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DibattitiINFORMAZIONE finti, espertiNumero speciale fasulli, 80 pp. giornalisti di regime. ISSN 2035-0724 Mensile Anno 2 Numero 11-12 € 5 Direttore politico Massimo Fini Direttore responsabile Valerio Lo Monaco Travaglio: È L’ORA DE “IL FATTO” Anno 2 - numero 11-12 - Agosto-Settembre 2009 - Anno 2 - numero 11-12 Fini: FUORI DALLA NATO FUORI DALL’AFGHANISTAN Agenda Setting: COME CONTROLLANO CIÒ CHE SAPPIAMO Le notizie: OMOLOGAZIONE DI UN PAESE INTERO Editoria in Italia: Poste It. Spa. Sped. in abb. post. DL in L 353/03 (conv. n° 46 27/02/2004) art.1 comma1 aut.171/2008 Rm. LE SETTE SORELLE DELL’INFORMAZIONE Anno 2, numero 11/12, Agosto/Settembre 2009 Direttore Politico Massimo Fini Direttore Responsabile Valerio Lo Monaco ([email protected]) Redazione: Ferdinando Menconi, Federico Zamboni ([email protected]) Fuori dalla Nato Art director: Alessio Di Mauro fuori dall’Afghanistan Hanno collaborato a questo numero: di Massimo Fini 3 Marco Travaglio, Liano Castelli, Lucrezia Carlini, Giuseppe Carlotti, La verità tutti i giorni Sara Santolini, Fabrizio Revenge, Alessio Mannino, Eduardo Zarelli di Marco Travaglio 6 Segreteria: Sara Santolini Agenda Setting ([email protected]) 340/1731602 di Valerio Lo Monaco 9 Progetto Grafico: Omologazione a colpi di news Antal Nagy Mauro Tancredi di Federico Zamboni 14 La Voce del Ribelle è un mensile della MaxAngelo S.r.l. Inganni e luoghi comuni Via Trionfale 8489 di Liano Castelli 24 00135 Roma P.Iva 06061431000 Editto bulgaro (e seconda pelle) Redazione: Via Trionfale 6415 di Lucrezia Carlini 32 00135 Roma tel. 06/97274699 Sex Sex Sex fax 06/97274700 email: [email protected] e il successo è assicurato Testata registrata presso il Tribunale di di Giuseppe Carlotti 39 Roma, n°316 del 18 Settembre 2008 Prezzo di una copia: 5 euro Bombardati dalle notizie di Sara Santolini 42 Abbonamento annuale (11 numeri): 50 euro comprese spese postali Liberi di non essere (informati) Modalità di pagamento: vedi modulo allegato alla rivista di Fabrizio Revenge 54 Stampa: Le Sette Sorelle Grafica Animobono sas. via dell’Imbrecciato, 71/a - 00149 Roma della manipolazione Pubblicità di settore: di Alessio Mannino 59 [email protected] Email: [email protected] Informazione? www. http://www.ilribelle.com L’artificio di una simulazione di Eduardo Zarelli 65 La realtà in versione film Tutti i materiali inviati alla redazione, senza di Ferdinando Menconi 70 precedente accordo, non vengono restituiti. Il futuro de Il Ribelle Chiuso in redazione il 27/08/2009 di Valerio Lo Monaco 76 Leggo al minimo. Il Tempo divora gli occhi e il resto. Ma “La Voce del Ribelle” merita di vivere. Qualcuno... chissà... Guido Ceronetti 1° marzo 09 Fuori dalla Nato fuori dall’Afghanistan di Massimo Fini er gli europei, almeno quelli che durante la "guerra fredda" appartenevano al blocco dell'Ovest, ci sono molte buone ragioni per lasciare l'Afghanistan e una guerra combattuta senza motivo, senza logi- ca, senza etica e senza onore (mezzi tecnologica- mente sofisticatissimi, aerei, Predator e Dardo, senza pilota ma Pmuniti di missili assassini, contro uomini armati quasi solo della loro pelle e del loro coraggio). Ma una delle ragioni è la stessa per cui gli americani ci vogliono rimanere a tutti i costi coinvolgendo gli alleati. Ed è che l'eventuale sconfitta della Nato in Afghanistan significherebbe la fine della Nato. E ciò non può che convenire all'Europa. La Nato è stata infatti per più di mezzo secolo, e ancora lo è, lo strumento con cui gli ameri- cani, forti della vittoria nella seconda guerra mondiale, hanno tenuto l'Europa in uno stato di minorità, di sovranità limitata, sog- giogandola militarmente, politicamente, economicamente e, alla fine,anche culturalmente. Finché è esistita l'Unione Sovietica questa alleanza impari con gli Stati Uniti era obbligata, perché solo gli americani possedevano il deterrente atomico per dissuadere l' "orso russo" dal tentare avventure militari in Europa Ovest. Ma dopo il crollo del muro di Berlino l'Alleanza atlantica per noi europei non ha più senso. Ne paghiamo tutti i pedaggi, come un tempo, senza averne, a diffe- renza di un tempo, i vantaggi. Per la verità dubbi sulla Nato sarebbero dovuti venire già a metà degli anni Ottanta quando Ronald Reagan in un momento di stan- chezza o di ubriachezza o di inizio di Alzheimer o di brutale since- rità si lasciò sfuggire che «l'Europa può essere teatro di una guer- ra nucleare limitata». Cioè che non era affatto scontato, come 3 - WWW.ILRIBELLE.COM MASSIMO FINI pensavano gli alleati europei, che se l'Urss avesse sganciato l'atomi- ca su Bonn o su Roma sarebbero partiti immediatamente dagli Stati Uniti dei missili nucleari diretti a Mosca, ma sarebbero stati indirizza- ti su Praga o Sofia o Bucarest, lasciando intoccate le due Superpotenze. In ogni caso è certamente dal 1989 che l'Europa avrebbe dovuto cominciare a prendere le distanze dagli Stati Uniti che, liberatisi del loro principale competitore militare, si sono lanciati in una politica estera avventurista che, in nome della pace e della sicurezza o dei "diritti umani", ha già causato quattro guerre: all'Iraq (1990), alla Serbia (e quindi a una parte dell'Europa)1999, all'Afghanistan (2001), di nuovo all'Iraq (2003) e, un giorno sì e uno no, per compia- cere l'alleato israeliano, ne minaccia una quinta, all'Iran. Con molti anni di ritardo, quasi quindici, alcuni importanti Paesi europei, come la Germania, la Francia, la Spagna, meno canina- mente servili dell'Italia di Berlusconi, hanno cominciato perlomeno a tentare di smarcarsi dal pericoloso e inquietante "amico america- no". Francia e Germania non hanno mandato truppe in Iraq, la Spagna di Zapatero le ha ritirate. Anche con l'Iran la politica dei Paesi europei è stata molto più cauta. Agli Stati Uniti, come collante in politica estera, resta solo l'Afghanistan dove sono riusciti a coinvolgere i Paesi europei sul- l'onda dell'emozione suscitata dagli attentati dell'11 settembre e della lotta al terrorismo internazionale. Ma oggi, a otto anni di distanza, l'Afghanistan non c'entra più nulla col terrorismo, ammes- so che ci abbia mai avuto a che fare. Bin Laden - che, come ho documentato in altra occasione, costituiva un problema anche per il governo del Mullah Omar - è scomparso da tempo. Gli afgani, per loro natura e cultura, non sono terroristi. Sono dei guerrieri, che è cosa diversa. Tantomeno sono dei terroristi internazionali. Gli interessa solo il pro- prio Paese. Non c'erano afgani nei commandos che abbatterono le Torri Gemelle. Non un solo afgano è stato trovato nelle cellule, vere o presunte, di Al Quaeda scoperte dopo l'11 settembre. C'erano arabi sauditi, giordani, yemeniti, egiziani, tunisini, ma non afgani. Nei dieci anni di durissima guerra di guerriglia contro i sovietici non si è registrato un solo atto di terrorismo, tantomeno kamikaze, né in Afghanistan né fuori (eppure un'Areoflot poco protetta non era dif- ficile da trovare). E se oggi i Talebani si sono decisi a ricorrere, all'interno della guerri- glia, anche ad atti di tipo terroristico (comunque relativamente pochi se pensiamo all'Iraq e sempre mirati a obbiettivi militari o poli- tici) è perché si trovano di fronte, a differenza che con i sovietici, un esercito che non ha nemmeno la decenza di battersi sul campo, un esercito seminvisibile che usa i Dardo e i Predator. Dice: ma i Talebani sono alleati con i terroristi di Al Quaeda. La Cia MASSIMO FINI ha calcolato che fra i circa 50 mila guerriglieri talebani ci sono 350 4 LA VOCE DEL RIBELLE stranieri. Ma sono ceceni, uzbeki, turchi. Non arabi. Del resto per escludere che il terrorismo internazionale si annidi in Afghanistan basta un ragionamento semplice. Che interesse avrebbero i terro- Non ce ne risti internazionali a concentrarsi in un Paese dove ci sono 80 mila soldati della frega niente di...: Nato e non piuttosto nello Yemen, dove sono protetti dal governo, o in Giordania, in Arabia Saudita, in Egitto dove possono mimetizzarsi facilmente fra la popolazio- ne per preparare in tutta tranquillità i loro le primarie del Partito eventuali attentati? Democratico Bisogna finirla con questa menzogna insostenibile, e quasi oscena, che gli occi- *** dentali sono in Afghanistan per fare la guerra al terrorismo. Non si può gabellare i titoli dei quotidiani sulla crisi per terrorismo una resistenza allo straniero *** che dura da otto anni, che tiene in scac- co il più potente esercito del mondo e che ha, con tutta evidenza, l'appoggio di i vip in vacanza buona parte della popolazione senza il ***** quale non potrebbe esistere. Il fatto è che gli Afgani, talebani e non, non tollerano di avere sulla testa gli il nuovo romanzo di Veltroni scarponi chiodati di eserciti stranieri. Lo non giudicabile hanno dimostrato con gli inglesi nell'Ottocento, con i sovietici vent'anni le nozze di Chelsea Clinton fa. E ancor meno sopportano gli occi- * dentali che per soprammercato, a diffe- renza di inglesi e sovietici, non si limitano ad occupare ma pretendono di rubargli Pannella l'anima (cioè i loro usi, i loro costumi, le ***** loro tradizioni, il loro sistema di vita, la loro concezione della famiglia e del ruolo che la donna ha al suo interno, la loro organizzazione sociale) per sostituir- la con la propria. E non saranno certo le elezioni-farsa del 20 agosto, mandate in onda dai media italiani con la stessa ottica con cui valutano gli sconci equili- brismi della politica di casa nostra, a cambiare questo stato di cose. La guerri- glia continuerà. E se dovesse vincere sarà la fine della Nato e la liberazione dell'Europa. Massimo Fini 5 WWW.ILRIBELLE.COM La verità tutti i giorni di Marco Travaglio on è semplice descrivere un giornale che sta nascendo, ma ancora non c’è.