Scegli La Tosca O Fellini? Tutti E Due, Grazie
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venerdì 26 settembre 2003 23 D’EUSANIO AMMETTE IL FLOP ALLA GRANDE «MI MANDA RAI3» ANCHE GLI EROI MUOIONO. PERSINO MACISTE. (GORDON MITCHELL) Gli ascolti? «Una tragedia». È la Stefano Della Casa stessa Alda D’Eusanio a riconoscere il flop di «Punto a Il suo vero nome era Chuck Pendleton, a differenza uno dei boys che accompagnavano un po’ patetica- riera brillante successiva al mitologico: quando gli indimenticabile. Questo spiega perché Fellini lo vo- capo», programma dalle grandi di molti suoi colleghi attori aveva anche una laurea mente Mae West quando la diva sexy della terza età altro eroi «muscle» (primo tra tutti Steve Revves) glia per Satyricon, ma anche il suo ruolo di capo dei ambizioni che ha esordito universitaria e a differenza di molti suoi coetanei compiva i suoi interminabili tour che diventavano tentano invano di riciclarsi in altri ruoli, per lui non soldati spagnoli nei Promessi sposi televisivi di Sal- mercoledì in prima serata su aveva combattuto di persona nella guerra di Corea, automaticamente i primi esempi di criptoraduni ci sono problemi. Il suo futuro sarà quello del pistole- vatore Nocita. RaiUno con un 13,55% di share. La ricavandone una medaglia e una ferita. Raccontato gay. In Italia fece quello che facevano i suoi colleghi ro cattivo (in tutti i film di Demofilo Fidani, mae- Nel 1989 il festival del Cinema Sportivo di Torino conduttrice, che i direttori vogliono così sembra il prototipo dell’eroe americano. Invece Steve Reeves e Mark Forest: l’eroe forte e muscoloso, stro indiscusso del western a bassissimo costo), della gli dedica un omaggio. Mitchell arriva, parla, stra- «tenere a bada» per le sue bizzarrie, Gordon Mitchell, morto sabato a 80 anni nel suo di poche parole ma dai muscoli capaci di ogni impre- spia russa violemta e sanguinaria (anche in senso parla, si esibisce in un ristorante piegando forchette chiede «scusa» e si aspetta un ritiro americano dalle parti di Los Angeles, era un sa. Ma già in uno di questi film mitologici, La parodistico, vedi L'ombrello bulgaro e soprattutto e coltelli e solleva senza esitazioni il non esile Tatti taglio al secondo atto della antieroe per eccellenza. vendetta di Spartacus di Michele Lupo, Gordon La dottoressa seduce i marinai nel quale viene Sanguineti. È l’apoteosi: la gente entusiasta lo ferma «tragedia». Alla stessa ora, invece, Il suo nome è indissolubilmente legato agli anni Mitchell fa capire a tutti che il suo volto così scavato smascherato nientemeno che da Alvaro Vitali che fa per la strada, gli chiede chi è, sussurra: «ma io l’ho è un successo il ritorno di Piero Sessanta, la grande stagione del cinema popolare e irregolare è in grado di interpretare al tempo stesso la pipì proprio nella pianta in cui Mitchell è nasco- gia’ visto questo». Lui sorride sornione e annuncia il Marrazzo con «Mi manda Rai Tre» italiano. Quando arrivò a Cinecittà per interpretare ruoli da eroe positivo ma anche parti di cattivo: e in sto per compiere il suo attentato), di fellone generi- suo prossimo ritorno allo schermo con un film da lui al 14,64%. Il che smentisce il come protagonista Maciste nella terra dei ciclopi di quel film è un bieco traditore, un gladiatore fellone co. prodotto e diretto, Superspaghetti, Naturalmente, direttore generale Cattaneo: «Siamo Antonio Leonviola, aveva pochissima esperienza di che aiuta gli imperialisti romani a fare strage e dei Col passare del tempo i suoi muscoli si «normalizza- non lo girerà mai. Ma anche questa è l’eta’ dell’oro in tv in ripresa, tranne Rai3 che cala». cinema cinema ma era abbastanza noto perché era stato ribelli spartachisti. Quel ruolo gli spalanca una car- no» ma il volto è sempre più scavato, fascinoso, nel nostro cinema. Renato Nicolini fin nei dettagli. Un po' mi ricorda Sandro Penna, che aveva l'abitudine di sfalsare ogni giorno di un'ora il proprio risveglio. icorderò sempre, con lo stupore di Ecco, è come la notte in cui Sandro Penna chi era solo da pochi mesi «assesso- si fosse alzato intorno a mezzanotte - per Rre alla cultura» (e ad un'infinità d'al- scoprire però la stessa ricchezza d'offerta tre cose), il brindisi del sindaco di Roma della vita diurna. Il rischio è la carta geogra- Giulio Carlo Argan ad un pranzo alla Casi- fica di Borges, estesa fino a duplicare la na del Cardinal Bessarione in onore del realtà che doveva rappresentare. E' una sindaco di Parigi Jacques Chirac. Dal pun- notte che non è stata progettata per i not- to di vista gastronomico, quel pranzo era tambuli abituali, ma per saggiare la possibi- stato un vero disastro. L'aragosta usciva lità di nuove popolazioni notturne. Ad attaccata alla forchetta, tutta intera, dal ca- esempio, i frequentatori di musei. Mi pia- rapace, durissima, impenetrabile al coltel- ce che questo avvenga non già sovvertendo lo; la sella di vitello invece si sfaldava sotto il modo in cui i musei sono abitualmente le posate. Chirac, impassibile, non aveva frequentati (come è accaduto con "il popo- notato nulla e mangiato tutto. Ed ecco Ar- lo della notte illumina l'arte", o qualcosa gan levare il bicchiere e dire: «Parigi e Ro- del genere, organizzato da Mecenate '90 ma non possono essere città gemelle…». alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna Una breve pausa, durante la quale stupore che per l'occasione sembrava una discote- e sconcerto crescono - ma ecco la conclu- ca) ma semplicemente aprendoli. Penso sione: «Perché sono innamorate l'una dell' che modi nuovi d'uso non escano armati altra». La «notte bianca» di Roma, sulla come Minerva dal cervello dei manager o scorta della «nuit blanche» di Parigi, straor- degli assessori, ma debbano piuttosto esse- dinaria e recente invenzione di Delanoe re offerti come una serie di possibilità che sindaco, è l'ultima prova di quanto Argan sarà proprio l'uso a definire. Sarà l'occasio- avesse ragione. Per di più, tra Veltroni e ne di vedere la nuova mostra alle Scuderie Delanoe la corrispondenza di ruoli istitu- del Quirinale, dedicata alla pittura Metafi- zionali è perfetta - non come ai tempi del sica - qualcosa che ha molto a che fare con ministro Jack Lang, appena nominato, in la città, perché è la città, la sopravvivenza visita ammirata alla Roma del «Napoleon» del suo mito antico, delle sue suggestioni e dell'Estate romana. arcaiche e delle sue forme primarie, anche La notte bianca, s'intende, non è stata in- nel tempo contemporaneo della metropo- ventata dall'ultimo sindaco di Parigi. È un li, il vero oggetto della pittura di Giorgio concetto che fa parte da tempo della cultu- De Chirico. Oppure per sperdersi dentro ra occidentale, e che è cresciuto - e cresce - le sale di MACRO, la Galleria Comunale assieme alla quantità di tempo che si passa d'Arte Moderna di via Reggio Emilia, che fuori casa, al fascino delle ore notturne. proprio il pomeriggio del 27 inaugura ben Ore rilassate, almeno parzialmente sottrat- cinque nuove mostre - con il contrappun- te all'imperativo calvinista della produzio- to delle performance e delle improvvisazio- ne - in cui è possibile vedere le città ed il ni della navigazione di ritorno della Zatte- mondo con occhi diversi, sensibili a quello ra di Babele di Carlo Quartucci e Carla che la luce del giorno finisce per nasconde- Tatò. re - in primo luogo il piacere. Alla sua Metafisico (debbo avvertire che sto scher- origine c'è il fascino di San Pietroburgo, la zando, di non prendere troppo sul serio città fuori d'ogni regola di Pietro il Grande l'allegria che l'attesa della Notte Bianca ge- (che per qualche tempo, sempre fuori rego- nera in me?) era il fascino delle proiezioni la, ha portato il nome di Lenin) dove cinematografiche alla Basilica di Massen- d'estate il sole non tramonta mai. Ma per zio. L'ossimoro - consapevole ed auto iro- intenderne il senso ormai basta «Ma la nico - tra occhio del cinema (modernità) e notte no» di Renzo Arbore. Organizzarla zione. Ma contavo soprattutto sulla spon- senso del tempo (passato) trasmesso dall' non è cosa facile… Confesso d'averci pro- tanea propensione dei napoletani a vivere Dal tramonto all’alba e anche architettura del luogo, finalmente al posto vato quand'ero «assessore all'identità» nel- la notte… Voglio farla breve: ricordo che, della retorica concordanza tra passato e la Napoli di Bassolino. Mi ero veramente vittima di un curioso caso di dissociazio- più in là: domani questa presente, tra tempo della romanità e tem- innamorato (tradendo Roma e Parigi?) di ne, stavo per affacciarmi alla finestra della po del fascismo, della sistemazione di via Napoli, e avevo inventato «Innamorarsi a mia casa in vicolo Belledonne per urlare strepitosa città non andrà dell'Impero voluta da Antonio Munoz (e Napoli», una manifestazione che aveva il alla folla delle cinque del mattino, che da Mussolini). Era dal terremoto del 1980 suo culmine nella notte «Nessun Dorma!». riempiva fitta la strada fuori del minuscolo che il cinema era esiliato da Massenzio - L'impossibilità di spesa per la cultura del baretto di Salvatore Pica, di smetterla, di a dormire e non produrrà nulla come se in quel luogo fosse sconveniente, Comune ancora in dissesto mi aveva co- non tener conto di quell'imperativo operi- e fosse lecita solo la letteratura. La Notte stretto ad un programma minimale - un stico, di andare finalmente a dormire… se non il piacere. Tutto aperto: Bianca di Roma, con la sua notte di cine- ballo in Galleria, un nuovo cocktail, qual- Provo qualcosa di simile all'invidia per la ma alla Basilica di Massenzio, sembra po- che accordo con i locali notturni - coperto Notte Bianca di Walter Veltroni e dell’as- musei, negozi e mille eventi..