mercoledì 24 dicembre 2003 19

«Giorgino è recidivo. Non è la prima volta che utilizza il servizio PERCHÉ MI PIACCIONO FLAVIO GIURATO E LA SUA MUSICA pubblico della Rai per farsi Fulvio Abbate pubblicità». Lo dichiarano il deputato della Margherita Giorgio Non molto tempo fa, ho trovato nella casella di copertine dei suoi dischi, gli accordi e tutte le altre di Giurato così straordinaria, al punto da suggeri- tions, ha deciso di dedicargli un libro, un gruppo di Merlo e il senatore dei Ds Esterino posta elettronica un messaggio entusiastico dove, sue utopie d’autore di canzoni. Non è vero, scherzo, re, oltre a un’immediata sensazione di nostalgia, scrittori “giuratiani” - fra gli altri, Tiziano Scarpa - Montino, della commissione di una voce da fan, comunicava esattamente così: ed ecco che torna a piazzarsi subito nel presente perfino un’aria di rivolta, un legame sentimentale si sono ispirati ai suoi pezzi per scrivere dei raccon- Vigilanza, annunciando «Ciao a tutti, volevo avvisarvi che Flavio Giurato della mia memoria, come non si fosse mai mosso: è inossidabile con il suo immaginario? Per comincia- ti. Anche il sottoscritto comunque, in fatto di ricono- un’interrogazione a proposito del Tg1 ha vinto il Premio Ciampi 2003! Il merito è tutto di il 1981, in tv c’è Carlo Massarini, con la sua tra- re, diciamo, la sua malinconia siderale. E poi, l’im- scimenti, ha fatto la sua parte. Consegnandogli, delle 13.30 di domenica scorsa «nella Flavio e del suo grande talento. Ma un grazie since- smissione, Mister Fantasy. Nella stessa inquadratu- pressione che Giurato fosse lì a incarnare una specie mesi fa, il premio Teledurruti, ispirato all’omoni- quale il conduttore ha ospitato il duo ro va a tutti voi che avete avuto voglia di aiutarci in ra c’è anche un bel ragazzo alto, l’aria del tipo di di sentimentalismo civile, nel senso più rispettabile ma trasmissione situazionista. Lo ha vinto con La Boldi-De Sica promuovendo il loro film, un progetto che solo pochi mesi fa sembrava del buona famiglia, lacoste blu, e sguardo rivolto al della parola. Ma se citassi soltanto Il tuffatore, Giulia bianca, dedicata a Pier Paolo Pasolini, ma nel quale il giornalista fa la comparsa». tutto folle (mq anche adesso....) a presto con qual- mare di Ansedonia, Porto Ercole, e così via fino a comunque il suo lavoro più noto, farei torto alle anche un omaggio esplicito alle immagini della «Chiediamo -proseguono Merlo e che informazione in più sulla prossima uscita del Orbetello, luoghi dove l’amore diventa verso, diario fatiche successive, a dischi come Marco Polo,unlp sigla della trasmissione che lo ha rimesso al mondo Montino- l'acquisizione della cassetta libro CD. Andrea». Il cantautore Flavio Giurato, se di una certa estate romana. È proprio lui, Flavio “difficile”, forse anche “estremo”, segno che quando dei media, se è vero che un suo concerto in diretta del Tg1, da parte della Commissione di non fosse che siamo amici da molti anni, ci metterei Giurato, che canta le canzoni del suo lp, Il tuffato- c’è da sperimentare Giurato non si tira indietro. E di qualche anno fa, proprio lì, a Teledurruti, resta vigilanza sulla Rai, affinchè si valuti se un bel po’ a ricordarlo con chiarezza assoluta, lui e re, uno dei dischi più belli di quell’anno, di più, poi? Poi, c’è il presente. La certezza che per alcuni un piccolo must, peccato che il nastro che lo contene- siano state violate le norme che la sua chitarra di marca ovation. Davvero, fatiche- degli anni Ottanta e oltre. Un disco, credo, prodot- Flavio Giurato non si è mai mosso dalla scena. va sia andato distrutto durante un incendio. Pecca-

vanità regolano il servizio pubblico. soddisfazioni rei a rimettere a fuoco il suo viso in pubblico, le to da Paolo Giaccio. Ma cos’è che rendeva la cifra Tanto che una casa editrice di Milano, la Addic- to, davvero.

Christian De Sica e Massimo Boldi in una scena del film «»

Dario Zonta andato a male, la citazione del costume fallofo- ro delle atellane rappresentata dalla proboscide d’elefante esibita in India da Vomito (una sorta Anche quest’anno l’ultimo natale di Neri Pa- di cupa parodia dei rapper, artista di rutti e renti si impone ai botteghini e fa cinquina, scorregge). Mangiare ed aspirare merda, forse vincendo una tombola di euro e staccando, di per un’occulta ragione scaramantica spinta al- molto, i concorrenti. E, come ogni anno, ci si l’estremo, sembra essere un’inevitabile destino chiede perché le commedie volgari, sboccac- per i Fichi d’India, Massimo Boldi e Christian ciate, sempliciotte e ripetitive di De Sica. Della sit com televisiva il film ha l’asso- riescano a portare al cinema tanta gente. luta incoerenza dei personaggi, che sono delle Qual è la formula vincente di Neri Paren- semplici maschere pronte ad animarsi in modo ti? Dove s’annida il suo segreto? Proveremo a diverso a seconda delle differenti situazioni. Ne dare delle spiegazioni, anticipando subito che è esempio particolare il giudice interpretato da queste non crescono come rami dal tronco del Massimo Boldi, che passa senza soluzione di cinema, ma si infiorano di altre suggestioni, continuità dalla spiritualità di chi è capace di sociologiche e massmediologiche. Cinque so- levitare alla volgarità di un esibito accento ro- no le regole auree del cinema di Neri Parenti: manesco. Ammiro Massimo Boldi da quando la serialità, la velocità, la volgarità, l’esoticità, faceva Vigorone negli sketch televisivi di Cochi la compiacenza. Partiamo dalla prima. Per il e Renato: solo lui poteva essere capace di non natale di Neri Parenti si parla di formula, e muovere un muscolo. La trama, se così si può formula che vince non si cambia. Gli eroi di dire, è il notissimo canovaccio dei figli scambia- questa miscela sono due attori, due facce, due ti e delle agnizioni, qualcosa che la nostra cultu- comicità: e Massimo Boldi. ra ha usato dai tempi di Plauto fino a quelli di Cosa sarebbe il natale di Parenti senza di loro? Pirandello. Il figlio di De Sica assomiglia a Bol- È proprio sulle loro modalità che il regista di, il figlio di Boldi a De Sica. Poi ci sono le costruisce le gag. Uno grassoccio, pelato, smor- ceneri della commedia all’italiana. Del resto, fioso e milanese. Uno aitante, belloccio, ma- Pingitore e fanno senza inibizio- scherato e romano. Loro, a loro modo, unisco- ne passerella, con due cammei nella parte di no due parti d’Italia, almeno di quell’Italia che loro stessi, a rivendicarne il merito. Non manca- si ferma a Roma. Le varianti sono poche. In no nemmeno le classiche tette e tutto ciò che è questo Natale in India sono un giudice (e ci consentito senza perdere la qualifica di film per mancava la macchietta di Boldi per affossarli famiglia. Il vecchio film scorreggione, che era il nella parte dei puri e tonti) e un palazzinaro fiume sotterraneo che scorreva sotto la comme- che vive di abusi e condoni. Il giudice è vegeta- dia all’italiana, però non se ne alimentava sol- riano, ambientalista e new age, fedele alla filo- tanto, le acque si scambiavano, almeno un po’. sofia orientale. Il palazzinaro è ignorante, coat- Come in tutte le produzioni a basso costo, si to, arricchito, fedele alla filosofia capitalista. Primo sperimentava la solu- Le maschere di Boldi e in sintesi in zione più economica, De Sica sono gommo- classifi- si cercava un montag- se e possono indossare ca, Ma perché il pubblico non si gio rapido e comprensi- via via panni diversi C’è molta cacca, è vero, che forte di una distribuzione quasi bile. Qui invece siamo (l’altra volta erano un sovietica nella sua capillarità. in una produzione ad avvocato e un carabi- L’Italia, si dice massificando, va ribella? C’è un’India che pare alto budget, ma di tota- niere) e in questo sen- vola di qui e di là in questo a vedere «Natale in India», un le mentalità televisiva: so la serialità è assicura- rito cinematografico legato ai filtrata attraverso le barzellette la ricerca della situazio- ta. Il loro pubblico «Natale in India», ma la nostri giorni come, un tempo, ne va a scapito della non si ferma sulla ra- la visita natalizia ai parenti più di Berlusconi. Altro che narrazione. L’impor- gione sociale dei loro volgarità da sola non basta a lontani. Non siamo schizzinosi tante è la presenza rassi- ruoli, tant’è che essi si e l’accademismo lo trasgressione! Qui c’è un’aria curante del volto noto, ripetono in battute e muovere il riso. Un’operazione consideriamo una iattura. Così, e sicuramente le indagi- gag. Il pubblico li vuo- abbiamo chiesto di vedere il ni di mercato avranno le, semplicemente, rive- Campione d’Inverno a uno dei di ossequio a conformismi nuovi stabilito che la memo- dere tali e quali. In que- di marketing: piace all’Italia nostri critici, Zonta, e a un ria corta del consuma- sto consiste la serialità: intellettuale che adora e dilaganti. Dettati dalla tv tore non vuole più tan- nel non avere sorpre- che non legge i giornali qualunque cosa sia cinema, te storie. Vuole ridere: se. Boldi e De Sica, in Nicolini. A rapporto. (Auguri) e dunque che cosa di tempi in cui tutto cam- meglio della tradiziona- bia e il nuovo (cioè il le risata provocata da- futuro) fa paura, rappresentano la sicurezza. co di De Sica viene colto da diarrea e dopo E rutta, scoreggia e dà fuoco ai fiati anali in un Renato Nicolini ad imitare i versi delle tigri femmine in calore e gli escrementi? Non c’è esigenza narrativa che La seconda regola è la velocità. La storia nei averla espressa la calcia via con le zampe in concerto con ottantamila fans. Molto trasgres- dove in groppa agli elefanti si gioca a golf con tenga: ogni volta che un personaggio del film film di Parenti non conta nulla. faccia a dei bambini che giocano nel parco. E sivo e molto volgare. Per innovare lo schemati- pietre preziose. Che è uguale a tutto il resto del vede una tazza da cesso, non riesce a resistere Quel che vale sono le battute, le gag. E per poi, visto che siamo in India, soccorrono le smo delle gag, Parenti ha intuito di dover tro- Vacanze in India mi ha convinto che la fortuna mondo, dove del resto i grandi alberghi in tutto all’irresistibile impulso di sedercisi sopra a defe- non annoiare tutto si sussegue velocemente, e cacche delle mucche sacre tenute come reli- vare nuove ambientazioni ai suoi fumetti. E di mercato di un film, in questo caso addirittu- il mondo sono uguali tra di loro, cambia solo il care (senza nemmeno fermarsi a guardare su senza cura. Ad esempio in una scena d’esordio quie dal Boldi orientalista. L’escremento viene così per il secondo anno trasferisce le sue ma- ra di una serie, dipende unicamente dall’effica- costume dei camerieri. Perché il pubblico non quale tavoletta si siede, tanto da non scorgere ambientata nella Roma degli anni ottanta il spesso ingerito, come quando i Fichi d’India schere all’estero. L’anno scorso in Egitto, que- cia del promo televisivo. Ho ancora negli occhi si ribella? Sicuramente perché riceve in cambio nemmeno i lunghi chiodi su cui, come è noto, i giudice Boldi si reca da un edicolante che die- ingoiano un diamante trovato nello sterco di st’anno in India. L’esoticità, quarto criterio, (e negli orecchi), quello di Vacanze sul Nilo. qualche cosa che riesce a catturare la sua atten- fachiri delle più decrepite barzellette reaziona- tro di sé ha una mazzetta dell’ "L’Unita’". Ma è un elefante. adempie a un altro scopo: creare una moda Confesso di avere allora resistito a fatica all’im- zione, e vorrei capire che cosa. È probabile che rie amano sedersi). Se qualcosa stride, è soprat- quella con la striscia rossa che ha preso vita Ma Neri Parenti, che sa il fatto suo, cerca (tutti ricordano il promo e il gingle di succes- pulso di correre a vederlo. Ero così assoluta- ci sia, in ciascuno di noi, una parodia del fan- tutto il fatto che il grande Aristofane, ai cui nella sua seconda vita nuova. Tutto è semplice di dare alla volgarità un volto e una spiegazio- so di Natale sul Nilo, con il balletto delle mum- mente impreparato a Natale in India. Cinque ciullino pascoliano, che gode come un pazzo a mezzi ancora Neri Parenti ricorre per far ride- e diretto, per questo straordinariamente mac- ne sociologica. Lo fa creando un personaggio, mie) e far viaggiare lo spettatore. L’India, co- minuti di visione, e tutta una serie di congettu- pronunciare le parole proibite cacca e pipì. re, era di mentalità aristocratica, per definizio- chiettistico. I vegetariani e i carnivori, gli am- Vomito, un rapper romano il cui slogan è: me l’Egitto, ovviamente è finta. Maragià, tigri, re fatte soltanto in base al titolo erano già state Non so però se si possa definire come delibera- ne libera, magari in opposizione alla stessa mag- bientalisti e i capitalisti, i colti e i rozzi appaio- «Non voglio essere volgare, ma trasgressivo». Gange e quant’altro sono il massimo dell’idea- spazzate via. Non c’era alcuna strategia di offer- to classicismo, un po’ di greco e latino del liceo gioranza – e qui invece circola un’aria di osse- no in un carosello mirabolante di comparse. lizzato, lontano mille miglia da qualsiasi real- ta a chi rinuncia, per ragioni economiche o quio (in fondo il truffatore finisce per risultare La struttura è quella del fumetto, delle strisce. tà. Alla fine di questo elenco ci accorgiamo magari per paura del terrorismo, a quelle vacan- più in sintonia con i nostri tempi del giudice) a Tutto è conchiuso in una sequenza in cui c’è Ci vorrebbe Billy Wilder, che tutte le formule portano all’ultima: i film ze d’inverno esotiche (che erano erano diventa- Le indagini di mercato certi conformismi nuovi ma dilaganti. Qualcu- ‘‘ una trovata e una battuta. Per tenere un ritmo ‘‘ di Parenti seguono a perfezione le regole di te un piccolo must dai tempi dello yuppismo no potrebbe ricordare Totò e Fabrizi in Guar- alto e invenzioni sempre nuove ci vorrebbe il invece c’è Neri Parenti e marketing per fare ridere e compiacere. Sono eroico dell’Italia craxiana), almeno di un sosti- avranno stabilito che la die e ladri: ma lì l’opposizione era tra un ladro talento di Billy Wilder. Ma Parenti è di un’al- si scivola tra battutacce e immagine di un‘Italia becera, sporcacciona, tuto di celluloide. L’India, non soltanto compa- gente vuole ridere: cosa ed un poliziotto. Insomma, per essere sicuri del tra scuola e per far ridere scende di livello, battutara e incolta. L’Italia che non legge i re sullo schermo, come nelle più classiche «so- consenso del pubblico, ci si sdraia sull’opinione chiamando in causa la giostra delle volgarità. flatulenze incendiarie. La giornali (come lascia intuire una battuta del le», soltanto dopo una mezz’ora abbondante di c’è di meglio allora della mediatica prevalente al momento. Per farmi E veniamo al terzo punto. Questa è l’arma o la parola d’ordine è film: «Vuoi che ti compra le riviste porno o i film, per restare niente più di uno sfondo. È per risata provocata dagli capire, ricorrerò al film: nella sequenza finale, chiave che apre ogni scrigno. In Natale in quotidiani?», chiede il manager a Vomito. «E di più un’India (anche se non vorrei essere ambientata nel 2014, il Presidente del Consi- India, come nei precedenti, si fa uso e abuso scendere di livello che so’ i quotidiani?» risponde il rapper. «quel- accusato di essere lukacsianamente retrò), che escrementi? glio si chiama Romano, ma Silvio è diventato della comicità zozza e schifosa. Tutto il film è li che hanno le figure in bianco e nero») e che sembra come filtrata attraverso le barzellette di Papa. Il Gran Maestro Bruno Vespa sottoscrive- pervaso di «cacche» e «merde», tanto da farne vede tanta televisione e che cerca di ridere Berlusconi: dove le tigri sodomizzano i magi- rebbe da notaio in una puntata straordinaria di una poetica. In una scena iniziale il cane stiti- anche sopra il cadavere del suo futuro. strati intenti, tra tante cose che potrebbero fare, Porta a porta.