Martedì 29 23 ottobre 2007 CANTÙ

LA SCHEDA PERDUTA CORSI D’ACQUA In assenza di lavatoi pubblici gli indumenti venivano lavati lungo i corsi d’acqua, in prossi- mità di qualche sorgen- te o sulle sponde lacua- Dei lavatoi li. IL LAVATOIO La vasca centrale del lavatoio era delimitata da un piano inclinato in pietra e suddivisa in è rimasta solo due o tre bacini comu- nicanti, il primo dei quali, quello più prossi- mo all’acqua sorgiva, era destinata al risciac- la nostalgia quo. NOBILI COSTRUZIONI Nel tempo hanno perso il loro valore sociale A Cantù, di queste vec- chie e nobili costruzioni è rimasta soltanto quel- soppiantati dall’acqua corrente nelle abitazioni la costruita negli anni venti in via Grassi, ope- ■ Alcuni anni orsono a era anco- in sostanza la necessità di uscire di casa per ra realizzata dall’indu- ra possibile incontrare qualche anziana don- lavare gli indumenti. stria Vergani. na che, sospingendo una carriola ricolma di Eppure vi fu un momento in cui la costru- panni, si avviava verso il lavatoio pubblico, zione di un lavatoio coperto era percepita da IL PIÙ BELLO nei prati delle Busciane. Più per abitudine una comunità come un’irrinunciabile con- che per necessità, perché l’acqua corrente e quista di carattere sociale. La costruzione di Il più bel lavatoio del- la lavatrice erano ormai da tempo in tutte le queste strutture si concentrò fra l’ultimo l’area canturina è con quarto del XIX secolo e i primi due decenni ogni probabilità quello del Novecento, contribuendo a risolvere par- realizzato nel 1913 da te delle gravose mansioni domestiche delle Carolina Argenti a Sen- madri di famiglia. Talvolta la costruzione del na Comasco. lavatoio coperto era dovuta a un atto di be- nevolenza nei confronti della comunità ACQUA da parte di una benefattrice, desidero- sa di alleviare almeno una parte del- CORRENTE la grande fatica femminile, come L’introduzione dell’ac- avvenne a Senna Comasco. Qui, qua corrente in tutte le come ricorda una targa murata abitazioni e la diffusio- sul timpano della facciata, ven- ne della lavatrice han- ne donato alla comunità da no - di fatto - annullato Carolina Argenti nel 1913. In la necessità da parte dei assenza delle vasche pubbli- cittadini della Brianza che l’operazione di lavaggio di servirsi di un lava- avveniva lungo i corsi d’ac- toio esterno alle abita- qua, in prossimità di qualche zioni. sorgente o sulle sponde la- Il lavatoio di Senna Comasco, realizzato nel 1913 da Carolina Argenti cuali. Le donne si inginoc- chiavano sulle ripe erbose e scattata da Paini nel 1965). lore di bene culturale, capace fra l’altro di re- presentando alcune similitudini - si diversi- sporgendo il corpo verso il A Cantù, di queste vecchie e nobili costru- stituire a un luogo la sua identità più recon- ficavano l’una dall’altra. Comunemente i la- corso d’acqua sfregavano con zioni è rimasta soltanto quella di via Grassi: dita, i lavatoi di Senna Comasco e Capiago, vatoi presenti nell’area canturina erano co- forza gli indumenti su tavole di da anni in completo abbandono, al suo inter- sono stati tutelati e restaurati in maniera as- stituiti da semplici strutture aperte a pianta legno. Si lavava anche nei fossa- no conserva però ancora le vasche di lavag- solutamente apprezzabile. rettangolare. Il tetto, a capriate lignee rico- ti di scolo delle acque piovane, gio che per la prima volta, con gran beneficio I lavatoi venivano costruiti in prossimità perte da un manto in coppi, era sorretto da talvolta profondi e scivolosi. Come dell’igiene, erano suddivise in scomparti sin- di un rigagnolo o di una sorgente, l’acqua sei, otto o anche dodici pilastri in mattoni, a ricorda Luigi Melli nel suo bel libro goli. Fu edificata attorno agli anni venti del della quale veniva captata e convogliata nel- seconda della dimensione del manufatto. Il su , poteva Novecento come vano accesso- la grande vasca centrale in pie- lavatoio di Vertemate, il più semplice far succedere, come in realtà accadde a Ver- rio della casa per operai del- tra. Queste nuove strutture quelli della zona, è aperto sui quattro lati; temate, che nell’atto di sporgersi per risciac- l’industria tessile Vergani. Per- Fino a qualche permettevano alle lavandaie di quello di Cucciago presenta i due lati mino- quare si scivolasse in acqua perdendo la vi- ché non restaurarla e trasfor- lavorare in piedi, al riparo dal ri chiusi da un muro, al centro del quale si ta. marla in un monumento alle anno fa sole e dalle intemperie. La va- apre un’arcata. Il lavatoio Vergani di Cantù è Alcune immagini scattate dal fotografo se- conquiste della società civile? era possibile sca, la cui dimensione permet- l’unico fra quelli superstiti completamente case. A differenza di Senna e Capiago, ove il regnese Giuseppe Croci nel 1961 mostrano I lavatoi di Fecchio e trovare qualche teva il lavoro contemporaneo chiuso. I costruttori si erano preoccupati di lavatoio era comodamente posizionato in in modo magistrale lo sforzo compiuto da un Sant’Antonio sono in qualche anziana di un buon numero di donne, proteggere le lavandaie non solo dalla piog- centro al paese, a Cucciago le caratteristiche gruppo di lavandaie sulle rive del lago di Pu- modo scampati alla demolizio- era delimitata da un piano gia, ma anche dalle correnti d’aria e dal fred- orografiche del luogo non avevano consenti- siano per mantenersi in equilibrio, alcune ne fino ad alcuni lustri orsono, che li utilizzava continuo inclinato, in pietra, do. Il lavatoio di Senna, restaurato con cura to la captazione dell’acqua in un punto cen- munite di un’asse sagomata su cui appoggia- altri sono stati abbattuti mano su si lavavano e risciacquava- e perizia una decina di anni orsono, è archi- trale, pertanto il lavatoio era stato costruito a re le ginocchia, altre dolorosamente inginoc- a mano che la loro funzione si no gli indumenti. Talvolta la tettonicamente il più interessate e sicura- una distanza piuttosto ragguardevole dall’a- chiate direttamente sull’acciottolato. Anche esauriva. Sono invece ancora un discreto nu- vasca era suddivisa in due o anche tre bacini mente il meglio conservato. bitato. Gianni Paini alla metà degli anni sessanta mero i lavatoi pubblici conservati in altri co- comunicanti, il primo dei quali, quello più Troppo tardi ci si è accorti del valore stori- L’introduzione generalizzata dell’acqua documentò le diverse fasi del lavoro femmi- muni briantei. A Capiago, Vertemate, Cuc- prossimo all’acqua sorgiva, era destinata al co e socio-antropologico rappresentato da corrente nelle abitazioni e la diffusione del- nile nei lavatoi del Canturino, in quegli anni ciago, Senna alcune di queste strutture sono risciacquo. questo patrimonio, di cui nel Canturino si la lavatrice hanno completamente rivoluzio- ancora ampiamente frequentati. (come mo- sopravvissute e conservano ancora la loro Se le vasche avevano per lo più le medesi- conservano ormai solo esili tracce. nato la maniera di fare il bucato, annullando stra la foto a lato del lavatoio di Vighizzolo antica suggestione. Riconoscendo il loro va- me caratteristiche, le strutture edilizie - pur Tiziano Casartelli

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