AssoSoftwareDayPress giovedì, 07 maggio 2020 AssoSoftwareDayPress giovedì, 07 maggio 2020

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

06/05/2020 Agenda Digitale 6 "Firma con spid" e altri modi utili per semplificare le pratiche digitali

07/05/2020 La Repubblica Pagina 7 8 Beffa dei bus così le periferie restano isolate

06/05/2020 Agenda Digitale 10 Firma digitale, utile nello smart working: così la pandemia ha rilanciato lo strumento

06/05/2020 Agenda Digitale 14 La scuola a distanza non è democratica: i problemi e le possibili soluzioni

06/05/2020 Agenda Digitale 17 Nuovo modello 730 precompilato, cos' è e come presentarlo: tutte le istruzioni

Agricoltura e Dogane

07/05/2020 Il Messaggero Pagina 3 19 «Nei campi servono altri 200mila braccianti col Reddito molti preferiscono stare a casa»

07/05/2020 Corriere della Sera Pagina 11 Anna Campaniello 21 Le proteste dei frontalieri per riaprire i valichi minori

07/05/2020 EutekneInfo 22 Possibile compensare l' IVA nel periodo di sospensione con modello «tardivo»

07/05/2020 Italia Oggi Pagina 28 FRANCO RICCA 24 Una doppia esenzione sulle mascherine

Contabilità e Bilancio

07/05/2020 Italia Oggi Pagina 25 CRISTINA BARTELLI 26 Corsa a bloccare i mutui casa

07/05/2020 Italia Oggi Pagina 30 MATTEO BARBERO 28 Mutui Cdp, parola al consiglio

Fatturazione Elettronica

07/05/2020 Corriere della Sera Pagina 5 ANDREA DUCCI 30 Bonus «verde» per la casa al 110% Fino a 500 euro per bici e monopattini

07/05/2020 Il Messaggero Pagina 4 32 Casa, le ristrutturazioni a costo zero con ecobonus e sismabonus al 110%

07/05/2020 Italia Oggi Pagina 4 GIAMPIERO DI SANTO 34 Crisi, un imprenditore si suicida

07/05/2020 Italia Oggi Pagina 29 ANDREA BONGI 37 Dispositivi, sgravi con il codice

07/05/2020 La Stampa Pagina 4 ROBERTO GIOVANNINI 39 Il "decreto maggio" si divide in due Aiuti alle imprese verso lo slittamento 07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 23 Laura Ambrosi 41 La sospensione Covid-19 allunga i termini per l' adesione

07/05/2020 EutekneInfo 43 Mascherine detraibili solo se «conformi»

07/05/2020 Il Messaggero Pagina 29 45 Non tutti siete in grado di regalarvi almeno un giorno di riposo, ma se costretti a lavorare, ...

06/05/2020 Agenda Digitale 46 Processo amministrativo telematico, accesso al fascicolo informatico e restituzione dei documenti

07/05/2020 Il Messaggero Pagina 4 52 Sconto fiscale del 19% se con marchio Ce

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 2 Giorgio Santilli 53 Super bonus per grandi lavori: caldaie, isolamento, pannelli

Fisco e Dichiarazioni

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 8 Marina Garone 55 «Più dai meno versi» con limite del 10% o di 70mila euro

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 3 Marina Garone 57 Agevolate le forniture di farmaci compassionevoli

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 7 Andrea Mancino 59 Agevolazioni fiscali per chi investe nello sport

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 7 Ilaria Ioannone 61 Aiuti alle fondazioni deducibili dalle imprese

07/05/2020 La Repubblica Pagina 28 DI ANDREA BONANNI 63 Aiuti di Stato, beffa per l' Italia

07/05/2020 EutekneInfo 65 Bonus locazione botteghe e negozi su spese condominiali e pertinenze

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 15 67 come funzionano le sovvenzioni

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 11 Nicolò Melli 68 Con le piattaforme la solidarietà corre in rete

07/05/2020 EutekneInfo 70 Contributi per moto elettriche estesi al 2020

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 8 Marina GaroneGabriele Sepio 72 Deducibili al 100% le liberalità in denaro per calamità

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 3 Marina GaroneGabriele Sepio 74 Detrazioni per persone fisiche ed enti non commerciali

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 1 Gabriele Sepio 76 Donazioni senza il freno di norme scoordinate

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 19 Valerio Castronovo 77 è ora di liberare le energie dei privati

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 11 79 Impatto fiscale diversificato in base al tipo di attività

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 6 Gabriele Sepio 80 L' ente non profit detta il premio per le imprese

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 3 82 la sintesi dei benefici

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 6 83 LE università tra i beneficiARI

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 7 84 lo «Sport bonus» per attrarre i capitali privati 07/05/2020 Italia Oggi Pagina 5 CORRADO SFORZA FOGLIANI* 85 Ma ci sono in Italia delle banche che possono essere divorate dal capitale straniero e delle banche che invece vanno difese?

07/05/2020 Il Messaggero Pagina 4 87 Maxi decreto impantanato gelo tra imprese e governo Tasse verso un nuovo rinvio

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 3 Gianni Trovati 89 Negozi e imprese, i giorni di chiusura tagliano la Tari

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 5 Filippo Dami 91 Nelle donazioni platea più ampia Estesi anche i benefici fiscali

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 5 Martina ManfredoniaGabriele Sepio 93 Per i beni bonus fiscale in base alla natura

07/05/2020 EutekneInfo 95 Precalcolate ISA, al via l' acquisizione massiva dei dati

07/05/2020 Italia Oggi Pagina 25 CRISTINA BARTELLI 97 Precompilata, dai Caf già 4 mln di prenotazioni

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 4 Gabriele Sepio 98 Premio fiscale contro gli sprechi per chi dona beni invenduti

07/05/2020 Italia Oggi Pagina 30 RICCARDO UBALDINI 100 Puzzle applicativo per la nuova esimente Cfc

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 27 Riccardo Oldani 102 Quel valore pubblico che può nascere dai movimenti personali

07/05/2020 EutekneInfo 104 Regime CFC alla prova delle catene partecipative

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 3 Marco MobiliMarco Rogari 106 Tre mesi di tasse e Iva sospese, si torna a pagare il 16 settembre

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 6 Andrea Fatarella 108 Vantaggi a persone fisiche ed enti non commerciali

Industria 4.0

07/05/2020 La Repubblica Pagina 2 110 "Ora un New Deal per il Lazio in crisi Ci sono 18 miliardi"

07/05/2020 Italia Oggi Pagina 12 ETTORE BIANCHI 112 All' Eurovision canta l' intelligenza artificiale

06/05/2020 Agenda Digitale 113 Alla guerra con l' algoritmo, così l' AI cambia l' equilibrio geopolitico

06/05/2020 Corriere Comunicazioni 117 Alleanza Nexi-Microsoft in nome dell' open banking

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 6 Carmine Fotina 119 Banda larga, cambia il piano voucher Fibra: fino a 2mila euro per Pmi

06/05/2020 Corriere Comunicazioni 121 Fadda: "Smart working nuova normalità, servono skill manageriali"

06/05/2020 Corriere Comunicazioni 123 Ibm spinge su AI e cloud: "Velocità di risposta al mercato"

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 29 Simonluca Pini 125 Il cuore nevralgico della filiera: i bolidi l' avanguardia hi tech

07/05/2020 La Stampa Pagina 23 CATERINA SOFFICI 127 L' open space vittima del virus

07/05/2020 La Stampa Pagina 24 BRUNO RUFFILLI 129 L' uomo che ha fatto cantare i robot

07/05/2020 Corriere della Sera Pagina 29 DANILO TAINO STATISTICS EDITOR 131 La pandemia vista da Silicon Valley 07/05/2020 Corriere della Sera Pagina 28 ELIO FRANZINI *, GIOVANNA IANNANTUONI ** E FRANCESCO SVELTO *** 132 La sfida dell' innovazione negli atenei del dopo-crisi

07/05/2020 Italia Oggi Pagina 23 134 Open bank, Nexi insieme a Microsoft

07/05/2020 Corriere Comunicazioni 135 Sandei: "Intelligenza artificiale leva strategica per la ripresa"

Lavoro e Previdenza

07/05/2020 Italia Oggi Pagina 11 ANTONINO D' ANNA 138 De Donno salva un sacco di gente

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 26 Marco MagriniPaolo Parodi 140 I lavoratori all' estero esclusi dal bonus 100 euro

07/05/2020 EutekneInfo 142 Possibile il sequestro penale del fondo pensione

07/05/2020 La Stampa Pagina 15 MARIO TOZZI 144 Riscaldamento, siccità e CO2 Nel 2070 l' aria sarà irrespirabile

Privacy e GDPR

07/05/2020 Il Messaggero Pagina 12 147 «Forse già contagiati tre milioni di italiani I tamponi siano rapidi»

06/05/2020 Agenda Digitale 150 App di stato, bug e falle ancora aperte: tutti i rischi per i nostri diritti

06/05/2020 Corriere Comunicazioni 155 Immuni nel caos. Ma Arcuri va avanti: "Pronta a fine maggio"

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 15 Ciro Bisogno 157 Lo stato di emergenza non esime dalla privacy

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 28 159 OLTREFRONTIERA

07/05/2020 Agenda Digitale 160 Privacy e contact tracing: cosa può andare storto? Ecco i rischi concreti

07/05/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 14 Ivan Cimmarusti 170 Telegram collabora con i Pm, cancellati i nuovi canali pirata

07/05/2020 Corriere della Sera Pagina 10 MARIA GIOVANNA FAIELLA 172 Voci dal Covid-19: «Soffro di nevralgia del trigemino, avrei dovuto fare l' intervento di ...

Sanità Digitale

06/05/2020 Corriere Comunicazioni 174 Robot, 3D e AI per la nuova sanità: ecco le soluzioni di 10 startup italiane

[§25617453§] mercoledì 06 maggio 2020

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

"Firma con spid" e altri modi utili per semplificare le pratiche digitali

Marche da bollo digitali utilizzando il sigillo elettronico, firma con Spid, firma elettronica avanzata con Cie o Cns. Tre modi per semplificare l' interazione tra utente e fornitori di servizi in rete sia pubblici che privati. E anche migliorare la protezione dei dati personali

Vediamo anche come alcune tecnologie efficaci sul piano probatorio e più semplici sul piano operativo non sono prese in considerazione anche se il loro utilizzo sarebbe di grande aiuto nella semplificazione del procedimento amministrativo . Naturalmente, come si è scritto più volte, non è la tecnologia a semplificare ma avendone a disposizione di adeguata è un peccato non stabilire regole di efficacia e efficienza. Questo è stabilito nel comma 1, lettera a) dell' articolo citato. Peraltro la lettera b) stabilisce che le istanze e dichiarazioni sono valide 'quando l' istante o il dichiarante è identificato attraverso il sistema pubblico di identità digitale (SPID)'. Questa opportunità è operativamente più semplice delle 14 operazioni necessarie per la 'firma con SPID'. Si accede al servizio tramite SPID; in un possibile scenario si forma il documento informatico tramite il servizio di rete. Per l' anagrafica e il codice fiscale si hanno anche i dati derivanti dal procedimento di conferma dell' identità SPID da parte del gestore dell' identità digitale. Il documento viene proposto per l' approvazione all' utente e una volta che si è ottenuta, il documento è sottoscritto dall' utente (con un servizio della PA) che poi dispone di una ricevuta dell' amministrazione (magari anche il numero di protocollo) che è sottoscritta o sigillata dalla stessa. Questo meccanismo è utilizzabile anche da un soggetto privato ma con un approccio leggermente diverso. Lo SPID è utilizzabile senza differenze ma il soggetto privato deve essere un fornitore di servizi attivo secondo le regole di questo sistema . L' utente accede al servizio e utilizza le regole della firma elettronica avanzata (FEA). Il fornitori di servizi poi firmerà o sigillerà in base alla specificità documentale. In particolare negli ambiti bancari e assicurativi sarà necessaria almeno una FEA e ovviamente è utilizzabile anche la firma digitale. Si può anche fare emissione di marche da bollo digitali utilizzando la fattispecie del sigillo elettronico. Questo è definito nel regolamento europeo eIDAS come 'dati in forma elettronica, acclusi oppure connessi tramite associazione logica ad altri dati in forma elettronica per garantire l' origine e l' integrità di questi ultimi'. Quindi se vogliamo associare il bollo digitale al documento per il quale è dovuto il tributo è possibile richiedere il bollo (che sarà in generale in formato XML e sigillato dall' ente emettitore). Questo bollo viene associato al documento e il legame tra le due entità è stabilita con un sigillo elettronico non necessariamente di tipo qualificato. In altre parole si può ripetere l' associazione logica tra documento informatico sottoscritto (ma anche non sottoscritto) e la marca temporale. Il ruolo della

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[§25617453§] mercoledì 06 maggio 2020

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

marca temporale è in questo scenario svolto dal bollo digitale (ai fini fiscali e non di riferimento temporale opponibile ai terzi). Il sigillo elettronico genera un ulteriore legame non violabile tra documento informatico e bollo digitale. Inserire nella struttura del bollo l' impronta del documento coinvolto evita la duplicazione dell' oggetto. Il sigillo elettronico emesso da un' entità 'fiscale' consente di stabilire che quel bollo è apposto a quel documento. Le entità che possono essere coinvolte sono l' Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato che potrebbe in tal modo mantenere gli introiti dei bolli adesivi oppure la società PagoPA vista la sua missione istituzionale. Queste ipotesi ovviamente non sono sostenute da una base legale e quindi quanto scritto vuole essere una proposta ai decisori amministrativi e politici. 'L' utilizzo della Carta d' Identità Elettronica, della Carta Nazionale dei Servizi, del documento d' identità dei pubblici dipendenti (Mod. ATe), del passaporto elettronico e degli altri strumenti ad essi conformi sostituisce nei confronti della pubblica amministrazione, la firma elettronica avanzata ai sensi delle presenti regole tecniche per i servizi e le attività di cui agli articoli 64 e 65 del codice'. Prima di proseguire, due note esplicative. Il codice citato alla fine del comma è il CAD e il passaporto elettronico non ha caratteristiche tecnologiche tali da consentire una FEA. Come si vede è possibile sottoscrivere istanze e dichiarazioni per la PA tramite CIE o CNS. I soggetti privati possono utilizzarle purché sia soddisfatte le regole stabilite nel Titolo V del DPCM 22 febbraio 2013. Quanto descritto evidenzia che esistono molte possibilità operative per semplificare l' interazione tra utente e fornitori di servizi in rete sia pubblici che privati. La disponibilità di SPID e di CIE consente anche di migliorare l' approccio alla protezione dei dati personali visto che è possibile definire con esattezza di tratta il dato in conformità al registro dei trattamenti. Fondamentale in questo utilizzo lo SPID rilasciato per uso professionale. E' evidente che in una PA basata sull' adempimento, l' ampia scelta di opzioni per l' identità e la firma non ha portato ad adeguati utilizzi di questi strumenti per l' utente in rete. Il metodo più utilizzato è ancora quello dell' invio della carta firmata con la penna e scansionata insieme al documento di identità. Lo scanner in queste operazioni è sostituita dalla foto dei documenti. La conclusione non può che essere sempre la solita. Solo la semplificazione dei procedimenti sul piano organizzativo consente di individuare i migliori strumenti tecnici per la conformità alla normativa. Si continua invece a pensare spesso a procedimenti cartacei resi digitali dove le spesso complesse incombenze sono generalmente a carico dell' utente, che ha l' unico scopo di arrivare all' obiettivo e deve accettare per forza i bizantinismi del procedimento.

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[§25617454§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 7 La Repubblica Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

Beffa dei bus così le periferie restano isolate

Si allungano le attese dopo il richiamo di 91 mezzi nuovi ma difettosi. " Come faremo dal 18 maggio?"

di Luca Monaco Quei 91 bus fuorigioco allargano lo strappo tra centro e periferia. «Quando passa il 725? - sbuffa Rita, alla fermata sotto il I ponte del Laurentino 38 - Ieri l' ho aspettato 20 minuti. Non è possibile, ho 75 anni, mica 20 » . L' età avanza e i servizi diminuiscono. « Con l' ultima razionalizzazione ci hanno tolto cinque linee, quelle di collegamento con l' ospedale e i negozi dell' Eur - aggiunge Elisabetta Naccari, 70 anni - adesso altri bus rotti. Non ne possiamo più » . Il 723, diretto alla stazione Laurentina, passa dopo 15 minuti di attesa. Mentre sale, Naccari si aggiusta la mascherina. La rabbia è tanta. Perché i 91 torpedoni a metano acquistati dal Campidoglio attraverso Consip ( la centrale acquisti del governo) e richiamati dall' Industria italiana autobus ( che li aveva realizzati in Turchia) per un controllo urgente alle valvole dei serbatoi, servivano le periferie. I mezzi a due porte, nuovi di zecca, per la maggior parte ( circa 60 unità) erano in forze alla rimessa di Tor Pagnotta e percorrevano il quadrante Eur- Laurentino (orfano di altri 45 filobus ancora in manutenzione), fino a via Cristoforo Colombo, dove passano le linee che raggiungono piazza Venezia e la stazione Termini. Altri 30 bus circa partivano dal deposito di Tor Sapienza, per garantire il servizio a Roma Est. Ora i tempi di attesa si allungano, tra affollamento e proteste. «Sul 714 spesso c' è troppa gente » , racconta Tiziano Marucci, un 28enne dipendente di una agenzia di sicurezza, che alle 14 aspetta l' autobus in piazza dei Navigatori. Una volta arrivato a Termini, Marucci sale sul 14, il tram che collega la stazione con viale Palmiro Togliatti. Sono le 15. I posti a sedere sono esauriti, i passeggeri affollano il corridoio. « Altro che metro di distanza - dice Marucci - da piazza Vittorio in poi si viaggia pigiati come sardine. Speriamo che l' autista non si fermi». Il sindacato protesta. « È assurdo che l' azienda non abbia ancora richiamato i meccanici dalla cassa integrazione - osserva Daniele Fuligni, il segretario della Filt Cgil di Roma e Lazio - con le ulteriori riaperture previste per il 18 maggio l' utenza raddoppierà ed è fondamentale rimettere in pista tutto il personale per garantire la manutenzione dei mezzi». «L' amministrazione è in confusione - rileva il vicesegretario del Pd Lazio Enzo Foschi - ancora una volta a farne le spese sono i cittadini delle periferie». Per limitare il sovraffollamento ad Anagnina ( metro A), ieri dalle 5.30 a regolare l' accesso in stazione c' era la polizia. Il personale della protezione civile nazionale è in campo nei grandi snodi con il compito di agevolare e informare i passeggeri.

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[§25617454§] giovedì 07 maggio 2020

La Repubblica Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

© RIPRODUZIONE RISERVATA Protesta dei sindacati "Assurdo che l' Atac non abbia richiamato i meccanici dalla cig" k Ritirati Sono stati richiamati in fabbrica per un difetto 91 nuovi bus a Roma.

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[§25617455§] mercoledì 06 maggio 2020

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

Firma digitale, utile nello smart working: così la pandemia ha rilanciato lo strumento

La trasformazione digitale in cui le aziende sono state catapultate così repentinamente dall' emergenza sanitaria nazionale ha portato a cambiamenti drastici nella gestione dei rapporti lavorativi: dallo smart working alla firma digitale e alla gestione dei rapporti lavorativi, ecco cosa c' è da sapere

Nel contesto emergenziale caratterizzato dal distanziamento sociale ha spiccato il ricorso a modalità lavorative prima considerate marginali seppur esistenti. Esempio emblematico a riguardo è rappresentato dallo smart working o dall' impiego massiccio della firma digitale , non tanto per avvocati già abituati al suo utilizzo, quanto per tutti gli altri soggetti imprenditoriali o cittadini normali. La rivoluzione tecnologica attuata dalle aziende è volta a garantire la sopravvivenza sul mercato palesandosi quanto mai indispensabile ed utile per garantire la continuità nella cura degli affari e delle attività imprenditoriali. Possiamo quindi affermare che la trasformazione digitale in cui le aziende sono state catapultate così repentinamente dall' emergenza sanitaria nazionale ha portato a cambiamenti drastici nella gestione dei rapporti lavorativi. Esaminiamo i principali. Indice degli argomenti eCommerce, smart working e firma digitale: la rivoluzione indotta dal covid-19 La diffusione del Covid-19 ha avuto un impatto inimmaginabile per aziende e, in generale, per tutti i soggetti quali banche, intermediari finanziari e imprese dei più vari settori di mercato, i quali hanno dovuto celermente correre ai ripari per individuare nel più breve termine possibile nuove modalità di organizzazione anche a distanza dei rapporti interni ed esterni. Le realtà aziendali si sono quindi riconvertite all' eCommerce , unica alternativa di sopravvivenza sul mercato. Taluni imprenditori hanno dovuto creare velocemente il proprio sito web, altri hanno potenziato e migliorato le prestazioni delle piattaforme già esistenti per non rinunciare ai propri affari e promuovere la propria attività unicamente online, garantendo così la continuità aziendale tramite consegne a domicilio etc. In tale contesto, l' esempio emblematico della trasformazione e dell' adattamento alla nuova realtà è rappresentato dallo smart working , una valida risposta alle restrizioni sociali alla mobilità e unica possibilità concreta di mantenimento della piena operatività per aziende e professionisti in generale . In epoca antecedente alla diffusione del Covid-19, le aziende non avevano dato importanza alla circostanza di porre tutti i dipendenti nella condizione di poter lavorare in modo efficiente da remoto. La modalità lavorativa a distanza possiamo dire che non era contemplata, o, comunque, è sempre stata circoscritta per lo più a rari casi, che, come tali, hanno sempre rappresentato l' eccezione. La situazione di necessità invece ha fatto si che numerose aziende, nel giro di poco tempo, siano riuscite a fornire ed attivare dispositivi sicuri affinché ogni dipendente sia messo in condizione di lavorare quasi a pieno regime da casa. Le aziende hanno anche quindi dovuto affrontare nuove problematiche dettate dal nuovo contesto

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[§25617455§] mercoledì 06 maggio 2020

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

lavorativo. Ogni cambiamento infatti comporta una prima fase di adattamento, la quale implica sicuramente sfide quotidiane da affrontare che chiedono il superamento di nuove criticità. Firma elettronica e contratti business to consumer In materia di contratti stipulati in forma cartacea preme innanzitutto ricordare, in via generale, come solo la firma autografa consente di attestare la paternità di un documento . In virtù di tale basilare regola si considera improduttivo di effetti, vale a dire, inesistente, il contratto con firma scansionata al computer ed apposta su di un file successivamente stampato. Invece, nella diversa ipotesi di contratto con firma autografa, scansionato e inviato in formato pdf, ne potrà essere garantita la conservazione se la conformità all' originale sia autenticata da un notaio o altro pubblico ufficiale a ciò autorizzato, con dichiarazione da questi firmata digitalmente ed allegata al documento informatico. Per quanto attiene in modo specifico ai contratti stipulati a distanza vengono innanzitutto in considerazione quelli stipulati tra professionisti e consumatori ( business to consumer ), conclusi attraverso sistemi cosiddetti di ' point and click ' nei quali la priorità è quella di rendere più veloci possibile gli acquisti e, al contempo, fornire adeguata tutela al consumatore. Detti contratti sono stipulati tramite sistemi di firma elettronica e sono regolati dalla normativa contenuta nel Codice del Consumo (D.lgs. 206/2005 e successive modiche) quando una delle parti contraenti sia un consumatore, oltre che nel Codice del commercio elettronico (D.lgs 70/2003 e successive modifiche). Quest' ultimo decreto legislativo, all' art. 12, prevede la precise informazioni da comunicare all' utente attinenti alle varie fasi di stipula; nonché, ai mezzi messi a disposizione del consumatore per correggere l' ordine prima dell' inoltro; informazioni riguardanti eventuali codici di condotta cui il consumatore aderisce; le lingue a disposizione per la conclusione del contratto; e, infine, l' indicazione degli strumenti di composizione delle controversie. A seguito dell' inoltro dell' ordine seguirà, in tempo reale, l' invio al consumatore della ricevuta dell' ordine contenente la descrizione del prodotto o servizio acquistato, oltre ad un breve riassunto delle condizioni del contratto. Tuttavia, se nei contratti telematici l' accordo si perfeziona tramite il ' tasto negoziale virtuale ', preme però specificare la presenza di clausole vessatorie ex art. 1341, comma 2, c.c., dovrà essere approvata specificamente per scritto attraverso l' apposizione di firma digitale (cfr Ordinanza Tribunale di Catanzaro del 30.04.2012). A livello nazionale, la disciplina della firma digitale la si rinviene nel CAD ( Codice dell' amministrazione digitale ). Essa rappresenta un tipo di firma elettronica qualificata , e, dunque, un particolare tipo di firma elettronica avanzata, basata su un certificato qualificato e su un sistema di chiavi crittografiche, una pubblica e una privata, correlate tra loro, che consente al titolare tramite la chiave privata e al destinatario tramite la chiave pubblica rispettivamente di rendere manifesta e di verificare la provenienza e l' integrità di un documento informatico e di un insieme di documenti informatici. Con l' apposizione di tale firma sussiste totale certezza circa la riconducibilità del documento al suo sottoscrittore che equivale, pertanto, ad una vera e propria scrittura privata firmata in originale tra le parti. La firma elettronica nei contratti tra professionisti Per quanto riguarda

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[§25617455§] mercoledì 06 maggio 2020

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

la diversa categoria di contratti, ossia, quelli conclusi tra professionisti (c.d. business to business ) in essi preme sottolineare come l' importanza venga posta sulla imputabilità della dichiarazione ed immodificabilità della stessa. Ad essi si applica la normativa racchiusa nel CAD (Codice amministrazione digitale), la normativa propria di settore, oltre alle disposizioni del Codice sul commercio elettronico (D.lgs 70/2003). Vanno ricondotti a tale categoria quei contratti conclusi con firma elettronica avanzata idonea di assicurare la paternità del documento al suo sottoscrittore appunto in maniera univoca. Esempio tipico è costituito dalla firma grafometrica o dalla tecnologia OTP. In entrambi i casi il servizio richiede il consenso dell' utente. Sempre in materia di digitalizzazione, preme porre attenzione sull' importante innovazione introdotta recentemente da AGID ( Agenzia per l' Italia digitale ). Lo scorso 26 marzo 2020, tale Agenzia ha pubblicato le linee guida per firmare documenti online . In base a tale novità normativa, sarà dunque possibile firmare atti e contratti attraverso il sistema Spid in conformità all' art. 20 del CAD, con lo stesso valore giuridico della firma autografa. Come noto, lo Spid è il Sistema Pubblico di Identità Digitale, gratuito, con il quale ogni soggetto privato, dotato di identità digitale costituita da username e password, può accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione. Quanto precede rappresenta sicuramente una novità importante, grazie alla quale i cittadini potranno avvalersi, oltre che della firma elettronica qualificata, anche di questo strumento digitale per firmare documenti aventi validità legale nell' ottica di una sempre più crescente digitalizzazione. La procura all' avvocato con la firma digitale nel contesto dell' emergenza sanitaria Di notevole interesse è la previsione volta a semplificare la formalità connessa al rilascio della procura all' avvocato nell' ambito dei procedimenti civili e contenuta nel maxiemendamento approvato dal Senato lo scorso 9 aprile 2020 (testo passato alla Camera) interamente sostitutivo dell' art. unico del d.d.l. n°. 1766 di conversione del decreto-legge n. 18/2929 c.d. 'Cura Italia'. Limitatamente al periodo di emergenza nazionale in atto, la sottoscrizione della procura alle liti da parte del Cliente può essere apposta su un documento cartaceo scannerizzato e trasmesso al difensore via mail unitamente alla copia del documento d' identità . Ricevuto l' atto l' avvocato dovrà solo certificare l' autografia apponendo la propria firma digitale sulla copia informatica della procura. La gestione dei rapporti lavorativi da remoto nei vari settori di mercato Nell' ottica di garantire la continuità imprenditoriale è stata prevista la possibilità di approvare i bilanci da parte delle aziende in modalità remota . La previsione in esame è sancita all' articolo 106 del Decreto-Legge 'Cura Italia' che descrive nel dettaglio le modalità con cui tale specifica evenienza possa in concreto attuarsi. In particolare, i Consigli di Amministrazione, nonché, le Assemblee degli Azionisti potranno svolgersi mediante rapporti a distanza e da remoto . Vengono quindi disciplinate nel dettaglio tutte le singole fasi delle riunioni, dalla organizzazione fino alla chiusura delle stesse, attribuendo al verbale finale pieno valore legale. La convocazione degli aventi diritto a prendere parte del Consiglio o dell' Assemblea si attua con comunicazione inoltrata tramite posta elettronica certificata. Le varie presenze sono registrate e raccolte tramite la firma

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[§25617455§] mercoledì 06 maggio 2020

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

elettronica qualificata; nell' ipotesi di eventuali deleghe, queste ultime dovranno essere munite di apposita marca temporale qualificata. Successivamente, i singoli partecipanti procederanno ad apporre la propria firma digitale sul verbale della riunione e quest' ultimo documento sarà inviato a tutti gli aventi diritto, inclusi gli assenti, tramite pec. Tali disposizioni sono valide per le assemblee convocate entro il 31 luglio 2020 o comunque entro il maggior termine previsto se l' emergenza sanitaria non sarà destinata a concludersi. Per quanto attiene la possibilità di sottoscrivere contratti essi possono essere coltivati a distanza dalla stesura della bozza fino al contratto finale, poiché, come detto sopra, è prevista la possibilità di concludere accordi commerciali aventi integrale valore di legge attraverso contatti da remoto. Come visto, avvocati e professionisti in generale possono altresì ottenere mandati e deleghe con la firma digitale. Ed ancora possono essere firmati da remoto anche i documenti interni delle aziende (riguardante ad esempio le policy aziendali) e gli accordi inerenti la disciplina per il trattamento dei dati personali. Ulteriori piattaforme di digitalizzazione a disposizione di cittadini e aziende Per quanto attiene i rapporti interni aziendali, i datori di lavoro possono inserire online ad esempio le domande per la cassa integrazione accedendo al portale INPS. Anche per ottenere le agevolazioni fiscali è possibile accedere al portale INPS per richiedere la sospensione dei termini relativi ad adempimenti fiscali. Inoltre, con la firma digitale è consentito sottoscrivere il modulo o la dichiarazione per beneficiare della sospensione di finanziamenti, prestiti e mutui. Sempre attraverso il web i lavoratori in possesso dei requisiti possono richiedere le misure a sostegno del lavoro e della famiglia, quali, a titolo esemplificativo, il bonus baby-sitter, i congedi COVID-19, etc. Conclusioni L' emergenza sanitaria nazionale ha sconvolto non solo il nostro stile di vita personale e sociale ma anche le classiche strutture organizzative di funzionamento delle aziende. In poco tempo, come abbiamo visto, le imprese hanno dovuto rafforzare o, in alcuni casi, stravolgere del tutto i propri impianti organizzativi, ricorrendo con gran fretta e necessità proprio a strumenti digitali grazie ai quali è garantita la continuità aziendale e professionale in generale. Ma se è vero che quello che stiamo attraversando passerà alla storia come profondo periodo di difficoltà è altrettanto vero che proprio dai momenti bui nascono novità e idee importanti per il nostro futuro (e si auspica che sia così per le idee e in nuovi cambiamenti provocati dal contesto Covid-19). @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617456§] mercoledì 06 maggio 2020

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

La scuola a distanza non è democratica: i problemi e le possibili soluzioni

L' emergenza sanitaria e le misure di lock down hanno avvalorato l' assioma che il digitale non è solo una faccenda tecnologica, ma è un fondamentale servizio alle persone. La scuola sta facendo il possibile per proseguire le attività didattiche, ma la parte più debole e svantaggiata del nostro Paese è rimasta esclusa

La scuola a distanza non è, almeno per ora, completamente democratica, essendo venute alla luce grandi disomogeneità dovute all' annoso problema del digital divide sia per la disponibilità dei dispositivi, che per la velocità (se non l' assenza) di una connessione stabile. E, di conseguenza, alla luce di questa disomogeneità di condizioni attivare lo smart working e la didattica a distanza diventa un problema a volte insormontabile. Soffermiamoci sulla scuola: esaminiamo le principali criticità, le soluzioni approntate dal Governo per cercare di risolverle e i nodi da risolvere prima dell' avvio del prossimo anno scolastico. Didattica a distanza, la reazione della Scuola L' emergenza sanitaria e le necessarie misure di lock down hanno avvalorato l' assioma che il digitale, inteso nel senso più ampio del termine, non è esclusivamente una mera faccenda tecnologica, ma è fondamentale come servizio alle persone. Nel contesto scolastico, come ormai noto, i dirigenti hanno dovuto attivare una serie di modalità di didattica a distanza (DAD), con particolare attenzione alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità. Il Ministero dell' Istruzione, inoltre, ha creato una pagina web apposita, intesa come un ambiente di lavoro in progress per supportare le scuole attraverso strumenti di cooperazione, scambio di buone pratiche e gemellaggi fra scuole, webinar di formazione, contenuti multimediali per lo studio, piattaforme certificate. Inoltre, in partnership con l' Autorità garante per l' infanzia e l' adolescenza è stata messa a punto una mini guida per offrire agli insegnanti uno strumento metodologico-pratico per proseguire l' azione educativa nel rispetto dei diritti delle persone di minore età , così come sanciti dalla Convenzione Onu sui diritti dell' infanzia e dell' adolescenza. Anche la Rai ha modificato i suoi palinsesti e con la didattica a distanza ha messo a disposizione del sistema scolastico, delle famiglie e degli studenti di ogni età, sui portali Rai Cultura e RaiPlay una gamma di contenuti di qualità, sempre disponibili e fruibili su ogni dispositivo. WEBINAR Fase 2: più competenze digitali per supportare la ripresa. Scopri come! Risorse Umane/Organizzazione Smart working Secondo l' Osservatorio "Scuola a distanza" di Skuola.net le scuole, e con loro tutto il personale, dopo una comprensibile fase di assestamento hanno risposto in maniera apprezzabile: negli istituti di secondo grado, ben il 70% degli studenti è in contatto con i propri professori attraverso piattaforme quali G Suite o Microsoft Teams . Per quanto riguarda gli istituti di primo grado, pur essendosi organizzati in leggero ritardo, la percentuale di alunni che utilizza sistemi di ultima generazione arriva al 64%. La situazione, pur essendo simile nei diversi

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[§25617456§] mercoledì 06 maggio 2020

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

gradi di istruzione superiore, non lo è affatto territorialmente, passando dalla virtuosa Emilia Romagna fino alla Sardegna (fonte RaiNews ). Didattica online e didattica on site La didattica online, però, non potrà mai sostituire la didattica "on site", in quanto la presenza giornaliera "obbligatoria" in classe impone una sorta di livellamento infrastrutturale e contenutistico poiché mette tutti gli studenti nelle medesime condizion i. Il primo problema riguarda la disponibilità di apparati : ci sono famiglie, in condizioni socio-economiche svantaggiate, che non hanno la possibilità di garantire un dispositivo per ogni componente, sia per i genitori (smart working) che per i figli (didattica a distanza): se si hanno due o più figli, come spartire la dotazione in caso di contemporaneità? Il Ministero dell' Istruzione , dopo un' analisi ad ampio spettro sulle criticità evidenziate dalle singole scuole, ha messo in campo una serie di iniziative per venire incontro proprio a queste situazioni di difficoltà. Con il Decreto legislativo 18/2020 ha previsto lo stanziamento di 85 milioni di euro per garantire il diritto allo studio mediante l' utilizzo della didattica a distanza. La fetta più grande, settanta milioni, renderà disponibili agli studenti meno abbienti, in comodato d' uso, dispositivi digitali individuali per la fruizione delle piattaforme di apprendimento e per garantire la connettività nei territori in cui essa non è adeguata. Inoltre, grazie ai fondi FESR dell' Asse 2, è stato pubblicato u n avviso per interventi destinati all' acquisizione di dispositivi digitali , da concedere in comodato d' uso alle studentesse e agli studenti di primo grado che ne siano privi, ai fini della fruizione di attività formative a distanza. A ciascuna Istituzione scolastica è concesso un importo complessivo di euro 13.000,00 I.V.A. inclusa. Il nodo del digital divide Ma se il problema dei dispositivi sembra, anche se in tempi non brevissimi, in via di soluzione, resta in piedi il fulcro del digital divide : la imparziale qualità di accesso alla rete che "colpisce" molte parti del Paese e che estromette automaticamente dalla fruizione di contenuti che hanno bisogno di alta velocità e grande quantità di "Giga". Mentre alcuni centri in Italia sono in gran parte cablati con la fibra ottica, in provincia e nelle periferie esistono ancora luoghi dove non è possibile avere un' interazione in tempo reale e quindi una fruizione sincrona; allora ci si affida alle connessioni dati. E comincia la guerra dei giga : perché un giovane dovrebbe "sprecare" la sua dotazione per la scuola o l' università, quando era abituato a streaming e videochat per uso personale? Non si dimentichi poi che la crisi economica che attanaglia molte famiglie impone dei sacrifici tra i quali la disponibilità di una connessione a pagamento per i ragazzi. Quindi lo slogan "Non lasciamo indietro nessuno", pregevole nelle intenzioni, non è al momento attuabile ; pur non avendone tutte le colpe, la scuola, in questo periodo, non riesce a rispettare in pieno l' articolo 34 della nostra Costituzione, poiché l a didattica a distanza non riesce a inglobare la parte più debole e svantaggiata del nostro Paese , ovvero coloro che già prima del coronavirus non ce la facevano. Le possibili soluzioni E allora perché non fare come in Brasile dove la quantità di dati non viene conteggiata quando si accede a risorse per la didattica a distanza? Inoltre, perché non si pensa alla creazione di una piattaforma standard per la DAD , magari utilizzando le risorse umane e professionali dell' Agenzia per l' Italia digitale

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[§25617456§] mercoledì 06 maggio 2020

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

(AGID), punto di riferimento per il software della Pubblica Amministrazione? Mancano ormai cinque mesi all' inizio del prossimo anno scolastico (l' attuale, con la garanzia della promozione è ormai andato): sembrano tanti ma bisogna assolutamente evitare che il 20% rischi di rimanere ancora escluso; da settembre l' insegnamento potrebbe essere "blended", un po' in presenza e un po' a distanza e le scuole, sicuramente non da sole, dovranno evitare di penalizzare di nuovo gli studenti più fragili, quelli privi di stimoli culturali familiari e sociali , con il rischio di incrementare la dispersione scolastica e le disuguaglianze nell' apprendimento. FORUM PA 6- 11 luglio Innovazione e trasformazione digitale per la resilienza. Scopri il nuovo FORUM PA digitale Big Data CIO @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617457§] mercoledì 06 maggio 2020

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

Nuovo modello 730 precompilato, cos' è e come presentarlo: tutte le istruzioni

Dal 5 maggio è possibile accedere al nuovo modello 730 precompilato: ecco come fare e tutte le regole dell' Agenzia delle Entrate

Significativo è anche l' aumento delle Certificazioni Uniche che quest' anno arrivano a quasi 63 milioni. Altri dati importanti fanno riferimento agli interessi passivi relativi ai mutui , oltre 8 milioni, i contributi previdenziali , pari a 4,6 milioni, i dati relativi alla previdenza complementare e le spese universitarie, che sono pari a 3,5 milioni. soci di cooperative di produzione e lavoro, di servizi, agricole e di prima trasformazione dei prodotti agricoli e di piccola pesca; lavoratori che posseggono soltanto redditi di collaborazione coordinata e continuativa almeno nel periodo compreso tra il mese di giugno e il mese di luglio 2020 e conoscono i dati del sostituto che dovrà effettuare il conguaglio; hanno percepito un reddito di lavoro dipendente o assimilato per l' anno di riferimento del modello e non sono in possesso di un sostituto di imposta che effettui le operazioni di conguaglio; non hanno percepito redditi di lavoro dipendente e assimilati per il 2019 e sono in possesso di un sostituto d' imposta che effettua le operazioni di conguaglio. Il modello precompilato è disponibile sia per chi presenta il 730 sia per chi presenta il modello Unico di dichiarazione dei redditi. Il contribuente, ed i soggetti delegati, possono visualizzare la dichiarazione precompilata e l' elenco delle informazioni disponibili, con l' indicazione di tutti i dati inseriti per effettuare tutti i controlli ed eventualmente chiedere di procedere a modifiche in caso di errori o mancanze. Si ricorda che il modello 730 potrà essere inviato a partire dal 14 maggio e fino al 30 settembre : la scadenza ufficiale inizialmente fissata al 23 luglio 2020 è stata prorogata al 30 settembre 2020 a causa dell' emergenza sanitaria Covid-19. È possibile accedere alla propria dichiarazione anche utilizzando la Carta Nazionale dei Servizi, le credenziali rilasciate dall' Inps, oppure tramite SPID - Sistema Pubblico di Identità Digitale - che consente di utilizzare le stesse credenziali per tutti i servizi online delle pubbliche amministrazioni e delle imprese aderenti. Nella dichiarazione precompilata 2020 come è noto sono presenti le informazioni sugli oneri e sulle spese deducibili e detraibili, che quest' anno sono state ulteriormente aumentate. Nel 2002 infatti sono presenti anche le spese per le prestazioni sanitarie dei dietisti, dei fisioterapisti, dei logopedisti, degli igienisti dentali, dei tecnici ortopedici e di altre categorie riconducibili alle professioni sanitarie. il regime della cedolare secca è esteso alle locazioni di immobili ad uso commerciale (classificati nella categoria catastale C/1) e relative pertinenze locate congiuntamente, limitatamente ai contratti stipulati nell' anno 2019 . Al fine del riconoscimento del regime agevolato è necessario che siano rispettati alcuni requisiti: al personale delle Forze di polizia e delle Forze armate , titolare di reddito complessivo di lavoro dipendente non superiore, in ciascun anno precedente,

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[§25617457§] mercoledì 06 maggio 2020

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

a 28.000 euro, è riconoscuta sul trattamento economico accessorio, comprensivo delle indennità di natura fissa e continuativa, una riduzione dell' imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali ; per le spese di istruzione è aumentato a 800 euro per studente (precedentemente pari a 786 euro) il limite previsto per la detrazione del 19% delle spese sostenute per la frequenza di scuole dell' infanzia (scuola materna), del primo ciclo di istruzione (scuole elementari e medie) e della scuola secondaria (scuole superiori) del sistema nazionale di istruzione (pubbliche o private); per le spese sostenute dal 01/03/2019 al 31/12/2021 per l' acquisto e posa in opera di infrastrutture di ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica è previsto che l' onere sostenuto possa essere detratto nella misura del 50% dell' ammontare delle spese sostenute , di ammontare comunque non superiore a 3.000 euro e con una ripartizione in 10 rate annuali di pari importo; ai contribuenti spetta un credito d' imposta in misura pari al 65% delle erogazioni liberali in denaro effettuate nel corso del 2019 per interventi di manutenzione e restauro di impianti sportivi pubblici e per la realizzazione di nuove strutture sportive pubbliche (Sport Bonus) , anche nel caso in cui le stesse siano destinate ai soggetti concessionari o affidatari degli impianti medesimi. Il credito d' imposta spettante è riconosciuto nel limite del 20% del reddito imponibile e va ripartito in tre quote annuali di pari importo; per le erogazioni liberali in denaro effettuate per interventi su edifici e terreni pubblici, sulla base di progetti presentati dagli enti proprietari, ai fini della bonifica ambientale , compresa la rimozione dell' amianto dagli edifici, della prevenzione e del risanamento del dissesto idrogeologico, della realizzazione o della ristrutturazione di parchi e aree verdi attrezzate e del recupero di aree dismesse di proprietà pubblica, spetta un credito d' imposta, nella misura del 65% delle erogazioni effettuate. Il credito d' imposta è riconosciuto nei limiti del 20% del reddito imponibile e va ripartito in tre quote annuali di pari importo. Peri soggetti Impatriati , cioè i contribuenti che hanno trasferito la residenza in Italia a decorrere dal 30/04/2019, i redditi di lavoro dipendente e assimilati concorrono alla formazione del reddito complessivo nella misura del 30%. Tale misura è ridotta al 10% se la residenza è trasferita in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia; Possibilità per gli eredi di presentare il modello 730 per i soggetti che sono deceduti nell' anno 2019 e comunque entro il 23 luglio 2020 . Nel caso in cui il decesso avviene dopo il 23 luglio 2020, sarà possibile presentare esclusivamente il Modello Redditi Persone Fisiche.

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[§25617458§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 3 Il Messaggero Agricoltura e Dogane

L' intervista Massimiliano Giansanti

«Nei campi servono altri 200mila braccianti col Reddito molti preferiscono stare a casa»

«È da due mesi che lanciamo il grido dall' allarme al governo: in questa stagione nelle campagne abbiamo bisogno almeno di altri 200 mila operai in aggiunta ai 900 mila occupati stabilmente». Massimiliano Giansanti, romano, presidente di Confagricoltura l' ha ribadito ancora ieri durante una videoconferenza col premier Conte. «L' ortofrutta per le raccolte primaverili e la viticultura in preparazione della vendemmia precisa - stanno soffrendo particolarmente e anche la zootenia. Le aree più in crisi sono Emilia Romagna, Veneto, Campania, Puglia e Sicilia». Chi svolgeva questi lavori prima? «Braccianti specializzati che arrivavano principalmente da Marocco, India ed Europa dell' Est. Tornavano anno dopo anno, conoscevano le aziende e le attività da svolgere. Ora sono bloccati dal lockdown nei loro paesi. Però Germania e Gran Bretagna hanno risolto già nelle settimane scorse il problema, organizzando voli diretti con controlli sanitari in partenza e in arrivo. Noi aspettiamo ancora una soluzione». Potrebbe essere la regolarizzazione degli immigrati clandestini già presenti in Italia? «Non entro nel tema, prettamente politico. Certamente abbiamo bisogno di far emergere le irregolarità che non fanno bene al settore. Guardiamo in faccia la realtà: caporalato e sfruttamento si devono contrastare quotidianamente con l' impegno di tutti e non negando l' evidenza. La concorrenza sleale di chi abusa della disperazione altrui e non rispetta i contratti, danneggia gli imprenditori onesti». La messa in regola quindi è utile, anche se non risolve la carenza di manodopera nell' immediato. «Smettiamola di pensare all' agricoltura come qualcosa di romantico con la mela che si stacca da sola dall' albero. Servono capacità e saperi per potare, per usare le macchine, per non danneggiare le piante. Individuiamo alternative, tra chi ha perso il lavoro e percepisce sussidi, guardando le competenze di ciascuno». Alcune aziende - del Sud in particolare denunciano che non riescono a trovare neanche i braccianti locali e che molti percettori del reddito di cittadinanza chiedono di essere pagati in nero. Si tratta spesso di operai che fino allo scorso anno venivano assunti in modo regolare, seppure solo stagionalmente. «E' purtroppo vero. Il reddito base è di circa 850 euro, contro un reddito di cittadinanza di 750. Per 100 euro di differenza in molti preferiscono non lavorare del tutto».

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[§25617458§] giovedì 07 maggio 2020

Il Messaggero Agricoltura e Dogane

E i voucher, altro tema ampiamente discusso? «E' già previsto nei contratti, ma ci sono forti limitazioni per l' utilizzo. In questo momento di emergenza servirebbero delle deroghe. Siamo pronti a confrontarci con i sindacati, per semplificare le procedure e avvicinare il mondo del lavoro all' agricoltura». La produzione in campagna non si è però mai fermata. «Attenzione, produrre non vuol dire che abbiamo prodotto anche reddito. La situazione è drammatica, ci sono rischi per la tenuta dei mercati e per l' export. Ieri al presidente Conte per l' immediato abbiamo chiesto impegni su credito di imposta, agevolazioni contributive e semplificazione. E' vero che il governo considera il settore strategico e di interesse nazionale, tanto da precedere la golden power, ma vanno anche messi in campo percorsi di politica agricola. Dobbiamo garantire l' autosufficienza alimentare, aumentare la capacità produttiva di beni primari non solo la qualità, essere autosufficienti rispetto all' estero». Visto anche quel che succede all' estero proprio di fronte all' emergenza coronavirus. «Trump ha dato ai suoi agricoltori una nuova disponibilità di 20 miliardi di dollari; Putin ha chiuso le frontiere e le dogane all' export di grano; l' Arabia ne sta comprando dovunque. E' in corso una vera guerra commerciale e l' Europa non sta aiutando la propria agricoltura. Ha preso provvedimenti inadeguati e sono state ignorate le esigenze delle produzioni tipicamente mediterranee, incredibilmente proprio dei paesi Italia, Spagna, Francia -dove il Covid-19 ha colpito di più». Briciole anche da un punto di vista finanziario. «Basta un dato: nel 2014 dopo il blocco delle esportazioni in Russia, fu disposta una spesa straordinaria di oltre un miliardo di euro. Ora, nel vivo di una crisi epocale, i fondi specifici messi a disposizione del settore si attestano appena a 80 milioni. L' Europa deve invece riscoprire la sua essenza di comunità partendo proprio da un settore strategico come questo». Carlo Ottaviano © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617459§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 11 Corriere della Sera Agricoltura e Dogane

Confine Italia-Svizzera

Le proteste dei frontalieri per riaprire i valichi minori

Anna Campaniello

Frontalieri in coda e pressing di amministratori e politici comaschi per la riapertura dei valichi minori. Migliaia di italiani sono tornati al lavoro oltreconfine, ma molte dogane sono ancora chiuse per l' emergenza sanitaria. Il traffico è concentrato sulle frontiere principali e questo si traduce in tragitti più lunghi e file chilometriche per andare al lavoro. Ieri, da Berna è arrivato un primo segnale positivo, con l' approvazione di una mozione per la riapertura dei valichi. La protesta dei frontalieri comaschi vede tra i più attivi il sindaco di Centro Valle Intelvi, Mario Pozzi, che da giorni chiede la riapertura del valico della Valmara, un punto di riferimento per oltre mille frontalieri ora costretti a raggiungere Porlezza per attraversare il confine. Appelli per la riapertura della dogana anche dal primo cittadino di Maslianico ,Tiziano Citterio, che quotidianamente registra code ininterrotte di auto in uscita dal paese verso Ponte Chiasso o Brogeda. Ieri, in audizione al Comitato parlamentare Shengen, l' ambasciatrice della Confederazione in Italia, Rita Adam, ha precisato che dall' 11 maggio dovrebbero essere riaperti altri valichi. «Ho chiesto che siano riaperte tutte le dogane minori perché la situazione è insostenibile», ha commentato il parlamentare comasco della Lega Eugenio Zoffili, presidente del Comitato parlamentare.

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[§25617460§] giovedì 07 maggio 2020

EutekneInfo

Agricoltura e Dogane

Possibile compensare l' IVA nel periodo di sospensione con modello «tardivo»

Lo chiarisce la circ. n. 11 delle Entrate confermando il rinvio della dichiarazione IVA e del modello TR

La presentazione della dichiarazione IVA o del modello TR nel corso del periodo di sospensione degli adempimenti non preclude la possibilità di compensare "orizzontalmente" il credito IVA, a partire dal decimo giorno successivo a quello di presentazione del modello da cui il credito emerge.Lo ha indicato l' Agenzia delle Entrate, nella corposa circolare n. 11 di ieri, dedicata ai decreti emanati in seguito al verificarsi dell' emergenza sanitaria. Il chiarimento rappresenta un' utile conferma per quei soggetti passivi IVA che sono tenuti a versare imposte o contributi entro il termine del 18 maggio 2020 (in assenza dei requisiti per sospendere i versamenti o su base volontaria) e che, quindi, possono ancora presentare la dichiarazione annuale per il 2019 o l' istanza di rimborso relativa al primo trimestre 2020, entro domani (8 maggio 2020), potendo compensare l' eventuale credito IVA, se d' importo superiore a 5.000 euro, a partire dal decimo giorno successivo ( art. 17 comma 1 del DLgs. 241/97). Laddove, invece, non sia tempestivamente presentata la dichiarazione annuale o il modello TR , viceversa,è precluso l' utilizzo in compensazione del credito IVA superiore a 5.000 euro e, nel caso di istanza di rimborso, gli Uffici non potranno procedere all' esecuzione del rimborso stesso. Con la circolare n. 11 di ieri, si è avuta, dunque, l' espressa conferma della sospensione e della possibilità di presentare entro il 30 giugno 2020 ( art. 62 del DL 18/2020): - la dichiarazione IVA riferita al 2019; - il modello TR riferito al primo trimestre 2020; - la comunicazione della liquidazione periodica (LIPE) riferita al primo trimestre 2020; - il c.d. "esterometro" riferito al primo trimestre 2020. In precedenza, l' Amministrazione finanziaria si era pronunciata solamente rispetto alla presentazione degli elenchi INTRASTAT, confermandone il differimento al 30 giugno, ma invitando alla trasmissione telematica chi fosse in grado di provvedere(circolare n. 8/2020 e nota Dogane e Monopoli n. 97600/2020 ). Con i chiarimenti di ieri, è precisato che si intende differita al 30 giugno anche la presentazione del modello INTRA 12, i cui termini siano in scadenza tra l' 8 marzo e il 31 maggio 2020. È, inoltre, differitadal 31 maggio al 30 giugno 2020 la denuncia annuale da parte degli assicuratori dell' ammontare complessivo dei premi ed accessori incassati, ai fini del calcolo dell' imposta sulle assicurazioni. La sospensione vale anche per altri adempimenti tributari non espressamente richiamati nella circolare n. 11/2020, in scadenza nel periodo compreso tra l' 8 marzo e il 31 maggio 2020, ai sensi dell' art. 62 del DL 18/2020, come la comunicazione dovuta dalle piattaforme digitali per le vendite a distanza del primo trimestre 2020 ( art. 13 del DL 34/2019) o come la comunicazione delle operazioni in contanti degli operatori turistici ( art. 3 comma 2- bis del DL 16/2012). Nulla si dice, invece, su adempimenti propedeutici all' esercizio di un diritto , come

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[§25617460§] giovedì 07 maggio 2020

EutekneInfo

Agricoltura e Dogane

la dichiarazione di inizio attività o l' istanza di iscrizione al VIES, rispetto ai quali l' adempimento sembrerebbe comunque dovuto, in analogia al principio per cui è dovuta la preventiva presentazione del modello TR al fine dell' utilizzo del credito maturato. La circolare n. 11/2020 si sofferma anche sull' acquisto di dispositivi di protezione individuale , riconoscendo la non applicazione dell' IVA all' importazione (provv. Agenzia delle Dogane e Monopoli n. 107042/2020) in tutti i casi in cuiil materiale sanitario importato sia destinato ad essere ceduto dall' importatore ai soggetti individuati dal provvedimento. Si attribuisce, dunque, il beneficio anche alle importazioni effettuate da soggetti diversi da quelli richiamati dalla decisione Commissione Ue n. 491/2020 ,includendo le operazioni effettuate "per conto" dei soggetti indicati. Modello IVA al 30 giugno anche per i non residenti Tra gli altri chiarimenti degni di nota della circolare n. 11/2020, sebbene oltre il termine ordinario di presentazione della dichiarazione IVA riferita al 2019, c' è anche il riconoscimento della sospensione degli adempimenti tributari ( art. 62 del DL 18/2020) anche per i soggetti non residenti e non stabiliti nel territorio dello Stato che abbiano nominato un rappresentante fiscale o che si siano identificati direttamente ai fini IVA in Italia ( art. 35- ter del DPR 633/72). Pertanto, anche i soggetti non residenti possono presentare, senza sanzioni, la dichiarazione IVA per l' anno 2019 entro il più ampio termine del 30 giugno 2020. Una soluzione di questo tipo è coerente con la finalità della norma che sospende gli adempimenti tributari, il cui intento è quello di non gravare gli operatori in conseguenza dell' emergenza sanitaria, oltre che rispettosa del principio comunitario di non discriminazione , almeno per quanto riguarda la presentazione da parte di soggetti stabiliti in altri Stati dell' Unione europea (si veda " Società non residenti in cerca di conferme per gli adempimenti IVA 2020 " del 9 aprile 2020).

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[§25617461§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 28 Italia Oggi Agricoltura e Dogane

Una doppia esenzione sulle mascherine

FRANCO RICCA

Doppia esenzione sulle mascherine importate per conto degli enti pubblici: l' agevolazione, che la normativa concede (attualmente) soltanto per l' importazione, vale anche per la successiva cessione dall' importatore all' ente destinatario. Questo il parere fornito dall' agenzia delle entrate con la circolare n. 11/E di ieri, 6 maggio 2020, al quesito volto a conoscere il trattamento Iva applicabile al materiale sanitario destinato ad essere ceduto, da parte dell' importatore, ad uno degli organismi pubblici beneficiari del regime di esenzione dai dazi e dall' Iva previsto dalla determinazione dell' agenzia delle dogane del 3 aprile 2020, conformemente alla decisione della Commissione europea n. 491 della stessa data. La circolare sottolinea che tale decisione, riguardante l' importazione di determinate merci «per l' immissione in libera pratica da o per conto di organizzazioni pubbliche, compresi gli enti statali, gli organismi pubblici e altri organismi di diritto pubblico, oppure da o per conto di organizzazioni autorizzate dalle autorità competenti degli stati membri», ovvero «da o per conto delle unità di pronto soccorso per far fronte alle proprie necessità, per tutta la durata del loro intervento in soccorso delle persone colpite o a rischio di contrarre il Covid-19, oppure impegnate nella lotta contro la pandemia da Covid-19», è formulata in modo ampio, accordando l' esenzione anche a coloro che effettuano le importazioni «per conto» dei soggetti pubblici indicati. Quest' ultima circostanza, spiega l' agenzia, può essere desunta dagli accordi tra le parti, anche in assenza di un mandato espresso, purché implicitamente riscontrabile. Tanto premesso, la circolare, con una interpretazione estensiva, forse incoraggiata dai segnali favorevoli provenienti dall' Ue circa una possibile introduzione dell' esenzione Iva sui materiali in questione, ritiene che «il regime di esenzione possa essere applicato anche nei rapporti tra l' importatore e i soggetti espressamente richiamati all' articolo 1, comma 1, lettera c), della predetta decisione della Commissione europea», naturalmente a condizione che il trasferimento abbia ad oggetto i medesimi beni importati «per loro conto» e tali beni siano destinati ad uno degli utilizzi previsti dalla decisione stessa. Sebbene non sia esplicitamente detto nella risposta, si tratta di trasferimenti a titolo oneroso, ossia cessioni di beni dal soggetto che li ha importati, sostanzialmente in veste di commissionario, nei confronti degli enti pubblici, che in linea generale sarebbero imponibili. Il problema, infatti, non si pone se i beni sono acquistati all' estero direttamente dagli enti pubblici e presentati in dogana da un soggetto che assume solo la veste di importatore «per conto» ai fini doganali; in tal caso, infatti, i beni sono già di proprietà degli enti, per cui non si realizza alcun passaggio soggetto ad Iva (ris. 431354/90).

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[§25617461§] giovedì 07 maggio 2020

Italia Oggi Agricoltura e Dogane

Liquidazioni di gruppo e gruppi Iva - Nella risposta 2.16, integrando i chiarimenti della precedente circolare 9/2020, la circolare 11 fornisce indicazioni sulle modalità di verifica delle condizioni del calo del fatturato e del volume di ricavi/compensi, ai fini della possibile sospensione dei versamenti dei mesi di aprile e maggio ai sensi dell' art. 18 del dl 23/2020, da parte dei soggetti che aderiscono alla liquidazione Iva di gruppo (art. 73, dpr 633/72) oppure ad un gruppo Iva (art. 70-bis). In proposito, l' agenzia ritiene che, anche ai fini della sospensione in esame (che però, diversamente da quella prevista dall' art. 61, comma 3, del dl 18/2020, non riguarda solo i versamenti Iva), è sufficiente che uno solo dei soggetti aderenti alla liquidazione di gruppo abbia le caratteristiche richieste dalla norma, purché l' ammontare dei ricavi derivanti dall' attività svolta da tale soggetto sia prevalente rispetto a quello complessivamente realizzato dal gruppo. In assenza di tale ultima condizione, comunque, è possibile escludere dalla liquidazione periodica di gruppo il debito riferibile ai soggetti che soddisfano i requisiti. Lo stesso vale per il Gruppo Iva: in tal caso occorre fare riferimento al decremento del fatturato teoricamente imputabile a ciascuna società ed il corrispondente saldo a debito d' imposta per i mesi di marzo e/o aprile 2020. Qualora una o più società liquidino l' Iva trimestralmente, può essere sospeso un importo pari al saldo a debito riferibile ai soli mesi di marzo e/o aprile 2020 (su questo punto, quindi, le indicazioni sembrano diverse rispetto a quelle fornite dalla circolare n. 9/2020 riguardo ai contribuenti trimestrali in generale). @Riproduzione riservata.

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[§25617462§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 25 Italia Oggi Contabilità e Bilancio

GUIDA MANAGERIALE ALL' EMERGENZA VIRUS/ I dati in una ricerca di Facile.it

Corsa a bloccare i mutui casa

Il 53% delle famiglie pronto a inoltrare la domanda

CRISTINA BARTELLI

Corsa alla sospensione dei mutui prima casa. Il 53% di coloro che hanno un finanziamento per l' acquisto dell' immobile, (circa 3 mln di famiglie) hanno chiesto o chiederanno lo stop al pagamento delle rate a fronte dell' emergenza Covid-19. È quanto emerge da una ricerca effettuata per Facile.it da mUp research e Norstat, che ItaliaOggi è in grado di anticipare. La ricerca si è concentrata non solo su quanti fossero i nuclei che avevano chiesto la sospensione, ma soprattutto quanti fossero quelli che, vista la situazione economica, ci stavano seriamente pensando. Ebbene, dall' indagine emerge che fra quelli che hanno un mutuo per la casa attivo, più di una famiglia italiana su due (ovvero il 53%, pari a quasi 3 milioni di famiglie) ha già sospeso o sta pensando di sospendere il finanziamento. Nello specifico hanno già proceduto a compilare la richiesta di sospensione il 17,3% dei nuclei familiari (958.027 famiglie) con mutuo mentre stanno pensando di farlo addirittura il 35,7% (1.977.466 famiglie). «La situazione», si legge nella nota di Facile.it, «diventa ancora più pesante nel Meridione dove la percentuale di chi ha intenzione di ricorrere alla sospensione del mutuo arriva a sfiorare il 40% (39,3%) (761.509 famiglie)». Il decreto cura Italia (legge 27/20) ha previsto la possibilità attraverso un potenziamento del fondo Gasparrini, al ricorrere di determinate condizioni, di vedere applicato lo stop del pagamento delle rate dei mutui fino a 18 mesi. La soglia del valore del mutuo è stata fissata a 400 mila euro e possono accedere anche coloro i quali hanno il mutuo concesso per il tramite del Fondo di garanzia per l' acquisto dei mutui prima casa, gestito da Consap SpA. Inoltre non c' è un limite alla durata del mutuo: Il decreto liquidità (dl 23/2020)ha fissato che, per un periodo di nove mesi dall' entrata in vigore del decreto (fino quindi al 9 gennaio 2021), l' accesso al Fondo è consentito anche nelle ipotesi di mutui in ammortamento da meno di un anno. Lo stop può arrivare a durare fino a 18 mesi e si applica, oltre alle cause originarie (licenziamenti, gravi invalidità e decesso del mutuatario) a chi ha subito riduzioni o sospensioni dell' orario di lavoro nonché partita Iva con il calo del fatturato. Se si guarda all' identikit di coloro i quali stanno chiedendo i mutui emerge che se liberi professionisti, titolari di partita Iva e piccoli imprenditori sono quelli che più di chiunque altro, percentualmente, hanno già fatto ricorso alla sospensione del mutuo (36,5%, 270.213 famiglie in questa categoria professionale contro una media nazionale del 17,3%), la crisi ora sta bussando alla porta dei lavoratori dipendenti. Fra chi lavora con busta paga il dato di chi si accinge a chiedere la sospensione è pari al 35,1% (1.019.439 famiglie) contro 27,9% (208.801 famiglie).

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[§25617462§] giovedì 07 maggio 2020

Italia Oggi Contabilità e Bilancio

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[§25617464§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 30 Italia Oggi Contabilità e Bilancio

Al via la Fase 1 dell' operazione. Problemi di visualizzazione sul sito di Cassa depositi

Mutui Cdp, parola al consiglio

Per la rinegoziazione non basta la delibera di giunta

MATTEO BARBERO

Per la rinegoziazione dei mutui con Cassa depositi e prestiti agli enti locali serve la deliberazione consiliare. La più ampia operazione degli ultimi anni (come la definisce l' istituto di via Goito) si è aperta ufficialmente ieri con la Fase 1, che prevede la scelta delle posizioni da ridiscutere. Per la verità, il portale ha fatto registrare non pochi problemi di visualizzazione, che si spera siano risolti oggi. Per accedere alle fasi successive (invio delle richieste e perfezionamento delle operazioni), le amministrazioni dovranno obbligatoriamente passare in consiglio, non essendo sufficiente per ora la sola deliberazione di giunta. La struttura del meccanismo quella definita dalla circolare n. 1300/2020: per la rata di giugno, posticipata al 31 luglio, verrà sospeso il pagamento della quota capitale e gli interessi saranno calcolati sulla base del piano di ammortamento vigente, mentre la quota capitale della rata di dicembre sarà corrisposta nella misura dello 0,25% del debito residuo 2020 e gli interessi saranno calcolati sulla base del piano post rinegoziazione, la cui scadenza minima è prevista per il 2043. I tassi di interesse applicati ai prestiti rinegoziati sono determinati secondo il principio dell' equivalenza finanziaria, assicurando l' uguaglianza tra il valore attuale dei flussi di rimborso del prestito originario e del prestito rinegoziato, sulla base dei fattori di sconto utilizzati per la determinazione delle condizioni applicate dalla Cdp ai nuovi prestiti, tenuto conto della durata e delle condizioni di mercato vigenti alla data di determinazione dei tassi di interesse dei prestiti rinegoziati. I pagamenti riprenderanno a giugno 2021, comprensivi della quota capitale ordinaria post rinegoziazione. Per poter accedere alla rinegoziazione, gli enti dovranno aver approvato il bilancio di previsione 2020, il che preclude per il momento la strada alle tante amministrazioni che devono ancora licenziare il preventivo; ma sul punto, dovrebbe intervenire a breve un correttivo, che si auspica possa semplificare l' iter anche per chi è in regola bypassando il passaggio consiliare oggi obbligatorio. Anche perché è i tempi sono stretti, visto che la documentazione deve essere inviata entro il prossimo 3 giugno. Entro il 19 giugno, poi, Cdp provvederà ad accettare le proposte contrattuali valide e complete. Possono essere rinegoziati i prestiti connotati dalle seguenti e contestuali caratteristiche: a) prestiti ordinari, a tasso fisso o variabile, e flessibili; b) oneri di ammortamento interamente a carico dell' Ente beneficiario; c) in ammortamento al 1° gennaio 2020, con debito residuo a tale data pari o superiore ad euro 10.000,00, e scadenza successiva al 31 dicembre 2020. Sono inclusi nella rinegoziazione anche i prestiti oggetto di precedenti operazioni di rinegoziazione

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[§25617464§] giovedì 07 maggio 2020

Italia Oggi Contabilità e Bilancio

attivate dalla Cassa depositi e prestiti successivamente alla trasformazione in società per azioni, nonché quelli rinegoziati ai sensi del decreto del ministro dell' economia e delle finanze del 20 giugno 2003. Inoltre, sono rinegoziabili i prestiti intestati ad enti in procedura di dissesto, purché, al momento della domanda di rinegoziazione, risulti approvata l' ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato. © Riproduzione riservata.

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[§25617466§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 5 Corriere della Sera Fatturazione Elettronica

le misure

Bonus «verde» per la casa al 110% Fino a 500 euro per bici e monopattini

Fraccaro: è il vero choc per il rilancio dell' economia Nel decreto maggio pure un voucher vacanze Reddito di emergenza, contributo da 800 euro

ANDREA DUCCI

ROMA Proseguono le fibrillazioni all' interno della maggioranza, rallentando i passaggi finali del decreto maggio. Il provvedimento da 55 miliardi di euro atteso da imprese, lavoratori e famiglie dovrebbe essere varato entro la settimana, ma lo stesso premier Giuseppe Conte ammette che non ci sono certezze, salvo precisare: «I prossimi sostegni economici per cittadini e lavoratori saranno più rapidi e sostanziosi di quelli di marzo-aprile». A tenere banco è lo scontro tra Italia viva e M5S, quasi sempre schierati su posizioni opposte. Oltre al reddito di emergenza il dissidio riguarda la regolarizzazione di 600 mila migranti. La ministra renziana Bellanova punta alla sanatoria di braccianti, colf e badanti, inserendola nel decreto maggio, la ministra Catalfo del M5S rimane contraria e osteggia la proposta di Italia viva. Resta l' urgenza di non fare slittare l' approvazione del decreto, già atteso nel mese di aprile, che prevede interventi per settori o categorie sociali che finora non hanno beneficiato di alcuna misura. Al ritardo concorre l' autorizzazione da parte dell' Antitrust Ue alle modifiche al temporary framework sugli aiuti di Stato. In attesa di una risposta da Bruxelles, che potrebbe arrivare già domani, sono in via di definizione le principali novità del decreto. Tra queste il super bonus dedicato agli interventi di efficienza energetica nell' edilizia. Il meccanismo rispetto al passato prevede un credito di imposta del 110% sui lavori di riconversione energetica degli immobili, a beneficiare del bonus sono tra l' altro gli interventi per il rifacimento delle facciate, se eseguiti congiuntamente alle opere di miglioramento energetico. La chiave di volta della norma risiede tuttavia nella possibilità di cedere la detrazione, girandola a un istituto bancario, prima vietata, e addirittura autorizzando anche più di due cessioni del credito. In sostanza un privato che vanta un credito al 110% potrà cederlo a sconto all' impresa che effettua i lavori, che a sua volta deciderà se cederlo a un valore lievemente inferiore. A congegnare i dettagli del super incentivo è stato il sottosegretario Riccardo Fraccaro (M5S). «Il Superbonus al 110% per gli interventi green e antisismici è la misura choc del governo per contrastare l' emergenza economica e ambientale. Con questa norma - rimarca Fraccaro - la tutela ambientale diventa il volano dell' economia. Grazie al super ecobonus i cittadini avranno diritto a una detrazione superiore alla somma spesa o nessun esborso grazie allo sconto in fattura». Un ulteriore tassello del decreto è anticipato dalla ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli

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[§25617466§] giovedì 07 maggio 2020

Corriere della Sera Fatturazione Elettronica

(Pd), specificando che il bonus per bici e monopattini potrà arrivare fino a 500 euro. «È in dirittura d' arrivo il riconoscimento di un buono di mobilità, per città metropolitane e aree urbane con più di 50 mila abitanti, fino ad un massimo di 500 euro per l' acquisto di biciclette e monopattini», ha spiegato De Micheli. Il bonus non sarà legato a parametri di reddito. Uno dei settori con più aspettative è il turismo, che attende interventi proporzionati alla ricchezza generata dal comparto, oltre il 13% del Pil. Il ministro, Dario Franceschini (Pd), ha già delineato alcune misure. «Un riconoscimento economico alle imprese con un forte calo del fatturato, dovrebbe essere un aiuto a fondo perduto. Stiamo poi lavorando a una misura che vada incontro a chi ha pagato l' affitto nei mesi in cui le attività sono state chiuse». Tra gli interventi è previsto anche il «bonus vacanze» da spendere in strutture ricettive, sarà un credito di imposta destinato alle famiglie con reddito medio basso. A caratterizzare il nuovo decreto del governo saranno inoltre il reddito di emergenza (fino a 800 euro al mese), il bonus per i lavoratori autonomi che salirà fino a 1.000 euro, i congedi parentali e bonus baby sitter con utilizzo allargato anche ai servizi per l' infanzia e centri estivi.

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[§25617467§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 4 Il Messaggero Fatturazione Elettronica

Casa, le ristrutturazioni a costo zero con ecobonus e sismabonus al 110%

IL FOCUS ROMA Dal primo luglio e fino a tutto il 2021 ristrutturare gli immobili migliorando l' efficienza energetica o aumentando la resistenza alle scosse sismiche non costerà praticamente nulla al proprietario. Sarà di fatto una ristrutturazione a «costo zero». È questo il senso dei super ecobonus e sismabonus, con incentivi al 110%, che il governo sta per varare con il decreto maggio . «Una novità assoluta che consentirà a tutti di ristrutturare gli immobili a costo zero: gratis» ha annunciato il premier Giuseppe Conte. La misura «creerà un meccanismo virtuoso incentivando il risparmio energetico e favorendo la crescita del settore produttivo» ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, che l' ha proposta. Nella nota esplicativa che accompagna la misura si parla di «proposta shock per il settore dell' edilizia e per il rilancio degli investimenti privati. COME FUNZIONA L' incentivo al 110% può essere ottenuto in vari modi: attraverso un credito di imposta quinquennale, oppure con lo sconto in fattura da parte dell' impresa, oppure con la cessione del credito a banche, assicurazioni e intermediari finanziari. Il primo caso è quello classico: si pagano i lavori con bonifico e poi si detraggano dalla dichiarazione dei redditi dei successivi cinque anni. La detrazione, finora dal 50 o del 65% a seconda dei lavori effettuati, in questo caso sarà maggiore della spesa sostenuta. Esempio: se si spendono diecimila euro, si avrà un credito di imposta di 2.200 euro all' anno per cinque anni, per un totale quindi di 11.000 euro (il 110%, appunto). Il proprietario dell' immobile potrà anche decidere di non sborsare come anticipo nemmeno un euro e chiedere uno sconto in fattura all' impresa che eseguirà i lavori: lo sconto sarà pari al 100% della cifra (i lavori saranno quindi gratis per il proprietario). In questo modo, si legge nella relazione illustrativa, «anche le famiglie con redditi molto bassi o nulli potranno svolgere importanti lavori di ristrutturazione edilizia». Cosa ci guadagna l' impresa? A sua volta potrà attivare il credito d' imposta al 110% per i successivi cinque anni (guadagnando quindi il 10% del totale) oppure cedere il credito ottenendo subito liquidità. Non essendo più previsti limiti numerici alle cessioni (finora erano due) le imprese potranno cederlo a un prezzo sufficiente a coprire per intero il costo dei lavori. Nel terzo caso può essere lo stesso proprietario a cedere il credito a un istituto bancario o a un intermediario finanziario. QUALI LAVORI Efficientamento energetico, isolamento termico, ma anche l' installazione di pannelli fotovoltaici, accumulatori, isolamento delle pareti, impianti di riscaldamento a pavimento, installazione

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[§25617467§] giovedì 07 maggio 2020

Il Messaggero Fatturazione Elettronica

di nuovi impianti di riscaldamento condominiali. Se fatta contemporaneamente è ammessa anche la sostituzione degli infissi. La spesa deve essere sostenuta tra il primo luglio e il 31 dicembre 2021. Ammessi al super bonus anche i lavori di recupero e di restauro sulle facciate esterne degli edifici avviati a partire dal primo gennaio 2020. Per quanto riguarda il sismabonus vi rientrano tutti i lavori che migliorano la classe sismica dell' immobile. Inoltre per chi stipula una polizza per proteggere la casa dai danni di un terremoto la detrazione passa dal 19% al 90%. L' incentivo sarà accessibile a tutti i proprietari di immobili privati (condomini, singoli cittadini, fondazioni, terzo settore, associazioni) escluse le imprese. Lo Stato ci perderà in termini di gettito fiscale (circa 16 miliardi in cinque anni) ma conta di mettere in moto un numero di ristrutturazioni molto alto, ottenendo così vari risultati: il rilancio dell' edilizia, l' aumento dell' occupazione, la ripresa del Pil, una maggiore ecosostenibilità del patrimonio immobiliare con riduzione di emissioni fossili. Alla fine con il gettito derivante dai lavori extra che si metteranno in moto, la misura si ripaga da sola. TETTI DI SPESA Per l' incentivo sono previste delle soglie massime di spesa che variano a seconda del tipo di lavoro e del committente. Fino a 60 mila euro «per unità immobiliare» per interventi di isolamento termico; la cifra scende a 30 mila euro per unità immobiliare nel caso di lavori sulle parti comuni e sulla climatizzazione; fino a 48 mila euro per gli impianti fotovoltaici; la soglia diventa fino a 10 mila euro per unità immobiliari per gli interventi sulle caldaie a gasolio che dovranno essere almeno di classe A. Giusy Franzese © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617469§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 4 Italia Oggi Fatturazione Elettronica

La notizia annunciata da Conte. Maggioranza divisa sul dl Maggio, il premier convoca Italia Viva

Crisi, un imprenditore si suicida

Parrucchieri, bar e ristoranti: ipotesi riapertura il 18 maggio

GIAMPIERO DI SANTO

Crolla il pil, con un calo del 9,5% nel 2020 stimato dalla Commissione Ue per l' Italia. E la «profonda recessione» causata dall' emergenza sanitaria legata all' epidemia di Covid 19 miete la prima vittima. Un imprenditore napoletano di 57 anni che si è tolto la vita in un capannone della sua azienda alla periferia est della città e che secondo quanto hanno riferito familiari e amici era oppresso dalle conseguenze della crisi economica. È stato il premier Giuseppe Conte, nel corso di un incontro con i rappresentanti di Rete imprese Italia a proposito dei vari decreti in cantiere, a riferire ai partecipanti la «dolorosa notizia». «Siamo vicini alla famiglia», ha sottolineato il presidente del consiglio, che ha proseguito: «Dobbiamo affrontare un periodo di grandi sofferenze. È necessario lavorare tutti insieme e affrettarsi per portare questa settimana in consiglio dei ministri il decreto legge sulle misure economiche», il cosiddetto Decreto Maggio. Provvedimento al centro di una estentuante trattativa nella maggioranza e di una serie di incontri con le parti sociali nell' intera giornata di ieri. In serata, poi, è arrivata la notizia che Conte, per superare l' impasse che blocca il varo delle misure, ha convocato per il pomeriggio di oggi il coordinatore di Iv, Ettore Rosato, e i capigruppo di camera e senato, Maria Elena Boschi e Davide Faraone. Certo è che ormai la riapertura di esercizi commerciali e attività, con la prudenza e il rispetto delle misure di contenimento del contagio da Coronavirus, è diventata l' obiettivo del governo. Ieri il ministro per gli Affari regionali. Francesco Boccia, ha annunciato che parrucchieri ed estetisti, quando arriveranno le linee guida dell' Inail a garanzia della sicurezza, potrebbero riaprire in alcune regioni in anticipo rispetto alla data del primo giugno, già il 18 maggio. «Tra il 14 e il 15 maggio arriveranno le linee guida su estetisti e parrucchieri e il 18 pensiamo che potranno cominciare ad aprire», ha dichiarato Boccia. «Escludo che ciò possa avvenire prima, ma da quel giorno è probabile che alcuni esercizi possano ripartire». Il discorso potrà riguardare anche bar e ristoranti, ai cui titolari Boccia lancia un appello: «Sono uno dei simboli di un certo modo di essere italiani. Il governo è al lavoro per metterli in sicurezza e consentire loro di riaprire senza rischi, ma bisogna aspettare le linee guida dell' Inali per consentire loro di operare in sicurezza, perché sono attività a rischio di contatto fisico». In mattinata si era svolta a Milano la protesta di una cinquantina di gestori di bar e ristoranti meneghini, che hanno schierato un centinaio di sedie vuote davanti all' Arco della pace, e srotolato uno striscione con la scritta «se apriamo falliamo» e l' hashtag #iononapro. Una protesta non particolarmente fortunata,

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[§25617469§] giovedì 07 maggio 2020

Italia Oggi Fatturazione Elettronica

perché almeno 20 partecipanti sono stati multati per avere violato il divieto di assembramento previsto dalle norme di contenimento del contagio di Covid 19. E a proposito di epidemia, anche ieri i dati, pur positivi, hanno registrato un elevato numero di vittime. I guariti in un giorno sono stati più di 8 mila, ma il tributo in termini di morti è stato alto: 369 in totale, 222 in Lombardia, un aumento molto marcato rispetto al numero di vittime degli ultimi giorni nella regione (+146% rispetto a ieri). In tutto, dal principio dell' epidemia, i morti in Italia sono stati finora 29.684. La regione Lombardia precisa: «Il numero così alto di guariti, rispetto a ieri, è dovuto a un aggiornamento del dato e fa riferimento a guariti nelle giornate precedenti e non solo a ieri». Le cifre, del resto, sembrano nefaste anche per l' economia. Ieri, oltre al dato negativo del pil italiano, in calo appunto del 9,5% nel 2020, per poi risalire del 6,5% l' anno successivo, la Commissione Ue, nelle sue Previsioni di primavera, ha pronosticato per l' anno in corso un calo del 7,7% nella media europea e il commissario per gli Affari economici e monetari, Paolo Gentiloni, ha chiarito che i tempi futuri prossimi saranno molto duri per tutti, ma ancor di più per l' Italia «La recessione e la ripresa saranno disomogenee, i dati aggregati a livello europeo nascondono considerevoli differenze fra paesi», ha detto l' ex premier. «Tra i paesi più grandi, l' Italia è stata colpita per prima e con più forza, con le misure di contenimento che ora vengono rimosse gradualmente. L' economia comincerà la ripresa dalla seconda metà del 2020. Ciononostante, si prevede che la ripresa italiana prenderà più tempo che negli altri paesi», ha detto Gentiloni. L' ex premier, a proposito dell' utilizzo per l' emergenza sanitaria, dei fondi (fino al 2% del pil) contenuti del Mes, ha dichiarato che il fondo Salva Stati è «un' opportunità» per i paesi Ue, e «quelli con tassi d' interesse più alti possono essere più interessati di altri, ma sta al governo italiano decidere». Gentiloni ha sottolineato che in ogni caso la pandemia potrebbe lasciare cicatrici permanenti nell' Ue, come un gran numero di fallimenti e una lunga depressione nel mercato del lavoro, Se la pandemia durerà più a lungo, o ci sarà una seconda ondata, le conseguenze economiche potrebbero essere «molto peggiori», ha concluso. Preoccupazioni, quelle manifestate da Gentiloni, che non hanno però convinto i partiti di maggioranza ad abbandonare polemiche anche aspre. Pd, M5s e Italia viva si sono divisi sulla regolarizzazione di 600 mila migranti, già in Italia per raccogliere pomodori e altro ortaggi, gli stessi 600 mila che l' allora ministro dell' Interno e vicepremier Matteo Salvini aveva promesso sarebbero stati espulsi. Pd e Iv, partito del ministro delle politiche agricole Teresa Bellanova, sono favorevoli alla regolarizzazione, mentre il M5s,attraverso il capo politico Vito Crimi, ha dichiarato la contrarietà sua e del Movimento. Ma Bellanova è partita al contrattacco: «È evidente che se dovesse prevalere una opposizione strumentale e la mancanza di coraggio la mia permanenza in questo ministero sarebbe inutile», ha sottolineato.

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[§25617469§] giovedì 07 maggio 2020

Italia Oggi Fatturazione Elettronica

Parole rafforzate da quelle di Renzi, che nella sua enews ha spiegato: «Ci sono centinaia di migliaia di persone straniere che fanno i braccianti, le colf, le badanti. La proposta di Teresa Bellanova è: regolarizzare chi ha un lavoro, così da far uscire dall' illegalità e dal controllo della criminalità migliaia di persone. Regolarizzare per strappare dai circuiti dell' illegalità». Altro motivo di instabilità per il governo è lo scontro tra Nino Di Matteo, presidente dell' Anm di Palermo, e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede per la telefonata del magistrato a l giornalista Massimo Giletti nel corso della quale Di Matteo ha rivelato di essere stato chiamato nel 2018 dal Guardasigilli a dirigere il Dap, Dipartimento amministrazione penitenziaria, ma di non avere fatto in tempo ad accettare perché, 48 ore dopo, Bonafede aveva cambiato idea. Di Matteo ha in sostanza attribuito a pressioni esterne la scelta di Bonafede di nominare invece Francesco Basentini, che si è poi dimesso in seguito alle polemiche per la scarcerazione dei boss dopo le recenti proteste nei penitenziari. Bonafede, però, oggi alla camera ha negato pressioni e interferenze e ha annunciato che il ministero della Giustizia è pronto a presentare un provvedimento che potrebbe consentire ai magistrati di sorveglianza di rivedere le scarcerazioni decise di recente. Sia il Pd, sia Italia viva hanno chiesto e continuano a chiedere chiarimenti al ministro, difeso dal M5s, in particolare da Crimi e dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio. La Lega vuole invece presentare una mozione di sfiducia individuale, strumento non gradito a Forza Italia. Per questa ragione la leader di Fdi, Giorgia Meloni, non si è sbilanciata, in attesa che il centrodestra esprima una posizione unitaria. L' acquisto di mascherine dà diritto allo sconto del 19% in dichiarazione se si tratta di dispositivi medici con marcatura CE. Lo scontrino o la fattura di acquisto devono indicare il soggetto che sostiene la spesa e la conformità del dispositivo. Inoltre, basta l' estratto conto o la ricevuta per aver diritto allo sconto fiscale sulle donazioni alla Protezione civile per Covid-19. Lo precisa la circolare firmata oggi dal direttore delle Entrate Ernesto Maria Ruffini sulle misure fiscali del Cura Italia e del decreto liquidità. © Riproduzione riservata.

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[§25617470§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 29 Italia Oggi Fatturazione Elettronica

Dall' Agenzia delle entrate circolare con i chiarimenti sui decreti Cura Italia e liquidità

Dispositivi, sgravi con il codice

Detrazione possibile solo se c' è la marcatura AD

ANDREA BONGI

L' acquisto di mascherine e di altri dispositivi di protezione individuale non è sempre detraibile. Il beneficio Irpef del 19 per cento si può ottenere soltanto se tali strumenti sono riconosciuti quali dispositivi medici dal Ministero della Salute. Nessuna detrazione o deduzione può essere inoltre riconosciuta nel caso di erogazioni liberali effettuate per l' emergenza Covid-19 pagate in denaro contante. Sono queste, fra le altre, alcune delle precisazioni contenute nella circolare n.11/e diffusa ieri dall' Agenzia delle entrate in risposta a quesiti relativi al dl n. 18/2020 e al dl n. 23/2020. Detrazione irpef acquisto mascherine. Perché l' acquisto delle mascherine protettive e degli altri dispositivi possa dare il diritto alla detrazione Irpef del 19%, si legge nel citato documento di prassi amministrativa, è necessario che le stesse siano classificate fra i dispositivi medici individuati dal Ministero della Salute. Per tale verifica è possibile consultare l' apposito elenco presente nel sistema «banca dati dei dispositivi medici» sul sito del Ministero della Salute. Si tratta di una verifica indispensabile perché in questa situazione emergenziale, precisa l' Agenzia delle entrate, potrebbero essere stati immessi in commercio anche prodotti non aventi le caratteristiche per rientrare nella categoria di dispositivi medici come definito dal citato Ministero e quindi, come tali, non fiscalmente detraibili. Il condizionale usato dalle Entrate può anche essere declinato all' indicativo poiché sicuramente sono circolate e tuttora circolano, mascherine protettive che non hanno i requisiti per essere classificate quali dispositivi medici. La natura del prodotto quale dispositivo medico, può essere identificata anche attraverso le codifiche utilizzate ai fini della trasmissione dei dati al sistema tessera sanitaria con l' apposito codice «AD (spese relative all' acquisto o affitto di dispositivi medici con marcatura CE)». Se il codice AD è presente nel documento che certifica l' acquisto (fattura o scontrino), la relativa spesa sarà sicuramente detraibile al 19% ai fini dell' Irpef. Nel caso in cui il documento di spesa non riporti il codice «AD», il contribuente dovrà conservare la documentazione dalla quale risulti che lo stesso ha la marcatura CE (se il dispositivo medico è compreso nell' elenco allegato alla circolare n. 20/e del 13 maggio 2011) mentre per i dispositivi medici non compresi in tale elenco occorre che il prodotto acquistato riporti, oltre alla marcatura CE, anche la

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[§25617470§] giovedì 07 maggio 2020

Italia Oggi Fatturazione Elettronica

conformità alla normativa europea. Un soccorso al contribuente può essere offerto dal soggetto che commercializza i dispositivi medici. Quest' ultimo infatti può integrare le indicazioni da riportare nel documento che certifica l' acquisto con la dicitura «prodotto con marcatura CE» e, per i dispositivi diversi da quelli di uso comune, elencati in allegato alla già citata circolare n. 20/E del 2011, il numero della direttiva comunitaria di riferimento. Così facendo eviterà al contribuente di dover conservare altra documentazione aggiuntiva a quella che certifica l' acquisto. Niente beneficio fiscale per le erogazioni liberali in contanti. Secondo l' Agenzia delle entrate le erogazioni liberali previste dall' articolo 66 del decreto Cura Italia (dl 18/2020) non sono detraibili se effettuate in denaro contante. Per ottenere il beneficio fiscale occorre infatti, come già chiarito nella risoluzione n. 21/e del 28 aprile scorso, che le erogazioni siano state effettuate attraverso versamento bancario o postale, nonché tramite sistemi di pagamento previsti dall' articolo 23 del decreto legislativo n. 241 del 1997 (carte di debito, carte di credito, carte prepagate, assegni bancari e circolari). Per quanto riguarda invece la documentazione necessaria per attestare l' onere sostenuto, la circolare in commento precisa che la stessa consiste nella ricevuta del versamento bancario o postale (o estratto conto della carta di credito) dalla quale si evince anche il soggetto beneficiario dell' erogazione, il carattere di liberalità del pagamento e la finalità di finanziamento degli interventi di contenimento e gestione dell' emergenza da Covid-19. © Riproduzione riservata.

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[§25617472§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 4 La Stampa Fatturazione Elettronica

Il "decreto maggio" si divide in due Aiuti alle imprese verso lo slittamento

Possibile spacchettamento della manovra da 55 miliardi Mancano ancora i 33 miliardi promessi alle aziende

ROBERTO GIOVANNINI

roberto giovannini roma Una decisione definitiva non è stata presa da Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri, ma col passare delle ore - e considerando che le polemiche tra i partiti della maggioranza non accennano a scemare - il governo sta considerando seriamente l' ipotesi di «spacchettare» il decreto maggio da 55 miliardi di aiuti, rifinanziamenti e sussidi alle imprese, dividendolo in due provvedimenti diversi. Il primo decreto, da varare in tempi rapidi, sarà una sorta di seguito del «Cura Italia», e conterrà le misure su cui sostanzialmente tutti i partiti sono d' accordo: il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, le risorse per consentire alle pubbliche amministrazioni di pagare i loro debiti con le aziende, i soldi per rifinanziare il secondo round del bonus per i lavoratori autonomi, gli aiuti per il settore turistico e la cultura (2,5 miliardi), i nuovi fondi per la sanità (3,2 miliardi), le risorse per i Comuni (200 milioni dedicati alle «zone rosse», più 4 miliardi per fronteggiare il calo delle entrate). Per il secondo decreto - che conterrà gli aiuti alle imprese e il reddito di emergenza per i lavoratori sommersi e al nero, ovvero i temi su cui ancora non c' è intesa - bisognerà aspettare ancora. Non è detto che si sceglierà questa strada, spiegano fonti governative di Pd e M5S, «meglio sarebbe evitarlo». Palazzo Chigi spera di riuscire a mettere d' accordo la sua litigiosa compagine politica. Non è un caso che ieri, in un vertice in videoconferenza con le imprese, il premier abbia aperto la strada a un' accelerazione delle riaperture di alcuni negozi: «Se c' è la possibilità di anticipare qualche data per la riapertura delle attività della vendita al dettaglio e degli esercizi commerciali - ha detto - lo faremo». Anche sul reddito/contributo di emergenza qualche passo in avanti ci sarebbe. Eppure per sbloccare il pacchetto di sostegno alle imprese forse servirà davvero più tempo per una ragione «europea»: ritarda il via libera a Bruxelles del nuovo «temporary framework», le linee guida per gli aiuti di Stato e le ricapitalizzazioni delle aziende. I Paesi del blocco del Nord frenano rispetto alle richieste di Francia, Italia e Spagna, che vorrebbero maglie più larghe per concedere - ad esempio - prestiti alle imprese con una scadenza più lunga e «generosa». Una decisione è attesa in tempi st retti. Certo è che mentre con i leader dei sindacati il governo aveva incassato consensi e approvazioni, ieri l' Esecutivo ha dovuto fare i conti con la freddezza di Confindustria, l' ansia dei commercianti per gli aiuti e la cautela delle banche nello sblocco delle eroga zioni. I tre interventi Il ministro dell' Economia Roberto Gualtieri conferma tre diversi interventi legati alla dimensione e al fatturato delle imprese. Per le più piccole sono in arrivo ristori a fondo perduto in base alle perdite causate dall' epidemia, oltre a 600 milioni per rimborsare le spese per

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[§25617472§] giovedì 07 maggio 2020

La Stampa Fatturazione Elettronica

le bollette e 1,7 miliardi per ristorare gli affitti pagati durante il lockdown. Per le medie, tra 5 e 50 milioni di fatturato, dovrebbe esserci un intervento a sostegno della patrimonializzazione, «pari passu» tra imprenditore e Stato (probabilmente attraverso Invitalia), definito anche «coronaequity». Per le aziende più grandi scenderebbe in camp o Cdp. Negli incontri con le sigle datoriali il governo avrebbe anche confermato l' intenzione di rinviare ancora le scadenze fiscali da giugno a settembre e illustrato l' idea di incentivi per le aggregazioni, anche per gli studi professionali. Pronto è anche un pacchetto da 500 milioni per rimettere in moto il sistema delle startup innov ative. Confermato, infine, il pacchetto per la riconversione green degli edifici, con i lavori di casa attivati da inizio luglio che potranno godere di una detrazione al 110%. Il nuovo super-incentivo potrà anche essere richiesto come sconto in fattura o ceduto a banche e interme diari. - © RIPRODUZIONE RISERVATA Maggioranza litigiosa su reddito di emergenza per i lavori sommersi e al nero.

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[§25617473§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 23 Il Sole 24 Ore Fatturazione Elettronica

VIRUS E RIPRESAFISCO

La sospensione Covid-19 allunga i termini per l' adesione

Raccolte in una circolare le risposte delle Entrate ai quesiti sul Cura Italia Estesa la procedura a distanza anche alle conciliazioni

Laura Ambrosi

Conciliazione a distanza, notifica di atti urgenti e termini sospesi anche per l' adesione: sono queste alcune delle risposte delle Entrate raccolte nella circolare n. 11 di ieri. La conciliazione Il documento estende la procedura già prevista per i procedimenti di adesione «a distanza», anche alle conciliazioni. L' accordo, quindi, va sottoscritto con firma digitale e poi potrà essere depositato tramite il Sistema informativo della giustizia tributaria. Notifica atti La circolare ricorda che l' articolo 67 del Cura Italia disciplina la sospensione dei termini relativi alle attività di controllo e di accertamento dall' 8 marzo al 31 maggio 2020. Solo per situazioni indifferibili e urgenti le attività proseguiranno. Tale valutazione dovrà avvenire caso per caso, sono comunque considerate indifferibili e urgenti la constatazione del fatto costituente reato e la richiesta di misure cautelari per il fondato timore di perdere la garanzia del proprio credito. Nel caso di misure cautelari, il termine di 120 giorni per la notifica dell' atto impositivo, si intende sospeso fino al 31 maggio. L' adesione È stato richiesto se nel computo dei giorni si debbano sommare sia la sospensione Covid, sia eventualmente la pausa estiva. L' Agenzia, richiamando precedenti circolari, ha confermato il cumulo di tutte le sospensioni e quindi ai 60 più 90 giorni ordinariamente previsti in caso di adesione, si sommano i 64 (dal 9 marzo all' 11 maggio) ed eventualmente i 31 giorni della pausa estiva (dall' 1 al 31 agosto). Secondo la circolare tale interpretazione risulta coerente con il trattamento del termine di 90 giorni dell' adesione il quale fa esplicito riferimento all' impugnazione. Questa posizione va salutata favorevolmente in quanto consentirebbe anche al contribuente di beneficare di termini più lunghi. Tuttavia, lascia perplessi la certezza dell' Agenzia sulla controversa questione, soprattutto alla luce dei precedenti in materia. Giova ricordare che dinanzi alla medesima norma, ora richiamata dall' Ufficio a sostegno della propria conclusione, la Cassazione aveva escluso la cumulabilità dei termini feriali. I giudici di legittimità (sentenze 7386/2019, 7995/2016 e 11632/2015) avevano dichiarato l' inammissibilità dei ricorsi presentati con il cumulo dei giorni (90 adesione+sospensione feriale), ritenendo l' adesione una procedura amministrativa, per la quale non era applicabile una regola solo processuale. La questione è stata risolta solo a seguito di specifico intervento normativo (articolo 7-quater, comma 18, del Dl 193/2016). Nella sospensione Covid-19 non è prevista alcuna estensione alla fase dell' adesione, con la conseguenza

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[§25617473§] giovedì 07 maggio 2020

Il Sole 24 Ore Fatturazione Elettronica

che oggettivamente resta il dubbio sulla cumulabilità. Si tratta di una questione particolarmente delicata atteso che l' eventuale inammissibilità può essere sempre rilevata anche di iniziativa del giudice in ogni stato e grado del procedimento (fino in Cassazione), senza la necessità che una delle parti la eccepisca. In termini concreti, quindi, l' interpretazione dell' agenzia delle Entrate non conferisce (e mai potrebbe farlo) alcuna garanzia ai contribuenti e, soprattutto, ai professionisti che li assistono in questa fase. Nel sistema delle fonti normative non sono comprese le circolari dell' Agenzia, cosi come non lo sono le risoluzioni o le note, con la ovvia conseguenza che non possono di certo innovare o integrare una norma. Le sicure conclusioni della circolare a favore della cumulabilità, nonostante i contrari precedenti giurisprudenziali, sono quanto meno singolari: salvo, infatti, l' Agenzia abbia notizia di un' imminente modifica normativa, sembra un suggerimento che potrebbe danneggiare solo il contribuente. Anche perché, in questa situazione, gli uffici non rischiano nulla, trattandosi di un termine di impugnazione rilevante solo per i contribuenti. -© RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617474§] giovedì 07 maggio 2020

EutekneInfo

Fatturazione Elettronica

Mascherine detraibili solo se «conformi»

Si può beneficiare dell' agevolazione solo se le mascherine rientrano tra i dispositivi medici con marcatura Ce

È possibile beneficiare della detrazione IRPEF del 19% ai sensi dell' art. 15 comma 1 lett. c) del TUIR soltanto se le mascherine di protezione hanno i requisiti per poter essere ricomprese tra i dispositivi medici con marcatura Ce. È uno dei chiarimenti forniti dall' Agenzia delle Entrate nella circ. 6 maggio 2020 n. 11 , risposta 5.12. Per stabilire se spetti o meno l' agevolazione fiscale prevista per le spese mediche, quindi, è necessario verificare per ogni singola mascherina se è considerata un dispositivo medico dal Ministero della Salute. Secondo l' Amministrazione finanziaria, in conseguenza della situazione emergenziale determinata da COVID-19 possono essere stati immessi in commercio anche prodotti che non hanno le caratteristiche per poter rientrare tra i dispositivi medici che godono dell' agevolazione; conseguentemente, informa l' Agenzia, deve essere consultato l' elenco messo a disposizione dal Ministero pubblicato sul sito

http://www.salute.gov.it/interrogazioneDispositivi/RicercaDispositiviServlet?action=ACTION_MASCHERA . Con riguardo ai dispositivi medici (e quindi anche per le mascherine con le adeguate caratteristiche), la circ. n. 11/2020 conferma i chiarimenti forniti dall' Agenzia delle Entrate nella circ. 13 maggio 2011 n. 20 ( 5.16) secondo cui: - la dicitura generica "dispositivo medico" sullo scontrino fiscale non consente la detrazione della spesa; - il contribuente ha diritto alla detrazione qualora dallo scontrino fiscale o dalla fattura appositamente richiesta risulti il soggetto che sostiene la spesa (codice fiscale) e la descrizione del dispositivo medico e sia in grado di comprovare per ciascuna tipologia di prodotto che la spesa sia stata sostenuta per dispositivi medici contrassegnati dalla marcatura Ce che ne attesti la conformità alle direttive europee 93/42/Cee, 90/385/Cee e 98/79/Ce e successive modifiche e integrazioni. In ogni caso, ove il documento di spesa riporti il codice "AD", attestante la trasmissione al sistema tessera sanitaria della spesa per dispositivi medici, ai fini della detrazione, non è necessario che sia riportata anche la marcatura Ce o la conformità alle direttive europee. Per tutti coloro che hanno già acquistato le mascherine protettive e riportano genericamente la dicitura "dispositivo medico" sullo scontrino fiscale potrebbe non essere semplice capire se il prodotto acquistato abbia le caratteristiche per fruire o meno dell' agevolazione fiscale. Ribadendo infine i chiarimenti forniti nella circ. 1° giugno 2012 n. 19 ( 2.4), l' Agenzia delle Entrate ha precisato che: - il soggetto che vende il dispositivo medico (che non deve necessariamente essere una farmacia) può assumere su di sé l' onere di individuare i prodotti che danno diritto alla detrazione, integrando le indicazioni da riportare sullo scontrino fiscale o sulla fattura con la dicitura "prodotto con marcatura CE" e l' indicazione del numero della direttiva comunitaria di riferimento, per i dispositivi medici diversi da quelli di uso

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[§25617474§] giovedì 07 maggio 2020

EutekneInfo

Fatturazione Elettronica

comune riportati nell' elenco allegato alla circ. 13 maggio 2011 n. 20; - il contribuente, in possesso del documento di spesa con le suddette indicazioni, non deve conservare anche la documentazione comprovante la conformità alle direttive europee del dispositivo medico acquistato. Dispositivi medici su misura con attestazione di conformità I dispositivi medici "su misura" fabbricati appositamente per un determinato paziente sulla base di una prescrizione medica, invece, non devono recare la marcatura CE, ma ne deve essere attestata la conformità al DLgs. 24 febbraio 1997 n. 46 (Attuazione della direttiva 93/42/CEE, concernente i dispositivi medici). In conclusione, le spese di acquisto di mascherine protettive che rientrano tra i dispositivi medici secondo il Ministero della Salute o che rispettano i requisiti di marcatura CE suddetti, sono detraibili dall' IRPEF lorda nella misura del 19% ai sensi della lett. c) dell' art. 15 comma 1 del TUIR, per la parte che eccede i 129,11 euro. Quanto alle erogazioni liberali in denaro al Dipartimento della Protezione Civile per l' emergenza COVID-19, la circ. n. 11/2020 ( 5.13) ribadisce che per poter beneficiare dell' agevolazione introdotta dall' art. 66 del DL 18/2020 devono essere effettuate tramite versamento bancario o postale, nonché tramite altri sistemi di pagamento tracciabili previsti dall' art. 23 del DLgs. 241/97 (carte di debito, carte di credito, carte prepagate, assegni bancari e circolari). La detrazione non spetta per le erogazioni effettuate in contanti (in tal senso la ris. Agenzia delle Entrate 27 aprile 2020 n. 21 ).

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[§25617475§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 29 Il Messaggero Fatturazione Elettronica

Non tutti siete in grado di regalarvi almeno un giorno di riposo, ma se costretti a lavorare, ...

Non tutti siete in grado di regalarvi almeno un giorno di riposo, ma se costretti a lavorare, cercate di fare tutto con meno ardore. Cioè quel fuoco che mettete nelle vostre cose anche quando si tratta di emettere una fattura. Qual è il problema? A dire il vero più d' uno: Luna piena, Marte, Saturno, Urano, Mercurio e Sole in Toro. Le collaborazioni che resistono a questo terremoto hanno una forza da leone.

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[§25617476§] mercoledì 06 maggio 2020

Agenda Digitale

Fatturazione Elettronica

Processo amministrativo telematico, accesso al fascicolo informatico e restituzione dei documenti

Una decisione del Tar Lazio permette di riflettere sul rapporto tra il diritto all' accesso al fascicolo informatico del processo amministrativo telematico e l' obbligo dell' avvocato di restituzione dei documenti alla parte. Vediamo quindi come comportarsi in base alla normativa

Una recente decisione del Tar offre lo spunto per riflettere sul rapporto fra il diritto all' accesso al fascicolo informatico del processo amministrativo telematico (Pat) e l' obbligo dell' avvocato di restituzione dei documenti alla parte [1] . Infatti, il Tar Lazio, sezione II bis di Roma, ha rigettato l' istanza presentata da un avvocato per l' accesso telematico al fascicolo informatico al fine di impugnare una sentenza emessa dal medesimo Giudice e, quindi, di visionare gli atti e i documenti del primo grado di giudizio (nel quale la parte era difesa da un avvocato diverso dall' istante). Il Tar ha motivato la propria decisione richiamando l' obbligo giuridico e deontologico dell' avvocato, al termine del mandato, di restituzione degli atti e dei documenti alla parte che ne faccia richiesta [2] . Approfondiamo la situazione. Indice degli argomenti La decisione del Tar La decisione del Tar - apparentemente corretta dal punto di vista prettamente giuridico - non può essere condivisa per molteplici ragioni . Intanto, il fascicolo informatico del processo amministrativo telematico contiene gli atti e i documenti in formato digitale mentre l' obbligo dell' avvocato di restituzione degli atti e dei documenti si riferisce agli atti e ai documenti analogici. Conseguentemente, dal fascicolo informatico è possibile estrarre atti informatici firmati digitalmente mentre l' obbligo di restituzione assicura la riconsegna dei documenti cartacei. In secondo luogo, ai sensi del comma 2 ter dell' art. 136 del Codice del processo amministrativo (Cpa), il difensore può estrarre atti e provvedimenti dal fascicolo informatico ed attestarne la conformità . In tal caso, l' avvocato per poter attestare la conformità, ai sensi dell' art. 136 c.p.a., deve poter accedere al fascicolo informatico. In altri termini, negare all' avvocato l' accesso al fascicolo informativo implica anche la negazione della facoltà di attestare la conformità, ai sensi del comma 2 ter dell' art. 136 c.p.a., risolvendosi in un' eccessiva restrizione del diritto costituzionale di difesa. In conclusione, ci si chiede se le peculiarità del processo telematico non richiedano un più ampio intervento del Legislatore di rinnovamento delle norme processuali (oltre che deontologiche), armonizzandole con i cambiamenti avviati dall' informatica giuridica. La caratteristiche del fascicolo informatico Nel Pat, il fascicolo informatico è la "versione informatica del fascicolo processuale, di cui all' art. 5 dell' Allegato 2 'Norme di attuazione', del c.p.a." [3] . L' art. 5 del d.P.R. n. 40/2016 precisa, fra l' altro, che "il fascicolo processuale è tenuto sotto forma di fascicolo informatico" (comma 1), il quale "contiene tutti gli atti, gli allegati, i documenti e i provvedimenti del processo amministrativo in forma di documento informatico, ovvero le copie per immagine su supporto informatico

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[§25617476§] mercoledì 06 maggio 2020

Agenda Digitale

Fatturazione Elettronica

dei medesimi atti" (comma 2). Ai sensi dell' art. 3 dell' Allegato A (art. 19 del Regolamento) Specifiche Tecniche del d.P.R. n. 40/2016, lo stesso "costituisce il fascicolo d' ufficio e contiene tutte le informazioni e dati ad esso relativi, nonché tutti gli atti, documenti e provvedimenti in formato digitale". Ai sensi dell' art. 5 d.P.R. n. 40/2016, il fascicolo informatico del p.a.t. reca l' indicazione: dell' ufficio titolare del ricorso, che sovrintende alla gestione del fascicolo medesimo e cura la correttezza e l' aggiornamento dei dati ivi inseriti; del numero del ricorso; dell' oggetto sintetico del ricorso; dei dati identificativi delle parti e dei difensori; dell' elenco dei documenti contenuti, anche depositati in forma cartacea, ai sensi dell' art. 9, comma 8. In esso sono inserite (cfr. comma 4 art. 5 d.P.R. n. 40/2016), altresì, informazioni riguardanti: i componenti del Collegio e i suoi ausiliari, le parti e i difensori (tipologia di parte; data di costituzione, data di rinuncia; partita IVA/codice fiscale); l' oggetto del ricorso per esteso, consistente nella precisa indicazione dei provvedimenti impugnati e/o dell' oggetto della domanda proposta nonché' l' indicazione della materia del ricorso; le comunicazioni di Segreteria nonché le relative ricevute di PEC ; le camere di consiglio e le udienze; i ricorsi collegati; il link al contenuto integrale del fascicolo informatico di provenienza, in caso di appello, regolamento di competenza, revocazione e negli altri casi previsti; i provvedimenti impugnati; le spese di giustizia; il patrocinio a spese dello Stato. Chi può accedere alle informazioni e come fare Le informazioni contenute nel fascicolo informatico non sono liberamente accessibili [4] . Mentre l' accesso ai provvedimenti del Giudice è assicurato a chiunque vi abbia interesse (art. 7 disp. att. c.p.a.; art. 744 c.p.c.), l' accesso agli atti e ai documenti di parte è, allo stato, regolato dal comma 3 dell' art. 17 (rubricato Accesso al fascicolo informatico ) del d.P.R. 16.2.2016, n. 40 [5] . Tale norma prevede, fra l' altro, che l' accesso al fascicolo informatico del p.a.t. è consentito "ai difensori muniti di procura, agli avvocati domiciliatari, alle parti personalmente nonché, previa autorizzazione del Giudice, a coloro che intendano intervenire volontariamente nel giudizio". Il comma 3 dell' art. 18 dell' Allegato A (art. 19 del Regolamento) Specifiche Tecniche del d.P.R. n. 40/2016, prevede che "l' avvocato difensore munito di procura, anche se non costituito in giudizio, può richiedere il rilascio delle credenziali di accesso al fascicolo informatico utilizzando l' apposita funzione presente nel Portale dell' Avvocato. Le credenziali, rilasciate con le modalità indicate nel presente articolo, sono disattivate decorsi 60 giorni dalla data del rilascio". Per quanto concerne specificamente il p.a.t., l' accesso al fascicolo da parte dell' avvocato avviene per il tramite del c.d. portale dell' avvocato, raggiungibile dal website istituzionale della giustizia amministrativa. Più in generale, il comma 6 dell' art. 13 d.P.R. n. 123/2001 (Regolamento recante disciplina sull' uso di strumenti informatici e telematici nel processo civile , nel processo amministrativo e nel processo dinanzi alle sezioni giurisdizionali della Corte dei conti) prevede la facoltà della parte di consultare per via telematica il fascicolo informatico. Come già accennato, il comma 2 ter dell' art. 136 c.p.a. introducendo il potere di autentica dell' avvocato amministrativista consente all' avvocato non solo l' attestazione della conformità delle copie per immagine (le scansioni)

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[§25617476§] mercoledì 06 maggio 2020

Agenda Digitale

Fatturazione Elettronica

ai fini del deposito ma soprattutto di estrarre dal fascicolo informatico le copie informatiche degli atti e provvedimenti presenti, potendone attestare la conformità all' originale senza dover pagare i diritti di copia [6] . Tale facoltà dell' avvocato è subordinata alla possibilità di accedere telematicamente al fascicolo informatico. L' obbligo dell' avvocato di restituzione dei documenti WEBINAR Fase 2: più competenze digitali per supportare la ripresa. Scopri come! Risorse Umane/Organizzazione Smart working L' art. 33 (dedicato alla Restituzione di documenti) del Codice deontologico forense ("c.d.f.") pone sul difensore, al termine del mandato, l' obbligo di restituire, se richiesto, "senza ritardo gli atti ed i documenti ricevuti dal cliente e dalla parte assistita per l' espletamento dell' incarico e consegnare loro copia di tutti gli atti e documenti, anche provenienti da terzi, concernenti l' oggetto del mandato e l' esecuzione dello stesso sia in sede stragiudiziale che giudiziale, fermo restando il disposto di cui all' art. 48, terzo comma, del presente codice". La mancata restituzione dei documenti al cliente costituisce una violazione deontologica per l' avvocato. In altri termini, l' avvocato non ha diritto di ritenere gli atti e i documenti di causa, né può subordinarne la restituzione al pagamento delle spese e del compenso professionale. L' art. 2235 (rubricato Divieto di ritenzione ) del Codice civile prevede che "il prestatore d' opera non può ritenere le cose e i documenti ricevuti , se non per il periodo strettamente necessario alla tutela dei propri diritti secondo le leggi professionali". Il comma 2 dell' art. 33 c.d.f. dispone che l' avvocato "non deve subordinare la restituzione della documentazione al pagamento del proprio compenso" [7] . Infine, ai sensi del comma 1 dell' art. 1713 c.c., il mandatario deve rimettere al mandante "tutto ciò che ha ricevuto a causa del mandato". Pertanto, indubbiamente, se richiesto, l' avvocato deve restituire alla parte tutti gli atti e i documenti (salvo quanto prevede l' art. 48 c.d.f.). Tuttavia, tali norme fanno riferimento alla documentazione cartacea e non già ai documenti informatici. Inoltre, l' art. 33 c.d.f. fa riferimento agli atti e ai documenti del vecchio processo non telematico . Insomma, le norme indicate non sono state armonizzate con le novità introdotte dall' informatica giuridica e, quindi, dal processo telematico. Conclusioni Certamente, il fascicolo informatico del processo telematico non può essere liberamente accessibile , perché gli atti processuali di parte possono contenere categorie particolari di dati personali o, comunque, dati afferenti alla vita privata o a segreti commerciali o industriali, ovvero a strategie processuali della parte. Persino in relazione agli atti giudiziari divulgabili, quali sono i provvedimenti del Giudice, può essere chiesto il c.d. oscuramento dei dati personali ( ex art. 52 del Codice in materia di dati personali) [8] . Gli atti processuali sono anche esclusi dal diritto di accesso agli atti amministrativi. Infatti, gli atti inerenti la strategia difensiva delle pubbliche amministrazioni sono ordinariamente sottratti all' accesso. Nell' àmbito del processo amministrativo, gli atti difensivi della parte privata non sono, per definizione, "documenti amministrativi" Analogamente, gli atti difensivi della pubblica amministrazione, essendo ordinariamente formati da avvocati del libero foro, non sono "documenti amministrativi". Infatti, tutti gli atti che attengono all' esercizio del diritto di difesa in giudizio delle Pubbliche Amministrazioni

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[§25617476§] mercoledì 06 maggio 2020

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Fatturazione Elettronica

c.d. atti defensionali sono sottratti all' accesso, in ragione delle esigenze di riservatezza relative alla strategia difensiva dell' Amministrazione [9] . La normativa di cui all' art. 7 l. n. 142/1990 e agli artt. 22 ss. l. n. 241/1990 pur affermando l' ampia portata della regola dell' accesso, la quale rappresenta la coerente applicazione del principio di trasparenza, che governa i rapporti tra Amministrazione e cittadini introduce alcune limitazioni di carattere oggettivo, definendo le ipotesi in cui determinate categorie di documenti sono sottratte all' accesso. L' art. 24 l. n. 241/1990 stabilisce che il diritto di accesso è escluso - oltre che per i documenti coperti da segreto di Stato, ai sensi dell' art. 12 l. n. 801/1977 - nei casi di segreto o di divieto di divulgazione altrimenti previsti dall' ordinamento. In tali casi, i documenti, seppure formati o detenuti dall' Amministrazione, non sono suscettibili di divulgazione, giacché il principio di trasparenza cede innanzi alla esigenza di salvaguardare il segreto professionale [10] . Tuttavia, l' istanza di accesso al fascicolo informatico provieniente da un avvocato e motivata da esigenze di difesa (anche di impugnazione) non può pregiudicare in alcun modo l' esigenza di riservatezza delle parti processuali, la quale va comunque contemperata con il diritto costituzionale di difesa [11] . Inoltre, l' obbligo di restituzione degli atti e dei documenti alla parte che ne faccia richiesta non può certamente giustificare il diniego di accesso dell' avvocato al fascicolo informatico. L' istanza di accesso al fascicolo informatico motivata dal diritto costituzionale di difesa dovrebbe essere sempre accolta, perché: l' accesso dell' avvocato al fascicolo informatico è prodromico all' esercizio di altre facoltà difensive collegate alle peculiarità del processo telematico; l' avvocato è tenuto al segreto professionale. La verità è che le novità introdotte dal processo telematico avrebbero richiesto una riforma organica del diritto processuale (oltre che del Codice deontologico forense), volta ad armonizzare le regole procedurali con le novità apportate dall' informatica giuridica. _ Note Per quanto di interesse sul p.a.t. in questa Rivista, fra i più recenti v. F. D' Alessandri-M.L. Torsello, Formazione e informazione per il successo del nostro PAT , 29.5.2018, in www.agendadigitale.eu ; M.S. Masini, Processo Amministrativo Telematico, ecco il nuovo valore del domicilio digitale , 19.4.2018; M. La Greca, Processo amministrativo telematico, le norme ce servono per farlo funzionare , 20.2.2018; I. Pisano, Nuovo Cad, quale impatto sul processo amministrativo telematico , 6.2.2018 ; U. Fantigrossi, Processo amministrativo telematico, le sfide 2018 , 23.1.2018; E. Barbujani, Processo Amministrativo Telematico: il punto su deposito, notifiche e altro , 22.12.2017; E. Barbujani, Perché quello amministrativo è il primo processo tutto digitale , 24.1.2017; E. Bove, Processo amministrativo telematico: tutti i sogni (e gli incubi) di una rivoluzione , 9.6.2016. Cfr. T.A.R. Lazio, Sez. II bis Roma, ord. 4.11.2019 n. 12567 . Il Giudice ha ritenuto "di dover rigettare l' istanza, perché gli atti e i documenti richiesti possono ben essere acquisiti dai precedenti difensori, che hanno in tal senso preciso obbligo giuridico e deontologico". Per quanto di interesse v. art. 1 lett. l) d.P.R. n. 40/2016. Il d.P.R. n. 40/2016 rappresenta la fonte principale di regolamentazione del p.a.t. Infatti, lo stesso è stato emanato in attuazione dell' art. 13, co. 1, dell' Allegato 2 al c.p.a. e

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[§25617476§] mercoledì 06 maggio 2020

Agenda Digitale

Fatturazione Elettronica

contiene il Regolamento recante le regole tecnico-operative per l' attuazione del processo amministrativo telematico. Dal 1°.1.2017, tutti gli atti dei processi amministrativi devono essere obbligatoriamente depositati per via telematica. V. commi 2 e 2 bis dell' art. 136 c.p.a. Quest' ultima norma ha anche previsto che, dall' entrata in vigore del p.a.t., "tutti gli atti e i provvedimenti del giudice, dei suoi ausiliari, del personale degli uffici giudiziari e delle parti sono sottoscritti con firma digitale". La disciplina del p.a.t. affonda le sue origini nel Codice dell' amministrazione digitale (d.lgs n. 82/2005, "CAD"), il quale, al comma 6 dell' art. 2, prevede, fra l' altro, che le disposizioni del CAD si applicano al processo civile, penale, amministrativo, contabile e tributario, in quanto compatibili e salvo che non sia diversamente disposto dalle disposizioni in materia di processo telematico. L' art. 41 CAD prevede la formazione del fascicolo informatico della Pubblica Amministrazione. Sul punto v. M. Reale, Il fascicolo informatico nel processo amministrativo telematico , 6.5.2016, in Quotidiano Giuridico. Nel senso che l' accesso agli atti e ai documenti processuali sfugge alla disciplina dettata dagli artt. 22 ss. della l. n. 241/1990, non avendo essi natura di documento amministrativo, cfr. T.A.R. Lazio, Sez. II bis Roma, ord. n. 5631/2019; Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Sicilia D.P. n. 32/2018. Il comma 2 ter dell' art. 136 c.p.a. è stato aggiunto dall' art. 7 d.l. n. 168/2016. Il comma è stato successivamente modificato dalla legge di conversione n. 197/2016 del d.l. n. 168 del 2016, entrata in vigore il 30.10.2016. Lo stesso recita: "2-ter. Quando il difensore depositi con modalità telematiche la copia informatica, anche per immagine, di un atto processuale di parte, di un provvedimento del giudice o di un documento formato su supporto analogico e detenuto in originale o in copia conforme, attesta la conformità della copia al predetto atto mediante l' asseverazione di cui all' articolo 22, comma 2, del codice di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82. Analogo potere di attestazione di conformità è esteso agli atti e ai provvedimenti presenti nel fascicolo informatico, con conseguente esonero dal versamento dei diritti di copia. Resta escluso il rilascio della copia autentica della formula esecutiva ai sensi dell' articolo 475 del codice di procedura civile, di competenza esclusiva delle segreterie degli uffici giudiziari. La copia munita dell' attestazione di conformità equivale all' originale o alla copia conforme dell' atto o del provvedimento. Nel compimento dell' attestazione di conformità di cui al presente comma i difensori assumono ad ogni effetto la veste di pubblici ufficiali." Il comma 3 dell' art. 33 c.d.f. prevede la facoltà dell' avvocato di "estrarre e conservare copia di tale documentazione, anche senza il consenso del cliente e della parte assistita". La violazione del dovere di cui al comma 1 dell' art. 33 c.d.f. comporta l' applicazione della sanzione disciplinare dell' avvertimento. La violazione del divieto di cui al comma 2 dell' art. 33 c.d.f. comporta l' applicazione della censura. L' art. 48 c.d.f. sancisce il divieto di produrre la corrispondenza scambiata con il collega, prevedendo quanto segue: "1. L' avvocato non deve produrre, riportare in atti processuali o riferire in giudizio la corrispondenza intercorsa esclusivamente tra colleghi qualificata come riservata, nonché quella contenente proposte

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[§25617476§] mercoledì 06 maggio 2020

Agenda Digitale

Fatturazione Elettronica

transattive e relative risposte.2. L' avvocato può produrre la corrispondenza intercorsa tra colleghi quando la stessa: costituisca perfezionamento e prova di un accordo;assicuri l' adempimento delle prestazioni richieste. L' avvocato non deve consegnare al cliente e alla parte assistita la corrispondenza riservata tra colleghi; può, qualora venga meno il mandato professionale, consegnarla al collega che gli succede, a sua volta tenuto ad osservare il medesimo dovere di riservatezza. L' abuso della clausola di riservatezza costituisce autonomo illecito disciplinare. La violazione dei divieti di cui ai precedenti commi comporta l' applicazione della sanzione disciplinare della censura". La tematica della tutela della riservatezza dei dati personali interessa anche le decisioni giudiziarie pubblicate sui siti internet istituzionali delle magistrature ed è disciplinata da una legislazione volta a trovare un punto di equilibrio tra due contrapposti interessi: la riservatezza dei soggetti che si trovano coinvolti in una controversia giudiziaria e la trasparenza e pubblicità della funzione giudiziaria. L' art. 52 (rubricato Dati identificativi degli interessati ) del Codice in materia di dati personali prevede due tipologie di ipotesi di oscuramento dei dati personali nei provvedimenti giurisdizionali: l' oscuramento c.d. facoltativo cioè a richiesta di parte e quello c.d. obbligatorio (previsto dalla legge e disposto anche d' ufficio). In particolare, il comma 1 dell' art. 52 prevede che il soggetto interessato nella controversia possa chiedere, per motivi legittimi e "prima che sia definito il relativo grado di giudizio", l' anonimizzazione della decisione (c.d. oscuramento facoltativo), che si realizza, ai sensi del comma 4, con l' apposizione sull' originale della pronuncia del giudice di una apposita un' annotazione prescrive l' anonimizzazione delle generalità e degli altri dati identificativi del medesimo interessato in caso di diffusione del provvedimento giurisdizionale. Poiché l' oscuramento è concesso nel caso in cui sussistano motivi legittimi, l' istanza della parte deve essere motivata al fine di consentire al Giudice il vaglio sulla meritevolezza delle ragioni per cui la decisione dovrebbe derogare al principio di pubblicità rispetto all' identità delle parti e degli altri elementi identificativi. Cfr. Cons. Stato, Sez. VI, 30.9.2010, n. 7237. Cfr. Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Sicilia D.P. n. 32/2018; Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Sicilia D.P. n. 25/2018 Cfr. Consiglio di Stato, decreto 15.2.2018 n. 160, il quale, ai sensi dell' art. 17 co. 3 d.P.R. n. 40/2016 ha accolto l' istanza di accesso al fascicolo informatico presentata dall' avvocato di una parte che intendeva intervenire ad opponendum ( ex art. 28 c.p.a.) in un processo inter alios . In senso conforme, v. Consiglio di Stato, decreto 15.2.2018 n. 161; Consiglio di Stato, decreto 7.6.2018 n. 628 @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617477§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 4 Il Messaggero Fatturazione Elettronica

Sconto fiscale del 19% se con marchio Ce

L' acquisto di mascherine per la protezione individuale darà diritto a uno sconto fiscale del 19% nella dichiarazione dei redditi se si tratta di dispositivi medici con marcatura Ce. Lo scontrino o la fattura di acquisto devono indicare il soggetto che sostiene la spesa e la conformità.

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[§25617478§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 2 Il Sole 24 Ore Fatturazione Elettronica

EDILIZIA

Super bonus per grandi lavori: caldaie, isolamento, pannelli

Per avere lo sgravio al 110% non bastano microinterventi Ance: misure importanti

Giorgio Santilli

ROMA Saranno gli interventi pesanti, di natura soprattutto condominiale, a consentire l' accesso al superbonus energetico del 110% che sarà inserito nel decreto maggio: interventi di isolamento termico sull' involucro dell' edificio, sostituzione delle caldaie a gasolio con impianti a pompe di calore o con caldaie a condensazione e interventi di prevenzione antisismica. A questi interventi potranno essere aggiunti - beneficiando anche loro dello sgravio al 110% - altri interventi come quelli di installazione dei pannelli fotovoltaici e degli accumulatori collegati, di rifacimento delle facciate, di realizzazione di colonnine per la ricarica delle auto elettriche. È chiaro quindi che l' obiettivo del governo, oltre al rilancio degli investimenti edilizi e alla trasformazione verde dell' edilizia, è anche quello di alzare il valore dell' importo medio degli interventi agevolati, abbandonando definitivamente la stagione passata in cui l' ecobnus coincideva con l' installazione di nuovi infissi. Forse anche per questo - oltre che per la misura in sé - il giudizio dell' Ance, l' associazione nazionale dei costruttori, sulla misura messa a punto dal sottosegretario a aPalazzo Chigi Fraccaro eanticipata ieri dal Sole 24 Ore e confermata oggi dall' incontro governo-imprese, è più che lusinghiero. «Oggi il governo - ha detto il presidente dell' Ance, Gabriele Buia - ci ha illustrato le nuove misure al sostegno dell' economia, misure sicuramente importanti, come il rilancio dell' eco e sisma bonus che vanno nell' ottica di una maggiore sostenibilità di settore». I costruttori hanno però continuato a chiedere «maggiore attenzione da parte del Governo per un settore che è stato trascurato negli anni». Ance chiede nuove misure, anche per gli investimenti pubblici: «Dobbiamo risolvere una volta per tutte queste situazioni rapidamente con un nuovo tavolo che ho chiesto alla Presidenza del Consiglio», ha detto Buia. Ma non è solo il superbonus la novità che entra nel decreto maggio. Quella più importante che promette di accelerare notevolmente l' intervento è la possibilità data alle famiglie di incassare subito il credito di imposta maturato evitando di pagare l' anticipo per i lavori svolti. È infatti ammessa sempre la cessione del credito di imposta «ad altri soggetti, compresi istituti di credito e altri intermediari finanziari» banche o anche alle imprese e ai fornitori che realizzeranno i lavori con una formula che prevede «un contributo di pari ammontare, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi e da quest' ultimo recuperato sotto forma di credito di imposta , con facoltà di successiva cessione del credito». Anche in questo caso, quindi, l' impresa potrà applicare lo sconto sulla fattura e poi cedere il credito di imposta

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[§25617478§] giovedì 07 maggio 2020

Il Sole 24 Ore Fatturazione Elettronica

a una banca. Questo meccanismo varrà anche per tutti gli altri crediti di imposta al 50 e al 65 per cento per interventi di ristrutturazioni semplici e per interventi di risparmio energetico minori, come il cambiamento degli infissi. Resta la possibilità per le famiglie di incassare il credito di imposta nei cinque anni successivi all' intervento presentandolo in dichiarazione di redditi o in compensazione. Resta in bilico la detrazione del 90% (anziché del 19%) per le polizze anticalamità sulla casa, se acquistate insieme a un intervento antisismico con cessione del credito di imposta del 110% alla compagnia assicurativa. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617479§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 8 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Scienza e beni culturali. La deducibilità dal reddito complessivo dichiarato sarà abrogata con l' autorizzazione Ue ai nuovi regimi per il Terzo settore

«Più dai meno versi» con limite del 10% o di 70mila euro

Marina Garone

Erogazioni liberali a favore della ricerca scientifica e della valorizzazione di beni culturali ancora deducibili ai sensi del principio «più dai meno versi» (articolo 14 del Dl 35/2005), ma solo fino all' efficacia dei nuovi regimi fiscali introdotti dalla riforma del Terzo settore. Il Dlgs 117/2017 (Codice del Terzo settore) è infatti intervenuto a riordinare la disciplina delle erogazioni liberali a favore del non profit, con una graduale abrogazione di alcune agevolazioni previste nel quadro ante-riforma. Tra queste la "più dai meno versi", che consente alle persone fisiche e ai soggetti Ires di dedurre le erogazioni liberali in denaro o in natura effettuate a favore di specifiche tipologie di enti non lucrativi, entro il 10% del reddito complessivo dichiarato e con un importo massimo deducibile di 70.000 euro. L' agevolazione si applicava in origine alle erogazioni liberali effettuate a favore delle Onlus e delle associazioni di promozione sociale iscritte nel registro nazionale presso il ministero del Lavoro, nonché a favore di fondazioni e associazioni riconosciute come aventi per oggetto la promozione e valorizzazione di beni di interesse artistico, storico e paesaggistico, o lo svolgimento/promozione di attività di ricerca scientifica. A partire dal periodo d' imposta 2018, la più dai meno versi non si applica più alle erogazioni liberali in favore delle Onlus e delle associazioni di promozione sociale a carattere nazionale (ai sensi dell' articolo 99, comma 3 del Dlgs 117/2017). Ciò in quanto, a seguito dell' entrata in vigore della riforma del Terzo settore, questi enti possono già applicare l' analoga agevolazione di cui all' articolo 83 del Dlgs 117/2017, che consente alle persone fisiche e ai soggetti Ires di dedurre l' importo erogato alla Onlus o all' associazione di promozione sociale, nel limite del 10% del reddito complessivo dichiarato (senza ulteriori limiti e con possibilità, per le persone fisiche, di scegliere in alternativa una detrazione dall' imposta, pari al 30% dell' importo erogato nel limite di 30mila euro). Per il momento, la deduzione prevista dall' articolo 14 del Dl 35/2005 rimane invece applicabile alle erogazioni liberali effettuate dai contribuenti in favore delle associazioni e fondazioni riconosciute che hanno come oggetto statutario lo svolgimento o promozione di attività di ricerca scientifica, oppure la tutela, promozione e valorizzazione di interesse artistico, storico e paesaggistico (il cui elenco è stato individuato, da ultimo, con il Dpcm 12 ottobre 2016). Questo regime tuttavia, rimarrà in vigore solo fino alla completa attuazione della riforma del Dlgs 117/2017: la "più dai meno versi", infatti, verrà definitivamente abrogata a partire dal periodo d' imposta successivo a quello in cui la Commissione

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[§25617479§] giovedì 07 maggio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

europea avrà autorizzato i nuovi regimi fiscali indirizzati agli enti del Terzo settore (articolo 102, comma 2 lettera h e articolo 104, comma 2 del Dlgs 117/2017). Questa disciplina transitoria risponde alla ratio di uniformare le diverse misure previste nel quadro ante-riforma, introducendo specifiche agevolazioni in forma di detrazione e deduzione per le erogazioni liberali - in denaro e in natura - a favore degli enti che si iscriveranno nel Registro unico nazionale del Terzo settore (art icolo 83 del Dlgs 117/2017). Pertanto, in attesa della definitiva abrogazione della "più dai meno versi", le fondazioni e associazioni operanti nel campo della ricerca scientifica e della valorizzazione dei beni culturali potranno valutare l' opportunità di iscriversi nell' istituendo Runts (Registro unico nazionale), adottando la qualifica di ente del Terzo settore: ciò consentirà a chi dona a favore dell' ente di continuare a beneficiare della deduzione dell' importo erogato nel limite del 10% del reddito (senza l' ulteriore limite di 70.000 euro, attualmente previsto dall' articolo 14 del Dl 35/2005). © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617480§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 3 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Terapie fuori protocollo. Le cessioni di medicinali normalmente utilizzati per altre malattie o ancora in fase sperimentale

Agevolate le forniture di farmaci compassionevoli

Marina Garone

Per le aziende farmaceutiche è agevolata la cessione gratuita di medicinali a uso compassionevole. Il decreto liquidità (Dl 23/2020), emanato dal Governo nell' ambito delle misure di sostegno legate all' epidemia Covid-19, introduce uno specifico regime, ai fini dell' Iva e delle imposte dirette, per le donazioni dei medicinali destinati a programmi di sperimentazioni clinica, individuati con il decreto del ministro della Salute del 7 settembre 2017. L' agevolazione è prevista dall' articolo 27 del Dl. Il Dm Salute disciplina le modalità per attivare le terapie «a uso compassionevole», che prevedono la fornitura gratuita da parte dell' azienda farmaceutica di medicinali autorizzati per altre indicazioni terapeutiche nell' ambito di studi clinici. Possono essere forniti anche farmaci ancora in fase sperimentale. L' uso compassionevole di queste forniture consiste nel consentirne l' utilizzo nel trattamento di pazienti affetti da patologie gravi, malattie rare o in pericolo di vita, laddove a giudizio del medico non vi siano valide alternative terapeutiche. È una misura fondamentale in questa fase di emergenza, in cui l' utilizzo sperimentale di farmaci può rilevarsi decisivo per il trattamento dei pazienti colpiti dall' epidemia. Il decreto liquidità introduce per le cessioni gratuite di questi medicinali un regime simile a quello già sperimentato per le donazioni di prodotti in chiave "antisprechi" (articolo 16 della legge 166/2016), disinnescando gli effetti fiscali legati alla fuoriuscita dei beni dal circuito d' impresa. In particolare, ai fini delle imposte dirette il valore dei medicinali donati non concorrerà a formare i ricavi dell' impresa (in deroga all' articolo 85, comma 2 del Tuir), ferma restando la deducibilità dei relativi costi. Ai fini Iva, la cessione gratuita dei medicinali in questione è equiparata alla loro distruzione: non opera infatti la presunzione di cessione di cui all' articolo 1 del Dpr 441/1997, ma è riconosciuto il diritto alla detrazione dell' Iva a monte (circolare 9/E del 2020). Salvo modifiche in sede di conversione in legge, la disciplina introdotta dal Dl 23/2020 dovrebbe operare a regime (non essendo limitata, in base alla lettera della norma, al periodo 2020 o alle sperimentazioni in ambito Covid-19. In ogni caso, le agevolazioni operano solo per le cessioni gratuite di medicinali individuati dal Dm Salute del 7 settembre 2017 (non ancora autorizzati in commercio, autorizzati per indicazioni terapeutiche diverse o sottoposti a sperimentazione) ed effettuate dall' azienda nei confronti dei soggetti indicati dall' articolo 3 del Dm (medici o gruppi collaborativi), nel rispetto della relativa procedura. Per l' attivazione del programma di uso compassionevole dovrà essere presentata richiesta

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[§25617480§] giovedì 07 maggio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

di utilizzo dei medicinali, sottoposta al parere del competente Comitato etico e, successivamente, all' autorizzazione dell' Aifa. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617481§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 7 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Agevolazioni fiscali per chi investe nello sport

Credito d' imposta del 65% finalizzato alla realizzazione di impianti

Andrea Mancino

La normativa che regola le erogazioni a favore dello sport dilettantistico prevede una serie di agevolazioni per il soggetto erogante e quello percipiente volte a favorire l' azione di sostegno finanziario a un settore a cui il legislatore ha sempre rivolto grande attenzione in funzione dei benefici sociali derivanti dalla pratica dello sport. In particolare, è possibile identificare due categorie: erogazioni derivanti da contratti che prevedono prestazioni corrispettive; erogazioni liberali. Tra le prime rientrano le erogazioni derivanti dai contratti di sponsorizzazione stipulati dalle società e associazioni sportive dilettantistiche finalizzati a promuovere un marchio o un prodotto dell' azienda sponsor. Tali erogazioni godono di una tassazione agevolata per la società/associazione sportiva dilettantistica in base alla legge n. 398/91 (Asd e Ssd). Per l' azienda sponsor, invece, fino al limite di 200mila euro annui costituiscono sempre spese di pubblicità, e come tali deducibili (articolo 108, comma 2, del Tuir) nell' esercizio in cui sono state sostenute o in quote costanti nell' esercizio stesso e nei quattro successivi, senza il rischio di essere qualificate come spese di rappresentanza, con le limitazioni previste per le stesse. Per quanto riguarda la seconda categoria, invece, l' attuale normativa prevede due tipologie di erogazione liberale: quelle previste dagli articoli 15 e 78 del Tuir; quella introdotta dalla legge n. 205/2017, nota come "Sport Bonus". Le erogazioni liberali di cui agli articoli 15 e 78 del Tuir prevedono la possibilità per il soggetto erogante di usufruire di una detrazione di imposta pari al 19% dell' importo erogato, fissando come limite massimo 1.500 euro sia per persone fisiche, sia per soggetti Ires. Pertanto, anche qualora l' erogazione liberale fosse superiore a 1.500 euro la detrazione non potrà superare l' importo di 285 euro. Le condizioni per poter usufruire della detrazione sono due: il versamento dovrà essere effettuato con modalità tracciabili (bonifico bancario, bollettino di conto corrente postale), indicando beneficiario e causale del versamento; l' erogazione dovrà essere effettuata a favore di una Ssd o Asd riconosciuta dal Coni e iscritta nel Registro delle società sportive. Ovviamente in caso di controllo dovrà essere esibita copia del versamento effettuato.

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[§25617481§] giovedì 07 maggio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

L' altra importante agevolazione prevista a favore dello sport dilettantistico è quella introdotta dalla legge n. 205/2017, commi 363-366, reiterata e modificata con le leggi di bilancio 2018 e 2019. Tale agevolazione, nota come "Sport Bonus", prevede un credito d' imposta per le erogazioni liberali destinate a interventi di manutenzione e restauro degli impianti sportivi pubblici e per la realizzazione di nuove strutture sportive pubbliche. Nel corso degli anni questo provvedimento che sembrava destinato a valere solo per le erogazioni effettuate nel 2018, è stato riproposto, con alcune modifiche, nella legge di bilancio 2019 (legge 145/2019) e in quella 2020 (legge 160/2019). L' attuale formulazione della norma, le cui disposizioni attuative sono contenute del Dpcm 30 aprile 2019 prevede che l' agevolazione sia concessa per erogazioni liberali in denaro effettuate da persone fisiche, enti non commerciali, soggetti Ires a favore di società e associazioni sportive dilettantistiche iscritte nel registro del Coni che siano concessionari o affidatari di impianti sportivi pubblici. Il credito d' imposta riconosciuto al soggetto erogante (soggetti residenti o stabili organizzazioni in Italia di imprese non residenti) è pari al 65% dell' importo erogato, a condizione che non siano superati i seguenti limiti: 20% del reddito imponibile nel caso di persone fisiche ed enti non commerciali; 10 per mille dei ricavi annui per i titolari di reddito di impresa. Per le persone fisiche e gli enti non commerciali è sufficiente indicare il credito nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d' imposta utilizzandolo in compensazione unicamente con le imposte dovute risultanti dalla dichiarazione. Per i titolari di reddito d' impresa l' utilizzo del credito è possibile a seguito di presentazione e ammissione della domanda all' Ufficio per lo sport presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Il credito riconosciuto potrà essere utilizzato in tre quote annuali di pari importo mediante compensazione in F24 (articolo 17 del Dlgs 241/1997). Anche nel caso dello "Sport Bonus" le erogazioni dovranno avvenire mediante sistemi di pagamento tracciabili. Considerata la finalità di tale agevolazione l' Asd/Ssd beneficiaria del contributo, a differenza delle erogazioni liberali previste dagli articoli 15 e 78 del Tuir, dovrà comunicare all' Ufficio per lo sport presso la Presidenza del Consiglio dei ministri lo stato di avanzamento dei lavori e rendicontare le modalità di utilizzo delle somme ricevute. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617482§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 7 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Cultura e spettacolo. Destinatari individuati dal Mibact con decreto

Aiuti alle fondazioni deducibili dalle imprese

Ilaria Ioannone

Il decreto Cura Italia non prevede agevolazioni specifiche per le erogazioni rivolte al settore dello spettacolo e della cultura, le quali potranno applicare il trattamento generale previsto dall' articolo 66 (se finalizzate a interventi legati al contenimento/gestione dell' emergenza) o le disposizioni di favore del Tuir e del Cts. Il decreto, infatti, menziona gli enti che operano in questo campo solo per alcune misure (come la sospensione dei versamenti o le indennità per i lavoratori), limitandosi a stanziare alcune risorse pubbliche in due fondi istituiti per le emergenze nei settori dello spettacolo, del cinema e audiovisivo. Per quanto riguarda le agevolazioni del Tuir (articoli 15 e 100), il settore della cultura compare in più punti. Fondazioni e associazioni riconosciute che abbiano per oggetto l' attività o la promozione di studio, ricerca e documentazione di rilevante valore culturale/artistico o che organizzino/realizzino attività culturali per l' acquisto, la manutenzione, la protezione e il restauro dei beni culturali e paesaggistici possono essere destinatarie di erogazioni liberali in denaro, sia da parte di persone fisiche ed enti non commerciali, sia da parte di imprese. Nel primo caso, i contribuenti potranno beneficiare di una detrazione Irpef per un importo pari al 19% dell' erogazioni liberale effettuata (articoli 15, comma 2, lettera h), mentre i soggetti Ires della deducibilità di quanto erogato (articolo 100, comma 2, lettera f). È necessaria una preventiva autorizzazione da parte del Mibact, sentito il parere del competente Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici. Solo per i soggetti Ires, poi, è prevista la deducibilità delle erogazioni liberali rivolte a fondazioni e associazioni riconosciute per lo svolgimento dei loro compiti istituzionali e per la realizzazione di programmi culturali nei settori dei beni culturali e dello spettacolo (articolo 100, comma 2, lettera m). In tal caso, però, i soggetti beneficiari dell' erogazione dovranno essere individuati dal Mibact con apposito decreto. Incentivate anche le donazioni in denaro a favore di Onlus che svolgano attività nel campo della tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali, per le quali i contribuenti Ires possono beneficiare di una deduzione non superiore a 2.065,83 euro o al 2% del reddito d' impresa dichiarato (articolo 100, comma 2, lettera h). Accanto a queste agevolazioni si inserisce l' Art. bonus, un credito di imposta di cui potranno beneficiare persone fisiche e giuridiche a fronte di erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura, purché aventi a oggetto interventi tra cui la manutenzione e il restauro di beni culturali pubblici o il sostegno degli istituti/luoghi della cultura di appartenenza pubblica (ad esempio, i musei).

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[§25617482§] giovedì 07 maggio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Analoghe misure riguardano il settore dello spettacolo. Per le erogazioni in denaro a favore di fondazioni e associazioni riconosciute senza scopo di lucro che svolgano esclusivamente attività nello spettacolo al fine della realizzazione di nuove strutture, il restauro e il potenziamento delle strutture esistenti, nonché per la produzione nei vari settori, è prevista una detrazione Irpef pari al 19% dell' erogato, per un importo non superiore al 2% del reddito complessivo dichiarato (articolo 15, comma 1, lettera i). Mentre i soggetti Ires hanno una deduzione per un importo non superiore al 2% del reddito d' impresa dichiarato (articolo 100, comma 2, lettera g). © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617483§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 28 La Repubblica Fisco e Dichiarazioni

Ricchi e poveri d' Europa

Aiuti di Stato, beffa per l' Italia

DI ANDREA BONANNI

Mentre il mondo politico italiano si sta dilaniando sul dilemma se utilizzare o meno i 36 miliardi di prestiti del Mes, Bruxelles ha autorizzato a fine aprile aiuti di stato straordinari alle imprese europee per oltre 1.900 miliardi di euro. Di questi, circa la metà sono pagati dalla Germania e destinati al tessuto produttivo tedesco. L' Olanda, l' Austria, la Danimarca, che hanno grandi margini di spesa, ma pure la Francia, che ne avrebbe meno, sono anche loro impegnate a rifinanziare massicciamente le proprie aziende per aiutarle a superare la crisi e ripresentarsi sul mercato più forti e competitive di prima. La decisione europea di allentare le regole sugli aiuti di stato è giusta e necessaria, anche per evitare che potenze straniere, come la Cina, facciano incetta a buon mercato di imprese europee messe in ginocchio dall' epidemia. Ma è evidente che la disparità negli interventi su base nazionale altera la concorrenza e favorisce indebitamente i Paesi più ricchi. Questi non perdono certo tempo. Sul fronte delle compagnie aeree danneggiate dall' isolamento, Air ha ricevuto aiuti per sette miliardi. Lufthansa otterrà sovvenzioni per dieci miliardi. Un primo piano di intervento presentato da Berlino e approvato dalla Commissione il 22 marzo prevede che la banca federale per la ricostruzione, KfW, possa coprire il 90 per cento del rischio per finanziamenti fino a 1 miliardo concessi dalle banche alle imprese. Prestiti più ingenti, fino al 50 per cento dell' indebitamento totale di una società, possono essere concessi da KfW e da banche private beneficiando di garanzie pubbliche. Il 2 aprile, il piano tedesco è stato esteso autorizzando anche i Laender e le banche regionali a erogare finanziamenti. Com' è facile intuire, questa pioggia di miliardi beneficia non solo le imprese, ma anche le banche tedesche che possono finanziare la ripresa in tutta sicurezza, restando relativamente al riparo delle possibili insolvenze. Non a caso la cancelliera Merkel e i suoi ministri economici tengono regolari videoconferenze con i capi delle grandi imprese nazionali per esaminare i loro bisogni e assicurarsi che la irripetibile opportunità offerta dalla sospensione delle restrizioni europee sugli aiuti di stato venga utilizzata per potenziare la competitività tedesca. La prima riunione è stata l' 11 marzo. L' ultima di cui si ha notizia il 25 aprile. È evidente che tutto questo pone un grosso problema per quei Paesi, come l' Italia, che non hanno migliaia di miliardi da investire in una strategia di aiuti di stato e che, peggio ancora, non hanno neppure una strategia ben definita in materia. Un eccesso di divaricazione nella competitività delle economie nazionali può essere deleterio per la tenuta del mercato unico, come l' eccessiva divergenza degli spread

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[§25617483§] giovedì 07 maggio 2020

La Repubblica Fisco e Dichiarazioni

lo è per la tenuta della moneta unica. Se ne rende conto anche la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager: «Occorre un coordinamento del supporto all' economia, specie laddove le misure nazionali sono insufficienti, per evitare uno shock asimmetrico alle nostre economie», scrive in una lettera citata dal Financial Times. All' indomani della crisi finanziaria dello scorso decennio, Germania, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Irlanda, Olanda e Belgio salvarono e ristrutturarono il loro sistema bancario iniettandovi migliaia di miliardi di soldi pubblici. L' Italia non lo fece, vantando le virtù delle proprie banche (Tremonti). Quando poi il sistema creditizio italiano andò in difficoltà, l' Europa aveva ormai chiuso la possibilità degli aiuti pubblici e il prezzo della crisi fu pagato dagli investitori privati. Adesso rischiamo di subire, sul fronte degli aiuti di stato, la stessa beffa che subimmo allora sul fronte bancario. Ma anche in questo caso non sarà colpa della Germania e degli altri Paesi che sanno sfruttare le opportunità offerte dall' Europa, quanto piuttosto di una classe politica italiana che fatica a mettere a punto una strategia condivisa in materia. Mentre Berlino e le altre capitali del nord si orientano verso una politica di sostegno al credito, che lascia libere le imprese e tutela anche le banche, una fetta della nostra maggioranza di governo interpreta la questione degli aiuti di stato come un cavallo di Troia per tornare all' Iri e ai carrozzoni pubblici. In questo modo, però, non si aiuta la produttività delle imprese. Si rafforza soltanto la longa manus della politica su più ampie fette di un' economia che rimane comunque malata. ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617484§] giovedì 07 maggio 2020

EutekneInfo

Fisco e Dichiarazioni

Bonus locazione botteghe e negozi su spese condominiali e pertinenze

Per il Fisco sono agevolabili se previste in un canone unitario

Agevolate anche le spese condominiali e le pertinenze di categoria catastale diversa da C/1, se previste nell' ambito di un canone unitario . Nell' ambito della circolare n. 11 di ieri, l' Agenzia delle Entrate ha fornito ulteriori chiarimenti in merito al credito d' imposta per botteghe e negozi rispetto a quanto già precisato nella circolare n. 8/2020 (si veda " Credito d' imposta per botteghe e negozi sul canone pagato " del 4 aprile 2020). L' art. 65 del DL 18/2020 prevede il riconoscimento di un credito d' imposta, a favore degli esercenti attività d' impresa, nella misura del 60% dell' ammontare del canone di locazione relativo al mese di marzo 2020 limitatamente agli immobili rientranti nella categoria catastale C/1, vale a dire "botteghe e negozi" (si veda " Credito d' imposta per l' affitto di botteghe e negozi " del 20 marzo). In sede di conversione in legge del DL 18/2020, è stato introdotto il comma 2- bis al citato art. 65, in base al quale il credito d' imposta non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini IRAP e non rileva ai fini del rapporto di cui agli artt. 61 e 109 comma 5 del TUIR, rendendo di fatto l' agevolazione fiscalmente irrilevante in capo al beneficiario. Tanto premesso, l' Agenzia delle Entrate, nella circolare n. 11 di ieri, ha risposto a specifici quesiti in merito alle spese agevolabili. Una prima questione riguarda le spese condominiali . In particolare, è stato chiesto se, ai fini del calcolo dell' ammontare del credito d' imposta spettante, si debba tenere conto anche delle spese condominiali addebitate al conduttore, a prescindere dalle modalità di addebito (in forma separata o unitaria rispetto al canone). L' Agenzia delle Entrate ha ritenuto che, qualora le spese condominiali siano state pattuite come voce unitaria con il canone di locazione e tale circostanza risulti dal contratto, anche le spese condominiali possano concorrere alla determinazione dell' importo sul quale calcolare il credito d' imposta. Una seconda questione posta riguarda la fattispecie di locazione del negozio con una pertinenza . Nello specifico, è stato chiesto se nel caso in cui il contratto di locazione comprenda sia il negozio (C/1) che la pertinenza (C/3) - laboratori per arti e mestieri -, con canone unitario, si possa beneficiare, per entrambi, del credito d' imposta per botteghe e negozi. Pertinenze utilizzate per lo svolgimento dell' attività Secondo l' Agenzia delle Entrate in tal caso il credito di imposta spetta sull' intero canone , in quanto la pertinenza rappresenta un accessorio rispetto al bene principale, purché tale pertinenza sia utilizzata per lo svolgimento dell' attività . Tale posizione dell' Agenzia risulta sicuramente più favorevole rispetto a quanto ci si poteva attendere alla luce dei precedenti chiarimenti. La circolare n. 8/2020 (risposta 3.2) ha infatti precisato che gli immobili oggetto di locazione (per cui è possibile fruire del credito d' imposta) devono essere classificati nella categoria catastale C/1 (negozi e botteghe),

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[§25617484§] giovedì 07 maggio 2020

EutekneInfo

Fisco e Dichiarazioni

dando quindi rilevanza alla classificazione catastale dell' immobile in C/1 ed escludendo i contratti di locazione di immobili rientranti nelle altre categorie catastali anche se aventi destinazione commerciale, come ad esempio la categoria D/8. Resta comunque ferma l' esclusione degli immobili rientranti nell' ambito di un contratto d' affitto di ramo d' azienda, secondo quanto chiarito nelle FAQ dal MEF. Sotto un diverso profilo, si rileva che secondo indiscrezioni sarebbe allo studio del Governo un credito d' imposta pari al 100% per tre mensilità sugli affitti commerciali, riconosciuto alle imprese che hanno subito un calo del fatturato per effetto della situazione di emergenza sanitaria.

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[§25617485§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 15 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

come funzionano le sovvenzioni

La riforma L' attuale assetto a regime della disciplina dei contributi volontariamente attribuiti al Terzo settore tramite il 5 per mille delle dichiarazioni dei redditi è contenuto fondamentalmente in uno dei provvedimenti che hanno riformato il Terzo settore: il Dlgs 111/2017. Questo decreto legislativo è specificamente dedicato proprio a tali contributi L' allargamento La platea degli «enti del volontariato» è stata estesa a tutti quelli che sono iscritti nel Runts (Registro unico del Terzo settore) e non più solo a Onlus, Odv, Aps e associazionio fondazioni riconosciute. Ciò sarà possibile quando il Runts entrerà a regime La pubblicità Tra gli obblighi di trasparenza c' è quello di pubblicare sul web l' ammontare dei contributi e il rendiconto sul loro utilizzo L' accelerazione A partire dall' esercizio 2019, ai fini del riparto dei contributi al vari enti che ne hanno diritto, si tiene conto solo delle scelte fatte dai contribuenti in sede di dichiarazione dei redditi. Quindi non vengono più considerate le dichiarazioni integrative. Il legislatore ha imboccato questa strada per accelerare il calcolo degli importi da erogare ai beneficiari e il relativo accredito nei loro confronti L' elenco Un' altra misura per accelerare (e rendere meno gravose le procedure per i beneficiari) è nella legge di Stabilità 2015 (legge 190/2014): gli elenchi degli enti per i quali è possibile fruire del riparto del cinque per mille sono diventati permanenti. Quindi gli enti non devono presentare domande anno per anno, a meno di variazioni significative.

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[§25617486§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 11 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Crowdfunding. Dagli utenti donazioni per sostenere cause sociali

Con le piattaforme la solidarietà corre in rete

Nicolò Melli

In queste settimane si sono moltiplicate le campagne di crowdfunding a favore di strutture ospedaliere, Ets e altri organismi in prima linea nella lotta al Covid-19. Il crowdfunding e le prime piattaforme digitali sono nate negli Stati Uniti verso la fine della prima decade degli anni 2000 per supportare, dal basso, idee imprenditoriali innovative richiedendo le somme necessarie per la realizzazione delle singole iniziative direttamente a individui e altri soggetti interessati al loro finanziamento. Nel corso degli anni questi portali si sono evoluti dando vita a modelli diversi a seconda del tipo di ricompensa (reward) offerta al sostenitore. Alcune permettono di investire direttamente in una società (i.e. startup) e di riceverne in cambio quote del capitale sociale (equity based). Altre invece (lending based) consentono di mettere in relazione soggetti interessati a prestare denaro con chi ha necessità di disporre di risorse per sostenere la propria attività o far fronte a bisogni di carattere finanziario. Infine, troviamo quelle basate sul modello della donazione (donation based), dove l' utente effettua esclusivamente un' erogazione a fondo perduto per il sostegno a cause sociali senza ricompensa, se non quella simbolica. Proprio quest' ultima è la tipologia che sta alla base delle tantissime iniziative nate a sostegno delle realtà che stanno affrontando la crisi emergenziale in queste settimane. Pur non disponendo di un dato globale relativo all' ammontare raccolto dalle campagne attivate sulle diverse piattaforme, sulla sola Gofundme, uno dei principali players, sono transitate oltre 600mila donazioni per un totale di circa 15 milioni raccolti. In questo senso la tecnologia costituisce un potente vettore grazie anche alla facilità di funzionamento delle piattaforme stesse, che permettono ai donatori di creare campagne ad hoc identificando la finalità dell' iniziativa, l' obiettivo economico da raggiungere e l' ente o organizzazione per il quale si stanno raccogliendo fondi. Sebbene non richiesta da tutti i portali, la validazione della campagna da parte del beneficiario finale può rappresentare un elemento determinante per garantire l' affidabilità e la veridicità dell' operazione anche con riguardo all' utilizzo delle somme raccolte. Pur rappresentando un fenomeno relativamente nuovo, il crowdfunding è già stato parzialmente normato dal Legislatore, sia sul piano generale, sia tributario, dapprima con il Dl n. 179/2012 per l' equity crowdfunding e poi con le modifiche al Tuir per il lending crowdfunding. Sul piano fiscale, di recente, il "Cura italia" ha ampliato le disposizioni del Tuir consentendo anche a chi dona per l' emergenza Covid-19, tramite piattaforme di crowdfunding di beneficiare per il solo 2020

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[§25617486§] giovedì 07 maggio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

di una detrazione Irpef del 30% fino ad un massimo di 30mila euro per persone fisiche (ed enti non commerciali) e di una deducibilità integrale per i soggetti titolari di reddito d' impresa. Al riguardo, l' agevolabilità o meno dell' erogazione dipenderà dal beneficiario finale della stessa: se i fondi raccolti tramite la piattaforma saranno devoluti a un ente rientrante tra quelli che possono fruire di erogazioni agevolate in base alle attuali misure in vigore, il donante avrà diritto alla relativa agevolazione. In tal caso il gestore della piattaforma dovrà rilasciare una ricevuta che attesti il versamento delle somme all' ente beneficiario (Risoluzione n. 21/E del 2020). Diversamente, l' erogazione non dovrebbe determinare alcun beneficio per il sovventore. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617487§] giovedì 07 maggio 2020

EutekneInfo

Fisco e Dichiarazioni

Contributi per moto elettriche estesi al 2020

Nei modelli REDDITI 2020 debutta la nuova detrazione per l' acquisto e la posa delle colonnine di ricarica dei veicoli elettrici

Il DL n. 162/2019 convertito introduce modifiche agli incentivi introdotti dalla L. 145/2018 (legge di bilancio 2019) per l' acquisto di autovetture e moto nuove a basse emissioni. L' art. 12 del DL n. 162/2019 convertito estende, infatti, anche all' anno 2020 il contributo previsto dal comma 1057 della citata legge per coloro che acquistano una moto elettrica o ibrida delle categorie L1e e L3e e contestualmente ne rottamano una di categoria euro 0, 1, 2 o 3. Il contributo è pari al 30% del prezzo di acquisto fino ad un massimo di 3.000 euro ed è corrisposto dal venditore mediante compensazione con il prezzo di acquisto. Dal 30 giugno 2019, si ricorda, l' incentivo è esteso agli acquisti di tutte le moto e i ciclomotori (anche oltre 11 kw di potenza), ed alle microcar nelle categorie L1e, L2e, L3e, L4e, L5e, L6e e L7e, se si procede alla rottamazione di veicoli di categoria euro 0, 1, 2 o 3 ( art. 10- bis del DL n. 34/2019, conv. L. n. 58/2019 ). Con riguardo al contributo spettante per coloro che acquistano un veicolo di categoria M1 nuovo di fabbrica (si tratta delle autovetture con al massimo otto posti a sedere oltre al sedile del conducente), invece, è stata abbassata la soglia massima delle emissioni di biossido di carbonio dei nuovi mezzi (da 70 a 60 CO2 g/km). L' agevolazione è prevista dai commi 1031 ss. dell' art. 1 della L. n. 145/2018 e riguarda gli acquisti (anche in locazione finanziaria) e le immatricolazioni dal 1° marzo 2019 al 31 dicembre 2021. Il prezzo del veicolo risultante dal listino ufficiale della casa automobilistica produttrice, inoltre, deve essere inferiore a 50.000 euro IVA esclusa. Il contributo è corrisposto agli acquirenti dei veicoli dal venditore mediante compensazione con il prezzo di acquisto (si tratta per l' acquirente di uno sconto sul prezzo) ed il suo importo varia a seconda che, contestualmente all' acquisto, si provveda o meno alla rottamazione di un veicolo della medesima categoria ed a seconda delle emissioni di biossido di carbonio del nuovo veicolo. Nel caso in cui, contestualmente all' acquisto del nuovo veicolo M1 si consegni per la rottamazione un veicolo della medesima categoria omologato alle classi da Euro 0 a Euro 4 (la classe Euro 0 è stata introdotta dall' art. 12 del DL 162/2019 dal 31 dicembre 2019), il contributo è pari a: - 6.000 euro se le emissioni di CO2 g/km del veicolo nuovo M1 variano da 0 a 20; - 2.500 euro con emissioni da 21 a 60 CO2 g/km dal 1° marzo 2020 ai sensi dell' art. 12 comma 2- bis del DL n. 162/2019 convertito (da 21 a 70 CO2 g/km fino al 29 febbraio 2020). In assenza della rottamazione , il contributo è pari a: - 4.000 euro con emissioni di CO2 g/km da 0 a 20; - 1.500 euro con emissioni da 21 a 60 CO2 g/km dal 1° marzo 2020 ai sensi dell' art. 12 comma 2- bis del DL n. 162/2019 convertito (da 21 a 70 CO2 g/km fino al 29 febbraio 2020). Sull' importo influisce l' eventuale rottamazione Nei modelli REDDITI 2020 , infine, debutta il nuovo bonus fiscale previsto dall' art. 16-

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[§25617487§] giovedì 07 maggio 2020

EutekneInfo

Fisco e Dichiarazioni

ter del DL n. 63/2013 (inserito dall' art. 1 comma 1039 della L. n. 145/2018) delle spese per l' acquisto e la posa in opera di infrastrutture di ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica. L' agevolazione consiste in una detrazione IRPEF/IRES del 50% per: - le spese documentate sostenute dal 1° marzo 2019 al 31 dicembre 2021; - relative all' acquisto e alla posa in opera di infrastrutture di ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica, ivi inclusi i costi iniziali per la richiesta di potenza addizionale fino ad un massimo di 7 kW (ris. Agenzia Entrate 28 febbraio 2019 n. 32 e circ. Agenzia Entrate 10 aprile 2019 n. 8 ). La detrazione spetta entro l' importo massimo detraibile pari a 3.000 euro e deve essere ripartita tra gli aventi diritto in dieci quote annuali di pari importo, fino a concorrenza dell' imposta lorda. Per beneficiare dell' agevolazione le spese sostenute per le colonnine di ricarica devono essere indicate: - nel rigo RS420 del modello REDDITI 2020 SC (RS421 se le spese sono sostenute dalla società trasparente di cui il dichiarante è socio), da riportare nel quadro RN e/o RQ; - nella colonna 7 dei righi da RP1 a RP30 del modello REDDITI 2020 SP, da riportare nel rigo RN17, campo 28; - nel rigo RP56 del modello REDDITI 2020 PF (la detrazione del 50% sarà riportata nel rigo RN15).

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[§25617488§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 8 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Deducibili al 100% le liberalità in denaro per calamità

Le cessioni gratuite in natura non entrano nelle plusvalenze e nei ricavi

Marina GaroneGabriele Sepio

Erogazioni liberali integralmente deducibili per le imprese se fatte a favore di persone colpite da calamità pubbliche. Nel dettare la disciplina delle liberalità per il contrasto all' emergenza Covid-19, il decreto Cura Italia fa rinvio all' articolo 27 della legge 133/1999, richiamando in tal modo una norma già presente nel sistema e applicabile, anche a regime, per gli interventi diretti al contrasto di catastrofi ed altri eventi straordinari. Le agevolazioni Vediamo quindi, nel dettaglio, in cosa consistono le agevolazioni della legge 133/1999 e a quali erogazioni liberali potranno continuare ad applicarsi, anche una volta terminata la fase emergenziale legata all' epidemia. Per le liberalità in denaro fatte dalle imprese a favore delle popolazioni colpite da calamità, è prevista la deducibilità integrale dal reddito, senza limiti di importo (si veda l' articolo 27 comma 1). Per le cessioni gratuite in natura, il meccanismo agevolativo è diverso, e prevede la non concorrenza alla formazione dei ricavi o delle plusvalenze al momento della fuoriuscita dei beni donati dal circuito d' impresa, con conseguente non imponibilità ai fini Ires(in questo caso si veda l' articolo 27 comma 2). Sia per le erogazioni liberali in denaro che per quelle in natura è poi esclusa l' applicazione dell' imposta sulle donazioni (ancora l' articolo 27 ma comma 3). Le condizioni Ferma restando la finalità di aiuto alle popolazioni colpite, le agevolazioni spettano a condizione che l' erogazione sia fatta dall' impresa per il tramite di specifici soggetti, individuati dal Dpcm 20 giugno 2000. Si tratta, in particolare, delle Onlus, delle organizzazioni internazionali di cui l' Italia è membro e di altre fondazioni, associazioni, comitati o enti che prevedano tra le proprie finalità interventi umanitari in favore di popolazioni colpite da calamità, nonché delle amministrazioni pubbliche, degli enti pubblici non economici e delle associazioni sindacali e di categoria. Le tipologie Con riguardo alle tipologie di intervento per le quali le liberalità devono essere effettuate, condizione per fruire dell' agevolazione è che la donazione sia indirizzata al sostegno di popolazioni colpite da eventi straordinari: nell' ambito dei soccorsi attivabili sono quindi ricompresi, per esempio, la distribuzione di alimenti, medicinali o beni di prima necessità, ma anche la messa a disposizione di servizi di assistenza umanitaria e sanitaria. Le disposizioni in questione si applicano anche per gli aiuti umanitari a favore di popolazioni colpite da calamità avvenute in altri Stati, a condizione che l' erogazione liberale sia fatta dall' impresa per il tramite dei soggetti individuati dal citato Dpcm del 20 giugno 2000. La prassi dell' agenzia delle Entrate, inoltre, ha avuto modo di precisare che rientrano tra gli interventi

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[§25617488§] giovedì 07 maggio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

agevolabili tutti gli aiuti, anche indiretti, nei confronti di popolazioni colpite da eventi calamitosi. Così, per esempio, è stata affermata la riconducibilità nell' ambito applicativo della norma di aiuti che consistano nella concessione di contributi a sostegno dell' attività di ricerca industriale, a favore di imprese con sede in territori colpiti da gravi eventi sismici. Ciò in quanto tali interventi contribuirebbero indubbiamente, con la ripresa della normale attività, al benessere della popolazione residente nei medesimi territori (risoluzione 58/E del 2013). Le misure antispreco I benefici fin qui esaminati fanno riferimento alle imposte sui redditi, mentre non sono previste dall' articolo 27 della legge 133/1999 specifiche misure ai fini Iva. Per alcune tipologie di cessioni, tuttavia, potrebbero trovare applicazione per l' impresa donante le agevolazioni previste dalla medesima legge 133/1999, o da altre disposizioni normative. È il caso, ad esempio, delle cessioni gratuite di prodotti alimentari e farmaceutici - non più commercializzati o commercializzabili - in favore di Onlus, associazioni riconosciute o fondazioni (con finalità di assistenza, beneficenza, educazione, istruzione, studio o ricerca scientifica), nonché enti non profit che realizzano attività di interesse generale: ai sensi dell' articolo 6 della legge 133/1999, i prodotti in questione si considerano distrutti ai fini Iva, consentendo così all' impresa donante di escludere l' applicazione dell' imposta in uscita e mantenere la detrazione a monte. Agevolazione, questa, ripresa e ampliata dalla cosiddetta "Legge antisprechi" (la legge 166/2016), che è stata progressivamente estesa a ulteriori categorie di prodotti, quali medicinali, prodotti per l' igiene, libri, tessili, giocattoli, elettrodomestici, computer, tablet (donati per fini di solidarietà ad enti pubblici o enti non profit che realizzano attività di interesse generale). Ai fini delle imposte sui redditi, la legge 166/2016 prevede un' agevolazione analoga a quella in tema di aiuti umanitari, stabilendo la non concorrenza alla formazione dei ricavi dei prodotti donati: in caso di cessioni gratuite rientranti nella "Legge antisprechi", potrebbe quindi rilevarsi più conveniente per l' impresa applicare la relativa disciplina, fruendo così anche della corrispondente agevolazione Iva (si veda l' articolo 16 della legge 166/2016). © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617489§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 3 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Detrazioni per persone fisiche ed enti non commerciali

Le cessioni gratuite di beni non rientrano nel reddito imponibile Ires

Marina GaroneGabriele Sepio

Per premiare e incentivare la gara di solidarietà che ha coinvolto la collettività a seguito del' emergenza coronavirus, il decreto cura Italia (Dl 18/2020) ha previsto agevolazioni fiscali per i soggetti che effettuano donazioni, in denaro o in natura in questa fase, riadattando alcuni dei vantaggi fiscali già presenti nel nostro ordinamento. Le misure contenute nell' articolo 66 del decreto si applicano solo alle erogazioni effettuate nel 2020 e a condizione che siano destinate a finanziare interventi per il contenimento/gestione dell' epidemia e non si tratti genericamente di manifestazioni di solidarietà. per I donatori I benefici sono diversi a seconda della natura del donante. Per persone fisiche ed enti non commerciali, è prevista una detrazione dall' imposta lorda pari al 30% dell' erogazione, per un massimo di 30mila euro (sul modello di quanto previsto per le erogazioni al Terzo settore dall' articolo 83 del Cts, il Codice del terzo settore). Se autore della liberalità è un' impresa, invece, l' articolo 66, comma 2 del Dl 18/2020 rinvia alle agevolazioni dell' articolo 27 della legge 133/1999, pensata per aiutare le popolazioni colpite da eventi di calamità pubblica o da altri eventi straordinari. In questo caso, è previsto un regime differenziato per le erogazioni in denaro e in natura. Le prime sono integralmente deducibili dal reddito d' impresa. Le cessioni gratuite di beni, invece, non concorrono a formare il reddito imponibile Ires in quanto non sono considerate operazioni estranee all' esercizio d' impresa. Inoltre, quale che sia l' oggetto della donazione, le erogazioni sono deducibili ai fini Irap. Sul punto, l' articolo 66 non prevede un meccanismo di disapplicazione dell' Iva per le cessioni gratuite dei beni in natura da parte delle imprese, ma secondo la lettura fornita dall' agenzia delle Entrate (circolare 8/E del 2020) potrebbe applicarsi il trattamento previsto dall' articolo 6, comma 15 della legge 133/1999 (si veda anche a pagina 8). I beneficiari La platea dei potenziali beneficiari è varia e, come precisato in via interpretativa dall' amministrazione finanziaria (circolare 8/E del 2020), è la stessa per tutti i soggetti donatori e a prescindere dall' oggetto dell' erogazione (denaro o beni in natura). In particolare, i benefici dell' articolo 66 spettano sia per le erogazioni rivolte ai soggetti espressamente elencati nel comma 1 della disposizione (ossia Stato, Regioni, enti territoriali, enti o istituzioni pubbliche, fondazioni e associazioni riconosciute e senza scopo di lucro) sia per quelle eseguite tramite gli enti richiamati dall' articolo 27 della legge 133/1999 (fondazioni, associazioni, comitati ed enti

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[§25617489§] giovedì 07 maggio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

individuati nel Dpcm 20 giugno 2020). Non solo: i medesimi incentivi riguardano le erogazioni effettuate direttamente in favore di strutture di ricovero, cura, accoglienza e assistenza, pubbliche e private, coinvolte nella gestione dell' emergenza. In altre parole, la circolare supera la confusione generata dalla disposizione normativa, che sembrava differenziare i beneficiari delle erogazioni a seconda della tipologia di donatore. protezione civile e pa Nel filone delle misure per incrementare e facilitare la solidarietà si collocano le semplificazioni introdotte dal decreto cura Italia per la Protezione civile e la pubblica amministrazione (articolo 99). Alla Protezione civile è attribuita la facoltà di aprire conti correnti dedicati alla raccolta e all' utilizzo dei fondi destinati a fronteggiare l' emergenza, esercitata nelle scorse settimane con l' attivazione di un conto per l' acquisto di dispositivi di protezione personale e di uno dedicato al sostegno delle famiglie di operatori sanitari defunti. Sulle somme accreditate è sospesa ogni azione esecutiva e sono privi di effetto i pignoramenti (di cui ai commi 7 e 8 dell' articolo 27 del Dlgs 1/2018). L' acquisto di forniture e servizi da parte del Servizio sanitario nazionale (Ssn), invece, potrà avvenire con affidamento diretto (in deroga alla disciplina dei contratti pubblici), laddove sia finanziato in via esclusiva con le donazioni effettuate da privati. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617490§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 1 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

SCELTE DA RIVEDERE

Donazioni senza il freno di norme scoordinate

Gabriele Sepio

Con l' emergenza Covid-19, le raccolte fondi si sono moltiplicate misurando il grande senso di solidarietà del Paese. Alle iniziative tradizionali, avviate da enti non profit o dalla Protezione Civile, si sono affiancate nuove forme di donazione. Le piattaforme di crowdfunding si sono popolate di campagne di sensibilizzazione, mentre le piazze virtuali dell' era digitale hanno inevitabilmente preso il posto di quelle reali. Non stupisce allora come social network e piattaforme di vendita online si siano trasformati in contenitori solidali, ospitando le tantissime iniziative trasferitesi forzosamente nel mondo digitale. Ma non è tutto. Le donazioni in natura, anche sulla spinta della riforma del Terzo settore, hanno avuto crescita esponenziale: si pensi alle donazioni di dispositivi medici e generi di prima necessità nella fase piu acuta dell' emergenza. Di fronte a questo variegato mondo della solidarietà, i contribuenti devono confrontarsi con varie disposizioni tra cui, da ultimo, quelle dei decreti emergenziali. Queste ultime, in particolare, al di là del meritevole intento, rischiano, se non attentamente valutate, di sovrapporsi a quelle esistenti ma con portata applicativa più limitata e benefici fiscali spesso ridotti. le persone fisiche 1Con l' articolo 66 del decreto legge Cura Italia, ad esempio, le persone fisiche possono erogare denaro o beni a enti pubblici, fondazioni e associazioni, ad esclusione di quelle prive di personalità giuridica con benefici fiscali analoghi a quelli previsti all' articolo 83 del Codice del Terzo settore. le imprese 2 Per le imprese, l' articolo 66 offre il vantaggio della deducibilità ai fini Irap ma rischia di far scattare l' Iva al valore normale in caso di donazione di beni diversi da alimenti e farmaci. Per questo tipo di donazioni, la legge 166/2016 (la cosidetta antisprechi) è in molti casi piu vantaggiosa, disapplicando Iva e imposte dirette per una categoria molto piu ampia di beni donabili. il modo di legiferare 3 Forse è il momento per prendere coscienza dell' importanza di legiferare su alcuni temi tenendo conto della necessità di valorizzare e semmai estendere le norme esistenti, evitando il proliferare di regole che, in un contesto come le erogazioni liberali, rischia di scoraggiare la solidarietà. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617491§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 19 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

è ora di liberare le energie dei privati

Valerio Castronovo

Ha ripreso a circolare in questi giorni, in seguito alle gravi lesioni provocate dal Covid-19 nel nostro tessuto economico, l' idea di un ritorno allo "Stato banchiere e imprenditore". Recentemente il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli ha auspicato che il decreto del governo per una iniezione di liquidità alle imprese sia il preludio di «una nuova Iri». E non mancano, nei partiti di maggioranza come in quelli dell' opposizione, quanti sono favorevoli sia alla costituzione di una grande banca statale su un modello analogo a quello delle banche d' interesse nazionale sorte durante la Grande crisi degli anni Trenta del Novecento, sia alla creazione di nuove imprese con una forte partecipazione statale, oltre a quelle già esistenti. Poiché ritengono che la "mano pubblica" debba assumere un ruolo strategico, di indirizzo e di programmazione, al fine di dar vita, dopo l' epilogo dell' attuale emergenza, a una nuova configurazione strutturale dell' economia italiana. Naturalmente, sappiamo bene che un robusto intervento dello Stato risulta oggi essenziale nel mezzo di un violento tsunami pandemico che rischia di sprofondare il Paese anche in una devastante recessione. Va pertanto dato atto al governo d' essersi impegnato, come è avvenuto in altre nazioni europee, ad attuare un cospicuo piano finanziario di soccorsi per scongiurare il pericolo di un collasso economico e di una massiccia distruzione di posti di lavoro. D' altronde, in circostanze eccezionali, spetta innanzitutto ai poteri pubblici adottare le misure più congrue e idonee per salvaguardare il bene comune e la tenuta sociale della collettività. Diverso è invece il discorso sul ruolo dello Stato per quanto riguarda le sfide che dovremo affrontare nel post-virus. Che in passato, dopo aver salvato il salvabile di gran parte del sistema bancario e industriale negli anni Trenta, l' interventismo pubblico abbia concorso successivamente, in seconda "coesistenza competitiva" con l' imprenditoria privata, pure alla straordinaria performance dell' economia italiana negli anni 50-60, è un dato di fatto indiscutibile. Ma quell' epoca è finita trent' anni fa e, se alcune imprese appartenenti alle Partecipazioni statali erano riuscite a reggere, dagli anni 70 in poi, ai gravi contraccolpi della stagflazione, altre di quell' eterogenea conglomerata che era l' Iri avevano accusato invece crescenti passività, dovute a causa anche a un carico di "oneri impropri" addebitati loro dai governi di turno. D' altro canto, le privatizzazioni avviate dal 1992-93 furono dovute all' esigenza di far cassa il più possibile per consentire all' Italia, gravata da un' ingente debito pubblico e da persistenti deficit di bilancio, di venir ammessa nell' Unione economica e monetaria europea.

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[§25617491§] giovedì 07 maggio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Ciò premesso, e tenendo presente che la nostra è un' economia trainata dall' export e operante in un mercato globale segnato da continui progressi tecnologici, occorre chiedersi se lo Stato possa svolgere realmente quella sorta di missione demiurgica, di trasformazione dell' economia e di palingenesi sociale, che alcuni vorrebbero attribuirgli. È innegabile, beninteso, che un complesso di strumenti e incentivi pubblici potranno essere utili ed efficaci anche in avvenire per assecondare lo sviluppo di servizi e infrastrutture materiali e immateriali: purché non si traducano in sovvenzioni a pioggia o in operazioni di sottogoverno e lottizzazione politica. Ma agli effetti di una crescita in forze e durevole della nostra economia, e quindi per una risalita del Pil, quel che conta è un sistema- Paese in cui gli operatori privati possano operare, senza venir paralizzati da un groviglio di pastoie burocratiche e di vetusti pregiudizi ideologici, in modo da implementare le innovazioni e gli investimenti, la progettualità e la formazione di capitale umano. Che sono altrettanti fattori decisivi per migliorare la qualità del lavoro, a crescere l' efficienza e la produttività, e rendere più competitivo il made in Italy. In tal modo sarà inoltre possibile creare le condizioni strutturali per ridurre, insieme ai divari territoriali, anche vistose disuguaglianze sia sociali sia intragenerazionali. D' altronde le prerogative e le funzioni precipue dello Stato consistono, non già in una gestione e pianificazione dell' economia, dall' alto e ipercentralista, bensì in una valida regolazione dei rapporti fra pubblico e privato, all' insegna della certezza giuridica, che eviti tanto la perpetuazione di rendite di posizione e di privilegi corporativi quanto il sopravvento di tendenze monopolistiche. E ciò al fine, tanto più necessario per la ripresa dopo il Covid-19, di un processo di sviluppo equilibrato e inclusivo con un minor impatto ambientale possibile e quindi altrettanto responsabile che sostenibile. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617492§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 11 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Impatto fiscale diversificato in base al tipo di attività

Raccolta fondi Può essere svolta da enti non profit per reperire risorse presso terzi per il finanziamento della propria attività. Sul piano operativo può essere pubblica o privata, a seconda della platea cui si rivolge, e svolta in via occasionale o continuativa Regime fiscale A seconda del tipo di raccolta e delle modalità con cui è esercitata cambia il regime fiscale applicabile ai fini delle imposte dirette e Iva. In particolare, solo le entrate derivanti da raccolte pubbliche di fondi occasionali, anche mediante offerta di beni e/o servizi di modico valore a terzi, non sono imponibili ai fini delle imposte dirette (articolo 143, comma 3, del Tuir e articolo 79 del Cts) e sono escluse dal campo di applicazione dell' Iva e da ogni altro tributo (articolo 2 del Dlgs n. 460/1997). Resta ferma la generale non imponibilità delle somme ricevute a titolo liberale, anche in occasione di manifestazioni di raccolta fondi, senza alcuna controprestazione da parte dell' ente beneficiario, a prescindere dalla dimensione pubblica o privata della raccolta Modalità Raccolte «face to face», raccolte attraverso mezzi di telecomunicazione, raccolte attraverso piattaforme esterne. In occasione della raccolta l' ente può erogare ai sovventori beni/servizi di modico valore (ad esempio, piante, frutta, merchandising) in segno di riconoscenza.

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[§25617493§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Soggetti Ires. In linea generale non sono ricomprese le donazioni in natura

L' ente non profit detta il premio per le imprese

Gabriele Sepio

Anche per i soggetti passivi Ires il Tuir prevede molteplici agevolazioni per le erogazioni liberali destinate al non profit. Le agevolazioni sono distinte per tipologia di enti beneficiari e recano diversi meccanismi di calcolo degli incentivi che spesso richiedono ai contribuenti un lavoro di comparazione al fine di individuare l' agevolazione più conveniente sotto il profilo fiscale. A parte casi sporadici (come l' articolo 14 del Dl 35/2005), la maggior parte delle misure precedenti alla riforma del Terzo settore sono limitate alle erogazioni liberali in denaro. Per le imprese, l' articolo 100 del Tuir contempla diverse ipotesi di deducibilità dal reddito delle erogazioni effettuate a particolari tipologie di enti e istituzioni. Tralasciando quelle dedicate al settore della cultura e dello spettacolo, nel prosieguo si individueranno le misure principali che possono coinvolgere gli enti non profit. Le erogazioni rivolte a persone giuridiche che perseguono esclusivamente finalità di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria, culto, ricerca scientifica sono deducibili ai fini Ires per un importo complessivamente non superiore al 2% del reddito d' impresa dichiarato (articolo 100, comma 2, lettera a). Un' alternativa più conveniente per i contribuenti che vogliano sovvenzionare la realizzazione di programmi di ricerca scientifica, ma in ambito sanitario, è quella della lettera o) dell' articolo 100. È riconosciuta la deducibilità delle erogazioni effettuate a favore dello Stato, delle Regioni, degli enti territoriali, di enti o istituzioni pubbliche, di fondazioni e associazioni riconosciute, autorizzate dal ministro della Salute con apposito decreto, che individua annualmente i soggetti che possono beneficiare delle predette erogazioni. La norma in questo caso non fissa un limite di importo, spettando al decreto indicare l' ammontare delle erogazioni deducibili per ciascun soggetto erogatore. In aggiunta, sempre per la ricerca scientifica, una deducibilità senza limiti di spesa è consentita dall' articolo 1, comma 353, legge 266/05, per i fondi trasferiti a favore di Università, fondazioni universitarie, enti di ricerca pubblici, fondazioni e associazioni riconosciute, aventi per oggetto statutario lo svolgimento o la promozione di attività di ricerca, ovvero degli enti di ricerca vigilati dal ministero dell' Istruzione. Per gli enti che si occupano di attività umanitarie/religiose all' estero, la lettera h dell' articolo 100, comma 2 accorda alle imprese donanti una deduzione per un ammontare non superiore a 30mila euro o al 2% del reddito d' impresa dichiarato in relazione alle sole erogazioni in denaro ed indirizzate ad iniziative umanitarie, religiose o laiche, gestite da fondazioni, associazioni, comitati ed enti

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[§25617493§] giovedì 07 maggio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

individuati con apposito Dpcm in Paesi non appartenenti all' Ocse. Medesima agevolazione anche per le donazioni, sempre in natura, rivolte alle Onlus, anche se in tal caso per l' impresa donante sarebbe più conveniente la deduzione introdotta dal Cts, nei limiti del 10% del reddito complessivo dichiarato e senza alcun importo massimo. Altre donazioni che potrebbero essere scelte da parte dei contribuenti in questa fase sono quelle a favore degli istituti scolastici, bisognosi di materiale per le lezioni a distanza. Al riguardo è prevista una deduzione nel limite del 2% del reddito e nella misura massima di 70mila euro annui (articolo 100, comma 2, lettera o-bis). © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617494§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 3 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

la sintesi dei benefici

Ambito di applicazione Erogazioni liberali in denaro o natura, effettuate nel 2020, per contenere e/o gestire l' emergenza Covid-19 Donatori Persone fisiche, enti non commerciali e imprese Beneficiari Stato, regioni, enti territoriali, enti o istituzioni pubbliche, fondazioni e associazioni riconosciute e senza scopo di lucro; erogazioni effettuate tramite gli enti richiamati dall' articolo 27 della legge 133/1999; strutture di ricovero, cura, accoglienza e assistenza, pubbliche e private, coinvolte nella gestione emergenza Agevolazioni Per le persone fisiche e gli enti non commerciali, detrazione Irpef pari al 30% dell' erogazione, per un massimo di 30mila euro. Per le imprese, le erogazioni in denaro sono integralmente deducibili ai fini Ires, quelle in natura non concorrono a formare il reddito imponibile. In ogni caso, le erogazioni sono deducibili ai fini Irap.

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[§25617495§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

LE università tra i beneficiARI

Ai sensi dell' articolo 10 Tuir Comma 1, lettera g): contributi, donazioni e oblazioni erogati in favore delle Ong ai sensi dell' articolo 28 della legge 49/87, per un importo non superiore al 2% del reddito complessivo; comma 1, lettera i) e l): erogazioni liberali in denaro, fino all' importo di 2 milioni di lire, per il sostentamento del clero cattolico e a favore di istituzioni religiose; comma 1, lettera l-quater): erogazioni liberali in denaro effettuate a favore di Università, enti di ricerca pubblici, l' Istituto superiore di sanità e l' Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro, nonché degli enti parco regionali e nazionali. Detrazione del 19% dall' Irpef (ai sensi dell' articolo 15 Tuir) Comma 1, lettera h) e h-bis); erogazioni liberali in denaro o in natura effettuate per attività culturali e artistiche; comma 1, lettera i): erogazioni liberali in denaro, per importo non superiore al 2% del reddito complessivo dichiarato, disposte a favore di enti che senza scopo di lucro svolgono esclusivamente attività nello spettacolo; comma 1, lettera i-ter): erogazioni liberali in denaro, per un importo annuale complessivo non superiore a 1.500 euro, disposte in favore delle società e associazioni sportive dilettantistiche; comma 1, lettera i-octies), erogazioni liberali in denaro disposte a favore degli istituti scolastici. Detrazione del 26% dall' Irpef Comma 1.1.: detrazione del 26% per le erogazioni liberali in denaro, per un importo non superiore a 30mila euro annui, effettuate a favore di Onlus, di iniziative umanitarie, religiose o laiche, gestite da enti individuati con Dpcm.

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[§25617496§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 7 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

lo «Sport bonus» per attrarre i capitali privati

Sostegno incentivato Per lo sport dilettantistico il legislatore prevede agevolazioni fiscali sia per il soggetto erogante, sia per il beneficiario (società e associazioni sportive dilettantistiche iscritte nel Registro del Coni) finalizzate a incentivare il sostegno dei soggetti privati. In questo contesto, oltre alle erogazioni derivanti da sponsorizzazioni, particolare attenzione deve essere posta alle diverse tipologie di erogazioni liberali previste dal legislatore Il nuovo strumento Accanto alle tradizionali erogazioni regolamentate dagli articoli 15 e 78 del Tuir che danno diritto a una detrazione d' imposta del 19%, con la legge n. 205/2017 il legislatore ha introdotto lo "Sport Bonus", che prevede un credito d' imposta pari al 65% dell' importo erogato a favore di società e associazioni sportive dilettantistiche, concessionarie o affidatarie di impianti sportivi pubblici, finalizzati ad interventi di manutenzione degli stessi o alla costruzione di nuovi impianti. L' entità dell' agevolazione impone alcuni adempimenti e il controllo sulla destinazione delle somme erogate, ma evidenzia la volontà di incentivare l' afflusso di capitali privati per operazioni finalizzate a manutenere gli impianti sportivi esistenti o a costruirne di nuovi.

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[§25617498§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 5 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

Fazio pose «il problema della competizione ad armi pari, tra intermediari italiani ed esteri»

Ma ci sono in Italia delle banche che possono essere divorate dal capitale straniero e delle banche che invece vanno difese?

CORRADO SFORZA FOGLIANI*

Dal 9 aprile è in vigore in Italia una forma di golden power (poteri speciali, a scudo normativo) allargata. «Al fine di contrastare l' emergenza epidemiologica da Covid-19», col decreto legge (Conte, o della liquidità) n. 23/'20 (capo III, art. 15 e segg.), la possibilità di assumere da parte del Governo ed esercitare poteri speciali in «settori di rilevanza strategica» è stata estesa, per quanto qui interessa, al settore «creditizio» (alle banche, cioè; meglio: alla difesa delle stesse dal capitale estero), e ciò quando prima (e da quando, quasi 10 anni fa, questo istituto è stato introdotto nel nostro ordinamento) era limitato alle reti elettriche nonché di telecomunicazioni e, sostanzialmente, alle sole imprese ad alta intensità di tecnologia. La spiegazione dell' allargamento l' hanno de plano data due ministri: si tratta (ha riassunto una nota dell' Ibl-Istituto Bruno Leoni) di un tassello all' interno di una strategia più ampia, volta a dotare il Paese di un «vaccino contro il virus delle scalate ostili» (Riccardo Fraccaro), nonché il «primo passo» verso «la costituzione di una nuova Iri» (Stefano Patuanelli). Lasciamo stare la vecchia Iri (fascista, si può dire?) e la nuova Iri (pentastellata, si può dire?), anche perché qualcuno dice che la nuova c' è già, è la Cassa depositi e prestiti, con le funzioni (ed i compiti) che da ultimo alla stessa sono stati conferiti. Ma con le banche (cioè: con l' aggiunta delle banche) come la mettiamo? La protezione con il golden power «sarebbe motivata da ragioni di sicurezza nazionale» ha scritto su MF (2.4.'20) un' autorevole firma del giornale, Angelo De Mattia. Che, in precedenza (31.3.'20) sempre su MF, aveva rievocato i tempi (da lui ben ricordati, per averli - anche - direttamente vissuti) del «sacro furore» contro la Banca d' Italia di Antonio Fazio, che aveva posto «il problema di una competizione ad armi pari, tra intermediari italiani e intermediari esteri». Il pensiero unico ispirato dalla finanza internazionale, allora disse (e scrisse, soprattutto) che le banche estere («già presenti in Italia in quantità superiori a quelle degli istituti italiani all' estero») avrebbero avuto (ricorda De Mattia) «effetti benefici sulle quantità e sui tassi dei finanziamenti», ma s' è poi visto che le cose sono andate esattamente all' incontrario di quanto (in buona fede?) preconizzato. E allora, oggi, senza fare «neppure la necessaria autocritica» (De Mattia), perché i giornaloni, e certi autori, nulla dicono sulla difesa (odierna) delle banche «italiane»? La risposta, purtroppo, è semplice: perché non sono più «italiane», perché le grosse banche sono tutte (chi più chi meno, ma tutte in modo sostanzialmente determinante) di proprietà del capitale estero, in tutte, i fondi speculativi esteri detengono posizioni e quantità di azioni determinanti. E la loro

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[§25617498§] giovedì 07 maggio 2020

Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

difesa è funzionale all' instaurazione in Italia di quell' oligopolio bancario al quale ormai da anni, con evidenza, il capitale estero tende. Ma - si dirà - quello di Conte è un golden power a tempo. Intanto, è la replica, si vedrà come andrà a finire dopo la fine dell' anno. Poi, soprattutto, qua non è questione di difesa provvisoria o prolungata. La questione è un' altra, ben più diversa e ben più significativa: com' è che solo oggi le banche sono diventate «di rilevanza strategica», a protezione giustificata «da ragioni di sicurezza»? Se lo sono, lo sono sempre. E se non lo sono, non lo sono mai. Non possono essere tali a intermittenza. Se quanto si sostiene oggi fosse stata (come è) cosa pacifica anche qualche anno fa, la riforma Renzi contro le Popolari (che ha consegnato al capitale estero - come si sapeva perfettamente che sarebbe capitato - fiorenti banche, facendo strame - anche - di una gran parte delle banche di territorio rimaste) non sarebbe, all' evidenza, stata mai varata. Se alcuni anni fa si fosse tenuto presente che fu il sistema delle banche di territorio (ne nacquero 320 circa - quasi tutte Popolari - solo nei 25 anni di governo della Destra unitaria, fra il 1853 e il 1878) a preservare la concorrenza fra banche (la Banca d' Italia le difendeva per questo) e a trasformare il Paese, da agricolo, in industriale, proprio finanziando quel sistema delle piccole e medie imprese che costituiva, e costituisce, la nostra ricchezza nazionale e che oggi non ha invece più riferimenti o quasi, se questo (dicevo dunque) si fosse tenuto presente, certo non si sarebbe fatto quel che si è fatto, non si sarebbe accettato supinamente il pensiero unico della finanza internazionale perfin anticipando per decreto legge il bail-in (di cui oggi non si sente neppure più parlare, ci avete fatto caso?), così che siamo stati l' unico Paese, ad oggi e credo per sempre, in cui esso è stato applicato. Sono interrogativi, e pensieri, inquietanti. Ma speriamo servano, almeno, per il futuro. La storia ci insegna che, dopo ogni pandemia (dalle antiche come quella di Costantinopoli, a quella medioevale del Boccaccio, a quella - ancora - del Manzoni, alla spagnola del secolo scorso), dopo ogni pandemia, dicevo, le cose non sono mai più andate come prima. Nel nostro secolo, speriamo sia così anche per il settore del credito. Di ricchezza bancaria, perlomeno in Italia, ne abbiamo già distrutta anche troppa. © Riproduzione riservata.

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[§25617499§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 4 Il Messaggero Fisco e Dichiarazioni

Maxi decreto impantanato gelo tra imprese e governo Tasse verso un nuovo rinvio

Slitta ancora una volta il varo della manovra da 55 miliardi. Tesoro in attesa delle nuove regole Ue Documento di Confindustria a Gualtieri: taglio dell' Irap e più incentivi. No a meno ore di lavoro

IL CASO ROMA Alla fine li convoca a palazzo Chigi, dopo aver dichiarato che contro Italia Viva «non c' è nessuna ostilità». Maria Elena Boschi, Ettore Rosato e Davide Faraone a palazzo Chigi intendono andarci di persona oggi pomeriggio per ascoltare come il presidente del Consiglio intende trovare la sintesi che permetta il varo del decreto da 55 miliardi entro la settimana. In realtà l' accordo è ancora molto lontano, gli uffici tecnici dei ministeri sono sommersi di bozze e simulazioni. Le risorse sono tante, quasi due manovre di bilancio, ma poche se si segue la linea delle richieste di ogni categoria e ministero. LA MISURA Sinora i renziani hanno funzionato un po' da capro espiatorio dei tempi lunghi e dei ritardi, ma prima le bordate del neo presidente di Confindustria Bonumi e poi le ventidue cartelle che ieri i rappresentanti delle imprese hanno lasciato a palazzo Chigi, rendono la questione un po' più complicata da gestire e i tempi si allungano. Intanto il giro di tavolo con le parti sociali è terminato. Ieri è stata la volta di Confindustria. Un incontro al quale non hanno preso parte né il premier Conte e nemmeno Carlo Bonomi, quest' ultimo perché non ancora formalmente in carica. Il direttore generale di Viale dell' Astronomia, Marcella Panucci, ha consegnato le richieste degli industriali al governo. Un lunghissimo elenco. Un' agenda alternativa a quella che sta disegnando il governo nel decreto di maggio da 55 miliardi. Un documento che marca ancora di più le distanze tra il governo e gli industriali, aumentate ulteriormente dalla proposta del ministro del lavoro Nunzia Catalfo di ridurre l' orario di lavoro a parità di stipendio. Una misura che non entrerà nel decreto, ma che è stata considerata quasi come una provocazione dal mondo delle imprese. Confindustria nel suo documento ha indicato cinque direttrici. Cinque capitoli poi declinati in misure specifiche. Il primo riguarda la responsabilità degli imprenditori. La sostanza è che se qualche dipendente si ammala di Covid, questo non dovrebbe essere trattato come un infortunio sul lavoro. C' è poi la richiesta di una maggiore libertà nell' utilizzo dei contratti a termine. Una revisione, insomma, di quel decreto dignità tanto cato al Movimento Cinque Stelle. E c' è la richiesta di detassare indennità ed erogazioni liberali dei datori ai loro dipendenti. C' è poi sui pagamenti della Pa. L' eliminazione dei vincoli all' uso dei crediti di imposta (come non avere cartelle arretrate), l' innalzamento dei limiti di compensazione delle imposte, una sospensione più lunga dei versamenti tributari e contributivi. La riduzione dell'

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[§25617499§] giovedì 07 maggio 2020

Il Messaggero Fisco e Dichiarazioni

Imu e della Tari per le attività bloccate dal lockdown. I PRESENTI C' è un capitolo sulla riduzione degli oneri, che va dalla sospensione della sugar e della plastic tax, fino alla sospensione dei termini processuali e gli accertamenti in deroga. Fino al capitolo del rilancio con la stabilizzazione triennale degli incentivi di industria 4.0. Insomma, tutto un menù di tagli di tasse, sospensioni e aiuti alle imprese. Capitoli poco presenti nel menù del decreto di maggio. Al quale Gualtieri pure continua a lavorare pancia a terra, e attende che l' Europa domani vari le nuove regole antitrust sugli aiuti di Stato. Una minima risposta proverà a darla a Confindustria. Innanzitutto rinviando fino a settembre le tasse e i contributi oggi congelati fino a giugno. Poi togliendo dal decreto la contestata norma sul pari passu, la ricapitalizzazione delle imprese attraverso l' ingresso dello Stato, sostituendola con incentivi alle ricapitalizzazioni e alle patrimonializzazioni. Gli indennizzi ci saranno, e riguarderanno le imprese fino a 5 milioni di fatturato. Avranno fino al 20% della perdita di ricavi di aprile 2020 rispetto al 2019. Al massimo saranno 83 mila euro. Andrea Bassi Marco Conti © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617501§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 3 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

FISCO LOCALE

Negozi e imprese, i giorni di chiusura tagliano la Tari

Su Imu e altri tributi rischia di saltare la moratoria generalizzata

Gianni Trovati

ROMA Arrivano le regole per gli sconti della tariffa rifiuti alle categorie economiche colpite dalla crisi. Il principio generale, fissato in una nuova delibera di Arera (la 158/2020), è piuttosto semplice: la Tari per le «utenze non domestiche», cioè per il vasto mondo che va dalle imprese al negozio sotto casa, va ridotta in proporzione ai giorni di chiusura determinati all' emergenza sanitaria. Ora la palla passa nelle mani dei Comuni, chiamati ad applicare le regole. Sugli altri tributi locali invece la nebbia domina. Perché in una riunione ieri pomeriggio al Mef sarebbe stata esaminata l' idea di evitare la moratoria per legge di sanzioni e interessi sull' Imu e sulle altre entrate, lasciando il tutto all' autonomia dei singoli Comuni: strada non semplice, che rischia di creare tanti calendari fiscali quanti sono i Comuni italiani. Sulla Tari invece la delibera dell' Authorità, che da quest' anno disciplina la «nuova Tari», è molto dettagliata. E divide il panorama delle utenze non domestiche in due grandi gruppi. Il primo è rappresentato da quelle attività, dai bar ai ristoranti, dai parrucchieri ai negozi di abbigliamento solo per fare qualche esempio, che sono state obbligate dai decreti di Palazzo Chigi con cui sono state fissate le regole del distanziamento sociale. In questo caso, i Comuni e le società di gestione dell' igiene urbana dovranno applicare lo «sconto» alla quota variabile della tariffa, quella (più importante) che in teoria misura l' utilizzo del servizio in base al principio «chi inquina paga» (la quota fissa remunera i costi generali come l' impiantistica o lo spazzamento). Sul punto la delibera è chiara, e spiega che «l' ente territorialmente competente provvede a individuare i giorni di chiusura» previsti per ciascuna delle attività economiche «sulla base dei quali applicare il fattore di correzione»: cioè lo sconto proporzionale alla chiusura. Il secondo gruppo è rappresentato dalle imprese o dagli studi professionali che hanno chiuso spontaneamente, magari perché in grado di assicurare lo Smart Working ai dipendenti. In questo caso lo sconto è facoltativo: il Comune o l' Autorità d' ambito, cioè, possono decidere non solo se prevedere o meno agevolazioni, ma sono liberi anche nell' identificarne il funzionamento: l' unica indicazione è che i tagli in bolletta siano «commisurati ai minori quantitativi di rifiuti prodotti». E qui arriva una nuova autocertificazione: perché per ottenere questi sconti facoltativi gli utenti dovranno attestare il periodo di chiusura della loro attività, e documentare la minore produzione di rifiuti. La seconda parte della delibera si occupa invece delle famiglie, e punta ad anticipare la "Tari sociale" prevista dal collegato fiscale (articolo 57-bis del Dl 124/2019) ma non ancora attuata. Anche in questo

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[§25617501§] giovedì 07 maggio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

caso si tratta di un' opzione e non di un obbligo per i Comuni, che potranno applicare la tariffa leggera alle famiglie in difficoltà economica che rispettano i requisiti previsti per i bonus socili di acqua ed elettricità. Fin qui la delibera. Che nelle intenzioni di Arera rappresenta solo il primo tempo degli sconti Tari. Perché nei giorni scorsi (Sole 24 Ore del 29 aprile) l' Authority ha chiesto a a Governo e Parlamento una serie di interventi da inserire nella manovra anticrisi per rafforzare il potere regolatorio, e finanziare gli sconti con 400 milioni di euro. I due passaggi sono cruciali, perché la Tari dovrebbe garantire la «copertura integrale dei costi del servizio»; la crisi ha ridotto questi costi, perché la raccolta è più facile e veloce quando negozi e imprese sono chiuse e le strade sono senza traffico, ma un finanziamento aggiuntivo aiuterebbe a rendere un po' più facili i calcoli dei gestori. Sul confine fra i poteri di Arera e l' autonomia dei Comuni, poi, il clima si sta scaldando, e il risultato rischia anche qui di essere un quadro (troppo) frastagliato di decisioni locali [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617502§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 5 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Nelle donazioni platea più ampia Estesi anche i benefici fiscali

Escluse solo le imprese sociali costituite in forma societaria

Filippo Dami

Uno dei principali obiettivi della riforma del Terzo settore è stato quello di favorire l' acquisizione, da parte degli enti che vi operano, dei mezzi finanziari e materiali necessari per le loro attività. Stimolando, in forza del principio costituzionale di sussidiarietà, il relativo sostegno "privato". La norma che più testimonia questo intendimento è l' articolo 83 del Dlgs 117/2017 (Cts), attraverso cui il legislatore ha disciplinato il nuovo sistema delle deduzioni e delle detrazioni spettanti a coloro che decidono di effettuare erogazioni liberali in denaro o in natura in favore degli Ets. Si tratta di una disposizione con la quale è stato completamente riordinato il sistema previgente, rispetto al quale: è stata ampliata la platea dei soggetti interessati; sono state sensibilmente rafforzate in termini quantitativi le misure di vantaggio; è stato esteso il riferimento all' oggetto della possibile dazione. I soggetti interessati Quanto al primo profilo, sono ora agevolate le erogazioni a favore di tutti gli Ets, con esclusione delle sole imprese sociali costituite in forma societaria. Si tratta di un ambito applicativo esteso che, peraltro, fino a quando arriverà l' auspicata autorizzazione comunitaria, resta circoscritto solo alle Onlus, alle organizzazioni di volontariato (Odv) e alle associazioni di promozione sociale (Aps) iscritte nei rispettivi registri. persone fisiche e giuridiche La misura di vantaggio varia a seconda che si tratti di persone fisiche, oppure di enti e società. Per le prime c' è la possibilità di scegliere tra una detrazione pari al 30% dell' erogazione (che aumenta al 35 % se il beneficiario è una Odv) calcolata su un importo complessivo non superiore a 30mila euro per ciascun periodo di imposta, oppure una deduzione nel limite del 10% del reddito dichiarato e con la possibilità di riporto quadriennale dell' eventuale eccedenza, che costituisce, invece, l' unica misura riservata ai secondi. Scontano l' applicazione di questa disciplina sia le erogazioni in denaro (rilevanti già dal 1° gennaio 2018), sia in natura (divenute "operative" grazie alla approvazione del Dm 28 novembre 2019). Quest' ultimo decreto non fornisce un' elencazione puntuale dei beni "donabili", individuando piuttosto i criteri e le modalità di valorizzazione degli stessi, il che porta a ritenere che non vi sia al riguardo alcuna limitazione sul piano "merceologico". Quindi il riferimento è a «qualsiasi bene» (e anche servizio), da considerare (ai fini del computo del beneficio fiscale spettante) sulla base del suo valore normale, definito come il prezzo mediamente praticato sul mercato per beni e servizi "analoghi", da individuarsi facendo (ove possibile) riferimento ai listini del fornitore, a quelli delle camere di commercio o alle

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[§25617502§] giovedì 07 maggio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

tariffe professionali (circolare n. 39/E del 2015). Quando il valore della cessione è superiore a 30mila euro, nell' ipotesi in cui non sia possibile definire lo stesso in termini oggettivi, il decreto ministeriale impone di produrre una apposita perizia giurata di stima non più vecchia di 90 giorni. Specifica attenzione va posta nell' ipotesi in cui il donatore sia un' impresa. In tal caso, se ad essere trasferiti sono beni strumentali, rileverà il costo residuo non ammortizzato mentre, se si tratta di beni merce, varrà il minore tra il valore normale (come sopra definito) e quello attribuito alle rimanenze in base all' articolo 92 del Tuir. Non sarà comunque mai necessaria in questo caso una perizia, visto il supporto probatorio offerto dalla contabilità. I profili impositivi L' impresa dovrà comunque considerare l' impatto della propria erogazione quanto agli altri profili impositivi. In particolare: ai fini Iva troveranno applicazione le previsioni di cui agli articoli 2, n. 4 e 10 n. 12 del Dpr 633/1972, per cui sono esenti le cessioni gratuite di beni merce a favore dei beneficiari qualificati ivi individuati e agli Ets non commerciali, mentre scontano l' imposta tutte le altre cessioni; ai fini delle imposte sui redditi, ferma la segnalata deduzione prevista dall' articolo 83 del Cts, l' erogazione genererà un ricavo imponibile, visto che manca una espressa disapplicazione dell' articolo 85 del Tuir, contenuta nella legge 166/2016 (cosiddetta antisprechi). Chi vuol beneficiare delle disposizioni sin qui analizzate deve attenersi a precisi adempimenti sul piano formale. L' erogazione in denaro va fatta con mezzi tracciabili. Quella in natura deve risultare da un atto scritto nel quale chi la effettua dovrà individuare analiticamente i beni trasferiti e il valore loro attribuito (allegando, quando richiesta, la relazione di stima), mentre il beneficiario dovrà espressamente impegnarsi a utilizzare quanto ricevuto per l' esclusivo perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. Il nodo del cumulo Infine, resta controverso il possibile cumulo dei meccanismi di vantaggio definiti dall' articolo 83 del Tuir con altre agevolazioni. Dal tenore letterale delle norme di riferimento (articoli 83, comma 4, e 81, comma 1 del Cts) e dallo spirito della riforma, parrebbe che il divieto di cumulo riguardi solo le erogazioni nei confronti dello stesso beneficiario e non le stesse verso destinatari diversi. Di diverso (ma criticabile) avviso sono le Entrate, che nella circolare n. 13/2019 hanno fatto invece riferimento, ai fini del divieto, alle «erogazioni analoghe effettuate anche a diversi beneficiari». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617503§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 5 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Le stime. Perizia giurata se si superano i 30mila euro

Per i beni bonus fiscale in base alla natura

Martina ManfredoniaGabriele Sepio

Un' alternativa alle agevolazioni legate all' emergenza Covid-19 e a quelle della legge antisprechi sono le misure per le erogazioni liberali in natura introdotte dalla riforma del Terzo settore (articolo 83 del Cts). Rispetto alle prime, il vantaggio è che l' erogazione non deve essere necessariamente circoscritta alla fase emergenziale, per cui non occorre dimostrare la relativa finalità; rispetto alla normativa antisprechi, non ci sono limitazioni sui beni che danno diritto all' agevolazione. L' unico aspetto da considerare è quello dell' ente beneficiario: attualmente possono fruire delle agevolazioni del Cts solo le erogazioni rivolte ad Onlus, Odv e Aps, mentre dopo l' istituzione del Registro unico la misura si estenderà a tutti gli enti iscritti, con la sola esclusione delle imprese sociali costituite in forma societaria diverse dalle coop sociali (si veda l' altro articolo nella pagina). I criteri di valorizzazione dei beni in natura sono definiti con apposito decreto ministeriale (Dm 28 novembre 2019), richiamato anche dall' articolo 66 del decreto Cura Italia per le erogazioni legate all' attuale situazione di crisi. Il valore da considerare per il calcolo della detrazione/deduzione spettate al contribuente varia in base al bene oggetto di erogazione. In linea generale, si utilizza il criterio del "valore normale" di cui all' articolo 9 del Tuir: prezzo o corrispettivo mediamente praticato per beni e servizi della stessa specie o similari, in condizioni di libera concorrenza e al medesimo stato di commercializzazione, nel tempo e nel luogo in sono stati acquisiti/prestati o, in mancanza, in quelli più prossimi. A tal fine, è possibile fare riferimento ai listini o tariffe del fornitore o, in mancanza, a quelli delle camere di commercio e alle tariffe professionali (Circolare n. 39/E del 2005). Tuttavia, qualora in base a tali criteri oggettivi il valore della singola erogazione non sia determinabile o superi i 30mila euro, è necessario produrre una perizia giurata di stima aggiornata a non oltre 90 giorni il trasferimento. I criteri cambiano quanto il donatore è un' impresa. In questo caso, il decreto ministeriale distingue a seconda che oggetto di erogazione siano beni strumentali o merci. Nel primo caso, l' ammontare della deduzione è determinato in base al costo residuo non ammortizzato al momento del trasferimento; mentre per le merci si fa riferimento al minor valore tra il valore "normale" e quello attribuito alle rimanenze ai sensi dell' articolo 92 del Tuir. In entrambi i casi non è prevista la perizia di stima neppure oltre i 30mila euro, trattandosi di elementi ricavabili con sufficiente precisione dalle scritture

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[§25617503§] giovedì 07 maggio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

contabili dell' ente. A differenza della legge antisprechi, il Cts non disciplina le conseguenze della fuoriuscita del bene dal ciclo aziendale ai fini Iva e delle imposte dirette, per cui si applicano le regole ordinarie. Sul primo fronte, la cessione gratuita è esente se riguarda beni merce ed è rivolta alle specifiche tipologie di enti di cui all' articolo 10, n. 12, del Dpr n. 633/1972 (enti pubblici, associazioni riconosciute o fondazioni con fine di assistenza, beneficenza, educazione, istruzione, studio o ricerca scientifica, nonché di Ets non commerciali); altrimenti sconta l' Iva in misura ordinaria. Ai fini Ires, invece, la fuoriuscita del bene potrebbe generare un ricavo imponibile in capo al contribuente, mancando una disapplicazione dell' articolo 85, comma 2, del Tuir (come invece previsto dalla normativa antisprechi). © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617504§] giovedì 07 maggio 2020

EutekneInfo

Fisco e Dichiarazioni

Precalcolate ISA, al via l' acquisizione massiva dei dati

Analogamente all' anno scorso, queste variabili sono solo in parte modificabili

È disponibile sul sito dell' Agenzia delle Entrate il programma "Richiesta Precalcolate ISA 2020", utilizzabile dagli intermediari abilitati per la compilazione dell' elenco dei contribuenti per cui viene richiesta l' acquisizione massiva dei dati delle precalcolate ISA, necessari per ottenere il punteggio di affidabilità fiscale tramite il software ISA 2020. I dati delle precalcolate sono resi disponibili nel Cassetto fiscale del contribuente e, analogamente all' anno scorso, possono essere reperiti, secondo le modalità definite dal provv. Agenzia delle Entrate n. 27762/2020 , mediante un accesso puntuale alla singola posizione, da parte del contribuente stesso o dell' intermediario abilitato da questo delegato, oppure attraverso un accesso massivo per più posizioni contemporaneamente, da parte degli intermediari abilitati muniti di apposita delega. Gli intermediari non già provvisti di delega alla consultazione del Cassetto fiscale devono acquisirne una apposita (da conservare, numerare e annotare giornalmente in un apposito registro cronologico) e devono riportare, all' atto della compilazione dell' elenco dei contribuenti per cui si richiedono i dati, tra l' altro, il numero e la data della delega e gli elementi di riscontro , definiti dall' allegato 3 al provv. n. 150163/2020 , contenuti nella dichiarazione IVA 2019 (volume d' affari, imposta a debito e imposta a credito) o, in assenza, nel modello dei dati rilevanti ai fini dell' applicazione degli ISA 2019 (ammontare dei ricavi, del reddito o della perdita indicati ai quadri F o G). Dopo la loro importazione nel software ISA, le variabili precalcolate possono essere modificate operando all' interno della sezione "Dati forniti dall' Agenzia". A questo proposito, il dato precalcolato per singola posizione ISA (come i coefficienti individuali per la stima dei ricavi/compensi e per la stima del valore aggiunto) non può essere modificato. È invece possibile modificare la variabile relativa all'"Anno di inizio attività risultante in Anagrafe Tributaria", anche se non valorizzata, e i valori delle altre variabili fornite, solo se valorizzate. I dati delle precalcolate che sono forniti dall' Agenzia delle Entrate in relazione ai diversi ISA e il loro utilizzo ai fini dei singoli indicatori (di affidabilità e di anomalia) sono stati definiti nell' allegato 96 del DM 24 dicembre 2019 , come integrato dall' allegato 9 al DM 28 febbraio 2020. Rispetto allo scorso anno, sono state rimosse , tra le altre: - le voci desumibili dalle Certificazioni Uniche (ad esempio, numero di incarichi e importo dei compensi percepiti risultanti dalla CU, numero di CU nei quali il contribuente risulta essere l' incaricato alla presentazione telematica); - i dati relativi ai redditi di ciascuno dei sette periodi precedenti e quello sul numero di periodi d' imposta in cui è stata presentata una dichiarazione con reddito negativo nei sette periodi d' imposta precedenti;

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[§25617504§] giovedì 07 maggio 2020

EutekneInfo

Fisco e Dichiarazioni

- i dati relativi ai canoni da locazione desumibili dal modello RLI. Riduzione di precalcolate e di indicatori di anomalia Ciò determina la corrispondente non operatività di alcuni degli indicatori di anomalia attivi fino all' anno scorso (ad esempio, "Reddito negativo per più di triennio" e "Corrispondenza dei canoni di locazione desumibili dal modello Registro locazione immobili con quelli dichiarati"), per il cui funzionamento sarebbe necessario il dato non importato. Relativamente all' ambito soggettivo si segnala l' introduzione, ad opera dell' art. 6 del DM 28 febbraio 2020, di una nuova causa di esclusione nei confronti dei soggetti che svolgono attività d' impresa, arte o professione partecipanti a un gruppo IVA (codice di esclusione 14 nel modello REDDITI); come per le imprese multiattività, tali soggetti, pur esclusi dagli ISA, sono comunque tenuti alla compilazione della comunicazione dei dati rilevanti (provv. n. 183037/2020 ).

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[§25617505§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 25 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

Precompilata, dai Caf già 4 mln di prenotazioni

CRISTINA BARTELLI

Per la precompilata, già 4 milioni gli appuntamenti richiesti ai Centri di assistenza fiscale (Caf). La stagione delle dichiarazioni è iniziata ieri con la disponibilità sul sito dell' Agenzia delle entrate dl modello 730 precompilato e i Caf sono già presi d' assalto dai contribuenti per prenotare gli appuntamenti da remoto e poter usufruire dei conguagli nella busta paga di luglio. Per queste ragioni la Consulta dei Caf ha inviato al presidente del consiglio, Giuseppe Conte una nota dove si avanza la richiesta di «un immediato stanziamento, atto a garantire la piena copertura economica per l' attività 730, svolta prevalentemente dai Caf, ai quali, per la scelta fatta al tempo d' imporre un tetto massimo di spesa, per l' attività dello scorso anno è stato riconosciuto solo il 56% delle dichiarazioni trasmesse, 217 su 387 milioni di euro fatturabili. Questo a tutela dei tanti posti di lavoro, nonché delle aspettative degli oltre 17 milioni di contribuenti che si rivolgono ai Caf». La consulta rendiconta che in questa fase dell' anno, i Caf impiegano il lavoro di circa 10 mila dipendenti stagionali, oltre ad altrettanti dipendenti a tempo indeterminato, senza contare il lavoro prodotto da altri 25 mila studi professionali convenzionati. Il canale dei centri di assistenza fiscale si conferma quello preferito dai contribuenti per trasmettere il 730 precompilato. Nel 2019 i Caf hanno elaborato 17.841.000 dichiarazioni dei redditi (l' 84% del totale), mentre sul fronte Isee, nel primo trimestre 2020 sono state già trasmesse all' Inps circa 3,8 milioni di Dsu (in linea con lo stesso periodo 2019). © Riproduzione riservata.

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[§25617506§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 4 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Premio fiscale contro gli sprechi per chi dona beni invenduti

Le agevolazioni non sono cumulabili con quelle previste da Cura Italia e Cts

Gabriele Sepio

Oltre alle misure introdotte per le erogazioni finalizzate a contrastare l' emergenza Covid-19, le imprese che in questa fase intendono dare un contributo per il sostegno del Paese possono beneficiare anche delle agevolazioni, in parte analoghe, previste dalla "legge antisprechi" (legge 166/2016), nonché da altre normative di settore (si vedano le pagine successive). Il provvedimento è pensato per promuovere l' economia circolare incentivando la redistribuzione di eccedenze alimentari e beni inutilizzati per fini di solidarietà. Mai come in questo momento, si tratta di una misura di sicuro interesse per gli imprenditori, molti dei quali a causa della sospensione improvvisa delle attività hanno deciso di devolvere i propri beni a enti non profit che sostengono le fasce più deboli della popolazione. È il caso, ad esempio, delle attività di ristorazione che avevano già acquistato prodotti deperibili o delle rimanenze di dispositivi elettronici (come i tablet), messi a disposizione per la didattica a distanza. Le agevolazioni sono in parte simili a quelle dell' articolo 66 del Dl cura Italia (che per certi versi si è ispirato proprio alla normativa antisprechi) ma alternative, così come non sono cumulabili con quelle previste per i beni in natura dal Codice del Terzo settore (come precisato nella relazione illustrativa al Dm 28 novembre 2019). Spetterà quindi al donatore scegliere il regime fiscale più adatto e conveniente rispetto alla propria struttura organizzativa. Sotto il profilo soggettivo, beneficiari delle erogazioni agevolate in base alla legge 166/2016 possono essere sia enti pubblici che non profit, tra i quali sono inclusi espressamente tutti gli enti del Terzo settore iscritti al Registro unico, comprese le cooperative sociali e le imprese sociali costituite in forma societaria (queste ultime sono escluse, invece, dall' ambito di applicazione dell' articolo 83 del Dlgs 117/2017). Sul lato dei donatori, invece, possono fruire delle agevolazioni solo le imprese e non, anche, la generalità dei contribuenti (persone fisiche ed enti), come avviene per le erogazioni in natura dell' articolo 66 del Dl cura Italia e del Dlgs 117/2017. Per quanto riguarda il profilo oggettivo, le misure di vantaggio sono circoscritte a un paniere di beni individuato dalla legge. In particolare, nel primo periodo di "nascita" dell' agevolazione, la stessa riguardava solo generi alimentari ed altri beni come medicinali, prodotti per la cura/igiene della persona e della casa, integratori alimentari, prodotti di cartoleria/cancelleria, libri. Poi, con l' ultimo Dl del 28 febbraio scorso, nell' ambito delle misure di sostegno per fronteggiare l' emergenza

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[§25617506§] giovedì 07 maggio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

epidemiologica sono stati inseriti anche i prodotti tessili, l' abbigliamento, i mobili e i complementi di arredo, i giocattoli, i materiali per l' edilizia inclusi i materiali per la pavimentazione, e gli elettrodomestici a uso civile e industriale, nonché pc, tv, tablet, e-reader e altri dispositivi elettronici. Le donazioni di prodotti alimentari potranno riguardare solo beni invenduti, ritirati dalla vendita per decisione aziendale, rimanenze di attività promozionali oppure beni integri ma alterati nell' imballaggio esterno, nonché alimenti prossimi alla scadenza (per esempio latte fresco e derivati) o che hanno superato il termine minimo di conservazione (per esempio pasta, biscotti). In tutti gli altri casi saranno le imprese donanti a scegliere se erogare beni non idonei alla commercializzazione oppure beni che per svariate ragioni non si intende più immettere sul mercato. Sotto il profilo fiscale, come detto l' agevolazione è in parte simile a quella introdotta dal Dl cura Italia per le erogazioni Covid-19, mentre si differenzia sostanzialmente dalla misura del Codice del Terzo settore. Nel dettaglio, anziché attribuire una deduzione di imposta al donatore, l' incentivo della legge 166 sta nel fatto che le cessioni dei beni all' articolo 16 non generano un ricavo imponibile (in deroga all' articolo 85, comma 2 del Tuir) e i costi sostenuti dall' impresa cedente restano deducibili (come avviene per le erogazioni del Dl cura Italia). Previsione, questa, assente invece per le imprese che applicano le agevolazioni del Terzo settore, per i quali trova applicazione la tassazione ordinaria dell' articolo 85, comma 2, del Tuir, salva la deducibilità dell' erogazione effettuata nei limiti previsti dalla disposizione agevolativa (articolo 83 Dlgs 117/2017). Inoltre, sempre per i prodotti della legge antisprechi è introdotto uno specifico meccanismo per la disapplicazione dell' Iva, assente nella normativa del Terzo settore e previsto per donazioni legate al Coronavirus solo in ipotesi specifiche (circolare 8/E/20). In particolare, le operazioni di cessione sono assimilate alla distruzione dei prodotti e come tali non scontano imposta. Non si applica quindi l' Iva sulle merci in uscita ed è riconosciuta la detrazione dell' imposta assolta a monte. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617507§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 30 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

L' analisi

Puzzle applicativo per la nuova esimente Cfc

RICCARDO UBALDINI

In recepimento dell' art. 7, par. 2 dell' Atad, secondo cui il regime Cfc «non si applica se la società controllata estera svolge un' attività economica sostanziale sostenuta da personale, attrezzature, attivi e locali, come evidenziato da circostante e fatti pertinenti», il decreto legislativo 142/2018 ha riformulato il comma 5 dell' art. 167 Tuir recante le c.d. «prima condizione esimente», oggi unica condizione disapplicativa alla luce della abrogazione della seconda. Secondo il nuovo impianto normativo, il regime di imputazione per trasparenza dei redditi delle Cfc non trova applicazione laddove il contribuente residente sia in grado di dimostrare che la partecipata estera svolge «un' attività economica effettiva, mediante l' impiego di personale, attrezzature, attivi e locali». A mente della nuova disposizione, il regime Cfc può essere, pertanto, disapplicato senza dover dimostrare l' «effettivo radicamento» della controllata nel mercato di sbocco e/o di approvvigionamento, previsto dalla disposizione previgente. Tale onere probatorio, introdotto dal decreto legge 1° luglio 2009, n. 78, non viene richiesto dalla normativa vigente, così come chiaramente precisato nella relazione tecnica di accompagnamento al decreto 142/2018. La nuova formulazione differisce inoltre rispetto alla previgente in quanto estende il proprio ambito di applicazione, precedentemente limitato alle partecipate che svolgono «un' effettiva attività industriale o commerciale, come sua principale attività», alle partecipate che svolgono «un' attività economica effettiva» in senso lato (la prima condizione esimente potrebbe quindi essere invocata anche dalle Cfc non strettamente industriali o commerciali). Gli impatti delle modifiche accennate sono di notevole rilevanza e pongono alcuni dubbi in merito alla decorrenza degli effetti della nuova disposizione (in vigore dal a partire dal 1° gennaio 2019, ai sensi dell' art. 13 del decreto 142/2018) in relazione alla tassazione delle riserve di utili provenienti da Cfc. In particolare, non è chiaro se la detassazione dei dividendi nella misura del 50% debba essere riconosciuta in capo al percettore residente sulla base della nuova «prima esimente» vigente all' atto della distribuzione ovvero sulla base della prima esimente vigente all' atto della maturazione degli utili. In assenza di disciplina transitoria nonché di chiari spunti interpretativi nei lavori parlamentari, è possibile ipotizzare l' applicazione retroattiva della nuova «prima esimente» (cioè riconoscimento dell' esenzione parziale alla luce dell' esimente vigente all' atto della distribuzione). Tale applicazione retroattiva pare essere la soluzione più ragionevole e ciò sulla scorta di quanto segue. Da un punto di vista letterale, infatti, l' esenzione parziale prevista dall' art. 89, co. 3 Tuir

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[§25617507§] giovedì 07 maggio 2020

Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

non sembra essere agganciata al periodo di maturazione degli utili. Dal punto di vista sistematico, inoltre, tale conclusione appare coerente con quanto affermato nel principio di diritto dell' Agenzia delle entrate n. 17 del 29 maggio 2019 ove è precisato che, ai fini della tassazione dei dividendi esteri, l' individuazione dei paesi a fiscalità privilegiata secondo le regole vigenti all' atto della maturazione dell' utile (cfr. art. 1, comma 1007 della legge di bilancio 2018) rappresenta un' eccezione al criterio generale dettato dalla circolare 35/2016 (par. 3.3.1 e par. 3.5) secondo cui la valutazione dello status della partecipata da cui provengono i dividendi deve essere condotta secondo i criteri vigenti all' atto della distribuzione; dal che, per analogia con il criterio generale dettato per la tassazione delle riserve di utili, anche la sussistenza della prima esimente dovrebbe essere apprezzata alla luce della formulazione vigente all' atto della distribuzione. Se tale soluzione trovasse conferma ministeriale, i dividendi percepiti a partire dal 2019 provenienti da partecipate estere che non integravano i requisiti della vecchia «prima esimente' e che al contrario soddisfano la nuova esimente potrebbero godere dell' esclusione parziale e del cosiddetto credito d' imposta indiretto (quest' ultimo riconosciuto, ai sensi dell' art. 3, co. 4 del decreto 147/2015, per le imposte pagate dalla società controllata estera a partire dal quinto periodo d' imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del decreto internazionalizzazione). © Riproduzione riservata.

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[§25617508§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 27 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

i dati oltre il covid-19

Quel valore pubblico che può nascere dai movimenti personali

Riccardo Oldani

I dati sui movimenti delle persone si stanno rivelando una risorsa importantissima per capire le dinamiche dell' epidemia di Covid-19. Il dibattito sul tema, in Italia, si è concentrato soprattutto sulla app Immuni per il tracciamento digitale dei contatti, ma in realtà vari team di data scientist nel nostro paese utilizzano informazioni sulla mobilità dei cittadini per studiare una serie di fenomeni connessi al contagio. Un esempio è lo studio congiunto condotto da ricercatori dell' Università Ca' Foscari di Venezia, del Politecnico di Milano, dell' Istituto per i Sistemi Complessi del Cnr e dell' Università di Brescia sulle conseguenze economiche e sociali delle restrizioni alla mobilità durante Covid-19. «Abbiamo utilizzato - spiega Walter Quattrociocchi, che coordina il laboratorio di Data science e complessità a Ca' Foscari -, dati anonimizzati forniti da Facebook sulla mobilità dei cittadini. In pratica tutto il territorio italiano è stato scomposto in una rete di nodi, corrispondenti a celle di circa 500 metri di lato. Facebook ogni otto ore conta quante persone si trovano all' interno delle celle: la differenza tra un rilevamento e l' altro ci consente di capire il traffico tra una cella e l' altra. Da qui siamo partiti per ricostruire giorno per giorno la mobilità a livello di ogni singolo comune e gli spostamenti tra un comune e l' altro». I dati così ottenuti sono stati incrociati, spiega Fabio Pammolli, professore di Economia e gestione al Politecnico di Milano, «con indicatori sintetici dello stato economico dei comuni italiani, come per esempio i dati sul reddito pro capite desunti dalle dichiarazioni Irpef». Risultato? «Dall' analisi abbiamo visto come la contrazione della mobilità tenda a essere maggiore nei comuni che hanno un reddito pro capite più basso e in quelli con indici più elevati della disuguaglianza di distribuzione del reddito. Sono due indizi dell' effetto delle misure di lockdown sulla popolazione. Non ancora una prova, per la quale occorrerebbero analisi con dati più fini, ma comunque due risultati indicativi». Di che cosa? Del fatto che un provvedimento come il lockdown, apparentemente neutrale perché uguale per tutti, possa produrre effetti asimmetrici, cioè colpire di più alcune categorie di cittadini rispetto ad altre. Questo ci dice molto del ruolo che la data science potrebbe avere in situazioni di emergenza. Mai come ora, infatti, chi è chiamato a prendere provvedimenti per il suo ruolo di governo, nazionale o locale, può verificare praticamente in tempo reale, grazie a tecnologie basate sui dati, gli effetti delle sue decisioni sui cittadini e disporre di strumenti per valutarne gli impatti e decidere eventuali correttivi.

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[§25617508§] giovedì 07 maggio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Una particolarità dello studio, e di altri simili, è l' utilizzo "secondario" di dati raccolti originariamente non per finalità di ricerca, ma per fare business, in particolare, nel caso specifico, di dati raccolti con il consenso degli utenti da Facebook allo scopo di fornire servizi alle imprese e poi resi disponibili alla ricerca attraverso il programma "Data for Good". Origini simili hanno i Covid-19 Community Mobility Reports di Google o i trend della mobilità messi online da Apple. Un altro progetto che intende misurare come è cambiato il nostro modo di spostarci è il Covid-19 Mobility Monitoring Project, condotto dalla Isi Foundation di Torino con dati anonimizzati forniti da Cuebiq, società con sede a New York ma creata da un gruppo di data scientist italiani. Cuebiq sviluppa tecnologie per estrarre dati da app di utilizzo comune e utilizzarli a fini di business, e da qualche anno ha avviato un suo "Data for Good Project" per mettere a disposizione della ricerca dataset anonimizzati. L' innovazione introdotta dall' utilizzo secondario di grandi serie di dati raccolti sul web si traduce in una forte spinta per la data science, chiamata a dotarsi di strumenti di calcolo sempre più potenti e a riconsiderare le proprie dinamiche. Osserva Ciro Cattuto, docente dell' Università di Torino, tra gli autori del report di Isi Foundation: «Si apre un nuovo scenario in cui dati personali, raccolti da soggetti privati, generano un valore pubblico. È una trasformazione che impone scelte importanti di governance, per assicurare il rispetto della privacy ma anche la valorizzazione del dato privato a vantaggio della società. Ritaglia anche un nuovo ruolo per il cittadino, che, come fonte primaria del dato, va motivato e reso partecipe del processo attraverso una nuova forma di sorveglianza partecipativa». Una rivoluzione da cui non sono escluse istituzioni e funzioni statali, come il Servizio Sanitario Nazionale, che sempre più dovranno dotarsi di competenze di computer science, di cui normalmente sono sprovviste, per sfruttare appieno il potenziale dei dati e, soprattutto, capire come utilizzarli al meglio. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617509§] giovedì 07 maggio 2020

EutekneInfo

Fisco e Dichiarazioni

Regime CFC alla prova delle catene partecipative

Va compilato il quadro RM del modello REDDITI dai soggetti residenti che possiedono direttamente la partecipazione nella controllata estera

Il regime CFC previsto dall' art. 167 del TUIR, come modificato dal DLgs. 142/2018 , si pone l' obiettivo di colpire i soggetti controllati ovunque siano residenti (in Stati Ue/SEE o in Stati extra Ue) che integrano congiuntamente le seguenti due condizioni: - sono assoggettati a tassazione effettiva inferiore alla metà di quella a cui sarebbero stati soggetti qualora residenti in Italia; - oltre un terzo dei proventi da essi realizzati si considerano passive income . Ai fini della qualifica di soggetti "controllati" non residenti è necessario, in alternativa, che: - si verifichi il controllo diretto o indiretto, anche tramite società fiduciaria o interposta persona, ai sensi dell' art. 2359 c.c. (controllo di "diritto"; controllo di "fatto", controllo "contrattuale"), oppure - oltre il 50% della partecipazione agli utili sia detenuto, direttamente o indirettamente, mediante una o più società controllate ai sensi dell' art. 2359 c.c., o tramite società fiduciaria o interposta persona. Anche solo una delle condizioni sopra illustrate è sufficiente per considerare "controllato" il soggetto estero ai fini del regime CFC. Il reddito del soggetto estero è imputato al socio residente che risulta tale alla chiusura dell' esercizio della partecipata e l' imputazione avviene a prescindere dalla circostanza che la detenzione del controllo si sia protratta per l' intero periodo di imposta. Secondo quanto previsto dall' art. 167 , comma 6 del TUIR, il reddito deve essere imputato pro quota ai soggetti residenti aventi il legame partecipativo diretto, nell' ordine sequenziale della catena di partecipazione, con l' impresa residente nel paradiso fiscale. L' effettiva tassazione avviene infatti in capo ai soggetti partecipanti, tenuti a compilare il quadro RM del modello REDDITI. Pertanto, in caso di organizzazioni societarie che prevedono una serie di partecipazioni di controllo, il reddito va imputato al primo anello della catena partecipativa che presenti i requisiti. In altri termini, qualora due soggetti residenti in Italia detengano il controllo, la normativa in commento si applica solo nei confronti del primo soggetto residente che esercita il controllo. Ipotizzando un controllo indiretto da parte di una società residente realizzato per il tramite di altre due società residenti, aventi l' una una partecipazione del 25% e l' altra del 26% nella CFC, il reddito dovrà essere imputato a tali società in proporzione alle rispettive partecipazioni. Di conseguenza, entrambe le società che possiedono la partecipazione "diretta" devono procedere alla compilazione del quadro RM. L' obbligo di compilare il quadro FC del modello REDDITI (e, quindi, di determinare il reddito imponibile in Italia del soggetto partecipato estero) grava invece sulla controllante di livello più elevato . Questo approccio trova conferma nella circ. Agenzia delle Entrate 26 maggio 2011 n. 23 ( 8.1), secondo la quale è "la società residente di ultimo livello (controllante

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[§25617509§] giovedì 07 maggio 2020

EutekneInfo

Fisco e Dichiarazioni

indiretta) a determinare, nell' ambito del quadro FC della propria dichiarazione dei redditi, il reddito della partecipata estera". Quadro FC snello in presenza di esimenti L' art. 167 comma 5 del TUIR prevede la possibilità di beneficiare dell' esclusione dal regime CFC nonostante risultino integrati tutti i requisiti di applicazione previsti dall' art. 167 del TUIR. La norma prevede, infatti, che la disciplina CFC non si applichi se il soggetto controllante residente dimostra che il soggetto controllato non residente "svolge un' attività economica effettiva , mediante l' impiego di personale, attrezzature, attivi e locali". In via facoltativa, tale dimostrazione può essere resa tramite interpello ex art. 11 , comma 1, lett. b) della L. 212/2000. Nel caso in cui il soggetto controllante abbia dato indicazione nel quadro FC della sussistenza della circostanza esimente sopra menzionata, il reddito della società controllata non deve essere assoggettato a tassazione separata nel quadro RM né imputato pro quota alle eventuali società intermedie residenti. A questi fini, nella sezione I del quadro FC si deve comunicare la mancata applicazione della tassazione per trasparenza del reddito della controllata indicando uno dei seguenti codici : - " 1 ", in caso di mancata presentazione dell' istanza di interpello e sussistenza delle condizioni per la disapplicazione della disciplina CFC; - " 2 ", in caso di presentazione dell' istanza di interpello, in assenza di risposta positiva, e sussistenza delle condizioni per la disapplicazione della disciplina CFC. In questa circostanza, esclusivamente il socio controllante ha l' obbligo: - di segnalare in dichiarazione solo l' utile o la perdita dell' esercizio o periodo di gestione del soggetto estero; - di procedere alla compilazione del solo rigo FC2 (o FC3) del quadro FC del modello REDDITI.

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[§25617510§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 3 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Tre mesi di tasse e Iva sospese, si torna a pagare il 16 settembre

Il nuovo Dl. Possibile versare in unica soluzione o in quattro rate gli oltre 20 miliardi d' imposte e contributi sospesi a marzo, aprile e maggio. Slittano anche avvisi bonari, cartelle e accertamenti

Marco MobiliMarco Rogari

Roma La ripresa dei versamenti di tasse e contributi sospesi nei mesi di marzo, aprile e maggio "prenota" in calendario la data del 16 settembre 2020. Uno slittamento in avanti che trascina con sé anche i pagamenti degli avvisi bonari, delle cartelle esattoriali e degli accertamenti in scadenza dal 2 marzo scorso al prossimo 31 maggio. Per l' ufficialità manca ancora il via libera del Consiglio dei ministri a quello che doveva essere il decreto di aprile e che si è ora trasformato nel decreto di maggio. Una vera e propria manovra da oltre 100 articoli, su cui il Governo e la maggioranza che lo sostiene sono alla continua ricerca di un' intesa per garantire nuovi aiuti a famiglie, professionisti e imprese. Queste ultime nell' incontro di ieri hanno chiesto all' esecutivo una sospensione ben più lunga per il versamento di tasse e contributi, almeno a fine anno. Al momento, però, la norma in corso di definizione prevede lo slittamento al 16 settembre del pagamento di tutto ciò che non è stato versato, perché sospeso, tra marzo e maggio 2020. Pagamento che potrà avvenire in unica soluzione o diluendolo in quattro rate di pari importo, con l' ultima in scadenza il prossimo 16 dicembre. Si tratta per lo Stato di rinviare incassi per oltre 20 miliardi di tasse e contributi. E l' asticella potrebbe anche salire in quanto il valore dei contributi sospesi e dovuti per il mese di aprile deve essere ancora comunicato al Mef per l' erogazione dei relativi importi compensativi. Finora sul fronte "contributivo" risultano sospesi versamenti per complessivi 6 miliardi. Per i contributi Inail il rinvio a settembre dovrebbe riguardare certamente il versamento di maggio relativo al primo quadrimestre 2020 e pari a circa un miliardo di euro. A questo, almeno nelle intenzioni, si potrebbe aggiungere l' altro miliardo atteso per il secondo quadrimestre dell' anno e dovuto nel mese di agosto dai datori di lavoro. Agli 8 miliardi di contributi se ne devono aggiungere almeno altri 12 di ritenute Irpef e Iva, almeno stando ai dati riportati nella relazione tecnica al decreto liquidità, ora all' esame della Camera, con cui sono stati posticipati a giugno i pagamenti di imposte e ritenute in scadenza da aprile e maggio. La ripresa dei versamenti di tasse e contributi riguarderà i soggetti che hanno usufruito delle sospensioni, in particolare delle filiere maggiormente colpite e dei contribuenti con volume d' affari fino a 2 milioni di euro per i pagamenti di marzo, e per imprese e professionisti con volume di affari inferiore a 50 milioni e un calo del fatturato del 33% , nonché dei soggetti con volume d' affari superiore a 50 milioni e un calo del fatturato superiore al 50 per cento, per quanto riguarda i pagamenti di aprile

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[§25617510§] giovedì 07 maggio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

e maggio. I versamenti torneranno al loro regime ordinario a partire dal mese di giugno. Mese in cui dovrebbe tornare regolare e a pieno regime anche la notifica di atti di accertamento e cartelle esattoriali. Si tratta di oltre 30 milioni di atti da notificare da giugno a dicembre ma su cui si sta cercando una soluzione urgente. L' idea è quella anticipata su queste pagine dal direttore delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ossia quella di certificare l' avvenuta lavorazione degli atti nei termini di legge, e dunque prima della fine del 2020, e prevedere la loro regolare notifica nei mesi successivi: quindi, nel 2021. Tutto però è ancora in cerca di una norma. Una norma che sembra invece essere quasi pronta è quella che prevede il credito d' imposta per le sanificazioni che sarà esteso agli enti no profit. Aiuto destinato ad essere accompagnato, se non addirittura inglobato, da un altro dei tanti bonus fiscali che, come un lungo serpentone, si snoderanno lungo il maxi-decreto in arrivo. Si tratta del tax credit per il rispetto dei protocolli siglati nelle scorse settimane sulla sicurezza negli impianti e nelle aziende. Il meccanismo allo studio dei tecnici del governo poggerebbe su una doppia opzione, che prevede anzitutto un credito d' imposta del 100% su tutte le spese sostenute per rendere sicuri i luoghi di lavoro in attuazione delle misure varate per l' emergenza Coronavirus, con l' adozione, ad esempio, di distanziatori, divisori in plexiglass, maschere protettive e via dicendo. Ma le imprese potrebbero anche sfruttare il percorso agevolato, che dovrebbe essere consentito dal decretone, facendo leva sui cospicui investimenti Inail collegati al Bando Isi con cui l' Istituto mette a disposizione delle aziende incentivi a fondo perduto per il miglioramento dei livelli di salute e sicurezza. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617511§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Vantaggi a persone fisiche ed enti non commerciali

La detrazione del 30% sostituisce le varie agevolazoni

Andrea Fatarella

Con il Codice del terzo settore (articolo 83), è stata operata una razionalizzazione e semplificazione del regime delle deduzioni e detrazioni riconosciute a fronte di erogazioni liberali, con la contestuale abrogazione delle disposizioni del Tuir che si sovrapponevano alla nuova normativa, conservando comunque nel Tuir una serie di specifiche disposizione agevolative. La normativa fiscale contenuta nel Tuir consente alle persone fisiche e agli enti non commerciali che effettuano erogazioni liberali a favore di determinate categorie di enti di avere diritto ad agevolazioni fiscali, di cui beneficiare sotto forma di detrazioni d' imposta oppure come deduzioni dal reddito imponibile. Come noto, vi è differenza tra deduzioni, che sono oneri che possono essere portati in diminuzione dal reddito complessivo, operando un risparmio pari all' aliquota massima raggiunta dal contribuente - e le detrazioni, che rilevano direttamente sull' imposta lorda, riducendo l' imposta dovuta dal contribuente. Condizione necessaria per fruire delle agevolazioni in argomento è che le erogazioni siano effettuate tramite versamento postale o bancario, carte di credito, carte prepagate, assegni bancari o circolari. Gli articoli 146 e 147 del Tuir prevedono che gli enti non commerciali possono fruire di alcune deduzioni (articolo 10, lettera g) e detrazioni (articolo 15, lettera h, i, i-octies)) previste anche per le persone fisiche. La deducibilità o la detrazione spetta sempre, a condizione che tali oneri non siano già stati considerati nella determinazione del reddito di impresa che concorre a formare il reddito complessivo. Con particolare riferimento alla possibilità di dedurre le spese inerenti le liberalità effettuate dalle persone fisiche e dagli enti non commerciali, l' articolo 10 del Tuir prevede diverse disposizioni in materia, che incentivano i vari comportamenti donativi in misura diversa. Nello specifico: i contributi, le donazioni e le oblazioni erogati in favore delle Ong ai sensi dell' articolo 28 della legge 26 febbraio 1987, n. 49, per un importo non superiore al 2% del reddito complessivo (comma 1, lettera g); le erogazioni liberali in denaro, fino all' importo di due milioni di lire (1.032,91 euro), per il sostentamento del clero cattolico e a favore di istituzioni religiose (comma 1, lettera i) e l)); le erogazioni liberali in denaro effettuate a favore di Università, enti di ricerca

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[§25617511§] giovedì 07 maggio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

pubblici, l' Istituto superiore di sanità e l' Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro, nonché degli enti parco regionali e nazionali (comma 1, lettera l-quater)). Invece, con riferimento al beneficio da fruire sotto forma di detrazione dall' imposta, l' articolo 15 Tuir prevede una detrazione dall' Irpef pari al 19% per: erogazioni liberali in denaro o in natura effettuate per attività culturali e artistiche (comma 1, lettera h) e h-bis)); erogazioni liberali in denaro, per importo non superiore al 2% del reddito complessivo dichiarato, disposte a favore di enti che senza scopo di lucro svolgono esclusivamente attività nello spettacolo (comma 1, lettera i)); erogazioni liberali in denaro, per un importo annuale complessivo non superiore a 1.500 euro, disposte in favore delle società e associazioni sportive dilettantistiche (co. 1, lett. i-ter)); erogazioni liberali in denaro disposte a favore degli istituti scolastici (comma 1, lettera i-octies)). Una detrazione più consistente, pari al 26% dall' Irpef, spetta a coloro che effettuano erogazioni liberali in denaro, per un importo non superiore a 30mila euro annui, effettuate a favore di Onlus, di iniziative umanitarie, religiose o laiche, gestite da enti individuati con Dpcm (comma 1.1.). © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617512§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 2 La Repubblica Industria 4.0

Gli industriali

"Ora un New Deal per il Lazio in crisi Ci sono 18 miliardi"

Gli imprenditori chiedono di sbloccare cantieri fermi da anni, come la Roma- Latina. E di stoppare la burocrazia

di Salvatore Giuffrida Serve un New Deal. Gli industriali laziali non chiedono allo Stato sussidi o prestiti, ma investimenti per le grandi opere: l' autostrada Roma-Latina, il raddoppio della Salaria, la chiusura dell' anello ferroviario a Roma nord e del collegamento stradale Orte- Civitavecchia. Sono cantieri in programma da anni, ma tra ricorsi, diatribe politiche e cavilli burocratici è tutto fermo. La Fase 2 potrebbe essere, secondo gli imprenditori, il momento per un piano a lungo termine di investimenti e opere pubbliche, come il New Deal di John Maynard Keynes che risollevò gli Usa dalla grande depressione del '29: gli industriali ci sperano. L' elezione in streaming del 44enne Fausto Bianchi alla guida delle piccole e medie imprese di Unindustria è l' occasione per fare il punto. Ci sono il presidente degli industriali laziali, Filippo Tortoriello, il vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe, e altri rappresentanti della principale associazione nazionale e regionale. Tutti d' accordo: non servono prestiti, ma investimenti e riforme su burocrazia e giustizia amministrativa visto che ormai l' incubo degli industriali non è più il rischio d' impresa, ma i ricorsi al Tar. I soldi ci sarebbero: i 18 miliardi sul Lazio messi da Ferrovie dello stato con Regione e governo. Il piano degli industriali comprende l' autostrada Roma-Latina, che si trascina da almeno 20 anni e collegherebbe la Pontina fino a Genova passando per l' aeroporto di Fiumicino. E la già annunciata Alta velocità fino a Frosinone con la stazione di Ferentino, ritenuta cruciale per l' industria manifatturiera della provincia ciociara il cui export in 10 anni è passato da 3,6 a 7,6 miliardi ma ora è sospesa per coronavirus. Infine gli industriali citano il raddoppio della Salaria, il completamento della Orte- Civitavecchia strategica per la A1 e il porto, la ripartenza post terremoto ad Amatrice. Tortoriello chiede un commissario per ogni opera in stand by da anni e un piano di investimenti anche su Industria 4.0. « Roma vale l' 82% del Pil del Lazio - spiega - cosa si è fatto per trasformarla in una città in grado di competere con Londra, Parigi, New York? Se fosse stato intrapreso questo percorso ci troveremmo in una situazione diversa. La Regione si è mossa con tempestività, il sistema industriale laziale non si è mai chiuso per il 43% delle imprese, in modo parziale per il 29%. Ma per tornare ai fatturati di gennaio ci vogliono due anni » . Fausto Bianchi è d' accordo. «Quasi la metà delle perdite sui ricavi sarà concentrata tra imprese in Lombardia (- 62 miliardi) e nel Lazio (- 47 miliardi): serve il modello Ponte di Genova». Fermo anche il cinema, importante pezzo di industria romana: secondo Gianpaolo Letta, vice degli

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[§25617512§] giovedì 07 maggio 2020

La Repubblica Industria 4.0

industriali laziali e ad di Medusa, per le sale la perdita tra febbraio e giugno ( quando dovrebbero riaprire) sarà di 250 milioni. E la produzione di almeno 40 film è stata interrotta: si farà sentire sui palinsesti in autunno. Il clima fra gli imprenditori non è sereno. « Non ci fermeremo qui » , ripetono. Maurizio Stirpe riassume il malcontento citando il tema dei prestiti con garanzia statale. « Servono indennizzi non prestiti: quando cala la domanda non si può affrontare il problema con prestiti che poi devono essere restituiti». © RIPRODUZIONE RISERVATA k L' opera Il cantiere della Orte-Civitavecchia.

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[§25617514§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 12 Italia Oggi Industria 4.0

in gara canzoni create dagli algoritmi

All' Eurovision canta l' intelligenza artificiale

ETTORE BIANCHI

L' Eurovision 2020 non ci sarà a causa della pandemia di Covid-19. Sarà sostituito da un festival di musica composta dall' intelligenza artificiale (AI): l' AI Song Contest. Mai visto prima. Il coronavirus, insensibile alla passione di milioni di telespettatori per l' , festival musicale internazionale diventato una tradizione dopo 64 anni, ha costretto gli organizzatori ad annullare l' edizione 2020. Ma la sostituzione è già pronta. Tredici canzoni di sette Paesi europei e dell' si affronteranno in una competizione inedita, completamente digitale e robotizzata: tutte sono state composte dall' intelligenza artificiale. L' AI Song Contest riunisce musicisti, artisti, scienziati e sviluppatori con l' obiettivo di esplorare il potere creativo degli algoritmi e l' influenza che l' intelligenza artificiale potrà avere, in futuro, sull' industria della musica. Il pubblico è invitato a votare su Internet la sua canzone preferita fino al 10 maggio. Il vincitore sarà designato due giorni dopo, successivamente alla valutazione delle canzoni da parte di tre esperti. © Riproduzione riservata.

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[§25617515§] mercoledì 06 maggio 2020

Agenda Digitale

Industria 4.0

Alla guerra con l' algoritmo, così l' AI cambia l' equilibrio geopolitico

Dai droni che agiscono in autonomia alla raccolta di dati che analizzano le emozioni del nemico, è in atto la corsa mondiale agli armamenti "smart". Ecco come agiscono le nuove tecnologie: vantaggi per l' impiego civile e rischi per l' umanità

E' l' Intelligenza artificiale la tecnologia protagonista della ricerca in ambito bellico, che impegna le risorse dei principali Paesi nel mondo. Facciamo il punto sull' avanzamento dello sviluppo del settore e sui rischi degli autonomous weapons systems. Guerra semiautomatica tra passato e futuro La guerra semiautomatica ha sempre avuto il suo fascino, fin dalla seconda metà del secolo scorso. L' operazione White Igloo condotta dalla fine degli anni '60 al 1973 in Vietnam dagli USA, risulta il primo caso documentato di guerra elettronica e militare. Operazioni all' avanguardia prevedevano l' utilizzo di ogni tipo di sensore . Da quelli olfattivi, che sarebbero dovuti essere in grado di rilevare la presenza di ammoniaca (indicatore di urina dei soldati nemici), a quelli sonori, utili per rilevare i rumori dei mezzi nemici messi in accensione. Tutti i sensori riportavano i dati tramite canali a radiofrequenza . In base ai dati stessi furono sviluppate mine anti veicolo, antiuomo, bombe chimiche e molto altro. I dati ricevuti, che nella seconda fase dell' operazione erano raccolti da aerei da ricognizione in orbita, venivano poi analizzati dagli analisti che provvedevano a stilare modelli che avrebbero consentito di predire i percorsi delle truppe nemiche e strategie relative. Costi che si aggiravano nell' ordine del miliardo di dollari (annui) dell' epoca , non servirono però agli Stati Uniti per aver successo nella lotta intrapresa nel sud-est asiatico. Ancora oggi infatti sia per gli elevatissimi costi, che per la scarsa affidabilità dei sensori questa operazione viene ritenuta dai più come fallimentare. Ma che punto siamo oggi con l' Intelligenza artificiale ? E' evidente nella vita di tutti i giorni che un certo tipo di tecnologia abbia fatto molta strada, soprattutto in settori come Sanità digitale e finanza . I governi, inoltre, investono sempre più risorse in quello che sembra essere il campo di applicazione al momento più ambito, i sistemi di arma autonomi . Come era stato per la corsa agli armamenti nucleari , protagonista della seconda metà del Novecento, così oggi abbiamo una vera e propria gara agli armamenti di intelligenza artificiale . Quest' ultima sta accelerando in maniera decisa. Vi partecipano tutte le maggiori potenze militari come USA, Israele, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia. Con la gara, ormai partita, per sviluppare armi sempre più autonome, gli stati fanno ancora maggiore affidamento sui produttori. Tecnologie sviluppate lavorando su un crescente bisogno di determinate caratteristiche. Controllo dell' uomo e sistemi automatici I sistemi militari in aria, terra e mare devono poter funzionare in numero sempre maggiore, per periodi più lunghi e in aree più ampie, con meno controllo remoto da parte di un essere umano. Questo però solleva

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[§25617515§] mercoledì 06 maggio 2020

Agenda Digitale

Industria 4.0

seri dubbi su come sia garantito il controllo dell' uomo su questi sistemi d' arma. WHITEPAPER Data Strategy: quali sono le 3 fasi principali del processo di relazione con il cliente? Big Data Big Data Michael Horowitz dell' Università della Pennsylvania paragona l' intelligenza artificiale al motore a combustione interna o all' elettricità - una tecnologia pratica dotata di una miriade di applicazioni - dividendo le sue applicazioni militari in tre categorie . Una consiste nel permettere alle macchine di funzionare senza supervisione umana . Un' altra nel processare e interpretare ampi volumi di dati . La terza nel contribuire, o addirittura nel dirigere in prima persona , le attività belliche di comando e controllo. Ma cos' è l' intelligenza artificiale? Spesso viene usata come espressione piuttosto generica e imprecisa. La verità è che l' IA è una materia molto vasta che varia dalla raccolta e processo di grandi quantità di dati al fascino dell' automazione più estrema. Le moderne tecnologie sono in grado di garantire un apprendimento davvero profondo da parte delle macchine. Queste ultime già oggi possono fare cose impossibili per gli essere umani. "Già oggi, un sistema d' intelligenza artificiale può avere prestazioni più elevate, all' interno di un combattimento aereo simulato, di quelle di un pilota militare esperto", spiega Kenneth Payne del King' s College di Londra . Nel febbraio scorso l' agenzia statunitense di progetti di ricerca avanzati per la difesa (Darpa), con la sezione che si occupa di sviluppo del settore aereo del Pentagono, ha condotto i più recenti test su una flotta di sei droni capaci di collaborare in un ambiente "ad alto rischio" , anche in assenza di un contatto con esseri umani . Come potrebbe essere in pratica una guerra semi-automatizzata? La raccolta dati dai sensori, il processo con algoritmi sempre più complessi in grado di predire le mosse del nemico sono al centro del dibattito. L' IA sta modificando la natura stessa del campo di battaglia. Il Pentagono per il 2020 ha previsto l' ingente somma di quasi 1 miliardo di dollari per lo sviluppo delle nuove tecnologie artificiali. Investimenti nel campo, quindi, non solo finalizzate a migliorare la vita di tutti i giorni ma anche a creare armi potenzialmente letali. Guerra semiautomatica, i player in campo In questo scenario ovviamente non ci sono solo gli USA, ma un altro attore internazionale fortemente presente è la Cina che punta a diventare leader nel settore entro i prossimi 10 anni. Così come la Russia , dove Putin non ha mai nascosto di subire un certo fascino sull' argomento, dichiarando che chiunque diventerà leader in questo campo avrà un controllo incontrastato sullo scenario geopolitico. Uno dei principali problemi che si pongono è proprio quello del come l' IA cambierà le guerre penetrando nei processi decisionali militari (la terza categoria descritta da Michael Horowitz), dalle unità di basso livello ai quartier generali nazionali. Ci sono già diversi prodotti sul mercato, israeliani e britannici in primis, in grado di aiutare e affiancare i comandi militari a pianificare le missioni assemblando grandi quantità di dati riguardanti variabili come la posizione del nemico, il meteo, terreno, tipo di armi in uso e molto altro tra cui persino le possibili emozioni delle truppe nemiche . Analisi che con l' utilizzo dei metodi convenzionali richiederebbero agli uomini dalle 12 alle 24 ore di lavoro. Queste piattaforme riescono ovviamente a

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[§25617515§] mercoledì 06 maggio 2020

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funzionare molto più velocemente di un cervello umano. In alcuni test le differenze sono state di 2 minuti contro le 16 ore occorse all' uomo. Ovviamente a chi si concentra sui pro sull' uso di questa tecnologia si contrappongono coloro che guardano con scetticismo all' ascesa delle " autonomous weapon systems (AWS)". Il dibattito sul loro uso per fini militari coinvolge grandi e piccole aziende in tutto il mondo ed in particolare nella Silicon Valley. Il nodo etico al centro della scena I problemi etici sono al centro della questione . Alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh lavorano spalla a spalla personale militare e ricercatori civili collaborando a progetti avanguardistici guidati dal Pentagono. Questo percorso di affiancamento si è reso necessario proprio a causa delle molte critiche piovute dal mondo accademico e non solo. Laura Nolan (ex ricercatrice di Google) ha affermato di recente, con un intervista al "The Guardian" che l' IA potrebbe avviare guerre o commettere atrocità di massa. "Pochissime persone ne parlano, ma se non stiamo attenti, robot assassini potrebbero accidentalmente iniziare una guerra lampo, distruggere una centrale nucleare e causare atrocità di massa". L' ex ricercatrice di Mountain View ha sottolineato l' indiscutibile valore di alcuni progressi fatti nel campo dei missili guidati o di sistemi di difesa antimissile, ma ha spiegato anche come questi ultimi siano però sotto il totale controllo umano, e che quindi in ogni caso vi può essere un responsabile da identificare. Difficile, invece, poter avere il controllo di sistemi governati integralmente da software, quasi impossibile poterli "addestrare" a discernere coscienziosamente tra un ribelle ed un cacciatore. Di chi sarebbe la responsabilità a quel punto in caso di un errore della macchina, basandosi questa prettamente su calcoli e apprendimento? La stessa Nolan aveva lasciato Google per concentrarsi su Project Maven , un' iniziativa sempre di Big G ma sponsorizzata dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (DARPA). Alla scadenza del contratto di progetto, 3.000 dipendenti di Google hanno firmato una petizione per protestare contro il coinvolgimento dell' azienda in un progetto di intelligenza artificiale (AI) del Dipartimento della Difesa statunitense che studia le immagini e potrebbe eventualmente essere utilizzato per migliorare gli attacchi dei droni sul campo di battaglia. Obiettivi del Project Maven Ma cosa era realmente Project Maven? Si trattava di una collaborazione tra Google e il Pentagono . Un progetto pilota per sviluppare sistemi di intelligenza artificiale per i droni militari di ultimissima generazione. Maven, conosciuto anche col semplice acronimo AWCFT ( Algorithmic Warfare Cross- Functional Team ) avrebbe avuto lo scopo di "accelerare l' integrazione delle tecnologie per il machine learning e l' elaborazione dei big data da parte del Ministero della Difesa". Nell' ambito appena descritto Google si sarebbe occupato proprio dello sviluppo di sistemi di analisi dei contenuti dei filmati catturati dai droni, non è chiaro se solo per compiti di sorveglianza o anche per dotare gli stessi di avanzate capacità di attacco autonomo tramite il riconoscimento di obiettivi sensibili. Abbiamo visto come negli ultimi 40 anni il progresso in questo campo sia stato notevole con una brusca accelerata nell' ultimo decennio. Il futuro è quindi segnato, e l' utilizzo dell' IA in campo militare sembra destinato ad aumentare. Ma d' altro canto si fa sempre più forte l'

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[§25617515§] mercoledì 06 maggio 2020

Agenda Digitale

Industria 4.0

esigenza di una regolamentazione della materia dato l' insorgere della cosiddetta dimensione etica. Sono innegabili infatti le possibili implicazioni che riguardano le ripercussioni sulla dignità umana e il principio di non discriminazione . Senza per forza voler pensare a possibili scenari di guerra, ci basti pensare che questo tipo di tecnologie sono già oggi in uso all' interno delle nostre auto, nel mondo medico diagnostico, o per dirimere questioni legali all' interno di tribunali come già succede in Estonia dove sulla base di cause già risolte vengono emessi giudizi grazie proprio all' AI. La Commissione Europea recentemente ha stilato delle linee guida in cui viene evidenziato il bisogno di avere al più presto una strategia comune atta a garantire l' etica delle intelligenze artificiali fondata su un approccio umano centrico. La strada sembra essere quella giusta, ma molto c' è ancora da fare, specie in ambito nazionale. @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617516§] mercoledì 06 maggio 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

Alleanza Nexi-Microsoft in nome dell' open banking

La filiale italiana di Redmond entra in Nexi Open, l' ecosistema di servizi, intelligenza artificiale e big data per la creazione di nuove soluzioni digitali che le banche potranno offrire ai clienti

Nexi e Microsoft Italia fanno asse sull 'open banking . La filiale italiana di Redmond entra a far parte di Nexi Open , l' ecosistema per l' open banking recentemente lanciato da Nexi che oltre a offrire i servizi digitali della PayTech, coinvolge come partner le aziende più innovative del settore tecnologico e del fintech, acceleratori, incubatori di start-up, società di consulenza e centri di ricerca. La partnership ha come obiettivo primario sfruttare le opportunità di creazione di nuovi prodotti e servizi offerte da cloud, intelligenza artificiale e i big data : tutti elementi che in ambito open banking e nei servizi finanziari in generale offrono grandi potenzialità di sviluppo. La collaborazione con Microsoft si aggiunge agli ingenti investimenti che Nexi ha già messo in campo con la creazione di un team di oltre 60 professionisti specializzati in intelligenza artificiale e advanced analytics che si occupano della creazione di prodotti altamente avanzati, come la app Nexi Business. "La partnership con Microsoft ci permette di portare a bordo di Nexi Open uno dei principali player tecnologici a livello globale - commenta Roberto Catanzaro, Business Development Director di Nexi - L' accordo non è solo una testimonianza della prospettiva internazionale che caratterizza l' ecosistema che abbiamo creato in ambito open banking, ma è anche una dimostrazione che offriamo alle nostre banche partner soluzioni concrete che permettono lo sviluppo di servizi diversi e differenzianti che allargano il perimetro della loro offerta". FORUM PA 6- 11 luglio Innovazione e trasformazione digitale per la resilienza. Scopri il nuovo FORUM PA digitale Big Data CIO Le società agiranno congiuntamente per accelerare lo sviluppo delle competenze digitali, facendo leva sui contenuti erogati dalle piattaforme Microsoft per l' e-learning . Infine le due aziende rafforzeranno la collaborazione con il programma Microsoft for Startups , iniziativa che consentirà a Nexi di accelerare la crescita di realtà innovative nel mondo Fintech grazie al supporto tecnico e di business di Microsoft, in sinergia con il ruolo di Co-founder del Fintech Hub di Milano (in partnership con Plug and Play). Grande importanza avranno quindi gli asset distintivi messi a disposizione da Microsoft, come la collaborazione con Microsoft for Startups, il programma di accelerazione per sostenere le startup, risorse e competenze digitali per l' innovazione dei servizi finanziari e eventi, workshop e incontri congiunti per individuare e sostenere le idee innovative. In particolare, metterà a disposizione i contenuti delle piattaforme Microsoft Learn e Microsoft AI Business School in diverse iniziative congiunte di formazione dedicate ai temi del digitale e Intelligenza Artificiale, tecnologie alla base di servizi innovativi, facendo leva anche sull' ampio ecosistema di partner dell' azienda. L' ingresso

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[§25617516§] mercoledì 06 maggio 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

di Microsoft in Nexi Open consente a Nexi di offrire alle proprie banche partner un' opportunità per accelerare ulteriormente la trasformazione tecnologica, per acquisire competenze digitali, per offrire prodotti e servizi sempre più personalizzati e di valore ai propri clienti, siano essi aziende o privati. "Il settore dei servizi bancari sta attraversando una fase di profonda trasformazione, abilitata da nuovi modelli di interazione digitale - dice Barbara Cominelli, Chief Operating Officer Microsoft Italia -Grazie a questa collaborazione con Nexi, possiamo accelerare l' innovazione in questo mercato, portare nuovo valore a consumatori e investitori con un approccio aperto e che coinvolga diversi attori del mercato, da quelli consolidati fino alle startup e alle nuove idee imprenditoriali, unendo le forze sui temi della formazione e delle competenze digitali necessarie per creare servizi finanziari innovativi". @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617517§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Industria 4.0

Banda larga, cambia il piano voucher Fibra: fino a 2mila euro per Pmi

Le tappe. Per le famiglie tra 200 e 500 euro. Il piano è atteso dal 2017, resta il nodo della notifica alla Ue Partenza con le scuole. Per la ripresa Colao spinge sul digitale ma vanno sbloccati 1,1 miliardi per i distretti

Carmine Fotina

ROMA Per uno dei piani pubblici più annunciati - e con i ritardi più evidenti - la ripartenza post epidemia forse rappresenta davvero l' ultima occasione. Cambia lo schema di incentivi per le connessioni a banda ultralarga, con una rivisitazione dei fondi e ancora un nuovo cronoprogramma: di fronte alle difficoltà generate dall' epidemia, spiega il documento governativo, i voucher possono venire incontro alle esigenze di connettività (smart working, teledidattica, processi aziendali). Anche nei primi confronti tra il gruppo degli esperti guidati da Vittorio Colao e le associazioni imprenditoriali l' argomento della digitalizzazione si è conquistato la prima fila. Niente di particolarmente nuovo, in realtà, perché della necessità del salto tecnologico in Italia si parla da anni e perché il primo schema di incentivi risale al 2017. Nel frattempo i target di copertura del paese al 2020 sono stati ampiamente mancati, un processo di notifica avviato alla Commissione europea è stato lasciato scadere e tutto è ricominciato da capo. Il Cobul, il comitato interministeriale per la banda ultralarga, nella riunione di martedì ha rivisto scadenze e ripartizione di risorse dando priorità alla scuola. La vecchia base - un plafond di 1,3 miliardi - è stata innalzata a 1,5 miliardi sfruttando circa 240 milioni di risparmi relativi alle gare per l' infrastruttura nelle aree bianche gestite da Infratel, la società pubblica guidata da Marco Bellezza. La ripartizione ora prevede 607 milioni per le famiglie, 516 milioni per le imprese e 4.0,4 milioni per le scuole (nella precedente suddivisione prevedeva 535,7 milioni per ciascuna delle prime due voci e 199,8 milioni per i plessi scolastici). Per le famiglie, anche su proposta del sottosegretario al Mise Mirella Liuzzi, una quota sarà vincolata ai limiti dell' indice Isee: per chi è sotto i 20mila euro si prevedono voucher da 500 euro (200 per la connettività ad almeno 30 megabit/secondo e 300 per tablet o pc in comodato d' uso). Se svincolato dai limiti Isee, il contributo scenderà a 200 euro e sarà limitato alla connettività. Per le imprese 500 euro per connettività ad almeno 30 Mbps, con tutte le tecnologie, e 2mila euro fino a 1 gigabit al secondo in fibra ottica. Sarà però determinante capire quali criteri di assegnazione verranno definiti. Infatti la prima stima limita i potenziali beneficiari a 2,17 milioni di famiglie (di cui 573mila con la formula connettività+tablet) e a 450mila imprese. Di sicuro, saranno incentivate solo nuove attivazioni e salti di capacità (da meno di 30 a 30-100 Mbps e da 30-100 a salire fino a 1 gigabit). Si parte dalla scuola, ma comunque con tempi abbastanza dilatati. Previsti a giugno i primi

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[§25617517§] giovedì 07 maggio 2020

Il Sole 24 Ore Industria 4.0

bandi di gara, con l' obiettivo di collegare 3mila plessi dei 32mila previsti entro il 2020 e i successivi fino al 2023. Per la prima fase, quella dei plessi da connettere in fibra, occorre comunque la notifica alla Commissione Ue con conseguente approvazione. E dei tempi della notifica standard bisogna tener conto anche per i voucher destinati a imprese e famiglie, con l' eccezione della parte vincolata ai limiti Isee per la quale basterà la procedura semplificata. A conti fatti, per quest' ultima categoria il governo conta di partire con le erogazioni in estate ma negli altri casi si andrà verso l' ultimo trimestre dell' anno. Un capitolo a sé riguarda le "aree grigie" del piano, quelle a più alta densità di aziende. Fin dal lancio del programma Industria 4.0 ci si chiedeva quanto fossero pronte alla svolta imprese localizzate in distretti industriali privi di un' adeguata offerta di mercato per la fibra ottica. Sono trascorsi quattro anni e il tema è ancora attuale, solo che fa molto più clamore se si invoca la digitalizzazione dell' economia come risposta alle pandemie moderne. Per gli 1,1 miliardi destinati alle "aree grigie" c' è però ancora da pazientare. Il Cobul ha preapprovato il progetto, entro giugno dovrà approvarlo in via definitiva, poi serviranno pre-notifica e notifica alla Ue ed entro l' anno si spera di poter assegnare il bando di gara. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617518§] mercoledì 06 maggio 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

Fadda: "Smart working nuova normalità, servono skill manageriali"

Il presidente di Inapp accende i riflettori sul lavoro agile: "Aumento di efficienza e benessere per i lavoratori. Ora si apre la partita organizzativa"

Lo smart working è stato il grande protagonista dell' emergenza sanitaria: il ricorso al lavoro agile ha consentito alle imprese di continuare la loro attività. In vista della fine della pandemia è necessario però iniziare a ragionare su come lo smart working può diventare la nuova normalità. Di questo parliamo con Sebastiano Fadda, presidente di Inapp , l' Istituto per le analisi delle politiche pubbliche. La pandemia è stata come una frustata che ha costretto le aziende ad adottare nuove forme di lavoro verso le quali già da tempo si orientavano studi e sperimentazioni, ma che la maggior parte delle aziende neanche prendeva in considerazione. Ora bisogna non sprecare questa occasione e fare in modo che ciò che l' emergenza ha in molti casi trasformato in semplice "telelavoro" diventi l' avvio di un processo di ristrutturazione dei processi produttivi e dell' organizzazione del lavoro. Consentono di reingegnerizzare i processi produttivi inserendo in essi forme di attività lavorative basate su flessibilità sia riguardo al luogo dove avviene la prestazione (casa, altri uffici, spazi differenziati nell' ambito degli stessi locali dell' azienda, etc), sia riguardo ai tempi di lavoro da remoto (di solito due o tre giorni a settimana, con nucleo di orario fisso e il resto variabile, pianificazione articolata a seconda dell' area di business aziendale, etc). Nei casi di strutture produttive di carattere ciber-fisico, con presenza di processi robotizzati, di macchine che dialogano con macchine, di "internet of things", si tratta di combinare adeguatamente la flessibilità del lavoro da remoto con il funzionamento di questi meccanismi. Nel caso di imprese del settore terziario sono soprattutto la connettività permanente, l' accesso condiviso ai dati dell' impresa, la possibilità di mantenere i legami con gli altri operatori a dover essere garantiti. In tutti i casi, per realizzare un vero smart working è necessario un profondo cambiamento culturale unito ad una sviluppata capacità manageriale in grado di pianificare le attività incorporando nell' azienda tutte le possibilità offerte dalle nuove tecnologie, di adottare un' ottica di valutazione riferita al risultato, più che alla "presenza", di coinvolgere e motivare tutto lo staff, di stimolare la responsabilità, la creatività e la partecipazione, di gestire una forza lavoro obiettivamente più "dispersa". Abbiamo calcolato che ci sono circa 3 milioni di lavoratori che utilizzano la formula del lavoro agile. Le aree produttive caratterizzate dal valore più alto dell' indicatore di propensione all' impiego "da remoto" sono le attività professionali, scientifiche e tecniche, quelle finanziarie ed assicurative, quelle di organizzazioni extraterritoriali, la Pubblica amministrazione e la maggior parte dei servizi professionali. Voglio ricordare che questi sono tutti settori che non sono stati coinvolti dai decreti di sospensione e che potranno continuare con la formula dello smart working. La qualità

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[§25617518§] mercoledì 06 maggio 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

del lavoro può migliorare, intanto, a causa di miglioramenti di carattere, per così dire, "logistico" (riduzione dello stress da traffico, riduzione del tempo destinato agli spostamenti, maggiore conciliazione tra attività lavorativa e impegni familiari, maggior disponibilità di tempo libero soprattutto se la riorganizzazione comporta anche una riduzione degli "orari" di lavoro, etc.); ma anche a causa di miglioramenti nell' esercizio stesso dell' attività lavorativa (riduzione della "routinarietà" delle mansioni a favore di maggior flessibilità e creatività, maggior coinvolgimento negli obiettivi di squadra, maggior valorizzazione del merito e del risultato, maggior partecipazione e coinvolgimento). Tutto questo avviene - si noti - non a scapito dell' efficienza e della produttività del lavoro, ma anzi con grande vantaggio per l' impresa che sarà capace di riorganizzarsi per un nuovo modo di produrre beni e /o servizi sulla base delle nuove tecnologie e di una nuova cultura di impresa e del lavoro. Naturalmente il miglioramento della qualità del lavoro legato allo smart working è condizionato da un lato dalla capacità dei manager di realizzare una intelligente pianificazione delle attività e un adeguamento anche fisico degli ambienti di lavoro e, d' altro lato, dalla capacità dei lavoratori "da remoto" di corrispondere alle nuove responsabilità e di superare alcuni limiti quali, per esempio, la percezione di isolamento, la presenza di distrazioni esterne e lo sconfinamento degli orari di lavoro. Un recente policy brief dell' Inapp ha dimostrato che ci sono figure professionali più esposte al rischio di infezioni e malattie, oltre al settore sanitario si trovano nel settore dell' istruzione pre- scolastica e degli asili nido che mostrano i valori di rischio di contatto più alti. Ci sono poi professioni le cui attività si possono più facilmente svolgere da casa come nell' industria finanziaria, bancaria e assicurativa, nella pubblica amministrazione e nella maggior parte dei servizi professionali. Oltre questi, proprio per l' emergenza coronavirus, c' è da considerare anche la didattica nelle scuole e nelle Università svolta completamente da remoto. Tutto questo si è potuto realizzare grazie alle tecnologie che ci consentono di svolgere dei compiti che fino a pochi anni fa potevamo fare solo dall' ufficio. Ora possiamo lavorare, mandare mail, scrivere progetti, stendere relazioni, fare meeting, perfino studiare attraverso i nostri device. Non è più importante dove siamo fisicamente ma se siamo "connessi", quindi potenzialmente sono molti i settori che sono stati e saranno impattati da questo cambiamento. Sicuramente no. Questa è una caratteristica nata con il "lockdown" e destinata a morire con esso. L' organizzazione del lavoro in smart working non prevede questo. Essa prevede il lavoro "da remoto" come complementare e non come sostitutivo del lavoro in presenza. In una ristrutturazione saggia dei processi produttivi basata sullo smart working la socialità, la collaborazione, lo spirito di gruppo, la partecipazione interattiva costituiscono tutti aspetti che devono essere rafforzati. Ma perché questo sia realizzato occorre non solo una crescita delle competenze e della cultura del lavoro da parte dei lavoratori, ma anche una grande capacità manageriale e gestionale da parte degli imprenditori e dei responsabili delle organizzazioni.

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[§25617519§] mercoledì 06 maggio 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

Ibm spinge su AI e cloud: "Velocità di risposta al mercato"

Lanciati due nuovi progetti nel corso del "Think Digital Conference 2020": Watson AiOps per diagnosi di anomalie e ripristino dei servizi. E PartnerWorld che punta a facilitare l' adozione della "nuvola" ibrida

Nuove funzionalità e servizi basati sull' Intelligenza artificiale . E nuovo programma destinato ai business partner per spingere sul multicloud ibrido di Ibm . Sono le due iniziative lanciate dall' azienda in occasione dell' evento "Think Digital Conference 2020". In particolare la nuova offerta, chiamata Ibm Watson AiOps , basata su Red Hat OpenShift, è in grado di aiutare le aziende nel rilevamento e nella diagnosi delle anomalie e nel ripristino rapido dei servizi , il cui impatto è sia di tipo reputazionale sia economico. Watson AiOps gira su ogni tipologia di cloud e collabora con un ecosistema di partner, inclusi Slack e Box . Nuove funzionalità sono introdotte anche con Accelerator for Application Modernization. "L' adozione dell' Intelligenza artificiale - fa sapere Ibm - è foriera di innegabili vantaggi. Le aziende che adotteranno soluzioni in questo ambito entro il 2024 saranno in grado di rispondere a clienti, competitor, legislatori e partner con una velocità superiore del 50% ". Annunciato anche l' Accelerator for Application Modernization with AI all' interno del servizio di Cloud Modernization di Ibm. La nuova funzionalità è progettata per consentire alle aziende di ridurre lo sforzo complessivo e i costi associati alla modernizzazione delle applicazioni . Fornisce una serie di tool progettati per ottimizzare il percorso di modernizzazione end-to-end, accelerando l' analisi e i suggerimenti delle varie opzioni di architettura e microservizi consigliate. L' acceleratore sfrutta l' apprendimento continuo e i modelli interpretabili di IA per adattarsi alle pratiche di ingegneria del software preferite dal cliente e rimanere aggiornato con l' evoluzione della tecnologia e delle piattaforme. Il programma dedicato ai partner Sai produrre valore da qualsiasi tipo di dato? AI e Security ti aiutano a farlo. E' invece dedicato all' ecosistema di partner PartnerWorld , programma che offre maggiore agilità e innovazione grazie a Ibm Cloud. Le innovazioni introdotte ampliano il programma secondo tre direttrici: Build, Service and Sell, ognuna delle quali propone offerte su misura progettate per aiutare i partner a ottenere rapidamente vantaggi significativi, supportando i clienti rispetto a strategie ibride multicloud. "Il mondo è radicalmente diverso rispetto a qualche mese fa e il contesto di mercato attuale ha accelerato la tendenza ad adottare un modello di business flessibile - spiega David La Rose, Gm, Ibm Partner Ecosystem - . In questo periodo i nostri partner commerciali continuano ad avvalersi di modelli di business basati su cloud e a rafforzare le proprie competenze digitali per rispondere alle necessità dei clienti, che devono affrontare anche nuove sfide. Il successo dei nostri partner dipende dalla loro adattabilità e ingegnosità, soprattutto nell' aiutare le imprese a superare queste

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[§25617519§] mercoledì 06 maggio 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

sfide, ora più che mai. Confidiamo sulla scelta dell' approccio cloud ibrido aperto di Ibm, che in questo periodo di incertezza potrà guidare le organizzazioni a individuare nuove modalità per risolvere i problemi". @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617520§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 29 Il Sole 24 Ore Industria 4.0

Le supercar

Il cuore nevralgico della filiera: i bolidi l' avanguardia hi tech

Simonluca Pini

Un' auto come segno di rinascita. Non solo di un costruttore automobilistico o di una zona geografica ma di un' intera nazione. è questo il compito della Maserati MC20, modello che traccia in maniera indelebile il nuovo corso del marchio del Tridente e soprattutto conferma la capacità tutta italiana di ripartire con un prodotto di assoluta eccellenza dopo un periodo di forte crisi. La Motor Valley, come l' Italia intera, ha fermato la produzione di supercar durante il lockdown ma ora è tornata al lavoro per realizzare supercar ammirate in tutto il mondo per le loro prestazioni. L' innovazione, spinta dalla passione, è il cuore di un territorio unico al mondo capace di stabilire i punti di riferimento in materia di hypercar a livello mondiale. Un esempio? Lo stabilimento Maserati di Modena diventerà il cuore nevralgico dello sviluppo dei nuovi modelli e della sperimentazione in materia di elettrificazione, partendo dalla supercar MC20 attesa al debutto entro l' anno. La supercar a motore centrale nascerà nella storica fabbrica modenese completamente aggiornata e vedrà la presenza di un telaio monoscocca in fibra di carbonio, mentre la motorizzazione dovrebbe essere un nuovo 6 cilindri biturbo realizzato internamente a cui aggiungere un' unità elettrica per comporre il sistema ibrido. Per la versione completamente elettrica si dovrà aspettare invece il 2022. Spostandosi a circa 20 km di distanza e varcando i cancelli della Lamborghini Automobili, la fibra di carbonio resta un elemento chiave di sviluppo e innovazione. A Sant' Agata Bolognese sono al lavoro sulla nuova hypercar V12 completamente progettata dalla Squadra Corse e pronta a diventare la Lamborghini più potente di sempre grazie ad una potenza di circa 830 cavalli. Battezzata SC V12, nasce su una piattaforma dedicata ed è stata pensata per un uso esclusivamente in pista sottolineato da soluzioni come l' ampio alettone posteriore o un innovativo differenziale autobloccante che migliora la trazione tra i cordoli. Se la produzione della SC V12 sarà limitata, il suv Urus continua a crescere nascendo nel nuovo impianto produttivo dove hi-tech e Industria 4.0 si uniscono alle capacità artigianali tipiche dell' azienda. Lo sviluppo di nuove tecnologie è un denominatore comune anche all' Autodromo di Modena, spesso utilizzato dai costruttori per lo sviluppo delle nuove supercar e certificato Green Circuit a conferma di come tutela dell' ambiente e automotive possano andare di pari passo. Tornando nella provincia di Modena, Maranello è ovviamente una tappa fissa per scoprire come saranno le hypercar del futuro. Il 2020 per Ferrari sarà ricordato per l' arrivo su strada della SF90, modello di serie più potente mai prodotto merito di una potenza pari a 1000 cavalli scaricati a terra dal motore

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[§25617520§] giovedì 07 maggio 2020

Il Sole 24 Ore Industria 4.0

V8 ibrido plug-in. Se le prestazioni della SF90 la portano nell' olimpo delle hypercar, con la Roma il marchio fondato da Enzo Ferrari punta a dominare il segmento delle Granturismo. Grazie all' abitacolo 2+ e ad una capacità di carico perfetta per il weekend, la novità di Maranello nasconde un lungo elenco di tecnologie sotto una carrozzeria elegante disegnata dal centro stile diretto da Flavio Manzoni. L' understatement della Roma non è certo una della qualità delle hypercar prodotte a San Cesareo sul Panaro, sede della Pagani Automobili, apprezzate invece a livello mondiale per la continua ricerca di soluzioni sempre più performanti. Le ultime novità dell' azienda fondata e diretta da Horacio Pagani si chiamano Roadster BC e Pagani Imola, rispettivamente dotate di 802 e 827 cv di potenza e realizzate su monoscocca in Carbo-Titanio HP62 G2 e Carbo-Triax HP62. La Roadster BC arriverà a metà 2020 e per lo stesso periodo saranno consegnate anche le 5 Pagani Imola prodotte. Parlando di materiali compositi non ci si può dimenticare di Dallara, azienda in provincia di Parma diventata leader mondiale nella produzione di componenti in fibra destinati ai maggiori campionati a due e quattro ruote spaziando dalla MotoGp alla Formula 1 e anche produttore di supercar. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617521§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 23 La Stampa Industria 4.0

SPAZI CHIUSI COME NEGLI ANNI OTTANTA, MA DI PLEXIGLASS: SONO LE NUOVE MISURE DETTATE DALL' EMERGENZA SANITARIA

L' open space vittima del virus

Torna l' ufficio cubicolo di Bartleby e di Fantozzi

CATERINA SOFFICI

Caterina Soffici Londra Davvero torneremo nell' odiato cubicolo? Davvero questo virus ci riporterà a piè pari negli anni Ottanta, in quei due metri quadrati dove ogni impiegato macerava le proprie frustrazioni tra pareti divisorie ricoperte di tristi tessuti color carta da zucchero, con la puntina sulla foto della famiglia in riva al mare e il calendario omaggio della banca? Pare di sì. I divisori saranno però in plexiglass, un materiale che nessuno si filava e che adesso è diventato il più richiesto di questa nuova era covidica. Interessanti evoluzioni. O involuzioni, a seconda dei punti di vista. Perché, da sempre, il luogo in cui noi umani trascorriamo le otto ore canoniche del lavoro dipendente, definisce chi siamo nella società, ma anche a che tipo di società apparteniamo. E dopo la quarantena e la solitudine chiusi tra le quattro mura domestiche, doversi di nuovo rinchiudere, seppure in pareti di plexiglass, non è una prospettiva. Stando soprattutto a quanto racconta il ricercatore Nikil Saval in Cubed, The Secret History of the Work Space, un saggio uscito nel 2014 e subito segnalato tra i libri degni di attenzione dal New York Times, ma che torna utile e attuale oggi per capire cosa è accaduto e prevedere cosa potrebbe accadere. I cubicoli, spiega Saval, apparvero negli uffici americani negli anni Sessanta grazie all' idea del designer anticonformista Robert Propst, il quale credeva che progettare uffici modulari e flessibili avrebbe incoraggiato la personalizzazione, il movimento e le interazioni tra impiegati. Erano gli anni delle rivoluzioni e delle utopie. Liberiamo l' uomo dalla schiavitù del lavoro (e del mal di schiena da scrivania). In verità non è stato così. Il cubicolo è diventato un sinonimo di impiegato in gabbia, del pollo in batteria, irreggimentato e impersonale, e la monotona vita da scrivania ha ispirato ironia e stereotipi. Il cubicolo ha ispirato sit com, film e serie televisive (vedi The Office), che ridicolizzano la vita d' ufficio, le varie situazioni da Fantozzi e ragionier Filini (ogni nazione ha i suoi), passando per le strisce comiche di Dilbert, la versione impiegatizia dei Peanuts. Addirittura bestseller come Exception di Christian Jurgersen, ambientato nel mondo paranoico e claustrofobico dell' ufficio cubicolare, dove gli impiegati complottano e si uccidono tra di loro. Secondo un sondaggio americano del 1997 il 93 per cento dei colletti bianchi diceva che al cubicolo avrebbero preferito un altro luogo di lavoro.

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[§25617521§] giovedì 07 maggio 2020

La Stampa Industria 4.0

Uno studio del 2013 di due ricercatori dell' Università di Sidney conferma: sei intervistati su dieci odiavano il cubicolo. Nell' interessante cavalcata a ritroso nei secoli, Saval dice che è difficile datare la nascita dell' ufficio. In linea di massima esistono uffici quando esistono documenti e scrivani che li compilano. Però i monasteri medievali o le biblioteche non si possono definire veri e propri uffici. Mentre gli Uffizi sì, perché sono il luogo dove i Medici tenevano il proprio archivio. Impiegati e uffici esistono anche nella Londra secentesca di Pepys, ma il boom si ha a metà Ottocento, quando la civiltà industriale ha bisogno di contabilizzare ii propri fatturati. Dal 1860 al 1920 è il grande salto: già nel 1855 a New York gli impiegati da ufficio sono il terzo gruppo più popoloso di lavoratori. In quegli ambienti nasce anche uno dei più celebri cubicoli della letteratura, quello dove si rintana nel suo mutismo lo scrivano Bartleby, che a ogni cosa risponde: preferirei di no. Epitome dell' impiegato senza desideri e senza identità, affascinante personaggio di cui nessuno ha mai realmente capito il mistero, Bartleby era anche un po' l' alter ego di Melville stesso, che prima di vestire i panni di Ismaele e di partire per viaggi esotici alla caccia della balena bianca era stato lui stesso un impiegato. Quindi il cubicolo sta all' impiegato come gli open space stanno ai nuovi lavori della Silicon Valley, alle start up dove tutto è circolare, dove è figo condividere, dove non si ha neppure più un proprio desk (mai chiamarlo scrivania), perché si arriva con il proprio laptop (mai chiamarlo computer) e ci si siede dove ci pare. Il nuovo modello è la sede di Apple e gli uffici di Google a Mountain View, dove addirittura non solo ci si sposta di scrivanie, ma addirittura di edificio (con bicicletta in dotazione) e ci sono ristoranti dove socializzare, luoghi per il brainstormi ng, con gadget e ping pong per attivare la creatività. Da We Work anche l' ufficio è temporaneo. Si affitta per il periodo che serve. Come sarà possibile gestire tutta questa fluidità al tempo del virus? Cose accadrà adesso a questi nuovi luoghi di lavoro? Alla Panasonic in Giappone, racconta la rivista Wired, tra le varie ipotesi, sono allo studio badge che funzionano anche come tracciamento degli spostamenti dei dipendenti. In altre aziende per garantire il distanziamento sociale si parla di telecamere che avvisano se due persone sono troppo vicine e anche di intelligenze art ificiali in grado di rilevare l' uso della mascherina. Se l' alternativa all' incubo del cubicolo è l' incubo della sorveglianza orwellian a, allora meglio stare con Bartleby: preferirei di no. - © RIPRODUZIONE RISERVATA Intelligenza artificiale e telecamera per verificare le distanze Libertà a rischio stephen schildbach/getty images KAZUHIRO NOGI/AFP via Getty Images L' emergenza Covid sembra destinata a riportare in auge negli uffici gli spazi individuali, come quelli che ebbero fortuna negli anni 80. Sopra un ufficio cubicolo in una stazione della metropolitana di Tokyo.

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[§25617522§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 24 La Stampa Industria 4.0

Il musicista tedesco morto a 73 anni, entrò nella storia della musica nel '74 con "Autobahn", lasciò il gruppo nel 2008

L' uomo che ha fatto cantare i robot

Addio a Florian Schneider dei Kraftwerk Pioniere dell' elettronica applicata al pop

BRUNO RUFFILLI

BRUNO RUFFILLI Florian Schneider è entrato nella storia della musica nel 1974, con Autobahn, uno dei singoli più lunghi mai pubblicati. Ne è uscito volontariamente nel 2008, quando ha lasciato i Kraftwerk e si è dedicato a vita privata. Eppure ieri, all' annuncio della sua morte, Twitter era tutto un brulicare di omaggi, dal produttore dei Radiohead Nigel Godrich a Midge Ure, da Giorgio Moroder a Ed Simons dei Chemical Brothers e tanti altri, persone comuni e artisti. Perché dalla nascita, nel 1970, i Kraftwerk hanno influenzato la musica dei decenni successivi come forse solo i Beatles. Dai new romantic alla techno, passando per l' ambient, il gothic, l' hip hop e mille altri generi, in tanti hanno ripreso dalla band di Düsseldorf l' idea che le macchine potessero diventare strumenti musicali. Anche David Bowie aveva omaggiato Schneider, nell' album Heroes (1977): un brano quasi totalmente strumentale è intitolato V-2 Schneider, come il musicista tedesco. La storia Schneider suonava in vari gruppi musicali tra cui una band chiamata Pissoff; l' incontro con Hütter porterà un album con il nome di Organisation: krautrock duro e puro, sperimentazioni fra jazz e avanguardia, citazioni di Stockhausen e Pierre Schaeffer. Schneider vi suonava flauto, violino e tastiere; nato nel 1947. Era figlio di Paul Schneider-Esbelen, architetto noto per il progetto dell' aeroporto di Colonia. Incidentalmente, fu lì che Brian Eno concepì l' idea di Music for Airports, il suo capolavoro ambient. I Kraftwerk («centrale elettrica») arrivano al successo nel 1974, con il loro quarto album, Autobahn, che entra nella top ten americana. Radioactivity, Trans Express, The Man-Machine consolidano la loro fama di pionieri dell' elettronica applicata al pop. Nel 1983, dopo Computer World, il batterista Wolfgang Flür lascia la band, presto seguito da Karl Bartos, percussionista. Electric Café (1986) è il primo album registrato con strumenti interamente digitali; cinque anni dopo, The Mix inaugura la moda dei remix. Da allora è uscito un singolo inedito, Expo 2000, e nel 2003 l' album Tour De FranceSoundtracks, poi solo versioni rimasterizzate e reincise. «Non esisteva un pop tedesco dopo la Seconda Guerra mondiale, lo abbiamo inventato noi», commentò Hütter qualche anno fa a La Stampa. Macchine e umani Schneider e Hütter brevettano nel 1975 uno «strumento musicale elettronico a percussione», prima di tutte le batterie elettroniche, mentre al solo Schneider è attribuita la paternità del Robovox, una sorta di vocoder che permette di alterare il suono della voce. Nella visione dei Kraftwerk uomini e macchine vivono in armonia, e anzi la tecnologia libera da compiti noiosi, perdite di tempo, spese

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[§25617522§] giovedì 07 maggio 2020

La Stampa Industria 4.0

inutili. Così il momento più straniante dei loro show è il bis, quando il sipario si apre e le postazioni dei musicisti sono occupate da quattro manichini con le loro sembianze, che si producono in una danza surreale sulle note di The Robots, anno 1978. Sembra uguale all' originale ma non lo è: dei membri originali è rimasto il solo Hütter, e tutti i suoni sono digitali, campionati da quelli usati all' epoca o ricreati sui quattro computer portatili che costituiscono tutta la strumentazione della band. Lo spostamento semantico è enorme, come quando Radioactivity, che nel 1975 poteva passare per una dichiarazione d' amore per l' energia nucleare, diventa un manifesto ecologista; a capovolgerne il senso c' è una parola nel ritornello («Stop radioactivity»). Allo specchio Era il 2004: seduto a un tavolino di Hiroshima Mon Amour dopo un concerto al Lingotto, Schneider passò gran parte della notte a discutere della scena musicale torinese e di trucchetti da studio con ragazzi cinquant' anni più giovani di lui. Berretto, camicia a righe e giacca a quadretti, come un pensionato un po' eccentrico. Lo diventerà davvero qualche anno più tardi, quando chiuderà con concerti e dischi, a parte Stop Plastic Pollution, brano ecologista pubblicato nel 2015. Passerà il tempo a studiare software per la sintesi vocale e l' intelligenza artificiale, in cerca forse di un automa a sua immagine e somiglianza cui affidare la creazione di nuova musica. Come in una canzone dei Kraftwerk, Hall Of Mirrors, dove l' artista scopre il suo vero volto solo quando lo vede riflesso in uno specchio. - © RIPRODUZIONE RISERVATA Il ricordo Dal 2015 si è dedicato allo studio di software per la sintesi vocale e l' intelligenza artificiale I Kraftwerk in concerto a Düsseldorf; nei bis le postazioni dei musicisti erano occupate da automi con le loro sembianze impegnati in una danza sulle note di The Robots (1978). Sotto, Florian Schneider.

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[§25617523§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 29 Corriere della Sera Industria 4.0

Più o meno

La pandemia vista da Silicon Valley

DANILO TAINO STATISTICS EDITOR

In giorni di virus, l' immenso numero di dati riguardanti lo sviluppo della pandemia nel mondo è diventato un argomento di conversazione come non era mai successo. Un' attenzione ai numeri spesso ansiogena, quasi sempre poco chiara. Non solo per i comuni cittadini ma per gli stessi scienziati. Un po' per la disomogeneità della raccolta dei dati ma anche per il loro incredibile numero. La quantità d' informazioni rende la loro lettura meno semplice ma, se si riesce a compierla, enormemente più interessante e precisa. L' incrocio di Big Data e Intelligenza Artificiale è dunque diventato un territorio obbligatorio da percorrere se dell' attuale crisi si vorrà capire il più e il meglio possibile. Una piattaforma interessante, per ora probabilmente la più avanzata al mondo, per mettere assieme dati di ogni tipo riferiti alla pandemia e renderli confrontabili è stata sviluppata da C3.ai, società californiana fondata dal famoso imprenditore Tom Siebel. La piattaforma, aperta a tutti ma dedicata soprattutto ai ricercatori, si chiama C3.ai Covid-19 Data Lake. È appunto un lago di dati alimentato in tempo reale da numerose fonti, dati che poi vengono aggregati, resi omogenei e presentati in un' immagine che nel web può essere consultata e alla quale si possono apportare informazioni. Si può entrare dalla «porta» delle località in cui si sviluppa il coronavirus, oppure da molti altri ingressi, ad esempio le risorse terapeutiche nel mondo o lo stato di diversi tipi di ricerca. Un lago che si alimenta continuamente di dati, dai semplici numeri a testi complicati, da messaggi voce ai video: resi leggibili, omogenei e confrontabili. Secondo l' azienda, tipicamente il Data Lake riduce da tre ore a sette minuti il tempo che impiega un ricercatore a trovare, organizzare, rendere compatibili e alla fine analizzare i dati. Lanciata a fine aprile, la piattaforma ha ora 11 fonti da cui trae interi set di informazioni - dalla John Hopkins University all' Oms, dal New York Times al Milken Institute - e dal 15 maggio ne aggiungerà molte altre - tra le quali la Banca mondiale e la Protezione civile italiana. Almeno sul versante delle informazioni, della trasparenza, della collaborazione scientifica internazionale la leadership che nella crisi non svolge Washington la porta avanti Silicon Valley.

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[§25617524§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 28 Corriere della Sera Industria 4.0

La sfida dell' innovazione negli atenei del dopo-crisi

ELIO FRANZINI *, GIOVANNA IANNANTUONI ** E FRANCESCO SVELTO ***

Un evento imprevisto e distruttivo come Covid-19 può essere anche occasione per una riflessione sull' attuale organizzazione dei saperi nelle università. La moltitudine di corsi di laurea e discipline, spesso con una forte specializzazione verticale, ha sempre cercato di corrispondere, più o meno felicemente, all' articolazione delle professioni verso cui si potevano avviare le giovani generazioni: il giurista piuttosto che l' architetto o il chimico. L' interdisciplinarietà delle conoscenze, richiesta per la soluzione di svariati problemi complessi, sembra una conquista molto più recente e l' emergenza che stiamo attraversando mette a nudo una lentezza delle politiche per l' universit à. Alla pandemia siamo arrivati impreparati, ma il motivo non risiede tanto nella mancanza delle specializzazioni tecniche necessarie, bensì nella scarsa consuetudine al lavoro interdisciplinare che richiede contiguità e interazione tra esperti di diversa provenienza. Se osserviamo allora quanto sta avvenendo per cercare di governare la crisi, le risposte più efficaci si ottengono dalla integrazione delle competenze. Ad esempio, la collaborazione scientifica tra medici, matematici e informatici non solo sta fornendo sempre più accurate conclusioni sui benefici del distanziamento fisico, ma, attraverso modelli più raffinati di monitoraggio della mobilità dei cittadini, promette di dare tempestive indicazioni su una eventuale ripresa del contagio e sulle conseguenti misure da adottare. Analogamente, la collaborazione tra sociologi, economisti e statistici sta iniziando a fornire anticipazioni sugli impatti economici rispetto ai vari territori e gruppi sociali. L' unione di competenze di meccanica e sensoristica ha permesso di avviare progetti per la messa a punto di ventilatori per il supporto dei pazienti in terapia intensiva. In modo analogo per ciò che riguarda chimica, biotecnologie e scienze del farmaco nel contesto di dispositivi per la diagnosi e la terapia. E il dibattito, anche in parte lacerante e divisivo, attorno al diritto alla privacy dei cittadini rispetto alle app di tracciamento, sconta una non sufficiente consuetudine di relazione scientifica tra giuristi e medici o ingegneri. La dimensione etica, poi, può sempre essere coprotagonista dove vi siano scelte da compiere. Quelli ricordati sono soltanto alcuni esempi di dinamiche interdisciplinari, fondamentali per la soluzione di una questione complessa quale l' attuale pandemia. Eppure, anche quando si sta procedendo verso soluzioni positive, queste appaiono più come una reazione successiva al problema, piuttosto che l' esito di un' organizzazione già strutturata per un lavoro integrato. Questo ritardo può stupire se ricordiamo che, al di là dell' emergenza Covid-19, la necessità di incontro tra più discipline verso una sintesi scientifica

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[§25617524§] giovedì 07 maggio 2020

Corriere della Sera Industria 4.0

è ormai da tempo percepita anche a livello pratico. Basti pensare al campo della medicina e a quello delle tecnologie, ingegneristiche in particolare. Ma anche al rilievo enorme che hanno gli aspetti etici e giuridici nella genetica o nell' intelligenza artificiale. Le università italiane hanno già al loro interno, in buona parte, tutte queste competenze specialistiche. Che cosa manca, allora, per un atteggiamento più proattivo che trasformi il ritardo in programmazione a tutto vantaggio della società? Da un lato, l' università è purtroppo ancora vittima di un pregiudizio rispetto alla sua effettiva capacità di innovazione e viene percepita come un luogo dedicato quasi esclusivamente alla formazione: ciò si traduce in una ricerca pesantemente sotto finanziata. Dall' altro, la capacità di immettere giovani ricercatori risente di meccanismi di selezione rigidi, con gabbie circa i settori disciplinari, pensati ormai più di vent' anni fa, che non valorizzano la capacità di interazione con i colleghi di altre materie, costituendo spesso un freno per i saperi più innovativi, e dunque meno circoscrivibili. Ancor prima di comunque necessari interventi strutturali su finanziamenti e modalità di reclutamento, è tuttavia richiesto un rapido cambio di mentalità. E i problemi che in questi giorni si affacciano lo debbono favorire come non mai in passato. In questa prospettiva, il patrimonio rappresentato dalla molteplicità di competenze attivabili negli atenei multidisciplinari è cruciale per la ricerca e l' innovazione nei tempi non facili che ci attendono: non si tratta di progettare «nuovi» corsi di studio, bensì di comprendere che nel nostro ampio patrimonio formativo e scientifico va sempre più fatta emergere la possibilità di un dialogo nuovo, da cui possano nascere davvero le professioni del futuro . * Rettore Università degli Studi di Milano **Rettrice Università degli Studi di Milano Bicocca ***Rettore Università degli Studi di Pavia.

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[§25617525§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 23 Italia Oggi Industria 4.0

partnership

Open bank, Nexi insieme a Microsoft

Nexi e Microsoft Italia hanno siglato una partnership strategica per supportare banche e aziende nell' open banking. Microsoft entra a far parte di Nexi Open, l' ecosistema lanciato da Nexi che, oltre a offrire i servizi digitali della paytech, coinvolge come partner le aziende del settore tecnologico e del fintech, acceleratori, incubatori di startup, società di consulenza e centri di ricerca. L' obiettivo principale è sfruttare le opportunità di creazione di nuovi prodotti e servizi offerte da cloud, intelligenza artificiale e big data. Le due aziende uniranno le forze per accelerare lo sviluppo delle competenze digitali, facendo leva sui contenuti erogati dalle piattaforme Microsoft per l' e-learning. Sarà inoltre rafforzata la collaborazione con il programma Microsoft for Startups, che consentirà a Nexi di accelerare la crescita di realtà innovative nel mondo fintech grazie al supporto tecnico e di business di Microsoft, in sinergia con il ruolo di co- founder del Fintech Hub di Milano. © Riproduzione riservata.

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[§25617526§] giovedì 07 maggio 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

Sandei: "Intelligenza artificiale leva strategica per la ripresa"

La ceo di Almawave: "L' AI aiuterà a supportare modelli di analisi realmente predittivi, rendendo possibili nuove logiche di pianificazione e indirizzo del business e delle operations"

La pandemia da Coronavirus ha messo il turbo alla digitalizzazione di processi e attività, coinvolgendo anche aziende e consumatori finora più resistenti all' innovazione. Consentendo all' economia di restare in piedi. Di come si possa fare tesoro di questa esperienza anche nel post-emergenza ne parliamo con Valeria Sandei , ceo di Almawave . L' emergenza sanitaria ha portato alla ribalta il digitale, cambiando modello di consumo e di lavoro. Come si può mettere a valore questa trasformazione anche una volta tornati alla normalità? La trasformazione verso il digitale è in atto già da diverso tempo e oggi sta subendo una necessaria ed importante accelerazione. L' emergenza sanitaria ha dato una spinta rapidissima a questo processo, modificando all' improvviso le modalità di interazione e collaborazione sociale e lavorativa. Ritengo che i fronti sui quali il digitale possa contribuire significativamente per trarre valore anche nel post-pandemia siano molteplici, vorrei menzionarne due che in questo momento ci vedono particolarmente attivi. Il primo è il ricorso alle tecnologie di AI come leva per potenziare modelli di lavoro e di collaboration sempre più smart, passando dall' home working di oggi, al vero e proprio smart working. L' AI può infatti essere la leva per rendere le informazioni e gli asset aziendali sempre più fruibili e accessibili in modalità semplificata, ad esempio con semplici interrogazioni testuali o vocali. L' AI aiuterà inoltre sempre di più a supportare modelli di analisi non solo descrittivi ma realmente predittivi, rendendo possibili nuove logiche di pianificazione e indirizzo del business e delle operations. Il secondo fronte quale sarebbe? Un secondo grande ambito è quello dell' evoluzione del rapporto con i clienti e con i cittadini. Nei prossimi mesi questo settore vedrà uno slancio sempre maggiore, con la necessità di ridurre l' interazione personale e rendere l' accesso ai servizi da remoto più efficace, semplificato e risolutivo. Il rapporto con amministrazioni pubbliche e aziende dovrà essere sempre più digitalizzato e nello stesso tempo personalizzato. In entrambi i casi citati, le parole chiave dovranno essere agilità, personalizzazione, automazione come leve di flessibilità e qualità. Lo smart working è stato il grande protagonista di questa fase e lo sarà sempre più in futuro. Ci può fare un esempio di tecnologia abilitante? Le tecnologie sono in realtà sempre più centrali in ogni ambito. Questo complesso periodo ce ne ha fornito una prova brusca e tangibile. Comunque si configurerà in futuro il lavoro, che sia in teleworking o negli spazi fisici aziendali, quel che è certo è che sarà sempre più multimodale. Perché dunque non renderlo anche più semplice? È oggi possibile usare l' AI per interrogare in linguaggio naturale un sistema, una fonte esterna o prenotare facilmente uno spazio, e ancora verbalizzare testualmente una riunione, sottotitolarla in streaming, ricercare in dati e contenuti testuali, vocali. Tutte cose

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[§25617526§] giovedì 07 maggio 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

che oggi ancora vengono svolte in gran parte manualmente, così come fino a ieri la maggior parte di noi operava prevalentemente negli spazi fisici aziendali. È possibile attivare questo ulteriore salto di qualità nel nostro modo di lavorare. Un' evoluzione sempre più pervasiva: pensiamo ad esempio a chi opera sul campo - il così detto 'work on field' - e deve avere le mani libere per agire, ma al contempo ha necessità di consultare risposte immediate o valutazioni predittive o riportare relazioni e rendicontare attività. Oggi può fare tutto interagendo semplicemente con la voce tramite smart devices, con semplici funzioni di command and control e sistemi di information retrieval e process automation intelligenti. Questi nuovi modelli abilitati, portano risultati tangibili importanti di maggiore precisione e standardizzazione nei processi, risparmio di tempo e denaro, efficienza. Nel contesto di trasformazione delineato che ruolo può svolgere un' azienda come Almawave? Almawave ha da sempre come obiettivo strategico lo sviluppo di soluzioni digitali incentrate sulla persona, per offrire servizi efficienti e performanti basati su riconoscimento, analisi e interpretazione del linguaggio naturale scritto e parlato come leva per attivare processi, automazioni, ricerche, analisi. Tutti i servizi, insomma, realmente a portata di utente perché attivabili con il più semplice e potente degli strumenti umani: il linguaggio. Sembrano risultati ancora distanti, ma oggi la tecnologia è pronta e facile da usare, ed è proprio sull' uso della lingua italiana che riteniamo di avere un nostro fiore all' occhiello di primaria importanza per chi si accinga ad affrontare questo tipo di sfida tecnologica. Capire il contenuto e non solo il dato è l' altro punto di eccellenza di Almawave. Da anni investiamo nei nostri laboratori e collaboriamo con primari enti di ricerca per disporre delle più avanzate skill di natural language understanding. Queste si applicano sia alla gestione del dialogo nelle piattaforme 'conversazionali' sia all' analisi delle informazioni, un mare sempre più vasto da analizzare, archiviare, catalogare, consultare per estrarne valore. Grazie ad un uso strategico e innovativo dell' Intelligenza artificiale si possono avere indicazioni davvero utili, analisi in tempo reale e predittive, selezioni rapide di informazioni non strutturate, rese fruibili in maniera durevole ed integrate con i dati. In questo senso l' IA è una leva per offrire servizi sempre più performanti. Tutte le soluzioni menzionate sono orientate a cogliere l' esigenza di dare risposte rapide e personalizzate ai clienti o ai cittadini, a velocizzare il passaggio da una situazione di lavoro da casa a una condizione di smart working strutturato e di valore nel tempo. Le tecnologie di interpretazione del linguaggio naturale, supportate dall' AI offrono a mio parere nuovi modelli di servizio ed engagement multicanale e multilingue che possono davvero fare la differenza tra il mondo di ieri e il mondo di domani. Il bilancio di Almawave si è chiuso con numeri molto positivi. Quali sono stati i driver? La positività di bilancio 2019 è stata spinta dal combinato disposto di importanti investimenti tecnologici nei nostri laboratori e di una crescente capacità di mercato in settori molto diversi, basata su use cases verticali il cui beneficio di business risulta facilmente tangibile. E se la crescita del fatturato è senz' altro positiva, più importante per me è la crescita del numero di clienti in portafoglio. Nel 2019 il Gruppo Almawave, che opera principalmente

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[§25617526§] giovedì 07 maggio 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

in Italia e in Brasile, con importanti clienti internazionali, ha avuto la fiducia di 30 nuovi clienti pubblici e privati che credono nelle nostre competenze e soluzioni a supporto della digital transformation. Questo è il dato che più mi incoraggia. L' elemento premiante credo sia stata la capacità di adeguare le soluzioni tecnologiche ai contesti e alle sfide di riferimento, di accompagnare la tecnologia con competenze distintive in grado di personalizzare i modelli di riferimento rispetto ai bisogni specifici e di integrare l' innovazione portata nell' ecosistema presente, spesso complesso, in una chiave di valorizzazione degli investimenti già sostenuti. Quali investimenti sono stati più premianti? Da anni Almawave investe sulle tecnologie di Automatic Speech Recognition e Natural Language Understanding, capaci di operare in oltre 30 lingue, su scala internazionale, e con una forte distintivita' sulla lingua italiana, riconosciuta sia in vari contesti a livello tecnico-scientifico, sia dal mercato. La piattaforma proprietaria Iride è il fulcro dell' offerta Almawave, non ci siamo mai fermati, continuando ad evolvere sia sul fronte della tecnologia, sia delle applicazioni. Oggi abbiamo 13 moduli nella piattaforma che utilizzano per scopi differenti e complementari - come ad esempio il CRM e gli Speech & Text Analytics - le medesime capacità cognitive, rendendo analisi dei contenuti ed interazioni con i clienti finalmente consistenti e, aggiungerei, 'spiegabili'. Non solo AI ma anche multicanalità integrata per rendere realmente fruibili e accessibili i servizi. Non solo tecnologia ma competenze, per trarre valore dalla tecnologia nello specifico contesto d' uso e arrivare al 'risultato finale'. E infine non solo i nostri prodotti ma l' ecosistema, cercando di integrare sempre più partner per garantire piena rispondenza ai modelli e alle piattaforme già presenti presso i clienti. Su quali tecnologie avete intenzione di investire prioritariamente nel corso del 2020? Sui fronti appena citati continueremo a investire per continuare ad essere a livelli alti di competitività, in un mercato che si muove e rinnova velocemente. Le nostre tecnologie rispondono infatti a un trend di richieste di prodotti di Natural language Interaction e Business Analytics sempre più evoluti basati sul linguaggio naturale, come ad esempio gli speech analytics in real time, ma anche a richieste da parte della Pubblica Amministrazione che vuole sempre più essere in grado di ascoltare la voce del cittadino con l' integrazione di tecnologie Smart. Procederemo su questa stessa linea, per rafforzare sviluppo e competenze nelle tecnologie dicomprensione del linguaggio naturale, continuando il percorso di innovazione ed evoluzione anche sulle tecnologie vocali di PerVoice, la società controllata da Almawave e partecipata dalla Fondazione Bruno Kessler. Contemporaneamente investiremo sempre di più sullo sviluppo di soluzioni verticali che permettano ai clienti di cogliere benefici di business immediati nel loro contesto e coprano esigenze funzionali sui principali ambiti operativi nel mondo Customer Operations, HR, Finance in maniera sempre più puntuale. @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617527§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 11 Italia Oggi Lavoro e Previdenza

Con il plasma iperimmune sui malati di Covid-19 nella pneumologia dell' Ospedale di Mantova

De Donno salva un sacco di gente

Il metodo da lui utilizzato è noto da un sacco di tempo

ANTONINO D' ANNA

Questa settimana i grandi hanno scoperto Giuseppe De Donno da Maglie (Le), direttore della Pneumologia dell' ospedale Carlo Poma di Mantova, che assieme al San Matteo di Pavia sta applicando (con successo) il protocollo per il plasma iperimmune sui malati Covid-19. Un' ampia maggioranza di quelli che sono entrati nel suo reparto sono usciti sulle loro gambe anche nei giorni in cui vedevamo i camion in fila con le bare a Bergamo. Non è stato facile avvicinare De Donno, pur non filandoselo ancora in tanti, qualcuno gli aveva consigliato di non esporsi mediaticamente. Di lui i vari espertoni radiotelevisivi nemmeno parlavano, mentre De Donno faceva la sua campagna informativa su Facebook, hashtag #nonsiamomammalucchi. Abbiamo trovato un uomo semplice che, con parole semplici, ha spiegato il suo protocollo (che poi suo non è: se andate in una sede Avis scoprirete che il plasma lo si isola e utilizza per vari scopi da oltre un secolo), così come ha spiegato che questo non sia un vaccino. Non lo è, ma serve a liberare letti dagli ospedali e riesce a salvare gente che altrimenti sarebbe spacciata. Il medico pugliese e la sua èquipe hanno iniziato a curare la gente con il plasma iperimmune tratto dai guariti, da quelli che hanno avuto il Coronavirus, l' 8 marzo. Ha chiesto l' autorizzazione ai superiori: il Comitato Etico Valpadana, che garantisce: «La tutela dei diritti, della sicurezza e del benessere dei soggetti in sperimentazione e di fornire pubblica garanzia di tale tutela» ed è istituto da Regione Lombardia, Comitato a cui si riferiscono le Asst di Cremona, Crema, Mantova e Val Padana. L' autorizzazione gliel' ha concessa il 30 aprile scorso. Se avesse atteso quel pezzo di carta, tanta di quella gente oggi in piedi e in salute sarebbe probabilmente un conto da 770 euro più Iva inviato agli eredi, per una cassettina di ceneri come è successo in questa nazione nella quale «andrà tutto bene». No, non va affatto bene: da ultimo hanno raccontato a popolo e Paese che i Nas avrebbero telefonato a De Donno. È vero, è accaduto: hanno chiesto alcune informazioni e la cosa è finita lì. Ma certo, titolare dicendo che «i Nas sono stati al Poma a Mantova» immaginate quanto lasci sottintendere. De Donno come Bonifacio, quello del siero antitumorale derivato dallo sterco delle capre che negli anni 70 sembrava l' uovo di Colombo contro il cancro. E invece no, qui non c' è trucco né inganno ma scienza. Conosco l' equipe che lavora con questo medico. È gente che lo seguirebbe anche nel fuoco: «Sua moglie mi ha detto: te lo affido», mi dice una di loro.

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[§25617527§] giovedì 07 maggio 2020

Italia Oggi Lavoro e Previdenza

«Lavora troppo, se gli venisse un infarto me lo sentirei sulla coscienza. Cura la gente a costo zero e c' è chi ce l' ha con lui per questo, lo accusano di essere una primadonna. Ma ha fede, e con quella fede affronta tutto questo. Lo invidio», mi dice ancora. Anche lei con una vita ormai scombinata, senza possibilità di contatti umani con chi vuole bene. Il primario del Poma è stato corteggiato dall' estero, in questo periodo. Con offerte allettanti. Ha preferito rispondere di no, che il suo posto di lavoro è a Mantova. Non va in tv e chissenefrega: ma mi pareva giusto, mentre tutti scoprono improvvisamente la cura De Donno (che ripeto non esiste, sono protocolli già collaudati contro la Sars, Nature ha da poco scritto che il plasma iperimmune è rimedio di prima linea contro il Covid-19), mentre gli espertoni catodici un po' irridono e un po' fanno cipiglio, nel parlarvi di lui. Perché più ne parliamo e più diamo speranza su basi scientifiche. Perché più ne parliamo e meno lo potranno zittire. Perché, semplicemente, a me pare un giusto che sta facendo cose giuste. Tra le quali, grazie al plasma iperimmune, salvare una donna incinta. Non lo dico io, ma la scienza. Le analisi. La medicina. E non gli audio anonimi di Whatsapp o i «non ce lo dicono». © Riproduzione riservata.

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[§25617528§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 26 Il Sole 24 Ore Lavoro e Previdenza

CIRCOLARE ENTRATE

I lavoratori all' estero esclusi dal bonus 100 euro

Per docenti, ricercatori o impatriati calcolata anche la retribuzione non tassata

Marco MagriniPaolo Parodi

Nel computo del limite reddituale di 40mila euro per il riconoscimento del premio di 100 euro ai lavoratori dipendenti, concorrono solo i redditi soggetti a tassazione ordinaria e sono da considerare per intero, senza abbattimento, i redditi dei soggetti beneficiari delle agevolazioni fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia e i redditi che beneficiano di deduzioni come i frontalieri. Niente premio, invece, ai lavoratori dipendenti che prestano attività lavorativa all' estero anche se residenti in Italia. Queste alcune delle precisazioni contenute nella circolare n. 11/E del 6 maggio 2020 (quesiti da 5.2 a 5.5) in merito al premio per i lavoratori dipendenti previsto dall' articolo 63 del Dl "cura Italia". I sostituti d' imposta che hanno già erogato il premio ai propri dipendenti devono tornare a rivedere i conteggi per conguagliare il dovuto tenendo conto dei nuovi orientamenti. Per quanto concerne il limite di reddito l' agenzia delle Entrate ribadisce la posizione espressa nella circolare 8/E per cui ai fini del calcolo del limite reddituale di 40mila euro bisogna tenere conto dei redditi di lavoro dipendente conseguiti nel 2019 anche se derivanti da più rapporti di lavoro, ma solo se assoggettati a tassazione ordinaria, escludendo invece dalla determinazione del limite gli eventuali redditi di lavoro assoggettati a tassazione separata e quelli assoggettati ad imposta sostitutiva (circ. 28/E/16). Chiaro cambio di rotta, invece, per i beneficiari delle agevolazioni docenti e ricercatori (articolo 44, Dl n. 78/10) o impatriati (articolo 16, Dlgs n. 147/15). La norma intende agevolare i soli redditi di lavoro dipendente non superiori a 40mila euro; pertanto, i dipendenti che nell' anno precedente a quello di erogazione del premio hanno beneficiato delle agevolazioni previste per il rientro dei lavoratori in Italia non sono esclusi, ma la verifica del limite di reddito dovrà considerare l' importo della retribuzione effettivamente percepita per intero. Quindi gli importi sono quelli indicati ai punti 1 e 2 della CU 2020, esclusivamente riferibili a redditi di lavoro dipendente, con l' aggiunta della parte non sottoposta a tassazione per effetto della riduzione del reddito (90, 70 o 50% a seconda dei casi). Per i lavoratori cosiddetti "frontalieri" e per i lavoratori residenti a Campione d' Italia, per la verifica del rispetto del limite reddituale di 40mila euro, il sostituto deve computare, rispettivamente, anche le quote di reddito esente (fino al massimo previsto di 7.500 euro) e di abbattimento (codice CA annotazioni della CU 2020). Per quanto riguarda il lavoro all' estero, la norma, emanata in ragione della situazione epidemiologica

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[§25617528§] giovedì 07 maggio 2020

Il Sole 24 Ore Lavoro e Previdenza

riscontrata in Italia, è finalizzata a compensare il disagio dei lavoratori dipendenti sopportato per recarsi presso la propria sede di lavoro, per cui il sostituto d' imposta italiano non può erogare il bonus di 100 euro ai propri dipendenti, anche se residenti in Italia, che svolgono l' attività lavorativa all' estero. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617529§] giovedì 07 maggio 2020

EutekneInfo

Lavoro e Previdenza

Possibile il sequestro penale del fondo pensione

Somme per l' alimentazione del fondo non direttamente ricollegabili alla nozione di corrispettivo di rapporto lavorativo oggetto di accantonamento

Il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente può investire anche le somme giacenti su un "fondo pensione". È quanto accaduto nel caso affrontato dalla Terza sezione penale della Cassazione nella pronuncia n. 13660 depositata ieri. Il ricorso verteva su un procedimento relativo al reato di dichiarazione fraudolenta attraverso l' utilizzo di fatture per operazioni inesistenti avviato nei confronti del legale rappresentante e dell' amministratore "di fatto" di una società di costruzioni. A fronte di tali contestazioni era stato ordinato il sequestro preventivo del profitto del reato; sequestro che aveva investito anche delle somme giacenti presso un fondo pensione gestito da una società di assicurazioni e intestato a uno dei due imputati. I giudici di legittimità sono, dunque, stati chiamati a confrontarsi sul tema della sequestrabilità dei "fondi pensione", questione che si intreccia con quella civilistica relativa alla pignorabilità o meno dei medesimi. L' art. 545 c.p.p. dispone, infatti, che le somme dovute dai privati a titolo di stipendio, di salario o di altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego comprese quelle dovute a causa di licenziamento, possono essere pignorate per crediti alimentari nella misura autorizzata dal presidente del tribunale o da un giudice da lui delegato. Tali somme possono essere pignorate nella misura di un quinto per i tributi dovuti allo Stato, alle Province e ai Comuni, ed in eguale misura per ogni altro credito. Il pignoramento per il simultaneo concorso delle cause indicate precedentemente non può estendersi oltre alla metà dell' ammontare delle somme predette. Si tratta, pertanto, di vedere se tali principi, coniugati con l' ulteriore normativa di settore (in particolare, l' art. 11 comma 10 del DLgs. 252/2005 che prevede la intangibilità delle somme finalizzate ad alimentare il fondo pensione durante la fase dell' accumulo e l' art. 1923 c.c.), possa avere conseguenze anche sul piano del sequestro preventivo penale finalizzato ad una successiva confisca in relazione a somme versate per la erogazione di una pensione integrativa. Sul punto, la sentenza n. 14606/2019 della Cassazione aveva affermato che il sequestro non può essere eseguito su somme corrispondenti al triplo della pensione sociale giacenti sul conto corrente del destinatario della misura allorquando sia certo che tali somme sono riconducibili ad emolumenti corrisposti nell' ambito del rapporto di lavoro o di impiego. Ciò in quanto l' art. 545 c.p.c. (ed in particolare il suo comma 6), benché faccia riferimento al solo pignoramento, è espressione di un principio generale che mira a garantire i diritti fondamentali tutelati dall' art. 2 Cost., sicché deve certamente farsene applicazione anche con riguardo al sequestro penale e, segnatamente,

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[§25617529§] giovedì 07 maggio 2020

EutekneInfo

Lavoro e Previdenza

a quello preventivo. Non sarebbe, infatti, ragionevole - per i giudici di legittimità - ritenere che in questo campo debba continuare a valere l' opposto principio interpretativo secondo cui, una volta versati sul conto del debitore (ciò che di regola accade per stipendi e pensioni) gli emolumenti si confondono nel patrimonio perdendo la loro natura alimentare (principio, invece, affermato dall' opposto orientamento sposato, ad esempio, da Cass. n. 42533/2017). Tuttavia, la pronuncia in esame aggiunge che tale art. 545 c.p.p., per la parte che ora interessa, cioè i commi 3, 4, 6, 7, 8, e 9, non è applicabile alle ipotesi di crediti derivanti da "fondi pensioni" ad accumulo. Infatti, pur riconoscendo che si tratta di strumenti finanziari aventi una finalità riconducibile al genus previdenziale, si rileva, che le somme necessarie per la loro alimentazione non sono immediatamente ricollegabili alla nozione di corrispettivo di rapporto lavorativo oggetto di accantonamento (non foss' altro perché esse possono legittimamente essere versate dal soggetto interessato al conseguimento di una indennità al compimento della età pensionabile, sebbene le relative provviste non siano rivenienti dallo svolgimento di un' attività lavorativa, tanto meno subordinata). Da altra parte si osserva che, proprio la qualificazione attribuita ad essi di strumenti per la previdenza complementare, induce ad escludere che, pur ritenuta la piena meritevolezza dell' interesse che sottende alla stipula di accordi di tale genere fra privato ed assicuratore, essi vanno ad integrare - arricchendolo e non costituendolo - quel nucleo essenziale di prestazioni che è soggetto a espressa garanzia di intangibilità sia sotto il profilo civile che sotto quello penale. Categoria assimilabile alle assicurazioni sulla vita Ritenuto, pertanto, che gli strumenti finanziari riconducibili alla categoria dei "fondi pensione" costituiscano una categoria assimilabile alle assicurazioni sulla vita, la Cassazione conclude che le somme di danaro in essi confluite sono soggette alla ordinaria disciplina penalistica in materia di sequestro preventivo dei crediti finalizzato alla successiva confisca.

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[§25617530§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 15 La Stampa Lavoro e Previdenza

La Terra ucciderà più del virus: l' Oms stima 4 milioni di morti l' anno per l' inquinamento, 80 mila in Italia Gli scienziati: la prima urgenza dell' era post-Covid è tagliare le emissioni di anidride carbonica e cambiare abitudini

Riscaldamento, siccità e CO2 Nel 2070 l' aria sarà irrespirabile

MARIO TOZZI

MARIO TOZZI Obnubilato dalle tenebre della pandemia Covid-19, il cambiamento climatico ritorna prepotentemente alla ribalta con i dati allarmanti delle temperature atmosferiche delle regioni più sensibili (+20,75 °C in Antartide era difficile anche solo immaginarlo) e di quelle dove abitiamo, in un susseguirsi di record via via più caldi ogni mese che passa. E anche attraverso gli studi scientifici che prefigurano scenari futuri, sapendo che quella del clima è una scienza complessa, ma che è paradossalmente più agevole prevedere la tendenza climatica in Italia fra dieci anni, che non prevedere esattamente se fra due mesi pioverà o ci sarà il sole su Torino. In questi scenari, da qui a mezzo secolo, il cambiamento sarebbe più deleterio di quello scatenato da Sars-Cov2, e, a differenza di questo, sarebbe irreversibile. Come a dire che alcune regioni non si raffrescherebbero mai più. Il clima non è il tempo, ma quest' ultimo ha preso decisamente un indirizzo univoco verso il riscaldamento. Due mesi pieni di lockdown più o meno duro in quasi tutto il mondo, con oltre quattro miliardi di persone chiuse nelle città e nelle case, e il blocco robusto dell' economia ci hanno fatto intravvedere che un altro sistema produttivo avrebbe un impatto molto minore sull' ambiente. La sparizione delle mefitiche nubi di ossidi di azoto da Wuhan e dalla Pianura Padana, due delle regioni più inquinate del pianeta, ha dell' incredibile, in quanto a capacità di reazione del sistema Terra, una reazione rapidissima e massiccia. Animali e piante che si riappropriano degli spazi occupati dai sapiens (e che precedentemente erano di loro pertinenza), acque più pulite, tutto dice che è di quel mondo che abbiamo bisogno, non di questo. Ma, finché perdura il pericolo coronavirus, il resto sembra non contare. Tantomeno il cambiamento climatico, sul quale continua lo scetticismo. Conta solo il carbonio Contrariamente a quanto si pensa, gli scienziati specialisti sono, invece, praticamente tutti d' accordo, il clima sta cambiando in maniera anomala e accelerata rispetto al passato. E ciò dipende quasi totalmente dalle attività produttive dei sapiens. In passato, invece, i cambiamenti dipendevano largamente da fenomeni naturali: l' energia del sole, la distribuzione dei continenti, le variazioni dell' orbita terrestre, il cambiamento delle correnti oceaniche e, naturalmente, la presenza di carbonio in atmosfera. Le prima quattro cause, però, mutano molto lentamente, tanto da renderle ininfluenti su tempi così serrati come quelli attuali. Dunque oggi conta solo il carbonio, che, guarda caso, è anche il solo parametro su cui gli uomini possono influire bruciando combustibili fossili, che restituiscono in atmosfera carbonio estraneo ai cicli naturali.

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[§25617530§] giovedì 07 maggio 2020

La Stampa Lavoro e Previdenza

Le quantità emesse dai sapiens equivalgono a circa trenta miliardi di tonnellate di anidride carbonica, meno rilevanti dei 770 miliardi che la Terra mette in gioco naturalmente, ma molto significative, perché si tratta di sistemi all' equilibrio, in cui anche un solo milione di tonnellate può fare la differenza. E l' anidride carbonica infittisce la «serra» naturale della nostra atmosfera, impedendo ai raggi solari che hanno raggiunto la superficie terrestre di disperdersi nello spazio, riscaldandola dal basso come mai nella storia dell' uomo. Già in passato? C' è sempre chi sostiene che l' atmosfera della Terra non si stia scaldando per colpa delle attività umane, ricordando che in passato abbiamo già registrato cambiamenti climatici naturali. Ma è un po' come scagionare un accusato di omicidio portando a sua discolpa il fatto che le persone muoiono anche per cause naturali. Tant' è che solo meno dello 0,01% delle pubblicazioni scientifiche specialistiche (peer reviewed) nega il ruolo degli uomini nell' attuale cambiamento. E i ricercatori, da decenni in tutto il mondo, si parlano solo attraverso gli articoli pubblicati, non attraverso le interviste ai media. La vera differenza è che sul nostro pianeta, in tempi storici, il clima è spesso cambiato localmente, ma negli ultimi anni sta mutando a una velocità molto maggiore di quanto registrato in passato. E su tutto il globo. Dunque il cambiamento climatico farà più danni e vittime della pandemia che, però, paradossalmente, ci ha sbattuto in faccia una contraddizione ancora più pesante: ci addolorano le 300.000 vittime che Covid-19 ha mietuto in tutto il mondo, ma non ci impressionano tanto i 4 milioni di morti in più, rispetto alle medie «normali», che l' Oms segnala da tempo a proposito dell' inquinamento atmosferico. 80.000 solo in Italia, quando per il virus ne piangiamo, per ora, molto meno della metà. Perché? Perché clima e aria non si toccano (come il virus), ma non sono immediatamente mortali o infettive: nessuno sembra soffrire conseguenze gravi direttamente a causa del clima che cambia. In realtà non è affatto così, ma il legame fra alcune drammatiche conseguenze e tragedie vere e proprie (per esempio i morti di fame e di sete, oppure i naufraghi migranti, o le vittime delle alluvioni) e il cambiamento climatico, pur essendo diretto causa-effetto, è nascosto, e fatica a venire alla luce. Soprattutto in termini di comunicazione. E poi il cambiamento sembra sempre lontano, fra dieci anni o venti, dimenticando che, proprio perché si tratta di un sistema complesso, le cose potrebbero precipitare vertiginosamente. I ricercatori già hanno mutato le previsioni al peggio: +7,5°C (invece dei 3 modelli precedenti) entro il 2070, con un terzo della popolazione mond iale costretta a vivere al di sopra dei 29°C di temperatura. La deforestazione La realtà è che non amiamo sentirci in colpa per le avverse previsioni ambientali, non ci piace pensare che dipendano dai nostri stili di vita e cambiare abitudini. Semmai possiamo incolpare solo una parte dei sapiens o altri viventi o il destino cinico e baro o gli dei. È esattamente quanto avviene con Sars-Covid2, con la non trascurabile

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[§25617530§] giovedì 07 maggio 2020

La Stampa Lavoro e Previdenza

differenza che la minaccia è concreta e i morti li abbiamo visti andare via con i camion militari in percentuali stratosferiche (+49% rispetto alle medie precedenti della mortalità in Italia, quasi +600% a Bergamo). Impossibile fare finta di niente. Ma sulle cause e la diffusione la stessa indifferenza: le ultime pandemie partono dalla deforestazione per fare spazio alle nostre attività produttive, che mette sotto stress i pipistrelli, principali portatori degli ultimi ceppi virali. Grazie al loro super sistema immunitario i pipistrelli resistono, ma trasmettono con maggior vigore la carica virale a ospiti-serbatoio o direttamente all' uomo. Il pesante inquinamento atmosferico di polveri sottili sembra poi favorire lo spostamento massiccio in atmosfera dei patogeni. Ma anche qui, la responsabilità sarà dei cinesi o della Spectre, tutto fuorché colpa nostra. Infine, riavviando l' economia, si rischia di ricominciare peggio di prima, inquinando per non investire nella riconversione ecologica che, seppure con difficoltà, era iniziata. Gas e carbone per fare energia nelle centrali, tutti con l' auto propria (a combustione), pur di non prendere la metro o la bici, in città. Fino alla prossima pandemia o fino a che la crisi climatica farà perdere più palesemen te vite e benessere. Prima di quanto ci ostiniamo a sperare. - © RIPRODUZIONE RISERVATA Il racconto 1. Donne del clan Gabra cercano acqua potabile nel fiume prosciugato della valle dell' Omo, Somalia. 2. Pinguini imperatori dell' Antartide. 3. Un incendio a Los Angeles nel 2009 1 2 3 Solo lo 0,01% delle ricerche nega che gli uomini siano attori del mutamento climatico La nostra economia produce 30 miliardi di tonnellate di anidride carbonica l' anno KEVORK DJANSEZIAN/afp DLILLC/Corbis Agency/Corbis.

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[§25617531§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 12 Il Messaggero Privacy e GDPR

L' intervista Ranieri Guerra

«Forse già contagiati tre milioni di italiani I tamponi siano rapidi»

Il direttore aggiunto dell' Oms: «I sintomi stanno cambiando: mi preoccupano i bus» «Il futuro? Avere tutte le persone vaccinate Il costo dovrà essere accessibile a chiunque»

I positivi vanno cercati con grande cura e tempismo sul territorio, lontano dagli ospedali. I tamponi vanno eseguiti nel giro di 24 ore. Anche perché è plausibile che in Italia almeno 3 milioni di persone abbiano avuto contatto con il coronavirus, sia pure con enormi differenze da regione a regione. Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell' Organizzazione mondiale della sanità e componente del Comitato tecnico scientifico, invita a non dare nulla per scontato in questa fase due: la battaglia contro Sars-CoV-2 è ancora in corso. Cosa ci deve preoccupare nella fase due? «Ci stiamo muovendo in un terreno che è poco noto e sulla base di modelli che devono essere validati. Il senso di una riapertura progressiva e del dare un intervallo di quindici giorni tra l' una e l' altra fase, serve proprio a capire cosa succederà. Mettere in moto quattro milioni e mezzo di persone non è uno scherzo». Cosa ci aiuterà? «Le misure di accompagnamento messe in piedi dal ministro Speranza: rafforzamento della capacità ospedaliera e potenziamento dell' azione sul territorio. La chiave è reagire immediatamente e circoscrivere un eventuale riaccensione dell' epidemia. Inoltre è importante la sorveglianza a livello delle strutture produttive, dove la gente va a lavorare. Abbiamo una batteria di risposte terapeutiche che in qualche modo funziona. I nostri sono i medici più bravi del mondo. E sono state incrementate le misure di protezione del personale sanitario». Non si stanno facendo ancora pochi tamponi? «Oggi abbiamo più materiale di laboratorio, più capacità di fare diagnostica. I tamponi andranno eseguiti a coloro che hanno una sintomatologia suggestiva che però rispetto all' inizio si è diversificata molto: mentre prima era una polmonite o una infezione polmonare, oggi invece la sintomatologia clinica per cui si ricorre al tampone è più ampia. Quello che importa però, oltre a fare una diagnosi precoce, è identificare i contatti. L' app sarà fondamentale. Il tampone di massa non è una soluzione, vanno fatti sulla base di un sistema di sorveglianza attivo che identifichi il positivo entro 24 ore, prima

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[§25617531§] giovedì 07 maggio 2020

Il Messaggero Privacy e GDPR

che vada in ospedale». Non c' è il rischio che le regioni siano portate a programmare pochi tamponi per non avere un incremento dei casi positivi che fa scattare l' alert di uno dei 21 indicatori da cui dipendono nuove chiusure? «Gli indicatori sono molti, non c' è solo quello. C' è il numero dei ricoveri, anche in terapia intensiva. Quanto più si riesce a intervenire sul territorio, tanto meglio è per tutti. Lo ripeto: sarà fondamentale essere rapidi nei tamponi, eseguirli entro 24 ore». L' utilizzo dei mezzi pubblici la preoccupa? «Beh, sì. Un ufficio o una fabbrica possono adattarsi alle normative igienico sanitarie, il servizio di trasporto è più pericoloso, potenzialmente, perché la gente si muove. Anche se è stato fatto un gigantesco sforzo sulla metro e sui bus per fissare i luoghi dove stazionare. Serve disciplina da parte degli italiani, quella che hanno dimostrato fino ad oggi. Non bisogna rilassarsi». Il futuro sarà test a raffica in tutti i luoghi pubblici? «Darei un' altra risposta. Il futuro sarà avere tutte le persone vaccinate. Ci sono un' ottantina di vaccini in valutazione, almeno cinque o sei estremamente promettenti che potrebbero darci uno strumento efficace entro il primo trimestre del prossimo anno. La piattaforma di studio per i vaccini è la stessa della Sars, la ricerca non è partita da zero. A livello di Oms ci stiamo cautelando perché il costo del vaccino, da chiunque sia sviluppato, sia gestibile. Non può essere riservato solo a chi se lo potrà permettere». Siamo partiti con la fase 2 senza l' esito dei test sierologici e senza la app. Non siamo in ritardo? «Abbiamo una modellistica molto avanzata e sofisticata. Lo screening con il test sierologico non è vincolato alla riapertura, ma ci permetterà di ricostruire la reale circolazione del virus». Quanti positivi o ex positivi si aspetta? «Non mi sbilancerei; stando ai dati della Cina, però, siamo nel giro di qualche milione. Anche più di tre milioni. Abbiamo regioni, molto popolose, che hanno avuto un attacco intenso del virus. Ma i valori saranno ovviamente molto differenti da regione a regione».

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[§25617531§] giovedì 07 maggio 2020

Il Messaggero Privacy e GDPR

Non sappiamo quanto dura la protezione degli anticorpi e se c' è. «L' esperienza sulla famiglia dei coronavirus dice che l' immunità dura uno o due anni. Questo è nuovo, per cui non ci sono certezze. Ma non abbiamo un caso al mondo di recidiva». Quanto è importante la app? «Molto, ma non è l' unica soluzione, s' integra con gli atri provvedimenti. Spero che gli italiani capiscano che è fatta per proteggere, non per invadere la privacy. Diamo la possibilità alle app di ricevere i nostri dati per portarci la pizza a casa, mentre qui stiamo parlando della difesa della nostra salute. Spero che i più giovani aiutano anche gli anziani a installare la app». Mauro Evangelisti © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617532§] mercoledì 06 maggio 2020

Agenda Digitale

Privacy e GDPR

App di stato, bug e falle ancora aperte: tutti i rischi per i nostri diritti

Quali saranno i rischi concreti a cui potremmo andare incontro se l' app Immuni fosse obbligatoria e per un bug o un attacco hacker non funzionasse come dovrebbe? Potremmo finire in galera, scontare le colpe di qualcun altro, pagare multe, vedere resi pubblici dati privati e sensibili? Facciamo il punto

Installare sul cellulare una qualsiasi App commerciale o una "App di Stato", soprattutto se questa dovesse prevedere degli obblighi per i cittadini, non è esattamente la stessa cosa: infatti se a causa del codice scritto male, o peggio per un attacco hacker, l' App non si comportasse come previsto, potrebbe far credere che stiamo infrangendo la legge. E visto che di mezzo ci sarebbe il Codice Civile (o peggio, quello Penale), le conseguenze del caso sarebbero molto gravi. Ecco perché è necessario mettere in evidenza quali siano le criticità oggi presenti nei vari sistemi digitali, che potrebbero compromettere una "App di Stato", incidendo potenzialmente, e pesantemente, in futuro, sui nostri diritti." Quando è uscita la notizia che sarebbe stata realizzata una "App di Stato", fin da subito, al centro dell' attenzione mediatica è emerso il dibattito su un eventuale rischio di perdita della privacy : trattandosi di dati personali strettamente legati alle condizioni di salute, l' incertezza sul modello di sicurezza da adottare, PEPP-PT (centralizzato), oppure quello di DP-3T (de-centralizzato), ha causato infatti, una immediata alzata di scudi da parte degli addetti ai lavori, come hanno ben rappresentato nei loro interventi , gli avvocati Fulvio Sarzana, Enrico Pelino, e molti altri, tutti giustamente preoccupati per la messa in pericolo dei diritti civili dei cittadini. Ovviamente con l' obbligatorietà è molto probabile che lo Stato decida di realizzare una legge ad hoc e a questo punto, se gli obblighi legati all' uso dell' App, non venissero rispettati, potrebbero scattare per i cittadini sanzioni e reati punibili, anche con il Codice Penale . Purtroppo però, quello che molti ignorano è che esistono numerosi bug, falle digitali, che affliggono applicativi software, processi informatici, protocolli di comunicazione e quel che è peggio, a volte non esistono neanche toppe in grado di ripararle, e pure quando si trova una soluzione, per una chiusa, se ne aprono cento nuove. Mettiamo quindi che l' App di contact tracing sia stata definitivamente realizzata e messa a disposizione negli store di Apple e Android, e che da buoni e rispettosi cittadini l' abbiamo tutti scaricata ed installata nei nostri smartphone; quali saranno a questo punto i rischi concreti a cui potremmo andare incontro? Quando è uscita la notizia dell' app Immuni , c' è stato anche chi ha gioito, considerandola l' uovo di colombo, il perfetto connubio tra la tecnologia e il motivo migliore per applicarla, salvando vite umane. La privacy? Nessun problema, tanto ci si fa già tracciare, geolocalizzare, targettizzare dalle varie App e Social, solo per ottenere in cambio un servizio, tra l' altro spesso futile, del tutto gratuito. Di per sé

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[§25617532§] mercoledì 06 maggio 2020

Agenda Digitale

Privacy e GDPR

il discorso sembra avere senso, ma c' è un aspetto importante che sfugge ai più: quando usiamo certi servizi delle BigTech, lo facciamo stipulando, con delle aziende private, dei veri e propri contratti che sottoscriviamo accettando "Termini e Condizioni d' uso". Al contrario, se abbiamo a che fare con una "App di Stato", la situazione è radicalmente diversa e molto seria. Nel caso dell' App Immuni ad esempio, essendoci di mezzo la salute di un' intera Nazione (e quella mondiale), in un futuro, neanche troppo lontano, lo Stato potrebbe prevedere degli obblighi di uso per i cittadini, e per questo l' App sarebbe soggetta a Leggi e regolamenti molto più stringenti che, aspetto fondamentale, non riguardano il Codice del Consumo, ma quello Civile e/o Penale, che ci coinvolge e responsabilizza personalmente, a cui quindi dovremmo rispondere in prima persona. In una recente intervista , Alberto Gambino, Presidente Italian Academy of the Internet Code, parlando di una eventuale obbligatorietà, ha affermato: "In termini giuridici l' obbligo non significa che sia "coercibile", nel senso che l' autorità pubblica ne imponga coattivamente l' utilizzo, ma significa che se per la mancata osservanza dell' utilizzo dell' App si è provocata la morte di altri concittadini, la responsabilità individuale ne uscirà aggravata". E se "la mancata osservanza dell' utilizzo dell' App", dovesse dipendere da un bug che causa un malfunzionamento? Come sarebbe possibile dimostrarlo? Inoltre, sapendo quante persone vanno in giro usando smartphone con sistemi operativi vecchi, non aggiornati (quindi potenzialmente pericolosi), per colpa delle aziende che abbandonano completamente i loro prodotti più vecchi, l' eventualità che molte di esse siano vittime di hacker, è davvero alta. Visto che sotto i picconi degli hacker cedono anche i colossi hi-tech , è del tutto legittimo pensare che potrebbe accadere anche ad una eventuale " App di Stato " di essere attaccata da malintenzionati i quali, accedendovi e approfittando delle falle presenti, sarebbero in grado di rubare la nostra identità digitale , commettendo reati e facendoli apparire come fossero opera delle nostre azioni. In generale, anche al di fuori dell' informatica, i "cattivi" sono sempre molto più motivati dei "buoni" nel portare a termine propositi truffaldini, quindi, nel caso peggiore (più avanti vedremo che non è così raro come si pensi) qualsiasi App, se non correttamente implementata, potrebbe trasformarsi potenzialmente in uno strumento di tracciamento in grado di rivelare le nostre abitudini oppure potrebbe essere in grado di inserire, modificare e/o eliminare foto, video, documenti su uno smartphone di un utente che non solo non saprà mai cosa è avvenuto, ma non potrà mai dimostrarlo davanti a un giudice. E si tratta di eventualità molto più frequenti di quanto si creda. In sostanza, come riportato in questo dettagliato articolo , " il difetto di sicurezza causa una corruzione della memoria dello smartphone consentendo ai criminal hacker di ottenere l' accesso al dispositivo con privilegi utente elevati. Risultato? Il payload malevolo ha tutti i permessi di accesso in lettura e scrittura alla memoria dello smartphone (sia quella interna sia quella esterna su SD card) e al database dei messaggi. Ed ha anche tutte le autorizzazioni già concesse a WhatsApp dall' utente, inclusa la registrazione audio, l' accesso alla telecamera, l' accesso al file system, alla sandbox stessa dell' app e così via". In poche parole, la vulnerabilità garantisce il pieno possesso del dispositivo ad un eventuale malintenzionato.

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[§25617532§] mercoledì 06 maggio 2020

Agenda Digitale

Privacy e GDPR

Per fortuna la falla è stata poi definitivamente chiusa con un successivo aggiornamento, ma il messaggio che dovrebbe arrivare è che se basta il file di una immagine GIF ad abbattere il software di un gigante hi-tech da miliardi di dollari, è molto probabile che anche una App di uso pubblico potrebbe rivelarsi "debole" ed essere corrotta con estrema facilità, con la notevole differenza che l' impatto sulla sfera personale, rispetto ad una commerciale, sarebbe molto più invasivo e potenzialmente pericoloso per i diritti democratici, visto che agisce sulla libertà delle persone. Non è un caso che nei paesi in cui governati da regimi dittatoriali, questo tipo di strumenti non solo è ben visto, ma è reso obbligatorio ( come succede attualmente in Cina ) e i cittadini che non si allineano sono pesantemente perseguiti. Che i dubbi sull' opportunità che lo Stato utilizzi tale strumento siano fondati, lo dimostra anche l' appello condiviso da più di 300 scienziati tra accademici e ricercatori, che chiedono di stare attenti perché fare una scelta poco oculata oggi potrebbe portare "un domani ad usare queste informazioni nel modo sbagliato". Ovviamente quando ci sono di mezzo i diritti civili, e quando questi vengono messi in discussione, ad equilibrare l' ago della bilancia intervengono leggi e regolamenti appositi, come nel caso del FOIA (Freedom of Information Act) che è uno strumento fondamentale per la libertà di informazione e il controllo sull' operato delle pubbliche amministrazioni e autorità. Introdotto nell' ordinamento italiano dall' Art. 6 del D.lgs. 25 maggio 2016, n. 97, che ha sostituito l' art. 5 del "Decreto trasparenza" n. 33 del 2013, il FOIA è un " accesso civico generalizzato ". Che cosa significa? Significa che ad ogni cittadino è garantito il diritto di accedere ai dati e documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni motivo per cui è considerato un fondamentale strumento di controllo e vigilanza. Peccato che con il Decreto Legge "Cura Italia" del 17 marzo 2020, è stato previsto quanto segue: le amministrazioni pubbliche sospenderanno le risposte a richieste di accesso documentale (legge 241/1990), civico e civico generalizzato (d.lgs. 33/2013) che non hanno carattere di "indifferibilità e urgenza" fino al 31 maggio 2020 (art. 67.3). Se a tutto questo aggiungiamo anche che gli italiani stanno ancora aspettando da giugno 2019, di proroga in proroga , l' elezione dei membri delle due Authority più importanti, quella cioè del Garante Privacy e dell' AGCOM, che nel frattempo agiscono "limitatamente agli atti di ordinaria amministrazione, nonché indifferibili o urgenti", il quadro dello sbilanciamento a tutto sfavore dei cittadini è evidente. Stando a quanto ha dichiarato il Ministero dell' Innovazione in un lungo post , l' applicazione "non dovrà accedere alla rubrica dei contatti del proprio telefono, non chiederà nemmeno il numero e non manderà SMS per notificare chi è a rischio". Inoltre, continua, sarà "necessaria l' integrazione delle indicazioni e dei protocolli sanitari stabiliti dal Ministero della Salute e dalle autorità sanitarie". L' applicazione, viene ribadito, "si baserà sull' installazione volontaria da parte degli utenti" e "il suo funzionamento potrà cessare non appena terminerà la fase di emergenza". Ed è prevista, specifica il ministero, la "cancellazione di tutti i dati generati" durante l' utilizzo. L' App, conclude il ministero, "non conserverà i dati relativi alla geolocalizzazione degli utenti, ma registrerà esclusivamente i contatti pseudonimizzati di prossimità rilevati mediante la tecnologia

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[§25617532§] mercoledì 06 maggio 2020

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Bluetooth Low Energy" e per concludere il codice sorgente del sistema di contact tracing "sarà rilasciato con licenza Open Source MPL 2.0" e "quindi come software libero e aperto". E' fin troppo evidente che le informazioni gestite dall' App Immuni fanno gola all' industria farmaceutica, a chi si occupa di sanità privata , alle compagnie assicurative e a mille altri soggetti che basano il proprio business sulla conoscenza delle condizioni di salute di un soggetto: questo per dire che l' interesse sull' argomento è alto, ed è facile aspettarsi attacchi informatici continui, tanto più che le statistiche in questo senso indicano un aumento esponenziale, anno dopo anno, tanto che gli esperti parlano addirittura di " punto di non ritorno ". Purtroppo, stando alle informazioni disponibili su Immuni, sarebbe utile sapere se siano stati considerati alcuni aspetti, tra cui alcuni prettamente tecnici, che potrebbero minare in qualsiasi momento l' integrità dell' App, permettendo ad eventuali malintenzionati non solo di rubare o compromettere i dati, ma anche di prendere pieno possesso del dispositivo di chi ha diligentemente installato il software sul proprio device. Pare certo che l' App Immuni si baserà quindi su codice Open Source, opzione che porta con sé pregi e difetti: da una parte, avere una platea mondiale di volontari dediti a smanettare sul codice permette di ottimizzare e realizzare migliorie in tempi brevi, ma dall' altra comporta anche il prestare il fianco a possibili hacker che sarebbero in grado di sfruttare le eventuali falle presenti, se non nel codice dell' App, in quello magari delle librerie esterne di cui fa uso. Infatti, visto che non è possibile ogni volta reinventare la ruota, è lecito pensare che nel software (anche nell' App Immuni?) vengano usate delle librerie di codice di terze parti: il problema è che usare librerie Open Source provenienti da altre fonti può essere pericoloso; è successo ad esempio in passato nel caso della famosa libreria crittografica OpenSSL in cui sono state riscontrate diverse vulnerabilità , di cui alcune di " alta gravità ". Proprio pochi giorni fa è stata sanata una ulteriore falla in questa utile, e per questo molto usata, libreria. A tal riguardo vale la pena ricordare la notizia dell' App di Tracing olandese Covid-19 Alert!, simile a Immuni, che proprio recentemente ha subito una clamorosa perdita di dati personali : il data breach è stato scoperto grazie al fatto che il codice era disponibile alla verifica pubblica; questo dimostra comunque quanto il " codice aperto " sia importante, specialmente per un apparato che può influenzare profondamente la salute pubblica e il controllo sociale. Ma qual è la situazione delle falle di sicurezza nel software Open Source disponibile oggi? Synopsys ha realizzato in proposito una infografica del suo report " 2019 Open Source Security and Risk Analysis (OSSRA) ". come esposto chiaramente in questo articolo , nonostante le informazioni presenti nell' App siano anonimizzate (o pseudonimizzate), sembrerebbe che nel trasferimento dei dati tra App e server, in realtà ci sia un dato che potrebbe far risalire a nomi e cognomi degli utilizzatori: l' indirizzo IP. Nel caso, non si potrebbe anonimizzare? E' previsto un modo per scongiurare questa eventualità o c' è una volontà precisa per poter in qualche modo risalire alle persone contagiate? di recente c' è stato un accordo Google - Apple per realizzare un protocollo comune relativo al Bluetooth in grado di facilitare il contact tracing : c' è chi dice che in questo modo le aziende hi-tech già

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[§25617532§] mercoledì 06 maggio 2020

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in grado di monitorare i cittadini attraverso altri sistemi come le celle di telefonia, il GPS, il WiFi, ecc., agendo a livello di Sistema Operativo proprio su un aspetto così importante come il contact tracing, avranno la possibilità di ottenere maggiori e dettagliate informazioni su di noi, ma con la differenza che sarà molto più difficile scoprire eventuali abusi di queste tecnologie: è una preoccupazione infondata? se, come sembra ormai accertato, in Europa si adotterà la soluzione tecnologica prevista dal duo Google - Apple, il risultato sarà una inevitabile spaccatura con l' ecosistema digitale Cinese , in cui l' epidemia ha avuto origine e dove notoriamente, tutti i servizi di Big G non sono accessibili. In questa situazione, non si rischia in futuro, usando sistemi digitali diversi, di compromettere gli sforzi fatti dai vari Paesi per limitare la diffusione del virus? App Immuni : alla luce dei fatti, ci si chiede se questo strumento servirà davvero, se si riuscirà a farlo adoperare alla maggioranza delle persone (o almeno al minimo indispensabile per essere considerata utile), e se sarà o meno, visti i bug presenti e ancora irrisolti, un pericolo per la privacy: staremo a vedere, ma ricordiamoci che in gioco, ci sono i diritti fondamentali dei cittadini. Oggi c' è già chi minimizza sulla privacy perché "la salute è più importante di qualche informazione privata e poi tanto, chi non ha nulla da nascondere, non ha nulla di cui preoccuparsi" e per questo chiede a gran voce che venga imposta l' obbligatorietà. Chissà se chi la pensa in questo modo cambierebbe idea ascoltando la voce di Edward Snowden: "non puoi pensare che non ti interessa la privacy perché non hai nulla da nascondere, sarebbe come dire che non ti interessa la libertà di stampa perché non ti piace leggere o che non ti importa della libertà di culto perché non credi in Dio. La privacy è l' espressione individuale di un diritto collettivo . Ma quando costruiscono un sistema che cataloga, immagazzina, sfrutta gli scambi tra esseri umani, per usarli contro di noi, devi stare in guardia e chiederti: e ora cosa ci succederà?"

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[§25617536§] mercoledì 06 maggio 2020

Corriere Comunicazioni

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Immuni nel caos. Ma Arcuri va avanti: "Pronta a fine maggio"

Paola Pisano al Copasir: "La scelta condivisa anche con il Dis". E ora il Comitato vuole ascoltare di nuovo Gennaro Vecchione che, nella prima audizione, aveva dato una versione diversa da quella della ministra. Intanto il commissario straordinario annuncia la tempistica

Monta ancora il caso Immuni . Dopo la polemica sulla privacy, i riflettori sono puntati sulla modalità di scelta della app di contact tracing. Ier il Copasir ha ascoltato in audizione la ministra dell' Innovazione. Paola Pisano ha spiegato al Comitato che la decisione di far sviluppare solo Immuni e non la "concorrente" CovidApp è stata dovuta a motivi di tempo e di costi. La scelta è inoltre stata condvusa con i ministeri di Sanitò e Interno nonché con il numero uno del Dis, Gennaro Vecchione, che l' ha preferita data la sua coerenza con la direttiva europea. Per questo motivo il Copasir ha deciso di ascoltare di nuovo Vecchione, che nella prima audizione aveva invece comunicato di essere stato coinvolto a scelta già avvenuta. Dal ministero della Pisano fanno sapere all' Agi che la scelta di Immuni come app di contact tracing è stata una decisione politica che ha tenuto conto delle indicazioni della task force incaricata dal ministero dell' Innovazione, senza alterarne le valutazioni. Fonti interne spiegano cosa è avvenuto nei giorni successivi al 7 aprile, data in cui la task force ha consegnato al ministro Paola Pisano la propria relazione tecnica sulle app valutate per il contact tracing. Il ministro in due audizioni tenute alla Camera e al Senato ha chiarito che gli esperti avevano individuato in Immuni e Covid-app le due soluzioni tecniche migliori, suggerendo sì di testarle entrambe, ma riconoscendo alla prima uno "stadio di sviluppo più avanzato" verso lo standard europeo Pepp-Pt, allora individuato come standard comune di tracciamento per l' area Ue. Sarebbe stato questo quindi, spiegano dal ministero, l' elemento in più che ha portato il governo a scegliere l' app sviluppata dalla società milanese Bending Spoons. Dieci giorni dopo la consegna della relazione il commissario straordinario Domenico Arcuri ha firmato l' ordinanza con cui si ufficializzava la scelta di Immuni, sulla quale probabilmente ha pesato anche l' urgenza di prendere una decisione in tempi non troppo lunghi. E Arcuri è stato ascoltato ieri in commissione Trasporti e Tlc della Camera sulla tempistica della messa in opera della app. "A cavallo della fine del mese l' App sarà pronta per essere utilizzata" precisa l' amministratore delegato di Invitalia sottolineando però che si tratta di sua opinione: "gli interlocutori che possono sciogliervi questo dilemma sono altri" dice infatti riferendosi ai ministeri competenti, primi tra tutti Salute e Innovazione. Prima della partenza della Fase 2 con le riaperture scattate il 4 maggio Arcuri non aveva escluso che la App potesse essere pronta prima della fine del mese, ma di fronte alle insistenze dei commissari, specie di opposizione e della Lega, ha ora corretto il tiro. Il commissario ha poi rimarcato anche il fatto che così come non è lui a decidere quando Immuni sarà pienamente operativa, non è stato

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[§25617536§] mercoledì 06 maggio 2020

Corriere Comunicazioni

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lui a scegliere l' applicazione prodotta dalla società Bending Spoons. "Faccio il Commissario all' emergenza e non faccio il ministro dell' Innovazione o della Salute" e, dunque, "intervengo a valle di decisioni che non ho preso, rispetto alle quali non ho avuto alcun ruolo e che di conseguenza non ho condiviso". E quindi le domande sulle "modalità con cui si è giunti all' individuazione" di Bending Spoons "non vanno rivolte a me, per due motivi: perché non saprei rispondere e perché non ho partecipato a questo percorso. Avete interlocutori più informati di me a cui rivolgervi". Quanto al funzionamento della app, che sarà offerta a titolo gratuito, Arcuri ha detto che "allo stato dell' arte le funzionalità giungeranno fino all' alert del contatto con un soggetto contagiato, che avverrà con modalità previste. Una volta effettuato l' alert le funzioni della app si interromperanno. Al momento non è prevista alcuna relazione tra la App e il Sistema sanitario nazionale (Ssn) successiva al suddetto alert", ha concluso Arcuri che però nelle settimane scorse aveva prospettato che la connessione con il Ssn potesse essere la seconda fase della vita della App. Certo è che decisiva per il successo della App sarà la capacità di fare tamponi tempestivamente ai sospetti positivi individuati, ha avvertito Arcuri, secondo il quale vanno fatti molti più test. Alle Regioni ne saranno consegnati 5 milioni nelle prossime settimane (finora ne sono stati eseguiti oltre 2,2 milioni). Inoltre, sempre utile ricordarlo, utilizzando l' applicazione la tecnologia Bluetooth, è indispensabile che l' utente - che la scaricherà solo su base volontaria - attivi il bluetooth stesso, altrimenti la App non funzionerà. Infine la privacy. Unico titolare della protezione dei dati personali sarà il ministero della Salute e gli stessi saranno cancellati o resi "definitivamente anonimi" entro il 31 dicembre.

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[§25617537§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 15 Il Sole 24 Ore Privacy e GDPR

Riservatezza. Niente motivi di giustificato inadempimento

Lo stato di emergenza non esime dalla privacy

Ciro Bisogno

Le nuove disposizioni in materia di trattamento dati personali e privacy (regolamento Ue 679/2016 o Gdpr, recepito in Italia con il Dlgs 101/2018) coinvolgono anche gli enti del Terzo settore (Ets). Si potrebbe a prima vista obiettare che la forte caratterizzazione sociale dell' impegno di questi enti strida con il percorso di adeguamento alle nuove misure. Così facendo, tuttavia, si finirebbe per ignorare il continuo e costante trattamento di dati posto in essere da tali realtà nello sviluppo delle proprie iniziative, specie in occasione di campagne di raccolta fondi che raggiungono un' ampia platea di soggetti. Il Gdpr costituisce uno strumento che garantisce una forte tutela al capitale umano e documentale degli Ets che, diversamente, potrebbero essere soggetti a rischio di diffusione o perdita di dati ed in tal modo vedere vanificati anni di attività. A tal proposito, se rivolgiamo un rapido sguardo ai numeri rilevati dall' ultimo censimento permanente Istat è facilmente intuibile come quello del Terzo settore sia un comparto che gestisce un patrimonio di dati equiparabile, per rilevanza e sensibilità, solo a quello della pubblica amministrazione. Eppure l' emergenza Covid-19 ha confermato, attraverso le tante gare di solidarietà ed il sostegno in favore delle fasce più deboli, come l' associazionismo del Terzo settore ed i suoi volontari svolgano una funzione essenziale per questo Paese. Ebbene, lo stato di bisogno non costituisce un' esimente che possa giustificare una mancata applicazione delle disposizioni in materia di privacy. Le erogazioni liberali in favore delle associazioni no profit, sebbene la spontaneità, determinano pertanto l' assunzione di dati anagrafici e recapiti di terzi e devono essere sottoposte ad una valutazione della base giuridica che giustifichi il trattamento dei dati dei donatori. Quest' ultima è stata individuata in un legittimo interesse (articolo 6) dell' associazione beneficiaria che, nel caso di specie, assume la veste di titolare del trattamento dei dati ed in quanto tale soggetta alla disciplina ed agli adempimenti previsti dal Gdpr. Le liberalità in danaro ad esclusivo scopo solidale potrebbero essere erogate attraverso il contatto telefonico di soggetti terzi all' associazione oppure in maniera diretta, attraverso le modalità del porta a porta. Gli enti, in tali casi, sono tenuti, in conformità al Gdpr, a trattare i dati in modo lecito, corretto e trasparente nei confronti dell' interessato, alla redazione del registro del trattamento (articolo 5), a nominare i responsabili esterni del trattamento, ad effettuare la valutazione del livello di sicurezza del trattamento dei dati (articolo 32), a provvedere alla valutazione di impatto sulla protezione dei dati (articolo 35), a nominare il Data protection officer (Dpo,

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[§25617537§] giovedì 07 maggio 2020

Il Sole 24 Ore Privacy e GDPR

articolo 37), a fornire adeguata informativa agli interessati. La rilevanza sociale dell' iniziativa, l' inesistenza di un pregiudizio per l' interessato e il possibile vantaggio di quest' ultimo nel ricevere un aiuto concreto non si possono considerare motivo di «giustificato inadempimento» delle disposizioni del Gdpr. Diverso è invece il caso della raccolta fondi affidata dall' associazione ad un gestore terzo (ad esempio un operatore telefonico) e che vede pertanto protagonisti due o più figure coinvolte nella realizzazione, sebbene in momenti diversi, della medesima finalità di trattamento. In tale circostanza, la donazione telefonica o tramite sms coinvolge due soggetti che assumeranno la veste di contitolari del trattamento dei dati e che mediante apposito accordo di riparto interno dovranno stabilire le rispettive responsabilità in merito alla osservanza degli obblighi che scaturiscono dal Gdpr. In tali casi, la cosiddetta base giuridica sarà integrata dal consenso dell' interessato (articolo 6) che dovrà essere esplicitamente raccolto dall' operatore telefonico al fine di consentire la promozione associativa di future campagne benefiche. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617538§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 28 Il Sole 24 Ore Privacy e GDPR

OLTREFRONTIERA

gruppo 24 ore App24PA, successo crescente della piattaforma per la PA Cresce il numero di realtà della Pubblica Amministrazione che hanno deciso di adottare App24PA, la piattaforma messa a disposizione gratuitamente dal Gruppo 24 ORE che consente di comunicare in modo semplice, diretto ed immediatamente operativo con i propri utenti inviando informazioni e notizie in tempo reale verso cittadini geo-referenziati sul territorio. App24PA è stata adottata da 138 realtà della PA su tutto il territorio nazionale tra le quali 21 Protezioni Civili Territoriali, 18 compartimenti di Croce Rossa Italiana, 86 comuni e 2 enti di trasporto regionali. I download complessivi dell' app sino ad ora sono stati oltre 450.000, in media circa 200 al giorno. La soluzione può giocare un ruolo di primo piano anche per il contrasto della diffusione del Covid-19, attraverso azioni di monitoraggio e tracking della popolazione, di diffusione di informazioni di pubblica utilità certificate divulgate esclusivamente dalle istituzione pubbliche e da organi ufficiali d' informazione coinvolti nella lotta all' epidemia. videoconferenze Privacy: Google, Microsoft e Cisco raccolgono troppi dati? Parliamo di servizi di videoconferenza ma non di sicurezza. Consumer Reports è una rivista no-profit statunitense. Ha analizzato le politiche sulla privacy di Google Meet, Microsoft Teams e WebEx e ha scoperto che raccolgono molto più dati del dovuto. In pratica sottoscrivendo le regole sulla privacy di questi servizi, autorizziamo Google, Microsoft e Cysco a raccogliere informazioni come la durata delle chiamate, chi partecipa e gli indirizzi IP di tutti i partecipanti. Nessuna delle multinazionali citate entra nei dettagli specifici su quale tipo di dati viene effettivamente raccolto o su come vengono utilizzati. Il sospetto di Consumer Reports è che i dati raccolti qui possano essere combinati con informazioni provenienti da altre fonti per creare profili personali sugli utenti e le loro abitudini di utilizzo, o persino potenzialmente utilizzare video per cose come la formazione di sistemi di riconoscimento facciale. In risposta, scrive Techcrunch, tutte e tre le società hanno dichiarato a Consumer Reports di creare registrazioni o trascrizioni video solo quando i partecipanti le richiedonoe hanno promesso che le registrazioni non sono "direttamente" utilizzate per la pubblicità.

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[§25617539§] giovedì 07 maggio 2020

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Privacy e GDPR

Privacy e contact tracing: cosa può andare storto? Ecco i rischi concreti

Riguardo alle app di contact tracing, perché il modello centralizzato viene ritenuto più pericoloso da molti esperti di privacy? E ancora: il modello decentralizzato è in grado di proteggere completamente la privacy degli utenti? Iniziamo a dare qualche risposta, affidandoci ai dati già disponibili

Nelle scorse settimane si è sviluppato a livello internazionale-ma soprattutto europeo-un dibattito piuttosto appassionante incentrato sul grado di tutela della privacy nelle diverse app di contact tracing proposte. Tutto questo mentre, com' è noto, l' Italia procede per il lancio della propria app, Immuni, per fine maggio. Molti si sono chiesti, in particolare, quale sia il protocollo più sicuro tra quelli avanzati. Purtroppo, questo dibattito ha assunto in molti casi una connotazione politica , relegando in secondo piano il lato tecnico e una valutazione oggettiva di vantaggi e rischi per le diverse soluzioni. La conversazione ha inoltre raggiunto toni piuttosto accesi, seminando ancora più confusione e panico in una situazione già estremamente complessa e tesa. Proviamo allora a chiarire quali rischi per la privacy comportano concretamente i diversi protocolli per il contact tracing proposti, partendo da una panoramica su quali sono i protocolli principali e come funzionano. Prima di iniziare, una precisazione: come indicato nel titolo, questo articolo analizza i protocolli di contact tracing dalla prospettiva della tutela della privacy . La scelta del protocollo più adatto dipende ovviamente da molti altri fattori, in primo luogo l' efficacia per il contenimento del contagio. Questo aspetto non rientra nelle mie competenze, quindi non verrà esaminato nell' articolo. La lotta dei modelli o protocolli Nelle scorse settimane sono stati presentati in tutto il mondo svariati protocolli e app per il contact tracing. La maggior parte di questi protocolli prevede che un utente scarichi e installi un' app sul proprio smartphone. La app si connette poi periodicamente a un server gestito da un' autorità centrale, con cui scambia alcuni dati. Nel caso italiano, verosimilmente, l' autorità centrale incaricata potrebbe essere il Servizio Sanitario Nazionale o il Ministero della Salute. I governi europei stanno valutando l' utilizzo principalmente di tre protocolli: ROBERT : Questo protocollo è stato sviluppato dall' istituto di ricerca francese Inria e rappresenta essenzialmente la proposta ufficiale del consorzio PEPP-PT, a cui si conformava anche Immuni . Basandoci sui documenti forniti dagli sviluppatori di Immuni, Bending Spoon, al ministero dell' innovazione ci si voleva inizialmente adottare un protocollo molto simile a ROBERT (solo un po' più di decentralizzazione dei dati di tracking) . Questo protocollo viene spesso chiamato centralizzato, perché l' autorità centrale processa più dati e gestisce il processo di notifica degli utenti a rischio. DP-3T : Questo protocollo è stato inizialmente sviluppato da un gruppo di ricercatori dell' EPFL di Losanna, ma il team si è rapidamente esteso a ricercatori di altri istituti e università europee. Il team sta sviluppando un' app open source, attualmente in

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[§25617539§] giovedì 07 maggio 2020

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fase di test e liberamente scaricabile. Questo protocollo viene spesso definito decentralizzato , in quanto il server centrale ottiene una quantità molto limitata di dati. Protocollo di Apple e Google: Mentre ROBERT e DP-3T sono di fatto dei prototipi di app, il protocollo di Apple e Google consiste invece in un insieme di API (Application Programming Interface), ovvero un insieme di nuove funzionalità per iOS e Android che verranno messe a disposizione degli sviluppatori di app di contact tracing. Per poter sfruttare queste funzionalità, le app sono vincolate a seguire un determinato protocollo proposto da Apple e Google, obbligo che rende di fatto complicato sviluppare un' app che segua un protocollo diverso. Questo protocollo è decentralizzato, come il protocollo DP-3T (a cui si è ispirato). Poiché la versione attuale sembra orientarsi su un modello molto simile al protocollo di DP-3T, nel resto di questo articolo mi concentrerò principalmente su quest' ultimo come modello decentralizzato di riferimento. Quasi tutte le considerazioni più rilevanti su DP-3T valgono anche per il protocollo di Apple e Google, stando ai documenti finora presentati. Secondo quanto emerso alla stampa, l' app Immuni ha deciso di adottare un protocollo simile a DP-3T e basato sulle API di Apple e Google . Non è ancora certo però se ci saranno alcune personalizzazioni in ottica di una maggiore centralizzazione. Il dibattito sulla sicurezza di questi tre protocolli ha spinto diversi governi-tra cui quello austriaco e quello tedesco -a rivedere i piani originari, passando da una soluzione centralizzata a una decentralizzata. Al momento, l' eccezione principale è il Regno Unito, dove lunedì scorso il governo ha annunciato che adotterà un modello centralizzato, attirando molte critiche. Ma di cosa si sta parlando davvero? Perché il modello centralizzato viene ritenuto più pericoloso da molti esperti di privacy? E ancora: il modello decentralizzato è in grado di proteggere completamente la privacy degli utenti? Iniziamo a dare qualche risposta, affidandoci ai dati già disponibili. Privacy e contact tracing: una relazione complicata Stabilire il grado di protezione della privacy nelle app di contact tracing richiede competenze molto tecniche, e non vige un accordo unanime nemmeno tra gli addetti ai lavori. In ogni fase dell' utilizzo di tali app sono coinvolti diversi attori , tra cui: l' utente che utilizza l' app, i contatti nelle vicinanze, l' autorità centrale , il gestore della rete a cui è connesso il dispositivo. Ipoteticamente, dal punto di vista tecnico tutti questi attori potrebbero agire in modo malevolo, ovvero cercare di compromettere la privacy o la sicurezza dell' utente (o altri requisiti, come l' integrità dei dati raccolti). In gergo tecnico, l' insieme degli attori, delle vulnerabilità e dei rischi finali che caratterizzano un certo scenario di compromissione del protocollo prendono il nome di threat model . Gli attori che agiscono in modo malevolo vengono chiamati avversari e ogni threat model prefigura degli attacchi che questi avversari potrebbero tentare di attuare. Assieme ad alcuni colleghi del mio gruppo di ricerca-il Computational Privacy Group dell' Imperial College di Londra-ho scritto un articolo per spiegare anche ai non esperti questi threat model e attacchi. L' articolo vuole fornire anche ai meno esperti gli strumenti per comprendere meglio quali sono i rischi concreti di un' app di contact tracing, andando oltre le vaghe rassicurazioni

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[§25617539§] giovedì 07 maggio 2020

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Privacy e GDPR

sul rispetto della privacy provenienti da chi propone l' app. L' articolo contiene 8 domande a cui chiunque sviluppi un' app di contact tracing dovrebbe essere in grado di rispondere. Nel resto della mia analisi prenderò spunto da queste domande per discutere più nel dettaglio i principali rischi per la privacy che riguardano i protocolli ROBERT e DP-3T. Come funzionano i protocolli: ROBERT e DP-3T a confronto Per comprendere davvero i rischi di questi due protocolli, è necessario richiamare alcuni dettagli tecnici sul loro funzionamento. Nonostante ROBERT e DP-3T siano piuttosto complessi, i dettagli necessari per discuterne i rischi sono relativamente semplici. Quella che segue è una descrizione semplificata , ma sufficientemente fedele, dei due protocolli. In entrambi i protocolli, tutti gli utenti trasmettono dei codici numerici ai dispositivi circostanti tramite Bluetooth . Allo stesso tempo, il dispositivo di ciascun utente osserva e conserva i codici numerici trasmessi dagli altri utenti. Questi codici numerici dovrebbero essere anonimi , nel senso che la sequenza numerica non dovrebbe rivelare direttamente l' identità di chi la ha trasmessa. Tuttavia, il concetto di dato anonimo è molto delicato. Come vedremo a breve, anche i dati anonimi possono spesso essere de-anonimizzati , qualora si verifichino determinate condizioni. I codici vengono rinnovati di frequente. Ciò offre una prima protezione per la privacy. Se, al contrario, ogni dispositivo trasmettesse sempre lo stesso codice, sarebbe facile reidentificarlo , ovvero risalire all' identità del proprietario. Ad esempio, se ogni volta che vado dal mio panettiere il mio dispositivo osserva il codice numerico 129874728, è probabile che quel codice appartenga al mio panettiere. Per evitare questo rischio, entrambi i protocolli prevedono che ogni dispositivo aggiorni spesso il codice numerico trasmesso ai dispositivi circostanti. L' aggiornamento dovrebbe avvenire circa ogni 15 minuti, ma la frequenza è stabilita dall' autorità centrale. Per questo, si parla di codici temporanei . La prima importante differenza tra ROBERT e DP-3T risiede nel diverso soggetto che genera i codici temporanei , il chi . In ROBERT, i codici temporanei vengono generati e assegnati dall' autorità centrale che gestisce il server. Questo significa che l' autorità centrale sa se due o più codici temporanei appartengono allo stesso utente. Ciò rende di fatto gli utenti pseudonimi rispetto all' autorità che gestisce il server. Ovvero, l' utente è associato a un singolo codice identificativo (lo pseudonimo), che resta invariato. In DP-3T, i codici temporanei vengono generati direttamente sul dispositivo dell' utente . Questo significa che nessuno, tranne l' utente stesso, può capire facilmente se due codici temporanei sono stati trasmessi dallo stesso dispositivo. Nemmeno l' autorità centrale. Discuterò meglio i dettagli e i limiti di questo aspetto nell' analisi dei rischi di DP-3T. La seconda importante differenza consiste nei dati che vengono inviati dagli utenti al server centrale , il cosa . In ROBERT, quando un utente viene diagnosticato positivo al Covid-19, può inviare al server la lista di tutti i codici numerici che il suo dispositivo ha osservato dai contatti circostanti nel periodo in cui l' operatore sanitario ritiene potesse avere già contratto il virus. Il server mantiene una lista di tutti questi codici, che chiamiamo exposed_users . In DP-3T, ogni utente trovato positivo può inviare al server solo la lista dei propri codici temporanei che ha trasmesso agli

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[§25617539§] giovedì 07 maggio 2020

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altri dispositivi nel periodo in cui l' operatore sanitario ritiene fosse contagioso. Il server mantiene una lista di tutti questi codici, che chiamiamo infected_users . La terza importante differenza è i l modo in cui vengono avvisati gli utenti entrati in contatto con persone infette , il come . In ROBERT, ogni utente si connette periodicamente al server con un proprio codice identificativo. Il server può quindi verificare se l' utente è presente nella lista exposed_users . In tal caso, l' utente verrà avvisato di essere a rischio. In DP-3T, ogni utente si connette periodicamente al server, ma senza inviare alcun dato. Al contrario, è il server che rivela all' utente l' intera lista infected_users (rappresentata in un formato particolare). A quel punto, il dispositivo dell' utente può verificare , in segreto (ovvero, senza inviare nessun dato), se tale lista contiene uno dei codici che ha osservato precedentemente. Se ne contiene, significa che l' utente è stato in prossimità di una persona infetta, e quindi l' app avvisa l' utente di essere a rischio. Nota: in realtà, per decidere se avvertire l' utente che è entrato in contatto con individui infetti, entrambi i protocolli usano un sistema più sofisticato per calcolare un coefficiente di rischio. Dettagli del genere sono stati trascurati nella mia analisi, in quanto eccessivamente tecnici o secondari al fine di stabilire l' entità dei rischi per la privacy comportati dai protocolli esaminati. Analisi dei rischi nel modello centralizzato (ROBERT) Un' analisi completa dei rischi che presentano entrambi i protocolli richiederebbe molto spazio e l' utilizzo di un gergo tecnico. Per i lettori che volessero approfondire, l' analisi più esaustiva di questi rischi è probabilmente quella pubblicata dal team di DP-3T. In questo articolo mi limito a descrivere quelli che io ritengo essere i rischi principali dei due protocolli. Innanzitutto, va detto che nessuno dei due protocolli è un sistema sviluppato appositamente per la violazione della privacy e la sorveglianza di massa. Entrambi i modelli si sforzano di trovare un tradeoff accettabile tra privacy ed efficacia dell' app per il contact tracing. In particolare, come abbiamo visto, entrambi i sistemi cercano genuinamente di preservare l' anonimato degli utenti, usando dei codici teoricamente anonimi. Ma chi si occupa di privacy engineering e computer security è consapevole che l' anonimato è molto difficile da preservare in pratica. Le domande da porci a questo punto sono due: È possibile de-anonimizzare i codici "anonimi", e quindi reidentificare gli utenti? Una volta reidentificati gli utenti, quali violazioni della privacy diventano possibili? Risponderò a queste domande prima per ROBERT e poi per DP-3T. Attacchi di reidentificazione Innovazione e trasformazione digitale per la resilienza. Scopri il nuovo FORUM PA digitale La caratteristica più problematica per la privacy nel protocollo ROBERT sta nel fatto che l' autorità centrale è sempre in grado di sapere se due o più codici temporanei appartengono allo stesso utente . In altre parole, gli utenti sono pseudonimi rispetto all' autorità che gestisce il server. Questo è l' origine di tutte le vulnerabilità più serie, in quanto la pseudonimizzazione è una difesa molto fragile per l' anonimato. In particolare, l' autorità centrale può sfruttare questa proprietà per risalire all' identità dell' utente a cui appartengono i codici temporanei. Questi attacchi di reidentificazione possono essere attuati

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principalmente in tre modi. Il primo metodo sfrutta l' analisi dei codici identificativi di rete che vengono trasmessi da qualsiasi dispositivo connesso ad internet, come ad esempio l' indirizzo IP . L' autorità potrebbe infatti tentare di ottenere dagli operatori telefonici le identità degli intestatari associati agli indirizzi IP, collegandoli quindi ai codici pseudonimi dell' app. In pratica, i codici identificativi di rete non identificano sempre con esattezza una singola persona. La connessione WiFi di un' abitazione, ad esempio, espone un solo indirizzo IP ma può essere utilizzata da diversi inquilini. Tuttavia, se combinati con altre informazioni (vedi sotto), i codici identificativi di rete possono giocare un ruolo importante in un attacco di reidentificazione a più fasi . Il secondo metodo prevede la reidentificazione del grafo sociale , ovvero degli individui visti come punti in una struttura connessa da archi che riflettono i contatti avuti. In ROBERT, il server centrale riceve tutti i codici identificativi dei contatti degli infetti (e l' ora in cui il contatto è avvenuto). Nel lungo termine, questo permette al server di ricostruire un grafo che include una buona parte degli utenti e rivela quali sono i loro contatti . In teoria, gli utenti sono anonimi. In pratica, nella letteratura sono stati proposti numerosi attacchi che mostrano come sia possibile, in alcuni casi, reidentificare gli utenti in un grafo sociale utilizzando delle informazioni ausiliari . L' informazione ausiliaria potrebbe includere, ad esempio, un altro grafo sociale per il quale si conoscono le identità, come i social network (Facebook, Instagram, etc.) o il grafo sociale generato automaticamente ogni volta che chiamiamo o mandiamo un SMS a qualcuno usando il nostro numero di telefono (queste attività vengono registrate dagli operatori telefonici e conservate a lungo nei loro database). La praticabilità di questo attacco dipende principalmente proprio dal tipo e dalla quantità di informazione ausiliaria disponibile all' avversario (in questo caso, all' autorità centrale). Inoltre, ROBERT prevede alcuni sistemi per mitigare questo rischio, ma l' analisi proposta dal team DP-3T rivela come questi accorgimenti siano poco robusti, potenzialmente eludibili e, nel complesso, non del tutto convincenti. Il terzo metodo richiede più sforzo, ma è estremamente più efficace. Supponiamo che l' autorità centrale costruisca una rete di sensori Bluetooth in una città, o abbia accesso a una già esistente. Questo permetterebbe all' autorità di tracciare gli spostamenti degli utenti (ricordiamo che in ROBERT l' autorità sa associare tutti i diversi codici temporanei allo stesso utente). Una volta che gli spostamenti degli utenti vengono tracciati, è molto facile de-anonimizzarli . Questo perché la cronologia degli spostamenti di ogni individuo è quasi sempre unica tra la popolazione (che due individui si spostino nel tempo e nello spazio in maniera identica è pressoché impossibile), e quindi facilmente reidentificabile . In un articolo pubblicato nel 2013 dal mio gruppo di ricerca, si è dimostrato che 4 punti (definiti da luogo e ora) visitati da una persona possono bastare per reidentificare il soggetto in maniera univoca nel 95% dei casi . Se attuato, questo metodo avrebbe quindi un livello di accuratezza quasi perfetto . Ma quanto è facile attuare un attacco del genere? Dal punto di vista tecnico, installare una rete di sensori è un' operazione estremamente semplice ed economica per un attore sufficientemente potente. Inoltre, in alcune aree le infrastrutture per collezionare questo tipo di

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dati sono già abbastanza diffuse . Ad esempio, Transport for London-l' azienda che gestisce i trasporti pubblici a Londra-ha da tempo avviato un programma per raccogliere alcuni dati sugli spostamenti dei viaggiatori tramite sensori WiFi installati in tutta la rete metropolitana. Questo programma ha attirato molte critiche proprio per i rischi che costituirebbe per la privacy. Da un punto di vista tecnico, sarebbe semplicissimo aggiungere dei sensori Bluetooth a quelli per il Wifi già introdotti. Inoltre, l' autorità potrebbe facilmente incrociare i dati Bluetooth con quelli degli abbonamenti nominativi usati nelle metro. In quel caso la reidentificazione sarebbe quasi immediata . Violazioni della privacy: tracciamento dei contatti e degli spostamenti Abbiamo visto come i codici temporanei usati dagli utenti in ROBERT potrebbero essere reidentificati dall' autorità centrale, se sufficientemente determinata e provvista di risorse. Ora possiamo chiederci: cosa può scoprire l' autorità centrale sugli utenti, una volta reidentificati? In primo luogo, l' autorità centrale può immediatamente scoprire l' identità degli utenti entrati in contatto con individui positivi. Questa informazione potrebbe essere considerata come dato sensibile da alcuni, in particolare se dovesse portare a misure di contenimento forzato per questi utenti. In secondo luogo, una volta reidentificato il grafo sociale, l' autorità può ricostruire chi ha incontrato chi e quando è avvenuto l' incontro. Questo scenario potrebbe tradursi in conseguenze particolarmente preoccupanti. Ad esempio, nel caso di una fonte anonima che incontra un giornalista per rivelare episodi di corruzione. Inoltre, se da un lato è vero che in ROBERT solo gli utenti infetti condividono i contatti che hanno osservato, dall' altro questo offre una protezione solo parziale, perché questi dati includono informazioni sugli individui circostanti . Un paper pubblicato nel 2018 dal mio gruppo di ricerca ha dimostrato che in una città densamente popolata come Londra i dati trasmessi anche solo dall' 1% della popolazione sarebbero sufficienti ad osservare i contatti del 56% degli utenti presenti in quella città. In terzo luogo, gli utenti reidentificati sono vulnerabili al tracciamento dei loro spostamenti e al rilevamento della loro presenza per tutto il tempo di utilizzo dell' app. Ad esempio, l' autorità potrebbe installare dei sensori Bluetooth nelle vicinanze della sede di un partito politico di opposizione, o di una ONG, per tracciare le persone che le visitano. Oppure, l' autorità potrebbe dotare le forze dell' ordine di sensori Bluetooth (basterebbe un' app apposita per un normale smartphone), per poi trasmettere agli agenti di polizia una lista di codici identificativi di individui considerati "dissidenti" . Questo consentirebbe agli agenti di rilevare immediatamente la presenza e anche l' identità di questi individui senza il bisogno di chiedere i documenti, ma semplicemente osservando quali codici vengono trasmessi dalle persone circostanti e confrontandoli con la lista dove sarebbero indicati i soggetti "dissidenti". Un esempio pratico: un giornalista che tentasse di avvicinarsi a un membro del governo per porre delle domande ritenute scomode, potrebbe venire immediatamente rilevato, identificato e quindi allontanato dalla scorta. OK, ma succede davvero? Ci si potrebbe chiedere se queste considerazioni non scaturiscano da timori eccessivi. Tutto sommato, le forze di polizia possono già accedere ai nostri dati, no? Rispondere esaustivamente a questa domanda

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richiederebbe un articolo a sé. Qui mi limito solo a qualche considerazione fondamentale. Innanzitutto, l' aspetto importante dei rischi che ho descritto non è tanto il fatto che una persona possa essere messa sotto sorveglianza. Questo è sempre potenzialmente possibile attraverso, ad esempio, i mandati di perquisizione. Il problema è che la tecnologia può permettere questa violazione della privacy su larga scala , in modo essenzialmente automatico e perlopiù impercettibile per i cittadini. Di fatto, si verificherebbero le condizioni per operare una sorveglianza di massa . Inoltre, lo sviluppo e l' adozione su larga scala di una nuova tecnologia potenzialmente rischiosa si inserirebbe in un processo ben noto agli esperti di privacy, ovvero quello dell' erosione graduale . Questo concetto viene riassunto perfettamente da Daniel Solove: "Quasi mai la privacy si perde in un colpo solo. Solitamente viene erosa nel tempo. Piccoli frammenti si dissolvono in modo quasi impercettibile, e solo alla fine ci accorgiamo di quanta ne abbiamo persa". È opportuno aggiungere un' altra considerazione: i governi cambiano, le infrastrutture restano . Ora possiamo e dobbiamo decidere quali siano le infrastrutture e le tecnologie più sicure e future-proof . Non possiamo decidere né sapere ora come le utilizzeranno i governi futuri. Di conseguenza, agire con cautela è la scelta più lungimirante . Infine, tornando all' attualità, è interessante notare che alcuni governi sembrano aver già dichiarato, più o meno apertamente, l' intenzione di reidentificare gli utenti o comunque usare i dati delle app di contact tracing a fini di sorveglianza. Ad esempio, il Guardian ha avuto accesso a un documento riservato del governo inglese che discute la possibilità di "permettere la de-anonimizzazione degli utenti" nell' app di contact tracing promossa dalle autorità. Inoltre, il governo inglese ( e non solo ) sembra stia da tempo cercando di convincere Apple e Google a rivedere i loro piani, in quanto il protocollo proposto dalle due aziende sarebbe troppo "limitante". Apple e Google si sono mostrate poco disponibili ad assecondare queste richieste perché, a loro avviso, risulterebbero in protezioni della privacy più deboli rispetto alla loro proposta. In ogni caso, ora sembra che il governo inglese abbia trovato dei modi per aggirare le limitazioni tecniche imposte da Apple e Google e adottare un modello centralizzato. Data breach e sicurezza nazionale Un' altra osservazione importante riguarda la possibilità che si verifichi un data breach , ovvero un accesso non autorizzato ai dati archiviati sul server dell' autorità. Anche supponendo che l' autorità centrale sia completamente affidabile e priva di cattive intenzioni, l' accumulo di grandi quantità di dati in un database centralizzato rappresenta comunque una seria minaccia per la sicurezza individuale e nazionale . Ad esempio, se un gruppo di hacker dovesse riuscire ad accedere a questo database, otterrebbe di fatto dei poteri di sorveglianza simili a quelli dell' autorità centrale, ma non sottoposto alla supervisione delle istituzioni statali preposte a tale scopo, come il Garante per la privacy e la magistratura. Uno scenario che si farebbe ancora più preoccupante, se il gruppo hacker fosse al soldo di un governo straniero ostile . DP-3T: ottimo, ma non perfetto: i rischi Come ho spiegato sopra, in DP-3T l' autorità non può sapere a priori se due codici temporanei appartengono allo stesso utente. Essenzialmente, in DP-3T i dispositivi

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rinnovano davvero la propria identità ogni 15 minuti. Inoltre, gli utenti infetti rivelano all' autorità solo i propri codici temporanei, non quelli dei contatti che hanno osservato. Queste due differenze rendono DP-3T estremamente più sicuro rispetto ai rischi di ROBERT descritti sopra. In particolare, qualsiasi attacco di reidentificazione diventa notevolmente più complicato , se non impossibile-a meno di non ottenere accesso forzato al dispositivo dell' utente, ad esempio in caso di perquisizione. Inoltre, se anche un certo codice temporaneo venisse reidentificato, l' autorità non potrebbe ricavarne molte informazioni sensibili: il codice temporaneo può essere tracciato solo per 15 minuti . Infine, in DP-3T il server conosce esclusivamente i codici identificativi degli utenti infetti nel periodo in cui erano contagiosi. Quindi l' autorità non può ricostruire un grafo sociale. Tutto questo significa che DP-3T è perfettamente sicuro? No, anche DP-3T è vulnerabile ad alcuni attacchi. Questi sono stati descritti in dettaglio nel documento pubblicato dallo stesso team che ha sviluppato DP-3T. Nel documento viene tuttavia anche chiarito che la maggior parte di questi attacchi colpisce in realtà la maggior parte dei protocolli di contact tracing . Vediamo allora quelli che, secondo me, sono i due attacchi principali che potrebbero verificarsi. La prima vulnerabilità deriva dal fatto che gli utenti positivi rivelano al server tutti i codici trasmessi durante il periodo in cui si presume avessero già contratto il virus. Questo potenzialmente consente al server di associare questi codici alla stessa persona. In questo caso, l' utente diventa potenzialmente reidentificabile e tracciabile, ma solo retroattivamente e limitatamente al periodo di infezione . Per mitigare il rischio di rivelare informazioni sensibili in questo scenario, DP-3T include la possibilità per gli utenti diagnosticati infetti di rimuovere selettivamente i codici trasmessi durante determinati periodi ritenuti sensibili dall' utente, prima dell' invio dei codici al server. Questa misura potrebbe però risultare un po' macchinosa e complicata per l' utente medio. Il secondo rischio è peculiare, perché, diversamente da tutti gli attacchi esaminati finora, non riguarda la riservatezza dei dati rispetto all' autorità, ma piuttosto verso gli altri utenti , che in questo threat model vengono visti come potenziali avversari . Infatti, quando un utente infetto invia al server la lista dei suoi codici temporanei, il server include questi codici nella lista infected_users , la quale viene poi inviata a tutti i dispositivi che utilizzano DP-3T. Questo significa che, in alcuni casi particolari, un utente particolarmente esperto potrebbe estrarre i dati dall' app e osservare quali dei codici dei suoi contatti sono stati segnalati come infetti. Se l' utente è inoltre in grado di legare i codici all' identità di una persona, ciò rivela all' utente che quella persona è stata trovata positiva al COVID-19, un' informazione potenzialmente sensibile che potrebbe portare a recriminazioni e discriminazioni. DP-3T (e, in modo simile, il protocollo di Apple e Google) include diversi meccanismi per rendere estremamente difficile, se non impossibile, effettuare questo attacco in modo retroattivo da parte di utenti che utilizzano l' app originale. Questi meccanismi sono molto tecnici, quindi rimando al white paper di DP-3T per i dettagli. Purtroppo, questi sistemi di protezione possono essere aggirati da un utente sufficientemente esperto e determinato che decida, in modo proattivo e premeditato , di modificare il funzionamento dell'

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app in modo da registrare l' ora esatta in cui avviene ogni contatto. Ma su questo va fatta una precisazione fondamentale : qualsiasi sistema di contact tracing è essenzialmente vulnerabile a un attacco simile. Questo fatto è tecnicamente molto interessante e dimostra al tempo stesso la bellezza e la complessità del privacy engineering . I dettagli dell' attacco sono illustrati nel documento di DP-3T, ma l' idea è piuttosto semplice e si basa su quello che nella letteratura viene chiamato Sybil attack . Per eseguire un attacco simile contro un sistema centralizzato come ROBERT, l' utente malintenzionato modifica l' app in modo da simulare l' utilizzo di molti dispositivi diversi, ognuno solo per un breve intervallo di tempo (e.g. 15 minuti). Successivamente, continua a interrogare il server da tutti questi dispositivi virtuali. Se uno di questi dispositivi viene notificato di essere entrato in contatto con un utente infetto, l' utente malevolo può identificare con certezza in quale intervallo di 15 minuti è avvenuto il contatto. In particolare, se l' utente malevolo si trovava da solo con un' altra persona in quel periodo di tempo, è facile concludere che quella persona era infetta in quel momento. Come detto, questa vulnerabilità colpisce in teoria tutti i sistemi di contact tracing. In pratica, esistono alcune strategie per mitigare i rischi, soprattutto nei protocolli centralizzati. In un modello centralizzato, il compito di "incrociare" gli utenti infetti e i loro contatti è affidato al server centrale . Questo permette all' autorità centrale di adottare misure per rendere più complicati gli abusi da parte di utenti malintenzionati che dovessero tentare di verificare se un certo codice temporaneo è stato contrassegnato come infetto (o a rischio). Purtroppo, misure di protezione davvero affidabili ed efficaci per questo scopo richiedono tipicamente che ogni utente registri la propria app usando credenziali verificabili , (ad esempio usando il numero di telefono personale), in modo da impedire l' utilizzo di più dispositivi (reali o virtuali). Purtroppo, allo stato dell' arte è molto difficile implementare un sistema di credenziali verificabili che preservi allo stesso tempo l' anonimato degli utenti . E, come abbiamo visto, l' anonimato degli utenti è fondamentale per proteggere la loro privacy, specialmente in un sistema centralizzato. Se gli utenti fossero costretti a rivelare la propria identità in fase di registrazione, questo potrebbe scoraggiare molti cittadini dall' installare l' app. Una scarsa partecipazione ridurrebbe drasticamente la sua adozione e ne pregiudicherebbe quindi l' efficacia ai fini della lotta al contagio. Conclusione e commenti In questo articolo ho descritto i principali rischi per la privacy nelle app di contact tracing con modello centralizzato e decentralizzato, prendendo come riferimento i protocolli ROBERT e DP-3T. Voglio sottolineare che questa non è un' analisi completa di tutti i rischi che comporta l' utilizzo di queste app . Oltre alle protezioni per la privacy, vanno valutati attentamente altri requisiti, tra cui, ad esempio, come garantire il più possibile l' integrità dei dati raccolti, la sicurezza dei protocolli Bluetooth utilizzati e il corretto funzionamento dell' app anche nei dispositivi affetti da malware. Detto questo, quale protocollo è il più sicuro per la privacy? Lo scorso 21 aprile, L' EDPB ( European Data Protection Board ) ha pubblicato delle linee guida sul contact tracing. Il documento dichiara che le quelle centralizzate

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e decentralizzate sono entrambe "opzioni praticabili" , a condizione che vengano adottate misure di sicurezza adeguate e che vengano chiaramente descritti vantaggi e svantaggi di ognuna di queste. L' EDPB aggiunge però anche che "in generale, le soluzioni decentralizzate sono più in linea col principio di minimizzazione" dei dati raccolti. Personalmente, sono d' accordo con le considerazioni dell' EDPB. Entrambi i modelli, e in particolare le loro incarnazioni nei prototipi specifici ROBERT e DP-3T, sono soluzioni potenzialmente accettabili. Nessuno dei due è un sistema sfruttabile in modo diretto e immediato ai fini della sorveglianza di massa. Tuttavia, a mio avviso, il modello centralizzato è sensibilmente più soggetto al function creep , ovvero quel fenomeno diffuso per cui una tecnologia progettata per un determinato scopo viene in seguito utilizzata per scopi diversi , spesso lesivi della privacy. Come abbiamo visto, un' autorità sufficientemente potente e determinata potrebbe decidere di sfruttare un sistema centralizzato per fini di sorveglianza di massa. Al contrario, la minimizzazione dei dati gestiti dall' autorità nel protocollo DP-3T lo rende molto più sicuro rispetto al rischio di function creep e di sorveglianza di massa. Quindi, da un punto di vista prettamente di tutela della privacy, la scelta del protocollo dovrebbe quindi propendere, secondo me, verso DP-3T. Tuttavia, la scelta finale dipende in realtà da molti altri fattori, tra cui l' efficacia dei diversi protocolli per il contact tracing e quindi per il contenimento dell' infezione. Purtroppo, nelle scorse settimane molti sostenitori del modello centralizzato hanno agito e comunicato in modo poco chiaro e trasparente-a differenza del team DP-3T, che è apparso più aperto a collaborazioni e confronti. Anche a causa di questo, non è ancora chiaro quali sarebbero, se esistono, le proprietà del modello centralizzato che lo renderebbero più efficace. Perplessità che si inseriscono in un dibattito più ampio sull' utilità effettiva delle app di contact tracing, sulla quale esistono seri dubbi . Questo atteggiamento poco trasparente ha legittimamente attirato critiche pesanti, ritardando lo sviluppo e l' adozione delle app, sia a livello europeo che italiano. La fase 2 sta per iniziare e sull' app Immuni rimangono ancora diverse questioni aperte e molta confusione. Il tempo sta scadendo: occorre intavolare al più presto una conversazione razionale basata sui vantaggi e i rischi delle diverse soluzioni proposte. Tenendo bene a mente che la privacy non è una gentile concessione, bensì un diritto fondamentale sancito di fatto dalla Costituzione italiana. La scelta quindi non è e non deve essere tra privacy e salute. In una democrazia, privacy e salute devono essere garantite allo stesso tempo . La storia ha dimostrato più volte che prediligere un diritto individuale a scapito di un altro è un gioco pericoloso che porta spesso a perderli entrambi, con conseguenze gravi e irreversibili. @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§25617540§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 14 Il Sole 24 Ore Privacy e GDPR

furto di giornali

Telegram collabora con i Pm, cancellati i nuovi canali pirata

Traffico di dati: i numeri di cellulare degli utenti ceduti per fini commerciali

Ivan Cimmarusti

I file di giornali e riviste sono «acquisiti mediante l' intromissione non autorizzata nel sistema informatico» degli stessi quotidiani. Una maxi frode calcolata in 670mila euro al giorno - quasi 250 milioni all' anno - su cui stanno stringendo la Procura della Repubblica di Bari e l' Agcom, che ora possono contare sulla collaborazione di Telegram, la piattaforma online che consente lo scambio messaggi e dati in completo anonimato. L' inchiesta del procuratore aggiunto Roberto Rossi è a un punto di svolta, tanto che dopo il preliminare sequestro di 19 canali Telegram utilizzati per la diffusione illecita dei prodotti editoriali ne sono stati chiusi altri 114. In alcuni casi si tratterebbe degli stessi già bloccati e poi riaperti con nomi diversi ma con i medesimi contenuti pirata. Nell' indagine, a carico di persone da identificare, la magistratura barese ipotizza i reati di riciclaggio, ricettazione, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, furto e violazione della legge sul diritto d' autore. Di fatto i magistrati stanno tentando di arginare una vasta frode che sfrutta le policy di riservatezza della piattaforma Telegram. Tuttavia fonti vicine all' inchiesta spiegano che la stessa società avrebbe avviato un monitoraggio su questi canali, al punto che in autonomia ne avrebbe chiusi diversi, un modo per mettersi al riparo da eventuali indagini giudiziarie. La pubblicazione illecita dei contenuti editoriali rappresenta solo l' ultimo tassello di un «sistema» che inizia con l' accesso abusivo ai sistemi informatici dei quotidiani. La «sequenza della commissione dei reati» è riassunta nell' informativa della Guardia di finanza. «I files di giornali, riviste e libri - si legge - vengono acquisiti illecitamente mediante la sottrazione dei Pdf elaborati dagli editori per inserimento lecito nei siti o per la stampa». Successivamente i file sono «acquisiti da soggetti che li detengono al fine di commettere l' ulteriore reato di diffusione illecita tramite i canali Telegram (sistema di reti telematiche). L' ultima fase è rappresentata dalla costituzione dei canali anonimi su cui i vari utenti si iscrivono ottenendo così quotidiani e riviste di tutta Italia. Nella ricostruzione dei fatti c' è un aspetto di non secondaria importanza e che riguarda la tutela della privacy degli stessi iscritti, ossia gli utenti che solo in apparenza ricevono i prodotti editoriali a titolo gratuito. Stando agli accertamenti della Guardia di finanza, infatti, i gestori dei canali sfruttano tutti i contatti (alcuni canali posso avere anche 100mila iscritti) per fini commerciali. In particolare gli utenti si collegano al canale usando i proprio numero di cellulare. Il rischio è che tutta la mole di dati sia venduta dai gestori dei canali per fini commerciali. Un business parallelo che potrebbe aprire un nuovo capito d' indagine.

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[§25617540§] giovedì 07 maggio 2020

Il Sole 24 Ore Privacy e GDPR

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[§25617541§] giovedì 07 maggio 2020 Pagina 10 Corriere della Sera Privacy e GDPR

Voci dal Covid-19: «Soffro di nevralgia del trigemino, avrei dovuto fare l' intervento di ...

MARIA GIOVANNA FAIELLA

Voci dal Covid-19: «Soffro di nevralgia del trigemino, avrei dovuto fare l' intervento di microcompressione vascolare ma è stato rimandato a data da destinarsi. Non riesco più a sopportare il dolore, vivo perennemente con scosse continue, pulsanti e lancinanti». «Sono affetta da dolore cronico a causa di un' osteoartrosi alla schiena, a 35 anni. Ho fatto tante terapie ma dopo un po' non funzionano più; sono spaventata perché le mie condizioni si sono aggravate». «Avrei dovuto sottopormi a un intervento di neurostimolazione midollare ma non si sa quando riusciranno a farlo. Sono in attesa anche della visita presso il reparto di terapia del dolore, che ora è chiuso. Mi rendo conto del momento terribile che sta vivendo il nostro Paese, ma non credo di riuscire a resistere per mesi». Sono alcune delle tante storie di sofferenza di persone affette da dolore cronico, che in queste settimane hanno contattato gli specialisti della Fondazione Isal (Istituto scienze algologiche) per chiedere un consulto, alla ricerca di un po' di sollievo. Da marzo sono sospese in tutta Italia le attività ambulatoriali, riabilitative e di ricovero «non urgenti» al fine di ridurre l' accesso in ospedali e ambulatori, quindi il rischio di contagio da SARS-CoV-2. Di conseguenza, sono state annullate o rinviate moltissime prestazioni sanitarie quali visite specialistiche, esami, cicli di riabilitazione, interventi chirurgici, anche nei centri del Servizio sanitario nazionale dedicati alla terapia del dolore. Gli stessi accessi agli ambulatori dei medici di famiglia sono ridotti. Non si ferma, però, il dolore cronico, che sia dovuto a un tumore o a una neuropatia diabetica, a una malattia reumatica o muscolo-scheletrica o neurologica. Riferisce William Raffaeli, presidente della Fondazione Isal: «Ci contattano in molti per chiedere consigli perché le cure prescritte non sortiscono più benefici o perché hanno una recrudescenza del dolore, che ha un impatto invalidante nella vita quotidiana, ma non riescono ad andare in ambulatorio o in ospedale, essendo saltati molti appuntamenti». I pazienti già in cura presso un centro di terapia del dolore, in caso di difficoltà, possono contattare lo specialista di riferimento, ma gli altri? «Chi aveva l' appuntamento per una prima visita algologica ora non sa a chi rivolgersi, come pure è in difficoltà chi non aveva nessuna prenotazione e assume da mesi, se non da anni, gli stessi farmaci che non danno più un sollievo, non sapendo che è possibile trovare un' altra soluzione poiché il dolore si può curare in oltre l' 80 per cento dei casi» spiega Raffaeli. «Sono tutte persone che in questa pandemia rischiano di rimanere ancora più sole con la loro sofferenza, per questo abbiamo pensato di dare loro un aiuto concreto offrendo consulenze specialistiche

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[§25617541§] giovedì 07 maggio 2020

Corriere della Sera Privacy e GDPR

gratuite, mediche e psicologiche, in modalità online grazie al supporto di medici e psicologi che hanno aderito all' iniziativa». Per richiedere un consulto a distanza di un esperto nel trattamento del dolore, si può scrivere un' email a [email protected] o compilare il form sul sito www.fondazioneisal.it, specificando il problema, il tipo di supporto richiesto e un recapito telefonico. Le informazioni sono utilizzate esclusivamente per lo svolgimento della consulenza, nel rispe tto delle norme sulla privacy. «Diamo suggerimenti su come curare il dolore in base alla storia clinica del paziente, alle sue attuali condizioni, alle terapie che ha fatto e sta facendo» spiega Raffaeli. «I consigli, per esempio sulla terapia farmacologica o la sua rimodulazione, glieli mandiamo per email in modo da condividere il percorso col suo medico curante, oppure scriviamo una nota per il medico di famiglia in modo che possa ricontattarci, anche per pianificare insieme cure più complesse, non farmacologiche, una volta che il rischio di contagio sarà finito e si tornerà alla riapertura regolare di ambulatori e ospedali». Tra le misure in vigore fino al perdurare dell' emergenza per limitare gli spostamenti, c' è la ricetta dematerializzata anche per la terapia del dolore, di regola prescritta sulla ricetta rossa cartacea del Servizio sanitario dal medico di famiglia o dallo specialista. Per ritirarla, non occorre recarsi dal dottore, che spedisce il numero della ricetta tramite sms o whatsapp o lo comunica per telefono, poi si va in farmacia per acquistare il medicinale. In alcune Regioni, però, non è possibile prescrivere la terapia del dolor e su ricetta dematerializzata. «Purtroppo, la pandemia ha evidenziato criticità preesistenti, come la non omogeneità delle cure anche per il dolore cronico» osserva Raffaeli. «Allo stesso tempo, è emerso come sia necessario rafforzare la telemedicina e la collaborazione tra medici per dare risposte alla sofferenza dei pazienti. L' utilizzo di strumenti digitali sia nella relazione tra medico e assistito per verificare, ad esempio dopo la visita, se la terapia prescritta sta dando benefici, sia per condividere conoscenze e scelte terapeutiche tra medici di famiglia e specialisti del dolore e di altre branche, permetterebbe di prendere in carico subito le persone che continuano a star male, evitando loro trattamenti inutili e di vagare tra specialisti e ospedali prima di giungere al centro di terapia del dolore, di solito ancora grazie al passaparola».

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[§25617543§] mercoledì 06 maggio 2020

Corriere Comunicazioni

Sanità Digitale

Robot, 3D e AI per la nuova sanità: ecco le soluzioni di 10 startup italiane

Entra nella seconda fase il programma di accelerazione BioUpper promosso da Fondazione Cariplo, Novartis e Ibm. Alcune delle soluzioni in concorso già a disposizione delle autorità sanitarie per affrontare l' emergenza Coronavirus

Con l' emergenza coronavirus , app per il tracciamento, braccialetti biometrici e robot in corsia sono entrati nel dibattito quotidiano accendendo un faro su un tema già noto alla ricerca sanitaria, ossia che l' innovazione è un elemento imprescindibile nel processo di diagnosi e cura . Anche tenendo conto di queste considerazioni, si è tenuto il Selection Day della quarta edizione di BioUpper : la prima piattaforma italiana nel campo delle Scienze della Vita che sostiene i migliori progetti imprenditoriali, attraverso percorsi di empowerment, accelerazione e accompagnamento al mercato. Ideata e promossa da Fondazione Cariplo e Novartis , e realizzata da Cariplo Factory , da due anni BioUpper coinvolge anche Ibm per puntare al massimo sulla digital health . L' iniziativa ha ricevuto il patrocinio della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (Crui) e della Fondazione Enpam (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza Medici) e recentemente ha portato la sua esperienza anche in Europa nell' ambito dell' hackathon EuvsVirus , progetto della Commissione Europea che ha coinvolto oltre 26 mila innovatori da tutta Europa. Una giuria d' eccezione, composta da esperti del tech, della farmaceutica e della sanità, si è riunita a inizio settimana su una piattaforma digitale per selezionare le startup innovative che accederanno al percorso di accompagnamento imprenditoriale offerto da Novartis, Cariplo Factory e Ibm, oltre che della consulenza strategica di Comin & Partners per la comunicazione dei progetti. La giuria ha selezionato dieci progetti per la fase di preparazione al "go-to-market": Aptus.AI, Dianax, Hero, Intra, Medere, Nuvap, Pain Chronicles, Sensedat, U-care e Ugo Pnp . Alcune delle imprese selezionate propongono soluzioni che sono già state messe a disposizione delle autorità sanitarie per affrontare l' attuale emergenza da Covid-19 e che saranno ulteriormente sviluppate durante il programma di BioUpper. Le dieci startup accederanno a un percorso di accelerazione e ciascuna potrà usufruire di crediti erogati da Ibm - fino a un massimo di 120 mila euro in 12 mesi - spendibili per l' utilizzo dei servizi tecnologici inclusi nel catalogo Ibm Cloud. Gli innovatori più meritevoli avranno così a disposizione le migliori competenze e gli strumenti tecnologici più innovativi basati sulla piattaforma Ibm Cloud (tra cui Ai, Blockchain, Security, Analytics, Devops ) e accederanno a un percorso di empowerment imprenditoriale, lavorando a stretto contatto con esperti di Novartis, Ibm, Cariplo Factory e Comin & Partners.

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