EVELINA BOREA

CARAVAGGIO E LA SPAGNA: OSSERVAZIONI SU UNA MOSTRA A SIVIGLIA

'' y el naturalismo espafiol ,: que­ due anni fa nell'occasione della mostra "Caravag­ sto il titolo della mostra apertasi a Siviglia gio and his Followers, a Cleveland, in termini del il 9 settembre scorso a cura di Alfonso tutto negativi, ossia negandosi che un rapporto di Emilio Perez Sanchez: un avvenimento che, men­ tal genere sia mai stato, '> mi attendevo di ritro­ tre concludeva degnamente le manifestazioni del vare a Siviglia discussa con migliori argomenti, è XXIII Congresso internazionale di storia dell'arte, sorprendente come il Perez Sanchez drasticamente dedicato quest'anno all'arte in Spagna - i cui la elude. "El problema del caravaggismo de Ve­ lavori si erano svolti la settimana precedente a hizquez es demasiado complejo para ser tratado en Granada - riapriva da un nuovo punto di vista esta ocasi6n , egli scrive alla pagina diciottesima la discussione sempre di attualità sul naturalismo del saggio: un'ammissione che, se è legittima in secentesco. Già nel titolo, ben meditato, è facile assoluto, è perlomeno incongrua relativamente al leggere, sottintesa con eleganza, fa duplice inten­ luogo e al momento scelti per pronunciarla. In­ zione: da un lato l'omaggio spagnolo al grande pit­ fatti, quale migliore opportunità di confronti, se tore lombardo- quasi d'obbligo l'anno in cui si è non fra quadri dal vero - data l'evidente difficoltà celebrato il centenario della nascita -, fatto og­ per gli spagnoli di ottenere prestiti da Londra, da getto ultimamente di incalzanti attenzioni e spe­ Chicago, da Leningrado, da Berlino, da Edimbur­ culazioni, sia in Europa che in America; dall'al­ go, da Orléans -, almeno tra argomentazioni in tro il reclamo di parola - più che legittimo da pro e contro della tesi che Velazquez sia il fior parte di chi ha dimostrato in breve giro d'anni fiore dell'" hispanidad, ? " No era éste el lugar tanta attitudine ad alternare gli studi sul Seicento ni la ocasi6n de plantear, y sobre todo de docu­ italiano a quelli sul Seicento spagnolo - nel di­ mentar con la amplitud necesaria, lo que estos battito sempre aperto sulla portata dell'influenza maestros [oltre Velazquez, Zurbaran e Cano] deban caravaggesca fuori d'Italia; stavolta mettendosi a o no a Caravaggio, pero no se podia prescindir de fuoco, evidentemente, la sfera spagnola. È un ti­ sus nombres en un discurso referido al naturalismo tolo comunque il cui significato si chiarisce, è be­ espafiol. Por ello estan presentes siquiera de modo ne dirlo subito, non tanto allume dei novanta qua­ casi simbolico, (pagina ventottesima). Ma, stan­ dri esposti - prelevati di necessità tutti da rac­ do così le cose, perché non rappresentarli, i tre colte spagnole, senza integrazioni da musei stra­ artisti cui questo passo si riferisce, nel migliore dei nieri, e quindi spesso non rappresentativi al più modi? intendo qualitativatpente. Lo si è fatto per alto grado - quanto nel saggio introduttivo del Alonso Cano, il cui San Francisco de Borja è uno Catalogo, ove si sostiene l'indipendenza pressoché dei capolavori del Seicento spagnolo (catalogo totale del naturalismo spagnolo da Caravaggio. n. 64), e, ciò che più preme, uno degli esempi più Il Perez Sanchez infatti, mentre riepiloga la se­ significativi, sul versante religioso dell'arte, del na­ quenza dei fatti noti che documentano presenze ab turalismo pittorico di ascendenza caravaggesca; ma antiquo in terra di Spagna di quadri del Merisi o non per Velazquez, che nei suoi anni sivigliani ben ~i copie da essi o di quadri di stretti seguaci ita­ altro aveva dipinto oltre il ritratto di Padre Suarez hani del Merisi, come Borgianni, Cavarozzi, Gra­ de Ribera, firmato e datato 1620 (catalogo n. 91), ~atica, non si stanca di ripetere che tutto ciò non­ unica sua opera esposta alla mostra, un quadro in ~tmeno non fu determinante per il naturalismo cui ogni estro è sacrificato a una chiesta condizio­ tberico - "tenebrismo, -, che esso si mani­ nante, e comunque rovinatissimo; peggio per Zur­ festò e si sviluppò per altre influenze, lombarde, baran, presente con un quadretto modesto, la !Oscane, veneziane - le stesse, d'altronde, scrive Santa Eufemia del Prado (catalogo n. 92), non si­ ll.Per~z Sanchez, che avrebbero determinato l'in­ gnificativo né entro il complesso dell'opera del chn.az~o~: naturalistica dello stesso Caravaggio ai grande artista, né sul piano dei rapporti con la suot tntzt -, e inoltre fiamminghe, ma soprat­ tradizione caravaggesca - a differenza di tanti suoi !Utto interne alla Spagna stessa, o, quantomeno, capolavori ritrovabili nella stessa Siviglia o al­ 10 un secondo tempo, per effetto del riberi­ trove - che si potrebbero attribuire allo stesso smo - inteso evidentemente come altra cosa dal Caravaggio, scriveva il Palomino nel 1724- e nei caravaggismo. quali lo stesso Perez Sanchez vede oggi una '' ine­ . Quanto alla questione del rapporto Velazquez quivoca procedencia caravagiesca , , né come esem­ giovane- Caravaggio, che dopo il rilancio fattone pio originale di naturalismo spagnolo.

43 Mentre forse il visitatore comune, per solito po­ identificarsi con l'originale caravaggesco di cu1 s1 co propenso alla lettura critica dei cataloghi, uscirà conoscono tre copie, due proprio in Spagna, una dalla mostra con la netta impressione che, in ef­ delle quali presente alla mostra - inedita (catalo­ fetti, i due grandi maestri spagnoli non abbiano go n. 4) -è questione secondaria, anche se merita nulla in comune con Caravaggio, lo specialista at­ la discussione, dato che in effetti la composizione tento e smaliziato non potrà non essere punto dal nota è da leggersi piuttosto come " martirio di dubbio che la scelta abbia mirato proprio a questo, san Filippo, , come ha già osservato l' Ainaud e a far apparire nell'occasione i due spagnoli il più ora ribadisce il Perez Sanchez. Il fatto è che se possibile diversi dal maestro italiano. Infatti, sa­ non si ammette, come fa il Perez Sanchez, che il rebbe bastato far venire dal Prado, anziché la Bellori, indottovi dal suo corrispondente di Valla­ Santa Eufemia di Zurbaran, l'Adorazione dei Magi dolid, potesse aver confuso Sant'Andrea con San di Velazquez, e dal Museo de Bellas Artes di Sivi­ Filippo, ne addiviene che erano due le " storie , di glia uno dei Santi di Zurbaran già in San Pablo el apostoli martiri attribuite a Caravaggio presenti in Real in luogo del Don Cristobal Sudrez ... e il gioco Spagna in antico: la prima, il Martirio di San contrario sarebbe stato fatto, se di gioco si tratta. Filippo, ricordataci da tre copie, tra cui quella del Per parte mia non mi aspettavo di trovare a Si­ museo di Toledo, pubblicata dal Longhi, e que­ viglia le prove di una non esistenza di caratteri sta ora presentata a Siviglia; la seconda, la bello­ originali del naturalismo spagnolo, per il fatto che riana Crocifissione di Sant'Andrea non ancora riap­ non ho mai visto elementi caravaggeschi predomi­ parsa. È bene ricordare che nella collezione Be­ nanti nella pittura di Cajes, di Espinosa, di Orrente, navente figurava anche, sempre nell'anno 1653, di Van der Hamen, di Tristan, tantomeno in quel­ anche un altro dipinto tenuto come "originai de la di Sanchez Cotan; e pertanto il modo con cui Carabacho , , ossia un " santo obispo la cabeza de­ il Perez Sanchez presenta questi artisti mi sembra gollada , : di cui non si ha altra notizia. Se poi corretto, anche sotto il profilo delle scelte dei qua­ si considera che lo stesso Bellori, notoriamente dri, che per quel che conosco, sono quasi sempre bene informato sull'argomento, aggiunge che il le migliori possibili. Ricercavo, invece, a Siviglia, conte di Villamediana " ebbe la mezza figura di l'ocçasione di un dibattito ragionevole sul tema che Davide e il ritratto di un giovane con un fiore di mi sta più a cuore, il rapporto Velazquez giovane­ malarancio in mano , , dipinto il primo da taluno Caravaggio. In questo senso sono rimasta delusa. identificato col David del Kunsthistorisches Mu­ Ma prendo atto dell'obiettività con la quale il seum di Vienna, il secondo scomparso, salgono a Perez Sanchez, a differenza di altri, enuncia il pro­ sette i dipinti di Caravaggio che si può presumere blema- "el problema del caravaggismo de Ve­ si vedessero in Spagna nel primo Seicento: il che lazquez , -, che dunque per lui non è fantasia da non è poco, e non va sottaciuto, come si tende. nazionalisti arrabbiati; e non metto in dubbio che È vero che anche un altro quadro, registrato in egli vorrà, nell'occasione che riterrà più opportuna, Spagna nel Settecento, è esposto alla mostra di affrontarlo. Siviglia col nome di Caravaggio, datogli una pri­ La prima sezione della mostra sivigliana si in­ ma volta dall'Ainaud: il San Giovanni Battista del­ titola: " Caravaggio y el caravaggismo italiano, la cattedrale di Toledo (catalogo n. 3). Non sono e si apre con opere capitali del maestro: la Sa­ certa sino in fondo che esso spetti al Cavarozzi, lomè del Palacio Real di Madrid (catalogo n. 1) come pensò il Longhi, o al Cavarozzi con la col­ e il David del Prado (catalogo n. 2). Di fronte al laborazione_del Crescenzi per il fogliame, come ora David si sciolgono rapidamente i dubbi che avevo escogita il. Volpe: ma devo respingere l'attribu­ avuto in passato circa l'autografia: ora esso mi zione al 'Caravaggio, proprio per il confronto con appare qual è, capolavoro del giovane Merisi quan­ le due opere del maestro p~stegli a lato - tre, do incomincia " a ingagliardire gli oscuri , , sulla per la verità, poiché c'è anche, fuori catalogo, il strada che avrà al suo termine opere come, ad San Girolamo di Monserrat, pervenuto in Spagna esempio, la Salomè madrilena, presente nella stes­ in questo secolo 3) - che ne evidenzia la sottile ele­ sa mostra. Dunque, due quadri autografi di Ca­ ganza, il languore dolce, caratteri affatto estranei ravaggio in terra di Spagna: entrambi nelle colle­ a ogni momento dell'arte caravaggesca. zioni reali, ove sono inventariati la prima volta Ci si spiega meglio, a mio avviso, sia pur sempre l'uno nel 1686, l'altro nel 1794; ma quest'ultimo, in via di ipotesi, l'attribuzione a · di il David, famoso anche prima, a giudicare dalle quel Miracolo di Santa Margherita del molte copie antiche segnalate per l'appunto in alla mostra (catalogo n. 34) è esposto, ma uuiu...... - Spagna. Se ne può aggiungere un terzo: sia pure, tivamente, col nome di Serodine, proposto già questo, non nell'edizione originale: quella Cro­ Voss e dal Longhi: opera guastissima, ma di cifissione di Sant'Andrea ricordata dal Bellori come eccellente, e affine alle ultime opere del portata in patria dal Conte di Benavente - per come osserva anche il Perez Sanchez. induzione nel 1610 - e infatti menzionata in un Una ipotesi non accettabile mi appare invece inventario del 1653 del palazzo di Benavente a riferimento a Caravaggio dell'originale da cui Valladolid. 2 > Sia o non sia il quadro Benavente da riva il San Giovanni al fonte della cattedrale

44 Plasencia che il Perez Sanchez presenta a Siviglia gli era vicino da molti anni, non ne fa parola: ma (catalogo n. 39). Anzitutto perché conosco una è appunto per questo che assume tanto più va­ versione identica nei particolari, ma di qualità as­ lore ai nostri occhi - come già a quelli del Longhi, sai migliore, 4) come ognuno può giudicare dalla dell' Ainaud - il materiale caravaggesco che, è fotografia che qui si pubblica (fig. 1), in cui non dimostrato, il sivigliano poteva vedere in patria: vedo alcun segno che indichi un modello cara­ assai più interessante per lui che non i teloni di vaggesco, neanche alla lontana, ma che piuttosto Herrera il Vecchio e del De Roelas; più copie che intendo come prossima alla pittura morbida, vel­ originali, forse, ma determinanti, come ha osser­ lutata, di quel seguace del Merisi che fu lo Spa­ vato l'Angulo Iniguez, che scrive: "Si el natu­ darino. Si confronti, per esempio, la testa del Bat­ ralismo esta en el ambiente de la nueva generaci6n tista con quella del giovane che riceve l'elemosina a que V elazquez partenece, el tenebrismo de sus nel San Tommaso di Villanova ad Ancona; le obras juveniles nos dice que han llegado a Sevilla membra ignude, tenere, del santo con quelle del­ obras caravaggiescas y que non es ni de sugesti6n l'arcangelo nel quadro di San Ruffo a Rieti. veneciana ni de los toscanos reformados , • 7l Se si contano le numerose copie di dipinti di D'altra parte che opere di Caravaggio fossero Caravaggio tuttora situate in Spagna - di cui il inviate a Siviglia assai presto non è invenzione re­ Perez Sanchez ci informa, mentre ne espone al­ cente, dovuta al Cean Bermudez o al Longhi: cune (catalogo nn. 5, 6, 7) - c'è da stupirsi di come il Mancini, che scrive intorno al 1620, è esplicito si possa ancora dubitare che anche pittori spagnoli nell'asserire che guarito di una malattia per la che non avessero mai posto piede in Italia potes­ quale era stato ricoverato nell'ospedale della Con­ sero sin dal primo Seicento aver cognizione in pa­ solazione il giovane pittore " fece molti quadri tria della novità caravaggesca ed esserne influen­ per il priore che se li portò in Siviglia sua patria , • Sl zati. E vi erano anche copie oggi scomparse, come E vero che in un altro codice manciniano, più quella già ricordata dal Pacheco a Siviglia, del Mar­ tardo, si legge " Sicilia , anziché " Siviglia , , ma tirio di San Pietro, ancora in situ in questo secolo, è anche vero che, come ha osservato il Longhi, come ci assicura.il Longhi che la giudicò "bonissi­ a quell'epoca per " .patria, si intendeva la città ma , • s> Fatto un rapido calcolo, sulla base di ciò nauva, non la regione o nazione; e d'altra parte il . ch'è noto, possiamo constatare che la quantità di Salerno ha potuto accertare che un priore di no­ copie da dipinti caravaggeschi segnalate in Spagna me spagnolo alla Consolazione in effetti vi fu, e

è di poco inferiore a quelle situate altrove, com­ in un periodo, anno 15931 che non contrasta con i prendendo tra le seconde quelle tuttora in Italia dati biografici in nostro possesso relativi alla gio­ e quelle dall'Italia uscite oltralpe. E a mio avviso vinezza di Caravaggio. Di questo asserto manci­ ciò non è affatto strano: dato che Caravaggio gli niano e della discussione che ha provocato non è ultimi anni della sua vita li trascorse nel "regno cenno alcuno nel Perez Sanchez: evidentemente di Spagna , , sia pure nelle province decentrate del perché ritenuto irrilevante ai fini del suo assunto. g) viceregno di Napoli e Sicilia. La circolazione re­ Nella cattedrale di Siviglia c'è ancora, e c'era ciproca di persone come di cose era assolutamente presumibilmente anche ai tempi di V elazquez, una normale tra il regno e il viceregno, continuata e tela di che si è detto essere costante, più normale che tra Napoli e Firenze, replica, non copia, della Madonna con il Bambino tra Napoli e Venezia. E non è da trascurarsi che e Sant'Anna del Kunsthistorisches Museum di i pittori viaggiavano più di quanto i biografi ci Vienna. Io) Sarebbe in ogni caso l'unico originale tramandino: i biografi, che molto spesso sorvolano di Battistello sinora identificato in Spagna, essendo il periodo giovanile degli artisti, danno conto di i tre quadri esposti alla mostra (catalogo nn. 15, loro solo dal momento in cui hanno acquistato un 16, 17) non sinceri, n) specialmente il secondo e nome. Chi pensava, per esempio, che Battistello il terzo; quest'ultimo riconducibile piuttosto a fosse stato un anno a Firenze, prima che si sco­ Ribera; e !asciandomi dubbiosa l'autografia dei prissero quattro anni fa i documenti e un'opera in Santi Cosma e Damiano del Prado, che deriva no­ situ che ne fanno certi? 6) Volendosi considerare toriamente dal quadro firmato di Berlino. Cionon­ piuttosto che i viaggi delle persone, gli sposta­ dimeno mi sembra che quadri spagnoli come al­ menti dei quadri: chi pensava che il Saraceni aves­ cuni di quelli esposti alla stessa mostra, il Cristo sul se inviato nientemeno tre pale d'altare nella cat­ Calvario attribuito al Cajes (catalogo n. 62) o la tedrale di Toledo (catalogo nn. 31, 32, 33) prima Professione del Beato Orozco del Gonzales (firmato che tre anni fa, per l'appunto il Perez Sanchez, le nel 1624, catalogo n. 68) non si debbano spiegare scoprisse - alla lettera - sollevando i drappi di solo, come si fa, nei termini di un generico ca­ damasco sotto i quali stavano celate da secoli? ravaggismo, o per approssimazione allo stile del All'ipotesi avventurosa di un viaggio di Velaz­ giovane Velazquez. Credo infatti che da quei pit­ quez giovane a Napoli o in Sicilia per spiegare il tori, in quel loro momento particolare, dovettero caravaggismo stupefacente dei suoi " bodegones , esser viste opere di Battistello, di quelle della fase -che sono anteriori al 1620 - osta il fatto che il più strettamente caravaggesca, cioè anteriori al sog­ s~ocero Pacheco che di lui scrive nel 1632, ma che giorno fiorentino del 1618: come questo Miracolo

4 45 dello storpio che presento (fig. 2), un pezzo ecce­ Tocca ora al Cavarozzi, anch'egli, come Bar­ zionale per imponenza e qualità, di una intensità gianni, indiscusso mediatore di caravaggismo in drammatica compressa allo spasimo, tutta interiore, Spagna, in quanto la sua presenza a Madrid, ac­ come sarà del migliore Zurbaran; un quadro di­ canto al suo nobile protettore Gian Battista Cre­ pinto, infine, da un suddito del Rey Catolico, nel­ scenzi, è documentata per almeno un biennio: i la seconda capitale del regno. 1 2l cui quadri, d'altronde, rivelano talvolta un'avve­ Non occorre insistere, invece, sull'influenza eser­ nuta soluzione di compromesso tra naturalismo ca­ citata in Spagna da , il quale, ravaggesco ed eleganza classicistica alla .Domeni­ per avere lasciato segni documentati dei suoi pas­ chino. È il caso di quelli scelti per la mostra (ca­ saggi nella penisola iberica è accettato senza di­ talogo nn. r8, rg, 20; ma il n. rg non esposto); scussioni come tramite di naturalismo caravag­ beninteso se non si conta il San Giovanni Battista gesco. La mostra offre l'occasione di vedere age­ di Toledo (catalogo n. 3), dato al Cavarozzi dal volmente alcuni pezzi restaurati del retablo famoso Longhi e dal Volpe, al Caravaggio stesso dallo di Valladolid (catalogo nn. IO, n, I2, I3), che il Ainaud e dal Perez Sanchez. A giudicare dalla ri­ Perez Sanchez, contrariamente al Wethey, sup­ produzione, il tondo di collezione privata non espo­

pone inviato da Roma circa il I6I2-I31 anziché sto sembra di qualità superiore agli altri due qua­ dipinto sul posto, e quindi più tardo del finora ipo­ dri: ma certo non all'altezza del superbo, genuina­ tizzato r6o5-r6o6. Da parte mia, sono proprio i mente caravaggesco Sposalizio di Santa Caterina residui di venezianismo e di manierismo cinque­ del Prado, riconosciuto al Cavarozzi dal Longhi centesco alla Greco che mi vietano di considera­ trent'anni fa. re l'opera come dipinta nell'ultimo periodo romano, L'altro seguace del Merisi di cui non meraviglia dopo la pala di Sezze, per intenderei, che è del trovare molti quadri in Spagna, è Antiveduto r6o7, e prossima a quei capolavori di assoluta mo­ Gramatica, che nel r62o risultava aver già fatto dernità, di caravaggismo romano reinterpretato ori­ molti invii in quel paese. I tre dipinti esposti a ginalmente, che sono il San Carlo in San Carlino Siviglia lo rappresentano ottimamente (catalogo alle Quattro Fontane e la Santa Famiglia della nn. 26, 27, 28): il primo, la pala con San Bernardo, Galleria nazionale d'arte antica. Quanto al San il Cristo Crocifisso e la Vergine del convento ma­ Francesco della collezione Gonzales (catalogo n. r4), drileno del Sacramento, riconosciuto da José Mi­ giustamente datato r6o5 circa, rilevo che esso è licua, è particolarmente importante - e lo rilevo un esempio eccellente dei testi su cui dovette am­ a rincalzo del Perez Sanchez - quale tramite ita­ modernarsi il Tristan (si veda il suo San Sebastiano liano a quello stile monastico che passa per tipi­ esposto nella stessa mostra, catalogo n. 88): ciò camente spagnolo e ha il suo apice in Zurbaran; che vorrei vedere riconosciuto più esplicitamente una tendenza insieme naturalistica e devozionale dal Perez Sanchez anche in questa sede. cui il Gramatica si era dato non solo nel suo ca­ Allo stesso studioso si deve, come ho accennato polavoro ben noto, la Visione di San Romualdo a sopra, il brillante ritrovamento nella cattedrale di Frascati, ma anche in quella serie di tele dei Ca­

Toledo delle tre tele del Saraceni (catalogo nn. 3I1 maldoli di Napoli che vanno visti non come pro­ 32, 33) che figurano ora nella rassegna sivigliana: paggini certosine di caravaggismo, bensì come no­ un contributo di prim'ordine all'arricchimento del­ bile avvio nell'elaborazione poetica del dato lumi­ le conoscenze storico-artistiche sui rapporti tra noso caravaggesco,. gentileschiano, per estrarne il Spagna e Italia nel primo Seicento, in modo parti­ massimo di pot~aZ;i che pure sul scorso che il Perez Sanchez accenna sul tema della piano freddo della ripetizione testuale, riesce a ri­ "manfrediana methodus, (pagina settima e ven­ flettere non poco della superba qualità dell'ori­ tiquattresima): di cui questi due dipinti sono esem­ ginale (fig. 4). pi tipici. È luogo comune corrente che H soldati · Un quadro celebre attribuito al H Pensionante che giocano a carte, musici che suonano vari stru­ del Saraceni ,, , il Venditore di uccelli del Prado menti e simili mezze figure, (Sandrart) siano temi (catalogo n. 30) e uno poco noto, attribuito felice­ presi a trattare nella cerchia caravaggesca, a co­ mente a H Cecco del Caravaggio , dall' Ainaud, minciare dallo stesso Caravaggio quand'era ancor la Santa Marta del convento delle Descalz;as giovane. È vero, come osserva il Perez Sanchez, Reales di Madrid (catalogo n. 21) danno occasione al che tale genere, diffuso in Utrecht e in Bruxelles Perez Sanchez di riconoscere giustamente anche a dai neerlandesi retour de Rome non attecchì qua­ quei due misteriosi artisti - che ebbero corpo si per nulla in Spagna; dove invece vigeva la tradi­ nome e luogo nella storia dell'arte grazie a Rober­ zione del H bodegon , alla Pieter Aertsen, alla to Longhi -, quasi certamente non italiani, una Beuckelaer, alla Vincenzo Campi; come dimostra relazione con fatti spagnoli all'ombra di Caravag­ lo stesso Cristo in casa di Marta e Maria di Ve­ gio; sia pure senza precisare in quali termini e per lazquez, che, sia pure solo per la composizione, quali vie, il che in effetti non è facile allo stadio quanto a H genere , è sulla linea di quei modelli attuale delle conoscenze. 1s> cinquecenteschi. Ma mentre da un lato sarà bene Certo è che di H Cecco , si conoscono in Spa­ ricordare che Vehizquez dipinse anche il Concerto gna tre quadri, la Santa Marta sovra menzionata, a tre di Berlino, tagliato come un u concerto , la Donna con la colomba del Prado e l'Uomo con di Honthorst, e con il piccolo musico sorridente il coniglio del Palacio Real di Madrid; in ispecie alla maniera dei personaggi honthorstiani, dal­ gli ultimi due, di soggetto decisamente non eroico l'altro si dovrà ricordare anche, seguendo indica­ e di taglio spregiudicato, come d'altronde il Ven­ zioni del Longhi, che il tema figurativo di un grup­ ditore di uccelli del H Pensionante,, sono esem­ po assiso intorno a un tavolo, o per musica, o per plari di un orientamento, in campo di scelte na­ gioco di carte o altro, risale perlomeno a Sofoni­ turalistiche, non molto dissimile da quello del sba Anguissola, che d'altronde era di Cremona, gi?vane Velazquez. Non per nulla il Longhi, re­ città vicina al paese natale del Merisi. Si cono­ Stituendo a H Cecco, anche il Suonatore di pif­ sceva di Sofonisba la Partita a scacchi di Poznan, fero dell' Ashmolean Museum di Oxford vi notò la firmata e datata I555i il Longhi pubblicò la Par­ ". n~tura morta di materiale potenza, quasi si­ tita a scacchi della collezione Nigro, non datata, VIghana , • 19) e di difficile datazione, poiché la pittrice, nata nel Il settore dei H caravaggeschi italiani, si con­ quarto decennio - si dichiara " adolescens , in clude con un gruppo di dipinti napoletani che, una Sacra Famiglia datata I559 - era ancor viva ~e~ essere tardi, non toccano la vicenda significante nel I624, quando attrasse l'attenzione di Van ~~ rapporti italo-spagnoli all'oml?ra di Caravag­ Dyck che ne .fece in Palermo il famoso ritratto, gio, Interessante la Liberazione di San Pietro fir- ed ella era ormai vecchissima e cieca. D'altra par-

47 te la cecità deve averla colta dopo il I 598 se in Un altro anonimo attira la mia attenzione, il quell'anno, secondo quanto narra il Soprani, la Cristo in Emaus del Palacio Real di Madrid (ca­ pittrice in Genova faceva il ritratto all'infanta Isa­ talogo n. 36) : qui concordo con il Perez Sanchez bella d'Austria. Questo ritratto non è perduto, è che si tratti di opera italiana, ma suggerisco per a Vienna, Kunsthistorisches Museum, firmato, ed situarlo anziché l'Italia meridionale, come pro­ è giusto tenerlo in debito conto. Esso costituisce pone la scheda relativa, Genova, tra il Fiasella e la prova, ammesso che ve ne fosse bisogno, che Giovan Andrea de Ferrari. Sofonisba continuò a dipingere fino a tarda età, Il terzo e ultimo settore della mostra, sul tema anche oltre quel I 588 che si legge nella Madonna " el premier naturalismo espafiol, , accoglie sedici firmata del Museo di Budapest, opera già attri­ pittori e trentadue quadri. Nel catalogo i due più buita al Cambiaso; e che pertanto è legittimo at­ bei nomi del Seicento spagnolo, Vehizquez e tendersi di trovare opere sue stilisticamente più Zurbaran, figurano in fondo: certamente per via " moderne, di quelle cui solitamente si fa rife­ dell'ordine alfabetico; ma ho già visto come e per­ rimento. In questo caso, trattandosi di un ritratto ché la rappresentanza dei due artisti sia data per di parata, notevole di qualità ma convenzionale simbolica. Ho anche già osservato che il caso di nell'impostazione, esso purtroppo non aiuta molto Alonso Cano si pone diversamente, essendo il suo a comprendere come la pittrice si fosse evoluta San Francesco de Borja del museo di Siviglia (ca­ culturalmente e stilisticamente nel suo ultimo pe­ talogo n. 64) un capolavoro, mentre altrettanto non riodo di attività. 2ol si può dire dei dipinti degli altri due maestri. Insisto su Sofonisba perché credo che sia cin­ Parrebbe conseguirne che i rimanenti ventinove quecentesco e forse suo un quadro che alla mostra quadri del settore - per i quali non si fa alcun di Siviglia - appeso in sottordine lungo le scale "distinguo, - rispondano a una scelta attuata di raccordo tra i due piani dell'esposizione - figu­ sulla linea di interpretazione enunciata alle pagine rava come di " Anonimo no italiano , intorno al ottava e nona dell'introduzione al catalogo, inter­ I63o (catalogo n. 50): la Negazione di San Pietro, pretazione per la quale "un naturalismo de tono proveniente da quella sorta di pinacoteca in gran tenebrista y luminista, si sarebbe cristallizzato parte caravaggesca ch'è la cattedrale di Siviglia nella penisola iberica con indipendenza rispetto · (fig. 5). Si tratta di un soggetto religioso che nel­ al Merisi, per effetto della presenza in Spagna di la cerchia del Merisi viene solitamente interpre­ molte opere veneziane riconosciute per altro tra tato come scena d'osteria, e così è anche in questa gli antecedenti di Caravaggio stesso. Sono d'ac­ occasione. Ma lo stile, la pittura, non sono di cordo per quanto riguarda Pedro Orrente, neo­ naturalismo moderno, il lume è· diffuso e quieto, bassanesco come può esserlo un Castiglione a Ge­ e senza attenzione ai "valori,, la materia di una nova, non senza qualche riflesso, nel suo primo pe­ morbidezza da pannolano, tutta eguale, fulva, in­ riodo, della cultura milanese del tempo di Federico differenziata; le grinte dei bravacci ricordano irre­ Borromeo - per intenderei, del Cerano dei te­ sistibilmente i tipi della Partita a scacchi Nigro, i Ioni del Duomo, come si vede anche nel Miracolo nasi ossuti, a punta come nel celebre Ritratto di di Santa Leocadia venuto da Toledo (catalogo n. 76). famiglia oggi a Nivaagaard, tutte le fisionomie Convengo che Vicente Carducho, come pure il egualmente caratterizzate dei personaggi maschili Cajes nella maggioranza assoluta delle sue opere, di Sofonisba - per esempio, il vecchio del Ritrat­ non hanno a che fare con Caravaggio più di quan­ to di Burghley House (fig. 6) -;le figure alquanto to ne abbia Santi_ di Tito o Ludovico Carracci; rigide si aggruppano in un equilibrio instabile di che Juan van der· Hamen gravita piuttosto verso il forzata legatura manieristica - inconcepibile in un mondo fiammingo; e che Juan Sanchez Cotan rea­ pittore secentesco. Lo stesso Perez Sanchez d'altra lizza nei quadri sacri come nelle 4 4 nature morte , , parte si dimostra assai perplesso di fronte a questo malgrado la fedeltà al modello naturale, effetti di quadro, non sapendo dove collocarlo: non in Italia, astrattezza non concepibili in ambiente caravag­ poiché in effetti non è luogo accanto alle opere dei gesco; anche se poi, infine, le sue tele in Granada, " manfrediani , che gli convenga; non nei Paesi con i fraticelli in lana bianca, i cieli profondi e fred­ Bassi per la stessa ragione; e pertanto congettura di al di là delle grate conventuali, ricordano, e non con molta dubbiosità possa trattarsi di cosa france­ certo sfigurando, il lombardo Moretto. 2~) se. Se davvero questa Negazione spetta alla mano Ma già sul Gonzales dissento dal Perez Sanchez: di Sofonisba, il problema della sua datazione sarà ho già detto che il suo quadro esposto alla mostra, assai duro a risolversi. Infatti, rimanendo un qua­ datato I624, con il Beato Orozco (catalogo n. 68) rantennio buono di attività tutto da ricostruire, tra appare toccato dal "tenebrismo, di Battistello; Madrid, Palermo e Genova, l'unico argomento in d'altronde propensioni naturalistiche all'italiana favore di una datazione nel periodo spagnolo, set­ - il Perez Sanchez dice " al modo del Maino o timo decennio, sarebbe il fatto che il quadro si di Nufiez,, che poi è lo stesso, dato che l'uno e trova nel duomo di Siviglia. Ma evidentemente esso l'altro sono pittori di formazione italiana - l' può essere stato inviato dall'Italia in epoca suc­ " pintor del Rey , , autore di tanti ritratti di ma· cessiva. niera, le aveva dimostrato anche tre anni prima, nel San Giovanni Battista di Budapest. A maggior battistelliano: l'Ecce Homo dell'Accademia di San ragione intendo provocata dal Borgianni la resi­ Fernando di Madrid (catalogo n. 82), databile in stenza che il Tristan opporrà tutta la vita alle sug­ prossimità del Calvario di Osuna, che è uno dei gestioni del Greco, suo primo maestro: beninteso, primissimi quadri inviati dal pittore in patria, anche in questo caso, come in quello del Gonzales, circa il 1620. rimanendosi nell'ambito dell'imitazione di uno sti­ È ben noto infatti che il Ribera, pur conside­ le, senza porsi nei confronti del modello naturale randosi H hispanus , , visse a Napoli tutta la vita, in presa diretta. Anche Francisco Ribalta, del re­ dopo avervi posto piede nel 1616, poco più che sto, nelle sue opere tarde manifesta un'analoga ventenne; tuttavia la quantità di quadri che inviò tendenza a farsi influenzare da certi elementi este­ in Spagna, da quelli decisamente caravaggeschi del riori del Caravaggio: la Visione di San Francesco primo tempo a quelli che seguirono, neoveneziani oggi al Prado deriva iconograficamente dai quadri e barocchi, unitamente al fatto ch'egli lavorò pre­ di soggetto analogo del Saraceni. Copiò probabil­ valentemente per i vicerè, gli permise di esercitare mente dall'originale stesso in Roma il Martirio di in patria una influenza quasi concorrenziale a San Pietro di Caravaggio; e tutte le sue opere tarde quella di Velazquez; ma l'aspetto suo che si ri­ fanno supporre che egli avesse fatto un viaggio flesse nel filone della cultura spagnola poi rifluita a Roma. Il quadro che lo rappresenta alla mo­ in Mu~illo, non è quello, realistico, di ascendenza stra non è dei più significativi in tal senso (ca­ caravaggesca, che aveva attirato l'attenzione, prima talogo n. 77); ed è per di più di attribuzione del 1620, di Giulio Mancini: ragion per cui, per controversa. quel che riguarda la vicenda del naturalismo più Con il figlio Juan si entra nuovamente nel vivo autenticamente spagnolo, Ribera ha meno impor­ del problema del caravaggismo in Spagna: nel tanza di quel che ebbero il Cotan dei H bodego­ senso di un'autentica comprensione da parte di un nes,, Cano scultore, Velazquez, Zurbaran; e ag­ artista spagnolo, di formazione spagnola, di una giungo anche Maino, di Pastrana in Alcarria, ma espressione artistica fondata sulla rappresentazione di padre milanese e, con ogni evidenza, formatosi del naturale attraverso il mezzo luminoso, come in Italia. l'aveva inteso Caravaggio. Due quadri eccellenti, Maino figurava alla mostra di Siviglia con la firmati, rappresentano alla mostra di Adorazione dei pastori (fig. II) oggi al Prado (ca­ Siviglia: il San Girolamo (fig. 7)di Barcellona data­ talogo n. 72) dal retablo de las quatro Pasquas di to .r618 (catalogo n. 78) e il San Giovanni Evange­ San Pedro in Toledo, dipinto nel 1612-13, giu­ lista del Prado (catalogo n. 79), del tutto affine. stamente famoso. È sempre con nuova emozione Sembra giusto rimarcare più di quanto non faccia che ci si ritrova dinanzi a questo pittore singolare, il Perez Sanchez che l'influenza di Orazio Borgianni per la difficoltà a intendere per quali vie sottili di vi è determinante; ma precisando che a differenza una connivenza ineffabile egli si sia potuto così di quel che accade al Tristan, sempre vincolato mirabilmen.te avvicinare nei risultati ai due pittori ai suoi modelli stilistici, il Ribalta, almeno in più originali della cerchia caravaggesca nel primo questi capolavori, appare del tutto libero, pur decennio: Gentileschi e Saraceni, e non per echeg­ col mezzo appreso dal Borgianni - la pennellata giamento di un modo pittorico, ma per consonanza, densa, vibrata, il luminismo drammatico - di così da dare una terza yariante, di tenuta poetica dar corpo e figura a visioni personali, con torvo non meno elevata, ·del naturalismo in chiaro pro­ risentimento. posto dalle opere giovanili del Merisi. Il problema La straordinaria potenzialità implicita nell'espe­ del Maino è stato tentato appena: Gentileschi, ha rienza caravaggesca, che aveva potuto dar vita a un suggerito il Longhi, fu il suo ispiratore, ma il co­ tempo all'arte di Gentileschi e di Terbrugghen, di me non è stato indagato per mancanza di elementi. Battistello e di Serodine, stilisticamente tanto dif­ Scriveva il Martinez, contemporaneo del Bellori, formi eppure accomunati dallo stesso senso del ch'egli ebbe in Italia frequentazioni con Annibale reale incombente, unico esclusivo oggetto della Carracci e col Reni: se ciò è vero, non appare tut­ rappresentazione: determinava sul principio del tavia dalle opere note del Maino. 22> Comunque s~condo decennio anche le scelte di altri due grandi non è da dubitarsi che il pittore abbia soggiornato a p1ttori spagnoli: Maino e Ribera. E qui non vi è Roma e che le sue relazioni più str~tte fossero col contestazione di sorta in merito alle loro ascen­ Gentileschi e col Saraceni; anche con quest'ul­ d~nze caravaggesche, pur con tutti i legittimi 44 di­ timo, a quel che vedo anche dai u paesaggi , che s~mguo , che anche il Perez Sanchez avanza, spe­ figuravano nella predella del retablo di T oledo Cle nel caso del Ribera, e che vengono assai facili - oggi uno al Prado e uno a San Sebastian qu~ndo si tratti di opere tarde di questo maestro, (figg. g, 10) -strutturalmente e poeticamente affini oss1a dell'epoca in cui sollecitazioni di diverse cul­ alla famosa serie saraceniana, databile verso il 16o8, ture, soprattutto il neo-venezianismo romano, po­ oggi a Napoli, Capodimonte; 2 3> e anche dai due tero~o deviarlo dalla posizione iniziale di puro na­ u paesaggi, esposti alla mostra di Siviglia, an­ turahs~a. In effetti uno solo dei quadri ribereschi ch'essi predella di retablo (catalogo nn. 73 e 74), espost1 a Siviglia è sinceramente caravaggesco, anzi egualmente ariosi, con la tersa veduta dilatata in

49 orizzontale e una sensibilità ai " valori, maturata Tanzio giovane: 2 7> è un fatto che se il dipinto di . nel clima creativo romano di orientamento natu­ Domodossola era in loco nel x6x6 e se il Maino nel ralistico (fig. 8). x6u era già tornato a Toledo, si aprono due ipo­ È stato per altro osservato 24l che il Maino, di tesi alternative: che vale la pena esaminare, se si padre milanese che aveva beni in Lombardia, pro­ crede, come io credo, che la relazione stilistica tra babilmente visse e viaggiò nella terra paterna, il quadro di Domodossola e l'opera nota del Maino che era, dopotutto, una provincia spagnola, come non sia frutto del caso. d'altronde provano i riflessi nella sua pittura del­ Prima ipotesi: il dipinto col San Carlo - dato l'arte dei grandi bresciani del Cinquecento, del per Tanzio dal 1701 in poi con l'eccezione della Savoldo soprattutto: guarda caso, i "precedenti, Tioli nel 1941 - , datato dopo il 1630 sino a . di Caravaggio. Ma se si mette a fuoco il periodo quando il Rosei nel 1958 non scoprì che era pre­ in Lombardia che poté vedere il Maino nella fase sente a Domodossola già nel 'x6, con la conse­ formativa - era nato nel I 578 - o comunque va­ guenza di una retrodatazione obbligata di almeno gante alla ricerca non solo dei testi eminenti del quindici anni (!), è veramente del Tanz;io, in un naturalismo cinquecentesco, ma anche di solle­ mom~nto unico della sua vicenda - mai più in­ citazioni più attuali dalla pittura contemporanea fatti egli apparirà così levigato e terso, così sottile. - era l'epoca del Morazzone, dei Procaccini, del nel perseguire effetti preziosi nelle stoffe, nei mar­ Cerano in piena fioritura - non si trova nulla che mi venati, negli stacchi del lume sulla pelle sot­ indichi l'esistenza di un qualsivoglia nesso tra il tesa; Tanzio, interpretato solitamente, non senza Maino che conosciamo e quei pittori. Anche a non abusi, come rustico, montano, la cui pittura è sta­ dare troppo credito all'interpretazione, oggi tanto ta vista come " materica , , come un " coagulo , , di moda a livello regionale, di un Seicento lombar­ " color di capretto scuoiato , , " una materia su do tutto delirante sull'orlo dell'inferno, e a pren­ cui plana sempre il rosso dello scuoiamento , • 2 8) dere per quel che sono i balletti ritmici del Moraz­ In tal caso la datazione andrà ulteriormente anti­ zone e le colorite cronache del Cerano: la pittura cipata, non essendo concepibile, a mio avviso, che del Maino asciutta e sana, la sua tematica semplice l'autore- indiscutibilmente Tanzio, anche se non e antica, che si rinnova in virtù del lume naturale, documentato - delle pale di Pescocostanzo e di non permette confronti in tal senso. Fara, scure e faticate nell'esperienza difficile del­ E tuttavia non posso tagliar corto con i confron­ l' arte di Caravaggio tardo, potesse dopo quelle ti lombardi, bloccata ad insistervi, a ricercarne di astrarsi, dipingendo la pala di Domodossola, per giustificabili, da un'impressione riportata recente­ recuperare, e non da valligiano tornato con sollievo mente di fronte a un quadro di un altro pittore ai suoi monti, ma da artista di consumata cultura, settentrionale, Tanz;io. Il quadro è il San Carlo che il naturalismo chiaro e serico di Caravaggio giovane comunica gli appestati della parrocchiale di Domo­ e di Gentileschi; che non gli era affatto congeniale, dossola, del tutto rinnovato oggi da un restauro 2 5l a giudicare dall'opera successiva. La presenza del che ha restituito un lume niveo allo smalto dei Maino in Lombardia, ancor possibile sino al x6xo colori, un nitore asciutto alle singole forme, tor­ o 'u, potrebbe aver determinato il primo orienta­ nite l'una sull'altra in stacco continuo, vibrate dal mento, culturalmente in senso gentileschiano - ma battito secco del lume (fig. 12): un quadro la cui con quanto di spagnolo! - del giovane Tanzio: singolarità nell'ambito dell'opera tanziana si im­ che in seguito_avrebbe imboccato una strada di­ pone in maniera preoccupante, e che mi viene fat­ versa, in eff~tti· più " montana , • to di introdurre in questo discorso perché evoca Seconda ipotesi: il dipinto col San Carlo, dato al un mondo figurativo spagnolo più che italiano. Già Tanzio nel Settecento da uno scrittore dedito alla il Bologna pubblicando.la pala di Tanzio di Fara generosa riscoperta di glorie " novaresi , , non è San Martino vi rilevava sorprendenti analogie con del Tanzio, ma di un pittore spagnolo formatosi l'arte di Zurbaran: pur ammettendo l'impossibilità all'ombra di Caravaggio giovane e di Gentileschi, di darne al momento una spiegazione. 2 6) Mi sem­ ossia del Maino. Nessuno può negare a priori, bra che a maggior ragione tali analogie spicchino infatti, la possibilità di reperire in Lombardia, ter­ nel quadro di Domodossola, in quell'accolta di ra dove soggiornò, opere giovanili del Maino. Pur individuatissimi ritratti che fa ventaglio attorno al­ non nascondendomi le difficoltà di dimostrare la l'idolo grifagno, declinati secondo varianti quasi attendibilità di questa seconda ipotesi sulla base di impercettibili di teso cordoglio: nulla di più di­ soli confronti stilistici, per di più attuabili in questa verso, anche in fatto di tipologia, dalla pittura occasione sulla base di sole indicazioni, insisto nel lombarda dell'epoca, e diciamo pure italiana, men­ valutare le relazioni a mio avviso non casuali tra tre si ritrova simile nelle attonite famiglie conven­ il fare compositivo del pittore spagnolo - il pro­ tuali di Zurbaran. Ma per non rimaner nel vago pendere della figurazione in avanti, quasi fuori del e per rendere giustizia, invece, con ricerca di argo­ campo dipinto, il rilievo dei muscoli sulle membra menti in appoggio, a un'osservazione sfuggita di ignude a fasce in tensione, le membra stesse atteg­ fronte al quadro - " sembra del Maino , - a giate con una sorta di naturale eleganza, le inclina­ un altro studioso che si è occupato recentemente del zioni sentimentali delle teste, il modo di fare

50 riccioli, calvizie, sopraccigli... - e quello del gran­ plativo, senza viverci dentro, senza toccarla. E . dissimo autore del quadro col San Carlo. Spettasse la pittura 1 certamente è naturalistica, nel senso al Maino il misterioso dipinto di Domodossola, sa­ che suscita nel guardante l'illusione di avere da­ rebbe comunque da datarsi prestissimo, essendovi vanti forme tridimensionali, quasi afferrabili. Ma assenti del tutto, nel paesaggio a destra, ancora anche certi brani di Salvador Dalì fanno un effetto cinquecentesco, i riflessi del Saraceni, che sono simile. forti, invece, come ho già osservato, nelle predelle Il Perez Sanchez ammette però che il Cotan se del retablo di Toledo. E con quel quadro scon­ non da quella famosa '' canestra , ambrosiana, può volgente, e chissà, forse con altri, Maino in Lom­ essere stato influenzato da altre "nature morte, bardia avrebbe influenzato il giovane Tanzio, con­ lombarde, per esempio di Carlo Antonio Procac­ tribuendo a orientarlo in senso naturalistico. Po­ cini, che era assai ricercato anche in Spagna, di­ trebbe essere questa la spiegazione del carattere cono le fonti, per la "nuova sua maniera, di di­ " spagnolo , dei primi quadri noti del pittore di pingere "paesi, frutti e fiori,, purtroppo, com­ Varallo: un riflesso della " hispanidad , del Maino, menta lo studioso, non conosciuti. Non so di " na­ ossia di quella disposizione all'accentuazione del ture morte , ascrivibili a Carlo Antonio; ma dai valore iconico delle singole immagini - tipica di suoi" paesaggi, datati r6r6 resi noti dal Longhi 29} Velazquez giovane, di Zurbaran soprattutto, mari­ mi sembra potersi indurre che un pittore che nel corrente in molti, Gonzales per esempio, e con r6r6 dipingeva sulla scia di Elsheimer e di Bril, radici addirittura quattrocentesche, nel cosiddetto nulla più che un imitatore, difficilmente può aver " realismo , di Berruguete e di Bermejo -, in dipinto vent'anni prima "nature morte, capaci contrapposizione alla tendenza italiana che è, nei di influenzare una tempra come l'autore del Bo­ naturalisti, per un riassorbimento delle immagini degon del Duca di Hernani, datato r6o2, o di quello nel mezzo circostante, sia esso la tenebra caravag­ esposto alla mostra di Siviglia (catalogo n. 87), poco gesca o il graduato lume gentileschiano - questo conosciuto ma non meno éclatant: creazioni per le d'altronde derivato dalle esperienze giovanili di quali a mio avviso non si devono ricercare asce n­ Caravaggio. E devo pur dire che la farfalla appe­ denze italiane. sa sul gradino di marmo nel quadro di Domodosso­ Con questo rilievo mi piace concludere: perché la - la famosa farfalla " finta e vera , che turba i sta qui, secondo me, il punto nevralgico della di­ letterati, ma non fa batter ciglio agli iconologi - scussione, che nessuno osa toccare più che fug­ mi ricorda anch'essa cose spagnole, i limoni, i ce­ gevolmente. Ossia, se vi fossero o no sui primissi­ trioli, i cardi di Sanchez Cotan••• , forme naturali mi del Seicento tendenze naturalistiche di estrazioni intatte, scrutate con ossessione, nel raggio fisso del diverse, e in che consistessero le differenze e le lume. ragioni storiche determinanti tali differenze. È chia­ A proposito di Sanchez Cotan, concordo piena­ ro che né il Perez Sanchez con la sua bella e utilis­ mente col Perez Sanchez nel riconoscere che le sue sima ma necessariamente limitata e limitante mo­ " nature morte , sono altra cosa dalla Canestra di stra di Siviglia, tanto meno io annotando quella, Caravaggio: ma la diversità non mi appare deter­ potevamo sviscerare un siffatto problema. Perso­ minata, come egli sostiene, dal fatto che il dipinto nalmente penso che avessero buone ragioni coloro ambrosiano è campito su fondo chiaro, e i " bo­ che già nel Seicento chiamarono "naturalisti, degones, invece su fondo scuro ("una sombra Caravaggio e i caravaggeschi, non altri: anche se dramatica y devoradora,, scrive esattamente lo erano in molti a quell'epoca a rappresentare il sen­ studioso, !asciandomi perplessa perché nel Cotin sibile naturalisticamente. Il fatto è che la tenden­ vedo tutto il contrario, ossia una astrattezza e ni­ za a rappresentare in presa diretta scene realistiche tore assoluti, vieppiù esaltati proprio dal fondo o forme naturali era una normale alternativa detta­ scuro). La Canestra di Caravaggio - che poi non ta da tradizioni culturali non di élite al filone eroico è giusto prendere come unico termine possibile di dell'arte ufficiale, un'alternativa non pericolosa per confronto, giacché tutta la pittura di Caravaggio le istituzioni, e del resto come tale ricorrente quasi vale quella " canestra , , ogni aspetto del reale es­ in ogni epoca, dall'antichità ad oggi, come istintivo sendo per lui raffigurabile così come appare al­ bisogno dell'uomo di fissare le immagini di se l'occhio, nel lume o nella mezz'ombra- è la rap­ stesso e del proprio habitat sul piano relativamente presentazione di un frammento di realtà qualsiasi, durevole dell'arte. Ma Caravaggio fece altra cosa, ~n un momento qualsiasi, ma transeunte; non è creò un rapporto nuovo tra guardante e figurazio­ 11 ritratto "shocking, di una forma naturale vista ne, inesorabilmente vincolante a un'esperienza come emblema di perfezione: fosse pure _un cedro, traumatica del reale, che non solleva ma anzi com­ un cardo, un mazzo di carote, ossia " presenze , prime nella coscienza dei limiti umani - l'occhio !amiliari da cucina. La '' canestra , caravaggesca che vede solo fin dove l'assiste il lume, il lume fisico e un attributo qualunque della sfera variata in cui quale unico mezzo di conoscenza. Questo era pe­ l'~omo vive e muore. All'opposto, i "bodegones, ricoloso, perciò Caravaggio e i suoi furono rico­ dt Cotan sono proiezioni in pittura di un modo di nosciuti come diversi dagli altri, nettamente iden­ concepire la realtà da un punto di vista contem- tificati: furono chiamati "naturalisti,.

5I Se è inaccettabile l'interpretazione in chiave ca­ l'etichetta di naturalista applicata a qualunque pit­ ravaggesca estesa a tutti i quadri secenteschi che tore di 41 nature morte , , come pure a coloro abbiano lumi contrastanti su fondo oscuro, lo è che nel Seicento tentaròno di ripetere le fortune del pari, per l'epoca di Caravaggio e dei suoi, georgiche dei Bassano.

1) L'argomento è stato trattato diffusamente da R. zsl Si veda in A. 0TTANI, Angelo Caroselli, in Arte Spear, oltre che nel catalogo della mostra, in una confe­ Ant. Mod., nn. 31-32, 1965, tav. 117a e 115d. renza al Simposio tenutosi a Cleveland nell'ottobre I97I z6) G. PREVITALI, Gentileschi's " The Samaritan Woman su problemi caravaggeschi. at the Well,, in Burl. Mag., I973, pp. 358-62. ::~) G. P. BELLORI, Le Vite de' pittori, scultori et archi­ 1 7l Devo la conoscenza del dipinto (tela, m. I,98 x I,49) tetti moderni, Roma I672, p. 2I4i E. GARCIA CHICO, in a una gentile segnalazione di B. Nicolson trasmessami da Documentos para el estudio del Arte en Castilla, III, G. Previtali. Valladolid I946, pp. 388-99; J. AINAUD DE LASARTE, tB) Vedo nelle stesse difficoltà gli autori del catalogo Ribalta y Caravaggio, in Anales y Boletin de los museos della bellissima mostra apertasi in questi giorni a Roma de Arte de Barcelona, I947, p. 38I. · a Villa Medici, Caravaggeschi francesi, a cura di A. BREJON 3) R. LoNGHI, Ultimi studi su Ca_ravaggio e la sua cer­ DE LAVERGNÉE e J. P. CO'ZIN {pp. 24-25, 75-78). chia, in Proporzioni, 1943, p. I6; AINAUD, op.cit., p. 395· 19) In Proporzioni 1943, cit., p. 27· Un dipinto ora a 4) Conosco q4esto dipinto solo per fotografia (G. F. S. Kansas City, Nelson Gallery- Atkins Museum, sembra Gallerie di Firenze, neg. 66863) inventariata come ope­ doversi identificare con quello di identico soggetto -l'An­ ra di anonimo, di proP.rietà Cecchi. gelo custode e due santi - e composizione, pubblicato sl R. LONGHI, Un • San Tomaso , del Veldzquez e le come opera di " Cecco , dall' Ainaud e allora situato in congiunture itala-spagnole tra il Cinque e il Seicento, in Spagna (AINAUD, op.cit., p. 396; SPEAR, Caravaggio and Vita Artistica, I927, p. Io. his Followers, Cleveland I97I, f• 84). 6) A. MoiR, The Italian Followers of Caravaggio, :~o) Sull'Anguissola sgombra i campo dai molti errori Cambridge (Mass.) I967, l, p. I6I; M. GREGORI, Su due di lettura dei dati biografici in nostro possesso, ricorrenti quadri caravaggeschi a Burghley House, in Festschrift in tutta la letteratura in argomento, il recente saggio Ulrich Middeldorf, Berlin I968, p. 420. di M. HARASzn-TAK.ks, Nouvelles données relatives à la 7l D. ANGULO INIGUEZ, Ars Hispaniae. Pintura del vie et à l'oeuvre de Sofonisba Anguissola, in Bulletin Siglo XVII, Madrid I97I1 p. I69. du Musée Hongrois des Beux-Arts, I968, pp. 53-67: B) G. MANCINI, Considerazioni sulla pittura, ed. a cura in cui si dimostra con argomenti ineccefibili che la pit­ di A. MARuccru e L. SALERNO, R.oma I956, I, p. 224· trice non può essere nata molto prima de I 540, e che per­ 9) Su tutta la questione si veda: J. CLARK, in Alcuni tanto se quando nel 1624 Van Dyck in Palermo le fece pezzi rari nell'antologia della critica caravaggesca, in Pa­ il ritratto ella dichiarò di avere novantasei anni, ciò fu ragone, n. I71 I95I1 p. 46; D. MAHON, "Egregius in urbe solo per civetteria di vecchia signora. pictor, • Caravaggio revised, in Burl. Mag., I95I, p. 225; '~ 1 l Non contribuiscono alla fama di questo artista le R. LONGHI, Il Caravaggio, Milano I952, p. I4i D. MAHON, tavole che riproducono anche i suoi dipinti religiosi in ree. a R. Longhi, Il Caravaggio, in Burl. Mag., I953,p.2I9; Escuela toledana de la primera mitad del siglo XVII, R. LONGHI, Caravaggio e la patria del priore della Conso­ Madrid 1972 (autori l'Angulo Iniguez e il Perez Sanchez) lazione, in Paragone, n. 57, I954, pp. 54-55; L. SALERNO, per le quali il bellissimo pittore della Cartuja di Granada Caravaggio e il priore della Consolazione, in Commentari, rischia di essere visto come uno " sciagurato , (si veda I955, pp. 258-6o; L. SALERNO, in MANCINI, op. cit., II, per esempio M. GREGORI, in Tutta l'opera di Zurbardn, pp. II2-I3• Pur convenendo che la formazione di Ve­ Milano 1973, p. 8). tazquez non si spiega senza la conoscenza di opere di 'l'l) Di diversa opinione sono D. ANGULO INIGUEZ e Caravaggio, il Mahon sembra incerto sulla lezione man­ A. E. PEREZ SANCHEZ, in Pintura madrilena. Primer tercio ciniana da preferire, mentre il Salerno non ha dubbi sulla del siglo XVII, Madrid I969, p. 303. prima, che per altro il Longhi nel I954 provò sufficien­ :13) Si veda A. 0TTANI CAVINA, , Milano temente. I968, pp. 108-109• zol A. E. PEREZ SANCHEZ, in Pintura Italiana del Siglo ::14) E. HARRIS, Aportaciones para el estudio de ]uan XVII, Catalogo della mostra, Madrid I970, p. I Io. Bautista Maino, in Revista Espaiiola de Arte, I935, p. 335• n) R,ilevo che R. Causa è deciso assertore dell'auto­ :~sl Il dipinto era ésposto alla mostra Il Seicento Lom­ grafia di questa Decollazione del Battista - del Museo di bardo, Milano Ig73; la scheda relativa del catalogo è di Siviglia, non del Prado come erroneamente afferma -, M. Valsecchi (pp. 61-62, n. 156). La illustrazione del­ dichiarata un capolavoro giovanile (La Pittura del Sei­ l'opera in detto catalogo mostra il dipinto com'era prima cento a Napoli dal naturalismo al barocco, in Storia di del restauro. Napoli, vol. V, t. 2, 1972, p. 970). Il Perez Sanchez in­ ::~6) F. BoLOGNA, Altre prove del viaggio romano del T an­ vece, che non discute il parere del Causa, data il dipinto zio, in Paragone, n. 45, 1953, pp. 43-44• in epoca tarda. 27) G. PREVITALI, Frammenti del Tanzio a Napoli, in 1 '~ Il dipinto (tela, m. 1,94 x 1,45) era a Firenze, in Paragone, n. 229, 1969, pp. 42-45. Che il dipinto di Do­ proprietà privata, nel I969. modossola non spettasse al Tanzio era opmione di R. 13l G. KuBLER- M. SoRIA, Art and Architecture in Longhi, come io e altri abbiamo udito da lm stesso. Spain and Portugal 1500-1800, Harmondsworth I969, :~B) Si vedano soprattutto gli scritti di G. TESTORI, in P• 224· Tanzio da Varallo, catalogo della mostra, Torino 196o, 14) F. BoLOGNA, Opere d'arte nel Salernitano dal XII pp. 17-32, e in Il Seicento Lombardo, c'it., Saggi introdut­ al XVIII secolo, catalogo della tnostra, Napoli 1955, p. 64; tivi, pp. 7o-73. G. ScAVIZZI, Caravaggio e Caravaggeschi, catalogo della ::19) Un italiano sulla scia dell' Elsheimer : Carlo Antonio mostra, Napoli 1963, pp. 39-42· Procaccini, in Paragone, n. I85, 1965, pp. 43-44·

52 o - ~ 8 "'o :::.. "O o 8 r! ~ o ·oe ~ o :::.. · ~ IIl..

t:.. Vl .so ~ "Oa Vl 4 - Londra, Collezione priva ca - da Orazio Gentilescht : Cristo e la Samaritana

3 - El Escorial, Casita del Principe - Angelo Caroselli : Madonna col Bambino

5 - Siviglia, Cattedrale - Sofonisba Angutssola (?): Diniego di S. Pietro '

6 - Stanford, Burghley House - Sofonisba Anguissola : Ritratto di vecchio

7 - Barcellona, Museo - Juan Ribalta: San Girolamo 8

9 8-g Madrid, Museo del Prado - Juan Bautista Maino: Paese con Sant'Antonio Abate, ;~aese con San Giovanni Evangelista

10- San Sebastian, Museo de San Telmo - Juan Bautista Maino : Paese con San Giovanni Battista II - Madrid, Museo del Prado - Juan Bautista Maino: Adora:done 12 - Domodossola, Parrocchiale - Juan Bautista Maino {?): San Carlo comunica dei pastori gli appestati