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napoli e pergolesi napoli e pergolesi napoli e direttore M° pietro Mianiti maestro al clavicembalo roberto Moreschi pergolesi soprano Maria rosaria lopalco contralto rosa bove date 12 GiuGno orario 20.30 orchestra del durata 1h 15Min direttore principale ospite M° Maurizio benini luogo teatro di san carlo, via san carlo 98/F 1’ Violini *Gabriele Pieranunzi www.teatrosancarlo.it *cecilia laca daniele coloMbo ProGraMMa Gabriela DrasaroVa ivano caiazza doMenico ciMarosa DoMeniCo siano il Sacrificio di abramo Mauro rossi sinFonia dall’oratorio Daniele baione revisione critica di ivano caiazza Filippo dell’arciprete Gennaro cappabianca pasquale Murino San franceSco di SaleS liliana rotundi sinFonia dall’oratorio salVaTore loMbarDo revisione critica di ivano caiazza Giovanna MaGGio erika GyarFas anTonieTTa PaTernosTer niccolò antonio porpora anGelo casoria il Trionfo di camilla sinFonia dall’ 2’ Violini revisione critica di ivano caiazza *rosa WeisbroT *luiGi buonoMo Gaetano Manna GiusePPe naVelli Quoniam Tu SoluS SancTuS Giuseppe carotenuto per contralto, archi e basso continuo rachel constable revisione critica di ivano caiazza alba ovcinnicoFF roberto roGGia Giovanni battista perGolesi Flavia salerno STabaT maTer vincenzo GriMaldi per soprano, contralto, archi e basso leslaw pankowski continuo °Giuseppe scarpato °loana Gorun produzione Fondazione teatro di san carlo °niCola Marino nell’ambito di aSpeTTando pergoleSi °Fukuara aska

Viole *luCa iMProTa °*antonio bossone hélèn Jean eduardo pitone paolo traversi anGelo iollo Gennaro lettieri roberTa zanGirolaMi patrizio rocchino pietro lopopolo MassiMo Mauriello loredana Guarnirei °ConCeTTa FranCiosa corni °doMenico di donato *siMone baroncini *riCarDo serrano Violoncelli salvatore acierno *luca siGnorini pasquale pierri °*GianluCa GiGanTi Filippo azzaretto MarCo ViTali MarCello boneCHi Fabio centurione Marco peciarolo raFFaele binetti aurelio bertucci Trombe nicola babini *Giuseppe cascone aliDa Dell’aCQua *Fabrizio Fabrizi leone calza ClauDio GironaCCi lorenzo ceriani alessandro Modesti GianFranco Manicardi °davide pezzino conTrabbaSSi Tromboni *CarMine laino *Gianluca caMilli °*erManno calzolari *serGio danini Giovanni stocco roberto bianchi alessanDro Mariani vittorio Guarino Fabio teMpio Giovanni GiuGliano baSSo Tuba pasquale Maddaluno *Federico bruschi paolo di iorio Timpani/percuSSioni flauTi *alessandro Fabrizi *bernarD labiausse *barbara bavecchi *silvia bellio pasquale bardaro GianPiero Pannone Marco pezzenati raFFaele di donna °Franco cardaropoli Francesca staderini (oTTaVino) ° silvia de checchi ° ciro FaMiani oboi *GiusePPe roMiTo arpa *doMenico sarcina *antonella valenti FranCesCo Parisi Mauro Mascolo Giuseppe benedetto (corno ingleSe) clarineTTi *sisTo lino D’onoFrio *luca sartori Mariano lucci sTeFano barToli fagoTTi *Mauro russo *Maddalena Gubert Giuseppe setteMbrino oTTaVio VisCione °luca incoronato (conTrofagoTTo)

*prime parti °professori ospiti in grassetto i professori impegnati DoMeniCo CiMarosa niCColò anTonio PorPora il Sacrificio di abramo | sinfonia il Trionfo di camilla | sinfonia nella fitta produzione teatrale di Cimarosa, no- Una generazione di distanza e qualche coincidenza vantanove opere in ventinove anni, ci sono anche impedirono a Pergolesi e Porpora d’incontrar- molti pezzi strumentali che mostrano un gusto si. Prima al Conservatorio dei Poveri di Gesù, pienamente europeo per lo strumentismo e per dove entrambi ebbero come maestro, fra gli altri, lo sviluppo sonatistico, e moltissima musica sa- Gaetano Greco: Porpora, figlio di un libraio di cra, fra cui messe, pezzi sparsi e alcuni drammi via san Biagio, era nato nel 1686 ed era uscito sacri. Curioso che il più famoso e per più tempo dal conservatorio nel 1707, tre anni prima che eseguito dei drammi sacri di Cimarosa, il Sacrifi- nascesse Pergolesi. Quando Pergolesi entrava cio di abramo, sia conservato in un manoscritto in conservatorio, Porpora aveva già terminato il ottocentesco alla Biblioteca del Conservatorio servizio di maestro di cappella presso la corte di san Pietro a Majella ma nessuna delle altre d’assia Darmstadt, e quando Porpora rientrerà a copie (a napoli, Venezia, Londra) né il libretto napoli nel 1738, Pergolesi era già morto. Maestro conservano il nome di Cimarosa. il fatto che alcuni di farinelli e artefice della stagione più vivace della brani siano stati pubblicati nel XiX secolo sotto il vocalità operistica italiana di cultura metastasiana, nome del compositore aversano, potrebbe indurre costruita su ardue difficoltà tecniche, sulla capa- a pensare che si tratti di una partitura a più mani. cità di improvvisazione, sulla varietà ornamentale Tant’è che tradizione vuole che il dramma fosse che mascherava la semplicità melodica, Porpora stato dato in prima al Teatro del fondo di napoli raccolse intorno a sé grandissime star del canto nel 1786; ma nulla si sa di più. Resta la musica, come il senesino e la Cuzzoni, reduci da scontri certo appartenente al mondo di Cimarosa, e la con Händel: proprio senesino cantò nel 1740 sinfonia che riporta una tipica strumentazione al san Carlo nel Trionfo di camilla, con grande cimarosiana e un’intensità non inferiore alle sue successo per sé e per il compositore. Ma, per dire migliori pagine strumentali: dopo aver ascoltato delle mode, quando il san Carlo riproporrà il titolo nel 1847 il Sacrificio d’abramo, Eugène Delacroix vent’anni dopo, sarà visto come completamente sentenziò che Cimarosa era «più drammatico di obsoleto e non piacerà a nessuno. Mozart». GaeTano Manna FranCesCo Feo Quoniam Tu SoluS SancTuS San franceSco di SaleS | sinfonia Due generazioni dopo Pergolesi, Gaetano Manna Compagno di studi di e di Giuseppe (1751-1804) aveva studiato al Conservatorio di De Maio al Conservatorio della Pietà de’ Turchini, santa Maria di Loreto ma con la consapevolez- feo (1691-1761) appartiene a quella grande cul- za di avere un terreno già pronto: a ventisette tura musicale ramificata e ancora non del tutto anni era maestro di cappella alla ss. annunziata studiata che potremmo definire “pregalante”, alla prendendo il posto dello zio. Più tardi sarà anche quale Pergolesi diede uno dei contributi più alti e vicemaestro di cappella del Duomo e maestro di caratterizzati. fu anche fra i migliori didatti della cappella in san filippo. La sua lingua musicale, sua epoca, maestro tra l’altro di Jommelli. al la stessa del mondo di Paisiello e di Zingarelli, il periodo durante l’insegnamento in sant’onofrio, maestro di Bellini, è quasi del tutto declinata in il 1734, risale l’oratorio a quattro voci e orchestra ambito sacro, nel quale spiccano una quindicina San francesco di Sales apostolo di chablias, la cui di messe e molti mottetti, versetti isolati, litanie, sinfonia, mista del timbro degli ottoni, degli oboi che fanno uso abbondante di fiati in chiave tim- e degli archi, mostra lo stile semplice e fluente brico-espressiva. Questa intonazione del versetto caratteristico di feo sia nell’ambito sacro sia del credo, conservata in partitura autografa alla nelle opere teatrali, fra le quali spiccano arianna Biblioteca dei Girolamini, è datata 6 luglio 1774, e arsace. L’oratorio divenne l’opera sacra più alla fine degli studi in conservatorio. famosa di feo, e continuerà ad essere eseguito, fonte: Programma di sala del progetto aspettando pergolesi fatto non comune all’epoca, per oltre vent’anni. di Giuseppe Martini GioVanni baTTisTa PerGolesi di morire, l’inarrivabile Stabat mater per 2 voci Giovanni Battista Pergolesi nacque a Jesi nelle femminili e archi. Giovanni Battista Pergolesi morì, Marche nel 1710 ed i primi elementi di musica nel 1736 a soli 26 anni, di tubercolosi e fu sepolto li ricevette, bambino, da due sacerdoti e da un in una fossa comune come più tardi accadrà a marchese del luogo prima di passare alla scuola Vivaldi ed a Mozart. del maestro di cappella comunale, Mondini, e di quello del Duomo, santi, che vedevano in lui la promessa di un grande talento, ma fin da fanciullo fu di salute delicatissima, minato dalla tisi e colpito da poliomelite che gli offese una gamba. iniziati gli studi musicali nella città natale (ebbe fama di fanciullo prodigio), li prosegui a napoli nel Con- servatorio dei Poveri di Gesù Cristo (1725) dove continuò lo studio del violino e «contrappunto e suono di tasti». al Conservatorio Pergolesi si segnalò come valente violinista e compositore, il dramma sacro li prodigi della divina grazia nella conversione e morte di S.guglielmo duca d’aquitania (1731) fu il suo saggio finale nel quale inserì una nuova ed irresistibile vena comica. nel 1733 musicò il prigioniero superbo, e nello stesso anno fu replicata al s. Bartolomeo lo frate ‘nnamurato, su libretto di G. a. federi- co, opera che aveva già ottenuto un notevole successo al Teatro dei fiorentini l’anno prima. Pergolesi, ormai considerato musicista di pre- stigio, venne assunto come maestro di cappella del principe di stigliano Colonna, uno degli Eletti della municipalità napoletana e tra i nobili più in vista, visse e lavorò sempre a napoli, salvo una breve parentesi romana (1734) dove compose e rappresentò la messa in fa maggiore. nel 1735, Pergolesi ricevette un posto ufficiale nella cappella regia, quale organista soprannumerario e forse per essa, compose l’ultimo dei suoi due Salve regina in do minore. Le caratteristiche originali della musica pergolesiana sono la dolcezza e la malinconia che traspaiono dalla creazione me- lodica. Pergolesi compose opere serie e opere buffe, intermezzi, oratori, cantate, musica sacra, musica strumentale, ma furono la serva padrona e lo Stabat mater che gli assicurarono fama im- peritura. la serva padrona è il capolavoro teatrale comico, che divenne in seguito il modello di questo genere musicale, seguito poi da musicisti quali Mozart e Rossini. nel 1735 Pergolesi, sentendo diminuire continuamente le proprie forze, lasciò ogni attività e si ritirò a Pozzuoli nel convento dei frati Cappuccini ove finì, pochi giorni prima

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