I Tesori Delle Chiese Di Petralia Soprana
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I Tesori delle chiese di Petralia Soprana a cura di SALVATORE ANSELMO saggio introduttivo MARIA CONCETTA DI NATALE 500g Edizioni I Tesori delle chiese di Petralia Soprana a cura di Salvatore Anselmo Testi Per la realizzazione di questo volume un particolare Salvatore Anselmo ringraziamento va alla prof.ssa Maria Concetta Di Na- Maria Concetta Di Natale tale per gli indispensabili suggerimenti e per aver messo Rosalia Francesca Margiotta a disposizione i materiali di studio dell’Osservatorio per Giovanni Travagliato le Arti Decorative in Italia “M. Accascina”. Un sentito grazie si rivolge pure a S.E.R. mons. Vin- Maurizio Vitella cenzo Manzella, vescovo della Diocesi di Cefalù. Ulteriori ringraziamenti vanno anche a mons. Cri- Fotografie spino Valenziano e a don Salvatore Panzarella per la Vincenzo Anselmo loro cortese disponibilità. Un grazie va ai parroci di Petralia Soprana che si sono succeduti nel corso della presente ricerca agevo- Altre referenze fotografiche: landone anche le varie fasi: don Calogero La Placa, don Salvatore Anselmo Cosimo Leone e don Salvatore Mocciaro e alle suore nn. 1-2 p. 11, n. 18 p. 30, n. 66 p. 72. collegine della Sacra Famiglia di Petralia Soprana. Archivio Giovanni Travagliato Affettuosi ringraziamenti vanno a don Francesco Richiusa che ha supportato le lunghe e complesse fasi n. 4 p. 23, n. 6 p. 24, n. 8 p. 25, nn. 10- del lavoro. 11 p. 26, n. 13 p. 27, n. 15 p. 28. Un sentito grazie si rivolge al sindaco di Petralia So- Biblioteca Centrale della Regione Siciliana prana, dott. Pietro Macaluso, all’assessore alla Cultura, “A. Bombace” di Palermo, Fondo Accascina sig. Rosario Lodico, e all’amministrazione tutta per aver n. 17 p. 29, nn. 2-3 p. 34. sostenuto la pubblicazione. Ulteriori ringraziamenti vanno a Vincenzo Anselmo Galleria Regionale della Sicilia per l’alta professionalità mostrata durante la campagna Palazzo Abatellis (Gero Cordaro) fotografica. n. 9 p. 38, n. 25 p. 48, n. 35 p. 55, Si ringraziano ancora il dott. Vincenzo Abbate, il nn. 41-42 p. 58, n. 43 p. 59. dott. Gioacchino Barbera, l’ins. Michele Cerami, la dott.ssa Evelina De Castro, il sig. Giuseppe Di Gioia, il sig. Vittorio Federico, il sig. Rosario Ferrara, il prof. Grafica, impaginazione e stampa Pablo Gonzáles Tornel, il sig. Antonio Macaluso †, la Giovane Locati s.n.c. prof.ssa Matilde Miquel Juan, il prof. Rosario Termotto e la prof.ssa Rita Vadalà. Edizioni 500g Edizioni Via Spadaro, 34 - 90133 Palermo www.500g-edizioni.org I tesori delle chiese di Petralia Soprana / a cura di Salvatore Anselmo ; saggio introduttivo Maria Concetta Di Natale. – Palermo : 500g edizioni, 2016. ISBN 978-88-99003-30-2 1. Arredi sacri – Sec. 15.-19. - Petralia Soprana. I. Anselmo, Salvatore <1979->. CComuneomune di Parrocchia II. Di Natale, Maria Concetta <1951->. PetraliaPetralia Soprana SS. Apostoli Pietro e Paolo 747.8652094582337 CDD-23 SBN PAL0297474 CIP - Biblioteca centrale della Regione siciliana “Alberto © 2016 Bombace” Sommario Premessa ..................................................................................................................................................5 Pietro Macaluso e Rosario Lodico Presentazione ..........................................................................................................................................7 don Salvatore Mocciaro Argenti, ori e tessuti dal XV al XIX secolo .........................................................................................9 Maria Concetta Di Natale Dagli studi d’arte decorativa ad un Museo Diffuso del territorio .................................................15 Salvatore Anselmo Iugalia vetustissima. Argenti, avori e smalti nel Tesoro della Chiesa Madre (XIV-XV secolo) .............................................................................19 Giovanni Travagliato Le suppellettili liturgiche dalla fine del Quattrocento agli anni Settanta-Ottanta del Settecento .........................................................................................33 Salvatore Anselmo Le suppellettili liturgiche dagli anni Ottanta del Settecento ai primi decenni dell’Ottocento .........................................................................................................97 Rosalia Francesca Margiotta Il patrimonio tessile ..........................................................................................................................113 Maurizio Vitella Repertorio dei paramenti sacri .......................................................................................................137 Maurizio Vitella Appendice documentaria ..................................................................................................................161 Salvatore Anselmo Bibliografia ..........................................................................................................................................177 a cura di Salvatore Anselmo 3 Le suppellettili liturgiche dagli anni Ottanta del Settecento ai primi decenni dell’Ottocento Rosalia Francesca Margiotta Le tendenze classicheggianti che negli Ses- esaurita cultura rococò, è l’inedita corona della santa del XVIII secolo si erano già da tempo Chiesa Madre dell’importante centro madonita diffuse nella nostra penisola non solo nelle arti (fig. 1). La base del manufatto è costituita da decorative, ma anche in architettura, pittura e due giri di grani di rosario che racchiudono scultura, geometrizzando e stilizzando le linee stilizzati motivi floreali e festoni. Da questa si dell’esuberante decorativismo rococò, in Sicilia innalza il fastigio caratterizzato da volute che, stentano ad affermarsi pienamente. Come sot- oltre ad essere impreziosite sempre da grani di tolinea Maria Accascina, nell’Isola, infatti, tale rosario e motivi fitomorfi, un tempo dovevano passaggio fu tutt’altro che lineare e spesso gli probabilmente reggere il globo con croce api- argentieri siciliani, nel seguire il nuovo gusto cale secondo la nota tipologia dell’opera. Il ma- “alla romana”, non sempre riuscirono «a ferma- nufatto, purtroppo in pessimo stato di conser- re la mano in tempo per non sovraccaricare di vazione, può essere identificato con una delle ornati le superfici con il risultato di fare diven- due corone della Madonna della Catena e del tare barocco anche il neoclassicismo»1. suo Bambino, simulacro marmoreo del 1495 at- Nemmeno l’arrivo nell’Isola di opere che tribuito a Giorgio da Milano o ad Andrea Man- aderivano al nuovo gusto, tra cui significativo cino5, cui fa riferimento un inedito documento esempio è il pregevole paliotto d’argento ese- d’archivio reperito da Salvatore Anselmo6. Nel guito nel 1770 dall’argentiere romano Luigi 1784-1785 nei volumi dei conti della Chiesa Valadier per il Duomo di Monreale, commis- Madre si registra, infatti, un pagamento all’ar- sionato dall’arcivescovo Francesco Testa, ebbe gentiere Salvatore La Cecla per la realizzazio- effetti significativi sugli artisti locali2. Soltanto ne della Corona grande fatta p(er) la Madonna dall’ottavo decennio del secolo gli argentieri della Catena ed altra piccola p(er) il SS. Bam- siciliani accantonarono «il dinamismo e la fan- bino di essa imagine7. Pertanto la sigla CLA, tasia creativa che avevano dominato la scena per due decenni»3 aderendo, come annotava il Villabianca, a una moda improntata su «la linea della greca architettura»4. Dagli anni Ottanta del Settecento pure Pe- tralia Soprana aggiornava e ampliava il suo pa- trimonio d’arte sacra attingendo al repertorio classico ed adeguandosi agli orientamenti cul- turali ormai in voga, rivolgendosi quasi sempre alla maestranza degli orafi e argentieri del ca- poluogo siciliano, fulcro del potere religioso e politico e di emanazione della cultura. La più antica delle opere che seppur ancora timidamente aderisce al nuovo stile, mitigato Fig. 1 - Salvatore La Cecla, Corone, 1784, argento, Pe- tralia Soprana, Chiesa Madre da motivi a rocaille, retaggio della non ancora 97 impressa in più parti, preceduta da un’altra let- l’impero delle due corone della Madonna del tera ora non ben leggibile, può essere riferita Rosario ed imbiancarle e pure p(er) imbiancar all’artista citato. Completano la punzonatura la corona di S. Lucia p(er) arg(ento) e mae- il marchio della città di Palermo con l’aquila a stria o(nze) 1.1716. Le prime delle opere citate volo alto che sovrasta le lettere R.U.P (Regia di gusto tardo barocco sono ancora custodite e Urbs Panormi) e quello del console Vincenzo presentano una base ornata da un’alternanza di Di Napoli in carica nel 17848. motivi geometrici che simulano pietre preziose L’orafo La Cecla, attivo a Palermo tra il incastonate. Il fastigio propone testine alate di 1762 e il 18049, doveva essere molto apprezzato cherubini inserite tra mossi girali fitomorfi -al nell’ambito della maestranza palermitana. La ternate a conchiglie e si conclude con grandi sua bottega era molto frequentata da giovani volute terminanti con un piccolo globo sormon- apprendisti: nel decennio 1762-1772 accoglie- tato da croce greca. L’argentiere palermitano va il quindicenne Antonino Bucalo, figlio dello intervenne nel rifacimento delle volute ove però scultore Pietro10, il quattordicenne Tommaso non si individuano le sue iniziali, ma il marchio Belfiore dell’argentiere Giacomo11 e ancora il della maestranza palermitana e il riferimento dodicenne Giovanni Battista Castronovo, il cui al console del 1784 Vincenzo Di Napoli [VD] padre Salvatore era pure maestro della stessa N8417. Sulla base della corona grande è visibile, arte12. Oltre alle opere ricordate, danno