Assosoftwaredaypress Giovedì, 21 Novembre 2019 Assosoftwaredaypress Giovedì, 21 Novembre 2019
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AssoSoftwareDayPress giovedì, 21 novembre 2019 AssoSoftwareDayPress giovedì, 21 novembre 2019
Agenda digitale e Pubblica Amministrazione
21/11/2019 Corriere della Sera Pagina 24 MARTINA PENNISI 5 «Nella carta d' identità ci sarà anche il profilo digitale Lo rilascerà gratis lo Stato»
20/11/2019 Agenda Digitale 7 Come, quando, per chi e perché usare la PEC per la fattura elettronica: i consigli
20/11/2019 Agenda Digitale 9 Cybersecurity emergenza europea: gli standard sono la risposta
20/11/2019 Agenda Digitale 14 Digitalizzazione della PA, ecco cosa prevede l' accordo tra Inail e il Ministero della salute per le infrastrutture IT
20/11/2019 Corriere Comunicazioni 16 Manovra 2020: credito di imposta per Impresa 4.0 e più risorse per Spid e 5G
20/11/2019 Agenda Digitale 17 PA digitale, da Cartesio il modello vincente di change management
21/11/2019 Italia Oggi Pagina 32 20 Spoils system per incarichi politici
Agricoltura e Dogane
21/11/2019 Italia Oggi Pagina 35 LUIGI CHIARELLO 22 Confagri e Intesa Sanpaolo siglano un patto di sistema
21/11/2019 Italia Oggi Pagina 35 23 L' agricoltura digitale trova una sua sede
Fatturazione Elettronica
21/11/2019 EutekneInfo 24 Confisca diretta compatibile con il concordato preventivo
20/11/2019 Agenda Digitale 26 Fattura elettronica e prestazioni sanitarie: ecco le regole 2020
21/11/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 30 29 IN BREVE
21/11/2019 EutekneInfo 30 In vigore da oggi l' accordo di libero scambio con Singapore
21/11/2019 Italia Oggi Pagina 31 GIULIA PROVINO 32 Sconto in fattura ora al decollo
21/11/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 30 Giuseppe Latour 33 Sconto in fattura, i nuovi codici tributo aprono la strada alle compensazioni
20/11/2019 Agenda Digitale 35 Social network, perché è tempo di dare giusto valore ai nostri dati
Fisco e Dichiarazioni
21/11/2019 EutekneInfo 40 Bonus TV e decoder per gli acquisti dal 18 dicembre 21/11/2019 Il Messaggero Pagina 7 42 Cedolare per i negozi si lavora alla proroga
21/11/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 5 43 Conti bloccati per multe, scontro Conte-Salvini
21/11/2019 EutekneInfo 44 Dividendi tedeschi «qualificati» esenti in Italia
21/11/2019 Corriere della Sera Pagina 3 ENRICO MARRO 46 Gualtieri: modifiche sul bilancio, ma saldi invariati
21/11/2019 Italia Oggi Pagina 35 LUIGI CHIARELLO 47 Il bonus verde anche nel 2020
21/11/2019 Corriere della Sera Pagina 6 Mario Sensini 49 Imu e Tasi, pignoramento dei conti Le nuove regole per chi non paga
21/11/2019 Corriere della Sera Pagina 1 51 Imu, stretta su chi non paga
21/11/2019 La Nazione Pagina 3 52 Multe e imposte locali non pagate Un tesoro che vale 19 miliardi
21/11/2019 La Nazione Pagina 2 54 Pignoramenti sprint, è scontro
21/11/2019 Il Messaggero Pagina 7 56 Più facile per i Comuni pignorare i conti correnti per recuperare le tasse
21/11/2019 EutekneInfo 58 Pronti i codici per recuperare lo sconto sul corrispettivo per eco e sisma bonus
21/11/2019 La Nazione Pagina 3 60 Salasso Tari: aumenti in mezz' Italia Sud più caro, Trentino economico
21/11/2019 La Stampa Pagina 1 61 Si blocca il salvataggio Alitalia corre il rischio di fare la fine dell' Ilva
21/11/2019 La Stampa Pagina 7 MARCO BRESOLIN FRANCESCA SCHIANCHI 62 Stretta su chi non paga Imu e Tari I Comuni potranno pignorare i conti correnti in tempi rapidi
21/11/2019 Italia Oggi Pagina 34 PAGINA A CURA DI FRANCESCO CERISANO* 64 Strutturale il Fondo periferie
21/11/2019 italiaoggi.it 66 Sul bonus verde miniproroga di un anno
21/11/2019 Italia Oggi Pagina 32 CRISTINA BARTELLI 68 Agenzie fiscali, caos su nomine
Giustizia
21/11/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 33 Maria Carla De Cesari 70 Processo tributario, riforma condivisa dai protagonisti
Industria 4.0
20/11/2019 Agenda Digitale 72 5G, armonizzare lo spettro per far convivere servizi diversi: ecco come
21/11/2019 Corriere della Sera Pagina 25 CARLO SARTORIO 78 Assistenti virtuali, app e social Così la sanità cambia pelle
21/11/2019 Italia Oggi Pagina 18 80 brevi
21/11/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 36 A.Di. 81 Calcoli iperveloci grazie all' algoritmo 20/11/2019 Corriere Comunicazioni 82 Industry 4.0, 120 aziende hanno (già) "acceso" le reti Nokia
20/11/2019 Agenda Digitale 84 Intelligenza artificiale, così cambia insegnamento e apprendimento: gli scenari
21/11/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 36 Antonio Dini 87 La capacità computazionale finirà nella memoria
21/11/2019 Corriere della Sera Pagina 32 89 Le nuove vie dell' apprendimento
21/11/2019 Corriere della Sera Pagina 27 PIERO POCCIANTI* 91 LUCI E OMBRE DELL' intelligenza artificiale NELLA DIAGNOSTICA
21/11/2019 La Repubblica Pagina 4 93 Massimo Inguscio "Il computer quantistico migliorerà la nostra vita"
20/11/2019 Corriere Comunicazioni 95 Salesforce innova il Crm. E si affida all' AI targata Amazon
21/11/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 36 A.Di. 96 Un maxi-chip da intelligenza artificiale
Lavoro e Previdenza
21/11/2019 EutekneInfo 97 L' obbligazione solidale contributiva negli appalti si prescrive in cinque anni
21/11/2019 Italia Oggi Pagina 36 DANIELE CIRIOLI 99 Stretta sulla responsabilità solidale
Privacy e GDPR
20/11/2019 Corriere Comunicazioni 101 Google Cloud rafforza l' impegno per le aziende europee: più controlli sui dati
20/11/2019 Corriere Comunicazioni 103 I big dell' hi-tech "aggirano" le domande del Congresso Usa
Sanità Digitale
21/11/2019 Corriere della Sera Pagina 29 105 Partono i nuovi corsi di digital health
20/11/2019 Corriere Comunicazioni 106 Big data in sanità, a firma di Exprivia la prima "intelligenza" clinica
21/11/2019 Corriere della Sera Pagina 28 RUGGIERO CORCELLA 108 Così l' innovazione digitale può curare i pazienti (e il Servizio sanitario)
[§23202302§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 24 Corriere della Sera Agenda digitale e Pubblica Amministrazione
L' intervista
«Nella carta d' identità ci sarà anche il profilo digitale Lo rilascerà gratis lo Stato»
Pisano: così cambia la pubblica amministrazione
MARTINA PENNISI
Era inevitabile: anche la ministra M5S dell' Innovazione Paola Pisano è ripartita da Adamo ed Eva. Dove Adamo è la carta di identità elettronica, Eva è l' identità digitale - fino a oggi conosciuta (da pochi) come Spid - e il frutto proibito è l' agognata semplificazione del rapporto fra cittadini e pubblica amministrazione. Cosa ha deciso? «In questi due mesi e mezzo abbiamo iniziato a definire il piano di innovazione digitale nella Pa e abbiamo aperto un tavolo con i vari ministri per mettere a sistema tutte le loro attività di innovazione e creare una strategia. Alla base di questa strategia c' è l' emendamento alla legge di Bilancio sull' identità digitale: cambieremo la governance, dovrà essere unica ed erogata gratuitamente dallo Stato e non più dagli Identity provider (le aziende che la erogano adesso, da Tim a Poste Italiane, ndr )». Come chiederemo username e password per pagare multe o chiedere certificati? «Stiamo definendo le modalità. L' intenzione è di dare l' identità digitale a chi ottiene la carta di identità elettronica: i due strumenti convergeranno. Il modello di prima era sbagliato: avevano aderito solo in 5 milioni e gli Identity provider non solo non ci guadagnavano ma ci perdevano». Avrete ancora bisogno di loro a livello tecnico. «Quelli attivi rimarranno tali fino al cambio di governance, poi lavoreremo con PagoPa e con provider che danno già credenziali forti, come le banche». Obiettivi? «Noi siamo pronti. Quando entrerà in vigore la legge partiremo e puntiamo a un range dai 10 ai 20 milioni di identità create all' anno. Chi ha già Spid non dovrà rifarla». Budget? «Abbiamo chiesto 15 milioni di euro per il primo anno, 20 per il secondo e 30 per il terzo». E i servizi? «Saranno nell' app Io, che dovrebbe partire fra gennaio e febbraio». Anche Rousseau sta progettando un' identità per i suoi iscritti.La certificherà con Spid?
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[§23202302§] giovedì 21 novembre 2019
Corriere della Sera Agenda digitale e Pubblica Amministrazione
«Spingeremo Spid verso tutti i privati, ad esempio per consentire a chi va allo stadio di caricare l' abbonamento sulla carta elettronica, e anche verso Rousseau». Anonimato online: pensa che Spid o soluzioni analoghe debbano essere usate per iscriversi ai social network? «No. Se entro in un locale dove posso subire un' aggressione nessuno mi identifica, o sbaglio? Strumenti che già agiscono in modo effettivo per identificare gli utenti ci sono. Con un gruppo di esperti studieremo come aiutare le vittime a denunciare e raccogliere le prove». Ha un' idea per riqualificare Taranto? «Ho presentato una proposta a Di Maio e Conte per renderla una città digitale e sperimentare tecnologie di sostenibilità indipendentemente dalle normative. Anche all' interno dell' Ilva. Con l' idrogeno, ad esempio, con cui ArcelorMittal sperimenta già, ma non in Italia».
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[§23202303§] mercoledì 20 novembre 2019
Agenda Digitale
Agenda digitale e Pubblica Amministrazione
Come, quando, per chi e perché usare la PEC per la fattura elettronica: i consigli
La PEC è uno strumento estremamente utile per la fatturazione elettronica, in quanto è uno dei canale di ricezione di questi documenti: ecco tutti i suggerimenti per usarla al meglio e per scegliere il gestore più adeguato
La PEC è uno strumento di comunicazione il cui utilizzo è in continuo aumento, come dimostrano le statistiche pubblicate sul sito dell' Agenzia per l' Italia Digitale. I gestori dei servizi PEC inviano infatti all' Agid con frequenza bimestrale i dati numerici circa il numero di caselle in esercizio per ciascun dominio e il numero totale giornaliero di messaggi PEC scambiati in ingresso e in uscita dalle caselle gestite. Il numero complessivo dei messaggi inviati/ ricevuti è passato da 1.454.655.163 nel 2017 a 1.837.873.468 nel 2018 per raggiungere nei primi quattro mesi del 2019 il numero di 822.816.361 (pari a circa il 45%) rispetto all' intero anno precedente.La ragione principale di tale incremento può essere senz' altro individuata nell' avvento dell' era della fatturazione elettronica dal primo gennaio 2019 e nell' utilizzo della casella di posta elettronica certificata quale canale di ricezione delle fatture elettroniche.Indice degli argomentiLa PEC per la fattura elettronicaÈ noto che i canali più semplici per la ricezione delle fatture elettroniche sono il codice destinatario e la casella di posta elettronica certificata. Al fine di ottimizzare il processo di ricezione delle fatture elettroniche, buona norma è effettuare la procedura di registrazione al sito dell' Agenzia delle Entrate per ottenere l' accesso alla propria area riservata e comunicare così all' Agenzia il canale scelto per la ricezione delle stesse. Presumibilmente, nel caso in cui l' operatore economico disponga (in proprio o tramite il proprio commercialista) di un software che permetta il collegamento diretto tra l' area riservata dell' Agenzia delle Entrate e il gestionale interno aziendale e l' importazione automatizzata delle fatture elettroniche ricevute, la scelta ricadrà sul codice destinatario.Ciò presuppone, però, soggetti economici adeguatamente strutturati dal punto di vista amministrativo e informatico per i quali i vantaggi (indubbi) arrecati dall' automazione delle procedure siano superiori ai costi da affrontare per dotarsene. L' altra alternativa prevista dalla normativa per la ricezione delle fatture elettroniche è l' utilizzo della propria casella di posta elettronica certificata.Dato che, per imprese e professionisti, è da tempo in vigore l' obbligo di dotarsi di una casella di posta elettronica certificata , si presume che il corretto utilizzo di tale strumento da parte degli operatori economici sia ormai acquisito.Si ricorda inoltre che il momento per la detrazione dell' IVA, in caso di fattura elettronica ricevuta via PEC, esso decorre dalla data di ricezione attestata al destinatario dai canali telematici di destinazione, fondamentale è pertanto la frequente consultazione della casella dedicata. Il file xml deve quindi essere registrato nel proprio programma di contabilità o inoltrato al consulente incaricato.L' obbligo
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[§23202303§] mercoledì 20 novembre 2019
Agenda Digitale
Agenda digitale e Pubblica Amministrazione
di conservazione a norma delle fatture elettroniche ricevute può essere facilmente adempiuto sottoscrivendo l' adesione al servizio gratuito offerto dall' Agenzia dell' Entrate.La scelta del gestore PECPer la scelta del gestore di posta elettronica certificata si consiglia di valutare attentamente i servizi accessori offerti insieme alla casella . Nel corso di questi mesi i gestori di PEC più evoluti hanno notevolmente implementato i servizi connessi alla ricezione delle fatture inserendo:specifiche icone che contraddistinguono le PEC contenenti fatture elettronichecartelle nelle quali vengono automaticamente raccolti i messaggi contenenti fatture elettroniche;visualizzatori interni di file xml che permettono di superare il doppio passaggio costituito dal download del file xml e la sua successiva visualizzazione mediante software esterni alla casella di posta;possibilità di usufruire di caselle dotate di spazio adeguato alle proprie esigenze;Per tutti i soggetti che gestiscono un flusso di fatture elettroniche passive relativamente modesto e che non ritengano conveniente dotarsi di programmi software specifici per la ricezione delle fatture elettroniche , l' utilizzo della posta elettronica certificata può essere quindi una valida alternativa: parliamo di ditte individuali, piccole società di persone, professionisti, enti non commerciali, condomini. Si tratta di una vasta platea di soggetti ai quali si consiglia di prendere in considerazione l' utilizzo di tale canale per la ricezione delle fatture elettroniche che presenta i seguenti vantaggi:il modesto costo di esercizio,possibilità di consultazione da PC o smartphonela facilità di utilizzo.Si ricorda, infine, che i messaggi scambiati tra indirizzi di posta elettronica certificata hanno valore legale al pari di quello di una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno, pertanto la possibilità di accedere, consultare e gestire la propria casella PEC diventa fondamentale anche in relazione ad atti ricevuti da Uffici della Pubblica Amministrazione con tempi di risposta definiti e vincolanti.L' articolo è parte di un progetto di comunicazione editoriale che Agendadigitale.eu sta sviluppandocon il partner Aruba.@RIPRODUZIONE RISERVATA.
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[§23202304§] mercoledì 20 novembre 2019
Agenda Digitale
Agenda digitale e Pubblica Amministrazione
Cybersecurity emergenza europea: gli standard sono la risposta
Il provvedimento italiano sul perimetro cibernetico apre alla vision di un Digital Single Market a prova di attacchi e violazioni privacy. Ecco come le norme tecniche e le certificazioni daranno gambe a un nuovo livello di protezione del mercato digitale
Le nuove misure nazionali a favore della cybersecurity rappresentano un tassello della più complessa vision di un unico mercato digitale che assicuri un livello comune elevato di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi dell' Unione , adottato come criterio ispiratore della Direttiva NIS . Una valutazione dei passi avanti compiuti e del ruolo strategico di standardizzazioni e certificazioni.In ottemperanza agli obblighi imposti a livello sovranazionale dall' art. 7 Direttiva NIS (Direttiva (UE) 2016/1148 secondo cui " Ogni Stato membro adotta una strategia nazionale in materia di sicurezza della rete e dei sistemi informativi che definisce gli obiettivi strategici e le opportune misure strategiche e regolamentari al fine di conseguire e mantenere un livello elevato di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi e contempla almeno i settori di cui all' allegato II e i servizi di cui all' allegato III", rispettivamente, di Operatori di Servizi Essenziali (OSE) e di Fornitori di Servizi Digitali (FSD), il legislatore nazionale è di recente intervenuto, con il Decreto Legge n. 105/2019, per definire il perimetro di sicurezza nazionale cibernetica .Con l' inizio del prossimo anno saranno identificati, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, " le amministrazioni pubbliche, gli enti e gli operatori nazionali, pubblici e privati " inclusi nel perimetro di sicurezza nazionale cibernetica .Indice degli argomentiSicurezza, definizione del perimetro ciberneticoL' individuazione di detti soggetti è condizionata allo svolgimento di una funzione essenziale dello Stato, ovvero di un servizio essenziale per il mantenimento di attività civili, sociali o economiche fondamentali per gli interessi dello Stato resa funzionale attraverso le reti, sistemi informativi e servizi informatici dal cui potenziale "malfunzionamento, interruzione, anche parziali, ovvero utilizzo improprio possa derivare un pregiudizio per la sicurezza nazionale ".La definizione del perimetro di sicurezza nazionale sembrerebbe, quindi, avere un ambito applicativo più esteso rispetto a quello del D.Lgs. n. 65/2018 di recepimento della direttiva NIS e si pone come un tassello, ultimo in ordine cronologico, della più complessa vision di un unico mercato digitale che assicuri un livello comune elevato di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi dell' Unione , adottato come criterio ispiratore della Direttiva NIS (Direttiva (UE) 2016/1148. A distanza di un anno esatto dall' entrata in vigore del D.Lgs. n. 65/2018 il Parlamento europeo ed il Consiglio hanno adottato il Regolamento (UE) 2019/881, meglio conosciuto come Cybersecurity Act , reso esecutivo dal 27.6.2019.La funzione finalistica di tale corpus normativo risulta quella di rispondere alla necessità, avvertita come esigenza sovranazionale , di creare un sistema di sicurezza digitale delle informazioni nel cui proscenio governa l' anelito
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[§23202304§] mercoledì 20 novembre 2019
Agenda Digitale
Agenda digitale e Pubblica Amministrazione
del principio di accountability .Direttiva Nis, difesa di reti e sistemi informativiLa Direttiva NIS, al considerando 1, dispone che "Le reti e i sistemi e servizi informativi svolgono un ruolo vitale nella società. E essenziale che essi siano affidabili e sicuri per le attività economiche e sociali e in particolare ai fini del funzionamento del mercato interno". Di pari, il Regolamento (UE) 2019/881, al medesimo considerando, sottolinea l' importanza delle reti e dei sistemi informativi e dei servizi di comunicazione elettronica che nella società costituiscono " i pilastri della crescita economica. Le tecnologie dell' informazione e della comunicazione (TIC) sono alla base dei sistemi complessi su cui poggiano le attività quotidiane della società , fanno funzionare le nostre economie in settori essenziali quali la sanita, l' energia, la finanza e i trasporti e, in particolare, contribuiscono al funzionamento del mercato interno". Similmente a quanto, da ultimo, sottolineato dal DL 105/2019.L' impegno transnazionale in materia di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi si è, di recente, imposto per quanto concerne le reti 5G . Nella raccomandazione (UE) 2019/534 della Commissione europea del 26.3.2019 si fa espresso riferimento al ruolo dell' ENISA , al gruppo di cooperazione istituito dalla direttiva (UE) 2016/1148 nonché al quadro europeo di certificazione della cybersicurezza, di cui al successivo Regolamento (UE) 2019/881, manifestando l' esigenza di garantire la sicurezza dei dati e della vita privata delle comunicazioni elettroniche nell' ambito delle reti 5G come anche al fine di prevenire l' accesso non autorizzato ai dati personali o agli strumenti di trattamento dei dati e l' utilizzo illegittimo degli stessi .In aumento l' emergenza cybersecurityDal Rapporto CLUSIT 2019 emerge che gli attacchi, che hanno avuto un considerevole coinvolgimento nel mondo digitale, sono aumentati rispetto all' anno precedente. A destare maggiori preoccupazioni è l' incremento della severità degli impatti di tali attacchi. Nel rapporto si legge che "le categorie dello spionaggio e dell' information warfare i casi classificati come critici nel 2018 sono stati rispettivamente l' 80% e il 70% dei casi analizzati ".Con il dichiarato intento di garantire un elevato livello di cybersicurezza nel mercato unico digitale , la Direttiva NIS impone l' adozione di misure per un livello comune elevato di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi in settori critici e strategici identificati negli Operatori dei Servizi Essenziali e nei Fornitori di Servizi Digitali . Parallelamente il DL 105/2019 il cui titolo tradisce già gli intenti di protezione della sicurezza nazionale cibernetica. Il Cyber Security Act contribuisce a rafforzare il ruolo dell' ENISA e la certificazione della sicurezza by Design e by Default nei prodotti, servizi e processi afferenti le tecnologie dell' informazione e delle comunicazioni (TIC).Seppur differenti per obiettivi, medesimo è il contesto applicativo e l' approccio sinergico volti all' adozione di misure tecniche e organizzative appropriate per salvaguardare la sicurezza dei servizi offerti promuovendo, nel contempo, una cultura della gestione dei rischi.Gestione dei rischi: le linee guidaA supporto delle organizzazioni, pubbliche e private, identificate come Operatore di Servizi Essenziali (OSE) in quanto svolgenti attività strategiche nel settore dell' energia, dei trasporti, bancario, delle infrastrutture dei mercati finanziari, sanitario, della fornitura e distribuzione di acqua potabile e delle infrastrutture digitali, ai sensi del D.Lgs.
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[§23202304§] mercoledì 20 novembre 2019
Agenda Digitale
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65/2018, le Autorità del settore di competenza hanno adottato delle Linee guida per la gestione dei rischi, prevenzione e mitigazione degli incidenti aventi impatto rilevante sulla continuità e sulla fornitura di servizi essenziali, emanate il 4.7.2019.Esse si basano sul Framework Nazionale per Cybersecurity e la Data Protection di elaborazione del CIS-Sapienza e CINI con il supporto dell' Autorità Garante per la protezione dei dati personali e del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza della Presidenza del Consiglio dei Ministri.Gli OSE avranno quattro ovvero dodici mesi di tempo per uniformarsi alle linee guida , a seconda delle specificità settoriali, utilizzando tale Framework come valido strumento di autovalutazione dell' esposizione al rischio cibernetico contestualizzato per singola realtà organizzativa . Il framework consente, a ciascuna organizzazione, di opzionare la funzione, la categoria associata alla funzione, ciascuna subcategoria ad essa legata ed i relativi livelli di priorità e maturità di implementazione.In tal modo si giunge ad adottare il framework core customizzato al contesto di applicazione . Il modello consente di definire l' as is dell' assetto organizzativo e tecnologico della propria organizzazione e di valutare il profilo di target come proprio desiderata verso cui tendere, andando a comprendere il gap di differenza.Sicurezza, come si modulano i frameworkAssociate ad ogni sottocategoria sono gli standard di riferimento cui trarre ispirazione per l' assolvimento dell' informazione richiesta , tra cui ISO/IEC 27001, COBIT 5, CIS CSC, Misure Minime AgID, ISO/IEC 29100, ISO/IEC 29134. Specifiche disposizioni sono dettate per definire la contestualizzazione delle categorie e subcategorie in materia di Protezione dei Dati personali.Il framework prevede 5 funzioni di: Identify , vale a dire definizione del contesto e degli asset a supporto dei processi critici, Protection come censimento delle misure di protezione dei processi di business e degli asset, Detect intesa come identificazione degli incidenti di sicurezza informatica, Respond come attività di intervento post incidente, Recover vale a dire come censimento di tutte le attività di ripristino dei processi e dei servizi.Quindi, prendendo come esempio la categoria di Risk Assessment , attività ineludibile per una corretta gestione del rischio di sicurezza anche per la protezione dei dati personali , afferente la funzione Identify , il framework richiede specifiche informazioni, da parte dell' organizzazione, di come essa comprende il "rischio di cybersecurity inerente l' operatività dell' organizzazione (incluse la mission, le funzioni, l' immagine o la reputazione), gli asset e gli individui".Ad essa sono associate una serie di subcategorie per cui viene anche richiesto se l' organizzazione ha effettuato una valutazione di impatto sulla protezione dei dati personali il cui adempimento potrebbe imporsi come obbligatorio , a seconda delle informazioni censite, con priorità alta. Vengono quindi richiamate i riferimenti normativi ad essa associati che, come nell' esempio appena svolto, consistono negli artt. 35 e 36 GDPR, nel punto 4.5 della norma ISO/IEC 29100 relativa alle Tecnologie Informatiche - tecniche pe sicurezza - Quadro di riferimento per la privacy, nonché la ISO/IEC 29134 intitolata Information technology - Security techniques - Guidelines for privacy impact assessment.Il fil rouge che accumuna questi documenti normativi con la legislazione in materia di protezione dei dati personali è l' impegno assunto a livello europeo, declinato in ambito nazionale, di investire sulla
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[§23202304§] mercoledì 20 novembre 2019
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compliance e sicurezza, digitale ed organizzativa, dei dati e delle informazioni e di avvalersi di strumenti sicuri in quanto certificati.La sicurezza in ambito pubblicoAnche nel settore pubblicistico il sentimento di emergenza non muta . L' AGiD, nel suo piano triennale 2019-2021, sottolinea la necessità dell' adozione di misure volte a garantire la sicurezza informatica per assicurare la disponibilità, l' integrità e la riservatezza delle informazioni del Sistema informativo della Pubblica Amministrazione nonché la resilienza della macchina amministrativa.A tale scopo ha sviluppato il documento delle " Misure minime per la sicurezza ICT delle Pubbliche amministrazioni" volto ad indentificare i presidi di sicurezza per garantire il livello minimo di protezione, obbligatorio per tutte le PA. In tale ambito un ruolo importante è rivestito dal CERT-PA (Computer Emergency Readiness/Response Team) come unità di crisi per la risposta ad emergenze informatiche a supporto dei sistemi informatici della Pubblica Amministrazione .Nelle more della costituzione del CSIRT , gruppo di intervento per la sicurezza informatica voluto dal D.Lgs. n. 65 del 2018 in caso di incidente ed istituito in seno alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il CERT-PA collabora con il CERT Nazionale a tali scopi, ricevendo notifiche da parte degli operatori di servizi essenziali e dei fornitori di servizi digitali degli incidenti aventi un impatto rilevante sulla continuità dei servizi forniti.Protezione dati, il fronte certificazioniAnche il mondo delle certificazioni è in fermento nell' intento di dare attuazione alla disposizione contenuta nell' art. 42 del Regolamento (UE) 2016/679 per la quale "Gli Stati membri, le autorità di controllo, il comitato e la Commissione incoraggiano, in particolare a livello di Unione, l' istituzione di meccanismi di certificazione della protezione dei dati nonché di sigilli e marchi di protezione dei dati allo scopo di dimostrare la conformità al presente regolamento dei trattamenti effettuati dai titolari del trattamento e dai responsabili del trattamento".Il 4 giugno scorso, le Autorità di protezione dei dati dell' EEA (European Economic Agreement) ed il Garante europeo della protezione dei dati, riuniti nel Comitato europeo per la protezione dei dati (CEDP), hanno adottato, tra l' altro, la versione definitiva dell' Allegato alle Linee guida sull' accreditamento degli organismi di certificazione e dell' Allegato alle Linee guida sulla certificazione volto a stabilire criteri generali su tutti i meccanismi di certificazione .Sono state, pertanto, poste le basi affinché si proceda con la determinazione dei "requisiti aggiuntivi" ai fini dell' accreditamento degli organismi di certificazione . In attesa che i tempi siano più maturi, le aziende monitorano quello che tale generoso mercato propone nella consapevolezza che tali schemi, volontari, non possono definirsi conformi agli artt. 42 e 43 del Regolamento (UE) 2016/679, poiché non sono stati ancora determinati i criteri specifici di certificazione.In particolare sono già in uso la Linea guida ISO/IEC 27005:2018 (Information technology - Security techniques - Information security risk management) come strumento di valutazione del rischio connesso alla sicurezza delle informazioni, nonché la Linea Guida UNI CEI ISO/IEC 29100:2015 (Tecnologie informatiche - Tecniche per la sicurezza - Quadro di riferimento per la privacy) come modello organiz zativo orientato alla protezione dei dati personali.La Linea guida UNI CEI EN ISO/IEC 27002:2017 (Information technology - Security techniques
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[§23202304§] mercoledì 20 novembre 2019
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- Code of practice for information security controls) illustra i presidi di sicurezza contenuti nella UNI CEI EN ISO/IEC 27001:2017 (Information technology - Security techniques - Information security management systems - Requirements). Sua ulteriore declinazione è la Linea guida ISO/IEC 29151:2017 (Information technology - Security techniques - Code of practice for personally identifiable information protection) che definisce le contromisure specifiche per la protezione dei dati personali.Mantiene interesse la norma UNI CEI EN ISO/IEC 27001:2017 che, seppur non specificamente orientata alla protezione dei dati personali, presenta, con essa, forti analogie. Di recente è stata emanata la norma ISO/IEC 29134:2017 (Information technology - Security techniques - Guidelines for privacy impact assessment) specifica per il risk assessment. Nel mondo sanitario è stata adottata UNI EN ISO 27799:2017 (Health informatics - Information security management in health using ISO/IEC 27002) per la gestione della sicurezza dell' informazione riferibile allo stato di salute.Una Linee guida per la gestione dei dati personali in ambito ICT secondo il GDPR, UNI/PdR 43:2018 , elaborata con il coordinamento di UNINFO, definisce i processi afferenti al trattamento dei dati personali svolti mediante strumenti elettronici e fornisce i requisiti volti a garantire alle aziende di essere compliant al quadro normativo europeo e nazionale . Sempre in ambito volontario, al pari di tutte le altre norme testè citate, si pone lo schema proprietario ISDP 10003:2015 , sviluppato da INVEO s.r.l., che definisce i "Criteri e regole di controllo per la certificazione dei processi per la tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali - Reg. UE 679/2016".Da ultimo è stato emanato lo standard ISO/IEC 27701:2019 Security techniques - Extension to ISO/IEC 27001 and ISO/IEC 27002 for privacy information management - Requirements and guidelines. Esso si pone come estensione della più celebre norma UNI CEI EN ISO/IEC 27001:2017 ed è specifica per la gestione del Personally Identifiable Information (PII).Pertanto, parallelamente alla diffusione della cultura della sicurezza digitale aumenta anche la consapevolezza dei cittadini, delle organizzazioni e delle imprese volta a promuovere la cooperazione e la condivisione delle informazioni ed il coordinamento tra gli Stati membri e le istituzioni, gli organi e gli organismi dell' Unione ai fini di prevenzione dei rischi attinenti alla sicurezza dei sistemi informativi e delle informazioni da essi veicolate .@RIPRODUZIONE RISERVATA.
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[§23202305§] mercoledì 20 novembre 2019
Agenda Digitale
Agenda digitale e Pubblica Amministrazione
Digitalizzazione della PA, ecco cosa prevede l' accordo tra Inail e il Ministero della salute per le infrastrutture IT
Un accordo in linea con quanto previsto nel Piano strategico triennale IT 2017-2019 e reso possibile grazie al percorso di trasformazione digitale affrontato da Inail: l' ente può erogare servizi IT verso altre PA, come appunto il Ministero della Salute
L' Inail ha affrontato un percorso di trasformazione organizzativa ed operativa che ha permesso di maturare le condizioni adatte all' erogazione di servizi IT anche verso altre PA.Questo è avvenuto in linea con quanto previsto nel Piano Strategico IT 2017-2019 e in coerenza con le direttive delle Circolari AgID n.5/2017 e n.1/2019. In questo contesto, si colloca l' accordo di collaborazione sottoscritto tra il Ministero della Salute (MdS) e l' Inail . Vediamo di che cosa si tratta. Cosa prevede l' accordo L' accordo è stato sottoscritto per l' attivazione del servizio di "hosting" che prevede la messa a disposizione, gestione, conduzione e monitoraggio delle infrastrutture IT, fisiche e virtuali, necessarie all' erogazione dei servizi informatici disponibili agli utenti del Ministero. Per completezza di visione, si evidenziano gli accordi già operativi conConsap,Istat eAgid per servizi base di Housing , nonché quelli in fase preliminare di fattibilità di cui si darà evidenza in occasioni successive. Coerentemente con gli orientamenti di contenimento della spesa pubblica e di razionalizzazione delle infrastrutture IT, il MdS, in fase di rinnovo della fornitura di servizi IT erogati in full outsourcing tramite bando di gara pubblica, ha scelto di avviare un percorso di collaborazione con l' Inail per usufruire dei servizi di Hosting, da quest' ultimo resi disponibili, grazie agli investimenti di tipo organizzativo e tecnologico effettuati sull' area dei servizi infrastrutturali e del proprio Data Center con gli ultimi due piani strategici. Tale scelta ha determinato un cambio di paradigma nell' erogazione del servizio stesso , passando da un modello operativo Cliente - Fornitore, ad un modello di collaborazione tra PPAA, che punta ad una razionalizzazione ed efficientamento delle infrastrutture IT, in conformità con la disciplina dei Poli Strategici Nazionali. Sulla base dell' esigenza espressa dal MdS, nella seconda metà del 2017 è stato avviato un percorso che ha visto nei passi di seguito riportati le fasi propedeutiche all' effettivo avvio del progetto di trasferimento: Redazione del Piano dei fabbisogni , attraverso il quale il MdS ha descritto le proprie esigenze e il contesto di partenza. Predisposizione delProgetto dei Fabbisogni, attraverso il quale l' INAIL - Direzione Centrale Organizzazione Digitale - ha descritto nei dettagli i tempi, i modi e i costi dell' intero progetto. Sottoscrizione dell' Accordo di Collaborazioneda parte dei Direttori Generali il 19 Aprile 2018 con durata quinquennale. Al fine garantire la governance dell' Accordo sono stati creati unComitato Strategicoe unComitato Operativo : il primo con il compito di gestire gli obiettivi strategici alla base dell' Accordo, fissare il cronoprogramma di realizzazione delle attività, proporre idonee procedure per il miglioramento della collaborazione e il coordinamento delle attività
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[§23202305§] mercoledì 20 novembre 2019
Agenda Digitale
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di reciproco interesse, valutare e approvare la variazione ed evoluzione dei servizi oggetto dell' Accordo; il secondo ha compito di gestire la collaborazione, risolvere eventuali problematiche operative, verificare l' andamento dei livelli di servizi concordati, proporre modifiche alla struttura dell' Accordo che dovranno essere approvate dal Comitato Strategico. Un modello di funzionamento integrato È stato inoltre definito e condiviso un modello di funzionamento integrato in cui, oltre ai ruoli dei comitati prima descritti, sono stati identificati e definiti i principali processi di interazione (gestione degli incidenti, gestione delle richieste, gestione dei deploy,) e specifici ruoli di interfaccia di carattere operativo. Entrambe le parti hanno convenuto sull' importanza di definire i ruoli e le responsabilità nell' ambito del trattamento dei dati personali, tenuto conto della vigenza del GDPR (General Data Protection Regulation), sottoscrivendo un memorandum d' intesa che ha avuto la finalità di stabilire i rispettivi ambiti di sicurezza informatica durante la fase di avvio delle complesse procedure per la messa a regime della gestione applicativa definita dall' Accordo di Collaborazione. Infine, si sottolinea come la definizione del " valore economico dei servizi oggetto di rimborso da parte del MdS " abbia rappresentato uno degli elementi di maggiore complessità affrontato nelle fasi di definizione dell' Accordo. Utilizzando il modello di costing e pricing, che l' Inail ha implementato per il controllo della propria struttura di costi, è stato definito il prezzo delle componenti del servizio di Hosting per MdS, considerando sia i costi direttamente e oggettivamente attribuibili alle stesse, sia i costi indiretti (costi del personale, di struttura, di funzionamento attribuiti mediante driver). Il progetto di trasferimento Il progetto di trasferimento è stato avviato ufficialmente a luglio del 2018 ed ha visto impegnati, a diverso titolo, risorse interne e fornitori dell' Inail e risorse interne e fornitori del MdS. L' avvio del servizio è avvenuto in data 4 novembre 2019. Le attività del progetto di trasferimento sono state: Progettazione e realizzazione dell' infrastruttura dedicata ad ospitare le applicazioni del MdS. Progettazione e realizzazione del trasferimento delle applicazioni dal Data Center del fornitore del MdS al Data Center Inail/DCOD. Definizione ed implementazione delle policy di sicurezza fisica e logica dell' infrastruttura IT dedicata. Predisposizione dei processi e degli strumenti di conduzione ed esercizio dell' infrastruttura IT. Predisposizione dei processi e degli strumenti di monitoraggio delle applicazioni e della gestione degli incidenti. Formazione agli utenti Inail/DCOD e agli utenti MdS (interni ed esterni) su processi e strumenti implementati. I prossimi passi Coerentemente con quanto previsto nell' ambito dell' Accordo di Collaborazione e, più in generale, con le linee guida AgID e con il Piano Triennale per l' Informatica nella Pubblica Amministrazione 2019- 2021 , l' Inail sta lavorando per arricchire il catalogo dei servizi offerti sia con soluzioni applicative erogate in modalità SaaS (PagoPApotrebbe essere un primo esempio di servizio su cui si è trovato interesse comune tra l' Inail e MdS), sia con la soluzione di Test adottata nel processo di produzione software di INAIL, sia con servizi di natura piùconsulenzialecon l' obiettivo di condividere esperienze e best practice maturate nel corso degli ultimi due piani strategici. @RIPRODUZIONE RISERVATA.
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[§23202306§] mercoledì 20 novembre 2019
Corriere Comunicazioni
Agenda digitale e Pubblica Amministrazione
Manovra 2020: credito di imposta per Impresa 4.0 e più risorse per Spid e 5G
Nelle proposte di modifica presentate dai 5 Stelle in Senato un incentivo unico sostituisce iper e superammortamento. Sul piatto 65 milioni in tre anni per la diffusione dell' identità digitale. 30 milioni per le tecnologie emergenti nell' ambito del 5G a valere sul Fondo Sviluppo e coesione
Risorse per la formazione dei lavoratori delle Tlc, novità sugli incentivi a impresa 4.0 e Spid. Sono molti gli emendamenti alla legge di Bilancio che riguardano il digitale depositati in Senato, soprattutto dal gruppo dei 5 Stelle. Impresa 4.0 Restyling degli incentivi per il piano Impresa 4.0. A seguito degli annunci che il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha fatto in occasione del Tavolo 4.0 riguardante la sostituzione del super e iperammortamento con il credito di imposta, i senatori 5 Stelle Patty L' Abbate, Agostino Santillo e Gianmauro Dell' Olio hanno presentato un emendamento che mette nero su bianco le intenzioni del ministro. Il credito di imposta del 6% - si legge nell' emendamento - è riconosciuto nella misura del 40 per cento entro il limite massimo di costi ammissibili, per ciascun periodo d' imposta, pari a 2,5 milioni di euro, ragguagliato ad anno in caso di periodo d' imposta di durata inferiore o superiore a dodici mesi e nella misura del 20 per cento sulla quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino al limite massimo di costi ammissibili pari a 10 milioni di euro. Il bonus diventa del 15% per gli investimenti in beni immateriali (software e servizi cloud) con un limite massimo di 500mila euro. Per quanto riguarda invece il credito per i beni strumentali, questo sarà utilizzabile in modalità di compensazione in 5 anni: in pratica la fruizione del bonus è subordinata a una comunicazione all' Agenza delle Entrate e all' autorizzazione all' utilizzo. Il credito d' imposta per investimenti in beni strumentali è utilizzabile in compensazione, per il pagamento dei soli debiti di natura tributaria, in 5 anni (comma 7). L' effettiva fruizione del credito d' imposta è comunque subordinata, in ciascun periodo d' imposta, al previo invio di apposita comunicazione all' Agenzia delle entrate e al successivo ricevimento, in esito a tale comunicazione, dell' autorizzazione all' utilizzo. Sostegno ai lavoratori delle Tlc L' emendamento, a firma dei senatori 5 Stelle, prevede risorse per i programmi di riqualificazione professionale dei lavoratori delle Tlc. Si stanziano, si legge nel testo, 20 milioni per il 2020; 50 per il 2021 e 50 per il 2022 a valere sul Fondo sociale occupazione e formazione. Tecnologie emergenti per il 5G Per il programma di supporto delle tecnologie emergenti nell' ambito del 5G sono destinati ulteriri 30 milioni a valere sul Fondo sviluppo e coesione. Nella stessa proposta di modifica si prevede il silenzio-assenso per l' installazione di apparati di comunicazione in situazioni di emeregenza. Più risorse per Spid Per spingere la diffusione del Sistema pubblico di identità digitale si stanziano 15 milioni nel 2020 e 20 milioni dal 2021. Dal 2022 sono stanziate risorse per 30 milioni. @RIPRODUZIONE RISERVATA.
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[§23202307§] mercoledì 20 novembre 2019
Agenda Digitale
Agenda digitale e Pubblica Amministrazione
PA digitale, da Cartesio il modello vincente di change management
Il cambio di passo delle Pubbliche amministrazioni non passa semplicemente dall' introduzione di nuove tecnologie. Servono piani che prevedano una semplificazione dei processi trasformativi così da accelerare l' innovazione degli enti locali. L' analisi delle tappe da seguire
Cultura digitale , modello operativo e change management sono fattori chiave per ridurre la complessità della digital transformation nel settore pubblico e assicurare la necessaria contrazione del "time to market" dei nuovi servizi digitali erogati dalla PA locale. In altri termini, è necessario procedere ad una semplificazione dei processi trasformativi attualmente in atto al fine di garantire l' introduzione di nuove tecnologie nella PA ed accelerare i processi di digitalizzazione degli Enti Locali.Indice degli argomentiSemplificazione processi PA, gli ostacoliL' Italia e gli altri paesi dell' Unione Europea, negli ultimi anni, hanno implementato strategie di e- government concentrate prevalentemente sulla semplificazione e digitalizzazione dei servizi pubblici , nonché sulla creazione di canali digitali affinché il cittadino possa interagire con la PA e partecipare alla creazione di valore pubblico sostenibile. Tuttavia, la mancanza di sensibilità da parte della politica locale su questi temi e la scarsa presenza di talenti esperti in nuove tecnologie nelle amministrazioni locali, sta limitando fortemente la capacità di queste strategie di generare l' effetto desiderato.D' altro canto, la trasformazione digitale negli Enti locali è senza dubbio una questione complessa da affrontare e le strategie approvate a livello nazionale non sembrano né in grado di fornire una risposta concreta in termini di semplificazione né di tracciare un percorso idoneo per ridurre il grado di complessità del fenomeno. A tal proposito, al fine di facilitare l' implementazione dei processi di trasformazione, possiamo mutuare alcuni elementi della metodologia descritta da Cartesio nella sua opera principale Il discorso sul metodo , i quali ci forniscono degli ottimi spunti per affrontare e risolvere i problemi anche in tema di digitalizzazione della PA locale.Digital transformation della PA localeIn particolare, possiamo iniziare la nostra disamina applicando la cosiddetta " regola dell' analisi", che consiste, in estrema sintesi, nel dividere la difficoltà o il problema che si esamina in tante piccole parti elementari, per risolverle più facilmente e velocemente.Pertanto, seguendo questa impostazione, possiamo scomporre la "problematica" inerente alla trasformazione digitale dell' Ente Locale nei sotto-problemi più elementari, rappresentati nel caso specifico da: cultura digitale, modello operativo e change management .La cultura digitale . Innanzitutto, è opportuno porre in evidenza che la mera disponibilità e implementazione di nuove tecnologie non è di per sé sufficiente ad attuare il cambiamento necessario a far fronte alle nuove esigenze dei "nativi digitali" ed è pertanto auspicabile un intervento mirato sugli aspetti culturali che sono alla base della gestione strategica ed operativa dell' Ente locale .Tale intervento deve partire dall' assunto secondo il quale i processi
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[§23202307§] mercoledì 20 novembre 2019
Agenda Digitale
Agenda digitale e Pubblica Amministrazione
di digitalizzazione rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo sociale ed economico di qualsiasi società modernamente strutturata, in quanto fattori abilitanti di un percorso di integrazione, rinnovamento, trasparenza e democratizzazione , che fa leva, da un lato, su fattori quali la razionalizzazione dei processi, la trasparenza, la misura delle prestazioni e la responsabilizzazione delle amministrazioni, dall' altro, sulla realizzazione di nuovi servizi e maggiore fruibilità/affidabilità di quelli esistenti.PA locale, centralità degli aspetti softLa rivoluzione digitale cambia profondamente il modo di vedere della pubblica amministrazione e incide profondamente sul modo di pensare e sulle competenze delle persone che portano avanti le attività quotidiane dell' Ente locale.Pertanto, prima di introdurre qualsiasi nuova tecnologia, è necessario investire risorse sugli aspetti soft e intangibili che riguardano i fattori culturali dell' Ente, con la finalità di coinvolgerne tutti gli attori nella trasformazione in atto : dalla politica ai dirigenti delle strutture, fino ad arrivare allo staff amministrativo della PA locale. Tali investimenti devono rendere consapevoli gli amministratori locali del potenziale derivante dalla digital transformation affinché questi possano indirizzare in maniera coerente le loro strategie e creare, altresì, le condizioni favorevoli per l' introduzione di nuove soluzioni tecnologiche quali ad esempio blockchain , cloud computing , machine learning, big data , ecc.A tal fine, sarebbe opportuno attivare un presidio costante di queste tematiche all' interno degli organi di indirizzo politico dell' Ente attraverso l' istituzione di una struttura con forti competenze specialistiche , in grado di assicurare in maniera continuativa un contributo fattivo nell' ambito dell' implementazione delle politiche di sviluppo dell' Ente e che abbia, quindi, una valenza ben più ampia di quella attualmente attribuita al responsabile della transizione digitale.Tale struttura dovrebbe avere il compito di creare una vision sulla trasformazione digitale, da condividere con gli stakeholder di riferimento in modo da assicurare che tutti sappiano il percorso che l' Ente vuole intraprendere. C reare e condividere una vision in tema di digital trasformation dovrebbe essere il primo passo da affrontare prima di iniziare ad introdurre qualsiasi tipo di nuova tecnologia all' interno dell' Ente Locale.Digital transformation, il modello operativoUna volta creata la consapevolezza sul digitale attraverso interventi mirati sugli aspetti culturali, è necessaria l' implementazione di un modello operativo in grado di incanalare gli sforzi dell' Ente in maniera coerente con la vision definita dagli organi di indirizzo politico. Il modello in questione dovrebbe prevedere la realizzazione di un set di azioni mirate ( mappatura, assessment e reingegnerizzazione dei procedimenti amministrativi, realizzazione/adeguamento dei sistemi informativi, adozione e implementazione di nuove tecnologie e nuovi strumenti quali ad esempio SPID , PagoPa , Anpr, app IO , ecc.) allo scopo di tradurre in linee operative le strategie di digitalizzazione definite dalle strutture preposte.Ad ogni modo, alla base del modello ci dovrebbe essere la realizzazione di un progetto pilota customizzato alle esigenze di una singola Direzione Generale , avente l' obiettivo primario di creare una "cornice" operativa da replicare su tutte le strutture dell' Ente.È auspicabile, infatti, che a valle di questa prima progettualità, vi sia una seconda fase durante la quale i risultati
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[§23202307§] mercoledì 20 novembre 2019
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ottenuti potranno creare le basi per l' agevole trasferimento delle soluzioni individuate anche sulle altre Direzioni Generali, creando un framework di riferimento in cui l' apparato amministrativo dell' Ente riesca a gestire con consapevolezza le attività operative di trasformazione.Il risultato della prima fase dovrebbe essere quello di realizzare un modello a tendere ( To Be ) il cui schema logico di fondo è descritto sinteticamente nella seguente figura.Il change managementL' adozione delle misure precedentemente descritte consente, dunque, di configurare l' intervento di trasformazione come un percorso di cambiamento , in cui l' introduzione di nuove tecnologie e l' adeguamento di quelle esistenti vengono accompagnate da una complessiva revisione dell' organizzazione, dei processi e dei procedimenti in chiave digitale.In tal senso, le attività di change management sono essenziali per il buon esito delle iniziative di digital transformation poiché definiscono le modalità con le quali dare effettiva attuazione ai necessari cambiamenti , soprattutto tramite azioni di comunicazione e formazione rivolte ai cittadini, agli organi del governo locale, alla dirigenza e ai dipendenti dell' Ente.Il cambiamento deve essere considerato come un elemento fisiologico e congenito dell' organizzazione di un Ente Locale e non un fatto eccezionale e sporadico. Pertanto, la gestione del cambiamento deve essere un' attività da attuarsi in maniera continua, avente come presupposto la comprensione e la condivisione di un modello di organizzazione basato sulla conoscenza del digitale .Da un punto di vista strettamente operativo, si tratterà per l' Ente di eseguire le seguenti attività:redigere un piano di change management per il reengineering e la gestione di eventuali resistenze;definire una strategia di comunicazione istituzionale del processo di digitalizzazione attivato;erogare azioni formative per incrementare le capacità delle risorse interne ed esterne rispetto all' utilizzo e alle potenzialità degli strumenti tecnologici introdotti;adottare metodologie di pianificazione e organizzazione del lavoro che siano funzionali ad ancorare i processi di cambiamento a modalità sistemiche di gestione delle diverse unità organizzative;assicurare l' adeguato allineamento tra i ruoli e l' organizzazione dell' Ente con il processo di digitalizzazione attivato.Ad ogni modo, l' obiettivo finale dovrebbe essere quello di rendere "organizzativa" e quindi anche condivisa a tutti i livelli, la conoscenza sul cambiamento e su questa basare i percorsi di miglioramento ed innovazione mettendo a sistema le buone pratiche di knowledge management .@RIPRODUZIONE RISERVATA.
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[§23202316§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 32 Italia Oggi Agenda digitale e Pubblica Amministrazione
Spoils system per incarichi politici
Perché a un dirigente pubblico si applichi lo spoils system occorre che contribuisca in modo attivo alla formazione dell' indirizzo politico, oppure (ma anche congiuntamente) faccia parte dello staff del Ministro. Sono essenzialmente queste le ragioni che hanno indotto il Tribunale di Roma, Sezione Lavoro, ad adottare l' ordinanza 19 novembre 2019 di remissione alla Corte costituzionale con la quale ha considerato rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità dello spoils system dei direttori delle Agenzie, previsto dall' articolo 2 comma 160, del dl 262/2006, convertito con modificazioni dalla legge 286/2006.(si veda ItaliaOggi del 19/11/19) Tale disposizione prevede che si applicano anche ai direttori delle Agenzie, comprese quelle fiscali, le previsioni contenute nell' articolo 19, comma 8, del dlgs 165/2001, ai sensi del quale «gli incarichi di funzione dirigenziale di cui al comma 3, cessano decorsi 90 giorni dal voto sulla fiducia al Governo». È proprio sulla base di tale disposizione che il precedente Governo, appena insediatosi, ha dato il benservito al direttore dell' Agenzia delle dogane, che ha presentato il ricorso al giudice del lavoro romano, da cui è stato tratto lo spunto per la questione di legittimità costituzionale. L' ordinanza ritiene con molta nettezza che l' articolo 2, comma 160, del dl 262/2006 «determini una violazione dei principi di buon andamento e di continuità dell' attività amministrativa e sia tale da compromettere la distinzione funzionale tra i compiti di indirizzo politico amministrativo e quelli di gestione». Le ragioni di questa conclusione sono molteplici. In primo luogo, l' ordinanza evidenzia che l' articolo 19, comma 8, del dlgs 165/2001 delimita lo spoils system letteralmente solo alle figure dei segretari generali dei ministeri e ai capi di Dipartimento delle stesse amministrazioni ed altri equivalenti, cioè quelli di maggiore coesione con gli organi politici, come indicato dalla sentenza della Corte costituzionale 103/2007, paragrafo 9.1. Ma, la ricerca della «maggior coesione» politica non può essere ravvisata come caratteristica del Direttore dell' Agenzia delle dogane e dei monopoli e, si può aggiungere, in generale delle Agenzie. Infatti, ragiona l' ordinanza, equiparare il direttore dell' Agenzia alle figure apicali del Ministero delle finanze «avrebbe come effetto inevitabile proprio la mortificazione dell' autonomia dell' Agenzia», assicurata dalla normativa costitutiva allo scopo precipuo di fare dell' Agenzia un organismo esclusivamente tecnico di attuazione dell' indirizzo politico, formatosi altrove. Infatti, evidenzia il giudice del lavoro, l' articolo 59 del dlgs 300/1999 stabilisce che, sulla base del documento di indirizzo elaborato con cadenza annuale dal ministro e trasmesso al Parlamento, dopo che questo ha approvato il documento di programmazione economico-finanziaria, sia stipulata una convenzione triennale, adeguata annualmente per ciascun esercizio finanziario, con la
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[§23202316§] giovedì 21 novembre 2019
Italia Oggi Agenda digitale e Pubblica Amministrazione
quale fissare, tra l' altro, i servizi dovuti e gli obiettivi da raggiungere e le direttive generali sui criteri della gestione e i vincoli da rispettare. Secondo l' ordinanza è evidente che tale procedura distingue nettamente il piano delle scelte politiche (affidato al Parlamento e al Ministero) da quello gestionale. Sicché, l' incarico al direttore dell' Agenzia non ha alcuna connotazione fiduciaria: se «si fondasse sulla fiduciarietà, non avrebbe ragione d' essere il dispositivo normativo che prevede la convenzione triennale da aggiornare annualmente perché ogni determinazione al riguardo resterebbe appunto affidata, e confinata, nella natura fiduciaria del rapporto». Sebbene non esistano ruoli intermedi tra il ministro e il direttore dell' Agenzia, questo non è perché tra il primo e il secondo intercorra un rapporto di fiduciarietà, ma piuttosto perché l' autonomia dell' Agenzia non consente interposizioni di altri organismi, ma solo l' espressione delle direttive e dell' indirizzo politico, come visto prima. Luigi Oliveri © Riproduzione riservata.
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[§23202312§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 35 Italia Oggi Agricoltura e Dogane
Confagri e Intesa Sanpaolo siglano un patto di sistema
LUIGI CHIARELLO
Accordo tra Intesa Sanpaolo e Confagricoltura per supportare il sistema agricolo e agroalimentare italiano. L' intesa è stata firmata ieri, a Roma. E ha più obiettivi: da un lato sostenere le filiere, l' internazionalizzazione, l' innovazione, la digitalizzazione e l' e-commerce; dall' altro promuovere iniziative su formazione e welfare in agricoltura. A firmare il «patto», Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura e, per Intesa Sanpaolo: Teresio Testa, responsabile della direzione sales & marketing imprese Banca dei Territori e Andrea Lecce, responsabile della direzione sales & marketing privati e aziende retail Banca dei Territori. Il focus, rivela una nota, «è accompagnare le aziende su temi come crescita, ricambio generazionale, aggregazione, innovazione, ricerca di nuovi mercati». Intesa Sanpaolo metterà a disposizione degli associati Confagri specialisti su tutto il territorio nazionale in grado di accompagnarli nei progetti, come nelle procedure di accesso ai fondi Psr (Programmi di sviluppo rurale) e Pac (Politica agricola comune); poi semplificherà l' accesso al credito. Le parti hanno deciso anche di: valorizzare le reti d' impresa; supportare export e internazionalizzazione delle filiere, a cominciare dal vitivinicolo; accompagnare le aziende nei processi d' innovazione; sostenere l' e-commerce con un portale sulle eccellenze Made in Italy; supportare la formazione con una piattaforma e-learning (Skills4Agri) per associati; promuovere il welfare aziendale con Welfare Hub (piattaforma Intesa per sostenere le imprese nelle loro iniziative di welfare)». © Riproduzione riservata.
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[§23202314§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 35 Italia Oggi Agricoltura e Dogane
progetto ue
L' agricoltura digitale trova una sua sede
Nasce SmartAgriHubs, lo sportello unico per l' innovazione digitale in agricoltura. Si tratta di un progetto da 20 mln euro, finanziato dall' Ue nell' ambito dello strumento Orizzonte 2020. E riunisce in consorzio oltre 164 partner nel settore agroalimentare europeo, tra cui Coldiretti. Il progetto mira a realizzare la digitalizzazione dell' agricoltura europea promuovendo un ecosistema di innovazione agricola dedicato all' eccellenza, alla sostenibilità e al successo. SmartAgriHubs funge da catalizzatore per innovazioni rivoluzionarie nelle tecniche di agricoltura intelligente, mira a fornire 80 nuove soluzioni digitali al mercato, punta raccogliere finanziamenti aggiuntivi per euro 30 mln di euro da fonti pubbliche, regionali, nazionali e private. E prevede, infine, di aiutare a digitalizzare oltre 2 mln di aziende agricole sparse in Europa. Gli utenti finali saranno formati e informati per tutta la durata degli SmartAgriHubs (2018-2022); ad esempio attraverso un portale di innovazione in cui le informazioni saranno facilmente accessibili agli agricoltori e alle loro attività. © Riproduzione riservata.
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[§23202319§] giovedì 21 novembre 2019
EutekneInfo
Fatturazione Elettronica
Confisca diretta compatibile con il concordato preventivo
Inapplicabilità del vincolo in forma diretta alle somme di denaro pervenute in epoca successiva alla consumazione del reato
Con la sentenza n. 47103 depositata ieri, la Cassazione si è soffermata su due interessanti aspetti del sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta per reati tributari ( art. 12- bis del DLgs. 74/2000): da un lato, la sua compatibilità con il concordato preventivo, anche in continuità aziendale; dall' altro, la corretta delimitazione del suo ambito di operatività. Sotto il primo profilo, nel respingere l' argomentazione del ricorrente, la Corte ha affermato la compatibilità , in ambito penaltributario, tra il vincolo finalizzato all' ablazione in forma diretta e la procedura concorsuale . Il principio così espresso trae fondamento dallo stesso testo della norma citata, laddove dispone che "la confisca non opera per la parte che il contribuente si impegna a versare all' erario in presenza di sequestro". D' altronde, l' applicabilità del sequestro nonostante l' inoperatività della confisca deriva dalla funzione del primo, tesa a garantire che la misura ablatoria, inefficace con riguardo alla parte coperta dall' impegno del congtribuente, esplichi i propri effetti qualora il versamento promesso non si verifichi (Cass. n. 22061/2019 ). Di qui, ad avviso della Corte, nessuna preclusione all' applicabilità del sequestro a fini di confisca diretta pure a fronte dell' intervenuta omologazione , anche in epoca precedente all' adozione del sequestro penale, di un concordato preventivo (Cass. n. 28077/2017 ); al pari di quanto avviene per la procedura fallimentare, anch' essa priva di rilevanza per il sequestro (Cass. n. 29951/2004), considerandosi applicabile la misura cautelare anche con riguardo a somme di denaro appartenenti a società fallita e assegnate ai creditori con piano di riparto dichiarato esecutivo ma non ancora eseguito (Cass. n. 7550/2019). Infatti, le somme potenzialmente confiscabili ex art. 12- bis del DLgs. 74/2000 rilevano non tanto quali debiti nei confronti dell' Erario, ma anche, e soprattutto, in quanto profitto di un reato , nel caso di confisca diretta, ovvero in quanto mezzi necessari per assicurare l' attuazione di una sanzione di tipo penale, nel caso di confisca per equivalente. Interessante è il rilievo, peraltro, incidentale della Corte circa l' assenza nel citato art. 12- bis di un criterio di rideterminazione dell' estensione del profitto del reato o, comunque, di deroghe all' ambito del vincolo ablatorio connesse alla stipulazione di transazioni fiscali; carenza normativa su cui auspica un intervento legislativo per non subordinare l' operatività di una misura di natura penale a scelte di natura amministrativa, fuori dal controllo del giudice penale. La Corte ha invece accolto il ricorso sotto il diverso profilo se sia ammissibile il sequestro funzionale alla confisca diretta riguardo a somme di importo superiore alle disponibilità finanziarie che la società assoggettata al vincolo aveva alla data di commissione dei reati per cui si procede. La giurisprudenza prevalente, richiamata dalla Cassazione, afferma sul
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[§23202319§] giovedì 21 novembre 2019
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Fatturazione Elettronica
punto che la natura fungibile del denaro non consente il sequestro e la confisca diretta delle somme depositate sui conti correnti bancari del reo ove si abbia la prova che le stesse non derivino in alcun modo dal reato (Cass. n. 6348/2019 ). Ne consegue, in linea generale, il principio dell' inapplicabilità del vincolo in forma diretta alle somme di denaro pervenute in epoca successiva alla consumazione del reato perché estraneo al profitto conseguente all' illecito. In altre parole, poiché il profitto del reato tributario si individua nel "risparmio di imposta", le dette somme non possono, evidentemente, rappresentare il risultato della mancata decurtazione del patrimonio quale conseguenza del mancato versamento delle imposte (Cass. n. 6348/2019). Il profitto del reato tributario si individua nel "risparmio di imposta" Infatti, il risparmio di imposta conseguente alla commissione del reato, in quanto tale, non può che essere individuato con riferimento a utilità e valori esistenti al momento di perfezionamento dell' illecito. In questo senso si è determinata la Corte con la precisazione che il sequestro e la confisca in forma diretta possono riguardare anche il denaro riferibile a crediti che, al momento della consumazione del reato, erano certi e liquidi, o agevolmente liquidabili, nel frattempo incassati, nonché a qualunque attività patrimoniale che esprima, in termini omogenei, il " valore economico " conseguente al reato ed esistente al momento della percezione dell' indebito "vantaggio". Versandosi nell' ipotesi del risparmio di spesa, il vantaggio può essere identificato, quindi, non solo nelle somme di denaro immediatamente utilizzabili per la spesa dovuta, ma anche nelle ulteriori attività patrimoniali esistenti a quel momento, agevolmente monetizzabili, e successivamente riscosse in denaro, quali, ad esempio, crediti su fattura realizzabili mediante sconto bancario.
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[§23202320§] mercoledì 20 novembre 2019
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Fattura elettronica e prestazioni sanitarie: ecco le regole 2020
Come fare fattura verso persone fisiche e non nell' ambito di prestazioni sanitarie, ma anche cosa dice la legge sulla trasmissione dei corrispettivi: vediamo le norme che bisognerà seguire nel 2020 per essere compliant alla normativa privacy e alle regole fiscali
La normativa in materia di protezione dei dati personali, alla luce anche del GDPR , si intreccia sempre di più con gli adempimenti fiscali di fatturazione degli operatori , in particolare di quelli sanitari, considerata la particolarità e delicatezza dell' oggetto e delle finalità dei loro trattamenti. Importante quindi approfondire questi aspetti e fare il punto della situazione, studiando le regole fiscali previste per il 2020 in tale ambito. La circolare 14 dell' Agenzia delle Entrate su prestazioni sanitarie e fattura elettronica L' Agenzia delle Entrate con la recente circolare n.14del 17.6.2019 ha fornito chiarimenti sulle modalità operative di emissione e gestione della fattura elettronica , e ha rimarcato la peculiarità delle prestazioni sanitarie , per le quali sussiste un divieto di emissione dei documenti in formato elettronico , sebbene per il solo 2019 (come vedremo il divieto è stato da poco esteso anche al 2020 , per opera del Decreto Fiscale collegato, d.l. 26.10.2019 n.124, in attesa di conversione). In quella occasione l' Amministrazione Finanziaria ha infatti ricordato che gli operatori sanitari possono emettere e-fattura mediante SdI con riferimento alle prestazioninonsanitarie , solo nel caso in cui esse non contengano elementi che consentano di desumere informazioni sullo stato di salute del paziente . Nel caso, ad esempio, della degenza in una strutturasanitaria, il documento dovrà essere emesso, per il 2019, in formato cartaceo o in formato elettronico extra SdI , come potrebbe avvenire con la generazione di un documento informatico trasmesso, ad esempio, a mezzo PEC e non mediante il SdI. Un ulteriore precisazione ha riguardato i soggetti non obbligati alla trasmissione dei dati al Sistema TS ( logopedisti, podologi , ecc.). Poiché la norma che ha esteso a tali figure professionali il divieto di fatturazione elettronica mediante SdI (per il 2019) è entrata in vigore il 13.2.2019 , alcuni operatori potrebbero aver emesso fattura elettronica attraverso il SdI nel periodo antecedente a tale data: in questo caso gli uffici finanziari cancelleranno i fileche le sono pervenuti (e per i quali attualmente vige il divieto di emissione) " in caso di mancata adesione al servizio di consultazione, ovvero al servizio di conservazione " (come da Provvedimento del Direttore dell' Agenzia delle entrate prot. n. 89757 del 30 aprile 2018, e successive modificazioni). Si tenga presente anche che i dati relativi alle suddette fatture, considerata la loro particolarità e delicatezza, non saranno messi a disposizione al cliente/consumatore finale nell' area autenticata del sito internet dell' Agenzia delle entrate, neppure nel caso della sua adesione al servizio di consultazione. Fattura elettronica
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[§23202320§] mercoledì 20 novembre 2019
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e prestazioni sanitarie, norme estese al 2020 Come già preannunciato, l' art. 15 del DL 124/2019 collegato alla manovra di bilancio prevede che anche per il 2020 (come già previsto in via transitoria per il 2019 ) vige il divieto di emissione delle fatture elettroniche in formato XML per le prestazioni sanitarie effettuate nei confronti delle persone fisiche. Sul piano soggettivo il divieto riguarda: keyboard_arrow_right keyboard_arrow_left Gli operatori tenuti all' invio dei dati al Sistema Tessera sanitaria aziende sanitarie locali; aziende ospedaliere; istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS); policlinici universitari; farmacie pubbliche e private; presidi di specialistica ambulatoriale; strutture per l' erogazione delle prestazioni di assistenza protesica e di assistenza integrativa; altri presidi e strutture accreditati per l' erogazione dei servizi sanitari; gli iscritti all' Albo dei medici chirurghi e degli odontoiatri; strutture autorizzate per l' erogazione dei servizi sanitari (ancorché non accreditate con il SSN); esercizi commerciali che svolgono l' attività di distribuzione al pubblico di farmaci; iscritti agli albi professionali degli psicologi; iscritti agli albi professionali degli infermieri; iscritti agli albi professionali delle ostetriche; iscritti agli albi professionali dei tecnici sanitari di radiologia medica; ottici; veterinari. Gli operatori non tenuti all' invio dei dati al Sistema Tessera sanitaria podologi; fisioterapisti; logopedisti Sul piano oggettivo , il divieto di invio tramite SdI riguarda tutte le fatture contenenti prestazioni: keyboard_arrow_right keyboard_arrow_left Sanitarie visite specialistiche, analisi, etc erogate nei confronti delle persone fisiche Miste sia spese sanitarie, sia voci di spesa non sanitarie, le quali andranno poi trasmesse al Sistema TS con la tipologia "altre spese" se non distinguibili tra loro, ovvero comunicate separatamente in caso contrario; Non sanitarie ad es. il vitto durante un ricovero, quando includono elementi da cui sia possibile desumere informazioni relative allo stato di salute del paziente. Queste operazioni dovranno essere quindi documentate con fatture in formato analogico o in formato elettronico , ma senza utilizzare lo SdI come canale di invio, e questo a prescindere, sia dal soggetto (persona fisica, società, ecc.) che le eroga - e, in conseguenza, le fattura agli utenti - sia dall' invio, o meno, dei relativi dati al Sistema tessera sanitaria. E questo vale anche qualora la prestazione sia rivolta a favore di un contribuente che abbia manifestato l' opposizione all' utilizzo dei dati ai fini dell' elaborazione della precompilata (Agenzia delle Entrate, FAQ, 19 luglio 2019, n. 57). Spetterà invece al sistema TS il compito di mettere a disposizione dell' Agenzia delle entrate i dati fiscali (ad esclusione della descrizione e del codice fiscale del cliente) delle fatture ricevute dagli operatori sanitari. Questo vale anche per le fatture "miste", o vvero che contengono sia prestazioni sanitarie che prestazioni accessorie in un unico documento. In particolare, anche se l' operatore fattura separatamente le spese sanitarie rispetto a quelle non sanitarie, queste ultime devono essere fatturate elettronicamente solo se non contengono alcun elemento da cui sia possibile desumere informazioni relative allo stato di salute del paziente. Prestazioni verso non residenti in Italia L' Agenzia delle Entrate, con la risposta all' istanza di interpello del primo agosto 2019, n. 327, ha chiarito quali sono gli adempimenti fiscali nel caso in
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[§23202320§] mercoledì 20 novembre 2019
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cui la prestazione sanitaria viene effettuata nei confronti di un soggetto non residente o non stabilito nel territorio dello Stato . A tal proposito le informazioni da comunicare con l' esterometro sono assimilabili a quelle comunicate mediante fattura elettronica tramite SdI: pertanto, la necessità di tutelare i dati personali legati alla salute dei contribuenti, di cui al provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali del 15 novembre 2018, implica anche nell' ambito dell' esterometro il divieto all' invio dei citati dati. In definitiva, le prestazioni sanitarie effettuate nei confronti di persone fisiche, residenti e non residenti, nel rispetto del trattamento dei dati sensibili, non vanno documentate mediante fattura elettronica tramite SdI , né vanno comunicate tramite esterometro. Prestazioni sanitarie verso persone non fisiche Invece le prestazioni in ambito sanitario rese da soggetti passivi d' imposta a soggetti diversi dalle persone fisiche , fatte salve eventuali eccezioni che riguardino il cedente/prestatore (cfr. l' articolo 1, comma 3, sesto periodo, del d.lgs. n. 127 del 2015), vanno documentate a mezzo fattura elettronica via SdI. Ciò, in particolare, quando tali operazioni siano effettuate (cfr. Agenzia delle Entrate, risposta all' istanza di interpello del 24 luglio 2019 n. 307): direttamente nei confronti dei soggetti diversi dalle persone fisiche (si pensi, ad esempio, alla locazione di apparecchiature o dispositivi medici tra soggetti passivi d' imposta); materialmente nei confronti delle persone fisiche, ma imputate a soggetti diversi che se ne fanno carico, in tutto o in parte, per contratto ovvero per altro motivo. Secondo il parere dell' Agenzia delle Entrate, le parti devono adottare tutti gli accorgimenti necessari al fine di non inserire in fattura dati non richiesti dalla legislazione fiscale (od extrafiscale), idonei a violare le varie disposizioni in materia di protezione dei dati personali. Prestazioni sanitarie e scontrino elettronico Sempre al fine di tutelare la sicurezza e l' inalterabilità dei dati, è previsto che a decorrere dal primo luglio 2020 , i soggetti tenuti all' invio dei dati al Sistema Tessera sanitaria sono obbligati a memorizzare e trasmettere telematicamente i corrispettivi giornalieri mediante memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei dati al Sistema Tessera sanitaria. @RIPRODUZIONE RISERVATA.
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[§23202321§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 30 Il Sole 24 Ore Fatturazione Elettronica
IN BREVE
1. Lo sconto in fattura Si tratta del meccanismo introdotto dal decreto crescita (Dl 34/2019) che consente ai clienti di monetizzare immediatamente i propri bonus casa, cedendoli ai fornitori che effettuano gli interventi 2. Il recupero del bonus I fornitori possono, poi, recuperare i crediti fiscali attraverso la compensazione in F24. Le prime comunicazioni dei clienti sono partite lo scorso 16 ottobre. Adesso, con i codici tributo, le imprese potranno portare in compensazione i crediti fiscali. Le detrazioni non recuperate potranno essere spalmate sull' anno successivo.
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[§23202322§] giovedì 21 novembre 2019
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In vigore da oggi l' accordo di libero scambio con Singapore
Singapore è il principale partner commerciale dell' Ue nel sud-est asiatico
Come da avviso pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell' Unione europea (GU L 294) del 14 novembre 2019, entra in vigore oggi l' accordo commerciale tra l' Ue e Singapore, approvato dagli Stati membri l' 8 novembre 2019. Tale accordo, di natura bilaterale, siglato tra le parti il 19 ottobre 2018, rappresenta il primo passo verso lo sviluppo delle relazioni commerciali tra l' Unione europea e il gruppo di Paesi del sud-est asiatico denominato "ASEAN", di cui Singapore fa parte in qualità di principale partner commerciale dell' Ue. Lo stesso, oltre che prevedere le "classiche" riduzioni o esenzioni daziarie offre inoltre, come si legge nel comunicato della DG Trade dell' 8 novembre scorso, "nuove opportunità ai prestatori di servizi dell' UE in settori quali, tra gli altri, le telecomunicazioni, i servizi ambientali, l' ingegneria, il calcolo e il trasporto marittimo", attraverso l' inserimento di disposizioni in materia di protezione della proprietà intellettuale, liberalizzazione degli investimenti, appalti pubblici, concorrenza e sviluppo sostenibile; consente la protezione giuridica di 138 indicazioni geografiche, e favorisce gli scambi rimuovendo le barriere tecniche-non tariffarie in settori quali quello dell' elettronica e dell' automotive. In base all' accordo commerciale Singapore eliminerà i rimanenti dazi su determinati prodotti originari dell' Ue e si impegnerà a mantenere invariato l' attuale livello di esenzione daziaria per tutti gli altri prodotti; l' Unione europea dal canto suo, esenterà immediatamente , al momento dell' entrata in vigore dell' accordo, da dazio oltre l' 80% delle importazioni di prodotti originari da Singapore (tra cui prodotti elettronici, farmaceutici, petrolchimici e agricoli trasformati). I rimanenti dazi Ue saranno progressivamente eliminati nell' arco di 3 o 5 anni, a seconda del tipo di prodotto (es. 3 anni per alcuni tipi di tessili e tappeti, 5 anni per biciclette, frutta, cereali e calzature sportive). Per quanto riguarda la possibilità di fruire delle agevolazioni daziarie previste per i prodotti originari delle due Parti, si segnala che le norme di origine riconoscono la natura integrata delle catene di approvvigionamento nel sud-est asiatico comprendendo il concetto di "cumulo ASEAN" per consentire ai produttori con sede a Singapore di considerare originari i componenti acquisiti da altri Stati membri dell' ASEAN. L' accordo prevede inoltre di ampliare la gamma di prodotti per i quali sarà possibile applicare il cumulo regionale , una volta che l' Ue avrà concluso ulteriori accordi commerciali con altri Stati membri dell' ASEAN. I prodotti originari dell' Ue importati a Singapore e i prodotti originari di Singapore importati nell' Ue beneficiano del trattamento tariffario preferenziale previsto nel presente accordo su presentazione di una "dichiarazione di origine" rilasciata su fattura (o su altro documento commerciale idoneo a consentire l' identificazione del prodotto originario), valida per dodici mesi dalla data di rilascio nella parte esportatrice, e da conservare per tre anni. Gli esportatori
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[§23202322§] giovedì 21 novembre 2019
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dell' Unione che intendono rilasciare tale dichiarazione di origine, per spedizioni di valore superiore a 6.000 euro, dovranno necessariamente acquisire quindi lo status di esportatore autorizzato (non essendo previsto il certificato EUR.1). Dall' altro lato gli esportatori singaporiani dovranno essere registrati presso l' autorità competente e aver ricevuto un Unique Entity Number (UEN); e ottemperare alle disposizioni normative vigenti a Singapore, concernenti la compilazione delle dichiarazioni di origine. Come di consueto l' esportatore che compila una dichiarazione di origine deve essere pronto a presentare in qualsiasi momento, su richiesta delle autorità doganali della parte esportatrice, tutti i documenti giustificativi atti a comprovare il carattere originario dei prodotti in questione. Tali documenti, come chiarito nell' accordo, possono consistere in: una prova diretta delle trasformazioni effettuate dall' esportatore o dal fornitore per ottenere le merci in questione, contenuta ad esempio nella sua contabilità interna; documenti comprovanti il carattere originario dei materiali utilizzati o la lavorazione o la trasformazione dei materiali in una Parte. Non è espressamente prevista la regola del trasporto diretto È previsto il divieto di restituzione dei dazi doganali (c.d. regola del "no-drawback") pagati sulle materie prime non originarie importate mentre non è espressamente prevista la regola del trasporto diretto. Si ricorda infine che a latere dell' accordo di libero scambio l' Unione europea e Singapore hanno inoltre concluso un accordo di protezione degli investimenti, che potrà entrare in vigore solo dopo essere stato ratificato da tutti gli Stati membri dell' Ue secondo le rispettive procedure nazionali.
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[§23202324§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 31 Italia Oggi Fatturazione Elettronica
Istituiti i nuovi codici tributo per eco e sismabonus
Sconto in fattura ora al decollo
GIULIA PROVINO
Lo sconto in fattura di eco e sismabonus ora al decollo. Con la risoluzione 96/e/2019 dell' Agenzia delle entrate sono stati istituiti i codici tributo che consentono il recupero dello sconto, anticipato dai fornitori che hanno effettuato gli interventi di adozione di misure antisismiche e per quelli di efficienza energetica. I nuovi codici tributo sono: il «6908» per l' ecobonus e il «6909» per il sismabonus. I nuovi codici riguardano lo sconto sul corrispettivo dovuto, anticipato dai fornitori che hanno effettuato gli interventi. Questi ultimi, recuperano lo sconto sotto forma di credito d' imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione, tramite modello F24, in cinque quote annuali. I fornitori titolari del credito, a loro volta, hanno anche la facoltà di cedere il credito d' imposta ai propri fornitori di beni e servizi, con esclusione della possibilità di ulteriori cessioni da parte di questi ultimi. Sempre in tema di eco e sisma bonus, con la risoluzione n. 94/E vengono, invece, rinominati i codici tributo «6890» e «6891», con l' aggiunta dei precisi riferimenti normativi. Mentre per la compesazione del credito per l' ammodernamento degli impianti calcistici, con la risoluzione n. 95/e/2019 è stato istituito il codice di tributo «6907» per utilizzare il bonus, esclusivamente in compensazione con il modello F24, da parte delle società appartenenti alla Lega di serie B, alla Lega Pro e alla Lega nazionale dilettanti (Eccellenza, Promozione, Prima, Seconda e Terza categoria comprese) che hanno beneficiato della mutualità di cui all' articolo 22 del decreto legislativo n. 9/2008. © Riproduzione riservata.
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[§23202325§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 30 Il Sole 24 Ore Fatturazione Elettronica
CASA
Sconto in fattura, i nuovi codici tributo aprono la strada alle compensazioni
Una risoluzione consente alle imprese di inserire i crediti nei loro F24 In caso di anomalie negli importi utilizzati c' è lo scarto automatico
Giuseppe Latour
Lo sconto in fattura diventa pienamente fruibile anche per le imprese fornitrici. È questo il senso della risoluzione 96/E, pubblicata ieri, che istituisce i codici tributo grazie ai quali il meccanismo, relativo agli interventi per la casa, attivato dal decreto crescita (articolo 10 del Dl 34/2019) e completato dall' agenzia delle Entrate il 31 luglio scorso (provvedimento 660057/2019) adesso è completamente operativo in tutte le sue componenti. Il provvedimento delle Entrate prevede che il cliente interessato allo sconto in fattura debba effettuare una comunicazione all' agenzia delle Entrate, via internet o compilando un modulo presso gli uffici dell' agenzia, indicando di avere usufruito di un intervento per il quale è possibile esercitare l' opzione dello sconto in fattura. Per i lavori in casa che siano stati svolti nel corso del 2019, dopo la data di entrata in vigore del decreto crescita(il 1° maggio), le prime comunicazioni potevano partire dal 16 ottobre, per arrivare al massimo entro il 28 febbraio del 2020. Sulla base di questa comunicazione, le imprese possono avviare la compensazione in cinque anni con modalità accelerate, a partire dal giorno dieci del mese successivo a quello della comunicazione. In altre parole, la prima data utile per iniziare a fruire delle compensazioni era il 10 novembre appena trascorso. La risoluzione Allora, spiega l' agenzia nella risoluzione 96/E, «per consentire ai fornitori e agli eventuali cessionari l' utilizzo in compensazione dei suddetti crediti d' imposta, tramite modello F24», si istituiscono i codici tributo 6908 (Ecobonus - Recupero dello sconto praticato dal fornitore) e 6909 (Sismabonus - Recupero dello sconto praticato dal fornitore). Il fornitore ha, infatti, la possibilità di effettuare una cessione ulteriore ai propri fornitori, tenendo sempre fuori gli istituti di credito dal circuito delle cessioni. I crediti utilizzabili in compensazione sono quelli risultanti dalle comunicazioni dei clienti di esercizio dell' opzione per lo sconto, inviate all' agenzia delle Entrate dai soggetti aventi diritto alle detrazioni. Il fornitore, prima di utilizzare la compensazione, dovrà confermare l' esercizio dell' opzione da parte del cliente che ha effettuato la comunicazione e attestare di avere realizzato l' intervento scontato. L' agenzia delle Entrate effettuerà controlli automatizzati per verificare che l' ammontare dei crediti utilizzati in compensazione non ecceda l' importo della quota disponibile per ciascuna annualità. In caso di anomalie, scatterà lo scarto del modello F24.
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[§23202325§] giovedì 21 novembre 2019
Il Sole 24 Ore Fatturazione Elettronica
Sfruttando una possibilità prevista proprio dal provvedimento dell' agenzia delle Entrate, la quota di credito che non è utilizzata in compensazione nell' anno di fruibilità potrà essere utilizzata negli anni successivi. In questo modo i bonus saranno sfruttati completamente. Gli altri interventi Per completare il quadro delle cessioni di bonus, un' altra risoluzione pubblicata ieri (n. 94/E), introduce poi codici tributo relativi ad altri due casi. Il primo è quello del sismabonus per interventi di imprese di costruzioni che poi vendano gli immobili: i beneficiari degli sconti possono cedere il loro credito a chi ha effettuato gli interventi di messa in sicurezza. Il secondo è quello degli interventi di risparmio energetico non qualificato: il decreto crescita, nel pacchetto dedicato allo sconto in fattura, prevede la possibilità di cedere lo sconto ai fornitori. In entrambi i casi viene istituito il codice per l' utilizzo in compensazione da parte dei cessionari. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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[§23202326§] mercoledì 20 novembre 2019
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Social network, perché è tempo di dare giusto valore ai nostri dati
Le tutele per la privacy degli utenti web europei non mancano. E i grandi della rete, almeno in apparenza, hanno dimostrato di volersi adeguare alle regole. Ma restano molti dubbi sulla sincerità di questa "conversione". Ecco allora che anche noi utenti dovremmo cominciare a prestare più attenzione al valore dei nostri dati
La recente notizia di una indagine in merito a sospette manovre di Google, promossa dal web browser di nicchia Brave presso l' Autorità irlandese per la protezione dei dati, che supervisiona il business europeo della web company americana, solleva non pochi dubbi e molti timori: secondo l' accusa, riportata qualche giorno fa dal Financial Times, Google starebbe segretamente usando pagine web nascoste che forniscono agli inserzionisti i dati personali dei propri utenti , aggirando non solo la normativa del GDPR ma la sua stessa privacy policy.Noi non siamo in grado di valutare la veridicità dell' accusa e onestamente speriamo che sia infondata, ma se essa dovesse esser confermata si solleveranno, verosimilmente, polemiche e discussioni non dissimili da quelle che hanno investito Facebook qualche mese fa, dopo lo scandalo Cambridge Analytica.E dovrebbero far riflettere da un lato sulla validità degli strumenti di difesa che abbiamo a disposizione ma, dall' altro, anche sulla nostra consapevolezza circa il valore dei nostri dati.Indice degli argomentiGli affari delle web company coi nostri datiPer anni, le società di social media hanno fatto intendere al pubblico che i loro servizi sono gratuiti per l' utente. In realtà lo scandalo di Cambridge Analytica ha tangibilmente confermato all' utente medio una circostanza da tempo denunciata dagli addetti ai lavori, cioè che i dati personali degli utenti sono usati come moneta di scambio con altre aziende del settore e che, in quanto tali, hanno un immenso valore per i giganti di internet.Le aziende che gestiscono i social network generalmente si finanziano vendendo pubblicità mirate. Il valore di queste imprese è strettamente legato anche alla loro capacità di analizzare in dettaglio il profilo degli utenti, le abitudini e i loro hobby, ma anche le condizioni di salute e l' orientamento politico o sessuale, le reti di contatti, per poi rivendere le informazioni a chi se ne servirà per promuovere offerte commerciali specifiche o per sostenere campagne di vario genere. Spesso e volentieri nel web dietro l' offerta di un servizio "gratuito" - la condivisione di dati e immagini in tempo reale con 'amici' sparsi per il globo, la partecipazione a una rete di contatti professionali, la fruizione di un servizio di messaggistica e telecomunicazione - si nasconde lo sfruttamento per molteplici scopi dei dati degli utenti: le informazioni raccolte su ciascun utente sono infatti usate per monitorare e prevedere i suoi acquisti, le sue scelte, i suoi comportamenti e dare gli input giusti ai partner commerciali che pagano per averli.Tutela dei dati: si muovono anche gli UsaProprio con lo scopo di ottenere un certo livello di trasparenza sull' aspetto più nascosto dell' economia tecnologica, cioè l' effettivo
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[§23202326§] mercoledì 20 novembre 2019
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valore dei dati personali degli utenti , negli Stati Uniti è stata presentata una proposta di legge che costringerebbe società come Google, Amazon e Facebook, a informare gli utenti sul valore dei loro dati personali.La legge, che prende il nome di Dashboard (" Designing Accounting Safeguards to Help Broaden Oversight And Regulations on Data ") , è stata presentata dal senatore democratico della Virginia, Mark Warner, e dal senatore repubblicano del Missouri, Josh Hawley. La legge obbligherebbe i servizi che contano oltre 100 milioni di utenti attivi mensilmente a (i) rivelare quali dati sono raccolti e come sono utilizzati; ma soprattutto (ii) fornire una valutazione, periodicamente aggiornata, del valore di tali dati e un rapporto annuale nel quale sia riportato la somma totale del valore delle informazioni che vengono utilizzate da terze parti.Questo percorso verso la creazione di consapevolezza sul valore dei dati, che dovrebbe servire a creare delle tutele e consentire alle autorità competenti di identificare e auspicabilmente colpire pratiche scorrette, è stato appena avviato dagli Stati Uniti, almeno fino ad un passato abbastanza recente poco inclini ad occuparsi del tema della tutela dei dati personali. A tale riguardo, rispetto agli Stati Uniti, l' Europa è stata invece sempre molto più avanti, quanto a tutela legislativa, raggiungendo con il GDPR l' obiettivo dell' armonizzazione normativa, da tempo tanto fortemente voluto quanto più, con il passare del tempo, l' avanzata delle società della comunicazione risultava essere un fenomeno evidente e inarrestabile.La vera svolta del Gdpr: non rispettare la legge può costare chiaroLa vera svolta del GDPR è quella di avere spostato il baricentro della tutela dei dati dalla teoria alla pratica, lanciando a tutti gli operatori del web, che siano o no dei giganti, il messaggio neppure troppo implicito che non rispettare la privacy degli utenti può costare caro. Eloquentemente, nell' aprile 2018, poco dopo la scoperta dello scandalo di Cambridge Analytica e ad un mese dell' inizio dell' applicabilità del nuovo Regolamento Andrea Jelinek , la Presidente del WP29, salutava l' avvento del GDPR come" l' inizio di una nuova era per la protezione dei dati" e continuava così: "Una delle priorità fondamentali sarà tutelare le persone da ogni utilizzo illecito dei loro dati personali sulle piattaforme dei social media.Molto semplicemente, una piattaforma che fattura miliardi di dollari non può cavarsela con un 'mi dispiace'. Oggi, tutti parlano di Cambridge Analytica e Facebook, ma noi vogliamo guardare più avanti e più lontano. Per questo motivo abbiamo istituito un Gruppo di lavoro sui social media. Quello cui stiamo assistendo in questi giorni probabilmente è soltanto uno dei molti esempi di pratiche assai più diffuse che prevedono lo sfruttamento dei social media come bacino ove raccogliere dati personali per finalità commerciali o politiche. Ma il WP29 sa bene che si tratta di una problematica più ampia in cui sono coinvolti anche altri soggetti, come gli sviluppatori di app e i cosiddetti data brokers. Il Gruppo di lavoro sui social media continuerà a operare una volta che il Comitato europeo per la protezione dei dati avrà iniziato la propria attività. Il Comitato potrà contare su un' ampia gamma di poteri per garantire un' applicazione coerente del Regolamento".Il GDPR è imperniato sul concetto di trasparenza vis-vis l' interessato, cioè colui dei cui dati si tratta, che si traduce, innanzitutto nel diritto di essere adeguatamente informato su quali siano i dati raccolti
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e come siano utilizzati: il Gruppo dei Garanti europei (oggi European Data Protection Board 'EDPB'), infatti, chiarisce che solo fornendo agli interessati le giuste e chiare informazioni sul trattamento, sarà possibile per l' interessato capire quello che sta accettando e decidere consapevolmente se fornire il consenso o no.Le informazioni che, ai sensi dell' art. 13 e 14 del GDPR, devono essere inserite nella privacy policy a beneficio dell' utente riguardano:l' identità del titolare,del titolare, le finalità del trattamento di cui si richiede il consenso,del trattamento di cui si richiede il consenso, la natura dei dati trattati,dei dati trattati, l' esistenza del diritto di revoca,di revoca, la presenza di trasferimenti dei dati in paesi extra UE in assenza di una decisione di adeguatezza da parte della Commissione,in assenza di una decisione di adeguatezza da parte della Commissione, l a presenza di un processo decisionale automatizzato , compresa la profilazione,, compresa la profilazione, l' elenco dei destinatari a cui i dati possono essere comunicati.Caratteristiche del consenso ai sensi del GdprIl consenso, in base al Considerando 32 del GDPR "dovrebbe essere espresso mediante un atto positivo inequivocabile con il quale l' interessato manifesta l' intenzione libera, specifica, informata e inequivocabile di accettare il trattamento dei dati personali che lo riguardano, ad esempio mediante dichiarazione scritta, anche attraverso mezzi elettronici, o orale. Ciò potrebbe comprendere la selezione di un' apposita casella in un sito web, la scelta di impostazioni tecniche per servizi della società dell' informazione o qualsiasi altra dichiarazione o qualsiasi altro comportamento che indichi chiaramente in tale contesto che l' interessato accetta il trattamento proposto. Non dovrebbe pertanto configurare consenso il silenzio, l' inattività o la preselezione di caselle. Il consenso dovrebbe applicarsi a tutte le attività di trattamento svolte per la stessa o le stesse finalità. Qualora il trattamento abbia più finalità, il consenso dovrebbe essere prestato per tutte queste. Se il consenso dell' interessato è richiesto attraverso mezzi elettronici, la richiesta deve essere chiara, concisa e non interferire immotivatamente con il servizio per il quale il consenso è espresso".Questo considerando, nelle poche righe che lo compongono, contiene un vero e proprio vademecum sulle caratteristiche che il consenso dell' utente web debba avere p erché i dati forniti possano considerarsi legittimamente trattati.L' utente, innanzitutto, dovrà essere messo in condizione di accettare o rifiutare il consenso per ogni singola finalità prevista di trattamento: in questo senso va inteso il requisito della granularità del consenso.Per un motivo uguale e opposto non è lecito raggruppare più finalità all' interno di un unico consenso poiché verrebbe, così facendo, a mancare la libertà di scelta dell' interessato: in questo caso, l' interessato sarebbe obbligato ad accettare in blocco o rifiutare tutte le finalità senza altre possibilità di scelta.Il Gruppo dei Garanti propone l' efficace esempio dell' azienda che, all' interno della stessa richiesta di consenso, chieda ai suoi clienti l' autorizzazione a trattare i loro dati sia per invio di e-mail pubblicitarie sia per comunicare i dati ad altre società.Anche il Garante italiano ha più volte ribadito come le attività di marketing rappresentino una finalità diversa, ad esempio, dalla comunicazione a terzi e dalla profilazione : pertanto, per garantire la regolarità dell' insieme dei trattamenti, è necessario acquisire tre distinti
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[§23202326§] mercoledì 20 novembre 2019
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consensi per le tre differenti finalità.Un unico consenso, invece, può coprire più operazioni di trattamento confluenti nella stessa finalità: è la finalità che deve essere oggetto di specifico trattamento non la singola operazione rispondente alla predetta finalità (anche questa regola è stata da tempo recepita dal nostro Garante che ha ribadito come operazioni di invio di materiale pubblicitario, di vendita diretta, di compimento di ricerche di mercato e di comunicazione commerciale sono funzionali a perseguire un' unica finalità di marketing con la conseguenza che tale trattamento appare giustificare l' acquisizione di un unico consenso).Il consenso deve essere liberamente prestato . Per valutare se il consenso è liberamente prestato, l' art. 7 comma 4 prevede che: "(..) si tiene nella massima considerazione l' eventualità, tra le altre, che l' esecuzione di un contratto, compresa la prestazione di un servizio, sia condizionata alla prestazione del consenso al trattamento di dati personali non necessario all' esecuzione di tale contratto." L' utente dovrà prestare particolare attenzione allorché, accanto ad una finalità per il trattamento di dati necessari alla prestazione del servizio offerto, sia richiesto il consenso per dati ulteriori che con la prestazione del servizio nulla hanno a che fare. Una circostanza che ricorre - portando l' esempio di una pratica scorretta assai diffusa - quando si vuole condizionare l' accettazione di condizioni contrattuali al consenso per finalità di marketing: "ti fornisco un tale prodotto/servizio a condizione che accetti di ricevere le mie comunicazioni pubblicitarie". Tale consenso è, quindi, invalido secondo il Regolamento europeo poiché viene a mancare il requisito della libertà del consenso.Infine il consenso deve essere inequivocabile . Per avere la certezza del consenso, pertanto, è necessario che il consenso si basi su una dichiarazione orale o scritta, svolta anche per via elettronica, comunque un' azione attiva, concludente. In presenza di situazioni di rischio per la protezione dei dati - come i trattamenti di categorie particolari di dati, in materia di trasferimenti di dati verso paesi terzi in assenza di adeguate garanzie di cui all' art. 49 del GDPR o in presenza di processi decisionali tra cui la profilazione - il GDPR prevede che il consenso sia esplicito ossia che risulti da una manifestazione di pensiero espressa e non da comportamento concludente. Tale elemento potrà essere ottenuto attraverso la forma scritta; online, l' interessato potrà fornire un consenso esplicito compilando un modulo elettronico, inviando di una e-mail, scansionando un documento che porti la firma dell' interessato o infine attraverso firma digitale o un processo di autenticazione a due fasi (e-mail seguita da un SMS).La reazione dei big del web al GdprQuanto precede rende conto, seppure in parte, che i presidi normativi a tutela degli utenti web europei non mancano. E i grandi della rete, almeno all' apparenza, hanno dimostrato di volersi adeguare alla normativa europea , modificando di conseguenza la loro privacy policy: dopo lo scandalo di Cambridge Analytica, per esempio, gli utenti Facebook hanno infatti ricevuto un invito a rivedere ed aggiornare le proprie impostazioni sulla privacy, attraverso un sondaggio con il quale il social network chiede di dare la propria opinione su diversi strumenti presenti sul sito (ad esempio, si pensi agli annunci pubblicitari e alla loro rilevanza circa l' attività di navigazione svolta dall' utente) o sulla natura e tipologia di informazioni che possono essere condivise con partners
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[§23202326§] mercoledì 20 novembre 2019
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esterni.Una vera 'conversione' o un mero comportamento di facciata?Due punti su cui riflettereNotizie come lo scandalo Cambridge Analytica e la più recente denuncia contro Google, comunque, non possono non far riflettere, e le riflessioni che viene fatto di proporre in questa sede sono almeno due.La prima: lo sviluppo tecnologico ha una velocità così prepotentemente esponenziale che le normative di settore appaiono essere spesso all' inseguimento senza riuscire in effetti ad identificare le reali criticità. Quel che appare degno di una maggiore attenzione è il fatto che spesso all' utente viene chiesto un consenso, motivato quale necessario alla prestazione del servizio ma che in realtà è necessario solo sulla carta, rilevandosi in concreto, del tutto gratuito. Allora, in attesa di disposizioni che valgano ad estendere la tutela a casi come questi potrebbero venire in considerazione istituti civilistici come l' abuso del diritto, magari affidati a sistemi di tutela di massa come la class action.La seconda: l' utente del web non può demandare al legislatore l' esigenza di tutela senza domandarsi cosa possa fare in proprio. In altre parole allo stato, una tutela effettiva dei dati degli utenti passa dall' uso consapevole che gli stessi utenti facciano del web e dei servizi che esso offre : devono essere gli utenti per primi a volersi riprendere il controllo dei loro dati esercitando il loro diritto all' autodeterminazione informatica. Come? Attraverso gesti semplici e apparentemente banali ma assolutamente poco scontati: leggendo attentamente le privacy policy, evitando di fornire accettazioni incondizionate pur di procedere nella navigazione, negando il consenso a quei trattamenti che non siano strettamente funzionali alla prestazione dei servizi erogati . In tal senso, risultano ancora di grande attualità e lungimiranza le guide divulgate dal del Garante della Privacy nel 2009 e nel 2013 rispettivamente: " Social network: Attenzione agli effetti collaterali " e " Social Privacy - Come tutelarsi nell' era dei social network " .@RIPRODUZIONE RISERVATA.
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[§23202329§] giovedì 21 novembre 2019
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Fisco e Dichiarazioni
Bonus TV e decoder per gli acquisti dal 18 dicembre
Il contributo, pari fino a 50 euro, sarà riconosciuto sotto forma di sconto al consumatore finale
Il " Bonus TV " sarà disponibile, per le famiglie con ISEE fino a 20.000 euro, per gli acquisti effettuati dal 18 dicembre 2019 al 31 dicembre 2022 e avrà un valore fino a 50 euro. Con il DM 18 ottobre 2019 (pubblicato sulla G.U. 18 novembre 2019 n. 270), sono state definite le modalità per l' erogazione dei contributi in favore dei consumatori finali per l' acquisto di apparati televisivi idonei alla ricezione dei programmi con le nuove tecnologie trasmissive DVB-T2, che diventeranno operative dal 2022. Il contributo, previsto dall' art. 1 , comma 1039, lett. c) della L. n. 205/2017, è concesso agli utenti finali per l' acquisto, dal 18 dicembre 2019 al 31 dicembre 2022, di apparecchi atti a ricevere programmi e servizi radiotelevisivi - dotati in caso di decoder anche di presa o di convertitore idonei ai collegamenti alla presa SCART dei televisori - con interfacce di programmi (API) aperte, laddove presenti, a prescindere dalla piattaforma tecnologica scelta dal consumatore, sia essa terrestre, satellitare e, ove disponibile, via cavo. Gli apparecchi da utilizzare per il digitale terrestre devono incorporare la tecnologia DVB-T2 HEVC, main 10. Il contributo è riconosciuto al consumatore finale sotto forma di sconto praticato dal venditore dell' apparecchio sul relativo prezzo di vendita (comprensivo dell' IVA), per un importo pari a 50 euro o pari al prezzo di vendita se inferiore. Per ottenere lo sconto, l' utente finale dovrà presentare al venditore una richiesta per acquistare una TV o un decoder beneficiando del bonus, contenente anche la dichiarazione sostitutiva ex DPR 445/2000 con la quale si afferma che il valore dell' ISEE relativo al nucleo familiare di cui fa parte non è superiore a 20.000 euro e che i componenti dello stesso nucleo non hanno già fruito del contributo, unitamente a una copia della propria carta di identità e del codice fiscale. Il fac-simile della domanda di bonus sarà reso disponibile sul sito del MISE. Per verificare che una TV o un decoder rientrino tra i prodotti per i quali è possibile usufruire del bonus, il Ministero metterà a disposizione dei cittadini una lista di prodotti "idonei". In merito ai produttori e alla registrazione dei prodotti, a partire dai prossimi giorni - e per tutta la durata della procedura - i produttori di TV e decoder per i quali è possibile usufruire del bonus dovranno comunicare al Ministero, sotto la propria responsabilità, i prodotti con le caratteristiche tecniche richieste dal citato DM. La registrazione dei prodotti dovrà essere effettuata tramite un portale dedicato, che sarà reso disponibile nei prossimi giorni. Lato rivenditori , i venditori operanti in Italia, compresi quelli del commercio elettronico, che intendono aderire all' iniziativa, dovranno registrarsi, a partire dal 3 dicembre 2019, sulla piattaforma telematica che sarà resa disponibile dall' Agenzia delle Entrate, sulla base di un Vademecum che darà anche dettagliate istruzioni sulle procedure da seguire per la vendita dei prodotti con bonus. Per i rivenditori, recupero mediante credito d' imposta Il venditore
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[§23202329§] giovedì 21 novembre 2019
EutekneInfo
Fisco e Dichiarazioni
recupera lo sconto praticato all' utente finale mediante un credito d' imposta , da indicare nella dichiarazione dei redditi, utilizzabile esclusivamente in compensazione mediante modello F24 ai sensi dell' art. 17 del DLgs. 241/1997, a decorrere dal secondo giorno lavorativo successivo alla ricezione dell' attestazione da parte del servizio telematico dello sconto richiesto. A tal fine, il modello F24 è presentato esclusivamente attraverso i servizi telematici messi a disposizione dall' Agenzia delle Entrate, pena il rifiuto dell' operazione di versamento. Al credito d' imposta non si applicano i limiti di cui all' art. 1 , comma 53 della L. 24 dicembre 2007 n. 244 e all' art. 34 , comma 1 della L. 23 dicembre 2000 n. 388 Il credito d' imposta è utilizzabile in compensazione in misura non superiore all' ammontare complessivo degli sconti indicati nelle attestazioni, pena lo scarto del modello F24. Per i venditori operanti in Paesi dell' Unione europea diversi dall' Italia è prevista una diversa procedura di adesione all' iniziativa, che sarà resa disponibile nei prossimi giorni secondo quanto precisato sul sito del MISE.
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[§23202330§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 7 Il Messaggero Fisco e Dichiarazioni
Cedolare per i negozi si lavora alla proroga
Un altro dei nodi che dovrà essere affrontato nel corso dell' esame della manovra riguarda la conferma della cedolare secca al 21 per cento sugli affitti dei negozi, al posto della normale imposizione Irpef. Il regime sostitutivo è stato applicato a titolo sperimentale nel 2019 con l' obiettivo di favorire il ritorno alla locazione degli esercizi commerciali dismessi, ma al momento non è prevista alcuna proroga. Il costo previsto sarebbe di 160 milioni.
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[§23202331§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 5 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni
legge di bilancio
Conti bloccati per multe, scontro Conte-Salvini
Il Comune si può "camuffare" da Agenzia delle Entrate per arrivare con più velocità a pignorare una parte del conto corrente o dello stipendio a chi non paghi le tasse locali, come l' Imu o quella sui rifiuti. L' accelerazione della procedura è contenuta in un articolo della manovra in discussione in Parlamento. «I cittadini non si devono preoccupare, non mi risulta», ha detto il premier Giuseppe Conte a chi gli chiedeva informazioni sulla norma. «Se entrano nel tuo conto corrente per pignorare, secondo me siamo all' Unione sovietica fiscale, lo stato di polizia fiscale». ha attaccato il leader della Lega, Matteo Salvini. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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[§23202332§] giovedì 21 novembre 2019
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Fisco e Dichiarazioni
Dividendi tedeschi «qualificati» esenti in Italia
Il Trattato Italia-Germania individua l' esenzione quale metodo per eliminare la doppia imposizione, per le partecipazioni infragruppo almeno pari al 25%
Nei casi in cui una Convenzione internazionale preveda, quale metodo per eliminare la doppia imposizione, l' esenzione in Italia, quale Stato di residenza, del reddito prodotto all' estero ( art. 23-A del modello OCSE), è corretto non dichiarare nè assoggettare a tassazione tale reddito in Italia; ciò, anche nell' ipotesi in cui il reddito estero non abbia subito alcuna tassazione in uscita . In applicazione di tale principio, la Suprema Corte, con sentenza n. 30140 depositata ieri, ha accolto il ricorso di FCA Bank S.p.A. avverso gli avvisi di accertamento con cui l' Amministrazione finanziaria contestava la mancata dichiarazione e il mancato assoggettamento ad imposizione del 5%, ai sensi dell' art. 89 comma 2 del TUIR, del dividendo percepito da una società controllata residente in Germania, integralmente posseduta. La pronuncia si focalizza sull' imposizione sui dividendi infragruppo erogati dalla società figlia tedesca alla società madre italiana che ne possiede l' intero capitale azionario, i quali non hanno subito ritenute alla fonte in Germania, in quanto ricorrevano i presupposti per l' applicazione della direttiva "madre-figlia". Nel caso di specie, la società controllante residente in Italia ha ritenuto applicabile l' art. 24, par. 2, lett. b) della Convenzione stipulata tra Italia e Germania, ai sensi del quale sono esclusi dalla base imponibile italiana i redditi derivanti dai dividendi pagati ad una società (diversa da una società di persone) residente in Italia da parte di una società residente in Germania il cui capitale sociale è direttamente detenuto per almeno il 25% dalla società italiana. Al riguardo, l' Amministrazione finanziaria aveva eccepito che il suindicato metodo per eliminare la doppia imposizione operasse nei soli casi di doppia imposizione giuridica , legata alla circostanza che uno stesso elemento di reddito sia tassato nello Stato di residenza e in quello della fonte (non ricorrente nel caso di specie, in quanto, come detto, la Germania non aveva operato alcuna ritenuta alla fonte). La Cassazione evidenzia, in primo luogo, come il caso prospettato vada esaminato alla luce della particolarità che la Convenzione Italia-Germania, così come la Convenzione Italia-Brasile, pur individuando, quale metodo ordinario di risoluzione della doppia imposizione internazionale, il metodo del credito d' imposta (in base al quale lo Stato di residenza assoggetta a tassazione il reddito di fonte estera, concedendo un credito per le imposte assolte all' estero), riconosce, in relazione ai dividendi e al raggiungimento di una determinata soglia di qualificazione, il metodo dell' esenzione, in base al quale il reddito di fonte estera è escluso da tassazione nello Stato di residenza del percipiente. Ad avviso della Suprema Corte, l' esclusione da imposizione in Italia dei dividendi pagati da una società tedesca, disposta dall' art. 24, par. 2, della Convenzione Italia-Germania al ricorrere della condizione
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[§23202332§] giovedì 21 novembre 2019
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Fisco e Dichiarazioni
del possesso del 25% , è espressa in termini incondizionati e non è correlata all' ipotetico ulteriore presupposto della doppia imposizione giuridica (che, pur non ricorrendo nel caso di specie, si sostanzierebbe nella contemporanea imposizione, alla fonte, sugli stessi dividendi, da parte dello Stato tedesco). La pattuizione, prosegue la Suprema Corte, risponde all' esigenza di impedire altresì la doppia imposizione economica internazionale, con riferimento alla reiterata tassazione delle società sugli utili distribuiti alla società madre, prima a livello della società controllata e poi a livello della società madre; ciò, prescindendo dalla previa ritenuta alla fonte sui dividendi in questione. I giudici ribadiscono che le Convenzioni, una volta recepite nel nostro ordinamento con legge di ratifica, acquistano il valore di fonte primaria ai sensi degli artt. 10 e 117 della Costituzione, nonché in materia tributaria, dell' art. 75 del DPR 600/73; tali norme affermano il principio che le Convenzioni, così come le altre norme pattizie internazionali, prevalgono sulle corrispondenti norme interne e ciò, anche in materia di imposte sul reddito, al fine di eliminare i fenomeni di doppia imposizione ( cfr . anche Cass. 24 novembre 2016 n. 23984). Pertanto, nel caso di specie, l' esclusione convenzionale dalla base imponibile disposta dall' art. 24, par. 2, lett. b) della Convenzione Italia- Germania prevale sull' imposizione del 5% dei dividendi distribuiti alla controllante residente in Italia prevista dall' art. 89 comma 2 del TUIR. Tale impostazione, prosegue la Suprema Corte, non viene meno per effetto dell' introduzione della direttiva "madre figlia" (posteriore al Trattato bilaterale con la Germania), posto che la stessa disposizione comunitaria lascia impregiudicata l' applicazione di disposizioni nazionali o convenzionali intese a sopprimere o attenuare la doppia imposizione economica dei dividendi. L' esenzione, anzi, risulterebbe coerente con il principio oggi trasfuso nell' art. 4 della direttiva 2011/96/Ue, secondo cui gli utili sono esclusi da imposizione non solo nello Stato della fonte, ma anche nello Stato di residenza del percipiente (principio che l' Italia ha recepito in modo "mediato", accogliendo il criterio stabilito dal par. 3, che consente di assoggettare a tassazione un importo forfetario non superiore al 5%).
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[§23202333§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 3 Corriere della Sera Fisco e Dichiarazioni
Il ministro
Gualtieri: modifiche sul bilancio, ma saldi invariati
ENRICO MARRO
«Con l' equilibrio che abbiamo trovato tra la flessibilità di bilancio e il rispetto delle regole, il rischio di significant deviation (deviazione significativa dal percorso di rientro sul deficit e sul debito, ndr ), è il minimo sindacale», ha osservato ieri il ministro dell' Economia, Roberto Gualtieri, commentando con i suoi collaboratori il verdetto sulla manovra arrivato dalla commissione europea. Gualtieri sintetizza la sua soddisfazione così: «Io guardo ai risultati». E finora le tre cose che gli interessano hanno retto: la cancellazione delle clausole sull' Iva, le misure per la lotta all' evasione fiscale, il taglio del cuneo fiscale. Ed è importante, dice il ministro, che da Bruxelles sia giunto un apprezzamento proprio su questi punti della manovra. Certo, poi ci sono le preoccupazioni sulla valanga di emendamenti che hanno sommerso il disegno di legge di Bilancio. Ma Gualtieri sottolinea che è sempre così. Anche questa volta, alla fine, a contare saranno solo gli emendamenti concordati col governo e ai quali il ministero sta già lavorando, con spirito pragmatico. Che significa, nel pensiero di Gualtieri, trovare i compromessi per portare a casa il risultato, senza cambiare i saldi della manovra, proprio nel rispetto delle preoccupazioni Ue. Ecco perché plastic tax, sugar tax e stretta sulle auto aziendali saranno riviste. Il ministro è il primo a volerlo, trovando le coperture necessarie. Così da archiviare presto la manovra 2020 e passare subito a impostare quella per il 2021, che per Gualtieri dovrebbe segnare una svolta, con la riforma dell' Irpef attesa da molti anni. Peccato che l' ambizioso progetto sia zavorrato in partenza dalle solite clausole di salvaguardia per ben 19 miliardi nel 2021 e 25,8 nel 2022.
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[§23202335§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 35 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni
Il ministro alle politiche agricole annuncia emendamenti alla manovra. Aiuti ai pescatori
Il bonus verde anche nel 2020
Miniproroga di un anno. Da Ismea 63 mln per le filiere
LUIGI CHIARELLO
Sette mln e mezzo di euro di budget per prorogare il bonus verde anche nel 2020. A tanto ammonta lo stanziamento contenuto nell' emendamento governativo alla manovra, che punta a rendere fruibile l' incentivo che sostiene la cura del verde negli spazi privati e condominiali per il prossimo anno. Attenzione, solo per il prossimo anno. Si tratta, va ricordato, di una detrazione del 36% ai fini Irpef delle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte di edifici esistenti, di unità immobiliari, pertinenze, recinzioni di giardini e terrazzi; ma il bonus finanzia anche la costruzione di impianti di irrigazione, pozzi, coperture a verde e giardini pensili. E, ovviamente, sostiene il comparto florovivaistico. Accanto ad esso, un altro emendamento presentato sempre dal governo finanzia l' indennità fermo pesca obbligatorio. Lo sblocco delle due misure è stato annunciato ieri dalla ministra alle politiche agricole, Teresa Bellanova, al tavolo con le regioni. Bellanova ha aggiunto: «Stiamo lavorando per integrare la legge di bilancio con altre misure importanti per l' agricoltura»; i due emendamenti governativi, infatti, sono affiancati da altri emendamenti parlamentari di maggioranza che vanno in questa direzione. Oltre a ciò, il capo del dicastero delle Politiche agricole ieri ha spiegato: «La manovra prevede un Collegato Agricoltura che ci consentirà di dare nuove prospettive e futuro al settore e dovrà coordinarsi con il Piano strategico nazionale. Su questo ritengo essenziale il contributo attivo e fattivo delle regioni per rispondere in modo puntuale alle diverse esigenze territoriali. Mi auguro che giungano in tempi celeri indicazioni e proposte». Bellanova ha rivendicato le misure per l' agricoltura già contenute nella legge di bilancio, che ha sintetizzato così: «Azzeramento delI' Irpef agricola per un valore di 200 mln di euro; 80 mln in tre anni sul fondo di solidarietà per l' emergenza cimice asiatica; sgravi contributivi nei primi due anni per i giovani che diventano imprenditori agricoli; 15 mln per favorire gli investimenti delle donne in agricoltura istituendo un Fondo per mutui a tasso zero; 30 mln di euro per l' agroalimentare Made in Italy con interventi per il rafforzamento delle filiere». Ieri la ministra è intervenuta anche sul tema produzione, commentando la delibera di Ismea, che attiva 63 milioni di euro di interventi finanziari a condizioni agevolate per il settore agricolo e agroindustriale; si tratta di una prima grossa tranche di un bando complessivo da 100 milioni di euro. Nelle prossime settimane verranno sbloccati anche i restanti fondi. «Diamo sostegno a quasi 150 mln di euro di nuovi investimenti nelle filiere agroalimentari italiane, in imprese che arriveranno a fatturare quasi 400 milioni di euro anche grazie a questo aiuto. Ringrazio Ismea per il lavoro importante portato avanti
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[§23202335§] giovedì 21 novembre 2019
Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni
con questo primo sblocco di finanziamenti, che dimostra la vitalità di un settore trainante per l' economia nazionale. Questo strumento aiuta a fare innovazione, a dare sviluppo nei territori e porterà alla nascita di nuovi posti di lavoro», ha commentato la ministra. Reazioni. «L' emendamento governativo per la proroga del bonus verde nella manovra risponde alle nostre ripetute sollecitazioni per favorire con le detrazioni fiscali la diffusione di parchi, giardini e terrazzi in città capaci di catturare le polveri e di ridurre il livello di inquinamento», ha commentato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini. Una nota di palazzo Rospigliosi ha poi aggiunto: «Non si può continuare a rincorrere le emergenze, ma bisogna intervenire in modo strutturale favorendo nelle città la diffusione del verde pubblico e privato considerato che una pianta adulta è capace di catturare dall' aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante è in grado di catturare 20 mila kg di anidride carbonica (CO2) all' anno». E ancora: «Il florovivaismo è un settore di punta del Made in Italy, con un valore della produzione attorno ai 2,5 miliardi di euro grazie a 27 mila imprese con oltre 100 mila occupati, impegnate nella coltivazione di oltre 2 mila specie vegetali», ha chiosato Coldiretti. © Riproduzione riservata.
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[§23202336§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 6 Corriere della Sera Fisco e Dichiarazioni
Imu e Tasi, pignoramento dei conti Le nuove regole per chi non paga
Nella manovra riscossione più facile per i Comuni. Il meccanismo non si applica alle multe
Mario Sensini
ROMA «I cittadini non si devono preoccupare, non mi risulta». Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, risponde così a chi gli chiede notizie della possibilità per i Comuni di bloccare i conti correnti dei contribuenti che non pagano i tributi locali. Sarà stato un riflesso condizionato, perché da giorni il premier combatte l' idea di una manovra piena di tasse e trappole fiscali, ma quella norma c' è. È l' articolo 96 della legge di Bilancio già in discussione, al Senato, e dà anche molta soddisfazione ai sindaci, che in questa riforma della riscossione locale, chiesta a gran voce da tempo. Tanto più, osserva il ministero dell' Economia, che ci sono «ancora 19 miliardi non riscossi dagli enti locali». La norma inserita nella legge è molto tecnica e complessa. In sostanza, tende a offrire ai Comuni che riscuotono direttamente i loro tributi di utilizzare gli stessi metodi e strumenti che usa l' Agenzia delle Entrate, l' organismo pubblico che riscuote tasse statali e contributi, e che fino a qualche tempo fa lavorava anche con i Comuni. Che poi scelsero la strada di una riscossione «più umana», ma che oggi si trovano in difficoltà. E vogliono strumenti più efficienti, che la riforma contenuta nella manovra gli consegna, riducendo ad appena 9 mesi, quando oggi ci vogliono anni, il tempo per ottenere, anche forzatamente, la soddisfazione del credito. Da quando scatterà, a gennaio 2020, a meno di un ripensamento, anche tutti gli atti emessi da Comuni, Regioni, Province, Unioni montane dovranno contenere gli elementi necessari per renderli esecutivi. E, dunque, far scattare automaticamente anche eventuali sequestri una volta scaduti i termini per presentare i ricorsi (accorciati da 4 a 2 mesi per i crediti fiscali inferiori a mille euro). Una procedura che oggi, basata su atti diversi, richiede molto più tempo per arrivare all' esecutività della riscossione. Con la riforma, prima dell' avvio concreto della procedura esecutiva, per tutti i crediti inferiori ai 10 mila euro, gli enti locali dovranno inviare anche un sollecito di pagamento al contribuente. Nessun avviso, invece, se il credito è superiore. Il nuovo meccanismo non si applica alle multe, perché le disposizioni non incidono sul Codice della strada. E prevede, in via generalizzata, la possibilità di rateizzare le somme, non meno di 36 rate per i debiti oltre 6 mila euro. Mentre la polemica divampa sui tributi locali, il disegno di legge di Bilancio entra da oggi nel vivo della discussione parlamentare. Tutti i gruppi politici dovranno indicare entro le 15 di oggi alla commissione Bilancio del Senato gli emendamenti "segnalati", ovvero le proposte considerate prioritarie fra quelle presentate.
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[§23202336§] giovedì 21 novembre 2019
Corriere della Sera Fisco e Dichiarazioni
L' obiettivo è scendere da un totale di 4.550 emendamenti a non più di 700, la metà firmati dai partiti della maggioranza e l' altra metà dalle opposizioni. Questa operazione di scrematura dovrebbe concludersi entro domani mentre la prossima settimana l' ufficio di presidenza della commissione procederà alla valutazione di ammissibilità degli emendamenti e quindi comincerà la fase delle votazioni. La manovra è attesa in Aula al Senato il 3 dicembre. Nel pacchetto di emendamenti del Movimento 5 Stelle ce n' è uno che rivoluzionerebbe le cure dentistiche. Obiettivo, dicono i grillini, aiutare le fasce deboli, per le quali il costo del dentista è spesso difficile da sostenere. La proposta (primo firmatario Giovanni Endrizzi) prevede un contributo di 500 euro annui per le cure odontoiatriche alla fascia di popolazione con un Isee «pari o inferiore a 25 mila euro». Ma non è l' unica novità. Se l' emendamento fosse approvato, dal 2022 gli studi odontoiatrici potranno essere solo società tra professionisti (Stp) iscritti all' Albo, escludendo tutte le strutture organizzate con altre modalità. Dunque verrebbero eliminate dal mercato le società odontoiatriche costituite sotto forma di Spa e Srl, dove attualmente i proprietari posso anche non essere medici iscritti all' Albo. Una prospettiva inquietante secondo l' Associazione nazionale dei centri odontoiatrici (Ancod). «Si metterebbero a rischio 17 mila posti di lavoro» e si danneggerebbero le strutture che «oggi offrono soluzioni di qualità alle fasce più deboli non coperte dai livelli essenziali di assistenza». Arrivano infine i primi emendamenti per Venezia del governo, che ha già stanziato fondi per l' emergenza. Il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, chiede di riconoscere alla zona di Porto Marghera e dei Comuni del Polesine lo status di «Zona Economica Speciale».
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[§23202337§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 1 Corriere della Sera Fisco e Dichiarazioni
Manovra, via libera da Bruxelles: ma attenti al debito. Salva-Stati, Conte a Salvini: hai votato anche tu
Imu, stretta su chi non paga
Pignoramenti possibili dai Comuni anche per la Tasi. Alitalia tutto da rifare
Potrebbe scattare il pignoramento dei conti correnti per chi non paga tasse come Imu e Tasi. Le nuove regole sono contenute nella manovra in fase di approvazione in Parlamento, ma che ha già avuto il parere favorevole da Bruxelles. Il provvedimento ha come obiettivo la riscossione più facile per i Comuni delle tasse locali. Il meccanismo non si applica alle multe. Conte attacca Salvini sul fondo Salva-Stati. da pagina 2 a pagina 11 e a pagina 34.
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[§23202338§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 3 La Nazione Fisco e Dichiarazioni
Multe e imposte locali non pagate Un tesoro che vale 19 miliardi
I mancati incassi hanno aperto una voragine nei bilanci. Solo a Roma un buco da 750 milioni
di Antonio Troise ROMA Il bottino è ricco. Ricchissimo. Dieci miliardi di euro, un terzo dell' intera manovra economica, poco meno della metà della cifra che l' esecutivo ha dovuto trovare per fermare l' aumento dell' Iva. E, invece, eccolo il tesoro nascosto nei bilanci degli enti locali, la dote delle tasse non pagate dai furbetti del fisco locale. Imposte che, da ora in poi, potrebbe essere più difficile aggirare, dal momento che anche i Comuni potranno pignorare, più facilmente, i conti correnti degli evasori. Per ora, nel mirino dei sindaci, non ci sono ancora le multe. La manovra economica non lo prevede. Ma se gli enti locali dovessero mettere mani anche su questo versante, la dote a disposizione aumenterebbe ancora arrivando sui 19 miliardi di euro. Un gruzzolo che fa gola a molti. Del resto, se è vero che una famiglia su cinque continua ad evadere la tassa dei rifiuti e che solo 4 automobilisti su dieci pagano le multe, il calcolo dei denari che continuano a mancare nelle casse asfittiche degli enti locali è abbastanza semplice. Secondo alcune elaborazioni sui dati del Mef e della Corte dei Conti Entrate, i mancati incassi di Imu, Tasi, Tari, addizionale Irpef e imposte varie (dalla pubblicità alle insegne), hanno aperto un buco di almeno 10 miliardi nei bilanci dei Comuni. Con differenze considerevoli, per la verità, fra le diverse aree del Paese. In genere i Comuni del Nord, sono più bravi a farsi rispettare e ad incassare. Mentre, nel Centro-Sud, si aprono delle vere e proprie voragini. In coda alla classifica troviamo, ad esempio, Avellino, che raccoglie appena il 55% del dovuto, seguita da Reggio Calabria. E, poi, via via, ci sono Latina, Livorno, Lodi e Macerata, con percentuali poco al di sopra del 40%. Vanno benissimo le cose a Genova, che riesce ad incassare quasi il 90% dei tributi previsti. Mentre, a Roma, il buco delle tasse non pagate è di 750 milioni. A Napoli mancano all' appello 285 milioni, a Palermo 192. Complessivamente, sui 7.473 comuni che hanno trasmesso le informazioni alla banca dati del Mef, solo il 305 raggiunge il 1105 dell' accertato, 244 hanno raccolto meno del 50% e la restante parte non raggiunge il 30%. Una vera e propria debacle. Ma la situazione è addirittura più pesante se consideriamo il capitolo delle multe che gli automobilisti indisciplinati 'dimenticano' di pagare. Un conto impressionante, circa 9 miliardi di euro, 100 euro ad abitante, considerando anche bambini e anziani. Anche su questo versante, però, l' Italia è fatta di tante piccole repubbliche, con situazioni davvero diverse l' una dall' altra. In cima alla lista dei Comuni che proprio non riescono a farsi rispettare c' è la Capitale che, da sola, ha multe arretrata da incassa per circa 2 miliardi di euro, quasi 680
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[§23202338§] giovedì 21 novembre 2019
La Nazione Fisco e Dichiarazioni
euro per ogni cittadino romani. Un record. Secondo i dati elaborati dalla Cgia di Mestre, appena il 32% delle multe inflitte dai vigili nei Comuni del Sud si trasforma in una entrata per le casse locali. Il resto si perde fra prescrizioni e mancate riscossioni. Non vanno molto meglio le cose al Centro, che si piazza poco più su, al 33%: anche se qui pesa sulla media la pessima performance di Roma. Nel Nord-Est la percentuale di incasso è circa il 46%. Mentre i Comuni più virtuosi sono nel Nord-Ovest, con il 58,9% di riscossioni. Le Amministrazioni comunali più virtuose sono state quelle del Friuli Venezia Giulia col 63,4%. Subito dopo troviamo la Valle d' Aosta con il 62,6%. Non mancano le eccezioni anche al Sud: la Basilicata, infatti, ha percentuali che non sfigurano con quelle delle amministrazioni settentrionali: riesce ad incassare il 61,7% delle multe dovute. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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[§23202339§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 2 La Nazione Fisco e Dichiarazioni
Pignoramenti sprint, è scontro
Gli enti locali potranno bloccare i conti correnti per le tasse non versate Le multe dovrebbero restare fuori. Forza Italia: testo vago, così si crea il panico
di Antonella Coppari ROMA Se il governo avesse voluto favorire Salvini non avrebbe potuto fare di meglio. L' ultima trovata ha scatenato una valanga di proteste a destra: il pignoramento 'sprint' di conti correnti o di parte dello stipendio nei confronti di chi non ha pagato le tasse locali. «Siamo all' Unione sovietica fiscale, allo stato di polizia fiscale», riassume umori comuni anche alla sua base il leader della Lega. La maggioranza insiste che si tratta di una fake news, una notizia falsa; i giallorossi assicurano che «nei fatti» non cambierà niente: «Il blocco è già previsto, si elimina solo il doppio avviso al contribuente». E poco importa se le multe «ad ora» restano fuori, benché sia circolata la voce che sarebbe allo studio un emendamento per includerle. Il giro di vite è invece indiscutibile, in linea peraltro con la politica di un governo che ha promesso a più riprese una lotta senza quartiere all' evasione fiscale. E se così non fosse, sarebbe forse anche peggio. L' esecutivo sarebbe infatti riuscito nella missione di procurarsi il massimo danno di immagine possibile senza nemmeno avere in cambio un parziale introito. Sempre che nei prossimi giorni non prevalgano considerazioni più utilitaristiche con conseguente nuova retromarcia. Il primo a rendersi conto del passo falso è proprio il premier. «I cittadini - si affretta a dichiarare - non devono preoccuparsi, non mi risulta». Risulta in compenso agli atti che l' articolo 96 - mettendo nero su bianco una proposta del viceministro all' Economia Laura Castelli (M5s) - riformi la procedura di riscossione per cui il Comune, in caso di Imu o Tari non pagate, può agire come l' Agenzia delle Entrate e bloccare più rapidamente il conto corrente del cittadino moroso. In sostanza, dal prossimo anno non ci sarebbe più bisogno della cartella esattoriale, basterà l' avviso di accertamento per innescare il sistema: entro tre mesi dalla notifica dei mancati pagamenti, gli enti locali potranno attivare le procedure di riscossione, che verranno sospese per altri 6 mesi per consentire agli interessati di mettersi in regola. Fermi restando i limiti e le scadenze intermedie che garantiscono i cittadini dal momento in cui viene emesso il bollettino per la tassa locale fino all' esecuzione forzosa con il pignoramento. Fra l' altro, gli enti locali avranno anche l' obbligo dell' invio di un sollecito di pagamento per il recupero di importi fino a 10mila euro, e i debitori potranno scaglionare le rate fino a un massimo di 72. Fonti di governo spiegano che si tratta di una semplificazione che non riduce le tutele a favore del
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[§23202339§] giovedì 21 novembre 2019
La Nazione Fisco e Dichiarazioni
contribuente, ma ha l' obiettivo di rendere gli enti locali più incisivi nei confronti di chi evade le tasse, come pure richiesto dall' Anci. Però la destra non ci sta. Se Salvini scende in campo pesantemente e, come fa di solito, non le manda a dire al premier e al suo governo, anche gli azzurri in questo caso non sono da meno. «Delle due l' una: il presidente del consiglio mente oppure ignora che all' articolo 96 della Legge di bilancio si prevede che gli enti locali possano, attraverso le agenzie per riscossione, pignorare i conti correnti di cittadini debitori di tributi locali dopo la mancata risposta all' avviso di pagamento», sottolinea il senatore forzista Cangini. Durissima anche la capogruppo dei deputati Gelmini: «È una misura da stato di Polizia fiscale. Grazie alla manovra giallorossa gli enti locali potranno procedure ad azioni esecutive senza neanche aspettare l' emissione di una cartella esattoriale». E il collega Baldelli chiosa: «Il testo risulta vago e interpretabile. Il governo si deve rendere conto che queste norme creano un effetto panico. Deve chiarire». © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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[§23202340§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 7 Il Messaggero Fisco e Dichiarazioni
Più facile per i Comuni pignorare i conti correnti per recuperare le tasse
IL PROVVEDIMENTO ROMA Per recuperare i tributi non pagati Comuni, Province e città metropolitane potranno usare più facilmente i mezzi della riscossione coattiva (compreso il pignoramento di quota dello stipendio sul conto corrente) grazie alla riforma della materia inclusa nella legge di Bilancio. La novità non riguarda però le multe stradali, che ricadono in una diversa normativa. L' articolo 96 fa parte del testo trasmesso dal governo al Senato, corredato da una relazione illustrativa che ne precisa i contorni. Ma ieri il tema è improvvisamente balzato al centro della discussione politica, con Matteo Salvini che ha tirato in ballo addirittura l' Unione Sovietica, e il presidente del Consiglio che ha voluto rassicurare i cittadini: «Non si devono preoccupare». LO STRUMENTO Essenzialmente, il nuovo strumento in mano agli enti locali è l' esecutività degli accertamenti, già prevista a certe condizioni per i tributi statali. Attualmente, i Comuni e gli altri enti locali hanno due opzioni per intervenire sui contribuenti: l' iscrizione a ruolo e l' ingiunzione. Nel primo caso il ruolo di esattore è affidato normalmente ad un soggetto esterno che spesso (ma non sempre) è Agenzia delle Entrate-Riscossione (l' ex Equitalia). Nel secondo può essere svolto direttamente dallo stesso Comune. Le azioni esecutive sono di vario tipo, dal pignoramento immobiliare (per crediti superiori a 120 mila euro, con esclusione della prima casa) al pignoramento dei crediti presso terzi; in questa casistica ricade anche l' espropriazione di una quota dello stipendio che affluisce sul conto corrente della banca, con limiti in proporzione all' entità della retribuzione stessa. Con il nuovo meccanismo la procedura diventa più semplice, nel senso che si prevede che gli atti di accertamento, una volta decorsi i termini, possano diventare esecutivi in modo da permettere il passaggio alle procedure esecutive e cautelari. L' esecutività scatta dopo tre mesi e al termine di questo periodo ne inizia un altro di sospensione della durata di sei mesi, durante il quale il contribuente ha la possibilità di mettersi in regola. La procedura quindi potrebbe prendere complessivamente sei mesi. È prevista anche la possibilità di rateizzare i debiti mentre al momento non sarebbero previsti altri strumenti tipici della normativa statale come il ravvedimento operoso, anche se sono stati sollecitati emendamenti in tal senso. Come già detto, le nuove norme riguardano i vari tributi comunali (Imu, Tari etc.) e le entrate patrimoniali, ma non le multe stradali; né risulta che al momento siano stati presentati emendamenti per includerle. LE CURE Un altro tema caldo è invece stato introdotto proprio da un emendamento e riguarda le cure odontoiatriche. Una proposta del Movimento Cinque stelle prevede l' erogazione di un contributo annuo
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[§23202340§] giovedì 21 novembre 2019
Il Messaggero Fisco e Dichiarazioni
di 500 euro «alle fasce di reddito meno abbienti, con un reddito Isee pari o inferiore a 25.000 euro, con particolare attenzione ai minori, alle famiglie monoreddito con figli, alle famiglie numerose, agli anziani e in genere alle categorie deboli». Servirà naturalmente un successivo provvedimento ministeriale per definire i contorni dell' intervento, che dato lo stanziamento di 5 milioni di euro potrà riguardare al massimo 10 mila soggetti. Lo stesso emendamento però punta a vietare dal 2022 l' esercizio dell' attività odontoiatrica in forma societaria alle società diverse da quelle di professionisti. In pratica uno stop alle strutture che si sono organizzate in forma diversa (ad esempio come Spa o Srl). L' iniziativa ha provocato la reazione di queste strutture, organizzate nell' Ancod (Associazione nazionale dei centri odontoiatrici) secondo la quale l' esclusione dal mercato delle altre società metterebbe a rischio circa 17 mila posti di lavoro nel settore. Luca Cifoni © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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[§23202341§] giovedì 21 novembre 2019
EutekneInfo
Fisco e Dichiarazioni
Pronti i codici per recuperare lo sconto sul corrispettivo per eco e sisma bonus
Affinché i crediti possano essere utilizzati, è necessario che il fornitore confermi l' esercizio dell' opzione e attesti l' effettuazione dello sconto
I fornitori che hanno effettuato interventi per i beneficiari di eco o sisma bonus e che hanno praticato lo sconto sul corrispettivo possono recuperare tale sconto sotto forma di credito d' imposta inserendo nel modello F24 rispettivamente i codici tributo "6908" (per l' ecobonus) o "6909" (per il sisma bonus), istituiti dall' Agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 96 di ieri. Si ricorda che l' art. 10 commi 1 e 2 del DL 34/2019 ha consentito ai soggetti beneficiari delle detrazioni per interventi di riqualificazione energetica e di riduzione del rischio sismico di optare, invece dell' utilizzo diretto di tali detrazioni, per un contributo di pari ammontare sotto forma di sconto sul corrispettivo . Tale sconto viene anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi, il quale recupera la somma con un credito d' imposta in cinque quote annuali di pari importo da usare in compensazione con il modello F24. Il fornitore può inoltre cedere il credito ai propri fornitori di beni e servizi, mentre non è possibile che questi ultimi lo cedano a loro volta né che il credito possa essere ceduto a istituti di credito o a intermediari finanziari. Le modalità di attuazione sono state definite con Provvedimento del Direttore dell' Agenzia delle Entrate del 31 luglio 2019 : si prevede, tra l' altro, che lo sconto possa essere recuperato dal fornitore dal giorno 10 del mese successivo a quello in cui il soggetto beneficiario della detrazione ha comunicato all' Amministrazione finanziaria l' esercizio dell' opzione. Dunque, per consentire ai fornitori e agli eventuali cessionari l' utilizzo in compensazione del credito d' imposta, sono stati istituiti i codici tributo "6908" denominato "ECOBONUS - Recupero dello sconto praticato dalfornitore - articolo 14 , comma 3.1, del decreto-legge n. 63/2013, e succ. modif." e "6909" denominato "SISMABONUS - Recupero dello sconto praticato dal fornitore - articolo 16 , comma 1- octies , del decreto-legge n. 63/2013, e succ. modif.". L' Agenzia precisa che i crediti utilizzabili in compensazione sono quelli risultanti dalle comunicazioni di esercizio dell' opzione per lo sconto, inviate all' Agenzia delle Entrate dai soggetti aventi diritto alle detrazioni. Affinché i crediti possano essere utilizzati, è necessario che il fornitore confermi l' esercizio dell' opzione e attesti l' effettuazione dello sconto, con le funzionalità dell' area riservata del sito internet dell' Agenzia delle Entrate. In fase di elaborazione dei modelli F24, vengono effettuati i controlli automatizzati per verificare che l' ammontare dei crediti utilizzati in compensazione non ecceda l' importo della quota disponibile per ciascuna annualità, pena lo scarto del modello F24, che viene comunicato telematicamente dall' Agenzia. Le istruzioni alla compilazione del modello F24 sottolineano che nel campo " anno di riferimento " è indicato l' anno in cui è utilizzabile la quota del credito d' imposta a fronte dello sconto praticato, nel formato "AAAA".
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[§23202341§] giovedì 21 novembre 2019
EutekneInfo
Fisco e Dichiarazioni
Nell' esempio fornito dall' Agenzia delle Entrate, in caso di utilizzo in compensazione della prima quota del credito, nel modello F24 dovrà essere indicato l' anno di riferimento "2019"; per l' utilizzo in compensazione della seconda quota (fruibile dal 1° gennaio 2020), dovrà essere indicato l' anno di riferimento "2020" e così via. La quota di credito che non è utilizzata in compensazione nell' anno di fruibilità può essere utilizzata negli anni successivi, indicando comunque, quale anno di riferimento, l' anno originario di fruibilità. Infine, con la risoluzione n. 94 di ieri, l' Agenzia delle Entrate è intervenuta anche sui codici tributo relativi ai crediti d' imposta corrispondenti alle detrazioni ex art. 16 comma 1- septies del DL 63/2013 ed ex art. 16- bis comma 1 lett. h) del TUIR, che ora hanno una nuova denominazione: - "6890" denominato "ECOBONUS - Utilizzo in compensazione del credito d' imposta ceduto - art. 14, commi 2- ter e 2-sexies, del D.L. n. 63 del 2013 - art. 10 , comma 3- bis , del D.L. n. 34 del 2019"; - "6891" denominato "SISMABONUS - Utilizzo in compensazione del credito d' imposta ceduto - art. 16, commi 1-quinquies e 1- septies , del D.L. n. 63 del 2013". Anche in questo caso sono fornite analoghe istruzioni per la compilazione. In particolare,il campo "anno di riferimento" deve essere valorizzato con l' anno in cui è utilizzabile in compensazione la quota annuale del credito ceduto. Dunque, per le spese sostenute nel 2018, in caso di utilizzo in compensazione della prima quota, nel modello F24 dovrà essere indicato l' anno di riferimento "2019"; per l' utilizzo in compensazione della seconda quota (fruibile dal 1° gennaio 2020), dovrà essere indicato l' anno di riferimento "2020". La quota di credito non è utilizzata in compensazione nell' anno di fruibilità può essere utilizzata negli anni successivi, indicando comunque, quale anno di riferimento, l' anno originario di fruibilità.
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[§23202342§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 3 La Nazione Fisco e Dichiarazioni
La tassa più odiata
Salasso Tari: aumenti in mezz' Italia Sud più caro, Trentino economico
In Campania rifiuti al top Catania la città più costosa Nel 2019 spesi in media 300 euro a famiglia
di Elena G. Polidori ROMA È una delle tasse più odiate dagli italiani, la Tari, che nel 2019 è arrivata a toccare la media nazionale di 300 euro a famiglia. Ma con differenze territoriali molto marcate. La regione più economica è il Trentino, con 190 euro, la più costosa la Campania con 421 euro. Catania il capoluogo di provincia più costoso (504 euro e un aumento del 15,9% rispetto al 2018), Potenza il più economico (121 euro e un decremento del 13,7% rispetto al 2018). nella legge di Bilancio, ora in discussione, è anche previsto l' accorpamento di Imu e Tasi, in nome della semplificazione fiscale, ma secondo Confedilizia la «semplificazione» potrebbe produrre significativi aumenti per le famiglie. Intanto, analizzando le tariffe Tari dei 112 capoluoghi di provincia esaminati, sono state riscontrate variazioni in aumento in circa la metà, 51 capoluoghi; tariffe stabili in 27 capoluoghi e in diminuzione in 34. A Matera l' incremento più elevato (+19,1%), a Trapani la diminuzione più consistente (-16,8%). A livello di aree geografiche, i rifiuti costano meno al Nord (in media 258 euro), segue il Centro (299 euro), infine il Sud, più costoso (351 euro). Le dieci città più costose, con una spesa annua che supera i 400 euro, sono tutte collocate al Sud, mentre nella top ten delle più economiche solo tre sono meridionali, ossia Potenza, Vibo Valentia e Isernia. Sorprende il dato di Roma, in perenne emergenza rifiuti, che resta la più cara a livello regionale con una spesa di 378 euro (con un decremento del 4,1% rispetto al 2018) a fronte di una media regionale di 300 euro medi. Eppure, per il rapporto Rifiuti urbani 2018 dell' Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), gli italiani nel 2017 hanno prodotto meno rifiuti (29,6 milioni di tonnellate, -1,7% rispetto al 2016). La maggioranza dei rifiuti urbani in Italia è prodotta nel nord (47%) seguito dal sud con il 31% e infine dal centro (22%). La media nazionale di raccolta differenziata ha raggiunto il 55,5% (+3 punti rispetto al 2016) mentre il 23% finisce in discarica. Percentuali più elevate di raccolta differenziata in Veneto (73,6%), e Trentino Alto Adige (72%). © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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[§23202343§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 1 La Stampa Fisco e Dichiarazioni
Sono 12 mila i posti in bilico, non decolla l' ipotesi di un consorzio
Si blocca il salvataggio Alitalia corre il rischio di fare la fine dell' Ilva
Manovra: i sindaci potrebbero pignorare i conti a chi non paga Imu e Tari Salva-Stati: favorevole il Tesoro, ma Conte si oppone al via libera all' Ue
Il salvataggio di Alitalia non decolla: la compagnia di bandiera, fra proroghe e rinvii, corre il rischio di finire come l' Ilva. Sono 12 mila i posti di lavoro in bilico. Tra gli emendamenti alla manovra anche quello che prevede il pignoramento dei conti correnti a chi non paga Imu e Tari. Servizi- PP. 4-7.
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[§23202344§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 7 La Stampa Fisco e Dichiarazioni
Salvini contro la misura in manovra: «Stato di polizia fiscale, come in Unione Sovietica»
Stretta su chi non paga Imu e Tari I Comuni potranno pignorare i conti correnti in tempi rapidi
MARCO BRESOLIN FRANCESCA SCHIANCHI
marco bresolin francesca Schianchi bruxelles-roma I Comuni potranno pignorare in tempi più rapidi il conto corrente a chi non paga l' Imu, la tassa sui rifiuti o altre imposte locali. Nel giorno in cui il premier Giuseppe Conte è ospite all' assemblea annuale dei sindaci italiani, mentre garantisce che «varie misure» a favore degli ottomila campanili del Paese sono contenute in legge di bilancio, la misura contenuta nell' articolo 96 della legge di bilancio scatena la polemica. Tanto che il presidente del consiglio si affretta a dichiarare che «i cittadini non si devono preoccupare, non mi risulta». Già oggi i Comuni possono arrivare a pignorare conti o beni, come l' auto, per ottenere il pagamento di tasse non versate: si calcola che siano circa 19 miliardi di euro. Il percorso prevede che prima arrivi l' accertamento, con la richiesta di saldare il debito, poi, se il cittadino non provvede a pagare il dovuto, l' emissione della cartella esattoriale. La nuova norma intende invece accelerare i tempi, rendendo accertamento e cartella un unico passaggio: per comuni e province, quindi, si tratterebbe di comportarsi come un' agenzia di riscossione nazionale, eccetto per le multe stradali, escluse dalla norma, come si affretta a dire in serata il viceministro Antonio Misiani («il pignoramento per le multe non pagate non c' è e non ci sarà»). «Siamo allo stato di polizia fiscale, all' Unione sovietica», tuona il leader della Lega, Matteo Salvini, seguito da altri esponenti dell' opposizione. Sul testo depositato alla Camera pendono oltre 4500 emendamenti: entro oggi pomeriggio le forze politiche ne dovranno «segnalare» 700, dovranno cioè indicare ritenuti irrinunciabili. Per ora, le modifiche sono le più varie: dal contributo di 500 euro per le cure dentistiche proposto dal M5S (per chi ha un reddito Isee massimo di 25mila euro) al tentativo, previsto da un emendamento Pd-Cinque stelle, di favorire la micromobilità elettrica, a partire dai monopattini. Ancora, dal ministro del Sud Giuseppe Provenzano arriva l' emendamento che propone di estendere all' area del Porto di Marghera e dei comuni del Polesine lo status di Zona economica speciale (Zes). Sulla manovra, intanto, pesa il verdetto della Commissione europea. Ieri l' esecutivo Ue ha pubblicato la sua opinione e ha stimato un buco di circa cinque miliardi e mezzo di euro. Si tratta di una valutazione ottimistica perché tiene già conto della flessibilità richiesta dall' Italia per il piano contro il dissesto idrogeologico (non ancora concessa ufficialmente), che per il 2020 è pari allo 0,2% del Pil, e di un ulteriore margine di deviazione consentito dalle regole (0,4%, arrotondato dai tecnici in modo generoso). Ecco, anche al netto di questo, lo sforamento residuo (si parte da una deviazione dello 0,9%) è pari allo 0,3% del Pil: 5,4 miliardi. C' è dunque il rischio che in primavera la Commissione presenti
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[§23202344§] giovedì 21 novembre 2019
La Stampa Fisco e Dichiarazioni
il conto, anche se il premier ostenta tranquillità: «È una manovra solida e ragionevolmente espansiva, con Bruxelles non avremo problemi». La Commissione non ha chiesto ieri una manovra correttiva per una serie di motivi: il primo è che questo governo gode di un sostegno politico che l' esecutivo Ue non ha mai nascosto. Ma c' è anche un' altra ragione: questa Commissione ha ancora dieci giorni di vita, dopodiché dovrà fare posto a quella guidata da Ursula von der Leyen (di cui farà parte per l' Italia, col ruolo di commissario all' Economia, Paolo Gentiloni). Meglio dunque lasciare l' incombenza a chi verrà dopo. Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis hanno però invitato il governo «ad adottare le misure necessarie per garantire che la manovra 2020 sia conforme al Patto di Stabilità». Nessuna imposizione, per il momento, ma un chiaro avvertimento. Poi i conti si faranno in primavera, quando la Commissione stilerà anche un nuovo rapporto sul debito. Cosa potrà succedere? Difficile dirlo ora: molto dipenderà dall' evoluzione dei conti pubblici. Nel caso in cui persistesse questa «deviazione significativa», Bruxelles potrebbe compiere diversi passi: dalla richiesta di una manovra correttiva fino a una nuova minaccia di aprire una procedura per debito. - © RIPRODUZIONE RISERVATA il caso La Commissione Ue prevede un buco di 5,5 miliardi di euro per l' Italia prospekt.
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[§23202346§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 34 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni
Gli impegni del presidente del consiglio all' assemblea Anci. Decaro: emergenza risorse
Strutturale il Fondo periferie
Conte: indennità più alte per i sindaci dei mini-enti
PAGINA A CURA DI FRANCESCO CERISANO*
Il Fondo periferie diventerà strutturale come chiesto dall' Anci. E il governo «farà il massimo sforzo per innalzare le indennità dei sindaci dei piccoli comuni», mentre sulla semplificazione è in arrivo un disegno di legge delega collegato alla Manovra. Il presidente del consiglio Giuseppe Conte, in attesa di incontrare i vertici dell' Anci il 27 novembre a palazzo Chigi, ha recapitato all' assemblea dell' Associazione in corso di svolgimento ad Arezzo tre buone notizie che costituiscono altrettante aperture alle richieste poste dal presidente Antonio Decaro (si veda ItaliaOggi di ieri). Conte ha rivendicato le tante misure espansive per gli enti contenute in una Manovra che abbandona la logica dei tagli lineari e dopo anni di austerity smette di fare cassa sulla pelle dei comuni. In primis c' è il rifinanziamento del Fondo di 500 milioni per l' efficientamento energetico, lo sviluppo sostenibile delle scuole e degli edifici pubblici e l' eliminazione delle barriere architettoniche. Senza dimenticare i 9 mld stanziati dal 2021 al 2034 per la rigenerazione urbana e i 2,7 miliardi per finanziare le spese di progettazione dei municipi. Misure che, secondo il premier, servono a rilanciare i comuni e l' Italia, visto che, ha ammesso Conte, «senza i comuni le riforme che abbiamo in mente non potrebbero trovare attuazione». Venendo ai temi, sempre molto sentiti, della finanza locale, il presidente del consiglio ha confermato il rifinanziamento del fondo Imu-Tasi con 330 milioni l' anno per il prossimo triennio che andranno a beneficio di 1.400 comuni. Confermato anche il piano rinegoziazione dei mutui dei comuni che, sulla falsariga di quanto previsto per il debito di Roma, potranno essere ricontrattati attraverso un meccanismo di accollo da parte dello Stato che sarà definito con decreto del Mef. Via libera anche all' aumento da 3 a 5/12 (delle entrate) delle anticipazioni di tesoreria, mentre per quanto riguarda la richiesta Anci di rallentare il percorso di crescita degli accantonamenti al Fondo crediti di dubbia esigibilità, il premier per il momento ha tenuto in sospeso i sindaci, rinviando il tema all' incontro del 27 novembre. Decaro ha apprezzato le aperture del premier ma ha rilanciato l' emergenza risorse soprattutto sulla spesa corrente. «Abbiamo capito che il percorso è molto stretto perché hanno dovuto tamponare l' aumento dell' Iva. Abbiamo dimostrato che tra il mancato ristoro del taglio del dl 66, del fondo crediti dubbia esigibilità, il fondo debiti commerciali, quest' anno rischiamo di perdere un miliardo di euro. Nella migliore delle ipotesi sono minori servizi per i cittadini, nel peggiore dei casi mandiamo in default i bilanci dei comuni e altri in dissesto o pre dissesto», ha osservato il presidente dell' Anci,
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[§23202346§] giovedì 21 novembre 2019
Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni
che ha aggiunto: «ho capito che il governo sta lavorando a una proposta che forse ci farà il 27 novembre a palazzo Chigi. Almeno sul fondo crediti dubbia esigibilità dobbiamo ottenere un rallentamento, perché se stanno facendo nuove norme per migliorare il sistema di riscossione fermo al regio decreto del 1910 poi non ci possono chiedere di fare la media del non riscosso degli ultimi 5 anni e metterlo in un fondo che viene congelato e quindi ci riducono le risorse da mettere a bilancio. Bisogna porre rimedio e spero che il 27 ci diano risposte positive». Infine il capitolo semplificazione, tema molto caro all' Anci che ha presentato un progetto di legge, chiamato «Liberiamo i sindaci» che sta muovendo i primi passi in parlamento. Il governo, ha detto Conte, intende anticipare alcune proposte dei sindaci ma al tempo stesso andare oltre per «realizzare una semplificazione di ampio respiro e a tutti i livelli». Per questo, ha anticipato il presidente del consiglio, il governo è al lavoro su un disegno di legge delega in materia di semplificazione che si occuperà anche della carenza di segretari comunali, vera emergenza soprattutto nei piccoli comuni che, ha assicurato il premier, «verrà presto risolta grazie alla velocizzazione delle procedure del Corso- concorso per 200 segretari e ad altre misure specificamente rivolte ai piccoli comuni privi di tale figura». * da Arezzo © Riproduzione riservata.
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[§23202347§] giovedì 21 novembre 2019
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Fisco e Dichiarazioni
Sul bonus verde miniproroga di un anno
Sette mln e mezzo di euro di budget per prorogare il bonus verde anche nel 2020. A tanto ammonta lo stanziamento contenuto nell' emendamento governativo alla manovra, che punta a rendere fruibile l' incentivo che sostiene la cura del verde negli spazi privati e condominiali per il prossimo anno
Sette mln e mezzo di euro di budget per prorogare il bonus verde anche nel 2020. A tanto ammonta lo stanziamento contenuto nell' emendamento governativo alla manovra, che punta a rendere fruibile l' incentivo che sostiene la cura del verde negli spazi privati e condominiali per il prossimo anno. Attenzione, solo per il prossimo anno. Si tratta, va ricordato, di una detrazione del 36% ai fini Irpef delle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte di edifici esistenti, di unità immobiliari, pertinenze, recinzioni di giardini e terrazzi; ma il bonus finanzia anche la costruzione di impianti di irrigazione, pozzi, coperture a verde e giardini pensili. E, ovviamente, sostiene il comparto florovivaistico. Accanto ad esso, un altro emendamento presentato sempre dal governo finanzia l' indennità fermo pesca obbligatorio. Lo sblocco delle due misure è stato annunciato ieri dalla ministra alle politiche agricole, Teresa Bellanova, al tavolo con le regioni. Bellanova ha aggiunto: «Stiamo lavorando per integrare la legge di bilancio con altre misure importanti per l' agricoltura»; i due emendamenti governativi, infatti, sono affiancati da altri emendamenti parlamentari di maggioranza che vanno in questa direzione. Oltre a ciò, il capo del dicastero delle Politiche agricole ieri ha spiegato: «La manovra prevede un Collegato Agricoltura che ci consentirà di dare nuove prospettive e futuro al settore e dovrà coordinarsi con il Piano strategico nazionale. Su questo ritengo essenziale il contributo attivo e fattivo delle regioni per rispondere in modo puntuale alle diverse esigenze territoriali. Mi auguro che giungano in tempi celeri indicazioni e proposte». Bellanova ha rivendicato le misure per l' agricoltura già contenute nella legge di bilancio, che ha sintetizzato così: «Azzeramento delI' Irpef agricola per un valore di 200 mln di euro; 80 mln in tre anni sul fondo di solidarietà per l' emergenza cimice asiatica; sgravi contributivi nei primi due anni per i giovani che diventano imprenditori agricoli; 15 mln per favorire gli investimenti delle donne in agricoltura istituendo un Fondo per mutui a tasso zero; 30 mln di euro per l' agroalimentare Made in Italy con interventi per il rafforzamento delle filiere». Ieri la ministra è intervenuta anche sul tema produzione, commentando la delibera di Ismea, che attiva 63 milioni di euro di interventi finanziari a condizioni agevolate per il settore agricolo e agroindustriale; si tratta di una prima grossa tranche di un bando complessivo da 100 milioni di euro. Nelle prossime settimane verranno sbloccati anche i restanti fondi. «Diamo sostegno a quasi 150 mln di euro di nuovi investimenti nelle filiere agroalimentari italiane, in imprese che arriveranno a fatturare quasi 400 milioni di euro anche grazie a questo aiuto. Ringrazio Ismea per il lavoro importante portato avanti
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[§23202347§] giovedì 21 novembre 2019
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Fisco e Dichiarazioni
con questo primo sblocco di finanziamenti, che dimostra la vitalità di un settore trainante per l' economia nazionale. Questo strumento aiuta a fare innovazione, a dare sviluppo nei territori e porterà alla nascita di nuovi posti di lavoro», ha commentato la ministra. Reazioni. «L' emendamento governativo per la proroga del bonus verde nella manovra risponde alle nostre ripetute sollecitazioni per favorire con le detrazioni fiscali la diffusione di parchi, giardini e terrazzi in città capaci di catturare le polveri e di ridurre il livello di inquinamento», ha commentato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini. Una nota di palazzo Rospigliosi ha poi aggiunto: «Non si può continuare a rincorrere le emergenze, ma bisogna intervenire in modo strutturale favorendo nelle città la diffusione del verde pubblico e privato considerato che una pianta adulta è capace di catturare dall' aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante è in grado di catturare 20 mila kg di anidride carbonica (CO2) all' anno». E ancora: «Il florovivaismo è un settore di punta del Made in Italy, con un valore della produzione attorno ai 2,5 miliardi di euro grazie a 27 mila imprese con oltre 100 mila occupati, impegnate nella coltivazione di oltre 2 mila specie vegetali», ha chiosato Coldiretti. © Riproduzione riservata.
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[§23202309§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 32 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni
Le norme sulla decadenza dei vertici al cambio del governo al vaglio della Consulta
Agenzie fiscali, caos su nomine
Il rischio incostituzionalità fa spuntare la conferma
CRISTINA BARTELLI
Caos sulle nomine dei vertici delle Agenzie fiscali. Possibile la riconferma degli attuali direttori per evitare che una pronuncia della Corte costituzionale decapiti la macchina amministrativa che deve garantire allo stato almeno 14 mld di euro dalla lotta all' evasione (secondo quanto fissato nella convenzione triennale). È questo uno degli scenari che emergono dopo la sentenza del tribunale del lavoro di Roma (si veda ItaliaOggi del 20/11/19) che ha rinviato gli atti alla consulta per questione di costituzionalità sullo spoils system applicato ai direttori delle agenzie fiscali. A legislazione vigente, le nomine sarebbero previste entro il 6 dicembre prossimo e l' esecutivo poteva avere due strade: la prima, scegliere nuove figure professionali e fare un passaggio di consegne tra gli attuali direttori dell' agenzia delle entrate, Antonino Maggiore e delle dogane, Benedetto Mineo, oppure, la seconda, non indicare nessuno. In questo caso i due direttori sarebbero decaduti e al loro posto sarebbero subentrate figure interne all' amministrazione con il ruolo di direttore vicario. Ma ora, dopo la sentenza, entrambe le scelte potrebbero essere soggette a censura da parte della Corte costituzionale in quanto applicazione di una norma che probabilmente sarà dichiarata illegittima. Ecco dunque profilarsi all' orizzonte la possibilità di «blindare» la macchina amministrativa confermando gli attuali vertici e mantenendo così la durata contrattuale della nomina dei tre anni. I giudici del tribunale del lavoro nella sentenza sul caso sollevato dal direttore delle Dogane Giovanni Kessler pur cassando la richiesta di quest' ultimo sulle indennità percepite, hanno riconosciuto che la funzione del direttore dell' Agenzia non è un incarico politico ma bensì amministrativo dovendosi rispettare pertanto la durata contrattuale indicata nei tre anni. A sostegno di ciò i giudici hanno portato la convenzione stipulata tra il ministero dell' economia e l' Agenzia delle Dogane che ha durata triennale. I sindacati delle Agenzie fiscali attendono gli sviluppi della vicenda con uno sguardo al prossimo 6 dicembre. «Non sappiamo cosa succederà il 6 dicembre ma possiamo dire che abbiamo sollecitato il viceministro dell' economia Antonio Misiani», dichiara Vincenzo Patricelli, coordinatore di Flp, agenzie fiscali, «a dare una guida stabile alle agenzie. Flp da tempo afferma che i direttori delle Agenzie fiscali non dovrebbero essere soggetti a spoils system in quanto figure di gestione e non di indirizzo politico, ma essere valutati, come tutti i dirigenti, al termine del loro mandato e solo allora confermati o sostituiti», conclude Patricelli. Stessa opinione manifestata da Cisl che ha diffuso una nota in cui ricorda che le critiche poste alla norma sullo spoils system delle agenzie fiscali è una storia lunga 11 anni. A rimarcare la differenza la Cisl evidenzia che: «Le agenzie traducono in atti amministrativi le scelte di politica fiscale. Ciò premesso la Cisl
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[§23202309§] giovedì 21 novembre 2019
Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni
Flp contesta la motivazione che ha indotto il legislatore a estendere le norme dello spoils system anche ai direttori delle Agenzie». Giovanni Currò, portavoce del movimento cinquestelle alla camera chiede, con una nota, al ministro Antonio Misiani cosa intende fare come intende comportarsi in merito a questi incarichi. Per la corsa alla successione di Antonino Maggiore, data come cosa certa, almeno fino a ieri, si erano fatti nelle scorse settimane diversi nomi, tra questi c' era una sorta di testa a testa tra l' ex direttore dell' Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini, e il consigliere del ministero dell' economia Raffaele Russo. Anche se vista la necessità di stabilità e di non creare un vuoto di potere alla macchina amministrativa si era anche ipotizzato nell' indecisione politica di lasciar decadere Maggiore e individuare in Aldo Polito, attuale direttore centrale Risorse umane e organizzazione, il possibile direttore vicario in attesa di una schiarita su un nome condiviso per l' Agenzia. Situazione più lineare per l' Agenzia delle dogane dove in molti danno per scontata la conferma, con o senza sentenza dell' attuale direttore Benedetto Mineo. La sentenza di ieri dunque cambia ancora una volta le carte in tavola. © Riproduzione riservata.
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[§23202348§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 33 Il Sole 24 Ore Giustizia
PROPOSTE IN CANTIERE
Processo tributario, riforma condivisa dai protagonisti
Una giurisdizione speciale affidata alla Presidenza del Consiglio e non più al Mef Ieri confronto sui progetti La legge delega dell' Istituto del governo societario
Maria Carla De Cesari
La riforma del processo tributario, con giudici professionali a tempo pieno e giudici onorari, potrebbe riuscire a riscuotere la condivisione di gran parte dei parlamentari. L' analisi comparativa dei progetti di legge presentati da M5S (Martinciglio), Lega (Centemero), Bartolozzi (FI, con l' appoggio anche degli avvocati tributaristi dell' Uncat) fa emergere come molti cardini siano comuni. La comparazione è stata condotta da Livia Salvini, ordinario di diritto tributario alla Luiss di Roma, nel corso del convegno sulle prospettive della riforma, promosso, a Roma, dall' Istituto per il governo societario e dall' Accademia romana di Ragioneria Giorgio Di Giuliomaria, presieduta da Paolo Moretti, con l' Ordine degli avvocati di Roma. L' incontro è stata l' occasione per presentare la proposta di riforma elaborata dall' Istituto per il governo societario. Il progetto si caratterizza per essere un disegno di legge delega: a differenza dei testi parlamentari la regolazione minuta avverrà, sulla base dei principi direttivi, con decreti legislativi, attraverso cui saranno possibili anche le correzioni, con un passaggio molto più veloce rispetto a una nuova legge. La riforma sul processo tributario non prevede modifiche costituzionali, per tutti progetti si tratta di una giurisdizione speciale affidata alla presidenza del Consiglio (non più al Mef). Si prevedono due gradi e quindi il giudizio di legittimità in Cassazione: la proposta dell' Istituto per il governo societario individua il primo grado con competenza provinciale, per il secondo si privilegia il distretto di Corte d' appello. I giudici onorari, secondo la proposta, hanno competenza per le controversie inferiori a 3mila euro; intorno a questa cifra sono anche attestate le altre proposte. La competenza dell' organo monocratico arriva fino a 30mila euro (50mila nel progetto di FI, mentre il M5S prevede che solo il giudice onorario possa decidere da solo). Fin qui la proposta dell' Istituto, illustrata da Massimo Basilavecchia, ordinario di tributario a Teramo. Le attuali commissioni tributarie - ha precisato Giancarlo Tattoli, giudice tributario di Roma - avranno il compito di esaurire i giudizi pendenti. Angelo Gargani, garante dei contribuenti del Lazio, ha sollecitato a valorizzare la collegialità. Fiorenzo Sirianni, direttore della Giustizia tributaria del Mef, ha ricordato gli investimenti del processo telematico che supera le esigenze di prossimità territoriale e ha difeso l' attribuzione al ministero dell' Economia. Pasquale Saggese, responsabile fisco della Fondazione nazionale dei commercialisti, ha posto l' accento sulla necessaria specializzazione del giudice,
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[§23202348§] giovedì 21 novembre 2019
Il Sole 24 Ore Giustizia
togato o meno, e sul ruolo dei professionisti. Maurizio Leo, professore presso la Scuola nazionale dell' amministrazione, ha sottolineato come il contenzioso nasca troppo spesso da leggi farraginose e dal corto circuito tra legislatore e giurisdizione. Un esempio? Dopo il contenzioso e le correzioni interpretative sull' articolo 20 della legge di Registro (si tassa l' atto, non la finalità), la Cassazione, qualche settimana fa, ha chiamato in causa la Corte costituzionale. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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[§23202349§] mercoledì 20 novembre 2019
Agenda Digitale
Industria 4.0
5G, armonizzare lo spettro per far convivere servizi diversi: ecco come
L' introduzione di una nuova tecnologia, essendo lo spettro radio una risorsa pregiata, richiede la tutela dei sistemi esistenti che occupano le stesse frequenze al fine di garantire un funzionamento coerente e armonico di tutte le tecnologie in campo. Ecco come funziona il processo di armonizzazione
Uno degli aspetti chiave per il successo del 5G e dei molteplici servizi che la tecnologia abiliterà sarà quello di garantire che il suo utilizzo non comprometta in alcun modo il buon funzionamento dei sistemi già esistenti che attualmente operano sulle stesse bande di frequenza.L' introduzione della nuova tecnologia richiede pertanto la tutela dei sistemi esistenti che occupano la stessa porzione di spettro, al fine di garantire un funzionamento coerente e armonico di tutte le tecnologie .Enti preposti a livello mondiale, quali l' ITU, e a livello europeo la CEPT, si occupano di predisporre le norme tecniche per garantire la coesistenza di servizi diversi. Tali linee guida generali vengono poi successivamente recepite dai vari Stati membri che, laddove necessario, definiscono delle procedure specifiche legate al contesto nazionale in cui si trovano ad operare. Lo scopo di questo lavoro continuo a tutti livelli, internazionale, europeo e nazionale, ha quindi il fine ultimo di promuovere l' introduzione di nuove tecnologie per supportare lo sviluppo economico dei vari Paesi e al tempo stesso di garantire e tutelare il buon funzionamento di tutti i sistemi e servizi esistenti.Indice degli argomenti5G, servizi e frequenzeLa futura rete 5G abiliterà molteplici servizi caratterizzati da requisiti specifici molto differenti tra loro grazie alla sua peculiarità di supportare diversi paradigmi di comunicazione, come indicati dall' ITU- R [1], ossia: eMBB ( enanched Mobile BroadBand ) per applicazioni ad elevate prestazioni di banda quali la fruizione di contenuti multimediali ad alta definizione ; mMTC ( massive Machine Type Communication ), per applicazioni basate sull' utilizzo di un elevato numero di dispositivi IoT ( Internet of Things ) come l' automazione e il monitoraggio; uRLLC ( ultra Rialable Low Latency Communication ) per applicazioni critiche quali la guida autonoma.La potenzialità di abilitare servizi e tipologie di comunicazione così differenti è possibile grazie all' uso di frequenze di banda molto differenti tra loro . In effetti, il paradigma 5G è definito dall' ente che si occupa della definizione e standardizzazione delle reti cellulari, il 3GPP (Third Generation Partnership Project) [2] come la soluzione in grado di abilitare applicazioni con requisiti a volte contrastanti fra loro grazie alla possibilità di "virtualizzare" la rete fisic a attraverso tecniche cosiddette di Network Slicing .In particolare, le frequenze proposte e utilizzate per la prima fase di implementazione del 5G in Europa secondo le indicazioni del Radio Spectrum Policy Group (RSPG) sono [3]:banda sotto 1 GHz : banda 700 MHz per ottenere estese coperture radio soprattutto per le connettività di dispositivi IoT. Le specifiche di comunicazione IoT secondo
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[§23202349§] mercoledì 20 novembre 2019
Agenda Digitale
Industria 4.0
il paradigma mMTC saranno oggetto di successive fasi di definizione del 5G non disponibili prima del 2021 (3GPP Release 17);: banda 700 MHz per ottenere estese coperture radio soprattutto per le connettività di dispositivi IoT. Le specifiche di comunicazione IoT secondo il paradigma mMTC saranno oggetto di successive fasi di definizione del 5G non disponibili prima del 2021 (3GPP Release 17); banda sotto 6 GHz : banda 3.6-3.8 GHz per avere un buon compromesso tra copertura e capacità. Tale banda è la più pregiata perché sarà la prima ad essere utilizzata nelle prime installazioni di reti 5G, anche in linea con le Release ad oggi disponibili per il 5G e che permetterà la realizzazione della maggior parte delle future applicazioni 5G (3GPP Release 15/Release 16);: banda 3.6-3.8 GHz per avere un buon compromesso tra copertura e capacità. Tale banda è la più pregiata perché sarà la prima ad essere utilizzata nelle prime installazioni di reti 5G, anche in linea con le Release ad oggi disponibili per il 5G e che permetterà la realizzazione della maggior parte delle future applicazioni 5G (3GPP Release 15/Release 16); banda sopra 6 GHz : banda 26.5-27.5 GHz per applicazioni che richiedono elevata capacità come la gestione di accessi in condizioni di elevato traffico dati senza incorrere in congestione di rete in situazioni eccezionali come concerti, eventi sportivi, eccetera (3GPP Release 16).A seconda della frequenza utilizzata, quindi, si potranno promuovere differenti tipologie di servizi nei più diversi ambiti applicativi, come riportato in figura 1 dove sono indicati alcuni esempi, con il relativo piano temporale di definizione delle 3GPP Release per la rete 5G.Figura 1: Bande pioniere 5G e relative 3GPP Release.L' armonizzazione dello spettro: un' attività continuaDa quanto detto, emerge come l' utilizzo di bande di frequenza cosi differenti ponga uno degli aspetti chiave per il successo dell' adozione del 5G: quello di garantire che il suo utilizzo non comprometta in alcun modo il buon funzionamento dei sistemi già esistenti che attualmente operano in tali bande.In particolare, la banda sopra 6 GHz è stata indicata come la banda che permetterà lo sviluppo di applicazioni che richiedono elevata capacità trasmissiva quali ad esempio copertura delle rete 5G durante eventi eccezionali che richiedono di dover servire un gran numero di utenti in un' area limitata (stadio, concerti, olimpiadi ecc.). L' Europa per questo scopo sta considerando anche una banda più ampia intorno ai 26 GHz rispetto a quella 26,5-27.5 GHz, e alla prossima WRC19 si prenderà in considerazione la candidatura dello spettro tra i 24.25 e i 27,5 GHz per l' attribuzione del 5G. Tale scelta è dovuta dal fatto che questa banda è ritenuta dagli Stati membri e dalla Commissione Europea come quella che permetterà un rapido dispiegamento dei sistemi di prossima generazione in Europa , in linea con gli obiettivi del piano d' azione 5G della Commissione e della Gigabit Society .L' utilizzo effettivo per le reti 5G di tali bande richiede l' analisi delle possibili problematiche di coesistenza tra la nuova tecnologia 5G e i servizi esistenti, i cosiddetti " incumbent ", il cui funzionamento non deve essere compromesso dall' introduzione di tecnologie nuove quali il 5G. In realtà, a tal riguardo, è bene ricordare che ci sono organi preposti che si occupano di tali problematiche in maniera attiva e continuativa, per far sì che, ogni qualvolta venga introdotta una tecnologia nuova, sia garantita la coesistenza, ossia il buon funzionamento, tra i sistemi già presenti e i nuovi entranti. Per cui,
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[§23202349§] mercoledì 20 novembre 2019
Agenda Digitale
Industria 4.0
benché sia ragionevole avere un giusto livello di attenzione nella corretta introduzione di sistemi nuovi in bande già utilizzate da sistemi esistenti, non bisogna assecondare ingiustificati allarmismi a riguardo.In particolare, l' armonizzazione coerente dello spettro è assicurata dall' attività continua da parte della World Radiocommunications Conference (WRC) [4] che si riunisce ogni 4 anni e ha come obbiettivo la corretta condivisione dello spettro per le diverse tecnologie. La prossima WRC si terrà a fine 2019 (WRC-19), e per quanto riguarda le tematiche per i futuri sistemi 5G, sarà quello di prendere in considerazione l' assegnazione di bande di frequenza per tali sistemi in frequenze superiori ai 24 GHz fino a 86 GHz.In risposta a tali esigenze, a livello europeo la CEPT (European Conference of Postal and Telecommunications Administrations) [5] ha definito nel CEPT Report 68 [6] del luglio 2018 le condizioni tecniche per l' utilizzo della banda di frequenza a 26 GHz per i sistemi 5G, finalizzate a garantire la corretta coesistenza con i sistemi esistenti operanti nelle medesime bande. Ciò viene realizzato attraverso l' implementazione di tecniche di mitigazione (ad esempio: limiti sulla potenza trasmessa dai nuovi sistemi entranti, introduzione di una banda di guardia, definizione di una distanza di separazione) con i sistemi già presenti nella banda di interesse. In altre parole, il CEPT Report riporta una sintesi degli scenari di coesistenza con diversi servizi incumbent e definisce le condizioni di compatibilità a garanzia della protezione di tutti gli utilizzatori della banda 24.25 - 27.5 GHz e nelle bande adiacenti, che sono:Fixed Service (FS): collegamenti in ponte radio bidirezionali.Earth Exploration Satellite Service (EESS): Servizio d' esplorazione della Terra via satellite ossia un servizio di radiocomunicazione tra stazioni terrestri ed una o più stazioni spaziali, per raccogliere informazioni relative alle caratteristiche della Terra e dei suoi fenomeni naturali. Tra questi servizi vi sono anche i servizi di esplorazione della Terra per finalità meteorologiche ( Meteorological Satellite Service ).Space Research Service (SRS): Servizio di radiocomunicazione in cui si utilizzano veicoli spaziali o altri oggetti spaziali per scopi di ricerca scientifica o tecnica.Fixed Satellite Service (FSS): collegamenti di comunicazione per servizio fisso via satellite.Data Relay Satellite Systems (DRSS): sistemi di satelliti in orbita geostazionaria per trasmettere informazioni tra gli altri satelliti e le stazioni a terra, per consentire la comunicazione anche con i satelliti in orbita terrestre bassa ( Low Earth Orbit, LEO ), che spesso non sono visibili da tutte le stazioni operanti a terra.Inoltre, per garantire gli opportuni livelli di protezione dei sistemi incumbent in bande adiacenti, sono stati espressamente indicati i limiti di emissione fuori banda per i sistemi 5G nelle bande di interesse nella Decisione ECC 18(06) approvata a luglio 2018 [7].Va infine ricordato che, per consentire un' effettiva implementazione del sistema 5G nelle bande di interesse, la CEPT sostiene l' attuale processo di coordinamento transfrontaliero bilaterale tra i Paesi Membri coinvolti al fine di permettere un' armonizzazione della banda 26 GHz coerente a livello Europeo.La coesistenza: scenari possibili in ambito europeo e nazionaleL' attività degli enti preposti alla regolamentazione e alla gestione dello spettro ha quindi lo scopo di tutelare i servizi esistenti e garantirne la perfetta funzionalità . Come si può immaginare, tale lavoro richiede
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[§23202349§] mercoledì 20 novembre 2019
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Industria 4.0
una continua interazione tra le parti coinvolte, al fine di trovare soluzioni tecniche percorribili che tutelino gli interessi di tutti. Proprio per questo, alcune soluzioni richiedono più tempo di altre per arrivare alla convergenza, ossia alla definizione di procedure approvate attraverso Report CEPT o decisioni ECC, come quelle indicate in precedenza.Tuttavia, nel corso della installazione delle nuove reti i possibili scenari reali potrebbero risultare più complessi, pur avendo considerato criteri di protezione per gli incumbent sempre definiti sulla base di un approccio molto cautelativo. Perciò potrebbero verificarsi scenari di coesistenza che richiederanno una maggiore attenzione tramite una valutazione più dettagliata delle condizioni che garantiscono le installazioni del 5G senza causare un malfunzionamento o addirittura fuori servizio dei sistemi incumbent. Ciò vuol dire, in altre parole, che i criteri di protezione vengono stabiliti sempre partendo dal caso peggiore, ossia considerando la massima potenza di emissione del sistema interferente verso la direzione del sistema interferito . Eventuali installazioni secondo queste indicazioni, in definitiva saranno tali da garantire le migliori condizioni di operatività (dal punto di vista dell' interferito) nella maggior parte degli scenari, rispetto alle condizioni di valutazione tecnica e quindi in grado di garantire la giusta protezione al sistema interferito che sperimenterà una corretta operatività anche in presenza di sistemi 5G.In figura 2 sono riportate le specifiche della zona di protezione che possono essere definite in termini di valore limite per la massima interferenza per la posizione specifica di un incumbent (INC (x 0 ,y 0 ) in figura) oppure per un' area specifica attorno all' incumbent nel caso di impianti in cui la riservatezza dell' applicazione richiede di non specificare il punto esatto di locazione (es area1 indicata in figura). Le valutazioni di coesistenza si effettuano individuando posizioni specifiche in cui il nuovo servizio non può essere installato (ad es. BS1(x 1 ,y 1 ), oppure attraverso l' individuazione di aree specifiche dove l' installazione della nuova tecnologia è esclusa (es. area2 in figura). Infine, aree in cui è possibile l' installazione della nuova tecnologia ma con opportune restrizioni quali, massima potenza emessa dall' impianto oppure puntamento di antenna non in direzione dell' interferito , che sono misurate e indicate come "aree di restrizione" (es area3 in figura).In aggiunta, per meglio definire le procedure di condivisione, ciascuno Stato membro recepisce le indicazioni CEPT, ma a sua volta definisce delle procedure più calzanti al contesto nazionale a cui farà riferimento in fase di introduzione operativa della nuova tecnologia.Il contesto nazionaleNello specifico, nel contesto nazionale, nell' individuazione delle procedure d' asta delle frequenze pioniere assegnate al 5G conclusasi il 2 ottobre 2018, sono state incluse procedure per la protezione dei sistemi esistenti nelle bande in questione . Tali procedure - in conformità con le prescrizioni dell' Avviso Pubblico del Bando di Gara [8]; del relativo Disciplinare [9]; e della delibera n. 231/18/CONS di riferimento dell' Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni [10] - permettono di specificare le modalità di condivisione delle frequenze e le modalità di verifica della protezione delle utilizzazioni esistenti , sia nella stessa banda che in banda adiacente, attraverso l' applicazione dei principi generali indicati nelle normative tecniche di riferimento internazionali (ITU, CEPT). In questo modo è possibile fornire specifiche
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tecniche di coesistenza tra servizi 5G e servizi incumbent da proteggere nella banda 3600-3800 MHz e nella banda 26.5 -27.5 GHz considerando diversi scenari di applicazione reali.Le procedure descritte sono state applicate prima dell' avvio dell' asta per individuare eventuali aree di esclusione di installazione di impianti 5G al fine di mitigare interferenze con sistemi esistenti. Successivamente alla chiusura dell' asta, al fine di garantire una continua ed efficiente coesistenza tra i differenti sistemi, il MISE continua a seguire i piani di sviluppo della rete 5G nel Paese in modo da individuare e promuovere, se necessario, l' adozione di specifiche tecniche di coordinamento o mitigazione per facilitare ulteriormente la coesistenza tra servizi 5G e incumbent, garantendo così ad entrambi la protezione adeguata e consentendo al tempo stesso un efficiente sviluppo delle reti. In tale attività la Fondazione Bordoni svolge un ruolo attivo fornendo le indicazioni per effettuare le elaborazioni necessarie alle valutazioni di coesistenza in contesti specifici reali [11], [12].ConclusioniL' introduzione di una nuova tecnologia, essendo lo spettro radio una risorsa pregiata, richiede la tutela dei sistemi esistenti che hanno la stessa occupazione spettrale al fine di garantire un funzionamento coerente e armonico di tutte le tecnologie in campo. Al riguardo, enti preposti a livello mondiale, quali l' ITU, e a livello europeo, come la CEPT, si occupano di predisporre le norme tecniche per garantire la coesistenza di servizi diversi nelle stesse bande o in bande adiacenti, mentre le autorità nazionali (MISE, AGCOM) garantiscono l' applicazione di tali norme, consentendo il funzionamento dei sistemi in modo da evitare interferenze reciproche.Le attività normative svolte a livello internazionale (ITU) ed europeo (CEPT) portano alla definizione di linee guida procedurali da implementare al fine di garantire il corretto funzionamento di tutti i sistemi. Tali linee guida normative sono successivamente recepite dai vari Stati Membri i quali, laddove necessario, definiscono delle procedure specifiche legate al contesto nazionale in cui si trovano ad operare.Tali attività di analisi e verifica della coesistenza, in continua evoluzione sulla base degli aggiornamenti della normativa tecnica di riferimento, hanno lo scopo, da un lato di tutelare i sistemi già esistenti per cui è impensabile che l' introduzione di una nuova tecnologia possa comprometterne l' operatività, dall' altra di promuovere l' introduzione e lo sviluppo delle nuove tecnologie ottimizzando le procedure per evitare situazioni interferenziali.In definitiva, un' armonizzazione dello spettro basata sulle normative tecniche internazionali ed europee garantisce che tutte le tecnologie abbiamo il proprio ambito di azione senza inficiare nel corretto funzionamento delle tecnologie che operano nella stessa banda e, dove risultasse necessario, anche nelle bande adiacenti.Tale paradigma, adottato da sempre nell' ambito dell' armonizzazione dello spettro, viene seguito da tutti i sistemi e a maggior ragione per i sistemi di nuova generazione come il 5G , la cui introduzione vuole promuovere un uso sempre più efficace ed efficiente dello spettro e non introdurre ulteriori vulnerabilità, che porterebbero alla difficile diffusione delle tecnologie stesse e, quindi, a un rallentamento dello sviluppo.______BibliografiaITU-R- WP5D/TEMP/548-E: IMT Vision - "Framework and overall objectives of the future development of IMT for 2020 and beyond", February 2015.https://www.3gpp.org/RSPF18-005 FINAL, Radio Spectrum Policy Group "Strategic
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[§23202349§] mercoledì 20 novembre 2019
Agenda Digitale
Industria 4.0
Spectrum roadmap Towards 5G for Europe - RSPG Second Opinion on 5G networks", Brussels, 30 January 2018https://www.itu.int/en/ITU-R/conferences/wrc/Pages/default.aspxhttps://www.cept.org/CEPT Report 68: "Report B from CEPT to the European Commission in response to the Mandate "to develop harmonised technical conditions for spectrum use in support of the introduction of next-generation (5G) terrestrial wireless systems in the Union" Harmonised technical conditions for the 24.25-27.5 GHz ('26 GHz') frequency band Report approved on 6 July 2018 by the ECC.ECC Decision(18)06, "Harmonised technical conditions for Mobile/Fixed Communications Networks (MFCN) in the band 24.25-27.5 GHz," July 2018.Avviso pubblcio pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n.80 dell' 11 luglio 2018, Quinta serie special-COntratti Pubblici, e approvato con determina direttoriale n. 45205 DGSCERP del 10 luglio 2018.Disciplinare di Gara "Procedura Per L' assegnazione Di Diritti D' uso Delle Frequenze Nelle Bande 694-790 MHz, 3600-3800 MHz E 26.5-27.5 GHz, Su Base Nazionale, Per L' utilizzo Per L' offerta Di Servizi Pubblici Terrestri Di Comunicazione Elettronica A Larga Banda E Ultra-Larga, Di Cui Alla Delibera N. 231/18/Cons Del 23 Maggio 2018 Dell' autorità Per Le Garanzie Nelle Comunicazioni", Luglio 2018.Delibera 231/18/CONS "Procedure per l' Assegnazione e Regole per l' Utilizzo delle Frequenze disponibili nelle Bande 694-700 MHz, 3600-3800 MHz e 26.6-27.5 GHz per Sistemi Terrestri di Comunicazioni Elettroniche al fine di Favorire la Transizione verso la Tecnologia 5G, ai Sensi della Legge 27 Dicembre 2017, N.205", Maggio 2018.C. Carciofi, P. Grazioso, F. Matera, V. Petrini: "Study of coexistence between different services in novel 5G Frequency Bands", EuCNC 2019.D. Guiducci ; C. Carciofi ; C. Cecchetti ; V. Petrini ; M. Vaser ; E. Ricci ; E. Restuccia ; G. Fusco "Experimental analysis on possible coexistence issues related to the introduction of LTE in the 2300-2400 MHz band", 2017 European Conference on Networks and Communications (EuCNC).@RIPRODUZIONE RISERVATA.
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[§23202351§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 25 Corriere della Sera Industria 4.0
Assistenti virtuali, app e social Così la sanità cambia pelle
CARLO SARTORIO
Assistenti virtuali, piattaforme web che sfruttano il cloud, soluzioni di Intelligenza artificiale, social network e soprattutto app: c' è l' intero arco dell' innovazione tecnologica negli AboutPharma Digital Awards. La competizione che, ormai dal 2013, premia l' innovazione digitale è diventata un appuntamento per i protagonisti della digital transformation nel settore della salute. Nel corso degli ultimi sei anni si è assistito a una crescita costante dell' interesse e della partecipazione sia nel numero delle candidature inviate sia nella qualità e complessità dei progetti presentati. Nell' edizione 2019, la giuria è stata ampliata e potenziata con nuove figure professionali e sono state introdotte nuove categorie. Oltre 260, i progetti presentati: nella prima edizione del 2013 erano stati un' ottantina. In tutto sono stati 14 i podi per altrettanti premi consegnati nella corrente edizione. Nella categoria «Social e Digital» Msd e Janssen rispettivamente hanno portato a casa le targhe dei vincitori. La «comunità» dei top player dell' healthcare italiano, come l' ha definita Stefania Ambra, Ad di Hps-AboutPharma durante il suo intervento iniziale, si è riunita al Talent Garden di Milano per la sfilata dei progetti più innovativi del momento. Accompagnati lungo tutta la serata da Stefania Ambra e da Giulio Zuanetti, presidente di Hps-AboutPharma, i vari giurati hanno nominato i premiati. Per la categoria «Wellness e Lifestyle» ha vinto Sanofi con il progetto «Uwell». La seconda categoria è stata quella di «Qualità di vita dei pazienti e aderenza alla terapia». La vittoria è andata a Health Network Partners con il progetto «Capsuled». A prevalere nella categoria «Supporto ed engagement dei pazienti e caregiver» è stata invece Astrazeneca con il progetto «La vita con». Sorpresa della serata è stata la parità tra due progetti nella categoria «Digital Health Partnership» tra Janssen-Cilag e Pfizer rispettivamente con i progetti «Itest» e «Fibricheck». Per «Aggiornamento e supporto alla professione dei farmacisti» ha vinto il progetto «Angela ChatBot per farmacisti» di Angelini. Ex aequo per Digital Health Partnership Mosaic Software - Start Up Company Angelini - Aggiornamento e supporto alla professione dei farmacisti. Per l'«Aggiornamento e formazione dei medici» ha vinto invece Merck con il progetto MediMerck. Per
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[§23202351§] giovedì 21 novembre 2019
Corriere della Sera Industria 4.0
il «Supporto alla professione dei medici» ha ottenuto il riconoscimento invece Medtronic Italia con «GI Genius». Nella categoria «HTA, Patient e Market Access» la vittoria è andata a Vivisol con il progetto «Resmon Pro Diary». Per l'«Engagement del team aziendale», una delle categorie che ha riscontrato maggior successo tra i contendenti, ha vinto Novartis Farma con il progetto «Embrace». Nella categoria « Hta, patient e market access» la vittoria è andata a Vivisol con il progetto «Resmon Pro Diary». Il Technology Award a Baxter per il progetto «Sistema E-VISUS». Per l' anno prossimo, si annuncia un nuovo evento:l' AboutPharma Advertising Awards.
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[§23202354§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 18 Italia Oggi Industria 4.0
brevi
Il 5G a sostegno delle cantine vinicole con LinkemLab. È stato lanciato ieri, alle tenute Ca' del Bosco di Erbusco (Brescia), LinkemLab, il programma di trasformazione digitale di Linkem, operatore 5G specializzato in servizi Internet a banda ultralarga (Fwa) per la trasformazione digitale della pubblica amministrazione e del Paese tramite il sostegno a pmi e start-up. Il primo progetto di investimento firmato da LinkemLab è Idroplan, un agronomo digitale sviluppato da Farm Technologies, start-up nel settore smart agricolture, in cui Linkem ha investito 300 mila euro per sviluppare soluzioni con le potenzialità del 5G. Idroplan sarà presente nel 75% delle cantine vinicole italiane, per accelerare l' innovazione nell' agricoltura di precisione, aumentando il livello di qualità e rendendo più efficiente l' impiego di acqua irrigua, trattamenti e fertilizzanti. Doxa/Iias: il 51%delle mamme sceglie i surgelati 2-3 volte la settimana. Un' indagine Bva Doxa - Istituto Italiano Alimenti Surgelati (Iias) ha fotografato il pensiero delle mamme italiane rispetto all' utilizzo degli alimenti surgelati per la dieta dei loro figli. Tutte li scelgono e il 51% lo fa almeno 2-3 volte a settimana. Per 6 mamme su 10 sono equivalenti a quelli freschi. Associazione Luca Coscioni lancia Citbot, l' intelligenza artificiale per le libertà individuali. CitBot è la prima chat-bot che tramite intelligenza artificiale è in grado di guidare il cittadino e alle domande in tema di libertà individuali dal testamento biologico all' aborto colmando il vuoto informativo in materia. E' in fase di test anche su disabilità, immigrazione, cure palliative e fecondazione assistita con il progetto di estenderlo a ogni campo. Sono oltre 6 mila le persone che hanno ricevuto informazioni e chiarimenti sul tema delle Disposizioni anticipate di trattamento. Autogrill lancia Saporè a Milano, la pizza di Renato Bosco al Mercato del Duomo. Autogrill rinnova la sua offerta al Mercato del Duomo, il flagship store del gruppo in centro città a Milano e apre Saporè, il nuovo concept realizzato da Renato Bosco, lo chef veronese celebre per la sua sperimentazione sulla pizza. Bosco, che viene definito «pizzaricercatore», grazie al suo lavoro di innovazione del «mondo pizza» parte dalla tradizione e arriva a un concetto di «pizza contemporanea» basato sulla continua evoluzione degli impasti. Saporè è in grado di ospitare più di 100 clienti. Sono previste ulteriori aperture del concept presso l' Outlet di Vicolungo e all' inizio del 2020 nell' aeroporto internazionale di Milano Malpensa.
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[§23202355§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 36 Il Sole 24 Ore Industria 4.0
startup
Calcoli iperveloci grazie all' algoritmo
A.Di.
BlueShift, startup di Cambridge, ha creato un chip capace di andare fino a mille volte più veloce dei processori attuali. Il risultato si deve all' analisi fatta dei tipi di algoritmi utilizzati più di frequente nei datacenter per le applicazioni che vengono utilizzate nel cloud computing e alla creazione di una catalogazione dei possibili scenari di lavoro. Il chip di BlueShift è stato progettato con forti ottimizzazioni per i tipi di calcolo che sono stati identificati come i più importanti e ricorrenti. In pratica, i progettisti hanno "messo ordine" nelle priorità di calcolo e questo consente di avere prestazioni superiori ai processori tradizionali. Il chip infatti eccelle, soprattutto grazie a un sistema smart per ridurre al massimo il bisogno di muovere i dati dalla memoria al processore, in un insieme di calcoli che oggi sono tra i più richiesti dal mercato. Secondo il Cto della startup, Peter Marosan, questo prototipo potrebbe essere utilizzato per l' analisi del Dna, per l' addestramento dei sistemi di intelligenza artificiale e per l' analisi dei cambiamenti causati dal riscaldamento globale al clima. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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[§23202357§] mercoledì 20 novembre 2019
Corriere Comunicazioni
Industria 4.0
Industry 4.0, 120 aziende hanno (già) "acceso" le reti Nokia
Il carrier finlandese in campo con le reti private wireless dedicate all' impresa del futuro. Ampliato il portafoglio tecnologico e rafforzato l' ecosistema dei partner per integrare cloud, IoT, Ai e machine learning nelle soluzioni di automazione industriale
Sono oltre 120 le aziende che hanno attivato reti wireless private in chiave Industry 4.0 grazie al contributo di Nokia . È la stessa azienda a comunicarlo in una nota che approfondisce l' attività del gruppo rispetto allo sviluppo di soluzioni Lte / 4.9G e 5G integrate con cloud, IoT, Ai e machine learning in grado di supportare i più svariati scenari applicativi: dall' energia ai trasporti, passando per il settore pubblico, la manifattura e logistica. Contestualmente, Nokia ha annunciato anche un ampliamento del suo portafoglio di soluzioni private network di livello industriale dedicate ai mercati di diverse aree geografiche e alle imprese di differenti settori produttivi. Le opportunità offerte delle private wireless network "I clienti Enterprise che investono oggi nell' Industria 4.0 otterranno un chiaro vantaggio competitivo rispetto a coloro che scelgono di aspettare", commenta Kathrin Buvac, Presidente di Nokia Enterprise . "Con lo spettro e le tecnologie ora disponibili, le imprese possono implementare la connettività wireless di livello industriale per fare propri i vantaggi trasformativi della digitalizzazione e dell' automazione. Abi Research, continua Buvac, "ha quantificato le opportunità di mercato generate dalle reti wireless privati, attribuendo loro un valore di 16,3 miliardi di dollari entro il 2025. Di conseguenza, abbiamo aumentato i nostri investimenti in ricerca e sviluppo e capitale umano per creare il portafoglio di soluzioni wireless private più completo sul mercato. La nostra profonda esperienza nel settore si riflette nel numero dei nostri clienti, oltre 120 aziende di spicco nei settori minerario, manifatturiero, portuale e aeroportuale, oltre che dei servizi pubblici". Un ecosistema di partner per sviluppare casi d' uso avanzati Nokia sta continuando ad ampliare il proprio ecosistema wireless privato per includere fornitori di servizi avanzati, cloud provider, system integrator, società di consulenza strategica e specialisti di settore tra cui Telefonica Peru, Ukkoverkot e Globalstar e A1, Microsoft, Hitachi Kokusai Electric, Kalmar, Ernst & Young (Ey), Dxc Technology, Infosys, Accenture e Atos . "I nuovi prodotti Nokia, i servizi e le partnership tra ecosistemi rimuovono la tecnologia e la complessità degli ecosistemi per le aziende che stanno attualmente cercando di implementare reti cellulari private", afferma Dimitris Mavrakis, direttore della ricerca presso Abi Research. "È giunto il momento della vera Industry 4.0, in quanto molte applicazioni industriali possono beneficiare davvero delle soluzioni LTE / 4G e 5G per sviluppare casi d' uso avanzati del 5G". Lo use case principe rimane comunque quello realizzato in house: lo scorso luglio la "fabbrica del futuro" di Nokia 5G a Oulu, in Finlandia, è stata selezionata dal World Economic Forum come uno dei punti di riferimento della
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[§23202357§] mercoledì 20 novembre 2019
Corriere Comunicazioni
Industria 4.0
quarta rivoluzione industriale, a dimostrazione della capacità di Nokia di trasformare e modernizzare digitalmente le strutture produttive (anche) dei suoi clienti. @RIPRODUZIONE RISERVATA.
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[§23202358§] mercoledì 20 novembre 2019
Agenda Digitale
Industria 4.0
Intelligenza artificiale, così cambia insegnamento e apprendimento: gli scenari
Adattare il percorso di apprendimento in base alle esigenze particolare degli studenti non è un obiettivo nuovo per gli educatori e le più recenti applicazioni dell' intelligenza artificiale che stanno maturando nel campo dell' istruzione suggeriscono che non si tratta più di una mera speranza
Apprendimento e insegnamento, la Scuola, sono tra gli ambiti passibili di importanti modificazioni a opera dei sistemi di intelligenza artificiale. Lo studio mnemonico, ad esempio, potrebbe presto non essere più un valore aggiunto dal momento che l' AI potrà sostituirlo a costi inferiori rispetto al capitale umano . Parallelamente, all' intelligenza artificiale potrebbe essere affidata la trasmissione di programmi di studio personalizzati, sempre però mediati dalla professionalità umana dei docenti.E l' Italia potrebbe essere avvantaggiata nel cogliere le opportunità educative dell' AI. Vediamo perché.Indice degli argomentiCos' è l' apprendimentoPrima di arrivare agli scenari del prossimo futuro, partiamo dal principio, per comprendere cos' è l' apprendimento.Non è facile darne una definizione esauriente, ma sostanzialmente con questo sostantivo si intende il processo incrementale dell' efficienza di una risposta in relazione al progredire dell' esperienza .Ciò vale sia sul piano evolutivo-esistenziale sia su quello cognitivo-sociale. Detto che i due ordini sono interconnessi, se ci focalizziamo sul secondo si può affermare, schematizzando, che nella maggior parte delle discipline l' esperienza è una conoscenza che procede dall' allenamento e distingue i professionisti dai dilettanti. Nel periodo della formazione scolastica l' apprendimento passa obbligatoriamente attraverso questa "ginnastica", che prevede l' acquisizione di nozioni e concetti trasmessi da più insegnanti , in virtù della quale lo studente matura quelle competenze che gli consentiranno di agire e interagire e quindi di indirizzare il proprio futuro.Apprendimento letterale e significativoDavid Ausubel, pioniere nel campo della psicologia cognitiva recentemente scomparso, ha distinto tra apprendimento letterale e apprendimento significativo. In poche parole il primo tipo consisterebbe nell' esercizio pragmatico e mnemonico, una modalità passiva ma efficiente. Il secondo prevede invece un ruolo attivo del soggetto, che rielabora ogni nuova informazione e ristruttura la conoscenza attraverso le proprie interpretazioni.Mai come oggi la sua teoria assume grande interesse. Il nostro sistema di istruzione si affida per larga parte all' apprendimento letterale, attraverso tecniche pressoché identiche ovunque . Certo, è possibile che l' apprendimento significativo si metta in moto autonomamente, sia in virtù di un insegnante che adotta un metodo educativo eccentrico sia quando uno straordinario talento soggettivo dello studente trovi gratificazione nell' allenamento in una specifica materia. Si interrompe in questi casi l' apprendimento mnemonico e meccanico e si apre un varco all' immersione emozionale nell' argomento e alla sua rielaborazione.Siamo diversi uno dall' altro, tutti noi, i nostri sensi sono diversi, la
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[§23202358§] mercoledì 20 novembre 2019
Agenda Digitale
Industria 4.0
percezione del colore, del sapore, il percorso del ragionamento, l' orecchio musicale. Le nostre attitudini sono differenti e le nostre difficoltà non sono le stesse. Tener conto di un simile polimorfismo per garantire a ciascuno medesime opportunità avrebbe costi altissimi e comporterebbe un dispendio di energie che al momento pare impraticabile : la standardizzazione del metodo scolastico e dell' approccio allo studio è stata ed è perciò un' esigenza organizzativa. Tuttavia è necessario sperimentare nuove vie , soprattutto a fronte dell' evoluzione del sapere - in particolare scientifico e tecnologico - e di una massa di informazioni in crescita smisurata che stanno ridisegnando il nostro vivere.Apprendimento, Scuola e intelligenza artificialeI nodi della questione passano necessariamente anche attraverso lo sviluppo dell' intelligenza artificiale, cioè della possibilità di creare hardware e software in grado, in certa misura, di evolversi con l' esperienza e svolgere funzioni fino ad ora di esclusiva pertinenza dell' intelligenza umana , attualmente corrispondenti a quel lavoro mnemonico e meccanico di causa/effetto che è conseguenza dell' apprendimento letterale. Si tratta di presidi tecnologici che, dopo aver sostituito molte tute blu con le forme dell' automazione industriale, sono passibili di prendere il posto anche di certa parte dei colletti bianchi, nella fattispecie in quelle funzioni normate, omologate e radicate in connessioni logiche predefinite. Dunque l' allenamento - e di conseguenza il frutto dell' allenamento dello studio mnemonico - non sarà più un valore aggiunto nella società del domani, dal momento che sarà possibile sostituirlo in modo eccellente e a costi decisamente inferiori di quanto richieda il capitale umano .Ma tale innovazione è idonea anche all' insegnamento, fino a prendere il posto delle metodologie tradizionali? In via previsionale auspichiamo il giusto mezzo: una trasmissione di programmi di studio personalizzati affidata sì all' intelligenza artificiale, ma accompagnata e mediata dalla professionalità umana. D' altronde adattare il percorso di apprendimento in base alle esigenze particolare degli studenti non è un obiettivo nuovo per gli educatori e le più recenti applicazioni dell' intelligenza artificiale che stanno maturando nel campo dell' istruzione suggeriscono che non si tratta più di una mera speranza.Si libererebbero una quantità di forze inutilmente disperse del corpo docente, a quel punto messo nella condizione di pretendere per sé la giusta attenzione e soprattutto, di converso, di prestare attenzione e apportare valore alla singolarità se non di ciascuno studente perlomeno di gruppi di studenti con talenti similari . Si potrebbe così garantire non solo un accesso universale allo studio e l' inclusività per studenti con bisogni speciali, ma anche quell' incontro "speciale" che trasforma l' apprendimento mnemonico e letterale in apprendimento significativo ed emozionale. Per il domani, che poi è il nostro domani, la varietà, la poliedricità, la capacità interpretativa e la diversa abilità diventeranno risorse, molto più che nel passato. "Mentre gli studenti rappresentano il 20% della popolazione rappresentano anche il 100% del nostro futuro" come recita il video, ormai virale, Come Albert Einstein un giorno disse Innovazione, aggiornamento, regolamentazioneLaddove c' è innovazione veloce, però, ci deve essere aggiornamento
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[§23202358§] mercoledì 20 novembre 2019
Agenda Digitale
Industria 4.0
veloce e, prima ancora, regolamentazione: l' intelligenza artificiale ha la natura dell' energia atomica, utile ma potenzialmente distruttiva. E questo vale sia in relazione ai contenuti sia alla forma.È sotto gli occhi di tutti che, mentre in ambienti di istruzione primaria si rimane piuttosto cauti, a livello universitario proliferano i corsi di aggiornamento e i master specialistici, il che contribuisce a sottolineare l' obsolescenza dei puri titoli di laurea e la necessità di definire sempre di più il background formativo di chi si affaccia al mondo fluido del lavoro . L' offerta di formazione online con interrogazioni ed esami finali via Skype è sempre maggiore, sempre più varia, capillare ed economica, fornendo alla didattica un' opportunità ma gravandola di un ulteriore problema, quello della verificabilità dei titoli e delle competenze.Per questo, almeno, c' è già una soluzione: la certificazione condivisa di frequenza e ottenimento del titolo, come adottata per esempio nell' ambito di un progetto pilota dell' Institute for Blockchain Studies dell' Indiana , che conferisce un documento digitale smart-contract registrato su blockchain . Lo stesso vale per il MIT (Massachusetts Institute of Technology), che ha inaugurato in collaborazione con Cineca il programma MitOpenCourseWare ricorrendo al sistema Blockcerts , iniziativa alla quale partecipano con merito l' Università di Padova e l' Università Bicocca di Milano.Detto che a cogliere al meglio le opportunità in campo educativo saranno i Paesi più rapidi a comprendere e giovarsi delle tecnologie 4.0, riguardo la nostra realtà nazionale vogliamo concludere con le parole incoraggianti di Marco Morchio di Accenture: "L' Italia, in presenza di una reale volontà e consapevolezza, potrebbe addirittura essere avvantaggiata [] nel percorso di valorizzazione del fattore umano, perché da sempre è un territorio fertile per la creatività e l' imprenditorialità. La forza lavoro italiana è composta da professionisti formati non solo dal punto di vista scientifico e tecnologico, ma anche su aspetti quali l' intelligenza emozionale e la capacità di essere innovativi e versatili, in grado di gestire in autonomia e rapidità rischi e opportunità".______PS: Dedico questo breve intervento a tutti i dislessici che, come me, hanno dovuto costruirsi giorno dopo giorno una propria modalità di apprendimento, nella certezza che a breve questo percorso sarà sempre più in discesa.@RIPRODUZIONE RISERVATA.
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[§23202359§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 36 Il Sole 24 Ore Industria 4.0
Semiconduttori. Il processore è ormai al limite della legge di Moore: il calcolo si sposta nella «periferia» delle memorie di archivio e di lavoro. Risparmiando tempo ed energia
La capacità computazionale finirà nella memoria
Antonio Dini
L' orizzonte futuro è quello del computer neuromorfico, in cui il cervello elettronico mima quello umano, con le reti di neuroni trasferite nel silicio e capaci allo stesso tempo di raccogliere, elaborare e ricordare le informazioni. «Prima di arrivare a quel punto però c' è ancora molta strada da fare», sostiene Sanjay Mehrotra, Ceo di Micron Technologies. Che aggiunge: «Intanto voglio riportare il silicio nella Silicon Valley». E creare un nuovo paradigma di computer in cui il calcolo non avvenga più solo nel processore, ma venga spostato nella "periferia" delle memorie di archivio e di lavoro. Una rivoluzione sta cambiando il modo in cui funzionano i computer. In una San Francisco illuminata da temperature più alte della media stagionale Mehrotra spiega a Nòva-Il Sole 24 Ore qual è la strategia che la sua azienda ha costruito per arrivare alla memoria del futuro. Mehrotra è un veterano: ha co-fondato SanDisk, altro colosso delle memorie di cui è stato presidente e Ceo sino all' acquisizione da parte di Western Digital nel 2016. Il passaggio a Micron è stata una scossa in positivo per l' azienda, che è cresciuta, ha chiuso la joint-venture con Intel, e si è sempre più integrata verticalmente sino a non essere più una azienda che fa "solo" memoria, i chip per far lavorare il processore del computer (memoria Ram) o per archiviare i dati (Ssd, che hanno sostituito gli obsoleti dischi rigidi, oltre alle chiavette Usb e altre memorie esterne). È cambiato tutto. Adesso la memoria non è più una commodity indifferenziata definita da standard comuni: c' è valore aggiunto soprattutto perché l' altro componente di grande valore delle architetture dei computer, cioè il processore, è arrivato al limite della legge di Moore e non cresce più in maniera esponenziale. «La memoria - dice Mehrotra - sarà in grado di spingere i prossimi dieci anni di crescita. La nostra visione è quella di trasformare il modo con cui si utilizzano le informazioni creando una "intelligence accelerata" che prende il via dalla capacità delle nuove memorie». Ci sono tre fattori che spingono per una rivoluzione delle memorie. Il primo è la stagnazione del comparto dei processori. Il secondo è l' aumento enorme di dati e carichi di lavoro, con enfasi soprattutto sul 5G che moltiplicherà i flussi di dati e sull' addestramento delle intelligenze artificiali. Il terzo è il consumo energetico. «Nel 2025 - dice Mehrotra - i datacenter consumeranno il 10% dell' energia del pianeta. L' 80% di questa energia viene spesa per spostare i dati dalla memoria al processore e viceversa». È il passaggio-chiave.
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[§23202359§] giovedì 21 novembre 2019
Il Sole 24 Ore Industria 4.0
Come spiega Lip-Bu Tan, presidente e Ceo di Cadence Design Systems, «è la tempesta perfetta: 5G, datacenter, Iot industriale, smart car, intelligenza artificiale, tutto insieme. La cosa che va più veloce sono i big data e soprattutto le intelligenze artificiali, che devono essere addestrate e questo sta già comportando un cambiamento delle infrastrutture tecnologiche. Compresi i processori». Aggiunge il Ceo di Qualcomm, Steve Mollenkopf: «L' impatto del 5G sarà invece quello di rendere il computer più vicino a dove sono generati i dati, e richiede altri cambiamenti di architettura». Oggi, sostiene Gartner, il 90% dei chip prodotti dall' industria dei semiconduttori non serve a fare calcoli, bensì a registrare dei bit. La taiwanese Lisa Su, presidente e Ceo di Amd, spiega: «Stiamo generando un oceano di dati che richiede sempre più potenza ed energia. Dobbiamo misurare anche il consumo, per questo un cambio di paradigma nelle architetture è critico: saranno sempre più eterogenee, non ce ne sarà più una sola che va bene per tutti, e l' ecosistema dovrà interconnettersi». Abbiamo chiesto a Steve Pawlowski, vicepresidente Micron per le soluzioni di advanced computing, da dove derivano i consumi: «Man mano che si generano dati serve molta energia per spostarli all' interno del computer. In una memoria Ram un byte consuma 150 pico-joule, cioè un trilionesimo di un Joule (che equivale a un Watt al secondo). Sembra poco, ma se sposti terabyte di dati questo lavoro si trasforma in centinaia di Watt. L' obiettivo è arrivare a zero, spostando il calcolo dentro i controller della memoria». Lo scenario è quello che i ricercatori chiamano "near-memory computing", computazione vicina alla memoria. Ci sono obiettivi di breve e lungo periodo. La soluzione di lungo periodo di Micron si chiama Hybrid Memory Cube. Compete con altre possibili soluzioni di memorie 3D: Amd e Hinyx lavorano alla High Bandwidth Memory e Samsung alla Wide I/O. Tutti intanto vogliono arrivare a mettere un pezzetto della capacità di calcolo del computer direttamente dentro la memoria, per non dover più spostare i bit avanti e indietro. Questa innovazione tra le altre cose trasformerà l' equilibrio nel mercato dei semiconduttori. Secondo i dati 2018 di Gartner, il mercato mondiale dei semiconduttori valeva 474,6 miliardi di dollari, con una crescita del 12,5% anno su anno. Un tasso di crescita in calo a causa del rallentamento proprio nel settore delle memorie. «Nonostante questo, le memorie sono ancora la componente principale oltre che per volumi anche per valore, con il 34,3% del totale», dice Andrew Norwood, di Gartner. Oggi le memorie aderiscono alle specifiche degli standard e sono poco differenziabili sul mercato. In una informatica guidata dalla memoria e non più dai processori questa tendenza si invertirebbe e il valore aggiunto dei singoli produttori diventerebbe un fattore determinante per la differenziazione nella competizione. Generando sempre più valore. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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[§23202360§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 32 Corriere della Sera Industria 4.0
lifelong learning e life largelearning
Le nuove vie dell' apprendimento
Conoscere la nostra storia ci consente di riconoscere i segnali del futuro. Sembra un paradosso, ma è sempre stato così, anche se nel XXI secolo la velocità del mutamento finisce col flettere le radici e l' innovazione trasforma le nostre più antiche realtà e identità. Basta una scorsa alle notizie del momento per confermare la saggezza della massima dell' imprenditore australiano Graeme Wood «Il cambiamento non è mai stato così veloce e non sarà mai più così lento». Pensiamo, per un momento, alle innovazioni della nostra quotidianità, dallo smartphone al termostato intelligente, dal robot da cucina connesso all' auto a guida autonoma. I primi film della saga «Guerre stellari» si noleggiavano in videocassetta, e sembrava roba da pionieri, ora un' intera cineteca dista da noi solo un paio di click. Facciamo riunioni a migliaia di chilometri di distanza dal nostro cellulare e le chat uniscono ovunque i vecchi amici. Lo sviluppo tecnologico muta la vita, i movimenti, i sentimenti e le relazioni, personali e pubbliche. Un contadino, fino all' inizio del Novecento, passava la vita nella stessa fattoria, ora i confini, prima definiti geograficamente e socialmente, sono labili ed effimeri. Scuola, università, ricerca sono investiti dal mondo nuovo come lavoro, scienza, politica, consumi, perfino le fedi religiose. In passato, però la formazione era considerata, non a torto, sistema «lento», da riformare con cautela. A scuola si imparano nozioni e valori durevoli, vero, ma chiudere le aule al futuro è errore che lascerà indietro i nostri figli. Chi è nato a ridosso del nuovo secolo sconta il retaggio di generazioni passate, che appesantiscono le aule di paure e fantasmi inutili. Il mondo che conoscevamo dai nostri genitori non esiste più, e questo ci spaventa. La vita dai ritmi definiti - studio, lavoro fisso, ferie, pensione - si dissolve inesorabilmente. Ora non si studia più per un periodo circoscritto, mestieri tradizionali, agricoltore, operaio, impiegato, richiedono ogni anno nuove mansioni e conoscenze. Una grande banca va sostituendo gli uffici con gli smartphone, i giornalisti scrivono ovunque, si insegna via web, i chirurghi leggono radiografie in remoto e presto opereranno di routine in remoto. Scuola e università hanno allora bisogno di un cambio di passo analogo, la tecnologia impone un nuovo ruolo del docente, come dell' edificio scolastico. Banchi, lavagna, cattedra non sono più il luogo sacro dell' istruzione. Due saranno i modelli prevalenti. Il primo modello, ormai tradizionale, è il cosiddetto lifelong learning , imparare nuovi saperi lungo tutta la vita. Il secondo, parallelo, si potrebbe definire life largelearning
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[§23202360§] giovedì 21 novembre 2019
Corriere della Sera Industria 4.0
. Posto che si dovrà imparare sempre, è necessario altresì «allargare» la formazione, abbracciando ogni occasione di apprendimento che ci capita. Nessuno è più «studente» in senso tradizionale, non si riceve la conoscenza dall' alto di un docente, siamo tutti «apprenditori permanenti», giovani e no. Il life largelearning si realizza laddove i ragazzi imparano che, oltre allo studio, c' è un mondo da conoscere, quando appare chiaro che «specializzarsi» all' antica, incapaci di integrarsi prima, e poi dirigere team multidisciplinari precluderà troppe strade. Allora anche in un orto condiviso si impara la virtù della lentezza, come nel volontariato con i ragazzi affetti da autismo, in un carcere facendo lezione ai detenuti, tra i senzatetto o gli studenti di un campo profughi mediorientale. Il life largelearning è dunque agli antipodi del conformismo mentale, invitando lo studente-apprenditore a uscire da ogni zona comfort, abbracciando progetti e opportunità formative anche inusuali. I nostri ragazzi devono imparare a «sporcarsi le mani», capendo che studiare è importante, vedendo intanto l' impatto diretto dei loro talenti e della loro formazione su quanto li circonda. Nessun progresso può avvenire a scapito dell' umanità, altrimenti Intelligenza artificiale, automazione, robotica, machine learning indurranno presto diffidenze e reazioni negative nell' opinione pubblica, senza umanità non sapremo infine come distinguerci dalle macchine. La domanda che spesso sentiamo formulare se una macchina sarà mai capace di amare, è forse meno interessante di una che ci riguarda molto più da vicino: resteremo in grado di amare noi umani, circondati da macchine onnipotenti? Una formazione pronta a comprendere il cambiamento è ciò che garantirà la nostra sorte in un futuro straordinario. Da formatori siamo chiamati a mettere nella cassetta degli attrezzi futura chiavi di lettura per non restare alienati in pochi anni. Troppi guru alla moda biasimano il cambiamento, qualche ideologo si illude di rallentarlo, in un grottesco braccio di ferro Homo Sapiens contro i Robot. Formare giovani a proprio agio con gli algoritmi come con i valori umanistici antichi è l' essenza del life largelearning. Ed è forse una chance per mantenere salde nelle nostre mani le chiavi dell' amore.
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[§23202362§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 27 Corriere della Sera Industria 4.0
LUCI E OMBRE DELL' intelligenza artificiale NELLA DIAGNOSTICA
PIERO POCCIANTI*
Marco Somalvico, pioniere dell' Intelligenza artificiale in Italia, fornisce una chiara ed esplicativa definizione della materia: «L' intelligenza artificiale è una disciplina che studia come realizzare programmi informatici capaci di esibire prestazioni che, a un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell' intelligenza umana». Una descrizione che sembra nascere dalla penna di Asimov, ma che in realtà è propria di una branca dell' informatica che affonda le sue radici nel 1943. Saranno McCulloch e Pitts, proprio in quell' anno, a rappresentare con successo le funzioni matematiche di un neurone artificiale. Un primo passo fondamentale per la costruzione delle reti neurali delle quali stiamo vedendo oggi i successi in molte applicazioni. Attualmente le tecniche di Intelligenza artificiale (Ia) si distinguono per gli straordinari successi raggiunti dalle Deep Neural Network nel campo della percezione. Grazie alla potenza elaborativa e ai molti esempi a disposizione tramite i quali gli algoritmi imparano da soli, abbiamo raffinato quei metodi che permettono alle macchine non solo di vedere, sentire e sostenere una semplice conversazione ma anche di riconoscere «pattern» in una foto, una situazione, un sistema. Ed è proprio la medicina, e in particolar modo la diagnostica, che potrebbero trarre un enorme beneficio da questa disciplina dell' Ia. Così dalla semplice scansione di immagini - radiografie, ecografie e TAC - oggi si riescono a diagnosticare malattie genetiche rare e tumori a uno stato iniziale che sfuggono all' occhio umano. Uno strumento potente che, se utilizzato correttamente e coscientemente, rappresenterebbe un supporto medico di eccezionale valore. Numerosi sono infatti gli esempi di sistemi Ia impiegati in questo ambito, tra tutti Babylon il chatbot impiegato dal servizio sanitario inglese che formula una probabile diagnosi dai sintomi dichiarati dal paziente. Risultati eccezionali che ci potrebbero però trarre in inganno. Siamo infatti portati generalmente a credere, da una visione puramente fantascientifica, che l' Ia possa essere capace di prendere decisioni da sola come un essere senziente. La verità è che siamo ben lontani dal (voler) raggiungere tale risultato. Luci ma anche ombre quindi per questa tecnologia, carente dal punto di vista del ragionamento: macchine abili nel rilevare modelli che non riuscendo però ad esternare o a spiegare, rimangono così nascosti all' uomo. Limitate anche nell' inferenza e nel ragionamento logico, le macchine sono, quindi, ben lontane dall' essere sistemi autonomi a cui delegare decisioni. Agli appena citati limiti tecnici si aggiungono anche problemi etici che non devono essere sottovalutati. Sempre in ambito medico si prevede un futuro nel quale le tecniche Ia sostituiranno completamente i medici. Altri si chiedono quali saranno i rischi per i pazienti che verranno curati interamente dai
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[§23202362§] giovedì 21 novembre 2019
Corriere della Sera Industria 4.0
computer. Domande ancora aperte che sempre di più attirano l' attenzione del mondo medico-scientifico e non solo. Il problema di fondo che dobbiamo affrontare consiste nel definire esattamente quello che vogliamo ottenere. Tali sistemi possono aiutarci a raggiungere sia risultati positivi che negativi, tutto, però, dipende da noi e dai desideri che esprimiamo. *Presidente Associazione Italiana di Intelligenza Artificiale.
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[§23202363§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 4 La Repubblica Industria 4.0
Intervista con i l presidente del CNr Grazie a loro, celle solari più efficienti, migliori batterie e sistemi di trasporto interconnessi per essere ovunque...
Massimo Inguscio "Il computer quantistico migliorerà la nostra vita"
di Luca Fraioli Proprio nei giorni di fine ottobre in cui Google annunciava il suo primo computer quantistico il presidente del Consiglio nazionale delle ricerche Massimo Inguscio celebrava "primi" cinquant' anni di Internet. Un compleanno festeggiato però con lo sguardo rivolto al domani: «Sì», conferma il fisico che dal 2016 guida il più grande ente scientifico italiano, «il futuro sarà dei computer basati sulla meccanica quantistica. E i ricercatori del nostro paese possono dare un contributo importante». Tuttavia professor Inguscio, finora i principali annunci sono arrivati da colossi dell' hi-tech, come Ibm e Google. Perché sono loro a bruciare le tappe nella corsa al quantum computing? «I computer quantistici promettono di rivoluzionare il modo di trattare le informazioni. È ovvio che le aziende che sull' elaborazione dei dati hanno costruito il più grande impero economico nella storia dell' umanità vogliano essere le prime a gestire questa rivoluzione». Lei come spiegherebbe cos' è un computer quantistico? «È una macchina con una logica completamente diversa da quella classica e molto più potente. Un computer classico ha al proprio interno molti piccoli dispositivi, i bit, ciascuno dei quali si può trovare solo in due stati ai quali si assegnano i valori 0 e 1. E le sue operazioni si basano su una logica digitale secondo cui ciascun bit può valere 0 o 1. In un computer quantistico, invece, gli elementi di base sono i qubit, che possono trovarsi contemporaneamente nello stato 0 e nello stato 1, come se avessero il dono dell' ubiquità». Quali sono quindi i vantaggi rispetto ai computer tradizionali? «In un computer classico, decidendo ogni volta se ciascun bit è 0 o 1, devo compiere operazioni in serie, una dopo l' altra. In un computer quantistico eseguo operazioni in parallelo, contemporaneamente, dato che i qubit sono sia in 0 che in 1. Questo consente operazioni molto più veloci, ma permette anche la soluzione di problemi non risolvibili con computer classici. Per esempio la simulazione del comportamento dei materiali a partire dalla loro composizione molecolare o quella degli effetti di un farmaco, a partire dalla sua formula chimica». Cosa hanno a che fare queste caratteristiche con l' Internet del futuro? «Molti oggetti di uso comune diventeranno interconnessi e scambieranno immense quantità di dati. Ritrovare
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[§23202363§] giovedì 21 novembre 2019
La Repubblica Industria 4.0
in breve tempo le informazioni utili a ciascuno di noi in una simile babele di bit sarà quasi impossibile per i computer classici. Quelli quantistici risolveranno questo problema». E che ripercussione avrà il computer quantistico sulle persone comuni? «Ci permetterà di realizzare strumenti che miglioreranno le nostre vite. Per esempio celle solari più efficienti, migliori batterie, sistemi di trasporto interconnessi in grado di portarci dove vogliamo senza il nostro intervento». Tutto questo rimarrà nelle mani delle Big Tech? O avrà un ruolo anche la ricerca pubblica? «La ricerca sui computer quantistici è nata per la pura curiosità di scienziati che volevano capire il comportamento della materia in condizioni estreme, atomi a temperature bassissime o in fortissima interazione fra di loro. Le Big Tech stanno seguendo alcune vie per la realizzazione di computer quantistici, ma molte altre strade sono esplorate nei laboratori di ricerca pubblici di tutto il mondo». Qual è il ruolo dell' Italia e del Cnr? «L' Italia ha una delle più grandi comunità attive in Europa: più di 60 gruppi di lavoro, con alcuni dei più autorevoli centri e scienziati nel settore, 26 dei quali vincitori di finanziamenti dello European Research Council. Ed è stata la prima nazione europea a implementare una rete per la comunicazione quantistica sicura. E però.». Però? «L' Italia ha una debolezza strutturale che limita la capacità di trasformare l' eccellenza scientifica in "innovazione". Nel caso specifico del computer quantistico manca una grande azienda che collabori con la ricerca pubblica, come fece l' Olivetti per il primo elaboratore elettronico». Un giorno avremo i computer quantistici sulle scrivanie? «Non credo che l' obiettivo sia portare i computer quantistici sulle scrivanie. Sono oggetti tecnologicamente complicati ed è più probabile che risiederanno in luoghi attrezzati per ospitarli, essendo però accessibili in remoto da chiunque». Queste macchine trasformeranno la rudimentale Intelligenza artificiale di oggi in qualcosa di davvero simile o magari superiore a noi? «Potranno forse superare le capacità umane per compiti tecnici, anche complessi, ma non arriveranno mai alla consapevolezza propria della nostra specie. L' intelligenza artificiale sostenuta da una computer quantistico imparerà magari a raccontare una barzelletta, forse anche inventarne una che ci sembri passabile, ma non saprà mai ridere di gusto». © RIPRODUZIONE RISERVATA f g.
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[§23202364§] mercoledì 20 novembre 2019
Corriere Comunicazioni
Industria 4.0
Salesforce innova il Crm. E si affida all' AI targata Amazon
L' azienda spinge sulle soluzioni di Aws per gestire il servizio clienti via app e call center. L' adozione di tecnologie predittive e piattaforme intelligenti consentirà di soddisfare al meglio le richieste e velocizzare i tempi di risposta
Un gioco complesso tra le nuvole di Salesforce e Amazon Aws che potrebbe cambiare un aspetto cruciale nelle attività dell' azienda specializzata nel Crm. S alesforce ha annunciato infatti che utilizzerà una soluzione basata sull' intelligenza artificiale e il machine learning nel cloud di Amazon Aws per trasformare il modo con cui funziona il suo servizio per gli utenti via app e call center . L' azienda di San Francisco è specializzata in un servizio di Crm, Customer Relationship Management via cloud , che permette alle aziende suoi clienti di avere accesso in tempo reale alle informazioni sulla clientela per risolvere eventuali problematiche o migliorare l' esperienza dei prodotti e servizi venduti. Salesforce vuole utilizzare le tecnologie di AI di Aws per migliorare il servizio offerto ai suoi clienti, mettendoli in grado cioè di avere migliori informazioni sullo stato di soddisfazione o no dei loro clienti e sulle principali problematiche che emergono. Per fare questo Salesforce trasformerà in testo tutte le conversazioni dei call center, traducendole al volo e passandole attraverso un sistema di analisi in grado di riconoscere se il cliente finale è arrabbiato o soddisfatto, e di fare tutto questo in tempo reale. A partire da queste informazioni il software di Salesforce sarà in grado di fornire dei suggerimenti sui possibili comportamenti e risposte che possono essere offerte al cliente finale. Esempi di applicazioni concrete, spiega Bret Taylor , presidente di Salesforce , sono per esempio nel settore assicurativo: se un cliente chiede a una compagnia di assicurazioni se una determinata polizza sia detraibile dalle tasse, anziché avere un operatore che mette in pausa la telefonata mentre cerca i dati, il software è in grado di capire la domanda e fornire immediatamente la risposta all' operatore. Salesforce, che sta tenendo il suo evento annuale a San Francisco, intende presentare questo servizio come ulteriore arricchimento del pacchetto di funzionalità del suo software via cloud. La partnership tra Salesforce e Aws di Amazon va in competizione con una soluzione analoga studiata da Avaya con il fornitore di soluzioni cloud RingCentral. @RIPRODUZIONE RISERVATA.
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[§23202365§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 36 Il Sole 24 Ore Industria 4.0
ai
Un maxi-chip da intelligenza artificiale
A.Di.
In un mondo di miniaturizzazioni crescenti, Cerebras ha scelto la strada opposta e ha costruito un chip per l' intelligenza artificiale che è più grande di un iPad, un quadrato di 21,5 centimetri di lato. Il maxi-chip serve all' addestramento della intelligenza artificiale. E ha senso: il lavoro intensivo per l' addestramento di sistemi di intelligenza artificiale come, ad esempio, gli assistenti virtuali o i sistemi di guida autonoma per le smart car sono molto costosi e soprattutto richiedono una potenza di calcolo molto elevata. La fase di addestramento si basa sulla reiterazione di operazioni su un set di dati molto ampio, sino a trarre regole che faranno da guida alla Ai. Varie aziende, incluse Google e Amazon, hanno talmente bisogno di chip di questo tipo che hanno sviluppato i propri processori ottimizzati per l' addestramento delle Ai. Ma non tutte le taglie vanno bene per tutti. Un chip come quello di Cerebras permette di avere più potenza sempre a disposizione ma anche più flessibilità, riducendo in maniera sensibile il numero di computer da connettere per l' addestramento e quindi i tempi morti per il trasferimento dei dati e le attività di networking. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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[§23202371§] giovedì 21 novembre 2019
EutekneInfo
Lavoro e Previdenza
L' obbligazione solidale contributiva negli appalti si prescrive in cinque anni
L' INL, con la nota n. 9943/2019, chiarisce alcuni dubbi interpretativi sul rapporto tra obbligazione retributiva e contributiva
Il termine decadenziale di due anni previsto dall' art. 29 comma 2 del DLgs. 276/2003 riguarda esclusivamente l' esercizio dell' azione nei confronti del responsabile solidale da parte del lavoratore per il soddisfacimento dei crediti retributivi e non è applicabile, invece, all' azione promossa dagli enti previdenziali per il soddisfacimento della pretesa contributiva. Questo è il principio giurisprudenziale ripreso e fatto proprio dall' Ispettorato nazionale del lavoro con il parere n. 9943 del 19 novembre, formulato in risposta a un proprio ufficio territoriale su un tema estremamente delicato come quello della responsabilità solidale derivante dall' appalto. L' intervento chiarificatore dell' INL trova ragione in alcuni dubbi interpretativi sorti circa il corretto ambito applicativo da attribuire al citato comma 2, con particolare riferimento all' annosa questione del rapporto tra obbligazione retributiva e contributiva . La disposizione in questione prevede che, in caso di appalto di opere o di servizi, il committente imprenditore, o datore di lavoro, sia obbligato in solido con l' appaltatore, nonché con ciascuno degli eventuali subappaltatori, entro il limite di due anni dalla cessazione dell' appalto, a corrispondere ai lavoratori i trattamenti retributivi, comprese le quote di trattamento di fine rapporto nonché i contributi previdenziali e i premi assicurativi dovuti in relazione al periodo di esecuzione del contratto di appalto. Proprio in relazione a tale ultimo periodo ci si è posti il problema se il termine biennale potesse valere tanto in rapporto ai crediti retributivi , vantati dal lavoratore, quanto rispetto ai correlati risvolti sul piano previdenziale, ciò al fine di orientare correttamente i tempi di esperimento delle relative azioni giudiziali, da parte del lavoratore e dello stesso Istituto previdenziale. Al riguardo - come ricorda il parere in commento - "la Corte di Cassazione ha recentemente affermato che il regime decadenziale dei due anni previsto dall' art. 29 , comma 2, trova applicazione esclusivamente all' azione esperita dal lavoratore. La Corte argomenta partendo dalla considerazione, consolidata in giurisprudenza, secondo cui il rapporto di lavoro e il rapporto previdenziale, per quanto connessi, sono tra loro distinti , atteso che l' obbligazione contributiva, facente capo all' INPS, a differenza di quella retributiva, deriva dalla legge, ha natura pubblicistica e risulta pertanto indisponibile". In particolare la Suprema Corte, con la sentenza n. 18004 del 4 luglio 2019, ha chiarito che l' obbligazione contributiva non si confonde con l' obbligo retributivo. Nello specifico, stante la natura indisponibile, l' obbligazione contributiva, derivante dalla legge e che fa capo all' INPS, va commisurata alla retribuzione che al lavoratore spetterebbe sulla base della contrattazione collettiva vigente (c.d. "minimale contributivo"), determinandosi, per l' effetto, "una relazione immanente e necessaria tra la «retribuzione» dovuta
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[§23202371§] giovedì 21 novembre 2019
EutekneInfo
Lavoro e Previdenza
secondo i parametri della legge previdenziale e la pretesa impositiva dell' ente preposto alla realizzazione della tutela previdenziale. Secondo la Cassazione - prosegue la sentenza - "Proprio dalla peculiarità dell' oggetto dell' obbligazione contributiva, che coincide con il concetto di «minimale contributivo» strutturato dalla legge in modo imperativo, discende la considerazione di rilevo sistematico che fa ritenere non coerente con tale assetto l' interpretazione che comporterebbe la possibilità, addirittura prevista implicitamente dalla legge come effetto fisiologico, che alla corresponsione di una retribuzione - a seguito dell' azione tempestivamente proposta dal lavoratore - non possa seguire il soddisfacimento anche dall' obbligo contributivo solo perché l' ente previdenziale non ha azionato la propria pretesa nel termine di due anni dalla cessazione dell' appalto". A questo punto appare logica la conclusione alla quale giungono i giudici di legittimità, chiarendo conseguentemente il principio, peraltro confermato anche di recente con la successiva pronuncia del 6 novembre 2019 n. 28501, secondo cui il termine di due anni previsto dall' art. 29 comma 2 del DLgs. 276/2003 " non è applicabile all' azione promossa dagli enti previdenziali, soggetti alla sola prescrizione". L' azione volta al recupero della contribuzione, come ricordato dallo stesso Ispettorato, dovrà seguire, quindi, il termine prescrizionale fissato dall' art. 3 comma 9 della L. 335/1995, ossia i canonici cinque anni , salvi i casi di denuncia del lavoratore o dei suoi superstiti. Con le indicazioni fornite sul punto e finalizzate al corretto svolgimento dell' attività di vigilanza, l' INL coglie l' occasione per richiamare alla massima tempestività nella trasmissione dei verbali ispettivi all' Istituto previdenziale onde consentire l' attivazione delle procedure di recupero, entro termini prudenzialmente idonei a garantirne il buon esito.
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[§23202374§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 36 Italia Oggi Lavoro e Previdenza
appalti, al committente l' obbligo dei contributi per 10 anni
Stretta sulla responsabilità solidale
DANIELE CIRIOLI
Giro di vite sulla responsabilità solidale negli appalti. Il committente, che ha dovuto erogare al posto dell' appaltatore le paghe da questi dovute ai lavoratori, resta obbligato al versamento dei contributi all' Inps, su dette paghe, per 10 anni (cioè nel termine di prescrizione ordinaria). In tal caso, cioè, non si applica il termine previsto dalla responsabilità solidale altrimenti l' Inps sarebbe vincolato a richiedere i contributi entro due anni dalla fine dall' appalto, pena la decadenza. Lo precisa, tra l' altro, l' ispettorato nazionale del lavoro nella nota n. 9943/2019, a risposta di un quesito dell' ispettorato regionale di Bologna, traducendo in istruzioni il recente orientamento della giurisprudenza (Cassazione sentenze n. 8662/2019; n. 13650/2019; n. 18004/2019; n. 22110/2019). La responsabilità solidale Lo speciale regime di solidarietà lega il committente con l' appaltatore e subappaltatori, in caso di appalti di opere e/o servizi, alla responsabilità del pagamento di retribuzioni e contributi ai lavoratori occupati nell' appalto. Disciplinato dal comma 2, dell' art. 29 del dlgs n. 276/2003, il regime ha una durata prestabilita di due anni dalla cessazione dell' appalto: entro tale termine, è possibile chiamare in causa il committente, al posto dell' appaltatore/subappaltatore inadempiente, per il soddisfacimento di debiti retributivi e contributivi. La ratio della norma, spiega l' Inl, è quella di garantire il pagamento del corrispettivo e dei contributi previdenziali dovuti, consentendo a lavoratori ed enti previdenziali di esperire azione diretta nei confronti di un soggetto terzo, il committente, che di fatto ha beneficiato della prestazione lavorativa nell' ambito della quale questi crediti sono maturati. Che cosa dice la giurisprudenza Recentemente, spiega l' Inl, la Cassazione ha affermato che il termine di decadenza di due anni, fissato dal regime di responsabilità solidale, si applica esclusivamente all' azione esperita dal lavoratore. Una conclusione che è dedotta considerando che i due rapporti, quello di lavoro e quello previdenziale, per quanto connessi, sono tra loro distinti, perché l' obbligazione contributiva facente capo all' Inps, a differenza di quella retributiva, derivando dalla legge ha natura pubblicistica ed è, pertanto, indisponibile. La Cassazione evidenzia che l' applicazione estensiva del termine di decadenza porterebbe all' effetto contrario rispetto a quello perseguito (tutela lavoratori), in quanto renderebbe possibile che «alla corresponsione di una retribuzione a seguito dell' azione tempestivamente proposta dal lavoratore, non possa seguire il soddisfacimento anche dell' obbligo contributivo solo perché l' ente previdenziale non ha azionato la propria pretesa nel termine di due anni dalla cessazione dell' appalto».
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[§23202374§] giovedì 21 novembre 2019
Italia Oggi Lavoro e Previdenza
In tal caso, si avrebbe una riduzione della protezione del lavoratore che, invece, l' art. 29 ha voluto potenziare. In conclusione, l' Inl fa proprio il principio della Corte di cassazione in virtù del quale il termine di decadenza di due anni dell' art. 29 riguarda esclusivamente l' esercizio dell' azione nei confronti del responsabile solidale (committente) da parte del lavoratore, al fine specifico del soddisfacimento dei crediti retributivi e non è applicabile, invece, all' azione promossa dagli enti previdenziali per il soddisfacimento della pretesa contributiva. Quest' ultima resta soggetta alla sola prescrizione decennale o quinquennale ordinaria (ex art. 3, comma 9, della legge n. 335/1995). © Riproduzione riservata.
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[§23202376§] mercoledì 20 novembre 2019
Corriere Comunicazioni
Privacy e GDPR
Google Cloud rafforza l' impegno per le aziende europee: più controlli sui dati
Al Google Cloud Next Uk presentate nuove funzionalità che permettono di proteggere ulteriormente le chiavi crittografiche. Il VP Emea Chris Ciauri "Rispondiamo appieno ai requisiti di sicurezza dei dati e privacy"
All' avvio ufficiale di Google Cloud Next 2019a Londra il colosso americano del digitale rassicura le aziende europee : la nuvola di Big G è pienamente allineata con la normativa dell' Unione europea sulla privacy e la protezione dei dati . L' evento sul cloud e le dichiarazioni di Google arrivano in un momento cruciale: l' azienda di Mountain View negli Stati Uniti è finita nella bufera per l' accordo con l' azienda ospedaliera Ascension Health che intende usare i servizi di Google Cloud per gestire i dati sanitari dei pazienti; il regolatore vuole chiarimenti su come tali dati saranno trattati e protetti. Intanto in Europa i servizi cloud che arrivano dagli Stati Uniti sono motivo di preoccupazione per i rischi sulla "sovranità digitale dei dati: la Germania è arrivata a lanciare una piattaforma cloud con tecnologie tedesche chiamata Gaia X , mentre in Italia, un analogo cloud nazionale è stato proposto dal presidente della commissione Trasporti e Tlc della Camera, il leghista Alessandro Morelli. A queste sfide e in concomitanza con l' apertura dell' evento Uk sul cloud, Google risponde tramite il blog post di Chris Ciauri , Vice president Emea di Google Cloud, ribadendo l' impegno a fianco delle imprese europee nel pieno rispetto dei parametri di sicurezza e privacy. Ciauri ha anche annunciato nuove funzionalità che permettono ai clienti di Google Cloud di rafforzare la cifratura e la tutela dei loro dati. Chiavi crittografiche fuori dal Google Cloud "L' ambizione dell' Europa per una transizione digitale di successo è qualcosa che abbiamo sempre cercato di supportare e abilitare. Il nostro cloud è progettato per rispondere appieno ai severi requisiti in materia di sicurezza dei dati e privacy delle organizzazioni europee", scrive Ciauri. "Dove risiedono i dati, chi ha accesso ai dati dei clienti e le protezioni di privacy e sicurezza dei dati dei clienti sono aspetti fondamentali della nostra offerta". Il VP Emea di Google Cloud sottolinea che " i clienti di Google Cloud possono archiviare i dati in una regione europea, assicurarsi che non vengano spostati al di fuori dell' Europa e impedire che utenti e amministratori al di fuori dell' Europa possano accedervi . Possono gestire direttamente le proprie chiavi di crittografia e assicurarsi che anch' esse siano archiviate in una regione europea". All' evento Cloud Next Google presenta anche delle nuove funzionalità con cui i clienti possono archiviare le proprie chiavi di crittografia all' esterno dell' infrastruttura di Google Cloud, ricevere una spiegazione dettagliata ogni volta che viene richiesta una chiave per decodificare i dati e negare a Google la possibilità di decodificare i loro dati per qualsiasi motivo . "Queste funzionalità riflettono la nostra convinzione chei clienti dovrebbero avere i più elevati
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[§23202376§] mercoledì 20 novembre 2019
Corriere Comunicazioni
Privacy e GDPR
livelli di controllo sui dati archiviati nel cloud, oltre al massimo livello di sicurezza possibile", sottolinea Ciauri. Nuove regioni e clienti europei di Google Cloud Google Cloud Next Uk è il più grande evento Google Cloud in Europa con migliaia di clienti, partner, imprenditori e sviluppatori. Nell' ultimo anno, Google Cloud ha aggiunto alla esistente presenza cloud in Belgio, Finlandia, Germania, Paesi Bassi e Regno Unito lanuova regione cloud di Zurigoe annunciato piani perun' altra nuova regione in Polonia . Google Cloud ha inoltre ampliato le certificazioni di conformità, aggiungendo recentementeHds,Tisax e ottenendo il rapporto Isae 3000 (relativo allaconformità Finma). Tra i nuovi clienti di Google Cloud in Europa Ciauri cita Wpp, la più grande holding di pubblicità al mondo, il Dipartimento dei trasporti del Regno Unito (DfT), la compagnia aerea EasyJet, il gruppo delle telecomunicazioni Vodafone , il servizio di consegna di cibo online Just Eat, la catena di abbigliamento All Saints e Kapten , app per il trasporto a chiamata, che ha acquisito grande popolarità a Parigi e ora si sta espandendo in altre città francesi e in Europa. Questi esempi si aggiungono a quelli che Google Cloud ha già condiviso negli ultimi 12 mesi:Deutsche Börse Group,Sanofi,The Telegraph,Sainsbury' s, Lush e molti altri. Ieri Google Cloud ha annunciato l' acquisizione di CloudSimple , azienda del cloud computing con cui aveva già un' alleanza e che le permette di spingere sui prodotti per il cloud ibrido e le integrazioni delle applicazioni VMware. @RIPRODUZIONE RISERVATA.
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[§23202377§] mercoledì 20 novembre 2019
Corriere Comunicazioni
Privacy e GDPR
I big dell' hi-tech "aggirano" le domande del Congresso Usa
Google, Facebook, Amazon e Apple hanno fornito informazioni solo parziali in merito a questioni quali competizione, pratiche commerciali, utilizzo dei dati, privacy, sicurezza. Schierati decine di avvocati a difesa delle parti
Il Comitato giudiziario del Congresso Usa ha pubblicato le risposte fornite dai quattro indagati eccellenti nella grande inchiesta antitrust che sta caratterizzando questo momento della storia tecnologica, economica e politica americana e del resto del mondo. E quel che emerge è un gigantesco " No comment " detto più o meno da tutti, Google, Facebook, Amazon e Apple .Ci sono molti interrogativi che vengono posti dai rappresentanti al Congresso: domande che toccano la competizione , le pratiche commerciali , l' utilizzo dei dat i, la privacy , la sicurezza . Domande che, per la maggior parte, sono andate a vuoto o hanno ricevuto risposte filtrate da legioni di avvocati e chiuse in una difensiva che è indicatore molto chiaro di quanto i quattro big pensino di avere da perdere più che da guadagnare con questa indagine a fine antitrust.Le aziende, da tempo simbolo dell' aspetto più dinamico dell' economia degli Stati Uniti, hanno visto la loro reputazione offuscata da problemi di privacy degli utenti e dalle accuse relative all' abuso della loro posizione di vantaggio al vertice del mercato per bloccare qualsiasi possibile rivale.Nelle sue risposte, Google, che possiede YouTube, ha ripetutamente negato di favorire i propri servizi rispetto a quelli della concorrenza in settori come la ricerca, i video e i browser Internet.Ha affermato che "la stragrande maggioranza" dei clic a seguito di una ricerca su Google va a siti web non Google, che i risultati della sua offerta YouTube non hanno un peso maggiore rispetto a quelli dei rivali video e che i suoi strumenti di elaborazione testi e analisi sono progettati per funzionare bene con tutti i browser, non solo con Chrome.Nonostante l' enorme raccolta di dati sulle query di ricerca e sui clic, Google ha affermato di non poter fornire gran parte dei dati richiesti dalla commissione . Ad esempio, quando gli è stato chiesto se potesse condividere il numero di ricerche che mostrano informazioni sulla posizione di un' azienda, Google ha dichiarato: "Non abbiamo una definizione standard per le ricerche considerate "ricerche basate sulla posizione" e, pertanto, non possiamo fornire le informazioni specifiche richieste".Da parte sua, Facebook ha riconosciuto di aver tagliato fuori dalla sua piattaforma di sviluppo alcune app di terze parti perché replicavano funzionalità di base, come Vine di Twitter , che secondo Facebook replicava il suo News Feed .Tuttavia Facebook ha fornito risposte limitate ad altre domande sulla gestione da parte della società di potenziali concorrenti. Ad esempio, chiedendo i tempi e le "circostanze esatte" che l' hanno portato a rimuovere le app Phhhoto, MessageMe, Voxer e Stackla, Facebook ha risposto che "limita le app che violano le sue politiche", senza rivelare ulteriori dettagli.Controccorrente come al solito Apple , che invece ha risposto alle
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[§23202377§] mercoledì 20 novembre 2019
Corriere Comunicazioni
Privacy e GDPR
domande sul suo browser e sulle commissioni che si pagano nel suo App Store e molte altre cose, la maggior parte delle quali sono generalmente note. Ad esempio, ha affermato che esattamente due dipendenti hanno cercato di contestare l' arbitrato. Alla domanda su quanto ha speso per la sua app per mappe in concorrenza con Google, ha risposto "miliardi" (di dollari).Amazon invece ha dichiarato di utilizzare dati aggregati dei commercianti sul proprio marketplace usato da terze parti "per scopi commerciali", ma ha negato di utilizzare i dati per lanciare, procurarsi o dare un prezzo prodotti a suo stesso marchio. Infine l' azienda ha dichiarato che, al 29 settembre, aveva circa 38mila account di venditori individuali attivi negli Stati Uniti e circa 514mila account venditori professionali attivi sempre negli Usa.@RIPRODUZIONE RISERVATA.
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[§23202381§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 29 Corriere della Sera Sanità Digitale
Istituto Mario Negri
Partono i nuovi corsi di digital health
Il Laboratorio di Informatica medica del Dipartimento Salute pubblica (Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri, Milano) lancia una nuova edizione dei corsi sull' uso dei social media per la comunicazione e la promozione della salute e sui database, per gli operatori sanitari. Attivato un nuovo corso su digital health e terapie digitali. Iscrizioni entro il 22 novembre. Info:www.marionegri.it.
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[§23202352§] mercoledì 20 novembre 2019
Corriere Comunicazioni
Sanità Digitale
Big data in sanità, a firma di Exprivia la prima "intelligenza" clinica
Il progetto di ricerca CareGenius utilizza sistemi di AI e Natural Language Processing per trasformare i dati dei pazienti in strumenti di supporto alle attività di diagnosi e cura. Si parte dalla provincia di Trento. In campo anche l' Università e la Fondazione Bruno Kessler
Intelligenza artificiale e Natural Language Processing al servizio della Sanità digitale italiana . E' l' obiettivo del progetto di ricerca "CareGenius" avviato da Exprivia , che punta a trasformare l' enorme mole di dati relativi ai pazienti (dai referti alle cartelle, analisi, ecografie, radiografie), in una visualizzazione sintetica che abbraccia l' intera storia clinica del soggetto in cura. In questo modo le informazioni diventano immediatamente utilizzabili sia dal Sistema Sanitario sia dal medico curante.Il debutto del progetto avverrà nel territorio di Trento , dove un accordo con la Provincia Autonoma prevede la messa disposizione del Servizio sanitario provinciale dei risultati della ricerca. Prevista anche la collaborazione del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell' Informazione dell' Università di Trento e della Fondazione Bruno Kessler per gli ambiti di ricerca tecnologica.Il progetto di Exprivia riguarda l' elaborazione di una nuova suite informatica che si serve di strumenti come NLP e Intelligenza Artificiale per superare il "sovraccarico cognitivo" rappresentato dai numerosi dati da gestire relativi ai singoli pazienti, un ostacolo che impedisce agli operatori sanitari di avere rapidamente un quadro sintetico delle persone in cura.Progetto CareGenius, ecco i due pilastri"Il primo passo del progetto di ricerca - spiega Francesco Bellifemine, Direttore Digital Factory E-Health & Smart City di Exprivia - è l' impiego di algoritmi di NLP per estrarre dai documenti diagnostici e terapeutici informazioni strutturate utilizzabili da algoritmi informatici".Il secondo passo prevede la creazione di una grande banca dati che, in ambito di business intelligence , permette per esempio di correlare informazioni cliniche e indicazioni terapeutiche su base territoriale , per rendere sinteticamente rappresentabile e navigabile una mole di informazioni relativa alla storia clinica dei pazienti. Si apre così una nuova realtà, spiega Exprivia, "per rendere più efficiente il sistema sanitario sia dal punto di vista della gestione che per gli ambiti epidemiologico, scientifico, terapeutico"."Il progetto CareGenius - sottolinea ancora Bellifemine - è tra i primi in Italia che punta all' impiego dei più avanzati strumenti di Ict e dell' Intelligenza Artificiale per rendere facilmente utilizzabili i dati sanitari della popolazione per scopi terapeutici oltre che di governo del sistema sanitario. Le sue applicazioni contribuiranno a rendere più efficiente l' attività dei medici nelle strutture sanitarie , e anche ad a gevolare il compito dei medici di famiglia quando prendono in carico nuovi pazienti seguiti prima da altri medici, come si prevede avverrà fra qualche anno per i numerosi pensionamenti attesi nella categoria".@RIPRODUZIONE
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Corriere Comunicazioni
Sanità Digitale
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[§23202356§] giovedì 21 novembre 2019 Pagina 28 Corriere della Sera Sanità Digitale
Così l' innovazione digitale può curare i pazienti (e il Servizio sanitario)
RUGGIERO CORCELLA
blockchain,digital therapeutics, machine learning,edge computing, digital health: sono tutte parole chiave dell' innovazione digitale nella sanità. Ma come può la sanità digitale diventare davvero una cura, per i pazienti e soprattutto per il Servizio sanitario nazionale ? Un gruppo di esperti di trasformazione digitale, assieme a professionisti del sistema salute, tutti soci del Club dirigenti tecnologie dell' informazione (Cdti, la più grande associazione no-profit di dirigenti ICT di Roma con oltre 400 iscritti), ha tentato di rispondere a queste domande attraverso l' analisi approfondita dello scenario. Da questa ricerca è nato un «position paper», cioè un documento con la presa di posizione ufficiale del Cdti (scaricabile dal sito cdti.org), dal titolo piuttosto significativo di «Sanità Digitale: dal fare al curare», inviato ai ministeri competenti. Qual è l' obiettivo dell' iniziativa? «Nel 2015 abbiamo scritto un documento che si chiamava "Telemedicina: dal dire al fare" - spiegano Massimo di Virgilio, presidente del Cdti, Sergio Pillon e Mario Pantaloni, del consiglio direttivo - . Volevamo sottolineare la necessità di concretizzare l' utilizzo di quello che allora era considerato il pilastro dell' innovazione. In effetti qualcosa si è cominciato a fare, sia pur con fatica». Oggi la telemedicina è nei Lea (i Livelli essenziali di assistenza) , le regioni italiane fanno progetti e gare per servizi di telemedicina, esistono documenti regionali di valutazione di efficacia e di impatto, esistono servizi di telemedicina su tutto il territorio nazionale che rispondono a uno schema dettato dalle linee di indirizzo nazionali, recepite da tutte le regioni italiane nel 2015. «Il problema è che l' impatto delle nuove tecnologie sul sistema delle cure è stato davvero minimo - aggiunge Pillon -. Dunque adesso bisogna iniziare a curare davvero. Anche perché oggi lo scenario è completamente cambiato: la telemedicina non è più "sola" ma è stata affiancata da una serie di strumenti che la collocano all' interno di un sistema di sanità digitale». Il documento del Cdti affronta una per una le sfide e le opportunità della eHealth: digital therapeutics e digital health, app e web app. Si parla del Fascicolo sanitario elettronico che rappresenta una delle leve principali di innovazione dei processi sanitari. «C' è bisogno di ripensarlo - dicono Pillon e Pantaloni - per renderlo davvero in grado di migliorare la qualità dei servizi sanitari e il risultato complessivo, vincendo la sfida di dare sostenibilità all' attuale Servizio sanitario nazionale universalistico ».
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[§23202356§] giovedì 21 novembre 2019
Corriere della Sera Sanità Digitale
Non poteva certo mancare il capitolo sull' Intelligenza artificiale, i suoi attuali benefici, le prospettive e i rischi etici, come l' Europa si pone e si attrezza per sostenere e potenziarne l' utilizzo in medicina. Vengono accennate le tecnologie emergenti della sanità digitale: Internet of things, app, 5G ed Edge computing, «LiFi» in alternativa o complemento al WiFi, advanced analytics, intelligenza artificiale e machine learning. E ancora blockchain, quel registro di dati digitali con caratteristiche di immutabilità, tracciabilità, trasparenza e distribuzione che lo rendono molto promettente in sanità per le molteplici possibili applicazioni. Non sfugge all' analisi neppure il ruolo del manager nella sanità digitale e delle competenze digitali che il personale sanitario ormai deve avere. Ma quali sono le proposte del Cdti per una sanità digitale? «Ai decisori politici suggeriamo: di aggiornare le linee di indirizzo nazionali sulla Telemedicina e gli indirizzi e la struttura dell' attuale Fascicolo sanitario elettronico; di attribuire una percentuale dei finanziamenti del Servizio sanitario nazionale vincolata all' innovazione; di potenziare le strutture di coordinamento della sanità digitale. «Ai top manager sanitari suggeriamo: di frequentare corsi di eLeadership, di porre obiettivi specifici per la trasformazione digitale nelle strutture amministrate; di valorizzare le risorse umane competenti nella sanità digitale; di vincolare una quota del budget aziendale all' innovazione digitale».
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