Sito web: www.provincia..it E-mail: [email protected] P.E.C.: [email protected] SETTORE TUTELA DEL TERRITORIO UFFICIO AUTORIZZAZIONI INTEGRATE AMBIENTALI Corso Nizza, 21 - 12100 Cuneo tel. 0171445372 fax 0171445582

2016/08.02/000008

PARERE SUAP PER RILASCIO AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE – DITTA SILVESTRO EMANUELE CON SEDE LEGALE IN VOTTIGNASCO, VIA ANNUNZIATA, 5 ED IMPIANTO IN VOTTIGNASCO, VIA , 14 - L.R. 44/2000 - D.LGS 152/2006 E S.M.I. - ATTIVITÀ IPPC: 6.6. “IM PIANTO PER L’ALLEVAMENTO INTENSIVO DI SUINI CON PIÙ DI: B) 2000 POSTI SUINI DA PRODUZIONE (DI OLTRE 30 KG)”

Premesso che

− la direttiva n. 96/61/CE del Consiglio, del 24 settembre 1996, disciplina le modalità e le condizioni di rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, al fine di attuare a livello comunitario la prevenzione e la riduzione integrata dell’inquinamento per alcune categorie di impianti industriali, denominata Integrated Pollution Prevention and Control , di seguito abbreviato in IPPC;

− a livello europeo, è stato istituito un gruppo di lavoro tecnico operante presso l’Institute for prospective technological studies del CCR (Centro di Ricerca) della Comunità Europea con sede a Siviglia per la predisposizione di documenti di riferimento sulle migliori tecniche disponibili in ambito industriale (denominati BRef – BAT References 1), che possano servire come guida per le Autorità Competenti nel determinare le condizioni delle Autorizzazioni Integrate Ambientali;

− la suddetta direttiva è stata recepita in Italia con il D.Lgs. 4 agosto 1999, n. 372, sostituito dal D.Lgs. 18 febbraio 2005, n. 59; successivamente, il D.Lgs. 29 giugno 2010, n. 128, ha modificato la parte seconda del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., in materia di autorizzazione integrata ambientale, abrogando il D.Lgs. 59/05;

− la direttiva n. 2010/75/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2010, integra la direttiva 2008/1/CE, detta “direttiva IPPC”, e sei altre direttive in una sola direttiva sulle emissioni industriali, dettando obblighi e condizioni di autorizzazione per le attività industriali ritenute ad elevato potenziale inquinante;

− in data 11/04/2014 è entrato in vigore il D.Lgs. 4 marzo 2014, n. 46 “Attuazione della direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento)”, pubblicato sul S.O.G.U. n. 72 del 27/03/2014, che ha apportato significative modifiche alla parte seconda del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.;

− per Autorizzazione Integrata Ambientale s’intende il provvedimento che autorizza l’esercizio di una installazione rientrante fra quelle di cui all’allegato VIII alla Parte seconda del D.Lgs.

1 L’acronimo “BAT” sta per Best Available Techniques , ossia Migliore Tecnica Disponibile (“MTD”, in italiano), secondo la definizione di cui all’art. 5 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., come modificato dal D.Lgs. 46/2014.

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152/06 e s.m.i., o di parte di essa, a determinate condizioni che devono garantire che l’installazione sia conforme ai requisiti previsti nella direttiva e nel decreto sopra citati, e che tale autorizzazione può valere per una o più installazioni o parti di esse, che siano localizzate sullo stesso sito e gestite dal medesimo Gestore;

- in data 14/09/2016, lo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) del Comune di Vottignasco ha inoltrato l’istanza e la relativa documentazione tecnica della ditta SILVESTRO Emanuele , con sede legale in Vottignasco, Via Annunziata, 5 – P.IVA 03269560045 – finalizzata ad ottenere, ai sensi dell’art. 29- quater del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), per lo svolgimento dell’attività IPPC: 6.6. “Impianto per l’allevamento intensivo di suini con più di: b) 2000 posti suini da produzione (di oltre 30 Kg)”, per l’allevamento sito in Vottignasco, Via Villafalletto, 14 ;

- dalla documentazione allegata risulta che la ditta SILVESTRO Emanuele ha effettuato, in data 01/09/2016, il versamento della tariffa istruttoria ai sensi del D.M. 24/04/2008, relativa al rilascio dell’AIA, a favore della Provincia di Cuneo e, in data 05/12/2016, ha integrato il versamento per la parte relativa agli scarichi di acque reflue;

− copia della documentazione relativa alla domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale è stata depositata presso l’Ufficio Deposito Atti - I.P.P.C. istituito presso il Settore Tutela del Territorio della Provincia di Cuneo, ai fini della consultazione da parte del pubblico, e non è pervenuta alcuna osservazione nel termine di cui all’art. 29- quater , comma 4, del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.;

- con nota prot. n. 68440 del 16/09/2016, è stata convocata, per il giorno 25/10/2016, la Conferenza di Servizi di cui all’art. 29- quater del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., a cui sono stati invitati a partecipare, oltre che a presentare in proposito osservazioni istruttorie per iscritto, il Sindaco del Comune di Vottignasco, i Responsabili del Servizio Igiene Pubblica di e del Serivizio Veterinario di dell’A.S.L. CN1, il Responsabile dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Piemonte (Arpa) - Dipartimento di Cuneo, il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Cuneo, i servizi provinciali competenti e, al fine di acquisire informazioni e chiarimenti, la ditta istante;

- della convocazione della suddetta Conferenza è data notizia al pubblico mediante pubblicazione all’Albo Pretorio;

- al termine dei lavori della Conferenza è stato predisposto un verbale, conservato agli atti dell’Ente, da cui emerge che:

1) sono pervenuti i seguenti pareri scritti: • del Dipartimento Provinciale A.R.P.A. di Cuneo, di cui alla nota prot n. 83261 del 05/10/2016, che include il profilo di controllo di parte pubblica – individuato per l’impianto in oggetto – da effettuarsi nel corso di validità dell’autorizzazione integrata ambientale; • dell’ASL CN 1 Dipartimento di Prevenzione, di cui alla nota prot. n. 106576 del 24/10/2016;

2) il competente Ufficio provinciale ha illustrato le conclusioni istruttorie chiedendo chiarimenti alla ditta istante;

3) i partecipanti alla Conferenza, alla luce delle osservazioni sollevate, hanno ravvisato la necessità di acquisire chiarimenti ed integrazioni e concordato sul fatto di non esprimere pareri al riguardo, se non previa valutazione di quanto la ditta provvederà a trasmettere; 2

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- con nota prot. n. 81525 del 03/11/2016, la Provincia ha provveduto a chiedere le integrazioni documentali;

- in data 12/12/2016 sono pervenute le integrazioni richieste;

- con nota prot. n. 2218 del 12/01/2017 è stata convocata, per il giorno 07/02/2017, una seconda Conferenza di Servizi, ai sensi dell’art. 29- quater del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., alla quale sono stati invitati il Sindaco del Comune di Vottignasco, i Responsabili del Servizio Igiene Pubblica di Saluzzo e del Servizio Veterinario di Fossano dell’A.S.L. CN1, il Dipartimento Provinciale dell’A.R.P.A. di Cuneo, il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Cuneo, i servizi provinciali competenti e, al fine di acquisire informazioni e chiarimenti, la ditta istante;

- della convocazione della suddetta Conferenza è stata data notizia al pubblico mediante pubblicazione all’Albo Pretorio;

- al termine dei lavori della Conferenza è stato predisposto un verbale, conservato agli atti dell’Ente, da cui emerge che:

1) sono pervenuti i seguenti pareri: • del Dipartimento Provinciale A.R.P.A. di Cuneo, di cui alla nota prot n. 9951 del 06/02/2017; • dell’ASL CN 1 Dipartimento di Prevenzione, di cui alla nota prot. n. 11493 del 02/02/2017;

2) sono stati acquisiti i pareri favorevoli per il rilascio dell’autorizzazione richiesta previa acquisizione di alcuni chiarimenti. Conformemente a quanto previsto dall’art. 14 ter, comma 7 della L. 241/90 e s.m.i., sono considerati acquisiti in senso favorevole senza condizioni i pareri delle amministrazioni il cui rappresentante, pur essendo stato regolarmente convocato, non ha partecipato alla riunione ovvero, pur partecipandovi non ha espresso la propria posizione, ovvero ha espresso un dissenso non motivato o riferito a questioni che non costituiscono oggetto della conferenza;

- con nota prot. n. 10152 del 07/02/2017, la Provincia ha provveduto a chiedere chiarimenti documentali che sono pervenuti in data 10/03/2017, successivamente inoltrati al Dipartimento Provinciale dell’ARPA di Cuneo con nota prot. n. 20689 del 14/03/2017;

preso atto che il 21/02/2017 sono state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea le conclusioni sulle migliori tecniche disponibili (BAT Conclusions) in materia di allevamenti intensivi, ai sensi della sopra citata direttiva 2010/75/UE;

considerato che, in tale data, il procedimento amministrativo relativo al rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale per l’allevamento in oggetto aveva già completato le fasi istruttorie di valutazione della documentazione tecnica presentata e di acquisizione dei pareri da parte dei soggetti competenti;

evidenziato che, in attuazione della menzionata direttiva 2010/75/UE, il D.Lgs. 46/2014 ha introdotto disposizioni in materia di riesame delle autorizzazioni integrate ambientali in seguito alla pubblicazione delle decisioni relative alle conclusioni sulle BAT riferite all’installazione, stabilendo, in particolare, un termine temporale di 4 anni per il completamento del riesame e l’adeguamento alle BAT Conclusions;

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rilevato peraltro che l’assetto dell’installazione IPPC, così come descritto dal Gestore e con il rispetto delle prescrizioni definite al termine del procedimento di valutazione di cui in premessa, è allineato ai requisiti richiesti dalle BAT Conclusions per gli allevamenti intensivi di suini all’ingrasso;

ritenuto pertanto che sussistano i presupposti stabiliti dalla norma per il rilascio dell’autorizzazione richiesta, nel rispetto dei limiti e delle prescrizioni di cui agli Allegati tecnici 1 e 2, che costituiscono parti integranti del presente parere;

visti

- la legge regionale 26 aprile 2000, n. 44 “Disposizioni normative per l’attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112: Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59” che, all’art. 36, comma 2, stabilisce “In campo ambientale ed energetico, le Province provvedono al rilascio coordinato in un unico provvedimento dell’approvazione di progetti o delle autorizzazioni, nulla osta, concessioni o di altri atti di analoga natura, per tutte le attività produttive e terziarie, nonché al relativo controllo integrato” ;

- la D.G.R. n. 29-1864 del 28 dicembre 2000 recante l'individuazione della data di decorrenza delle funzioni trasferite in attuazione della L.R. 44/2000;

- il D.M. 31 gennaio 2005 “Emanazione di linee guida per l’individuazione e l’utilizzazione delle migliori tecniche disponibili per le attività elencate nell'allegato I del D.Lgs. 4 agosto 1999, n. 372” e, in particolare, l’Allegato I “Linee guida generali” e l’Allegato II “Linee guida in materia di sistemi di monitoraggio”;

- il D.P.G.R. 20/02/2006, n. 1/R: Regolamento regionale recante “Disciplina delle acque meteoriche di dilavamento e delle acque di lavaggio di aree esterne (Legge Regionale 29 dicembre 2000, n. 61)”, successivamente modificato dal Regolamento regionale 2 agosto 2006, n. 7/R;

- il Decreto 7 aprile 2006 del Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, recante: “Criteri e norme tecniche generali per la disciplina regionale dell’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, di cui all’articolo 38 del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152”, sostituito dal Decreto 25 febbraio 2016 del Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, recante: “Criteri e norme tecniche generali per la disciplina regionale dell’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento e delle acque reflue, nonché per la produzione e l’utilizzazione agronomica del digestato”, pubblicato sul S.O. n. 9 alla G.U. del 18/04/2016;

- il Decreto 29 gennaio 2007 del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, recante “Emanazione di linee guida per l’individuazione e l’utilizzazione delle migliori tecniche disponibili, in materia di allevamenti, macelli e trattamento di carcasse, per le attività elencate nell’allegato I del decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59”;

- il D.P.G.R. 29 ottobre 2007, n. 10/R: Regolamento regionale recante “Disciplina generale dell’utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici e delle acque reflue e programma di azione per le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola (Legge Regionale 29 dicembre 2000, n. 61)” e s.m.i.;

- la Direttiva 2008/1/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 15 gennaio 2008 sulla prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento;

- il Decreto Ministeriale 24 aprile 2008 “Modalità, anche contabili, e tariffe da applicare in relazione alle istruttorie e ai controlli previsti dal D.Lgs. 18 febbraio 2005, n. 59 recante attuazione integrale della direttiva 96/61/CE sulla prevenzione e riduzione integrate 4

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dell’inquinamento” (Decreto Tariffe) previsto dall’art. 18, comma 2, del D.Lgs. 59/05 per definire appunto i costi, a carico del Gestore, per l’istruttoria delle domande di autorizzazione integrata ambientale, di modifica sostanziale e non sostanziale e per i successivi controlli ed in particolare l’art. 9 il quale dispone che, in considerazione delle specifiche realtà rilevate nel proprio territorio, le Regioni possano adeguare e integrare le tariffe di cui allo stesso decreto, da applicare per la conduzione delle istruttorie di loro competenza e dei relativi controlli di cui all’art. 7, comma 6 del D.Lgs. 59/2005;

- la D.G.R. n. 85-10404 del 22 dicembre 2008, pubblicata sul B.U.R.P. n. 53 del 31 dicembre 2008, con cui la Regione Piemonte ha operato un adeguamento delle tariffe per l’istruttoria delle domande di autorizzazione integrata ambientale, di modifica sostanziale e non sostanziale e per i controlli di parte pubblica, con riduzione delle stesse in funzione dei costi reali del personale direttamente coinvolto, nonché l’applicazione di parametri legati alla dimensione aziendale;

- il D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale” e s.m.i.;

- la direttiva n. 2010/75/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2010, relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento);

- il D.Lgs. 4 marzo 2014, n. 46 “Attuazione della direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento)”, pubblicato sul S.O. G.U. n. 72 del 27/03/2014 ed entrato in vigore l’11/04/2014;

- la nota prot. n. 10094/DB10.02 del 1/08/2014 della Regione Piemonte – Direzione Ambiente, ad oggetto: “Indirizzi urgenti per l’attuazione del D.Lgs. 46/2014 concernente l’autorizzazione integrata ambientale”;

- la circolare del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Terriorio e del Mare, prot. n. 22295 del 27/10/2014, recante “Linee di indirizzo sulle modalità applicative della disciplina in materia di prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento, recata dal Titolo III-bis alla parte seconda del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, alla luce delle modifiche introdotte dal decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 46” ;

- il Decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare n. 272 del 13/11/2014, recante modalità per la redazione della relazione di riferimento, di cui all'articolo 5, comma 1, lettera v- bis ), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152;

- la nota prot. n. 6393/A16 del 25/02/2015, della Direzione Ambiente della Regione Piemonte, indirizzata alle Autorità competenti in materia di AIA (Province) ed all’Arpa Piemonte, recante “Orientamenti per l’attuazione del d.lgs. 46/2014 concernente l’autorizzazione integrata ambientale (AIA)”;

- la vigente normativa in materia di inquinamento atmosferico, idrico, acustico, gestione rifiuti, protezione del suolo e delle acque sotterranee;

- il D.P.R. 07/09/2010, n. 160 di semplificazione e riordino della disciplina sullo sportello unico per le attività produttive, già istituito con D.P.R. 20/10/1998, n. 447;

- la L.R. 29/10/2015, N. 23 “Riordino delle funzioni amministrative conferite alle Province in attuazione della L. 7/04/2014, n. 56 (Disposizioni sulle città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni)”;

DATO ATTO CHE

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- a norma dell’art. 29- quater , comma 11, del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) sostituisce ad ogni effetto le autorizzazioni ambientali riportate nell’elenco dell’Allegato IX alla Parte Seconda del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., secondo le modalità e gli effetti previsti dalle relative norme ambientali. In particolare, nel caso specifico: ƒ l’AIA sostituisce l’autorizzazione alle emissioni in atmosfera (Titolo I della Parte Quinta del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.). Pertanto, risulta sostituita l’autorizzazione di carattere generale ai sensi della D.D. n. 518/2012, ottenuta a seguito d’istanza presentata in data 31/07/2012, secondo le indicazioni riportate nella nota di presa d’atto prot. n. 95469 del 12/10/2015; ƒ l’AIA sostituisce l’autorizzazione allo scarico (Capo II del Titolo IV della Parte Terza del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.); ƒ l’AIA costituisce approvazione del piano di prevenzione e di gestione delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne, ai sensi del D.P.G.R. 20 febbraio 2006, n. 1/R e s.m.i.;

- il presente atto, nonché l’AIA, non sostituiscono gli adempimenti dovuti nè costituiscono avvallo tecnico di alcun tipo in materia di benessere animale; pertanto il Gestore deve, in ogni caso, rispettare le norme in materia di benessere animale, la cui disciplina e controllo è demandata alle Autorità preposte ;

- in conformità a quanto disposto dall’art. 269, comma 6 del D.Lgs 152/06 e s.m.i., la ditta istante, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in esercizio dello stabilimento con emissioni in atmosfera, deve darne comunicazione alla Provincia e per conoscenza allo Sportello Unico Attività Produttive (SUAP), al Sindaco del Comune interessato e al Dipartimento Provinciale A.R.P.A. di Cuneo;

- in caso di modifiche degli impianti o della variazione della titolarità dell’impianto, il Gestore deve darne comunicazione all’Autorità competente, per il tramite del SUAP competente per territorio, almeno 60 giorni prima , salvo l’obbligo di ottemperare a quanto verrà richiesto in merito, ai sensi dell’art. 29 -nonies del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.;

- il Gestore è tenuto a rispettare quanto stabilito dal D.P.G.R. 29 ottobre 2007, n. 10/R e s.m.i. e dalle relative disposizioni attuative , con particolare riferimento a: • obblighi di comunicazione delle operazioni di utilizzazione agronomica e di presentazione del Piano di Utilizzazione Agronomica ( PUA ), nonché di aggiornamento delle informazioni relative all’utilizzazione agronomica e di variazione dei terreni destinati all’applicazione degli effluenti zootecnici, secondo le modalità e le tempistiche stabilite dal menzionato Regolamento regionale; • divieti di utilizzazione degli effluenti zootecnici; • dosi di applicazione al terreno degli effluenti zootecnici; • obblighi di registrazione delle fertilizzazioni e di documentazione del trasporto , secondo le disposizioni impartite dalla D.G.R. del Piemonte 6 luglio 2009, n. 16-11713; • limitazioni e norme tecniche inerenti le diverse fasi di gestione degli effluenti zootecnici, dalla produzione fino all’applicazione al terreno;

- in materia di rifiuti, il Gestore deve, tra l’altro: • ottemperare al disposto dell’art. 193 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., relativo al formulario di identificazione, nonché provvedere alla tenuta di apposito registro di carico e scarico ex art. 190 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., • comunicare annualmente all’Autorità competente le quantità e le caratteristiche qualitative dei rifiuti prodotti e smaltiti, ai sensi dell’art. 189 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.;

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- il Gestore deve predisporre la valutazione d’impatto acustico nei casi previsti dall’art. 10 della Legge Regionale 20 ottobre 2000, n. 52 e della DGR n. 9-11616 del 2 febbraio 2004;

- il Gestore deve trasmettere all’autorità competente, al Dipartimento Provinciale dell’A.R.P.A. di Cuneo ed al Sindaco del Comune sede dell’impianto i dati relativi ai controlli delle emissioni, secondo modalità e frequenze stabilite nel piano di monitoraggio e controllo di cui all’Allegato tecnico n. 2 del presente atto, ai sensi dell’art. 29- decies del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.;

- ai sensi dell’art. 29- decies del D.Lgs. 152/06, le attività di vigilanza e controllo del rispetto dei limiti di emissione e delle altre prescrizioni autorizzative sono svolte da A.R.P.A. Piemonte;

- il Gestore dell’impianto è tenuto a versare l’importo stabilito per le spese relative ai controlli di parte pubblica, ai sensi del D.M. 24/04/2008, secondo le indicazioni ed i tempi che verranno comunicati da ARPA Piemonte;

- in attuazione dell’art. 29- octies , la Provincia avvierà il riesame dell’autorizzazione integrata ambientale relativa all’installazione in oggetto in tempo utile per conseguire il rispetto delle disposizioni di legge entro il 21/02/2021 . A tal fine il Gestore dovrà seguire le indicazioni fornite dall’autorità competente in relazione alla documentazione da produrre nei termini stabiliti. In ogni caso, il riesame con valenza di rinnovo dell’autorizzazione è disposto sull’installazione nel suo complesso quanto sono trascorsi 10 anni dal rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale o dall’ultimo riesame effettuato sull’intera installazione;

- l’Autorità competente si riserva il riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, quando ricorrano le condizioni di cui al comma 4 dell’art. 29- octies del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.;

- l’Autorità competente si riserva, ove lo ritenga necessario, di aggiornare l’autorizzazione integrata ambientale o le relative condizioni ai sensi dell’art. 29- nonies , comma 1, del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.;

- copia del provvedimento di Autorizzazione Integrata Ambientale e dei risultati dei controlli delle emissioni, richiesti dalle condizioni del presente atto, saranno messi a disposizione del pubblico per la consultazione, presso l’Ufficio Deposito Atti – I.P.P.C. istituito presso il Settore Tutela del Territorio della Provincia di Cuneo – Corso Nizza, 21;

- l’inosservanza delle prescrizioni autorizzative comporta l’applicazione delle sanzioni di cui agli artt. 29- decies e 29- quattordecies del D.Lgs. 152/06;

atteso che ai fini del presente atto, giusto il rinvio alla nuova formulazione dell’art. 4 comma 1 lett. b) del D.Lgs n. 196/2003 e s.m.i., non si è in presenza di dati personali;

dato atto che è stato valutato con esito negativo ogni potenziale conflitto di interessi e conseguente obbligo di astensione ai sensi degli artt.7 del D.P.R 16/04/2013 n. 62, 6 bis della L. n. 241/1990 e s.m.i. e 5 del Codice di Comportamento di cui alla D.G.P n. 21 del 28/01/2014;

atteso che tutta la documentazione è depositata agli atti;

visto l’art. 107 del D. Lgs. 18 agosto 2000, n. 267 e s.m.i.;

visti gli artt. 4, 16 e 17 del D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165;

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vista la legge n. 190/2012 e s.m.i. recante “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione”.

ESPRIME PARERE FAVOREVOLE

in ordine al rilascio , ai sensi dell’art. 29- quater del D.Lgs 152/06 e s.m.i., dell’Autorizzazione Integrata Ambientale a favore della Ditta SILVESTRO Emanuele , con sede legale in Vottignasco, Via Annunziata, 5 - P.IVA 03269560045- per lo svolgimento dell’attività IPPC: 6.6. “Impianti per l’allevamento intensivo di suini con più di: b) 2000 posti suini da produzione (di oltre 30 Kg)”, per l’allevamento sito in Vottignasco, Via Villafalletto, 14 ;

a condizione che vengano rispettati:

1) i limiti e le prescrizioni, nonché la frequenza e le modalità di effettuazione degli autocontrolli e di comunicazione dei dati ottenuti, indicati negli Allegati tecnici n. 1 e 2, che costituiscono parte integrante del presente atto ;

2) le previsioni relative all’attività di monitoraggio e controllo contenute nella documentazione richiamata e prescritte nell’Allegato 2 ;

EVIDENZIA CHE

- il presente atto: • concerne esclusivamente l’autorizzazione integrata ambientale ai sensi del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. e, pertanto, non sostituisce ulteriori assensi, concessioni o provvedimenti diversamente prescritti dalle leggi vigenti; • in quanto formato nell’ambito del procedimento unico di cui al D.P.R. 07/09/2010, n. 160, è finalizzato al rilascio del provvedimento conclusivo del procedimento anzidetto, emanato dalla struttura unica competente.

IL DIRIGENTE Dott. Luciano FANTINO

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Autorizzazione Integrata Ambientale Rilascio

SILVESTRO Emanuele - Vottignasco

ALLEGATO TECNICO 1

Sommario

IMPIANTO ED ATTIVITÀ PRODUTTIVA...... 10 Descrizione dell’impianto e del ciclo produttivo...... 10 Consistenza dell’allevamento ...... 10 Strutture ...... 11 Spoglie animali ...... 11 Applicazione delle MTD ...... 11 Tecniche di stabulazione ...... 11 Tecniche di alimentazione ...... 13 Prescrizioni gestionali e per le attività produttive ...... 13 Applicazione delle MTD ...... 15 Tecniche di stoccaggio degli effluenti zootecnici ...... 15 Tecniche di spandimento degli effluenti zootecnici ...... 16 Prescrizioni tecniche per la gestione e l’utilizzo agronomico degli effluenti zootecnici ...... 16 PRODUZIONE ED UTILIZZO DELL’ENERGIA ...... 16 Energia elettrica ...... 16 Energia termica ...... 17 Consumi complessivi ...... 17 EMISSIONI IN ATMOSFERA...... 17 Applicazione delle MTD ...... 17 Prescrizioni specifiche per le emissioni in atmosfera ...... 19 Quadro emissivo ...... 20 UTILIZZO DELL’ACQUA; EMISSIONI IN ACQUA, NEGLI STRATI SUPERFICIALI DEL SOTTOSUOLO E NEL SUOLO ...... 22 Applicazione delle MTD ...... 22 Approvvigionamenti idrici ...... 22 Scarichi idrici ...... 22 Quadro emissivo e limiti di emissione...... 24 Prescrizioni specifiche per l’utilizzo dell’acqua...... 25 Prescrizioni specifiche per il Piano di Prevenzione e Gestione Acque di Prima pioggia e lavaggio aree esterne...... 25 EMISSIONI SONORE ...... 26 Applicazione delle MTD ...... 26 Quadro emissivo e limiti di emissione...... 27 Prescrizioni specifiche per le emissioni sonore...... 28 PRODUZIONE E GESTIONE RIFIUTI ...... 28 ULTERIORI DISPOSIZIONI DI SICUREZZA, PROTEZIONE DEL SUOLO E DELLE ACQUE SOTTERRANEE ...... 28 BIOSICUREZZA E BENESSERE ANIMALE ...... 29

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IMPIANTO ED ATTIVITÀ PRODUTTIVA

Descrizione dell’impianto e del ciclo produttivo

L’allevamento oggetto di autorizzazione integrata ambientale è localizzato in area agricola, nel Comune di Vottignasco, in Via Villafalletto, 14, a circa 0,5 Km dal concentrico di Vottignasco. Le strutture suinicole insistono sul Foglio 6, particelle catastali n. 261, 263 e 265.

Presso il sito sono pre-esistenti 3 porcilaie e 2 vasche circolari per lo stoccaggio dei reflui (oltre a 4 vasche rettangolari interrate); una nuova struttura di allevamento verrà destinata esclusivamente ad infermeria.

Al termine dei lavori in progetto: ʉ l’allevamento sarà costituito da n. 3 porcilaie destinate all’ingrasso dei suini (i ricoveri 1 e 2 sono stati realizzati alla fine degli anni ’70, mentre il fabbricato 3 ha ottenuto il provvedimento abilitativo edilizio nell’anno 2008) e da un ricovero destinato ad infermeria (il relativo permesso di costruire è stato rilasciato nel 2016); ʉ sono disponibili n. 2 vasche circolari fuori terra e n. 4 vasche rettangolari interrate per lo stoccaggio degli effluenti zootecnici.

Ai fini della costruzione della porcilaia 3, è stata a suo tempo esperita la fase di verifica ai sensi della L.R. 40/98 e s.m.i., conclusasi con l’esclusione dalla fase di Valutazione di Impatto Ambientale (Determinazione n. 77 del 31/10/2007 del Servizio VIA della Provincia di Cuneo), nel rispetto di alcune prescrizioni.

Si tratta, pertanto, di una “nuova” installazione IPPC (ai sensi del D.Lgs. 46/2014), con due ricoveri autorizzati e costruiti prima dell’entrata in vigore delle norme in materia di autorizzazione integrata ambientale.

Presso l’impianto viene condotta l’attività di allevamento suini da ingrasso .

Il ciclo di allevamento ha inizio con l’arrivo, scaglionato, dei suinetti del peso di 25-30 kg, che vengono sistemati nei settori delle porcilaie 1-2-3 e qui allevati fino al raggiungimento di circa 160 kg, per poi essere successivamente venduti. Il metodo di allevamento previsto è il “tutto pieno - tutto vuoto” , per settore. Al termine del ciclo, i suini grassi vengono conferiti al macello, ed i capannoni vengono lavati, disinfettati e mantenuti vuoti per un periodo medio di 20 giorni all’anno, al fine di ridurre il livello degli agenti patogeni presenti e di limitarne la diffusione. Il lavaggio dei box viene effettuato attraverso l’uso di un’idropulitrice. I cicli di allevamento sono circa 1,9 annui.

Consistenza dell’allevamento

I posti potenziali sono 2.364 per suini grassi di cui 216 posti infermeria; il peso vivo annuale (al lordo del vuoto sanitario e al lordo dell’infermeria) è di 212,76 t.

Nella tabella seguente viene indicato il numero dei posti potenziali in ciascun ricovero di allevamento:

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Categoria capi allevati Ricoveri n. posti potenziali 1 624 Suini ingrasso 2 840 (30-160 kg) 3 684 Infermeria (*) 4 216 Totale posti 2.364

(*) La porcilaia n. 4 è utilizzata, esclusivamente , come locali ad uso infermeria. Il dimensionamento dei locali è stato calcolato sulla base del 9% dei posti potenziali totali.

Strutture

Al termine dei lavori in progetto, l’allevamento sarà costituito da: - n. 3 porcilaie (aventi superficie complessiva pari a circa 2.226 m 2, suddivisa in 260 box); - n. 1 cucina per la preparazione delle razioni alimentari nel ricovero 1; - strutture per lo stoccaggio degli effluenti zootecnici (n. 4 vasche rettangolari interrate e n. 2 vasche circolari esterne); - n. 1 mangimificio; - n. 18 silos per lo stoccaggio dei mangimi; - aree di transito.

Spoglie animali

In azienda si riscontra un tasso di mortalità media del 2-3% e generalmente il titolare dell’azienda effettua varie ispezioni dei reparti più volte al giorno per controllare lo stato di salute degli animali. Le carcasse sono definite “Materiale specifico a rischio ed alto rischio” e possiedono una gestione separata da altri rifiuti (Reg. CE 1069/2009 e s.m.i.). Lo stoccaggio avviene all’interno di una cella frigorifera la cui capienza è pari a 15 q, che viene svuotata periodicamente da ditta specializzata.

Applicazione delle MTD

Ai sensi di legge, nelle more dell’emanazione delle conclusioni sulle BAT, l’analisi di conformità alle Migliori Tecniche Disponibili (MTD) è stata effettuata sulla base dei BRef comunitari (documenti pubblicati dalla Commissione europea in attuazione dell’art. 16, paragrafo 2 della direttiva 96/61/CE o dell’art. 16, paragrafo 2 della direttiva 2008/1/CE). Altresì, quale utile riferimento tecnico, è stato considerato il D.M. 29/01/2007 “Emanazione di linee guida per l’individuazione e l’utilizzazione delle migliori tecniche disponibili, in materia di allevamenti, macelli e trattamento di carcasse, per le attività elencate nell’allegato I del decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59”.

Tecniche di stabulazione

I suini sono allevati in tre capannoni, suddivisi in 260 box in totale (tutti i box del ricovero 4 sono adibiti ad infermeria). 11

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I sistemi di stabulazione sono costituiti da pavimenti totalmente fessurati (PTF). Le fosse poste al di sotto dei pavimenti sono dotate di vacuum system o rete fognaria per l’allontanamento veloce dei liquami o di raschiatore.

Il sistema di stabulazione utilizzato nei ricoveri 1-2-3, Pavimento Totalmente Fessurato con raschiatore e nel ricovero 4, pavimento totalmente fessurato con rimozione dei liquami con sistema a vacuum , risultano conformi alle MTD.

Nel corso dell’istruttoria finalizzata al rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale è stato chiesto al Gestore di proporre una soluzione migliorativa rispetto alla situazione esistente della struttura di stabulazione, tale da assicurare livelli emissivi paragonabili a quelli derivanti dall’implementazione delle MTD.

Nella tabella seguente sono riassunte le strutture di stabulazione adottate nei ricoveri di allevamento:

Ricovero Tecniche di stabulazione MTD si/no 1 2 Pavimento Totalmente Fessurato con raschiatore n.a. 3 4 Pavimento Totalmente Fessurato + Vacuum System SI’

n.a.: la tecnica di stabulazione proposta dal Gestore non è annoverata tra le tecniche prese in considerazione dalle Linee Guida Nazionali delle Migliori Tecniche Disponibili. Tuttavia, il Gestore ritiene che le tecniche di stabulazione proposte possano comunque contribuire a ridurre le emissioni rispetto al sistema di riferimento riportato nelle BRef.

In merito alla conformità alle Migliori Tecniche Disponibili delle strutture di stabulazione previste nei ricoveri 1-2-3: • dal momento che la tecnica proposta (PTF con raschiatore) non è prevista dal BRef 2; • tuttavia le emissioni in atmosfera sono limitate dalla ridotta profondità (30 cm) della vasca di accumulo del liquame posta al di sotto del grigliato di stabulazione e dalla possibilità di effettuare un allontanamento frequente dei liquami; • è stato chiesto al Gestore di descrivere le scelte gestionali e/o gli interventi strutturali in grado di risolvere la problematica della non conformità alle MTD, relazionando, in ogni caso, in merito a determinati aspetti della tecnica proposta.

Il Gestore ha relazionato circa le caratteristiche del fondo della vasca posta al di sotto del grigliato, riferendo in merito alla porosità della superficie, alle modalità ed al grado di pulizia che riesce ad assicurare con le tecniche previste. In particolare, ha dichiarato quanto segue: ʉ la superficie del fondo dei grigliati è realizzata in battuto di calcestruzzo con indurente al quarzo in grado di garantire la quasi totale assenza di porosità della pavimentazione; ʉ il fondo della fossa presenta una leggera pendenza verso l’asse centrale longitudinale dove è presente un canale a forma di “V” per lo sgrondo delle urine, in grado di garantire la separazione delle feci e quindi una maggior riduzione delle emissioni; ʉ le operazioni di rimozione del refluo avvengono per mezzo di un raschiatore

2 Cfr. Reference Document on Best Available Techniques for Intensive Rearing of Poultry and Pigs – Luglio 2003 12

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meccanico, in acciaio, pilotato da una centralina; lo stesso risulta costituito da una lama in gomma antiusura che, a diretto contatto della superficie liscia della pavimentazione, è in grado di garantire un ottimo grado di pulizia del sottogrigliato; inoltre, l’elevata frequenza di asportazione del refluo (giornaliera) permette di ridurre al minimo il tempo di permanenza dello stesso al di sotto dei grigliati facilitando, considerato il volume minimo accumulato, le operazioni di rimozione.

Sulla base delle suddette precisazioni fornite dal Gestore, il sistema proposto corrisponde a quanto previsto dalle Linee Guida MTD in merito alle caratteristiche ottimali dei sistemi con raschiatore, che devono assicurare la rimozione della frazione solida attraverso l’accurata pulizia del fondo della vasca sottogrigliato.

Si ritiene pertanto che la tecnica di stabulazione proposta possa essere accettata, in quanto in linea con principi MTD (vasca sottogrigliato di profondità ridotta, svuotamento giornaliero, quindi molto frequente, rimozione della frazione solida attraverso accurata pulizia del fondo della vasca sottogrigliato).

Tecniche di alimentazione

L’alimentazione è fornita “ad libitum” e viene somministrata per fasi. Nei ricoveri 1-2-3 viene utilizzato il sistema “a bagnato”: il pastone viene preparato all’interno della cucina posizionata nel capannone 1 con razioni prestabilite e variabili a seconda della fase di ingrasso dell’animale; un sistema computerizzato dosa le razioni e le distribuisce automaticamente, attraverso un sistema di tubazioni e valvole sotterranee, all’interno dei truogoli dei box dei capannoni. Nel fabbricato 4 invece si utilizza il sistema “in asciutto”.

L’acqua viene somministrata attraverso un sistema di abbeveratoi, automatici a succhiotto, posizionati, nei box di ciascun ricovero di allevamento.

Pertanto, le tecniche di alimentazione e il sistema di abbeveratoi, automatici a succhiotto sono annoverati fra le Migliori Tecniche Disponibili.

Prescrizioni gestionali e per le attività produttive

1. L’impianto può essere utilizzato per l’allevamento intensivo di suini da ingrasso . La potenzialità di allevamento autorizzata è pari a 2.364 posti , al lordo dei capi in infermeria, con particolare riferimento ai posti magroni e suini da ingrasso riportati nel paragrafo “Descrizione dell’impianto e del ciclo produttivo ”;

2. devono essere prese le opportune misure di prevenzione dell’inquinamento, applicando in particolare le Migliori Tecniche Disponibili;

3. non si devono verificare fenomeni di inquinamento significativi;

4. deve essere evitata la produzione di rifiuti, a norma del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.; in caso contrario i rifiuti sono recuperati o, ove ciò sia tecnicamente ed economicamente impossibile, sono eliminati evitandone e riducendone l’impatto sull’ambiente, a norma del medesimo decreto legislativo;

5. l’energia deve essere utilizzata in modo efficace;

6. devono essere prese le misure necessarie per prevenire gli incidenti e limitarne le conseguenze; 13

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7. le attività produttive e le modalità gestionali devono essere conformi a quanto descritto nella documentazione allegata all’istanza, e successive integrazioni, per il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale, laddove non contrastino con le prescrizioni del presente provvedimento; in particolare, l’attività deve essere condotta nelle strutture di allevamento e nel rispetto della consistenza di cui al paragrafo “Descrizione dell’impianto e del ciclo produttivo” ;

8. il Gestore deve adottare gli accorgimenti necessari a garantire adeguate condizioni di pulizia delle strutture di ricovero e degli animali stessi, provvedendo, in particolare ad evitare situazioni d’imbrattamento persistente;

9. il trasporto degli effluenti zootecnici deve essere attuato, dai soggetti interessati, con mezzi che rispondano sia ai requisiti necessari in relazione alle caratteristiche degli stessi, sia alle vigenti normative in materia;

10. le operazioni di utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento devono avvenire all’interno dei casi e delle procedure previste dalla normativa vigente (Regolamento regionale 10/R del 2007 e s.m.i.);

11. l’applicazione al terreno degli effluenti zootecnici deve essere effettuata per mezzo di un sistema o una tecnica riconosciuta come Migliore Tecnica Disponibile; le relative apparecchiature devono essere prontamente disponibili, presso l’allevamento ;

12. nel corso delle operazioni di utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici, il Gestore deve rispettare la normativa igienico-sanitaria, le norme urbanistiche e le disposizioni concernenti le aree sensibili e le aree di salvaguardia delle acque destinate al consumo umano;

13. ogni modifica delle attività e/o dei presidi anti-inquinamento deve essere preventivamente comunicata all’Autorità competente ed al Dipartimento Provinciale A.R.P.A. di Cuneo, fatta salva la necessità di presentare nuova domanda di autorizzazione nei casi previsti dal D.Lgs. 152/06 e s.m.i., quale modifica sostanziale;

14. la ditta istante ha l’obbligo di provvedere alle verifiche prescritte ed agli eventuali ulteriori interventi tecnici ed operativi che le Autorità preposte al controllo ritengano necessari durante le fasi di gestione autorizzate;

10. al fine di consentire l’attività di controllo da parte degli Enti preposti, il Gestore dell’impianto deve fornire tutta l’assistenza necessaria per lo svolgimento di qualsiasi verifica tecnica relativa all’impianto, per prelevare campioni e per raccogliere qualsiasi informazione necessaria;

11. il Gestore deve garantire che le operazioni autorizzate siano svolte in conformità con le vigenti normative di tutela ambientale, di salute e sicurezza sul lavoro e di igiene pubblica, di benessere animale e le norme sanitarie sulla gestione dei farmaci, delle carcasse e della biosicurezza animale;

12. la cessazione di attività dell’impianto autorizzato con il presente provvedimento deve essere preventivamente comunicata alla Provincia ed agli altri Enti competenti. Il Gestore deve provvedere alla restituzione del provvedimento autorizzativo;

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13. deve essere evitato qualsiasi rischio di inquinamento al momento della cessazione definitiva delle attività e il sito stesso deve essere ripristinato ai sensi della normativa vigente in materia di bonifiche e ripristino ambientale;

14. a far tempo dalla chiusura dell’impianto e fino all’avvenuta bonifica e ripristino dello stato dei luoghi, il soggetto autorizzato è responsabile per ogni evento dannoso che si dovesse eventualmente produrre, ai sensi della vigente legislazione civile e penale.

PRODUZIONE E GESTIONE DEI REFLUI ZOOTECNICI

Considerando la consistenza potenziale, pari a 2.364 capi suini, al lordo dei capi in infermeria, la produzione annuale di liquami suini dell’installazione IPPC è pari a circa 8.123 m 3, comprensivi delle acque meteoriche (251 mc) intercettate dalle strutture di stoccaggio scoperte.

Nei pressi di ciascun ricovero di allevamento è interrata una vasca rettangolare nella quale sono convogliati i liquami; la fase di stoccaggio è assolta per mezzo di due vasche circolari fuori terra.

Nella tabella seguente sono riportate le capacità delle vasche di stoccaggio:

Capacità (mc) Descrizione al netto del franco di sicurezza di 50 cm Vasca circolare V1 1.539 Vasca circolare V2 1.539 Vasca F3 rettangolare 231 Vasca F4 rettangolare 899 Vasca F5 rettangolare 138 Vasca F6 rettangolare 57 TOTALE 4.402

La volumetria complessiva, pari a 4.402 m 3, è sufficiente a garantire uno stoccaggio di almeno 180 giorni degli effluenti zootecnici potenzialmente prodotti dall’installazione IPPC .

Al fine di valorizzare le caratteristiche fertilizzanti del liquame prodotto dall’allevamento e ridurre l’acquisto di concimi chimici di sintesi, l’Azienda destina gli effluenti zootecnici prodotti nell’installazione ad operazioni di utilizzo agronomico sui terreni in propria disponibilità .

Dall’Anagrafe agricola unica del Piemonte, nell’ambito della comunicazione ai sensi del D.P.G.R. 29 ottobre 2007, n. 10/R e s.m.i., si potranno rilevare i seguenti dati: - il numero dei capi allevati; - la quantità di reflui zootecnici prodotti annualmente e il contenuto di azoto; - l’elenco dei terreni a disposizione dell’azienda.

Applicazione delle MTD Tecniche di stoccaggio degli effluenti zootecnici

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I liquami prodotti dagli animali ricadono nelle fosse al di sotto dei pavimenti fessurati dei ricoveri e vengono convogliati nelle vasche di stoccaggio esterne. Nella tabella seguente sono riportate le caratteristiche delle coperture previste per le strutture di stoccaggio presenti nell’installazione IPPC: Descrizione Sistema di copertura Vasca V1 – V2 Copertura con crosta naturale Vasche F 3-4-5-6 Copertura con soletta in c.a. (vasche interrate)

I suddetti sistemi di copertura sono in linea con le Migliori Tecniche Disponibili.

Tecniche di spandimento degli effluenti zootecnici

I reflui zootecnici tal quali, dopo un periodo di stoccaggio, vengono distribuiti sui terreni con carro botte dotato di bande rasoterra. Pertanto, le tecniche di distribuzione sono in linea con le Migliori Tecniche Disponibili.

Prescrizioni tecniche per la gestione e l’utilizzo agronomico degli effluenti zootecnici

1. il trasporto degli effluenti zootecnici deve essere attuato, dai soggetti interessati, con mezzi che rispondano sia ai requisiti necessari in relazione alle caratteristiche degli stessi, sia alle vigenti normative in materia;

2. le operazioni di utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento devono avvenire all’interno dei casi e delle procedure previste dalla normativa vigente (Regolamento regionale 10/R del 2007 e s.m.i.);

3. l’applicazione al terreno degli effluenti zootecnici deve essere tassativamente effettuata per mezzo di un sistema MTD ; le apparecchiature utilizzate per tali operazioni devono essere sempre prontamente disponibili, presso l’allevamento, per le verifiche degli Organi di controllo;

4. nel corso delle operazioni di utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, il Gestore deve rispettare la normativa igienico-sanitaria, le norme urbanistiche e le disposizioni concernenti le aree sensibili e le aree di salvaguardia delle acque destinate al consumo umano.

Relativamente ai criteri generali, alle norme tecniche ed ai divieti da osservare per l’esercizio delle operazioni di utilizzazione agronomica, si rimanda a quanto stabilito dal Regolamento regionale n. 10/R ed agli eventuali ulteriori provvedimenti regionali di disciplina della materia.

PRODUZIONE ED UTILIZZO DELL’ENERGIA

Energia elettrica

L’azienda non produce energia elettrica che, pertanto, è acquistata dalla rete. Non sono presenti generatori di emergenza. Il consumo di energia elettrica risulta connesso principalmente alle attività di preparazione del mangime, di distribuzione delle razioni e di 16

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illuminazione dei locali, non essendo presente un sistema di ventilazione forzata dei locali di stabulazione. Il consumo stimato di energia elettrica è dichiarato pari a 48 MWh/anno.

Energia termica

Il gasolio agricolo viene utilizzato principalmente per l’essiccatoio e per le pratiche agronomiche (circa 24.000 l/anno) e, in misura minore, per il riscaldamento dei ricoveri e le operazioni di carico/scarico degli animali (circa 8.000 l/anno, corrispondenti a circa 80 - 82 MWh/anno). Il gasolio viene stoccato all’interno di un serbatoio omologato della capacità di 5.000 litri, posizionato nel piazzale tra i capannoni n. 1 e 2, provvisto di vasca di contenimento.

I capannoni sono riscaldati nei mesi invernali (ottobre – marzo) all’arrivo dei suinetti e durante le prime fasi di accrescimento, con possibilità di attivazione ogni qual volta le temperature esterne lo richiedano. Vengono utilizzati n. 2 generatori mobili ad aria calda, alimentati a gasolio, di potenza termica nominale pari a 69,3 kW e 111,1 kW, pertanto esclusi dall’autorizzazione alle emissioni.

L’impermeabilizzazione e la coibentazione della copertura sono assicurate nei capannoni n. 1 e n. 2 da laterizio e lana di roccia. I tetti dei capannoni n. 3 e n. 4 presentano, invece, speciali pannelli presagomati e manto di tegole che consentono la ventilazione dello spazio sottotegola, migliorando l’efficienza della coibentazione della copertura stessa. Le pareti sono in mattoni forati. La struttura del capannone n. 4 è di tipo prefabbricato in cemento armato, con pannelli di tamponamento sandwich in calcestruzzo nei quali è frapposto l’isolante (polistirene).

Consumi complessivi

Si riassumono, nella tabella che segue, i consumi energetici stimati: Energia elettrica Energia termica per riscaldamento Consumi annui § 48 MW eh § 80-82 MW th Consumi specifici § 60 Wh/capo/giorno § 100 Wh/capo/giorno

I consumi specifici sono in linea con quelli riportati nel D.M. 29/01/2007 per la tipologia di allevamento.

EMISSIONI IN ATMOSFERA

Applicazione delle MTD

Dall’impianto si originano esclusivamente emissioni diffuse. Gli inquinanti principali generati dall’attività dell’azienda sono ammoniaca, metano e polveri derivanti dalla fase di stabulazione, stoccaggio e spandimento.

In tutti i capannoni la ventilazione è naturale , con ingresso dell’aria dalle finestrature laterali ed uscita dai cupolini posti sul tetto dei capannoni. È presente un sistema di regolazione automatizzata per l’apertura e chiusura delle finestrature.

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Le emissioni derivanti dall’allevamento sono state stimate utilizzando il programma di calcolo del C.R.P.A. effettuando un confronto con il sistema di riferimento, considerando una potenzialità dell’allevamento pari a 2.364 capi di suini all’ingrasso . Le stime sono riassunte nelle tabelle seguenti: SISTEMA DI RIFERIMENTO Stabulazione Stoccaggio Trattamento Spandimento TOT. Inquinante (t/a) (t/a) (t/a) (t/a) (t/a)

NH 3 5,9 5,4 - 8,1 19,4 CH 4 29,4 11,7 - - 41,1 SITUAZIONE AZIENDALE Stabulazione Stoccaggio Trattamento Spandimento TOT. Inquinante (t/a) (t/a) (t/a) (t/a) (t/a)

NH 3 4,3 4,4 - 5,3 14,0 CH 4 - 14,9 - - 14,9

È stata stimata una riduzione rispetto al sistema di riferimento pari a circa il 28% di ammoniaca e il 64% di metano.

Presso l’allevamento è presente un mangimificio aziendale i cui impianti principali (mulino e miscelatore, diversi silos) sono collocati all’interno di un fabbricato. La capacità di stoccaggio complessiva dei silos di mangime finito al servizio delle stalle è di 48 t (n.2 silos da 12 t, n.1 da 10 t e n.2 da 7 t), mentre il mangimificio ha una capacità massima di stoccaggio di 163 t (n.2 silos da 50 t, n.1 da 15 t, n.1 da 12 t, n.1 da 9 t e n.1 da 7 t e n.4 fariniere da 5 t/ciascuno); sono, inoltre, presenti n.3 silos granaglie da 320 t/ciascuno posizionati nel piazzale esterno. L’azienda effettua la molitura di granella di mais e orzo per un quantitativo pari a circa 4.500 kg/giorno (15.000 q/anno). La fase di macinazione viene svolta in un mulino a martelli con una capacità produttiva di 14 q/ora per il mais e 8 q/ora per l’orzo. Mediamente viene impiegato per circa 10-15 ore/settimana (3-4 giorni/settimana). La fase di miscelazione dei prodotti viene svolta in un impianto di tipo verticale della capacità di circa 10 q. Le operazioni di carico delle materie prime avvengono con rimorchio che carica le granelle dai silos esterni e le scarica nella tramoggia interrata adiacente alle fariniere. Una volta scaricata nella tramoggia, la granella viene trasferita ai silos attraverso un sistema chiuso a coclea. La granella viene successivamente alimentata al mulino tramite coclee ed il prodotto macinato viene trasportato pneumaticamente alle fariniere, passando prima in un ciclone. L’aria in uscita dal ciclone viene trattata in un filtro a maniche per il contenimento delle polveri, caratterizzato da n. 6 filtri in tessuto aventi ciascuno diametro pari a 0,2 m e altezza di 6 m. La pulizia dei filtri avviene giornalmente a fine lavori, scuotendo i filtri all’interno di sacchi posti alla base di questi; i sacchi vengono quindi riversati nel miscelatore. Il mangime prodotto viene stoccato in appositi silos, alimentati per mezzo di un sistema chiuso, con tubazioni munite di coclee, in modo da limitare il più possibile le emissioni di polveri. Il quantitativo complessivo di mangime prodotto è pari a circa 50-60 q/giorno (20.000 q/anno). Le movimentazioni del mangime dall’impianto di macinazione/miscelazione verso i silos di stoccaggio limitrofi alle stalle 1 e 4 avvengono tramite un rimorchio della capacità di circa 50 q, completamente chiuso. I silos sono dotati di un sistema di chiusura con coperchio che viene aperto solo in occasione del caricamento e la tubazione che scarica il mangime nel silos viene introdotta nel foro di carico consentendo così di minimizzare la diffusione di polveri.

La distribuzione del mangime avviene in automatico tramite un sistema chiuso direttamente negli alimentatori presenti nei ricoveri. Nei capannoni n. 1, 2 e 3, il mangime viene alimentato liquido, mentre nel capannone n. 4 si prevede la somministrazione di mangime secco. 18

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L’azienda effettua anche l’essiccazione delle granelle di mais per un quantitativo pari a circa 11.000-11.500 q/anno. Le movimentazioni delle granelle sono effettuate mediante l’utilizzo di mezzi di trasporto provvisti di copertura; allo stesso modo gli stoccaggi temporanei (cumuli di granelle) vengono opportunamente coperti con nylon, minimizzando il più possibile le movimentazioni. Per l’essiccazione viene utilizzato un impianto mobile, di tipo cilindrico verticale (larghezza 3,2 m e altezza 4,5 m). Il sistema di funzionamento è a scambio diretto, con bruciatore a gasolio di potenza termica nominale pari a 854 kW. L’attività di essiccazione si protrae per sole due settimane nel periodo autunnale, dopo la raccolta. La quantità massima giornaliera di prodotto umido essiccato è pari a 90.000 kg/giorno di mais al 14% di umidità. L’impianto di essiccazione suddetto è escluso dall’autorizzazione alle emissioni in atmosfera, ai sensi dell’art. 272, c. 1 e della Parte I, All. IV alla Parte V del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., in quanto avente una potenza termica nominale inferiore a 1 MW.

Prescrizioni specifiche per le emissioni in atmosfera

1. il Gestore è tenuto ad evitare o, ove non possibile, a ridurre l’emanazione di odori sgradevoli;

2. gli impianti devono essere gestiti evitando che si generino ulteriori emissioni diffuse secondo quanto previsto dal D.Lgs. 152/06 e s.m.i., Parte V, All. 5, nei casi ivi specificati;

3. i sistemi di contenimento e mitigazione delle emissioni diffuse descritti nel quadro emissivo devono essere mantenuti in efficienza;

4. nel caso in cui, durante la gestione dell’impianto, si verifichino fenomeni rilevanti di odori molesti, la Provincia si riserva la possibilità di richiedere ulteriori interventi di contenimento delle emissioni in atmosfera.

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Quadro emissivo

STABILIMENTO: SILVESTRO Emanuele – VOTTIGNASCO

FONTE TIPOLOGIA PROVENIENZA INQUINANTI SISTEMI DI CONTENIMENTO E MITIGAZIONE EMISSIVA EMISSIVA

Ricoveri 1, 2 e 3: PAVIMENTAZIONE TOTALMENTE FESSURATA CON RASCHIATORE (vasca sottogrigliato di CAPANNONI 1, 2 E 3 DI ALLEVAMENTO profondità ridotta, svuotamento giornaliero, quindi molto SUINI ALL’INGRASSO NH frequente, rimozione della frazione solida attraverso accurata D1, D2, D3, 3 EMISSIONE DIFFUSA CH pulizia del fondo della vasca sottogrigliato) D4 CAPANNONE 4 AD USO INFERMERIA 4 POLVERI TOTALI Ricovero 4: PAVIMENTAZIONE TOTALMENTE FESSURATA (cupolini/finestrature/portoni) CON VACUUM SYSTEM ISOLAMENTO TERMICO E VENTILAZIONE NATURALE

COPERTURA CON CROSTA NATURALE VASCHE CIRCOLARI STOCCAGGIO NH D5, D6 EMISSIONE DIFFUSA 3 MOVIMENTAZIONE LIQUAME (INGRESSO E PRELIEVO DA LIQUAME CH 4 VASCHE) A BASSA PRESSIONE, AL DI SOTTO DEL PELO LIBERO

D7, D8, D9, VASCHE RETTANGOLARI INTERRATE NH EMISSIONE DIFFUSA 3 COPERTURA CON SOLETTA IN C.A. D10 STOCCAGGIO LIQUAME CH 4

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STABILIMENTO: SILVESTRO Emanuele – VOTTIGNASCO

FONTE TIPOLOGIA PROVENIENZA INQUINANTI SISTEMI DI CONTENIMENTO E MITIGAZIONE EMISSIVA EMISSIVA

MOVIMENTAZIONE GRANELLA CON RIMORCHIO COPERTO, MINIMIZZANDO LE MOVIMENTAZIONI E LA RAPIDITÀ DELLE STESSE, EVITANDO DI PROCEDERE IN PRESENZA DI VENTO STOCCAGGI TEMPORANEI DI GRANELLE (CUMULI) OPPORTUNAMENTE COPERTI CON NYLON, MINIMIZZANDO IL PIÙ POSSIBILE LE MOVIMENTAZIONI TRASFERIMENTO DEI MATERIALI PREFERIBILMENTE CON SISTEMI CHIUSI CARATTERIZZATI DA TUBAZIONI MUNITE DI COCLEE MANGIMIFICIO (movimentazione materie PRODOTTO MACINATO TRASFERITO PNEUMATICAMENTE D11 prime e mangime, silos di stoccaggio, EMISSIONE DIFFUSA POLVERI TOTALI ALLE FARINIERE (PRESENTI UN CICLONE PER SEPARARE mulino, miscelatore) IL FLUSSO D’ARIA DAL PRODOTTO MACINATO ED UN FILTRO A MANICHE PER LA RIMOZIONE DELLE POLVERI DAL FLUSSO D’ARIA) PULIZIA DEL FILTRO A MANICHE EFFETTUATA GIORNALMENTE A FINE LAVORI SILOS DI STOCCAGGIO LIMITROFI ALLE STALLE 1 E 4 DOTATI DI SISTEMA DI CHIUSURA CON COPERCHIO, APERTO SOLO IN OCCASIONE DEL CARICAMENTO MACINAZIONE E MISCELAZIONE EFFETTUATE ALL’INTERNO DI UN FABBRICATO

IMPIANTO DI ESSICCAZIONE MAIS NON SOGGETTO AD AUTORIZZAZIONE ALLE EMISSIONI IN ATMOSFERA D12 (alimentato a gasolio, P = 854 kWt) AI SENSI DELL’ART. 272, C. 1 E DELLA PARTE I, ALL. IV ALLA PARTE V DEL D.LGS. 152/06 E S.M.I.

NON SOGGETTO AD AUTORIZZAZIONE EX D.LGS. 152/06 E S.M.I. (PARTE V, C1 SERBATOIO STOCCAGGIO GASOLIO SFIATI ALLEGATO IV, PARTE I)

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UTILIZZO DELL’ACQUA; EMISSIONI IN ACQUA, NEGLI STRATI SUPERFICIALI DEL SOTTOSUOLO E NEL SUOLO

Applicazione delle MTD

Approvvigionamenti idrici

Per l’approvvigionamento idrico viene utilizzato un pozzo aziendale (Pratica n. CN6434P) per il quale, in data 11/10/2016, è stata rilasciata la concessione definitiva per un volume pari a 7.829 mc/anno. L’acqua del pozzo viene utilizzata in azienda per l’abbeveraggio degli animali e la preparazione della razione “a bagnato”; solo una minima percentuale viene destinata al lavaggio e la disinfezione dei locali di stabulazione che avviene a con idropulitrice ad alta pressione; la quantità di acqua stimata per il lavaggio è minima (circa 13 mc/anno).

L'erogazione per l’abbeveraggio avviene tramite succhiotti antispreco. Al fine di minimizzare gli sprechi di acqua per ciascuna linea di distribuzione sono stati installati dei regolatori di pressione e di livello in modo tale da avere un ottimale controllo del flusso idrico, mentre l’intero sistema lavorerà a bassa pressione.

Il consumo idrico medio stimato complessivamente per l’intero stabilimento è pari a circa 7.300 mc/anno . Al fine di monitorare costantemente i quantitativi di acqua prelevata, sono presenti dei misuratori di portata in prossimità dei punti di allaccio all’acquedotto e al punto di prelievo dal pozzo.

Il fabbisogno medio di acqua stimato (circa 9 l/capo/giorno) rientra nel range previsto dalle linee guida. Le eventuali perdite di acqua dal sistema di distribuzione all’interno dei ricoveri vengono monitorate giornalmente dal gestore, il quale provvede alla localizzazione ed alla riparazione ove possibile; qualora necessario, si richiede l’intervento di un tecnico specializzato.

Scarichi idrici

Presso l’allevamento non è attuato né previsto alcun trattamento delle deiezioni animali, che sono avviate ad utilizzo agronomico. Le acque di lavaggio degli automezzi, prodotte presso l’apposita piazzola, vengono convogliate in un apposito pozzetto a tenuta, svuotato all’occorrenza da una ditta specializzata. Non sono pertanto presenti scarichi di acque reflue industriali . Le acque reflue derivanti dai lavaggi dei locali di stabulazione sono gestite unitamente alle deiezioni animali (liquami).

È presente uno scarico di acque reflue domestiche relativo ad un servizio igienico annesso all’attività di allevamento, ubicato in prossimità dell’ingresso dell’installazione. Per le acque reflue domestiche è previsto un sistema di trattamento composto da: - fossa Imhoff per le acque nere; - filtro percolatore anaerobico per le acque grigie e per le acque nere in uscita dalla fossa Imhoff. Lo scarico avviene negli strati superficiali del sottosuolo tramite pozzo perdente.

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In relazione alle acque meteoriche di dilavamento , la documentazione trasmessa comprende il Piano di Prevenzione e Gestione delle acque meteoriche, di cui al D.P.G.R. 20 febbraio 2006, n. 1/R e s.m.i., completo di Disciplinare. In proposito, il Gestore evidenzia quanto segue: - presso lo stabilimento non si effettuano operazioni di lavaggio, accumulo di sostanze o rifiuti pericolosi, né sono presenti impianti di trattamento; - non sussiste il rischio di inquinamento delle acque meteoriche ricadenti sulle coperture dei ricoveri, che vengono disperse nelle aree presenti tra i fabbricati; su tali superfici non vengono effettuate operazioni di lavaggio; - i contenitori-distributori del gasolio sono posizionati su un battuto di cemento sul piazzale in area adiacente al perimetro dello stabilimento e sono dotati di propria tettoia di protezione dagli agenti atmosferici; - non sussiste il rischio di inquinamento delle acque meteoriche ricadenti sulle aree scoperte non impermeabilizzate, che vengono disperse nel suolo circostante; su tali superfici non vengono effettuate operazioni di lavaggio. Sul piazzale non viene effettuato alcun stoccaggio di materiali; - durante le operazioni di carico e scarico animali, gli operatori prestano la massima attenzione ad evitare imbrattamenti delle aree sottostanti e vicine. Nel caso questo avvenga, si provvede immediatamente a ripristinare l’area al fine di evitare qualsiasi tipo di inquinamento. Le superfici impermeabilizzate su cui avvengono le movimentazioni sono minime e vengono anch’esse accuratamente ripulite in caso di presenza di eventuali residui; - il deposito temporaneo dei rifiuti avviene in locale chiuso (presso il magazzino adiacente al mangimificio); - essendo stato valutato trascurabile il rischio di inquinamento delle acque di dilavamento, si è ritenuto non necessario la realizzazione di una rete di raccolta e le acque meteoriche si disperdono direttamente al suolo.

Relativamente al comparto delle acque – per quanto applicabile al caso di specie – lo stato di attuazione delle MTD nell’allevamento può essere sintetizzato come segue: MTD per la riduzione dei consumi di acqua Situazione aziendale (dal D.M. 29/01/2007) (da esame istanza) Installazione e mantenimento in efficienza dei È presente un misuratore di volume contatori idrici in modo da avere una installato al punto di prelievo del pozzo da registrazione affidabile dei consumi che dovranno cui si provvede mensilmente alla lettura per essere annotati almeno mensilmente per il monitoraggio. monitorare i consumi ed identificare le perdite. Pulizia degli ambienti e delle attrezzature con L’azienda effettua la pulizia dei ricoveri a acqua ad alta pressione o con idropulitrici quando fine ciclo per mezzo di una idropulitrice ad si è alla fine del ciclo e gli animali sono stati alta pressione, utilizzando un volume di rimossi. È importante trovare un giusto equilibrio acqua strettamente necessario evitando tra l’esigenza di mantenimento di adeguate sprechi. condizioni igieniche attraverso la pulizia e la necessità di non aumentare eccessivamente il volume di liquami da stoccare ed avviare successivamente allo spandimento agronomico. Esecuzione periodica dei controlli sulla pressione Giornalmente vengono ispezionati tubi e di erogazione agli abbeveratoi per evitare sprechi raccordi destinati alla distribuzione eccessivi. dell’acqua, la pressione erogata dai succhiotti per l’abbeveraggio, i locali in cui si preparano gli alimenti per gli animali.

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Quadro emissivo e limiti di emissione

Gli scarichi connessi con l’attività dell’azienda sono i seguenti: N° totale punti di scarico finale – 1

Impianto, fase Portata Modalità N° Scarico o gruppo di Impianti / fasi media di Ubicazione Recettore Sistema di scarico Limiti di emissione finale 3 fasi di di trattamento scarico scarico 5 di scarico 4 provenienza (mc/anno) Nessun limite di concentrazione nelle acque scaricate (*). Per le acque Obbligo di conformità dei nere: fossa Comune di sistemi di trattamento S1 Acque reflue Imhoff Vottignasco alle prescrizioni tecniche domestiche previste nell’Allegato 5 provenienti dai 36,5 Pozzo Per le acque Periodico Via Villafalletto, 14 SSU della D.C.M. 04/02/1977. Cod. servizi igienici (dato stimato) perdente grigie e nere: scarico: annessi filtro Foglio 6 (*) ai sensi del CN0000434 all’allevamento percolatore Particella n. 261 combinato disposto anaerobico D.Lgs. 152/06 e s.m.i., art. 101, c.7, lett. e) e L.R. 13/90 e s.m.i., art. 14, c.3

3 Identificazione e numerazione progressiva (es. S1, S2, S3 ecc.) dei punti di emissione nell’ambiente esterno delle acque reflue generate dal complesso produttivo. 4 Tempistica di scarico: scarico continuo, saltuario, periodico ed l’eventuale frequenza (ore/giorno; giorni/settimana; mesi/anno). 5 Recapito dello scarico (F: fognatura, AS: acque superficiali, SU: suolo o SSU: strati superficiali del sottosuolo). 24

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Prescrizioni specifiche per l’utilizzo dell’acqua

1. devono essere adottati idonei sistemi atti a garantire il rispetto dei criteri generali per un corretto e razionale uso dell’acqua, in modo da favorirne il massimo risparmio nell’utilizzazione;

2. devono essere presenti e mantenuti sempre efficienti idonei strumenti per la misura dell’acqua prelevata presso l’allevamento;

3. deve essere presente un sistema di registrazione dei parametri misurati dagli strumenti di misura delle acque prelevate per l’attività IPPC, con indicazione della data delle letture, nonché dei volumi totalizzati su base annua. Le registrazioni devono essere conservate per le verifiche degli Organi di controllo;

4. devono essere adottate tutte le misure necessarie ad evitare un aumento, anche temporaneo, dell’inquinamento;

5. è vietato lo scarico diretto nelle acque sotterranee;

6. è vietato lo scarico sul suolo e negli strati superficiali del sottosuolo di reflui contenenti le sostanze indicate al paragrafo 2.1 dell’allegato 5 alla parte III del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.;

7. deve essere garantito il corretto e regolare funzionamento dei sistemi di raccolta, convogliamento, trattamento e scarico delle acque reflue (es. pozzetti, tubazioni, pompe, impianti di depurazione), anche attraverso periodici interventi di manutenzione (es. estrazione fanghi);

8. è fatto obbligo di realizzare ulteriori interventi tecnici e gestionali che gli Organi di controllo ritengano necessari per evitare un aumento, anche temporaneo, dell’inquinamento del corpo recettore;

9. deve provvedersi, non appena possibile, all’allacciamento alla pubblica fognatura;

10. nell’esercizio dello scarico devono essere rispettati i criteri igienico-sanitari stabiliti dalle vigenti disposizioni di legge in materia, nonché le norme igieniche eventualmente impartite dalle autorità sanitarie locali;

11. si considera altresì vincolante e prescritto quanto stabilito dalla normativa statale e regionale vigente in materia e qui non espressamente contemplato.

Prescrizioni specifiche per il Piano di Prevenzione e Gestione Acque di Prima pioggia e lavaggio aree esterne

1. il Piano di prevenzione e di gestione deve essere messo in atto, così come descritto nella documentazione presentata;

2. è vietata l’immissione diretta di acque meteoriche nelle acque sotterranee;

3. devono essere mantenuti in buono stato di manutenzione i sistemi di raccolta, convogliamento e scarico proposti nel Piano di prevenzione e gestione;

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4. deve essere garantita una buona gestione delle aree scoperte ed, in particolare, devono essere evitate condizioni d’imbrattamento delle superfici esterne dell’allevamento;

5. le movimentazioni di animali, effluenti zootecnici, rifiuti ed altri materiali non devono causare contaminazioni della matrice suolo/sottosuolo/acque sotterranee, neanche in caso di sversamenti accidentali.

6. devono essere adottate tutte le misure necessarie ad evitare un aumento anche temporaneo dell’inquinamento;

7. é fatto obbligo di realizzare ulteriori interventi tecnici e gestionali che gli Organi di controllo ritengano necessari al fine di tutela ambientale.

Relativamente ai trattamenti ed alle modalità di allontanamento delle acque meteoriche di dilavamento dei tetti, nonché della parte delle acque meteoriche di dilavamento non definibili “acque di prima pioggia” (anche in quanto non contaminate), si demanda ai regolamenti edilizi comunali, in forza del comma 3 dell’art. 2 del citato D.P.G.R. 20 febbraio 2006, n. 1/R e s.m.i..

EMISSIONI SONORE

Applicazione delle MTD

In base alla zonizzazione acustica adottata dal Comune di Vottignasco, il sito aziendale è classificato in classe III.

Il Gestore individua le seguenti possibili sorgenti di rumore: - i locali di stabulazione: i rumori possono fuoriuscire dai capannoni tramite le finestre o le porte, durante il normale ciclo di allevamento; - il sistema di raffreddamento della cella frigorifera per lo stoccaggio delle spoglie animali; - il piazzale: i rumori possono essere provocati dal passaggio e dalla sosta di automezzi e dalle operazioni di carico e scarico di materie prime in azienda; - il mangimificio.

Nell’ambito della documentazione finalizzata al rilascio del presente provvedimento, il Gestore ha trasmesso una relazione di valutazione previsionale d’impatto acustico che è stata esaminata dal Dipartimento Provinciale dell’A.R.P.A. di Cuneo. Nel merito, sono state rilevate criticità.

Le Linee guida italiane (D.M. 29/01/2007) non impartiscono indicazioni riguardo alle MTD applicabili per il comparto delle emissioni sonore, in quanto si concentrano su altre matrici ambientali, considerate, pertanto, prioritarie. Parimenti, il documento della Commissione Europea competente con sede in Siviglia “Reference Document on Best Available Techniques for Intensive Rearing of Poultry and Pigs” (versione di Luglio 2003), formalmente adottato, contiene una disamina degli interventi tecnici e gestionali adottabili quali “tecniche da considerare”, mentre nulla espone riguardo alle “Migliori Tecniche Disponibili”, la cui trattazione concerne altre matrici ambientali, in quanto il rumore viene esaminato con minor dettaglio 6.

6 Cfr. “Reference Document on Best Available Techniques for Intensive Rearing of Poultry and Pigs” (07/2003), Executive Summary, pag. iv. 26

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Quadro emissivo e limiti di emissione

Il quadro emissivo di riferimento, ai sensi della vigente normativa di settore, è quello definito dal D.P.C.M. 14 novembre 1997 per la redazione dei Piani di Classificazione Acustica (PCA) comunale. I valori limite di emissione ed immissione assoluti e differenziali previsti dalla normativa sono riportati nelle seguenti tabelle A, B e C. Per l’estensione territoriale delle aree a diversa classificazione acustica, il riferimento è rappresentato dal PCA del Comune di Vottignasco (approvato con la Deliberazione del Consiglio Comunale n. 24 del 27/09/2004) e sue successive varianti.

Tabella A : valori limite di emissione - Leq in dB(A)

CLASSI DI DESTINAZIONE D'USO DEL TEMPI DI RIFERIMENTO TERRITORIO diurno (06.00-22.00) notturno (22.00-06.00) I - aree particolarmente protette 45 35 II - aree prevalentemente residenziali 50 40 III - aree di tipo misto 55 45 IV - aree di intensa attività umana 60 50 V - aree prevalentemente industriali 65 55 VI - aree esclusivamente industriali 65 65

Tabella B : valori limite assoluti di immissione - Leq in dB(A)

CLASSI DI DESTINAZIONE D'USO DEL TEMPI DI RIFERIMENTO TERRITORIO diurno (06.00-22.00) notturno (22.00-06.00) I - aree particolarmente protette 50 40 II - aree prevalentemente residenziali 55 45 III - aree di tipo misto 60 50 IV - aree di intensa attività umana 65 55 V - aree prevalentemente industriali 70 60 VI - aree esclusivamente industriali 70 70

Ai sensi dell’art. 3 D.M.11/12/1996, gli stabilimenti a ciclo produttivo continuo sono altresì soggetti al limite differenziale, qualora presso i ricettori non siano rispettati i valori assoluti di immissione.

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Tabella C : valori limite differenziali di immissione TEMPI DI RIFERIMENTO diurno (06.00-22.00) notturno (22.00-06.00) 5 dB 3 dB

Prescrizioni specifiche per le emissioni sonore

1. Tutte le modifiche degli impianti e/o delle attrezzature, conseguenti ad ammodernamenti e/o manutenzioni ordinarie e/o straordinarie, devono essere attuate verificando che le componenti installate non peggiorino la situazione delle emissioni sonore.

PRODUZIONE E GESTIONE RIFIUTI

Per quanto riguarda i rifiuti prodotti nell’azienda, la Ditta dichiara di rispettare i disposti dell’art. 183, lett. bb) del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., concernente il deposito temporaneo.

I rifiuti verranno posizionati in appositi contenitori omologati forniti dalla ditta incaricata allo smaltimento e verranno tenuti in un locale di servizio chiuso, coperto e su pavimentazione cementata impermeabile, presso il magazzino adiacente al mangimificio. L’azienda ha stipulato un contratto con una ditta autorizzata per il ritiro dei rifiuti pericolosi; la stessa provvede affinché l’azienda risulti in regola, ai sensi della normativa sulla tracciabilità delle movimentazioni dei rifiuti.

ULTERIORI DISPOSIZIONI DI SICUREZZA, PROTEZIONE DEL SUOLO E DELLE ACQUE SOTTERRANEE

L’area sulla quale insiste il complesso IPPC presenta una vulnerabilità intrinseca delle acque sotterranee di grado “estremamente elevato” 7 (Cfr. “Studio e valutazione della vulnerabilità intrinseca delle acque sotterranee”, sviluppato – per conto della Provincia di Cuneo – dal Gruppo di Lavoro in Idrogeologia Applicata del Dipartimento di Ingegneria del Territorio, dell’Ambiente e delle Geotecnologie del Politecnico di Torino nel corso del biennio 2003-2005.).

Non sono presenti contenitori di stoccaggio interrati ad eccezione delle fosse di raccolta del liquame proveniente dai sottogrigliati (raschiatori e vacuum system); è, inoltre, presente una fossa adiacente al locale infermeria adibita allo stoccaggio del liquame proveniente da questa nei periodi in cui sono presenti capi malati; le strutture sono realizzate in cemento armato. La cisterna di stoccaggio del gasolio è fuori terra.

7 L’attribuzione di un grado di vulnerabilità “estremamente elevato” è dovuto, in particolare, alla ridotta profondità – rispetto al piano campagna – alla quale si attesta il livello piezometrico della falda superficiale, nonché alla tipologia del sedimento costituente l’acquifero che, nel caso specifico, risulta caratterizzato da un’elevata permeabilità. 28

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Al fine di proteggere suolo e acque sotterranee dal rischio di potenziali incidenti è stato predisposto un “Piano di prevenzione degli incidenti”, nel quale sono stati individuati i punti critici e per ognuno di essi sono state previste opportune azioni di prevenzione.

L’impianto non è soggetto ai disposti del D.lgs. n. 105/2015 e s.m.i. relativo agli stabilimenti a rischio di incidente rilevante.

In merito alla normativa ATEX, la Ditta ha fornito le schede descrittive del mulino a martelli e dei trasportatori a coclea, dalle quali emerge l’esecuzione conforme alla direttiva ATEX 94/9/EC. Provvede, altresì, alla pulizia giornaliera dei filtri per limitare il più possibile la diffusione ed il deposito di polveri sulle apparecchiature presenti nel locale mangimificio. Gli addetti sono, inoltre, al corrente dei rischi presenti, compreso quello derivante dalla presenza di atmosfera potenzialmente esplosiva dovuta alla dispersione di polveri all’interno del locale mangimificio.

In merito alla relazione di riferimento di cui all’art. 5, comma 1, lettera v- bis del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., così come modificato dal D.Lgs. 04/03/2014, n. 46, sulla possibilità di contaminazione del suolo e delle acque sotterranee del sito sul quale insiste l’installazione, con riferimento alla presenza di sostanze pericolose pertinenti, il gestore ha seguito la “Procedura per la verifica della sussistenza dell’obbligo di presentazione della relazione di riferimento”, delineata nell’Allegato 1 al Decreto ministeriale n. 272 del 13/11/2014. In esito alle suddette valutazioni, il gestore ha ritenuto che, per l’installazione di che trattasi, non sussista l’obbligo di presentazione della relazione di riferimento.

BIOSICUREZZA E BENESSERE ANIMALE

La Ditta è tenuta al rispetto di tutte le disposizioni contenute nella vigente normativa di settore, relativamente alla tipologia animale allevata.

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Autorizzazione Integrata Ambientale Rilascio

SILVESTRO Emanuele - Vottignasco

ALLEGATO TECNICO 2 PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO

Sommario

PREMESSA ______2 PROCESSO PRODUTTIVO (controlli a carico del gestore) ______3 GESTIONE EFFLUENTI ZOOTECNICI (controlli a carico del gestore) ______3 CONSUMI ENERGETICI (controlli a carico del gestore) ______4 USO DELL’ACQUA (controlli a carico del gestore) ______5 CONTROLLI A CARICO DI A.R.P.A. PIEMONTE ______5

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PREMESSA Il piano di monitoraggio e controllo dell’impianto e, più in generale, il sistema di gestione ambientale dell’attività IPPC, sotto la responsabilità del Gestore assicura, nelle diverse fasi di vita dell’attività, un efficace monitoraggio delle emissioni nell’ambiente. Il sistema di monitoraggio delle emissioni dell’attività IPPC può essere costituito dalla combinazione di misure dirette o indirette, effettuate in modo continuo o discontinuo (periodiche o sistematiche), nonché di calcoli sulla base di parametri operativi e/o di fattori di emissione. Il piano di monitoraggio e controllo dell’impianto comprende due parti principali: - i controlli a carico del Gestore; - i controlli a carico dell’Autorità pubblica di controllo. Lo scopo del presente allegato è quello di definire quali siano gli aspetti ambientali che devono essere monitorati e controllati dal Gestore dell’impianto, tenendo conto che, per gli impianti di cui al P.to 6.6 dell’Allegato VIII alla parte seconda del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., i valori limite di emissione o i parametri o le misure tecniche equivalenti tengono conto delle modalità pratiche adatte a tali categorie di impianti, come indicato nell’art. 29- sexies , comma 3 del medesimo decreto. 1. Devono, pertanto, essere predisposte dal Gestore le necessarie procedure di attuazione del piano di monitoraggio e controllo e devono essere adottati gli standard di misura e di calcolo in esso previsti. Nel caso venga prescritta una frequenza di monitoraggio giornaliera, s’intende limitata ai giorni lavorativi. Relativamente alle procedure di rilievo ed analisi, ove applicabili devono essere adottate le metodiche del D.M. 31/01/2005; eventualmente possono essere utilizzate altre metodiche, purché concordate con A.R.P.A. Piemonte. 2. Tutti i dati relativi al presente piano di monitoraggio e controllo devono essere: - organizzati in forma chiara ed utilizzabile; - registrati, in ogni caso, dal Gestore con l’ausilio di strumenti informatici che consentano l’organizzazione dei dati in file .xls (o altro database compatibile). Le registrazioni devono essere conservate presso lo stabilimento, a disposizione delle autorità competenti al controllo, almeno per il periodo indicato nelle tabelle seguenti; ad esse devono essere correlabili i certificati analitici; - trasmessi alle autorità competenti, secondo quanto indicato nelle tabelle di dettaglio e prescritto nell’allegato tecnico 1. In caso di variazione di titolarità, il vecchio ed il nuovo Gestore devono provvedere a trasmettere i dati di competenza della rispettiva gestione. 3. Entro il 30 aprile di ogni anno deve essere inviata alla Provincia, al Dipartimento Provinciale dell’ARPA ed al Comune sede dell’impianto una relazione annuale riassuntiva riguardante i dati di monitoraggio rilevati nel corso dell’anno precedente. In particolare, tale relazione deve: a) contenere la descrizione dei metodi di rilievo, analisi e calcolo utilizzati e, se del caso, essere corredata da eventuali grafici o altre forme di rappresentazione illustrata per una maggior comprensione del contenuto; b) comprendere un file .xls (o altro database compatibile) di sintesi di tutti i dati rilevati e calcolati , che deve essere trasmesso anche su supporto informatico . 4. A corredo dell’istanza di rinnovo o di riesame deve essere fornito un elaborato riassuntivo dei monitoraggi eseguiti a decorrere dal rilascio della presente autorizzazione, predisposto secondo quanto richiesto alle lettere a) e b) del punto precedente. Nel caso il Gestore si avvalga di un soggetto esterno per l’effettuazione del piano di monitoraggio, la responsabilità della qualità del monitoraggio resta sempre al Gestore. I controlli effettuati da A.R.P.A. Piemonte sono posti a carico del Gestore.

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PROCESSO PRODUTTIVO (controlli a carico del gestore) TIPO DI PUNTO DI PARAMETRO U.M. METODICA FREQUENZA NOTE DETERMINAZIONE MONITORAGGIO Per capi prodotti si intende il numero Calcolo sulla base del di capi che hanno terminato il ciclo di Numero di capi registro di stalla e/o Riepilogo allevamento nell’anno considerato. prodotti suddivisi unità - - dei documenti di annuale Dati di riepilogo da inserire nella per categoria vendita relazione annuale e conservare per almeno 5 anni presso l’allevamento. Presenza media di Riepilogo capi suddivisi per Misura diretta unità - - annuale categoria Dati di riepilogo da inserire nella Numero di capi Calcolo sulla base del relazione annuale e conservare per morti suddivisi per registro di stalla e/o unità o Riepilogo almeno 5 anni presso l’allevamento. - - categoria o tasso di dei documenti di % annuale mortalità smaltimento carcasse

GESTIONE EFFLUENTI ZOOTECNICI (controlli a carico del gestore) TIPO DI PUNTO DI PARAMETRO U.M. METODICA FREQUENZA NOTE DETERMINAZIONE MONITORAGGIO Annotazione su apposito Effluenti zootecnici 30 giorni Registro sempre registro delle fertilizzazioni, avviati ad utilizzo m3 dall’effettuazione presente presso dedicato allo scopo, delle agronomico - oppure - delle operazioni l’allevamento da quantità degli appezzamenti direttamente dal t di utilizzo conservare per sui quali sono distribuiti gli Gestore IPPC agronomico almeno 5 anni. effluenti zootecnici

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CONSUMI ENERGETICI (controlli a carico del gestore) TIPO DI PUNTO DI PARAMETRO U.M. METODICA FREQUENZA NOTE DETERMINAZIONE MONITORAGGIO Dati di riepilogo da inserire nella Riepilogo Consumo di Misura diretta Lettura Punto di consegna relazione annuale e conservare MWh consumi: energia elettrica continua contatore energia elettrica per almeno 5 anni presso lo annuale stabilimento. Riepilogo Consumo di Misura diretta litri o mc - - consumi: gasolio discontinua annuale Dati di riepilogo da inserire nella Calcoli sulla base dei Come da Riepilogo Consumi specifici relazione annuale e conservare consumi e della D.M. - - consumi: di energia per almeno 5 anni presso produzione 29/01/2007 annuale l’allevamento. Controllo In caso di anomalie, devono Efficienza funzionamento - - Sensori termici Giornaliera essere messi in atto interventi di energetica sensori termici riparazione.

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USO DELL’ACQUA (controlli a carico del gestore) TIPO DI PUNTO DI PARAMETRO U.M. METODICA FREQUENZA NOTE DETERMINAZIONE MONITORAGGIO Deve essere presente idoneo sistema di misura dell’acqua complessivamente utilizzata Lettura Riepilogo Misura diretta Misuratore di per l’allevamento IPPC. m3 misuratore di consumi: continua portata/volume Dati di riepilogo da inserire nella portata/volume mensile relazione annuale e conservare Utilizzo per almeno 5 anni presso dell’acqua l’allevamento. Controllo condizioni Sistemi di operative del Controllo visivo distribuzione Giornaliera In caso di perdite o anomalie, sistema di - dell’acqua devono essere messi in atto distribuzione Controllo visivo interventi di riparazione. Abbeveratoi Mensile dell’acqua erogazione Dati da inserire nella relazione Consumo Calcoli sulla base Come da annuale e conservare per specifico di dei consumi e della D.M. - - Annuale almeno 5 anni presso acqua produzione 29/01/2007 l’allevamento.

CONTROLLI A CARICO DI A.R.P.A. PIEMONTE COMPARTO PARAMETRO PUNTO DI MONITORAGGIO FREQUENZA Le frequenze dei controlli ai sensi dell’art. 3, comma 1 del D.M. 24 Controlli ai sensi del aprile 2008 sono definite nel piano di ispezione ambientale regionale TUTTI comma 1, art. 3 - recepito con D.G.R. 9 maggio 2016 n°44-3272, come previsto dall’art. D.M. 24/04/2008 29- decies , comma 11- ter del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.

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