TERRORE! (The Mammoth Book of Terror, 1991) a Cura Di STEPHEN JONES
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TERRORE! (The Mammoth Book Of Terror, 1991) a cura di STEPHEN JONES Indice Sempre sull'Orrore di Gianni Pilo Introduzione. Parliamo di Terrore di Stephen Jones L'ultima illusione di Clive Barker Bunny non ce l'aveva detto di David J. Schow Murgunstrumm di Hugh B. Cave L'ultimo turno di Dennis Etchison Il Signore Cavallo di Lisa Tuttle Il Saltapicchio di Ronald Chetwynd-Hayes I diritti d'autore sono scaduti di Ramsey Campbell Il fiume dei sogni notturni di Karl Edward Wagner L'esemplare color seppia di Basil Copper La Casa del Tempio di Brian Lumley Gli Jugoslavi di Robert Bloch Il primogenito di David Campton Il dramma nero di Manly Wade Wellman Crystal di Charles L. Grant Secchielli di F. Paul Wilson La testa del satiro di David A. Riley Rottami di Stephen Laws Pastone per maiali di Graham Masterton Sempre sull'Orrore Sembra che molta gente, in questi ultimi anni, si sia lambiccata il cer- vello alla ricerca di classificazioni e distinzioni per differenziare i vari ge- neri e sottogeneri della Fantascienza e della Fantasy. Gli americani in particolare, nell'ottica di qualificare quanto più possibile uno specifico che loro ritengono - forse non a torto - loro proprietà esclusiva, hanno di- versificato in una vera e propria miriade di branche le diverse tendenze che appaiono all'interno della Narrativa Fantastica. A quanto pare, il termine "Horror", negli Stati Uniti, offende certi lettori e certi scrittori. Questa parola, difatti, tenderebbe ad evocare immagini e idee grottesche e ripetitive, sorpassate o sfruttate... Forse è giunto il mo- mento di adottare una nuova terminologia... Questo è il motivo per il quale è possibile leggere di Dark Fantasy, o di Gothic Fantasy invece di Horror: chissà, probabilmente, autori e lettori si sentono più gratificati nel parlare di queste tipologie in base alle quali, con tutta probabilità, ritengono di nobilitare l'oggetto delle loro scritture, o letture. O forse la ragione è che il termine Horror tende ad evocare film trucu- lenti e romanzetti di bassa lega sui vermi giganti a tre occhi. Più pro- babilmente, però, la verità è che questo termine ha sempre dato vita ad al- zate di sopracciglia e smorfie col naso, negli ambienti "in". E forse è per questo che la tradizione americana dei pulps (Weird Tales, Terror Tales, Horror Stories) ha sempre preferito l'Horror, mentre la tradizione inglese ha optato per il più tradizionale Racconto di Fantasmi. Ma, del resto, non dimentichiamo che il racconto del "Soprannaturale" ricorre all'impiego di forze ultraterrene, mentre il racconto dell'"Orrore" viene costruito su una minaccia fisica. Ovviamente, nel Thriller non com- pare alcun elemento fantastico, mentre il racconto "psicologico" scava nelle paure sommerse del nostro inconscio. Infine abbiamo l'Horror Contemporaneo (adesso non pensate che Dracu- la, ai suoi tempi, fosse un contemporaneo), oppure il New Wave Horror, a proposito del quale vi diciamo subito di non ritenere che Frankenstein fos- se all'avanguardia nel 1818. Quanto alle nuove tendenze che mostrano una predilezione per il sesso esplicito e i bagni di sangue, Matthew Gre- gory Lewis, nel 1796, aveva già fatto inorridire più che a sufficienza i suoi lettori con Il Monaco. H.P. Lovecraft, invece, sfidava negli anni Venti l'E- stablishment introducendo delle "Forze del Male" totalmente non umane. Il punto è che Horror resta un termine che si adatta a qualunque storia che, su uno o più piani, evochi in noi un senso di paura e di inquietudine. Il materiale e l'orientamento non contano, se non come questione di gusto soggettivo, fintantoché l'effetto principale che il racconto sortisce sul let- tore è il brivido, che sia fisico, o che sia emozionale (meglio comunque, se suscita entrambi). Perciò, diamo pure il benvenuto a questa nuova serie di racconti, siano essi dell'Orrore, del Terrore, del Soprannaturale, della Gothic Fantasy, del- la New Wave Horror, della Dark Fantasy, del Brivido, dello Shock, del Mistero. E probabile che abbiamo omesso alcune categorie, ma la verità è che in questa raccolta è presente una grossa quantità di racconti. Locus ha cal- colato che nel corso di ogni anno vengono pubblicati all'incirca 600 rac- conti dell'Orrore, ma possiamo assicurarvi che si tratta di un calcolo assai in difetto, dovuto principalmente all'apparizione di Narrativa dell'Orrore in pubblicazioni non specificatamente settoriali, e al proliferare di pubbli- cazioni di piccole case editrici che si dedicano all'Horror. Eccovi dunque una nuova antologia dell'Orrore che tanto successo ha riscontrato di qua e di là dall'oceano. Circa un terzo degli autori appare per la prima volta: segno sicuro che il genere è tutt'altro che stagnante e ripetitivo. Ma ritroviamo anche firme ben note, alcune delle quali sono si- curamente di alto livello. La data di nascita degli autori varia, coprendo un lungo arco di tempo, con diversi scrittori nati negli anni Cinquanta. Un'ulteriore prova che sta affluendo nuova linfa in questo genere. I racconti sono stati scelti da Jones senza tener conto della popolarità dell'autore. Non ci sono etichette né tabù, tantomeno sottogeneri. Le storie spaziano dal tradizionale alla New Wave Horror, dal Soprannaturale alla Fantascienza, dallo Psicologico al Macabro, dalla Dark Fantasy alla Loud Fantasy. Insomma, speriamo che ve ne siate fatti un'idea... Sono comunque tutti racconti dell'Orrore: e sono tra i migliori. Le etichette non contano. Dopotutto, il sangue, comunque lo si chiami, sarà sempre rosso. GIANNI PILO Introduzione. Parliamo di Terrore Terrore: questa parola ha sempre suscitato un'immagine molto più raffi- nata del suo denigrato compagno di scuderia, l'Orrore (anche quella vec- chia volpe del macabro, Boris Karloff, preferiva servirsene per descrivere il tipo di pellicola in cui compariva). Mentre "orrore" evoca immagini di corpi in putrefazione, maniaci psicotici armati di coltello e cose oscure, glutinose, gocciolanti che sembrano voler invadere i recessi del nostro corpo, "terrore" sembra piuttosto offrire un più puro frisson [brivido, N.d.T.] di paura. Non credeteci. Per me le due definizioni sono state sempre indistinguibili: dopotutto, un bello spavento è un bello spavento, e in questo ponderoso volume ne tro- verete di bellissimi. Terrore! riunisce diciotto degli scrittori del genere più acclamati e illu- stri: dai romanzi dell'Età dell'Oro dei veterani Hugh B. Cave e Manly Wa- de Wellman, passando per maestri riconosciuti come Clive Barker, Robert Bloch, Brian Lumley e Ramsey Campbell, agli attuali praticanti di que- st'arte come David J. Schow e Stephen Laws, scoprirete in queste pagine un'infinità di incubi. Tutti i racconti qui raccolti hanno una cosa in comune: la prima volta che li ho letti hanno provocato in me un delizioso terrore che mi ha ac- compagnato lungo gli anni. Sono sicuro che avranno su di voi lo stesso ef- fetto. Perciò girate la pagina, e preparatevi ad essere davvero terrorizzati... STEPHEN JONES A Dave e Sandra, per la loro amicizia, la loro generosità e il loro incitamento nell'arco di tanti anni Titoli originali: The Last Illusion, by Clive Barker, 1985; Bunny Didn't Tell Us, by David J. Schow, 1985; Murgunstrumm, by Hugh B. Cave, 1932; The Late Shift, by Dennis Etchison, 1980; The Horse Lord, by Lisa Tuttle, 1977; The Jumpity-Jim, by Ronald Chetwynd-Hayes, 1974; Out of Copyright, by Ramsey Campbell, 1980; The River of Night's Dreaming, by Karl Edward Wagner, 1981; Amber Print, by Basil Copper, 1968; The House of the Temple, by Brian Lumley, 1981; The Yougoslaves, by Robert Bloch, 1986; Firstborn, by David Campton, 1981; The Black Drama, by Manly Wade Wellman, 1938; Crystal, by Charles L. Grant, 1986; Buckets, by F. Paul Wilson, 1989; The Satyr's Head, by David A. Riley, 1975; Junk, by Stephen Laws, 1989; Pig's Dinner, by Graham Masterton, 1991. CLIVE BARKER L'ultima illusione Clive Barker ha fatto il suo sfolgorante debutto come scrittore horror nel 1984 con sei volumi di racconti, pubblicati con il titolo collettivo Clive Barker's Book of Blood. A questi fecero seguito romanzi molto lodati come The Damnation Game, Weaverworld, Cabal e The Great and Secret Show, nonché i film Hellraiser e Nightbreed. Il racconto che segue presenta ai lettori lo scalcagnato investigatore dell'Occulto creato da Barker, Harry D'Amour. Uno dei prossimi film del- lo scrittore sarà basato sulle gesta di Harry, e lo stesso personaggio appa- rirà nel racconto breve Lost Souls nonché in The Great and Secret Show e nel suo seguito. Perciò preparatevi ad entrare in un mondo di terrore soprannaturale che sembra un incrocio fra Raymond Chandler e H.P. Lovecraft, ma con quel pizzico in più di immaginazione che lo rende innegabilmente proprio di Barker... Quel che era successo allora - quando il Mago, dopo aver ipnotizzato la tigre in gabbia, aveva tirato la corda infiocchettata che le aveva fatto cade- re una dozzina di spade sulla testa - era stato argomento di accese discus- sioni sia nel bar del teatro che, più tardi, al termine del numero di Swann, sul marciapiede della Cinquantunesima strada. Alcuni assicuravano di aver scorto il fondo della gabbia che si apriva nel centesimo di secondo in cui gli occhi di tutti gli altri erano fissi sulle lame che scendevano, e di aver visto portar via la tigre mentre la donna dal ve- stito rosso ne prendeva il posto dietro le sbarre laccate. Altri erano altret- tanto fermi nel sostenere che, tanto per cominciare, l'animale non era mai stato dentro la gabbia, e che la sua presenza non era stata che una proiezio- ne spenta non appena la donna era stata spinta sul palcoscenico a mezzo di un meccanismo; ciò, naturalmente, a una velocità tale che aveva ingannato gli occhi di tutti all'infuori di quelli di coloro che erano tanto pronti e tanto sospettosi da accorgersene.