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Indice

QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO...... 3

A. INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO...... 4

A.1. PRESENTAZIONE INTRODUTTIVA DEL PROGETTO...... 4 A.1.1. Stato di fatto...... 4 A.1.2. Stato di progetto...... 5 A.1.3. Descrizione del livello di copertura della domanda di intervento...... 6 A.1.4. Il proponente: Aimag Spa...... 6

A.2. UBICAZIONE DELL’INTERVENTO E INQUADRAMENTO DELLE ZONE CONSIDERATE...... 7 A.2.1. Descrizione dei titoli conferenti la disponibilità dei terreni...... 7

A.3. PREVISIONI E VINCOLI DELLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ED URBANISTICA...... 8 A.3.1. Descrizione di inquadramento del Piano Territoriale Regionale (PTR)...... 8 A.3.2. Descrizione di inquadramento del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR)...... 8 A.3.3. Descrizione di inquadramento del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)...... 10 A.3.4. Descrizione di inquadramento del Piano regola6tore Generale (PRG)...... 21 A.3.5. Descrizione di inquadramento dei vincoli naturalistici (anche in relazione ai Siti di Importanza Comunitaria ‐ SIC ‐ ed alle Zone di Protezione Speciale ‐ ZPS individuati per la conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE e della Direttiva 79/409/CEE...... 24 A.3.6. Vincoli paesaggistici (DLgs n. 42/2004 e s.m.i)...... 25 A.3.7. Descrizione dei vincoli idrogeologici che interessano i siti d’intervento ...... 26 A.3.8. Descrizione dei vincoli architettonici e archeologici che interessano i siti d’intervento...... 26 A.3.9. Descrizione dei vincoli storico ‐ culturali che interessano i siti d’intervento...... 27

A.4. PRINCIPALI PREVISIONI/VINCOLI NEI PIANI DI BACINO...... 28

A.5. PRINCIPALI PREVISIONI/VINCOLI NEI PIANI DI SMALTIMENTO RIFIUTI...... 30

A.6. COERENZA DEL PROGETTO CON NORME...... 31

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Indice delle figure.

Fig. A.1: Descrizione U.P. n°3_Provincia di ...... 9 Fig. A.2: Unità di Paesaggio – Tav 7 PTCP di Modena...... 10 Fig. A.3: Estratto Tavola 1.1.1 “Tutela delle risorse paesistiche e storico‐culturali” (PTCP Prov. MO 2009)...... 12 Fig. A.4: Estratto Tavola 1.2.1 “tutela delle risorse naturali, forestali e della biodiversità del territorio” (PTCP Prov. MO 2009)...... 13 Fig. A.5: Estratto Tavola 6.1 “Carta forestale attività estrattive” (PTCP Prov. MO 2009)...... 14 Fig. A.6: Estratto Tavola 2.2a.1 “Rischio sismico: carta delle aree suscettibili di effetti locali” (PTCP Prov. MO 2009)...... 15 Fig. A.7: Estratto Tavola 2.3.1 “Rischio idraulico: carta della pericolosità e della criticità idraulica” (PTCP Prov. MO 2009)...... 16 Fig. A.8: Estratto della Tavola 3.1.1 “Rischio inquinamento acque: vulnerabilità all'inquinamento dell'acquifero principale” (PTCP Prov. MO 2009)...... 17 Fig. A.9: Estratto della Tavola 3.3.1 “Rischio inquinamento acque: zone vulnerabili da nitrati di origine agricola ed assimilate” (PTCP Prov. MO 2009)...... 18 Fig. A.10: Estratto della Tavola 3.3.1 “Rischio inquinamento suolo: zone non idonee alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero di rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi” (PTCP Prov. MO 2009).19 Fig. A.11: Estratto della Tavola 4.1 “Assetto strutturale del sistema insediativo e del territorio rurale” (PTCP Prov. MO 2009)...... 20 Fig. A.12: Estratto Tavola PS2.8 “Azzonamento del territorio comunale” (PRG Carpi 2015)...... 21 Fig. A.13: Estratto Tavola PS8.a “Macroclassificazione del territorio” (PRG Carpi 2015)...... 22 Fig. A.14: Estratto Tavola PS11a “reti e rispetti” (PRG Carpi 2015)...... 23 Fig. A.15: Stralcio della carta “Rete Natura 2000 (SIC e ZPS) in Emilia Romagna”...... 25 Fig. A.16: Estratto Tavola A6a “carta archeologica” (PRG Carpi 2015)...... 26 Fig. A.17: Stralcio Atlante dei Piani – Autorità di Bacino del fiume Po...... 29 Fig. A.18: Estratto Tavola 1.1 Nord (PPGR Modena 2015)...... 30

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QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO.

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A. INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO.

A.1. PRESENTAZIONE INTRODUTTIVA DEL PROGETTO. L’intervento oggetto del presente studio di impatto ambientale (SIA) è l’ampliamento della capa‐ cità ricettiva della discarica della ditta Aimag Spa in di Carpi ubicata in via Valle nella fra‐ zione di Fossoli, attualmente autorizzata come discarica per rifiuti urbani e speciali non pericolosi. Tale modifica risulta necessaria a fronte delle necessità riscontrate sul territorio: le modifiche in progetto impongono quindi l’assoggettamento alla procedura di VIA ai sensi della L.R. 9/99 e s.m.i.. Lo studio è strutturato secondo uno schema che ricalca quanto previsto dalle vigenti normative a livello regionale, nazionale e europeo; secondo quanto indicato nel documento “Direttiva genera‐ le sull’attuazione della L.R. n.9/99 "Linee guida generali per la redazione e valutazione degli elabo‐ rati per la procedura di verifica (screening) e del SIA per la procedura di VIA" (art. 8, L.R. 9/99)”, approvato con DGR n. 1238 del 15/07/2002 dalla Regione Emilia Romagna. Il presente elaborato è stato articolato sostanzialmente in Quadri di Riferimento:  il “Quadro di Riferimento Programmatico” prende in esame la compatibilità dell’opera con gli strumenti di pianificazione e di programmazione territoriali e settoriali vigenti, nonché con le legislazioni ambientali di riferimento;  il “Quadro di Riferimento Progettuale” descrive il rapporto esistente fra il progetto e il sito interessato dallo stesso, considerando i criteri di scelta delle tecnologie considerate, for‐ nendo le caratteristiche del progetto di massima e dei processi principali, analizzando le azioni di progetto e le interferenze prodotte dalle stesse sull’ambiente;  il “Quadro di Riferimento Ambientale” fornisce la descrizione generale dell’area di inseri‐ mento, la caratterizzazione dello stato attuale dei comparti ambientali potenzialmente im‐ pattanti dal progetto e l’analisi previsiva degli effetti/impatti prodotti su tali comparti dalla realizzazione del medesimo con individuazione, qualora necessarie, delle misure di mitiga‐ zione e/o compensazione ambientale e di monitoraggio.

A.1.1. Stato di fatto. La ditta Aimag Spa è proprietaria di un’area tecnologica ubicata nella frazione di Fossoli in Comu‐ ne di Carpi (MO), ormai specializzata nella gestione integrata dei rifiuti e al cui interno sono pre‐ senti un impianto di selezione meccanica rifiuti urbani, compostaggio e digestione anaerobica ed

Impianto di discarica di Fossoli (Carpi - MO) – Aimag Spa STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE - Quadro di riferimento Programmatico - 5/31 una discarica per rifiuti urbani e speciali non pericolosi, cioè essenzialmente per rifiuti urbani e speciali assimilabili (vedi L.22/97 e successive integrazioni), prevista quale centro di smaltimento di appoggio all’impianto di compostaggio sito in Fossoli di Carpi. In termini dimensionali l'impianto di discarica consta di un volume complessivo , comprensivo del materiale di copertura per la gestione operativa, pari a 600.000m³ (corrispondenti ad un volume utile totale per il conferimento dei rifiuti di circa 518.000mc); tale volumetria è suddivisa in tre lotti, attivati in diversi tempi da ovest ad est, della capacità di 200.000 m³ cadauno (volume utile di circa 172.670m³). La discarica di Fossoli ha conseguito nel 2005 la certificazione ISO 14001 verificata con successo ogni anno e rinnovata nel Maggio 2015. La discarica è stata aperta ai conferimenti delle macerie derivanti dal sisma che ha colpito l'Emilia Romagna nel maggio 2012; queste sono state ritirate con il codice CER 200399, ai sensi dell'art. 17 della Legge n. 122/2012. L'attività eseguita, in deroga alla normativa vigente, è una attività di re‐ cupero R13. L'area adibita a tale attività è stata la parte sommitale del 1° lotto. Il volume totale lordo ancora disponibile alla data dell'ultimo rilievo (18/12/2014) è di 103.134 m³.

A.1.2. Stato di progetto. Con la presente proposta si intende realizzare un ampliamento della discarica per rifiuti non peri‐ colosi recentemente autorizzata e, poiché si tratta di modifica di un impianto IPPC esistente, il progetto in esame si identifica quale modifica sostanziale ai sensi dell’art. 29‐nonies del D.Lgs. 152/2006 dell’A.I.A. di cui alla Determinazione n. 178 del 31/10/2013 così come modificata dalla det. n.19 del 27/01/2014 e dalla det. n. 90 del 24/06/2015. Le attività già autorizzate per l’impianto esistente e che si richiede che vengano autorizzate anche per l’ampliamento attengono all’operazione D1 “Deposito sul o nel suolo”, di cui all’allegato B alla parte quarta del D.lgs. 152/06, alla operazione R5 “Riciclo/recupero di altre sostanze inorgani‐ che”, di cui all’allegato C alla parte quarta del D.lgs. 152/06, ed alla operazione R11 “Rici‐ clo/recupero di altre sostanze inorganiche”, di cui all’allegato C alla parte quarta del D.lgs. 152/06.

Il presente progetto rappresenta un intervento di ampliamento/completamento dell’invaso di di‐ scarica esistente, con preparazione del fondo invaso del 4° settore ed annesse reti infrastrutturali e prolungamento delle arginature e della diaframmatura perimetrali.

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A.1.3. Descrizione del livello di copertura della domanda di intervento. Oggi la maggior parte del rifiuto in ingresso all’impianto proviene dalla raccolta rifiuti effettuata sul territorio nazionale. La copertura della domanda di intervento per quanto riguarda la gestione dei rifiuti speciali ed ur‐ bani, anche in seguito alla realizzazione delle opere in progetto, rimarrà quella attuale. L’attuazione del progetto risponde ai fabbisogni riscontrati sul territorio.

A.1.4. Il proponente: Aimag Spa. AIMAG S.p.A. , proponente ed esercente dell’impianto oggetto di valutazione, gestisce i servizi di erogazione acqua e gas, fognatura, depurazione, illuminazione pubblica e servizi ambientali in un territorio comprendente 24 Comuni di cui 14 nell’area nord della provincia di Modena, 9 nell’area in destra del Po in provincia di Mantova, e 1 in provincia di .

AIMAG S.p.A. nasce nel 1964, inizialmente come AMAG, Azienda Municipalizzata Acqua e Gas del comune di Mirandola, dove la rete dell'acqua era di gestione comunale, mentre il gas era erogato dall'Officina del Gas, costruita nel 1901 dalla Società Gasometri di Milano. Nel giro di pochi anni i comuni vicini a Mirandola aderiscono ad AMAG, che si trasforma, nel 1970, in “Azienda Intercomunale Municipalizzata Acqua Gas” di dieci comuni, assumendo quindi l’attuale denominazione (AIMAG). Dal 1° gennaio 2000 il Consorzio AIMAG si è inoltre unificato, mantenendo la stessa denominazione, con il Consorzio Smaltimento Rifiuti (CSR) di Carpi, operan‐ te nell’ambito della gestione dei servizi di igiene ambientale. Dal primo gennaio 2001 il Consorzio si è trasformato in S.p.A. a prevalente capitale pubblico se‐ condo quanto previsto dall’art. 115 del D. lgs. n. 267 del 18/08/2000 (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali).

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A.2. UBICAZIONE DELL’INTERVENTO E INQUADRAMENTO DELLE ZONE CONSIDERATE. L’area interessata dall’impianto di discarica è situato nella parte nord della provincia di Modena, nella porzione ovest della medio‐bassa pianura modenese, fra la frazione di Fossoli di Carpi e , nel territorio comunale di Carpi. Nel dettaglio l’impianto di discarica si trova a nord dell’impianto di compostaggio esistente ed è delimitato ad ovest dal Cavo Gavasseto, a sud dal Canale Irriguo Marengo e Via Valle e ad est da Via Remesina Esterna. La superficie totale a disposizione è di 23 ettari, di cui 6,17 ettari dedicati all’impianto di discarica esistente. Il territorio circostante è formato da prevalenti zone agricole nell’ambito delle quali si trova, oltre a frazioni minori e varie case sparse nella campagna, il centro abitato di Fossoli di Carpi a distanza di 3 km a sud. Da un punto di vista cartografico è compresa nella tavola in scala 1:25.000 della C.T.R. n°183SE denominata “Novi di Modena” (vedi Allegato) e nell’Elemento, sempre del C.T.R., a scala 1:50.000 n°183151 denominato “Casa del Vento”. La viabilità principale del territorio, già utilizzata dagli automezzi addetti al trasporto dei rifiuti, è essenzialmente costituita da:  Strada Statale n° 413 Romana, che transita con direzione nord‐sud da Carpi per Novi di Mo‐ dena, attraversando l’abitato di Fossoli, a poche centinaia di metri dall’ingresso dell’impianto;  Strade comunali (Via Valle e Via Remesina), che transitano rispettivamente a sud, in corri‐ spondenza dell’ingresso all’impianto, e ad est.

A.2.1. Descrizione dei titoli conferenti la disponibilità dei terreni. Catastalmente i lotti di discarica esistenti insistono sul Foglio 21 del comune di Carpi, mappali 13 – 14 – 143, l’ampliamento in progetto interssa i soli mappali 13 e 143 dello stesso Foglio 21. Tutte le particelle su cui verrà realizzato l’intervento sono di proprietà AIMAG S.p.A. Si veda a tal proposito anche l’elaborato grafico di inquadramento catastale allegato al progetto definitivo.

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A.3. PREVISIONI E VINCOLI DELLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ED URBANISTICA. Viene considerata la compatibilità dell’impianto in progetto ai seguenti strumenti di piano (piani‐ ficazioni territoriali ed urbanistiche) e legislazione ambientale:

 Piano Territoriale Regionale (PTR);  Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR);  Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP);  Piano Regolatore Generale (PRG);  Vincoli Naturalistici (DPR n° 357/97 e s.m.i.);  Vincoli Paesaggistici (DLgs n. 42/2004 e s.m.i);  Vincoli idrogeologici;  Vincoli Architettonici e Archeologici;  Vincoli Storico – Culturali.

A.3.1. Descrizione di inquadramento del Piano Territoriale Regionale (PTR). Secondo lo schema strutturale allegato al PTR approvato dal Consiglio Regionale con deliberazio‐ ne n. 3065 del 28/02/1990, successivamente modificata con le deliberazioni n. 360 dell’16 feb‐ braio 2005, n. 771 del 29 maggio 2007 in attesa dell'approvazione del nuovo Piano Territoriale Regionale (art. 25, L.R. 20/2000), la collocazione dell’impianto in oggetto appare coerente, rispet‐ tivamente:

 per la coesione territoriale ed integrazione di scala insita nel suo ruolo di strumento sovra‐ comunale di gestione della politica settoriale relativa ai rifiuti;

 per il profilo di ottimale localizzazione in un’area scarsamente abitata e variamente degra‐ data, quindi dotata di poche alternative di sviluppo autogeno capaci di contrastare ulteriori fenomeni di abbandono, in cui l’impianto può rappresentare un segnale in positiva contro‐ tendenza.

A.3.2. Descrizione di inquadramento del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR). In riferimento al Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR), approvato con delibera di G. R. n. 1338 del 28 gennaio 1998, e successivamente modificata con le deliberazioni n. 93 dell’1 febbraio 2000, n. 2567 del 16 dicembre 2002, n. 1321 del 7 luglio 2003, n. 272/2005 e n. 1109/2007, l’area su cui sorge l’esistente impianto è compresa nell’U.P. n. 3.

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Si rimanda pertanto alla cartografia dei piani provinciali approvati, in quanto per effetto dell'art. 24, della L.R. 20/2000 essa costituisce, in materia di pianificazione paesaggistica, l'unico riferimen‐ to per gli strumenti comunali di pianificazione e per l'attività amministrativa attuativa. Si tratta di un territorio eterogeneo, caratterizzato da un fattore ecologico comune che è l’acqua nella sue varie connotazioni di habitat “palustre” (valli, paludi, canali, risaie), e a cui si applicano gli indirizzi dell’Allegato 2 delle Norme Tecniche: “L'ambito ha una forte tendenza alla rinaturalizzazione spontanea ed in tal senso potrebbe essere interessante destinare alcuni di questi siti ad una ricolonizzazione spontanea partendo dalle zone marginali ritirate dalla coltivazione oppure dal sistema dei canali che disegna un reticolo regolare di strutture parallele alternate da fasce strette di terra intercluse. … vari aspetti naturali sono rilevabili anche se in modo più marginale nella rete delle strade poderali e interpo‐ derali che costituiscono uno fitt sistema di comunicazione tra i vari centri abitati ricalcando spesso tracciati sto‐ rici. La caratteristica di questo particolare sistema viario va colta nella presenza dei fossati laterali, di fondi stra‐ dali a sezione stretta, di siepi e alberature che la costeggiano. Tali elementi sono una occasione di arricchimen‐ to del paesaggio, testimonianza storica, e offrono paesaggi e visuali suggestive e inconsuete e possono trovare delle indicazioni operative per la salvaguardia negli indirizzi riportati nella precedente UP2.” Per completezza di seguito si riporta l’immagine e la scheda descrittiva dell’UP n. 3 in cui ricade tale impianto.

Fig. A.1: Descrizione U.P. n°3_Provincia di Modena.

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Lotto 4 in progetto

Fig. A.2: Unità di Paesaggio – Tav 7 PTCP di Modena.

A.3.3. Descrizione di inquadramento del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP). Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) viene assunto quale piano di riferimento a carattere ambientale, in quanto riepiloga tutti i vincoli e le caratteristiche naturali, storico‐ culturali, paesaggistiche, idrologiche nonché infrastrutturali presenti nell’area. Lo stesso Piano ha inoltre recepito i contenuti dei diversi strumenti di pianificazione (ad esempio Piano Territoriale Paesistico Regionale, Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico, Piano Provinciale di Gestione dei Ri‐ fiuti, ecc.) e si integra con gli indirizzi di pianificazione, nonché con le politiche ambientali di svi‐ luppo sostenibile previste dal PTPR. Osservando le carte 1 di tutela (Tav.1.1.1 e 1.2.1 del PTCP), si evince che l’area in cui è insediato l’impianto non è soggetta a particolari vincoli o tutele. In particolare nell’elaborato 1.1.1 relativo alla “tutela delle risorse paesistiche e storico culturali” non si evidenziano vincoli/tutele nell’area in esame, ma si evidenzia la presenza a est dell’area d’intervento (a circa 100 m), la Via Remesina Esterna, e a ovest (circa 300 m), via Valle nel tratto

Impianto di discarica di Fossoli (Carpi - MO) – Aimag Spa STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE - Quadro di riferimento Programmatico - 11/31 oltre la Strada Romana Nord (SP 413), quali “elementi di interesse storico testimoniale: viabilità storica” ai sensi dell’art. 44A. Il comma 4 del suddetto articolo prevede che: “I Comuni attraverso i propri atti amministrativi regolamentari: a. dispongono che lungo la viabilità storica nei tratti che conservano le pavimentazioni naturali, quali mulattiere, strade poderali ed interpoderali, sia evitato il transito dei mezzi motorizzati nei percorsi fuori strada, ad eccezione dei mezzi necessari alle attività agricole, zootecniche e forestali, nonché per l’esecuzione, l’esercizio, l’approvvigionamento e la manutenzione di opere pubbliche e di pubblica uti‐ lità, di rifugi, bivacchi, posti di ristoro, strutture per l’alpeggio, annessi rustici ed eventuali abitazioni, qualora non siano altrimenti raggiungibili i relativi siti, ed infine per l’espletamento delle funzioni di vigilanza, di spegnimento di incendi, ed in genere di protezione civile, di soccorso e di assistenza sani‐ taria e veterinaria; inseriscono tali elementi (strade e vie storiche) in percorsi di valorizzazione e pro‐ mozione turistica del territorio, b. salvaguardano e/o ripristinano i toponimi originari. La normativa comunale (PSC, POC) deve prevedere le misure (rimessa in pristino, compensazioni, penali‐ tà) relative ai casi di inottemperanza delle direttive di cui ai punti a, b del precedente comma 3.” Al riguardo pare di poter immediatamente considerare che la gran parte del traffico da e per il sito non transita affatto per tali strade, bensì direttamente sulla SP “Romana Nord”. Sono inoltre da evidenziare in particolare ad est dell’area di progetto: ‐ ad una distanza di circa 100 m, sono presenti zone “di particolare interesse paesaggistico ed ambientale”, normate dall’ art. 39 del PTCP, praticamente coincidente con le “valli di Gruppo”; ‐ a circa 800 metri vi sono “zone di tutela dei caratteri ambientali di laghi, bacini e corsi d’acqua” (art. 9) e “invasi ed alvei di laghi, bacini e corsi d’acqua” come da art. 10, a tutela del Ca‐ nale di Gruppo. Più oltre subparalleli a questo si rintracciano i corpi idrici tutelati della Fossetta Capello e del Cavo Lama. Nell’elaborato 1.2.1 relativo alla “tutela delle risorse naturali, forestali e della biodiversità del ter‐ ritorio” l’area di impianto esistente è individuata come “territorio insediato al 2006”, ovvero rico‐ nosciuta nella categoria dei “principali fenomeni di frammentazione della rete ecologica”. Inoltre si evidenzia la presenza, su una porzione dell’area in esame del passaggio di infrastruttura tecno‐ logica quale elettrodotto. La fascia di vegetazione arborea posta lungo la recinzione costituita ne‐ gli anni a cura del Proponente come barriera di mitigazione dell’impianto esistente, è classificata come “Area forestale” (e tutelata dall’art. 21 “Sistema forestale boschivo” delle Norme Tecniche). Essa risulta coincidere con il confine dell’area di impianto, già integrata da quella occupata dal nuovo progetto, e rimarrà pertanto inalterata dalla realizzazione del progetto in esame. Tale zo‐ nizzazione viene riportata anche nella tavola di progetto dedicata, di cui alla tavola 6.1 “Carta fo‐ restale attività estrattive”, come si riporta l’estratto in figura.

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Lotto 4 in progetto

Fig. A.3: Estratto Tavola 1.1.1 “Tutela delle risorse paesistiche e storico‐culturali” (PTCP Prov. MO 2009).

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Lotto 4 in progetto

Fig. A.4: Estratto Tavola 1.2.1 “tutela delle risorse naturali, forestali e della biodiversità del territorio” (PTCP Prov. MO 2009).

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Lotto 4 in progetto

Fig. A.5: Estratto Tavola 6.1 “Carta forestale attività estrattive” (PTCP Prov. MO 2009).

Per quanto riguarda il rischio sismico, l’area in esame ricade in “Area soggetta ad amplificazione‐ per caratteristiche litologiche e a potenziale liquefazione”, per elementi di maggiore dettaglio si rimanda alla pianificazione Comunale.

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Lotto 4 in progetto

Fig. A.6: Estratto Tavola 2.2a.1 “Rischio sismico: carta delle aree suscettibili di effetti locali” (PTCP Prov. MO 2009).

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Dalle carte 2.3 del PTCP relative alla sicurezza del territorio ed in particolare dalla Tavola del rischio idraulico, si evince che l’impianto in oggetto ricade in una zona non perimetrata ma comunque adia‐ cente a zone individuate come “A4 Aree a media criticità idraulica con bassa capacità di scorrimen‐ to”, dove il problema più diffuso sembra essere il lento drenaggio (tipico delle zone “vallive” di boni‐ fica recente) e dove comunque non sono contemplate prescrizioni o vincoli per la tipologia di inter‐ vento prevista.

Lotto 4 in progetto

Fig. A.7: Estratto Tavola 2.3.1 “Rischio idraulico: carta della pericolosità e della criticità idraulica” (PTCP Prov. MO 2009).

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Dalla consultazione delle carte di vulnerabilità ambientale del PTCP, di cui si riportano gli stralci nelle figure seguenti, si evince che:  Tav. 3.1.1 “Rischio inquinamento acque: vulnerabilità all'inquinamento dell'acquifero principale”: l’impianto è ubicato in una zona individuata a “grado di vulnerabilità basso” all’inquinamento degli acquiferi (“grado di vulnerabilità Basso”);  Tav. 3.3.1 “Rischio inquinamento acque: zone vulnerabili da nitrati di origine agricola ed assimila‐ te”: l’impianto non ricade in zone vulnerabili.

Lotto 4 in progetto

Fig. A.8: Estratto della Tavola 3.1.1 “Rischio inquinamento acque: vulnerabilità all'inquinamento dell'acquife‐ ro principale” (PTCP Prov. MO 2009).

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Lotto 4 in progetto

Fig. A.9: Estratto della Tavola 3.3.1 “Rischio inquinamento acque: zone vulnerabili da nitrati di origine agrico‐ la ed assimilate” (PTCP Prov. MO 2009).

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Dallo stralcio della tavola 3.4.1, relativa al rischio di inquinamento del suolo, si evince che l’area non ricade in “zone non idonee alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero di rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi”.

Lotto 4 in progetto

Fig. A.10: Estratto della Tavola 3.3.1 “Rischio inquinamento suolo: zone non idonee alla localizzazione di im‐ pianti di smaltimento e recupero di rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi” (PTCP Prov. MO 2009).

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Dalla Carta 4.1 “Assetto strutturale del sistema insediativo e del territorio rurale” si può notare come l’area di progetto ricade in “territorio insediato” (delimitante gli impianti esistenti al 2006 e le loro aree di pertinenza).

Lotto 4 in progetto

Fig. A.11: Estratto della Tavola 4.1 “Assetto strutturale del sistema insediativo e del territorio rurale” (PTCP Prov. MO 2009).

In estrema sintesi si può affermare che il sito esaminato, seppur inserito in un contesto territoriale certamente interessante, è ubicato in un’area che non risulta sottoposta ai vincoli e/o fasce di tutela da parte del PTCP vigente.

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A.3.4. Descrizione di inquadramento del Piano regola6tore Generale (PRG). Il P.R.G., adottato con DC n. 247 del 21/07/2000, approvato con DGP n.174 del 30/04/2002 è stato successivamente elaborato, aggiornato e coordinato, e quindi approvato con D.Dle n.96 del 27/02/2015. Di seguito si riportano gli estratti della cartografia degli elaborati prescrittivi significativi per l’area in esame.

Lotto 4 in progetto

Fig. A.12: Estratto Tavola PS2.8 “Azzonamento del territorio comunale” (PRG Carpi 2015).

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Dalla tavola PS2, si evince che l’area occupata dall’impianto è destinata esclusivamente agli usi iden‐ tificati come “attrezzature generali d’interesse pubblico ‐ TR” art. 73.07 delle NTA del P.R.G., di cui si riporta stralcio: “Art. 73.07 Attrezzature tecnologiche con vincoli di rispetto. Le aree così classificate sono destinate alle attrezzature e agli impianti tecnologici di interesse urbano quali depositi e impianti AIMAG, Stazioni ENEL, depuratori. Il PRG si attua per intervento diretto, applicando i seguenti indici urbanistico‐ecologici, con la seguen‐ te dotazione di parcheggi privati: ‐ UF = 0,80 mq./mq. ‐ IP = 20% ‐ P1 = 1 mq./10 mq. SC ‐ A = 20 alberi/ha; AR = 40 arbusti/ha”.

Il comparto ha riconosciute caratteristiche produttive come evidenziato nella tavola PS8 relativa alla macroclassificazione del territorio.

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Fig. A.13: Estratto Tavola PS8.a “Macroclassificazione del territorio” (PRG Carpi 2015).

Per quanto concerne il tema delle distanze di rispetto dalle infrastrutture /reti presenti, si fa riferi‐ mento alla tavola PS11, che dettaglia la vincolistica già evidenziata nella tavola PS2 prima analizzata: una porzione dell’area oggetto di intervento ricade nella fascia di rispetto relativa alla presenza di un elettrodotto ad altissima tensione (380 kV). Si specifica in merito che la normativa vigente distingue tra luoghi adibiti a permanenza prolungata superiore alle 4 ore giornaliere, oppure inferiore alle 4 ore

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giornaliere. Nel secondo caso (rimesse, depositi, magazzini, locali tecnici, ecc.) tali edifici possono es‐ sere realizzati anche all’interno della fascia di rispetto. La porzione di discarica possiamo configurarla come luoghi adibiti a permanenza prolungata non superiore alle 4 ore giornaliere

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Fig. A.14: Estratto Tavola PS11a “reti e rispetti” (PRG Carpi 2015).

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Per la zonizzazione acustica, di cui alla tavola PS10a, e per le zonizzazioni sismiche, di cui alle tavole PS15/MS si rimanda ai dedicati paragrafi rispettivamente D.7 e D.3 del Quadro di riferimento ambien‐ tale. L’intervento in esame risulta conforme alla pianificazione comunale.

A.3.5. Descrizione di inquadramento dei vincoli naturalistici (anche in relazione ai Siti di Impor‐ tanza Comunitaria ‐ SIC ‐ ed alle Zone di Protezione Speciale ‐ ZPS individuati per la con‐ servazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvati‐ che, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE e della Direttiva 79/409/CEE. La Rete ecologica Natura 2000 è costituita dall’insieme delle aree (siti) individuate per la conserva‐ zione della diversità biologica. Essa trae origine dalla Direttiva dell'Unione Europea n. 43 del 1992 ("Habitat") finalizzata alla tutela di una serie di habitat e di specie animali e vegetali particolarmente rari indicati nei relativi Allegati I e II. La Direttiva “Habitat” prevede che gli Stati dell'Unione Europea contribuiscano alla costituzione della rete ecologica europea Natura 2000 in funzione della presenza e della rappresentatività sul proprio territorio di questi ambienti e delle specie, individuando aree di particolare pregio ambientale denominate Siti di Importanza Comunitaria (SIC), che vanno ad affian‐ care le Zone di Protezione Speciale (ZPS), previste dalla Direttiva n. 409 del 1979, denominata "Uccel‐ li". L’attuale Rete Natura 2000 in Emilia‐Romagna fa riferimento, a seguito di successive fasi di aggior‐ namento, all’ultima Deliberazione della Giunta n. 374 del 28 marzo 2011 che recepisce la Decisione della Commissione Europea 2011/64/UE. Secondo l’attuale Rete Natura 2000 in Emilia‐Romagna l’area in esame non risulta compresa in aree soggette a vincoli naturalistici (tutele a parco, zone protette dalla normativa, oasi, zone di protezio‐ ne) o in Siti di importanza Comunitaria SIC o in Zone di Protezione Speciale ZPS. Il sito interessato dalle opere in progetto non rientra all’interno di zone o siti di conservazione degli habitat naturali o della flora e della fauna selvatiche, individuate o proposte ai sensi delle direttive 79/409/CEE (Direttiva Uccelli) e 92/43/CEE (Direttiva Habitat); né tantomeno ricade in “aree naturali protette”, come definite ai sensi della normativa di settore, nazionale e regionale, vigente. Nelle strette vicinanze dell’area di progetto si segnalano due Zone di Protezione Speciale (ZPS) desi‐ gnate ai sensi della Direttiva “Uccelli” testé citata:  a est e a nord si pone il limite della vasta ZPS IT 4040015 “Valle di Gruppo”,

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 a nord‐ovest, a circa 1 Km di distanza, inizia la ZPS IT 4040017, denominata “Valle delle Bruciate e Tresinaro”. Il progetto non interessa aree ricomprese nelle zonizzazioni di rete natura 2000, ma data la vicinanza è necessario comunque valutare la potenziale incidenza dell’opera proposta. Per questi approfondi‐ menti si veda in particolare il § E.7 del Quadro di riferimento ambientale in cui si elabora una Valuta‐ zione di incidenza ambientale(VINCA). In figura si riporta lo stralcio della carta “Rete Natura 2000 (SIC e ZPS) in Emilia Romagna” relativo all’area d’interesse.

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Fig. A.15: Stralcio della carta “Rete Natura 2000 (SIC e ZPS) in Emilia Romagna”.

A.3.6. Vincoli paesaggistici (DLgs n. 42/2004 e s.m.i). Per quanto riguarda i vincoli paesaggistici derivanti dal PTCP della Provincia di Modena, si rimanda al precedente § A.3.3. L’area nell’ambito della quale si richiede di realizzare l’intervento non è soggetta a vincolo ai sensi dell’art. 142, lettera c, del D. lgs. 42/2004 Codice dei beni culturali e del paesaggio e s.m.i.

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A.3.7. Descrizione dei vincoli idrogeologici che interessano i siti d’intervento L’area di intervento in esame si trova in una zona non particolarmente critica dal punto di vista del rischio idraulico, potendosi dunque considerare scevra da vincoli idrogeologici. Pur rientrando nella fascia fluviale C “di piena catastrofica” del Po, come rappresentata dal PAI (v. successivo § A.4) l’attuazione urbanistica non ne ha fatto derivare vincoli ostativi o restrizioni per la progettualità oggetto della presente valutazione.

A.3.8. Descrizione dei vincoli architettonici e archeologici che interessano i siti d’intervento. Nell’area di studio, stando agli strumenti di pianificazione territoriale attualmente vigenti (a livello regionale, provinciale e comunale), non si riscontrano vincoli di tipo architettonico. Sul sito non sussistono vincoli di tipo archeologico. Nelle vicinanze, a circa 1,5 Km di distanza dal sito in direzione sud‐ovest, si segnala la presenza di una fornace di età Romana sottoposta a “controllo archeologico preventivo” da attivare (estratto della Carta A6a “Carta Archeologica” del PRG vigente).

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Fig. A.16: Estratto Tavola A6a “carta archeologica” (PRG Carpi 2015).

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A.3.9. Descrizione dei vincoli storico ‐ culturali che interessano i siti d’intervento. Nell’area d’intervento non si riscontrano vincoli storico – culturali, ma in adiacenza al lato est del sito, come già illustrato al paragrafo precedente, è presente un “elemento di interesse storico testimonia‐ le” del tipo “viabilità storica” quale la via Remesina Esterna. L’ art. 69.10 del PRG vigente prevede che: “Lungo la viabilità storica dei tratti che conservano le pavimentazioni naturali quali le strade poderali ed interpoderali, è vietato (con la predisposizione di segnaletica verticale ed orizzontale e di barriere) il transito dei mezzi motorizzati nei percorsi fuori strada, salvo i mezzi necessari alle attività agricole, zootecniche e forestali e salvo i mezzi per l’esecuzione, l’esercizio l’approvvigionamento, la manuten‐ zione delle opere pubbliche o di pubblica utilità e per l’espletamento delle funzioni di vigilanza, di spegnimento incendi e più in generale per funzioni di protezione civile, di soccorso e di assistenza sa‐ nitaria e veterinaria.” A questo riguardo si commenta che, oltre ale fatto ch via Remesina non conserva pavimentazione na‐ turale, il traffico indotto dal progetto è nullo rispetto a quello attuale riconducibile ai conferimenti per il 3° lotto in gestione: anche nello scenario di progetto si confermano un massimo di 35 mezzi giorno, come autorizzato nello scenario attuale; inoltre tali conferimenti interessano solo in minima misura tale strada.

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A.4. PRINCIPALI PREVISIONI/VINCOLI NEI PIANI DI BACINO.

Il sito oggetto d’esame ricade in un’area soggetta al Piano di Assetto Idrogeologico del bacino del fiume Po, un importante strumento di pianificazione a livello di area vasta del nord Italia per la difesa del suolo e dalle piene. Nella seduta del 26 aprile 2001 il Comitato Istituzionale dell’Autorità di Baci‐ no del fiume Po ha approvato, con Delibera n. 18/2001, l’insieme dei provvedimenti di regolazione delle politiche di difesa del suolo nel settore assetto idrogeologico: il Piano stralcio per l’Assetto Idro‐ geologico (PAI) e l’insieme degli atti ad esso collegati (pubblicati sul Supplemento Straordinario della Gazzetta Ufficiale n. 166 del 19 luglio 2001) rappresentano quindi lo strumento di pianificazione di riferimento. Il progetto in esame ricede nella perimetrazione della fascia “C”, ovvero quella riguardante le aree inondabili a seguito di piena catastrofica (in altre parole un evento connesso o al cedimento in uno o più punti ovvero al sormonto del sistema arginale di difesa del Po e dei suoi tributari di pianura). Dal‐ le Norme del PAI – II° PSFF (Piano Stralcio Fasce Fluviali) si riporta integralmente il testo dell’art. 31. “Area di inondazione per piena catastrofica (Fascia C): 1. Nella Fascia C il Piano persegue l’obiettivo di integrare il livello di sicurezza alle popolazioni, me‐ diante la predisposizione prioritaria da parte degli Enti competenti ai sensi della l. 24 febbraio 1992, n. 225 e quindi da parte delle Regioni o delle Province, di Programmi di previsione e preven‐ zione, tenuto conto delle ipotesi di rischio derivanti dalle indicazioni del presente Piano. 2. I Programmi di previsione e prevenzione e i Piani di emergenza per la difesa delle popolazioni e del loro territorio, investono anche i territori individuati come Fascia A e Fascia B. 3. In relazione all’art. 13 della l. 24 febbraio 1992, n. 225, è affidato alle Province, sulla base delle competenze ad esse attribuite dagli artt. 14 e 15 della l. 8 giugno 1990, n. 142, di assicurare lo svolgimento dei compiti relativi alla rilevazione, alla raccolta e alla elaborazione dei dati interes‐ santi la protezione civile, nonché alla realizzazione dei Programmi di previsione e prevenzione so‐ pra menzionati. Gli Organi tecnici dell’Autorità di bacino del fiume Po e delle Regioni si pongono come struttura di servizio nell’ambito delle proprie competenze, a favore delle Province interessa‐ te per le finalità ora menzionate. Le Regioni e le Province, nell’ambito delle rispettive competenze, curano ogni opportuno raccordo con i Comuni interessati per territorio per la stesura dei piani comunali di protezione civile, con riferimento all’art. 15 della L. 24 febbraio 1992, n. 225. 4. Compete alle Regioni e agli Enti locali, attraverso gli strumenti di pianificazione territoriale e ur‐ banistica, regolamentare le attività consentite, i limiti e i divieti per i territori ricadenti nella Fa‐ scia C.

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5. Nei territori della Fascia C, delimitati con segno grafico indicato come “limite di progetto tra la Fascia B e la Fascia C” nelle tavole grafiche, il Comune competente può applicare, in sede di ade‐ guamento degli strumenti urbanistici, anche sulla base degli indirizzi emanati dalle Regioni ai sensi del precedente art. 27, comma 2, in tutto o in parte gli articoli di norma relativi alla Fascia B in via transitoria fino alla avvenuta realizzazione delle opere programmate.”

L’impianto in progetto, dunque, pur rientrando nella fascia C, non è soggetto a vincoli ostativi o re‐ strizioni da parte dell’Autorità di Bacino, che demanda una più stringente vincolistica sugli usi am‐ messi alla sensibilità e capacità di approfondimento degli Enti Locali.

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Fig. A.17: Stralcio Atlante dei Piani – Autorità di Bacino del fiume Po.

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A.5. PRINCIPALI PREVISIONI/VINCOLI NEI PIANI DI SMALTIMENTO RIFIUTI.

L’impianto di discarica di Fossoli, gestito da AIMAG S.p.A., è una realtà consolidata nel territorio co‐ munale di Carpi, ed è inserito nel Piano Provinciale per la Gestione dei rifiuti (PPGR) della Provincia di Modena, approvato con Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 135 del 25 maggio 2005, e vigente dal 20/07/2005.

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Fig. A.18: Estratto Tavola 1.1 Nord (PPGR Modena 2015).

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A.6. COERENZA DEL PROGETTO CON NORME.

Con il presente studio di impatto ambientale, predisposto in conformità alle disposizione del D.Lgs. 152/2006 e dell’art. 11, LR 9/99 e s.m.i., si provvede ad attivare, presso l’Autorità competente – Pro‐ vincia di Modena, il procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) relativo alla discarica per rifiuti speciali non pericolosi. Contestualmente si richiede il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale ai sensi del art. 29‐nonies del D.Lgs. 152/2006 per i nuovi lotti di ampliamento di discari‐ ca (AIA), nella cui istruttoria dovranno essere conseguiti i pareri degli enti competenti coinvolti, nello specifico:

 Parere Comune di Carpi (MO);

 Parere Provincia di Modena (MO);

 Parere ARPA;

 Parere AUSL.

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