LO SCRITTORE CHE SI PRESE GIOCO

DELLA BUROCRAZIA DEI SERVIZI

PAOLO BERTINETTI

Scrittore inglese di origini scozzesi, Edward Montague Compton Mackenzie raggiunge il successo nella prima metà del XX secolo. Inizialmente apprezzato, poi deluso da recensioni poco lusinghiere perché i testi sono ritenuti frutto di fantasia, decide di ricorrere alla narrazione autobiografica e ricostruire la propria esperienza di agente segreto. Se l’intento in Greek Memories è di ricostruire fedelmente le vicende vissute, il tono è quello di un thriller ma con digressioni ironiche sul funzionamento della burocrazia dei Servizi segreti, che gli costano persino la condanna per aver violato l’Official Secret Act. La narrazione si fa ancora più pungente in Water in the Brain, dove evidenzia l’ossessione dei Servizi segreti britannici per i regolamenti in materia di segretezza.

Edward Montague Compton Mackenzie (1883-1972), oltre a essere stato uno dei fondatori dello Scottish National Party – circostanza che non gli fu di aiuto quando si trovò nel mirino delle autorità Sirbritanniche – fu uno dei protagonisti della scena culturale inglese della prima metà del Novecento. Nato in Inghilterra da una fami- glia di attori di origine scozzese e laureatosi in Storia al Magdalen College di Oxford, giunse al successo letterario con (1914) e il sequel Vita e avventure di (1918), romanzi apprezzati da scrittori del calibro di Henry James, Ford Maddox Ford, Francis Scott Fitzgerald. D.H. Lawrence sostenne addirittura che il libro relativo a Sylvia Scarlett era «come la vita». Lo stesso cinema ne ripropose il fascino attraverso il film che ne trasse George Cukor nel 1935, che tuttavia si rivelò un clamoroso fiasco: Syl- via, esuberante e disinvolto personaggio interpretato da Katharine Hepburn, almeno per l’America di quei tempi era troppo osé; da noi un po’ meno, ma la versione italiana, tanto per mettere le mani avanti, fu significativamente intitolata Il diavolo è femmina. Un bel successo fu invece ! (1947), film tratto dal romanzo omonimo − pub- blicato l’anno precedente − che è uno dei libri più popolari di Mackenzie, ancora di re- cente adattato per la televisione e il teatro.

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Il periodo tra quest’ultimo romanzo e Sylvia Scarlett comprende gran parte della Ad Atene era dunque Samson a ricoprire entrambe le responsabilità, e fu produzione romanzesca di Mackenzie che annovera anche due spy story − Extremes lui a trovare per Mackenzie il giusto incarico. Atteso che il locale titolare Meet (1928) e The Three Couriers (1929) − che s’ispirano alla sua esperienza nel Ser- del controspionaggio non si mostrava particolarmente efficiente ed era vizio segreto britannico durante la guerra. Molti recensori giudicarono le opere es- stato coinvolto in qualche attività opaca, con un pretesto se lo tolse dai sere frutto di fantasia, come lo erano quasi tutti i romanzi di spionaggio dell’epoca, piedi e al suo posto nominò Mackenzie il quale, in poco tempo, creò con l’eccezione relativa di The Thirty-Nine Steps (1915) di John Buchan e Ashenden un’efficace rete informativa, a partire dal reclutamento di un greco che (1929) di William Somerset Maugham, la cui contestuale pubblicazione ridusse lavorava presso la Legazione tedesca. L’uomo, a cui assegnò il nome in notevolmente le attenzioni che Three Couriers avrebbe giustamente meritato. codice di Davy Jones, si rivelò − grazie alla straordinaria memoria e alla Per reazione alle riserve espresse dalla critica sulla veridicità di ciò che raccontava conoscenza di più lingue − una fonte preziosissima, al punto da far dire nei romanzi, Mackenzie decise di fare ricorso alla forma dell’autobiografia, più o a Mackenzie di avere appreso più cose da lui in pochi mesi di quanto gli meno romanzesca. A ritmo serrato, scrisse e pubblicò tre lavori in cui ricostruiva altri agenti e funzionari avessero scoperto dopo una lunga permanenza le vicende che lo avevano visto protagonista quale agente segreto: Gallipoli Memories ad Atene. Al suo ‘ufficio Z’, come venne soprannominato, facevano capo (1929), First Athenian Memories (1931) e – trovando spesso irragionevoli i suoi supe- svariati informatori a cui Mackenzie attribuì i criptonomi di grandi poeti riori e soprattutto gli ordini che impartivano – se ne prese gioco con Greek Memories inglesi – ‘Milton’, ’Byron’, ’Tennyson’ ecc. – grazie alle cui informazioni (1932), libro che lo vide imputato in un processo di cui diremo tra poco. Non pago, riuscì a redigere una sorta di lista nera di possibili spie. Il suo modo di l’anno successivo lavò l’onta con Water on the Brain, una sorta di parodia del ro- agire era tuttavia piuttosto discutibile, vuoi per la scarsa propensione a manzo di spionaggio e della stessa attività spionistica, ritirato subito dopo la pub- non farsi notare, vuoi per le imprudenti prese di posizione. blicazione per iniziativa del governo e ristampato solo nel 1953. In Grecia la situazione era tesissima. Veniamo dunque al lavoro che Mackenzie svolse nell’intelligence. Re Costantino, sposato con la sorella del Kaiser, voleva che la Grecia ri- Allo scoppio della guerra, appena diciottenne, dopo aver prestato servizio per un manesse neutrale. Ma l’ex Primo ministro Eleftherios Venizelos e i suoi breve periodo nel 1st Hertfordshire Volunteer Battalion, si arruolò nei Royal Ma- seguaci del Partito Liberale − che giustamente accusavano il re di avere rines e, con compiti di controspionaggio, partecipò alla sciagurata campagna dei sciolto il Parlamento nel 1915 senza giustificazione alcuna − premevano Dardanelli. L’operazione − intrapresa dagli Alleati nel 1915 sull’area della penisola per l’entrata in guerra a fianco degli Alleati. di Gallipoli − si tradusse in un tragico massacro (oltre 250.000 morti), attribuibile Mackenzie era convinto della bontà delle posizioni di Venizelos e ne aval- tanto all’insipienza quanto al cinismo dei vertici militari. Il 23 aprile 1915, mentre lava la legittimità. Ma la situazione era troppo delicata per consentire un il reggimento di cui faceva parte stava muovendo verso Gallipoli, per setticemia tale aperto sostegno. Ai primi del dicembre 1916, in seguito allo sbarco morì il poeta Rupert Brooke. Il generale Hamilton, preoccupato che pure Mackenzie di 3000 uomini delle forze alleate nel porto di Atene, nella capitale ebbero – altrettanto giovane e noto scrittore – potesse fare la stessa fine nella medesima luogo dimostrazioni e scontri violenti da parte dei sostenitori del re. Dato operazione militare, pur avendone caldeggiato l’invio su quel fronte si prodigò per che si sostenne che gli uomini di Venizelos avessero aiutato gli ‘invasori’, farlo trasferire all’intelligence operante ad Atene dove, con la sigla ‘Z’ restò fino Mackenzie venne a trovarsi nella scomoda posizione di persona non grata. alla fine del 1916. Ne era responsabile il maggiore Rhys Samson, che del suo ope- Ciononostante, nel 1917 fu promosso Direttore dell’Aegean Intelligence, rato rispondeva direttamente a ‘C’, ovvero a Mansfield George Smith Cumming con competenza estesa all’intera area mediterranea, in quanto ‘amico’ (1859-1923), dal 1909 primo direttore di quello che sarebbe poi diventato il Secret della Grecia. In precedenza gli era stata addirittura offerta la carica di pre- Intelligence Service (Sis, noto anche come MI6). Cumming, personaggio spregiu- sidente della minuscola repubblica di Citera, l’isola resasi autonoma nel dicato e di tempra durissima – imprigionato nell’auto in seguito a un incidente, momento in cui la Grecia era rimasta divisa in due – tra monarchici e ve- aveva completato l’amputazione di una gamba con un coltello per estrarsi dai rot- nizelisti – dopo che il blocco navale degli Alleati aveva condotto all’abdi- tami e poter così soccorrere il figlio – era un acceso rivale di Vernon George Wal- cazione del Sovrano. Mackenzie non ricevette ulteriori incarichi, e alla fine degrave Kell (1873-1942), fondatore e da poco primo direttore del British Security della guerra fu ‘congedato’ con grande soddisfazione dell’intelligence bri- Service (Bss), l’MI5. tannica che poco lo amava. Tuttavia non solo ricevette la Legion d’Onore Ma era lui – competente per le attività all’estero – che finanziava gli agenti e le dalla Francia e medaglie al valore dalla Serbia e dalla Grecia, ma nel 1919 operazioni di spionaggio e controspionaggio. fu insignito pure dell’Order of the British Empire.

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In seguito alla pubblicazione di Greek Memories, il suo terzo libro di memo- tasca. In un primo tempo pensò di poter realizzare un qualche gua- rie, Compton Mackenzie, che nel frattempo era diventato Rettore dell’Uni- dagno grazie alla pubblicazione di una versione emendata di Greek versità di Glasgow, nel gennaio 1933 si ritrovò sul banco degli imputati Memories, contando sull’effetto pubblicitario del processo. Chiese per rispondere di violazione dell’Official Secrets Act (la legge posta a tu- alle autorità competenti quali informazioni e/o brani del libro do- tela del segreto di Stato). Era accusato di avere citato parola per parola il vessero essere eliminati in modo da renderlo pubblicabile. contenuto di diversi documenti riservati; di avere rivelato il nome di sedici Gli fu opposto un rifiuto: dato che alcune copie erano entrate co- agenti che ancora potevano essere impiegati e che il controllo dei passa- munque in circolazione, confrontando le due diverse edizioni gli porti era usato per fini spionistici; di avere reso noto il nome del capitano agenti nemici avrebbero potuto individuare quali fossero i punti ri- Mansfield Cumming e della lettera in codice che lo identificava (‘C’)1. tenuti ‘pericolosi’ agli occhi delle autorità britanniche! Mackenzie aveva scritto il libro con la volontà di essere il più accurato Sulla medesima vicenda, John le Carré racconta che all’MI5, nella possibile nella ricostruzione delle sue esperienze e si era basato sulla pratica relativa a Mackenzie, c’è una lettera scritta dal Direttore del- mole di documenti che, alla fine della guerra, aveva fatto trasportare dai l’epoca al Direttore generale nella quale si legge tra l’altro: «Il peggio suoi uffici sull’isola di Siro alla sua casa di Capri. Se in buona parte il tono […] è che ha rivelato i simboli utilizzati nella corrispondenza dei era quasi quello di un thriller, con non poche digressioni ironiche sul fun- Servizi segreti, alcuni dei quali sono tuttora in uso». «Sono sicuro – zionamento della burocrazia dei Servizi, per il resto si trattava di una re- annota il padre di George Smiley – che il fantasma di Mackenzie si lazione scrupolosa e documentata, magari poco brillante, ma fitta di dati, frega le mani dalla soddisfazione»2. nomi e circostanze. Per ordine del governo il libro fu sequestrato il giorno A quel punto Mackenzie decise di rifarsi, moralmente ed economi- stesso in cui apparve sugli scaffali delle librerie inglesi. camente, scrivendo un libro che di proposito mettesse in ridicolo La sua uscita, infatti, era stata anticipata da un articolo del «Daily Tele- l’apparato dei Servizi, in particolare la vera e propria ossessione che graph» che puntava il dito sulla gravità delle rivelazioni in esso contenute; mostravano i suoi regolamenti in materia di segretezza. ma è molto più probabile che il sequestro fosse stato dettato dalla vo- Water on the Brain, pubblicato nello stesso anno del processo, il 1933, lontà di bloccare un libro che mostrava chiaramente molti dei limiti e merita un breve commento. Prima, tuttavia, vale la pena soffermarsi delle inefficienze dei Servizi segreti, in quanto azzoppato dai suoi stessi sulla sorte di Greek Memories in quanto libro. Per la verità, anche se il regolamenti in materia di sicurezza. E, cosa ancora peggiore, che si pren- sequestro fu ordinato lo stesso giorno dell’arrivo in libreria, il 27 ot- deva gioco di tali inefficienze. tobre 1932 alcune copie del volume erano state vendute. Tant’è vero Il processo, che si svolse a porte chiuse, condotto per l’accusa dallo stesso che, nel momento in cui scrivo, una copia della prima edizione, con procuratore generale, sir Thomas Inskip – a quanto racconta Mackenzie tanto di firma dell’autore, è in vendita in una libreria antiquaria di nell’autobiografia, My Life – non fu privo di momenti comici al pari di certe Curzon Street per la somma di 350 sterline. Anche la British Library pagine di Greek Memories. Ad esempio, il giudice che – nomen omen, di co- e la Bodleian Library di Oxford disponevano di un esemplare del vo- gnome faceva Hawke, ma di nome Justice – mise in difficoltà sir Inskip lume; ma la prima eliminò il titolo dal proprio catalogo e la seconda chiedendogli perché mai la rivelazione di quella lettera ‘C’ rappresentasse lo collocò nella sezione dei suppressed books (ma con i dovuti permessi un pericolo per la sicurezza nazionale e quali fossero le ragioni per cui, poteva essere consultato). Una nuova edizione di Greek Memories fu dopo quindici anni, la famosa lettera ‘C’ continuasse a essere usata per poi pubblicata nel 1939. Nella prefazione, Mackenzie afferma che indicare il capo dei Servizi. Il processo si concluse con la condanna a 100 non vi è alcun taglio rispetto all’originale; ma in realtà non è così. sterline (più altre 100 di spese), anche perché Mackenzie accettò il sug- Comunque, per la pubblicazione del testo integrale è stato neces- gerimento dei suoi avvocati di dichiararsi colpevole per evitare il carcere, sario aspettare il 2012, quando la casa editrice Biteback Books lo ha Poiché le sue spese legali avevano raggiunto le 1000 sterline, cifra note- dato alle stampe allegandovi anche il promemoria inviato agli av- volissima all’epoca, Mackenzie si trovò praticamente senza un soldo in vocati dell’accusa da Valentine Vivian, il capo del controspionaggio.

1. Cumming scriveva utilizzando inchiostro verde e come firma apponeva una semplice ‘C’, consuetudine non è mai stata abbandonata dai successori ed è ancora in uso. 2. LE CARRÉ 2016, p. 27.

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Il fatto è che la figura di Mackenzie restò sempre sospetta (e inaffi- vizi britannici3. E l’American Office of Strategic Services (la futura Cia), dabile) agli occhi dei Servizi britannici, tant’è che i file del MI5 de- avendo trovato una copia di Water on the Brain al Cairo, ne fece fare un cen- secretati una quindicina d’anni fa rivelano che lo scrittore era stato tinaio di copie da consegnare ai nuovi agenti americani perché si rendes- tenuto sotto osservazione almeno fino alla fine degli anni Cin- sero conto dei meccanismi generali di funzionamento dei Servizi segreti. quanta del secolo scorso: a parte l’accusa ridicola di avere mandato Così si è espresso Allen Dulles al riguardo: «Un tempo era praticamente dalle coste scozzesi segnali in codice ai tedeschi durante il conflitto, irreperibile nel nostro Paese ma era una lettura obbligatoria nell’Oss du- o quella, un po’ meno fantasiosa, di avere nutrito simpatie per i co- rante il periodo bellico. Si tratta in realtà di un utilissimo manuale di ciò munisti (nel 1951, in piena Guerra fredda), venivano considerati so- che si deve e non si deve fare in un Servizio segreto. Soprattutto ciò che spetti i suoi casuali incontri con il capo dei fascisti inglesi Oswald non si deve. Ricordo che nell’Oss ne circolava una copia fotostatica, ri- Mosley e con Anthony Blunt, il double agent del MI5 (ma quando chiestissima. C’era addirittura un elenco di prenotazioni. ancora non si sapeva che lo fosse). Per un errore dei tecnici che avevano riprodotto e rilegato la copia dell’uf- Così come, più comprensibilmente, destava qualche preoccupa- ficio, le pagine erano messe in ordine inverso, di modo che bisognava leg- zione il fatto che Mackenzie, sebbene in occasione di un cocktail gerle dall’ultima alla prima. Forse era stato fatto di proposito, visto e party – dopo quanti bicchieri? – avesse affermato che l’Ira faceva considerato il contenuto»4. bene a fare ciò che faceva. Eppure, proprio il libro in cui si ‘vendi- Se della sua eccessiva disinvoltura, per quanto riguarda Greek Memories, cava’ dei Servizi britannici, Water on the Brain, sarebbe stato usato Mackenzie non poteva andare fiero, paradossalmente poté invece vantarsi dagli stessi come manuale di istruzione delle nuove reclute. di avere volutamente preso in giro i Servizi segreti ricevendone un indiretto Questa curiosa opera, che Mackenzie definì una «favola grottesca», riconoscimento. Chissà se Graham Greene era a conoscenza di questa cir- mette in scena gli equivoci e gli errori di comunicazione tra i due costanza quando, nel finale di Il nostro agente all’Avana, immaginò che il pro- settori dell’intelligence britannica: da un lato il Sis, che Mackenzie tagonista del romanzo, colpevole di avere ingannato i Servizi inventandosi chiama M.Q.99 e il cui capo è il colonnello Henry Nutting (cognome tutto, venisse reclutato dagli stessi come istruttore dei nuovi assunti che significa raccogliere noci, ma che porta alla mente anche signi- ficati meno garbati), indicato con la lettera ‘N’; dall’altro la Safety 3. Cfr. MASTERMAN 1972. of the Realm Division (il Bss), il cui capo è semplicemente ‘P’. 4. DULLES 1969, p. 411, in Intellegere. La biblioteca delle spie 2017, vol. I, p. 151. Protagonista del romanzo è il maggiore Arthur Blenkinsop (‘B’), chiamato a sostituire l’agente Hubert Chancellor, licenziato per avere scritto un compromettente romanzo di spionaggio. La colpa BIBLIOGRAFIA di Chancellor, spiega ‘N’ a ‘B’, non è stata quella di avere rivelato E.M. COMPTON MACKENZIE, Sinister Street, M. Secker, London 1914. dei segreti, ma di non averli rivelati offrendo, però, un ritratto del E.M. COMPTON MACKENZIE, The Early Life and Adventures of Sylvia Scarlett, M. Secker, Lon- tutto negativo dei Servizi. Il principale obiettivo satirico di Macken- don 1918. zie, come subito risulta dall’insistenza sulle ‘lettere’ attribuite ai E.M. COMPTON MACKENZIE, Extremes Meet, Cassell, London 1928. E.M. COMPTON MACKENZIE, The Three Couriers, Cassell, London 1929. vari personaggi, è quello di mostrare come burocratici meccanismi E.M. COMPTON MACKENZIE, Gallipoli Memories, Cassell, London 1929. interni di segretezza servano non tanto a proteggere il Servizio se- E.M. COMPTON MACKENZIE, First Athenian Memories, Cassell, London 1931. greto e i suoi agenti dal nemico, bensì dalla stessa opinione pub- E.M. COMPTON MACKENZIE, Greek Memories, Cassell, London 1932 (II ed. Greek Memories, Chatto & Windus, London 1939). blica inglese e, perché no?, dagli stessi enti, autorità e organismi E.M. COMPTON MACKENZIE, Water on the Brain, Cassell, London 1933. pubblici britannici. E.M. COMPTON MACKENZIE, My Life and Times, Chatto & Windus, London 1953-1971. Il Duca di Westminster fu uno dei primi a lodare Mackenzie per Intellegere. La biblioteca delle spie, 3 voll., Nuova Argos, Roma 2017. avere scritto «l’unico libro realistico sui Servizi segreti» che avesse A.W. DULLES (a cura di), Storie vere di spie, Garzanti, Milano 1969 (ed. or. Great Spy Sto- ries from Fiction, Harper & Row, New York 1969). mai letto. Opinione non solitaria, che però trovò un inaspettato ri- J. LE CARRÉ, Tiro al piccione, Mondadori, Milano 2016. scontro. Come si è detto (anche se è lo stesso Mackenzie a riferirlo), A. LINKLATER, Compton Mackenzie: A Life, The Hogarth Press, London 1992. in qualche caso fu dato come testo di istruzione alle reclute dei Ser- J.C. MASTERMAN, The Double-Cross System in the War of 1939 to 1945, Yale University Press, New Haven 1972.

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