COMUNE DI VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO

di SONGAVAZZO ( B G )

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO (Dir 42/2001, D.lgs. 152/2006 e s.m.i. e L.R. 12/2005)

RAPPORTO AMBIENTALE INTEGRAZIONE

Dott. Luca Gibellini Gennaio 2012

RAPPORTO AMBIENTALE 1 COMUNE DI SONGAVAZZO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO

INDICE

1 PREMESSA...... 3

1.1 La Valutazione di incidenza...... 3 1.2 Quadro di riferimento normativo...... 4

1.2.1 Normativa in ambito comunitario...... 4

1.2.2 Normativa in ambito nazionale...... 4

1.2.3 Normativa in ambito regionale...... 6 1.3 Rete Natura 2000...... 7

2 SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA E ZONE DI PROTEZIONE SPECIALE...... 8

2.1 Sito di Importanza Comunitaria "Val Sedornia, Val Zurio e Pizzo della Presolana...... 8

2.1.1 Dati di inquadramento...... 8

2.1.2 Descrizione dell'area...... 8

2.1.3 Qualità e importanza...... 8

2.1.4 Vulnerabilità...... 9

2.1.5 Obiettivi di gestione del sito...... 10 2.2 Zona di Protezione Speciale "Orobie bergamasche"...... 11

2.2.1 Dati di inquadramento...... 11

2.2.2 Qualità e importanza...... 11

2.2.3 Vulnerabilità...... 11

2.2.4 Obiettivi di gestione del sito...... 12

3 POTENZIALI IMPATTI SUI SITI RETE NATURA 2000...... 12

3.1.1 Confronto fra obiettivi di piano e obiettivi di gestione dei siti...... 13

3.1.2 Confronto fra azioni di piano e obiettivi di gestione dei siti...... 14

3.1.3 Conclusioni...... 14

RAPPORTO AMBIENTALE 2 COMUNE DI SONGAVAZZO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO

1 Premessa

L’Amministrazione comunale di Songavazzo ha dato avvio al procedimento per la redazione del Piano di Governo del Territorio (PGT) e ha attivato il processo di valutazione ambientale del PGT attraverso la Valutazione Ambientale Strategica (VAS); poichè il territorio di alcuni dei comuni contermini risulta interessato dalla presenza di siti Rete Natura 2000 si è ritenuto di procedere con la presente valutazione circa l'eventuale interferenza tra l'azione pianificatorio/programmatoria avviata dall'Amministrazione Comunale di Songavazzo e gli elementi qualitativi e gli obiettivi di gestione dei siti Rete Natura 2000.

1.1 LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA Un aspetto chiave nella conservazione dei siti, previsto dalla Direttiva Habitat (Art. 6 Direttiva 92/43/CEE e art. 5 DPR 357/97), è la procedura di valutazione di incidenza, avente il compito di tutelare la Rete Natura 2000 dal degrado o comunque da perturbazioni esterne che potrebbero avere ripercussioni negative sui siti che la costituiscono. Sono sottoposti a valutazione di incidenza tutti i piani o progetti non direttamente connessi e necessari alla gestione del siti di Rete Natura 2000 ma che possono avere incidenze significative su di essi (art. 6 comma 3 della Dir. 92/43/CEE). E’ importante sottolineare che sono sottoposti alla stessa procedura anche i progetti o i piani esterni ai siti ma la cui realizzazione può interferire su di essi. Lo studio di incidenza, in base a quanto disposto dall'allegato G del DPR 357/97 e dall’allegato D della d.g.r.14106 dell’8/8/2003, deve contenere tutti gli elementi necessari per individuare e valutare i possibili impatti che l’opera ha sulle specie e sugli habitat per cui quel sito è stato designato, e in particolare deve contenere: • elementi descrittivi dell’intervento ed inquadramento territoriale con evidenziata la sovrapposizione territoriale con i siti di Rete Natura 2000; • descrizione delle specie faunistiche e floristiche per le quali i siti della zona interessata dall’intervento e delle zone limitrofe sono stati designati e su cui il progetto potrebbe avere effetti indotti; • analisi degli impatti diretti ed indiretti che l’intervento potrebbe avere sia in fase di cantiere che di regime.

Qualora siano evidenziati impatti lo studio deve illustrare le misure mitigative che dovranno essere messe in atto per minimizzarli.

RAPPORTO AMBIENTALE 3 COMUNE DI SONGAVAZZO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO

1.2 QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO L'impianto normativo oggi vigente in materia di Valutazione Ambientale Strateigica è piuttosto complesso ed articolato, poichè nel corso degli anni i diversi soggetti titolari di potestà legislativa (Unione Europea, Italia, Regione Lombardia) sono intervenuti emanando disposizioni normative.

1.2.1 Normativa in ambito comunitario L’Unione Europea ha recepito i principi internazionali in merito alla conservazione della natura, emanando alcune direttive in materia di biodiversità tra cui: • la Direttiva 79/409/CEE (Direttiva “Uccelli”), che sancisce la conservazione di tutte le specie di uccelli selvatici europei, delle loro uova, dei nidi e degli habitat e prevede l’istituzione delle Zone a Protezione Speciale (ZPS) per il raggiungimento di tali obiettivi. Le misure prevedono l’individuazione di una serie di azioni per la conservazione di numerose specie di uccelli indicate nei relativi allegati e l’individuazione, da parte degli Stati membri dell’UE, di aree destinate alla conservazione di tali specie, le Zone di Protezione Speciale (ZPS); • la Direttiva 92/43/CEE (Direttiva “Habitat”), che rappresenta la normativa di recepimento a livello europeo della Convenzione sulla Biodiversità di Rio de Janeiro ed ha l’obiettivo di salvaguardare la biodiversità attraverso la conservazione degli habitat naturali, della flora e della fauna selvatica nel territorio europeo. Essa fornisce elenchi di habitat naturali (allegato I) e di specie animali e vegetali (allegato II) di interesse comunitario e si propone l’obiettivo di costruire, per la loro tutela, una rete di zone speciali di conservazione. In un primo momento gli Stati Membri sono chiamati ad effettuare una ricognizione sul loro territorio circa la presenza e lo stato di conservazione di tali specie ed habitat, indicando quindi una serie di siti. La Commissione Europea designa, quindi, tra i siti proposti e con riferimento alle diverse regioni biogeografiche, i Siti di Importanza Comunitaria (SIC). Gli Stati Membri istituiscono, entro i siti designati, Zone Speciali di Conservazione, in cui siano applicate misure di gestione atte a mantenere un soddisfacente stato di conservazione della specie e degli habitat presenti.

La Direttiva “Habitat” introduce, all'articolo 6, la procedura di “Valutazione di Incidenza” con lo scopo di salvaguardare l'integrità dei siti attraverso l'esame delle interferenze di piani e progetti non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie per cui essi sono stati individuati, ma in grado di condizionarne l'equilibrio ambientale.

1.2.2 Normativa in ambito nazionale Con DPR 8 settembre 1997 n. 357, successivamente modificato dal DPR 12 marzo 2003 n. 120, lo Stato Italiano ha emanato il Regolamento di recepimento ed attuazione della Direttiva Habitat, assegnando alle regioni il compito di definire specifici indirizzi, in materia di Rete Natura 2000 e di Valutazione di Incidenza, per il proprio territorio di competenza. In base all'art. 6 del DPR 120/2003, comma 1, sono da sottoporre a Valutazione di Incidenza (comma 3), tutti i Piani, Programmi e Progetti non direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti in un sito Natura 2000 ma che possono avere incidenze significative sul sito stesso, singolarmente o congiuntamente ad altri interventi. In particolare l'allegato D del DPR individua i contenuti richiesti per la relazione di valutazione di incidenza.

RAPPORTO AMBIENTALE 4 COMUNE DI SONGAVAZZO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO

DPR 8 settembre 1997 n. 357 – Allegato G CONTENUTI DELLA RELAZIONE PER LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA DI PIANI E PROGETTI 1. Caratteristiche dei piani e progetti Le caratteristiche dei piani e progetti debbono essere descritte con riferimento, in particolare: • alle tipologie delle azioni e/o opere; • alle dimensioni e/o àmbito di riferimento; • alla complementarietà con altri piani e/o progetti; • all'uso delle risorse naturali; • alla produzione di rifiuti; • all'inquinamento e disturbi ambientali; • al rischio di incidenti per quanto riguarda, le sostanze e le tecnologie utilizzate. 2. Area vasta di influenza dei piani e progetti - interferenze con il sistema ambientale. Le interferenze di piani e progetti debbono essere descritte con riferimento al sistema ambientale considerando: • componenti abiotiche; • componenti biotiche; • connessioni ecologiche. Le interferenze debbono tener conto della qualità, della capacità di rigenerazione delle risorse naturali della zona e della capacità di carico dell'ambiente naturale, con riferimento minimo alla cartografia del progetto CORINE LAND COVER.

Ulteriori atti normativi emanati dallo Stato Italiano sono: • DM 3 settembre 2002 che approva le “Linee guida per la gestione dei siti Natura 2000” predisposte dal Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio; • DM 25 marzo 2005 che approva l’”Elenco delle Zone di Protezione Speciale (ZPS) classificate ai sensi della Direttiva 79/409/CEE”; • DM 25 marzo 2005 che approva l’”Elenco dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) per la regione biogeografica continentale, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE” ; • D.lgs 3 aprile 2006, n. 152 “Norma in materia ambientale” Parte II (VIA, VAS e IPPC); • D.lgs 16 gennaio 2008, n. 4 recante "Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D.lgs 3 aprile 2006, n. 152, recante norma in materia ambientale"; • DM 11 giugno 2007 “Modificazioni agli allegati A, B, D ed E del Decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, e successive modificazioni, in attuazione della direttiva 2006/105/CE del Consiglio del 20 novembre 2006, che adegua le direttive 73/239/CEE, 74/557/CEE e 2002/83/CE in materia di ambiente a motivo dell'adesione della Bulgaria e della Romania”; • DM 5 luglio 2007 “Elenco delle zone di protezione speciale (ZPS) ai sensi della direttiva 79/409/CEE”; • DM 17 ottobre 2007, n. 184 “Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS)”; • DM 26 marzo 2008 “Primo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica alpina in Italia, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE” (Gazzetta Ufficiale n. 103 del 3 maggio 2008); • DM 26 marzo 2008 “Primo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica continentale in Italia, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE” (Gazzetta Ufficiale n. 104 del 5 maggio 2008); • DM 3 luglio 2008 “Primo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica mediterranea in Italia, ai sensi della direttiva 92/43/CEE” (Gazzetta Ufficiale n. 184 del 7 agosto 2008); • DM 30 marzo 2009 “Secondo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica alpina in Italia, ai sensi della direttiva 92/43/CEE”; • DM 30 marzo 2009 “Secondo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica continentale in Italia, ai sensi della direttiva 92/43/CEE”; • DM 30 marzo 2009 “Secondo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica mediterranea in Italia, ai sensi della direttiva 92/43/CEE”.

RAPPORTO AMBIENTALE 5 COMUNE DI SONGAVAZZO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO

1.2.3 Normativa in ambito regionale A livello regionale, con D.G.R. 8 Agosto 2003 N. 7/14106 la Regione Lombardia ha individuato i soggetti gestori, definito le modalità procedurali per l’applicazione della Valutazione di Incidenza e fornito – attraverso l'allegato D alla D.G.R. - i contenuti minimi dello studio per la valutazione d’incidenza sui SIC e pSIC .

D.G.R. 8 agosto 2003 n. VII/14106 - Allegato D CONTENUTI MINIMI DELLO STUDIO PER LA VALUTAZIONE D’INCIDENZA SUI SIC e pSIC Sezione piani Lo studio deve fare riferimento ai contenuti dell’allegato G del DPR 357/97 e succ. mod. e possedere gli elementi necessari ad individuare e valutare i possibili impatti sugli habitat e sulle specie di cui alle Dir. 92/43/CEE e 79/409/CEE e loro successive modifiche, per la cui tutela il sito è stato individuato, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi. Inoltre deve indicare le misure previste per la compatibilità delle soluzioni che il piano assume, comprese le mitigazioni e/o compensazioni. Lo studio dovrà in particolare: • contenere elaborati cartografici in scala minima 1:25.000 dell'area interessata dal o dai SIC o pSIC, con evidenziata la sovrapposizione degli interventi previsti dal piano, o riportare sugli elaborati la perimetrazione di tale area; • descrivere qualitativamente gli habitat e le specie faunistiche e floristiche per le quali i siti sono stati designati, evidenziando, anche tramite una analisi critica della situazione ambientale del sito, se le previsioni di piano possano determinare effetti diretti ed indiretti anche in aree limitrofe; • esplicitare gli interventi di trasformazione previsti e le relative ricadute in riferimento agli specifici aspetti naturalistici; • illustrare le misure mitigative, in relazione agli impatti stimati, che si intendono applicare e le modalità di attuazione (es. tipo di strumenti ed interventi da realizzare, aree interessate, verifiche di efficienza ecc.); • indicare le eventuali compensazioni, ove applicabili a fronte di impatti previsti, anche di tipo temporaneo. Le compensazioni, perché possano essere valutate efficaci, devono di norma essere in atto al momento in cui il danno dovuto al piano è effettivo sul sito di cui si tratta, tranne se si possa dimostrare che questa simultaneità non è necessaria per garantire il contributo del sito alla Rete Natura 2000. Inoltre dovranno essere funzionalmente ed ecologicamente equivalenti alla situazione impattata, nello stato antecedente all'impatto. Lo studio dovrà essere connotato da un elevato livello qualitativo dal punto di vista scientifico.

Ulteriori provvedimenti legislativi emanati da Regione Lombardia sono: • D.G.R. luglio 2004, n. 7/18453 “Individuazione degli enti gestori dei proposti Siti di Importanza Comunitaria (pSIC) e dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) non ricadenti in aree naturali protette, e delle zone di protezione speciale (ZPS), designate dal Decreto del Ministero dell’Ambiente 3 aprile 2000” (S.O. Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia n. 32 del 2 agosto 2004); • D.G.R. 15 ottobre 2004, n. 7/19018 “Procedure per l’applicazione della valutazione di incidenza alle Zone di Protezione Speciale (Z.P.S. ai sensi della direttiva 79/409/CEE, contestualmente alla presa d’atto dell’avvenuta classificazione di 14 Z.P.S. ed individuazione dei relativi soggetti gestori)” (2° Suppl. Straordinario Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia n. 44 del 28 ottobre 2004); • D.G.R. 8 febbraio 2006, n. 8/1876 “Rete Natura 2000 in Lombardia: trasmissione al Ministero dell’Ambiente della proposta di aggiornamento della banca dati, istituzione di nuovi siti e modificazione del perimetro di siti esistenti” (1° Suppl. Straordinario Bollettino Ufficiale della regione Lombardia n. 21 del 23 maggio 2006); • D.G.R. 2 maggio 2006, n. 8/2486 “Parziale rettifica alla D.G.R. n. 8/1876 dell’8 febbraio 2006 “Rete Natura 2000 in Lombardia: trasmissione al Ministero dell’Ambiente della proposta di aggiornamento della Banca Dati, istituzione di nuovi siti e modificazione del perimetro di siti esistenti” (1° Suppl. Straordinario Bollettino Ufficiale della regione Lombardia n. 21 del 23 maggio 2006); • D.G.R. 13 dicembre 2006, n. 8/3798 “Rete Natura 2000: modifiche e integrazioni alle dd.gg.rr. n. 14106/03, n. 19018/04 e n. 1791/06, aggiornamento della banca dati Natura 2000 ed individuazione degli enti gestori dei nuovi SIC proposti”;

RAPPORTO AMBIENTALE 6 COMUNE DI SONGAVAZZO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO

• D.G.R. 28 febbraio 2007, n. 8/4197 “Individuazione di aree ai fini della loro classificazione quali ZPS (Zone di Protezione Speziale) ai sensi dell’art. 4 della direttiva 79/409/CEE integrazione D.G.R. 3624/2006”; • D.G.R. 18 luglio 2007, n. 8/5119 “Rete Natura 2000: determinazioni relative all’avvenuta classificazione come ZPS delle aree individuate con dd.gg.rr. 3624/06 e 4197/07 e individuazione dei relativi enti gestori”; • D.G.R. 20 febbraio 2008, n. 6648 “Nuova classificazione delle Zone di Protezione Speciale (ZPS) e individuazione di relativi divieti, obblighi e attività, in attuazione degli articoli 3, 4, 5 e 6 del D.M. 17 ottobre 2007, n. 184 "Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS)".

1.3 RETE NATURA 2000 Rete Natura 2000 è una rete ecologica, istituita a livello comunitario in virtù della direttiva Habitat 92/43, che ricomprende diverse tipologie di siti ed aree protette, quali ad esempio le Zone a Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva Uccelli 79/409 e i Siti di Importanza Comunitaria (SIC) istituiti ai sensi della già citata Direttiva Habitat; scopo dell'istituzione di Rete Natura 2000 è quello di garantire la sopravvivenza a lungo termine della biodiversità presente sul continente europeo. L'insieme di tutti i siti definisce infatti un sistema strettamente correlato da un punto di vista funzionale: la rete non è costituita solamente dalle aree ad elevata naturalità identificate dai diversi paesi membri, ma anche da quei territori contigui ad esse indispensabili per mettere in relazione ambiti naturali distanti spazialmente ma vicini per funzionalità ecologica. Le ZPS hanno l'obiettivo specifico di tutelare in modo rigoroso i siti in cui vivono le specie ornitiche contenute nell’allegato 1 della Direttiva Uccelli e di proteggere le specie migratrici non riportate nell'allegato, con particolar riferimento alle zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar. La designazione delle ZPS avviene su richiesta degli Stati membri, previa individuazione da parte delle Regioni, al Ministero dell'Ambiente, il quale trasmette poi la documentazione alla Commissione Europea; da quel momento le ZPS entrano automaticamente a far parte di Rete Natura 2000.

I SIC sono istituiti ai sensi della Direttiva Habitat al fine di tutelare un habitat naturale (allegato I) o una specie (allegato II). I SIC proposti (pSIC) vengono trasmessi dalle Regioni al Ministero dell'Ambiente, il quale provvede alla trasmissione alla Commissione Europea, cui spetta il compito di adottare ufficialmente la lista dei SIC. Una volta entrati ufficialmente in vigore, gli Stati membri designano, d'intesa con le Regioni, i SIC individuati come Zone Speciali di Conservazione.

RAPPORTO AMBIENTALE 7 COMUNE DI SONGAVAZZO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO

2 Siti di Importanza Comunitaria e Zone di Protezione Speciale

In Italia risultano individuati 2287 Siti di Importanza Comunitaria e 601 Zone di Protezione Speciale; di essi, 323 sono siti classificati di tipo "C", ovvero SIC coincidenti con ZPS (fonte dati: Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; dati aggiornati ad ottobre 2011); di essi, in Lombardia ricadono 193 S.I.C. (per una superficie complessiva pari ad ha 224.200) e 67 Z.P.S. (per una superficia complessiva pari ad ha 297.425); sono 19 i siti di tipo "C".

La Provincia di è interessata (fonte dati: Amministrazione provinciale di Bergamo; dati aggiornati a febbraio 2011) dalla presenza di 19 S.I.C. (41.880,3 ha) e 6 Z.P.S. (52.330 ha). Il territorio comunale di Songavazzo non è interessato dalla presenza di istituti facenti parte della Rete Natura 2000; il territorio dei comuni contermini è invece interessato dalla presenza rispettivamente del S.I.C. "Val Sedornia, Val Zurio e Pizzo della Presolana – IT2060005" nel territorio di , , e e dalla Z.P.S. "Orobie bergamasche – IT2060401", nel territorio di Castione della Presolana e Rovetta.

2.1 SITO DI IMPORTANZA COMUNITARIA "VAL SEDORNIA, VAL ZURIO E PIZZO DELLA PRESOLANA

2.1.1 Dati di inquadramento Provincia: Bergamo Comuni interessati: , Castione della Presolana, , , Fino del Monte, , , , Onore, Rovetta, , Villa d'Ogna, Ente gestore: Parco Orobie Bergamasche Area: 12.946,40 ettari Regione bio-geografica: Alpina Altitudine: 570/2.521 metri sul livello del mare [fonte dati: Amministrazione provinciale di Bergamo]

2.1.2 Descrizione dell'area L'area è localizzata nel più ampio bacino della Valle Seriana, posta sul versante geografico di sinistra del fiume Serio. Il perimetro, assai ampio (si tratta del più esteso sito di interesse comunitario in provincia di Bergamo) è definito in larga misura dal corso del fiume Serio, tra Villa d'Ogna e Valbondione, a ovest e a nord, e dai centri abitati che vanno da Rovetta fino a Castione della Presolana a sud, per poi risalire verso nord in prossimità del corso del fiume Dezzo, in vicinanza alla Val di Scalve. [fonte dati: Amministrazione provinciale di Bergamo]

2.1.3 Qualità e importanza La qualità degli habitat è, in generale, buona, ma risulta eccezionale nelle stazioni rupicole, nelle vallette nivali, nelle aree carsiche e nelle pietraie. Parte delle praterie, situate su basse pendenze e suoli decarbonatati, sono state sensibilmente modificate dal pascolamento di ovini (praterie a Carex sempervirens, Festuca curvula, Nardus stricta) ma mantengono significative peculiarità floristiche ed ecologiche che le differenziano dalla vegetazione dei nardeti. Questi ultimi, contrariamente a quanto precedentemente riportato nella documentazione relativa a Natura 2000, presentano

RAPPORTO AMBIENTALE 8 COMUNE DI SONGAVAZZO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO estensione limitata nel territorio del Sito in quanto si presentano esclusivamente su alcuni litotipi marnoso-argillosi. Estremamente significativa la componente floristica, ricchissima di specie rare e di specie endemiche, anche ad areale ristretto a pochi massicci delle Prealpi Bergamasche, di cui il Sito rappresenta un campione molto significativo. Notevole anche la componente faunistica. Rilevante l'aspetto paesaggistico. In relazione alla presenza di Linaria tonzigii Lona, stenoendemita ad areale molto ristretto, esclusiva del settore bergamasco delle Prealpi Lombarde, elencata nell'allegato 2 della direttiva 92/43/CEE, si sottolinea che nell'area del Sito è presente una popolazione isolata, di consistenza estremamente limitata,certamente inferiore a 500 individui (Monte Ferrante). Il Sito Val Sedornia, Valzurio, Pizzo della Presolana risulta il più ricco di specie endemiche a distribuzione esclusiva delle Prealpi Lombarde calcaree (specie indicate come B in 3.3) tra i Siti della Lombardia. In 3.3 sono inoltre state incluse (motivazione D) specie subendemiche importanti nella caratterizzazione di peculiari tipologie di vegetazioni esclusive delle Prealpi (esempio: firmeti, vallette nivali, vegetazione pioniera dei ghiaioni). L'avifauna è ben rappresentata e spiccano diverse categorie tassonomiche tra cui i tetraonidi. A dimostrazione della buona presenza faunistica e dell'ottima strutturazione delle piramidi trofiche compaiono tre coppie nidificanti di Aquila chrysaetos. Il disturbo nel SIC può compromettere localmente le presenze della fauna tipica alpina, soprattutto nel versante meridionale della Presolana e agli Spiazzi di Gromo. Nei versanti meridionali del massiccio della Presolana compaiono specie più termofile, come Lanius collurio. Tra gli anfibi spiccano due stazioni isolate di Triturus carnifex, specie inclusa nella Direttiva Habitat, per la cui sopravvivenza nella zona sono necessari interventi di riqualificazione ambientale. [fonte dati: Amministrazione provinciale di Bergamo]

2.1.4 Vulnerabilità Gli habitat petrofili del massiccio della Presolana e del "Mare in Burrasca” sono il risultato di un delicato equilibrio tra attività di pascolo ovino non intensivo, mantenimento di suoli calcimagnesiaci su aree accidentate, assenza di copertura forestale e condizioni microclimatiche legate a fenomeni carsici. Variazioni delle attività pastorali tradizionali e il riscaldamento climatico in atto possono determinare processi di riforestazione spontanea e riduzione degli habitat petrofili. L'area è inoltre minacciata da progetti di sviluppo sciistico di imminente realizzazione (comprensorio di Colere). Gli impianti già realizzati negli ultimi vent'anni hanno comportato la distruzione irreversibile di estese porzioni di questi habitat: il livellamento delle doline e dei dossi carsici è stato ottenuto mediante distruzione con esplosivi. Gli habitat sotterranei di ambiente carsico sono particolarmente sviluppati in tutto il "Mare in Burrasca”, ma non si conoscono gli effetti prodotti dall'attività sciistica (alterazione delle caratteristiche fisico-chimiche delle acque percolanti, ostruzione di doline e pozzi carsici, ecc.). Alcuni microambienti di particolare rarità nell'ambito prealpino sono inoltre stati alterati dall'attività mineraria (lago Polzone). Le stazioni di Linaria tonzigii e di Galium montis-arerae sono minacciate dagli interventi di realizzazione delle piste di sci di Colere, che hanno comportato la distruzione irreversibile di habitat carsici, di falde di detrito, l'introduzione di specie esotiche competitive in relazione con l'apertura di corridoi di espansione per specie litofitiche non autoctone (corridoi rappresentati dalle piste di sci medesime). Inoltre nella stagione estiva questi insediamenti turistici hanno determinato un aumento nell'afflusso di escursionisti e l'apertura di nuovi sentieri, anche in prossimità della sopracitata stazione di Linaria tonzigii. Nell'area montana, il fondovalle della Valzurio è oggetto di interventi mirati allo sfruttamento idroelettrico. Si sottolinea in proposito la fragilità degli ecosistemi d'acqua dolce in territori carbonatici, dove le portate superficiali possono essere notevolmente ridotte dalle perdite per via sotterranea. Il prelievo di frazioni non adeguatamente valutate della portata di questi corsi d'acqua può pertanto alterare le relazioni ecologiche che riguardano la vegetazione igrofila, la fauna acquatica e anche i grossi mammiferi. Si sottolinea che il bacino della Valzurio e del versante meridionale della Presolana già riforniscono di acqua potabile l'intero comprensorio turistico di Castione della Presolana e Rovetta. [fonte dati: Amministrazione provinciale di Bergamo]

RAPPORTO AMBIENTALE 9 COMUNE DI SONGAVAZZO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO

2.1.5 Obiettivi di gestione del sito La Direttiva “Habitat” del 21 maggio 1992, n. 92/43/CEE “Relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche” ha lo scopo principale di promuovere il mantenimento della biodiversità, tenendo conto al tempo stesso delle esigenze economiche, sociali, culturali e regionali, individuando gli habitat che rischiano il degrado e le specie selvatiche compromesse e definendo taluni tipi di habitat naturali e talune specie prioritarie, al fine di favorire la rapida attuazione di misure volte a garantirne la conservazione. Considerando tali habitat e tali specie patrimonio naturale della Comunità, la direttiva europea si pone l’obiettivo di realizzare una rete ecologica europea, costituita da zone speciali di conservazione, istituendo un sistema generale di protezione e di verifica dello stato di conservazione degli habitat naturali e delle specie. Al fine di evitare il degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie nonché la perturbazione delle specie per le zone speciali di conservazione, gli Stati membri stabiliscono le misure di conservazione necessarie che implicano all’occorrenza appropriati piani di gestione specifici o integrati ad altri piani di sviluppo. Il Decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357 “Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche” prevede, all’articolo 7, l’emanazione di apposite linee guida atte a fornire indirizzi di monitoraggio, tutela e gestione degli habitat e delle specie. Con Decreto del 3 settembre 2002 il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio ha emanato le “Linee Guida per la gestione dei siti di Natura 2000”, con valenza di supporto tecniconormativo alla elaborazione di appropriate misure di conservazione funzionale e strutturale, tra cui i piani di gestione, per i siti della rete Natura 2000. La gestione di un sito, qualunque sia il suo contributo nella rete, deve quindi salvaguardare l’efficienza e la funzionalità ecologica degli habitat e/o specie contribuendo a scala locale a realizzare le finalità generali della direttiva: valutando non solo la qualità attuale del sito ma anche la potenzialità che hanno gli habitat di raggiungere un livello maggiore di complessità, gestendo non semplicemente il singolo sito ma l’intero sistema dei siti appartenenti ad una rete coerente. Il principale obiettivo del Piano di Gestione, coerentemente con quanto previsto dall’articolo 6 della Direttiva “Habitat” e dall’articolo 4 del D.P.R. 120/2003 è quello di garantire la presenza in condizioni ottimali degli habitat e delle specie che hanno determinato l’individuazione del S.I.C., mettendo in atto strategie di tutela e gestione anche in presenza di attività umane e tenendo conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità locali. Gli obiettivi generali che il Piano si prefigge sono: 1. la tutela delle caratteristiche naturali e ambientali del Sito di Importanza Comunitaria, la tutela degli habitat naturali e la protezione delle specie vegetali e animali con riferimento soprattutto alla flora e alla fauna elencate negli Allegati II e IV della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat) e nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE (Direttiva Uccelli) dell’Unione Europea; 2. il mantenimento ed il miglioramento del ruolo del S.I.C. “Val Sedornia, val Zurio, Pizzo della Presolana” come sito della Rete Natura 2000; 3. la promozione della didattica naturalistica compatibile ai fini dell’educazione e della formazione ambientale; 4. rendere compatibili con la tutela ambientale le attività umane consentite all’interno del S.I.C.. [fonte dati: Piano di gestione del S.I.C.]

RAPPORTO AMBIENTALE 10 COMUNE DI SONGAVAZZO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO

2.2 ZONA DI PROTEZIONE SPECIALE "OROBIE BERGAMASCHE"

2.2.1 Dati di inquadramento Provincia: Bergamo Comuni: Ardesio, , , , , Carona, , Castione della Presolana, Colere, Cusio, , , Gandellino, , Gromo, , Lenna, , Moio de' Calvi, , , Oltressenda Alta, Oneta, , , , , , , , Rovetta, , Santa Brigida, , Serina, Taleggio, Valbondione, , , , Valtorta, , Vilminore di Scalve Ente gestore: Parco Regionale Orobie Bergamasche, Foresta Demaniale Foppabona, Foresta Demaniale Azzaredo Casù Area: 48.973 ettari La Zona di Protezione Speciale "Orobie Bergamasche" ha accorpato e ampliato le seguenti Zone di Protezione Speciale: "Valvedra Valbondione e Val di Vò" (IT2060501), "Val Brembana" (IT2060502), "Presolana" (IT2060503), "Pizzo Rotondo, Valgussera e Monte Masoni" (IT2060504), "Cima Vaccaro" (IT2060505) Regione bio-geografica: Alpina Tipologia Ambientale: ambienti forestali alpini - ambienti alpini - valichi montani Altitudine: 421/3.043 metri sul livello del mare [fonte dati: Amministrazione provinciale di Bergamo]

2.2.2 Qualità e importanza L'area, ubicata sul versante bergamasco delle Orobie, comprende i principali habitat propri dell'orizzonte alpino. Il sito è caratterizzato da un'elevata escursione altitudinale, in esso si trovano importanti rilievi che arrivano ai 3.000 metri. Gli ambienti più rappresentativi sono le formazioni boschive, presenti sia con estese foreste di latifoglie, in particolare faggete, sia con i boschi di conifere, in particolare abete e larice. Altri ambienti di grande valore naturalistico presenti nell'area sono le praterie e i pascoli sia della fascia alto-collinare che delle quote elevate, a cui si uniscono le zone rocciose poste alle quote maggiori e al di sopra del limite della vegetazione arborea. La fauna dell'area è costituita dalla tipica fauna alpina, risultano presenti ungulati, rapaci diurni e notturni, tra i quali spiccano Aquila reale e Gufo reale. Ben rappresentati anche Galliformi e Fasianidi, con elementi di spicco della fauna alpina come Pernice bianca, mentre risulta cospicua la popolazione di invertebrati che popolano le estese fasce boschive. [fonte dati: Amministrazione provinciale di Bergamo]

2.2.3 Vulnerabilità Non sono noti evidenti elementi di disturbo, tuttavia occorre una regolamentazione più efficace della fruizione antropica del territorio, in particolare delle aree di maggior pregio naturalistico all'interno del Parco Regionale. Il mantenimento della diversità nell'assetto forestale, in termini di età degli elementi arborei, di composizione floristica e densità, risultano di importanza determinante per la conservazione in particolare dei Tetraonidi. In alcune aree si registra una elevata concentrazione di bacini artificiali connessi alla produzione di energia idroelettrica, con strade e infrastrutture annesse, unita alla presenza di impianti sciistici in espansione. Le zone meridionali del sito, poste a bassa quota, presentano un elevato rischio di incendio. [fonte dati: Amministrazione provinciale di Bergamo]

RAPPORTO AMBIENTALE 11 COMUNE DI SONGAVAZZO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO

2.2.4 Obiettivi di gestione del sito L’obiettivo generale del piano di gestione è promuovere il mantenimento della biodiversità presente nella zona di protezione speciale “Orobie bergamasche”, individuando gli habitat e le specie selvatiche minacciate e vulnerabili nonchè individuando taluni tipi di habitat naturali e talune specie prioritari, al fine di favorire la rapida attuazione di misure volte a garantirne la conservazione, tenendo conto al tempo stesso delle esigenze economiche, sociali, culturali e locali. L’obiettivo strategico generale del piano è il mantenimento degli ecosistemi di alta quota, mediante un utilizzo sostenibile delle risorse naturali, con particolare attenzione alla gestione compatibile delle attività di pascolo, del governo dei boschi, delle attività agricole, nonché allo sfruttamento delle risorse idriche a fini idroelettrici e alla fruizione escursionistica e venatoria. L’obiettivo strategico generale si realizza mediante azioni -volte al raggiungimento di obiettivi specifici di gestione- di seguito sintetizzate: 1.1.- mantenere le aree aperte (prati e praterie) limitando l’avanzamento della fascia arbustiva lungo i versanti con interventi mirati e localizzati oltre che mantenendo ed incentivando i sistemi di pascolo compatibili con la conservazione del sito; 1.2.- migliorare la struttura e la composizione floristica degli ambienti forestali anche con specifico riferimento all’aumento della ricettività faunistica; 1.3.- assicurare il permanere di ambienti di acqua corrente di buona qualità in grado di supportare comunità ittiche e di invertebrati complesse; attuare interventi di tutela e gestione attiva delle zone umide (torbiere, paludi, stagni…) idonei al mantenimento di habitat di interesse naturalistico; 1.4.- garantire e, se possibile, incrementare la presenza di zone ecotonali anche allo scopo di consentire elevate e qualificate presenze faunistiche; 1.5.- orientare il turismo sportivo ed escursionistico verso una fruizione sostenibile del sito. [fonte dati: Piano di gestione della Z.P.S.]

3 Potenziali impatti sui siti Rete Natura 2000

Di seguito si analizzano le potenziali interferenze ed i prevedibili impatti derivanti dalle previsioni del Documento di Piano del Piano di Governo del Territorio degli ambiti di trasformazione sopra descritti.

Stanti la localizzazione geografica del Comune di Songavazzo e dei siti Rete Natura 2000 non si ritiene che possano insorgere influenze od interferenze da parte delle previsioni di piano sui siti; il territorio comunale di Songavazzo, infatti, dista nel suo punto più vicino oltre 1.000 metri lineari dal S.I.C. "Val Sedornia, Val Zurio e Pizzo della Presolana" e oltre 2.500 metri lineari dalla Z.P.S. "Orobie bergamasche". Tra il territorio comunale di Songavazzo e le aree dei due siti sono inoltre presenti numerosi elementi sia naturali ed antropici (il centro abitato di Rovetta; il centro abitato di Fino del Monte; il torrente Valleggia; la S.P. 56; la S.S. 671) a cesura sia della continuità territoriale, sia di ipotetiche interferenze tra le due aree territoriali e le relative previsioni gestionali e pianificatorie.

RAPPORTO AMBIENTALE 12 COMUNE DI SONGAVAZZO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO

3.1.1 Confronto fra obiettivi di piano e obiettivi di gestione dei siti La comparazione delle interferenze fra gli obiettivi del Documento di Piano e gli obiettivi di gestione dei siti Rete Natura 2000 restituisce infatti il seguente quadro.

i

i

l i

l e a d o

n

a e t l i l

e l l g s a i

o l n l e n e l

i r

a e e e i c t i e

t o f l a e e R e t d d i e l n e

n e e r n

i l r a l v o r r o i r t a a e a t a a e i o e l e a o a i i r c r b t t l n o e o c t t r i m n r d l s i t e e b u t n e n l c e i t

n l o n u i e o l i i i c a a

n e s e e t t s m l i e e e c

e r i b i b à p l s n d a n s i g r n m t i r a d

m i C t a i m e a o s i I m o a i o a o n g i e a l l u a l v

d a e m n z z o f

S i m : a : z o l

n a

p

q : t i e : i e c i l n t : à e e v e o o t t o t c e

s i t e b 0 e m i a s d i e e i a h i t h n u r

e a l n l n m

0 h z h t o r v e d r h c s c n i a u a a a

0 o o r c e a c : c a e c s s i r l e u z c e r ' d 2 u t o s

s o a l m t s a a z l m u i s a d b

f i n p i a a q n e t

: r s

a t a r

o i l c i n n e : o e m m s ' r i a a t o o a m r

AZIONE \ OBIETTIVO m n a l a u i t a e m s a a d f o l t u n i d s r a n

a o r e n s

n a t a

e g g n a i p i n i n l e g e r e : g d l r r o r a e g e a i

r b r c r e e a m e t o a r e p e u e i h o i n i b e N o t

s e r e d m o i d e b b b c b S

v n o a n a d t

i b

u b m m a i i c l e b r f

l

t i t

o t o e n m e e l a i z t i a r o i i s e S i a e a e a e i e i

i S l d z n i V l d r b o b

e u n r s

l b

b t a a r e b a a o p e o e e e l r f a n t a

o c o C r r t r V o s I S m r e r t e

c V o a n r u a t i e

l O O r a a S c p o t e

O C d O n r u n r O t a

I

u C a t

I e S S t

m a u a o

m a V ' S S S t i

l S s c S e l a P P e d l i m l u P i P r P C Z Z e g r r r e I i Z Z d r c t Z u e d S a t s n m p i

La nuova strada ======

Le seconde case ======

Valorizzazione della qualità della residenzialità ======

Prestazioni ambientali dell'urbanizzato ======

Potenziamento del sistema dei servizi ======

Il nucleo antico – conferma dei caratteri originari ======

I luoghi del commercio ======

I luoghi della produzione ======

Tutela del patrimonio forestale e boschivo ======

Indirizzi per Falecchio ======

Potenziamento del ruolo dell'agricoltura ======Tabella 1: Confronto fra obiettivi di piano e obiettivi di gestione dei siti Rete Natura 2000

RAPPORTO AMBIENTALE 13 COMUNE DI SONGAVAZZO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO

3.1.2 Confronto fra azioni di piano e obiettivi di gestione dei siti

Analoghe conclusioni emergono dalla valutazione circa le possibili interferenze fra le azioni di piano del Documento di Piano e gli obiettivi di gestione dei siti Rete Natura 2000.

i

i

l i

l e a d o n

a e l t i l

l e g l s a i o l l n e n e l

i r

a e e e i

t c i e t o f l a e e R e t d d

i e l n e

n e e r n

i l r a l r v o r i r o t a a e

a t a a e i o e e l a o a i i r c r b t l t n o e o c t t r i m n r d s l i t e b e u t n n e c l e i t l n o n

e o u i l i i i c a a

e s n e t t e s m l i e e e c

r e b i b i p à l s n a n d s i g r n m t r a i

d

m i C t a i m e a

o s i I m a o i o g o n a i e a l l u a v l d a m e n z o z f S i m a : : z o l n a p

q : E t : i e i c e i n t l : à e e v e o o t t o

c t e s i t e N 0 e b m i a s d i e e i a t h h i n r u e a

l n l m n

0 h z h O o t r e v d r h c c s n I i a u a a a

0 o o r c a e c c : a e c s s r i e l u Z z c e r ' d 2 u t s o s o a l

m t s a a z l m u a d b s i f A i n p i a a q n e t r : s

a a t r

i o c l i n n e : o m m e s ' i r a a t E o a o m n

AZIONE \ OBIETTIVO r m a l a u i t a e m a s a d f l o u t n i d s r n a C a r e o n s

a n t a

I g g e a n i p i n i l n e e g e r : g l r d o r r a e g e a i D r b r c r e e a e m t a r o e e e u p i h i o n i b e N o t O s e r e d m o i d e b b b c b S

n v o n a a t d C i b u b m m a i c i l r b e f

l t i t

o t o

e n m e e l a i z t i o i i r a s e S a e i a e a e i e i i l S d z n i d b V l b r o

e n u r s

l b

b t a a r e b a a e o o p e e e l r f a n a t

o c o r r C t r

V o s S I r m e r t e c

o a V n u r a i t e

l O O r a a S c p t o

e O d C O n r u n r t O a

I

C u a t I e S S t

a m u a o a m V ' S S S t i

l S s c S e l a P P d e l m i l u P i P r C P Z Z g e r r r e I Z i Z d r c t Z e u d S a t s n m p i AT1 Composizione del margine abitativo ======AT2 Completamento insediativo e viario ======AT3 Ambito dell'infrastrutturazione produttiva ======AT4 Completamento insediativo interno ======RES1 Nucleo di antica formazione ======RES2 Le seconde case – i luoghi dell'ospitalità ======RES3 Il tessuto dell'espansione urbana ======RES4 Il viale d'accesso: i nuovi luoghi dello scambio ======PROD1 Ambito dell'infrastrutturazione produttiva ======PROD2 I luoghi della produzione nel Valleggia ======NAT1 Versanti montani e della valle di Trebes ======NAT2 Versanti rurali e boschivi pedemontani ======NAT3 Incisione del Valleggia ======AGR1 Agro di Songavazzo ======AGR2 Altopiano di Falecchio ======Tabella 2: Confronto fra azioni di piano e obiettivi di gestione dei siti Rete Natura 2000

3.1.3 Conclusioni

Si ritiene di poter concludere che le previsioni urbanistiche inserite all'interno della proposta di Documento di Piano oggetto ai sensi di legge di Valutazione Ambientale Strategica non abbiano alcun tipo di interazione positiva o negativa con le caratteristiche territoriali e con gli obiettivi di gestione del S.I.C. "Val Sedornia, Val Zurio e Pizzo della Presolana" e della Z.P.S. "Orobie bergamasche". Pertanto non si reputa nè utile nè necessaria l'effettuazione di alcuna ulteriore valutazione sul tema.

RAPPORTO AMBIENTALE 14