L'amara Scienza Della Dissimulazione Tra Tasso E

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L'amara Scienza Della Dissimulazione Tra Tasso E SILENZIO E INGANNO: L’AMARA SCIENZA DELLA DISSIMULAZIONE TRA TASSO E ACCETTO by MONICA BILOTTA A Dissertation submitted to the Graduate School-New Brunswick Rutgers, The State University of New Jersey in partial fulfillment of the requirements for the degree of Doctor of Philosophy Graduate Program in Italian written under the direction of Laura Sanguineti White and Andrea Baldi and approved by ___________________________________ ___________________________________ ___________________________________ ___________________________________ New Brunswick, New Jersey January 2008 ABSTRACT OF THE DISSERTATION Silenzio e inganno: L’amara scienza della dissimulazione tra Tasso e Accetto By MONICA BILOTTA Dissertation Directors: Laura Sanguineti White and Andrea Baldi This dissertation explores representations of silence and deception in Italian literature of the late sixteenth and early seventeenth centuries in Tasso’s Gerusalemme Liberata, the religious tragedies of Federico Della Valle (Iudit, Ester, La reina di Scozia), and Traiano Boccalini’s satires (Ragguagli di Parnaso). I analyze how these different works portray strategies of deception as a morally legitimate means of achieving religious and political independence from the increasing control of State and Church. Although such strategies are not explicitly theorized until a few decades later in Torquato Accetto’s Dissimulazione onesta (1641), my close examination of the historical, social and literary contexts of these works explores the cultural practices that helped to shape philosophical inquiry into the moral ramifications of silence and deception, a quest that involved heretics, rulers and even missionaries of the same period. In addition, I devote particular attention to issues of gender, as some of the female characters in these texts play an essential role in the construction of what I term “moral simulation.” ii Ultimately, I claim that silence and deception alter traditional representations of reality in different genres, resulting in more porous boundaries between genres. Although rooted in the necessity to protect the life of the authors and the dissemination of their works, the use of allusive and oblique rhetorical strategies becomes a literary code for any text which discusses the interaction between politics and religion. Such a direct reference to the fictive nature of literature shares significant points of intersection with the baroque celebration of ingegno as the fundamental means of achieving aesthetic pleasure. By challenging the limits of rhetoric, the authors of the Counter Reformation explore the unattainability of transparency in human relationships. iii Ringraziamenti Questa tesi raccoglie e riassume tutta la mia esperienza di Graduate Student presso il dipartimento d’Italiano dell’Università di Rutgers. Sin dalla sua prima ideazione ho sentito come il mio impegno intellettuale si nutrisse degli stimoli e i suggerimenti di maestri e colleghi, che ho adesso modo di ringraziare. Il mio primo debito di riconoscenza va a Laura Sanguineti White, per avermi attirato a Rutgers con la sua analisi sottile dei drammi dellavalliani e per avermi poi aiutato, maieuticamente, a individuare l’argomento di questa tesi, seguendone con partecipazione gli sviluppi. Particolare gratitudine va ad Andrea Baldi per avere incoraggiato e guidato ogni mio impegno di ricerca sin dai suoi esordi con l’attenzione personale che dedica generosamente ad ogni studente, arricchendo con la stessa cura il mio registro linguistico e le mie letture critiche. David Marsh, esempio di connubio tra gli studi classici e quelli italianistici, ha condiviso la mia fascinazione per Traiano Boccalini Ringrazio Lina Bolzoni, che, dopo avere dato il primo stimolo alla mia esperienza americana, continua a seguire i miei passi nel mondo della ricerca. Ilaria e Simone Marchesi mi hanno mostrato con entusiasmo e arguzia le regole non scritte della vita accademica statunitense sin dal mio arrivo a Rutgers. Non è facile esprimere con parole i mille modi in cui la loro premurosa amicizia ha sostenuto la stesura di questa tesi e la vita quotidiana a New Brunswick iv Don Antonino Minissale mi ha offerto preziosi suggerimenti sulla lettura biblica di Ester e Giuditta, prendendo spontaneamente l’iniziativa di farmi toccare con mano la ricca esegesi esistente intorno a queste due figure. Ringrazio, poi, tutti i miei amici e colleghi, con cui ho condiviso il cammino e che hanno ascoltato pazientemente le mie entusiastiche tirate sull’insito fascino della dissimulazione onesta. In particolare Sara, Flora, Alberto, Esther e Paolo per le illuminanti disquisizioni filologiche sugli argomenti meno canonici; Diane, Rita e Delilah per avermi aperto la strada ai segreti di Rutgers e, infine, Nevin, Anna Chiara, Stella, Sandy, Lara, Kathleen, Johanna, Roberto e Mary Ann, per avere reso Rutgers un mondo dove fosse piacevole vivere e non solo studiare. Carol e Robin rendono il Dipartimento d’Italiano un luogo accogliente e familiare, spingendosi sempre oltre le loro mansioni per aiutare ogni studente a risolvere le questioni più disparate. Grazie a Ricardo, che ha trasformato gli Stati Uniti in uno dei luoghi più significativi della mia vita. Grazie anche a Ewean, Lorenzo, Marisa e Virginia, che con la loro presenza infantile e con il loro stesso arrivo hanno colorato i miei studi di risonanze fresche e vitali. E ringrazio i miei genitori, che sento sempre alle mie spalle, e seguono ogni mio passo con infinito affetto e partecipazione. v Indice Abstract ii Ringraziamenti iv Indice vi Introduzione. 1 Capitolo I: Silenzio e inganno nell’età della Controriforma. 13 I. Il dominio della maschera 13 II. Chiesa e simulazione: evangelizzazione interna ed evangelizzazione estera 19 II. 1. Il nicodemismo 21 II. 2. Inquisizioni 27 II. 3. Dissimulare la croce di Cristo. I gesuiti in Cina. 31 III. La morsa dello stato tra Cinquecento e Seicento. 37 III. 1. Stato e Chiesa: Re cattolicissimo 45 .III.1.1. Giovanni Botero 48 III. 2. La corte, vera scuola di dissimulazione. 51 IV. Torquato Accetto: “In un giorno solo non bisognerà la dissimulazione” 55 IV. 1. Iconologia emblematica 63 .IV.1.1. Del cuor che sta nascosto 63 .IV.1.2. Di veli, luci e ombre. 66 .IV.1.3. Di volpi, lupi e altri animali 68 .IV.1.4. Dalla ruota della fortuna al teatro del mondo 72 Capitolo II: Torquato Tasso, ovvero dello statuto ingannevole del mondo 76 II. Eroine simulanti: Sofronia, Armida ed Erminia 77 II.1. Olindo e Sofronia 78 II.2. Armida: simulazione e magia 88 II.3. Erminia: dissimulazione e travestimento. 98 III. Armatura e t ravestimento 106 III.1. Corpi femminili: Erminia e Clorinda 107 III.2. Corpi maschili: Goffredo e Rinaldo 115 IV. La fallacia dello sguardo umano 125 Capitolo III: Dissimulazione femminile: le eroine di Federico della Valle 141 I. La dissimulazione in scena 141 I. 1. Catarsi controriformista 143 II. La dinamica del potere nelle tragedie 150 III. Il ruolo delle donne 153 IV. Judit 157 IV. 1. Vagao e Judit. 163 .IV.1.1. Parola e pittura 166 .IV.1.2. La toletta di Judit 171 V. Ester 182 V. 1. Aman e Mardocheo: la ruota della fortuna 188 V. 2. Ester e Aman 201 .V.2.1. Le vesti di Ester 208 vi VI. La reina di Scozia 213 VI. 1. La regina martire 214 VI. 2. Consiglieri malvagi 217 Capitolo IV: Simulazione e potere in Parnaso: Traiano Boccalini 226 I. Inganno e finzione 226 II. Buon governo: silenzio e adattabilità 239 II.1. Venezia: elogio della segretezza 241 II.2. I principati elettivi: “fuggire le novità” 253 II.3. Parnaso: empiria del buon governo 260 III. Intremezzo: la dissimulazione a corte 267 IV. Cattivo governo: principi, tiranni e ragion di Stato. 272 V. Ipocrisia pura 283 VI. Il ruolo degli intellettuali: Machiavelli e Tacito 291 Conclusione 300 Bibliografia 313 I. Bibliografia primaria 313 II. Bibliografia secondaria 314 Curriculum vitae 339 vii 1 Introduzione Fra la seconda metà del Cinquecento e la prima metà del Seicento, mentre si rafforza la separazione tra paesi protestanti e cattolici e le guerre di religione tendono a spostarsi all’interno delle nazioni, cresce il controllo della Chiesa e dello Stato sui corpi e sulle opinioni, così da rendere estremamente rischiosa ogni manifestazione di dissenso. Si consolida, dunque, sia per i príncipi che per i sottoposti, la necessità di nascondere o alterare il proprio pensiero, in bruciante conflitto con il richiamo ad una moralità integrale. La codificazione dell’identità nazionale in termini di identità religiosa determina, infatti, l’esigenza della pubblica adesione ai criteri della fede collettiva, spesso in netto contrasto con le esigenze della vita sociale e politica. Mentre i subordinati cercano un modo di conciliare il credo religioso con la segretezza e il dissenso, i potenti, dal canto loro, devono dimostrare che è possibile essere governanti astuti e potenti e al tempo stesso príncipi della cristianità. Si sviluppa, dunque, in Europa una intensa, quasi ossessiva, riflessione sugli intrecci tra politica e religione, ma anche tra verità e inganno, dibattito che trova ampio spazio anche nella produzione artistica del tempo. Nei testi letterari, così come nei libelli religiosi e nelle opere degli storiografi, ricorre l’indagine sulle occasioni e le modalità che rendono moralmente legittima la menzogna. Il presente studio intende indagare i margini di legittimazione della menzogna e del silenzio nelle opere di Torquato Tasso, Federico della Valle, Traiano Boccalini e Torquato Accetto, che affrontano la questione da angolature diverse. Tanto nella dimensione epica della Gerusalemme Liberata quanto nelle tragedie Judit, Ester e La reina di Scozia o nella prosa satirica dei Ragguagli di Parnaso, così come nel trattato 2 Della dissimulazione onesta trova spazio la difficile ricerca di una forma onesta di simulazione. L’ampiezza dell’arco cronologico e la varietà dei generi letterari delle opere in esame permette di ricostruire la rilevanza della potenziale moralità della simulazione in età controriformistica, e di riscoprire sia la specificità spirituale dell’epoca in cui questi testi sono stati composti, sia la matrice storica da cui le questioni legate all’inganno ricevono consistenza tematica.
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