COMUNE DI SPARANISE PROVINCIA DI CASERTA PIANO DI EMERGENZA COMUNALE - TOMO 1 - Studio Tecnico di Architettura Arch. Arciero Francesco Geom. Belculfinè Guglielmo I N D I C E T O M O 1 E 2 P A R T E P A G I N A T O M O N° 1 INTRODUZIONE E PREMESSA 4 OBIETTIVI DEL PIANO 14 RIFERIMENTI NORMATIVI 15 Legislazione nazionale 15 0 Legislazione regionale 20 Quadro normativo di riferimento 21 ORGANISMI DI PROTEZIONE CIVILE 23 Organismi di pianificazione emergenza 24 Organismi di coordinamento dell’emergenza 24 SEZIONE TERRITORIO 1.Studio e valutazione del pericolo 26 1/a – RISCHIO IDRAULICO E IDROGEOLOGICO 28 Inquadramento geologico e geomorfologico 28 Reticolo idrografico 29 Dati climatici 29 Descrizione dei rischi 29 1/b – RISCHIO INCENDI BOSCHIVI 30 1/c – INDUSTRIE A RISCHIO SU TERRITORIO COMUNE 40 1/d - TERREMOTI 47 Carta classificazione sismica 50 1/e – VIABILITA’ E TRASPORTI 50 1 T O M O N° 2 2. Studio delle zone urbanizzate 58 INQUADRAMENTO DEL TERRITORIO 59 Inquadramento geografico e cartografico 59 Bilancio demografico - Popolazione 60-61 Edifici e strutture strategicamente rilevanti 61 Edifici e strutture vulnerabili 65 Aree di emergenza 66 2/a EDIFICI E STRUTTURE STRATEGICHE - 67 AREE DI EMERGENZA Viabilità principale e secondaria – Reti tecnologiche 75-76 2 P A R T E P A G I N A SCENARI DI RISCHIO 77 Carta 3.1 – RISCHIO IDRAULICO E IDROGEOLOGICO 78 Carta 3.2 – RISCHIO INCENDI BOSCHIVI 88 3.3 – INDUSTRIE A RISCHIO 89 Carta 3.4 - TERREMOTI 91 Carta 3.5 - VIABILITA’ E TRASPORTI 96 2 EMERGENZE AMBIENTALI 100 VOLONTARIATO 101 MEZZI E ASSISTENZA DI PROPRIETA’ COMUNALE 102 DITTE DI “SOMMA URGENZA” 103 METODI DI PREANNUNCIO COME DA D.G.R. 104 Zone omogenee di allerta per rischio idrogeologico 105 Zone omogenee di allerta per il rischio idraulico 105 Zone omogenee di allerta per il rischio temporali forti 106 Zone omogenee di allerta per il rischio neve 107 Zone omogenee di allerta per il rischio vento forte 108 3 Zone omogenee di allerta per il rischio incendi boschivi 109 ATTIVITA’ DI MONITORAGGIO REGIONALE 110 UNITA’ DI CRISI LOCALE UNITA’ DI CRISI LOCALE 112 CENTRO OPERATIVO MISTO (C.O.M.) 112 ATTI AMMINISTRATIVI - MODELLI 112 4 SCHEDA OPERATIVA 116 PROGRAMMAZIONE INTERVENTI 118 AGGIORNAMENTO PIANO EMERGENZA PROTEZIONE 119 CIVILE DECODIFICA SIGLE 120 3 INTRODUZIONE PREMESSA - relazione del dipartimento della protezione civile, post lex 100/2012 - La Legge n. 100/2012 “Conversione in Legge, con modificazioni, del Decreto-Legge 15/05/2012, recante disposizioni urgenti per il riordino della Protezione Civile”, ha in- trodotto importanti modifiche e adempimenti alla Legge 24 FEBBRAIO 1992, n. 225. Come è noto, con l’inserimento dell’articolo 3.bis nell’ambito del sistema di allerta na- zionale per il rischio meteo-idrogeologico e idraulico, sono state individuate le attività per fini di protezione civile, definiti i compiti e le responsabilità ed individuato, tra i soggetti deputati ad assicurare tale funzione, oltre al Dipartimento della protezione civile ed alle Regioni che intervengono tramite la Rete dei Centri funzionali, alle Reti strumentali di monitoraggio e di sorveglianza, ai Presidi territoriali, ai Centri di competenza e ad ogni al- tro soggetto chiamato a concorrere funzionalmente ed operativamente alle reti, anche il Servizio Meteorologico Nazionale Distribuito (SMND). Tale organismo, istituito dall’articolo 111 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, che ne aveva previsto l’attivazione, quale unificazione delle attività attualmente svolte dal Servizio Meteorologi- co dell’Aeronautica Militare Italiana, dal Dipartimento della protezione civile della Presi- denza del Consiglio dei Ministri e dalle Regioni e Province Autonome mediante la rete dei centri funzionali, fino ad oggi non è mai stato costituito. Nell’ambito del sistema di aller- tamento nazionale, quindi, il Dipartimento della Protezione Civile si sta impegnando ad at- tuare la costituzione del SMND, mediante la predisposizione di uno schema di Decreto del Presidente della Repubblica da emanarsi entro 6 mesi dalla data di emanazione della legge 100/12, quale unificazione e razionalizzazione delle attività attualmente svolte dal Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare, dal Dipartimento della Protezione Civi- le della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dalle Regioni e Province Autonome me- diante la rete dei Centri funzionali, nonché da tutte le altre amministrazioni ed enti che at- tualmente rivestono ruoli di responsabilità istituzionale in ambiti connessi con la meteoro- logia, prevedendo inoltre anche il coinvolgimento della Comunità scientifica. L’adempimento previsto costituisce un’occasione unica per la costruzione di una realtà na- zionale a livello dei maggiori servizi europei ed in linea con le raccomandazioni degli or- ganismi internazionali, laddove consente, ad un bacino di utenti diversi dal sistema di pro- tezione civile, l’estensione dei servizi forniti dalla meteorologia, in un contesto chiaro ed organico di responsabilità e compiti. Per l’attuazione di tale disposto normativo il Capo Dipartimento della Protezione Civile ha previsto, quale supporto tecnico-scientifico, la costituzione di un gruppo di lavoro in via di formalizzazione, formato da esperti che rivestono contemporaneamente anche il ruolo di rappresentanti delle Amministrazioni prioritariamente coinvolte, quali il Ministero della Difesa, il Dipartimento della Protezione Civile, le Regioni, nonché di autorevoli rappresen- 4 tanti della Comunità scientifica e di altri enti competenti in materia. Il gruppo di lavoro, nelle more della costituzione formale a seguito della designazione ufficiale dei diversi rap- presentanti delle Amministrazioni interessate, già dal mese di settembre ha informalmente iniziato gli incontri preliminari per la predisposizione dello schema di DPR di costituzione. Tra le iniziative intraprese si sta procedendo: -- al censimento delle risorse umane, strumentali e finanziarie che, nelle diverse Ammini- strazioni coinvolte, sono attualmente impegnate, sia a livello statale che regionale, nei compiti e nelle funzioni che la recente normativa attribuisce all’SMND. A tal proposito, nell’ambito dell’istruttoria avviata sono emersi alcuni rilevanti elementi conoscitivi circa l’ammontare delle risorse umane e finanziarie che, nell’attuale contesto, vengono de- stinate complessivamente, dalle diverse Amministrazioni coinvolte, all’erogazione dei servizi meteorologici pubblici, sia dalla componente statale principalmente dal Ministero della Difesa ed il Dipartimento della protezione civile che da quella regionale, attraverso i servizi meteo delle Agenzie per la protezione dell’ambiente ed i settori meteo dei Centri funzionali. In particolare si è stimato che, ad oggi, in Italia le risorse umane impiegate in tali servizi siano circa 1200 unità, contro le 1800 del Regno Unito, le 2600 della Germania e le 3600 della Francia. Pertanto non è errato affermare che, in Italia, già il solo costo del personale impiegato in tali attività è ben al di sotto dei costi della quota personale (circa il 50%) rispetto agli altri servizi europei. Infatti il costo complessivo di un servizio meteo adeguato si attesta intorno a 150 milioni di euro all’anno, per un valore pari allo 0,1 per cento del PIL, stimato quale costo di riferimento assegnato annualmente ai Servizi Meteo- rologici di un Paese europeo che presenta le stesse caratteristiche dell’Italia in quanto a estensione geografica e a densità demografica; -- all’individuazione dei tempi e delle modalità di costituzione della struttura in questione, con la previsione di un periodo transitorio (da 3 a 5 anni) propedeutico all’entrata dell’esercizio in ordinario dell’ente. Gli organi direttivi nella fase transitoria sono indivi- duati nelle figure responsabili delle amministrazioni interessate che, nel rispetto di quanto disposto dal comma 5, presteranno la loro attività nell’ambito delle risorse finanziarie di- sponibili a legislazione vigente. Il medesimo articolo ha, inoltre, introdotto al comma 2 nuove disposizioni in merito al- la definizione dei principi per l’individuazione ed il funzionamento dei Centri di Competenza, di cui alla direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 febbraio 2004. Tale disciplina che, fino ad oggi era stata affidata all’adozione di decreti del Capo del Dipartimento della protezione civile, a seguito della determinazione assunta da codesto Parlamento, rientra nell’ambito degli adempimenti affidati all’adozione di un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Nel rispetto di tale disposto è stato adottato il DPCM del 14 settembre u.s. che, attualmente, è all’esame degli organi di controllo (All. 1). Il provvedimento in rassegna reca indicazioni sulla definizione, sulla individuazione e sul funzionamento dei Centri di Competenza. Con l’inserimento dell’art. 3-ter, relativo alle reti di monitoraggio e radiofrequenze, si 5 è proceduto ad inserire la prescrizione inerente l’individuazione delle frequenze per il rile- vamento dei dati idro-meteo-pluviometrici in telemisura da attribuire, a titolo gratuito, in via esclusiva alle funzioni di rilevamento dati esercitate dalle Regioni. La procedura di tra- sferimento alle Regioni delle reti citate, originariamente in uso al Servizio idrografico e mareografico dei servizi tecnici nazionali soppressi alla fine degli anni ’90, era stata dispo- sta dall’articolo 6 del DPCM 24 luglio 2002, concernente “il trasferimento alle Regioni de- gli uffici periferici del Dipartimento dei Servizi tecnici nazionali- Servizio idrografico e
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