Nuova Estetica Dell'oggetto: La Rivista Imago Tra Comunicazione Visiva E Tecniche Di Stampa
MARTA SIRONI Nuova estetica dell'oggetto: la rivista Imago tra comunicazione visiva e tecniche di stampa “E così una rivista ha da essere, se vuol presentarsi viva, in amoroso contrasto con lui, l’occhio. I racconti devono balzare via dalle pagine come oggetti che si dilatano, prendono nuove dimensioni nello spazio, ingombrano i piani vuoti. I comma e i corollari critici devono svettare all’insù, all’ingiù, di lato, come forme più che come idee.”1 L’assenza di una collezione completa nel catalogo dei periodici nazionali delle quattordici uscite della rivista Imago, edita dallo stabilimento di Fotoincisione Bassoli di Milano tra il 1960 e il 1971, basterebbe a giustificare la necessità di una sua prima sistematizzazione. A questa ragione si deve aggiungere il ruolo innovatore della rivista, quale occasione di sperimentazione verbo-visuale così come di un’ampia gamma di soluzioni tipografiche e cartotecniche, in un momento determinante per la crescita della grafica italiana che proprio nella Milano degli anni sessanta ha avuto il suo momento di massima espansione. Nell’esperienza confluiscono, infatti, gli interessi per la comunicazione e per le relazioni tra le arti (poesia, letteratura, critica, architettura, grafica, pittura, fotografia) dell’art director Michele Provinciali e quelli di carattere più tecnico del committente, direttore e finanziatore dell’impresa, l’industriale Raffaele Bassoli, proprietario dell’omonima azienda di fotoincisione con sede a Milano, in via Accademia 29.2 Una Milano dove produzione e creatività trovano allora un momento di reciproca osmosi: una città in grande espansione economica ed edilizia in cui, più di ogni altra parte d’Italia, era viva la sensazione dell’avvento di una nuova epoca industriale che forzava a rinnovate relazioni con la tradizione.
[Show full text]