in sito e in laboratorio, esplorando un numero di verticali adeguato all’estensione dell’area di indagine e sufficiente ad accertare la variabilità spaziale delle caratteristiche stratigrafiche e geotecniche del deposito.

Nel caso di Segusino il contatto laterale tra copertura sciolta e substrato geologico non avviene in maniera brusca ma esiste una fascia di transizione, larga alcune decine di metri, in cui il deposito sciolto, alluvionale o detritico, si assottiglia progressivamente, quindi senza avere un passaggio netto e brusco.

Inoltre, la parte superiore del substrato geologico, come confermato dalle indagini sismiche, solo raramente presenta subito valori ingenti di rigidità corrispondenti a valori di Vs elevati, oltre gli 800 m/s; in genere vi è una fascia decompressa ed alterata con spessori di alcuni metri e con velocità tra 500 e 700 m/s che fanno da transizione rispetto ai depositi superficiali che comunque quasi sempre hanno Vs dell’ordine di 350-400 m/s.

In considerazione di queste fattispecie (contatto stratigrafico e/o tettonico tra litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche molto diverse) si conclude che il fenomeno non sembra interessare in maniera diretta aree di interesse urbanistico, per lo meno all’interno della fascia interessata dallo studio di livello 2.

Un’eventuale verifica di questi aspetti, attraverso l’acquisizione di specifici parametri stratigrafici e geotecnici, viene rimandata alle successive fasi progettuali dei singoli interventi edilizi, come previsto dai D.M. 14/01/2008 e D.M. 17/01/2018.

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Per quanto riguarda invece la presenza di faglie attive e capaci, FAC, già a livello della carta MOPS di livello 1 è stata esclusa la possibilità che le faglie presenti possano generare rotture in superficie.

6.2.3.7.2 Cavità sotterranee o sinkhole

La natura litologica del territorio comunale di Segusino con la presenza di formazioni calcaree, ha dato origine a estesi fenomeni carsici rappresentati in superficie principalmente da doline e, in sotterraneo, da varie cavità in genere di limitate dimensioni. A questo proposito si cita, solo a titolo di esempio, il “buco delle salamandre” [1387 V TV]”, profondo 6 metri, che si apre circa 500 m a SSW di Stramare a circa 400 m s.l.m..

La maggior parte dei fenomeni riguardano la sommità della dorsale del m. Doc dove si aprono diverse doline e altre forme carsiche minori (vedi CGT).

Tale zona non è stata presa in considerazione nel Livello 1 in quanto ricade all’interno della rete Natura2000 e lo stesso vale per il livello 2.

7 PROPOSTA DI NORMA TECNICA

Ad integrazione delle Norme Tecniche del PAT (art. 11) ed alle NTO del PI, si ritiene di proporre l’applicazione delle seguenti prescrizioni e raccomandazioni, valide ovviamente per gli aspetti sismici.

Dal punto di vista del rischio sismico, tutto il territorio comunale è classificato sismico di seconda categoria con inserimento in zona 2 a seguito della Deliberazione n. 67 del 03.12.2003 del Consiglio Regionale Veneto.

In alternativa ai parametri di amplificazione sismica standard proposti dal D.M. 14/01/2008 e D.M. 17/01/2018, per le porzioni di territorio zonate a livello 2 potranno essere utilizzati i valori di FA e FV riportati nella carta di Microzonazione Sismica.

Per le zone non zonate eventuali interventi potranno fare riferimento ai parametri di amplificazione sismica standard proposti dal D.M. 14/01/2008 e D.M. 17/01/2018 oppure potranno prevedere l’acquisizione dei parametri sismici di sito con apposite indagini geognostiche/geofisiche e, da queste, la determinazione dei parametri locali di amplificazione; questa seconda modalità è raccomandata per gli interventi edilizio-urbanistici di particolare complessità e rilievo. Si ricorda che l’amplificazione stratigrafica (FA e/o FV) va moltiplicata

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In presenza o in prossimità di depressioni carsiche e doline oppure di pareti rocciose di altezza superiore a 10 m è necessario definire, attraverso opportune indagini geognostiche/geofisiche/geomeccaniche, la compatibilità tra l’intervento proposto e la zona di rispetto oppure la zona suscettibile di instabilità per cedimenti differenziali o per crollo, da estendere per un adeguato intorno del sito.

8 CONCLUSIONI La D.G.R.V. n. 1572 del 03.09.2013 “ Definizione di una metodologia teorica e sperimentale per l'analisi sismica locale a supporto della pianificazione. Linee Guida Regionali per la microzonazione sismica. (D.G.R. 71/2008, D.G.R. 2877/2008 e D.lgs. 163/2006 e abrogazione D.G.R. n. 3308/08) ” stabilisce che per definire la carta di microzonazione sismica, il territorio comunale sia mappato secondo la seguenti tipologie: • aree “stabili” , nelle quali non si ipotizzano effetti locali di rilievo di alcuna natura (substrato geologico posto a profondità inferiore a 3 metri con morfologia piatta o semipianeggiante); • aree “stabili suscettibili di amplificazioni sismiche”, nelle quali sono attese amplificazioni del moto sismico, come effetto dell'assetto litostratigrafico e morfologico locale; • aree “suscettibili di instabilità” , nelle quali gli effetti sismici attesi e predominanti sono riconducibili a deformazioni del territorio (non sono necessariamente esclusi per queste zone anche fenomeni di amplificazione del moto). Le principali cause di instabilità sono: instabilità di versante, liquefazioni, faglie attive, cedimenti differenziali.

Le risultanze dello studio di Microzonazione Sismica di livello 1 hanno permesso di stabilire che nell’ambito del territorio comunale non esistono aree classificate come Aree “stabili” , nelle quali non si ipotizzano effetti locali di rilievo . Sono state individuate sei diverse microzone omogenee in prospettiva sismica caratterizzate da un determinato modello geologico del sottosuolo e, per ciascuna, è stata attribuita una categoria di suolo (secondo il D.M. 14/01/2008 e D.M. 17/01/2018) sulla base della Vs30; inoltre sono state indicate delle aree potenzialmente interessate da fenomeni locali di instabilità di versante e per presenza di forme di superficie e sepolte.

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Con il livello 2 sono state valutate le amplificazioni locali di tipo morfologico e litostratigrafico.

Da queste valutazioni è scaturita una carta della Microzonazione Sismica riportante le classi della componente FA ed FV, utilizzabile (unitamente alla carta MOPS del livello 1) in modo organico ai fini di progettazione:

- per interventi ordinari: la carta risulta un utile strumento di valutazione diretta; - per interventi di un certo impegno o rilievo: è un utile strumento che può indirizzare verso specifici e ulteriori approfondimenti, con misure puntuali di Vs, frequenze di risonanza dei suoli, ecc.) fino alla valutazione della Risposta Sismica Locale RSL del sito come previsto dal D.M. 14/01/2008 e D.M. 17/01/2018.

Anche la carta delle frequenze può avere un utilizzo diretto nella valutazione di eventuali fenomeni di doppia risonanza terreno-edificio.

Un’eventuale verifica con approfondimenti di livello 3, attraverso l’acquisizione di specifici parametri geotecnici/geofisici/geomeccanici, viene rimandata alle successive fasi progettuali dei singoli interventi urbanistico/edilizi, come previsto dai D.M. 14/01/2008 e D.M. 17/01/2018, per le aree potenzialmente interessate da fenomeni di crollo dalle pareti rocciose.

Identico discorso per le aree che in questa fase non sono state indagate in quanto non interessate da zone urbanizzate o di espansione urbanistica oppure nei casi di insediamenti isolati. Ipotesi progettuali successive prevedranno indagini mirate, tese alla verifica degli aspetti geologici e morfologici (rilievi di superficie) geotecnici (indagini geognostiche e di laboratorio) e geofisici (stese sismiche e/o prove puntuali, attive e/o passive, indagini elettriche o magnetiche) e valuteranno, se del caso, anche il potenziale di liquefazione e/o densificazione dei terreni sciolti di lungolago, piuttosto che le condizioni di stabilità di frane attive e quiescenti oppure anche solo potenziali, come previsto dai D.M. 14/01/2008 e D.M. 17/01/2018.

Potrà essere così definita la compatibilità del singolo intervento con le condizioni litostratigrafiche locali, vincolando le singole possibilità edificatorie alle condizioni sito- specifiche.

Pieve di Soligo, 31 maggio 2018 Dott. Geol. Gino Lucchetta Ordine Geologi del Veneto n. 242

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Per quanto riguarda i riferimenti blibliografici dei cataloghi sismici citati nel testo:

NT4.1 - Camassi R. e Stucchi M., 1998. NT4.1, un catalogo parametrico di terremoti di area italiana al di sopra della soglia del danno

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CPTI04 (maggio 2004) - Gruppo di lavoro CPTI (2004). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani, versione 2004 (CPTI04), INGV, Bologna. ttp://emidius.mi.ingv.it/CPTI04/

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CPTI15 - A. Rovida, R. Camassi, P. Gasperini e M. Stucchi (a cura di), 2015. CPTI15, la versione 2015 del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. Milano, Bologna, http://emidius.mi.ingv.it/CPTI

DOM4.1 - Monachesi G. e Stucchi M.: “DOM4.1, un database di osservazioni macrosismiche di terremoti di area italiana al di sopra della soglia del danno"

DBMI04 - Stucchi et alii. (2007). DBMI04, il database delle osservazioni macrosismiche dei terremoti italiani utilizzate per la compilazione del catalogo parametrico CPTI04. http://emidius.mi.ingv.it/DBMI04/

OGS Trieste Bollettino di Geofisica teorica ed applicata, Vol 49, dicembre 2008.

DBMI11 - M. Locati, R. Camassi e M. Stucchi (a cura di), 2011. DBMI11, la versione 2011 del Database Macrosismico Italiano. Milano, Bologna, http://emidius.mi.ingv.it/DBMI11 .

DBMI15 - M. Locati, R. Camassi e M. Stucchi (a cura di), 2015. DBMI15, la versione 2015 del Database Macrosismico Italiano. Milano, Bologna, http://emidius.mi.ingv.it/DBMI15.

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10 ALLEGATI

Gli allegati alla Relazione Illustrativa sono così suddivisi:

 Allegato “Indagini pregresse”: contiene solo le indagini del PAT o realizzate successivamente che sono state riutilizzate nel Livello 2.

 Allegato “Indagini MS 2018”: contiene le indagini realizzate per il livello 2.

 Allegato “tavola pendenze”: contiene le classi di pendenza impiegate per le valutazioni descritte in relazione.

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ALLEGATO

Indagini Pregresse

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STUDIO TECNICO DI GEOLOGIA APPLICATA ALL'INGEGNERIA dott. geol. GINO LUCCHETTA via Rivette, 9/2 Pieve di Soligo (TV) tel./fax 0438.842312 Relazione HVSR Analisi H/V per effetti di sito

COMMITTENTE:

DiBal - Baldotto SEGUSINO Via Della Centa

3 2 1

1

Introduzione

Al fine di caratterizzare sismicamente il sito in esame è stata effettuata un’indagine HVSR utili a definire il profilo verticale della Vs (velocità di propagazione delle onde di taglio) oltre alla tradizionale sismica a rifrazione.

1. Tecnica di misure ed interpretazione HVSR (tramite TROMINO)

Tale prospezioni sismica si basate sull’acquisizione e sull’analisi del Rumore Sismico Ambientale (Seismic Noise) ovvero la continua vibrazione del suolo dovuta sia a cause antropiche che naturali. Questa tipologia di tecniche (definite metodi sismici passivi) , dunque, non ha bisogno di alcuna energizzazione esterna poiché utilizza come sorgente il traffico veicolare, la produzione industriale, il vento, la pioggia e tutto ciò che è in grado di produrre una minima vibrazione sulla superficie del suolo. In particolar modo con la tecnica a “ Stazione Singola” viene valutato il rapporto di ampiezza fra le componenti orizzontali e verticali del moto (metodo HVSR ovvero “Horizontal to Vertical Spectral Ratios) (Nakamura, Y. [1989]). Analizzando misure di questo tipo è possibile identificare le modalità di vibrazione del terreno e individuare la frequenza fondamentale ( f ) di questa vibrazione. Sapendo che in generale esiste una relazione semplice fra f, lo spessore della parte più soffice del terreno (ovvero la parte di materiali sovrastante il bed-rock) e la velocità media (Vs) delle onde simiche nel sottosuolo, attraverso le misure HVSR è possibile risalire allo spessore di questo strato. Si possono inoltre effettuare delle considerazioni di tipo “qualitativo” molto utili in merito a possibili interferenze tra le frequenze risonanti del suolo e degl’edifici sovrastanti. Per la valutazione del periodo proprio di risonanza del sottosuolo e stata utilizzata la tecnica a stazione singola Horizontal to Vertical Spectral Ratio (Kanai,1957; Igarashi 1970; Nakamura 1989) che permette di estrarre informazioni relative alla frequenza di vibrazione del suolo a partire dagli spettri di rumore sismico registrati in sito. La tecnica prevede di calcolare il rapporto, in funzione della frequenza, tra gli spettri di risposta della componente orizzontale e verticale del moto dovuto ai microtremori ambientali. La misura di rumore sismico della durata di 26 minuti per ogni punto di misura è stata eseguita con una frequenza di campionamento a 128 Hz.

2. Strumentazione impiegata Hardware

E' stato utilizzato un tromografo digitale modello “Tromino” (Micromed srl) avente un intervallo di acquisizione sulle frequenze da 0.1 a 256 Hz, dotati di sistema di acquisizione digitale ad alta 2

risoluzione (24 bit) e primo-processing interno. La livellazione micrometrica dello strumento e stata assicurata per ogni misura tramite bolla di precisione agendo sui tre punti di appoggio (punte) ed orientando uno dei 3 sensori di acquisizione (ortogonali tra loro) verso il N magnetico.

Software

Per le analisi dei dati acquisiti è stato adottato il software Grilla®; pacchetto software specificatamente sviluppato, a cura dello stesso costruttore dello strumento, per il trattamento e l’analisi dei dati acquisiti mediante il Tromino. Grilla è articolato in tre moduli principali atti all’analisi delle vibrazioni, alla definizione e modellazione delle curve H/V per fini stratigrafici ed al calcolo dei modi principali degli edifici.

3. Disturbi ed anomalie

L’analisi è stata eseguita in buone condizioni; il sito è posto vicino ad una strada a non elevato traffico veicolare; tale fonte di disturbo antropico non ha condizionato l’acquisizione dei dati e, di conseguenza, non ha limitato la attendibilità delle elaborazioni.

Per le prove HVSR, al fine di consentire una rapida valutazione della bontà del dato, è stato utilizzato il metodo di controllo della qualità denominato SESAME.

Per la completa affidabilità della curva HVSR devono essere positivi i primi tre parametri; in caso contrario la prova risulterà meno affidabile e sarà cura dell’operatore scartala o mantenerla. Nel nostro caso tutte e tre le prove hanno i primi tre criteri SESAME positivi. Del resto i risultati erano congruenti con le conoscenze pregresse del sito.

Gli altri sei criteri invece si riferiscono ad un chiaro e pulito segnale del picco massimo; in questo caso dovrebbero essere soddisfatti almeno cinque dei sei criteri; se così non è, significa che il segnale è sporco e possono esserci altri picchi o nessun picco.

3

Analisi HV1

Figura 3.1: analisi temporale del rumore Figura 3.2: analisi direzionale del rumore

Frequenza (HZ)

Figura 3.3: spettri delle 3 componenti

Frequenza (HZ)

Figura 3.4: rapporto H/V

4

In termini di interpretazione del contrasto di impedenza acustica responsabile, eventuali picchi riscontrati, adottando secondo l'ipotesi λ /4 una funzione di trasferimento di tipo:

F (ω) = 1/cos (ωH/Vs)

La frequenza naturale (Fn) di vibrazione dello strato di terreno corrisponde ai massimi della funzione di amplificazione:

Fn= ωn/2 π (Vs/4H) con H profondità del rifrattore e Vs velocita delle onde sismiche di taglio, si può imporre la risonanza del sistema secondo la seguente relazione con T periodo proprio del suolo:

T = 2π/ω= 4H/Vs

Tabella riassuntiva delle frequenze registrate in un range da 0,0 a 64,0 Hz:

Sito di indagine Frequenza H/V

HV 6.7 Hz – 13 Hz

Tutte le misurazioni sono state testate per validarne l’efficacia tramite i parametri suggeriti dal Progetto Europeo SESAME: 5

La prova si è svolta in condizioni di basso rumore antropico (vicinanza ad una zona industriale - sorgente primaria antropica di disturbo)

6

Analisi HV2

Figura 3.1: analisi temporale del rumore Figura 3.2: analisi direzionale del rumore

Frequenza (HZ)

Figura 3.3: spettri delle 3 componenti

Frequenza (HZ)

Figura 3.4: rapporto H/V

7

In termini di interpretazione del contrasto di impedenza acustica responsabile, eventuali picchi riscontrati, adottando secondo l'ipotesi λ /4 una funzione di trasferimento di tipo:

F (ω) = 1/cos (ωH/Vs)

La frequenza naturale (Fn) di vibrazione dello strato di terreno corrisponde ai massimi della funzione di amplificazione:

Fn= ωn/2 π (Vs/4H) con H profondità del rifrattore e Vs velocita delle onde sismiche di taglio, si può imporre la risonanza del sistema secondo la seguente relazione con T periodo proprio del suolo:

T = 2π/ω= 4H/Vs

Tabella riassuntiva delle frequenze registrate in un range da 0,0 a 64,0 Hz:

Sito di indagine Frequenza H/V

HV 5.78 Hz – 13 Hz – 19 Hz

8

Tutte le misurazioni sono state testate per validarne l’efficacia tramite i parametri suggeriti dal Progetto Europeo SESAME:

La prova si è svolta in condizioni di basso rumore antropico (vicinanza ad una zona industriale - sorgente primaria antropica di disturbo).

9

Analisi HV3

Figura 3.1: analisi temporale del rumore Figura 3.2: analisi direzionale del rumore

Frequenza (HZ) Figura 3.3: spettri delle 3 componenti

Frequenza (HZ)

Figura 3.4: rapporto H/V

10

In termini di interpretazione del contrasto di impedenza acustica responsabile, eventuali picchi riscontrati, adottando secondo l'ipotesi λ /4 una funzione di trasferimento di tipo:

F (ω) = 1/cos (ωH/Vs)

La frequenza naturale (Fn) di vibrazione dello strato di terreno corrisponde ai massimi della funzione di amplificazione:

Fn= ωn/2 π (Vs/4H) con H profondità del rifrattore e Vs velocita delle onde sismiche di taglio, si può imporre la risonanza del sistema secondo la seguente relazione con T periodo proprio del suolo:

T = 2π/ω= 4H/Vs

Tabella riassuntiva delle frequenze registrate in un range da 0,0 a 64,0 Hz:

Sito di indagine Frequenza H/V

HV 5.63 Hz – 12 Hz – 18 Hz

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Tutte le misurazioni sono state testate per validarne l’efficacia tramite i parametri suggeriti dal Progetto Europeo SESAME:

La prova si è svolta in condizioni di basso rumore antropico (vicinanza ad una zona industriale - sorgente primaria antropica di disturbo)

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Conclusioni HV Le prova si sono svolte in condizioni di basso rumore antropico, la cui sorgente primaria è la zona industriale vicina.

Sulla base di queste considerazioni, il sito in esame presenta tre picchi di risonanza riscontrabili a circa 5/6 Hz, 12/13 Hz e 18/19 Hz; i dati appaiono propri di un graduale e progressivo miglioramento delle condizioni meccaniche del sottosuolo sino a rilevanti profondità.

La successione stratigrafica vede una coltre sciolta con Vs di poco inferiore a 300 m/s e spessore tera 4 e 6 m (18-19 Hz) poi un livello a velocità di 320-330 m/s fino a 11-13 m di profondità (12-13 Hz) ed infine successioni più compatte, con velocità di circa 500 m/s fino profondità dell’ordine dei 30-35 m (5-6 Hz).

La Vs30 risulta compresa tra 400 e 420 m/s

La frequenza propria del terreno si pone a circa F0 5-6 Hz con H/V circa 5

Pieve di Soligo, 15/01/2016 il Geologo Dott. Gino Lucchetta

13

Comune di Segusino TV: microzonazione sismica Livello 1

ALLEGATO

Indagini MS 2018

STUDIO di GEOLOGIA APPLICATA ALL’INGEGNERIA dott. geol. GINO LUCCHETTA Pagina 64 di 64 Via Rivette, 9/2 – 31053 Pieve di Soligo. Tel/Fax 0438 842312; e-mail: [email protected] [email protected] STUDIO TECNICO DI GEOLOGIA APPLICATA ALL'INGEGNERIA dott. geol. GINO LUCCHETTA via Rivette, 9/2 Pieve di Soligo (TV) tel./fax 0438.842312 Relazione Sismica Rifrazione - MASW – ReMi - per definizione del profilo verticale Vs e parametro Vs30

SGS_SMC1 Viale Italia

Coordinate WGS84 Lat. N 45.91147351 Long. E 11.95368852 Coordinate ED50 Lat. N 45.913232 Long. E 11.954873

il Geologo dott. Gino Lucchetta pag. 1

Stendimento Sismico 1 Analisi RIFRAZIONE 1

Grafico generale curva distanza-tempo

Sezione stratigrafica interpretata

La sezione stratigrafica è stata interpretata sulla base dei valori delle velocità delle onde P considerando il profilo topografico orizzontale e gli strati inclinati in maniera pseudo-uniforme .

pag. 2 Analisi MASW 1

pag. 3 Analisi ReMi 1

pag. 4 Risultati finali

L’analisi della dispersione delle onde di Rayleigh a partire da dati di sismica attiva (MASW) e sismica passiva (ReMi) ha consentito di determinare il profilo verticale della VS (e del modulo di taglio) e, di conseguenza, del parametro Vs30 (considerando come riferimento il piano campagna z = 0 m). Questi trovano peraltro riscontro nel modello sismostratigrafico ricavato dalla sismica a rifrazione.

In sintesi: BEDROCK GEOLOGICO

NO SI COPERTURA limi sabbie con ghiaia PARAMETRO Vs da MASW Vs 30 = 528 m/s

PARAMETRO Vs da ReMi Vs 30 = 536 m/s CATEGORIA DEL B SOTTOSUOLO

Rispetto le norme tecniche per le costruzioni (DM 14 gennaio 2008, ex DM 14/09/2005) il sito in esame rientra quindi nella categoria B

Suolo di tipo B

Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti, con spessori superiori a 30m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30, compresi fra 360 m/s e 800 m/s.

Naturalmente il vero dato di velocità va considerato in un ragionevole intorno del dato proveniente dalle elaborazioni sperimentali ( ± 10%), per cui i terreni con velocità borderline vengono cautelativamente attribuiti alla categoria inferiore.

Pieve di Soligo, 20/04/2018 il Geologo dott. Gino Lucchetta

pag. 5 STUDIO TECNICO DI GEOLOGIA APPLICATA ALL'INGEGNERIA dott. geol. GINO LUCCHETTA via Rivette, 9/2 Pieve di Soligo (TV) tel./fax 0438.842312 Relazione Sismica Rifrazione - MASW – ReMi - per definizione del profilo verticale Vs e parametro Vs30

SGS_SMC2 Via Col Lonc

Coordinate WGS84 Lat. N 45.91328814 Long. E 11.96333032 Coordinate ED50 Lat. N 45.915047 Long. E 11.964515

il Geologo dott. Gino Lucchetta pag. 1 Stendimento Sismico 2 Analisi RIFRAZIONE 2

Grafico generale curva distanza-tempo

Sezione stratigrafica interpretata

La sezione stratigrafica è stata interpretata sulla base dei valori delle velocità delle onde P considerando il profilo topografico orizzontale e gli strati inclinati in maniera pseudo-uniforme .

pag. 2 Analisi MASW 2

pag. 3 Analisi ReMi 2

pag. 4 Risultati finali

L’analisi della dispersione delle onde di Rayleigh a partire da dati di sismica attiva (MASW) e sismica passiva (ReMi) ha consentito di determinare il profilo verticale della VS (e del modulo di taglio) e, di conseguenza, del parametro Vs30 (considerando come riferimento il piano campagna z = 0 m). Questi trovano peraltro riscontro nel modello sismostratigrafico ricavato dalla sismica a rifrazione.

In sintesi: BEDROCK GEOLOGICO

NO SI COPERTURA limi sabbie con ghiaia PARAMETRO Vs da MASW Vs 30 = 443 m/s

PARAMETRO Vs da ReMi Vs 30 = 503 m/s CATEGORIA DEL B SOTTOSUOLO

Rispetto le norme tecniche per le costruzioni (DM 14 gennaio 2008, ex DM 14/09/2005) il sito in esame rientra quindi nella categoria B

Suolo di tipo B

Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti, con spessori superiori a 30m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30, compresi fra 360 m/s e 800 m/s.

Naturalmente il vero dato di velocità va considerato in un ragionevole intorno del dato proveniente dalle elaborazioni sperimentali ( ± 10%), per cui i terreni con velocità borderline vengono cautelativamente attribuiti alla categoria inferiore.

Pieve di Soligo, 20/04/2018 il Geologo dott. Gino Lucchetta

pag. 5 STUDIO TECNICO DI GEOLOGIA APPLICATA ALL'INGEGNERIA dott. geol. GINO LUCCHETTA via Rivette, 9/2 Pieve di Soligo (TV) tel./fax 0438.842312 Relazione Sismica Rifrazione - MASW – ReMi - per definizione del profilo verticale Vs e parametro Vs30

SGS_SMC3 Via Delle Pose

Coordinate WGS84 Lat. N 45.91402586 Long. E 11.95878762 Coordinate ED50 Lat. N 45.915784 Long. E 11.959972

il Geologo dott. Gino Lucchetta pag. 1

Stendimento Sismico 3 Analisi RIFRAZIONE 3

Grafico generale curva distanza-tempo

Sezione stratigrafica interpretata

La sezione stratigrafica è stata interpretata sulla base dei valori delle velocità delle onde P considerando il profilo topografico orizzontale e gli strati inclinati in maniera pseudo-uniforme .

pag. 2 Analisi MASW 3

pag. 3 Analisi ReMi 3

pag. 4 Risultati finali

L’analisi della dispersione delle onde di Rayleigh a partire da dati di sismica attiva (MASW) e sismica passiva (ReMi) ha consentito di determinare il profilo verticale della VS (e del modulo di taglio) e, di conseguenza, del parametro Vs30 (considerando come riferimento il piano campagna z = 0 m). Questi trovano peraltro riscontro nel modello sismostratigrafico ricavato dalla sismica a rifrazione.

In sintesi: BEDROCK GEOLOGICO

NO SI COPERTURA limi sabbie con ghiaia PARAMETRO Vs da MASW Vs 30 = 513 m/s

PARAMETRO Vs da ReMi Vs 30 = 450 m/s CATEGORIA DEL B SOTTOSUOLO

Rispetto le norme tecniche per le costruzioni (DM 14 gennaio 2008, ex DM 14/09/2005) il sito in esame rientra quindi nella categoria B

Suolo di tipo B

Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti, con spessori superiori a 30m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30, compresi fra 360 m/s e 800 m/s.

Naturalmente il vero dato di velocità va considerato in un ragionevole intorno del dato proveniente dalle elaborazioni sperimentali ( ± 10%), per cui i terreni con velocità borderline vengono cautelativamente attribuiti alla categoria inferiore.

Pieve di Soligo, 20/04/2018 il Geologo dott. Gino Lucchetta

pag. 5 STUDIO TECNICO DI GEOLOGIA APPLICATA ALL'INGEGNERIA dott. geol. GINO LUCCHETTA via Rivette, 9/2 Pieve di Soligo (TV) tel./fax 0438.842312 Relazione Sismica Rifrazione - MASW – ReMi - per definizione del profilo verticale Vs e parametro Vs30

SGS_SMC4 Via De La Nona

Coordinate WGS84 Lat. N 45.91643682 Long. E 11.95766109 Coordinate ED50 Lat. N 45.918195 Long. E 11.958846

il Geologo dott. Gino Lucchetta pag. 1 Stendimento Sismico 4 Analisi RIFRAZIONE 4

Grafico generale curva distanza-tempo

Sezione stratigrafica interpretata

La sezione stratigrafica è stata interpretata sulla base dei valori delle velocità delle onde P considerando il profilo topografico orizzontale e gli strati inclinati in maniera pseudo-uniforme .

pag. 2 Analisi MASW 4

pag. 3 Analisi ReMi 4

pag. 4 Risultati finali

L’analisi della dispersione delle onde di Rayleigh a partire da dati di sismica attiva (MASW) e sismica passiva (ReMi) ha consentito di determinare il profilo verticale della VS (e del modulo di taglio) e, di conseguenza, del parametro Vs30 (considerando come riferimento il piano campagna z = 0 m). Questi trovano peraltro riscontro nel modello sismostratigrafico ricavato dalla sismica a rifrazione.

In sintesi: BEDROCK GEOLOGICO

NO SI COPERTURA limi sabbie con ghiaia PARAMETRO Vs da MASW Vs 30 = 455 m/s

PARAMETRO Vs da ReMi Vs 30 = 483 m/s CATEGORIA DEL B SOTTOSUOLO

Rispetto le norme tecniche per le costruzioni (DM 14 gennaio 2008, ex DM 14/09/2005) il sito in esame rientra quindi nella categoria B

Suolo di tipo B

Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti, con spessori superiori a 30m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30, compresi fra 360 m/s e 800 m/s.

Naturalmente il vero dato di velocità va considerato in un ragionevole intorno del dato proveniente dalle elaborazioni sperimentali ( ± 10%), per cui i terreni con velocità borderline vengono cautelativamente attribuiti alla categoria inferiore.

Pieve di Soligo, 20/04/2018 il Geologo dott. Gino Lucchetta

pag. 5 STUDIO TECNICO DI GEOLOGIA APPLICATA ALL'INGEGNERIA dott. geol. GINO LUCCHETTA via Rivette, 9/2 Pieve di Soligo (TV) tel./fax 0438.842312 Relazione Sismica Rifrazione - MASW – ReMi - per definizione del profilo verticale Vs e parametro Vs30

SGS_SMC5 Via Codalunga

Coordinate WGS84 Lat. N 45.91711979 Long. E 11.95077855 Coordinate ED50 Lat. N 45,883482 Long. E 11.951963

il Geologo dott. Gino Lucchetta pag. 1 Stendimento Sismico 5 Analisi RIFRAZIONE 5

Grafico generale curva distanza-tempo

Sezione stratigrafica interpretata

La sezione stratigrafica è stata interpretata sulla base dei valori delle velocità delle onde P considerando il profilo topografico orizzontale e gli strati inclinati in maniera pseudo-uniforme .

pag. 2 Analisi MASW 5

pag. 3 Analisi ReMi 5

pag. 4 Risultati finali

L’analisi della dispersione delle onde di Rayleigh a partire da dati di sismica attiva (MASW) e sismica passiva (ReMi) ha consentito di determinare il profilo verticale della VS (e del modulo di taglio) e, di conseguenza, del parametro Vs30 (considerando come riferimento il piano campagna z = 0 m). Questi trovano peraltro riscontro nel modello sismostratigrafico ricavato dalla sismica a rifrazione.

In sintesi: BEDROCK GEOLOGICO

NO SI COPERTURA limi sabbie con ghiaia PARAMETRO Vs da MASW Vs 30 = 595 m/s

PARAMETRO Vs da ReMi Vs 30 = 619 m/s CATEGORIA DEL B SOTTOSUOLO

Rispetto le norme tecniche per le costruzioni (DM 14 gennaio 2008, ex DM 14/09/2005) il sito in esame rientra quindi nella categoria B

Suolo di tipo B

Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti, con spessori superiori a 30m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30, compresi fra 360 m/s e 800 m/s.

Naturalmente il vero dato di velocità va considerato in un ragionevole intorno del dato proveniente dalle elaborazioni sperimentali ( ± 10%), per cui i terreni con velocità borderline vengono cautelativamente attribuiti alla categoria inferiore.

Pieve di Soligo, 20/04/2018 il Geologo dott. Gino Lucchetta

pag. 5 STUDIO TECNICO DI GEOLOGIA APPLICATA ALL'INGEGNERIA dott. geol. GINO LUCCHETTA via Rivette, 9/2 Pieve di Soligo (TV) tel./fax 0438.842312 Relazione Sismica Rifrazione - MASW – ReMi - per definizione del profilo verticale Vs e parametro Vs30

SGS_SMC6 Via Zancaner

Coordinate WGS84 Lat. N 45.91883649 Long. 11.95634145 Coordinate ED50 Lat. N 45.920595 Long. E 11.957526

il Geologo dott. Gino Lucchetta pag. 1 Stendimento Sismico 6 Analisi RIFRAZIONE 6

Grafico generale curva distanza-tempo

Sezione stratigrafica interpretata

La sezione stratigrafica è stata interpretata sulla base dei valori delle velocità delle onde P considerando il profilo topografico orizzontale e gli strati inclinati in maniera pseudo-uniforme .

pag. 2 Analisi MASW 6

pag. 3 Analisi ReMi 6

pag. 4 Risultati finali

L’analisi della dispersione delle onde di Rayleigh a partire da dati di sismica attiva (MASW) e sismica passiva (ReMi) ha consentito di determinare il profilo verticale della VS (e del modulo di taglio) e, di conseguenza, del parametro Vs30 (considerando come riferimento il piano campagna z = 0 m). Questi trovano peraltro riscontro nel modello sismostratigrafico ricavato dalla sismica a rifrazione.

In sintesi: BEDROCK GEOLOGICO

NO SI COPERTURA limi sabbie con ghiaia PARAMETRO Vs da MASW Vs 30 = 553 m/s

PARAMETRO Vs da ReMi Vs 30 = 547 m/s CATEGORIA DEL B SOTTOSUOLO

Rispetto le norme tecniche per le costruzioni (DM 14 gennaio 2008, ex DM 14/09/2005) il sito in esame rientra quindi nella categoria B

Suolo di tipo B

Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti, con spessori superiori a 30m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30, compresi fra 360 m/s e 800 m/s.

Naturalmente il vero dato di velocità va considerato in un ragionevole intorno del dato proveniente dalle elaborazioni sperimentali ( ± 10%), per cui i terreni con velocità borderline vengono cautelativamente attribuiti alla categoria inferiore.

Pieve di Soligo, 20/04/2018 il Geologo dott. Gino Lucchetta

pag. 5 STUDIO TECNICO DI GEOLOGIA APPLICATA ALL'INGEGNERIA dott. geol. GINO LUCCHETTA via Rivette, 9/2 Pieve di Soligo (TV) tel./fax 0438.842312 Relazione Sismica Rifrazione - MASW – ReMi - per definizione del profilo verticale Vs e parametro Vs30

SGS_SMC7 Via Cavarne

Coordinate WGS84 Lat. N 45.91987022 Long. E 11.95880908 Coordinate ED50 Lat. N 45.921629 Long. E 11.959994

il Geologo dott. Gino Lucchetta pag. 1 Stendimento Sismico 7 Analisi RIFRAZIONE 7

Grafico generale curva distanza-tempo

Sezione stratigrafica interpretata

La sezione stratigrafica è stata interpretata sulla base dei valori delle velocità delle onde P considerando il profilo topografico orizzontale e gli strati inclinati in maniera pseudo-uniforme .

pag. 2 Analisi MASW 7

pag. 3 Analisi ReMi 7

pag. 4 Risultati finali

L’analisi della dispersione delle onde di Rayleigh a partire da dati di sismica attiva (MASW) e sismica passiva (ReMi) ha consentito di determinare il profilo verticale della VS (e del modulo di taglio) e, di conseguenza, del parametro Vs30 (considerando come riferimento il piano campagna z = 0 m). Questi trovano peraltro riscontro nel modello sismostratigrafico ricavato dalla sismica a rifrazione.

In sintesi: BEDROCK GEOLOGICO

NO SI COPERTURA limi sabbie con ghiaia PARAMETRO Vs da MASW Vs 30 = 513 m/s

PARAMETRO Vs da ReMi Vs 30 = 515 m/s CATEGORIA DEL B SOTTOSUOLO

Rispetto le norme tecniche per le costruzioni (DM 14 gennaio 2008, ex DM 14/09/2005) il sito in esame rientra quindi nella categoria B

Suolo di tipo B

Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti, con spessori superiori a 30m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30, compresi fra 360 m/s e 800 m/s.

Naturalmente il vero dato di velocità va considerato in un ragionevole intorno del dato proveniente dalle elaborazioni sperimentali ( ± 10%), per cui i terreni con velocità borderline vengono cautelativamente attribuiti alla categoria inferiore.

Pieve di Soligo, 20/04/2018 il Geologo dott. Gino Lucchetta

pag. 5 STUDIO TECNICO DI GEOLOGIA APPLICATA ALL'INGEGNERIA dott. geol. GINO LUCCHETTA via Rivette, 9/2 Pieve di Soligo (TV) tel./fax 0438.842312 Relazione Sismica Rifrazione - MASW – ReMi - per definizione del profilo verticale Vs e parametro Vs30

SGS_SMC8 Via San Valentino

Coordinate WGS84 Lat. N 45.92137039 Long. E 11.95481795 Coordinate ED50 Lat. N 45.923129 Long. E 11.956003

il Geologo dott. Gino Lucchetta pag. 1 Stendimento Sismico 8 Analisi RIFRAZIONE 8

Grafico generale curva distanza-tempo

Sezione stratigrafica interpretata

La sezione stratigrafica è stata interpretata sulla base dei valori delle velocità delle onde P considerando il profilo topografico orizzontale e gli strati inclinati in maniera pseudo-uniforme .

pag. 2 Analisi MASW 8

pag. 3 Analisi ReMi 8

pag. 4 Risultati finali

L’analisi della dispersione delle onde di Rayleigh a partire da dati di sismica attiva (MASW) e sismica passiva (ReMi) ha consentito di determinare il profilo verticale della VS (e del modulo di taglio) e, di conseguenza, del parametro Vs30 (considerando come riferimento il piano campagna z = 0 m). Questi trovano peraltro riscontro nel modello sismostratigrafico ricavato dalla sismica a rifrazione.

In sintesi: BEDROCK GEOLOGICO

NO SI COPERTURA limi sabbie con ghiaia PARAMETRO Vs da MASW Vs 30 = 527 m/s

PARAMETRO Vs da ReMi Vs 30 = 534 m/s CATEGORIA DEL B SOTTOSUOLO

Rispetto le norme tecniche per le costruzioni (DM 14 gennaio 2008, ex DM 14/09/2005) il sito in esame rientra quindi nella categoria B

Suolo di tipo B

Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti, con spessori superiori a 30m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30, compresi fra 360 m/s e 800 m/s.

Naturalmente il vero dato di velocità va considerato in un ragionevole intorno del dato proveniente dalle elaborazioni sperimentali ( ± 10%), per cui i terreni con velocità borderline vengono cautelativamente attribuiti alla categoria inferiore.

Pieve di Soligo, 20/04/2018 il Geologo dott. Gino Lucchetta

pag. 5 STUDIO TECNICO DI GEOLOGIA APPLICATA ALL'INGEGNERIA dott. geol. GINO LUCCHETTA via Rivette, 9/2 Pieve di Soligo (TV) tel./fax 0438.842312 Relazione Sismica Rifrazione - MASW – ReMi - per definizione del profilo verticale Vs e parametro Vs30

SGS_SMC9 Via Melies

Coordinate WGS84 Lat. N 45.94510844 Long. E 11.96564871 Coordinate ED50 Lat. N 45.946867 Long. E 11.966834

il Geologo dott. Gino Lucchetta pag. 1 Stendimento Sismico 9 Analisi RIFRAZIONE 9

Grafico generale curva distanza-tempo

Sezione stratigrafica interpretata

La sezione stratigrafica è stata interpretata sulla base dei valori delle velocità delle onde P considerando il profilo topografico orizzontale e gli strati inclinati in maniera pseudo-uniforme .

pag. 2 Analisi MASW 9

pag. 3 Analisi ReMi 9

pag. 4 Risultati finali

L’analisi della dispersione delle onde di Rayleigh a partire da dati di sismica attiva (MASW) e sismica passiva (ReMi) ha consentito di determinare il profilo verticale della VS (e del modulo di taglio) e, di conseguenza, del parametro Vs30 (considerando come riferimento il piano campagna z = 0 m). Questi trovano peraltro riscontro nel modello sismostratigrafico ricavato dalla sismica a rifrazione.

In sintesi: BEDROCK GEOLOGICO

NO SI COPERTURA limi sabbie con ghiaia PARAMETRO Vs da MASW Vs 30 = 366 m/s

PARAMETRO Vs da ReMi Vs 30 = 347 m/s CATEGORIA DEL C SOTTOSUOLO

Rispetto le norme tecniche per le costruzioni (DM 14 gennaio 2008, ex DM 14/09/2005) il sito in esame rientra quindi nella categoria C

Suolo di tipo C Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o di terreni a grana fina mediamente consistenti, con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 180 m/s e 360 m/s (ovvero 15 < NSPT30 < 50 nei terreni a grana grossa e 70 < cu30 < 250 kPa nei terreni a grana fina).

Naturalmente il vero dato di velocità va considerato in un ragionevole intorno del dato proveniente dalle elaborazioni sperimentali ( ± 10%), per cui i terreni con velocità borderline vengono cautelativamente attribuiti alla categoria inferiore.

Pieve di Soligo, 20/04/2018 il Geologo dott. Gino Lucchetta

pag. 5

STUDIO TECNICO DI GEOLOGIA APPLICATA ALL'INGEGNERIA dott. geol. GINO LUCCHETTA via Rivette, 9/2 Pieve di Soligo (TV) tel./fax 0438.842312 Relazione Sismica passiva HVSR per definizione della frequenza f 0

SGS_HVSR1 Viale Italia

Coordinate WGS84 Lat. N 45.91147351 Long. E 11.95368852 Coordinate ED50 Lat. N 45.913232 Long. E 11.954873

il Geologo dott. Gino Lucchetta

pag. 1

Periodo proprio di risonanza del suolo (HV1)

HORIZONTAL TO VERTICAL SPECTRAL RATIO

H/V TIME HISTORY DIRECTIONAL H/V

SINGLE COMPONENT SPECTRA

pag. 2

EXPERIMENTAL vs. SYNTHETIC H/V

Depth at the bottom of Thickness [m] Vs [m/s] Poisson ratio the layer [m] 15.00 15.00 682 0.42 inf. inf. 1574 0.35

Vs(0.0-30.0)=952m/s

pag. 3

[According to the SESAME, 2005 guidelines. Please read carefully the Grilla manual before interpreting the following tables .]

Max. H/V at 11.38 ± 5.44 Hz (in the range 0.0 - 33.0 Hz).

Criteria for a reliable H/V curve [All 3 should be fulfilled]

f0 > 10 / Lw 11.38 > 0.50 OK nc(f 0) > 200 13650.0 > 200 OK σA(f) < 2 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 > 0.5Hz Exceeded 0 out of 547 times OK σA(f) < 3 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 < 0.5Hz

Criteria for a clear H/V peak [At least 5 out of 6 should be fulfilled]

- - Ex ists f in [f 0/4, f 0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 5.438 Hz OK + + Exists f in [f 0, 4f 0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 16.125 Hz OK A0 > 2 4.45 > 2 OK fpeak [A H/V (f) ± σA(f)] = f 0 ± 5% |0.47782| < 0.05 NO σf < ε(f 0) 5.43517 < 0.56875 NO σA(f 0) < θ(f 0) 0.4184 < 1.58 OK

Lw window length nw number of windows used in the analysis nc = L w nw f0 number of significant cycles f current frequency f0 H/V peak frequency σf standard deviation of H/V peak frequency ε(f 0) threshold value for the stability condition σf < ε(f 0) A0 H/V peak amplitude at frequency f0 AH/V (f) H/V curve amplitude at frequency f - f – frequency between f0/4 and f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 + f + frequency between f0 and 4f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 σA(f) standard deviation of AH/V (f), σA(f) is the factor by which the mean AH/V (f) curve should be multiplied or divided σlogH/V (f) standard deviation of log A H/V (f) curve σ θ θ(f 0) threshold value for the stability condition A(f) < (f 0)

Threshold values for σf and σA(f 0) Freq. range [Hz] < 0.2 0.2 – 0.5 0.5 – 1.0 1.0 – 2.0 > 2.0 ε(f 0) [Hz] 0.25 f 0 0.2 f 0 0.15 f 0 0.10 f 0 0.05 f 0 θ(f 0) for σA(f 0) 3.0 2.5 2.0 1.78 1.58 log θ(f 0) for σlogH/V (f 0) 0.48 0.40 0.30 0.25 0.20

pag. 4

STUDIO TECNICO DI GEOLOGIA APPLICATA ALL'INGEGNERIA dott. geol. GINO LUCCHETTA via Rivette, 9/2 Pieve di Soligo (TV) tel./fax 0438.842312 Relazione Sismica passiva HVSR per definizione della frequenza f 0

SGS_HVSR2 Via Col Lonc

Coordinate WGS84 Lat. N 45.91328814 Long. E 11.96333032 Coordinate ED50 Lat. N 45.915047 Long. E 11.964515

il Geologo dott. Gino Lucchetta

pag. 1

Periodo proprio di risonanza del suolo (HV2)

HORIZONTAL TO VERTICAL SPECTRAL RATIO

H/V TIME HISTORY DIRECTIONAL H/V

SINGLE COMPONENT SPECTRA

pag. 2

EXPERIMENTAL vs. SYNTHETIC H/V

Depth at the bottom of Thickness [m] Vs [m/s] Poisson ratio the layer [m] 5.00 5.00 234 0.42 24.00 19.00 470 0.38 inf. inf. 756 0.35

pag. 3

[According to the SESAME, 2005 guidelines. Please read carefully the Grilla manual before interpreting the following tables .]

Max. H/V at 5.59 ± 2.13 Hz (in the range 1.0 - 33.0 Hz).

Criteria for a reliable H/V curve [All 3 should be fulfilled]

f0 > 10 / L w 5.59 > 0.50 OK nc(f 0) > 200 6712.5 > 200 OK σA(f) < 2 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 > 0.5Hz Exceeded 0 out of 270 times OK σA(f) < 3 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 < 0.5Hz

Criteria for a clear H/V peak [At least 5 out of 6 should be fulfilled]

- - Exists f in [f 0/4, f 0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 NO + + Exists f in [f 0, 4f 0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 14.5 Hz OK A0 > 2 2.65 > 2 OK fpeak [A H/V (f) ± σA(f)] = f 0 ± 5% |0.37993| < 0.05 NO σf < ε(f 0) 2.12523 < 0.27969 NO σA(f 0) < θ(f 0) 0.1549 < 1.58 OK

Lw window length nw number of windows used in the analysis nc = L w nw f0 number of significant cycles f current frequency f0 H/V peak frequency σf standard deviation of H/V peak frequency ε(f 0) threshold value for the stability condition σf < ε(f 0) A0 H/V peak amplitude at frequency f0 AH/V (f) H/V curve amplitude at frequency f - f – frequency between f0/4 and f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 + f + frequency between f0 and 4f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 σA(f) standard deviation of A H/V (f), σA(f) is the factor by which the mean AH/V (f) curve should be multiplied or divided σlogH/V (f) standard deviation of log A H/V (f) curve σ θ θ(f 0) threshold value for the stability condition A(f) < (f 0)

Threshold values for σf and σA(f 0) Freq. range [Hz] < 0.2 0.2 – 0.5 0.5 – 1.0 1.0 – 2.0 > 2.0 ε(f 0) [Hz] 0.25 f 0 0.2 f 0 0.15 f 0 0.10 f 0 0.05 f 0 θ(f 0) for σA(f 0) 3.0 2.5 2.0 1.78 1.58 log θ(f 0) for σlogH/V (f 0) 0.48 0.40 0.30 0.25 0.20

pag. 4

STUDIO TECNICO DI GEOLOGIA APPLICATA ALL'INGEGNERIA dott. geol. GINO LUCCHETTA via Rivette, 9/2 Pieve di Soligo (TV) tel./fax 0438.842312 Relazione Sismica passiva HVSR per definizione della frequenza f 0

SGS_HVSR3 Via Delle Pose

Coordinate WGS84 Lat. N 45.91402586 Long. E 11.95878762 Coordinate ED50 Lat. N 45.915784 Long. E 11.959972

il Geologo dott. Gino Lucchetta

Periodo proprio di risonanza del suolo (HV3)

HORIZONTAL TO VERTICAL SPECTRAL RATIO

H/V TIME HISTORY DIRECTIONAL H/V

SINGLE COMPONENT SPECTRA

EXPERIMENTAL vs. SYNTHETIC H/V

Depth at the bottom of Thickness [m] Vs [m/s] Poisson ratio the layer [m] 4.00 4.00 179 0.42 18.00 14.00 390 0.38 inf. inf. 646 0.35

[According to the SESAME, 2005 guidelines. Please read carefully the Grilla manual before interpreting the following tables .]

Max. H/V at 6.56 ± 3.59 Hz (in the range 1.0 - 7.0 Hz).

Criteria for a reliable H/V curve [All 3 should be fulfilled]

f0 > 10 / L w 6.56 > 0.50 OK nc(f 0) > 200 7875.0 > 200 OK σA(f) < 2 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 > 0.5Hz Exceeded 0 out of 316 times OK σA(f) < 3 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 < 0.5Hz

Criteria for a clear H/V peak [At least 5 out of 6 should be fulfilled]

- - Exists f in [f 0/4, f 0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 5.156 Hz OK + + Exists f in [f 0, 4f 0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 18.469 Hz OK A0 > 2 3.20 > 2 OK fpeak [A H/V (f) ± σA(f)] = f 0 ± 5% |0.54702| < 0.05 NO σf < ε(f 0) 3.58985 < 0.32813 NO σA(f 0) < θ(f 0) 0.1585 < 1.58 OK

Lw window length nw number of windows used in the analysis nc = Lw nw f0 number of significant cycles f current frequency f0 H/V peak frequency σf standard deviation of H/V peak frequency ε(f 0) threshold value for the stability condition σf < ε(f 0) A0 H/V peak amplitude at frequency f0 AH/V (f) H/V curve amplitude at frequency f - f – frequency between f0/4 and f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 + f + frequency between f0 and 4f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 σA(f) standard deviation of A H/V (f), σA(f) is the factor by which the mean AH/V (f) curve should be multiplied or divided σlogH/V (f) standard deviation of log A H/V (f) curve σ θ θ(f 0) threshold value for the stability condition A(f) < (f 0)

Threshold values for σf and σA(f 0) Freq. range [Hz] < 0.2 0.2 – 0.5 0.5 – 1.0 1.0 – 2.0 > 2.0 ε(f 0) [Hz] 0.25 f 0 0.2 f 0 0.15 f 0 0.10 f 0 0.05 f 0 θ(f 0) for σA(f 0) 3.0 2.5 2.0 1.78 1.58 log θ(f 0) for σlogH/V (f 0) 0.48 0.40 0.30 0.25 0.20

STUDIO TECNICO DI GEOLOGIA APPLICATA ALL'INGEGNERIA dott. geol. GINO LUCCHETTA via Rivette, 9/2 Pieve di Soligo (TV) tel./fax 0438.842312 Relazione Sismica passiva HVSR per definizione della frequenza f 0

SGS_HVSR4 Via De La Nona

Coordinate WGS84 Lat. N 45.91643682 Long. E 11.95766109 Coordinate ED50 Lat. N 45.918195 Long. E 11.958846

il Geologo dott. Gino Lucchetta

pag. 1

Periodo proprio di risonanza del suolo (HV4)

HORIZONTAL TO VERTICAL SPECTRAL RATIO

H/V TIME HISTORY DIRECTIONAL H/V

SINGLE COMPONENT SPECTRA

pag. 2

EXPERIMENTAL vs. SYNTHETIC H/V

Depth at the bottom of Thickness [m] Vs [m/s] Poisson ratio the layer [m] 2.10 2.10 144 0.42 17.10 15.00 308 0.40 inf. inf. 611 0.35

pag. 3

[According to the SESAME, 2005 guidelines. Please read carefully the Grilla manual before interpreting the following tables .]

Max. H/V at 4.69 ± 0.03 Hz (in the range 1.0 - 15.0 Hz).

Criteria for a reliable H/V curve [All 3 should be fulfilled]

f0 > 10 / L w 4.69 > 0.50 OK nc(f 0) > 200 5625.0 > 200 OK σA(f) < 2 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 > 0.5Hz Exceeded 0 out of 226 times OK σA(f) < 3 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 < 0.5Hz

Criteria for a clear H/V peak [At least 5 out of 6 should be fulfilled]

- - Exists f in [f 0/4, f 0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 1.469 Hz OK + + Exists f in [f 0, 4f 0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 NO A0 > 2 3.17 > 2 OK fpeak [A H/V (f) ± σA(f)] = f 0 ± 5% |0.00632| < 0.05 OK σf < ε(f 0) 0.02965 < 0.23438 OK σA(f 0) < θ(f 0) 0.1189 < 1.58 OK

Lw window length nw number of windows used in the analysis nc = L w nw f0 number of significant cycles f current frequency f0 H/V peak frequency σf standard deviation of H/V peak frequency ε(f 0) threshold value for the stability condition σf < ε(f 0) A0 H/V peak amplitude at frequency f0 AH/V (f) H/V curve amplitude at frequency f - f – frequency between f0/4 and f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 + f + frequency between f0 and 4f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 σA(f) standard deviation of A H/V (f), σA(f) is the factor by which the mean AH/V (f) curve should be multiplied or divided σlogH/V (f) standard deviation of log A H/V (f) curve σ θ θ(f 0) threshold value for the stability condition A(f) < (f 0)

Threshold values for σf and σA(f 0) Freq. range [Hz] < 0.2 0.2 – 0.5 0.5 – 1.0 1.0 – 2.0 > 2.0 ε(f 0) [Hz] 0.25 f 0 0.2 f 0 0.15 f 0 0.10 f 0 0.05 f 0 θ(f 0) for σA(f 0) 3.0 2.5 2.0 1.78 1.58 log θ(f 0) for σlogH/V (f 0) 0.48 0.40 0.30 0.25 0.20

pag. 4

STUDIO TECNICO DI GEOLOGIA APPLICATA ALL'INGEGNERIA dott. geol. GINO LUCCHETTA via Rivette, 9/2 Pieve di Soligo (TV) tel./fax 0438.842312 Relazione Sismica passiva HVSR per definizione della frequenza f 0

SGS_HVSR5 Via Codalunga

Coordinate WGS84 Lat. N 45.91711979 Long. E 11.95077855 Coordinate ED50 Lat. N 45,883482 Long. E 11.951963

il Geologo dott. Gino Lucchetta

pag. 1

Periodo proprio di risonanza del suolo (HV5)

HORIZONTAL TO VERTICAL SPECTRAL RATIO

H/V TIME HISTORY DIRECTIONAL H/V

SINGLE COMPONENT SPECTRA

pag. 2

EXPERIMENTAL vs. SYNTHETIC H/V

Depth at the bottom of Thickness [m] Vs [m/s] Poisson ratio the layer [m] 2.00 2.00 261 0.42 24.00 22.00 590 0.40 inf. inf. 1056 0.36

pag. 3

[According to the SESAME, 2005 guidelines. Please read carefully the Grilla manual before interpreting the following tables .]

Max. H/V at 4.31 ± 1.8 Hz (in the range 2.0 - 8.0 Hz).

Criteria for a reliable H/V curve [All 3 should be fulfilled]

f0 > 10 / L w 4.31 > 0.50 OK nc(f 0) > 200 5175.0 > 200 OK σA(f) < 2 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 > 0.5Hz Exceeded 0 out of 208 times OK σA(f) < 3 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 < 0.5Hz

Criteria for a clear H/V peak [At least 5 out of 6 should be fulfilled]

- - Exists f in [f 0/4, f 0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 NO + + Exists f in [f 0, 4f 0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 NO A0 > 2 2.22 > 2 OK fpeak [A H/V (f) ± σA(f)] = f 0 ± 5% |0.41842| < 0.05 NO σf < ε(f 0) 1.80442 < 0.21563 NO σA(f 0) < θ(f 0) 0.1557 < 1.58 OK

Lw window length nw number of windows used in the analysis nc = L w nw f0 number of significant cycles f current frequency f0 H/V peak frequency σf standard deviation of H/V peak frequency ε(f 0) threshold value for the stability condition σf < ε(f 0) A0 H/V peak amplitude at frequency f0 AH/V (f) H/V curve amplitude at frequency f - f – frequency between f0/4 and f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 + f + frequency between f0 and 4f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 σA(f) standard deviation of A H/V (f), σA(f) is the factor by which the mean AH/V (f) curve should be multiplied or divided σlogH/V (f) standard deviation of log A H/V (f) curve σ θ θ(f 0) threshold value for the stability condition A(f) < (f 0)

Threshold values for σf and σA(f 0) Freq. range [Hz] < 0.2 0.2 – 0.5 0.5 – 1.0 1.0 – 2.0 > 2.0 ε(f 0) [Hz] 0.25 f 0 0.2 f 0 0.15 f 0 0.10 f 0 0.05 f 0 θ(f 0) for σA(f 0) 3.0 2.5 2.0 1.78 1.58 log θ(f 0) for σlogH/V (f 0) 0.48 0.40 0.30 0.25 0.20

pag. 4

STUDIO TECNICO DI GEOLOGIA APPLICATA ALL'INGEGNERIA dott. geol. GINO LUCCHETTA via Rivette, 9/2 Pieve di Soligo (TV) tel./fax 0438.842312 Relazione Sismica passiva HVSR per definizione della frequenza f 0

SGS_HVSR6 Via Zancaner

Coordinate WGS84 Lat. N 45.91883649 Long. 11.95634145 Coordinate ED50 Lat. N 45.920595 Long. E 11.957526

il Geologo dott. Gino Lucchetta

pag. 1

Periodo proprio di risonanza del suolo (HV6)

HORIZONTAL TO VERTICAL SPECTRAL RATIO

H/V TIME HISTORY DIRECTIONAL H/V

SINGLE COMPONENT SPECTRA

pag. 2

EXPERIMENTAL vs. SYNTHETIC H/V

Depth at the bottom of Thickness [m] Vs [m/s] Poisson ratio the layer [m] 19.00 19.00 340 0.42 inf. inf. 661 0.36

pag. 3

[According to the SESAME, 2005 guidelines. Please read carefully the Grilla manual before interpreting the following tables .]

Max. H/V at 4.5 ± 0.65 Hz (in the range 1.0 - 35.0 Hz).

Criteria for a reliable H/V curve [All 3 should be fulfilled]

f0 > 10 / L w 4.50 > 0.50 OK nc(f 0) > 200 5400.0 > 200 OK σA(f) < 2 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 > 0.5Hz Exceeded 0 out of 217 times OK σA(f) < 3 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 < 0.5Hz

Criteria for a clear H/V peak [At least 5 out of 6 should be fulfilled]

- - Exists f in [f 0/4, f 0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 NO + + Exists f in [f 0, 4f 0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 NO A0 > 2 2.17 > 2 OK fpeak [A H/V (f) ± σA(f)] = f 0 ± 5% |0.1451| < 0.05 NO σf < ε(f 0) 0.65296 < 0.225 NO σA(f 0) < θ(f 0) 0.0964 < 1.58 OK

Lw window length nw number of windows used in the analysis nc = L w nw f0 number of significant cycles f current frequency f0 H/V peak frequency σf standard deviation of H/V peak frequency ε(f 0) threshold value for the stability condition σf < ε(f 0) A0 H/V peak amplitude at frequency f0 AH/V (f) H/V curve amplitude at frequency f - f – frequency between f0/4 and f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 + f + frequency between f0 and 4f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 σA(f) standard deviation of A H/V (f), σA(f) is the factor by which the mean AH/V (f) curve should be multiplied or divided σlogH/V (f) standard deviation of log A H/V (f) curve σ θ θ(f 0) threshold value for the stability condition A(f) < (f 0)

Threshold values for σf and σA(f 0) Freq. range [Hz] < 0.2 0.2 – 0.5 0.5 – 1.0 1.0 – 2.0 > 2.0 ε(f 0) [Hz] 0.25 f 0 0.2 f 0 0.15 f0 0.10 f 0 0.05 f 0 θ(f 0) for σA(f 0) 3.0 2.5 2.0 1.78 1.58 log θ(f 0) for σlogH/V (f 0) 0.48 0.40 0.30 0.25 0.20

pag. 4 STUDIO TECNICO DI GEOLOGIA APPLICATA ALL'INGEGNERIA dott. geol. GINO LUCCHETTA via Rivette, 9/2 Pieve di Soligo (TV) tel./fax 0438.842312 Relazione Sismica passiva HVSR per definizione della frequenza f 0

SGS_HVSR7 Via Cavarne

Coordinate WGS84 Lat. N 45.91987022 Long. E 11.95880908 Coordinate ED50 Lat. N 45.921629 Long. E 11.959994

il Geologo dott. Gino Lucchetta

Periodo proprio di risonanza del suolo (HV7)

HORIZONTAL TO VERTICAL SPECTRAL RATIO

H/V TIME HISTORY DIRECTIONAL H/V

SINGLE COMPONENT SPECTRA

EXPERIMENTAL vs. SYNTHETIC H/V

Depth at the bottom of Thickness [m] Vs [m/s] Poisson ratio the layer [m] 24.00 24.00 264 0.42 inf. inf. 625 0.35

[According to the SESAME, 2005 guidelines. Please read carefully the Grilla manual before interpreting the following tables .]

Max. H/V at 3.06 ± 0.09 Hz (in the range 0.0 - 33.0 Hz).

Criteria for a reliable H/V curve [All 3 should be fulfilled]

f0 > 10 / L w 3.06 > 0.50 OK nc(f 0) > 200 3675.0 > 200 OK σA(f) < 2 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 > 0.5Hz Exceeded 0 out of 148 times OK σA(f) < 3 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 < 0.5Hz

Criteria for a clear H/V peak [At least 5 out of 6 should be fulfilled]

- - Exists f in [f 0/4, f 0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 2.281 Hz OK + + Exists f in [f 0, 4f 0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 3.969 Hz OK A0 > 2 5.51 > 2 OK fpeak [A H/V (f) ± σA(f)] = f 0 ± 5% |0.02822| < 0.05 OK σf < ε(f 0) 0.08643 < 0.15313 OK σA(f 0) < θ(f 0) 0.3385 < 1.58 OK

Lw window length nw number of windows used in the analysis nc = L w nw f0 number of significant cycles f current frequency f0 H/V peak frequency σf standard deviation of H/V peak frequency ε(f 0) threshold value for the stability condition σf < ε(f 0) A0 H/V peak amplitude at frequency f0 AH/V (f) H/V curve amplitude at frequency f - f – frequency between f0/4 and f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 + f + frequency between f0 and 4f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 σA(f) standard deviation of A H/V (f), σA(f) is the factor by which the mean AH/V (f) curve should be multiplied or divided σlogH/V (f) standard deviation of log A H/V (f) curve σ θ θ(f 0) threshold value for the stability condition A(f) < (f 0)

Threshold values for σf and σA(f 0) Freq. range [Hz] < 0.2 0.2 – 0.5 0.5 – 1.0 1.0 – 2.0 > 2.0 ε(f 0) [Hz] 0.25 f 0 0.2 f 0 0.15 f 0 0.10 f 0 0.05 f 0 θ(f 0) for σA(f 0) 3.0 2.5 2.0 1.78 1.58 log θ(f 0) for σlogH/V (f 0) 0.48 0.40 0.30 0.25 0.20

STUDIO TECNICO DI GEOLOGIA APPLICATA ALL'INGEGNERIA dott. geol. GINO LUCCHETTA via Rivette, 9/2 Pieve di Soligo (TV) tel./fax 0438.842312 Relazione Sismica passiva HVSR per definizione della frequenza f 0

SGS_HVSR8 Via San Valentino

Coordinate WGS84 Lat. N 45.92137039 Long. E 11.95481795 Coordinate ED50 Lat. N 45.923129 Long. E 11.956003

il Geologo dott. Gino Lucchetta

pag. 1

Periodo proprio di risonanza del suolo (HV8)

HORIZONTAL TO VERTICAL SPECTRAL RATIO

H/V TIME HISTORY DIRECTIONAL H/V

SINGLE COMPONENT SPECTRA

pag. 2

EXPERIMENTAL vs. SYNTHETIC H/V

Depth at the bottom of Thickness [m] Vs [m/s] Poisson ratio the layer [m] 15.00 15.00 312 0.42 inf. inf. 637 0.36

Vs(0.0-30.0)=419m/s

pag. 3

[According to the SESAME, 2005 guidelines. Please read carefully the Grilla manual before interpreting the following tables .]

Max. H/V at 5.06 ± 0.08 Hz (in the range 1.0 - 10.0 Hz).

Criteria for a reliable H/V curve [All 3 should be fulfilled]

f0 > 10 / L w 5.08 > 0.50 OK nc(f 0) > 200 3675.0 > 200 OK σA(f) < 2 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 > 0.5Hz Exceeded 0 out of 148 times OK σA(f) < 3 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 < 0.5Hz

Criteria for a clear H/V peak [At least 5 out of 6 should be fulfilled]

- - Exists f in [f 0/4 , f 0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 2.281 Hz OK + + Exists f in [f 0, 4f 0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 3.969 Hz OK A0 > 2 5.51 > 2 OK fpeak [A H/V (f) ± σA(f)] = f 0 ± 5% |0.02822| < 0.05 OK σf < ε(f 0) 0.08643 < 0.15313 OK σA(f 0) < θ(f 0) 0.3385 < 1.58 OK

Lw window length nw number of windows used in the analysis nc = L w nw f0 number of significant cycles f current frequency f0 H/V peak frequency σf standard deviation of H/V peak frequency ε(f 0) threshold value for the stability condition σf < ε(f 0) A0 H/V peak amplitude at frequency f0 AH/V (f) H/V curve amplitude at frequency f - f – frequency between f0/4 and f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 + f + frequency between f0 and 4f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 σA(f) standard deviation of A H/V (f), σA(f) is the factor by which the mean AH/V (f) curve should be multiplied or divided σlogH/V (f) standard deviation of log A H/V (f) curve σ θ θ(f 0) threshold value for the stability condition A(f) < (f 0)

Threshold values for σf and σA(f 0) Freq. range [Hz] < 0.2 0.2 – 0.5 0.5 – 1.0 1.0 – 2.0 > 2.0 ε(f 0) [Hz] 0.25 f 0 0.2 f 0 0.15 f 0 0.10 f 0 0.05 f 0 θ(f 0) for σA(f 0) 3.0 2.5 2.0 1.78 1.58 log θ(f 0) for σlogH/V (f 0) 0.48 0.40 0.30 0.25 0.20

pag. 4

STUDIO TECNICO DI GEOLOGIA APPLICATA ALL'INGEGNERIA dott. geol. GINO LUCCHETTA via Rivette, 9/2 Pieve di Soligo (TV) tel./fax 0438.842312 Relazione Sismica passiva HVSR per definizione della frequenza f 0

SGS_HVSR9 Via Melies

Coordinate WGS84 Lat. N 45.94510844 Long. E 11.96564871 Coordinate ED50 Lat. N 45.946867 Long. E 11.966834

il Geologo dott. Gino Lucchetta

Periodo proprio di risonanza del suolo (HV9)

HORIZONTAL TO VERTICAL SPECTRAL RATIO

H/V TIME HISTORY DIRECTIONAL H/V

SINGLE COMPONENT SPECTRA

EXPERIMENTAL vs. SYNTHETIC H/V

Depth at the bottom of Thickness [m] Vs [m/s] Poisson ratio the layer [m] 18.00 18.00 310 0.42 inf. inf. 615 0.36

[According to the SESAME, 2005 guidelines. Please read carefully the Grilla manual before interpreting the following tables .]

Max. H/V at 4.34 ± 0.04 Hz (in the range 4.0 - 7.0 Hz).

Criteria for a reliable H/V curve [All 3 should be fulfilled]

f0 > 10 / L w 4.34 > 0.50 OK nc(f 0) > 200 5212.5 > 200 OK σA(f) < 2 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 > 0.5Hz Exceeded 0 out of 210 times OK σA(f) < 3 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 < 0.5Hz

Criteria for a clear H/V peak [At least 5 out of 6 should be fulfilled]

- - Exists f in [f 0/4, f 0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 NO + + Exists f in [f 0, 4f 0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 NO A0 > 2 2.34 > 2 OK fpeak [A H/V (f) ± σA(f)] = f 0 ± 5% |0.0103| < 0.05 OK σf < ε(f 0) 0.04474 < 0.21719 OK σA(f 0) < θ(f 0) 0.1923 < 1.58 OK

Lw window length nw number of windows used in the analysis nc = L w nw f0 number of significant cycles f current frequency f0 H/V peak frequency σf standard deviation of H/V peak frequency ε(f 0) threshold value for the stability condition σf < ε(f 0) A0 H/V peak amplitude at frequency f0 AH/V (f) H/V curve amplitude at frequency f - f – frequency between f0/4 and f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 + f + frequency between f0 and 4f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 σA(f) standard deviation of A H/V (f), σA(f) is the factor by which the mean AH/V (f) curve should be multiplied or divided σlogH/V (f) standard deviation of log A H/V (f) curve σ θ θ(f 0) threshold value for the stability condition A(f) < (f 0)

Threshold values for σf and σA(f 0) Freq. range [Hz] < 0.2 0.2 – 0.5 0.5 – 1.0 1.0 – 2.0 > 2.0 ε(f 0) [Hz] 0.25 f 0 0.2 f 0 0.15 f 0 0.10 f 0 0.05 f 0 θ(f 0) for σA(f 0) 3.0 2.5 2.0 1.78 1.58 log θ(f 0) for σlogH/V (f 0) 0.48 0.40 0.30 0.25 0.20

STUDIO TECNICO DI GEOLOGIA APPLICATA ALL'INGEGNERIA dott. geol. GINO LUCCHETTA via Rivette, 9/2 Pieve di Soligo (TV) tel./fax 0438.842312 Relazione Sismica passiva HVSR per definizione della frequenza f 0

SGS_HVSR10 Via Melies Nord

Coordinate WGS84 Lat. N 45.94773012 Long. E 11.96725153 Coordinate ED50 Lat. N 45.949489 Long. E 11.968437

il Geologo dott. Gino Lucchetta

Periodo proprio di risonanza del suolo (HV10 )

HORIZONTAL TO VERTICAL SPECTRAL RATIO

H/V TIME HISTORY DIRECTIONAL H/V

SINGLE COMPONENT SPECTRA

EXPERIMENTAL vs. SYNTHETIC H/V

Depth at the bottom of Thickness [m] Vs [m/s] Poisson ratio the layer [m] 16.00 16.00 315 0.42 inf. inf. 691 0.42

Vs(0.0-30.0)=422m/s

[According to the SESAME, 2005 guidelines. Please read carefully the Grilla manual before interpreting the following tables .]

Max. H/V at 5.0 ± 2.88 Hz (in the range 0.0 - 33.0 Hz).

Criteria for a reliable H/V curve [All 3 should be fulfilled]

f0 > 10 / L w 5.00 > 0.50 OK nc(f 0) > 200 6000.0 > 200 OK σA(f) < 2 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 > 0.5Hz Exceeded 0 out of 241 times OK σA(f) < 3 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 < 0.5Hz

Criteria for a clear H/V peak [At least 5 out of 6 should be fulfilled]

- - Exists f in [ f0/4, f 0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 2.938 Hz OK + + Exists f in [f 0, 4f 0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 8.375 Hz OK A0 > 2 3.75 > 2 OK fpeak [A H/V (f) ± σA(f)] = f 0 ± 5% |0.57506| < 0.05 NO σf < ε(f 0) 2.8753 < 0.25 NO σA(f 0) < θ(f 0) 0.1882 < 1.58 OK

Lw window length nw number of windows used in the analysis nc = L w nw f0 number of significant cycles f current frequency f0 H/V peak frequency σf standard deviation of H/V peak frequency ε(f 0) threshold value for the stability condition σf < ε(f 0) A0 H/V peak amplitude at frequency f0 AH/V (f) H/V curve amplitude at frequency f - f – frequency between f0/4 and f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 + f + frequency between f0 and 4f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 σA(f) standard deviation of A H/V (f), σA(f) is the factor by which the mean AH/V (f) curve should be multiplied or divided σlogH/V (f) standard deviation of log A H/V (f) curve σ θ θ(f 0) threshold value for the stability condition A(f) < (f 0)

Threshold values for σf and σA(f 0) Freq. range [Hz] < 0.2 0.2 – 0.5 0.5 – 1.0 1.0 – 2.0 > 2.0 ε(f 0) [Hz] 0.25 f 0 0.2 f 0 0.15 f 0 0.10 f 0 0.05 f 0 θ(f 0) for σA(f 0) 3.0 2.5 2.0 1.78 1.58 log θ(f 0) for σlogH/V (f 0) 0.48 0.40 0.30 0.25 0.20

STUDIO TECNICO DI GEOLOGIA APPLICATA ALL'INGEGNERIA dott. geol. GINO LUCCHETTA via Rivette, 9/2 Pieve di Soligo (TV) tel./fax 0438.842312 Relazione Sismica passiva HVSR per definizione della frequenza f 0

SGS_HVSR11 Stramare

Coordinate WGS84 Lat. N 45.93672939 Long. E 11.96003639 Coordinate ED50 Lat. N 45.938488 Long. E 11.961222

il Geologo dott. Gino Lucchetta

Periodo proprio di risonanza del suolo (HV11 )

HORIZONTAL TO VERTICAL SPECTRAL RATIO

H/V TIME HISTORY DIRECTIONAL H/V

SINGLE COMPONENT SPECTRA

EXPERIMENTAL vs. SYNTHETIC H/V

Depth at the bottom of Thickness [m] Vs [m/s] Poisson ratio the layer [m] 6.50 6.50 395 0.42 inf. inf. 872 0.36

Vs(0.0-30.0)=691m/s

[According to the SESAME, 2005 guidelines. Please read carefully the Grilla manual before interpreting the following tables .]

Max. H/V at 15.63 ± 4.49 Hz (in the range 0.0 - 33.0 Hz).

Criteria for a reliable H/V curve [All 3 should be fulfilled]

f0 > 10 / L w 15.63 > 0.50 OK nc(f 0) > 200 18750.0 > 200 OK σA(f) < 2 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 > 0.5Hz Exceeded 0 out of 751 times OK σA(f) < 3 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 < 0.5Hz

Criteria for a clear H/V peak [At least 5 out of 6 should be fulfilled]

- - Exists f in [f 0/4, f0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 6.625 Hz OK + + Exists f in [f 0, 4f 0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 18.188 Hz OK A0 > 2 4.14 > 2 OK fpeak [A H/V (f) ± σA(f)] = f 0 ± 5% |0.28733| < 0.05 NO σf < ε(f 0) 4.48946 < 0.78125 NO σA(f 0) < θ(f 0) 0.1846 < 1.58 OK

Lw window length nw number of windows used in the analysis nc = L w nw f0 number of significant cycles f current frequency f0 H/V peak frequency σf standard deviation of H/V peak frequency ε(f 0) threshold value for the stability condition σf < ε(f 0) A0 H/V peak amplitude at frequency f0 AH/V (f) H/V curve amplitude at frequency f - f – frequency between f0/4 and f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 + f + frequency between f0 and 4f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 σA(f) standard deviation of A H/V (f), σA(f) is the factor by which the mean AH/V (f) curve should be multiplied or divided σlogH/V (f) standard deviation of log A H/V (f) curve σ θ θ(f 0) threshold value for the stability condition A(f) < (f 0)

Threshold values for σf and σA(f 0) Freq. range [Hz] < 0.2 0.2 – 0.5 0.5 – 1.0 1.0 – 2.0 > 2.0 ε(f 0) [Hz] 0.25 f 0 0.2 f 0 0.15 f 0 0.10 f 0 0.05 f 0 θ(f 0) for σA(f 0) 3.0 2.5 2.0 1.78 1.58 log θ(f 0) for σlogH/V (f 0) 0.48 0.40 0.30 0.25 0.20

STUDIO TECNICO DI GEOLOGIA APPLICATA ALL'INGEGNERIA dott. geol. GINO LUCCHETTA via Rivette, 9/2 Pieve di Soligo (TV) tel./fax 0438.842312 Relazione Sismica passiva HVSR per definizione della frequenza f 0

SGS_HVSR12 Via Col del Vent

Coordinate WGS84 Lat. N 45.92107930 Long. E 11.95175572 Coordinate ED50 Lat. N 45.922838 Long. E 11.95294

il Geologo dott. Gino Lucchetta Periodo proprio di risonanza del suolo (HV12 )

HORIZONTAL TO VERTICAL SPECTRAL RATIO

H/V TIME HISTORY DIRECTIONAL H/V

SINGLE COMPONENT SPECTRA

EXPERIMENTAL vs. SYNTHETIC H/V

Depth at the bottom of Thickness [m] Vs [m/s] Poisson ratio the layer [m] 31.00 31.00 348 0.42 inf. inf. 855 0.36

Vs(0.0-30.0)=348m/s

[According to the SESAME, 2005 guidelines. Please read carefully the Grilla manual before interpreting the following tables .]

Max. H/V at 3.22 ± 0.8 Hz (in the range 0.0 - 33.0 Hz).

Criteria for a reliable H/V curve [All 3 should be fulfilled]

f0 > 10 / L w 3.22 > 0.50 OK nc(f 0) > 200 3862.5 > 200 OK σA(f) < 2 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 > 0.5Hz Exceeded 0 out of 156 times OK σA(f) < 3 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 < 0.5Hz

Criteria for a clear H/V peak [At least 5 out of 6 should be fulfilled]

- - Exists f in [f 0/4, f 0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 2.5 Hz OK + + Exists f in [f 0, 4f 0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 3.813 Hz OK A0 > 2 7.87 > 2 OK fpeak [A H/V (f) ± σA(f)] = f 0 ± 5% |0.24843| < 0.05 NO σf < ε(f 0) 0.79965 < 0.16094 NO σA(f 0) < θ(f 0) 0.6117 < 1.58 OK

Lw window length nw number of windows used in the analysis nc = L w nw f0 number of significant cycles f current frequency f0 H/V peak frequency σf standard deviation of H/V peak frequency ε(f 0) threshold value for the stability condition σf < ε(f 0) A0 H/V peak amplitude at frequency f0 AH/V (f) H/V curve amplitude at frequency f - f – frequency between f0/4 and f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 + f + frequency between f0 and 4f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 σA(f) standard deviation of A H/V (f), σA(f) is the factor by which the mean AH/V (f) curve should be multiplied or divided σlogH/V (f) standard deviation of log A H/V (f) curve σ θ θ(f 0) threshold value for the stability condition A(f) < (f 0)

Threshold values for σf and σA(f 0) Freq. range [Hz] < 0.2 0.2 – 0.5 0.5 – 1.0 1.0 – 2.0 > 2.0 ε(f 0) [Hz] 0.25 f 0 0.2 f 0 0.15 f 0 0.10 f 0 0.05 f 0 θ(f 0) for σA(f 0) 3.0 2.5 2.0 1.78 1.58 log θ(f 0) for σlogH/V (f 0) 0.48 0.40 0.30 0.25 0.20

STUDIO TECNICO DI GEOLOGIA APPLICATA ALL'INGEGNERIA dott. geol. GINO LUCCHETTA via Rivette, 9/2 Pieve di Soligo (TV) tel./fax 0438.842312 Relazione Sismica passiva HVSR per definizione della frequenza f 0

SGS_HVSR13 Via Monte Grappa

Coordinate WGS84 Lat. N 45.91421760 Long. E 11.95161668 Coordinate ED50 Lat. N 45.915976 Long. 11.952801

il Geologo dott. Gino Lucchetta

Periodo proprio di risonanza del suolo (HV13 )

HORIZONTAL TO VERTICAL SPECTRAL RATIO

H/V TIME HISTORY DIRECTIONAL H/V

SINGLE COMPONENT SPECTRA

EXPERIMENTAL vs. SYNTHETIC H/V

Depth at the bottom of Thickness [m] Vs [m/s] Poisson ratio the layer [m] 13.00 13.00 463 0.42 inf. inf. 1064 0.38

Vs(0.0-30.0)=681m/s

[According to the SESAME, 2005 guidelines. Please read carefully the Grilla manual before interpreting the following tables .]

Max. H/V at 9.66 ± 1.65 Hz (in the range 0.0 - 33.0 Hz).

Criteria for a reliable H/V curve [All 3 should be fulfilled]

f0 > 10 / L w 9.66 > 0.50 OK nc(f 0) > 200 11587.5 > 200 OK σA(f) < 2 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 > 0.5Hz Exceeded 0 out of 464 times OK σA(f) < 3 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 < 0.5Hz

Criteria for a clear H/V peak [At least 5 out of 6 should be fulfilled]

- - Exists f in [f 0/4, f 0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 5.406 Hz OK + + Exists f in [f 0, 4f 0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 14.0 Hz OK A0 > 2 4.90 > 2 OK fpeak [A H/V (f) ± σA(f)] = f 0 ± 5% |0.17081| < 0.05 NO σf < ε(f 0) 1.64942 < 0.48281 NO σA(f 0) < θ(f 0) 0.2876 < 1.58 OK

Lw window length nw number of windows used in the analysis nc = L w nw f0 number of significant cycles f current frequency f0 H/V peak frequency σf standard deviation of H/V peak frequency ε(f 0) threshold value for the stability condition σf < ε(f 0) A0 H/V peak amplitude at frequency f0 AH/V (f) H/V curve amplitude at frequency f - f – frequency between f0/4 and f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 + f + frequency between f0 and 4f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 σA(f) standard deviation of A H/V (f), σA(f) is the factor by which the mean AH/V (f) curve should be multiplied or divided σlogH/V (f) standard deviation of log A H/V (f) curve σ θ θ(f 0) threshold value for the stability condition A(f) < (f 0)

Threshold values for σf and σA(f 0) Freq. range [Hz] < 0.2 0.2 – 0.5 0.5 – 1.0 1.0 – 2.0 > 2.0 ε(f 0) [Hz] 0.25 f 0 0.2 f 0 0.15 f 0 0.10 f 0 0.05 f 0 θ(f 0) for σA(f 0) 3.0 2.5 2.0 1.78 1.58 log θ(f 0) for σlogH/V (f 0) 0.48 0.40 0.30 0.25 0.20

STUDIO TECNICO DI GEOLOGIA APPLICATA ALL'INGEGNERIA dott. geol. GINO LUCCHETTA via Rivette, 9/2 Pieve di Soligo (TV) tel./fax 0438.842312 Relazione Sismica passiva HVSR per definizione della frequenza f 0

SGS_HVSR14 Via San Rocco

Coordinate WGS84 Lat. N 45.91088782 Long. E 11.95616479 Coordinate ED50 Lat. N 45.912646 Long. 11.957349

il Geologo dott. Gino Lucchetta

Periodo proprio di risonanza del suolo (HV14 )

HORIZONTAL TO VERTICAL SPECTRAL RATIO

H/V TIME HISTORY DIRECTIONAL H/V

SINGLE COMPONENT SPECTRA

EXPERIMENTAL vs. SYNTHETIC H/V

Depth at the bottom of Thickness [m] Vs [m/s] Poisson ratio the layer [m] 15.00 15.00 379 0.42 inf. inf. 766 0.38

Vs(0.0-30.0)=507m/s

[According to the SESAME, 2005 guidelines. Please read carefully the Grilla manual before interpreting the following tables .]

Max. H/V at 6.41 ± 3.95 Hz (in the range 0.0 - 33.0 Hz).

Criteria for a reliable H/V curve [All 3 should be fulfilled]

f0 > 10 / L w 6.41 > 0.50 OK nc(f 0) > 200 7687.5 > 200 OK σA(f) < 2 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 > 0.5Hz Exceeded 0 out of 308 times OK σA(f) < 3 for 0.5f 0 < f < 2f 0 if f 0 < 0.5Hz

Criteria for a clear H/V peak [At least 5 out of 6 should be fulfilled]

- - Exists f in [f 0/4, f0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 5.438 Hz OK + + Exists f in [f 0, 4f 0] | A H/V (f ) < A 0 / 2 22.594 Hz OK A0 > 2 2.76 > 2 OK fpeak [A H/V (f) ± σA(f)] = f 0 ± 5% |0.61733| < 0.05 NO σf < ε(f 0) 3.95478 < 0.32031 NO σA(f 0) < θ(f 0) 0.1438 < 1.58 OK

Lw window length nw number of windows used in the analysis nc = L w nw f0 number of significant cycles f current frequency f0 H/V peak frequency σf standard deviation of H/V peak frequency ε(f 0) threshold value for the stability condition σf < ε(f 0) A0 H/V peak amplitude at frequency f0 AH/V (f) H/V curve amplitude at frequency f - f – frequency between f0/4 and f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 + f + frequency between f0 and 4f 0 for which AH/V (f ) < A 0/2 σA(f) standard deviation of A H/V (f), σA(f) is the factor by which the mean AH/V (f) curve should be multiplied or divided σlogH/V (f) standard deviation of log A H/V (f) curve σ θ θ(f 0) threshold value for the stability condition A(f) < (f 0)

Threshold values for σf and σA(f 0) Freq. range [Hz] < 0.2 0.2 – 0.5 0.5 – 1.0 1.0 – 2.0 > 2.0 ε(f 0) [Hz] 0.25 f 0 0.2 f 0 0.15 f 0 0.10 f 0 0.05 f 0 θ(f 0) for σA(f 0) 3.0 2.5 2.0 1.78 1.58 log θ(f 0) for σlogH/V (f 0) 0.48 0.40 0.30 0.25 0.20

CARTA DELLE PENDENZE Scala 1:15.000

Legenda Confine Comunale Segusino Area zonata livello 2 Classi di pendenza (gradi) <= 15 15 - 30 30 - 99 0 250 500 750 m