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Iniziative per lo Sviluppo Sostenibile

NUOVA EDIZIONE 2013

iQuaderni CONTENUTI

3 L'oasi di un'area incontaminata 5 Dal pozzo all'acquedotto un lungo salto di qualità 6 I depositi alluvionali formarono la pianura padana 8 Il territorio è caratterizzato dalla presenza di risorgive 10 Disboscamenti e bonifiche hanno mutato il paesaggio 11 Coltivazioni vietate per salvaguardare le acque 12 Il bilancio idrologico nel bacino Leogra-Astico- 14 Le piante acquatiche vegetano tutto l'anno 15 I fossi, ambiente ideale per la flora e la fauna 18 Il grande gelso un monumento vivente 19 Enorme il valore della zona umida a prato 20 Il bosco e i suoi abitanti 22 Gustosissime frittelle con i fiori del sambuco 23 Certificazione di qualità per il foraggio 24 Le erbe officinali dell'Oasi 30 Il laboratorio effettua più di 40 mila analisi l'anno

Nelle pagine centrali l'illustrazione "Il ciclo dell'acqua" L'OASI DI VILLAVERLA UN'AREA INCONTAMINATA

La sede del Centro idrico di Novoledo ospita anche il laboratorio chimico in cui si effettuano le analisi dell'acqua

L’oasi naturalistica di Villaverla, ettari, corrispondenti a 67 campi chiamata da sempre “l’area delle locali. Ha una forma rettangola- vecchie sorgenti di ”, si re con il lato più lungo, di circa trova in località Novoledo, nel 900 metri, disposto in senso nord- comune di Villaverla (), sud, e il più corto, di circa 300 un paese di quasi seimila abitan- metri, in direzione est-ovest. Posta L’Oasi si trova ti che confina con Dueville. Di a una quota media di 52 metri a pochi chilometri proprietà del Comune di Padova, sul livello del mare, all’interno del dal piede l’Oasi si trova a pochi chilome- bacino pedemontano del Leogra- dei rilievi montuosi tri dal piede dei rilievi montuosi Timonchio-Astico e Bacchiglione, dell’altopiano dei Sette Comuni. occupa una posizione a cavallo dell’altopiano Si estende nell’alta pianura vicen- della cosiddetta “fascia delle risor- dei Sette Comuni tina su una superficie di 258.211 give”, dove avviene l’affioramento metri quadrati, poco meno di 26 dell’acquifero sotterraneo.

3 4 Dal pozzo all’acquedotto un lungo salto di qualità

L’acquedotto di Padova, costruito in provincia di Vicenza, la scelta centimetri e largo 78, a pelo libe- a fine ‘800, ha origine nell’oasi di fu dettata dai costi di costruzio- ro, in cui nella parte superiore Villaverla. Prima di quella data la ne delle condotte e dai risultati della sezione è presente l’aria; città di Padova si approvvigio- delle indagini microbiologiche, è costruita in calcestruzzo non nava da pozzi freatici, le cui con- che individuarono nell’area di armato e mattoni legati con dizioni igieniche erano spesso Dueville la soluzione ottimale. cemento Portland. Dagli anni ‘50 molto scarse, sia per le modalità Tra il 1886 e il 1888 nell’area di del secolo scorso, per soddisfare di costruzione dei pozzi stessi, prelievo furono infissi 131 pozzi la crescente richiesta idrica, è in sia perché la città era priva di Northon, con diametro di 60 mil- funzione una seconda linea di fognature. limetri ancora funzionanti, a una trasporto che, con un diametro Di conseguenza, erano frequenti profondità tra gli 8 e i 25 metri, di 90 centimetri, è in grado di tra- le infiltrazioni nel sottosuolo di con bocca di efflusso a 2 metri sferire quasi il doppio di quantità liquami, che andavano a con- sotto il piano campagna in modo d’acqua rispetto ai 40 milioni litri/ taminare le acque. Problema da permettere un’erogazione giorno della canaletta. all’origine della facile diffusione spontanea. Negli ultimi anni si è proceduto di malattie intestinali quali tifo Con il passare del tempo però, alla realizzazione di un’ulteriore e colera. Nel 1878, a seguito di la città si ingrandiva e con essa condotta, in acciaio, di 130 cen- accurate indagini idrogeologi- il suo fabbisogno idrico, tanto timetri di diametro, in grado di che, per la ricerca di un’area in cui che negli anni 1970-1971 si rese trasportare da sola 120 milioni fosse possibile captare acqua ido- necessaria la perforazione di di litri di preziosissima acqua al nea all’uso potabile come fonte altri due pozzi, profondi ben 130 giorno. All’interno di questa con- di approvvigionamento idrico metri e, nel 1991, si procedette dotta l’acqua non scorre più per per la città di Padova, venne indi- alla costruzione di un ulteriore gravità, ma viene spinta da elet- viduata una zona ricca d’acqua pozzo che raggiunge, in profon- tropompe che riducono i tempi nel vicentino. Dopo l’acquisto nel dità, il prolungamento roccio- di percorrenza e eliminano i rischi 1885 dei terreni che oggi costi- so miocenico dell’Altopiano di di possibili contaminazioni. Una tuiscono l’Oasi, la Società Veneta . Risalita in superficie, l’ac- sofisticata rete di telecontrollo per Imprese e Costruzioni pub- qua viene immessa in una con- consente di conoscere in tempo bliche dell’ingegnere Vincenzo dotta detta “canaletta”, all’inter- reale l’insorgenza di eventua- Stefano Breda, ottenne l’appalto no della quale percorre circa 40 li alterazioni nelle condotte e dei lavori per la costruzione del chilometri raggiungendo Padova di attivare immediate azioni di primo acquedotto padovano. per caduta, ossia sfruttando il intervento. Rispetto ad altre possibili fonti dislivello altimetrico di 39 metri Oggi l’acquedotto serve circa 300 idriche, quali i fiumi Brenta e tra Dueville e la città. mila abitanti, con un consumo di Bacchiglione, o le sorgenti di La condotta è un piccolo cana- circa 400 litri al giorno per perso- Oliero e di Camisino di le totalmente interrato, alto 110 na (compresi gli usi industriali).

5 i depositi alluvionali formaRONO la pianura padana

La pianura vicentina, come la mentazione con caratteristiche calazioni lentiformi limo-argil- gran parte della Pianura Padana, abbastanza omogenee che si lose; in alcune aree sono fre- è costituita da uno strato di sviluppano in direzione parallela quenti livelli ghiaiosi più o meno depositi alluvionali dell’Era rispetto al limite dei rilievi e alla cementati. Successivamente, Quaternaria provenienti da linea di costa, e perpendicolar- nella media pianura, le ghiaie fiumi e ghiacciai, che poggia mente ai fiumi. diminuiscono verso sud sostitui- sopra un basamento cristallino Nell’alta pianura, a ridosso dei te da sabbie e argille. Il progressi- del Terziario. La presenza del rilievi prealpini, si estende una vo assottigliamento delle ghiaie materasso alluvionale cresce fascia di 10-15 chilometri costi- e il conseguente passaggio da rapidamente a partire dalla zona tuita da alluvioni ghiaiose pra- un materasso indifferenziato a di affioramento dello strato ter- ticamente indifferenziate fino una successiva alternanza litolo- ziario fino a raggiungere circa al substrato roccioso. Le ghiaie, gicamente differenziata, avven- 1.000 metri in corrispondenza di natura prevalentemente car- gono da monte a valle in modo della fascia costiera. Nel mate- bonatica, contengono sabbia e relativamente rapido e nel com- rasso alluvionale sono indivi- una frazione più abbondante di plesso abbastanza regolare. Alla duabili (partendo a ridosso dei materiali grossolani, raramente differenziazione degli orizzonti rilievi prealpini) fasce di sedi- accompagnate da sottili inter- grossolani dà riscontro l’aumen-

6 i depositi alluvionali formaRONO la pianura padana

to rapido dei materiali fini argil- dei rilievi prealpini dove si trova zata dalla presenza di innumere- losi e sabbiosi, che inglobano i compresa tra i 50 e i 150 metri voli sorgenti, che danno origine livelli ghiaiosi. sotto il piano campagna. La velo- a tutta una serie di corsi d’acqua. Lungo la fascia pedemontana il cità di deflusso nell’Alta Pianura, Nella media pianura si riscontra materasso ghiaioso indifferen- valutata in alcuni punti mediante un sistema multifalde, formato ziato alloggia in un’unica falda, traccianti, mostra valori piuttosto da un acquifero freatico a debo- a carattere freatico, con conti- elevati, fino a 5 metri al gior- le profondità (questo però non nuità laterale determinata dal no. Verso sud la falda si avvicina sempre è presente), e da più contatto diretto tra i materiali progressivamente alla superficie falde in pressione, molte delle grossolani permeabili delle varie del suolo, fino ad affiorare spon- quali zampillanti. L’alimentazione conoidi alluvionali. Si tratta di un taneamente a giorno nei punti di questo sistema idrologico acquifero potente, abbondante, più bassi lungo una fascia prati- dipende prevalentemente dalla sfruttato intensamente per l’ali- camente continua, al passaggio dispersione in alveo che si verifi- mentazione di importanti indu- tra l’alta e la media pianura dopo ca allo sbocco in pianura dei corsi strie e di importanti acquedotti. un percorso sotterraneo di 10-15 d’acqua presenti (altri apporti di La profondità della superficie chilometri. È questa la fascia dei acqua sono la dispersione per della falda è massima a ridosso fontanili (o risorgive), caratteriz- irrigazione e le piogge).

7 IL TERRITORIO È CARATTERIZZATO DALLA PRESENZA DI RISORGIVE

Le risorgive derivano dall’affio- naturalmente dal terreno. la presenza di elementi idrologici ramento in superficie della fal- Le risorgive, analogamente a una e idrografici di notevole inten- da freatica e costituiscono una “presa” di sorgente funzionano sità, quali la quantità e la distri- delle caratteristiche ambientali come “troppo pieno” del sistema buzione temporale delle preci- più tipiche della pianura vene- idrogeologico che le alimenta. pitazioni e le acque fluenti nel ta, dove sono distribuite in una La conservazione degli ecosi- fitto reticolo di rogge e torren- fascia ristretta: la fascia delle stemi coincidenti con le risorgi- ti caratteristico di questa zona. risorgive. ve dipende anche dal manteni- Interrogato sulla ricchezza delle Da secoli l’uomo sfrutta que- mento dell’equilibrio del sistema falde presenti nell’Alto Vicentino, sto fenomeno idrogeologico idrogeologico posto a monte. A il professore padovano Giorgio mediante l’escavazione artificia- determinare la grande produt- Dal Piaz disse: “… Le falde idriche le, sia di un canale vero e proprio, tività di questo sistema idrico della conoide alluvionale vicen- sia della “testa” dove si trovano le sotterraneo non hanno concor- tina sono alimentate dalle acque polle dei fontanili, per captare e so però solo fattori geologici, dei torrenti che la attraversano, convogliare le acque emergenti indispensabile è risultata anche da quelle delle precipitazioni

8 Profilo stratigrafico esemplificativo dell'alta pianura area urbanizzata

pianura alto vicentino

risorgiva

corso d'acqua superficiale

pozzi

pozzo arenaria compatta

strato di ghiaia e sabbia strato di limo e argilla

meteoriche e dallo scioglimento ti della pianura si è avuta una tazione naturale, a volte si dimo- delle nevi, dall’acqua delle sor- considerevole diminuzione delle stra invece deficitaria, e non in genti carsiche sepolte ai piedi portate o addirittura l'estinzio- grado di contrastare il naturale dei massicci montani calcarei, ne di alcune risorgive. Inoltre, processo di interramento. oltre ad acque provenienti dai esse sono sovente sottoposte a Quelle presenti lungo il percorso bacini contigui. Tenuto conto di contaminazione sia di tipo pun- all’interno dell’Oasi di Villaverla tutti questi contributi sarà facile tuale, sia di tipo diffuso, a causa sono risorgive di sbarramento: rendersi ragione come la dispo- della percolazione di sostanze la risalita dell’acqua è dovuta nibilità idrica locale sia di non inquinanti e di nutrienti delle alle variazioni di permeabilità in comune ingenza”. aree agricole circostanti. A ciò si senso orizzontale che si realizza- Negli ultimi anni, per il progres- sovrappone la spesso non ade- no con il graduale passaggio dai sivo squilibrio nel bilancio idro- guata manutenzione dei siti, che sedimenti fortemente permeabi- geologico e per i numerosi inter- a volte viene effettuata in modo li caratteristici dell’alta pianura, a venti sul territorio (escavazioni e eccessivamente “energico”, con quelli più fini e meno permeabili urbanizzazioni), in diverse par- totale eliminazione della vege- tipici della bassa pianura.

9 DISBOSCAMENTI E BONIFICHE HANNO MUTATO IL PAESAGGIO

Se potessimo tornare indietro nel scamenti con la conseguente mente come ulteriore demarca- tempo e osservare il territorio del- apertura di radure. zione dei limiti di proprietà. Un la pianura veneta, questa ci appa- Il periodo romano fu probabil- breve momento di espansione per rirebbe completamente ricoperta mente quello che apportò più le foreste si verificò in concomi- da un’unica e immensa foresta di modifiche al paesaggio planiziale. tanza della crisi dell’impero roma- latifoglie, interrotta solamente dai Con le bonifiche e la costruzio- no, ma con l’arrivo dei Longobardi, corsi dei fiumi e dei torrenti che la ne di strade, le foreste subirono poiché fu concessa la libertà di attraversano. Questa foresta, della taglio, si verificò un ulteriore ridi- quale abbiamo una approssimata mensionamento. Solo i boschi che raffigurazione attraverso lo studio costituivano le riserve di caccia dei pollini fossili, era costituita da furono salvaguardati al tempo di querceti a farnia, in cui si pote- Carlo Magno, quando la caccia era vano trovare esemplari di olmo, il passatempo preferito dei nobili. tiglio selvatico, acero campestre, Tra il X e l'XI secolo la tendenza nocciolo e carpino bianco o anco- al disboscamento è continuata: ra, nelle zone più umide, il salice iniziata nel territorio dai mona- bianco, il pioppo, l’ontano nero e ci benedettini, la bonifica degli il frassino ossifillo. In questa con- ambienti paludosi della fascia del- sociazione vegetale aveva trovato le risorgive e l’uso agricolo non ospitalità una fauna ricca di ani- ebbero più fine; anzi, dal 1800 si mali oggi rari o del tutto scom- un notevole ridimensionamento, passò ad una vera e propria agri- parsi dalle foreste planiziali quali anche se ancora modesto rispetto coltura intensiva. Oggi, guardando il cervo, il capriolo, l’orso, il lupo, alla situazione attuale. I Romani, il territorio della pianura veneta, la lince, l’aquila reale, la gru e la infatti, erano soliti conservare e questa ci appare completamente cicogna. tutelare alcune porzioni di bosco ricoperta da campi coltivati inten- Quest’ambiente non fu però desti- sia in qualità di bene pubblico, sivamente, paesi sviluppati senza nato a rimanere intatto per lungo “ager publicus”, sia in qualità di un preciso disegno, torrenti e fiu- tempo: già con gli insediamenti bosco sacro dedicato alle divinità mi che vengono fatti passare dove palafitticoli si hanno i primi disbo- o ai morti, ma anche semplice- è più conveniente per l’uomo.

10 COLTIVAZIONI VIETATE PER SALVAGUARDARE LE ACQUE

L’intervento dell’Azienda regionale delle foreste (oggi Agricoltura) si identifica in sei azioni di riqualificazione ambientale: • creazione nella parte meridionale dell’area di un bosco planiziale a farnia, carpino bianco, acero campestre, frassino ossifillo, ontano nero, salice bianco e pioppo nero con il relativo Quando, nel 1885, le risorgive limitava anche la stessa fruibilità. corredo di arbusti, per di Dueville vennero individuate In particolare le vecchie capitozze un’estensione di circa 10 come possibili fonti di approvvi- dei salici, dei pioppi e degli aceri ettari; gionamento idrico per la città di campestri, senza un provviden- • modifica della Padova, furono acquistati anche ziale intervento di manutenzione, composizione, struttura alcuni terreni attorno ai pozzi in avrebbero rischiato di schiantare, e trattamento delle modo da garantire un’adeguata sotto il peso dei loro polloni, i rovi vecchie siepi ripariali, fascia di rispetto. Fino alla metà avrebbero invaso vaste aree e la sostituendo le capitozze degli anni ‘70, l’area delle sorgenti sopravvivenza dei piccoli lembi di salice bianco e pioppo è stata gestita con pratiche coltu- di bosco planiziale sarebbe stata nero con aceri, carpini, rali del tutto simili a quelle utilizza- messa a dura prova. querce e farnie, il tutto te nelle terre circostanti e le uni- Nel 1990, quindi, l’Amag, divenu- governato ad alto fusto; che differenze consistevano nella ta parte di AcegasAps, incaricò • creazione di nuove siepi, conservazione, per motivi estetici l’Azienda regionale delle foreste, sia per completare il e naturalistici, di alcuni elemen- (Arf), oggi Veneto Agricoltura, di reticolo delle stesse, sia ti peculiari del paesaggio agrario, predisporre un progetto organico per ottenere un sistema a quali la rete idrica superficiale, i di sistemazione dell’intera area in “campi chiusi”; prati umidi e i piccoli boschet- modo da associare una positiva • conservazione degli ti planiziali, che stavano invece evoluzione ecologica al manteni- ultimi elementi della scomparendo dal resto della pia- mento di un paesaggio piacevole. piantata padana (filari nura. Per salvaguardare la qualità Oggi, a progetto completato, l’area di aceri campestri che delle acque contenute nell’acqui- presenta elevati valori naturalistici sostenevano le viti); fero sotterraneo, si abolì allora, in oltre che estetici e didattici che, • modifica delle modalità tutta l’area, ogni forma di colti- se da una parte hanno rilevanza di coltura dei prati stabili; vazione e concimazione, antici- nazionale, in quanto costituisco- • recupero della rete dei pando ciò che più tardi fu reso no un esempio di lungimirante “gatoj”, cioè delle piccole obbligatorio per legge nel 1988. gestione e sensibilità ecologica, rogge alimentate dalle L’area andò quindi incontro a un dall’altra le hanno conferito a pieni acque di risorgiva. progressivo inselvatichimento che voti il titolo di “Oasi Naturalistica”.

11 BILANCIO IDROLOGICO nel bacino Leogra-Astico-Bacchiglione

L’acqua contenuta in un serbatoio sotterraneo è acque piovane e irrigue) e i prelievi dai pozzi (che una risorsa rinnovabile grazie alla ciclicità dei pro- sottraggono sempre più acqua dalla falda e ne cessi idrologici continuamente in atto. In un anno abbassano il livello). idrologico gli afflussi e i deflussi di un acquifero La variazione dei fattori di alimentazione idrica possono essere rappresentati da un’equazione di ha conseguenze importanti sul regime della falda bilancio, che considera: precipitazioni, dispersioni sotterranea che viene messo in evidenza dalle dei corsi d’acqua, afflussi e deflussi delle acque oscillazioni del livello dell’acqua nei pozzi. sotterranee, deflussi attraverso risorgiva, emungi- Risulta perciò di fondamentale importanza moni- menti, perdite dei sistemi irrigui. torare i livelli di falda. Nel bacino Leogra-Astico- Il sistema idrologico si mantiene in equilibrio Bacchiglione questa attività viene effettuata uti- quando afflussi e deflussi conservano valori simili lizzando una rete di circa 80 pozzi di controllo, per nel medio-lungo periodo. una ventina dei quali il monitoraggio è effettuato A provocare variazioni nella falda concorrono fat- in modo automatico. tori naturali, come la diversa distribuzione (nell’ar- Considerando gli ultimi quarant'anni, si nota nel co dell’anno) delle precipitazioni meteoriche e bacino idrologico dell’Alto Vicentino, una dimi- fattori antropici: ne sono un esempio la progres- nuzione dei fattori in entrata e un aumento di siva impermeabilizzazione dei corsi d’acqua (che uno dei fattori in uscita (l’emungimento). Come riduce le dispersioni in alveo), la cementificazio- conseguenza sono diminuiti il livello medio della ne del suolo (che diminuisce le infiltrazioni delle falda e i deflussi di risorgiva.

Andamento del livello di falda Pozzo 27 -

56

55

54

53 . m . l . 52 s

m

51

50

49

48 1971 1973 1975 1977 1979 1981 1983 1985 1987 1989 1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 anno

12 Impermeabilizzazione del suolo

alla fine dell’Ottocento alla fine del Novecento

La superficie urbanizzata nell'alta pianura vicentina costituisce oltre il 35% del territorio, con punte che superano il 40% nel triangolo --Zanè e che sfiorano il 60% nel bassanese

Il grafico a fianco rappresenta l’andamento del livello di falda misurato, nel periodo 1971-2009, in un pozzo particolarmente significativo, situato a Caldogno, profondo 12 metri dal piano campagna e a una quota di 57,52 metri sul livello del mare. La linea di tendenza evidenzia l’abbassamento medio della falda nel periodo di osservazione, con una diminuzione di circa 1,2 metri del suo livello, corrispondente a un abbassamento medio di circa 3 centimetri all’anno. è perciò necessario razionalizzare e ottimizza- re l’uso dell’acqua, evitando gli sprechi sia nelle nostre case, sia nell’ambito delle attività lavorative, mettendo in pratica ogni accorgimento per rispar- miare la preziosa risorsa idrica. A tale scopo, è, non solo auspicabile, ma soprattut- to indispensabile che sia posto rimedio ai pozzi a perdere. Difatti, in una decina di comuni attorno a Vicenza, compreso il capoluogo, sono stati censiti oltre 8.000 pozzi, dei quali circa 2.500 a efflusso libero, cioè con acqua a perdere. La quantità d’acqua sprecata in questo modo è calcolata in 30 milioni di metri cubi all’anno, l’equi- valente del fabbisogno di una città di oltre 150 mila abitanti, nonostante esistano due ordinanze del Genio Civile di Vicenza (1993 e 2000) che prescrivono la regolazione dei pozzi e la chiusura delle fontane, come anche ribadito in tempi più recenti dal Piano di Tutela Acque della Regione Veneto (novembre 2009).

13 LE PIANTE ACQUATICHE VEGETANO TUTTO L'ANNO

La risorgiva viene definita idro- a qualche anno, la risorsa idrica 1808, si cominciò anche a colti- logicamente come il punto della viene a giorno con una tempera- varlo e a commercializzarlo sia superficie terrestre in cui riaffiora tura compresa tra i 13 e i 14 gradi come insalata, sia come coadiu- l’acqua contenuta nell’acquifero centigradi. Hanno approfittato di vante nella cura di anemie, dato sottostante. La sua presenza, in questa costante termica alcune il grande contenuto di vitamine questa particolare zona della pia- piante acquatiche che possono A e C e di elementi come il fer- nura vicentina, è spiegata dal- vegetare per tutto l’anno e, dun- ro, lo zolfo e lo iodio. Altra pian- la discontinuità stratigrafica del que, sono osservabili in qualsia- ta acquatica, galleggiante, facil- sottosuolo. All’interno dell’Oasi di si stagione si decida di visitare mente riconoscibile, che vegeta Villaverla sono presenti quattro l’area. Una specie che si trova nelle acque di risorgiva, è la len- risorgive (Bojona, Albera, Zanini abbondante in questi ambien- ticchia d’acqua, Lemna minor L. e Beverara), più una risorgiva su ti lungo i “gatoj” e i fossati è il La sua struttura è molto semplice: cui è stato costruito il fabbrica- Crescione, Nasturtium officinale. la parte galleggiante verde, simi- to “Sorgenti”, dove una cinquan- Il nome Nasturtium (dal latino le alla lenticchia edule, si molti- tina di pozzi alimentano conti- nasi tortium, naso storto) deriva plica per gemmazione, mentre la nuamente l’acquedotto. Tra le dall’odore pungente della pian- parte sommersa è sempre costi- proprietà e le caratteristiche di ta, le cui foglie composte, impa- tuita da una sola radice. I fiori quest’acqua oligominerale è da ripennate, rimangono verdi per sono piccolissimi e difficilmente segnalare la temperatura costan- tutto l’anno: erano conosciute fin osservabili, ma, come la specie te per tutto l’anno: racchiusa dall’antichità. Già nel 1650 il cre- precedente, popolano tutto l’an- nell’acquifero sotterraneo per un scione era usato dagli erboristi no le acque dell’intero reticolo tempo variabile da alcuni mesi per combattere lo scorbuto, e dal idrografico dell’Oasi.

14 I FOSSI, AMBIENTE IDEALE PER LA FLORA E LA FAUNA

Forse più conosciuto con il nome dialettale di “marsone”, lo scazzone, Cottus gobio, proprio per la sua importanza nell’indicare la purezza delle acque dell’oasi, si è meritato il titolo di simbolo dell’area naturalistica

Dalle polle di risorgiva prende care delle specie definite bio- del tempo, nascosto sotto le vita un fitto reticolo di fossi, o indicatori: quegli animali la cui pietre o la ghiaia del fondo, ma meglio di “gatoj”, che nel gergo presenza o assenza ci permette sempre molto attento e pronto volgare di un tempo, venivano di comprendere lo stato qualita- a tendere un agguato all’even- distinti dai primi perché in essi tivo dell’ambiente. tuale preda, pesce o insetto, di scorreva solo acqua di risorgi- A garanzia della limpidezza, del- passaggio. La sua colorazione va e venivano tutelati da una la freschezza e della ricchez- corporea muta con il variare del serie di leggi non scritte che za di ossigeno di queste acque fondo su cui è posato renden- ne limitavano l’accesso e l’uti- di risorgiva troviamo la trota e dolo ulteriormente difficile da lizzo. All’interno dell’oasi questi lo scazzone: quest'ultimo più scorgere: ciò nonostante non “gatoj”, che si sviluppano com- conosciuto con il nome dialetta- è rimasto indenne alla pesca plessivamente lungo una rete le di “marsone”, indica la purezza di frodo, essendo la sua carne per circa 4,5 Km, offrono l’am- delle acque dell’oasi, meritan- molto gustosa e ricercata. La biente ideale di vita per una dosi il titolo di simbolo dell’area sua scelta a simbolo dell’oasi è flora e una fauna particolare. naturalistica. Ha una forma tozza, dovuta sia alla sua importanza Soprattutto per quanto riguarda vive nelle acque poco profonde ecologica, sia al fatto che la sua il modo animale, nelle acque ed è difficile da scorgere perché presenza numerica sta drastica- dei “gatoj” si possono identifi- se ne sta, per la maggior parte mente diminuendo.

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IL GRANDE GELSO UN MONUMENTO VIVENTE

di diventare farfalle, si racchiudo- no in un bozzolo, intessuto di un unico filo di seta che raggiunge quasi un chilometro di lunghezza. La seta viene prodotta da speciali ghiandole, che in altri insetti pro- ducono invece la saliva, e assume l’aspetto filamentoso in quanto deve uscire forzatamente attra- verso una piccola apertura subito L’Oasi custodisce un monumento dietro la bocca. Una volta svilup- vivente: si tratta di un grande gel- pato, l’insetto esce dal suo bozzo- so (Morus alba L.) che ha trovato lo rompendolo e quindi renden- all’interno dell’area naturalistica do inutilizzabile la seta. un ambiente ospitale in cui poter Per ovviare a questo inconvenien- crescere e svilupparsi nello spa- te, i contadini avevano imparato a zio con armonia, per raggiungere mettere i bozzoli in un essiccatoio lo spettacolare portamento che per alcuni giorni, dove l’alta tem- oggi affascina i visitatori. peratura uccideva i costruttori Questa specie, messa a dimora racchiusi all’interno, impedendo lungo i confini dei campi o del- quindi la rottura del filo di seta. le proprietà, veniva coltivata per Questo veniva ottenuto srotolan- la qualità del suo legno che non do in acqua il bozzolo (compito marcisce a contatto dell’acqua, e che spettava alle donne). per le sue more, molto zuccheri- Dalla fine della Seconda Guerra ne, e utilizzate dalle massaie per Mondiale, però, a causa della con- produrre confetture e sciroppi. correnza delle fibre artificiali, que- Affascinante è la storia di questa sto tipo di coltura (bachicoltura) pianta le cui foglie hanno nutri- declinò e gli stessi alberi furono to i bachi da seta, garantendo decimati. alle genti di queste campagne la Pochi sono gli esemplari rimasti sopravvivenza, grazie all’attività nella pianura circostante sia per- commerciale derivante dalla ven- ché l’interesse per queste piante dita del pregiato tessuto. è andato diminuendo, sia perché Il gelso è una specie importata gran parte delle piantate non è dall’oriente nel 1601 assieme al stata sostituita alla morte degli baco da seta, ovvero il bruco del- alberi; nell’oasi se ne possono la farfalla notturna Bombyx mori. osservare solo una decina, facil- Tutti i bruchi si nutrono esclusiva- mente identificabili per la forma mente delle foglie del gelso bian- arrotondata della chioma, alcuni co e, raggiunta la maturità, prima dei quali sono secolari.

18 ENORME IL VALORE DELLA ZONA UMIDA A PRATO

Nella parte meridionale dell’Oasi è co: ospitano infatti specie vegetali ma di torba. Attorno alle polle si presente un molinieto, ovvero una di particolare interesse naturali- sviluppa quindi una vegetazione zona a prato il cui terreno è piutto- stico perché sono specie tipiche caratteristica, in cui si riconoscono sto umido e in cui è molto abbon- di ambienti freddi che scesero in Cladium mariscus (un’elevata cipe- dante una graminacea, Molinia pianura durante l’ultima glaciazio- racea che forma quasi un canneto) caerulea, da cui prende il nome. ne e, al ritiro dei ghiacciai, trovaro- e Schoenus nigricans (una cipera- È un tipo di vegetazione endemi- no in queste aree un habitat-rifu- cea più piccola che contribuisce co della pianura padana orientale, gio idoneo. Molte specie legate a alla formazione della torba); nella tipico del tradizionale paesaggio questi ambienti sono attualmente zona a prato si trovano altre spe- colturale legato all’ambiente di inserite nelle Liste Rosse Regionali cie pregevoli come Carex flava, risorgiva, reso stabile e ricco flori- e nel Libro Rosso Nazionale delle C. lepidocarpa e Plantago altissi- sticamente grazie al drenaggio e specie minacciate di estinzione. ma. Solitamente nelle zone umi- allo sfalcio. Un tempo molto estesi Nell’area a molinia sono presen- de a prato sono frequenti anche e diffusi perché il prodotto dello ti alcune polle di risorgiva, che le orchidee; purtroppo nel moli- sfalcio si utilizzava per la lettie- garantiscono, durante il corso nieto è stata riscontrata solo la ra del bestiame, i molinieti sono dell’anno, la presenza di acqua presenza di Listera ovata, a testi- oggi divenuti assai rari in seguito piuttosto fredda, povera di carico moniare come l’abbandono del- alle modificazioni dell’agricoltu- organico e con pH da neutro a le pratiche colturali impoverisca, ra e all’abbandono delle pratiche debolmente alcalino, caratteristi- in questo ambito, la vegetazione. colturali. In particolare, il molinieto che che condizionano il micro- Altre specie tipiche, quali Gentiana dell’oasi risulta fortemente isolato clima e il chimismo del substrato pneumonanthe, Gladiolus palustris in quanto circondato da coltivi e e dell’area. Infatti si verifica un e Allium suaveolens, sono state centri abitati, e lontano da altre rallentamento della decomposi- reintrodotte negli anni 1996-97 comunità vegetali simili. zione dei resti vegetali e animali, nell’ambito di un progetto di recu- I molinieti hanno però un elevato dando luogo, nel tempo, a un pero e riqualificazione ambientale valore naturalistico e biogeografi- accumulo degli stessi sotto for- del molinieto.

19 IL BOSCO E I SUOI ABITANTI PADRONI INDISCUSSI DELL'AREA

Nel bosco creato dall’uomo han- che popolano il bosco possono - uccelli di piccole dimensio- no trovato riparo molti animali, essere classificati in alcuni pic- ni, ma con voce potente che si soprattutto uccelli che risulta- coli gruppi con caratteristiche fanno sentire senza esitazione no più facili da vedere e udire, comuni: (scricciolo e regolo). D’inverno, rispetto ai mammiferi, come i - uccelli rapaci diurni (poiana, fal- quando gli alberi sono privi di caprioli, maggiormente intimo- co pecchiaiolo) e notturni (alloc- foglie, è possibile osservare i nidi, riti dalla presenza umana. Molti co, gufo, civetta); mentre in primavera ed esta- sono gli uccelli che scelgono - uccelli che nidificano nelle cavi- te la presenza degli uccelli è questa zona come area di sosta tà degli alberi (picchio, cincialle- confermata dai canti che risuo- durante le migrazioni o lo sver- gra e torcicollo); nano tra gli alberi. Non di rado namento, ma c’è anche un buon - uccelli che mangiano i semi capita di scorgere caprioli tra la numero di specie che vi nidifica- degli alberi del bosco (frosone, vegetazione. La stagione miglio- no permanentemente. Gli uccelli lucherino); re per osservare questi animali è

20 Nell’ambito della convenzione stipulata con l'Azienda regionale foreste, oggi Veneto Agricoltura, per la gestione ambientale dell’intera zona, è stato ricostruito, per la prima volta nel Veneto, un bosco la primavera, quando escono di riportano in circolazione ele- planiziale, un tratto buon’ora dal bosco e si disper- menti e sostanze che altrimen- di quell’ecosistema dono nelle radure per bruca- ti non potrebbero essere più di grandissimo re i primi germogli. Anche nel utilizzati. La demolizione del- valore scientifico, bosco possiamo osservare dei la sostanza organica morta è naturalistico ed segni che ci testimoniano la compiuta da diversi organismi, estetico eliminato loro presenza, dalle impronte milioni d’insetti, lombrichi, fun- per far spazio ad aree ai giacigli nell’erba. Interessante ghi e batteri che intervengo- urbane e colture. è il verso del capriolo, poiché no in diversi momenti anche Sono state utilizzate questa figura così graziosa ed secondo il grado di decompo- le essenze tipiche elegante emette suoni rauchi sizione della materia. Questa dei boschi planiziali e gutturali. Di solito il capriolo azione di smontaggio com- padani con dominanza è silenzioso durante il giorno porta la restituzione, e quin- di farnia, acero e solo di sera o prima dell’alba di la possibilità di riutilizzo, di campestre e carpino può reagire emettendo suoni sostanze come l’acqua e l’ani- bianco, accompagnate paurosi se si accorge della pre- dride carbonica e altri elemen- da frassino maggiore senza umana nel suo territorio. ti indispensabili per la cresci- (fraxinus excelsior), Tra gli abitanti del bosco quel- ta delle piante che poi, a loro ontano nero e salice li che vivono sottoterra sono volta, costituiranno nutrimento bianco. organismi essenziali perché per la fauna.

21 Gustosissime friTtelle con i fiori del sambuco

Anche gli insetti trovano nutrimento nel sambuco, pianta importante in generale per l’intera fauna selvatica

Tra le piante che si possono osser- e campestri e caratterizzano con aurata, insetto appartenente alla vare nell’Oasi e che stanno scom- il loro forte profumo l’aria di cam- famiglia degli Scarabeidi, annove- parendo, invece, dalla circostan- pagna. rata nell’ordine dei Coleotteri. te campagna, possiamo citare il Un tempo l’uomo utilizzava que- Viene definita dorata perché il sambuco, Sambucus nigra L. sti fiori in cucina trasformandoli suo esoscheletro cangiante ema- Facilmente riconoscibile per le in gustose frittelle, mentre con le na riflessi dorati. Nelle calde gior- foglie composte imparipenna- bacche derivanti dalla maturazio- nate soleggiate, a partire da mag- te (cioè formate da un numero ne del fiore stesso, ricavava distil- gio, questo insetto si consente dispari), questo arbusto diventa lati e marmellate. delle lunghe permanenze sulle ancora più appariscente duran- Anche gli insetti trovano nutri- infiorescenze del sambuco, suc- te il periodo della fioritura, dalla mento nel sambuco, pianta chiandone il dolce nettare e spo- tarda primavera alla tarda estate. importante in generale per l’inte- standosi solo per raggiungere un I suoi fiori bianchi, organizzati in ra fauna selvatica: ma più di tutti nuovo fiore, sempre scaldato dal voluminose infiorescenze dette ha sviluppato un rapporto di pre- sole, dopo un breve volo a elitre corimbi, colorano le siepi ripariali ferenza con l’arbusto, la Cetonia chiuse.

22 Gustosissime friTtelle Certificazione di qualità con i fiori del sambuco per il foraggio dell'Oasi

Secondo il progetto iniziale agricolo delle superfici a pra- sorba minor scop, una volta mol- di riqualificazione dell’area, la to, abolendo qualsiasi forma to diffusa, è oggi relegata negli riforestazione avrebbe dovuto di concimazione e l’utilizzo di spazi che l’uomo non lavora. interessare in maniera com- diserbanti. Il nome “sanguisorba”, lette- pleta l’Oasi, al fine di ridare L’erba che non è venuta a con- ralmente “assorbitrice di san- naturalità a un ambiente pro- tatto con nessun elemento chi- gue”, deriva dal colore rossastro vato dalla presenza dell’uomo mico, quando viene tagliata è dell’infiorescenza e dalla capaci- e soprattutto per proteggere utilizzata da una fattoria della tà antiemorragica che le veniva la ricchezza idrica presente nel zona come alimento per le vac- attribuito. sottosuolo. Un successivo stu- che. A differenza dei prati nel- Particolare in questa pianta è dio sulla vegetazione dell’area la campagna circostante, iper- il fiore di forma ovale, che nel- aveva messo in evidenza la concimati, ormai monospecifici, la parte più bassa ospita i fiori presenza di altre comunità i prati stabili, non solo presen- maschili che fioriscono prima di vegetali di notevole pregio, la teranno un aspetto sempre pia- quelli femminili ed ermafroditi, cui gestione non contraddice- cevole, ma allo stesso tempo collocati nella parte più alta. Il va la necessità di salvaguardare sono stati arricchiti delle specie diverso momento della fioritura l’acquifero sottostante. tipiche dei prati magri e offrono è un espediente teso ad evitare Così i prati stabili non solo pre- occasioni di vita per gli animali. l’autoimpollinazione. sentano elevati valori naturali Non essendo inoltre più sot- Un’altra pianta degna di nota è ed estetici, ma allo stesso tem- toposti al calpestio e all’attivi- la Scorzonera humilis L., compo- po creano un maggior grado di tà di pascolo, queste superfici sita oggi esclusivamente mon- diversità ambientale. prative sono l’unico habitat per tana e assai rara in pianura, ma Per tutelare in maniera com- alcune erbe ormai scomparse e dove un tempo, probabilmente pleta la qualità delle acque, dimenticate. prima delle bonifiche, era inve- nel 1970, si fece cessare l’uso La Selvastrella minore, Sangui- ce comune.

23 Le erbe officinali dell’oasi

acetosa Le erbe officinali presenti nell’Oasi di Dueville sono rappresen- tate prevalentemente da specie autoctone tipiche delle zone alchechengio delle risorgive, ambienti ricchi di acqua superficiale e profonda, crescione non inquinata e non stagnante; infatti l’esistenza della pianta di fragola Crescione rivela questa felice situazione che giustifica i prelievi d’acqua utilizzati per alimentare l’acquedotto di Padova. issopo Altre specie sono sopravvissute alle pratiche agronomiche in quan- malva to cresciute nelle superfici improduttive (tare) non danneggiate melissa dalle arature, concimazioni e trattamenti con diserbanti. Proprio queste specie descritte in 16 riquadri si prestano per ricavare infu- menta si, decotti, macerati, oleoliti e distillati vari per cure naturali a uso orticone familiare. meliloto L’abbandono delle pratiche agricole all’interno dell’Oasi, voluto alcuni decenni fa, ha poi consentito la diffusione di alcune specie raponzolo subspontanee, trasportate dal vento come il Tarassaco (pissacan) o ranuncolo dagli insetti, tra cui citiamo la Polmonaria. farfara Nell’area un tempo coltivata a vite “maritata” all’Acero troviamo il “rampusso”, tipica erbetta invernale che ben si consocia ad altre ruta piante officinali diffuse nelle aree abbandonate (ex arativo). dente di leone Per mancanza di spazio questa indagine non ha potuto passare polmonaria in rassegna molte altre piante officinali catalogate come arbusti e piante arboree alte 20-30 metri, esistenti nell’Oasi.

acetosa o lapaton Parti utilizzate Foglie e fusti freschi raccolte nei mesi primaverili. Principi attivi Tutta la pianta contiene 1,3% di ossalato di calcio, oltre a derivati antracenici e vitamina C. Proprietà terapeutiche La pianta è usata come diuretico e lassativo. Cure naturali Usata allo stato fresco come l’insalata in quantità modesta non superiore a 10 gr giornalieri; viene pure utilizzata per infusi e decotti nelle dosi di 10-20 gr/litro. Uso esterno Il succo fa scomparire le macchie di succo di frutta; azione imputabile all’acido ossalico contenuto in elevata percentuale. Controindicazioni Sconsigliata a chi soffre di calcoli renali. Curiosità e avvertenze L’acetosa, nell’alimentazione entra come componente del “brodo d’erbe” con lattuga, spinaci e bietole. Pianta molto apprezzata da greci e romani a loro nota con i nomi di Lapaton e Laphatum. Evitare l’uso eccessivo di Rumex Acetosa L. Acetosella per la presenza dell’acido ossalico: per cui, conviene consultare il medi- Famiglia: Poligonacee co o l’erborista per stabilire il dosaggio.

24 alchechengio palloncini giapponesi Parti utilizzate Le bacche senza i loro calici (palloncino giapponese) raccolte nel periodo autunnale. Principi attivi La pianta contiene un alcaloide (droga) e una sostanza amara: la fisalina. La bacca di color rosso ciliegia è ricca di vitamina C. Proprietà terapeutiche La bacca è diuretica, sudorifera, lassativa e rinfrescante. Cure naturali Un uso frequente consiste nel far macerare le bacche nella grappa; la bevanda è considerata un rimedio per i disturbi renali, le ritenzioni urinarie e l’artrite. Controindicazioni L’Alchechengio non va confuso con la Belladonna (Atropa bel- ladonna L.), pianta a bacche rosso cupo, molto tossica. Curiosità e avvertenze La pianta recisa con i caratteristici palloncini rossi presenta aspetti molto decorativi. Con la pianta si ottiene un vino diuretico. Physalis alchechengi L. Famiglia: Solanacee

CRESCIONE NASTURZIO ACQUATICO Parti utilizzate La pianta intera fresca raccolta in prevalenza nei mesi da maggio a luglio. Principi attivi La pianta contiene un olio essenziale e un glucoside che per idrolisi dà l’isotiocianato di benzile. Proprietà terapeutiche è antibiotico, depurativo del sangue, diuretico e febbrifugo. Cure naturali Il macerato è ottenuto con 50 gr di pianta in mezzo litro d’acqua per 2 o 3 ore. Preso 1 o 2 tazze al giorno cura il tabagismo. Il succo preso 30-120 gr al giorno lenisce gli stati influenzali. Uso esterno La lozione viene consigliata nei casi di caduta dei capelli. Controindicazioni Nel caso di Crescione utilizzato come diuretico è opportuno interrompere la cura se si dovesse verificare una irritazione dolorosa della vescica. Curiosità e avvertenze Le piante coltivate, presentano le stesse proprietà delle pian- te spontanee. Il tabacco messo nel succo del crescione viene denicotinizzato. Questa Nasturtium officinale L. pianta è una delle più efficaci usate in fitoterapia. Famiglia: Crocifere

DENTE DI LEONE TARASSACO Parti utilizzate Le radici si raccolgono da maggio a giugno, le foglie in primavera. Principi attivi La radice e il lattice del fusto contengono un principio amaro, la lattupicrina, con tannino, inulina e caucciù. Proprietà terapeutiche è un tannino amaro, diuretico, che aumenta le funzioni dello stomaco e favorisce la secrezione del latte. Cure naturali Decotto di radici spezzettate 50-60 gr di radici su un litro d’acqua e fatte bollire per mezz’ora. Serve per depurare il sangue e per i disturbi del fegato; Il succo, ottenuto con 20-40 foglie fresche, esercita azione vitaminizzante e serve a far scomparire foruncoli e rossori. Uso esterno Il decotto trova uso esterno nella cura degli eczemi. Controindicazioni Nessuna ed è un noto diuretico: è chiamato “piscialetto”. Curiosità e avvertenze Il Tarassaco detto anche "pissacan" figura in tutti i trattati Taraxacum officinale L. erboristici del Medioevo. I fiori si aprono con il sorgere del sole. I suoi semi possono Famiglia :Composite volare trasportati dal vento.

25 ISSOPO pianta di San Marco Parti utilizzate Sommità fiorite raccolte nel periodo estivo a partire dal giorno di San Marco (25 aprile). Principi attivi La pianta contiene un olio volatile, un glucoside e tannino. Proprietà terapeutiche L’issopo è tonico, stomachico, carminativo, astringente ed emnegagogo. Cure naturali Infuso di parti aeree: 8-10 gr in un litro di acqua bollente per 30 minuti. Polvere 2 gr per dose mescolato a miele e preso due volte al giorno cura l’asma. Sciroppo 50 gr di infiorescenze, 200 gr d’acqua e 800 gr di zucchero. Uso esterno L’infuso si adopera per rinfrescare e far brillare gli occhi e per tonifi- care le guance. Controindicazioni I vari preparati possono provocare convulsioni e disturbi ai soggetti nervosi; per cui la prescrizione dev’essere sempre fatta dal medico o Hyssopus officinale L. dell’erborista. Famiglia: Labiate Curiosità e avvertenze La pianta è citata nei Testi Sacri e nella la Bibbia. Con altre 17 piante l’issopo entra nella composizione del thè svizzero.

MALVA o NALBA Parti utilizzate Le foglie e i frutti raccolti da giugno a settembre. Principi attivi Le foglie contengono tracce di vitamine A, B1, B2 e C; inoltre trovia- mo mucillagini particolarmente concentrate nei fiori. Il fiore è colorato dal malvi- dolo di colore malva (idrosolubile). Proprietà terapeutiche Emolliente, placa i tessuti irritati dalle malattie dell’appa- rato respiratorio. Risulta leggermente astringente e stimolante dell’intestino con effetti lassativi. Cure naturali Infuso di parte aerea: 50-75 gr/litro. Si consuma per curare la bron- chite e la tosse su prescrizioni del medico o dell’erborista. Uso esterno Infusi e decotti si adoperano per effettuare clisteri rettali o per lavaggi catarrali degli occhi. Controindicazioni I fiori si decolorano alla luce, per cui la loro conservazione risulta difficile. Curiosità e avvertenze Dal VIII secolo a.C. la Malva è usata come rimedio medi- Malva silvestris L. camentoso. Un piatto di malva bollita con spinaci selvatici, chenopodio e ortica, Famiglia: Malvacee risulta molto gustoso e rimedio per tutti i mali.

orticone Parti utilizzate Radici, pianta intera aerea e semi raccolti rispettivamente nei mesi invernali, estivi e autunnali. Principi attivi Le foglie contengono una sostanza istaminica, acido formico, silice, potassio, tannino, glucochinina, clorofilla e vitamina A e C. Proprietà terapeutiche È emostatico, antianemico, antidiabetico, diuretico, depu- rativo e galattogeno, per le ostruzioni del fegato e della cistifellea. Cure naturali Tisane con foglie fresche: Infuso e decotto diuretico con gr 100/litro trattati con acqua o fatti bollire per almeno 15 minuti. Uso esterno Cura le ferite e le ulcerazioni. Si può usare la pianta fresca per frizioni contro i reumatismi e la sciatica. Controindicazioni Non consumare i semi dell'ortica: il cui impiego è riservato Urtica dioica L. all'erboristeria. Famiglia: Orticacee Curiosità e avvertenze Contro la forfora e la caduta dei capelli. Nel Tirolo, quando scoppia un temporale, si gettano delle ortiche nel focolare per allontanare ogni pericolo; infatti, secondo una credenza popolare la folgore non colpirebbe mai le piantine.

26 fragola Parti utilizzate Il rizoma e le foglie raccolte a primavera: i frutti raccolti da maggio ad agosto. Principi attivi La foglia contiene soprattutto tannino e flavonoidi (sostanze colo- ranti). Il frutto maturo contiene diverse sostanze minerali, mucillagini e vitamina E. Proprietà terapeutiche Le foglie e il rizoma sono diuretici e astringenti. Pregevoli risultano le proprietà alimentari del frutto (fragola). Cure naturali Infusi di radici. 5-6 gr in 300 gr di acqua bollente per 20 minuti nei casi di artrite, gotta e diarrea cronica. Uso esterno Le foglie fresche pestate vengono applicate sulle ulcere e di notte sul viso per far scomparire il rossore. Controindicazioni In caso di manifestazioni allergiche, non consumare il frutto Fragaria Vesca L. della fragola e seguire le prescrizioni del medico o dell’erborista. Famiglia: Rosacee Curiosità e avvertenze Nell’anno 104 d.C. lo scrittore romano Apuleio ne descri- ve le virtù terapeutiche. La fragola è nota fin dalla preistoria e gli abitanti lacustri dell’Europa ne consumavano i frutti.

MELISSA, CEDRONELLA Parti utilizzate Foglie e sommità fiorite raccolte durante l’estate. Principi attivi L’essenza di melissa è costituita da aldeidi terpenici (citral e citronel- la) oltre ad alcuni alcaloidi (citronellolo, limalolo e geraniolo). Proprietà terapeutiche Le melissa è uno stomachico, antispasmodico e carmina- tivo. Cure naturali Infuso con porzioni aeree fresche: 4-6 gr per 250 cc di acqua bollente per 15 minuti. Va presa una tazza dopo i pasti. Uso esterno Si adoperano le foglie per calmare il mal di testa e per attenuare il dolore sulle ferite. Controindicazioni La pianta essiccata, dopo un anno, non conserva il suo aroma di limone. Curiosità e avvertenze La pianta viene utilizzata anche in liquoreria e profumeria Melissa officinalis L. sotto forma di “acqua celeste” e “acqua dei carmelitani”. I prodotti citati vengono Famiglia: Labiate consigliati nelle palpitazioni di cuore e per superare stati malinconici.

MELILOTO TRIFOGLIO GIALLO Parti utilizzate Le sommità fiorite raccolte da giugno a settembre. Cresce sponta- neo nelle aree ex arative. Principi attivi La pianta contiene un glucoside che produce cumarina presente in dose elevata nella pianta matura ed essiccata. Proprietà terapeutiche La pianta è emolliente, aromatica, antispasmodica, decon- gestionante e diuretica. Cure naturali Infuso di sommità fiorite: 2-3 gr per tazzina di acqua bollente, contro i dolori della digestione e i gas intestinali. Uso esterno Cataplasma di porzioni aeree nel ventre: 50-60 gr in 150 gr di olio fatte bollire per alcuni minuti. Lenisce i dolori uterini e quelli derivati da coliche. Curiosità e avvertenze Il nome generico di meliloto deriva dal greco "meli" cioè Melilotus Officinale L. miele, e "lotos" da loto. La pianta recisa con i caratteristici fiori gialli è considerata il Famiglia: Leguminose trifoglio da miele oltre a presentare un elevato contenuto di cumarina. I fiori disse- cati trovano impiego in profumeria.

27 RAPONZOLO RAMPUSSO Parti utilizzate Radici e foglie raccolte anche nel periodo invernale. Presente nell’area un tempo coltivata a vite maritata all’acero. Principi attivi La notorietà di questa pianta è attribuibile al suo sapore acidulo che denota la presenza di acidi organici, con vitamine A e C. Proprietà terapeutiche Rinvigorisce e corrobora l’organismo (tonico) e agisce favorevolmente sull’apparato digerente. Cure naturali Insalata preparata con foglie giovani: 25-30 gr al giorno per almeno 10 giorni consecutivi condita con olio di oliva. Ottime le radici cucinate in modo analogo a tutte le altre radici alimentari. Controindicazioni La raccolta delle piante di Raponzolo richiede un occhio molto attento e allenato, in quanto la parte aerea si confonde facilmente con altre foglioline, per cui è individuabile da raccoglitori esperti solo nel periodo invernale. Curiosità e avvertenze Nel Medio Evo la radice era già utilizzata sia per le virtù Campanula rapunculus L. medicamentose, sia per le proprietà alimentari. Sono in corso ricerche approfondi- Fam.: Campanulacee te per meglio definire il potere medicamentoso di questa specie.

RANUNCOLO Parti utilizzate La pianta fresca raccolta da maggio a luglio. Presente ovunque tra la vegetazione spontanea. Principi attivi La pianta contiene protoanemonina, anemomina e saponina. Proprietà terapeutiche I ranuncoli sono piante tossiche con effetti vescicanti, preceduti da arrossamento delle superfici della pelle. Cure naturali a uso esterno. Cataplasmi con foglie: sulle parti dolorose del nervo sciatico, con l’avvertenza di effettuare continui controlli per evitare la formazione di piaghe. Lo stesso trattamento viene praticato nei casi di affezioni cutane (herpes, eczema, prurito). Controindicazioni I peduncoli, se portati alla bocca, possono provocare seri disturbi. Ogni cura deve essere seguita da personale medico. Curiosità e avvertenze I ranuncoli spontanei di color rosso, detti “Turchi”, deriva- no dal Ranunculus africano Hort, o del R. asiaticus L. I fiori compaiono nella pianta dopo due anni. Nell’alimentazione del bestiame le piante di ranuncolo devono Ranunculus acris L. risultare ben essiccate. Famiglia: Ranuncolacee

RUTA ERBA LUISA Parti utilizzate Le foglie raccolte prima della fioritura nel mese di giugno. Cresce in alcuni punti ben esposti. Principi attivi La pianta contiene un olio essenziale (Oleum rutae), un glucoside, la rutina e la vitamina P. Proprietà terapeutiche La rutina è utilizzata nella terapia delle malattie cardio- vascolari, per combattere i crampi e abbassare la pressione arteriosa. Viene usata anche come calmante e stimolante dell’intestino. Cure naturali Infuso di foglie tritate: 2-3 grammi in una tazzina di acqua bollente per la durata di 20 minuti contro i reumatismi, le nevralgie e le alterazioni mestruali. Uso esterno L’essenza si usa per frizioni varie. Controindicazioni La Ruta è una pianta pericolosa in quanto può provocare dolo- rose contrazioni muscolari (spasmi). Curiosità e avvertenze La Scuola medica Salernitana nel Medioevo affermava Ruta graveolens L. “Giova la ruta agli occhi e per la vista assai acuta”. La presenza delle piantine tiene Famiglia : Rutacee lontana le vipere, forse per l’odore che emana.

28 FARFARA CACCIA LA TOSSE Parti utilizzate Fiori raccolti in boccio da marzo ad aprile e foglie raccolte nei mesi successivi. Pianta presente nei fossati dell’Oasi. Principi attivi Le foglie contengono molte mucillagini e insulina. I fiori contengo- no zuccheri e acido uronico. Proprietà terapeutiche Infusi di fiori: 4-6 gr di fiori per tazza, messi in acqua bollente per mezz'ora. La soluzione va filtrata per evitare la presenza di filamenti irritanti. Lenisce la tosse persistente e il catarro bronchiale. Uso esterno Le foglie fresche, applicate con bende, vengono consigliate per lenire i dolori nevralgici delle mascelle e dei denti. Controindicazioni La pianta non si utilizza in campo alimentare. Curiosità e avvertenze I suoi capolini, simili a quelli del tarassaco compaiono in febbraio prima delle foglie. Le foglie essiccate vengono usate per preparare sigaret- Tussilago Farfara L. te, valide per aiutare i fumatori accaniti a disintossicarsi. La pianta emana un odore Famiglia : Composite pepato e il sapore è amaro.

MENTA ERBA PIPERINA o mentuccia Parti utilizzate La pianta intera raccolta in piena fioritura nei mesi estivi. Principi attivi Contiene un olio essenziale (Oleum Menthae) contenente dal 50 al 80% di mentolo, mentone, alcoli, aldeidi, tannino e amari. Proprietà terapeutiche Il mentolo è il componente aromatico e rinfrescante. La menta è antispasmodico, carminativo, colagogo, stimolante e eccitante. Cure naturali Infuso con parti fiorali fresche: 2-3 gr in una tazza di acqua bollente. Sciroppo con foglie fresche: per macerare foglie 8-10 giorni in un litro di alcol dilu- ito (45-48°) e zuccherare al 200%. Uso esterno Le foglie fresche vengono usate per lenire il mal di testa, effettuare gargarismi e frizioni. Controindicazioni Il mentolo contenuto nella menta piperita a forti dosi è tossico. Curiosità e avvertenze I Cinesi ne vantono la proprietà calmante. I contadini l’adoperano per allontanare i topi dai granai. La menta viene anche detta “erba di Mentha piperita L. San Lorenzo” o mentuccia ed è adoperata per preparare il piatto tipico della sera Famiglia: Labiate del patrono, le lumache.

POLMONARIA CIUCIA LATTE Parti utilizzate La pianta fiorita senza radice è raccolta ai margini del bosco nei mesi di marzo e aprile. Principi attivi La pianta contiene mucillagine, saponina, tannino, silicio e sali minerali. Proprietà terapeutiche È emolliente, espettorante e astringente. Cure naturali Infuso di foglie e fiori: 25-30 gr/litro su acqua bollente per 20 minuti e addolcire con miele. Va preso nelle affezioni delle vie respiratorie e polmonari. Uso esterno Per lavare gli occhi si adopera un infuso ottenuto con 2-3 gr/litro di foglie fresche. Curiosità e avvertenze Sino alla metà del XX secolo la Polmonaria è stata usata per combattere la tubercolosi. Le foglie di polmonaria, picchiettate di bianco, danno l’immagine di un polmone malato. Pulmonaria officinale L. La pianta offre agli insetti tre tipi di fiori con stami irregolari, di tre lunghezze dif- Fam.: Borragginacee ferenti di stilo.

29 IL LABORATORIO EFFETTUA PIÙ DI 40MILA ANALISI L'ANNO

Il Centro Idrico Novoledo è una trollo. società di servizi che nasce nel 1996 ll Centro Idrico effettua prelie- e ha come oggetto il rilevamento vi periodici su: acqua di sorgente, dei parametri idrogeologici, idrauli- acqua di pozzi-spia per il monito- ci, biologici, chimici e chimico-fisici raggio della falda, acqua in uscita che caratterizzano il sistema idrolo- dagli impianti di potabilizzazione, gico “Astico - Bacchiglione” (utilizza- acqua prelevata dai rubinetti della to per l’approvvigionamento idro- rete di distribuzione. potabile dagli acquedotti di Vicenza Tre sono i settori di attività del e Padova). Il laboratorio effettua il Centro Idrico Novoledo: laborato- “controllo gestionale interno” sulla ri di analisi, settore idrogeologico, qualità dell’acqua distribuita nelle analisi delle risorse territoriali. due città e su quella erogata da altri Il settore idrogeologico utilizza, importanti acquedotti del Veneto. tra l’altro, una rete di telecontrollo Il Centro Idrico Novoledo è par- degli acquiferi costituita da stazioni tecipata, in pari quota, da Acque periferiche che acquisiscono, con Vicentine spa e da AcegasAps continuità, dati di tipo idrologico e ha sede a Villaverla, all’interno (livelli di falda e portate dei corsi dell’area naturalistica da cui pren- d’acqua). I dati vengono trasmes- de origine l’acquedotto di Padova. si all’Unità Centrale e alimentano Le aziende socie hanno trasferito un modello che simula il funziona- al Centro Idrico Novoledo il patri- mento idraulico dell’acquifero e ne monio di conoscenze acquisito dal descrive l’andamento. Il settore che Laboratorio Interaziendale Analisi si occupa delle Analisi delle risorse Acque in quasi vent’anni di attività, territoriali e ambientali raccoglie investendo in spazi e nuove attrez- ed elabora informazioni relative zature e ampliando ulteriormen- agli utilizzi del suolo nella zona di te i settori di intervento. Grazie a ricarica degli acquiferi che posso- strumentazioni d’avanguardia e a no avere effetti sulla qualità e sul- una équipe tecnica di prim’ordine, il la disponibilità futura delle risorse Laboratorio è in grado di compiere idriche. Si tratta di dati riguardanti più di quarantamila controlli l’anno la copertura del suolo, l’evoluzio- (un terzo solo per l'acquedotto di ne dell’urbanizzato, l’avvicenda- Padova) su tutti i parametri chimi- mento delle colture, il patrimonio co-fisici e batteriologici dell’acqua, zootecnico, l’impiego di prodotti a dal momento della captazione dal- rischio ambientale da parte di atti- le falde, fino all’erogazione dai rubi- vità industriali e del comparto agro- netti di casa. Poche acque, com- zootecnico, i prelievi idrici effettuati prese quelle commercializzate in a fini diversi, la qualità delle acque bottiglia, sono tenute così costan- sotterranee. Per quest’ultima attivi- temente e attentamente sotto con- tà sono utilizzati 80 pozzi-spia.

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