SELEZIONE STAMPA (A cura dell’Ufficio stampa Uisp)

4 settembre

2020

ARGOMENTI:

 La Uisp lancia la nuova stagione sportiva  Terzo settore: la riforma istituzionalizza la figura del volontario (Gabriele Sepio su Il Sole 24 Ore)  Terzo settore: in programma il 15 settembre il webinar “I lasciti solidali in Italia: analisi e opportunità future” organizzato da Italia Sociale. Presente Gabriele Sepio  “L’apporto gratuito dà valore ai bilanci del non profit” (Postal e Pozzoli su Il Sole 24 Ore)  Giustizia sociale: presentato il libro “Un futuro più giusto” di Fabrizio Barca Forum Disuguaglianze Diversità e Patrizia Luongo  Sviluppo sostenibile: Enrico Giovannini e Asvis aderiscono al Piano Giovani 2021  Sviluppo sostenibile: Giovannini interviene all’Umbria green festival in programma a metà settembre  Politica sportiva, elezioni FIGC: è volata Gravina-Sibilia  Riapertura stadi: il CTS dice no agli eventi con grande pubblico. Ecco la situazione in Italia e in Europa  Calcio e inclusione, l’ex bomber inglese Lineker segna il gol più bello: ospita in casa un migrante  Basket e razzismo: lo sciopero NBA sottolinea il ruolo sociale e politico dello sport  Bicicletta: la mobilità sulle due ruote in continua crescita  Scuola: contrastare discriminazioni e rilanciare i patti educativi gli obiettivi della rete “educAzioni”  Educazione: metà dei bambini rifugiati nel mondo non va a scuola. E’ quanto emerge dal rapporto “Coming Together for Refugee Education” stilato dall’Unhcr  “Banchi in palestra, la fine dello sport giovanile” (Alberto Cei su Huffington Post)

UISP DAL TERRITORIO

 Uisp Roma: forte preoccupazione per l’utilizzo delle palestre scolastiche. Altre notizie, interviste, iniziative e attività dai comitati Uisp

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“Capovolgere il futuro”: lo slogan Uisp per la nuova stagione sportiva è allo stesso tempo un programma e un auspicio. Ovvero: la riforma dello sport può essere un’occasione per affermare una nuova cultura dello sport e il suo valore sociale. Presentiamo l’editoriale di Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp, che apre il Vademecum dell’associazione per la stagione 2020-2021.

La nuova stagione che stiamo per affrontare sarà cruciale non solo per la pratica sportiva, messa in forte difficoltà dalla pandemia, ma soprattutto per comprendere se la politica o, meglio, la classe dirigente del paese complessivamente intesa, riuscirà a confezionare una riforma del sistema sportivo in grado di saper cogliere la modernità e l’urgenza di dare un rinnovato complesso di regole, necessario per la promozione di una nuova cultura sportiva.

L’emergenza sanitaria che ancora persiste, ci ha consegnato, tra i tanti, un insegnamento fondamentale che è quello di provare a ridisegnare la centralità della persona nel rapporto con l’economia e la vita reale. Pertanto, se le condizioni della salute pubblica lo permettono devono essere tutte le realtà sportive a poter ripartire con le proprie attività.

Il governo e le Regioni che hanno scelto di garantire interventi, fino ad oggi hanno agito bene. Hanno trovato ed impiegato risorse, individuato misure per il sostegno all’associazionismo di base, ai collaboratori sportivi, realtà che nel futuro non devono essere dimenticate. Ma la riforma rappresenta il cuore, la centralità di una sfida alla quale sono chiamati i diversi decisori.

Lo diciamo con totale convinzione: nel confronto serrato sul Testo unico per lo sport, che ha determinato anche un lieve smottamento nel governo in piena estate, si è parlato poco di sport praticato, di attività motoria, di obiettivi che il complesso dei soggetti sportivi che ne sono coinvolti dovrebbero raggiungere negli anni a venire sulla base dell’intervento legislativo in corso.

La Uisp ribadisce che l’occasione non deve essere sprecata. Ma per farlo è necessario impegnarsi tutti per comprendere bene la lettura dei nuovi bisogni, la ratio, la visione che hanno determinato la scelta di una riforma e della conseguente legge delega. Allora vanno affrontati con chiarezza, fino in fondo, i vari nodi.

Il Coni si interessi della preparazione olimpica, dell’alto livello. Gli si riconosca la pianta organica necessaria e si cerchi di capire quali dovranno essere i risultati da raggiungere. Da diverse edizioni l’Italia assume più o meno la stessa posizione nel medagliere olimpico, spesso grazie ad alcune discipline in particolare e con atleti e atlete appartenenti ai gruppi sportivi militari e ai corpi civili dello Stato. Vogliamo parlarne? Quali dovranno essere i reali ambiti di attività delle federazioni sportive che spesso e volentieri invadono la pratica amatoriale?

La promozione sportiva rappresenta circa il doppio del numero dei tesserati delle federazioni sportive e riceve solo il 5% delle risorse pubbliche complessive. Insieme alle associazioni e società sportive dilettantistiche affiliate costituiscono una delle trame più forti su cui poggia la coesione sociale dell’intero paese. E’ soprattutto per tale motivo che la Uisp da anni è in campo con una propria battaglia etica sulla trasparenza dei dati e delle attività.

Questa grande realtà va liberata dalle restrizioni cui è stata sottoposta per anni nel sistema sportivo italiano. E’ in questo ambito che le politiche pubbliche devono concentrare maggiormente la propria attenzione se vogliono invertire la tendenza nel rapporto con la percentuale di sedentarietà, tra le più alte in Europa, con la salute ed il benessere di comunità. Se vogliono incidere sul fenomeno dell’abbandono della pratica, visto che continuiamo ad assistere al solito modello selettivo dei talenti senza trovare forme per garantire il piacere, il divertimento e la socialità dell’attività motoria.

Nel testo unico in discussione vanno affrontate e risolte le disuguaglianze di riconoscimento, di risorse e di rappresentanza tra i vari organismi sportivi. La modernità dello sport e della cultura italiana è a un passo dall’essere raggiunta, manca l’ultimo miglio. Il governo e le forze politiche si dimostrino fino in fondo all’altezza del compito! Per quanto ci riguarda metteremo a disposizione tutte le nostre energie, con spirito di collaborazione e creatività. A cominciare dallo slogan che abbiamo scelto per questo nuovo anno sportivo: “Capovolgere il futuro”. Guardiamo ad un orizzonte nuovo per la pratica motoria e sportiva in Italia, serve una riforma in grado di consolidare un cambio di passo di uno dei grandi fenomeni del nostro tempo e di riconoscere, anche istituzionalmente, il valore sociale dello sport.

Si tratta di una sfida importante che affronteremo con l’entusiasmo di sempre! (di Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp)

Per la stagione sportiva 2020-2021 l’Uisp ha realizzato il Vademecum in forma digitale. Sono stati realizzati quattro differenti fascicoli che presentano l’Uisp e ne illustrano i programmi e le attività, insieme alla Guida associativa destinata agli aspetti del tesseramento, alle soluzioni assicurative, alla gestione delle associazioni e delle società sportive dilettantistiche, ai vantaggi per i soci Uisp. Questa impaginazione digitale consentirà all’Uisp di intervenire con successivi aggiornamenti man mano che saranno più chiari i provvedimenti delle istituzioni e del Governo relativi alla crisi Coronavirus.

È organizzato da Italia Sociale un webinar gratuito in programma il 15 settembre. Nell’occasione saranno presentati uno studio che ha coinvolto 150 organizzazioni non profit e illustrata la proposta di modifica alla legge d’imposta sulle successione e donazioni promossa dalla stessa fondazione

“I lasciti solidali in Italia: analisi e opportunità future”, questo il titolo del webinar gratuito in programma il 15 settembre alle ore 11. L’incontro (in allegato il programma dettagliato) sarà occasione per presentare due strumenti che possono aumentare le risorse per il Terzo settore. In particolare uno studio sui lasciti solidali nel nostro Paese che ha coinvolto oltre 150 organizzazioni non profit in un’analisi quantitativa e qualitativa inedita in Italia, che restituisce un quadro di indubbio interesse per i fundraiser (e non solo) italiani: una lente in più per valutare e implementare nuove strategie di raccolta fondi.

Lo studio che è condotto da Fondazione Italia Sociale in collaborazione con il contributo del Comitato Testamento Solidale e Stefano Malfatti, Direttore Comunicazione e Raccolta Fondi dell'Istituto Serafico per Sordomuti e Ciechi, sarà presentato da Francesco Scarpat, Project Manager di Fondazione Italia Sociale.

Nella seconda parte dell’incontro, presentato da Gianluca Salvatori, Segretario Generale di Fondazione Italia Sociale, sarà presentata una proposta di modifica alla legge d’imposta sulle successioni e donazioni che promuove e incentiva la destinazione solidale dei lasciti testamentari. A illustrarla il consigliere di Fondazione Italia Sociale, Gabriele Sepio.

All’incontro interverranno Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale e presidente Lega del Filo d’Oro; Monica De Paoli, notaio - cofounder di Milano Notai e Stefano Malfatti, responsabile Fundraising dell’Istituto Serafico per Sordomuti e Ciechi.

L’incontro è moderato da Elisabetta Soglio, Corriere della Sera Buone Notizie.

Il webinar si terrà sulla piattaforma Zoom, per partecipare è necessario iscriversi compilando l'apposito form online.

Gli iscritti riceveranno via mail il link alla chiamata il giorno prima dell'evento.

Quindici proposte per la giustizia sociale messe a punto nel marzo 2019 dopo due anni di lavoro collettivo con un centinaio di ricercatori, poi passate al vaglio delle otto organizzazioni costitutive del Forum Disuguaglianze e Diversità (Forum DD), più una quantità di altri interlocutori del mondo del lavoro, dell’impresa, della cultura, delle istituzioni locali, con molti dei quali sono state costruite delle «alleanze» in vista dell’azione da intraprendere per «metterle a terra», cioè indicare la loro realizzabilità. Tutto questo ma caricato dalla voglia di cambiamento che, oltre alle tante disgrazie che sappiamo, ci ha però regalato il coronavirus.

NEL LIBRO appena uscito (Un futuro più giusto, Il Mulino, pp. 280, euro 16) Fabrizio Barca e Patrizia Luongo – che di questa storia sono fra i protagonisti – ci illustrano la loro sfida: sconfessare, attraverso una amplissima documentazione, la leggenda secondo cui la crescita di per sé crea giustizia sociale, e cosa si deve cominciare a fare per renderla invece un obbiettivo non illusorio.

Fabrizio Barca, che è stato persino ministro per la coesione territoriale nel governo Monti, e presidente del comitato per le politiche territoriali dell’Ocse, qualche anno fa ha avuto il coraggio di abbandonare la sua carriera istituzionale per mettere su questo Forum, uno strano e articolatissimo animale (otto associazioni di cittadinanza attiva cofondatrici del gruppo, trentasei partners di progetto, ventuno alleanze, quattro grandi Comuni e una rete di piccoli, due università, due organizzazioni sindacali nazionali, tre imprese, un territorio, cinque figure internazionali e nazionali; e scordo certamente qualche cosa).

Questa molteplicità di soggetti è in realtà il nocciolo del progetto e una buona novità: l’indicazione di come nelle attuali condizioni storiche si può cercare di costruire un nuovo blocco sociale, un soggetto potenziale di cambiamento in un tempo in cui la frammentazione del lavoro, e dunque della classe operaia, ne ha prodotto non solo la svalorizzazione ma la difficoltà di una sua rappresentanza sociale e politica. Con conseguenze fatali per le sinistre di ogni tipo, da un secolo legittimate proprio da quella rappresentanza che oggi è venuta meno, non solo per loro inadeguatezza, ma per via delle trasformazioni intervenute (e subite). Non solo perdita di quel legame lineare fra una classe operaia sostanzialmente omogenea e i partiti di sinistra, ma l’emergere di nuove contraddizioni – di genere, ecologiche, razziali – pur connesse al sistema capitalista ma in modo più indiretto; e comunque animatrici di altri movimenti, diversi anche nelle loro forme di mobilitazione. Dinanzi a questo scenario mi piace citare per prima cosa una sacrosanta frase contenuta nel libro, laddove si indica così l’interlocutore del progetto Forum DD: «Un formicolio politico-sociale che potrebbe ridare vita a una stagione di emancipazione sociale e che sta già oggi dietro le nostre proposte». Ho voluto sottolineare questa indicazione perché troppo spesso ci troviamo davanti ad appelli o progetti di trasformazione ineccepibili ma che omettono di dire chi deve muoversi per realizzarli e, soprattutto, di fare qualcosa per attivare quanto serve.

Le proposte sono tutte innovative, ciascuna preziosa per chi sia pronto non solo a denunciare ma ad aprire vertenze, a organizzare lotte, a cercare le necessarie alleanze, dunque pronto anche ad accettare i compromessi che ne derivano.

PRUDENTEMENTE Barca resta dentro l’orizzonte dato, senza proporsi alternative di sistema che peraltro nessuno è riuscito fino a oggi a disegnare in modo soddisfacente. Realismo, o abbandono di una prospettiva post-capitalista? Sì, e però anche no, perché ognuna di queste proposte tocca il cuore sensibile del capitalismo, lo mette di fatto in discussione. In merito si possono certamente avanzare osservazioni critiche per un qualche tratto illusorio che le caratterizza.

Lo sfruttamento, si sa, non si può mettere fuori legge, ed è comunque difficile affidare a una autorità ispettiva statale il compito di verificare e poi impedire ogni situazione in cui lo sfruttamento venga praticato al di là dei limiti concordati. Leggi che lo attenuino si possono fare e se ne sono fatte molte e importantissime. Il XX secolo è lì a provarlo. Ma il XXI in cui siamo immersi è purtroppo cominciato all’inverso, con la cancellazione di tante di quelle conquiste e aspettarsene di nuove presuppone una critica politica dura a quanto è accaduto (la citazione di qualche nome sarebbe, credo, indispensabile).

UN RUOLO PIÙ CORPOSO dello stato nell’economia, come dal Forum viene indicato, va certamente sostenuto e fa bene Barca a non farsi paralizzare dalle critiche al modo deplorevole in cui così spesso lo stato è invece intervenuto, proponendo una serie di misure intelligenti e innovative, in particolare per l’attenzione data alla dimensione europea (per esempio dar vita a imprese pubbliche europee). Ma lo stato, si sa, è una cosa o un’altra, a seconda del governo che lo impersona; dunque dei rapporti di forza politici che si sono costruiti nel paese. Ma proprio qui sta la principale positività del Forum DD presentato nel libro: le proposte intese a creare organismi partecipativi nuovi che rendano possibile l’esercizio di una mediazione sociale, analoga a quella che ha consentito nel trentennio d’oro del dopoguerra di creare, in Europa, il welfare.

QUELLO SPAZIO di mediazione si è oggi drammaticamente ridotto perché la globalizzazione ha spostato le sedi del potere decisionale nel cielo incontrollabile del mercato mondiale, dove al di fuori di ogni regola i grandi gruppi imprenditoriali e il capitale finanziario si accordano fra loro come gli pare, alle istituzioni democratiche lasciando tutt’al più il potere di gestire localmente l’applicazione di quelle scelte. Giustamente Barca insiste sulla crisi della democrazia che è oggi il più grosso e drammatico dei problemi da affrontare.

SE LE PERSONE non sono più politicamente impegnate, i partiti sono larve, i parlamenti discreditati, gli stati percepiti come nemico, non è per via di mutamenti psicologici. È perché avvertono che la politica – e cioè gli umani – ha perduto persino la possibilità di individuare le vere sedi del potere. Che tutto il sistema, creato con lotte secolari , almeno qui in Europa – la democrazia rappresentativa – si sta svuotando di senso e sempre più appare uno scheletro vuoto. Non solo per via della delocalizzazione del potere, ma dell’innovazione, non più incorporata nelle macchine – e perciò relativamente condivisibile – ma oramai, in quanto si tratta di conoscenza immateriale, sempre più affidata ai dati e ai dispositivi immateriali detenuti da potentissime piattaforme digitali.

A questo ci si può arrendere, o si può con pazienza provare, partendo proprio dalla ricostruzione di una democrazia adeguata al nostro tempo, vale a dire dotata di nuovi canali di partecipazione che ridiano senso alle attuali istituzioni altrimenti destinate a diventare scheletri vuoti.

Fa bene Barca a insistere su questo, proponendo intanto Consigli del lavoro e di cittadinanza, che dovrebbero coinvolgere non solo la fabbrica ma i residenti della comunità dove questa, o queste, sono collocate, interessati alle ricadute della produzione, e cioè all’ambiente e al contesto sociale complessivo. Difficile? Difficilissimo. Ma la scelta è ormai fra la resa o il tentativo di individuare percorsi che recuperino la politica. Che serve ai riformisti così come ai rivoluzionari.

Lo Stagista Parlante (lostagistaparlante.com), community fondata da Michele Morreale insieme a Simona Mobilio, aderisce alla Rete Giovani 2021, network di associazioni e realtà giovanili italiane che presenterà al Governo il Piano Giovani 2021 in vista della prossima legge di Bilancio.

“Anche Lo Stagista Parlante blog Community fondata da Michele Morreale, Insight Marketing Specialist di Agrigento, e Simona Mobilio, Laureanda in Scienze Politiche all’Università di Firenze, aderisce al Piano Giovani 2021. Enrico Giovannini e Alessandro Rosina hanno già accolto la proposta.

Partendo da uno scambio sul Messaggero con il Professor Alessandro Rosina, 17 associazioni giovanili hanno dato vita alla Rete Giovani 2021 per permettere ai giovani di portare proposte concrete al centro del dibattito politico. L’iniziativa apripista promossa dalla Rete per un futuro che dia un ruolo attivo alle nuove generazioni, prevede l’elaborazione di un documento da presentare al governo: il Piano Giovani 2021.

Le associazioni si sono incontrate virtualmente nel mese di luglio con l’obiettivo di preparare una prima bozza dell’elaborato: Sviluppo Sostenibile, Società Inclusiva, e Cultura dell’Innovazione sono i tre macro-obiettivi cruciali per il futuro dei giovani che caratterizzano le proposte raccolte all’interno del documento.

Lo Stagista Parlante, è uno spazio online con lo scopo di informare, motivare e portare alla sensibilizzazione politica la generazione Millennials. I giovani italiani di oggi. La disoccupazione giovanile in Italia sfiora il 30%.Molti giovani italiani, costretti a navigare nella precarietà, decidono di fare le valigie e di diventare EXPAT.Molti ancora decidono di “arrendersi” e diventare NEETS: giovani che non studiano, non lavorano, non cercano lavoro. Abbiamo così deciso di aderire alle Rete Giovani 2021 e fare anche noi la nostra parte!

Nelle settimane successive agli incontri è stata elaborata una lettera, inviata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte lunedì 27 luglio, per presentare l’iniziativa e sottoporre alla sua attenzione il primo documento esemplificativo. La consegna dell’elaborato finale è prevista per ottobre 2020, in vista della Legge di Bilancio.

I Professori Enrico Giovannini e Alessandro Rosina hanno accolto con entusiasmo questa proposta rendendosi disponibili a fornire un supporto attraverso la rete dell’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) e di Futura Network, i cui obiettivi di inclusione e sostenibilità sono fortemente allineati con quelli della rete.

La rete è in continua crescita. Ogni realtà giovanile italiana è invitata a prendere parte a questo cambiamento e ad aderire per collaborare ed elaborare proposte che possano riportare al centro del dibattito e delle scelte politiche le istanze dei giovani”.

Torna tra due settimane, dal 17 al 20 settembre, nel territorio di Perugia, Assisi, Narni e Terni, il primo festival green dell’Umbria giunto quest’anno alla quinta edizione. Umbria Green Festival propone appuntamenti con divulgatori come Mario Tozzi, Valerio Rossi Albertini e Luca Mercalli (in collegamento) nonché firme della letteratura internazionale come lo scrittore Amitav Ghosh, che interverrà in collegamento da New York, l’attrice Sonia Bergamasco, la scrittrice Silvia Bre e tanti altri.

Organizzato dall’associazione culturale De Rerum Natura, con la segreteria organizzativa di Techne srl, in collaborazione con la Regione Umbria e con il patrocinio del ministero dell’Ambiente, coinvolge anche alcuni dei maggiori luoghi d’interesse storico-naturalistico dell’Umbria quali la Foresta Fossile di Dunarobba e il parco archeologico di Carsulae, dove si terranno alcuni dei principali reading e dibattiti. Tutti gli eventi sono a prenotazione obbligatoria e gratuiti.

Umbria Green Festival da sempre collabora con le associazioni del territorio, come il Garden Club Terni, l’Associazione Gutenberg e Pro Natura Terni, che sono diventate parte integrante della manifestazione e co- organizzatrici con progetti dedicati alle scuole. Terni ospiterà reading e incontri con le scuole alla Biblioteca comunale (Bct), mentre a Carsulae andranno in scena Sonia Bergamasco e Silvia Bre per un reading dall’opera di Emily Dickinson e alla Foresta fossile di Dunarobba Valerio Rossi Albertini con lo spettacolo 'La costruzione di un amore'.

Mario Tozzi, invece, proporrà al Teatro Manini di Narni lo spettacolo 'Al clima non ci credo' sui cambiamenti climatici, realizzato insieme al cantautore Lorenzo Baglioni. L’edizione 2020 di Umbria Green Festival ha al centro la riflessione su cambiamenti climatici, turismo e mobilità sostenibile. Sarà il sottosegretario all’Ambiente Roberto Morassut ad aprire con un videomessaggio la tavola rotonda che si svolgerà all’interno della Settimana europea della mobilità, a Perugia, domenica 20 settembre.

Al dibattito interverranno Paolo Martini (amministratore delegato Be Charge Srl), Camillo Piazza (presidente di Class Onlus), Fabio Massimo Frattale Mascioli (responsabile scientifico del Pomos), Paolo Ricci (presidente Umbria Energy), il climatologo Luca Mercalli (in collegamento) e Valerio Rossi Albertini.

Interverrà anche, in collegamento, Enrico Giovannini, portavoce dell'Asvis. Umbria Green Festival è gemellato da quest’anno con il Festival dello Sviluppo Sostenibile, che si svolge dal 22 settembre all'8 ottobre in tutta Italia e in rete. Dal cuore del capoluogo umbro partirà poi una carovana elettrica, composta da auto, biciclette ed altri veicoli provenienti da tutta Italia. Attraverserà la Regione a zero emissioni, facendo tappa alla cantina di Monte Vibiano Vecchio, dove si raduneranno anche le bici elettriche, grazie alla collaborazione di Fiab, per proseguire poi fino ad Assisi. Ad Assisi si terrà quindi l’evento finale, nel quale lo scrittore Amitav Ghosh (in collegamento da New York) dialogherà con il sindaco della città serafica Stefania Proietti.

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Marco Tardelli si è sfilato: non correrà più per la presidenza del Aic (associazione italiana calciatori) contro Umberto Calcagno, che resta così unico candidato. L'ex campione del mondo '82 si è accordato con Gabriele Gravina: guiderà a Roma la Coverciano-bis riservata ai giovani, quando il Salaria Sport Village sarà disponibile. Tardelli resterà anche opinionista alla Domenica Sportiva. Ora in corsa per il sindacato calciatori resta, come detto, solo l'avvocato Umberto Calcagno: Tardelli e Calcagno si erano anche incontrati ma non avevano trovato una convergenza. Calcagno è preoccupato perché teme che ci possano essere 200 calciatori disoccupati e contesta le norme decise dalla Lega Pro: presto potrebbe esserci una dura presa di posizione. Le elezioni si dovrebbero tenere ad ottobre o novembre a Milano o a Roma: i calciatori saranno i primi ad andare alle urne. L'Aic è importante, vale il 20 per cento nella scelta del presidente della Figc (si vota il 15 marzo): Tardelli veniva dato vicino a Sibilia, che andrà a sfidare Gravina. Calcagno potrebbe essere invece al fianco dell'attuale n.1: ma una decisione non è stata ancora presa, la volata è lunga. I calciatori faranno le loro richieste, il Settore tecnico e un ruolo più importante nelle dinamiche sportive (e non politiche). Pesa molto anche l'Assoallenatori, il 10 per cento: dovrebbe essere Camolese a prendere il posto dello storico presidente Renzo Ulivieri. La Lega di A è divisa in due, al momento il 6 per cento potrebbe schierarsi con Gravina e il 6 per cento con Sibilia (che ha buoni rapporti con Lotito). La B vale il 5 per cento, la Lega Pro il 17 per cento e Ghirelli è sempre stato al fianco di Gravina e potrebbe essere lui a candidarlo (anche se Sibilia, che parte del 34 per cento della sua Lega, quella Dilettanti, pensa di poter rosicchiare qualche voto anche nella terza Lega professionistica). Il nuovo regolamento prevede che si vince subito con il 50 per cento più uno.

Gravina ha dimostrato forza e capacità durante il lungo periodo della pandemia: è riuscito a fare ripartire i campionati (almeno quelli professionistici), ha stretto un accordo con Dal Pino, ha aiutato i club con un piano Salvacalcio che meritava forse maggiore attenzione, ha tenuto rapporti stretti e cordiali col governo. Unico, passo falso l'algoritmo: ma per fortuna non è servito come soluzione estrema e non sono nemmeno serviti i playoff invisi a quasi tutti i club di serie A. Sibilia come vicevicario ha dimostrato da parte sua serietà e fedeltà, ha rispettato gli impegni ma ora è pronto a rompore gli indugi e scendere in campo, rivendicando anche un vecchio accordo con Gravina (ma vale ancora?). Resta l'Aia, l'associazione arbitri: conta per il due per cento, Trentalange ha sfidato Nicchi e ha buone possibilità di farcela. Sarebbe curioso che a decidere chi sarà il nuovo presidente della Figc fossero proprio gli arbitri. Ma è difficile fare previsioni adesso: mancano ancora oltre sei mesi al voto, di sicuro Gravina e Sibilia sono due candidati forti. L'unica speranza è che la Figc non voglia battere di nuovo il suo primato, quello della Federazione più commissariata...

Federatletica al voto il 29 novembre. E Spadafora... La Federatletica (Fidal) andrà alle urne il 29 novembre, a Roma: scade il mandato di Alfio Giomi, si candideranno in tre per la presidenza (Roberto Fabbricini, Vincenzo Parrinello e Stefano Mei). La Fidal è in una situazione particolare rispetto alle altre Federazione che si stanno affrettando ad andare al voto, per blindarsi contro la riforma dello sport. Sabato, come noto, sarà rieletto Paolo Barelli: sesto mandato alla guida della Fin. Poi fra settembre e ottobre altre Federazioni terranno le loro assemblee, il Coni dovrebbe andare alle urne a maggio 2021. La riforma Spadafora non decolla e rischia di impantanarsi: oggi era previsto un Tavolo con la maggioranza, ma senatori e deputati erano impegnati. Non è stata fissata ancora un'altra data ma se si dovesse arrivare a fine settembre è possibile che la riforma finisca nel nulla. Spadafora è pronto a cedere sia su Malagò (potrà fare almeno il terzo mandato, se così non fosse ci sarebbero problemi seri col Cio), sia sulla norma transitoria che consente a Barelli, Binaghi, Aracu, Chimenti, Casasco e tanti altri di essere rieletti per l'ultima volta. Impossibile imporre una norma retroattiva a chi sta andando già alle urne.

Su Dazn la seconda stagione de "La mente nel pallone-Vol.2" Disponibile da oggi, 3 settembre, su Dazn la seconda stagione del nuovo format "La mente nel pallone - Vol. 2" . Una nuova serie di appuntamenti dedicati allo sport e agli atleti che mostra come la performance e il risultato sportivo siano legati alla mente e alla gestione dei sentimenti e delle emozioni. La seconda stagione ha come protagonista Mara Bellerba, performance coach con un passato da sportiva. Sette puntate che andranno ad indagare tutti gli elementi in grado di portare un atleta ad un benessere a 360°, per essere un campione dentro e fuori dallo sport.

Archiviata inchiesta su De Siervo: "Finalmente giustizia"

"A distanza di un anno mi è stata resa giustizia anche dalla Procura Federale": così l'Amministratore Delegato della Lega Serie A Luigi De Siervo ha commentato l'archiviazione del procedimento aperto a suo carico dopo un audio registrato - si legge in una nota - "di nascosto con un cellulare e diffuso illegittimamente al termine di una riunione del Consiglio di Lega". "Un audio di pochi secondi, estrapolato ad arte dal contesto per far apparire un pensiero opposto a quello effettivamente rappresentato - ha proseguito De Siervo -. Stavo spiegando in CdA che, attenendoci alle direttive Uefa e Fifa, avremmo cercato di non dare voce, nei nostri stadi, ai violenti e ai facinorosi. Questa archiviazione rende giustizia al mio pensiero in tema di lotta al razzismo e sono felice che oggi la sentenza lo riconosca. Il nostro impegno contro ogni forma di discriminazione, e contro il razzismo in particolare, è massimo. Negli ultimi mesi, infatti, abbiamo continuato a lavorare contro la piaga del razzismo creando un ufficio dedicato che coordinerà tutte le nostre attività in ambito nazionale e internazionale su queste tematiche".

Dibattito aperto in Italia, stadi aperti in Europa. Si discute da settimane della riapertura del calcio al pubblico nonostante il balzo in avanti dei contagi da Covid-19, un passaggio obbligato per il vero ritorno al pallone dopo la bufera creata dalla pandemia, atteso dai tifosi e soprattutto dai club che con le tribune chiuse hanno dovuto rinunciare a lauti incassi e percentuali dagli sponsor. La promessa di fine luglio del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, ovvero impianti parzialmente aperti al pubblico per il campionato a settembre, risente del trend in ascesa dei contagiati. La palla è lanciata nel campo del Comitato tecnico scientifico, sollecitato all’apertura dei cancelli dalla federcalcio, che ha predisposto un documento con un piano sicurezza. E altri attori principali del calcio italiano hanno posto il tema sul tavolo.

LA REGIONE Piemonte ha chiesto l’autorizzazione al Cts per l’apertura dell’Allianz Stadium, la casa dei bianconeri, con la preparazione di un piano di sicurezza per i tifosi. E nei giorni scorsi anche il neo tecnico della Juve, Andrea Pirlo, si è sbilanciato sul ritorno del tifo allo stadio e come lui altri tecnici, da Gattuso a Mihajlovic. Insomma, discussioni, ipotesi, con lo sguardo rivolto alla finale della Supercoppa Europea tra Bayern Monaco e Siviglia che sarà giocata il 24 settembre davanti a poco più di 20 mila spettatori alla Puskas Arena di Budapest. Un esperimento voluto dall’Uefa per studiare l’impatto del ritorno del pubblico negli studi europei. E un altro test pilota per il ritorno graduale alla normalità si è avuto in Inghilterra, con 2500 persone sugli spalti per l’amichevole tra Brighton e Chelsea: pubblico attento alle linee guida del governo inglese, tra misurazione della temperatura, distanziamento e utilizzo della mascherina, dispenser all’ingresso dei vari settori dell’impianto.

E SE L’ITALIA attende l’esito della prova della Supercoppa Europea, in altri Paesi si gioca già a porte aperte. A tappe, con ingressi ridotti, con il silenzio assenso della pandemia, che possiede le chiavi d’ingresso decidendo se l’apertura sarà a tempo determinato. Ma si riparte. Nel campionato francese (Ligue 1) si sta rispettando il tetto di cinquemila presenze, tra tifosi e addetti ai lavori, dal via a metà agosto. In Germania c’è il Lipsia, sorpresa dell’ultima edizione di Champions League, il progetto vincente targato Red Bull, che accoglierà i tifosi sugli spalti già dal via, il 20 settembre contro il Mainz. In tribuna massimo 8500 spettatori, ⅕ della capienza, sorteggiati tra gli oltre 22 mila abbonati. L’autorizzazione concessa al Lipsia dalla Sassonia (la decisione spetta ai Lander) è comunque legata ai dati sui contagi da Covid-19, attualmente di 3,2 nuovi casi a settimana su ogni 100 mila abitanti tedeschi. Se la curva dovesse impennare, il match si giocherà a porte chiuse. Il protocollo sanitario che il pubblico dovrà seguire prevede, oltre al distanziamento, l’uso obbligatorio delle mascherine, il divieto di consumo di bevande alcoliche, oltre all’assenza forzata dei sostenitori della squadra ospite.

E IN BUNDESLIGA altri club, Hertha e Union Berlino, Eintracht Francoforte e Wolfsburg, hanno chiesto di poter fare accedere nei rispettivi impianti un numero limitato, sempre la quinta parte della capienza massima. Prima della partenza della Bundesliga, sono in programma, dall’11 al 14 settembre, alcune partite della Coppa di Germania ed è possibile che anche in quel caso possa essere autorizzata la presenza parziale del pubblico.

LONDRA - E' stato un grande in campo, sta dimostrando di esserlo anche fuori. L'ex nazionale inglese Gary Lineker ha accettato di ospitare nella sua residenza nel Surrey, sud di Londra, un migrante richiedente asilo nel Regno Unito. Lineker, che è anche un apprezzato commentatore tv, ha spiegato i motivi della sua scelta in una intervista al Mirror: "La maggior parte delle cose che consideriamo tipicamente britanniche sono state spesso portate da altri posti. Anche San Giorgio è turco. Penso solo che dobbiamo molto ai rifugiati, e la maggior parte delle persone discende da rifugiati ad un certo punto - continua Lineker -. Hanno dato così tanto a questo paese e continuano a farlo in termini di lavoro, a cui abbiamo assistito durante la pandemia. Assistenti e lavoratori chiave".

L'ex calciatore inglese ha spesso preso posizioni su temi importanti, come quando ha iniziato a esprimere le sue opinioni sulla Brexit, a cui non era favorevole, aveva ricevuto numerosi attacchi on line. "Si tratta di stare dalla parte giusta da soli. È difficile far cambiare idea alle persone, principalmente perché siamo diventati così tribali su qualsiasi problema e penso che sia forse esacerbato dai social media. Non voglio predicare alle persone e dire loro cosa fare. Tutto quello che puoi fare è concentrarti su ciò che credi sia giusto e partire da lì", spiega ancora al tabloid.

La sua campagna in favore dei rifugiati è iniziata dopo la scomparsa di un ragazzo siriano, Alan Kurdi, annegato al largo della Grecia nel 2015. E la recente morte nella Manica di un uomo sudanese ha rafforzato la sua determinazione a sollevare la situazione. "È stato vedere le immagini di quello che stava succedendo quando erano sulle barche, vedere le famiglie che morivano, mi ha semplicemente colpito perché è così intollerabilmente triste".

"Pensavo solo che stessimo andando contro di loro con le prime pagine con tutta questa propaganda anti-rifugiati e ho pensato, mettiti nei loro panni", ha spiegato ancora al Mirror. E non ha mancato di complimentarsi con il giocatore del Manchester United, Marcus Rashford, per il suo aiuto nei confronti dei poveri e dei bambini meno fortunati, e con Raheem Sterling, del Manchester City, che invece ha parlato pubblicamente contro il razzismo. © Riproduzione riservata 03 settembre 2020

Jacob Blake è una guardia giurata afroamericana ventinovenne di Kenosha, Wisconsin. Domenica 23 agosto, un agente di polizia gli spara sette colpi alla schiena sotto gli occhi dei tre figli piccoli. Uno dei proiettili gli recide il midollo spinale e lo lascia paralizzato. La sua colpa è di aver tentato di sedare una rissa tra due donne nel suo quartiere. Il video dell’incidente viene postato su internet e scatena la giusta indignazione del mondo: anche i giocatori dei Milwaukee Bucks, isolati nella cosiddetta “bolla” di Orlando, alla fase finale del campionato di basket più importante al mondo, quello dell’NBA.

Tre giorni dopo, il 26 agosto, i Bucks devono giocare gara 5 dei playoff contro gli Orlando Magic. Milwaukee è una delle squadre favorite al titolo e i suoi giocatori, che come gli altri vivono e giocano all’interno di Disney World in Florida senza poter mai uscire, potrebbero tranquillamente ignorare quanto accade nello Stato della città che rappresentano e limitarsi a fare il loro lavoro: giocare a pallacanestro. Al momento della palla a due però, nessuno si presenta in campo: quelli di Milwaukee restano negli spogliatoi mentre gli avversari di Orlando, che pure avevano effettuato il riscaldamento, se ne vanno prima dell’inizio del match. Non si gioca né questa partita né gli altri tre match in programma in quella giornata. E dopo lo stop deciso in NBA, anche gli altri maggiori campionati statunitensi prendono esempio e il mondo dello sport americano si ferma. Senza volerlo, lo sciopero cade pochi giorni prima dell’anniversario di quell’“I have a dream” pronunciato da Martin Luther King.

Esattamente quattro anni fa, il giocatore di football nativo di Milwaukee Colin Kaepernick decideva di protestare contro gli abusi della polizia e il razzismo nel suo Paese, inginocchiandosi durante l’inno e mettendo di fatto fine alla sua carriera sportiva. Appoggiati dall’organizzazione di cui fanno parte, i cestisti oggi però sanno di non rischiare tanto e non fanno un passo indietro, anche perché alcuni di loro in passato sono stati toccati da episodi simili a quelli per cui protestano. Per esempio, nel 2018, Sterling Brown è stato fermato in un parcheggio da agenti di polizia armati che lo avevano immobilizzato con un ginocchio sul collo, proprio come è successo a George Floyd.

Che i Bucks potessero boicottare la partita, lo si era ipotizzato già qualche giorno prima. Dopo la gara vinta lunedì George Hill, uno dei veterani del gruppo, aveva infatti detto alla stampa: “Non saremmo nemmeno dovuti venire in questo posto tremendo, a essere onesti. Penso che venire qui e giocare abbia distratto le persone dai problemi reali”. Dopo l’annullamento del match è proprio Hill – che ha perso un cugino in una sparatoria simile a quella che ha coinvolto Blake – a leggere una dichiarazione a nome di tutti i compagni di fronte alla stampa: “Negli ultimi giorni nel nostro Stato del Wisconsin, abbiamo visto l’orrendo video di Jacob Blake e le altre sparatorie contro i manifestanti. Nonostante la forte richiesta di cambiamento, non c’è stata alcuna azione, quindi la nostra attenzione oggi non può essere sul basket”. Il finale del messaggio chiarisce come l’atto di protesta che si sta compiendo abbia chiari risvolti politici e sociali: “Chiediamo giustizia per Jacob Blake e chiediamo che gli agenti siano ritenuti responsabili. Affinché ciò avvenga, è imperativo che la legislatura dello Stato del Wisconsin si riunisca nuovamente dopo mesi di inattività e adotti misure significative per affrontare la questione della responsabilità della polizia e lavori su una riforma della giustizia penale. Incoraggiamo tutti i cittadini a istruirsi, a intraprendere azioni pacifiche e responsabili e a ricordarsi di votare il 3 novembre”.

Queste parole aiutano a capire come quella dei Bucks, con il supporto di tutta la Lega, sia stata una presa di posizione netta, fatta apposta per dare un segnale forte e chiaro. Anche se lo sciopero in sé e per sé è durato poco, lo spazio di tre partite, è servito a ricordare quanto lo sport possa ancora mandare messaggi importanti e non è un caso che un’iniziativa di tale portata sia partita proprio dalla lega di basket americana, che organizza il campionato più seguito all’estero e quello dove ci sono più atleti neri. Come ricorda l’attuale giocatore dei Bucks Kyle Korver, la National Basketball Association è composta oggi per oltre il 75% da giocatori neri, e da sempre ha fatto da cassa di risonanza a questioni come integrazione e razzismo.

Già a quattro anni dalla sua fondazione, nel 1949, la NBA si era dimostrata all’avanguardia rispetto alle problematiche sociali dell’epoca e in particolare nei confronti della segregazione razziale, aprendo le proprie porte ai giocatori afroamericani. Il primo fu Chuck Cooper. Cresciuto nella segregazionista Pittsburgh, Cooper aveva capito subito quanto sarebbe stato difficile diventare un giocatore professionista come gli altri: all’università, gli avversari si erano rifiutati di giocare contro il suo ateneo perché c’era lui e ogni qualvolta entrava in campo doveva subire senza fiatare gli insulti degli avversari. Anche quando approdò al massimo livello dovette comunque accontentarsi di un ruolo da gregario perché l’NBA, per quanto progressista, non poteva era ancora pronta ad avere una stella nera.

Non va dimenticato che anche nel mondo della pallacanestro americana tutto è cambiato gradualmente. Nel film Green Book, ambientato nel 1962, un cameriere prova a convincere il protagonista nero a mangiare in una stanza a parte, lontana dal ristorante, assicurandogli che “lo hanno fatto anche i giocatori neri dei Boston Celtics”. In realtà, nel 1961, proprio quella squadra cancellò la sua esibizione dopo che un ristorante di Lexington aveva rifiutato di far entrare la stella Bill Russell. Russell è stato uno dei primi campioni afroamericani a spendersi in prima persona per abbattere le barriere, non solo a parole: pochi mesi dopo l’assassinio dell’attivista Medgar Evers, fu infatti proprio il fuoriclasse dei Celtics a voler dare un segno, organizzando un camp di basket nella città in cui Evers era stato ucciso. “È la prima volta in quattro secoli che il popolo nero americano può determinare la propria storia”, dichiarò Russell, “Far parte di questo processo è una delle cose più significative che possano accadere”.

Nella stessa lega dove dominavano personalità del genere, si verificavano però anche episodi controversi. Nel 1972, l’NBA non si fece remore ad esempio a espellere dal campionato un grande giocatore come Charlie Yelverton che, durante una partita a Portland, aveva protestato contro il diverso trattamento riservato ai giocatori neri e in generale a tutti i neri (anche se poi disse che era contro la guerra del Vietnam), non alzandosi durante l’inno nazionale. Alla fine di quella stagione, Yelverton fu costretto a lasciare l’America e divenne una delle stelle del nostro campionato, ritrovando molte volte anche in Italia lo stesso clima ostile e razzista.

A distanza di quasi mezzo secolo, la differenza tra la NBA di oggi e quella che fece fuori Yelverton è indiscutibile, anche se all’esterno delle arene le cose non sono cambiate abbastanza. Ormai da diversi anni la Lega ha sposato un approccio politico ammirevole: nel 2014, il magnate proprietario dei Los Angeles Clippers fu obbligato a vendere la squadra dopo l’ennesima esternazione razzista e da allora il mondo NBA ha fatto quadrato, trasformando l’approccio progressista a certe questioni in un punto di forza in grado di farle guadagnare consensi.

Donald Sterling, bandito a vita dalla NBA nel 2014 a causa delle sue esternazioni razziste Dopo la protesta del 26 agosto, molti hanno paragonato la scelta dei giocatori dei Bucks alla celebre protesta di Tommie Smith e di John Carlos sul podio delle Olimpiadi, ma i due gesti sono in realtà molto diversi tra loro. Quando, il 16 ottobre del 1968, i due atleti americani mostrarono al cielo di Città del Messico il pugno chiuso in un guanto nero, lo fecero sapendo che non avrebbero ricevuto l’appoggio di nessuno, sicuramente non dei vertici del comitato olimpico presieduto da Avery Brundage, che infatti dichiarò: “Le azioni di questi due negri sono state un insulto ai messicani e una disgrazia per gli Stati Uniti”.

Oggi l’NBA controfirma invece l’iniziativa, appoggiando pubblicamente la scelta presa in maniera indipendente dai suoi atleti. Si tratta d’altronde della stessa organizzazione che qualche mese prima, al momento di decidere la ripartenza dopo l’emergenza sanitaria, aveva promosso diverse iniziative a supporto del movimento Black Lives Matter, che viene promosso sui cartelloni pubblicitari, sui parquet e persino sulle maglie dei protagonisti in campo. Proprio sul retro delle uniformi è stato permesso ai giocatori di sostituire al loro nome dei messaggi di giustizia sociale. Si va da termini generici come “uguaglianza” o “libertà”, agli slogan delle proteste degli ultimi mesi, come I Can’t Breathe o appunto Black Lives Matter. Nel momento in cui le azioni attuate fino a quel momento – tra cui pure quella di inginocchiarsi durante l’inno prima delle gare – non sono apparse più sufficienti per sensibilizzare il pubblico globale che segue l’NBA, si è scelto quasi naturalmente di fermare lo spettacolo, una presa di posizione repentina per mostrare quanto la situazione sia ormai insostenibile.

Nei giorni seguenti alla protesta, il presidente Trump ha parlato della NBA come di una “organizzazione politica”, mentre uno dei suoi consiglieri Jared Kushner, ha ridimensionato quanto accaduto dichiarando: “Usano le stesse armi della politica, sfruttando tanti slogan, ma ci vorrebbero più fatti”. In realtà, i fatti i protagonisti del basket statunitense li stanno facendo: la squadra degli Utah Jazz ha avuto in questi giorni una chiamata di gruppo col sindaco della città che li ospita, Salt Lake City, per discutere nuove strategie con cui migliorare la vita delle comunità emarginate mentre l’impegno congiunto di giocatori, proprietari e dirigenti ha portato alla decisione di trasformare alcune delle arene in luoghi in cui sarà possibile votare durante le prossime elezioni.

Va però ricordato come certe iniziative non abbiano senso solo all’interno dei confini americani: quanto è stato fatto serve a sradicare delle convinzioni che si mantengono uguali a ogni latitudine. Come ha evidenziato il centro di origini congolesi Serge Ibaka: “Il cambiamento che stiamo cercando di promuovere qui non vale solo per l’America, vale anche per il resto del mondo. Da dove vengo io, molte persone muoiono e molte donne vengono violentate. Lo stesso sistema che uccide le persone nere in America sta uccidendo il mio popolo in Africa”.

Per chi è oggi un ingranaggio della grande macchina chiamata NBA far parte del mondo significa non ignorare quanto accade fuori dal campo di gioco, mostrando anche le proprie debolezze se serve, per far capire che tutti siamo umani e tutti abbiamo una responsabilità nel cambiamento. “Responsabilità” è proprio la parola chiave utilizzata dalla star bianca Kyle Korver in un suo articolo per The Player’s Tribune. Nel pezzo, Korver arriva alla seguente conclusione: “Come bianchi, siamo colpevoli dei peccati dei nostri antenati? No, non credo proprio. Ma ne siamo responsabili? Sì, credo di sì. Si tratta di capire che quando abbiamo detto la parola ‘uguaglianza’ per generazioni, ciò che intendevamo veramente era l’uguaglianza per un certo gruppo di persone”.

Lo sciopero da solo non può bastare: è un atto di portata politica e sociale cui devono seguirne altri. Per capire quale sia il prossimo passo che la NBA dovrebbe fare, si può partire dal parere espresso in una puntata del programma Basket Room da Flavio Tranquillo, la “voce” del basket in Italia: “In cinquant’anni non è cambiato abbastanza, io concordo con i giocatori. Riuscire a trovare una strategia non deve però essere una questione solo politica: deve essere veramente una questione sociale con la esse maiuscola.” Quello che è certo a oggi è che quanto successo il 26 agosto ha avuto sicuramente un valore, soprattutto perché ha aiutato a sensibilizzare un pubblico enorme che non si avvicinerebbe mai a certe questioni attraverso un comizio o un saggio. Una scelta così, fatta all’interno del campionato più seguito e studiato dagli esperti di marketing di tutto il mondo, ci ricorda che lo sport non è solo business, ma è prima di tutto un bene collettivo.

ROMA - "In questi mesi di emergenza in cui 9,8 milioni di giovani hanno interrotto le normali attività scolastiche, si è accentuato il disagio di chi già aveva difficoltà di apprendimento. Per questo, alla riapertura delle scuole, oltre alle precauzioni sanitarie obbligatorie, è necessario l’impegno di tutti per contrastare ogni forma di discriminazione, affinché nessuno venga lasciato indietro e tutti abbiano la possibilità di sviluppare le proprie capacità. Nella difficile gestione delle classi, complicata dai distanziamenti, nel programmare ove necessario l’alternarsi di lezioni a distanza e in presenza, occorre la massima attenzione affinché i ragazzi e le ragazze con difficoltà di apprendimento o fragilità di altra natura non vengano per nessuna ragione isolati o emarginati". Lo chiedono le organizzazioni impegnate nel campo dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza che hanno sottoscritto il documento "educAzioni" (Alleanza per l’Infanzia, Appello della Società Civile per la ricostruzione di un welfare a misura di tutte le persone e dei territori, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – ASviS, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza – CNCA, Forum Disuguaglianze e Diversità – ForumDD, Forum Education, #GiustaItalia Patto per la Ripartenza, Gruppo CRC, Tavolo Saltamuri).

Per la Rete educAzioni "per affrontare la grave crisi in atto c’è bisogno di più cultura, più istruzione, più educazione. Per questo vanno rilanciati con convinzione i patti educativi in grado tenere aperte le scuole tutto il giorno, a partire dai territori dove è più grave e diffusa la povertà educativa, per risarcire, con tutti gli strumenti possibili e attraverso scelte coraggiose e sperimentazioni didattiche, bambine e bambini, ragazze e ragazzi del tempo scuola perduto".

"I corsi di recupero promessi dalla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina a fronte della lunga chiusura delle scuole - sottolineano in una nota - stanno partendo con fatica e a macchia di leopardo, mentre in alcune regioni si prospetta di rimandare ulteriormente l’inizio delle lezioni a dopo le elezioni e referendum del 20 settembre, visto che, al contrario di quanto promesso dal Governo, anche questa volta le scuole ospiteranno i seggi elettorali. Questo non è un buon segnale, tanto più che quest’anno invece dei corsi di recupero si dovrebbe parlare di restituzione e risarcimento nei confronti degli studenti e delle studentesse. Le alunne e gli alunni rimasti ‘sconnessi’, con bisogni educativi speciali, in situazione di fragilità e difficoltà di contatti, con famiglie non in grado di sostenerli, non hanno tanto bisogno di “recuperare” apprendimenti mancati, quanto di ritrovare la fiducia e la motivazione necessarie.

Per la Rete "non è accettabile che si creino gruppi in spazi separati per chi è ‘rimasto indietro’, ma servono invece attività stimolanti, di ricerca, espressivo-creative, comunicative, logiche, in cui mettersi in gioco e non essere ricettori passivi di esercizi e schede di verifica. Occorre riannodare le attività scolastiche con attività differenziate secondo i bisogni di ognuno, nello stesso tempo facendo percepire che ciascuno è parte di una comunità e va accolto in quanto tale, con le sue potenzialità e propensioni".

Inoltre "tutte le bambine/i e adolescenti, a prescindere che siano o meno “rimasti indietro”, hanno bisogno di elaborare l’esperienza di questi mesi e le nuove norme di comportamento rese necessarie dal perdurare della pandemia. La riflessione su questa esperienza, le sue cause, le sue conseguenze anche per i comportamenti e responsabilità individuali, declinata a seconda dell’età, dovrebbe entrare nel programma educativo in questi mesi, dando contenuto non solo all’educazione civica introdotta quest’anno, ma anche ad altre materie – dalle scienze alla storia e geografia – in un’ottica interdisciplinare. "In questo modo - concludono - sarà possibile individuare percorsi capaci di promuovere dialogo, democrazia e partecipazione attiva degli alunni e degli studenti perché le regole da condividere siano assunte con consapevolezza, tenendo conto del loro punto di vista".

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Appello della Rete educAzioni per la ripartenza delle scuole: «Occorre la massima attenzione affinché i ragazzi e le ragazze con difficoltà di apprendimento o fragilità di altra natura non vengano isolati o emarginati», a cominciare dai "corsi di recupero" che non possono essere piccoli "ghetti" per chi è rimasto indietro. Una via? Rilanciare con convinzione i patti educativi in grado tenere aperte le scuole tutto il giorno L’interruzione delle normali attività scolastiche ha accentuato il disagio di chi già aveva difficoltà di apprendimento. Per questo, alla riapertura delle scuole, oltre alle precauzioni sanitarie obbligatorie, è necessario l’impegno di tutti per contrastare ogni forma di discriminazione: serve che nessuno venga lasciato indietro e che tutti abbiano la possibilità di sviluppare le proprie capacità. Nella gestione delle classi, complicata dai distanziamenti, nel programmare quando e dove sarà necessario l’alternarsi di lezioni a distanza e in presenza, occorre la massima attenzione affinché i ragazzi e le ragazze con difficoltà di apprendimento o fragilità di altra natura non vengano isolati o emarginati.

Per affrontare la crisi abbiamo bisogno di più cultura, più istruzione, più educazione. Per questo vanno rilanciati con convinzione i patti educativi in grado tenere aperte le scuole tutto il giorno, a partire dai territori dove è più grave e diffusa la povertà educativa: un modo per risarcire, attraverso scelte coraggiose e sperimentazioni didattiche, bambine e bambini, ragazze e ragazzi del tempo scuola perduto. Invece che di corsi di recupero quest’anno si dovrebbe parlare di restituzione e risarcimento nei confronti degli studenti e delle studentesse (infatti sono Piani di Apprendimento Individualizzati, ndr): le alunne e gli alunni rimasti ‘sconnessi’, per bisogni educativi speciali, in situazione di fragilità e difficoltà di contatti, con famiglie non in grado di sostenerli, non hanno tanto bisogno di “recuperare” apprendimenti mancati, quanto di ritrovare la fiducia e la motivazione necessarie. Non è accettabile che la logica sia quella di creare gruppi in spazi separati per chi è ‘rimasto indietro’, ma servono invece attività stimolanti, di ricerca, espressivo-creative, comunicative, logiche, in cui mettersi in gioco e non essere ricettori passivi di esercizi e schede di verifica. Occorre riannodare le attività scolastiche con attività differenziate secondo i bisogni di ognuno, facendo nello stesso tempo percepire che ciascuno è parte di una comunità e va accolto in quanto tale, con le sue potenzialità e propensioni.

Inoltre, tutte le bambine/i e adolescenti, a prescindere che siano o meno “rimasti indietro”, hanno bisogno di elaborare l’esperienza di questi mesi e le nuove norme di comportamento necessarie. La riflessione su questa esperienza, sulle sue cause e sulle sue conseguenze anche per i comportamenti e responsabilità individuali, declinata a seconda dell’età, dovrebbe entrare nel programma educativo in questi mesi, dando contenuto non solo all’educazione civica introdotta quest’anno, ma anche ad altre materie, dalle scienze alla storia e geografia, in un’ottica interdisciplinare. In questo modo sarà possibile individuare percorsi capaci di promuovere dialogo, democrazia e partecipazione attiva degli alunni e degli studenti perché le regole da condividere siano assunte con consapevolezza, tenendo conto del loro punto di vista.

Le reti firmatarie del documento: Alleanza per l’Infanzia, Appello della Società Civile per la ricostruzione di un welfare a misura di tutte le persone e dei territori, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – ASviS, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza – CNCA, Forum Disuguaglianze e Diversità – ForumDD, Forum Education, #GiustaItalia Patto per la Ripartenza, Gruppo CRC, Tavolo Saltamuri

Secondo l'Agenzia ONU per i Rifugiati se la comunità internazionale non intraprenderà azioni immediate per contrastare gli effetti catastrofici della pandemia sull’istruzione dei rifugiati, il potenziale di milioni di giovani rifugiati che vivono in alcune delle comunità più vulnerabili al mondo sarà ulteriormente minacciato Nel rapporto “Coming Together for Refugee Education”, l’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, prevede che, se la comunità internazionale non intraprenderà azioni immediate e coraggiose per contrastare gli effetti catastrofici del COVID-19 sull’istruzione dei rifugiati, il potenziale di milioni di giovani rifugiati che vivono in alcune delle comunità più vulnerabili al mondo sarà ulteriormente minacciato. I dati raccolti nel rapporto si basano sulle statistiche complessive inerenti alle iscrizioni al ciclo scolastico del 2019.

Se è vero che i bambini di tutto il mondo hanno subito l’impatto del COVID-19 sulla propria istruzione, il rapporto osserva come i bambini rifugiati siano stati particolarmente penalizzati. Prima della pandemia, la probabilità che un bambino rifugiato non ricevesse un’istruzione era due volte più elevata rispetto a quella di un bambino non rifugiato. Tale divario è destinato a peggiorare: molti potrebbero non avere l’opportunità di riprendere gli studi a causa della chiusura delle scuole, della difficoltà di pagare tasse d’iscrizione, divise o libri di testo, dell’impossibilità di accedere alle tecnologie o perché costretti a lavorare per sostenere le proprie famiglie.

«Metà dei bambini rifugiati di tutto il mondo non riceveva già un’istruzione», ha dichiarato Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. «Dopo tutto quello che hanno patito, non possiamo privarli del futuro negando loro un’istruzione oggi. Nonostante le enormi sfide poste dalla pandemia, assicurando maggiore supporto internazionale ai rifugiati e alle comunità di accoglienza possiamo trovare ulteriori modi innovativi di proteggere i risultati vitali conseguiti nell’istruzione dei rifugiati negli ultimi anni».

In assenza di maggiore supporto, l’aumento costante e duramente conseguito del numero di iscrizioni a scuola, alle università, e ai corsi di formazione tecnica e professionale potrebbe invertire la tendenza – in alcuni casi in modo permanente –pregiudicando potenzialmente gli sforzi volti a conseguire l’Obiettivo di sviluppo sostenibile 4 relativo alla necessità di assicurare a tutti accesso a un’istruzione inclusiva, equa e di qualità.

Nel potente messaggio della postfazione, l’Ambasciatore del programma Instant Network Schools istituito da Fondazione Vodafone e UNHCR, Mohamed Salah, ha affermato: «Assicurare un’istruzione di qualità oggi, significa assicurare meno povertà e sofferenze domani. A meno che ciascuno di noi faccia la propria parte, generazioni di bambini – di cui milioni in alcune delle regioni più povere al mondo – affronteranno un futuro tetro. Ma se sapremo lavorare come squadra, uniti, potremo dare loro l’opportunità che meritano di vivere un futuro dignitoso. Non facciamocela scappare».

I dati relativi al 2019 raccolti nel rapporto si basano su informazioni provenienti da dodici Paesi che accolgono oltre la metà dei bambini rifugiati di tutto il mondo. Mentre la percentuale di iscrizioni complessive all’istruzione primaria è pari al 77%, solo il 31% dei giovani risulta iscritto all’istruzione secondaria. A livello di istruzione superiore, la percentuale di iscritti è solo del 3%.

UNHCR:Paul Absalon Pur non stando in alcun modo al passo delle medie globali, queste statistiche dimostrano che sono stati compiuti progressi. Le iscrizioni all’istruzione secondaria sono aumentate e fanno registrare nuove decine di migliaia di bambini rifugiati che frequentano la scuola, un incremento del 2% nel solo 2019. Tuttavia, la pandemia di COVID-19 ora minaccia di azzerare questi e altri risultati di fondamentale importanza. La minaccia nei confronti delle bambine rifugiate è di particolare gravità.

Per le bambine rifugiate, le possibilità di accesso all’istruzione sono già inferiori rispetto a quelle dei bambini e le probabilità che esse frequentino la scuola secondaria sono la metà. In base ai dati in possesso dell’UNHCR, il Malala Fund ha stimato che, per effetto della pandemia da COVID-19, la metà di tutte le ragazze rifugiate iscritte alla scuola secondaria non farà ritorno in classe quando gli istituti riapriranno questo mese. Nei Paesi in cui la percentuale complessiva di ragazze rifugiate iscritte alla scuola secondaria era già inferiore al 10%, tutte le ragazze sono a rischio di abbandonare gli studi per sempre, una previsione agghiacciante che avrebbe un impatto sulle future generazioni.

«Mi preoccupa specialmente l’impatto sulle bambine rifugiate. L’accesso all’istruzione non rappresenta solo un diritto umano, anche la protezione e i vantaggi economici che ne derivano per loro stesse, le loro famiglie e le loro comunità sono evidenti. La comunità internazionale non può in alcun modo permettersi di fallire il compito di offrire loro le opportunità derivanti dall’istruzione», ha dichiarato Filippo Grandi.

Adattarsi alle limitazioni imposte dal COVID-19 è stato duro, specialmente per l’85% dei rifugiati di tutto il mondo che vive nei Paesi in via di sviluppo o in quelli meno sviluppati. Telefoni cellulari, tablet, laptop, connettività, e perfino apparecchi radio spesso non sono immediatamente disponibili presso le comunità di sfollati.

L’UNHCR, i governi, e i partner stanno lavorando instancabilmente per risolvere le criticità essenziali e assicurare continuità all’istruzione dei rifugiati durante la pandemia, sfruttando programmi di didattica a distanza, televisione e radio, e assicurando sostegno a insegnanti e assistenti per relazionarsi con gli studenti nel rispetto delle linee guida sanitarie.

Il rapporto mostra come famiglie, comunità e governi stiano lavorando per garantire la didattica dei bambini rifugiati. Illustra esempi positivi di governi che hanno trasposto in legge il diritto dei bambini rifugiati a frequentare le scuole statali, riportando storie dall’Ecuador e dall’Iran. Risalto è dato ad esempi di innovazione digitale introdotti dal Ministero dell’Istruzione in Egitto, e ai benefici che una famiglia giordana ha tratto dal passaggio alla fruizione della didattica online. In un momento storico in cui la metà dei rifugiati di tutto il mondo vive in insediamenti urbani, l’importanza delle città che accolgono rifugiati è messa in rilievo anche mediante l’esempio del sindaco di Coventry, nel Regno Unito, che racconta in che modo la città gestisce la questione e perché ne derivano vantaggi.

Il rapporto si appella a governi, settore privato, società civile e altri attori chiave affinché uniscano le forze per trovare soluzioni che rafforzino i sistemi educativi nazionali, creino collegamenti a percorsi didattici che consentano di conseguire un’istruzione qualificata e assicurino e tutelino finanziamenti dedicati. In assenza di tali interventi, avverte il rapporto, il rischio è quello di perdere una generazione di bambini rifugiati privati dell’istruzione.

I rischi per l’istruzione dei rifugiati non si limitano a quelli causati dal COVID-19. Gli attacchi perpetrati ai danni delle scuole costituiscono una triste realtà in aumento. Il rapporto dedica particolare attenzione alla regione africana del Sahel, dove le violenze hanno costretto alla chiusura di oltre 2.500 scuole danneggiando i percorsi didattici di 350.000 studenti.

Si sta affermando l’idea che le palestre non saranno a disposizione delle associazioni sportive perché diventeranno delle aule e per problemi di sanificazione. Questo vuol dire uccidere le società sportive dilettantistiche, creare disoccupazione e impedire la pratica sportiva dei giovani.

Comporta anche la riduzione del benessere e della salute di tutti, atleti e operatori dello sport. Infatti, le società sportive si aggiudicano l’uso delle palestre e la quasi totalità dello sport giovanile e amatoriale che si svolge al coperto, a eccezione del nuoto, è all’interno della palestre delle scuole. Se questi spazi diventeranno delle aule o se i costi della loro sanificazione quotidiana saranno eccessivi un pezzo importante del mondo sportivo italiano avrà perso il luogo dove allenarsi e gareggiare.

Molti amministratori pubblici hanno fatto dichiarazioni in tal senso, con la scusante di non poter garantire la salute all’interno delle scuole. Queste dichiarazioni confermano ancora una volta la superficialità di chi, invece, dovrebbe fornire soluzioni che non discriminino un’attività (lo sport) rispetto alle altre.

È chiaro nella loro mentalità che lo sport è un’attività non significativa sia dal punto di vista professionale (i lavoratori del settore) che di chi la pratica (gli atleti). Proprio perché se ne può fare a meno non si pensa concretamente a soluzioni e a circa due settimane dall’inizio dell’anno scolastico si cerca una soluzione alla carenza di aule nell’uso delle palestre.

Lo sport giovanile non ha mai suscitato grande interesse fra i nostri politici e il Covid-19 mette in luce che questa concezione continua a essere ben consolidata e diffusa. Vivere una situazione di emergenza come quella attuale nonché i problemi creati dal distanziamento fisico e dall’uso di mascherina e dalla mancanza di spazi nelle scuole non giustifica comunque un approccio così poco curante nei confronti dello sport.

Lo sport è necessario per il benessere dei giovani così come imparare la matematica e l’italiano, quindi questo approccio non ha alcuna ragione di esistere e di essere proposto da chi svolge una funzione pubblica. La questione della scuola va risolta ma senza lasciare indietro nessuna attività tra quelle svolte all’interno degli istituti.

Non ho letto dichiarazioni che sottolineano un senso di comunità tra chi lavora all’interno delle scuole ma solo affermazioni categoriche, in cui si dice che le palestre non saranno più disponibili per far praticare sport alle varie associazioni perché diventeranno aule.

Siamo abituati a trovare soluzioni all’ultimo momento e non programmate in anticipo, mi auguro che questa sia una di quelle situazioni in cui ciò potrà avvenire. Sono convinto che in condizione di emergenza anche le soluzioni devono essere meno stereotipate come lo sono quelle di occupare le palestre e le biblioteche scolastiche.

Mi sono sempre chiesto perché non si usino le caserme come aule, o perché non si possa fare lezione al pomeriggio certamente trovando le risorse economiche necessarie o assumendo nuovi insegnanti a tempo determinato. Non è mio compito trovare soluzioni, ho voluto evidenziare un problema di cui sento parlare quotidianamente da chi lavora nello sport ma di cui non ho trovato proposte da chi ha il compito di consentire lo svolgimento dell’anno scolastico in modo regolare e l’utilizzo degli spazi scolastici senza escludere nessuno.

La stagione sportiva 2020/2021 ha ufficialmente preso il via il 1° settembre. Eppure, moltissime associazioni sportive che operano in contesti scolastici vivono ancora una condizione di totale incertezza circa i tempi e le modalità di ripartenza della propria attività.

Le difficoltà economiche dovute al lungo stop imposto dall’emergenza sanitaria si uniscono alla preoccupazione che il proprio spazio di sport quotidiano possa venir utilizzato per altri scopi, o, peggio ancora, dichiarato inaccessibile.

Questa condizione di indeterminatezza è inaccetabile perchè rischia di avere ripercussioni pesanti sulla possibilità di fruizione della pratica sportiva per tante ragazze e tanti ragazzi del nostro territorio. Con conseguenze facilmente immaginabili.

La scelta del sindaco del Comune di Fiumicino Esterino Montino, che il 28 agosto scorso ha deliberato la sottrazione delle palestre scolastiche di competenza territoriale all’attività pomeridiana ha, inoltre, assestato un nuovo durissimo colpo allo sport di base della nostra regione.

Una scelta che, lo diciamo apertamente, non condividiamo e che rischia di generare un pericolosissimo “effetto domino”.

La decisione di “chiudere” spazi e di lasciare nell’incertezza i dirigenti sportivi di base che svolgono una rilevante funzione sociale è evidentemente quella più semplice, ma anche la più pericolosa.

Pericolosa perché rischia di cancellare esperienze, competenze e passioni che caratterizzano, da sempre, lo sport sociale e popolare.

Una scelta che porta con sé l’accettazione del dover percorrere una strada che proprio non ci appartiene, quella di rinunciare ad una sfida che il tempo odierno ci lancia: far vivere lo sport per tutti anche in questo particolarissimo momento storico che stiamo attraversando.

Molto è stato detto e molto è stato scritto sullo sport come “cardine” della ripresa. Come centro di gravità di una ripartenza che possa spingere tutto il paese a rialzarsi dopo il durissimo lockdown vissuto tra marzo e giugno. Ecco, quello a cui stiamo assistendo, va esattamente nel senso opposto.

Esprimendo vicinanza a tutte le associazioni sportive Uisp e non solo che vivono la condizione appena descritta, ci rivolgiamo alle istituzioni cittadine e regionali. E mettiamo sul piatto tutto il nostro impegno nel sensibilizzare i livelli superiori della nostra associazione e tutti gli interlocutori istituzionali possibili. Lo sport (e più in generale l’intero terzo settore) può essere davvero il motore del ritorno ad una (nuova) normalità. Siamo convinti della forza dello sport sin dalla nascita dell’Uisp, nel 1948. Il nostro auspicio è che ne siano realmente convinti anche gli altri, non solo a parole.

Uisp Comitato Territoriale di Roma

La situazione dei comitati Uisp, all’inizio della ripresa dopo le vacanze, resta complicata. Le normative per lo sport rischiano di penalizzare le realtà più piccole, ma lo sport sociale e per tutti ha una risorsa inesauribile: la passione dei volontari. Lo stanno toccando con mano al Comitato Territoriale di Varese, alle prese con le richieste di affiliazione delle asd per la stagione 2020/2021, numerose fin dai primissimi giorni di apertura poco dopo Ferragosto.

Certo, le norme di sicurezza dovute alla pandemia globale sono stringenti: mascherina soprattutto per gli istruttori, distanziamento di almeno due metri tra un utente e l’altro, divieto di utilizzo di attrezzature condivise come i materassini da ginnastica, che dovranno essere personali. Sono solo alcune delle novità con cui il mondo dello sport di base deve fare i conti. La voglia di ripartire, però, c’è eccome.

Il presidente varesino Giacomo Paleni e i volontari del Comitato sono al lavoro per smaltire la burocrazia di inizio stagione, e organizzare al meglio l’anno in arrivo. Che ha molte incognite, come il fatto che, con tutta probabilità, sarà molto difficile utilizzare la piccola palestra della sede di via Lombardi: spazi tropo ridotti. Come è già successo, però, potrebbe venire in aiuto la collaborazione con la vicina parrocchia di San Carlo. Insomma, la voglia di ripartire c’è, l’entusiasmo pure, ma la salute viene prima di tutto. Soprattutto in un’associazione come Uisp, nata anche per favorire il movimento, la prevenzione, la salute pubblica. di Chiara Frangi – Redazione Uisp Varese Pubblicato il 03 settembre 2020

Tra tutte le realtà Uisp che hanno affrontato il lockdown ce n’è una particolare, per cui l’uso della tecnologia è stato fondamentale, e ancora oggi è parte dell’offerta: è “il Millepiedi”, asd nata nel 2012 come espressione sportiva di una cooperativa che si occupa di disabilità, con centri diurni nel quartiere varesino di San Fermo e a Morosolo.

Una realtà che coinvolge decine di ragazzi e adulti con disabilità di diverso tipo, e che offre anche la possibilità di praticare sport come la ginnastica posturale e dolce, bowling, passeggiate e baskin, il basket integrato che vede in campo squadre miste tra volontari e utenti, uomini e donne insieme. Per cui l’asd è sempre alla ricerca di nuove volontarie e nuovi volontari da inserire nel gruppo e in campo. Fiore all’occhiello, un piccolo e coloratissimo gruppo di giocoleria, che vede tra i responsabili Marco Palladini, il presidente dell’asd Uisp.

«L’emergenza Covid ha colto di sorpresa anche noi e i nostri ragazzi – racconta Palladini – ma ci siamo ingegnati. Non essendo più possibile incontrarsi fisicamente, abbiamo trasferito tutto il possibile sulle piattaforme per le riunioni on line, come hanno fatto molte altre realtà anche sportive».

Attraverso gli incontri on line e qualche filmato, le attività di ginnastica sono andate avanti. «Certo, non è stato facile per nessuno. Per noi, che abbiamo dovuto imparare un modo nuovo di rapportarci ai ragazzi, ma anche per loro, perché questo tipo di cose non è adatto a tutte le persone che frequentano le nostre attività». Già, perché per gli utenti del Millepiedi la routine è fondamentale: un cambiamento importante, la perdita improvvisa dei punti di riferimento rappresentati dalle attività dell’asd: è stato un disagio fortissimo. «Il legame su Zoom è stato un piccolo appiglio che ha mantenuto sulla giusta rotta molti di loro. E anche noi operatori» conclude Palladini.

Ma ora che il ricordo del lockdown inizia ad impallidire, la ripresa a settembre porta con sé tante speranze: «Vorremmo riprendere a fare tutto, ovviamente nel rispetto delle nuove norme di sicurezza. La attività dei centri diurni è ripartita, anche se a turni, perché dobbiamo rispettare le norme di sicurezza anticovid, dalle mascherine al distanziamento, e qualche incontro ancora lo facciamo on line, per mantenere la routine – spiega ancora Palladini – anche lo sport sta ripartendo: la ginnastica è da luglio che si svolge all’aperto, nei prati attorno alle nostre sedi, tempo atmosferico permettendo, ed è stato davvero bello ritrovarsi dal vivo, dopo tanti mesi di separazione. Il punto di domanda restano gli sport di squadra».

Già, perché molte palestre non hanno ancora sciolto le riserve, e la diversa natura delle gestioni rende tutto ancora più complicato. «Per gli allenamenti del baskin utilizziamo varie palestre, perché abbiamo sia il gruppo senior sia gli junior, i ragazzi dagli 11 ai 18 anni circa. Una è comunale e, salvo imprevisti, dovremmo poterci rientrare il primo ottobre. Le altre apriranno prima, ma le incognite sono ancora tantissime, perché non si potranno usare gli spogliatoi, si dovrà usare la mascherina, si dovrà sanificare, e anche il numero di atleti ed istruttori ammessi non è ancora definito» Tanti punti di domanda che però non spengono l’entusiasmo: «Vogliamo riprendere – dice Palladini – ma vogliamo farlo con la massima sicurezza per tutti. I nostri ragazzi lo meritano». di Chiara Frangi – Redazione Uisp Varese Pubblicato il 03 settembre 2020

Ancora aperte le iscrizioni al Campionato Amatori a 7 giocatori UISP ma sono pochissimi i posti disponibili. Le gare si disputeranno dal lunedì al giovedì in orario serale sui migliori impianti di Genova. Le associazioni e le società sportive, all’atto dell’iscrizione, potranno scegliere tra i campi di BEGATO 9-Via Maritano, S.MICHELE-Via Terpi, NEGROTTO-Serra Riccò e OREGINA.

Da questa stagione potranno partecipare tesserati Figc di 3^ categoria in numero illimitato.

Per assicurare ancora maggiormente partecipazione e divertimento assicurato, il campionato sarà suddiviso in Serie A1 e Serie A2 con promozioni e retrocessioni.

Il calcio d’inizio è previsto per ottobre.

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Campionati Settore Calcio Uisp Genova stagione 2020-2021

Per informazioni e iscrizioni: piazza Campetto 7/5 - tel. 010.254.12.13 - [email protected]

GROSSETO – Leonardo Marras, capogruppo uscente del Pd in consiglio regionale e candidato consigliere alle prossime elezioni regionali, ha visitato la Uisp di Grosseto. Un incontro cordiale per fare il punto, con alcuni dei dirigenti e collaboratori del comitato, tra cui anche il presidente Sergio Perugini e il vicepresidente vicario Massimo Ghizzani, del lavoro portato avanti nell’ultimo quinquennio e dei possibili progetti e collaborazioni da instaurare tra la Uisp e la Regione. Ricordando le priorità del Pd per la Maremma (sostenibilità economica e sociale ai tempi del Coronavirus, produttività, turismo, ambiente e infrastrutture), Marras ha ascoltato le proposte dei presenti: si è parlato della funzione sociale dello sport per tutti, delle iniziative della Uisp alle quali la Regione ha dato nel tempo il suo appoggio, come la Festa della Toscana, e del cicloturismo, inteso sia come strumento di mobilità sana e sostenibile che di promozione della Maremma.

“Abbiamo colto l’occasione – sottolinea Leonardo Marras – per rafforzare un rapporto ormai consolidato che va oltre lo sport, ma riguarda anche le attività culturali e l’inclusione sociale. Ambiti che rendono la Uisp protagonista sul territorio e che diventano anche strumento di attuazione di politiche regionali”. “Il rapporto con il gruppo dirigente della Uisp non è mai mancato – ricorda il candidato del Pd al consiglio regionale – ho sempre sentito la loro vicinanza e spero che anche la mia sia stata apprezzata. In questa fase per me è importante incontrare le strutture rappresentative della società che vivono, sentono e rielaborano le proposte grazie alle quali è possibile migliorarsi”.

Dopo l’emergenza lo sport può essere strumento fondamentale di ripartenza. “Lo sport è sicuramente importante anche per l’economia – conferma Marras – e il territorio può giocare la sua parte. I turisti in quest’estate hanno scelto le aree in cui si sono sentiti più protetti, come la Maremma, e noi dobbiamo cercare di trattenere questa attenzione con nuovi servizi e nuovi progetti come quello della ciclopista dei Due Mari. Da qui possono passare tante delle iniziative e delle motivazioni per scegliere la Maremma: chi come la Uisp supporta quest’unione di percorsi avrà un ruolo importante”.

“In quest’incontro abbiamo potuto parlare dell’apporto della Regione alla Uisp e delle iniziative future – sottolinea il presidente Uisp, Sergio Perugini – e ancora dei contributi che l’ente ha messo in atto in questo periodo di lockdown e degli aiuti alle società. Poi sulle difficoltà della ripartenza, dei protocolli. Il contributo della Regione, ora più che mai, è fondamentale per lo sport di base”. “La Uisp è al servizio di ogni amministrazione, indipendente dal colore politico, con l’unico obiettivo di promuovere lo sport – ricorda Perugini – ma è ovvio che avere una persona come Leonardo che può rappresentare la Maremma in Regione rappresenterebbe per noi un valore aggiunto. Con lui c’è anche un rapporto personale che ci ha portato nel corso degli anni a condividere numerose iniziative”.

Tornano domani sabato 5 settembre “Le Passeggiate della salute” promosse dalla Società della Salute di Firenze in collaborazione con l’Associazione Uisp Comitato Firenze nell’ambito del progetto “Salute è benessere” finalizzato a promuovere l’attività motoria quale fondamentale stile di vita per la salute del cittadino. Il primo appuntamento di sabato prevede un percorso medio facile con un tratto in salita (circa 4,7 Km) da al Piazzale e il rione San Niccolò. Il ritrovo e la partenza sono alle 9.30 da piazza Santa Croce (sede Quartiere 1, Palazzo Cocchi). Sempre nel rispetto delle normative anti Covid, la nuova stagione de “Le passeggiate della Salute” prosegue a settembre con altri due appuntamenti con il Quartiere 2 e 4 (sabato 12 settembre), con il Quartiere 3 (sabato 19 settembre) e con il quartiere 5 (sabato 26 settembre). Gli appuntamento organizzati in tutti e cinque i Quartieri sono già programmati anche per ottobre e novembre. Gli itinerari sono visibili sul sito della Società della Salute di Firenze (www.sds.firenze.it) e del Comune di Firenze (clicca qui), sul sito dei 5 Quartieri e della Uisp con tutte le informazioni sui giorni, gli orari, i km previsti, il tempo di percorrenza, la difficoltà, il punto di partenza e di arrivo. Ogni iniziativa è gratuita e adatta a tutti e la partecipazione sarà limitata a un massimo di 30 persone, suddivise in due gruppi. La prenotazione è quindi obbligatoria e si può fare entro le 12.00 del venerdì precedente l’appuntamento, telefonando allo 055-6583561 oppure 055-6583529 o scrivendo una email a [email protected]. Ciascun partecipante dovrà avere in dotazione mascherine protettive e gel disinfettante. L’occasione è preziosa: fare attività motoria riscoprendo angoli poco conosciuti, strade e luoghi insoliti o dimenticati, condividendo con gli altri il piacere di muoversi e di stare insieme e contrastando i rischi della sedentarietà. Fonte: Azienda Usl Toscana Centro - Ufficio stampa

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Camminate alla scoperta della città, per scoprire le bellezze del territorio e mantenersi in forma. Tornano sabato 5 settembre le “Passeggiate della Salute”, un’iniziativa promossa dalla Società della Salute di Firenze in collaborazione con l’Associazione UISP Comitato Firenze, che offre ai cittadini occasioni di attività motoria riscoprendo angoli poco conosciuti, strade e luoghi insoliti all’interno dei 5 quartieri della città. Accompagnatori UISP guideranno i partecipanti lungo itinerari semplici e fattibili in ogni stagione, nel pieno rispetto delle prescrizioni anti Covid-19.

L’assessore a Welfare e sanità e presidente Società della Salute ha evidenziato come quest’iniziativa unisca la promozione della salute e di corretti stili di vita alla riscoperta della città, sottolineando l’impegno della Società della Salute che è riuscita a mettere in campo anche quest’anno il progetto nel pieno rispetto delle prescrizioni e delle regole vigenti legate all’emergenza sanitaria.

Si tratta di 15 passeggiate organizzate il sabato mattina nei mesi di settembre, ottobre e novembre. La prima è appunto in programma sabato 5 settembre nel quartiere 1, “Da Santa Croce al Piazzale e il rione san Niccolò”, a seguire doppio appuntamento sabato 12 settembre nel quartiere 2 con “ ‘Viucce sorprendenti’ attorno a la Lastra’ e nel quartiere 4 “I parchi: Villa Strozzi, Boboli e Cascine”, sabato 19 settembre poi nel quartiere 3 “La collina di Montici sul finir dell’estate”, mentre sabato 26 settembre sarà la volta del quartiere 5 con “Quarto e dintorni”. Ad ogni partecipante verrà offerta una maglietta (fino esaurimento scorte) per rendere riconoscibile il Gruppo di cammino. Ogni passeggiata è gratuita ed adatta a tutti e la partecipazione sarà limitata a un massimo di 30 persone, suddivisi in 2 gruppi. La prenotazione è quindi obbligatoria da effettuarsi entro le ore 12.00 del venerdì precedente l’evento telefonando al 055-6583561 oppure 055-6583529 oppure scrivendo una email: [email protected] Ciascun partecipante dovrà avere in dotazione mascherine protettive e gel disinfettante.

Programma

Quartiere 1 Sabato 5 settembre 2020 Da Santa Croce al Piazzale e il rione San Niccolò Percorso medio facile con un tratto in salita (circa 4,7 km) Ritrovo e partenza: ore 9.30 piazza Santa Croce (sede Quartiere 1 - Palazzo Cocchi) Percorso: piazza Santa Croce, Borgo La Croce, Ponte alle Grazie, lungarno Serristori, Piazza Poggi, le Rampe, , Basilica di , viale Galilei, via San Leonardo, Forte , Costa San Giorgio, San Niccolò

Sabato 3 ottobre 2020 Da Piazza San Marco al Giardino dell’Orticoltura Percorso facile (circa 3,3 km) Ritrovo e partenza: ore 9.30 piazza San Marco (davanti alla Chiesa) Percorso: piazza San Marco, piazza Indipendenza, via Leone X, Chiesa Russa, lungo il Mugnone, via Vittorio Emanuele II, Giardino dell’Orticoltura, il Parterre, piazza Libertà, Piazza San Marco

Sabato 7 novembre 2020 I ponti di Firenze Percorso pianeggiante e facile (circa 3,8 km) Ritrovo e partenza: ore 9.30 davanti al Torrino di Santa Rosa (lungarno di Santa Rosa) Percorso: lungarno di Santa Rosa, lungarno Soderini, lungarno Guicciardini, Borgo San Iacopo, via de’ Bardi, lungarno Torrigiani, lungarno Serristori, lungarno Cellini, Ponte a San Niccolò, ritorno fino al Ponte alla Carraia

Quartiere 2

Sabato 12 settembre 2020 “Viucce sorprendenti” attorno a la Lastra Percorso difficoltà media con molti saliscendi e prevalenza di asfalto (circa 4 km) Ritrovo e partenza: ore 9,30 “La Lastra”, Via Bolognese fermata autobus 25 “Lastra 01” (davanti al Bar) Percorso: via Bolognese, via Bolognese Vecchia, via della Concezione, via dei Massoni, Villa le Rondini, via Bolognese Vecchia, via dello Spedaluzzo della Ruota, via della Lastra, via Monterinaldi, via Bolognese

Sabato 10 ottobre 2020 Bagazzano e dintorni (a Settignano) Percorso con alcuni saliscendi su asfalto e sterrato (circa 6 km) Ritrovo e partenza: ore 9.30 Settignano - piazza Tommaseo (capolinea ATAF n. 10) Percorso: piazza Tommaseo a Settignano, via del Pianerottolo, via del Rossellino, via di Bagazzano, via della Rosa, via di Terenzano, via del Crocifissalto, via del Rossellino, piazza Tommaseo

Sabato 14 novembre 2020 Alla scoperta del Parco del Mensola e Coverciano Percorso facile prevalentemente sterrato (circa 5 km) Ritrovo e partenza: ore 9,30 viale Verga (capolinea ATAF n. 17) Percorso: viale Verga, via del Gignoro, via del Guarlone, Parco del Mensola, via Palazzeschi, Centro Tecnico di Coverciano, rientro su viale Verga

Quartiere 3

Sabato 19 settembre 2020 La collina di Montici sul finir dell’estate Percorso con dislivello con un tratto impegnativo (circa 8 km) Ritrovo e partenza: ore 9,30 davanti centro commerciale Piazza Bartali Percorso: Piazza Bartali, viale Giannotti, via di Ripoli, Parco di Villa Rusciano, via Fortini, via Santa Margherita a Montici, via Pian dei Giullari, via della Torre del Gallo, piazza degli Unganelli, via di Giramonte, via San Miniato al Monte, via dei Bastioni, viale Michelangelo, piazza Ferrucci, rientro su Piazza Bartali

Sabato 17 ottobre 2020 La Nave a Rovezzano fino a Marina di Candeli Percorso pianeggiante (circa 8,5 km) Ritrovo e partenza: ore 9,30 davanti centro commerciale Piazza Bartali Percorso: Piazza Bartali, via Erbosa, via Nazioni Unite, Nave a Rovezzano, via di Villamagna, via della Massa, Marina di Candeli, via della Massa, via di Villamagna, via di Rimaggio, via della Massa, via di Villamagna, Nave a Rovezzano, rientro verso piazza Bartali

Sabato 21 novembre 2020 Le Cinque Vie e Ponte a Ema Percorso pianeggiante e facile (circa 6 km) Ritrovo e partenza: ore 9,30 davanti centro commerciale Piazza Bartali Percorso: Piazza Bartali, via di Ripoli, via del Larione, via Benedetto Fortini, via Belisario Vinta, via delle Cinque Vie, via Benedetto Fortini, Ponte a Ema, rientro verso piazza Bartali

Quartiere 4

Sabato 12 settembre 2020 I parchi: Villa Strozzi, Boboli e Cascine Percorso facile con dislivello di circa 90 m. (8,5 km) Ritrovo e partenza: ore 9.30 Villa Vogel - sede Quartiere 4 (via delle Torri 23) Percorso: con la tramvia da “Foggini” a “Batoni”, via Batoni, via Dosio, via dell’Olivuzzo, Parco di Villa Strozzi, via di Monte Oliveto, Prato dello Strozzino, via di Bellosguardo, via del Casone, viale Petrarca, Porta Romana, Giardino di Boboli, Piazza Pitti, via dei Velluti, via Maggio, Ponte , lungarni fino alle Cascine, rientro in tramvia da “Cascine” a “Foggini”

Sabato 10 ottobre 2020 Passeggiata verso Scandicci alto Percorso facile con leggero dislivello di circa 50 m. (6 km) Ritrovo e partenza: ore 9.30 Villa Vogel - sede Quartiere 4 (via delle Torri 23) Percorso: con la tramvia dalla fermata “Foggini” si scende alla fermata “Nenni/Torregalli”, da lì sull’argine della Greve fino a salire a Scandicci Alto. Per il rientro: da Scandicci si prende la tramvia dalla fermata “De Andrè” verso il Quartiere 4

Sabato 14 novembre 2020 Il torrente Vingone Percorso facile con dislivello di circa 70 m. (circa 8 km) Ritrovo e partenza: ore 9.30 Villa Vogel - sede Quartiere 4 (via delle Torri 23) Percorso: partendo da Villa Vogel, si raggiunge con la tramvia T1 il capolinea a Villa Costanza (Scandicci), per poi proseguire a piedi per un’escursione che segue in parte il torrente Vingone passando per la località Rinaldi, ai piedi di San Martino alla Palma (rientro in tramvia T1 dal capolinea fino al Quartiere 4)

Quartiere 5

Sabato 26 settembre 2020 Quarto e dintorni Percorso collinare facile (circa 6 km) Ritrovo e partenza: ore 9,30 via Niccolò da Tolentino/via Aselli (capolinea ATAF nr 56) Percorso: via da Tolentino, via di Quarto, via della Quiete, via Reginaldo Giuliani, via della Petraia, via Ricci, via dell’Osservatorio, via Dazzi, via Loggia dei Bianchi, via delle Gore, via Aselli

Sabato 24 ottobre 2020 Da Castello alle Cave Percorso collinare con tratti sterrati di media difficoltà (circa 6,2 km) Ritrovo e partenza: ore 9,30 via Reginaldo Giuliani angolo via Giulio Bechi (viottolone) Percorso: Viottolone, via di Castello, via Giovanni da Sangiovanni, via della Castellina, sentiero, le Cave, via di Fontemezzina, via di Castello, viottolone

Sabato 28 novembre 2020 Quinto Alto e San Michele a Castello Percorso collinare di media difficoltà (circa 5,2 km) Ritrovo e partenza: ore 9,30 via della Petraia (villa Corsini) Percorso: via di Castello, Quinto Alto, cimitero di Quinto, via della Castellina, via della Covacchia, San Michele a Castello, via della Petraia

Gli itinerari e tutte le informazioni sono reperibili sul sito della Società della Salute di Firenze - www.sds.firenze.it , sul sito dei 5 Quartieri - https://quartieri.comune.fi.it/ e della UISP - www.uisp.it/firenze/

Fonte: www.comune.fi.it (Ufficio Stampa)

Firenze: tante iniziative all’insegna dell’attività fisica gratuita all’aria aperta. Si parte sabato 5 e domenica 6 settembre col Quartiere 3 al Parco dell'Albereta-Anconella dalle 16.30 alle 19.30

Al via nei cinque quartieri fiorentini le Feste dello Sport, l'iniziativa che animerà i parchi e gli impianti sportivi della città proponendo, come ogni anno, prove di sport per bambini e ragazzi, esibizioni ed altre iniziative, con il concorso di molte associazioni sportive del territorio e il coordinamento dell'Uisp. Il programma è stato presentato questa mattina a dall'assessore allo sport, i presidenti dei Quartieri e Marco Ceccantini,

Si parte in questo fine settimana (sabato 5 e domenica 6 settembre) col Quartiere 3 al Parco dell'Albereta-Anconella dalle 16.30 alle 19.30. Da mercoledì 9 a venerdì 11 settembre (dalle 16 alle 19) la “Festa dello Sport” si sposta al Quartiere 2 ai giardini Niccolò Galli del Campo di Marte (viale Manfredo Fanti, dietro lo stadio). Il fine settimana successivo tappa al Quartiere 4: nel week end del 19 (dalle 15 alle 19) e 20 settembre (dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19) l’impianto sportivo Betti in via del Filarete (zona Soffiano) si anima con le iniziative organizzate dalle società del territorio, intorno alla grande pista di atletica e dentro il palazzetto. Per il Quartiere 5 appuntamento al Pala Mattioli di via Benedetto Dei, sabato 26 e domenica 27 settembre, dalle 16 alle 19, con decine di discipline tutte da provare. Chiude il programma il Quartiere 1 che organizza la sua festa al sabato 3 e domenica 4 ottobre dalle 16 alle 19 alla piscina Pavoniere, al Parco delle Cascine.

Partirà sabato da Albinea la carovana di “No drop, no out”, il progetto promosso dalla Provincia di Reggio Emilia e dall’Upi Emilia-Romagna – in collaborazione con 8 Comuni, Uisp, Csi e Pinco srl – nell’ambito di “Azione ProvincEgiovani”, il bando promosso dal Dipartimento per le Politiche giovanili della Presidenza del Consiglio dei ministri, per contrastare la dispersione scolastica e l’abbandono sportivo e diffondere una maggiore consapevolezza ambientale ed etica da parte dei giovani.

Alle 11, nella Sala civica di Albinea, si terrà infatti la presentazione ufficiale del progetto da parte del presidente di Uisp Emilia-Romagna, Mauro Rozzi, e dell’assessore comunale allo Sport, Daniele Menozzi. Con loro anche l’atleta reggiano di parkour, Chiron Mahesu, che illustrerà le realtà degli sport alternativi nel nostro territorio. Proprio su queste discipline – meno note, ma non meno impegnative e divertenti come la danza urbana, gli sport di scivolamento e la giocoleria – punta infatti il progetto promosso da Provincia e Upi, insieme a Csi e Uisp per recuperare i troppi giovani che lasciano gli sport tradizionali.

Domenica 6 settembre sarà invece Boretto ad ospitare la prima prova pratica della carovana: a partire dalle 17, presso il Museo Polo della Navigazione a partire dalle 17, si terrà un evento gratuito per permetter a tutti provare, con la guida di atleti professionisti, proprio il parkour, spettacolare disciplina che punta a debuttare alle Olimpiadi di Parigi 2024. Nel rispetto delle norme anti Covid-19 l’evento è su iscrizione (che può essere fatta online attraverso la pagina www.provincia.re.it/nodropnoout o domenica mattina sul posto).

Intanto sono ben 98 i giovani delle province di Reggio Emilia, Modena e Parma che si sono iscritti al corso per diventare Ambassador, ovvero ambasciatori – rigorosamente under 25 – dell’attività fisica alternativa contro l’abbandono sportivo. Da lunedì hanno iniziato la formazione, incentrata sulle tecniche degli sport di strada e sulla regolamentazione anti-Covid19: 6 le lezioni on-line previste, alle quali seguirà una formazione on-site per gli studenti che si saranno maggiormente distinti. Al termine del corso promosso dalle Province con il supporto di Uisp e Csi, gli ambassador otterranno la qualifica di primo livello da operatore sportivo nel sistema certificazioni CONI-Snaq e affiancheranno i promotori negli eventi che si svolgeranno in diversi comuni della nostra provincia.

Dopo Albinea e Boretto, la carovana di “No drop, no aut” coinvolgerà infatti anche gli altri sei Comuni che hanno aderito al progetto della Provincia: Castelnovo di Sotto, Cavriago, Novellara, Rio Saliceto, San Polo d’Enza e Villa Minozzo.

Si svolgerà il prossimo 9 settembre (inizio ore 8,30) la quarta prova delle “Fantoniadi“ gli ormai tradizionali giochi della gioventù che l’Atletica Uisp di Marina organizza al campo scuola di via Bassagrande. Bene sono andate le prime tre prove, dove sono state inserite le due nuove specialità del lancio della pallina col paracadute e del salto con l’asta con la molla o con la bandiera. Molti i partecipanti che si sono cimentati in sei diverse specialità predisposte per l’avviamento alla atletica leggera agonistica. Oltre alle specialità di velocità, ostacoli, salto in alto, salto in lungo e vortex, la sesta gara per l’avviamento ai 3000 siepi con l’acqua, ha ottenuto ottimi risultati.

Intanto la società del presidente Mauro Fantoni (nella foto) ha organizzato un incontro con la nutrizionista Ornella Bonafede che ha parlato ai ragazzi dell’alimentazione specifica per giovani atleti. Rammarico è invece espresso dalla società marinella per non avere potuto effettuare il trofeo del Villeggiante, gare di atletica leggera che gli altri anni si sono svolte sulla spiaggia del bagno Morgana. “Facciamola andare bene“ è il motto e la speranza della Atletica Marina che dà appuntamento al prossimo anno.

ma.mu.

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“Il pattinaggio artistico a rotelle rappresenta ciò che voglio essere; trascorro la maggior parte del mio tempo al pattinodromo. Lo faccio per mia scelta e se non c’è mi manca”. Nicole Masieri ha 13 anni ed è già una forza della natura. Classe 2007, nata a Ferrara, abita a Santa Maria Maddalena: un amore per i pattini – il suo – che non è certo indifferente.

“Credo che il pattinaggio sia un esempio di come nella vita vanno affrontate le difficoltà”, le sue parole, “non mancheranno le cadute: a volte sarà facile rialzarsi, a volte si sbatterà il sedere e sarà più doloroso. Ma solo continuando a rialzarsi e riprovare si può progredire”. La passione per questo sport è sbocciata nel 2015 dopo aver assistito ad un’esibizione della sua società al Ballons Festival.

Un percorso sportivo che è già di assoluto prestigio e mette in evidenza tutte le doti tecniche ed umane di questa giovane campionessa del pattinaggio ‘Il Quadrifoglio’ di Ferrara: “Ho avuto la fortuna di vivere tantissimi momenti speciali”, incalza Nicole, “dal punto di vista della crescita sportiva ritengo che il più importante sia stata la vittoria ai campionati regionali Uisp Emilia-Romagna 2017, perché sono riuscita a superare avversarie che mi avevano sempre battuta, dimostrando che stavo migliorando e dando tanto entusiasmo a me stessa. Poi, dal punto di vista emotivo è stato più che speciale il terzo posto ai campionati nazionali Uisp 2019 della mia categoria, ma anche tanti altri”.

Fino ad arrivare a quest’anno: “Nel 2020 – a causa della pandemia e del conseguente lockdown – ho fatto soltanto 2 gare. L’ ultima, in ordine di tempo, è stata lunedì 31 agosto a Misano Adriatico dove si è svolto il campionato nazionale Aics “Memorial Sandro Balestri” nel quale mi sono classificata seconda nella mia categoria (giovani gruppo 3, specialità libero)”.

Le emozioni non mancano: “Prima di entrare in pista – ovviamente – ansia, paura di fallire e di fare brutta figura davanti a tutti. Appena, però, comincio a muovere i primi passi è come se tutto si fermasse e in quei tre minuti ci siamo solo io e la musica, mi lascio trasportare dal ritmo; la felicità mi riempie il cuore ma l’ansia non sparisce mai. Quando la musica finisce è come se tutto ricomparisse, mi sento più leggera con un ‘peso’ in meno”.

Progetti futuri? “Continuare a pattinare, imparare figure sempre più difficili e gareggiare nelle categorie più elevate, anche se questo sport è considerato minore e non ha il seguito che meriterebbe. Ma in generale desidero fare dello sport anche la mia vita professionale e, appena avrò l’età adatta, frequenterò corsi per diventare istruttrice”. Il motto di Nicole Masieri è una frase breve ma ricca di significato e rispecchia già tutta la sua grandezza: “Solo se ti rende felice”.

Iscrizioni possibili solo online entro l’8 Settembre.

Ormai non ci sono più dubbi o incertezze: Domenica 13 Settembre da Casal Borsetti scatterà la seconda edizione di “Ravenna Park Race”, l’evento in natura che già in occasione del suo esordio nel 2019 aveva riscosso un successo incredibile di pubblico, raccogliendo al contempo recensioni entusiastiche sulla bellezza del percorso interamente previsto nel Parco del Delta del Po nel territorio dei Lidi Nord ravennati.

Un evento che, ovviamente, sarà organizzato nel pieno rispetto di tutte le norme vigenti contro la diffusione del Covid-19 e in ossequio alle linee guida emanate. E proprio per rispettare tutte le indicazioni a tutela della salute, quest’anno non sarà possibile effettuare l’iscrizione sul posto e nemmeno nelle ore immediatamente precedenti lo start. Per l’edizione 2020 le iscrizioni sono possibili solamente online sul sito www.ravennaparkrace.com e chiuderanno alla mezzanotte di Martedì 8 Settembre.

Pochi giorni dunque per iscriversi, sia al Trail Running da 21 Km competitivo (http://bit.ly/trailrpr) senza dislivelli a livello del mare, sia all’Eco Walking, la camminata ludico motoria in natura di 8 km (http://bit.ly/walkrpr).

Una manifestazione per la quale, oltre alla bellezza dell’area, tra la massicciata lungomare, gli stradelli della pineta e la pialassa, si presterà grande attenzione alla sicurezza sanitaria in un periodo nel quale è necessario non abbassare la guardia. Pertanto, seguendo le linee guida stilate per questo tipo di eventi, la partenza è fissata dalle ore 8.45 del mattino nelle vicinanze del Centro Sportivo Stella Rossa a Casal Borsetti. A partire saranno 50 iscritti alla volta, con ogni gruppo distanziato di tre minuti. A partire saranno prima i runner competitivi del Trail da 21 km, seguiti dai non competitivi e dai camminatori. E tutti verranno sensibilizzati non solo sul rispetto delle normative anti Covid, ma anche sulla tutela dell’ambiente circostante attraverso comportamenti consoni ad un ecosistema bellissimo e da preservare.

Naturalmente, nelle fasi pre e post evento si procederà con tutte le attenzioni che in questi mesi sono divenute consuetudine come la misurazione della temperatura, la segnalazione degli appositi spazi da occupare ed i percorsi da seguire per evitare assembramenti.

E dopo aver memorizzato e adottato i giusti comportamenti, non resterà che godere della meraviglia di un percorso senza eguali in un ecosistema tutelato da centinaia di anni. I sentieri della Pineta San Vitale fra pini, pioppi, lecci, un ricco sottobosco, le grandi lagune salmastre collegate al mare e percorse da una rete di canali su cui sorgono i caratteristici casoni da pesca. La Pialassa della Baiona con i dossi che emergono dalle acque sui quali si sviluppano piante di rara bellezza e vivono molte specie di uccelli tra i quali i celebri aironi. La massicciata di Casal Borsetti, che consentirà di percorrere un tratto del percorso affacciato sul mare di settembre.

La manifestazione è inserita nel calendario Trail della UISP Emilia-Romagna. Per tutte le informazioni e le iscrizioni è possibile consultare il sito web www.ravennaparkrace.com.

Domenica 13 Settembre da Casal Borsetti scatterà la seconda edizione di “Ravenna Park Race”, l’evento in natura che già in occasione del suo esordio nel 2019 aveva riscosso un successo incredibile di pubblico, raccogliendo al contempo recensioni entusiastiche sulla bellezza del percorso interamente previsto nel Parco del Delta del Po nel territorio dei Lidi Nord ravennati. Un evento che, ovviamente, sarà organizzato nel pieno rispetto di tutte le norme vigenti contro la diffusione del Covid-19 e in ossequio alle linee guida emanate. E proprio per rispettare tutte le indicazioni a tutela della salute, quest’anno non sarà possibile effettuare l’iscrizione sul posto e nemmeno nelle ore immediatamente precedenti lo start. Per l’edizione 2020 le iscrizioni sono possibili solamente online sul sito www.ravennaparkrace.com e chiuderanno alla mezzanotte di Martedì 8 Settembre.

Pochi giorni dunque per iscriversi, sia al Trail Running da 21 Km competitivo (http://bit.ly/trailrpr) senza dislivelli a livello del mare, sia all’Eco Walking, la camminata ludico motoria in natura di 8 km (http://bit.ly/walkrpr). Una manifestazione per la quale, oltre alla bellezza dell’area, tra la massicciata lungomare, gli stradelli della pineta e la pialassa, si presterà grande attenzione alla sicurezza sanitaria in un periodo nel quale è necessario non abbassare la guardia. Pertanto, seguendo le linee guida stilate per questo tipo di eventi, la partenza è fissata dalle ore 8.45 del mattino nelle vicinanze del Centro Sportivo Stella Rossa a Casal Borsetti. A partire saranno 50 iscritti alla volta, con ogni gruppo distanziato di tre minuti. A partire saranno prima i runner competitivi del Trail da 21 km, seguiti dai non competitivi e dai camminatori. E tutti verranno sensibilizzati non solo sul rispetto delle normative anti Covid, ma anche sulla tutela dell’ambiente circostante attraverso comportamenti consoni ad un ecosistema bellissimo e da preservare. Naturalmente, nelle fasi pre e post evento si procederà con tutte le attenzioni che in questi mesi sono divenute consuetudine come la misurazione della temperatura, la segnalazione degli appositi spazi da occupare ed i percorsi da seguire per evitare assembramenti. E dopo aver memorizzato e adottato i giusti comportamenti, non resterà che godere della meraviglia di un percorso senza eguali in un ecosistema tutelato da centinaia di anni.

I sentieri della Pineta San Vitale fra pini, pioppi, lecci, un ricco sottobosco, le grandi lagune salmastre collegate al mare e percorse da una rete di canali su cui sorgono i caratteristici casoni da pesca. La Pialassa della Baiona con i dossi che emergono dalle acque sui quali si sviluppano piante di rara bellezza e vivono molte specie di uccelli tra i quali i celebri aironi. La massicciata di Casal Borsetti, che consentirà di percorrere un tratto del percorso affacciato sul mare di settembre. La manifestazione è inserita nel calendario Trail della UISP Emilia-Romagna. Per tutte le informazioni e le iscrizioni è possibile consultare il sito web www.ravennaparkrace.com.

OCCHIOBELLO (Rovigo) - Domenica 6 settembre si svolgerà sulla strada arginale la gara ciclistica competitiva Criterium nazionale cronometro individuale.

Dalle 7 alle 13 sarà in vigore la sospensione temporanea della circolazione in ambo i sensi di marcia, al passaggio dei singoli ciclisti considerati ancora in corsa lungo i tratti di strada di sommità arginale delle vie Chiavica, Cavallotti, Marconi, Malcantone.

La sospensione della circolazione, inoltre, riguarderà anche le rampe di accesso alla sommità arginale sulle vie Della Pace, Boccalara, Cavallotti, Chiavica (ordinanza 99/2020). I ciclisti partiranno da Gaiba alle 9.30 e percorreranno l’argine in direzione Occhiobello.

La competizione è organizzata dal Cicloclub estense per conto di Uisp ciclismo.

Articolo di Giovedì 3 Settembre 2020

SCRITTO DA: ALESSANDRO DENARO 3 SETTEMBRE 2020

Giunge alla decima edizione l’appuntamento che, come da tradizione si rinnova ogni anno nei primi giorni di settembre nel meraviglioso Stretto di Messina, rappresentando sempre una giornata di sport e aggregazione in memoria del surfista messinese Claudio Pellicane. Ancora più meticolosa l’organizzazione per una decima edizione che si arricchisce di ulteriori eventi nell’evento. Il trofeo open si svolgerà, come nelle ultime edizioni, presso la sede del Windsurf Club Messina, nello specchio d’acqua antistante la chiesa di Grotte.

La manifestazione organizzata come sempre dall’associazione “Stretto Infinito” in collaborazione con il Windsurf Club vedrà il supporto della Federazione Italiana Vela e degli enti di promozione sportiva Uisp, Csen e con la presenza di Aicw, a testimonianza della continua crescita e dell’importanza che la manifestazione consolida anno dopo anno.

Lo spirito della competizione sarà come da tradizione votato agli importanti valori della famiglia e dell’amicizia, che da sempre hanno fatto parte della vita di Claudio Pellicane, insieme a quella che per lui è stata la grande passione del windsurf.

Entro le 10:30 di domenica 6 settembre sarà possibile iscriversi al Trofeo direttamente presso il Windsurf Club Messina, dove, dopo il briefing con i partecipanti verranno espletate le modalità di regata, il percorso e il relativo regolamento. Previste come ogni anno minimo due manche, con la prima in partenza alle 11:30, in un percorso nel quale si daranno battaglia i certamente numerosi partecipanti, il tutto nel rispetto delle normative anti-Covid vigenti.

Alla fine della manifestazione verrà stilata la classifica assoluta che decreterà il vincitore della decima edizione del trofeo, nonché i primi tre classificati di ogni categoria “maschile”, “femminile” e “giovani”, con l’aggiunta quest’anno della “classe windsurfer”.

Previsto infine un importante appuntamento culturale, la settimana successiva, con la prima edizione del Premio “Stretto Infinito alle Culture del Mare”, dedicata alle donne e intitolata a Jeanne Villepreux. Saranno insignite del riconoscimento Patrizia Maiorca (Direttore della riserva del Plemmirio), Giusy e Antonella Donato (Mancuso Pescaturismo) e Katia Pastura (editrice e scrittrice). L’iniziativa direttamente promossa dalla Regione Sicilia – Assessorato ai Beni Culturali, avrà luogo domenica 13 settembre alle ore 19 presso i Bagnini – Lido Sea’s sport.