Quello swing perduto

Settantacinque anni or sono in questo periodo ancora ci si interrogava su cosa ne fosse stato di

/ 17.02.2020 di Enza Di Santo

In quei giorni di metà dicembre del 1944, su nord e centro Europa le condizioni metereologiche erano pessime. Il 15 dicembre la nebbia avvolse le coste inglesi e si estese lungo il Canale della Manica, ma il «Norseman» Noorduyn UC-64 monomotore decollò lo stesso per Parigi, destinazione che avrebbe raggiunto poco meno di due ore più tardi attraversando una rotta sicura. A bordo del velivolo militare, il Pilota J. Morgan, il Tenente Colonnello N.F. Baesell e il Maggiore Anton Glenn Miller incaricato dell’intrattenimento delle truppe alleate in Inghilterra e a capo della Air Force band. Miller avrebbe dovuto esibirsi con la sua grande orchestra nella Capitale francese da poco liberata dai tedeschi, ma non ci arrivò mai. Del Norseman si persero le tracce.

La scomparsa del Maggiore, annunciata solo alla vigilia di Natale, ebbe un notevole impatto mediatico: nell’era dello swing, durante la grande depressione, Glenn Miller, arrangiatore, trombonista e soprattutto capofila della più famosa big band di quei tempi, era svanito nel nulla, lasciando il silenzio nelle sale da ballo frequentate dai soldati che avevano smarrito uno dei simboli della loro generazione. Che fine aveva fatto l’artista che tra 1939 e il 1942 aveva venduto più dischi di tutti? La nebbia aveva inghiottito il compositore per il quale era stato ideato il disco d’oro, premio assegnatogli nel 1942 per aver raggiunto, in soli 3 mesi, il milione di copie venute del 78 giri di e I Know Why.

A quei tempi ottenere tale risultato costava fatica. Il talento non bastava e bisognava perseverare. Nato il 1° marzo del 1904 a Clarinda, in Iowa (USA), Miller aveva manifestato l’interesse per la musica sin da bambino suonando mandolino e cornetta. La sua famiglia si era spostata molto attraverso gli USA; in Missouri, nel 1915 aveva comprato il suo primo trombone e, una volta in Colorado, ha coltivato la sua passione per musica e balli. Nel ’23 entrò alla Colorado University, ma non si applicava: passava il tempo a caccia di audizioni e piccoli concerti, così abbandonò gli studi e decise diventare un musicista professionista. Sotto la guida di Joseph Schillinger compose il tema distintivo di Moonlight Serenade (1939), la sua swing ballad più nota e pezzo forte della pellicola musicale (1941), anche se il suo primo brano fu Room 1411 del 1928. Dal 1926, emerse come solista tra le fila delle orchestre di Ben Pollak e Victor Young, ma l’arrivo di Jack Teagarden nel 1928 lo eclissò. Non rimase in ombra: accolse la sua vocazione, arrangiare e comporre, pubblicò un libro, Glenn Miller 125 Jazz Breaks for Trombone, e sposò Helen Burger, con la quale adottò due bambini. Stabilitosi a New York, grazie all’ingaggio del 1930 nell’orchestra di Red Nichols, suonò nelle pit band di due spettacoli di Broadway. La strada, nella prima metà degli anni 30, era in salita e sebbene affiancasse , e Joe Venuti, non riusciva a distinguersi. Alla fine nel ’37, formò la sua prima band e svoltò: trovò il sassofonista Wilbur Schwartz, gli fece suonare il clarinetto e rese la sezione dei fiati molto più corposa. Innovazioni che fecero culminare il suo successo con l’esibizione alla Carnegie Hall del ’39. Il suo stile unico e la sua creatività si rivelano nella direzione della , con ance e ottoni muniti di sordina come protagonisti. Il suo jazz addolcito, il suo swing trascinante e i suoi energici boogie woogie, lontani dal blues, erano irresistibilmente pop, commerciali, orecchiabili e raffinati. Ogni brano era un successo e il suo arrangiamento rese celebre di Joe Gerland e Louis Armstrong.

Nel ’42 quando si arruolò volontario nell’Esercito, credeva sinceramente che bisognasse porre fine alla Seconda guerra mondiale. Certo sapeva di non essere abbastanza giovane per il fronte, ma era convinto che la sua musica potesse sollevare l’umore dei soldati e portare alla pace che propagandava alla radio. L’ultimo viaggio di questo straordinario personaggio è ancora avvolto nel mistero. Le ipotesi si sono susseguite, ma ancora non è stata svelata la verità. Forse con le nuove tecnologie in un prossimo futuro, si saprà cosa successe il 15 dicembre del 1944.