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«L’astronave? Un impressionante incrocio tra un’auto americana di fine anni 50, un’attrazione da parco-giochi e un insetto gigante» George Clinton Testo:

Un hangar per montare lo show più stupefacente degli anni 70, una ragazza nuda che si infila uno spinello là dove non batte il sole, le pressioni delle Black Panthers, un chitarrista geniale da tirar fuori da una cella: la vita dell’imperatore del P- non era certo noiosa…

autunno del 1976, il bicentenario praticamente ricostruito quello che sarebbe sta- più di quanto avessi sperato, un impressionante dell’indipendenza americana, lo pas- to il palco del tour. Le attrezzature provenivano incrocio tra un’auto americana di fine anni Cin- sammo a Newburgh, nello stato di dagli Aerosmith, che le avevano dismesse nel quanta o inizio Sessanta, un’attrazione da parco New York, con l’intera popolazione 1976. Con gli Aerosmith avevamo dei contatti giochi e un insetto gigante. Era straordinaria. dell’impero P-Funk. All’epoca ci spo- indiretti: Bernie aveva suonato con Joey Kramer Entravo in una scatola nera, una specie di cassa stavamo con trenta-quaranta musi- nei Chubby and the Turnpikes, e per un breve da mago, alla base dell’astronave, salivo con un cisti, più la troupe. Ci serviva tempo periodo avevamo avuto lo stesso manager. Cu- ascensore e poi, in un tripudio di fumo e luci, mi per preparare il tour autunnale, e allo scopo riosamente io li vedevo come un gruppo funk materializzavo in cima ai gradini. Un ingresso in L’avevamo requisito un motel. La mole del reper- perché, come avrebbero dimostrato con Rag scena sensazionale: non si era mai visto nulla di torio da provare era impressionante: The Clones Doll, facevano musica sciolta e ritmata. L’unica simile in un concerto soul, e nemmeno rock. Era Of Dr. Funkenstein, per cominciare, e poi il primo altra formazione rock a esserne capace erano come un musical di Broadway particolarmente disco di Bootsy, ma anche Tales Of Kidd Funkade- i Led Zeppelin, ma solo dal vivo, dato che in elaborato, o la Las Vegas di decine d’anni dopo. lic, il nostro ultimo album targato Westbound, studio si divertivano ad armeggiare con effetti e Per assicurarci che la musica fosse all’altezza di e , il debutto dei con soluzioni complesse. E l’astronave? Be’, era ben tanta magnificenza scenografica, a Newburgh la Warner Bros. Ma, soprattutto, dove- provammo con una professionalità e vamo trovare il modo di suonare con una dedizione senza precedenti, quan- la Mothership sul palco, quella che io tomeno per noi. Dopo quattro album avevo immaginato, che Jules Fisher ave- dei Parliament e cinque o sei dei Fun- va costruito e che si trovava allo Stewart kadelic, eravamo diventati una band Airport di New Windsor, venticinque caleidoscopica in grado di spaziare chilometri circa a ovest di Newburgh, al dal doo-wop al rock duro e agli arran- centro esatto dell’Hangar E. giamenti fiatistici jazz. Per fortuna Strano posto per provare, un hangar, an- potevamo contare sulla supervisione che se hai un’astronave. Era incredibil- di , uno dei migliori al mente cavernoso, al punto che Bootsy mondo. Con James Brown aveva fatto poteva mettersi a un’estremità con i suoi meraviglie, e se ci riesci con lui ci puoi musicisti, noi all’altra con l’astronave, e riuscire ovunque: definirlo un maestro riuscivamo a suonare contemporanea- nell’organizzare le prove e aiutare i mu- mente senza che le band si disturbassero Foto promozionale sicisti a imparare il nuovo repertorio è a vicenda. Dalla nostra parte, avevamo dei Funkadelic, anni 70. veramente riduttivo. Potevi portargli

CLASSICROCKITALIA 115 GEORGE CLINTON un brano nuovo di zecca, mai suonato prima, Louisiana e Mississippi furono spettacolari, ma e un quarto d’ora dopo lo conoscevano a me- Houston, la quinta tappa del tour, fu un’altra moria tutti. In fondo all’hangar Bootsy faceva cosa. Arrivai al Summit in anticipo, per poter ve- lo stesso con la sua musica, ed era bravo quasi dere il palco prima che entrasse il pubblico. Era come Maceo. Con la sua band provava fino a come una gigantesca chiesa vuota, ma quando farli scoppiare di musica. Preparare il P-Funk per gli operai ebbero montato le scenografie somi- il tour con la Mothership fu come schierare un gliava più a un circo. All’ora del concerto sem- esercito. La complessità delle attrezzature, delle brava di nuovo una chiesa, ma piena di fedeli. luci e delle scenografie ci obbligava ad arrivare a Il gruppo spalla era Sly, accompagnato da una certi punti di certe canzoni al momento giusto, Family Stone rinnovata che comprendeva Lynn senza sgarrare di un secondo. Le prove a New- Mabry e , le future Brides of Fun- burgh furono un’esperienza durissima, fisica- kenstein. Suonò alla grande, poi arrivò Bootsy mente e creativamente. Eravamo abituati a con- e i fan andarono in visibilio. Quando scese dal : siderare la nostra musica una creatura viva, una palco entrammo noi, per molti, l’unico conversazione in corso, e sul palco io tendevo a e via con successi dei nome noto del P-Funk. improvvisare. Il nuovo approccio andava nella Parliament come Do direzione opposta, sembrava più l’allestimento That Stuff e dei Fun- di un musical. Non potevi più abbandonarti alla kadelic come Cosmic era praticamente diventa- psichedelia ed entrare in scena strafatto. Le co- Slop. La band di Sly ta un elemento della band, reografie ci portarono a dare più risalto a Garry tornò sul palco per soggetta a battute e sfuriate Shider e Glen Goins. Io non avevo nulla in con- suonare Night Of The come tutti gli altri. trario: erano fotogenici e scatenati, e Glen, con Thumpasorus Peoples La prima serie di show mi il suo vocione gospel, era perfetto per invocare insieme a noi. attraversò come una scos- l’atterraggio della Mothership. Ancora una volta Perfino in uno spet- sa elettrica, ricaricandomi e avevamo messo i giovani in primo piano, a di- tacolo perfetto come dimostrandomi cosa poteva mostrazione che quella era la strada giusta. Era quello ero riuscito a essere uno spettacolo rock il nostro stratagemma per rimanere sulla cresta trovare qualcosa che , magnifico che contava sull’impegno as- dell’onda. non andava: attacchi chitarrista hendrixiano. soluto non solo dei musicisti, A Newburgh riuscimmo anche a finire il disco mancati, leggere pec- ma anche di direttori di sce- per la Warner Bros. Hardcore Jollies non racchiu- che nel mixaggio e na, coreografi e trovarobe. deva significati particolari: volevamo solo suona- nell’illuminazione. E poi c’era la questione della Era un musical broadwayano itinerante, e io ero re fino a spaccarci le dita e godercela un mondo piccola Mothership, che sprizzava scintille sulla talmente affascinato dagli elementi teatrali che a suon di rock. Ecco perché dedicai l’album “ai testa di gente che aveva pagato profumatamen- a volte faticavo a concentrarmi sul messaggio chitarristi del mondo”. te per vederci. Come potevamo assicurarci che musicale. Quando mi ricordavano che c’era sot- non cadesse in mezzo ai nostri fan, schiaccian- to una filosofia a volte era uno shock, ma mai inalmente, dopo aver provato per settimane doli? Non appena mi misi in testa che poteva co- come quando la Nation of Islam si interessò al ogni brano e ogni singolo secondo della per- stituire un problema, la piccola astronave ebbe i nostro spettacolo. La Mothership, naturalmen- Fformance, il P-Funk Earth Tour era pronto giorni contati. Per giunta era adatta solo a posti te, aveva un vago precedente nella teologia e mi- al debutto, nell’ottobre 1976 al Municipal Au- come il Garden, il Forum e lo Spectrum, ma tologia dei Black Muslims: il Libro di Ezechiele ditorium di New Orleans. Il primo show andò nei festival era inutile e nei contesti più piccoli raccontava di una visione profetica che secondo come aveva immaginato Jules Fisher: l’astronave pericolosa. Dopo una ventina di date la elimi- alcuni era una storia di alieni. L’Onorevole Eli- piccola sorvolava il pubblico e, grazie a un’illu- nammo. Ma l’imprevisto più curioso del tour fu jah Muhammad, leader della Nation of Islam, sione, si trasformava magicamente nella Mo- un altro. A Norman, in Oklahoma, a un mese ne aveva tratto una teoria molto più elaborata, thership. Tuttavia, sperimentare l’idea di Jules ci circa dall’inizio del tour, stavamo suonando The illustrata in seguito da Louis Farrakhan: insegnò una lezione importante, vale a dire che Undisco Kidd (The Girl Is Bad) quando la canzo- l’arrivo dell’astronave metteva in ombra il resto ne prese improvvisamente vita. Una ragazza in onorevole Elijah Muhammad ci ha rac- dello spettacolo, trasformandolo in un anticli- salopette si avvicinò fumando uno spinello, salì contato di un gigantesco Mother Plane max. Dopo New Orleans, ci rendemmo conto sul palco e si slacciò le bretelle: rimase completa- L’fatto a forma di universo, sfere dentro che l’astronave doveva atterrare alla fine dello mente nuda, fica pelosa e tutto. Poi si voltò, con sfere. I bianchi li chiamano oggetti volanti non show, non all’inizio. La seconda serata, a Baton un po’ di difficoltà per via dei pantaloni attorno identificati. Nel Vecchio Testamento, Ezechiele Rouge, ci diede ragione. Era una conclusione alle caviglie, si infilò lo spinello nel culo e fece tre vide una ruota che sembrava una nuvola di gior- perfetta, con Glen che invocava la discesa della anelli di fumo. Volevamo iniziare un altro pezzo, no e una colonna di fuoco la notte. L’onorevole Mothership, da mozzare il fiato. Ogni sera cari- ma la gente rideva così forte che era impossibile, Elijah Muhammad ci ha spiegato che la ruota cavamo l’intero armamentario su sette camion e così continuammo con la jam. Vent’anni dopo, venne costruita sull’isola di Nippon, l’odierno poi via verso la tappa successiva. Le esibizioni in tramite una serie di contatti, riuscii a parlarle al Giappone, da alcuni degli Scienziati Originali. Ci telefono. Mi sembrò vecchia e stanca: «Sul serio vollero 15 miliardi di dollari in oro per costruirla. l’ho fatto?», mi chiese. Non so voi, ma una cosa È fatta di acciaio indistruttibile. L’America non del genere io non me la dimenticherei. conosce ancora la composizione dell’acciaio uti- Avevamo i dischi, e il pubblico radiofonico apriva lizzato per fare uno strumento del genere. È un bene le orecchie. Avevamo lo show, e gli spetta- velivolo rotondo, e la Bibbia dice che non vira tori spalancavano gli occhi. Dopo qualche mese mai. [Da The Divine Destruction of America: Can di tour, avevamo dalla nostra anche tutto il genio She Avert It? (1996)] promozionale di Neil Bogart. Assunse un tenen- te dell’aeronautica militare, che ci fece visitare vevo sentito parlare spesso dei Black strutture della Nasa come quella di Huntsville, Muslims dai miei figli e dai loro coetanei, in Alabama, e quella di Hampton, in Virginia. Ae ricordavo frammenti della storia del Mo- Riuscimmo perfino a portare l’intera band al ther Plane dai clienti del Silk Palace negli anni Norad, il North American Aerospace Defense Cinquanta. Ai miei occhi, però, non era che una Command a Colorado Springs. La Mothership mitologia come le altre alla quale attingere, al

116 CLASSIC ROCK LIFESTYLE GEORGE CLINTON pari delle storie sulla mummifica- solo una parte della storia del pubblico del P-Funk. Gli costava molto, ma con zione nell’antico Egitto, dei film P-Funk, e non documentava il successo non si discute. di fantascienza e della clonazione. l’attività di tutti gli altri artisti E poi c’erano gli altri. Eddie Hazel meritava un Ecco perché fu uno shock vedere impegnati a creare un nuovo disco solista: era un chitarrista alla Jimi Hendrix, in prima fila tra il pubblico di Phi- genere. A cominciare, natu- il suo stile non rientrava nei confini dei gene- ladelphia tutti quei tipi in farfalli- ralmente, da Bootsy e la sua ri e nemmeno delle etichette tradizionali. Di no che mi fissavano e gridavano: Rubber Band. In studio colla- norma le case discografiche arrivavano fino a “Insegnaci la sapienza, Fratello boravamo tutti ai dischi di Bo- gente come Ernie Isley, che pur essendo di una George”. La sapienza? Merda, otsy, ma dal vivo si esibiva con bravura spaventosa rientrava comunque in una quelli dicevano sul serio! Li vede- una formazione ridotta all’os- formula ben precisa. Tutto ciò che andava ol- vo inchinarsi, quasi in preghiera, so: lui, Mudbone e P-Nut. Io tre era eccessivo, e anzi, quando qualche anno così iniziai a rispondere: “Questa lo vedevo quasi sempre dal dopo lo stesso Ernie fece un disco solista, HIGH è soltanto una festa”. Poi attaccai backstage, pronto a entrare in WIRE, fu considerato troppo estremo. Come gli con le battute su soldi e fica, per scena dopo di lui, ma una sera Isley Brothers per Ernie, i Funkadelic erano un chiarire a tutti, farfallini compresi, che ero paga- andai a sedermi in prima fila. Arrivato sul palco, porto sicuro per Eddie. Grazie alle fondamenta to per far divertire la gente e non mi interessava per due minuti buoni Bootsy rimase immobile rhythm’n’blues e funk che gli garantivamo se predicare una qualsivoglia verità eterna. Ero il nel buio, solo la silhouette visibile, il ritmo mar- la cavava senza troppi sforzi, ma quando arri- leader di un gruppo rock. L’idea che la nostra tellante della batteria alle sue spalle. Il pubblico vò il momento del suo album sapevamo che si musica potesse essere sfruttata a fini dogmatici impazziva, un fragore assordante e quasi inso- sarebbe scatenato, perciò dovevamo trovare un o associata a una qualsiasi fede, be’, non aveva stenibile. Non aveva ancora emesso un suono altro modo per arginarlo. La soluzione fu inse- funzionato con la Process Church, agli esordi dei e già erano tutti in delirio. A quel punto pro- rire delle cover nel disco. Gli proposi I Want You Funkadelic, e non avrebbe certo funzionato con nunciò il suo “Hallelujah!” con l’inconfondibile (She’s So Heavy) dei Beatles, un pezzo che dal i Black Muslims. Senza contare che la nostra re- voce da cartone animato, e bastò quella singola vivo suonavamo a sangue. Invece l’idea di Cali- ligione era lo spettacolo. La fiducia nelle nostre parola perché la folla esplodesse in un altro bo- fornia Dreamin’ dei Mamas & the Papas nasceva doti sul palco era uno dei motivi per cui non par- ato. Il P-Funk era strutturato come la Motown, da una collaborazione fra Eddie e Shuggie Otis, tecipavamo mai a programmi televisivi come quantomeno nel senso che musicisti e brani figlio del musicista Johnny Otis e a sua volta ar- Soul Train che chiedevano agli artisti di cantare erano condivisi: la precedenza andava agli arti- tista folk psichedelico. Erano entrambi successi e suonare in playback. Le pantomime non ci in- sti che in quel momento avevano più successo. pop, il che permise a Eddie di rielaborarli con la teressavano. Gli altoparlanti degli studi televisivi Stretchin’ Out In Bootsy’s Rubber Band entrò nella sua magia per farne la spina dorsale di GAME, erano piccoli e scadenti, il che significava che Top 10 degli album rhythm’n’blues, la title-track DAMES AND GUITAR THANGS. Molti degli dovevi essere capace di creare un’atmosfera in- nella Top 20 dei singoli. I’d Rather Be With You altri brani erano di Bootsy, il che era buffo, per- tima. Al Green, che sapeva cantare con grazia e era una ballata pazzesca che nell’estate del 1976 ché di fatto i due non suonavano mai insieme. delicatezza, era un artista telegenico. Sly poteva spopolava alla radio e nelle discoteche. Quando Erano ottimi amici, ma creativamente parlando mettersi al pianoforte ed eseguire una struggen- Bootsy diventò il re delle classifiche, comincia- si prendevano a gomitate. Per poter registrare te If You Want Me To Stay. Noi eravamo più simili rono tutti a dirmi che era giusto promuoverlo il disco bisognava far uscire Eddie di prigione. ai Led Zeppelin, così potenti che tentare di con- a headliner. Io ero d’accordo, così una sera gli L’avevano sbattuto al fresco a Lampoc dopo l’al- tenerci non aveva senso. Ecco perché restavamo concedemmo il primo posto in cartellone. Rick terco con il maresciallo dell’aria, ma lavorando nelle arene, e in gennaio registrammo i concerti James, che doveva suonare prima di noi, passò dietro le quinte la Casablanca riuscì a tirarlo fuo- al Los Angeles Forum e all’Oakland Coliseum il pomeriggio a lamentarsi. Si sentiva sminuito, ri. Lo portammo in studio, e una volta registrato per ricavarne un doppio album intitolato al punto che non avrebbe nemmeno voluto l’album tornò immediatamente dietro le sbarre. LIVE: P-FUNK EARTH TOUR. Il grosso esibirsi. Quando ebbe finito entrammo in Poi fu la volta dell’album di e Ma- della scaletta era preso da MOTHER- scena noi, chiudendo come sempre il set ceo Parker, uscito a nome di Fred Wesley and SHIP CONNECTION e THE CLONES con Glen che invocava la discesa della Mo- the Horny Horns. Fred e Maceo volevano un OF DR. FUNKENSTEIN, più The Undi- thership. Uscendo dal palco incrociammo loro progetto autonomo, e siccome ci avevano sco Kidd dei Funkadelic e due registrazioni Bootsy, che tremava vistosamente. dato una grossa mano noi restituimmo il favore. inedite in studio, This Is The Way We Funk Venire dopo l’astronave era impos- Scegliemmo alcuni pezzi di Bootsy, più qualche With You e una nuova versione di Fan- sibile: era nervoso prima dello cover di successi P-Funk come Up For The Down tasy Is Reality, dall’era Invictus. Era show, e più ancora alla fine. La Stroke. La sfida di quel disco consisté in gran nata come brano pop-soul, con una sera successiva si sarebbe sentito parte nel far lavorare insieme Fred e Bernie, in- chitarra fuzz nella traccia sinistra. Per ancora peggio se non lo avessi- coraggiandoli ad arrangiare i fiati ciascuno nel il disco live la rendemmo più ricca, mo rimesso nella sua posizione proprio stile per poi comporli insieme. Il risulta- grondante di accordi pianistici e centrale. to, più che puntare alle classifiche, era un tributo voci doo-wop. La nuova ver- In quanto esperimento di crea- al talento dei nostri musicisti: non che l’aspetto sione sembrava più vecchia, zione di un personaggio, in quan- commerciale non contasse – dovevamo pur forse, ma meno datata, e il to estensione del P-Funk, Bootsy guadagnarci il pane – ma c’era anche una seria feeling era lo stesso. funzionava a meraviglia, tanto che intenzione artistica. Io stimavo la Motown e vo- per un certo periodo sulla cresta levo renderle omaggio. Stimavo i gruppi inglesi in the dell’onda ci fu lui. Eravamo sta- e la loro rilettura del blues americano. Stimavo world today ti così bravi a costruirgli un’i- le canzoni dei musical e il vaudeville. Con tutti I keep hanging in there, dentità distinta che per molti i musicisti che mi circondavano, ognuno impe- that’s the only way1 era l’unico nome noto del gnato a trovare la propria voce o nuove idee per P-Funk, l’unico elemento la voce che sapeva di avere già, il P-Funk si servi- IVE: P-FUNK dotato di un’esistenza in- va di una tavolozza sconfinata per dipingere una EARTH TOUR dipendente dal gruppo. tela sempre più grande. Lera incentrato sui The Brides Bootsy era un tipo piut- Parliament, ma quella era Of Funkenstein tosto mite, ma con l’a- Tratto da: LA MIA VITA FUNKADELICA di scesa della sua stella George Clinton con Ben Greenman. Traduzi- dovette sobbarcarsi one di Michele Piumini. Per gentile concessione 1. «La fantasia è la realtà del mondo di oggi / Io ci rimango dentro, non c’è alternativa». [n.d.t.] il ruolo di volto di SUR, 2016. Tutti i diritti riservati.

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