COMUNE DI SPARANISE PROVINCIA DI PIANO DI EMERGENZA COMUNALE - TOMO 1 -

Studio Tecnico di Architettura Arch. Arciero Francesco Geom. Belculfinè Guglielmo

I N D I C E T O M O 1 E 2

P A R T E P A G I N A T O M O N° 1

INTRODUZIONE E PREMESSA 4 OBIETTIVI DEL PIANO 14 RIFERIMENTI NORMATIVI 15 Legislazione nazionale 15 0 Legislazione regionale 20 Quadro normativo di riferimento 21 ORGANISMI DI PROTEZIONE CIVILE 23 Organismi di pianificazione emergenza 24 Organismi di coordinamento dell’emergenza 24

SEZIONE TERRITORIO

1.Studio e valutazione del pericolo 26 1/a – RISCHIO IDRAULICO E IDROGEOLOGICO 28 Inquadramento geologico e geomorfologico 28

Reticolo idrografico 29

Dati climatici 29 Descrizione dei rischi 29 1/b – RISCHIO INCENDI BOSCHIVI 30 1/c – INDUSTRIE A RISCHIO SU TERRITORIO COMUNE 40

1/d - TERREMOTI 47

Carta classificazione sismica 50 1/e – VIABILITA’ E TRASPORTI 50 1 T O M O N° 2 2. Studio delle zone urbanizzate 58

INQUADRAMENTO DEL TERRITORIO 59 Inquadramento geografico e cartografico 59 Bilancio demografico - Popolazione 60-61 Edifici e strutture strategicamente rilevanti 61 Edifici e strutture vulnerabili 65 Aree di emergenza 66 2/a EDIFICI E STRUTTURE STRATEGICHE - 67 AREE DI EMERGENZA Viabilità principale e secondaria – Reti tecnologiche 75-76

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P A R T E P A G I N A SCENARI DI RISCHIO 77

Carta 3.1 – RISCHIO IDRAULICO E IDROGEOLOGICO 78 Carta 3.2 – RISCHIO INCENDI BOSCHIVI 88 3.3 – INDUSTRIE A RISCHIO 89 Carta 3.4 - TERREMOTI 91 2 Carta 3.5 - VIABILITA’ E TRASPORTI 96 EMERGENZE AMBIENTALI 100 VOLONTARIATO 101 MEZZI E ASSISTENZA DI PROPRIETA’ COMUNALE 102 DITTE DI “SOMMA URGENZA” 103

METODI DI PREANNUNCIO

COME DA D.G.R. 104 Zone omogenee di allerta per rischio idrogeologico 105 Zone omogenee di allerta per il rischio idraulico 105 Zone omogenee di allerta per il rischio temporali forti 106 Zone omogenee di allerta per il rischio neve 107 Zone omogenee di allerta per il rischio vento forte 108

3 Zone omogenee di allerta per il rischio incendi boschivi 109

ATTIVITA’ DI MONITORAGGIO REGIONALE 110

UNITA’ DI CRISI LOCALE

UNITA’ DI CRISI LOCALE 112

CENTRO OPERATIVO MISTO (C.O.M.) 112 ATTI AMMINISTRATIVI - MODELLI 112 4 SCHEDA OPERATIVA 116

PROGRAMMAZIONE INTERVENTI 118 AGGIORNAMENTO PIANO EMERGENZA PROTEZIONE 119 CIVILE DECODIFICA SIGLE 120

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INTRODUZIONE PREMESSA - relazione del dipartimento della protezione civile, post lex 100/2012 -

La Legge n. 100/2012 “Conversione in Legge, con modificazioni, del Decreto-Legge 15/05/2012, recante disposizioni urgenti per il riordino della Protezione Civile”, ha in- trodotto importanti modifiche e adempimenti alla Legge 24 FEBBRAIO 1992, n. 225.

Come è noto, con l’inserimento dell’articolo 3.bis nell’ambito del sistema di allerta na- zionale per il rischio meteo-idrogeologico e idraulico, sono state individuate le attività per fini di protezione civile, definiti i compiti e le responsabilità ed individuato, tra i soggetti deputati ad assicurare tale funzione, oltre al Dipartimento della protezione civile ed alle Regioni che intervengono tramite la Rete dei Centri funzionali, alle Reti strumentali di monitoraggio e di sorveglianza, ai Presidi territoriali, ai Centri di competenza e ad ogni al- tro soggetto chiamato a concorrere funzionalmente ed operativamente alle reti, anche il Servizio Meteorologico Nazionale Distribuito (SMND). Tale organismo, istituito dall’articolo 111 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, che ne aveva previsto l’attivazione, quale unificazione delle attività attualmente svolte dal Servizio Meteorologi- co dell’Aeronautica Militare Italiana, dal Dipartimento della protezione civile della Presi- denza del Consiglio dei Ministri e dalle Regioni e Province Autonome mediante la rete dei centri funzionali, fino ad oggi non è mai stato costituito. Nell’ambito del sistema di aller- tamento nazionale, quindi, il Dipartimento della Protezione Civile si sta impegnando ad at- tuare la costituzione del SMND, mediante la predisposizione di uno schema di Decreto del Presidente della Repubblica da emanarsi entro 6 mesi dalla data di emanazione della legge 100/12, quale unificazione e razionalizzazione delle attività attualmente svolte dal Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare, dal Dipartimento della Protezione Civi- le della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dalle Regioni e Province Autonome me- diante la rete dei Centri funzionali, nonché da tutte le altre amministrazioni ed enti che at- tualmente rivestono ruoli di responsabilità istituzionale in ambiti connessi con la meteoro- logia, prevedendo inoltre anche il coinvolgimento della Comunità scientifica. L’adempimento previsto costituisce un’occasione unica per la costruzione di una realtà na- zionale a livello dei maggiori servizi europei ed in linea con le raccomandazioni degli or- ganismi internazionali, laddove consente, ad un bacino di utenti diversi dal sistema di pro- tezione civile, l’estensione dei servizi forniti dalla meteorologia, in un contesto chiaro ed organico di responsabilità e compiti. Per l’attuazione di tale disposto normativo il Capo Dipartimento della Protezione Civile ha previsto, quale supporto tecnico-scientifico, la costituzione di un gruppo di lavoro in via di formalizzazione, formato da esperti che rivestono contemporaneamente anche il ruolo di rappresentanti delle Amministrazioni prioritariamente coinvolte, quali il Ministero della Difesa, il Dipartimento della Protezione Civile, le Regioni, nonché di autorevoli rappresen- 4

tanti della Comunità scientifica e di altri enti competenti in materia. Il gruppo di lavoro, nelle more della costituzione formale a seguito della designazione ufficiale dei diversi rap- presentanti delle Amministrazioni interessate, già dal mese di settembre ha informalmente iniziato gli incontri preliminari per la predisposizione dello schema di DPR di costituzione. Tra le iniziative intraprese si sta procedendo: -- al censimento delle risorse umane, strumentali e finanziarie che, nelle diverse Ammini- strazioni coinvolte, sono attualmente impegnate, sia a livello statale che regionale, nei compiti e nelle funzioni che la recente normativa attribuisce all’SMND. A tal proposito, nell’ambito dell’istruttoria avviata sono emersi alcuni rilevanti elementi conoscitivi circa l’ammontare delle risorse umane e finanziarie che, nell’attuale contesto, vengono de- stinate complessivamente, dalle diverse Amministrazioni coinvolte, all’erogazione dei servizi meteorologici pubblici, sia dalla componente statale principalmente dal Ministero della Difesa ed il Dipartimento della protezione civile che da quella regionale, attraverso i servizi meteo delle Agenzie per la protezione dell’ambiente ed i settori meteo dei Centri funzionali. In particolare si è stimato che, ad oggi, in Italia le risorse umane impiegate in tali servizi siano circa 1200 unità, contro le 1800 del Regno Unito, le 2600 della Germania e le 3600 della Francia. Pertanto non è errato affermare che, in Italia, già il solo costo del personale impiegato in tali attività è ben al di sotto dei costi della quota personale (circa il 50%) rispetto agli altri servizi europei. Infatti il costo complessivo di un servizio meteo adeguato si attesta intorno a 150 milioni di euro all’anno, per un valore pari allo 0,1 per cento del PIL, stimato quale costo di riferimento assegnato annualmente ai Servizi Meteo- rologici di un Paese europeo che presenta le stesse caratteristiche dell’Italia in quanto a estensione geografica e a densità demografica; -- all’individuazione dei tempi e delle modalità di costituzione della struttura in questione, con la previsione di un periodo transitorio (da 3 a 5 anni) propedeutico all’entrata dell’esercizio in ordinario dell’ente. Gli organi direttivi nella fase transitoria sono indivi- duati nelle figure responsabili delle amministrazioni interessate che, nel rispetto di quanto disposto dal comma 5, presteranno la loro attività nell’ambito delle risorse finanziarie di- sponibili a legislazione vigente. Il medesimo articolo ha, inoltre, introdotto al comma 2 nuove disposizioni in merito al- la definizione dei principi per l’individuazione ed il funzionamento dei Centri di Competenza, di cui alla direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 febbraio 2004. Tale disciplina che, fino ad oggi era stata affidata all’adozione di decreti del Capo del Dipartimento della protezione civile, a seguito della determinazione assunta da codesto Parlamento, rientra nell’ambito degli adempimenti affidati all’adozione di un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Nel rispetto di tale disposto è stato adottato il DPCM del 14 settembre u.s. che, attualmente, è all’esame degli organi di controllo (All. 1). Il provvedimento in rassegna reca indicazioni sulla definizione, sulla individuazione e sul funzionamento dei Centri di Competenza. Con l’inserimento dell’art. 3-ter, relativo alle reti di monitoraggio e radiofrequenze, si

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è proceduto ad inserire la prescrizione inerente l’individuazione delle frequenze per il rile- vamento dei dati idro-meteo-pluviometrici in telemisura da attribuire, a titolo gratuito, in via esclusiva alle funzioni di rilevamento dati esercitate dalle Regioni. La procedura di tra- sferimento alle Regioni delle reti citate, originariamente in uso al Servizio idrografico e mareografico dei servizi tecnici nazionali soppressi alla fine degli anni ’90, era stata dispo- sta dall’articolo 6 del DPCM 24 luglio 2002, concernente “il trasferimento alle Regioni de- gli uffici periferici del Dipartimento dei Servizi tecnici nazionali- Servizio idrografico e mareografico”. Tale articolo rimandava l’individuazione nonché la titolarità della gestio- ne, alla successiva adozione di un DPCM che a tutt’oggi, nonostante le diverse iniziative, assunte dal Dipartimento della protezione civile anche su pressante richiesta delle Regioni, portate all’attenzione della Conferenza Unificata, non è ancora stato adottato. Stante tale situazione, le frequenze debbono comunque essere individuate e la norma intro- dotta prevede che lo siano con un decreto del Presidente del Consiglio di Ministri da adottare su proposta del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Mini- stero dell’Economia e delle Finanze. In considerazione del termine di attuazione del di- sposto, che indicava l’11 settembre u.s., il Dipartimento P.C., con nota del 19 settembre, ha invitato il Ministero proponente a promuovere un confronto per addivenire ad un testo condiviso da sottoporre, quanto prima, al parere delle Commissioni parlamentari compe- tenti. In risposta alla nota del Dipartimento, il Ministero dello sviluppo economico, in data 22 ottobre 2012 (prot. n.71685), ha inviato lo schema di Decreto che il Dipartimento P.C. sta valutando, per il successivo invio all’esame della Conferenza Unificata. L’adozione di tale Decreto è resa complessa dalla disposizione recante l’invarianza della spesa che non consente ad oggi di riconoscere alle Regioni la gratuità delle frequenze loro concesse dal 2002, data del trasferimento delle funzioni dallo Stato alle Regioni. Peraltro il numero del- le frequenze indicate dalle Regioni è pari ad 80 ed è notevolmente superiore rispetto alle 15 precedentemente dedicate allo scopo, i cui costi garantiscono l’invarianza di spesa. Relativamente alle modifiche apportate all’articolo 5, con particolare riferimento alle disposizioni inerenti la dichiarazione dello stato di emergenza e l’adozione delle ordinanze di protezione civile, il Dipartimento P.C., nell’intento di fornire indicazioni chiare in meri- to alle procedure da adottare ha predisposto l’aggiornamento delle precedenti diret- tive del Presidente del Consiglio dei Ministri inerenti “gli indirizzi per lo svolgimento della attività propedeutiche alla deliberazione dello stato di emergenza, nonché per la predisposizione delle ordinanze di protezione civile”. Tale provvedimento, che indivi- dua le principali innovazioni introdotte, reca indicazioni in merito alla procedura di richie- sta ad opera delle Regioni ed alla connessa istruttoria affidata al Dipartimento della prote- zione civile; attività propedeutiche alla deliberazione da parte del Consiglio dei Ministri. Inoltre il testo contiene indicazioni in merito alla predisposizione delle ordinanze del Capo del Dipartimento della protezione civile ed all’avvalimento dei Commissari delegati per lo svolgimento delle attività previste dalle ordinanze. Il testo della direttiva, che assorbe i precedenti provvedimenti di eguale contenuto, emanati precedentemente in data 27 luglio

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2012 e 14 marzo 2011 e recepisce le osservazioni formulate dal Ministero dell’economia e delle finanze, è stato inviato, in data 24 ottobre scorso alla Presidenza del Consiglio per la sottoscrizione del Presidente. In merito poi alle altre integrazioni apportate all’articolo 5 concernenti la relazione annuale al Parlamento, introdotta al comma 4.quinquies, per riferire in merito alla rea- lizzazione delle attività di previsione, prevenzione, mitigazione del rischio e pianificazione dell’emergenza, oltre che sull’utilizzo del Fondo di protezione civile, si evidenzia che, come di prassi, allo scadere del termine di 12 mesi dall’approvazione del provvedimento di riferimento, il Dipartimento P.C., nel rispetto delle procedure previste, invierà al Diparti- mento dei rapporti con il Parlamento, per i seguiti di competenza, gli elementi in proprio possesso. In proposito, come di consueto, si conferma a questa Commissione la disponibi- lità a relazionare personalmente sull’andamento delle attività del Dipartimento, qualora lo si ritenga opportuno. Pubblicazione dei rendiconti dei Commissari sul sito Web del Dipartimento, en- tro 40 giorni dalla data di fine esercizio o dal termine del mandato di cui al comma 5.bis. In considerazione della portata dell’adempimento, che prevede la pubblicazione di un de- terminato tipo di dati, il Dipartimento P.C., nel rispetto del principio di trasparenza sta pre- disponendo una procedura chiara per la validazione dei dati e per addivenire con speditez- za alla prossima pubblicazione dei resoconti dei Commissari delegati. Pertanto al fine di raggiungere l’obiettivo in modo efficiente si sta valutando la possibilità di: -- prevedere l’inserimento di un’applicazione nel sito Web del Dipartimento adatta a pub- blicare i rendiconti, ad oggi non prevista nei programmi di implementazione; -- garantire il rispetto dei criteri previsti dalla legge 150 ossia rendere le informazioni fa- cilmente reperibili e consultabili, il che presuppone una complessità di operazioni inerenti la pubblicazione che non può limitarsi alla pura e semplice pubblicazione di un documento in pdf; -- rendere comprensibili a qualunque tipo di utenza le informazioni introducendo e garan- tendo un’adeguata illustrazione dei dati e dei connessi commenti, procedendo all’omogeneizzazione dei linguaggi dei diversi resoconti. Con l’introduzione del comma 5.septies, è stata prevista l’emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze per procedere alla ricognizione dei mutui ed ai relativi piani di ammorta- mento, oltre che all'individuazione delle risorse finanziarie destinate al pagamento. Tale provvedimento deve essere emanato al fine di provvedere al trasferimento al Ministero dell'economia e delle finanze della gestione dei mutui attivati sulla base di specifiche di- sposizioni normative a seguito di calamità naturali. In merito a tale adempimento il Dipar- timento della protezione civile ha già predisposto lo schema di decreto che, con nota del 28 settembre u.s., ha inviato al Dipartimento degli affari giuridici e legislativi, che lo ha inol- trato al Ministero dell’economia e delle finanze per l’espressione del concerto di compe-

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tenza. Relativamente alla prescrizione impartita ai Comuni, di cui ai commi 3-bis e 3-ter che ha integrato il disposto dell’articolo 15, con l’obbligo di approvare con deliberazione consiliare, entro l’11 ottobre u.s., il Piano di emergenza comunale redatto secondo i cri- teri e le modalità riportate nelle indicazioni operative del Dipartimento della Protezione Civile e delle Giunte regionali ed a provvedere alla verifica e all'aggiornamento periodico di tale strumento, in data 12 ottobre u.s., il Capo del Dipartimento della Protezione Civile ha inviato, ai Presidenti delle Regioni, la richiesta di elementi informativi e ricognitivi in merito all’attuale stato della pianificazione comunale ed intercomunale di protezione civi- le, da comunicare entro il prossimo 15 novembre (All. 2). Le indicazioni impartite, ri- chiamano anche il disposto dell’articolo 1-bis della legge 100/12, che prevede il rispet- to degli indirizzi generali emanati dal Dipartimento nell’approvazione facoltativa da parte delle Regioni del piano di emergenza regionale, entro il 13 gennaio p.v., rammen- tando che il Dipartimento della protezione civile ha già provveduto a rendere disponibili indicazioni operative con particolare riferimento alla direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 3 dicembre 2008, emanata su proposta del Capo del Dipartimento. Tale prov- vedimento, di fatto, individua gli indirizzi per l’attivazione e l’intervento in emergenza, in forma coordinata, del Servizio nazionale di protezione civile. Inoltre definisce il modello organizzativo per la gestione dell’emergenza ai diversi livelli di competenza territoriale, ovvero le indicazioni utili alla definizione dei relativi strumenti di pianificazione. Infine la nota reca un’esortazione alle Regioni, d’intesa con le Prefetture e le Province, affinché promuovano iniziative a supporto dei Comuni inadempienti e compresa l’individuazione di modelli comunali di intervento anche speditivi, da attuare nelle more della definizione dell’iter di predisposizione ed approvazione dei piani di emergenza. E’ prevista inoltre l’emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previa intesa della Conferenza Unificata, per procedere all’aggiornamento della di- sciplina ispettiva sull’adempimento delle ordinanze di protezione civile, di cui all’articolo 20. La nuova disciplina prevede l’introduzione di un sistema di monitoraggio e di verifica dell’attuazione delle ordinanze di protezione civile e dei provvedimenti correla- ti, compreso l’aspetto finanziario. Al momento, il Dipartimento della protezione civile sta procedendo alla predisposizione del relativo schema di provvedimento. MODIFICHE APPORTATE ALLA LEGGE 21 NOVEMRE 2000 N. 353 “LEGGE QUADRO IN MATERIA DI INCENDI BOSCHIVI” Come è risaputo il D.L. 59 in questione ha inciso anche sulla legge quadro in materia di in- cendi boschivi, confermando però, in capo al Dipartimento della Protezione Civile le fun- zioni di indirizzo e di coordinamento del Servizio nazionale in materia di protezione civile, così come individuate dagli articoli 107 e 108 del D.lg. 312 marzo 1998, n. 112. Pertanto la recente riorganizzazione del Servizio nazionale si è orientata in tal senso preve- dendo che le attività inerenti ambiti di gestione attiva debbano essere espletate dalle Am- ministrazioni ministeriali. Nel rispetto di tali convincimenti sono state apportate modifica- 8

zioni all’articolo 7 della legge citata che, come detto, conferma al Dipartimento della Pro- tezione Civile la funzione di coordinamento sul territorio nazionale delle attività aeree di spegnimento mediante l’impiego della flotta aerea antincendio dello Stato, avvalendosi del Centro Operativo Aereo Unificato (COAU). L’inserimento del comma 2-bis che, in linea con quanto accennato, prevede il prossimo trasferimento della gestione della flotta aerea antincendio del Dipartimento della protezione civile, composta da 19 Canadair, al Diparti- mento dei Vigili del Fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, ne dispone il perfe- zionamento mediante l’adozione di un regolamento emanato ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell'interno. Tale provvedimento stabilirà i tempi e le modalità di attuazione del trasferimento con la cessione delle relative risorse previste attualmente ancora assegnate ai capitoli di spesa di competenza del Dipartimento, come si evince dalla nota del 10 ottobre u.s. inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri concernente le previsioni di spesa del Dipartimento della protezione civile per l’esercizio finanziario 2013 (All.3), che attualmente assommano a 42,830 milioni di euro. Pertanto, dovendo procedere all’adozione del provvedimento di trasferimento citato, il Di- partimento della protezione civile si è fatto parte diligente e, con nota del 7 settembre u.s., ha proposto al Ministero dell’Interno ed al Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’istituzione di un tavolo tecnico per la definizione delle modalità di trasferimento della flotta aerea del Dipartimento, a cui è seguito un incontro indetto dalla Presidenza del Con- siglio dei Ministri. A conclusione dell’escursus inerente il prossimo passaggio della flotta Canadair, si rammenta, sono state introdotte ulteriori disposizioni in materia con l’intento di rendere più organizzato, definito e razionale lo svolgimento della complessa attività di spegnimento della flotta dello Stato al fine di armonizzarla con quella espletata dalla flotta Canadair in previsione del prossimo trasferimento. A tal fine è stato inserito l’articolo 3-bis nel decreto legge 20 giugno 2012, n. 79, convertito, con modificazioni dalla legge 7 ago- sto 2012, n. 131, con lo scopo di assicurare il coordinamento tecnico e l' efficacia ope- rativa delle attività di spegnimento con la flotta aerea Canadair. Le disposizioni richiamate prevedono che, a partire dal mese di gennaio 2013, il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile del Ministero dell'Interno si avvalga di un'ap- posita sezione del centro operativo nazionale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, in- tegrata dai rappresentanti delle amministrazioni statali che partecipano alle attività aeree di spegnimento, diretta, a turno, da rappresentanti delle amministrazioni coinvolte. Pertanto, l’esplicito richiamo dell’articolo al contesto nel quale le funzioni citate debbono essere esercitate, non lascia dubbi riguardo all’attività di coordinamento operativo delle ri- sorse dell’intera flotta statale composta dagli aeromobili di proprietà delle diverse Ammi- nistrazioni statali, a cui concorrono anche quelli di proprietà delle Regioni che ausiliano le forze di spegnimento a terra, che il Centro Operativo Aereo Unificato dovrà effettivamente continuare a svolgere. Attività di spegnimento degli incendi boschivi con l’impiego della flotta statale e ri- 9

sorse necessarie. Nell’ottica di mantenimento della funzione di coordinamento operativo della flotta di Sta- to, il Dipartimento Protezione Civile, dovendo sovraintendere agli interventi ed assicurare il contrasto all’insorgenza degli incendi boschivi, ha rappresentato nella nota del 10 ottobre u.s. sopra citata, recante le previsioni di spesa del Dipartimento della Protezione Civile per l’esercizio finanziario 2013, il fabbisogno di 48 milioni di euro da destinare all’attività del- lo spegnimento degli incendi boschivi ad opera della flotta statale, che oltre all’impiego dei Canadair ogni anno può contare sull’operatività di 4 elicotteri S-64 del Corpo Forestale dello Stato, 10 velivoli Fire-Boss e 4 velivoli appartenenti alle Forze Armate. Per una maggiore comprensione dei fabbisogni rappresentati, si rimanda alla nota citata ed al rela- tivo prospetto in allegato 3. Al momento, nonostante le richieste avanzate dal Dipartimen- to, l’attuale disegno di legge di stabilità , prevede lo stanziamento di risorse solo per la flot- ta Canadair, nulla per gli altri velivoli. E’ utile, quindi, tornare sulla delicata problematica del finanziamento della flotta, la cui stima dei fabbisogni è desunta sia dai dati riscontrati negli esercizi finanziari trascorsi sia dalle ricognizioni sull’andamento delle precedenti campagne AIB. In proposito dalla consueta ricognizione sull’andamento delle precedenti campagne AIB ed in particolare di quella estiva da poco conclusasi, delle cui determinazioni il Dipartimento, come di consueto ha informato la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con nota del 14 agosto 2012 (All. 4), sono emersi tra l’altro elementi indicativi in merito alla strategia di intervento adottata e valutazioni sulle connesse esigenze finanziarie. L’attività svolta nella recente campagna estiva (15 giugno – 30 settembre) ha dovuto fare i conti con il determi- narsi di una situazione di particolare gravità che ha richiesto un’intensa attività di contrasto all’innesco degli incendi boschivi con il conseguimento comunque di un risultato soddi- sfacente in riferimento al quinquennio 2008-2012, ma anche in ambito internazionale. In- fatti il fenomeno ha interessato tutta l’Europa meridionale tanto che il Dipartimento della protezione civile ha dovuto fornire i propri Canadair alla Grecia e all’Albania. Da una prima disamina dei risultati conseguiti, che potrà dirsi completa non appena saran- no noti i raffronti relativi all’andamento generale del rischio d’innesco e di propagazione degli incendi ad opera dei soggetti interessati, si può ben affermare che l’efficacia dello strumento del concorso aereo di Stato si è mantenuto su valori rilevanti, nonostante la regi- strata, progressiva diminuzione del contributo degli aeromobili della flotta Canadair e dei velivoli di proprietà delle altre Amministrazioni statali ridotto ad un quarto di quello forni- to nel 2007. La sostanziale “tenuta” dell’efficacia si è invece ottenuta grazie alla adeguata modulazione degli aeromobili in prontezza, all’estensione dei limiti di utilizzo degli equipaggi e ad una maggiore efficienza nell’impiego degli assetti, oltre all’approntamento di un’oculata attivi- tà manutentiva. A ciò va aggiunta la particolare attenzione riservata alla Sicurezza del Vo- lo, oltre all’impiego del nuovo indicatore sperimentale che ha consentito un più idoneo po- sizionamento geografico degli aeromobili. 10

A conclusione della ricognizione di cui si è fornito un breve riepilogo, ritornando all’annoso problema delle risorse, è da dire che, sulla base dei dati operativi consolidati a chiusura della Campagna AIB estiva 2012, la stima del fabbisogno finanziario, aggiornata anche in considerazione dei rimborsi da effettuare alle altre Amministrazioni dello Stato per i contributi forniti in termini di aeromobili e personale, si attesta intorno ai 125 milioni di euro. Rimane utile rappresentare che sebbene sia ancora possibile migliorare le risposte dello strumento aereo con sempre più accorte analisi ed interventi, per conseguire una maggiore protezione del patrimonio boschivo ed economie di scala, sono necessari interventi siste- mici. Questi devono riguardare le attività di prevenzione e di successiva vigilanza sul terri- torio (avvistamento degli incendi e repressione della criminalità). Si dovrà altresì persegui- re l’estensione delle capacità previsionali d’innesco e di propagazione in modo corrispon- dente agli orizzonti temporali raggiunti dalle previsioni meteorologiche. Tutto ciò considerato, insieme ad un’oculata predisposizione delle risorse AIB terrestri, dovrà poi essere accompagnato da una profonda integrazione delle capacità di concorso ae- reo AIB da parte delle Regioni, sul modello dell’accordo già in atto con la Regione Puglia. Dovrebbero poi essere opportunamente promossi accordi di interventi tra territori limitrofi, scongiurando così l’obbligatorietà degli interventi Statali con l’impiego di velivoli prove- nienti da notevoli distanze. In tale direzione dovranno promuoversi adeguamenti dei rapporti tra lo Stato e le Regioni e quelli interregionali per affinare le attività di concorso aereo fino al punto di renderle biu- nivoche nel rispetto di regole condivise.

ALTRE DISPOSIZIONI INTRODOTTE DAL DECRETO-LEGGE 59/2012 a) Tornando all’argomento inerente gli adempimenti normativi, è possibile affermare che, in considerazione delle disposizioni transitorie individuate dall’articolo 3 del decreto in rassegna, il Dipartimento della Protezione Civile, al fine di pervenire in modo adeguato alla conclusione degli stati di emergenza pregressi, ha predisposto una circolare attuativa, contenente le prime indicazioni per l’attuazione del decreto-legge 59, che, tra l’altro, disci- plina le procedure inerenti i diversi stati emergenziali ancora vigenti alla data di emanazio- ne del decreto-legge in rassegna, nonché quella successiva alla cessazione dello stato di emergenza. Nello specifico, tale provvedimento che reca la disciplina transitoria delle ge- stioni commissariali, istituite nel rispetto della previgente normativa, individua ulteriori di- sposizioni relative allo stato di transizione tra il vecchio ed il nuovo regime di emergenza, ambito nel quale il Dipartimento della Protezione Civile si sta cimentando alacremente. Al momento è in via di emanazione una circolare il cui schema, predisposto dal Dipartimento P.C., è già stato sottoposto al vaglio del Ministero dell’economia e delle finanze. Nello specifico, va evidenziato come l’attuazione della disposizione di carattere generale conte- nuta nel secondo periodo del comma 2 dell’articolo 3 del decreto-legge n. 59/2012, conver- 11

tito, con modificazioni, dalla legge n. 100/2012 è in corso, benché si ravvisino – in tale procedimento - alcuni problemi di non facile soluzione. La disposizione, in estrema sintesi, ha previsto la cessazione di tutte le situazioni emergenziali in atto alla naturale scadenza (ivi compresi i regimi commissariali in modalità ordinaria già istituiti a completamento di attività di emergenza per le quali la vigenza delle rispettive dichiarazioni di stato di emer- genza era già cessata in precedenza), e, comunque, non oltre il 31 dicembre prossimo. Al riguardo era prevista una limitata possibilità di proroga fino alla medesima data, facoltà che è stata applicata solo per alcune emergenze. Entro tale scadenza, il Capo del Diparti- mento della protezione civile è incaricato di provvedere a disciplinare il trasferimento alla gestione ordinaria mediante proprie ordinanze da adottarsi ai sensi dei commi 4-ter e 4- quater dell’articolo 5 della legge n. 225/1992, come novellata dalla medesima legge 100/2012, ove ritenuto necessario. Si è provveduto pertanto alla ricognizione dei contesti emergenziali vigenti a vario titolo (tabelle 1 e 2), nonché a quelli che, essendo in scadenza a ridosso dell’approvazione del decreto-legge n.59/2012, non avevano trovato una coerente soluzione (tabelle 3 e 4). Si è quindi proceduto (nel mese di agosto) all’invio a tutti i Commissari ed ai Ministeri e le Regioni interessate di una serie di note con le quali veni- vano richiesti elementi utili per la predisposizione delle ordinanze di ‘ trasferimento al re- gime ordinario “. Le risposte stanno pervenendo (stato della situazione nella tabella speci- fica) e il Dipartimento della protezione civile sta elaborando gli schemi di ordinanza, che vengono poi sottoposti all’intesa regionale ed al concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze. Le criticità maggiori che si incontrano nel percorso sopra descritto riguarda- no le situazioni di emergenza relative a tematiche di natura ambientale, per le quali i Commissari in scadenza evidenziano, nella gran parte dei casi, problematiche strutturali incompatibili con la tempistica prevista dalla novella normativa. Al riguardo il Capo del Dipartimento della protezione civile ha provveduto a richiamare l’attenzione della Presi- denza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, affinché si promuovano i necessari approfondimenti, con la debita urgenza deri- vante dalla scadenza invalicabile del 31 dicembre prossimo. Taluni contesti, inoltre, pre- sentano criticità specifiche connesse con le caratteristiche delle figure e strutture commis- sariali costituite, per le quali la vigente normativa non consente, come sarebbe auspicabile, l’individuazione di percorsi specifici e ad hoc, dovendo necessariamente attenersi alle di- sposizioni contenute nel richiamato articolo 3, comma 2, ultimo periodo. Anche su tali contesti sono in corso specifici approfondimenti. Non è ancora possibile trarre un bilancio sullo stato di attuazione di questa disposizione: tutte le attività sono in corso, ma i proce- dimenti potranno dichiararsi conclusi con successo solo a seguito dell’adozione e pubbli- cazione delle ordinanze del Capo del Dipartimento della protezione civile. b) Istituzione, sul sito web del Dipartimento, di un’anagrafe pubblica relativa ai grandi eventi. La formulazione del comma 5-bis dell’articolo 3, approvata in sede parlamentare, reca indicazioni molto ampie circa la portata delle informazioni da pubblicare, tanto che il Dipartimento P.C. ha richiesto al Dipartimento per gli Affari giuridici e legislativi della 12

Presidenza del Consiglio dei Ministri una valutazione in merito alla corretta applicazione della norma circa l’individuazione dell’Amministrazione competente alla tenuta dell’anagrafe e alla pubblicazione sul sito delle “segnalazioni su inadempienze e danni già verificatisi”. Intanto il Dipartimento P.C. ha già predisposto sul proprio sito istituzionale nella sezione “Trasparenza, valutazione e merito” accessibile dalla “home page”, un appo- sito tab “Appalti dei Grandi Eventi in corso” che prevede la pubblicazione delle informa- zioni richieste dalla norma. Per completezza di informazione si riporta di seguito il testo pubblicato sul sito del Dipar- timento. “La gestione dei grandi eventi, come sancito dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, non rientra più nelle competenze della Protezione Civile. L’articolo 40-bis prevede, infatti, l’abrogazione del comma 5 dell’articolo 5-bis del decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 2001, n. 401, secondo il quale “le disposizioni di cui all'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, si applicano anche con riferimento alla dichiarazione dei grandi eventi rientranti nella competenza del Dipar- timento della protezione civile e diversi da quelli per i quali si rende necessaria la delibera dello stato di emergenza”.

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OBIETTIVI DEL PIANO

Come sappiamo, la legge n. 225 del 24 febbraio 1992 ha istituito il Servizio Nazionale di Protezione Civile, con l’importante compito di “tutelare l’integrità della vita, i beni, gli inse- diamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo dei danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi”. Tale legge (con le modifiche apportate dalla legge 401/2001) disciplina la protezione civile come sistema coordinato di competenze, al quale concorrono le amministrazioni dello Stato, le Regioni, le Province, i Comuni e gli altri Enti locali, gli Enti pubblici, la Comunità Scienti- fica, il volontariato, gli ordini e i collegi professionali e ogni altra istituzione, anche privata. Negli ultimi anni la pianificazione di emergenza ha visto un radicale mutamento dei criteri di riferimento, puntando sempre più l’attenzione verso un’analisi degli scenari di rischio e delle procedure ad essi collegate. Lo scopo principale della stesura di un Piano di Emergenza Comunale, partendo dall’analisi delle problematiche esistenti sul territorio, è l’organizzazione delle procedure di emergenza, dell’attività di monitoraggio del territorio e dell’assistenza alla popolazione. Conseguentemente è fondamentale l’analisi dei fenomeni, naturali e non, che sono potenziali fonti di pericolo per la struttura sociale e per la popolazione.

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RIFERIMENTI NORMATIVI

Legislazione nazionale Legge 08/12/1970, n° 996 – Norme sul soccorso e l’assistenza alle popolazioni colpite da ca- lamità – Protezione Civile. D.P.R. 06/02/1981, n° 66 – Regolamento di esecuzione della Legge 996/70, recante norme sul soccorso e l’assistenza alle popolazioni colpite da calamità. Legge 11/08/1991 n°266 – Legge Quadro sul Volontariato. D.P.R. n° 194 del 2001. La normativa cui si fa capo in tema di Protezione Civile è la legge 24/2/1992 n° 225, Istitu- zione del Servizio Nazionale di Protezione Civile”, con le modifiche introdotte dalla legge n° 401/2001. La Legge 225/92 prevede, per la prima volta, la nascita di un servizio della protezione civile, atto a tutelare l’integrità della vita, le attività e gli insediamenti antropici e l’ambiente dal pe- ricolo o dai danni derivanti da calamità naturali od altre catastrofi. Il Servizio Nazionale e le sue attività sono promosse e coordinate dal Ministro per il coordi- namento della Protezione Civile, con particolare riferimento alle azioni delle amministrazioni dello Stato, centrali e periferiche, delle Regioni, delle Province e dei Comuni, degli enti pub- blici nazionali e territoriali e di ogni altra organizzazione pubblica o privata presenti nella na- zione italiana. L’art. 3 della L. 225/92 estende il concetto di protezione civile anche alla previsione e preven- zione delle varie ipotesi di rischio: la previsione consiste nelle attività dirette allo studio e alla determinazione delle cause dei fenomeni calamitosi, alla identificazione dei rischi e alla indi- viduazione delle zone del territorio soggette ai rischi stessi; la prevenzione consiste nelle atti- vità atte a ridurre al minimo il verificarsi degli eventi calamitosi. Attività di protezione civile vere e proprie sono naturalmente i soccorsi delle popolazioni sini- strate ed ogni attività diretta al superamento delle emergenze connesse ai vari eventi. Il superamento dell’emergenza dovrà essere ottenuto anche con iniziative di ricostruzione ed altre iniziative atte a rimuovere gli ostacoli per una ripresa delle normali condizioni di vita. Il Dipartimento di protezione civile predispone i programmi nazionali di previsione e preven- zione, i programmi di soccorso ed i piani nazionali per l’attuazione di tutte le misure di emer- genza. Il Presidente del Consiglio ed il Ministro per il coordinamento della protezione civile dispon- gono inoltre per la esecuzione di periodiche esercitazioni ed impartiscono indirizzi ed orien- tamenti per l’utilizzazione del volontariato. Lo stato di emergenza al verificarsi di eventi gravi è deliberato dal Consiglio dei Ministri.

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L’attuazione delle attività di protezione civile è condotta secondo le rispettive competenze precisate nel seguito, dalle Amministrazioni dello Stato, dalle Regioni, dalle Province, dai Comuni e dalle Comunità Montane, mentre concorrono alle stesse attività gli enti pubblici, gli istituti di ricerca scientifici, i cittadini ed i gruppi associati di Volontariato civile, gli ordini ed i collegi professionali. Gli Organi centrali del Servizio Nazionale della protezione civile sono: la Commissione Nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi, il Comitato operativo della protezione civile ed il Consiglio nazionale della protezione civile. Gli organismi propri del Servizio Nazionale della protezione civile sono:  Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco quale componente fondamentale;  Forze Armate;  Forze di Polizia;  Corpo Forestale dello Stato;  Servizi Tecnici Nazionali;  gruppi nazionali di ricerca scientifica ed altre istituzioni di ricerca;  Croce Rossa Italiana;  strutture del Servizio Sanitario Nazionale;  organizzazioni del Volontariato;  Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (C.N.S.A.S.) Club Alpino Italiano.

La L. 225/92, all’art.12, individua le attribuzioni in materia di protezione civile delle Regioni. Le Regioni provvedono a predisporre ed attuare i programmi regionali di previsione e pre- venzione, avvalendosi di un Comitato Regionale di protezione civile. Le Province, ai sensi dell’art. 13 della legge in argomento, partecipano all’organizzazione ed alla attuazione del Servizio Nazionale di protezione civile, assicurando lo svolgimento dei compiti relativi alla rilevazione, alla raccolta e alla elaborazione dei dati. Compito delle stesse Province è anche la predisposizione ed attuazione dei programmi pro- vinciali di previsione e prevenzione, in armonia con i programmi nazionali e regionali. In ogni Provincia deve all’uopo essere istituito un Comitato provinciale di protezione civile, del quale fa anche parte un rappresentante del Prefetto. Il Prefetto, sulla base del programma provinciale di previsione e prevenzione, predispone il piano per fronteggiare l’emergenza su tutto il territorio provinciale curandone l’attuazione. Al verificarsi di uno degli eventi calamitosi o di catastrofi o di eventi che necessitano dell’intervento di più amministrazioni, il Prefetto informa il Dipartimento della protezione ci- vile ed il Presidente della Giunta Regionale, ed assume la direzione unitaria dei servizi di emergenza a livello provinciale, coordinandoli con gli interventi dei sindaci dei vari comuni. Compiti del Prefetto sono anche l’adozione di tutti gli interventi necessari ad attuare i primi soccorsi ed il controllo sull’attuazione, da parte delle strutture di altri enti ed istituzioni tenute al soccorso.

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Il Comune è l’ente che deve dotarsi, nel rispetto delle indicazioni regionali, di strutture co- munali di protezione civile. Il Sindaco, in qualità di autorità comunale di protezione civile, as- sume la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso e assistenza alle popolazioni col- pite. Nel contesto normativo attuale, e anche in riferimento alle attività operative del sistema della Protezione Civile, riveste grande importanza l’opera del volontariato, disciplinata dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 194 dell’8 febbraio 2001 in sostituzione del DPR n. 613 del 21 settembre 1994. Tale DPR sul “Regolamento recante nuova disciplina della partecipazione delle organizza- zioni di volontariato alle attività di protezione civile” disciplina l’istituzione delle organizza- zioni di volontariato, la concessione di contributi, la partecipazione alle attività di predisposi- zione e di attuazione dei piani di protezione civile e l’impiego nelle attività di pianificazione, soccorso, simulazione, emergenza e formazione teorico-pratica. Lo schema operativo e la distribuzione delle funzioni previste dalla Legge 225/92 vengono radicalmente innovati dalla Legge 15 marzo 1997, n. 59 nonché dal Decreto Legislativo 31/03/1998, n. 112.

Quest’ultima disposizione di legge, in particolare, rivoluziona, con gli art.107- 108- 109, il quadro ordinamentale ed organizzatorio nella materia di protezione civile, individuando con nettezza le funzioni mantenute dallo Stato e quelle conferite alle Regioni e agli Enti locali. L’art. 107 elenca specificatamente i compiti che hanno rilievo nazionale. L’art 108 indica, invece, le funzioni amministrative conferite alle Regioni ed agli Enti locali, con un criterio che si fonda sulla tassativa enunciazione dei compiti dello Stato (art. 107) e sull’ampia, non circoscritta e residuale competenza generale dei cennati Enti territoriali per tutti i restanti compiti. L’art. 109 prevede, poi, il riordino di strutture operative centrali della Presidenza del Consi- glio dei Ministri e del Ministero dell’Interno nonché del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuo- co, da attuarsi con appositi DPR.

Il D. Lgs. 112/98 attribuisce alle Regioni il compito di dettare “direttive per i piani di emer- genza provinciali, comunali e intercomunali”. Questo risulta in particolare dal comma 1, lett. b) punto 2, e lett. C) punto 3, dell’art. 108 del decreto legislativo 112, e sembra delineare una nuova funzione della Regione come ente di orientamento, programmazione, indirizzo e con- trollo di attività che sempre più vengono svolte operativamente dagli Enti territoriali più vicini al cittadino, cioè Provincia e Comune. La Regione, comunque, si propone, proprio dopo al D. Legislativo 112/98, come guida orga- nizzativa di un insieme di Enti e Istituzioni, armonizzandone l’attività e anzi dirigendola verso la prevenzione del rischio e la collaborazione in emergenza.

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Il compito dei Comuni

Ad essi vengono assegnate le seguenti funzioni:  attuazione in ambito comunale delle attività di previsione dei rischi;  adozione di tutti i provvedimenti per assicurare i primi soccorsi in caso di eventi calamitosi in ambito comunale, compresi quelli per la preparazione dell’emergenza:  predisposizione dei piani comunali e/o intercomunali di emergenza e alla loro attuazione;  attivazione dei primi soccorsi alla popolazione e degli interventi urgenti per fronteggiare l’emergenza;  vigilanza sull’attuazione, da parte delle strutture locali di protezione civile, dei servizi urgenti;  utilizzo del volontariato di protezione civile a livello comunale e/o intercomunale. Con la riforma della struttura del Governo, operata dal D.Lgs. 300/99, un nuovo soggetto as- sume ruolo primario e determinante sulla scena istituzionale della protezione civile in Italia: l’Agenzia Nazionale della Protezione Civile. Questo organismo riassume in sé tre strutture fondamentali di livello nazionale:  il Dipartimento della Protezione Civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri;  la Direzione Generale della Protezione Civile e dei Servizi Antincendio presso il Ministero dell’Interno  il Servizio Sismico Nazionale presso il Dipartimento dei Servizi Tecnici Nazionali (at- tualmente dipendente dal Ministero dei Lavori Pubblici). L’Agenzia avrà un ruolo primario per la gestione delle emergenze nazionali eventi di tipo c) ex art 2 L. 225/92, ma non solo. Il fatto di poter essere attivata dal Prefetto per le emergenze di tipo b), cioè il livello provinciale, e al limite anche per gli eventi di tipo a), cioè il livello locale (si presume, qualora il Sindaco chiedesse l’intervento del Prefetto), fa dell’Agenzia un soggetto che può operare di fatto a tutto campo, indipendentemente dalle volontà locali. Il Prefetto resta il cardine della struttura di comando della protezione civile, secondo l’art. 14 della L. 225/92, anche se il D. Lgs. 300/99 accentua il suo ruolo come coordinatore delle For- ze dell’Ordine rispetto al ruolo di coordinatore di forze tecnico - operative. Con il D.L. 7 settembre 2001 n. 343, viene cancellata l’Agenzia nazionale della Protezione Civile, al suo posto torna il Dipartimento, incaricato presso la presidenza del Consiglio dei Ministri. Altresì vengono apportate modifiche alla legge–quadro sugli incendi boschivi (art. 3). All’articolo 5 vengono individuate quelle che sono le competenze del Consiglio dei Mini- stri in materia di protezione civile. Allo stesso articolo si dice: “nell’ambito della Presidenza del Consiglio dei Ministri operano il Servizio idrografico e mareografico, il Servizio sismico nazionale,

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la Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi ed il Comitato operativo della protezione civile”, inoltre “Il Dipartimento della protezione civile subentra in tutti i rapporti giuridici, attivi e passivi, eventualmente posti in essere dall’Agenzia di prote- zione civile, già prevista dall’art. 79 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300”. La legge n. 401 del 9 novembre 2001 ha convertito in legge il Dl 343/2001 che abolisce l’Agenzia Nazionale di Protezione Civile. La gestione delle emergenze dovute a calamità na- turali torna, secondo la nuova normativa, nella sfera delle competenze del Dipartimento, in- cardinato nella struttura della presidenza del Consiglio dei Ministri (art. 5 “il Presidente del Consiglio determina le politiche di protezione civile e detiene i poteri di ordinanza in materia di protezione civile”). L’art. 2 (comma 2) conferisce inoltre all’Anpa (Agenzia nazionale per l’ambiente) le funzioni dei servizi tecnici nazionali (ai sensi dell’art. 15 della legge 241 del 7 agosto 1990) escluso quello sismico.

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Legislazione Regionale

DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DELLA - N. 299 DEL 30 GIUGNO 2005 -Protezione Civile - Il Sistema di Allertamento Regionale per il rischio idrogeologico e idraulico ai fini di protezione civile. Ruoli e compiti delle strutture regionali di protezione civile nell’ambito delle procedure di previsione e prevenzione del rischio idrogeologico per il territorio regionale;

REGIONE CAMPANIA - Giunta Regionale - Seduta del 16 giugno 2006 - Deliberazione N. 802 - Area Generale di Coordinamento N. 5 - Ecologia, Tutela dell’Ambiente, Disinquina- mento, Protezione Civile – Attuazione misura 1.6, Azione C) del POR Campania 2000-2006. Programma della localizzazione delle nuove strutture di presidio comprensoriale provinciale e territoriale di protezione civile, del completamento del presidio territoriale per il monitoraggio del dissesto idrogeologico nel comune di Napoli;

Normativa Regionale in materia di mitigazione e controllo rischio incendi (PEC incendi di interfaccia);

Legge Regionale 11/08/2001, n.10 - Art. 63 commi 1,2 e 3; sostituita da L.R. n°3/2007 art.18;

Nota del 6 marzo 2002 prot. n. 291 S.P. dell'Assessore alla Protezione Civile della Regione Campania, in attuazione delle delibere di Giunta Regionale n. 31, 6931 e 6940 del 21 dicembre 2001, ha attivato la "Sala Operativa Regionale Unificata di Protezione Civile";

Delibera di Giunta Regionale n° 6932 del 21 dicembre 2002 – individuazione dei Settori ed Uffici Regionali attuatori del Sistema Regionale di Protezione Civile;

Delibera di Giunta Regionale n° 854 del 7 marzo 2003 – Procedure di attivazione delle situa- zioni di pre-emergenza ed emergenza e disposizioni per il concorso e coordinamento delle strutture regionali della Campania; D.P.G.R. n.299/2005 – Sistema di allertamento regionale per il rischio idrogeologico e frane; Delibera di Giunta Regionale n. 1094 del 22 giugno 2007- Piano Regionale per la Program- mazione delle Attività di Previsione Prevenzione e Lotta Attiva contro gli Incendi Boschivi. Delibera di Giunta Regionale n. 1124 del 4 luglio 2008 – Approvazione procedure per il con- trasto agli incendi e pianificazione di Protezione Civile, attività di vigilanza e spegnimento ad opera del Corpo dei Vigili del Fuoco e dei volontari.

Delibera di Giunta Regionale n. 1124 del 4 luglio 2008 – Approvazione procedure per il con- trasto agli incendi e pianificazione di Protezione Civile, attività di vigilanza e spegnimento ad opera del Corpo dei Vigili del Fuoco e dei volontari.

Delibera di Giunta Regionale n. 353 del 19 luglio 2011 – Approvazione proposta di legge di L. R. di protezione civile. Giunta regione Campania – Assessorato Lavori Pubblici e Protezione Civile – Pubblicazione di cui alla nota dell' 8/03/2000 “Schema delle azioni da intraprendere a livello comunale in emergenze di Protezione Civile”.

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Delibera di Giunta Regionale n° 146 del 27/05/2013 con allegate LINEE GUIDA per i Piani di Emergenza Comunale.

Decreto Dirigenziale n° 60 del 29/01/2014 di approvazione dell’avviso pubblico per la diffu- sione dei piani di protezione civile P.O.R. Campania F.E.S.R. 2007-2013

Quadro normativo di riferimento

Di seguito vengono riportati i più importanti richiami legislativi in tema di protezione civile. Essi sono stati elencati secondo un criterio di raggruppamento come segue: 1. norme generali in materia di protezione civile 2. rischio idrogeologico 3. rischio sismico 4. rischio incendi boschivi 5. rischio industriale 6. sistemi di allertamento e modello di intervento 7. aree di emergenza

1. Norme in tema di protezione civile: - L. 225/92 e s.m.i. - D.M. 28/05/93 - D.Lgs. 112/98 - L.265/99 - D.Lgs. 267/2000 - L. 401/2001

2. Rischio idrogeologico: - L. 267/98 - D.P.C.M. 24 maggio 2001

3. Rischio sismico: - O.P.C.M. n. 3274 del 20 marzo 2003 - O.P.C.M. n. 3519 del 28 aprile 2006 - L.R.C. n. 19 del 28 novembre 2001 - L.R.C. n. 1 del 05 gennaio 2011 (modifiche a L.R. 28 dic. 2009 n. 19) - L.R.C. n. 1 del 27 gennaio 2012 art. 33 (modifiche alla L.R. n. 9/1983)

4. Rischio incendi boschivi: - L. 353/2000

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5. Rischio industriale - D.Lgs. 334/99 “Seveso II” - D.P.C.M. 25 febbraio 2005 – Linee guida per la pianificazione dell’emergenza esterna de- gli stabilimenti industriali a rischio d’incidente rilevante - D. Lgs. 238/2005 “Seveso III” - Linee guida per ‘informazione alla popolazione sul rischio industriale – in attesa di appro- vazione. 6. Sistemi di allertamento e modello di intervento - Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 febbraio 2004 “Indirizzi operativi per la gestione del sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico e idraulico ai fini di protezione civile” - Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 6 aprile 2006, G.U. n.87 del 13 aprile 2006 - Direttiva del Capo del Dipartimento della Protezione Civile del 2 maggio 2006 – Indica- zioni per il coordinamento delle iniziative e delle misure finalizzate a disciplinare gli inter- venti di soccorso e di assistenza alla popolazione in occasione di incidenti stradali, ferroviari ed aerei in mare, di esplosioni e crolli di strutture e di incidenti con presenza di sostanze peri- colose. - Decreto del Ministro delle Comunicazioni del 27 aprile 2006 – G.U. n. 191 del 18 agosto 2006 – Istituzione numero unico per le emergenze “112”

7. Aree di emergenza: - Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri – G.U. n. 44 del 23 febbraio 2005 – Li- nee Guida per l’individuazione delle aree di ricovero per strutture prefabbricate di protezione civile - Decreto del Capo del Dipartimento n. 1243 del 24 marzo 2005.

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ORGANISMI DI PROTEZIONE CIVILE

Organismi di pianificazione

 Consiglio Nazionale della Protezione Civile E’ l’organo che determina i criteri di massima relativi a: - programmi di previsione e prevenzione delle calamità - piani predisposti per fronteggiare le emergenze e coordinare i soccorsi - impiego coordinato delle componenti il Servizio Nazionale della Protezione Civile - elaborazione delle norme in materia di protezione civile Tale Consiglio è presieduto dal Consiglio dei Ministri o dal Ministro per il coordinamento della protezione civile. Esso è costituito da: - Ministri responsabili della amministrazioni dello Stato interessate o loro delegati - Presidenti delle Giunte Regionali e delle province autonome - Rappresentanti dei Comuni, delle Province e delle Comunità Montane - Rappresentanti della Croce Rossa Italiana e delle Associazioni di volontariato

 Commissione Nazionale per la previsione e prevenzione dei grandi rischi

E’ un organo consultivo e propositivo del Servizio Nazionale della Protezione Civile su tutte le attività di protezione civile volte alla previsione e prevenzione delle varie ipotesi di rischio. La Commissione fornisce le indicazioni necessarie per la definizione delle esigenze di studio e ricerca in materia di protezione civile, procede all’esame dei dati forniti dalle istituzioni ed organizzazioni preposte alla vigilanza degli eventi previsti dalla legge 225/92 ed alla valuta- zione dei rischi connessi e degli interventi conseguenti. La Commissione è composta dal Ministro per il Coordinamento della protezione civile, ovve- ro in mancanza da un delegato del Presidente del Consiglio dei Ministri, che la presiede, da un docente universitario esperto in problemi di protezione civile, che sostituisce il presidente in caso di assenza o impedimento, e da esperti nei vari settori di rischio. Della Commissione fanno parte anche tre esperti nominati dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome.

 Comitati Regionali

Istituiti con Decreto del Ministro dell’Interno, composti dal Presidente della Giunta Regiona- le, o da un suo delegato che lo presiede, e dai presidenti delle Amministrazioni Provinciali delle Regioni, dai Sindaci dei Comuni capoluogo di provincia o loro delegati, dall’Ispettore regionale dei VVF, dall’Ispettore dell’Ufficio Regionale per la protezione civile, e dal rappre- sentante della CRI.

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 Comitati Provinciali

Presieduto dal Presidente dell’Amministrazione Provinciale o da un suo delegato. Di tale Comitato deve far parte anche un rappresentante del Prefetto. Esso ha il compito di partecipare all’organizzazione del Servizio Nazionale della Protezione Civile assicurando lo svolgimento di censimenti e elaborazioni dei dati interessanti la prote- zione civile, la predisposizione di programmi provinciali di previsione e prevenzione.

Organismi di pianificazione dell’emergenza

 Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S.)

Si riunisce su mandato del Prefetto, che lo presiede; si avvale della Sala Operativa Provinciale ed è fondato sulle 14 funzioni di supporto previste dal Metodo Augustus. Ha il compito di: - raccogliere e valutare le informazioni relative all’evento; - preavvertire e porre in stato di allarme le Amministrazioni e gli Enti aventi compiti di intervento; - provvedere, nell’ambito della provincia, ai servizi di soccorso e assistenza alle popolazioni colpite, coordinando le attività svolte da tutte le Amministrazioni pubbliche, dagli Enti e dai privati; - valutare l’entità dei mezzi del personale necessario a fronteggiare gli eventi con efficacia e tempestività; - smistare agli Enti di competenza, previa valutazione delle priorità, le richieste di intervento pervenute; - ricevere tutte le comunicazioni delle Unità di soccorso per eseguire e valutare, momento per momento, l’evolversi della situazione; - promuovere il rapido ripristino dei servizi essenziali; - tenere collegamenti costanti con la Sala Operativa del Ministero dell’Interno e la Sala Operativa del Dipartimento della Protezione Civile; - annotare tutte le offerte provenienti dai privati cittadini, di mezzi e materiali utili, predisponendone l’eventuale impiego.

 Centri Operativi Misti (C.O.M.)

Sono unità di assistenza tecnica, amministrativa e logistica ai comuni colpiti, costituite dal Prefetto nel caso in cui la situazione richieda l’attivazione di operazioni a livello intercomuna- le o comunale.

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Operano a livello locale come proiezioni del CCS. Sono dislocati nella sede del Comune o in altri locali adeguati, sia pubblici che privati, la cui pronta possibilità d’uso dovrà essere assicurata dal Sindaco. Sono attivati 24 ore su 24, fino al termine dello “stato di allarme”.

 Centro Operativo Comunale (C.O.C.) In caso di emergenza il “Metodo Augustus” prevede che sia costituito in ogni comune il COC, fondato su 9 funzioni di supporto attivabili in ogni momento (h24). Per poter affrontare eventuali emergenze in modo organizzato viene anche introdotta la: Unità di Crisi Locale (U.C.L.) composta da: Sindaco (o suo sostituto), Tecnico Comunale (o Ufficio Tecnico Comunale), Comandante della Polizia Locale (o suo sostituto), Responsabile del Gruppo Comunale di Protezione Civile (o di eventuali associazioni non convenzionate), rappresentante delle Forze dell’Ordine del luogo (CC, Polizia di Stato, GDF, CFS). Il Sindaco potrà individuare all’interno dell’Amministrazione Comunale un: Referente Operativo Comunale (R.O.C.) a cui affidare compiti operativi in fase di normalità e in fase di emergenza.

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SEZIONE TERRITORIO 1- Studio e valutazione del pericolo

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Sotto il termine “rischi” si intendono riunire tutti i possibili avvenimenti di qualsiasi natura che possono provocare danno all’uomo e/o all’ambiente circostante. In particolare, “si definisce ri- schio la probabilità che un dato evento si verifichi, in determinati periodi e circostanze, produ- cendo conseguenze negative sugli esseri viventi, le infrastrutture sociali, i beni mobili ed im- mobili, le attività e l’ambiente”. Nell’ambito della pianificazione di emergenza vengono generalmente distinti due macro gruppi di rischi: quelli naturali e quelli che derivano da attività antropiche. Va tenuto in considerazione che an- che i rischi naturali possono risultare influenzati dall’uomo che, anche quando non è diretta- mente responsabile del verificarsi dell’evento (ad esempio nel caso di terremoti o eruzioni vul- caniche), può con il suo comportamento influenzarne le conseguenze (edificazione all’interno di zone a rischio, alterazione del territorio, ecc.). Naturalmente non tutti i rischi hanno la stessa frequenza di accadimento: per tale motivo, sulla base delle informazioni raccolte più recenti e dettagliate attualmente disponibili, si è concentra- ta l’attenzione su quelli che, con maggiore probabilità, possono interessare il territorio comuna- le di Sparanise.

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1-a RISCHIO IDRAULICO E IDROGEOLOGICO

Inquadramento geologico e geomorfologico

L’estensione territoriale del Comune di Sparanise corrisponde ad una superficie di 18,73 chilo- metri quadrati, pari ad Ha 1873,00 - I comuni confinanti sono quello di a Nord, e ad Est, quello di Pignataro M. a Sud e con quello di ad Ovest. La tipologia morfologica è prevalentemente pianeggiante (quota minima ca. 10 m s.l.m. e quota max ca. 90 m. s.l.m.) ed è estesa circa kmq 16,83 . La residua parte, estesa kmq 1,90 circa è col- linare ed è situata a Nord del territorio comunale; è caratterizzata dalla presenza, in senso orario, del Monte Marzio, alto 225 m. s.l.m., del Monte Pezza, alto 221 m. s.l.m., del Monte Briccelle, alto 222 m. s.l.m. e del Monte Calabrese, alto 200 m. s.l.m.- Gli ultimi due ricadono nel Comune di Sparanise soltanto per metà. La descrizione delle caratteristiche principali è resa possibile dall’analisi della componente geologica, idrogeologica che si rilevano dalla specifica cartografia della Regione Campania. Il settore pianeggiante si caratterizza per la presenza di ignimbrite petrograficamente da rachiti- ca a trachifonolitica, talora con fessurazione prismatico-colonnare (tufo grigio campano) – Si- stema Vulcanico di - Il settore collinare mostra una morfologia dolce nel complesso ma localmente caratterizzata da alcune irregolarità (scarpate, rotture di pendenza, avvallamenti, ecc.), la cui presenza è stretta- mente connessa sia ai processi di degradazione dei versanti (soliflusso e movimenti franosi), sia al quadro neotettonico pleistocenico. Dal punto di vista geologico i principali ambiti sono: - settore pianeggiante Costituito, come detto, da ignimbrite petrograficamente da rachitica a trachifonolitica, talora con fessurazione prismatico-colonnare (tufo grigio campano): alla base compatta, da marrone bru- ciato a violacea, con piccole pomici e scorie ocra e nere appiattite; verso l’alto lapidea, grigia- stra, a scorie e pomici nere, anche di grosse dimensioni, ricche di sanidino; in superficie e alla periferia dell’apparato, incoerente, grigia o violacea, prevalentemente cineritica. Sistema Vulca- nico di Roccamonfina - - settore collinare E’ costituito in prevalenza da calcari detritici, avana e bianchi, con Hippuritidee e Radiolitidae appartenenti al Cretacico di età diversa, disposti su più ordini di ripiani non sempre facilmente distinguibili.

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Reticolo idrografico

L’idrografia di superficie si caratterizza principalmente per la presenza del Rio Lanzi e, se- condariamente, del fosso Ciaula e del fosso Alberone.

Dati climatici

Alla luce delle sue caratteristiche morfologiche il territoriale del Comune di Sparanise non mostra una variabilità climatica apprezzabile tra la fascia di pianura e le aree collinari. Le temperature medie annue, registrate in un periodo di 30 anni, evidenziano valori medi di circa 15,21°C. (media min. 9.83°C+ media max 20.75°C)/12. La distribuzione media delle precipitazioni è di circa 74,91 mm/anno. I valori fanno riferi- mento alla tabella sovrastante derivanti dalla stazione di .

Descrizione dei rischi

Per ottenere un inquadramento delle problematiche di carattere idraulico e idrogeologico che insistono sul territorio del comune di Sparanise sono disponibili alcuni studi realizzati su scala comunale (PRG + elaborati allegati) e sovracomunale che consentono di ottenere il quadro completo della situazione attuale.

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Tali studi sono:  Geoportale della Regione Campania;  Progetto IFFI – Inventario dei Fenomeni Franosi in Campania;  Programma Provinciale di Previsione e Prevenzione della Provincia di Caserta;  Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Caserta.

Le tipologie di crisi che si evidenziano all’interno dell’ambito del territorio del Comune di Sparanise sono le seguenti: - colamenti dei terreni di copertura ubicati per lo più nella zona pedemontana, località “Cor- sano”, per la cospicua presenza di impianti serricoli; tali colamenti si verificano maggiormen- te nel periodo invernale in occasione di precipitazioni abbondanti. In pratica il terreno sotto serra non partecipa all’assorbimento delle acque pluviali per cui esse assumono un andamento torrenziale incontrollato riversandosi nelle zone “S.Vito”, “Via Calvi” e Via Circumvallazio- ne; - colamenti di acque meteoriche provenienti dalla zona collinare interposta tra Monte Marzio e Monte Pezza, complice anche la cementificazione delle strade ivi esistenti. Anche in questo caso, a seguito di precipitazioni copiose, le acque meteoriche si riversano a rivoli dalla zona collinare convergendo sulle strade del “Fondo Grieco” e, attraverso la Via Garibaldi, invado- no la parte bassa del C.so Matteotti. Le conseguenze sono ben note agli abitanti di dette zone.

1-b RISCHIO INCENDI BOSCHIVI

Nel corso della redazione di un Piano di Emergenza Comunale e di Protezione Civile, a diffe- renza di un Piano Antincendi Boschivi finalizzato alla salvaguardia del patrimonio boschivo e delle sue molteplici funzioni, è necessario analizzare con una mirata attenzione gli incendi bo- schivi in virtù di una loro duplice natura di rischio. Innanzitutto si deve analizzare il rischio “diretto”, ovvero quello legato alla possibilità che gli incendi mettano in pericolo l’incolumità delle persone e compromettano la sicurezza e la sta- bilità delle infrastrutture (in particolare nelle zone di margine, dove gli insediamenti abitativi si sviluppano nelle immediate vicinanze delle aree boscate). In secondo luogo è necessario considerare un rischio “indiretto”, dovuto all’innesco di feno- meni erosivi lungo i versanti e all’aumento dell’instabilità di pendii già in condizioni di equi- librio limite, causati dalla scomparsa di una valida copertura vegetale e dal conseguente au- mento di un deflusso idrico non più regimato. Per poter far fronte ad un fenomeno come quello degli incendi boschivi risulta di fondamenta- le importanza conoscerlo attraverso lo studio degli eventi verificatisi in passato. Ciò può con- sentire di definire l’incidenza degli incendi boschivi sul territorio comunale e le principali ca- ratteristiche con cui si sono manifestati: è opportuno sottolineare il fatto che un fenomeno na- turale come quello in esame, pesantemente condizionato dalle azioni dell’uomo, può essere difficilmente studiato in un contesto geografico rigidamente limitato entro confini ammini-

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strativi, e tanto meno inquadrato in rigidi schemi previsionali. Per l’inquadramento di questo rischio per il territorio del comune di Sparanise si fa riferimen- to al “Piano regionale delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi” della Regione Campania. Il Piano Regionale. fornisce una mappatura del rischio attraverso l’analisi della distribuzione temporale degli incendi e delle loro caratteristiche, unitamente alla distribuzione spaziale del- la frequenza e delle superfici percorse dal fuoco. I parametri scelti per la caratterizzazione pirologica del comune sono stati i seguenti:  numero di incendi boschivi che si verificano in media all’anno nel comune o nell’Area di Base ogni 10 kmq di territorio;  numero di incendi boschivi di “grande superficie” (maggiore di 24 ettari) verificatisi nell’Area di Base ogni anno ogni 10 kmq di territorio;  numero di anni con incendio;  superficie media percorsa dal fuoco da un singolo evento nel comune o Area di Base;  superficie mediana percorsa dal fuoco;  superficie massima percorsa dal fuoco. La superficie di aree boscate percorse dal fuoco di Sparanise, anno 2010 è di circa 1,00 Ha. La superficie di aree non boscate percorse dal fuoco, anno 2010 è di circa 6.00 Ha. Il Piano Regionale inserisce il Comune di Sparanise nella classe di rischio 1, come di seguito ca- ratterizzata:

Classe NC Nessun principio di incendio nel periodo analizzato.

Incendi boschivi sporadici e di piccole dimensioni: tali condizioni sono tipiche della

Classe 1 frazione fisiologica del fenomeno e richiedono prevalentemente attività di

controllo.

Incendi di grande estensione, con frequenza molto ridotta. La bassa frequenza

evidenzia che questi eventi si manifestano solo in condizioni eccezionali, pertanto Classe 2 si tratta di aree nelle quali occorre dare particolare importanza alla previsione del

pericolo e al preallertaggio in corrispondenza di livelli di soglia medio-alti.

Incendi di media frequenza e di estensione contenuta. Deve essere assicurato il collegamento tra previsione del pericolo e gli interventi di estinzione. In particolare Classe 3 si dovrà dare grande rilievo anche alle operazioni di prevenzione, da realizzarsi

con cura proprio per l’incidenza sul territorio degli eventi.

Incendi di media frequenza, e di incidenza sul territorio medio-alta, che impone Classe 4 attenzione. Incendi di alta frequenza, continuità temporale e incidenza territoriale. A questi Classe 5 eventi deve essere rivolta la massima attenzione per la loro incidenza territoriale; le attività preventive, previsionali e di ricostituzione dovranno essere massimizzate.

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PARTICOLARI ISTRUZIONI PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO INCENDI

La prevenzione

L'attività di prevenzione consiste nel porre in essere azioni mirate a ridurre le cause e il po- tenziale innesco d'incendio nonché interventi finalizzati alla mitigazione dei danni conse- guenti (art. 4, comma 2 della Legge n. 353/2000) e viene abitualmente svolta mediante:

* azioni destinate al bosco di competenza specifica delle Regioni, con interventi di corretta gestione delle risorse disponibili; * azioni destinate all'uomo, con interventi tesi a prevenire comportamenti umani scorretti, sia dolosi che colposi, quale principale causa di incendio. Azioni preventive destinate al bosco. Una efficace attività antincendio non può prescindere da una adeguata pianificazione degli interventi sul territorio quali: * l'uso sostenibile delle risorse; * la regolamentazione del turismo; * la manutenzione delle strutture e delle infrastrutture.

Per ridurre il potenziale innesco di incendio nel bosco, inoltre, sono necessari anche inter- venti specifici nell'ambito di una selvicoltura preventiva.

Un primo intervento consiste nell'insediamento di specie resistenti al fuoco per ridotta in- fiammabilità (facilità di accensione) e combustibilità (facilità di propagazione del fuoco) e dunque: * le specie che hanno maggiore capacità pollonifera; * le specie la cui corteccia è più spessa; * le formazioni più dense, che riducono il disseccamento e impediscono l'insediamento di un sottobosco combustibile; * le formazioni vegetali costituite da un maggior numero di specie.

Un secondo intervento riguarda la riduzione della pericolosità dei combustibili vegetali tra- mite azioni: * a carico del soprassuolo - sfollamenti (riduzione della densità nei soprassuoli giovani); - diradamenti (riduzione della densità nei soprassuoli adulti); - utilizzazioni (prelievo nei soprassuoli maturi); - spalcature;

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- compartimentazione, cioè delimitazione di zone, per effetto di elementi artificiali (come i viali parafuoco) al fine di creare interruzioni all'espansione del fuoco o poter intervenire più agevolmente nello spegnimento. In alcuni casi esiste già una compartimentazione naturale, rappresentata ad esempio da corsi d'acqua o altri elementi, che possono essere opportuna- mente utilizzati ai fini di una ripartizione dell'area in settori. * a carico del sottobosco - sfoltimento ed eliminazione di cespugli ed arbusti. * a carico dello strato erbaceo - eliminazione lungo le strade e le scarpate, soprattutto dove il rischio di accensioni per mozziconi di sigarette o altre cause è elevato. - Azioni preventive destinate all'uomo. Il fattore umano è di importanza fondamentale nell'attività di prevenzione, considerato che la maggiore percentuale di incendi nel nostro paese è riconducibile a comportamenti scorretti, sia volontari che involontari. L'azione mirata alla prevenzione delle cause viene condotta mediante: * ordinanze sindacali che vietano attività pericolose nelle aree a rischio (Ord. 51 del 15/06/2012 del Sindaco del Comune di Sparanise); * il controllo del territorio tramite una costante azione di monitoraggio dello stesso e delle diverse attività umane, sia produttive che ricreative, che in esso vengono espletate che di azioni tese all'applicazione di tutte le norme, i vincoli e le prescrizioni esistenti; * l'attività di informazione e sensibilizzazione diversificata in funzione del tipo di utente: - agli agricoltori, ai cacciatori, ai turisti, ai frequentatori a qualsiasi titolo dell'ambiente natu- rale viene rivolta una azione informativa capillare condotta dai reparti forestali dislocati sul territorio, con finalità preventive, prima che repressive; - agli utenti in età scolare vengono destinate specifiche iniziative volte al coinvolgimento ed alla sensibilizzazione, tramite strumenti interattivi (giochi, video) che vengono distribuiti nell'ambito di progetti educativi condotti nelle scuole; - agli adulti sono rivolte le campagne di informazione e sensibilizzazione elaborate con il supporto di strutture specializzate in comunicazione che ne curano lo studio e l'impostazio- ne, e diffuse a mezzo stampa e televisione.

La previsione

L'attività di previsione consiste nell'individuazione delle aree e dei periodi di rischio di in- cendio boschivo, nonché degli indici di pericolosità (art. 4, comma 1 della legge Quadro in materia di incendi boschivi, n. 353/2000), elaborati sulla base di variabili climatiche e vege- tazionali, la cui applicazione è determinante per la pianificazione degli interventi di preven- zione e di spegnimento.

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Ai sistemi di previsione regionali si affianca il sistema informativo Ris.I.co (Rischio incendi e coordinamento) che è in grado di fornire quotidianamente una serie di informazioni utili alla previsione ed alla gestione del rischio da incendio boschivo su scala provinciale. Ris.I.co si basa sull'elaborazione di informazioni meteorologiche, orografiche e relative alla copertura e all'uso del suolo e fornisce mappe di rischio dinamico, aggiornate ogni tre ore, sulla velocità di propagazione potenziale e l'intensità del fronte delle fiamme, individuando quelle aree in cui l'innesco del fuoco può degenerare in un vero e proprio incendio boschivo. Un importante contributo alla conoscenza del fenomeno degli incendi boschivi a livello eu- ropeo viene fornito dalla Commissione europea, tramite il Centro Comune di Ricerca di Ispra (JRC) nel quadro dell' European Forest Fire Information Sistem (EFFIS). Il Centro svolge principalmente tre attività:

* la valutazione rapida del danno via satellite (EFFIS Fire Danger Forecast); * la valutazione giornaliera del rischio di incendio da uno a tre giorni; * la raccolta di informazioni su tutti gli incendi verificatisi nell'Unione europea che interes- sano superfici superiori ai 25 ettari. Tutte queste informazioni sono consultabili sul sito web dedicato che mostra la situazione del fuoco in tutta Europa, il numero degli incendi, l'estensione delle aree bruciate, la velocità di propagazione delle fiamme e le carte di pericolosità e previsione degli incendi.

Le cause

Gli incendi boschivi possono essere classificati in quattro categorie a seconda delle cause che li generano:

Incendi Naturali Si verificano molto raramente e sono causati da eventi propri della natura e quindi inevitabi- li: * Fulmini. Gli incendi causati da fulmini si verificano prevalentemente nelle zone montane, nelle quali gli alberi conducono con facilità le scariche elettriche. I fulmini appiccano il fuo- co al legno dell'albero o alla lettiera, spesso in zone impervie. * Eruzioni vulcaniche. Gli incendi si originano quando la lava incandescente entra in contat- to con la vegetazione infiammabile. Non è. questo, il caso di Sparanise.

Incendi colposi o involontari Sono causati da comportamenti umani non finalizzati alla specifica volontà di arrecare dan- no. La colpa si configura quando si opera con negligenza, imprudenza o imperizia, spesso in violazione di norme e regolamenti. Le cause colpose sono sintetizzate in tre gruppi, in ordine di rilevanza:

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* Attività agricole e forestali. Il fuoco viene largamente impiegato per bruciare le stoppie, per distruggere i residui vegetali provenienti da lavorazioni agricole e forestali, per rinnovare i pascoli e gli incolti. Purtroppo tali operazioni vengono effettuate in aree in cui le superfici agricole sono contigue a boschi ed incolti che costituiscono facile preda del fuoco e in periodi che, per ragioni cli- matiche, coincidono spesso con quelli di maggior rischio per gli incendi boschivi. * Abbandono di mozziconi di sigarette e fiammiferi. Cerini e mozziconi di sigarette abbandonati o lanciati imprudentemente lungo i sentieri, le piste forestali, le strade rotabili e le linee ferroviarie possono cadere sull'erba secca o altri re- sidui vegetali presenti e provocare l'innesco del fuoco anche per effetto degli spostamenti d'aria provocati dai veicoli o dal vento. * Attività ricreative e turistiche, lanci di petardi e razzi, uso di apparecchi di vario genere, bruciature di rifiuti in discariche abusive, cattiva manutenzione di elettrodotti. Una quota di incendi colposi si origina da bruciature di rifiuti in discariche abusive, even- tualmente presenti in prossimità o all'interno delle aree boscate. Tali incendi possono inte- ressare estese e significative aree boscate con danni al paesaggio e all'equilibrio idrogeologi- co e problemi di ordine igienico e sanitario. Sono compresi in questa classe anche gli incendi provocati da: * scintille che si originano dall'attrito degli impianti frenanti dei treni sui binari; * variazioni di tensione sulle linee elettriche o rottura e conseguente caduta al suolo di con- duttori di impianti ad alta tensione.

Incendi dolosi o volontari Esprimono la deliberata volontà di arrecare danno al bosco e all'ambiente. Le cause dolose sono sintetizzate in tre gruppi: * Ricerca di un profitto. Spesso gli incendi dolosi derivano dalla previsione errata che le aree boscate distrutte dal fuoco possano essere utilizzate successivamente a vantaggio di interessi specifici, connessi alla speculazione edilizia, al bracconaggio, all'ampliamento della superficie agraria. In altri casi essi sono riconducibili alla prospettiva di creare occupazione nell'ambito delle attività di vigilanza antincendio, di spegnimento, di ricostituzione boschiva. * Proteste e risentimenti. La seconda tipologia di motivazioni degli incendi dolosi comprende le manifestazioni di protesta e risentimento nei confronti di privati o della Pubblica Amministrazione e dei prov- vedimenti da essa adottati, quali l'istituzione di aree protette. In altri casi si tratta di azioni volte a deprezzare aree turistiche, o ancora da ricondurre a problemi comportamentali, quali la piromania e la mitomania. * Cause dolose non definite. Le cause dolose non definite sono quelle riconducibili sicuramente ad atti volontari ma non classificabili con certezza secondo il fine perseguito dall'autore, per la mancanza di precisi ed oggettivi riscontri. 35

Incendi dubbi Sono quelli per i quali non è possibile l'attribuzione certa di una causa.

Lo spegnimento

Propedeutico allo spegnimento è l'avvistamento del fuoco che viene effettuato mediante: * sistemi tradizionali di osservazione da postazioni fisse dotate di ampia visibilità, da pattu- glie mobili, a piedi o su mezzi a motore, da mezzi aerei dello Stato e delle Regioni che sorvo- lano periodicamente aree predefinite; * sistemi di monitoraggio basati su telecamere che operano nel visibile e nell'infrarosso e che consentono il controllo e la vigilanza del territorio, nonché la rilevazione e la segnalazione au- tomatica degli incendi boschivi; * spontanea segnalazione di privati cittadini, che comunicano l'avvistato incendio al 1515 del Corpo forestale dello Stato. Lo spegnimento dell'incendio comporta l'utilizzo di mezzi e tecniche che tendono All'interruzione del processo di combustione, mediante la sottrazione di ossigeno o l'abbas- samento della temperatura. * Se si tratta di un incendio nella fase iniziale si agisce direttamente sulle fiamme mediante battitura con appositi attrezzi, copertura con terra, irrorazione con acqua o con prodotti chi- mici (estinguenti o ritardanti). * Se l'incendio è esteso è opportuno realizzare una linea sgombra di vegetazione davanti all'incendio, magari in prossimità di una interruzione naturale, in modo da ridurre l'intensità delle fiamme e poter agire con l'attacco diretto. Lo spegnimento può essere condotto da terra o con mezzi aerei in concomitanza con un in- tervento a terra. Le Regioni organizzano l'attività antincendio mediante un piano regionale per la program- mazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva, assicurano il coordinamento delle proprie strutture antincendio con quelle statali attraverso le Sale Operative Unificate Permanenti (S.O.U.P.), si avvalgono, oltre che delle proprie strutture e dei propri mezzi, an- che delle organizzazioni di volontariato, del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, del Cor- po forestale dello Stato, del personale delle Forze Armate e delle Forze di polizia dello Stato secondo gli accordi di programma e le riconosciute condizioni di urgenza e necessità, ai sen- si della Legge 353/2000.

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Il Dipartimento della Protezione Civile garantisce e coordina sul territorio nazionale, avva- lendosi del Centro Operativo Aereo Unificato (C.O.A.U.) le attività aeree di spegnimento con la flotta aerea antincendio dello Stato.

I danni ambientali

Ogni estate torna puntuale alla ribalta la drammaticità degli incendi boschivi che causano danni ambientali molto gravi e con effetti a lungo termine sull'intero ecosistema forestale. La distruzione dei boschi e delle foreste è un problema di assoluta importanza a cui il Corpo forestale risponde con un adeguamento costante della sua struttura operativa volta all'intervento diretto sul fuoco e alla sua repressione. I principali danni ambientali causati dagli incendi sono i seguenti: - deterioramento del suolo - scomparsa di biodiversità - degrado ecologico - perdita di produzioni legnose e non legnose - disordine idrogeologico - cambiamenti climatici dovuti alle emissioni di anidride carbonica - inquinamento da fumi - distruzione della fauna

Gli incendi, dunque, generano un vero e proprio allarme ambientale poiché distruggono superfici alberate che offrono non solo prodotti legnosi e protezione del suolo, ma anche elevate risorse e consistenti riserve di biodiversità, di paesaggi inestimabili e di storia.

Il Centro Operativo Aereo (COA)

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Il Corpo forestale dello Stato possiede una propria flotta di elicotteri, gestita dal Centro Operativo Aereo (COA), e coordinata, con gli altri mezzi aerei nazionali impiegati nell'at- tività antincendio, dal Dipartimento della Protezione Civile, tramite il Centro Operativo Aereo Unificato (COAU). Il COA, istituito con D.M. del 26 gennaio 1979, ha sede presso l'Aeroporto di Roma Urbe e dispone di 37 elicotteri (12 elicotteri Breda Nardi NH500, 18 elicotteri Agusta Bell AB412, 4 Erickson S64F e 3 elicotteri AW 109N) e un aereo Piaggio P180. I mezzi sono ripartiti sul territorio nazionale nelle basi di Roma Urbe, Roma Ciampino, Cecina (LI), Belluno, Pescara, Rieti e Lamezia Terme e sono rischierati in postazioni strategiche durante i periodi di massima pericolosità degli incendi boschivi, secondo le indicazioni del Centro Operativo Aereo Unificato del Dipartimento della Protezione Civi- le. Gli elicotteri Erickson S64F sono attivi presso le basi di Albenga, Oristano e Trapani.

Gli equipaggi sono formati da 80 piloti e 120 specialisti.

Gli elicotteri sono impiegati per la prevenzione e l'avvistamento degli incendi boschivi, per interventi diretti sul fuoco, per il trasporto di personale ed attrezzature, per il coordi- namento di altri aeromobili e come guida delle squadre a terra durante lo spegnimento. Il gruppo elicotteri è, inoltre, di supporto per lo svolgimento degli altri compiti di istituto del Corpo forestale dello Stato, quali i servizi di protezione civile e di pubblico soccorso, di monitoraggio ambientale, di antibracconaggio e di polizia giudiziaria.

Il Centro Operativo Aereo Unificato

L'attività di spegnimento degli incendi boschivi con flotta aerea dello Stato viene coordi- nata sul territorio nazionale dal Dipartimento della Protezione Civile, tramite il Centro Operativo Aereo Unificato (COAU). Il COAU, istituito nel 1982, è un servizio operativo dell'Ufficio Attività aeronautiche del Dipartimento della Protezione civile, attivo continuativamente nell'arco delle 24 ore per tutto l'anno. Vi prestano di norma servizio Ufficiali e Sottufficiali dell'Aeronautica Mili- tare e funzionari Ispettori e Sovrintendenti del Corpo forestale dello Stato. Il COAU, centro di comando e controllo di tutti i mezzi aerei resi disponibili per l'attività di protezione civile, pianifica e coordina le attività di volo, sia in ambito nazionale che in- ternazionale, anche con il concorso del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e del Corpo delle Capitanerie di porto. Nell'attività antincendio boschivo il Centro è in costante con- tatto, oltre che con le Sale Operative delle Società e degli Enti esercenti i mezzi aerei, con la Centrale Operativa Nazionale (CON) e le Centrali Operative Regionali (COR) del Corpo forestale dello Stato e con le Sale Operative Unificate Permanenti (SOUP) di tutte le Regioni.

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Il contributo del Corpo forestale dello Stato consiste principalmente nel continuo raccor- do con gli uffici periferici al fine di monitorare l'andamento degli eventi e di gestire con la massima efficienza la pericolosità degli incendi. Per l'attività antincendio vengono utilizzati i Canadair CL-415 (di proprietà del Diparti- mento della Protezione Civile), i Fire Boss AT-802 e gli elicotteri Erickson S-64 (sia del Dipartimento della Protezione Civile che del Corpo forestale dello Stato) ed altri elicotte- ri messi a disposizione dal Ministero della Difesa (Esercito, Aeronautica e Marina), dal Corpo forestale dello Stato e dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. I mezzi aerei italiani operano anche oltre i confini nazionali, per assistenza in caso di calamità e per azioni antincendio, sia in attuazione di convenzioni internazionali con il coordinamento dell'Unione Europea che a seguito di specifica richiesta. Al fine di ottimizzare l'efficacia dell'attività antincendio i velivoli della flotta aerea dello Stato sono dotati di miscele estinguenti che lanciano all'occorrenza sul fuoco e anche di prodotti ritardanti con cui trattano la vegetazione che si presume verrà successivamente interessata dal fuoco, ritardando così il propagarsi delle fiamme. E' inoltre quasi conclusa la completa radiolocalizzazione dei velivoli, che consente di de- terminare la posizione precisa di ciascun mezzo in qualsiasi momento con il duplice obiettivo di aumentare la sicurezza e ottimizzare l'impiego dei mezzi.

La Centrale Operativa

La Centrale Operativa ha sede presso l'Ispettorato Generale ed è stata istituita nel 1992 per fornire il necessario supporto e coordinamento all'insieme delle attività operative svolte sul territorio dal Corpo forestale dello Stato. Attiva 24 ore su 24 e per l'intero anno, si avvale di personale specializzato e utilizza ido- nea strumentazione. Assicura il coordinamento nelle fasi di prevenzione e contrasto delle emergenze e dei reati ambientali e nelle attività di protezione civile e pubblico soccorso. La Centrale operativa opera in raccordo con le Centrali operative regionali, presenti nelle Regioni a statuto ordinario, e con le strutture periferiche delle Regioni e delle Province autonome. Le Centrali operative regionali, riorganizzate nel corso del 2004 per miglio- rarne l'efficienza e l'operatività, svolgono anch'esse un servizio continuativo durante l'in- tero anno e 24 ore su 24 e rivestono un essenziale ruolo di riferimento per le strutture im- pegnate sul territorio. Il Corpo forestale dello Stato, con i suoi Comandi regionali e provinciali e con oltre mille Comandi Stazione presenti sul territorio nazionale, svolge un ruolo centrale nella difesa dei boschi dal fuoco e dalle altre aggressioni, grazie anche all'attività delle Unità Operati- ve Territoriali (UOT), reparti specializzati nel coordinamento dell'attività antincendio. L'intera attività della Centrale Operativa s'incentra sul numero di emergenza ambientale del Corpo forestale dello Stato, il 1515, istituito già dal 1997, che consente di segnalare in

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modo gratuito e tempestivo ogni tipo di problema ambientale. Le chiamate pervenute, anche quelle alle Centrali operative regionali attengono principalmen- te a: - avvistamento incendi boschivi - segnalazione danni ambientali - protezione civile e pubblico soccorso - maltrattamento di animali.

Il numero di emergenza ambientale 1515

Il 1515 è il numero gratuito di pronto intervento per qualsiasi tipo di emergenza ambientale, attivo 24 ore su 24, grazie al quale gli uomini del Corpo forestale dello Stato rispondono alle diverse richieste di tutela del patrimonio naturale e paesaggistico, di tutela del patrimonio agroambientale, di difesa contro gli incendi boschivi, di protezione civile e di pubblico soc- corso, segnalate direttamente dai cittadini. E' un servizio collegato alla Centrale Operativa Nazionale, con sede presso l'Ispettorato Gene- rale di Roma del Corpo forestale dello Stato, e a 15 sale operative regionali, una in ogni re- gione a statuto ordinario. Il campo di azione del servizio è molto vasto ed è in grado di ricevere un ampio ventaglio di segnalazioni come incendi boschivi, taglio illegale di piante, abusivismo edilizio in aree pro- tette, bracconaggio, pesca illegale, fauna ferita, sversamenti di sostanze tossiche, illecito smal- timento dei rifiuti, pubblico soccorso e protezione civile (persone disperse, segnalazione di frane, valanghe e alluvioni). Il 1515 è dunque, oggi, lo strumento più immediato per dare avvio alle attività di pronto inter- vento, di salvaguardia dell'ambiente e di investigazione svolte dal Corpo forestale dello Stato.

1-c INDUSTRIE A RISCHIO Con l’approvazione del D. Lgs. 238 del 21/09/2005, che rivede e aggiorna il precedente D. Lgs. 334/99, vengono introdotti nuovi criteri per l’identificazione delle aziende a rischio di incidente rilevante. Tali criteri definiscono la tipologia e i quantitativi delle sostanze imma- gazzinate, utilizzate e prodotte in base ai quali un’azienda, rientrando negli adempimenti pre- visti dall'art. 6/7 o 8 del D. Lgs. 334/99, ha l’obbligo di redigere un piano di emergenza ester- no, che diventerà parte integrante del piano comunale di emergenza. L’Amministrazione Comunale potrà quindi richiedere alle aziende interessate una specifica dichiarazione, eventualmente supportata da relazione tecnica, relativa al loro posizionamento nel contesto della legge, ovvero se l'azienda rientra nel campo di applicazione del D. Lgs. 334/99 e a quali obblighi è soggetta (art. 6/7 o art. 8).

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INDUSTRIE PRESENTI NEL TERRITORIO COMUNALE

Attualmente nell’Area Industriale (ASI) e nelle aree destinate ad impianti produttivi (DP e DPE) di Sparanise risultano presenti imprese produttive, alcune ormai inattive:

- VERNICI IPLAVE : produzione di vernici : inattiva - POZZI GINORI : produzione ceramiche ed affini : inattiva - TECNO TEX : lavorazione di filati : inattiva - C M A : produzione di laminati plastici : inattiva - PAT ITALIA : vetroresine ed affini : inattiva - DIMON ITALIA : lavorazione tabacchi e affini : inattiva - IDRODRAIN : produzione di tubi In PVC : attiva - CALENIA ENERGIA : centrale termoelettrica a ciclo combinato da 760 MW : attiva - STOVMON : produzione pentolame in alluminio : attiva - RUA Ecology Services: smaltimento rifiuti : attiva - GRA.MAR. : smaltimento rifiuti : attiva - NDN Ecorecuperi : smaltimento rifiuti : attiva - BALESTRI : produzione macchine industriali da caffè : attiva - CO.EL.ME. : Impianti elettrici industriali : attiva

Nessuna delle sopraelencate industrie risulta inclusa dell’inventario degli stabilimenti su- scettibili di causare incidenti rilevanti ai sensi dell’art.15, comma 4 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n° 334 e s.m.i. (redatto in collaborazione con ISPRA – Servizio Rischio Indu- striale), dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Direzione Generale per la Valutazioni Ambientali, Divisione IV – Rischio Rilevante e Autorizza- zione integrata Ambientale - L’inventario degli stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti, riferito all’intera Campania, è quello riportato alla pagina seguente. L’inventario è aggiornato al dicembre 2012.

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1-d TERREMOTI

Il rischio sismico di un determinato territorio è l’espressione dei danni attesi prodotti da un terremoto in un dato sito, e deriva dall’interazione tra l’espressione della pericolosità sismica e la vulnerabilità sismica dello stesso (quest’ultima indica la propensione di un edificio a subi- re danni in seguito ad un terremoto, ed è variabile in funzione delle caratteristiche costruttive dell’edificio stesso). Possono essere date le seguenti definizioni:

PERICOLOSITA’ SISMICA: indica la probabilità che si verifichi un terremoto capace di causare danni in un dato luogo o entro una data area ed entro un certo periodo di tempo.

PERICOLOSITA’ SISMICA DI BASE: esprime la misura dello scuotimento al suolo atteso in un determinato sito. Definisce l’entità massima dei terremoti ipotizzabili per una determi- nata area in un determinato intervallo di tempo: varia in funzione delle caratteristiche sismo- genetiche della zona e non dipende dalla presenza di manufatti o persone nell’area.

PERICOLOSITA’ SISMICA LOCALE (PSL): indica la modificazione indotta da particolari condizioni geologiche e/o morfologiche dall’intensità con la quale le onde sismiche si manife- stano in superficie. In rapporto alla Pericolosità Sismica Locale va definita l’AMPLIFICAZIONE LOCALE, os- sia il rapporto esistente tra l’accelerazione di picco in superficie e l’accelerazione di picco del substrato. Per definire la PSL vengono realizzati studi di microzonazione sismica. Di seguito si riporta un estratto della “Mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale” realizzata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. La pericolosità sismica è espressa in termini di accelerazione massima del suolo con probabi- lità di eccedenza del 10% in 50 anni. Il dettaglio sulla Campania consente di osservare che il territorio della provincia di Caserta ri- sulta essere ricompreso all’interno di valori di accelerazione massima mediamente bassi, tra 0,025g e 0,125g. Nella figura seguente viene inserita la mappa interattiva di pericolosità sismica elaborata dall’INGV sulla base dell’OPCM 3519 del 28/04/2005 con dettaglio in scala 1:390.000 nella quale si riesce a identificare, con una certa approssimazione, anche il territorio di Sparanise. Per quanto riguarda la VULNERABILITA’ SISMICA essa esprime la propensione di perso- ne, beni o attività a subire danni al verificarsi di un evento sismico. Possono essere distinte 3 componenti:

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VULNERABILITA’ DIRETTA: è definita in rapporto alla propensione del singolo elemento fisico a subire danni (es. vulnerabilità di un edificio o di un elemento della viabilità). VULNERABILITA’ INDOTTA: è definita in rapporto agli effetti di crisi dell’organizzazione del territorio causati dal collasso o dal danneggiamento di uno degli elementi fisici (ad esem- pio la crisi del sistema dei trasporti causato dall’interruzione di una strada). VULNERABILITA’ DIFFERITA: è definita in rapporto agli effetti che si manifestano nelle fasi successive all’evento e tali da causare modifiche nel comportamento della popolazione (ad esempio il disagio causa la riduzione occupazionale per la distruzione o il danneggiamen- to delle attività produttive).

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ora da definire il RISCHIO SISMICO, che dipende dall’estensione e dalla tipologia della zona che rimane interessata dall’evento, dal valore dei beni esposti e dal numero di persone coin- volte. Per un contesto territoriale urbanizzato il rischio sismico (R) viene espresso dalla seguente re- lazione: R = Pr·(Pl·Eu·Vs) dove: Pr = pericolosità di riferimento Pl = pericolosità locale Eu = esposizione urbana Vs = vulnerabilità del sistema urbano

TERREMOTI RILEVANTI IN CAMPANIA DAL 1688 AD OGGI INTENSITA’ DATA EFFETTI (MCS) Fortissimo terremoto che ha interessato l'Appennino meridionale, con 5 giugno 1688 XI gravi danni in diverse località specie nella provincia di Avellino.

8 settembre 1694 XI Terremoto in Irpinia con gravissimi danni, crolli e circa 6.000 morti in diverse località delle province di Avellino e di Potenza. 8 14 marzo 1702 X Terremoto nel Sannio e nell'Irpinia. Gravissimi danni e crolli e circa 400 morti nelle province di Avellino e Benevento.

Violento terremoto nell'Appennino meridionale, con danni in numerose 29 novembre 1732 X località delle province di Avellino e Benevento. La zona più danneg- giata fu l' Irpinia; i morti superarono il migliaio.

Violento terremoto nell'Appennino meridionale e in particolare nell'Ir- 9 aprile 1853 X pinia. Pochi i morti, Un violento terremoto interessò l'Irpinia. Gravi i danni e circa 1.500 X 23 luglio 1930 morti in molte località delle province di Avellino, Potenza e Foggia.

Violento terremoto circoscritto all' Irpinia, con gravi danni al patrimo- 21 agosto 1962 IX nio abitativo. Un violento terremoto colpi l'Irpinia e la Basilicata, causando grandis- 23 novembre 1980 X simi danni; le vittime furono circa 3.000 e i feriti quasi 10,000.

7 e 11 maggio 1984 VI Terremoto in Irpinia e Beneventano. Qualche morto e danni contenuti.

Il comune di Sparanise è stato sempre interessato in modo non grave dai terremoti per via del- la sua geomorfologia e per la posizione geografica ubicata a considerevole distanza dai vari epicentri ad oggi conosciuti

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Classificazione sismica

L’O.P.C.M. n. 3274 del 20 marzo 2003 “Primi elementi in materia di criteri generali per la- classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica” ha individuato le zone sismiche del territorio nazionale. L’ordinanza definisce i criteri per l’individuazione delle zone sismiche. La nuova classifica- zione è articolata in 3 zone: esse corrispondono alle zone di sismicità alta, media e bassa. Per tale classificazione il comune di Sparanise, è inserito nella classe media “2” (classe in cui ricadeva fin dal dicembre del 1962 a seguito del sisma del 21 agosto 1962).

Vulnerabilità strategica degli edifici strategici e rilevanti

L’OPCM 3274 del 20 marzo 2003 dispone l’obbligo di procedere, entro 5 anni, a verifica, da effettuarsi a cura dei rispettivi proprietari, degli edifici e delle opere infrastrutturali di interes- se strategico per le finalità di protezione civile (sedi amministrative; sedi di sale operative; edifici individuati nei piani di emergenza; ospedali e strutture sanitarie) e di interesse rilevan- te in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso in seguito ad un evento sismico (strutture scolastiche, ricreative, sportive, culturali, di spettacolo e intrattenimento; strutture sanitarie e socio-assistenziali con ospiti non autosufficienti; edifici e strutture aperti al pubbli- co destinate all’erogazione di servizi e al commercio suscettibili di grande affollamento). Il Comune di Sparanise ha redatto e trasmesso, agli Uffici Competenti, l’elenco delle tipolo- gie degli edifici e delle opere infrastrutturali strategiche e rilevanti da sottoporre a verifica, fissando il programma temporale delle verifiche di cui alla OPCM 3274.

1-e VIABILITA’ E TRASPORTI

In generale i pericoli derivanti dalle attività di trasporto si possono manifestare tanto all’interno quanto all’esterno del sistema dei trasporti, costituito dalle infrastrutture, dai veico- li, dal personale addetto, nonché dai suoi utenti. Con il termine di “emergenze da incidente” si considerano tutte le emergenze causate da:  Incidenti stradali  Incidenti ferroviari  Incidenti aerei  Esplosioni o crolli di strutture Quando l’evento calamitoso è un incidente con caratteristiche di non prevedibilità e di casua- lità di accadimento sul territorio, si deve tenere conto di una serie di fattori che condizionano ulteriormente le modalità di intervento, e che potrebbero, se trascurati, amplificare le criticità:

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- difficile accessibilità al luogo dell’incidente da parte dei mezzi di soccorso;

- necessità di impiego di mezzi e attrezzature speciali;

- presenza sul luogo dell’incidente di elevato numero di operatori e non di addetti ai lavori;

- possibilità di estensione ridotta della zona interessata dall’incidente, cui corrisponde la massima concentrazione delle attività finalizzate alla ricerca e al soccorso di feriti e vittime, alla quale si contrappone, nella maggior parte dei casi, un’area di ripercussione molto ampia con il coinvolgimento di un numero elevato di persone che necessitano di assistenza;

- fattori meteoclimatici;

- presenza di sorgenti di rischio secondario e derivato. Tale situazione determina la necessità di svolgere un’attività di coordinamento delle opera- zioni sul luogo dell’incidente fin dai primi momenti dell’intervento, che non può essere im- provvisata ad evento in corso, ma deve essere pianificata in via preventiva, individuando pre- cise figure di responsabilità.

La strategia generale prevede:

1. la definizione del flusso di informazioni tra le sale operative territoriali e centrali per assi- curare l’immediata attivazione del sistema di protezione civile;

2. l’individuazione di un direttore tecnico dei soccorsi per il coordinamento delle attività sul luogo dell’incidente, l’indicazione delle attività prioritarie da porre in essere in caso di emer- genza e l’attribuzione dei compiti alle strutture operative che per prime intervengono;

3. l’assegnazione, laddove possibile, al Sindaco delle funzioni relative alla prima assistenza alla popolazione e alla diffusione delle informazioni;

4. l’istituzione di un centro di coordinamento per la gestione “a regime dell’emergenza”. La difesa dal rischio trasporti si esercita secondo i seguenti criteri: * previsione: interventi di pianificazione a lungo termine sui veicoli e sui sistemi di trasporto (costruzione di nuove infrastrutture più sicure, attuazione di politiche che favoriscono l’impiego di modalità di trasporto meno soggette a rischio, ecc.);

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* prevenzione: interventi organizzativi a breve termine o “in tempo reale” per il controllo del- le attività di trasporto finalizzati ad evitare, in ogni condizione, il superamento di una soglia di massimo rischio ammissibile; * emergenza: provvedimenti finalizzati a conoscere con tempestività le caratteristiche dell’evento calamitoso e le necessità di soccorso nonché ad attuare gli interventi necessari per limitare i danni a persone e cose e per superare la fase di pericolo. In funzione del volume e dell’intensità del traffico le principali arterie che attraversano il ter- ritorio del comune di Sparanise sono rappresentate da:

- SS N.7 “Via Appia”, collegamento con Napoli e Roma; - SP 28 “Via Calvi”, collegamento con la SS N.6 “Via Casilina”.

Non sono disponibili dati aggiornati relativi ai flussi di traffico. Va inoltre segnalata la presenza della linea ferroviaria Caserta-Cassino attraversante il territorio del comune di Sparanise offrendo la stazione omonima. Tale linea collega la regione Campania a quelle limitrofe del Lazio e del Molise a Nord e ad Est e a quelle della Calabria e Basilicata a Sud. Indi da esse all’intera penisola. La viabilità interna al territorio comunale di Sparanise non presenta particolari limitazioni imposte dal comune. Esse sono comunque superabili in caso di emergenza.

Direttiva Grandi Rischi: I tre tipi di intervento sono riportati nella tabella sottostante: I

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FINE TOMO 1

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COMUNE DI SPARANISE PROVINCIA DI CASERTA PIANO DI EMERGENZA COMUNALE - TOMO 2 -

Studio Tecnico di Architettura Arch. Arciero Francesco Geom. Belculfinè Guglielmo

I N D I C E T O M O 1 E 2

P A R T E P A G I N A T O M O N° 1

INTRODUZIONE E PREMESSA 4 OBIETTIVI DEL PIANO 14 RIFERIMENTI NORMATIVI 15 Legislazione nazionale 15 0 Legislazione regionale 20 Quadro normativo di riferimento 21 ORGANISMI DI PROTEZIONE CIVILE 23 Organismi di pianificazione emergenza 24 Organismi di coordinamento dell’emergenza 24

SEZIONE TERRITORIO

1.Studio e valutazione del pericolo 26 1/a – RISCHIO IDRAULICO E IDROGEOLOGICO 28 Inquadramento geologico e geomorfologico 28

Reticolo idrografico 29

Dati climatici 29 Descrizione dei rischi 29 1/b – RISCHIO INCENDI BOSCHIVI 30 1/c – INDUSTRIE A RISCHIO SU TERRITORIO COMUNE 40

1/d - TERREMOTI 47

Carta classificazione sismica 50 1/e – VIABILITA’ E TRASPORTI 50 1 T O M O N° 2 2. Studio delle zone urbanizzate 58

INQUADRAMENTO DEL TERRITORIO 59 Inquadramento geografico e cartografico 59 Bilancio demografico - Popolazione 60-61 Edifici e strutture strategicamente rilevanti 61 Edifici e strutture vulnerabili 65 Aree di emergenza 66 2/a EDIFICI E STRUTTURE STRATEGICHE - 67 AREE DI EMERGENZA Viabilità principale e secondaria – Reti tecnologiche 75-76

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P A R T E P A G I N A SCENARI DI RISCHIO 77

Carta 3.1 – RISCHIO IDRAULICO E IDROGEOLOGICO 78 Carta 3.2 – RISCHIO INCENDI BOSCHIVI 88 3.3 – INDUSTRIE A RISCHIO 89 Carta 3.4 - TERREMOTI 91 2 Carta 3.5 - VIABILITA’ E TRASPORTI 96 EMERGENZE AMBIENTALI 100 VOLONTARIATO 101 MEZZI E ASSISTENZA DI PROPRIETA’ COMUNALE 102 DITTE DI “SOMMA URGENZA” 103

METODI DI PREANNUNCIO

COME DA D.G.R. 104 Zone omogenee di allerta per rischio idrogeologico e 105 idraulico Zone omogenee di allerta per il rischio idraulico 105 Zone omogenee di allerta per il rischio temporali forti 106 Zone omogenee di allerta per il rischio neve 107 3 Zone omogenee di allerta per il rischio vento forte 108 Zone omogenee di allerta per il rischio incendi boschivi 109

ATTIVITA’ DI MONITORAGGIO REGIONALE 110

UNITA’ DI CRISI LOCALE

UNITA’ DI CRISI LOCALE 112

CENTRO OPERATIVO MISTO (C.O.M.) 112 ATTI AMMINISTRATIVI - MODELLI 112 4 SCHEDA OPERATIVA 116

PROGRAMMAZIONE INTERVENTI 118 AGGIORNAMENTO PIANO EMERGENZA PROTEZIONE 119 CIVILE DECODIFICA SIGLE 120

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Studio delle zone urbanizzate

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INQUADRAMENTO DEL TERRITORIO

Inquadramento geografico e cartografico

Il comune di Sparanise ha una superficie di 18,73 chilometri quadrati distribuiti in un ambito, per la maggior parte pianeggiante, compreso tra la quota minima di 10 m s.l.m. e la massima di 90 m, con un’escursione altimetrica di 80 metri. La parte collinare non supera i m. 225 s.l.m. I comuni confinanti di prima fascia sono: Calvi Risorta a nord, e ad Est, Pignataro M. a Sud e Francolise ad Ovest.

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Popolazione

Come si evince dal prospetto precedente, la popolazione complessiva (anno 2013) ascende a 7515 abitanti su un territorio comunale di kmq 18,73 – Nel prospetto sono indicati, altresì, il numero di famiglie, la distinzione per sesso degli abitanti e la percentuale di stranieri residen- ti. Per quanto riguarda le persone portatrici di disabilità o con gravi problemi di salute, per le quali, in caso di emergenza, si richiede un intervento immediato e l’eventuale trasferimento dalle loro abitazioni, l’ informazione è disponibile presso l’Ufficio Servizi Sociali Comunali.

Edifici e strutture di importanza strategica Sul territorio comunale sono presenti fabbricati e complessi di importanza strategica.

CODICE PLESSO UBICAZIONE TELE/FAX

MP Municipio Piazza Giovanni XXIII n.1 0823-874032

UT Ufficio Tecnico sportello unico Via Monsignor Fabio Maranta 0823-882378

PLO Polizia Locale Via Torretta n. 0823-874065

CC Carabinieri Via Conte Aldemario n. 0823-874074

S.FER Stazione Ferroviaria Piazza Gramsci n.

SONO INDICATI, DI SEGUITO, ALCUNI PLESSI DESTINATI AD ATTIVITA’ SCOLASTICHE o sportive di uso pubblico sul territorio comunale di Sparanise i quali, in caso di necessità, possono essere utilizzati per accogliere persone, temporaneamente. L’utilizzo va comunque ponderato sulla base degli eventuali danni riportati e sulla loro importanza sul territorio.

Codice S1

Uso corrente Asilo Comunale

VEDI FOTO SEGUENTI Sito Via Giovanni Falcone e Via Giovanni Merola

Telefono 0823 /874330

Trattasi di edificio a semplice elevazione e Ann otazioni ospita bambini dai 3 ai 5 anni

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Codice S2

Uso corrente Scuola Elementare

Sito Angolo Via G. Ragozzino e Via A. De Gasperi VEDI FOTO SEGUENTI

Telefono 0823 /874221

Trattasi di edificio molto ampio, a duplice ele- Ann otazioni vazione, con palestra annessa.

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Codice S3

Uso corrente Scuola Media

Sito Via C. Graziadei VEDI FOTO SEGUENTI

Telefono 0823 /874043

Trattasi di edificio molto ampio, a duplice ele- Annotazioni vazione, con palestra annessa.

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Codice S4

Uso corrente ISISS “Ugo Foscolo” sede distaccata Sparanise

Ubicazione Via Calvi, 35 VEDI FOTO SEGUENTI

Telefono 0823/874365

Trattasi di edificio di considerevole ampiezza, a Annotazioni duplice elevazione di recente costruzione.

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Edifici e strutture vulnerabili

Nella tabella che segue è riportato un elenco di edifici che, per la presenza di specifiche cate- gorie di persone (bambini, anziani, ecc.) e/o per la probabile presenza simultanea di molte persone, sono considerati particolarmente vulnerabili nel caso di eventi di tipo calamitoso. 65

CODICE PLESSO UBICAZIONE CONTATTO S1 Asilo Comunale Via G. Merola e Via G. Falcone 0823/874330 S2 Scuola Elementare V. Solimene Via G.Ragozzino e Via De Gasperi 0823/874221 S3 Scuola Media Via C. Graziadei 0823/874043 S4 ISISS “Ugo Foscolo” sede distac- Strada Provinciale per Calvi, 35 0823/874365 cata Sparanise S5 Chiesa parrocchiale dell’Annunziata Piazza Giovanni XXIII 0823/874017 S6 Chiesa parrocchiale S.Vitaliano Piazzetta C. Graziadei 0823/874017 S7 Chiesa di S. Antonio Via Capodimonte 0823/874017 S8 Centro Sportivo con Palazzetto Via Medaglia d’Oro ------S9 Ufficio Postale Via Le Castagne 0823/874127 S10 Stazione Ferroviaria Piazzetta Graziadei ------

Aree di emergenza e di primo soccorso

Di seguito si riportano l’elenco e i particolari delle aree di stazionamento, di ricovero per la popolazione e per il deposito di mezzi e materiali distribuiti sul territorio di Sparanise.

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EDIFICI E STRUTTURE STRATEGICHE – AREE DI EMERGENZA

ZONA DI ATTESA DELLE PERSONE

IDENTIFICAZIONE E CARATTERISTICHE DEL SITO ZONA Z1

Attualmente viene adibita ad area mercato ed è completamente protetta da recinzione. E’ situata in Via Giovanni Falcone ed è limitrofa al campo di calcio della Curia di . E’ pavimentata in cemento, è provvista di presa d’acqua e possiede accesso carrabile e pedonale. La sua superficie è di circa mq. 7670.00 di cui mq. 386.00 coperti.

UTILIZZAZIONE PREVISTA: Area di sosta provvisoria della popolazione prima della sistemazione in ricoveri definiti- vi. Si riportano, negli elaborati che seguono, la fotografia aerea e la mappa aerofotogram- metrica.

FOTO AEREA (ZONA Z1)

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PROSPETTO SU VIA G. FALCONE (ZONA Z1)

CARTOGRAFIA (ZONA Z1)

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ZONA DI RICOVERO DELLE PERSONE E PRIMO SOCCORSO AREA DI ATTERRAGGIO E PARTENZA DI ELICOTTERI DI EMERGENZA

IDENTIFICAZIONE E CARATTERISTICHE DEL SITO ZONA Z2 + Z3 Attualmente la zona Z2 viene adibita ad area Impianti Sportivi ed è completamente pro- tetta da recinzione. E’ situata in Viale Medaglia d’Oro. Il parcheggio antistante è pavi- mentato in asfalto con accesso immediato dal detto Viale. Il complesso sportivo è provvisto di presa d’acqua e possiede accesso carrabile e pedonale. La zona Z3 è adibita a Scuola Media. E’ anch’essa cintata, adeguatamente pavimentata, possiede presa d’acqua e acces- so carrabile.

UTILIZZAZIONE PREVISTA: Per il ricovero delle persone e come primo soccorso vengono utilizzati il palazzetto dello sport, opportunamente adeguato e gli adiacenti campi di calcetto e tennis (quest’ultimo come area di ammassamento soccorritori) con relativa zona pertinenziale. Viene escluso l’utilizzo della piscina in quanto la struttura risulta ancora non ultimata. Viene inoltre uti- lizzato il plesso scolastico sito alla Via Corrado Graziadei, individuato con la suddetta zo- na Z3. Si riportano, negli elaborati che seguono, le fotografie aeree e le mappe aerofoto- grammetriche.

FOTO AEREA (ZONA Z2)

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PROSPETTO SU VIALE MEDAGLIA D’ORO (ZONA Z2)

VEDUTA DEL PARCHEGGIO DA VIALE MEDAGLIA D’ORO (ZONA Z2)

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CARTOGRAFIA (ZONA Z2)

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FOTO AEREA (ZONA Z3)

PROSPETTO SU VIA GRAZIADEI (ZONA Z3)

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CARTOGRAFIA (ZONA Z3)

ZONA DI DEPOSITO MEZZI E MATERIALI

IDENTIFICAZIONE E CARATTERISTICHE DEL SITO ZONA Z4

Attualmente viene adibita ad area di parcheggio cimiteriale ed è protetta da recinzione e rilevato ferroviario. E’ interposta tra il cimitero e la linea ferroviaria Napoli-Roma via Cassino. E’ pavimentata in asfalto, è provvista di presa d’acqua e possiede accesso car- rabile e pedonale. La sua superficie è di circa mq. 2273.00.

UTILIZZAZIONE PREVISTA: Area di deposito mezzi e materiali. Si riportano, negli elaborati che seguono, la fotografia aerea e la mappa aerofotogram- metrica.

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FOTO AEREA (ZONA Z4)

VEDUTA DEL PARCHEGGIO (ZONA Z4)

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CARTOGRAFIA (ZONA Z4)

Viabilità principale e secondaria

Il comune di Sparanise è raggiungibile da strade di importanza rilevante e precisamente: o dalla Nazionale SS n. 7 “Via Appia”; o dalla strada Provinciale SP n.28 (Via Calvi) che lo collega alla SS n. 6 “Via Casilina”;

Esiste, altresì, una serie di strade minori, di rilevanza locale, che permettono il collegamento con tutti i comuni circostanti (Francolise, Calvi Risorta e Pignataro M.). La struttura stradale principale e secondaria è riportata nella planimetria, allegata al presente Piano di Emergenza, a pagina 96.

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Reti tecnologiche

Le reti tecnologiche del comune di Sparanise sono gestite da:

Servizio di raccolta Impresud S.r.l. Tel. 0823/451809 rifiuti solidi urbani

RETE GESTORE INDIRIZZO E RECAPITI Via Mons. Fabio Maranta/Piazza Giovanni XIII Fognatura Ufficio Tecnico Comunale Tel. 0823/872378 - 0823/874032 Acquedotto Consorzio Idrico di Terra di Lavoro Tel. 0823/503426

Elettrica Alta Tensione Terna S.p.A. Tel. 06/83138111

Gas SIDIGAS S.p.A. Tel. 0825/276111

E lettrica Enel Tel. 0823/503426 – 800.900.800

Telefonia Telecom/Tim Tel. 800.080.085

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SCENARI DI RISCHIO

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Sulla base delle indagini condotte relative agli elementi di pericolosità che insistono sul terri- torio del comune di Sparanise, e del livello di approfondimento delle conoscenze attualmente a disposizione, viene di seguito proposta l’esposizione degli scenari di rischio, che viene resa mediante l’utilizzo di estratti cartografici e sintetiche descrizioni. Il livello di dettaglio utilizzato varia in funzione dell’effettiva incidenza di ciascun rischio sul territorio comunale.

carta 3.1: RISCHIO IDRAULICO E IDROGEOLOGICO Sulla base delle indagini condotte relativamente ai rischi che insistono sul territorio lo scena- rio di rischio che si evidenzia è inerente la possibilità che alcuni fenomeni franosi nella zona occidentale dell’ambito comunale causino l’interruzione di tratti della viabilità di interesse lo- cale. Lo scenario generato viene di seguito descritto.

Località interessate. Sparanise. Precursori. Piogge intense e concentrate. Possibili conseguenze. Interruzione provvisoria di alcune strade interne. Edifici vulnerabili. Nessuno. Persone coinvolte. Nessuna direttamente. Sistemi di allertamento. Gli strumenti a disposizione per l’allertamento sul rischio idraulico sono descritti nel capitolo successivo dei Metodi di preannuncio. Aree di emergenza e strutture di emergenza utilizzabili. Non necessarie poiché l’evento ha ripercussioni solo sulla viabilità. Di seguito si riportano le procedure che devono svolgere il Sindaco e i componenti dell’Unità di Crisi Locale relativamente alla possibilità che si verifichino, oltre ad eventi idraulici e idro- geologici, anche fenomeni meteorologici intensi quali temporali forti, neve e vento forte. Le procedure sono divise per:

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SI RIPORTA, DI SEGUITO, LA CARTA 3.1 RELATIVA AL RISCHIO IDROGEO- LOGICO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI SPARANISE CON RELATIVA LE- GENDA.

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CODICE DI ALLERTA 2 – LIVELLO DI CRITICITA’: MODERATO Rischio idraulico e idrogeologico + temporali forti, neve e vento forte

CODICE DI ALLERTA 3 – LIVELLO DI CRITICITA’: ELEVATO Rischio idraulico e idrogeologico + temporali forti, neve e vento forte

CODICE DI ALLERTA 4 – LIVELLO DI CRITICITA’: EMERGENZA Rischio idraulico e idrogeologico + temporali forti, neve e vento forte

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CODICE DI ALLERTA 2 – LIVELLO DI CRITICITA’: MODERATA - Rischio idrogeologico, idraulico, temporali forti, neve e vento forte

MODALITA’ MODELLO NOME RESPONSABILE AZIONE INTERESSATO DI DI RESPONSABILE NUMERO TELEFONO O FAX INTERESSATO COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE Membri Unità di Crisi Locale Telefono (UCL) Sindaco Avvisa Cellulare Polizia Locale: Tel. 0823/874065 Strutture operative locali di Radio Protezione Civile Condizioni meteo locali Prefettura di Caserta: 0823/429111 Cellulare Sindaco Verifica Strumenti di monitoraggio Radio esistenti Telefono Prefettura di Caserta: 0823/429111 Prefettura Sindaco Informa Fax Regione Campania sala operativa tel.: 081/2323111; fax: 081/2323860 Regione Numero Verde PC Numero verde protezione civile : 800840840 Se la verifica è Telefono Sindaco UCL UCL: positiva: attiva Cellulare Prefettura di Caserta: 0823/429111 Ogni due ore: Prefettura Report Telefono Regione Campania sala operativa tel.: 081/2323111; fax: 081/2323860 Sindaco informa di Servizio PC Regionale informativo Fax Numero verde protezione civile : 800232525 qualsiasi iniziativa Provincia standard Protezione civile Provincia di Caserta: 0823/2478429 Ricevuta comunicazione Membri dell’UCL Telefono Sindaco Polizia Locale: Tel. 0823/874065 revoca del Strutture operative comunali Cellulare preallarme dalla di PC Radio Prefettura informa

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MODALITA’ MODELLO NOME RESPONSABILE AZIONE INTERESSATO DI DI RESPONSABILE NUMERO TELEFONO O FAX INTERESSATO COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE UCL Avvisatori acustici Ordinanza di Sindaco Attiva le aree di Strutture operative locali Volantini e manifesti attivazione delle UCL: emergenza di Protezione Civile Radio/TV aree di emergenza Attiva le misure di UCL UCL: Sindaco Cellulare sorveglianza sul territorio Strutture operative locali Carabinieri (CE): 112 Radio Ricetrasmittente di competenza di Protezione Civile Polizia Stradale distretto Caserta: 113 Telefono Sindaco Dispone l’eventuale UCL Ordinanza di Avvisatori acustici UCL: evacuazione di edifici Popolazione evacuazione Porta a porta Prefettura di Caserta: 0823/429111 Prefettura Regione Campania sala operativa tel.: 081/2323111 fax: 081/2323860 Servizio PC Regionale Telefono Numero verde protezione civile: 800840840 STER sede Pavia Report Informativi Sindaco Informa Provincia di Caserta prot. civile: 0823/2478429 Provincia Fax Dipartimento PC: Dipartimento PC Standard Radio Ricetrasmittente VVF Caserta: 115 Strutture operative di Carabinieri: 112 protezione civile (art. 11- Polizia Stradale: 113 L.225/92) Guardia Medica Pignataro M. (CE): 0823654586

Prefettura di Caserta: 0823/429111 Prefettura Ogni ora informa di Telefono Regione Campania sala operativa Sindaco Servizio PC Regionale Report Informativi qualsiasi iniziativa Fax tel.: 081/2323111 – fax: 081/2323860 Provincia Standard intrapresa: Radio Ricetrasmittente Numero verde protezione civile : 800840840 Dipartimento PC Protezione civile Provincia di Caserta: 0823/2478429 Se si verifica un evento Sindaco calamitoso attiva tutte le procedure di emergenza Ricevuta comunicazione Popolazione Telefono UCL: dalla Prefettura dispone la UCL Ordinanza di revoca Sindaco Cellulare VVF Caserta: 115 revoca stato di allarme Strutture operative locali dei provvedimenti di Avvisatori acustici Carabinieri Sparanise (CE): 112 – 0823874074 sul territorio di di protezione civile emergenza Radio/TV Polizia Stradale distretto Caserta: 113 competenza Media locali

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CODICE DI ALLERTA 3 – LIVELLO DI CRITICITA’: ELEVATA - Rischio idrogeologico, idraulico, temporali forti, neve e vento forte

MODALITA MODELLO NOME RESPONSABILE AZIONE INTERESSATO DI DI RESPONSABILE NUMERO TELEFONO O FAX INTERESSATO COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE Prefettura Telefono Prefettura di Caserta: 0823/429111 Invia messaggio di Servizio PC Regionale Fax Regione Campania sala operativa tel.: 081/2323111 Sindaco Modello Comunicato allarme per evento Strutture operative Numero Verde PC fax: 081/2323860 di Allarme in atto a: locali di Protezione Radio Numero verde protezione civile : 800840840 Civile Ricetrasmittente Protezione civile Provincia di Caserta: 0823/2478429 Procedure Operative UCL Telefono / Fax del modello di Sindaco Attiva Strutture operative Numero Verde PC UCL: Polizia Locale: Tel. 0823/874065 intervento previste nel locali di Protezione Radio Piano Emergenza. Civile Ricetrasmittente Comunale Controlla UCL Telefono Sindaco l’evoluzione degli Strutture operative Cellulare UCL: Polizia Locale: Tel. 0823/874065 eventi sul territorio di locali di Protezione Radio competenza Civile Ricetrasmittente Telefono Modello Comunicato Media locali Fax Sindaco Informa Stampa Radio/TV Popolazione Modello comunicato Avvisatori acustici alla popolazione Volantini e manifesti Prefettura di Caserta: 0823/429111 Prefettura Telefono Report Informativi Regione Campania sala operativa tel.: 081/2323111 Sindaco Aggiorna Servizio PC Regionale fax: 081/2323860 Provincia Fax Standard Numero verde protezione civile : 800840840 Dipartimento PC Protezione civile Provincia di Caserta: 0823/2478429 Richiede Richiesta tipo Sindaco l’eventuale chiusura ANAS Telefono ANAS sala operativa: 081/7356233 Ordinanza chiusura di strade provinciali Provincia Fax Provincia di Caserta – Ufficio LL.PP. e strade prov. 0823/2478267 strade e statali a: Fax : 0823/2478246 UCL Avvisatori acustici Sindaco Ordina la chiusura Strutture operative Ordinanza chiusura Volantini e manifesti UCL: Polizia Locale: Tel. 0823/874065 di strade comunali locali di Protezione strade Radio/TV Civile

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MODALITA’ MODELLO NOME RESPONSABILE AZIONE INTERESSATO DI DI RESPONSABILE NUMERO TELEFONO O FAX INTERESSATO

COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE

UCL Avvisatori acustici Ordinanza di Sindaco Attiva le aree di Strutture operative locali Volantini e manifesti attivazione delle UCL: emergenza di Protezione Civile Radio/TV aree di emergenza Attiva le misure di UCL UCL: Sindaco Cellulare sorveglianza sul territorio Strutture operative locali Carabinieri Capua (CE): 112 Radio Ricetrasmittente di competenza di Protezione Civile Polizia Stradale distretto Caserta: 113 Telefono Sindaco Dispone l’eventuale UCL Ordinanza di Avvisatori acustici UCL: evacuazione di edifici Popolazione evacuazione Porta a porta Prefettura di Caserta: 0823/429111 Prefettura Regione Campania sala operativa tel.: 081/2323111 fax: 081/2323860 Servizio PC Regionale Telefono Numero verde protezione civile: 800840840 STER sede Pavia Report Informativi Sindaco Informa Provincia di Caserta prot. civile: 0823/2478429 Provincia Fax Dipartimento PC: Dipartimento PC Standard Radio Ricetrasmittente VVF Caserta: 115 Strutture operative di Carabinieri: 112 protezione civile (art. 11- Polizia Stradale: 113 L.225/92) Guardia Medica Pignataro M. (CE): 0823654586

Prefettura di Caserta: 0823/429111 Prefettura Ogni ora informa di Telefono Regione Campania sala operativa Sindaco Servizio PC Regionale Report Informativi qualsiasi iniziativa Fax tel.: 081/2323111 – fax: 081/2323860 Provincia Standard intrapresa: Radio Ricetrasmittente Numero verde protezione civile : 800840840 Dipartimento PC Protezione civile Provincia di Caserta: 0823/2478429 Se si verifica un evento Sindaco calamitoso attiva tutte le procedure di emergenza Ricevuta comunicazione Popolazione Telefono UCL: dalla Prefettura dispone la UCL Ordinanza di revoca Sindaco Cellulare VVF Caserta: 115 revoca stato di allarme Strutture operative locali dei provvedimenti di Avvisatori acustici Carabinieri Sparanise (CE): 112 – 0823874074 sul territorio di di protezione civile emergenza Radio/TV Polizia Stradale distretto Caserta: 113 competenza Media locali

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CODICE DI ALLERTA 4 – LIVELLO DI CRITICITA’: EMERGENZA - Rischio idrogeologico, idraulico, temporali forti, neve e vento forte MODALITA’ MODELLO NOME RESPONSABILE AZIONE INTERESSATO NUMERO TELEFONO O FAX INTERESSATO DI DI RESPONSABILE COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE Se l’evento non è Verbale di sopralluogo UCL: preceduto dalle fasi di Telefono Strutture operative Procedure operative VVF Caserta: 115 Sindaco preallarme e/o Cellulare comunali di PC del modello di Carabinieri Sparanise (CE): 112 – 0823874074 allarme: verifica la Radio UCL intervento previste nel Polizia Stradale distretto Caserta: 113 portata del fenomeno Ricetrasmittente Piano Croce Rossa Caserta (CE): 118 In ogni caso attiva: Prefettura di Caserta: 0823/429111 Regione Campania sala operativa tel.: 081/2323111 fax: 081/2323860 Prefettura Numero verde protezione civile : 8008420840 Telefono Protezione civile Provincia di Caserta: 0823/2478429 Servizio PC Regionale Report Informativi Provincia di Caserta Ufficio tecnico: 0823/2478267 Sindaco Informa STER sede Pavia Fax Dipartimento PC Provincia Numero Verde PC Telecom: 187 Dipartimento PC Standard Radio Elettricità ENEL: 800900800 - 803500 Gestori Pubblici Servizi Ricetrasmittente Acquedotto CITL: 0823/503426 Strutture Operative di PC Gas SIDIGAS: 0825612911 (art.11- L. 225/92) VVF Caserta: 115 Carabinieri Sparanise (CE): 112 – 0823/874074 Polizia Stradale distretto Caserta: 113

UCL: Coordina gli interventi UCL Telefono VVF Caserta: 115 Sindaco di soccorso Forze dell’ordine Cellulare Ordinanze varie Carabinieri Sparanise (CE): 112 – 0823874074 Organizza la gestione Strutture operative locali Radio Polizia Stradale distretto Caserta: 113 dell’area di Protezione Civile Ricetrasmittente Croce Rossa Caserta (CE): 118

Attiva le aree di UCL radio /TV Ordinanza di Sindaco emergenza per Gruppo C.le PC UCL: avvisatori acustici attivazione delle aree l’assistenza alla Associazioni volontariato Croce Rossa Caserta (CE): 118 volantini e manifesti di emergenza popolazione colpita 118

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MODALITA’ MODELLO NOME

RESPONSABILE AZIONE INTERESSATO NUMERO TELEFONO O FAX INTERESSATO DI DI RESPONSABILE COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE VVF CASERTA: 115

Verifica danni a Verbali di Telecom: 187 Vigili del fuoco Sindaco Elettricità ENEL: 800900800 - 803500 edifici strategici, sopralluogo Gestori pubblici servizi Acquedotto : Consorzio Idrico Terra di Lavoro 0823/503426 infrastrutture, reti STER sede Pavia Gas SIDIGAS: 0825612911 di sevizi essenziali: Ordinanze varie Fognatura : Comune di Sparanise Centralino 0823/874032

Coordina le UCL attività successive Gruppo comunale di UCL: Sindaco Ordinanze varie all’evento per la PC Croce Rossa Caserta (CE): 118 sistemazione di Associazioni eventuali sfollati volontariato Ogni ora ed in caso di ogni Prefettura Telefono Prefettura di Caserta: 0823/429111 significativa Report Informativi Regione Campania sala operativa tel.: 081/2323111; fax: 081/2323860 Sindaco Servizio PC Regionale Fax variazione: Numero verde protezione civile : 800840840 Provincia Cellulare Standard informa di Protezione civile Provincia di Caserta: 0823/2478429 Dipartimento PC Radio qualsiasi iniziativa intrapresa: Popolazione Radio/TV UCL: Terminata la fase Ordinanza di UCL Avvisatori acustici VVF Caserta: 115 Sindaco di emergenza revoca dei Strutture operative Telefono Carabinieri Sparanise (CE) 112 – 0823/874074 dispone la revoca provvedimenti di locali di Protezione Cellulare Polizia Stradale distretto Caserta: 113 dell’emergenza: emergenza Civile Radio Croce Rossa Caserta (CE): 118

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carta 3.2: RISCHIO INCENDI BOSCHIVI

Come si evince dal Piano Regionale A.I.B. il comune di Sparanise è soggetto a incendi bo- schivi sporadici e di dimensioni contenute: tali condizioni sono tipiche della frazione fisiolo- gica del fenomeno e richiedono prevalentemente attività di controllo preventivo e pronta cir- coscrizione dell’incendio avvenuto.

LA PLANIMETRIA CHE SEGUE, EVIDENZIA LE LIMITATE ZONE NEL COMU- NE DI SPARANISE SOGGETTE AD INCENDI BOSCHIVI SPORADICI.

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3.3: INDUSTRIE A RISCHIO

Con riferimento alla descrizione degli elementi di pericolosità inquadrati nel capitolo prece- dente dell’Analisi territoriale è possibile riportare 3 scenari di rischio base generico sviluppati in base alla tempistica di sviluppo degli eventi ipotizzati (istantanea, prolungata e differita), come descritto nelle tabelle seguenti estratte dalla Direttiva regionale Grandi Rischi:

SCENARIO 1

Istantanea A – esplosione Combustione rapida nella forma di non confinata detonazione o deflagrazione

Genera onde di sovrappressione Tipologia di eventi B – esplosione Combustione rapida all’interno di un contenimento o effetto di una confinata decomposizione chimica Genera onde di sovrappressione C – scoppio Sovrappressione

Proiezione di frammenti Durata Istantanea Evoluzione Effetto domino

possibileEvoluzione Incendio (cfr scenario 2A) Fattoripossibile di Non significativi (una volta che si è verificato l’evento) Tipologiaamplificazione di eventi

Influenza Poco significativa condizioni meteo Estensione Prima zona Tra 50 m e 200 m Intensità Estensionedell’impatto Seconda zona Tra 200 m e 600 m TipologiaIntensità di eventi Estensionedell’impattodipendente da sostanza Terza zona Maggiore di 600 m Intensità dell’impattodipendentee quantità da sostanza

dipendentee quantità da sostanza e quantità SCENARIO 2A

Tipologia eventi Prolungata A – incendio incontrollato (di liquidi infiammabili o solidi

combustibili con elevato carico d’incendio) Durata 3-10 ore

Evoluzione Effetto domino (coinvolgimento di altre apparecchiature/serbatoi con estensione possibile dell’area incendiata, possibili scoppi per sovrappressione) Produzione di fumi tossici di combustione o decomposizione con dispersione e Fattori di ricaduta al suolo amplificazione Presenza di abitazioni alte (oltre 6°-8° piano: rischio di intossicazione)) Influenza Poco significativa, anche se effetti più gravi si hanno con velocità di vento maggiori

condizioni meteo che inclinano maggiormente la fiamma Prima zona Tra 50 m e 70 m Seconda Tra 70 m e 100 m

Per irraggiamenti ter- zona mici Terza zona Tra 100 m e 150 m Normalmente non Estensione dell’impatto Prima zona raggiunta dipendente dalla esten- Seconda Tra 200 m e 300 m sione dell’area interessa- Per dispersione fumi zona Intensità ta tossici Terza zona Tra 1000 e 1500 m Prima zona Tra 100 m e 200 m Prima zona Tra 400 m e 800 m

Per dispersioni tossiche fredde Seconda (ammoniaca, cloro) zona

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SCENARIO 2B Tipologia di eventi Prolungata B – rilascio di gas/liquidi con diffusione di sostanze tossiche (rilascio “freddo” Durata 1-4 ore Evoluzione Dispersione al suolo possibile Corpi idrici

Impossibilità di contenimento dello sversamento Fattori di Elevata superficie inquinata amplificazione Impossibilità di drenaggio verso luogo sicuro (vasche di emergenza) Presenza di canalizzazioni o reti fognarie interrate Influenza Molto significativa (effetti peggiori in condizioni di stabilità e poco vento intenso, tipo condizioni meteo F2)

Estensione dell’impatto Prima zona Tra 50 m e 200 m dipendente Seconda zona Tra 200 m e 800 m Intensità dall’estensione della portata, dalla quantità Terza zona Tra 1000 m e 2500 m rilasciata e dall’area interessata

SCENARIO 3

Rilascio di liquidi ecotossici o acque inquinate dallo Tipologia di spegnimento di incendi o da dilavamento, con diffusione Differita nel terreno o in un corpo idrico superficiale. Deposizione eventi al suolo di prodotti tossici di dispersione (tanto “fredda” –

Scenario 2B, che “calda”, scenario 2A)

Durata Dall’inizio dell’evento fino alla messa in sicurezza, alla bonifica o al ripristino ambientale

Evoluzione Inquinamento della falda o di pozzi di prelievo per usi irrigui o potabili possibile Danno ambientale (flora, vegetazione, allevamenti ittici, ecc.) Breve distanza dal corpo idrico Fattori di Elevata superficie (laghi) o portata (fiumi) dei corpi idrici interessati amplificazione Bassa permeabilità del terreno, isopiezometriche Bassa profondità della falda

Influenza Molto significativa (effetti peggiori in condizioni di stabilità e poco vento intenso, tipo condizioni meteo F2) Estensione dell’impatto Terreni sabbiosi 2-10 ore

dipendente dal tempo di Intensità intervento per prevenire il Terreni argillosi 500-2000 ore raggiungimento della

falda

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carta 3.4: TERREMOTI

Il territorio di Sparanise è stato confermato ai sensi dell’Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003 zona sismica di media sismicità (S=2), quella che presenta medi rischi. Si riporta, nella pagina seguente, la carta di classificazione sismica di tutti i comuni della Re- gione Campania. In essa è indicata, chiaramente, la posizione e classificazione sismica di Spa- ranise. La cartografia riporta quanto deliberato dalla Giunta Regionale in data 07/11/2002, n° 5447.

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Verifica di vulnerabilità su una duplice tipologia di edifici.

1. EDIFICI STRATEGICI serie di edifici strategici la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fonda- mentale per le finalità di protezione civile, i quali appartengono alle seguenti tipologie: 1a. edifici destinati a sede dell’amministrazione regionale 1b. edifici destinati a sede dell’amministrazione provinciale 1c. edifici destinati a sede di amministrazione comunale 1d. edifici destinati a sede di comunità montane 1e. strutture non di competenza statale individuate come sedi di sale operative per la gestione delle emergenze (COM, COC, ecc.) 1f. Centri funzionali di protezione civile 1g. Edifici e opera individuate nei piani di emergenza o in altre disposizioni per la gestione dell’emergenza 1h. Ospedali e strutture sanitarie, anche accreditate, dotati di Pronto Soccorso o dipartimenti di emergenza, urgenza e accettazione (oggetto di apposita indagine) 1i. Sedi ASL 1l. Centrali operative 118

2. EDIFICI RILEVANTI 2a. asili nido e scuole, dalle materne alle superiori 2b. strutture ricreative (ivi compresi gli oratori), sportive e culturali, locali di spettacolo e di intrattenimento in genere; 2c. strutture sanitarie e/o socio-assistenziali con ospiti non autosufficienti (ospizi, orfanotrofi, ecc.); 2d. edifici e strutture aperti al pubblico destinate all’erogazione di servizi, adibiti al commer- cio suscettibili di grande affollamento. Le scosse sismiche sono fenomeni di carattere naturale che accadono senza alcun tipo di preannuncio, pertanto lo scenario relativo alla gestione di questo rischio viene sviluppato per il Sindaco e l’U.C.L. solo in riferimento alla fase di gestione dell’emergenza, come di seguito descritto.

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EMERGENZA - Rischio terremoto

MODALITA’ MODELLO NOME RESPONSABILE AZIONE INTERESSATO DI DI RESPONSABILE NUMERO TELEFONO O FAX INTERESSATO COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE Se l’evento non è Verbale di UCL: preceduto dalle fasi di Telefono sopralluogo Strutture operative VVF Caserta: 115 Sindaco preallarme e/o allarme: Cellulare Procedure operative comunali di PC Carabinieri Sparanise (CE) 112 – 0823/874074 verifica la portata del Radio del modello di UCL Polizia Stradale: 113 fenomeno Ricetrasmittente intervento previste Croce Rossa Caserta (CE): 118 In ogni caso attiva: nel Piano

Prefettura di Caserta: 0823/429111 Reg. Campania sala operativa: tel.: 081/2323111 Prefettura fax: 081/2323860 Telefono Numero verde protezione civile: 800840840 Servizio PC Regionale Report Informativi Provincia di Caserta Prot. Civile: 0823/2478429 Sindaco Informa: STER sede Pavia Fax Dipartimento PC: Provincia Numero Verde PC Telecom: 187 Dipartimento PC Standard Radio Elettricità ENEL: 800900800 - 803500 Gestori Pubblici Servizi Ricetrasmittente Acquedotto: Consorzio Idrico Terra Lavoro: 0823/503426 Strutture Operative di PC VVF Caserta: 115 (art.11- L. 225/92) Carabinieri Sparanise (CE) 112 – 0823874074 Polizia Stradale: 113 Guardia Medica Pignataro M. (CE): 0823654586

UCL: Coordina gli interventi di UCL Telefono VVF Caserta: 115 - Sindaco soccorso Forze dell’ordine Cellulare Ordinanze varie Carabinieri Sparanise (CE) 112 – 0823/874074 Organizza la gestione Strutture operative locali Radio Polizia Stradale: 113 – dell’area di Protezione Civile Ricetrasmittente Croce Rossa Caserta (CE): 118 Attiva le aree di UCL radio /TV Ordinanza di Sindaco UCL: emergenza per l’assistenza Gruppo C.le PC avvisatori acustici attivazione delle Croce Rossa Caserta (CE): 118 alla popolazione colpita Associazioni volontariato volantini e manifesti aree di emergenza

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MODALITA’ MODELLO NOME RESPONSABILE AZIONE INTERESSATO DI DI RESPONSABILE NUMERO TELEFONO O FAX INTERESSATO COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE

Verifica danni a Verbali di VVF Caserta: 115 Vigili del fuoco Telecom: 187 Sindaco edifici strategici, sopralluogo Gestori pubblici servizi Elettricità ENEL: 800900800 - 803500 infrastrutture, reti STER sede Pavia Acquedotto: Consorzio Idrico Terra Lavoro 0823/503426 di sevizi essenziali Ordinanze varie Gas: SIDIGAS: 0825612911

Coordina le UCL attività successive Gruppo comunale di UCL: Sindaco Ordinanze varie all’evento per la PC Croce Rossa Caserta (CE): 118 sistemazione di Associazioni eventuali sfollati volontariato Ogni ora ed in caso di ogni Prefettura Telefono Prefettura di Caserta: 0823/429111 significativa Report Informativi Regione Campania sala operativa tel.: 081/2323111; fax: 081/2323860 Sindaco Servizio PC Regionale Fax variazione: Numero verde protezione civile : 800840840 Provincia Cellulare Standard informa di Protezione civile Provincia di Caserta: 0823/2478429 Dipartimento PC Radio qualsiasi iniziativa intrapresa: Popolazione Radio/TV UCL: Terminata la fase Ordinanza di UCL Avvisatori acustici VVF Caserta: 115 - Sindaco di emergenza revoca dei Strutture operative Telefono Carabinieri Sparanise (CE) 112 – 0823-874074 dispone la revoca provvedimenti di locali di Protezione Cellulare Polizia Stradale: 113 dell’emergenza emergenza Civile Radio Croce Rossa Caserta (CE): 118

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carta 3.5: VIABILITA’ E TRASPORTI

Il reticolo viario del comune di Sparanise è attraversato dalla SS7 “Via Appia” e dalla SP 28 “Via Calvi” - Vi sono altre strade interne e strade ferrate rilevabili dal grafico che segue. Il reticolo viario di interesse comunale non è interessato da intensi flussi di traffico pesante: relativamente al transito di mezzi pesanti non sono conosciute percentuali di traffico.

La tipologia e i quantitativi di sostanze pericolose che transitano sul territorio comunale è un dato sconosciuto. Si può tuttavia affermare che, sulla base delle caratteristiche della viabilità provinciale citata, delle zone collegate a questa e dei mezzi in transito, tali sostanze, analoga- mente a quanto avviene sulla scala nazionale, possano soprattutto ricondursi per i quantitativi maggiori trasportati al GPL e ai carburanti per autotrazione, veicolati all’interno di autocister- ne che presentano una capacità di carico di circa 20 tonnellate.

Le attività che devono svolgere il Sindaco e l’U.C.L. relativamente al verificarsi di un evento incidentale grave sul reticolo viario che interessa il territorio comunale sono descritte di se- guito, dopo l’elaborato grafico.

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SI RIPORTA, DI SEGUITO, L’ELABORATO DELLA CARTA DELLA VIABILITA’ E TRASPORTI.

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FASE DI EMERGENZA – Incidente coinvolgente un mezzo che trasporta sostanze pericolose

MODALITA’ MODELLO NOME RESPONSABILE AZIONE INTERESSATO DI DI RESPONSABILE NUMERO TELEFONO O FAX INTERESSATO COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE VVF Caserta: 115 - Prefettura di Caserta: 0823429111 Regione Campania sala operativa tel.: 2323111; Vigili del fuoco fax: 0812323860 - Telefono Prefettura numero verde protezione civile: 800061160 Sindaco Servizio PC Regionale Report Informativi Provincia di Caserta: 0823247111 Informa Fax Provincia Telecom: 187 Numero Verde PC Gestori Pubblici Servizi Standard Elettricità ENEL: 800900800 - 803500 Radio ARPA Acquedotto - Consorzio Idrico Terra Lavoro: 0823357511 Ricetrasmittente Strutture Operative di PC Gas - SIDIGAS: 0825612911 (art.11- L. 225/92) Fognatura UFFICIO TECNICO : 0823874032 Carabinieri Sparanise (CE): 112 – 0823874074 Polizia Stradale dist. Capua: 113 Croce Rossa Caserta(CE): 118 Telefono Strutture operative comunali UCL: Sindaco Cellulare Attiva di PC Carabinieri Sparanise (CE) 112 – 0823874074 Radio UCL Polizia Stradale: 113 Ricetrasmittente Media locali Telefono-Fax Mod. comunicato Popolazione Radio/TV stampa Sindaco Informa Comuni limitrofi (se interessati) Avvisatori acustici Modello trasmettendo subito le Volantini e comunicato alla variazioni significativa manifesti popolazione Coordina gli interventi di UCL Telefono UCL: soccorso e l’evacuazione Sindaco Forze dell’ordine Cellulare Ordinanze varie Carabinieri Sparanise (CE) 112 – 0823874074 della zona; se l’evento lo Strutture operative locali di Radio Polizia Stradale: 113 richiede gestisce la zona protezione civile ricetrasmittente Croce Rossa Caserta(CE): 118 colpita UCL Radio /TV Ordinanza di Attiva le aree di emergenza Sindaco Gruppo Comunale di Avvisatori acustici attivazione delle UCL: per l’assistenza alla protezione civile Volantini e aree di Croce Rossa Caserta(CE): 118 popolazione colpita Associazioni di volontariato manifesti emergenza

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MODALITA’ MODELLO NOME RESPONSABILE AZIONE INTERESSATO DI DI RESPONSABILE NUMERO TELEFONO O FAX INTERESSATO

COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE

VVF Caserta: 115 - Verifica eventuali Vigili del fuoco Regione Campania sala operativa - tel.: 2323111; fax: 081/2323860 Verbali di Telecom: 187 Sindaco danni a edifici STER sede Pavia Elettricità ENEL: 800900800 - 803500 strategici, Gestori pubblici sopralluogo Acquedotto: Consorzio Idrico Terra Lavoro 0823357511 infrastrutture, reti di esercizi Ordinanze varie Fognatura UFFICIO TECNICO : 0823-874032 servizi essenziali ARPA Carabinieri Sparanise (CE): 112 – 0823874074 Polizia Stradale: 113

Coordina le attività UCL successive Gruppo comunale VVF Caserta: 115 Sindaco Ordinanze varie all’evento per la di protezione civile UCL: sistemazione degli Associazioni di Croce Rossa Caserta(CE): 118 eventuali sfollati volontariato Ogni ora ed in caso Prefettura di Caserta: 0823/429111 Prefettura Telefono di ogni significativa Regione Campania sala operativa tel.: 0812323111; fax: 0812323860 Sindaco Servizio Protezione Fax Report informativi variazione: informa Numero verde protezione civile 800840840 Civile Regionale Cellulare standard di qualsiasi iniziativa Provincia di Caserta: 0823247111 Provincia Radio intrapresa: Popolazione Radio /TV UCL: Terminata la fase di Ordinanza di UCL Avvisatori acustici VVF Caserta: 115 Sindaco emergenza dispone revoca dei Strutture operative Telefono Carabinieri Sparanise (CE) 112 – 0823874074 la revoca provvedimenti di locali di protezione Cellulare Polizia Stradale: 113 dell’emergenza emergenza civile Radio Croce Rossa Caserta(CE): 118

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EMERGENZE AMBIENTALI

Sul territorio della regione Campania l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA) ha organizzato un Sistema per la Risposta alle Emergenze (SRE) per mezzo del quale sono garantiti gli interventi di protezione ambientale urgenti e non programmabili, H24 e 365 giorni/anno. ARPA interviene in caso di emergenza di carattere ambientale, così definita: “emergenza che interessa le matrici ambientali quali acqua, aria e suolo. In alcuni casi l’emergenza ambientale può costituire uno specifico aspetto di un’emergenza di più ampio impatto”. L’attivazione di ARPA è quindi possibile per le specifiche emergenze di seguito riportate (elenco non esaustivo): * contaminazione idi corpi idrici superficiali; * contaminazione da condotte fognarie (ad esempio scarichi idrici palesemente irregolari da insediamento produttivo); * scarico/sversamento/abbandono abusivo di sostanze e/o rifiuti e/o materiali inquinanti o po- tenzialmente tali; * inquinamento dell’atmosfera qualora si manifesti sotto forma di episodi acuti e/o partico- larmente gravi di disagi irritativi/olfattivi; * incidenti con ricaduta ambientale in insediamenti produttivi e di servizio (impianti e depo- siti industriali), ad esempio fuoriuscite di sostanze pericolose, incendi ed esplosioni; * incidenti con ricaduta ambientale durante il trasporto (incidenti stradali e ferroviari con ri- lascio di sostanza inquinante); * radioattività; rinvenimento sorgenti e materiali contaminati; * emergenze ambientali connesse ad atti provocati volontariamente; * supporto alle Autorità competenti in tutti i casi nei quali l’ambiente può rappresentare un veicolo di danno verso le persone.

Le segnalazioni devono essere inoltrate alla Sala Operativa di Protezione della Regione Cam- pania ai seguenti numeri:

numero unico h24 tel: 081/2323111; fax: 081/2323860 - La Sala Operativa, ricevuta la segnalazione, la valuta e la inoltra eventualmente al SRE di ARPA Campania.

100

VOLONTARIATO

Attualmente sul territorio comunale di Sparanise esiste un’Associazione di volontariato O.N.L.U.S. ( V.A.B. CAMPANIA) operativa nell’ambito delle attività di protezione civile. L’Associazione è nata nell’anno 2002 con l’iscrizione nel Registro Regionale del Vo- lontariato conseguendo il decreto di Giunta della Regione Campania, decreto numero 636 del 14 luglio 2004, regolarmente pubblicato sul B.U.R.C., il bollettino ufficiale della regione Campania, attestante che la “V.A.B. Vigilanza Anticendi Boschivi” con se- de in Via S. D’Acquisto a Sparanise è iscritta al Registro Regionale del Volontariato. I soci fondatori sono 35, di cui 21 operativi. L’Associazione ha ottenuto in dotazione dal- la V.A.B. di Firenze, dalla quale nascono, una Fiat Campagnola 80. I soci, pur di rag- giungere il loro obiettivo, hanno girovagato molto per varare una mirata strategia asso- ciativa e stanno anche cercando, autotassandosi, di aumentare i loro supporti stru- mentali, perché come tante altre iniziative, e non solo a Sparanise, spesso le associa- zioni sono ignorate o accantonate soprattutto da chi, invece, dovrebbe apprezzare, in- centivare e supportare quelle poche persone che sono disponibili.

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MEZZI E ATTREZZATURE DI PROPRIETA’ COMUNALE

Allo stato attuale il Comune di Sparanise dispone dei seguenti automezzi e attrezzature:

NUMERO TIPOLOGIA NOTE

1 FORD FOCUS TEL. 0823/874065 Referente VV.UU. Fusco Giovanni

2 TATA SAFARI TEL. 0823/874065 Referente VV.UU. Fusco Giovanni

3 TATA AUTOCARRO TEL. 0823/874032 Referente Geom. Virgilio Vincenzo

4 CARRO SCALA TEL. 0823/874032 Referente Geom. Virgilio Vincenzo

5 PICCONE TEL. 0823/874032 Referente Geom. Virgilio Vincenzo

6 PALA TEL. 0823/874032 Referente Geom. Virgilio Vincenzo

7 MARTELLO TEL. 0823/874032 Referente Geom. Virgilio Vincenzo CASCHI ANINFORTU- TEL. 0823/874032 Referente Geom. Virgilio Vincenzo 8 NISTICI MOD. VV.FF.

8 CASCHI ANINFORTU- 9 TEL. 0823/874032 Referente Geom. Virgilio Vincenzo NISTICI IN PLASTICA. ESTINTORI A POLVE- TEL. 0823/874032 Referente Geom. Virgilio Vincenzo 10 RE E CO2

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DITTE DI “SOMMA URGENZA”

Attività Nominativo Indirizzo Referente Telefono EDILIZIA BEVOSAF VIA CALVI COPPOLA VINCENZO 338-2779960 COSTRUZIONI EDILIZIA COSTRUZIONI VIA FABBRICA DELLE SORVILLO GUIDO 338-9702837 GENERALI CALENE ARMI BIANCHE EDILIZIA DE.MO. COSTRUZIONI VIA CNEO NEVIO DE BIASIO DANIELE 338-3256381 EDILIZIA D.M. COSTRUZIONI VIA A. MONFREDA RANUCCI STEFANIA 338-4988140 EDILIZIA DREAMS HOUSE VIA DE RENZIS VERTA ADRIANO 338-5975562 IMMOBILIARE EDILIZIA EDILIZIA MONFREDA VIA MARTIRI XXII MONFREDA LUIGI 339-6622792 OTTOBRE EDILIZIA IDEAL COSTRUZIONI VIA CNEO NEVIO MOTTOLA VINCENZO 328-1586301 EDILIZIA LECI VIA F.A. CASTAGNA SORVILLO PIERLUIGI 389-0243542 EDILIZIA MACIARIELLO VIALE GIOVANNI MACIARIELLO 368-3057494 ALFONSO MEROLA ALFONSO

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METODI DI PREANNUNCIO

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Zone omogenee di allerta per il rischio idrogeologico e idraulico

Il territorio di Sparanise è stato raggruppato all’interno di un’area omogenea avente come li- mite nord il pedemonte appenninico.

Codici di allerta per il rischio idrogeologico e idraulico Nella tabella seguente si riportano i codici di allerta e i livelli di criticità corrispondenti:

LIVELLO CODICE SIGNIFICATO CRITICITA’ ALLERTA

assente 0 Non sono previsti fenomeni naturali responsabili dell’attivazione del rischio considerato ordinaria 1 Sono previsti fenomeni naturali, che si ritiene possano dare luogo a criticità, che si considerano comunemente e usualmente accettabili dalla popolazione Sono previsti fenomeni naturali che non raggiungono valori estremi e che si ritiene moderata 2 possano dare luogo a danni e rischi moderati per la popolazione, tali da interessare complessivamente una porzione importante di territorio considerato

Sono previsti fenomeni naturali suscettibili di raggiungere valori estremi e che si elevata 3 ritiene possano dare luogo a danni e rischi anche gravi per la popolazione, tali da interessare complessivamente una consistente quota del territorio considerato

emergenza 4

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Zone omogenee di allerta per il rischio temporali forti

Coincidono con quelle del rischio idrogeologico e idraulico.

Codici e soglie di allerta

Vengono distinti tre livelli di criticità: assente, ordinaria e moderata:

TEMPORA- LIVELLO CODICE SIGNIFICATO LI FORTI CRITICITÀ ALLERTA

assenti assente 0 Assenza di fenomeni temporaleschi I temporali forti sono poco probabili (= bassa probabi- poco ordinaria 1 lità di accadimento) in una situazione che potrebbe an- probabili che risultare di temporali (senza ulteriori specificazio- ni) diffusi. (riguardantiI temporali forticioè sonoampie molto porzioni probabili di territorio) (= alta probabili- tà di accadimento) e possono manifestarsi in forma lo- molto moderata 2 probabili calizzata, diffusa o, ancora, organizzati in strutture di dimensioni superiori a quelle caratteristiche della sin- gola cella.

temporalesca

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Zone omogenee di allerta per rischio neve (per Sparanise è evento eccezionale)

Sono identiche a quelle relative al rischio idrogeologico e idraulico.

Codici e soglie di allerta Vengono distinti i seguenti livelli di criticità: assente, ordinaria, moderata, elevata. In fase di previsione si distinguono le soglie riportate in tabella:

NEVE LIVELLO CODICE

(cm accumulati al suolo / 24h) CRITICITA’ ALLERTA

0 assente 0 neve < 20 cm a quote tra 500 e 1500 m ordinaria 1

neve < 20 cm a quote < 500 m, moderata 2 neve > 20 cm a quote tra 500 e 1500 m

neve > 20 cm a quote < 500 m elevata 3

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Zone omogenee di allerta per rischio vento forte

Codici e soglie di allerta Le soglie vengono riferite alle aree situate a quote inferiori a 500 m s.l.m., maggiormente vulnerabili. I livelli di criticità vengono riportati in tabella:

VENTO LIVELLO CODICE (velocità media oraria a quote < 2000 m) CRITICITA’ ALLERTA < 3 m/s (< 11 km/h) assente 0 3-10 m/s (11-36 km/h) ordinaria 1 > 10 m/s (>36 km/h) per almeno 3 h/giorno moderata 2

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Zone omogenee di allerta per rischio incendi boschivi

Ai fini dell’allertamento di protezione civile i criteri utilizzati per definire le zone omogenee per il rischio incendi boschivi sono di carattere amministrativo e ambientale. Il territorio di Sparani- se è raggruppato all’interno di un’Area omogenea ben distinta.

Soglie, codici di allerta e livelli di criticità Le soglie corrispondono ai gradi di pericolo indicati nel bollettino di previsione del pericolo di incendi boschivi emesso da ARPA. Nella tabella seguente vengono indicate le corrispondenze tra codici di allerta, livelli di criti- cità e gradi di pericolo:

CODICE LIVELLO SOGLIE/ SCENARIO ALLERTA CRITICITA’ GRADI PERICOLO IB

0 assente nullo e molto basso

1 ordinaria basso e medio Piccoli incendi di modeste dimensioni (fino a 5 ha) isolati e sporadici Incendi di medie dimensioni (da 5 a 18 ha) 2 moderata alto e molto alto maggiormente diffusi e anche in numero consistente Condizioni meteoclimatiche (vento, umidità, ecc.) 3 elevata estremo che favoriscono lo sviluppo di incendi di notevoli

proporzioni, sia in estensione (oltre 18 ha) sia in numero e gravità

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ATTIVITÀ DI MONITORAGGIO REGIONALE

Sul territorio della Campania l'attività di monitoraggio e sorveglianza viene realizzata sulla rilevazione di dati in tempo reale, acquisiti da una rete di stazioni di misura, che acquisiscono e trasmettono i dati con la dovuta frequenza. I dati, che vengono esaminati dai tecnici presenti nel Centro funzionale inserito nella Sala operativa di protezione civile della Regione Campania, forniscono informazioni sullo stato degli eventi naturali in atto. Attraverso tali informazioni e con il continuo aggiornamento dei valori di soglia, è possibile ottenere una valutazione globale dei probabili effetti al suolo e dei livelli di rischio cui è sog- getta la popolazione.

Attraverso il collegamento al seguente sito: http://centrofunzionale.regione.campania.it è possibile osservare il posizionamento delle sta- zioni di monitoraggio della rete idro-meteorologica della Campania, che forniscono dati rela- tivi a pioggia e/o altezza idrometrica e/o temperatura e/o altezza della neve.

110

UNITA’ DI CRISI LOCALE

111

UNITA’ DI CRISI LOCALE

L’Unità di Crisi Locale del comune di Sparanise è composta da:

RUOLO NOME RECAPITI TELEFONICI

Sindaco/Commissario Sindaco pro-tempore 0823/874032

Referente Operativo Comunale 0823874032

Responsabile Ufficio Tecnico Virgilio Vincenzo 0823/874032

Comandante Polizia Locale Fusco Giovanni 0823/874065

Comandante Stazione Carabinieri 0823/874074 di Sparanise

Il ruolo dei componenti dell’Unità di Crisi Locale nelle diverse fasi di criticità moderata, ele- vata e nel corso della gestione di un’emergenza è riportato nel capitolo degli scenari di ri- schio.

ATTRIBUZIONI PARTICOLARI DELLE U.C.L.

- POLIZIA LOCALE: Coordina le attività, i Servizi di pronto intervento e le diramazioni avvisi alla popolazione. Personale a disposizione: Comandante e n° 4 agenti.

- STAZIONE CARABINIERI: Servizi di ordine pubblico

- UFFICIO TECNICO: Reperimento mezzi e materiali, Attività logistiche, Verifica danni subiti da edifici pubblici e provati – Compilazione schede RASDA (raccolta schede danni) e trasmissione via Web alla Regione – Verifica di eventuali danni ambientali. Personale a disposizione: Responsabile del settore e degli operai comunali n° 4

CENTRO OPERATIVO MISTO (C.O.M.)

In relazione alle specifiche emergenza che possono verificarsi, la Prefettura di Caserta – Uffi- cio Territoriale di Governo - può attivare uno o più Centri Operativi Misti (C.O.M.) di livello comunale o intercomunale se esistenti.

ATTI AMMINISTRATIVI – MODELLI

Di seguito si riporta un elenco di moduli standard da utilizzare da parte dell’amministrazione comunale durante le fasi di gestione di un’emergenza.

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MOD. A - MODULO STANDARD DI SEGNALAZIONE DI EVENTO CALAMITOSO ( per l'inoltro a: PREFETTURA, REGIONE e, p.c., DIPARTIMENTO NAZIONALE DEL- LA PROTEZIONE CIVILE)

DATA______ORA ______

DA: SINDACO del Comune di :______PROV:______Via______CAP. Tel: (______)_ Fax______

A: PREFETTURA di ______REGIONE ______e, p.c. DIPARTIMENTO PROTEZIONE CIVILE Via Ulpiano, 11 - 00193 ROMA Tel: 06 - 6820265 - 6820266 - fax: 06 - 6820360

Protocollo n° ______

OGGETTO: SEGNALAZIONE DI EMERGENZA/EVENTO CALAMITOSO.

Attesa gravissima situazione venutasi a creare il giorno ______alle ore______causa,______che habet interessato il territorio, ______riscontrata impossibilità fronteggiare evento con mezzi e poteri propri, rappresentasi urgente necessità di intervento delle SS.LL. A tal fine si comunica che sinora sono state assunte le seguenti iniziative: ______Il personale e le forze attualmente operanti sono: ______

Pregasi confermare avvenuta ricezione.

F.to IL SINDACO

113

MOD. B - COMUNICATO STAMPA (per l’inoltro da: SINDACO/PREFETTI a ENTI ed ORGANISMI COINVOLTI, MASS MEDIA...)

PRIMO COMUNICATO

DATA______ORA______DA: SINDACO del Comune di: Sparanise Via ______n° ______CAP______Tel.:(______)______fax ______

A: (ENTI ED ORGANISMI COINVOLTI, MASS-MEDIA, ecc.) Protocollo n° ______

OGGETTO: COMUNICATO STAMPA

Sulla base dei dati sinora in nostro possesso si fa presente che alle ore______del giorno ______in territorio di ______si è veri- ficato: ______Sono state sinora intraprese le seguenti iniziative: ______Sono attualmente impiegate le seguenti forze: ______La situazione attuale è la seguente: ______

E’ stato attivato un servizio “INFORMAZIONI” rispondente ai seguenti numeri: * ______* ______

Saranno rese note, se del caso, eventuali misure preventive o particolari prescrizioni da adot- tare per la popolazione.

F.to IL SINDACO

114

MOD. C - AVVISO ALLA POPOLAZIONE COMUNE DI SPARANISE ( Prov. di Caserta )

IL SINDACO Rende noto che a seguito dell’evento ______accaduto in data ______è stata attivata la struttura comunale di protezione civile presso ______sita in Via______n°.______

Sono state sinora intraprese le seguenti iniziative: ______

La situazione attuale è la seguente: ______

E’ stato attivato presso ______sito in Via ______n°.______un “Servizio Informazioni”, rispondente ai numeri telefonici: * ______* ______* ______

E’ stato attivato presso ______sito in Via ______n°.______un “Centro Accoglienza” per i primi soccorsi.

Il personale di riferimento al quale potersi rivolgere è il seguente;: * ______* ______* ______

Si raccomanda alla popolazione di prestare la massima attenzione a eventuali comunicati o di- sposizioni diramati SOLO ED ESCLUSIVAMENTE DALLE AUTORITA’ COMPETENTI (SINDACO, PREFETTURA, VIGILI DEL FUOCO, POLIZIA,CARABINIERI, ecc.)

F.to IL SINDACO

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SCHEDA OPERATIVA

ENTI INDIRIZZO TELEFONO

AMMINISTRAZIONE LOCALE Municipio di Sparanise Piazza Giovanni XXIII 0823/874032

0823/882826 Ufficio Tecnico Via Circumvallazione fax 0823/882270

Polizia Locale Via Roma, 1 0823/874065

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE PROVINCIA DI Caserta Corso Trieste – Caserta 0823/247111 PROTEZIONE CIVILE – LIVELLO NAZIONALE / REGIONALE / PROVINCIALE Via Ulpiano 11 - 00193 Roma DIPARTIMENTO PROTEZIONE CIVILE Centralino Via Vitorchiano - 00189 Roma 06 68201 (H24)

MINISTERO DELL’INTERNO P.le del Viminale, 1 - Roma Centralino 064651 Direzione Generale P.C. 06 46525582 Sala Operativa 06 4818425 06 4817317 - 06 483525 REGIONE CAMPANIA Sala Operativa NAPOLI 081/ 2323111 - fax: 081/2323860 Protezione Civile Regionale h24 081/ 2323111 Direzione Generale Protezione Civile NAPOLI fax: 081/2323860

0267655730 (fax) Direzione / Unità Organizzativa Struttura / Protezione Civile Gestione delle Emergenze Struttura / Pianificazione Emergenza SEDE TERRITORIALE DI Caserta /

Ufficio Polizia Prov. e Protezione Civile /

VIGILI DEL FUOCO

COM.DO PROVINCIALE VV.FF. – Caserta Via Giovanni Falcone, Caserta 115 - 0823490511

DISTACCAM. COMANDO VV.FF. – Teano Via Turati, 10 – Teano (CE) 115 - Pronto intervento

ORGANI DELLO STATO PREFETTURA DI CASERTA Piazza Vanvitelli – Caserta 0823/429111

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ENTI INDIRIZZO TELEFONO

POLIZIA DI STATO – Questura di Caserta Piazza Vanvitelli, Caserta 113

POLIZIA STRADALE Via Leonardo Da Vinci, Caserta 113

Posto Polizia Ferroviaria di Caserta Piazza G. Garibaldi, Caserta 0823325066

COMANDO PROV. CARABINIERI (CE) Via Capitano Laviano, Caserta 112

112 CASERMA CARABINIERI SPARANISE Via Conte Aldemario, Sparanise 0823-874074 COMANDO PROVINCIALE GUARDIA DI 117 Via Giovanbattista Vico, Caserta FINANZA CASERTA 0823354271

COMANDO MILITARE REG. CASERTA Via Giulio Douhet, Caserta 0823211111 CORPO FORESTALE DELLO STATO Via Cupa, 4 Calvi Risorta (CE) 0823651621 Coordinamento Provinciale di Caserta SETTORE TRASPORTI

Provincia di Caserta Corso Trieste, Caserta 0823-2478429 Settore Territorio Trasporti

A.N. A. S. 841148 Compartimento di Caserta

Stazione ferroviaria Sparanise Piazza Gramsci – Sparanise (CE) /

SETTORE SANITARIO

Azienda Sanitaria Locale – Distretto Capua Via F. Palasciano, Capua (CE) 118 – 0823.996363

Croce Rossa Italiana Caserta (CE) 0823-321000 Delegazione Caserta ASL – Caserta Via Unità d’Italia, Caserta 0823 445111- 800 984043 LIFELINES ENEL Numero verde emergenze 800.900.700 - 803500

Guasti linee elettriche TERNA, Napoli Segnalazioni eccezionali 081 3454469

Acquedotto – C.I.T.L. Via Roma,(CE) 0823/503426

Fognatura – Ufficio Tecnico Comunale Piazza Giovanni XXIII, Sparanise 0823-874032

VIGILI DEL FUOCO Via Giovanni Falcone, Caserta 0823-490511

117

PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI

Il P.E.C. (Piano di Emergenza Comunale ) non rappresenta il punto finale della pianificazione d’emergenza comunale, bensì il punto di partenza per una razionale gestione del territorio e delle attività comunali nel prossimo futuro. Solo grazie all’analisi incrociata tra il materiale di base raccolto (relativo alla realtà territoria- le comunale e alla pericolosità con la quale i fenomeni naturali o antropici si possono verifica- re) e lo studio dello stato di fatto (in termini di risorse disponibili per fronteggiare le emergen- ze e di livello attuale per la pianificazione), l’Amministrazione comunale acquista la capacità di programmare una serie di iniziative in grado di ottimizzare la propria struttura di protezione civile. Tali interventi possono essere suddivisi in funzione della loro natura (approfondimento dell’analisi dei rischi, interventi strutturali su strade o aree, ecc.) o in relazione all’urgenza con la quale devono essere messi in pratica. Allo stato attuale, sulla base dei dati e degli studi a disposizione, sul territorio comunale di Sparanise non si osservano aree soggette a fenomeni franosi attivi estese all’interno di zone non antropizzate, e non si evidenzia la presenza di altre particolari situazioni di rischio di ca- rattere naturale, riferite alla possibilità di allagamenti, terremoti, incendi boschivi. Non si evidenziano nemmeno rischi derivanti da attività antropiche. Per favorire la conoscenza dei rischi e la diffusione di una cultura della protezione civile, tra le iniziative più opportune per il comune di Sparanise si segnala la necessità di svolgere attivi- tà di informazione e di sensibilizzazione della popolazione. E’ questo un elemento di fondamentale importanza. La popolazione deve conoscere l’esistenza e la struttura del Piano di Emergenza Comunale, e deve poter disporre delle infor- mazioni principali che suggeriscono i comportamenti e le procedure da mettere in atto in caso di evento calamitoso. Tale obiettivo potrebbe essere raggiunto attraverso: * Incontri pubblici suddivisi per strade con la presentazione del piano alla popolazione. * Distribuzione ad ogni nucleo familiare di una sintesi del Piano (libretto o pieghevole). * Organizzazione di un percorso didattico con i ragazzi in età scolare. Un ulteriore suggerimento riguarda l’opportunità di allestire un sistema di allertamento della popolazione, che dovrà essere istruita e addestrata a riconoscere i segnali di allertamento e a comportarsi di conseguenza. Tra i sistemi di allertamento, è possibile ricorrere a sirene la cui udibilità andrà valutata in modo specifico in ogni punto abitato del territorio comunale. Sarebbe inoltre opportuno che il Comune predisponga un sistema di allertamento basato su altoparlanti da installare su veicoli e mezzi in movimento, in modo da poter percorrere le zone abitate secondo percorsi sicuri prestabiliti per allertare ed informare la popolazione in caso di necessità legate a particolari eventi incidentali. Allo stato attuale sul territorio di Sparanise esiste un gruppo comunale o associazione operan- te nell’ambito delle attività di protezione civile. 118

AGGIORNAMENTO DEL PIANO DI EMERGENZA DI PROTEZIONE CIVILE

Il Piano di Emergenza Comunale deve essere concepito come uno strumento dinamico e, co- me tale, necessita di verifiche e aggiornamenti periodici. L’aggiornamento è necessario per poter gestire con efficacia e immediatezza le situazioni di emergenza disponendo di dati completi e descrittivi della realtà esistente. Per essere efficace il Piano di Emergenza deve essere obbligatoriamente e periodica- mente aggiornato ogni qualvolta si verifichino mutamenti nell’assetto territoriale, o sia- no disponibili studi e ricerche più approfondite in merito ai rischi individuati, ovvero siano modificati elementi costitutivi significativi (risorse disponibili, Enti coinvolti, ecc.).

119

DECODIFICA SIGLE: AIB (Area Incendi Boschivi) ARPA (Agenzia Regionale Protezione Civile) ANPC (Agenzia Nazionale Protezione Civile) COAU (Centro Operativo Aereo Unificato) CNVF (Corpo Nazionale Vigili del Fuoco) CFO (Corpo Forestale dello Stato) CNSAS (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico) CNPC (Consiglio Nazionale Protezione Civile) CCS (Centro Coordinamento Soccorsi) COM (Centri Operativi Misti) COC (Centro Operativo Comunale) COA (Centro Operativo Aereo) CON (Centrale Operativo Nazionale) COR (Centrale Operativa Regionale) DPCM (Decreto Presidente Consiglio dei Ministri) DPC (Dipartimento Protezione Civile) DGPC (Direzione Generale Protezione Civile) EFFIS (European Forest Fire Information Sistem) INGV (Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia) IFFI (Inventario Fenomeni Franosi in Campania) JRC (Centro Comunale Ricerca ISPRA) PSL (Pericolosità Sismica Locale) ROC (Referente Operativo Comunale) Ris.I.co (Rischio Incendi e Coordinamento) SMND (Servizio Meteorologico Nazionale Distribuito) SNPC (Servizio Nazionale Protezione Civile) SSN (Servizio Sanitario Nazionale) SOUP (Sale Operative Unificate Permananti) SRE (Sistema Risposta Emergenza) SOPRC (Sala Operativa Protezione Civile Regionale) UCL (Unità Crisi Locale) UEPC (Ufficio Extradipartimentale Protezione Civile)

FINE TOMO 2 120

COMUNE DI SPARANISE PROVINCIA DI CASERTA PIANO DI EMERGENZA COMUNALE

-- ALLEGATO “A” --

Studio Tecnico di Architettura Arch. Arciero Francesco Geom. Belculfinè Guglielmo

0

ALLEGATO “A”

ISTRUZIONI E COMPORTAMENTI RELATIVI AI

SEGUENTI RISCHI

1

1) RISCHIO SISMICO

COSA SAPERE

In base alla classificazione sismica, che divide i Comuni italiani in tre categorie in base all’intensità e alla frequenza degli eventi, il comune di Sparanise è collocato nella zona a me- dia sismicità (Zona S2), che comprende i Comuni che possono essere soggetti a sismi di entità moderata. ● E’ necessario sapere:  In casa o nel luogo di lavoro:  quali sono i punti più sicuri (muri portanti, travi in cemento armato);  dove sono gli interruttori generali dell’energia elettrica, del gas e dell’acqua;  dove sono le uscite d’emergenza;  dove si trovano spazi aperti sicuri o le ISOLE D’ATTESA (indicate nel Piano di emergen- za); - dove si trova, e tenerlo sempre a portata di mano, l’opuscolo eventualmente distribui- to dal comune, con le indicazioni precise da seguire in caso d’emergenza e i numeri utili per chiamare i soccorsi; - che tutte le persone che vivono con voi sappiano cosa fare in caso di evento; - che anche i bambini conoscano i comportamenti da adottare in caso d’emergenza e come te- lefonare ai numeri di soccorso. * Sul sito web del comune è possibile trovare informazioni e aggiornamenti sulla situazione, indicazioni sui comportamenti da adottare, recapiti telefonici cui rivolgersi in caso di necessi- tà.

COSA FARE IN CASO D’EMERGENZA

● In casa:  ripararsi sotto vani delle porte, muri portanti, travi e architravi, tavoli o letti;  non uscire in strada e non usare ascensori ne sostare su scale o balconi;  non usare l’ascensore.

● All’aperto o in auto:  dirigiti verso spazi aperti (piazze, giardini) o nelle ISOLE DI ATTESA (indicate nel Piano di emergenza);

2

 allontanati dagli edifici, dalle spiagge e dalle coste;  non sostare in prossimità di ponti e ai piedi di pendii; fai attenzione ai messaggi divulgati dalle autorità;  aiuta anziani, bambini e diversamente abili. COSA FARE DOPO L’EVENTO  Se sei in casa stacca l’interruttore dell’energia elettrica e il contatore del gas (se vi sono perdite di gas chiama il 115 Vigili del Fuoco);  Se sei in casa esci con calma dalla tua abitazione ma non usare l’ascensore;  Raggiungi uno spazio aperto sicuro lontano dagli edifici o le ISOLE D’ATTESA (indicate nel Piano di emergenza);  Non rientrare in casa senza il consenso dei Vigili del Fuoco o del personale preposto alle verifiche sugli edifici;  Evita l’uso dell’automobile;  Non intasare le linee telefoniche.

2) EMISSIONI SOSTANZE GASSOSE COSA SAPERE La città di Sparanise non è soggetta a rischio di eruzione vulcanica, tuttavia l’apparato vulcanico dei Campi Flegrei soggetto a fenomeni di bradisismi e quello del Rocca- monfina presentano un potenziale rischio di emanazioni gassose nocive che sono no- tevole anche in zone distanti dai centri di emissione gassosa. Nelle aree vulcaniche, anche quando i vulcani non sono più in attività, sono spesso presenti emanazioni dovute alla risalita di gas (ricchi di CO2, Radon, Anidride Solfo- rosa) rilasciati dal magma che staziona in profondità e che tende a raffreddarsi lenta- mente. E’ necessario sapere:  se la zona in cui abiti è soggetta a rischi associati ad attività vulcanica e hai un dubbio fai controllare se gli ambienti sotterranei o le cantine sono esposte al rischio di emissioni di gas (l’anidride carbonica è più pesante dell’aria e tende a scendere verso il basso).

3

 che tutte le persone che vivono con voi sappiano cosa fare in caso di evento;  che anche i bambini conoscano i comportamenti da adottare in caso d’emergenza e come telefonare ai numeri di soccorso.

COSA FARE IN CASO D’EMERGENZA In caso di fuoriuscita di gas:  chiama: 115 Vigili del Fuoco 800840840 Numero Verde della Protezione Civile Nazionale  non andare nelle cantine o in ambienti sotterranei

3) RISCHIO IDROGEOLOGICO

COSA SAPERE Per rischio idrogeologico si intende il rischio connesso in particolar modo a fenomeni dovuti all’interazione tra la superficie terrestre e l’acqua. E’ necessario:  essere informati sui rischi cui può essere esposta l’area in cui si abita o si lavora. Sul sito www.comunedisparanise.it è possibile consultare i Piani di emergenza elabo- rati dall’Ufficio Extradipartimentale della Protezione Civile per quelle aree soggette ad eventi riconducibili a rischio idrogeologico. Sul Piano di emergenza è possibile individuare inoltre le ISOLE D’ATTESA cui recarsi in caso di evento.  aggiornarsi sulle previsioni meteo e sugli Avvisi di condizioni meteorologiche avverse (sul sito www.comunedisparanise.it);  se si risiede in una zona a rischio, tenere sempre a portata di mano un kit contenente: una torcia, una radio a batterie, un impermeabile, cibo a lunga conservazione, acqua potabile, un kit di pronto soccorso e medicinali per uso personale;  sapere dove sono gli interruttori generali dell’energia elettrica, del gas e dell’acqua;

  4     sapere dove sono le uscite d’emergenza presso il luogo di lavoro o in locali pubblici;  sapere dove si trovano spazi aperti sicuri o le ISOLE D’ATTESA (indicate nel Piano di emergenza);  dove si trova, e tenerlo sempre a portata di mano, il Vademecum – distribuito dall’Ufficio Extradipartimentale della Protezione Civile e consultabile sul sito www.comunedisparanise.it - con le indicazioni precise da seguire in caso d’emergenza e i numeri utili per chiamare i soccorsi;  verificare che tutte le persone che vivono con voi sappiano cosa fare in caso di even- to;  verificare che anche i bambini conoscano i comportamenti da adottare in caso d’emergenza e come telefonare ai numeri di soccorso. Sul sito web www.comunedisparanise.it è possibile trovare le informazioni e gli ag- giornamenti sulla situazione, le indicazioni sui comportamenti da adottare, i recapiti telefonici cui rivolgersi in caso di necessità.

4) RISCHIO IDROGEOLOGICO - FRANE COSA FARE IN CASO D’EMERGENZA

 Chiama: 115 Vigili del Fuoco 800840840 Numero Verde della Protezione Civile Nazionale  se sei in casa e l’abitazione è coinvolta da una frana cerca di uscire e di allontanarti;  se è troppo tardi, riparati sotto un tavolo o portati nei punti sicuri dell’abitazione (muri portanti) rimanendo rannicchiato per proteggere la testa;  non usare l’ascensore e usa le scale solo dopo aver controllato la loro fruibilità;  all’aperto, se la frana viene verso di te, allontanati lateralmente cercando di uscire dalla zona a rischio e di raggiungere aree più elevate;  allontanati da alberi, pali e tralicci;  

5     aiuta anziani bambini e persone diversamente abili;  raggiungi le ISOLE D’ATTESA e segui le indicazioni delle autorità.

COSA FARE DOPO L’EVENTO  Allontanati dall’area coinvolta;  Non percorrere le strade dove c’è stata una frana, in particolar modo durante temporali o piogge violente;  Segnala ai soccorritori eventuali persone coinvolte che necessitano di assistenza o soccorsi;  Segnala ogni eventuale guasto alle autorità competenti: le frane provocano spesso la rotture di linee elettriche, dell’acqua o del gas.

5) RISCHIO IDROGEOLOGICO - ALLUVIONI COSA FARE IN CASO D’EMERGENZA  Chiama: 115 Vigili del Fuoco 800840840 Numero Verde della Protezione Civile Nazionale  se abiti in una zona a rischio, non si è ancora in fase di preallarme e non piove, poni al sicuro l’automobile in zone non raggiungibili dall’allagamento;  in caso di allarme, se abiti in un piano alto, offri ospitalità a chi abita nei piani sottostanti, se a differenza abiti nei piani bassi, chiedi ospitalità ai piani alti;  se non corri il rischio di allagamento, rimani preferibilmente in casa;  fai attenzione alle zone dove l’acqua si è ritirata, il fondo delle strade può essere indebolito e potrebbe collassare sotto il peso di una automobile;  se devi abbandonare la casa chiudi il rubinetto del gas, dell’acqua e il contatore della corrente elettrica;  poni delle paratie a protezione dei locali situati al piano strada e chiudi o blocca le porte di cantine o seminterrati;  

6     non avventurarti su ponti o in prossimità di fiumi, torrenti e pendii;  recati nelle ISOLE D’ATTESA e fai attenzione ai messaggi divulgati dalle autorità;  aiuta anziani, bambini e persone diversamente abili. COSA FARE DOPO L’EVENTO  Non avventurarti su ponti o in prossimità di fiumi, torrenti e pendii;  Getta via i cibi che sono stati a contatto con le acque contaminate dell’alluvione;  Non utilizzare l’acqua finchè non viene dichiarata nuovamente potabile;  Non utilizzare elettricità ed apparecchiature elettriche prima di una verifica da parte di un tecnico.

6) RISCHIO INDUSTRIALE COSA SAPERE Il rischio chimico-industriale è rappresentato dalla possibile fuoriuscita di sostanze tossiche e nocive da impianti industriali. All’interno di un’industria si può verificare un’emissione, un incendio o un’esplosione di grande entità che può essere di pericolo per la salute o per l’ambiente. Tipi di eventi possibili: - INCENDI - ESPLOSIONI - RILASCIO DI SOSTANZE PERICOLOSE (nube tossica, contaminazione delle acque, contaminazione del suolo) Gli stabilimenti industriali adottano soluzioni tecnologiche e sistemi di sicurezza per evitare la probabilità che si verifichi un incidente. E’ sempre importante sapere:  quali sono le industrie a rischio di incidente rilevante presenti nella tua zona (nel Piano di emergenza e sul sito www.comunedisparanise.it;  dove si trovano spazi aperti sicuri o le ISOLE D’ATTESA (indicate nel Piano d’emergenza).

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Sul sito web www.comunedisparanise.it è possibile trovare le informazioni e gli ag- giornamenti sulla situazione, le indicazioni sui comportamenti da adottare, i recapiti telefonici cui rivolgersi in caso di necessità. COSA FARE IN CASO D’EMERGENZA Se ti trovi in casa e l’incidente interessa un’industria vicina:  evita l’uso degli ascensori e non recarti sul luogo dell’incidente;  chiudi e sigilla porte e finestre, usando nastro da pacchi e panni umidi;  spegni gli impianti di ventilazione, condizionamento e riscaldamento;  non fumare e non provocare scintille;  rimani in ascolto di radio e televisione e segui le istruzioni della autorità;  non intasare le linee telefoniche;  se il locale di rifugio è un bagno, tieni aperta l’acqua per purificare l’aria interna. COSA FARE DOPO L’EVENTO  Allontanati dall’area coinvolta;  Segnala ai soccorritori eventuali persone che necessitano di assistenza o soccorsi;  Rimani in ascolto di radio e televisione e seguire le istruzioni delle autorità.

7) RISCHIO MONOSSIDO DI CARBONIO

COSA SAPERE - COSA FARE IN CASO D’EMERGENZA

Il monossido di carbonio è un gas inodore, incolore, insapore che si forma in ambienti chiusi per difetti nel funzionamento di stufe, caldaie, camini, etc… E’ inoltre sempre presente nei gas di scarico dei veicoli a motore. Respirarne anche pochissime quantità può essere pericoloso e può portare alla morte. E’ pertanto necessario:  far controllare periodicamente da tecnici qualificati le apparecchiature per il riscal- damento, per l’acqua calda e per la cottura di cibi a fiamma libera; 

8     non addormentarsi in locali con camini o bracieri accesi;  garantire sempre un’adeguata aerazione e ventilazione dei locali con prese d’aria o finestre leggermente aperte;  spegnere il motore dell’auto e chiudere i finestrini in caso di sosta prolungata in galleria.

8) RISCHIO INCENDIO BOSCHIVO COSA SAPERE Ogni anno, nel periodo di massimo rischio di incendio boschivo (giugno-settembre), il Sindaco dispone, attraverso ordinanza, di non compiere azioni che possano arrecare pericolo mediato o immediato di incendio. E’ necessario consultare le ordinanze - disponibili sul sito www.comunedisparanise.it - per essere sempre aggiornati su interdizioni e compor- tamenti da seguire. Per evitare un incendio è sempre importante:  non gettare mozziconi di sigaretta ancora accesi dai finestrini dell’automobile;  non accendere fuochi in prossimità dei boschi o quando c’è vento e la vegetazione è secca;  non abbandonare rifiuti nei boschi: raccoglierli e portarli via;  nelle zone più esposte agli incendi, attorno alle abitazioni e ai fabbricati, pulire il ter- reno dalla vegetazione infestante e dai rifiuti facilmente infiammabili;  insegnare ai bambini il comportamento da adottare in caso di emergenza e come telefonare ai numeri di soccorso. In caso di stato d’emergenza sul sito web www.comunedisparanise.it è possibile tro- vare informazioni ed aggiornamenti sulla situazione, indicazioni sui comportamenti da adottare, recapiti telefonici cui rivolgersi in caso di necessità. COSA FARE IN CASO D’EMERGENZA  Chiama: 1515 Corpo Forestale dello Stato 115 Vigili del Fuoco

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800840840 Numero Verde della Protezione Civile Nazionale  tenta di spegnere un piccolo focolaio solo se c’è una via di fuga, tenendo le spalle al vento e battendo le fiamme con un ramo verde fino a soffocarle;  non sostare in luoghi sovrastanti l’incendio o in aree verso le quali soffia il vento;  allontanati sempre nella direzione opposta al vento. Se si è circondati dal fuoco:  cerca una via di fuga sicura, una strada o un corso d'acqua;  attraversa il fronte del fuoco dove è meno intenso e passa dalla parte già bruciata;  stenditi a terra dove non c'è vegetazione incendiabile, cospargiti d’acqua o copriti di terra;  respira con un panno bagnato sulla bocca;  non abbandonare l’automobile, chiudi i finestrini, il sistema di ventilazione e segnala la tua presenza con il clacson e con i fari;  recati nelle ISOLE D’ATTESA, fai attenzione ai messaggi divulgati dalle autorità. Se si è in un’abitazione interessata da un incendio di vegetazione:  non uscire di casa se non si è certi che la via di fuga sia libera;  sigilla con panni bagnati porte e finestre: il fuoco oltrepasserà la casa prima che all’interno penetrino il fumo e le fiamme. INFORMAZIONE DOPO L’EVENTO  Non avvicinarti nell’area coinvolta dall’incendio;  Segnala ai soccorritori eventuali persone coinvolte che necessitano di assistenza o soccorsi.

9) RISCHIO INCENDIO DOMESTICO COSA SAPERE Per prevenire un incendio è sempre necessario:  controllare periodicamente l’impianto di riscaldamento,

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 non lasciare incustodite pentole sui fornelli accesi, se prendono fuoco appoggiare sopra un coperchio in modo da soffocare le fiamme;  se i vestiti che indossi prendono fuoco non correre poiché l’aria alimenta il fuoco, cerca di spogliarti o di soffocare le fiamme rotolandoti a terra o coprendoti con una coperta;  non utilizzare l’acqua per spegnere un incendio di origine elettrica né per spegnere incendi che interessano petrolio o benzina;  tenere lontano dai bambini accendini o fiammiferi;  tenere lontano da fonti di calore materiali e liquidi infiammabili;  non usare apparecchi a gas o a fiamma libera in ambienti mal aerati;  che anche i bambini (e non solo gli adulti) conoscano i comportamenti da adottare in caso di emergenza e come telefonare ai numeri di soccorso. COSA FARE IN CASO D’EMERGENZA  Chiama: 115 Vigili del Fuoco 800840840 Numero Verde della Protezione Civile Nazionale  se si tratta di un piccolo focolaio utilizza un estintore, una coperta di lana o un secchio da riempire con acqua, non utilizzare l’acqua vicino a una centralina elettrica e operare a distanza di sicurezza;  chiudi il gas dal contatore e l’interruttore generale dell’energia elettrica;  liberati da abiti a contenuto acrilico e indossa indumenti che assicurino una certa protezione dal calore (ad esempio una coperta di lana);  se una persona è avvolta dalle fiamme coprila e falla rotolare con una coperta di lana;  cammina carponi utilizzando un fazzoletto bagnato a protezione delle vie respirato- rie e, se possibile, proteggi il capo con un indumento;  allontanati e chiudi la porta dell’ambiente interessato, verificando di avere sempre alle spalle una via di fuga, non utilizzare gli ascensori;

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 se l’uscita non è raggiungibile a causa della presenza del fumo e del calore, rifugiati in una stanza ed apri la finestra segnalando la tua presenza;  chiudi la porta della stanza e sigilla le fessure con stracci o vestiti bagnati. In luoghi aperti al pubblico o in ambienti di lavoro:  individua le uscite di sicurezza indicate dai cartelli di colore verde;  procedi senza spingere chi si trova davanti; non utilizzare gli ascensori;  aiuta i bambini, le persone anziane e i diversamente abili;  raggiungi i punti di raccolta delle persone o le ISOLE D’ATTESA. COSA FARE DOPO L’EVENTO  Non rientrare in casa senza il consenso del personale preposto alle verifiche;  Segnala ai soccorritori persone coinvolte che necessitano di assistenza o soccorsi;  Getta gli alimenti che sono venuti a contatto con il calore o con il fumo.

10) RISCHIO BLACK - OUT COSA SAPERE – COSA FARE IN CASO D’EMERGENZA

In caso di estesa e prolungata assenza di energia elettrica è necessario:  sapere dove si trova, e tenerlo sempre a portata di mano, il Vademecum - distribuito dall’Ufficio Extradipartimentale della Protezione Civile e consultabile sul sito www.comunedisparanise.it - con le indicazioni precise da seguire in emergenza e i numeri utili per chiamare i soccorsi;  comunicare preventivamente agli Uffici preposti dell’ASL se si fa uso di apparecchiature sanitarie salvavita funzionanti elettricamente poiché in caso di emergenza si può disporre di assistenza preferenziale. In casa:  se ci sono bambini ed anziani raccomandare loro di non muoversi;  muoviti con cautela, recupera una torcia elettrica o accendi una candela;  spegni le apparecchiature elettroniche;

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 per richiedere informazioni contatta la società che fornisce l’energia elettrica. In luoghi aperti al pubblico o in ambienti di lavoro:  attendi qualche istante, entreranno in funzione le luci d’emergenza;  qualora si renda necessario abbandonare rapidamente gli ambienti, vai verso le uscite di sicurezza indicate dai cartelli di colore verde; procedi in modo ordinato senza spingere chi si trova davanti;  in strada presta attenzione agli autoveicoli: i pedoni non si individuano con facilità, soprattutto se indossano abiti scuri;  in ascensore attendi - si accenderà l’illuminazione d’emergenza della cabina – poi premi il tasto di emergenza. All’interno di un treno o nella metropolitana:  attendi e si accenderà l’illuminazione d’emergenza;  abbandona il vagone solo in caso di effettivo pericolo seguendo le indicazioni fornite dal personale di bordo e non effettuare manovre sui dispositivi d’emergenza senza effettiva ed urgente necessità.

11) RISCHIO FUGA GAS COSA SAPERE – COSA FARE IN CASO D’EMERGENZA

E’ vietato installare e depositare le bombole di GPL, anche se vuote, all’interno di locali interrati e seminterrati. Assicurati del buono stato di conservazione del tubo del gas e ricordati di sostituirlo entro la data di scadenza impressa sul tubo di gomma. In casa:  non accendere e non spegnere luci o apparecchi elettrici;  non suonare campanelli, non provocare fiamme e scintille (non usare telefoni fissi e cellulari, torce e altri apparecchi elettrici e a batteria);  apri tutte le finestre ed allontanati dal locale chiudendo la porta;  chiudi il gas dal contatore e disattiva l’energia elettrica solo dall’esterno dell’appartamento;

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 se l’odore è forte e persistente esci e chiama il 115 Vigili del Fuoco. Se avverti odore di gas in strada o all’aperto:  contatta il 115 Vigili del Fuoco. Se il gas fuoriesce da una bombola GPL:  apri tutte le finestre ed allontanati dal locale chiudendo la porta;  chiudi il rubinetto posto sulla sommità della bombola;  disattiva l’energia elettrica solo dall’esterno dell’appartamento;  se la fuoriuscita continua, porta la bombola all’esterno in luogo ventilato;  se l’odore è forte e persistente esci e chiama il 115 Vigili del Fuoco.

12) RISCHIO METEO – ONDATE DI CALORE INFORMAZIONE PREVENTIVA ED IN EMERGENZA

Le ondate di calore, caratteristiche della stagione estiva, rappresentano un rischio per la salute. E’ necessario:  controllare l’andamento delle previsioni specifiche riferite alla vostra zona territoriale (meteo su www.protezionecivilecomuneroma.it);  bere molti liquidi (almeno 1,5 litri al giorno, di più se si svolge attività fisica); è consigliato bere anche se non se ne sente il bisogno, per reintegrare le perdite quoti- diane di minerali (soprattutto potassio, sodio e magnesio) e di liquidi;  evitare le bevande gassate, zuccherate; alcol e caffè aumentano la sudorazione e la sensazione di calore contribuendo alla disidratazione;  evitare di uscire nelle ore più calde della giornata (dalle 12.00 alle 17.00), se esposti al sole ripararsi la testa;  soggiornare, per quanto possibile, in ambienti e luoghi climatizzati ad una tempera- tura fra i 25 ed i 27°C; non creare uno sbalzo di temperatura superiore ai cinque o sei gradi; quando si passa da un ambiente molto caldo ad uno con aria condizionata è me- glio coprirsi;

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 in caso di cefalea provocata da un colpo di sole o di calore, fare subito impacchi con acqua fresca, per abbassare le temperatura corporea;  non assumere integratori salini senza consultare il proprio medico;  fare pasti leggeri, pasta condita semplicemente, verdura, frutta, per i secondi ridurre le porzioni ed evitare i fritti;  indossare indumenti chiari, non aderenti, di cotone o lino che non impediscono la traspirazione, non provocano irritazioni di tipo allergico, fastidiosi pruriti e arrossamenti;  chi soffre di ipertensione arteriosa non deve interrompere o sostituire di propria iniziativa i farmaci anti ipertensivi, anche in caso di effetti collaterali, ma consultare sempre il proprio medico.

13) RISCHIO MALTEMPO COSA SAPERE – COSA FARE IN CASO D’EMERGENZA

Prima di intraprendere un viaggio controlla l’andamento delle previsioni meteo e l’eventuale pubblicazione di avvisi di condizioni meteo avverse sul sito della Protezione Civile Nazionale (www.protezionecivile.it). Per informazioni chiama: 800840840 Numero Verde della Protezione Civile Nazionale In caso di maltempo:  non intraprendere viaggi se non è indispensabile;  rispetta le norme del Codice della Strada;  in presenza di tratti con neve, ricorda di montare le catene sulle ruote;  verifica la perfetta efficienza del veicolo prima di intraprendere un viaggio;  procurati i numeri utili per richiedere informazioni e soccorso e sintonizzati sul canale radio Isoradio.

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14) RISCHIO TRASPORTO MERCI INFORMAZIONE PREVENTIVA ED IN EMERGENZA

Il rischio trasporti deriva dal pericolo di incidente su strada, ferrovia, via aerea, via mare connesso al trasporto di merci pericolose con conseguente rischio di inquinamen- to ambientale. In caso si incidente su strada:  Chiama: 115 Vigili del Fuoco 800840840 Numero Verde della Protezione Civile Nazionale  Mantieni la calma;  Chiudi accuratamente i finestrini del veicolo;  Spegni l’aria condizionata;  Se è possibile, allontanati quanto prima dal luogo dell'incidente;  Parcheggia la tua auto in un luogo dove non ostacoli i soccorsi;  Attendi con calma le indicazioni delle autorità competenti;  Se ti trovi nelle vicinanze del luogo del sinistro, cerca rifugio in un luogo ben chiuso e attendi comunicazioni dalle autorità competenti.

15) RISCHIO ATTENTATI ED ESPLOSIONI INFORMAZIONE PREVENTIVA ED IN EMERGENZA

Presta sempre attenzione a comportamenti, veicoli o pacchi sospetti. Non esitare a chiamare 112 Carabinieri 113 Polizia 115 Vigili del Fuoco 118 Emergenza Sanitaria

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In caso di attentato:  non toccare i feriti, se non in caso di estrema necessità per non arrecare loro ulteriori danni;  rassicurare, per quanto possibile, le persone in preda al panico;  non intralciare le operazioni di soccorso;  se si può essere utili alle indagini, lasciare i propri dati ai numeri di emergenza. In caso di esplosione:  se ti trovi all’interno di locali chiusi (casa, ufficio, etc...), chiudi e sigilla porte e finestre con comune nastro da pacchi;  disattiva eventuali condizionatori d’aria;  allontanati dal luogo dell’avvenimento uscendo all’aperto.

16) RISCHIO ANIMALI VAGANTI INFORMAZIONE PREVENTIVA ED IN EMERGENZA

Servizio d’emergenza L'azienda DOG’S TOWN s.r.l. con sede in (CE), Via Casilina Km 188,500 (tel/fax 0823/871883 si dedica al soccorso sanitario di animali privi di fami- glia (vaganti), in pericolo di vita, feriti o traumatizzati gravi.

La società si occupa della cattura, gestione, cura e custodia di animali domestici esoti- ci e selvatici inoltre è accreditata presso il Ministero della Salute come custode giudi- ziario di animali oggetto di sequestro o confisca D.M. 2 NOVEMBRE 2006 poiché in possesso di strutture di nuova concezione per ospitare rettili , volatili, cavalli e bovini , è convenzionata con l’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA ) per la custodia di animali che l’Ente ritiene opportuno affidare in custodia, inoltre interviene in pronta reperibilità H24 su tutto il territorio nazionale per la cattura di ogni tipo di animale ; domestici selvatici esotici e pericolosi essendo dotata di mezzi ed attrezzature per la cattura in particolare tele anestesia e telemetria , per conto di Enti forze dell’ordine e se richiesto anche da privati.

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Nello specifico l’azienda si occupa di :

 Custodia cani randagi  Pensione per animali domestici  Cattura animali  Trasporto animali  Teleanestesia  Animali esotici  Animali selvatici

17) AMBIENTE URBANO – ZANZARA TIGRE INFORMAZIONE PREVENTIVA ED IN EMERGENZA

La zanzara tigre depone le uova ovunque, anche nelle abitazioni. L’habitat ideale è quello dei contenitori che, una volta pieni d’acqua, diventano “nidi” in cui le larve possono svilupparsi. In particolare la zanzara tigre si riproduce:  nei sottovasi: è il luogo più adatto alla riproduzione in ambiente domestico. Se possibile evitare di usarli e non lasciare mai che l'acqua ristagni per più giorni.  nei contenitori vari: evitare di lasciare barattoli, lattine, bacinelle, buste di plastica, sul balcone, in giardino, o nell'area condominiale o coprirli con una zanzariera a ma- glie fitte, capovolgere annaffiatoi e recipienti.  nei tombini: anche l’acqua piovana che si raccoglie nei tombini è fonte di grande proliferazione della zanzara tigre. E’ quindi importante disinfestare i tombini presenti nelle aree private con prodotti specifici oppure richiedendo l’intervento di ditte specia- lizzate.  nelle vasche e nelle fontane ornamentali: in questi grandi raccoglitori d'acqua, è necessario introdurre pesci che si nutrono di larve di zanzara tigre come i pesci rossi o le gambusie.

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 nei cimiteri: sono focolai ideali per la riproduzione della zanzara tigre; riempire con sabbia o argilla espansa i vasi con i fiori finti, mentre i vasi non utilizzati devono esse- re conservati capovolti. L’acqua dei vasi con fiori recisi deve essere cambiata al mas- simo ogni 5-6 giorni oppure deve essere trattata con prodotti larvicidi. Tutti i cittadini sono chiamati a collaborare alla lotta contro la zanzara tigre, contra- stando la sua proliferazione nelle aree private. Nei cimiteri, luoghi in cui il rischio di infestazione è più alto, sono previsti trattamenti periodici contro le zanzare adulte.

18) AMBIENTE URBANO – PROCESSIONARIA

DEL PINO

INFORMAZIONE PREVENTIVA ED IN EMERGENZA

La lotta alla Processionaria del pino è obbligatoria su tutto il territorio nazionale ai sensi del D.M. del 17 aprile 1998. La diffusione della larva può essere contrastata con diversi metodi: meccanico, bio- chimico o con bio-insetticidi.

SI RACCOMANDA DI NON TOCCARE NÉ NIDI NÉ LARVE

19) AMBIENTE URBANO – SCIAMI D’API – VE-

SPE - CALABRONI

INFORMAZIONE PREVENTIVA ED IN EMERGENZA  Se lo sciame è in volo e si appresta ad entrare in casa, chiudere porte e finestre.  Se lo sciame è già dentro casa, uscire rapidamente dalla stanza chiudendo la porta. Mantenere per quanto possibile la calma, senza gesti che potrebbero rendere gli insetti

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più aggressivi.  Non tentare di risolvere il problema spruzzando insetticidi o cercando di uccidere gli insetti con il fuoco: questo comportamento, se non si è adeguatamente protetti, farà so- lo allarmare gli insetti.  In strada, non sostare nelle vicinanze di uno sciame d’api, di un nido di vespe o di calabroni.  Non avvicinarsi troppo, spinti dalla curiosità, agli insetti. Potrebbero sentirsi minac- ciati e pungere.  Telefonare immediatamente al servizio di Protezione Civile del Comune di Sparani- se, gestito dal Comando Polizia Municipale 0823/874065 –  Ricorda che le api sono animali utili per l’uomo e per l’ambiente e sono quindi tute- late e protette dalla normativa italiana e comunitaria.  In caso di puntura allontanarsi dal nido o dallo sciame, evitando di gesticolare nel tentativo di allontanare gli insetti e di farsi prendere dal panico.  Nel caso di una puntura di un’ape, estrarre nel più breve tempo possibile il pungi- glione che, di norma, rimane nell’epidermide. Non estrarlo significa iniettare tutta la dose di veleno contenuta nella sacca velenifera.  In caso di puntura, reazioni cutanee locali quali gonfiori e pruriti sono del tutto nor- mali, al contrario orticaria diffusa, malessere, ansia, ed altre reazioni sistemiche più gravi possono portare allo shock anafilattico e alla morte dei soggetti allergici al vele- no degli imenotteri. In tali casi, chiamare immediatamente il 118 Emergenza Sanitaria o portare il soggetto allergico al più vicino Pronto soccorso. Farmaci di pronto soccorso utili in casi di puntura:  Applicazione locale (sulla zona della puntura): antistaminico, cortisonico.  Per via orale: antistaminico, cortisonico.  Per via intramuscolare o endovenosa: antistaminico, cortisonico.  Autoiniettore: Fastjekt o fastjekt junior (adrenalina).

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20) AMBIENTE URBANO – SERPENTI INFORMAZIONE PREVENTIVA ED IN EMERGENZA Come già specificato innanzi, L'azienda DOG’S TOWN s.r.l. con sede in Pignataro Maggiore (CE), Via Casilina Km 188,500 (tel/fax 0823/871883) si occupa anche di animali esotici tra cui i rettili.

Se hai trovato un serpente in casa o in giardino:  Mantieni la calma, ricordando che i serpenti sono animali schivi, la loro prima rea- zione è la fuga, cercheranno un posto dove si sentono sicuri, non visti e protetti.  In nessun caso provare a catturare l’animale o tentare di ucciderlo. L'animale, infatti, se si sente costretto o in pericolo tenterà di difendersi e quindi proverà a mordere. Contattate l’Ufficio della Protezione Civile o l’Azienda DOG’S TOWN, cui compe- te il recupero degli animali.  Cercare di isolare la stanza, se possibile chiudere le porte e le finestre  Ad una distanza adeguata, cercare di seguire l’animale nei suoi tentativi di nascondersi o di fuga: sapere con un certa sicurezza dove si trova l’animale facilita il successo dell’operazione di recupero.  Tentare di cogliere le seguenti caratteristiche del serpente, per fornirle al momento della chiamata o all’arrivo dell'operatore: colore, lunghezza approssimativa, confor- mazione della coda: lunga e fina (può ricordare quella di una lucertola), o corta e tozza

Come riconoscere se si è stati morsi da una vipera o da un serpente innocuo:  i segni lasciati sulla cute dal morso di vipera sono contraddistinti dai due fori distanti circa 1 cm lasciati dai denti veleniferi seguiti dai segni più piccoli lasciati dagli altri denti. Non sempre il morso presenta questa caratteristiche, infatti, può capitare che esso non sia completo, con la presenza di uno solo dei due fori e la presenza o meno dei segni degli altri denti.  i due segni di puntura causati dai denti veleniferi raramente sono utili per la diagnosi in quanto precocemente nascosti dai segni locali (cioè nel punto del morso) causati dal veleno della vipera e sono: dolore intenso, gonfiore (edema),

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colorito bluastro (cianosi, ecchimosi), tendenza all’estensione.  il morso di un serpente non velenoso si distingue dai segni lasciati dai denti sia della mandibola che della mascella e dall’assenza dei fori dei denti veleniferi

In caso di morso:  rimanere tranquilli; in caso di agitazione incontrollata è estremamente utile som- ministrare un sedativo; ciò evita l’attivazione incontrollata dei meccanismi da stress che provocano una più rapida diffusione del veleno  evitare di applicare il laccio emostatico; il laccio rallenta o blocca il deflusso venoso creando una indesiderata stasi venosa, mentre non blocca il flusso linfatico, re- sponsabile della diffusione del veleno  evitare procedure di aspirazione o rimozione meccanica del veleno (suzione, in- cisione); non ne è dimostrata l’efficacia e possono causare ulteriori danni.  immobilizzare la parte colpita (ad esempio un arto) mediante un bendaggio steccato non compressivo, come si farebbe per un arto fratturato.  chiamare il 118 o recarsi immediatamente presso un Pronto soccorso Il Siero antivipera non è più disponibile in farmacia da alcuni anni e deve essere som- ministrato solo in casi gravi, sotto stretto controllo medico ed in ambiente ospedaliero protetto.

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NUMERI TELEFONICI UTILI 112 ……………………..…… CARABINIERI 113 …………………..……… POLIZIA DI STATO 115 …………………….…… VIGILI DEL FUOCO 117 …………………….…… GUARDIA DI FINANZA 118 ………………….……… EMERGENZA SANITARIA 1515 ……………………….. CORPO FORESTALE DELLO STATO 0823-429111 ...... QUESTURA DI CASERTA (Centralino) 0823-429111……………….. PREFETTURA DI CASERTA (Centralino) 0823-247111 ...... PROVINCIA DI CASERTA 0823-874032 ………………. COMUNE DI SPARANISE 0823-874065 ……………… POLIZIA MUNICIPALE 0825612911 ………………. SIDIGAS 0823357511 ………………. CONSORZIO IDRICO TERRA DI LAVORO 800900800 .………………. ENEL 800.840.840 ………………. PROTEZIONE CIVILE NAZIONALE 081-7783912 ……………… PROTEZIONE CIVILE REGIONE CAMPANIA (Centro Direzionale Isola 3, Via G.Porzio 80143-NA)

23

DECODIFICA SIGLE: AIB (Area Incendi Boschivi) ARPA (Agenzia Regionale Protezione Civile) ANPC (Agenzia Nazionale Protezione Civile) COAU (Centro Operativo Aereo Unificato) CNVF (Corpo Nazionale Vigili del Fuoco) CFO (Corpo Forestale dello Stato) CNSAS (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico) CNPC (Consiglio Nazionale Protezione Civile) CCS (Centro Coordinamento Soccorsi) COM (Centri Operativi Misti) COC (Centro Operativo Comunale) COA (Centro Operativo Aereo) CON (Centrale Operativo Nazionale) COR (Centrale Operativa Regionale) DPCM (Decreto Presidente Consiglio dei Ministri) DPC (Dipartimento Protezione Civile) DGPC (Direzione Generale Protezione Civile) EFFIS (European Forest Fire Information Sistem) INGV (Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia) IFFI (Inventario Fenomeni Franosi in Campania) JRC (Centro Comunale Ricerca ISPRA) PSL (Pericolosità Sismica Locale) ROC (Referente Operativo Comunale) Ris.I.co (Rischio Incendi e Coordinamento) SMND (Servizio Meteorologico Nazionale Distribuito) SNPC (Servizio Nazionale Protezione Civile) SSN (Servizio Sanitario Nazionale) SOUP (Sale Operative Unificate Permananti) SRE (Sistema Risposta Emergenza) SOPRC (Sala Operativa Protezione Civile Regionale) UCL (Unità Crisi Locale) UEPC (Ufficio Extradipartimentale Protezione Civile)

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INDICE ALLEGATO “A”

P A R T E P A G I N A Rischio sismico 2 Emissione sostanze gassose 3 Rischio idrogeologico 4 Rischio idrogeologico – Frane 5 Rischio idrogeologico – Alluvioni 6 Rischio industriale 7 Rischio monossido di carbonio 8 Rischio incendio boschivo 9 Rischio incendio domestico 10 Rischio blak-out 12 Rischio fuga gas 13 Rischio meteo – ondate di calore 14 Rischio maltempo 15 Rischio trasporto merci 16 Rischio attentato ed esplosioni 16 Rischio animali vaganti 17 Rischio ambientale urbano – zanzara tigre 18 Ambiente urbano – processionaria del pino 19 Ambiente urbano – sciami d’api – vespe – calabroni 19 Ambiente urbano – serpenti 21 Numeri telefonici utili 23 Decodifica sigle 24 INDICE ALLEGATO “A” 25

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COMUNE DI SPARANISE PROVINCIA DI CASERTA PIANO DI EMERGENZA COMUNALE

-- ALLEGATO “B” --

Studio Tecnico di Architettura Arch. Arciero Francesco Geom. Belculfinè Guglielmo

1

MODELLI RIGUARDANTI UNA PRIMA STIMA DEI DANNI SUBITI

2

MODELLO N° 1 – PRIMO ACCERTAMENTO DANNI Ente richiedente: ______Provincia: ______

Danni causati dagli eventi del ___/___/_____ Invio del: ___/___/_____ ore: ___/___

DESCRIZIONE DEGLI EVENTI

TIPOLOGIA LOCALIZZAZIONE E DESCRIZIONE EVENTI Inondazione/evento alluvionale Frana Grandinata o Tromba aria Incendio Boschivo Emissioni (radioattive, tossiche o nocive) Esplosione in impianti industriali Terremoti Altre emergenze

STIMA DEI DANNI AD EDIFICI E INFRASTRUTTURE PUBBLICHE

TIPOLOGIA LOCALIZZAZIONE E DESCRIZIONE EVENTI Acquedotti e fognature Beni mobili Comparto agricolo Edifici di culto Edifici pubblici Viabilità QUANTIFICAZIONE DANNI DI LARGA MASSIMA: €.______

DANNI AL TERRITORIO

TIPOLOGIA LOCALIZZAZIONE E DESCRIZIONE EVENTI Comparto Agricolo Idrogeologico Patrimonio Boschivo Rete Idrografica

QUANTIFICAZIONE DANNI DI LARGA MASSIMA: €.______

3

DANNI A BENI DI PROPRIETA’ PRIVATA: NUMERO ABITAZIONI DANNEGGIATE:

DA 1 A 10 DA 10 A 50 OLTRE 50 NUMERO DELLE PERSONE EVACUATE: ______NUMERO DEI NUCLEI FAMILIARI EVACUATI ______ALTRI BENI INTERESSATI: ______QUANTIFICAZIONE DEI DANNI DI LARGA MASSIMA: €. ______

DANNI AD ATTIVITA’ PRODUTTIVE

TIPOLOGIA N° DI IMPRESE DANNEGGIATE QUANTIFICAZIONE DANNI Agricole ______Industriali ______Artigianali ______Commerciali ______Turistiche ______

QUANTIFICAZIONE DANNI DI LARGA MASSIMA: €.______

TOTALE COMPLESSIVO STIMATO: €.______

Data:______IL TECNICO ______

ACCERTATA LA SUSSISTENZA DEI PRESUPPOSTI E VERIFICATE LE VERIDICITA’ E COMPLE- TEZZA DELLE DICHIARAZIONI.

IL SINDACO O IL Responsabile legale ______

4

MODELLO N° 2 – DANNI A OPERE PUBBLICHE

RIMBORSO SPESE EFFETTIVAMENTE SOSTENUTE DAGLI ENTI RICHIEDENTI PER INTERVENTI URGENTI DI PRIMO SOCCORSO Ente richiedente: ______Provincia: ______Danni causati dagli eventi del ___/___/_____

Ordinanza ______del ___/___/_____

DESCRIZIONE DEGLI EVENTI VERIFICATESI IN LOCALITA’ ______

TIPOLOGIA LOCALIZZAZIONE E DESCRIZIONE EVENTI Inondazione/evento alluvion. Frana Grandinata o Tromba aria Incendio Boschivo Emissioni (radioattive, tossiche o nocive) Esplosione in impianti industriali Terremoti Altre emergenze

DESCRIZIONE DEI DANNI E DEGLI INTERVENTI (indicare il valore approssimativo delle singole o beni – importi in €.)

VIABILITA’

ACQUEDOTTI E FOGNATURE:

EDIFICI PUBBLICI:

BENI MOBILI:

SPESE PER VOLONTARI ED ALLOGGIO SFOLLATI:

5

R I E P I L O G O ( importi in €.)

TIPO D’INFRASTRUTTURA AMMONTARE DEGLI INTERVENTI VIABILITA’ EURO ACQUEDOTTI E FOGNATURE EURO EDIFICI PUBBLICI EURO BENI MOBILI EURO SPESE VOLONT. E SFOLLATI EURO TOTALE EURO

L’ENTE RICHIEDENTE DICHIARA DI AVER INOLTRATO RICHIESTA DI FINANZIAMENTO AI SENSI DELLA LEGGE REGIONALE PER UN IMPORTO TOTALE DI €. ______

Allegati alla domanda: -- Mappe catastali con velatura gialla della zona interessata dall’intervento. -- Fotografie.

N.B.: La concreta erogazione del contributo avverrà, nel rispetto delle norme vigenti, ad avvenuta definizione del programma definitivo, delle modalità stabilite, della disponibilità e, in ogni caso, su presentazione dei giustificativi di spesa (DETERMI- NE DI IMPEGNO DI SPESA, DETERMINE DI PAGAMENTO E RELATIVE FATTURE)

Data:______IL TECNICO ______

ACCERTATA LA SUSSISTENZA DEI PRESUPPOSTI E VERIFICATE LE VERIDICITA’ E COMPLETEZZA DELLE DICHIARAZIONI, RICHIEDE L’EROGAZIONE DEI CONTRIBUTI INDICATI.

Il Sindaco o Legale Rappresentante

6

MODELLO N° 3 - SEGNALAZIONE DANNI A PRIVATI

IN TERVENTI DIRETTI AD ASSICURARE LA PRIMA ASSISTENZA ALLE

POPOL AZIONI COLPITE DAGLI EVENTI DEL ______/______/______

Au tocertificazione ai sensi dell'art.4 della L. 15/1968 e D.P.R. 445/2000

COMUNE DI SPARANISE PROVINCIA DI CASERTA

Il/la sottoscritto/a______nat o/a a______il ______resi dente a ______Indirizzo______Tel. _____/______; Cell. _____/______; Fax. _____/______cod ice fiscale______

DICHIARA SOTTO LA PROPRIA RESPONSABILITA’

1) che il proprio nucleo familiare: ______evacuato in località ______dal ______al ______a spese dell'Amministrazione Comunale o di altro Ente  a spese proprie   non evacuato

è composto da:

COGNOME E NOME GRADO DI PARENTELA ETA' Capofamiglia

2) che l'abitazione ubicata in Sparanise, via / viale / piazza ______, n. civico: _____; località e/o frazione:______  di proprietà - residenza abituale / 1^ casa   in locazione (nome del proprietario:______)   abitata ad altro titolo (nome del proprietario:______)   di proprietà ma non adibita ad abitazione principale (2° casa) 1

7

E' STATA:   distrutta   dichiarata inagibile   danneggiata

Descrizione sommaria dell’abitazione: n. piani, n. stanze e vani accessori (es. garage, magazzini) ______

3) che i danni riscontrati sono:

DESCRIZIONE GENERALE DEI DANNI SPECIFICANDONE LA CAUSA (ex:acqua, fango, detriti, incendio, terremoto, altro) ______

Descrizione dettagliata dei danni (con adeguata documentazione fotografica):

  cucina

  struttura e muratura (specificare tipologia: intonaco, tappezzeria, legno, rustico, altro): ______  pavimento (specificare tipologia: piastrelle, parquet, marmo, moquette, rustico, altro): ______  serramenti : ______

  bagni e servizi:

  struttura e muratura (specificare tipologia): ______8 2   pavimento (specificare tipologia): ______  serramenti: ______

  camere da letto:

  struttura e muratura (specificare tipologia):

______

  pavimento (specificare tipologia): ______  serramenti: ______

  altri vani:

  soggiorno o salotto   scantinati   sottotetti   autorimessa

Specificare i danni a pavimenti, murature e serramenti (vedi categorie sopra): ______

  impianti tecnologici:

  impianto elettrico: ______  impianto idraulico e sanitario: ______ impianto termico: ______

RIEPILOGO STIMA DEI DANNI ALL’ABITAZIONE (importi in EURO) PAVIMENTI MURATURA SERRAMENTI IMPIANTI Elettrico Idraulico Termico Cucina Bagni e servizi Camere da letto Soggiorno o salotto Scantinati Sottotetti 9

Autorimessa TOTALE * N.B.: Per le opere realizzate in economia saranno considerate unicamente le spese documentate da fatture, ric. fiscali, ecc.

STIMA DEI DANNI A BENI MOBILI (indicare il valore approssimativo dei singoli beni ed allegare documentazione fotografica) (importi in EURO)

  Arredamenti: ______  Elettrodomestici di prima necessità: ______  Altri beni: ______

RIEPILOGO STIMA DEI DANNI A BENI MOBILI (importi in EURO)

VALORE STIMATO Arredamenti EURO Elettrodomestici di prima necessità EURO Autoveicoli e mezzi di trasporto vari EURO Altri beni e suppellettili EURO TOTALE EURO N.B.: le categorie di beni oggetto di contributo potranno essere diversamente determinate all'interno delle Ordinanze emesse.

Il sottoscritto

DICHIARA che da una prima sommaria valutazione i danni sopra descritti possono essere così complessivamente quantificati :

- TOTALE danni all’abitazione EURO______

- TOTALE danni ai beni mobili EURO______

-Totale DANNI EURO______

10

NB . : se il totale dei danni ammonta ad una cifra superiore a € 15.000,00 , il richiedente dovrà alle gare alla presente segnalazione danni una perizia asseverata-giurata del valore dei beni e dei dann i subiti complessivamente, redatta da un professionista iscritto al relativo albo professionale.

Il so ttoscritto dichiara, inoltre:

  Di non aver titolo a risarcimenti, allo stesso titolo, da compagnie assicurative

  Di aver titolo, allo stesso titolo, da compagnie assicurative per l’importo complessivo di

Euro______

  Che le unità immobiliari danneggiate non sono state realizzate in difformità o in assenza delle autorizzazioni o concessioni previste dalla legge

 Che il totale dei danni supera la cifra di € 15.000, 00 e pertanto allega perizia asseverata-giurata

redatta da professionista al quale è stata corrisposta una parcella pari a €______.

  Che i danni denunciati sono stati causati dall’evento del ______

Estr emi del c/c bancario o postale per l’accredito del contributo:

IST ITUTO ______Agenzia______

N.c /c ______ABI______CAB______

IL SOTTOSCRITTO PRENDE ATTO CHE LA PRESENTE SEGNALAZIONE DANNI DÀ DIRITTO ALLA POSSIBILITÀ DI ACCEDERE AL CONTRIBUTO CHE EVENTUAL MENTE SARÀ EROGATO NELLA MISURA E CON MODALITÀ DA

DE FINIRSI, MA NON FORNISCE GARANZIA CERTA DI EROGAZIONE, IN QUANTO SUB ORDINATA ALL’EFFETTIVO STANZIAMENTO DI FONDI STATALI O RE GIONALI.

Dat a______Firma del dichiarante______

Si a llega (documentazione obbligatoria):  documentazione fotografica

 fotocopia di documento di riconoscimento in corso di validità

 perizia asseverata-giurata redatta da professionista iscritto ala relativo albo professionale (obbligatoria solo per danni superiori a € 15.000,00) 5

11

MODELLO N°4 - SEGNALAZIONE DANNI AD ATTIVITA' PRODUTTIVE

INTERVENTI DIRETTI AD ASSICURARE LA PRIMA ASSISTENZA ALLE POPOLAZIONI COLPITE DAGLI EVENTI DEL ______/______/______

Autocertificazione ai sensi dell'art. 4 L. 15/1968 e D.P.R. 445/2000

COMUNE DI SPARANISE PROVINCIA DI CASERTA

Il/la sottoscritto/a ______, nato a ______il ______, residente a ______Via ______n.______Tel. ______FAX______

In qualità di rappresentante dell’Impresa ______(forma giuridica______), costituita il______/______/______Iscritta al Registro della C.C.I.A.A. di ______N. di Iscrizione ______(per le imprese individuali indicare la data di inizio dell’attività, risultante dal certificato d'iscrizione), CODICE ISTAT______(da compilare obbligatoriamente dopo aver consultato l’elenco) Descrizione attività ______ed iscritta all’Albo Artigiani della provincia di ______con N di iscrizione .______sede dell’impresa ______Prov. ______Via ______n. civico ______C.a.p. ______Tel. ______Fax ______con domicilio fiscale ______partita I.V.A. n. ______

1

12

DICHIARA

SOTTO LA PROPRIA RESPONSABILITA' che il fabbricato   di proprietà   in locazione (specificare il nome del proprietario______)

E' STATO:   distrutto   dichiarato inagibile   danneggiato

Descrizione sommaria del fabbricato: n. piani, n. vani ed accessori): ______

DESCRIZIONE GENERALE DEI DANNI SPECIFICANDONE LA CAUSA (acqua, fango, detriti, incendio, terremoto, altro): ______

Descrizione dettagliata dei danni (con adeguata documentazione fotografica):

  fabbricato principale:

  struttura (specificare: pilastri, solette, ecc…): ______  muratura (specificare tipologia): ______  pavimento (specificare tipologia): ______  serramenti (specificare tipologia): ______2

13

  altri fabbricati: specificare i danni a strutture, muratura, pavimenti e serramenti: ______  ripristino opere di difesa e viabilità (muri di contenimento, strade di accesso) ______

  impianti tecnologici:

  impianto elettrico: ______  impianto idraulico e sanitario: ______  impianto termico: ______

RIEPILOGO DEI DANNI AI BENI IMMOBILI (importi EURO)*

STRUTTURA MURATURA PAVIMENTI SERRAMENTI IMPIANTI Elettrico Idraulico Termico Fabbricato principale Altri fabbricati TOTALE

*N.B. : per le opere realizzate in economia saranno considerate unicamente le spese documentate da fatture, ricevute fiscali, ecc.

STIMA DEI DANNI A BENI MOBILI (indicare il valore dei singoli beni ed allegare documentazione fotografica) (importi in Euro)

  Macchinari: ______3 14

  Attrezzature: ______  Automezzi : ______  Arredi : ______  Scorte ______

RIEPILOGO STIMA DEI DANNI A BENI MOBILI (importi in EURO)

VALORE STIMATO Macchinari EURO Attrezzature EURO Automezzi EURO Arredi EURO Scorte TO- EURO TALE EURO

N.B.: le categorie di beni in oggetto di contributo potranno essere diversamente determinate all'interno delle Ordinanze emesse.

Il sottoscritto

DICHIARA che, salva ogni stima ulteriore, da una prima sommaria valutazione, i danni sopra descritti possono essere così complessivamente quantificati:

- danni ai fabbricati EURO______

- danni ai beni mobili EURO______

Totale DANNI EURO______

4

15

NB. : se il totale dei danni ammonta ad una cifra superiore a € 15.000,00 , il richiedente dovrà allegare alla presente segn alazione danni, una perizia asseverata-giurata del valore dei beni e dei danni subiti complessivamente, redatta da un professionista iscritto al relativo albo professionale.

Il sott oscritto dichiara, inoltre:

  Di non aver titolo a risarcimenti allo stesso titolo da compagnie assicurative

  Di aver titolo allo stesso titolo da compagnie assicurative per l’importo complessivo

di Euro______

  Che le unità immobiliari danneggiate non sono state realizzate in difformità o in assenza

delle autorizzazioni o concessioni previste dalla legge   Che il totale dei danni supera la cifra di € 15.000, 00 e pertanto si impegna a presentare

perizia asseverata-giurata redatta da professionista al quale è stata corrisposta una parcella pari

a €______. N.B. :L’obbligo di presentazione della perizia è subordinata all’effettivo stanziamento di fondi

a ristoro dei danni.

  Che i danni denunciati sono stati causati dall’evento del ______

Estr emi del c/c bancario o postale per l’accredito del contributo:

ISTITUTO ______Agenzia______

N.c/c ______ABI______CAB______

IL S OTTOSCRITTO PRENDE ATTO CHE LA PRESENTE SEGNALAZIONE DANNI DÀ DIRITTO ALLA POSSI BILITÀ DI ACCEDERE AL CONTRIBUTO CHE EVENTUALMENTE SARÀ EROGATO NELLA MIS URA E CON MODALITÀ DA DEFINIRSI, MA NON FORNISCE GARANZIA CERTA DI EROGAZIONE, IN Q UANTO SUBORDINATA ALL’EFFETTIVO STANZIAMENTO DI FONDI STATALI O REGIONALI.

Dat a ______

Firma del dichiarante ______

Si all ega (documentazione obbligatoria):  documentazione fotografica  fotocopia di documento di riconoscimento in corso di validità  eventuale perizia asseverata-giurata redatta da professionista iscritto al relativo albo professionale (obbligatoria solo per danni superiori a € 15.000,00). N.B.: L’obbligo di presentazione della perizia è subordinata all’effettivo stan- ziamento di fondi a ristoro dei danni. 5

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INDICE ALLEGATO “B”

P A R T E P A G I N A

1 Intestazione Modelli riguardanti una prima stima dei danni 2 Modello n° 1 – Primo accertamento del danni 3 Modello n° 2 – Danni a opere pubbliche 5 Modello n° 3 - Segnalazione danni a privati 7 Modello n° 4 – Segnalazione danni ad attività produttive 12 Indice Allegato “B” 17

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