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Milano Händel Conservatorio “G. Verdi” Sala Verdi

Mercoledì 26.IX.07 Il Complesso Barocco ore 20/21 Alan Curtis direttore Joyce DiDonato Laura Chierici soprano Sonia Prina mezzosoprano Maite Beaumont mezzosoprano tenore Vito Priante baritono basso

Migrazioni Barocche 76° Philippe Daverio introduce l’Alcina

Torino Milano Festival Internazionale della Musica 03_27.IX.07 Prima edizione

SettembreMusica Il Complesso Barocco Alan Curtis, direttore Joyce DiDonato, soprano (Alcina) Laura Chierici, soprano (Morgana) Sonia Prina, mezzosoprano (Bradamante) Maite Beaumont, mezzosoprano (Ruggero) Kobie van Rensburg, tenore (Oronte) Vito Priante, baritono basso (Melisso)

Georg Friedrich Händel (1685-1759) Alcina (in forma di concerto) 160 min. I Atto II Atto III Atto

Migrazioni Barocche Philippe Daverio introduce l’Alcina Gli incanti sonori dell’isola di Alcina Testo a cura di Philippe Daverio Testo a cura di Raffaele Mellace

Sono nati a poca distanza di spazio e di tempo, sono morti tutti e due al lavo- Chi va lontan da la sua patria vede ro, ciechi forse per avere scritto troppo sotto le candele, eppure quanto diverso cose da quel che già credea lontane; fu il loro destino. Händel e Bach hanno la medesima formazione religiosa che, narrandole poi, non se gli crede, rigorosamente riformata, sono tutti i due influenzati dall’Italia, possono tutti e stimato bugiardo ne rimane; e due celebrare fino in fondo la solennità barocca, ma quanto è diversa la che ’l sciocco vulgo non gli vuol dar fede, confidenza mistica del primo dalla mescolanza di melanconia e di teatralità se non le vede e tocca chiare e piane; del secondo. Georg Friedrich Händel discende in modo mirabile dalla propria per questo io so che l’inesperienza biografia: lui l’Italia la conosce davvero, Firenze e Venezia dove ottiene i primi farà al mio canto dar poca credenza. successi di palcoscenico, la Roma settecentesca del sofisticatissimo cardinale Ottoboni presso il quale lavora e che è pure il protettore di Corelli. È quindi (Ludovico Ariosto, furioso, VII 1) facile da capire il suo uso naturale della lingua e l’inclinazione a quel gusto letterario dell’Arcadia romana di Cristina di Svezia per la follia dell’Orlando. Un gusto per il mito rivisitato che trova terreno naturale nell’Inghilterra di Purcell, il genio che riscattò il teatro dalle punizioni puritane della rivoluzione Messa in scena nella sala ancora recente del Covent Garden di Londra il 16 cromwelliana, e lì lo traccia per quella che sarà una mania barocca in terra aprile 1735 Alcina (hwv 34) fu l’ultimo trionfo scenico di uno dei massimi ope- antipapista quando perfino William Hogarth ne cita i capolavori per decorare risti. Tra le partiture più generose del genio drammatico händeliane, perfetto gli interni dei suoi dipinti, i quali a loro volta sono scene teatrali. Inatteso il pendant delle meraviglie promesse da Ariosto nel canto VII del Furioso, Alcina percorso successivo, visto che Georg Friedrich Händel diventa maestro di cap- non solo resse diciotto recite filate per tornare in scena nei due anni succes- pella dell’elettore Georg di Hannover nel 1710, se ne va a Londra per diventare sivi, ma soprattutto svolse un ruolo fondamentale nella Händel-Renaissance (perdendo la dieresi e acquistando la fortuna) come novecentesca, con ben 85 allestimenti tra la “prima” moderna a Lipsia nel nel 1714 cambierà nome l’elettore che se ne viene anche lui in Inghilterra a 1928 e il 2000, passando per la cruciale appropriazione del ruolo eponimo da diventare re George, il primo di tutti i George che tracceranno la gloria bri- parte di Joan Sutherland nel 1957, l’approdo italiano alla Fenice nel 1960 e tannica del Settecento con il cognome aggiunto di Windsor. Che sia poi questa milanese alla Scala nel 1985 in forma di concerto; alcune arie (Verdi prati, l’isola di Alcina, nella quale tutto è fantasia e quindi possibile? L’ del selve amene, Tornami a vagheggiar, Sta nell’ircana, Ombre pallide) sono oggi 1735 è l’ultima della sua stagione matura dedicata al ciclo di Ariosto e forse la un classico dei recital vocali. più fantasiosa, un culmine del ricciolo barocco trasferito nel comportamento Händel aveva allestito Alcina in tempi di salute incerta, difficili per l’opera degli eroi, dove tutto si contorce e tutto si rincorre. Ruggiero si perde nell’isola italiana a Londra: stagioni che era costretto a completare con produzioni in delle maghe, il suo amore Bradamante lo insegue travestita da maschio, sic- inglese e concerti per organo, il cui successo superava quello del dramma chè nasce l’amore tra Bradamante la maga Morgana, mentre la maga Alcina, per musica dopo gli anni della feroce rivalità tra imprese rivali e all’indo- cinica consumatrice di cavalieri che trasforma in piante e sassi, s’innamora mani della risoluzione del rapporto col socio Heidegger e il King’s Theater. di Ruggiero. Solo che l’amore di Alcina pulsa con tale umanità da farle per- Quella primavera del 1735 gli riuscì tuttavia di formare una compagnia in dere i poteri, mentre Ruggiero apre gli occhi e le distrugge l’urna magica. grado di reggere una produzione importante, fondata sul celebre Tutto crolla, sentimenti, palazzi e incantesimi, tutto lascia spazio allo strazio, Giovanni Carestini (Ruggiero), acerrimo rivale di Farinelli, sul soprano Anna quello degli amori di fantasia e delle aspettative di potenza. Melanconie subli- Maria Strada del Po (Alcina), protagonista di oltre una dozzina di créations mi e solennità da corte. L’opera fu amata moltissimo e dimenticata subito. händeliane, e sulla ballerina Marie Sallé, la cui mise succinta destò uno scan- Il XX secolo le ha ridato gli onori e la gloria. Oggi commuove quanto la dolce dalo tale da costringerla a lasciare l’Inghilterra. cultura che la generò. L’attenzione di Händel era stata attratta da un conosciuto probabil- mente nel viaggio italiano del 1729, L’isola di Alcina, in scena con la musica di Riccardo Broschi a Roma nel 1728 e con il fratello del compositore, il Farinelli, nel ruolo di Ruggiero. Con Alcina Händel completava nel breve torno di due anni quella propria personale trilogia ariostesca (con Orlando e ) che costituisce forse il momento più cospicuo della straordinaria fortuna del Furioso nella storia dell’opera sei-settecentesca. Insolitamente il Caro Sassone conservò pressoché inalterata la fonte librettistica, evidentemente adatta al pubblico inglese per la ridotta estensione del recitativo, il ricco chiaroscuro di arie (ridislocate o addirittura trasferite ad altro personaggio: emblematico il geniale spostamento di Verdi prati, selve amene laddove viene a sortire un meraviglioso effetto di contrasto drammatico), apparato spettacolare cospi- cuo, completo di coro, balletto e macchine sceniche, tutti mobilitati nella complessa scena finale. La vicenda, derivata dal canto VII dell’Orlando furioso, racconta il salva- taggio, da parte della guerriera Bradamante, dell’amato Ruggiero, vittima degli incantesimi della maga Alcina che, innamorata di lui, lo tiene prigio- niero in un’isola fatata la cui natura lussureggiante altro non è che illusione. e con una parte vocale elementare, prevalentemente per grado congiunto, dà Come altri guerrieri devianti, asserviti a un principio dell’eros estraneo alla voce allo sguardo malinconico con cui Ruggiero contempla il sogno di felicità strada gloriosa della virtù ( prigioniero di Armida o Achille a Sciro, che ha vissuto proprio nel momento in cui sta per perderlo irrimediabilmente. mito che Händel metterà in scena nella sua ultima opera, Deidamia), Ruggiero Felice Ruggiero casomai lo è stato, difficilmente lo sarà in futuro, o forse lo è finirà con il prendere coscienza del proprio errore: l’esistenza errabonda ter- soltanto in questo momento in cui assapora il gusto agrodolce della perdita: minerà con il ritorno a casa con la fida Bradamante, mentre riprenderanno un sentimento tradotto in vero prodigio sonoro, quasi che il mago Händel forma umana i cavalieri trasformati in bestie dall’incantatrice. Rispetto alle avesse carpito alla stessa Alcina i segreti dei suoi incanti. altre versioni di questo schema, lo sradicamento dell’eroe dal “cielo di con- tenti” avviene ad opera della donna amata virtuosa, col guadagno della com- plicazione fondamentale per cui Ruggiero è conteso fra due furie innamorate. A rendere ancor più sapida la vicenda, Bradamante compare en travesti, finendo al centro di tensioni erotiche, equivoci e gelosie, in un gioco continuo di finzioni e dissimulazioni che mette a frutto quell’ambiguità sessuale fon- damentale nel melodramma del Settecento. Il cast è infatti congegnato così che il terzetto Alcina-Ruggiero-Bradamante (cantano insieme in Non è amor né gelosia) sia coadiuvato dalla coppia secondaria Morgana-Oronte, essenziale per il gioco pruriginoso d’innamoramenti incrociati, e completato dall’istitu- tore Melisso e dall’adolescente Oberto. Come sempre nel melodramma tardobarocco, il cuore della sostanza musi- cale sta nelle arie, alla cui stesura Händel attese prescindendo dal recitati- vo: complessivamente venti arie col da capo (sei delle quali monumenta- li in sette sezioni, con sei riproposte della sezione principale), cinque nella forma abbreviata dal segno, un’unica aria rondò (Verdi prati, selve amene). Accanto alla forma principe dell’opera italiana, Alcina esibisce un marcato penchant verso il gusto francese e le consuetudini della tragédie-lyrique, negli anni dei trionfi di Rameau: influenza riscontrabile nell’ouverture come nella presenza pervasiva della danza (si pensi allo splendido balletto che chiude l’atto II), assicurata dalla compagnia di Marie Sallé. Se è ineludibile l’appor- to dei personaggi secondari (si pensi a tre arie di Morgana: la freschissima, volitiva Tornami a vagheggiar, che corona l’atto I e sarà poi trasferita ad Alcina; Ma, sospira, con violino obbligato; Credete al mio dolore, in apertura dell’atto III, accompagnata dal continuo), due grandi ruoli si librano sopra gli altri per pretese tecniche e qualità espressiva. Alcina, innanzitutto, con- vertita dalla caratterizzazione relativamente fredda del poema ariostesco a un’intensità sentimentale straordinaria, disponibile a sprofondare, da amante offesa e tradita, nell’abisso della disperazione. La maga viene, se si vuole, “armidizzata”, stante l’imprescindibile incombenza nell’immaginario baroc- co del personaggio tassesco. Nella galleria di atteggiamenti che le singole arie prestano a ciascun personaggio, componendone progressivamente il ritratto, Alcina si presenta con la seducente invenzione melodica dell’aria di sortita Di’, cor mio, quanto t’amai, esibisce umile sottomissione in Sì, son quella; nello splendido atto II interpreta prima il vasto lamento Ah, mio cor, scher- nito sei, complessa, avvincente rappresentazione della perdita dell’oggetto amato e del dolore bruciante dell’offesa, poi la scena d’evocazione infernale (accompagnato Ah, Ruggiero crudel, tu non mi amasti! e aria Ombre pallide); infine effonde il tetro incanto della siciliana in fa diesis minore Mi restano le lagrime. Ruggiero le oppone l’eroico Bramo di trionfar e il delicato Mi lusinga il dolce affetto; intona in Mio bel tesoro un bel testo ambiguo, accompagnato dall’eco dolente dei flauti; si cimenta nella pirotecnica Sta nell’ircana, arric- chita dai corni; regala infine quel Verdi prati, selve amene, che con capriccio da virtuoso Carestini sulle prime si sarebbe rifiutato d’interpretare perché vocalmente poco gratificante. Si tratta in realtà di una pezzo senza dubbio incantatorio, un Larghetto in 3/2 e in mi maggiore che, in un tempo sospeso Il Complesso Barocco

Fondato ad Amsterdam da Alan Curtis, uno dei più affermati specialisti nel- Componenti de l’interpretazione della musica preromantica, il Complesso Barocco ha comin- Il Complesso Barocco ciato la sua attività come orchestra internazionale barocca con particolare interesse per la musica italiana. Dal 1992 l’ensemble, formato da giovani violini primi solisti, risiede in Italia e si è rivolto anche verso la musica vocale del tardo Elisabeth Blumenstock Rinascimento e del Barocco, dall’ultima fioritura del madrigale fino all’opera Francesca Giuffre del XVIII secolo. Considerato una delle più prestigiose orchestre europee con Giulia Panzeri strumenti originali, il Complesso Barocco è ospite nelle più importanti ras- Barbara Altobello segne concertistiche e festival in Europa e Stati Uniti. L’eccezionale qualità Rachel Beesley interpretativa ha favorito l’incontro con il regista Werner Herzog che ha scelto l’ensemble come protagonista del film Morte a cinque voci (Prix Italia 1996 e violini secondi Premio Rembrandt, Amsterdam 1996) dedicato alla figura di Carlo Gesualdo. Olivia Centurioni Molto ricca è la discografia che ha inizialmente affrontato il repertorio madri- Telo galistico con le registrazioni per Virgin Classics del Primo Libro di Madrigali Monika Toth di Michelangelo Rossi (Preis der Deutschen Schallplattenkritik 1997 e Premio Yayoi Masuda Internazionale del Disco 1998), dei madrigali di Antonio Lotti, dell’integrale dei duetti da camera di in due cd, viole Zefiro torna (Diapason d’or de l’eté 1998) e Amor dicea, dei cicli del Pastor Giulio D’Alessio Fido di Sigismondo d’India, Monteverdi e Marenzio e l’integrale del Libro Cristobal Urrutia Sesto dei madrigali di Carlo Gesualdo, questi ultimi editi da Symphonía. Accanto a questo repertorio si è delineato un ampio interesse per l’orato- violoncelli rio, documentato dalla Susanna di Alessandro Stradella (Emi), dal Sansone Nils Wieboldt di Benedetto Ferrari (pubblicato da Virgin Classics e vincitore del Diapason Catherine Jones d’or 2000), dall’Assalonne punito di Pietro Andrea Ziani e dal David di Francesco Bartolomeo Conti e per la cantata italiana con le Lettere amoro- contrabbasso se di Domenico Scarlatti registrate sempre per Virgin Classics. Il Complesso Davide Nava Barocco ha anche rivestito un ruolo fondamentale nella restituzione delle opere di Georg Friedrich Händel con strumenti originali nell’ambito della cembalo riscoperta di questo autore a partire dagli anni Settanta del Novecento a oggi. Andrea Perugi A partire da Admeto, prima opera händeliana a essere riproposta con pras- si esecutiva filologica in tempi moderni e recentemente riedita in cd da tiorba Virgin, il catalogo delle produzioni dedicate al grande compositore sassone, Pierluigi Ciapparelli sempre documentate in registrazioni, si è arricchito di titoli noti e di altri meno eseguiti, distinguendosi per uno stile esecutivo sensibile all’espressio- oboi e flauti dolci ne e in continuo aggiornamento sulle ricerche della musicologia specifica: Patrick Beaugirod Rodrigo (segnalata per l’opera italiana nel Premio Internazionale del Disco Emiliano Rodolfi Antonio Vivaldi 2000), Arminio (International Handel Recording Prize 2002), Deidamia (Preis der Deutschen Schallplattenkritik 2003 e International fagotto Handel Recording Prize 2004), Lotario (per BMG), (per Deutsche Carles Cristobal Grammophon-Archiv), Radamisto (International Handel Recording Prize 2005), Fernando re di Castiglia, Floridante e , queste ultime di corni imminente pubblicazione. Tra i progetti futuri figurano la registrazione di Claude Maury Tolomeo di Domenico Scarlatti, una nuova produzione per il teatro del- Cyrille Grenot l’Ariodante di Händel, firmata dal regista e scenografo inglese John Pascoe, e un tour internazionale con allestimento scenico di Motezuma di Vivaldi. Dalla stagione 2007-08 il Complesso Barocco sarà in residenza al teatro di Poissy a Parigi. Alan Curtis Direttore

Nato in Michigan, negli Stati Uniti, Alan Curtis ha insegnato per diversi Dresda e nuovamente nel 2005 ad Oslo. Di questo capolavoro seicentesco anni presso la celebre University of California (Berkeley). Attualmente vive Curtis ha anche curato una nuova edizione per Novello. Per il centenario di in Europa dove suona e dirige concerti e opere liriche. I suoi interessi musi- Goldoni (1993) ha presentato, con la regia di , al Teatro La cali relativi al melodramma spaziano da Monteverdi a Mozart, e sulla rivista Fenice di Venezia la prima esecuzione moderna di Buovo d’Antona con musica Orpheus (Berlino), si è parlato di lui come di un “avanguardista della musica di Tommaso Traetta e libretto di Goldoni (edito in cd da Opus 111 e in par- antica”. Già da studente fu il primo ad affrontare i problemi interpretativi dei titura da Ricordi). Ha inoltre diretto, con regia e allestimento di Pier’Alli, per preludi non misurati per clavicembalo di Louis Couperin e in breve tempo il Teatro Massimo di Il ballo delle ingrate di Monteverdi e Dido and si è affermato come un pioniere del ritorno agli strumenti originali ed alla Aeneas di Purcell (1994) e per il Teatro Filarmonico di Verona La fida ninfa prassi esecutiva filologica delle opere barocche. La sua “restituzione” radical- di Vivaldi (1995). Nel 1996, con la regia di Luciano Alberti, ha diretto l’Euri- mente nuova de L’incoronazione di Poppea fu ascoltata per la prima volta dice di Peri nella sfarzosa cornice del giardino di Villa Demidoff a Pratolino a Berkeley (California) negli anni ‘60 e poi allestita con grande successo in (Firenze). Nel 1995 ha collaborato insieme al suo ensemble Complesso Barocco una serie di produzioni ad Amsterdam, Bruxelles, Spoleto, Innsbruck e alla con il regista Werner Herzog per il film Morte a cinque voci, vincitore del Prix Fenice di Venezia e poi stampata da Novello (Londra, 1990). Molte tra le sue Italia 1996 e del Premio Rembrandt (Amsterdam 1996) dedicato alla figura incisioni discografiche hanno ottenuto importanti riconoscimenti e premi: di Carlo Gesualdo da Venosa. Due produzioni riguardano la prima ripresa in l’Admeto di Händel, la Susanna di Stradella, l’ di Cavalli, i Pièces tempi moderni di due opere seicentesche: La liberazione di Ruggero dall’isola de clavecin di Louis Couperin (Archiv), le Variazioni Goldberg (Angel Studio di Alcina dovuta a Francesca Caccini, presentata al Teatro Metastasio di Prato Series) e le Suite Francesi e Inglesi (Teldec) di Bach. Tra le sue produzioni (1998), e La patienza di Socrate con due mogli di Antonio Draghi allestita per vanno annoverate quasi un centinaio di incisioni discografiche. In collabo- la Sagra musicale malatestiana (1998). Nel 2000 è stato invitato a Halle per razione con la coreografa Shirley Wynne, è stato il primo a riportare sulle aprire l’Händel-Festspiel con un Concerto di Gala e dirigere un’importante scene le opere di Rameau con strumenti e coreografie originali. Il recupero produzione nuova di Radamisto con la regia di Lindy Hume. Sempre su musi- rigorosamente filologico del Sant’Alessio di Landi, con riproduzioni fedeli delle ca di Händel sono le prime assolute italiane di Arminio (International Handel scene originali attribuite a Pietro da Cortona, a Roma ed Innsbruck nel 1981, Recording Prize 2002), presentato al Festival di Solothurn (Svizzera), in segui- ha raccolto grandi consensi come anche le tre diverse produzioni della prima to all’Accademia Chigiana di Siena e, con successo strepitoso, al Concertgebow riproposta di Jommelli in tempi moderni: La schiava liberata (Amsterdam di Amsterdam e Deidamia prodotta nel 2002 sempre dall’istituzione senese ‘82 ed ‘84; Napoli, San Carlo ‘84; Festival di Berkeley ‘90). A lui si devono e registrata per Virgin Classics (Preis der Deutschen Schallplattenkritik 2003 anche le esecuzioni in prima moderna della di Cesti (Innsbruck e International Handel Recording Prize 2004). Il ciclo delle opere hände- ‘87) e del Tito (Innsbruck ‘83; Venezia e Torino ‘84) dello stesso autore - la sua liane prosegue con Radamisto (Viterbo e 2003, registrata per Virgin edizione di quest’opera è stata pubblicata da Novello (Londra) - e del Rodrigo Classics), con Rodelinda (per Deutsche Grammophon- Archiv) presentata a di Händel, quest’ultimo ripresentato, per la prima volta dopo che lo stesso Vienna, Londra, Bilbao e Viterbo e Lotario (BMG Harmonia Mundi) per il Händel lo offrì ai Medici nel 1707, ad Innsbruck, Madeira e Lisbona nel 1984 Festival händeliano di Gottingen. Ampio successo ha riscosso l’allestimen- e riproposto nel 1997 a Siena per l’Accademia Musicale Chigiana, dove è stato to scenico di Fernando re di Castiglia presentato nel 2005 al Sao Carlos a anche registrato Virgin Classics, con grande consenso di critica e pubblico. Lisbona, all’Opera di St. Gallen e al Festival dei Due Mondi di Spoleto e pub- La finta pazza di Francesco Sacrati, la prima opera rappresentata in Francia blicato in cd nel gennaio 2007 (Virgin). Due recenti produzioni si sono concen- e per lungo tempo creduta perduta, ha avuto ad opera di Curtis la sua risco- trate sulle opere di Vivaldi: la prima registrazione di Motezuma (DGG-Archiv), perta in una produzione della Fenice di Venezia, messa in scena nel luglio capolavoro ritenuto perduto e restituito al pubblico da Curtis di cui è previsto del 1987, in un “teatro barocco” costruito per l’occasione in Campo Pisani. per il 2007-08 un tour con allestimento scenico e l’Ercole sul Termodonte, Ha diretto inoltre tre allestimenti dell’Armide di Gluck: il primo al Teatro presentato con regia, scene e costumi di John Pascoe al Festival di Spoleto Bibiena di Bologna nel 1984-1985 e l’ultimo al Théâtre Musical de Paris 2006. Per il 50mo anniversario dello stesso Festival nel 2007 è prevista una (Châtelet) nel marzo 1987 con la sua orchestra di strumenti originali. Altre nuova produzione da Pascoe di Ariodante di Händel. Nel futuro sono in pro- riprese di grande successo hanno accomunato tre diverse produzioni del- gramma anche una serie di tre opere di Gluck per Poissy, la prima mondiale l’Ariodante di Händel (Milano, ‘81 e ‘82 e Reggio Emilia ‘82 con Pier di Tolomeo e Alessandro di Domenico Scarlatti e la registrazione per DGG Luigi Pizzi; Innsbruck ‘82 e Wexford ‘85), Il di Vivaldi (per il quarto di Alcina di Händel. centenario del Teatro Olimpico di Vicenza, ed in seguito portato a Versailles, Venezia, Milano, Buenos Aires, Houston, Ludwigshafen, Solothurn e nel 2001 a Rotterdam dove è stato registrato per Virgin), Il Re pastore di Mozart (allestito per la prima volta a Lisbona nel 1986 con Pier Luigi Pizzi), Paride ed Elena di Gluck (Vicenza), Gli Orazi e Curiazi di Cimarosa (Roma e Lisbona) e Floridante di Händel (tournée in Canada e California, successivamente inciso in cd dalla CBC Canada, 1991 e riproposto nel 2005 al Festival Barocco di Viterbo dove è stato registrato per Deutsche Grammophon-Archiv). Nel 1991 ha diretto Il Ritorno di Ulisse in patria di Monteverdi (già precedentemente presentato ad Amsterdam e Lisbona) nel settecentesco Teatro Bibiena di Siena, ripreso nel 1993 per le celebrazioni monteverdiane a Treviso e al Semperoper di Joyce DiDonato Soprano

Joyce DiDonato si è affermata come una delle più avvincenti e impegnate il patrocinio della George London Foundation e ha partecipato al di artiste della sua generazione. I critici hanno elogiato la sua tecnica e l’eleganza Händel con la Seattle Symphony. Durante la stagione 2000/2001, ha avu- delle sue interpretazioni. Questa potente combinazione di grande musicalità to un debutto trionfale alla Scala nel ruolo di Angelina nella Cenerentola. e risorse interpretative ha convinto direttori e produttori ad assegnarle nuove Ha cantato la Messa in si minore (BWV 232) di Bach con l’Ensemble Orchestrale produzioni, variando da una aggressiva Rosina ne Il Barbiere di Siviglia per di Parigi diretto da John Nelson. l’Opéra di Parigi fino all’indimenticabile Dejanira nell’Hercules di Luc Bondy. Nel corso della stagione 2002-2003 Joyce DiDonato è stata proclamata “scoper- Sia cantando La Cenerentola sia Sister Helen Prejean in Dead Man Walking, ta della stagione” grazie al suo debutto al Festival Rossini nel ruolo di Adina. Joyce DiDonato ha sempre dimostrato grandissime abilità espressive nel Ha interpretato Dead Man Walking all’Opera di New York (premiata come suo vasto repertorio. Debut Artist of the Year) e Rosina (Il Barbiere di Siviglia) al New National Come riportato da Opera Now nel commento al suo recital di debutto alla Theatre di Tokyo. Wigmore Hall, “la fusione del suo equilibrato vocalizzo e della sua espressività giustifica il motivo per cui Joyce DiDonato merita un posto d’onore nell’at- tuale panorama lirico”. Infatti può spostarsi dalle arie di bravura di Rossini ai lieder pensosi di Schubert nello stesso concerto, così come fece nel suo recital di debutto per la stagione del Schwabacher Series a San Francisco nel 1998. “Semplicemente stava là in piedi poi aprì la bocca e, apparentemente senza alcuna preparazione, cominciò a emettere una dorata, assolutamente per- fetta linea melodica. Per quei pochi minuti, il tempo sembrò arrestarsi”, commentò il critico musicale del San Francisco Chronicle. Joyce DiDonato si è distinta per aver ottenuto alcuni dei più prestigiosi premi musicali. Nel 1995, nel completare il suo apprendistato con la Santa Fé Opera, ha ricevuto il Premio come Migliore Apprendista. Altri premi ed onori si sono succeduti ben presto: Secondo Premio nel 1996 alla Eleonor McCollum Competition, vincitrice del distretto nel 1996 in occasione del Consiglio Nazionale delle Audizioni del , nel 1997 il Sullivan Award, secondo premio nel 1998 al Placido Domingo Operalia Competition, primo posto nel 1998 agli Stewart Award, vincitrice nel 1998 della George London Foundation Competition, il Richard F. Gold Career Grant da parte della Shoshana Foundation, Aria Award nel 2000, il prestigioso Richard Tucker Music Foundation Award nel 2002 concesso in favore di un singolo cantante americano annualmente considerato eccezionale per celebrità sul piano inter- nazionale. Nel 2003 è stata destinataria del Richard Gold Debut Award del- l’Opera di New York e nel 2006 ha ottenuto il prestigioso Royal Philharmonic Society Singer Award. Momenti significativi della carriera di Joyce DiDonato includono la Dorabella (Così fan tutte) interpretata presso la Grand Opera di Houston e l’opera di Washington, Sesto () presso l’opera Olandese diretta da Marc Minkowski, Rosina (Il Barbiere di Siviglia) interpretata presso l’Opera di Parigi e l’Opera di San Francisco, il suo debutto presso la Bayerische Staatsoper con Cherubino (Le Nozze di Figaro) diretta da Zubin Mehta. In qualità di interprete di spicco dell’opera moderna, ha debuttato e registrato su disco incarnando il ruolo di Meg nell’applauditissimo Little Women di Marc Adamo, nonché il ruolo di Katerina Maslova nell’epico Resurrection di Tod Machover, entrambi per la Grand Opera di Houston. Ha collaborato con le più importanti orchestre quali la San Francisco Symphony (Les enfants et les sortilèges), la Cleveland Symphony (Messiah), la National Orchestra di Parigi (Benvenuto Cellini), la Saint Luke’s Chamber Ensemble (Messa in si minore, BWV 232) e la Saint Paul’s Chamber Orchestra (Giovanna D’Arco di Rossini). Nel corso della stagione 1999/2000 ha interpretato Meg nella ripresa di Little Women presso la Houston Grand Opera, Cherubino (Le nozze di Figaro) presso l’opera di Santa Fé e Isabella (L’Italiana in Algeri) con la New Israeli Opera. Si è esibita in un recital presso la Morgan Library di New York sotto Laura Cherici Soprano

Ha studiato al Conservatorio di Reggio Emilia debuttando giovanissima al Nell’estate 2006 al Festival dei due Mondi di Spoleto interpreta la prima Teatro Regio di Torino in Der Rosenkavalier, , e come Susanna assoluta dell’opera di Vivaldi Ercole sul Termodonte, diretta da Alan Curtis. ne Le nozze di Figaro con la direzione di Gustav Kuhn. Successivamente è stata un’osannata Lisette ne La Rondine di Puccini, diretta Tra i teatri italiani ed esteri in cui Laura Cherici si è esibita si ricordano: Regio dal Maestro Gelmetti all’Opera di Sydney. di Torino, Filarmonico di Verona, Comunale di Firenze, Comunale di Bologna, Ha riscosso grande successo come Berta ne Il Barbiere di Siviglia di Rossini La Scala di Milano, San Carlo di Napoli, Verdi di Trieste, Opera di Roma, al Teatro Comunale di Firenze diretto da e nel Concerto Bellini di Catania, la Deutsche Oper am Rhein di Düsseldorf. Laura Cherici di Natale con musiche di Vivaldi, con direttore e solista Salvatore Accardo. ha collaborato con orchestre come il Maggio Musicale Fiorentino, la RTSI di Recentemente è stata Teutile nel Motezuma di Vivaldi diretto da Alan Curtis Lugano, il Giardino Armonico, il Complesso Barocco, la Filarmonica di Trento al Teatro Sao Carlos di Lisbona. e si è esibita in prestigiosi festival: Maggio Musicale Fiorentino, Festival, Festival de Musique di Strasburgo, Innsbrucker Festwochen der Alten Musik, Rührfestspiele di Recklinghausen, Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, Settembre Musica di Torino, Musica Insieme di Bologna, Festival Donizetti di Bergamo. Ha collaborato con direttori quali Accardo, Ahronovitch, Antonini, Arena, Bartoletti, Bolton, Cambreling, Alan Curtis, Cillario, De Bernardt, Gatti, Gavazzeni, Gelmetti, Grazioli, Guschlbauer, Humburg, Kuhn, Lombard, Maag, Mehta, Muti, Oren, Pesko, Renzetti, Zedda. Attiva nel repertorio contemporaneo, ha cantato le prime esecuzioni di Cyrano, La Lupa, Le Vite immaginarie, Vita di , Canzoni d’amore di Lorenzo Ferrero, Amin di Matteo D’Amico, Rimini addio! di Carlo Boccadoro, La brocca rotta di Flavio Testi e la Cantata della vita di . Nella stagione 2002-03 Laura Cherici è stata coinvolta a Torino al Teatro Regio nel ruolo di Stella in Un Tram chiamato desiderio di Andrè Previn con la direzione di Steven Mercurio e la regia di Giorgio Gallione. Tra i ruoli interpretati da Laura Cherici si ricordano Susanna, Zerlina, Berta, Lauretta, Pamina e Papagena, Despina, Norina, Elisetta, Melanto ne Il ritor- no di Ulisse in patria, Drusilla ne L’incoronazione di Poppea, Checca ne Il Flaminio di Pergolesi, Chiarella ne Il convitato di pietra e Tritto e Kristina ne Il caso Makropulos. Nel 1997 Laura Cherici ha cantato nel concerto d’inaugurazione della sta- gione dei Münchner Philharmoniker nel ruolo di Liset ne La Rondine con Gianluigi Gelmetti. Per il Natale 1999 ha cantato a Vienna con il Giardino Armonico diretto da Giovanni Antonini un concerto con musiche di Vivaldi, Händel e Fux, trasmesso dalla ORF in Eurovisione, nel 2001 ha cantato a Lucca Suor Genoveffa in Suor Angelica con l’Orchestra della Toscana diretta da Bruno Bartoletti. Ha inciso nel 2002 e nel 2003 con Alan Curtis Il Giustino di Vivaldi e il ruolo di Tigrane nel Radamisto di Händel. Di recente ha cantato a Torino al Teatro Regio, Le nozze di Figaro (nel ruolo di Susanna) a Roma, Teatro dell’Opera, Il gatto con gli stivali e ne Il Flauto Magico (nel ruolo di Papagena) direttore Gianluigi Gelmetti; al Festival Beaune, il Flaminio (nel ruolo di Checca) sotto la direzione di Ottavio Dantone, Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, e ultimamente al Teatro Comunale Pergolesi di Jesi, Federico II (nel ruolo di Violante). È stata nel al Teatro Regio di Torino, ha tenuto numerosi concerti da solista e recentemente è stata Susanna ne Le Nozze di Figaro al Teatro dell’Opera di Roma. Ha aperto la stagione 2005/2006 al teatro dell’opera di Roma interpretando il ruolo di Zerlina nel Don Giovanni di Mozart con la regia di Franco Zeffirelli e la direzione di Hubert Soundant. A Torino nell’ambito delle Olimpiadi invernali 2006 ha interpretato la pri- ma assoluta dell’opera The Tempest sotto la direzione di Ottavio Dantone. A Rovigo torna ad interpretare l’opera La Lupa scritta dal Maestro Tutino. A Strasburgo viene invitata per un Galà Mozart insieme ad altri solisti di livello internazionale. Sonia Prina Maite Beaumont Mezzosoprano Mezzosoprano

Nata a Magenta (Milano), all’età di tredici anni intraprende gli studi musicali Maite Beaumont è nata a Pamplona, dove si è diplomata in canto e violino presso il conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano e si diploma in tromba e canto. al Conservatorio Pablo Sarasate portando a termine contemporaneamen- Nel 1994 vince le selezioni per l’ammissione all’Accademia per Giovani te gli studi di sociologia all’Università di Navarre. Ha partecipato a master Cantanti Lirici presso il Teatro alla Scala di Milano. class e nel 1997 è stata finalista al concorso spagnolo Young Interpreters, Nel 1997 cominciano le scritture per le stagioni operistiche. Si dedica al reper- nel 1998 alla quarta edizione della Luis Mariano International Competition. torio rossiniano e barocco e possedendo una rara voce di diventa È stata premiata alla settima edizione del Julián Gayarre International in breve tempo una delle voci di riferimento della scena lirica internazionale. Singing Competition e all’ottava edizione del Concurso Internacional Tra gli impegni di maggior rilievo degli ultimi anni si ricordano: Clarice ne La de Bilbao nel 2000. Tra i premi annovera il Logroño Competition Pietra di Paragone di Rossini al Théâtre du Châtelet di Parigi con J.C. Spinosi, (nella categoria Voice with the best future) del 1997, il Mozart Prize nel 2000 e Rinaldo di Händel nel ruolo titolo al Teatro alla Scala di Milano con regia di l’Oberdörffer Prize nel 2003. Pierluigi Pizzi sotto la direzione di Ottavio Dantone, Bradamante nell’Alcina Con l’aiuto di una borsa di studio da parte della Fondazione Humboldt Maite e Cornelia nel Giulio Cesare di Händel alla Bayerische Staatsoper di Beaumont ha completato i suoi studi con Hanna Schwarz presso l’Accademia diretta da Ivor Bolton, Ascanio nell’Ascanio in Alba di Mozart al Festival di di Musica e Teatro di Amburgo. Dal settembre 2000 all’estate del 2003 è stata Salisburgo con Adam Fischer. membro dell’International Opera Studio della Hamburgische Staatsoper. Specialista händeliana, è stata inoltre Giulio Cesare nell’opera omonima al Maite Beaumont ha fatto parte della Hamburgische Staatsoper a partire dal- Teatro Carlo Felice di Genova con Diego Fasolis; Polinesso nell’Ariodante la stagione 2003/04 fino alla stagione 2005/06, interpretando ruoli quali al Teatro di Barcellona diretta da Harry Bicket; Orlando nell’Orlando Smeraldine ne L’amore delle tre melarance, Ruggiero ne l’Alcina, Zerlina ne in Ravenna con regia di Robert Carsen e la direzione di Ottavio Dantone; Il Don Giovanni, Rosina ne Il barbiere di Siviglia, Cherubino ne Le nozze Bertarido nella Rodelinda al Barbican e alla Konzerthaus di Vienna con Alan di Figaro, Ottavia ne L’incoronazione di Poppea, Sesto nel Cesare in Egitto, Curtis; Amadigi nell’Amadigi al San Carlo di Napoli con Rinaldo Alessandrini; Annio ne La clemenza di Tito, Idamante nell’ di Mozart. diretta da Fabio Biondi ha interpretato nell’omonima opera di Händel È andata in scena all’Opéra National de Paris nelle vesti di Ruggiero nell’Alci- a Santa Cecilia. na e al Gran Teatre del Liceu di Barcelona interpretando la parte di Sesto nel È stata Ottone ne L’Incoronazione di Poppea al Teatro Comunale di Bologna Giulio Cesare e di Idamante nell’Idomeneo. e Penelope al Teatro Ponchielli di Cremona. Nel 2005 ha debuttato al nel ruolo di Dorabella in Così fan Con Jordi Savall ha cantato nel di Vivaldi al Teatro de la Zarzuela tutte di Mozart. Nel 2005 al Théâtre Royal de la Monnaie ha interpretato di con regia di Emilio Sagi e ne La Senna Festeggiante all’Opera Melibea nell’opera rossiniana Il viaggio a Reim, e nel 2006 ha interpretato di Bordeaux. Ha rivestito i ruoli di Isabella ne L’Italiana in Algeri al Teatro Cherubino nell’opera Le nozze di Figaro e Dorabella alla De Nederlandse Regio di Torino; Rosina ne Il Barbiere di Siviglia al Teatro alla Scala di Milano; Opera in Amsterdam diretta da Ingo Metzmacher. Smeton in al Teatro Donizetti di Bergamo. Il suo repertorio include la Messa in si minore e il Magnificat di Bach, Ha tenuto recital in Europa, in Sud America e in Giappone con rinomate orche- Les nuits d’été e Herminie di Berlioz, La damoiselle élue di Debussy, Le ultime stre come Accademia Bizantina, l’Ensemble Matheus e Il Giardino Armonico. sette parole di Cristo di Haydn, il Requiem di Duruflé, arie da opere di Mozart, Ha al suo attivo numerose incisioni tra cui La Senna festeggiante e l’Olimpiade la Petite messe solennelle e lo Stabat Mater di Rossini, Pulcinella di Stravinsky. di Vivaldi con Rinaldo Alessandrini per Naïve; l’Orfeo di Monteverdi e Il In qualità di cantante si è esibita in diverse manifestazioni tra le quali il Kissinger Trionfo del Tempo di Händel con E. Haim per Emi/Virgin; Lotario di Händel Sommer, Rheingau Musik-Festival, Salzburg Festival e ha collaborato con per BMG e Rodelinda per Deutsche Grammophon con A. Curtis; e in dvd numerose orchestre Bamberger Symphoniker, Camerata Salzburg, Ensemble l’Ascanio in Alba di Mozart e la Pietra di Paragone di Rossini. Intercontemporain, Mozarteum Orchester a fianco di direttori quali Ivor Bolton, Tra i futuri impegni: Giulio Cesare (ruolo titolo) a Lille con Emmanuelle Haim Alan Curtis, Alessandro De Marchi, Christoph Eschenbach, Adam Fischer, e regia di David McVicar, Bradamante nell’Alcina all’Opéra de Paris con la Susanna Mälkki, Ingo Metzmacher, John Nelson, Ralf Weikert, Simone Young. regia di Robert Carsen; l’Orfeo di Monteverdi con William Christie e Pierluigi Nel 2003 ha realizzato la sua prima registrazione con arie di Händel sotto Pizzi al di Madrid Orlando (ruolo titolo) di Händel alla Sidney la direzione di Alan Curtis, seguita dal Radamisto di Händel sempre con il Opera House; L’Enfant et les Sortilèges al Teatro San Carlo di Napoli sotto Maestro Alan Curtis. Ha pubblicato un cd interamente composto da cantate la direzione di Jeffrey Tate e Polinesso nell’Ariodante di Händel all’Opera di e arie d’opera a partire dal 1700: Motezuma di Vivaldi, Das Fest im Meer di Monaco; la registrazione di un recital di arie d’opera di Vivaldi con l’Accade- Jörg Arnecke, Cornelius Meister. Ha inoltre realizzato un dvd con la registra- mia Bizantina per la casa discografica Naïve. zione di Giulio Cesare di Händel. Maite Beaumont è stata coinvolta nel luglio 2007 a Monaco nella rappresentazione de Le nozze di Figaro nelle vesti di Cherubino e in agosto ha partecipato al Schleswig-Holstein Musik Festival. I suoi prossimi impegni prevedono la messa in scena alla Lyric Opera Chicago del Giulio Cesare (Sesto) e (Irene) al Bayerische Staatsoper nel marzo del 2008. Effettuerà una tournée in Spagna presentando cantate di Scarlatti, Vivaldi, Caldara con Il Complesso Barocco diretto da Alan Curtis, in Inghilterra presenterà Flavio (Vitige) con l’Academy of Ancient Music, arie di Rossini in Germania e in Austria al Bremer Kammerphilharmonie un recital al Rheingau Musik Festival. Kobie van Rensburg Vito Priante Tenore Baritono –Basso

Kobie van Rensburg ha portato a termine gli studi di canto parallelamente Vito Priante è nato a Napoli nel 1979. Nel 2003 si è laureato presso l’Istituto agli studi universitari in legge e relazioni internazionali al Potchefstroom Universitario Orientale di Napoli in Lingua e Letteratura tedesca e francese. University for Christian Higher Education. All’età di venti anni, nel 1991, Nel 2002 debutta ne La Serva Padrona di Giovanni Battista Pergolesi al Teatro ha debuttato interpretando Belmonte ne Il Ratto dal serraglio di Mozart Goldoni di Firenze sotto la direzione di A. Bosman. Nel 2003 è vincitore della alla Roodepoort City Opera. Al suo debutto sono seguiti numerosi ingaggi Sesta Edizione del Premio Caruso di Milano. Attualmente collabora con alcuni per diverse parti, tra le quali Fenton nel Falstaff a Durban, Don Ottavio nel tra i più importanti gruppi di musica antica quali Il Complesso Barocco, Europa Don Giovanni e Ferrando in Così fan tutte a Capetown. Galante, La Pietà de’ Turchini, la Basel Kammer Orchester, Stradella Consort, Dopo aver vinto diversi concorsi e premi tra i quali l’UNISA International la Baroque Orchestra. Svolge un’intensa attività concertistica ed ope- Singing Competition nel 1994, ha continuato gli studi di canto sotto la guida ristica, concentrandosi principalmente sul repertorio barocco e sul belcanto. del Maestro Hanno Blaschke. Nel corso della sua carriera Kobie van Rensburg Nel 2004 si è esibito in Siroe Re di Persia di Händel alla Brooklyn Academy of è stato impegnato in numerosi e prestigiosi ruoli. In qualità di solista alla Music di New York con la direzione di e la regia di Jorge Lavelli. Bayerische Staatsoper e al Staatstheater am Gärtnerplatz di Monaco, dove Ha recentemente cantato in importanti teatri quali Auditorio Nacional de tutt’ora fa parte dell’ensemble. Si esibisce regolarmente nelle sale d’opera Madrid, Oslo Musik Festival, Festival di Ambronay, Teatro Nacional São Carlos europee, tra le quali Staatsoper di Berlino, Bayerische Staatsoper di Monaco, di Lisbona, Teatro alla Scala di Milano, Teatro Comunale di Firenze, la Staatoper Stuttgart, il Théâtre du Champs-Elysées di Parigi, il Thèâtre du Capitole di Tolosa, l’Opéra National du Rhin di Strasburgo, il Teatro di Venezia, Festival della Valle d’Itria, Festival Monteverdi di Cremona, Teatro Saõ Carlos di Lisbona e i teatri d’Opera di Madrid, Montpellier, Basilea, Carlo Felice di Genova. Lucerna, Karlsruhe, Graz. Tra le sue incisioni più importanti citiamo: Rodelinda di Händel per Deutsche Kobie van Rensburg ha interpretato più di cinquanta ruoli differenti in ambi- Grammophon, Lotario di Händel per BMG/Deutsche Harmonia Mundi, to operistico: a partire dalle opere di Monteverdi (Orfeo nell’Orfeo e Nerone Floridante di Händel per Deutsche Grammophon, Pietro il Grande di Donizetti ne L’Incoronazione di Poppea), alle opere barocche di Händel (Acis nell’Acis per Dynamic, Motezuma di Vivaldi per Deutsche Grammophon, Sposo di tre, et Galatea, Bajazete nel Tamerlano, in , Giuliano in Rodrigo), marito di nessuna di Cherubini per Dynamic, La cambiale di matrimonio di importanti ruoli da tenore nelle opere mozartiane quali Idomeneo in Idomeneo, Rossini per la Naxos. Tito ne La clemenza di Tito, Tamino ne Il Flauto Magico, Belmonte ne Il Ratto I suoi prossimi impegni prevedono Vesperae solemnes de confessore KV 339, dal serraglio, Don Ottavio in Don Giovanni, Belfiore in La finta giardiniera, Missa Solemnis KV 337, Ave Verum KV 618, Te Deum KV 141 di Mozart al Ferrando in Così fan tutte; ha vestito i panni di Fenton nel Falstaff di Verdi, Musikverein di Vienna con la Hofmusikkapelle diretta da , Der Junge Seemann nel Tristano e Isotta di Wagner. È inoltre interprete di Tito Manlio di Vivaldi al Palais des Beaux Arts a Bruxelles con l’Ensem- ruoli di opera e operetta quali Chateauneuff nel Lorzing’s Zar & Zimmerman ble Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone, di Cavalli e Alfred ne Il pipistrello di Strauss. al Bayerische Staatsoper, Narciso di Scarlatti con Ensemble È spesso ospite di importanti festival quali il Karlsruhe Händel Festival, il diretto da Fabio Biondi, Motezuma di Vivaldi al Teatro Nacional São Carlos, Schleswig-Holstein Festival, l’Halle Händel Festival, l’Innsbruck Early Music Apollo e Dafne a Dortmund e Halle con la Venice Baroque Orchestra diret- Festival, il Luzern International Music Festival. ta da Andrea Marcon, Armida di Haydn (Idreno) al Festival di Salisburgo, La partecipazione a concerti e recital lo vedono impegnato in tutta Europa, l’ di Natale di Bach al Theather an der Wien di Vienna con i Wiener negli Stati Uniti e in Sud America dove ha collaborato con rinomate orchestre, Symphoniker diretti dal Maestro Alessandro de Marchi, Ariodante di Händel direttori e ensemble quali René Jacobs & , l’Akademie für Alte (Re di Scozia) alla Bayerische Staatsoper, Tamerlano di Händel (Leone) Musik, Sir e The & Monteverdi sempre alla Bayerische Staatsoper. Choir, Ivor Bolton & the Freiburg Baroque Orchestra, Thomas Hengelbrock & The Balthasar Neumann Ensemble, Christopher Hogwood & the Academy of Ancient Music e Christophe Rousset & Les Talens Lyriques. Il successo del suo primo cd Händel’s Beard, registrato con la Berlin è stato seguito dai riconoscimenti del secondo recital cd intitolato Songs of an English Cavalier con musiche di Dowland, Lawes e Purcell. Kobie van Rensburg ha recentemente inciso una prestigiosa edizione dell’in- tegrale dei Madrigali Guerrieri et Amorosi di Monteverdi e una prima incisione mondiale di di Scarlatti con René Jacobs, entrambi pubblicati da Harmonia Mundi. Tra i suoi recenti impegni vi è anche il debutto nel ruolo monteverdiano di Orfeo alla Staatoper Stuttgart in una produzione di Joachim Schlömer diretta da Jean Claude Malgoire. È stato impegnato nel ruolo di Quinto nel Turn of the Screw di Britten con Sir Jeffrey Tate a Ginevra e Catone nell’Utica di Ferrandini in occasione del venticinquesimo anniversario del Münchner Cuvilliers-Theater. Ha inoltre preso parte a una rappresentazione di Belshazzar di Händel a Bruxelles con René Jacobs e a un’acclamata produ- zione dell’Idomeneo alla Staatstheater am Gärtnerplatz. Kobie van Rensburg è stato recentemente nominato Professore associato alla Northwest University del Sud Africa. Il FAI presenta i luoghi MITO SettembreMusica di MITO SettembreMusica

Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano Promosso da Città di Milano Città di Torino Il Conservatorio “Giuseppe Verdi”, situato accanto alla Chiesa di Santa Letizia Moratti Sergio Chiamparino Maria della Passione - la seconda della città per grandezza dopo il Duomo - Sindaco Sindaco fu fondato nel 1808 dal Viceré Eugenio Beauharnais, cognato di Napoleone. L’istituto occupa gli spazi dell’ex-convento, sede dei Canonici Lateranensi Vittorio Sgarbi Fiorenzo Alfieri Assessore alla Cultura Assessore alla Cultura cui era affidata l’adiacente Chiesa di Santa Maria della Passione. Il conven- e al 150° dell’Unità d’Italia to era inizialmente strutturato intorno a un unico cortile cinquecentesco a pianta quadrata, con portico a otto arcate per lato su colonne con capitelli tuscanici e piano superiore scandito da lesene con capitelli ionici. A questo primo chiostro ne venne aggiunto un secondo a partire dal 1608, per volontà Comitato di coordinamento dell’abate Celso Dugnani. La facciata barocca è forse opera dello scultore Francesco Micheli Presidente Walter Vergnano Vicepresidente Giuseppe Rusnati. Nel 1782, per volontà di Giuseppe II, l’ordine dei Canonici Sovrintendente Teatro Regio di Torino Lateranensi venne soppresso e la chiesa fu affidata al clero secolare. Nel 1799 il convento divenne ospedale per le truppe e magazzino militare, infine sede del Massimo Accarisi Renato Cigliuti Vice Direttore Generale Conservatorio. Fino al 1850 quest’ultimo adottò una struttura mista, in cui agli Direttore Centrale Cultura Gabinetto del Sindaco e Servizi Culturali ospiti del convitto interno si affiancavano gli allievi esterni. Gli ospiti occupava- no il primo chiostro, mentre nel secondo erano collocate le aule e la biblioteca. Antonio Calbi Paola Grassi Reverdini Direttore Settore Spettacolo Dirigente Settore Arti Musicali Dopo l’Unità d’Italia gli spazi dell’ex-convento vennero ridefiniti in conco- mitanza con la messa a punto di nuovi programmi e con il rafforzamento Enzo Restagno Direttore artistico delle attività collettive, quali il coro e l’orchestra. Il Conservatorio, inoltre, intensificò i rapporti con il Teatro alla Scala e con la città e al suo interno Francesca Colombo Claudio Merlo studiarono personalità del calibro di Boito, Puccini, Mascagni e vi insegnò Segretario generale Direttore organizzativo Ponchielli. Nel 1908 fu inaugurata la nuova sala da concerti progettata da Luigi Brogli e Cesare Nava, le cui decorazioni vennero completate due anni dopo. Durante la Seconda Guerra Mondiale l’edificio subì ingenti danni in seguito Realizzato da ai bombardamenti alleati, che risparmiarono soltanto il chiostro seicentesco. Associazione per il Festival Internazionale La Sala Grande – oggi detta Sala Verdi – fu ridisegnata dall’architetto della Musica di Milano Ferdinando Reggiori. Negli anni Sessanta l’incremento di allievi e di professo- Fondatori ri condusse a una riforma degli insegnamenti, che ha portato il Conservatorio Alberto Arbasino / Gae Aulenti / Giovanni Bazoli / Roberto Calasso di Milano a diventare il più grande istituto di formazione musicale in Italia. Gillo Dorfles / Umberto Eco / Bruno Ermolli / Inge Feltrinelli / Stéphane Lissner Oggi rilascia diplomi accademici, equiparati alle lauree universitarie dal 2003- Piergaetano Marchetti / Francesco Micheli / Renzo Piano / Arnaldo Pomodoro 2004. Continua inoltre ad accogliere studenti delle fasce d’età più giovani, Davide Rampello / Massimo Vitta Zelman offrendo uno specifico liceo musicale sperimentale. Sede di concerti durante tutto l’anno, il Conservatorio possiede anche una ricca Biblioteca, con oltre Comitato di Patronage 80.000 volumi e 400.000 tra manoscritti e opuscoli, nonché un museo di Louis Andriessen / George Benjamin / Pierre Boulez / Luis Pereira Leal strumenti musicali. Franz Xaver Ohnesorg / Ilaria Borletti / Gianfranco Ravasi / Daria Rocca Umberto Veronesi

Consiglio Direttivo Francesco Micheli Presidente / Marco Bassetti / Pierluigi Cerri Roberta Furcolo / Patrizia Garrasi / Leo Nahon

via Rovello, 2 – 20123 Milano telefono 02 884.64725 [email protected] www.mitosettembremusica.it Si ringrazia

Organizzazione Carmen Ohlmes Responsabile comunicazione / Luisella Molina Responsabile organizzazione Carlotta Colombo Coordinatore di produzione / Federica Michelini Segreteria Katia Amoroso e Carola Gay Responsabili biglietteria I concerti di domani

Giovedì 27.IX ore 22 ore 17 Alcatraz Sede del Sole 24 Ore Caetano Veloso Sala Collina Cê ao vivo La follia e la malinconia Caetano Veloso, voce e chitarra Ensemble Ricreation d’Arcadia Pedro Sá, chitarra Musiche di Castello, Cima, Fontana, Marcelo Callado, batteria Gabrielli, Vivaldi, Frescobaldi Ricardo Gomes, basso e pianoforte In collaborazione con ingresso € 25 Fondazione Scuole Civiche di Milano Accademia Internazionale ore 23 della Musica di Milano Le Scimmie Il Sole 24 Ore Salumeria della Musica ingresso gratuito Spazio Tadini Jazz Session ore 20 Michele Di Toro Trio Castello Sforzesco Paolino Dalla Porta-Urban Ragas Piazza del Cannone Tiziana Ghiglioni Trio Grande Festa di Chiusura I musicisti si sposteranno da un club Introduzione con all’altro fino alle due di notte La Civica Orchestra di Fiati In collaborazione con Rosangela Bonari, capobanda Associazione Culturale Musica Oggi Inni nazionali, europei ingresso gratuito e musiche tradizionali per banda ore 21 Fanfare di Apertura Gli Ottoni del Cantelli Musiche di Stravinsky, Britten, Vacchi In collaborazione con Società del Quartetto di Milano Concerto con fuochi d’artifico The King’s Consort Matthew Halls, direttore Musiche di Rameau, Händel Giotto Benassi, maestro fuochista Carola Monti, regia Con il sostegno della Camera Nazionale della Moda Italiana ingresso gratuito

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Acqua Minerale San Benedetto /Alberto Fumagalli / ICAM cioccolato Ristorante Cracco per l’accoglienza degli artisti Showroom Instyle, Milano e J Brand jeans – Brama Sportswear, Modena per l’abbigliamento dello staff MITO SettembreMusica Prima edizione

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